Il Resto del Carlino Quando la malattia non è l`ultima parola: viaggio

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Il Resto del Carlino Quando la malattia non è l`ultima parola: viaggio
12 giugno 2015
Il Resto del Carlino
Quando la malattia non è l’ultima parola:
viaggio tra musica, vita e psico-oncologia
«QUANDO la malattia non è l’ultima parola: viaggio tra musica, vita e psico-oncologia.
Omaggio a Krang’. È il titolo dell’evento che si terrà alle 17.30 nell’aula 6 del polo didattico
dell’arcispedale Sant’Anna di Cona. Si tratta di un seminario-concerto dedicato a
Francesco Tomasi detto ‘Krang’, giovane medico laureato all’Università di Ferrara,
deceduto nel 2014 per tumore cerebrale pochi mesi dopo la sua laurea. L’iniziativa è
inserita nel ciclo di incontri ‘Tra reparto e realtà. Storie di vita dentro e fuori corsia’,
organizzato dall’associazione studentesca Student Office e finanziato dal Fondo culturale
di Unife. Interverranno Luigi Grassi, ordinario di Psichiatria e direttore del Dipartimento di
Scienze biomediche e chirurgico-specialistiche; Arianna Costa dell’associazione ‘Krang
never dies’; i genitori di ‘Krang’ e Marcelo Cesena, pianista e compositore, vincitore nel
2009 e 2013 del Brazilian International Press Award come «migliore musicista brasiliano
che vive in Usa».
Pronto soccorso, pazienti infuriati. Ma l’Ausl: «Nessun disservizio»
PRONTO soccorso dell’ospedale di Argenta in sofferenza per quanto riguarda le
carrozzine per disabili? Da un nostro sopralluogo ieri mattina sembrerebbe di sì: ce n’era
una soltanto pronta all’uso, le altre due sono rotte; poi ce ne sono altre due, ma hanno il
sostegno per la flebo e quindi destinate a pazienti che hanno bisogni specifici. In pratica
se un paziente arriva malfermo sulle gambe o è sofferente per patologie debilitanti e deve
andare a fare accertamenti, dovrebbe arrangiarsi. Non è il caso di drammatizzare, ma non
è un bel biglietto da visita per chi arriva all’ospedale. E non è un disservizio di oggi. I
pazienti e i sanitari del pronto soccorso infatti dicono in coro che la storia va avanti da
circa sei mesi. D’altra parte per rendersi conto del disservizio basta andare al pronto
soccorso, dove sono in bella vista due carrozzine con la scritta «rotta» sullo schienale, e
nel lungo corridoio non ce ne sono di sostitutive a parte quello con il palo di sostegno per
le flebo. LA DIRIGENZA dell’Asl cade dalle nuvole: «Non ho mai ricevuto nessuna
informazione di questo tenore – afferma Silvano Nola, direttore del presidio unico
ospedaliero e quindi responsabile di tutti gli ospedali della provincia di Ferrara –. E dire
che ad Argenta sono molto attenti a queste problematiche. Neanche la coordinatrice del
pronto soccorso ne ha mai accennato». Eppure da più parti si mormora che l’Asl era al
corrente e che avrebbe invece fatto ‘orecchie da mercante’. «Mi suona strana la cosa.
Anche perché non siamo in presenza di richiesta di acquisto di macchinari molto costosi:
l’acquisto di alcune carrozzine è una spesa affrontabile, direi minimale. Insomma non avrei
alcun problema a trovare i soldi». Quindi, che intende fare? «Domattina (stamane ndr) la
prima cosa che farò è chiamare il pronto soccorso dell’ospedale di Argenta e, se
l’esigenza è reale, darò mandato affinché si provveda. Tempi? Un mese al massimo: se
l’utenza ne ha bisogno provvederemo senz’altro». Il direttore dell’ospedale di Argenta
Antonio Di Giorgio getta invece acqua sul fuoco: «Può darsi che nella fascia oraria del
sopralluogo non ce ne fossero, comunque quelle in dotazione sono più che sufficienti per il
fabbisogno – ha chiarito –. Ce ne sono due rotte, ma anche sei nuove o quasi. A volte
succede che siano in reparto o vengano lasciate in giro dai pazienti; ad ogni modo non mi
sono giunte segnalazioni di carenze al riguardo».
IL SINDACO di Comacchio è possibilista sulla riorganizzazione del San Camillo illustrata
ieri in Commissione speciale Sanità comunale - per la prima volta partecipata dai sindacati
- da Gianni Serra, direttore del Distretto sanitario Sud-Est. Fabbri ha invitato i consiglieri
d’opposizione e la Consulta del San Camillo a non lasciarsi scappare l’occasione di uscire
dall’empasse e ridare vita all’ospedale: «Pensiamoci, ma facciamolo in fretta, sono in
arrivo altri tagli dello Stato verso Regioni e Comuni. E, come sempre succede, finiranno
con l’abbattersi principalmente sulla sanità». Piantina alla mano, il dottor Serra ipotizza tra
le diverse cose, una riapertura delle sale operatorie da impiegare nella piccola chirurgia,
l’ampliamento socio-sanitario dell’Ospedale di Comunità, il raddoppio della riabilitazione,
l’ospedale di pediatria di comunità con un servizio di 12 ore, aperto a tutto il territorio, il
ritorno dell’Ufficio Igiene pubblica e la Medicina Legale. «Non posso modificare l’impianto
della riorganizzazione decisa dalla Conferenza sanitaria territoriale, ma da tecnico ho
cercato di migliorare il servizio ascoltando le persone» spiega. Saranno sufficienti tre mesi
per richiedere i permessi e, sostiene Serra, dare un nuovo assetto al San Camillo per
farne un punto di riferimento che oltrepassi i confini comacchiesi . Il NUOVO scenario trova
possibilisti Spi Cgil, rappresentata da Gianni Persanti e Roberto Dal Passo, il primo
speranzoso di rendere pubblico il confronto sull’ospedale e il secondo favorevole ad un
sempre più stringente legame tra la questione sanitaria e quella sociale, punto di vista
condiviso dal dottor Enrico Bellotti, rappresentante dei medici di base. Non è apparso
allineato con gli altri sindacalisti Nicola Zagatti, dirigente Uil-Fpl che sul punto di primo
soccorso precisa: «Un recente decreto del Ministero della Salute, prevede che i punti di
primo intervento debbano essere operativi 12 ore diurne, presidiati dal 118 nelle ore
notturne e affidati al medesimo, quando si è di fronte a Comuni che fanno meno presenze
di Comacchio. Mi chiedo allora di quale potenziamento abbia parlato l’Azienda sanitaria».
Non è morbido neppure il presidente della Consulta, Manrico Mezzogori: «Apprezzo lo
sforzo di Serra, la proposta è migliorativa ma è quasi identica a quella del ’98. In poche
parole il risultato non cambia». Chiedono la relazione scritta i consiglieri Davide Michetti
dell’Onda e Antonio Di Munno (Faro-FI), che sull’ex farmacia, il cui cambio di destinazione
a detta di Serra è impossibile, afferma: «Nella concessione edilizia dell’’84 non c’è scritto
quanto sta dicendo. Su quello spazio potremmo fare altri cinque piani». Conclude
Mezzogori. «Siamo alle solite, il fatto grave è sempre lo stesso, 13 milioni di euro pubblici
dilapidati, due accordi regionali non rispettati e la mancanza di reale confronto».
La Nuova Ferrara
Omaggio all’indimenticabile Krang
"Quando la malattia non è l'ultima parola", sottotitolata "Viaggio fra musica, vita e psicooncologia " è il titolo dell'iniziativa, che oggi alle 17.30 nell'atrio dell'ingresso 1 del polo
Ospedaliero di Cona, vuol rendere omaggio al dottor Francesco "Krang" Tomasi, giovane
medico laureato a Unife, originario di Loreo, ma ferrarese di adozione, deceduto nel 2014
per un tumore cerebrale. A poco più di un anno e mezzo dalla sua scomparsa, amici e
genitori gli dedicano questa iniziativa, che si avvarrà anche con contributo musicale del
pianista Marcelo Cesena. Ma facciamo un passo indietro. "Tutto ciò che è in mio potere" è
lo striscione che campeggia nella navata della chiesta che ha dato l'ultimo saluto a chi, a
soli 31 anni, della medicina ha fatto la sua missione. Se ne è andato in punta di piedi, ma
ha speso la sua giovane vita per raggiungere il suo più grande obbiettivo, quello di
diventare un medico e poter aiutare il prossimo a capire quale era la strada giusta da
imboccare anche perché avrebbe voluto specializzarsi in psico-oncologia. E' Arianna
Costa, detta "La Vecchia", e rappresentante dell'associazione "Krang never dies" a
raccontarlo: la sua inseparabile amica, conosciuta al secondo anno di medicina durante
una pausa a lezione e compagna dell'ultimo viaggio, quello più importante, quello della
vita. La vita, lo studio e la malattia, ma le persone per Francesco erano sempre le più
importanti. Chi era Francesco? «La frase "Tutto ciò che è in mio potere" è diventato il suo
motto da quando ha cominciato la chemio, prima del secondo intervento. Secondo me dice Arianna Costa - è sinonimo di volontà e determinazione, due qualità che ha sempre
avuto in ogni campo, sia nello studio, così come nel conquistare una donna. E' sempre
stato così, la malattia ha solo amplificato a livelli esponenziali le sue qualità migliori. Non
smettere di lottare, mai». Come è stato vivere la malattia con un "guerriero" come
Francesco? «Personalmente quello che mi ha lasciato è amore, amore incondizionato per
le persone anche per quelle che si sono comportate male». Che messaggio possiamo
lasciare agli studenti di Unife? «Il messaggio più forte che si può lasciare a chi come lui
sta affrontando parte della propria vita a Ferrara, cercando di costruirsi un futuro, è quello
di seguire il cuore e di fare ciò che si ama con tutta la determinazione e la tenacia
possibile, senza mai trascurare gli affetti ed i legami che si creeranno in questi anni,
perché è un circolo di affetto che rimarrà anche quando le strade della vita porteranno a
una separazione. Francesco sapeva guardare l'animo delle persone e ha legato tutti a lui
in maniera così forte che lo porteremo dietro per le prossime vite. Qual è l’importanza di
questa giornata « Il modo in cui si cerca di ricordarlo oggi è "aiutarlo" a realizzare il suo
sogno, quello di lavorare in ambito psiconcologico. Noi abbiamo fatto tutto quanto
possibile per riuscire a realizzarlo, a volte risultando scomodi, ma alla fine riusciremo a
realizzare un dottorato triennale in collaborazione con la psichiatria e l'ordine dei medici
dedicato alla sua memoria. Insomma, un rompipalle fino all'ultimo, che anche da morto è
comunque riuscito ad arrivare dove voleva, in psichiatria al fianco del suo prof».
Interverranno all'iniziativa "Storie di vita dentro e fuori corsia" Luigi Grassi, professore
ordinario di psichiatria di Unife e i suoi genitori.
Domani a Pieve inaugura
il nuovo centro oncologico
PIEVE DI CENTO Domani la cerimonia di posa della prima pietra del nuovo centro
oncologico di Fondazione Ant Giuseppina Melloni. A lavori già avviati, la simbolica
cerimonia, che si svolgerà alle 10.30 in via Provinciale Cento 12 a Pieve di Cento, apre
ufficialmente le porte della struttura. L’opera è realizzata in parte col contributo pubblico di
ricostruzione post terremoto, e per 345mila euro, a completamento dell’opera, messi a
disposizione dal Credito Cooperativo. A servizio delle tre province, nel nuovo centro vi
saranno alcune camere per i malati oncologici terminali, accuditi dai sanitari e affiancati
dai parenti, e un servizio ambulatoriale per le terapie. Il sindaco Sergio Maccagnani e il
professor Franco Pannuti (fondatore e presidente onorario Fondazione Ant) apriranno la
cerimonia, alla quale interverranno il ministro Gian Luca Galletti, l’assessore regionale
Raffaele Donini, Stefano Caliandro (Assemblea Legislativa Regione), Giulio Magagni
(presidente Comitato Credito Cooperativo 5.9), Cherubino Battaglia (presidente Lions Club
Pieve di Cento), don Paolo Rossi (parroco di Pieve di Cento) e l'architetto Bruno Alampi.
Seguirà brindisi nel foyer del Teatro Zeppilli.
Rubata la borsa al medico
TAMARA In quel momento stava visitando un paziente: quando è tornato si è trovato la
brutta sorpresa, ovvero il finestrino della propria automobile rotta e asportati medicinali ed
anche il ricettario. L’episodio è avvenuto mercoledì, nell’abitato di Tamara, quando un
medico di guardia si è recato a casa di un paziente. Dopo aver finito il servizio ha subito
visto la rottura del finestrino, scoprendo che dall’auto gli era stata asportata la borsa con
ricettario e medicinali. È scattata immediatamente la denuncia ai carabinieri di Copparo.