E - Diocesi di Como

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E - Diocesi di Como
DELLA
30
DI
COMO
PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A.
SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV.
IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO
Buone
vacanze!
A PAGINA 3
Foto AC - Il Settimanale
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ANNO XXXV
31 LUGLIO 2010
E 1,20
DIOCESI
TERRA SANTA
IL PARROCO DI
NABLUS IN DIOCESI
A PAGINA 9
COMO
IN SRI LANKA
UNA CASA APERTA
AL VOLONTARIATO
COMASCO
A
poco più di un anno
dal suo trasferimento nella struttura per
donne anziane realizzata con il sostegno del territorio comasco abbiamo chiesto a suor Cristina
de Fonseka un primo bilancio
di questa esperienza.
A PAGINA 16
COMO
PAROLARIO: IL
DECENNALE NEL
SEGNO DEL
“TEMPO”
ALLE PAGINE 16 E 17
INIZIATIVE
TUTTO PRONTO PER
“MOVRIMENTO”
A PAGINA 21
TIRANO
INIZIATIVE
IN SANTUARIO
A PAGINA 23
ITINERARI
IN CAMMINO
TRA GORDONA,
SAMOLACO,
DASCIO, SAN
FEDELINO
A PAGINA 26
Il Settimanale
della Diocesi di
Como si ferma per
la consueta pausa
estiva. Il prossimo
numero porterà
la data del
28 AGOSTO 2010.
I pacchi per le
rivendite di Como e
dintorni potranno
essere ritirati
nei giorni 25 agosto
(dalle 14.30
alle 18.30)
26 e 27 agosto
(dalle 8.00 alle
12.00 e dalle
14.00 alle 18.30)
P A G I N A
2
RIFLESSIONI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
NOVITÀ IN LIBRERIA PER LA NOSTRA ESTATE
a cura di AGOSTINO CLERICI
LIBRI ADATTI... ALLA VALIGIA
Questo volume di don Aristide Fumagalli propone il tema dell’amore di Gesù riletto in una
chiave provocatoria ma estremamente attenta alla verità del senso biblico e della cultura
contemporanea. Il tratto passionale dell’amore di Cristo è stato richiamato all’attenzione
dei fedeli da Benedetto XVI, che lo ha audacemente nominato col termine di eros. Un eros passionale che rivela un’umanità straordinaria e
mai abbastanza percepita e che ha portato il Figlio di Dio a unirsi a noi fino al punto di soffrire
come proprie le conseguenze dei nostri delitti.
ARISTIDE FUMAGALLI, Come Lui ha amato. L’eros di Gesù, San Paolo, pagine 144, euro
13,00.
Ecco una collana di teologia con testi agili e adatti
ad un pubblico medio. Don Dianich e padre
Harrington propongono una riflessione, dal taglio biblico-teologico, sulla chiesa come corpo
vivente di Cristo, di cui coglie i tratti propri
(caratteri, ministeri, istituzioni) e il riferimento al più generale fenomeno dell’aggregazione
religiosa. SEVERINO DIANICH - DANIEL
HARRINGTON, La Chiesa. Una «realta complessa» tra istituzione e mistero, San Paolo,
pagine 130, euro 10,00. Ecco, invece, una riflessione sull’arte e sull’estetica nel mondo cristiano. Un confronto tra teologia e Bibbia di
fronte alla rappresentazione del creato. Il volume, diviso in due parti, indaga sulla bellezza
e la fascinazione che essa esercita. GIANFRANCO RAVASI - MARKO IVAN RUPNIK,
Il fascino del bello. Tra Bibbia e teologia,
San Paolo, pagine 86, euro 7,00. Il terzo volume della collana si interessa della preghiera. Il
volume si articola in due parti: la prima, elaborata da Bruno Maggioni, affronta il “come” e il
“perché” della preghiera nella Bibbia; la seconda, a firma di padre Raniero Cantalamessa, ci
porta a diretto contatto con lo Spirito che grida in noi Abbà, dando voce alla preghiera più
autentica, in quanto espressione del nostro essere “figli nel Figlio”. RANIERO CANTALAMESSA - BRUNO MAGGIONI, Pregare
in Spirito e verità. La preghiera secondo
la Bibbia, San Paolo, pagine 92, euro 8,00.
La religione cattolica solleva oggi più che mai
numerosi interrogativi, soprattutto nei ragazzi.
E proprio a loro si rivolge questo libro illustrato
che esamina la Chiesa cattolica considerando in
modo obiettivo le critiche che le vengono rivolte
e gli errori che ha commesso nella sua storia, per
permettere ai ragazzi di formarsi un’opinione
ponderata e tollerante. CLARA MANKOWSKI,
Che cosa significa essere cattolici oggi?,
Elledici, pagine 104, euro 14,00.
L’intento degli autori di questo volume scritto
a più mani è quello di riflettere e confrontarsi
su come Internet e i nuovi media stanno cambiando la società, in particolare come sta cambiando la vita dei nostri ragazzi. AA.VV., Educare ai tempi di Internet. Imparare, proporre e crescere nella rete, Elledici, pagine
96, euro 7,00.
Ecco una rassegna
di libri di piccole
dimensioni, che bene
si adattano alle nostre
valigie e agli zaini
pieni di tante cose
Tre grandi sezioni nel libro scritto da Eugenio Fontana conducono il lettore dapprima attraverso
le testimonianze letterarie su Pietro, poi nei luoghi di Roma ove più
si è consolidato il ricordo della sua
presenza, infine in un itinerario
artistico, accompagnato da tavole
e immagini a colori, che documenta la ricchezza interpretativa
emersa dalle intuizioni di pittori
e scultori. EUGENIO FONTANA, Ritratto di Pietro, EDB,
pagine 176 + 48, euro 24,00.
In questo libro, Valerio Albisetti
ripercorre il suo cammino di psicologo-scrittore e offre numerosi
spunti di riflessione sui grandi
temi della vita, che lo hanno da
sempre appassionato. VALERIO
ALBISETTI, Felici nonostante tutto, Paoline, pagine 206,
euro 17.00.
Ecco tre volumetti del card. Carlo Maria
Martini. Il primo presenta una meditazione
sull’episodio evangelico della donna di Betania
che versa unguento prezioso sul capo di Gesù
(cfr. Mt 26,6-13). Nell’atteggiamento della donna, disapprovato dai discepoli, il cardinal
Martini individua l’autentica spiritualità del laico: «Questa donna è il cristiano comune, il vero discepolo, il
suo gesto è il cammino spirituale del cristiano
laico battezzato, fondamentalmente di ciascuno di noi». CARLO MARIA MARTINI, Il dono
dell’amore, Paoline, pagine 46, euro 11,50.
In varie circostanze, sin dai primi anni di
episcopato, il cardinal Martini ha espresso pubblicamente il proprio pensiero sulla figura del
presbitero. Il volume offre alcune riflessioni che
ruotano attorno ai seguenti temi: un amore
totale e senza risparmio per Cristo, l’esperienza personale dell’Alleanza, il segno del cuore
trafitto di Cristo, un cammino di povertà, la
vita spirituale del prete di fronte alle sfide dell’oggi, la formazione del presbitero in questo
tempo, il portare frutto nella quotidianità. CARLO MARIA
MARTINI, Il tesoro dello scriba. La spiritualità del prete, EDB, pagine 120, euro 9,00. Un
secondo volume nella stessa collana offre altre
riflessioni del cardinal Martini che ruotano attorno ai seguenti temi: le conversioni di un prete
quando diventa parroco, la maturazione spirituale nel ministero, stile di presidenza delle comunità, la celebrazione eucaristica al culmine
della evangelizzazione. CARLO MARIA
MARTINI, Io sto in mezzo a voi. Il prete e la
sua comunità, EDB, pagine 118, euro 9,00.
Segnaliamo una serie di quattro volumetti scritti da don Andrea Fontana. In essi l’Autore offre
meditazioni “per tutti coloro che, attraverso le
pagine della Bibbia, vogliono scoprire il senso
della loro vita, aprire gli occhi sulle meraviglie che Dio continua
a compiere oggi”. Il primo libro parla di Noè, di
Abramo, di Mosè, di Geremia, di Giona, di Maria di Nazareth, dei Dodici, di Paolo: chiamati
ad amare. Il secondo offre una rilettura di dieci miracoli del Vangelo. Nel terzo volumetto si
parla della samaritana, di Zaccheo, di Caifa,
del giovane ricco, di Pilato, di Maria di Betania,
di Pietro, del ladrone... e dei loro incontri con
Gesù che in qualche modo ne hanno cambiato
le vite. Infine, il quarto libro offre una rilettura
meditata dell’episodio evangelico dei discepoli
di Emmaus. ANDREA FONTANA, Per strade e deserti chiamati ad amare - Pane spezzato e vino nuovo miracoli nell’amore Sicar e Betania dove ti aspetta l’amore Emmaus la strada dell’amore, Elledici, pagine 80 ciascuno, euro 6,50 cadauno.
Da uno dei più importanti predicatori contemporanei, un libro che invita a scoprire la vera essenza della fede cristiana. La fede «che salva» e «che
vince il mondo» è la fede in Gesù Cristo Figlio di
Dio e nel suo mistero pasquale: morte, risurrezione, invio dello Spirito. RANIERO
CANTALAMESSA, La fede che vince il mondo, San Paolo, pagine 74, euro 7,50.
DICIOTTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C
Parola
FRA
noi
QO 1,2;2,21-23
SAL 89
COL 3,1-5.9-11
LC 12,13-21
“Stolto” nella Bibbia
è chi nega Dio
o lo disprezza
di ANGELO SCEPPACERCA
SECONDA SETTIMANA
del Salterio
PER DIO NON CI SONO COSE, MA DONI...
N
ella parabola un fratello maggiore, valendosi del diritto del primogenito, non vuole
spartire l’eredità con
il minore. Gesù, interpellato, si
rifiuta di far da giudice, ma va
alla radice del problema, indicando l’ingordigia dei beni
come causa prima delle liti familiari e dei conflitti sociali. E
racconta la parabola del ricco
agricoltore al termine della stagione col suo monologo tragicomico, perché si considera
proprietario della sua vita con
tutti i beni che, a suo parere, ne
sono fondamento e garanzia. Il
velo dell’illusione è squarciato
da una voce: stolto! “Stolto” nella Bibbia è chi nega Dio o lo disprezza. “Sapiente” è chi accumula tesori non per sé, ma davanti a Dio.
Cosa c’è nell’eredità? Un padre che è Dio e tutti gli uomini
ricevuti come fratelli. Non ci
sono cose, ma doni, grazia di essere figli di Dio. Più che i beni,
vale colui che dona, il Padre.
Avidità, dominio e potere sono
fuori dall’eredità, appartengono alle cose che muoiono in
mano, nel corso di una notte.
L’uomo ricco “ragionava fra sé”,
non si metteva al cospetto di un
Altro, il “sé” era il primo di tutti i suoi possessi, l’io era il suo
tesoro.
Il Vangelo parla anche dell’uso dei beni, delle ricchezze e
delle risorse. E dice che la cosa
importante è arricchire davanti a Dio. Soprattutto, però, pone
la grande domanda sulla solitudine esistenziale. Fuori dalla
comunione, col Padre e con i
fratelli, l’uomo è colpito dal
male di vivere. Con lui tutto è
dono, come passeri nelle sue
mani, dove contano perfino i
capelli del capo. Lontani da lui
è divisione, da noi stessi, più
che eredità da dividere. È
La parabola del ricco stolto (Rembrandt)
estraneazione, solitudine. L’uomo ricco più che avaro è solo,
parla con la sua anima, in grande solitudine, come in una scena tragica di teatro. L’opposto
del “Padre nostro”.
Il ricco è un ateo, perché
schiaccia l’essere e al suo posto
mette l’avere. Mounier lo chiama uomo artificiale: “Mano e
mascella, come un quadro di
Picasso”.
SOCIETÀ
PRIMOPIANO
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
S
tagione di ferie, di
tempo libero da orari
e da impegni stringenti, stagione che conduce al gioco che rilassa
e libera da tensioni e tossine
e riporta all’infanzia e alla sua
creatività.
La battigia con la sabbia e
l’acqua faceva di noi bambini
dei grandi costruttori di castelli merlati con torri possenti
(ahimè anche pericolanti…),
fossati in cui far scorrere l’acqua, mura non proprio a piombo ma resistenti.
Si diventava in un battibaleno ingegneri, manovali e
muratori, imbrattati da capo
a piedi ma con la certezza che,
a costruzione finita, un tuffo
avrebbe liberato da ogni sudata sporcizia.
Il gioco non è mai ingenuo,
esprime e rimanda, accoglie e
distrugge. È simile alla dinamica delle cellule che, per dare
vita, devono morire.
Si imparava che ogni giorno
si doveva costruire, perché la
costruzione non solo non reggeva all’alta marea che scioglieva tutto nel suo grembo
ondoso, ma era anche sufficiente il calore del sole per far
scoppiare profonde crepe e far
crollare lo splendido edificio.
Si imparava la fatica diuturna del lavoro, della ripresa, della continuità, senza
rammaricarsi troppo dell’insuccesso e godendo molto dell’opera conclusa.
Si imparava un dato ineludibile con certezza sperimentale: la vita nasceva, si sviluppava ma poi scompariva, come
la sabbia della costruzione
sciolta da un getto d’acqua.
La battigia aveva un suo fascino particolare al mattino
presto, quando ancora non
rigurgitava di bagnanti vocianti
ma il nastro di terra lambito
dalla bassa marea brulicava di
vita silente, spezzata soltanto
dall’incessante mormorio dell’onda che si rifrangeva.
Momento solenne in cui ci
si ritrovava soli, con lo sguardo che poteva posarsi su di un
orizzonte quasi infinito che
rifletteva il proprio volto. Quale volto? Se io ho un volto, i
miei occhi in quali occhi possono riflettersi?
La ricerca dal faccia a faccia
emergeva, perché in quel momento magico, solo il silenzio
parlava, accogliendo la voce del
mare con il suo andirivieni
inesausto.
Il segno di quel silenzio permaneva anche nella confusione del vociare, delle radioline,
quando con qualche bracciata
un poco audace si raggiungeva il largo dove l’impressione
della solitudine si acuiva, perché ogni rumore era tacitato.
Il regno che si squarciava
nelle profondità (indubbiamente non oceaniche…) delle
acque non concedeva tregua:
il silenzio imperava e richiamava.
Perché questa attrazione si
impone? Perché solo il silenzio nutre il pensiero e il sentire?
Non si può toccare, non si
può ridurre di volume, si può
solo sfuggire quando dentro
lacera o mette a nudo un deserto che non si vuole attraversare.
Le mani impastate di sabbia
e di fango rimandano al racconto di Genesi: il Creatore
proprio con la terra, adamáh,
ha plasmato Adám, la creatura umana terrigna. Il verbo
ebraico suggerisce quel guizzo di rumore che spezza il silenzio nella creazione, la terra bagnata viene spiccicata e,
dal silenzio della terra tocca-
P A G I N A
3
I “CASTELLI DI SABBIA” E LA VITA
ESTATE E
PENSIERI:
PERCHÉ IL
SILENZIO?
ta dalla mano del Creatore,
ecco spuntare una sagoma,
ancora inerte, priva di vita.
Sarà il bacio del Creatore donato labbra a labbra ad infondere lo Spirito, un alito che
incomincia a segnare il tempo della vita.
La luce silenziosa del Volto
di Dio si è così impressa sul
volto di Adám, il gioco si compie quando la libertà è donata. Adám non è un robot che
Dio telecomanda a suo piacimento, è un essere dotato di
intelligenza e di libertà di scelta.
Il grande gioco della vita
passa nelle mani di Adám, lo
sguardo che fa brillare la sua
interiorità può assumere mille sfumature, può anche camminare nella storia, se lo vuole, come Mosé, l’amico di Dio,
con cui Egli parlava “faccia a
faccia”.
Il momento del silenzio
schiuso dal gesto creatore diventa il basso continuo che
conduce a fissare gli occhi negli occhi Adám e Dio e tutti
gli altri Adám.
Attimo in cui si radicano
tutti gli altri attimi in due direzioni di crescita e di amore:
ogni volto fa trasparire la personalità che si esprime all’esterno e cerca la comunione con tutti gli altri volti; ogni
BENEDETTO XVI
E IL TEMPO
DELLE FERIE
Riportiamo il testo
integrale dell’Angelus
di domenica 18 luglio
a Castel Gandolfo in
cui il Papa ha fatto
riferimento alla pagina
evangelica di Marta
e Maria per invitare
a vivere bene
il tempo delle vacanze
volto cerca il perché del proprio volto e lo trova solo nel
Volto di Dio.
I castelli delle costruzioni di
Adám nella storia sono di sabbia, la dicono lunga sull’esilità dell’esistenza e sulla sua
precarietà, ma aprono anche
alla terra plasmata da Dio per
quel Soffio donato.
Mosè, quando giunse per lui
il momento del ritorno al silenzio primordiale da cui era
stato tratto, sigillò la sua storia, quando la parola finalmente tacque e le labbra diventarono non passive ma accoglienti del significato divino di
ogni volto, con il bacio di Dio
in cui Gli restituì il Soffio: labbra a labbra, ancora una volta, in un gesto di intimo amore, che lo riportarono al di là
della creazione.
Il volto di un Adám incontrava così il Volto di Dio, in
quel silenzio da cui il Padre
per amore traboccante generò il Figlio.
L’infantile castello di sabbia,
attimo di silenzio, si scopre
allora Castello delle sette dimore, misteriosa perennità di
silenzio nella storia: Teresa di
Gesù guida alla scoperta del
Volto del Padre e dei volti degli Adám.
CRISTIANA DOBNER
carmelitana scalza
Cari fratelli e sorelle!
Siamo ormai nel cuore dell’estate, almeno nell’emisfero boreale. E’ questo il tempo in
cui sono chiuse le scuole e si concentra la maggior parte delle ferie. Anche le attività
pastorali delle parrocchie sono ridotte, e io stesso ho sospeso per un periodo le udienze.
E’ dunque un momento favorevole per dare il primo posto a ciò che effettivamente è più
importante nella vita, vale a dire l’ascolto della Parola del Signore. Ce lo ricorda anche
il Vangelo di questa domenica, con il celebre episodio della visita di Gesù a casa di
Marta e Maria, narrato da san Luca (10,38-42).
Marta e Maria sono due sorelle; hanno anche un fratello, Lazzaro, che però in questo
caso non compare. Gesù passa per il loro villaggio e – dice il testo – Marta lo ospitò (cfr
10,38). Questo particolare lascia intendere che, delle due, Marta è la più anziana, quella
che governa la casa. Infatti, dopo che Gesù si è accomodato, Maria si mette a sedere ai
suoi piedi e lo ascolta, mentre Marta è tutta presa dai molti servizi, dovuti certamente
all’Ospite eccezionale. Ci sembra di vedere la scena: una sorella che si muove indaffarata, e l’altra come rapita dalla presenza del Maestro e dalle sue parole. Dopo un po’
Marta, evidentemente risentita, non resiste più e protesta, sentendosi anche in diritto
di criticare Gesù: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a
servire? Dille dunque che mi aiuti”. Marta vorrebbe addirittura insegnare al Maestro!
Invece Gesù, con grande calma, risponde: “Marta, Marta – e questo nome ripetuto
esprime l’affetto –, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta” (10,41-42). La parola di
Cristo è chiarissima: nessun disprezzo per la vita attiva, né tanto meno per la generosa
ospitalità; ma un richiamo netto al fatto che l’unica cosa veramente necessaria è un’altra: ascoltare la Parola del Signore; e il Signore in quel momento è lì, presente nella
Persona di Gesù! Tutto il resto passerà e ci sarà tolto, ma la Parola di Dio è eterna e dà
senso al nostro agire quotidiano.
Cari amici, come dicevo, questa pagina di Vangelo è quanto mai intonata al tempo delle
ferie, perché richiama il fatto che la persona umana deve sì lavorare, impegnarsi nelle
occupazioni domestiche e professionali, ma ha bisogno prima di tutto di Dio, che è luce
interiore di Amore e di Verità. Senza amore, anche le attività più importanti perdono di
valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad
attivismo sterile e disordinato. E chi ci dà l’Amore e la Verità, se non Gesù Cristo?
Impariamo dunque, fratelli, ad aiutarci gli uni gli altri, a collaborare, ma prima ancora
a scegliere insieme la parte migliore, che è e sarà sempre il nostro bene più grande.
SOCIETÀ
P A G I N A
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INTERNIESTERI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
COLPO
D’OCCHIO
FRA TRIVELLAZIONI
E DISASTRI...
S
bagliare è umano, trivellare è diabolico. Non soddisfatta del po’ po’ di disastro provocato nel Golfo del Messico, disastro
che, ricordiamolo, è iniziato con
la morte di undici persone e di
cui non si vede neppure lontanamente la parola “fine”, la British
Petroleum (Bp) tenta di fare meglio in Africa e riprende a trivellare nel Golfo della Sirte, in acque territoriali libiche. Dunque
con la benedizione di Gheddafi,
visto che in Libia non si muove
foglia che Gheddafi non voglia. Il
Colonnello, dando via libera a un
accordo siglato nel 2007 con la
Bp, ha così trovato il modo di ringraziare la società petrolifera
inglese per i “buoni uffici” che
questa avrebbe interposto per la
liberazione del terrorista libico
Abdel Basset al-Megrahi, condannato e incarcerato dalle autorità scozzesi perché ritenuto
responsabile della strage di
Lockerbie. Questi, almeno, i
retroscena.
Ma qui interessa non tanto ciò
che sta dietro, quanto quello che
sta davanti a questa nuova ondata di trivellazioni in un mare,
non per niente, anche nostrum.
Evidentemente il disastro nel
Golfo del Messico non ha insegnato nulla a nessuno. Non alla
Bp (ma non era sull’orlo del fallimento? Non le è bastata la batosta americana? Non è sotto inchiesta per le troppe omissioni
nelle misure di sicurezza?) la
quale rischia di farne un’altra (di
falla, per non usare parole meno
castigate) e poi di non riuscire a
coprirla, a tapparla con marchingegni improvvisati. E già questa
faccenda dei “tappi” approntati
alla bisogna, senza alcuna seria
esperienza sulla loro efficacia,
dovrebbe essere un preoccupante campanello d’allarme per bloccare, o quanto meno rinviare a
tempo indeterminato, la trivellazione di pozzi sottomarini in profondità (nel Mediterraneo si parla di 1.700 metri, 200 in più che
nell’Atlantico) per i quali fino ad
oggi non ci sono, e si è visto, sistemi sicuri e collaudati per tapparli in caso di incidente.
Ma la marea nera non ha insegnato nulla, nemmeno a riflettere sull’umana faciloneria, ai tanti
avventuristi tecnologici che in
nome del profitto si cacciano, novelli apprendisti stregoni, in “avventure” per le quali poi non sanno trovare riparo, o meglio, ancora una volta, tappo. Stiamo ancora pagando (anche in Italia,
ultimo caso a Livorno) per l’originale idea, venuta sempre agli
inglesi, di somministrare farine
animali alle mucche e Dio solo sa
fino a quando dovremo pagare
per l’inquinamento del Golfo del
Messico.
In questa storia delle prossime
trivellazioni davanti alle coste
libiche, c’è già chi pensa al “povero” Gheddafi. La Bp è riuscita,
come pochi altri, a inguaiare seriamente Obama. Il presidente
americano, dalla catastrofe del
petrolio riversatosi sulle coste
della Louisiana e della Florida,
ne è uscito, se ancora ne è uscito,
nero. In termini soprattutto di
popolarità. Accadesse un disastro
simile a quello del Golfo del Messico nel Golfo della Sirte, con le
conseguenze immaginabili su
tutti i Paesi dell’area mediterranea, Gheddafi ne uscirebbe, se
possibile, ancora più nero. Con
una differenza, però. Ai dittatori
poco importa della popolarità.
Loro del consenso popolare se ne
fanno un baffo, anzi due.
PIERO ISOLA
POSTE A QUATTRO MESI DAL DECRETO CHE HA ABOLITO LE TARIFFE AGEVOLATE
Don Zucchelli: la trattativa è in corso
S
ono trascorsi quattro
mesi dalla pubblicazione
del decreto ministeriale
(del 30 marzo 2010) che
ha eliminato le tariffe
postali agevolate per tutta l’editoria libraria, quotidiana e periodica. Pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale il 31 marzo, il decreto è
in vigore dal 1° aprile. La Fisc
(Federazione che raggruppa 187
settimanali cattolici), da subito,
si è attivata non solo per opporsi
al decreto ma anche per cercare
una soluzione che non penalizzasse così gravemente i settimanali cattolici del territorio. Ci
sono stati incontri con rappresentanti del Governo, delle Poste e
degli editori. A distanza di quattro mesi e alla vigilia delle ferie,
facciamo il punto con don Giorgio Zucchelli, presidente della
Fisc.
Don Zucchelli, qual è la situazione attuale?
“La Fisc si è attivata da subito, il
1° aprile, inviando una lettera al
presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, e ai sottosegretari
Gianni Letta e Paolo Bonaiuti,
nella quale esprimeva il proprio
sconcerto di fronte al decreto,
chiedendo fortemente di ripristinare le tariffe postali agevolate.
Un intervento chiaro e deciso, ripreso dal Sir e da tutti i nostri
giornali. Giovedì 8 aprile, la Federazione è stata invitata ad un
incontro con Governo e Poste Italiane, presieduto dal sottosegretario Letta, a fianco delle più importanti sigle dell’editoria italiana. L’invito a noi rivolto come soggetto autonomo è stato un significativo riconoscimento. In seguito, il 14 aprile, la dott.sa Elisa
Grande, responsabile del dipartimento dell’editoria, ha aperto i
tavoli a tre (Governo, Poste e associazioni dell’editoria) iniziando
proprio dalla Fisc. Questa seconda convocazione come rappresentanza autonoma è stata non solo
importante ma addirittura determinante. Siamo infatti riusciti a
far capire ai nostri interlocutori
che i settimanali Fisc hanno una
tipologia diversa da tutti gli altri periodici. La trattativa ha
avuto sviluppi positivi nei giorni
seguenti. Poste Italiane si è dichiarata disponibile ad equiparare ai quotidiani i settimanali
(compresi i nostri) che abbiano
caratteristiche editoriali analoghe ed escano con almeno 16 pagine. Tale equiparazione nel trattamento postale comporterebbe
la spedizione J+1, nonché una
tariffa che, sulla base di quella
dei quotidiani, risulterebbe a noi
accettabile. Questo accordo sarebbe una svolta storica per i
nostri giornali, attesa da anni,
che ci garantirebbe finalmente
una distribuzione rapida e sicura. La Fisc si è attivata su più
fronti per informare e sensibilizzare i più alti esponenti delle istituzioni nazionali, tra gli altri il
ministro Maurizio Sacconi. Nel
contempo, dietro sollecitazione
dei direttori del Triveneto, molti
nostri giornali hanno pubblicato
all’inizio di giugno, un secondo
appello-protesta perché il Governo prendesse in mano la situazione. Comunque sia, i responsabili del Comitato tecnico della
Fisc sono costantemente in con-
tatto con funzionari delle Poste
per tenersi aggiornati sulla situazione. Ci sono contatti frequenti con il segretario dell’Uspi,
Francesco Vetere. Oggi come oggi
sappiamo che la trattativa tra
Poste e Fieg continua con positive speranze”.
Cosa è realisticamente possibile attendersi dalle tre parti con le quali la Fisc si confronta?
“Realisticamente temo che non ci
sarà nessun conguaglio per il
2010. Ma sono fiducioso nella firma dell’accordo con Poste. Accordo che dovrebbe partire dal 2011
e che dovrebbe essere per i giornali della Fisc molto positivo.
Accordo, inoltre, che, escludendo
provvidenze statali, non soffrirebbe di quell’incertezza che,
anno per anno, ci ha accompagnato nel passato. Per questo ritengo che questo sia il momento
della pazienza, della fiducia, della trattativa. Certe proteste, in
alcuni casi fuori misura e non
secondo lo stile di responsabilità
della Federazione, potrebbero
procurarci dei danni. La politica
è fatta di dialogo, non di scontri”.
Come valuta il silenzio
mediatico che, ad esclusione
del quotidiano Avvenire, regna su questa vicenda?
“Ritengo che dipenda dalle diverse condizioni in cui i giornali operano. Tutti i quotidiani vengono
venduti per la maggior parte in
edicola, eccetto Il Sole 24 Ore, e
quindi non hanno il problema
postale, se non marginalmente.
L’hanno i grandi gruppi editoriali
cui fanno capo e che editano diversi prodotti, fra cui i rotocalchi.
Ma, visto il loro silenzio, probabilmente godono di una tale flessibilità nella distribuzione che
non subiscono gravi danni. In
caso contrario si farebbero sentire! A loro non interessa la piccola editoria che soffre maggiormente della situazione. Avvenire, al contrario, si pone in una li-
nea professionale di ben altro
profilo”.
Come rispondere alla fortissima e crescente preoccupazione che i direttori dei settimanali Fisc stanno esprimendo pur con diverse forme e
con diverse tonalità?
“La risposta è di avere pazienza
e fiducia, perché abbiamo buoni
motivi per dire che potremo portare a casa un accordo che per noi
sarà molto positivo. In secondo
luogo è necessario che i nostri
settimanali guardino al futuro
con occhi nuovi. Il futuro richiede anche una flessibilità nella distribuzione dei nostri giornali.
Abbiamo diverse possibilità, in
parte già collaudate: le edicole
(alcuni lo fanno da sempre), le
chiese, le cooperative di servizi
ecc. Infine è possibile anche attivare il cosiddetto ‘abbonamento
in edicola’. Quanti settimanali
hanno perduto abbonamenti per
i ritardi delle consegne postali!
Ci si è a volte affidati a funzionari comprensivi, invece bisognava pensare da tempo a soluzioni
più strutturali”.
C’è anche la questione dei
contributi diretti…
“Molti nostri giornali non hanno
avuto finanziamenti: o perché la
pubblicità supera le soglie massime consentite, o perché sono
nati dopo il 1988, data limite oltre la quale non è possibile godere dei contributi diretti. Siamo in
un tempo in cui non si può più
fondare politiche aziendali su
queste entrate che potrebbero
ridursi drasticamente, un anno
con l’altro. Dobbiamo camminare con le nostre gambe il più possibile, come abbiamo scritto e
detto in tante occasioni. E per
questo, come Federazione, dobbiamo aiutarci a trovare insieme
soluzioni nuove e adatte alle diverse nostre realtà”.
a cura di GIOVANNA
PASQUALIN TRAVERSA
NOTA ECONOMICA
Quali valori orientano il confronto nel nostro Paese?
N
ell’articolo precedente
ho valutato se esiste
congruenza fra i valori
di verità e giustizia e i
modelli sociali, politici,
sindacali ed economici in uso fra
i cittadini italiani e la loro classe dirigente. La conclusione è stata deludente. I fatti e gli eventi
esaminati, hanno evidenziato,
che i richiamati valori, sono ignorati, sbeffeggiati, sovente traditi, ma ciò avviene per molti valori. Tenterò di dimostrarlo prendendo in esame i valori di onestà e di dovere. Per onestà intendo il comportamento probo, retto
e integro, al quale si dovrebbero
attenere quanti operano negli
ambiti della politica, dell’economia e della società civile. Per dovere intendo invece la capacità
dei cittadini, di operare in conformità a ragione, morale e leggi. Tento ora di rilevare se i suddetti valori, illuminano e indirizzano l’agire degli attori di questi
tre avvenimenti: conflitto Fiat/
Fiom-CGIL; azione del governo
tesa a contenere il fenomeno dell’economia sommersa; attenzione
riservata dai politici al problema
dell’invecchiamento della popolazione. Sul primo punto sottolineo
che, il richiamato “scontro”, ha
posto in evidenza che siamo di
fronte non ad un conflitto aziendale, ma ad una richiesta di cambiamento profondo, nelle relazioni industriali. La leadership della Fiom e una consistente fetta
di lavoratori, vivono nei ricordi
di un passato idealizzato, in realtà mai esistito, cosicché non
percepiscono le ragioni per le
quali il nostro Paese, nella classifica della produzione di auto in
Europa, è sceso all’ultimo posto.
Il quadro è fosco: lo stabilimento
Fiat di Termini Imerese, cesserà
la produzione e le sue maestranze andranno a ingrossare le file
dei disoccupati del Sud Italia; gli
investimenti previsti per Mirafiori sono stati dirottati in Serbia,
ove sono state trasferite le linee
della nuova monovolume. L’economia non ha più dimensioni nazionali, ma spazia in quelle della globalizzazione. Se quanto affermo risponde a verità il tavolo
indetto, dal Ministro del lavoro
Maurizio Sacconi, non solo è inutile, ma dimostra l’incapacità
della classe politica di governo,
di avere un ruolo nel cambiamento dell’economia, che dalla dimensione nazionale sta trasferendo a quella della mondializzazione. Le ragioni delle delocalizzazioni sono comunque molteplici e agganciate non solo a problemi di competitività e bilanci in
attivo, ma anche ai cambiati rapporti di forza fra l’economia occidentale e quella dei paesi emergenti. Tornando allo specifico
Fiat, sottolineo che è giustificata la richiesta di Marchionne di
sfuggire il nodo scorsoio dei
microscioperi, delle microconflittualità, dell’ingerenza mefitica
della politica nella vita e nelle
scelte delle aziende. A questo
punto mi soffermo sulla reazione di Raffaele Bonanni, leader
della Cisl, di fronte al dietrofront
di Marchionne sugli impegni assunti e alle reiterate posizioni
della Fiom: “Marchionne fermi le
bocce, faccia luce sugli investimenti dell’azienda e avvii una discussione aperta col Sindacato,
per tutti gli stabilimenti del Lingotto”. Proposta, che, se attuata,
darebbe inizio alla definizione
dell’auspicato nuovo modello di
relazioni industriali.
Sul secondo punto, condivido la
stima, secondo la quale, l’economia sommersa, si attesta tra i
250 e i 265miliardi di euro, ovvero è una somma enorme. Per rendere l’ampiezza del richiamato
fenomeno, ricordo che nel 2008,
ha rappresentato circa il 17,5%
del Pil. Detto fenomeno contribuisce a smantellare il sistema pensionistico e a creare le condizioni di povertà che affliggeranno la
vecchiaia, di una consistente fascia di cittadini italiani e non.
Il terzo, la categoria degli anziani, nel 2025 annovererà nelle sue
file, 2milioni di persone in più ed
una percentuale di non autosufficienza superiore al 53% del suo
totale. Penso non sia errato ritenere che, la cura degli anziani deboli o non autosufficienti, sia
compito dello Stato. In breve, il
potere politico, coinvolgendo le
parti più vive della comunità civile, dovrà impostare e risolvere
gli enormi problemi finanziari,
organizzativi e sociali, derivanti
dl richiamato evento. L’Italia,
insieme alla Germania, è il Paese europeo che registrerà l’invecchiamento più rapido e consistente. Gli italiani, con noncuranza, furbizia e pigrizia mentale,
ignorano il problema richiamato. Restano tiepidi nei confronti
di ogni riforma lungimirante, che
chieda loro sacrifici e costi nell’immediato. La maggioranza
degli italiani è contraria all’idea
di differire l’età del pensionamento e al pagamento di ticket
per le prestazioni sanitarie. Insomma non si rendono conto dei
pericoli, insiti nell’incapacità di
accettare l’impossibilità di mantenere i livelli di welfare del passato. L’Italia nel primo trimestre
dell’anno è stata il quinto produttore industriale del mondo, quindi sul piano tecnico-operativo esistono le condizioni per la ripresa
dell’economia. Ciò che manca al
nostro Paese è soprattutto una
cultura moderna, innervata di
valori. Certo non ignoro il macigno del debito pubblico e la scomparsa della grande industria, ma
ritengo che nonostante la loro
gravità, questi siano problemi
risolvibili. Le preoccupazioni e
la vena di pessimismo che mi
contraddistingue, ha le sue radici nell’incapacità, presente nel
nostro Paese, di portare i valori
di verità, giustizia, dovere e onestà, nel mondo degli affari, della
politica e della cultura.
GIANNI MUNARINI
SOCIETÀ
P A G I N A
5
FATTIePROBLEMI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
CRISTIANI NEL MONDO
I volti della persecuzione
I
I
Le parole e l’ascolto
rigenerati dal silenzio
cristiani continuano ad essere discriminati e perseguitati in diversi quadranti del mondo: quasi quotidianamente rimbalzano
notizie in particolare dal Medio e dall’Estremo Oriente e
dall’Africa. Il cristianesimo indubbiamente è oggi, nel mondo, la religione che paga il più
ampio prezzo della persecuzione, nelle sue forme più diverse, subdole o aperte, dichiarate esplicitamente o praticate
con ferma ma silenziosa determinazione, che talora assumono, costringendo all’emigrazione forzata, forme di vera e propria “pulizia”, mutando il volto di realtà segnate dalla secolare convivenza di famiglie
di diverso credo religioso. Si
tratta di un fenomeno apparentemente “silenzioso”, ma
che impoverisce il tessuto civile e crea i presupposti per
violenze e conflitti.
Del resto il Papa era stato
chiaro nel discorso della solennità dei santi Pietro e Paolo.
Aveva parlato della persecuzione come di una realtà con cui
da sempre i cristiani si devono misurare. Aveva ricordato,
con il tratto peculiare che
contraddistingue il tono patristico della sua predicazione,
come le persecuzioni, “malgrado le sofferenze che provocano, non costituiscono il pericolo più grave per la Chiesa.
Il danno maggiore, infatti,
essa lo subisce da ciò che inquina la fede e la vita cristiana dei suoi membri e delle sue
comunità, intaccando l’integrità del Corpo mistico, indebolendo la sua capacità di profe-
zia e di testimonianza, appannando la bellezza del suo volto”. È sempre la conversione
e la testimonianza, l’atteggiamento, l’abito spirituale essenziale del cristiano nel mondo.
Di fronte alle persecuzioni
contemporanee la risposta è
una ferma, serena rivendicazione della libertà religiosa. E
il Papa ha ribadito l’importanza cruciale del tema della libertà della Chiesa, nella storia, ma anche e soprattutto
nel mondo di oggi, in cui si
parla tanto di libertà, ma in
cui gli spazi dell’autentica libertà rischiano in mille modi
di venire coartati.
La libertà è legata alla particolare struttura della Chiesa, caratterizzata dal ruolo del
Papa, dal “ministero petrino”.
Sul piano della realtà storica,
della politica e delle relazioni
internazionali, dice il Papa,
“l’unione con la Sede aposto-
lica assicura alle Chiese particolari e alle Conferenze
episcopali la libertà rispetto a
poteri locali, nazionali o sovranazionali, che possono in certi casi ostacolare la missione
della Chiesa”. Assicura inoltre
“garanzia di libertà nel senso
della piena adesione alla verità, all’autentica tradizione,
così che il Popolo di Dio sia
preservato da errori concernenti la fede e la morale”.
Sono le parole-chiave del
pontificato di Benedetto XVI:
la libertà della Chiesa richiama la realtà della comunione.
“Questo appare evidente nel
caso di Chiese segnate da persecuzioni, oppure sottoposte a
ingerenze politiche o ad altre
dure prove. Ma ciò non è meno rilevante nel caso di Comunità che patiscono l’influenza
di dottrine fuorvianti, o di tendenze ideologiche e pratiche
contrarie al Vangelo”.
FRANCESCO BONINI
CORSIVO
di AGOSTINO CLERICI
DUISBURG...
E I NOSTRI
FIGLI
Venti giovani morti nella calca di Duisburg. Erano lì per festeggiare la parata dell’amore. La notizia
ha fatto il giro del mondo.
Il Papa ha manifestato il
suo profondo dolore nella
preghiera dell’Angelus domenica a Castel Gandolfo.
I mezzi di comunicazione
hanno dato vita al solito
processo mediatico: la tragedia si poteva evitare; le
colpe sono del sindaco, della polizia, degli organizzatori... Tra qualche ora,
passati i funerali, il clamore si spegnerà e si perderà l’ennesima occasione
per riflettere su questi riti
collettivi che richiamano
centinaia di migliaia di
persone e che si risolvono,
comunque, in un’orgia di
musica assordante, sesso,
alcol e droga. Lo chiamano «divertimento», addirittura nel caso specifico di
Duisburg «parata dell’amore». Uno stordimento collettivo, un rito propiziatorio della follia, una specie
di «processione secolariz-
zata» come ha scritto Davide Rondoni su Avvenire.
Fin troppo facile stigmatizzare che simili raduni
andrebbero vietati perché
privi di ogni valore. Ma non
si può vietare nulla, oggi.
Nessuno scrive di quante
atrocità, immoralità, violenze siano colmi questi raduni. Magari ci scappa anche il morto per overdose,
o più di uno, ma le cronache non li segnalano più:
fanno parte della normalità. La libertà senza regole
ha i suoi buchi neri, e guai
a metterli troppo in luce!
Io penso alle Duisburg in
piccolo che si consumano
nei giardini pubblici, nelle
piazze, in qualche scantinato o in appartamenti abbandonati dai genitori il
sabato notte per lasciare
libero sfogo alle feste dei
figli e dei loro amici. Scorre la birra a fiumi, il fumo
non è solo quello delle sigarette, l’amore è una ginnastica senza parole. Certamente non c’è la calca
del sottopassaggio. Tutto è
più ovattato e apparentemente sicuro. Ma la ritualità vuota è la medesima.
Il dato antropologico - per
dirla con una parola gros-
sa - è lo stesso.
Certo: c’è bisogno di incontrarsi, ma perché tanto rumore se si vuole davvero parlarsi, perché tanto buio se si vuole davvero guardarsi negli occhi? Il
problema è più vasto di
quel che si pensi e comincia ad aggredire i quindicenni, trasformandoli in
fanatici ricercatori della
trasgressione fine a se stessa. Te li vedi uscire dal supermercato con le lattone
di birra, spavaldi e aizzati
da un brivido collettivo.
Ancora non hanno imparato la fatica di vivere e già
praticano la noia di vivere. A venticinque anni te
li ritrovi con la stessa birra, bambinoni cresciuti, con
qualche soldo in più in tasca e qualche inibizione in
meno in corpo. Nella testa
e nel cuore, non si sa...
Per esperienza so che è
difficile educare a questa
età. I genitori talvolta sembrano smarriti, coinvolti in
un tira e molla in cui gli
adolescenti sono abilissimi
nell’arte di barare. Poi arriva una Duisburg - e ne arriverà un’altra - e ciascuno
pensa che, per fortuna, è
lontana. Invece è sotto casa.
tempi in cui viviamo sono
tempi in cui i momenti di
silenzio si sono fatti sempre più brevi. Il nostro appare come un tempo senza
silenzi: un convulso fragore
segna i giorni e le notti. Il rumore delle parole - tutti parlano, tutti dicono, tutti affermano qualcosa - ha soppiantato gli spazi di un silenzio creativo. “Non abbiamo che da
guardarci in giro nel mondo che
ci circonda - annotava Romano Guardini - per vedere in
quale terribile misura il silenzio sia scomparso e scompaia
sempre più; quanto sopravvento abbiano le chiacchiere e
come sempre più aumenti il
rumore. Di fuori e, prima, dentro; giacché lo stato interiore
anche di quelli che tacciono è
spesso tutt’altro che silenzio;
è piuttosto una interiore produzione di parole, che solo casualmente non esce fuori”.
* * *
Ma è il silenzio che genera la
parola autentica e che sta alla
base dell’ascolto. Se viene
meno il silenzio, viene meno
la possibilità della parola autentica e dell’ascolto. Per ascoltare - sembra ovvio, ma per
molti non lo è - bisogna fare
silenzio. Ogni parola, anche la
più banale, ha bisogno - per essere percepita - del silenzio:
nel frastuono essa muore tra
mille inutili rumori. “La maggior parte degli uomini - rileva Carl G. Jung - teme il silenzio, per cui quando cessa il
brusio costante, per esempio
di un ricevimento, bisogna
sempre fare, dire, fischiare,
cantare, tossire o mormorare
qualcosa. Il bisogno di rumore
è quasi insaziabile, anche se
talvolta il rumore diventa insopportabile. E’ comunque pur
sempre meglio di niente. Quello che si definisce significativamente “silenzio di tomba”
rende terribilmente inquieti.
Perché? Vi si aggirano forse i
fantasmi? Non credo; in realtà
si teme ciò che potrebbe venire
fuori dal proprio intimo e quello cioè che abbiamo tenuto alla
larga con il rumore”. La cultura dominante è la cultura che,
tra tante parole, ha creato - di
fatto - la cultura del non-ascolto. Più radicalmente: una cultura narcisista. Intellettuali
che parlano agli altri per parlare di se stessi, non per interpellarli; politici che criticano gli
altri per parlare di se stessi,
non per provocarli ad un dialogo franco sul che cosa fare; un’informazione ridotta a monologo
su tematiche prestabilite che
costringono il lettore ad essere
un apparente interlocutore, ma
in realtà
egli è solo
consumatore di parole
altrui. E si
potrebbe
continuare.
Occorre
riscoprire il
silenzio
come momento generatore dell’autentico
ascolto.
L’ascolto è
uno strumento conoscitivo di
grande importanza: consente di
essere aperti nei confronti dell’altro e del mondo. Ogni vero
dialogo, ogni piena comunicazione richiedono un ascolto non
opacizzato, non affievolito o intorpidito. Se fossimo anche solo
artigiani dell’ascolto anziché
maestri del dire potremmo forse promuovere una diversa convivenza fra gli uomini. Chi si
dichiara disposto ad ascoltare
attesta che l’altro può avere
cose da comunicare che possono arricchirlo: l’ascolto inserisce in una dimensione di fiducia e di speranza. Allora, ascolto e silenzio procedono mano
nella mano. Solo chi è in grado
di fare silenzio può disporre se
stesso al dialogo.
* * *
E’ nel silenzio che ci si esercita
a coniugare la parola con
l’ascolto, che si acquista quella capacità di raccoglimento
vigile che è il primo requisito
per impegnarsi in quel processo complesso che è l’ascolto.
Con una sottolineatura: un silenzio autentico ed un ascolto
attento costringono colui che
parla ad un maggior controllo
su ciò che dice e sulle parole che
utilizza. “Per prima cosa dobbiamo - afferma Romano Guardini - imparare a diventare silenziosi. Fare silenzio non significa soltanto l’assenza del
parlare ma l’atto dello stare
in ascolto, nel quale la profondità interiore si apre e le forze
si raccolgono… Quello a cui
dobbiamo tendere è che il silenzio scenda dentro; che il nostro essere si rilassi sempre
più profondamente giù, nella
pace”. Chi avrà la possibilità
di qualche giorno di riposo avrà
un’occasione in più per vivere
questo silenzio. Per ritrovare le
giuste dimensioni e i corretti
rapporti. Nella realtà civile e
nella realtà ecclesiale. Il silenzio interpella tutti: solo da
esso scaturiranno parole parlanti e spazi di vero ascolto.
FUORI
dal
CORO
ARCANGELO BAGNI
CUBA: PAYÁ (DISSIDENTE CATTOLICO), “VIA
L’EMBARGO” ESISTE “ALTERNATIVA PACIFICA”
L’embargo Usa a Cuba “è diventato un importante strumento
politico per il governo” che lo utilizza “come scusa per giustificare
le misere condizioni economiche”. Perciò “dovrebbe essere sollevato”, anche se “è dovere e missione della gente liberare Cuba” e
“sostenere che esiste un’alternativa pacifica”. Lo afferma Oswaldo
Payá, dissidente politico a Cuba e fondatore del “Progetto Varela”,
il movimento cubano per la democrazia ispirato al sacerdote del
XIX secolo p. Felix Varela. In un’intervista al National catholic
register, tradotta dal portale “MissiOnLine”, Payá descrive le priorità del Movimento cristiano di liberazione da lui fondato, nonostante la maggior parte dei leader siano in carcere. 52 partecipanti al “Progetto Varela” sono stati rilasciati la settimana scorsa, anche grazie alla mediazione della Chiesa cattolica cubana.
La prima priorità è la proposta di legge, avanzata due anni fa
all’Assemblea Nazionale, per “stabilire il diritto dei cittadini
cubani a lasciare il Paese e a viaggiare”. La seconda “è la
riattivazione del Progetto Varela”. “Si può proclamare e sostenere che esiste un’alternativa pacifica a Cuba – sottolinea Payá -. E
ciò non significa fare un salto verso il capitalismo selvaggio. Questo è un socialismo selvaggio, in cui i poveri sono così poveri che
non hanno nemmeno la voce per dire che sono poveri. Il popolo
cubano dovrebbe riavere la sua voce”.
P A G I N A
6
SOCIETÀ
EUROP
A
EUROPA
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
IN DIALOGO PER L’EUROPA
IL DIALOGO POSSIBILE TRA
CHIESE E ISTITUZIONI UE
A
perto, trasparente e
regolare: con questi
tre aggettivi è definito il dialogo tra Unione europea e comunità religiose ufficializzato con
l’articolo 17 del Trattato di Lisbona, entrato in vigore nel dicembre scorso. Il quadro normativo comunitario, pur non
citando espressamente le radici cristiane dell’Europa e avendo lasciato sotto traccia altri
temi cari a cattolici, ortodossi e
riformati, ha messo un punto
fermo sul rapporto strutturato
con i rappresentanti delle Chiese. L’Ue, di fatto, riconosce che
per i popoli europei la fede
(maggioritariamente cristiana,
con altre significative presenze,
fra cui quella islamica, legata
alle forti correnti immigratorie)
è un elemento fondamentale
della vita quotidiana, oltre che
della storia, dell’identità, della
cultura. La pratica religiosa, il
culto, la sensibilità trascendente innervano l’esistenza di centinaia di milioni di cittadini
europei e le istituzioni politiche
continentali s’impegnano a tenerlo in debita considerazione.
Il proficuo incontro tra rappresentanti dell’Ue e delle
Chiese, avvenuto il 19 luglio a
Bruxelles, porta in sé anche un
reciproco riconoscimento. Le
Chiese dimostrano, infatti, di
apprezzare il cammino di integrazione, che ha portato - pur
con risultati altalenanti e non
sempre coerenti - pace, democrazia, tutela dei diritti individuali e sociali, crescita economica, collaborazione tra i popoli, apertura al mondo mediante
una convinta opera di cooperazione allo sviluppo e di aiuti
umanitari in ogni angolo del
pianeta.
Il rendez-vous di quest’anno
- che ha visto la presenza dei
presidenti di Parlamento, Consiglio e Commissione Ue e di
una ventina di leader religiosi
- si è fra l’altro concentrato su
un tema di primaria importanza: la lotta all’indigenza e all’esclusione sociale. Nella “ricca” Unione europea (duramente messa alla prova dalla recessione, ma pur sempre una delle
aree a maggior sviluppo del pianeta), si stima la presenza di 80
milioni di poveri, ossia di individui e famiglie cui mancano i
necessari mezzi materiali per
vivere serenamente e per realizzarsi pienamente. Ebbene,
l’Ue dedica l’intero 2010 alla
lotta alla povertà e su questo
punto ha voluto ascoltare
l’esperto parere delle comunità
religiose, che mediante innumerevoli opere caritative, sociali,
culturali, s’impegnano ad elevare il livello di vita degli stessi
cittadini europei. In ogni angolo del continente un sacerdote,
un religioso, un laico, un gruppo caritativo, un’associazione di
volontariato, una cooperativa di
lavoro, una comunità di accoglienza - solo per fare qualche
esempio - di varia ispirazione
religiosa, tendono una mano a
chi si trova nel bisogno e danno speranza a chi sembra non
averne.
Questo l’Ue lo ha capito, tanto da chiedere un confronto diretto, in un campo che vede al
centro dell’attenzione l’uomo
nella sua integrità, nella prospettiva di una vita piena e dignitosa, in grado di guardare al
domani, per sé e per le genera-
zioni successive, con fiducia.
Questo è, più che mai, l’ambito
in cui le comunità credenti possono portare un contributo specifico, originale al futuro della
“casa comune”. È dunque uno
spazio privilegiato di incontro
tra “sfera politica” e “sfera religiosa”, distinte fra loro ma reciprocamente attente e collaboranti.
Le Chiese in Europa sostengono - con storie e accenti differenti - il cammino dell’Ue e ne
apprezzano i principi fondamentali: la solidarietà, la
sussidiarietà, la tensione all’unità nel rispetto delle specificità locali e nazionali. Le istituzioni europee al contempo riconoscono - seppur indirettamente - la naturale apertura
dell’umanità al trascendente
nonché il prezioso ruolo sociale
delle comunità cristiane in
primis, ma anche ebraiche,
musulmane, indù… Il rispetto
per le Chiese lascia intravvedere una rinnovata attenzione
per i valori e le sensibilità; di
cui esse sono portatrici, a partire dalla promozione della vita,
dal sostegno alla famiglia, dalla scelta preferenziale per i poveri, dall’impegno per dare a
ciascuno la possibilità di realizzarsi, di vivere in pace e libertà, di professare liberamente il
proprio credo, di partecipare
alla costruzione della comunità civile. L’incontro tra Chiese
e Ue si inserisce nella linea del
“dare un’anima all’Europa”, cui
l’Ue stessa può contribuire efficacemente.
GIANNI BORSA
Chiese europee
Spagna e Francia
NO A “VISIONI
RIDUZIONISTE”
DELLA SESSUALITÀ
Gravi carenze formative nell’educazione alla sessualità
per bambini e giovani nelle
scuole e nelle parrocchie”. È
quello che ha denunciato
mons. Salvador Giménez, vescovo di Minorca e segretario
della Provincia ecclesiastica di
Valencia, che comprende le
diocesi della Comunità valenciana e le isole Baleari, al termine della riunione dei vescovi di tale Provincia ecclesiastica. Di fronte a questa situazione, i presuli hanno studiato un
ampio programma integrale
rivolto ai genitori, agli educatori, professori e catechisti
che vuole mostrare a bambini
e giovani “l’educazione alla
sessualità come educazione per
la vita”, presentando le sue basi
antropologiche cristiane e morali. I vescovi hanno evidenziato la necessità che questo
programma “serva non solo
come arricchimento alle responsabilità che impone la
nuova normativa scolastica
nell’insegnamento, ma che vada oltre e offra e illumini tutta
la profondità che la sessualità
ha come cammino dell’amore
umano, superando tutte le visioni riduzioniste”, ha sottolineato mons. Giménez. Raccogliendo il sentire delle associazioni cattoliche di genitori, i
presuli hanno constatato che
“le scuole dispongono, nell’educazione alla sessualità, di materiali con una visione riduzionista dell’essere umano, che
non servono per formare adeguatamente i bambini e i giovani”.
INCONTRO DEI
VESCOVI SPAGNOLI
E FRANCESI
Il seminario
maggiore
di
Compostela ha
accolto,
nei giorni scorsi, il II
Incontro di
vescovi
spagnoli e francesi del Cammino di
Santiago, invitati dall’arcivescovo mons. Julián Barrio in
occasione dell’Anno santo compostelano che si celebra ogni
volta che - come quest’anno - il
25 luglio, festa di San Giacomo, ricorre la domenica (l’ultima volta fu nel 2004, la prossima sarà nel 2021). Questo incontro è in continuità con i contatti stabilitisi con mons. Henri
Brincard, vescovo di Le Puy-enVélay (Francia), presidente del
gruppo di lavoro sui Cammini
di Santiago della Conferenza
episcopale francese, e con il I
Incontro celebrato a Roncisvalle, nel 2009. In quella riunione si è iniziato un lavoro
comune per definire le grandi
linee di una futura pastorale
comune per i Cammini di Santiago, per valorizzare la dimensione spirituale di queste vie di
pellegrinaggio, che fondano le
loro radici nella storia stessa
dell’Europa. Questa pastorale
comune vuole approfondire il
significato e l’attualità del pellegrinaggio come via di evangelizzazione, articolare l’accompagnamento dei pellegrini, armonizzare l’accoglienza nelle
diverse tappe. Il II Incontro si
è proposto di continuare questo lavoro, progettando azioni
concrete per tradurre la riflessione nella realtà del pellegrinaggio.
35.000 MORTI NEL 2009: LA COMMISSIONE UE CERCA UNA SOLUZIONE
STRADE D'EUROPA: ECATOMBE SULL'ASFALTO
ono dati che tornano
ciclicamente, con variazioni minime, e ogni
volta lasciano senza
parole. Nel 2009, ad
esempio, sono morte sulle strade europee, in seguito ad incidenti automobilistici, 35mila
persone. Un migliaio erano
bambini. Come se fossimo in
guerra. Un’intera città di medie dimensioni rasa al suolo.
Ma non basta. Sempre per l’anno passato si calcolano nell’Ue27 oltre 100mila individui
rimasti invalidi in modo permanente, 350mila feriti gravi e oltre un milione di feriti lievi. Il
tutto per un costo sociale (anche se vita e salute non hanno
prezzo) stimato in 130 miliardi
di euro. Numeri che nascondono sofferenze e tragedie, di fronte alle quali la Commissione Ue
prova ancora una volta a predisporre dei rimedi.
S
STRAGE CONTINUA
“Ogni giorno sulle strade europee muoiono cento persone.
Dal 2001 abbiamo fatto dei progressi e siamo riusciti a salvare quasi 80mila vite, ma il numero di deceduti e di feriti è ancora inaccettabile”. Siim
Kallas, vicepresidente della
Commissione e responsabile
per i trasporti, ha presentato il
20 luglio a Bruxelles un “piano
ambizioso” inteso a “dimezzare,
nei prossimi 10 anni, il numero
di vittime sulle nostre strade”.
Il commissario ha illustrato
una serie di tabelle con i risultati - indubbiamente positivi ottenuti con gli “Orientamenti
2001-2010” in materia di sicurezza automobilistica. Giusto
per citare il caso che per primo
balza all’occhio, nel 2001 il numero dei morti sulle strade per
ogni milione di abitanti era pari
a 113 nell’Unione europea; il
dato si è ridotto, nel 2009, a 69,
con una contrazione del 36%.
Progressi significativi in tal
senso si riscontrano in diversi
Paesi (in cima alla “classifica”
si collocano Lettonia, Spagna,
Portogallo, Estonia, Francia,
Lituania, Slovacchia, Italia, Irlanda, Germania), anche se le
situazioni iniziali erano molto
differenziate. Minori progressi
si verificano invece per Bulgaria, Polonia, Grecia, Danimarca, Repubblica Ceca, Ungheria,
Regno Unito, Austria, Paesi
Bassi e altri Stati ancora. Le
situazioni-limite sono rappre-
sentate da Malta e Romania,
dove la percentuale delle vittime della strada è addirittura
aumentata.
PROPOSTE UE, MA
GLI STATI FRENANO
Ecco quindi che la Commissione si predispone ad affrontare il prossimo decennio. “Vogliamo dimezzare il numero di
vittime entro il 2020 - specifica
Kallas - e per raggiungere questo obiettivo ci interesseremo al
tipo di auto guidate così come
alle condizioni e alle modalità
di guida”. Sono sette gli obiettivi dichiarati, da raggiungere
mediante iniziative concordate
e realizzate da Ue e Stati membri: maggiori misure di sicurezza per i mezzi pesanti e le automobili; strade più sicure; messa a punto di “veicoli intelligenti”; rafforzamento della formazione e del sistema di rilascio
delle patenti; maggiore controllo dell’attuazione delle norme;
azioni mirate per i feriti; attenzione specifica ai motociclisti.
Gli interventi spaziano dai
dispositivi di sicurezza attivi
(cinture, airbag…) e passivi
(controllo elettronico della stabilità dei mezzi, sistemi frenan-
ti) alla costruzione di infrastrutture viabilistiche moderne
e sicure, dal controllo dei flussi
veicolari e della velocità alle
campagne di informazione rivolte ai viaggiatori. Incalzato
con qualche domanda, Kallas
deve però ammettere vari problemi. “Sono soprattutto i conducenti che hanno in mano le
chiavi della sicurezza stradale”,
afferma. Eppure ogni Stato ha
proprie regole per quanto riguarda i limiti di velocità, il rispetto dei codici stradali, le
multe… “È vero - riconosce il
commissario -. Quando si violano le norme, specialmente
viaggiando all’estero, si spera di
farla franca. E spesso accade
proprio così! Occorrerà assumere delle misure vincolanti. Per
quanto riguarda velocità e contravvenzioni, la situazione non
è ancora matura per una piena
armonizzazione”. Gli Stati
membri, lascia intendere Kallas, al momento non hanno alcuna intenzione di stabilire regole comuni.
INDICE PUNTATO CONTRO
ALCOL E VELOCITÀ
Dopo aver presentato le azioni intese a dimezzare le vitti-
me della strada, il commissario
Kallas ha presentato i risultati
di un sondaggio di Eurobarometro, secondo il quale “i cittadini chiedono agli Stati membri di potenziare i loro sforzi per
migliorare la sicurezza stradale”. “Nove europei su dieci (precisamente il 94%) considerano
la guida in stato di ebbrezza il
principale problema relativo
alla sicurezza stradale, mentre
otto su dieci (78%) credono che
questo sia costituito dalla velocità”. Secondo il 52% degli intervistati (in totale 25mila cittadini Ue dai 15 anni in su) “il
miglioramento della viabilità
dovrebbe essere la prima o seconda priorità degli Stati membri”. Il 42% ritiene “che sia meglio concentrarsi su un’applicazione più severa delle leggi sul
traffico e il 36% propende per
una sanzione uguale per tutti i
conducenti colpevoli di violazione del codice, siano essi residenti o in transito”.
Kallas aggiunge: “Questi dati
ci fanno capire che gli europei
considerano la sicurezza stradale una questione importante.
Siamo d’accordo con i cittadini
nel dire che si può e si deve fare
molto di più”.
CHIESA
P A G I N A
7
CHIESA LOCALE
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
A LIVIGNO DAL 22 AL 25 LUGLIO PRESENTI CIRCA UN CENTINAIO DI PARTECIPANTI
Il laboratorio pastorale su «Il primo annuncio», ovvero l’incontro
con il Signore Risorto, inizio, centro e cuore del nostro credere
P
er quattro giorni un
folto e appassionato
gruppo di operatori
pastorali, per la precisione novantasette,
provenienti da varie zone della Diocesi, si sono ritrovati a
Livigno, su invito degli uffici
pastorali, per un laboratorio
sul primo annuncio, cioè l’incontro vitale con il Signore
Risorto, inizio, centro e cuore
del nostro credere.
Guidati da don Battista Rinaldi le nostre giornate supportate dalla preghiera, intervallate fra lezioni frontali e
laboratori sono state un’appassionante e coinvolgente esperienza ecclesiale e spirituale.
Nel primo incontro monsignor
Battista Galli, vicario episcopale per la provincia di Sondrio e l’Alto Lario, ha illustrato
come siamo inseriti in una
Chiesa invitata a cambiare
per farla essere sempre più
conforme a quella Chiesa che
Gesù ci ha mostrato. A noi
presenti personalmente, come
parrocchia e sentendoci Chiesa, è stato illustrato il contenuto della nota pastorale “Il
volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia”,
esortandoci ad un cammino di
rinnovamento missionario
che coinvolga tutti. Suor Silvia Antonetti ha portato il
gruppo ad interrogarsi sulla
propria fede adulta. Una fede
donata che cresce, con il crescere della vita; che da parola
alla propria personalità. Ad
una fede aperta, gioiosa, approfondita, critica e creativa,
ma soprattutto integrata nella personalità umana. Una
fede che si rafforza anche nel
superamento di momenti destabilizzanti di crisi. Suor Sil-
via, partendo dal termine catechesi, inteso come rapporto
personale, ha illustrato il modello di apprendimento verso
cui si tende oggi. Un apprendimento che si pone nella logica Traditio-Redditio: la Parola precede la persona e la
raggiunge, provocando la risposta personale. Si basa sul
confronto tra persona e contenuto: tutta la Chiesa è contemporaneamente discepola
ed annunciatrice. Il catechista
accompagna, fornisce i mezzi,
e anche lui convertito ogni
volta da ciò che annuncia: è
un accompagnatore che, come Giovanni il Battista, prepara la via al Signore. L’ap-
PARTECIPARE
GIORNATA
PER IL CREATO
IN MEMORIA
SORELLA MARIA
GIOVANNA PEDRALI
ercoledì 1° settembre a Pietralba, provincia di
Bolzano, si celebrerà la Giornata
per la salvaguardia del Creato. Alla celebrazione parteciperanno le delegazioni delle
diocesi di Bolzano, Trento,
Belluno, Como guidate dai rispettivi vescovi. Chi volesse
far parte della delegazione
e vivere la Giornata secondo
il programma pubblicato la
scorsa settimana sul Settimanale, contatti don Giuseppe
Corti, telefono 031-927523,
cellulare 339-8158239 entro il
14 di agosto. Partenza martedì 31 agosto; rientro mercoledì 1° settembre (sera).
M
prendimento contiene i due
modelli precedenti: insegnamento ed animazione superandoli con una logica pedagogica che mette in rapporto
in modo nuovo contenuti, persone, catechista.
Basandosi sulla sottolineatura di don Battista Rinaldi
che il laboratorio è come una
bottega-scuola dove si impara
facendo e si fa ricerca di esperienza di crescita nel quale
tutti siamo coinvolti come
Chiese, il gruppo si è suddiviso per riflettere su tre aree
tematiche: famiglie che chiedono il battesimo, gruppo di
giovani per mistagogia e risveglio della fede, laici respon-
sabili di parrocchia dove il parroco viene una volta alla settimana.
I componenti sono stati sollecitati ad interrogarsi su:
quale evangelizzazione e quale modello? Quale immagine
di Chiesa? La sfida e l’annuncio della fede: quali suggerimenti?
La sintesi finale di ogni laboratorio costituirà la partenza per un ulteriore lavoro già
scandito nei prossimi cinque
incontri. In questi giorni abbiamo avuto l’inaspettata e
gradita visita di don Angelo e
don Felice, missionari diocesani nel Camerun, questo ha
sottolineato ancora di più la
nostra apertura missionaria
nel mondo facendoci sentire
una Chiesa viva e partecipe.
Siamo arrivati e non sapevamo bene cosa eravamo qui a
fare, in realtà quello che abbiamo appreso è un metodo di
lavoro, siamo stati immersi in
un laboratorio dove sono stati necessari alcuni atteggiamenti ripensando il tutto a
partire da se stessi. Il cambiamento è un invito all’apertura mantenendoci fedeli alla
nostra identità nel cammino
della nostra conversione. La
fede adulta è un cammino che
necessità di metodo, un apprendimento che supera l’insegnamento e l’animazione, la
fede adulta è interessata alla
salvezza di tutti. Abbiamo appreso facendo, per realizzare
la passione educativa che ci
caratterizza, che l’accompagnamento esprime il vero volto di Gesù “chi segue Cristo,
uomo perfetto, diventa lui
stesso più uomo”.
RITA BERETTA
I
l prossimo 17 agosto
cade il primo anniversario
della morte di sorella Maria Giovanna Pedrali. La
sua laboriosa giornata terrena, dal mattino al tramonto, ha annunciato l’amore forte e tenero di Dio.
Ora lei accompagna la nostra
lode alla Sua fedeltà, che ci
sostiene sempre, anche nella
notte del dolore.
La preghiera comune si svolgerà nella chiesa parrocchiale di Brunate: alle ore
20.30 il Rosario e, a seguire,
alle ore 21.00, la celebrazione
della Santa Messa e della
Compieta.
MOVIMENTO EUCARISTICO COMO
Gli associati e gli amici del Movimento eucaristico saranno
impegnati, nel mese di agosto, nella Novena dell’Assunta,
in Cattedrale, e nella sua festa liturgica, che sarà celebrata
nel solenne pontificale di domenica 15 agosto, alle ore 10.30.
Si ricorda, inoltre, il 30 agosto, nella basilica di Sant’Abbondio, alle ore 17.30, la celebrazione dei Primi Vespri nella festa del santo patrono (con il discorso del Vescovo alla
città e alla diocesi; il 31 agosto, in Cattedrale, alle ore 17.00,
il pontificale del Vescovo nel giorno di sant’Abbondio.
DALLA
Curia
CHIUSURA ESTIVA
Gli uffici della Curia resteranno aperti fino a
venerdì 6 agosto compreso. La chiusura estiva
sarà da lunedì 9 a venerdì 27 agosto. Gli uffici saranno di nuovo
aperti da lunedì 30 agosto.
GIORNATA DIOCESANA DELL’AMMALATO
Sabato 25 settembre, con l’Unitalsi, al mattino, Santa Messa
presso la chiesa parrocchiale di Domaso; al pomeriggio, visita e
momento di preghiera presso il santuario mariano di Dongo.
P A G I N A
8
CHIESA
CHIESALOCALE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
NOVENA DELL’ASSUNTA
NELLA CATTEDRALE DI COMO
ANIMATA DALLE PARROCCHIE DELLA CITTÀ
•
•
•
•
•
•
•
•
•
venerdì 6 agosto, ore 17.30: Rebbio
sabato 7 agosto, ore 17.30: SS. Annunciata
domenica 8 agosto, ore 17.30: Sant’Agata
lunedì 9 agosto, ore 17.30: San Giuseppe
martedì 10 agosto, ore 17.30: Garzola
mercoledì 11 agosto, ore 17.30: San Giuliano
giovedì 12 agosto, ore 17.30: San Fedele
venerdì 13 agosto, ore 17.30: San Salvatore
sabato 14 agosto, ore 17.30: San Bartolomeo
AGENDA DIOCESANA
DATE IN CALENDARIO
DA AGOSTO A OTTOBRE
È ormai prossima alla pubblicazione l’agenda diocesana:
nell’attesa indichiamo alcune date che è bene già segnare
in calendario per l’avvio del prossimo anno pastorale
SOLENNITA DI SANT’ABBONDIO PATRONO
DELLA CITTA’ E DELLA DIOCESI
AGOSTO 2010
NELLA BASILICA DEL SANTO
Lunedì 30 agosto
• ore 17.30: celebrazione dei Primi Vespri, con discorso
del Vescovo alla Città e alla Diocesi
Accoglienza dei fedeli e preparazione a partire dalle
ore 17.00. I sacerdoti staranno in presbiterio con la veste
talare e la cotta (o col camice) e la stola bianca
Martedì 31 agosto (pellegrinaggi delle parrocchie)
• ore 8.00: San Rocco e San Bartolomeo – Santa Messa
• ore 9.00: San Giorgio e San Salvatore – Santa Messa
• ore 10.00: Sant’Agata – Santa Messa
• ore 11.00: Santissima Annunciata – Santa Messa
Domenica 5 settembre
Solennità ‘esterna’ (facoltativa) del Santo. «Se ne possono celebrare tutte le Messe cui partecipa il popolo» (Guida
pastorale 2009-2010, pag. 242). Nella basilica del Santo,
la Santa Messa delle ore 16.30 sarà celebrata in suffragio
di monsignor Teresio Ferraroni, nel terzo anniversario della morte (4 settembre). I sacerdoti che volessero
concelebrare, sono pregati di portare camice e stola verde.
A Com o, a lle or e 17 .0 0 , in Catte dr ale , N ove na
de ll' A ssunta a nima ta da lle pa rrocchie della città
D a ve ne r dì 6 a sabato 14
A Com o, a lle or e 10 .3 0 , in Catte dr ale , Sole nne
Pontific ale presieduto da l Vescov o Diego
D om e nic a 15
Sol ennità d el l ' Assunta
A C o m o , a l l e o r e 17 . 0 0 , i n C a t t e d r a l e , S a n t a
Messa solenne e a ffida mento a lla Bea ta Vergine
A C om o, a l l e or e 17 .3 0 , pre s s o l a b a s ilic a d i
Sant' A bbondio, celebra zione dei Pr im i Ve spr i in
o n o re d e l p a t ro n o d e l l a c i t t à e d e l l a d i o c e s i D isc or so de l Ve sc ovo alla c ittà e alla dioc e si
Lune dì 3 0
A Com o, dalle or e 10 .0 0 alle or e 16 .0 0 (v ed i p rogra mma in questa p a gina ), in Se m inar io: Gior nata
pe r il Cle r o
Mar te dì 3 1
Sol ennità d i sa nt' Ab b ond io
A Com o, a lle or e 17 .0 0 , in Catte dr ale , Sole nne
Pontific ale presieduto da l Vescov o Diego
IN CATTEDRALE
Martedì 31 agosto
• ore 17.00: Santa Messa Pontificale con il Vescovo
Per la concelebrazione portare camice e stola bianca. La
processione di ingresso partirà come di consueto dalla chiesa
di San Giacomo.
MARTEDÌ 31 AGOSTO - IN SEMINARIO
INCONTRO PER IL CLERO
•
•
ore 10.00: Ora Media – meditazione del Vescovo;
lettura del testo di Timothy Radcliffe Venite a me, voi
che siete oppressi (disponibile sul sito Diocesano) - commentato da don Ennio Apeciti;
• lavori in gruppo;
• ore 13.00: pranzo;
• ore 14.30: lavoro su:
- agenda diocesana
- presentazione delle proposte formative per il clero
- proposta di esercizi spirituali
- pellegrinaggio presbiterale
- incontri di classe con il Vescovo
- programma della canonizzazione del Beato Guanella
- programma dell’Anno Innocenziano
• ore 17.00: pontificale di Sant’Abbondio in Cattedrale
(concelebrazione).
CHIARA BADANO: UNA
DICIOTTENNE PRESTO BEATA
l 25 settembre 2010 nel santuario romano della Madonna
del Divino Amore sarà proclamata beata un ragazza di 18
anni: Chiara Badano, conosciuta da molti come Chiara
Luce. Cresciuta in una famiglia
semplice che la educa alla fede,
aderisce come “Gen” (Generazione
Nuova) al Movimento dei Focolari
dove scopre Dio come Amore e ne fa
l’Ideale della propria vita; predilige i piccoli, gli umili e i poveri, tra
cui i bimbi dell’Africa, ove sogna di
recarsi come medico. A 17 anni si
manifesta un tumore osseo; affronta la malattia affidandosi a Dio. Il
solenne rito di beatificazione avrà
luogo sabato 25 settembre, alle ore
16.00, nel santuario della Madonna del Divino Amore (Roma Castel di Leva), presieduto dall’arcivescovo monsignor Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nell’Aula Paolo
VI alle ore 20.30 i giovani animeranno un incontro di festa. Domenica
26 settembre alle ore 10.30 nella Basilica di San Paolo fuori le Mura
sarà celebrata la S. Messa di ringraziamento, presieduta dal card.
Tarcisio Bertone, Segretario di Stato. Anche da Como si organizza
un pullman, con partenza il sabato 25 settembre di primo mattino e rientro domenica in serata. Info (entro il 31 luglio) ci si
può rivolgere al numero telefonico 031 980317.
SETTEMBRE 2010
Me r c ole dì 1
Gior na ta interd iocesa na
p er l a Sa l v a gua rd ia d el Crea to
Incontro a Ble tte r bac h-Pie tr alba
(diocesi di Bolza no-Bressa none)
Sabato 4
A N uova Olonio, dalle or e 9 .3 0 alle or e 16 .0 0 ,
Gior na ta p er l a Vita Consa cra ta
Sabato 11
A Com o, a lle or e 10 .0 0 , in Catte dr ale , Ord ina z ioni Dia cona l i
A Sondr io, a l l e or e 11.15 , S a nt a Me ssa sol e nne
presso la chiesa Colle giata, presieduta da l pa tria rca di Ger usa lemme, Sua Bea titudine Foua d Twa l
D om e nic a 19
A C om o, a l l e or e 2 0 . 3 0 , i n C a t t e d r a l e , S a n t a
Messa solenne con il pa tria rca di Ger usa lemme,
Sua Bea titudine Foua d Twa l, con il Vescov o Diego
Mar te dì 2 1
Ele z ione de l Consiglio Pr e sbite r ale dioc e sano
nelle singole Z one
Sabato 2 5
A Tave r ne r io, dalle or e 10 .0 0 alle or e 16 .0 0 , A sse m ble a dioc e sana con: Consiglio Pa stora le Dioc e sa no, S e gre t e ri e Vi t a Consa c ra t a , Vi c a ri Fora nei, Uffici di Pa stora le, Consulte
I
OTTOBRE 2010
A N uova Olonio, dalle or e 10 .0 0 alle or e 16 .0 0 ,
A ggior nam e nto Unitar io de l Cle r o con:
Mar te dì 5
Ve ne r dì 8
Festa d i sa n Fel ice
p rimo v escov o d el l a d iocesi d i Como
- l e t t ura de l doc ume nt o Ce i sul de c e nni o 2 0 1 0 2 0 2 0 (monsignor Diego Coletti);
- progra mma zione pa stora le dell'a nno 2 0 1 0 -2 0 1 1
(fino a Cristo Re);
- restituzione dell'Assemblea diocesa na del 2 5 settembre
Alle or e 2 0 .4 5 , incontro delle comunità a postolic he a Com o-Sa nt' A g a ta , M or be g no, Bor m io,
Me naggio, Olgiate Com asc o, Canonic a di Cuve glio:
- indizione dell'Anno Pa stora le
- presenta zione del Pia no Pa stora le 2 0 1 0 -2 0 1 3
CHIESA
TERRASANT
A
TERRASANTA
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
D
iventa sempre più intenso il legame tra
Como e la Chiesa di
Terra Santa. Dopo la
visita del seminario
di Beit Jala delle scorse settimane è in questi giorni a Como,
ospite della parrocchia di
Camnago Faloppio, abuna
Johnny Abu Khalil, per tutti
don Johnny, parroco di Nablus
in Cisgiordania. Un’amicizia di
vecchia data quella del sacerdote palestinese con la diocesi
di Como. “Il rapporto con la
Chiesa di Como – ci racconta
don Johnny – nasce nel 1995
quando frequentavo il seminario di Biet Jala a Gerusalemme
e conobbi alcuni italiani tra cui
Mario Bianchi del Gruppo Turistico Rebbiese. Negli anni il
rapporto si è intensificato soprattutto con la parrocchia di
Camnago Faloppio, grazie alla
disponibilità dell’allora parroco, don Giuseppe Corti e di tutti i parrocchiani, che hanno deciso di sostenere i miei ultimi
studi in seminario. E’ così che
nel luglio del 2008 sono venuto
per la prima volta a Como, dove
sono tornato nel gennaio 2009,
celebrando la mia prima messa nella chiesa di Camnago
Faloppio”. Una parrocchia in
cui il sacerdote, in Italia fino al
29 luglio, dice di “sentirsi a
casa”. “La gente – continua – mi
accoglie sempre con molto affetto e calore. Questo è importante per me come per gli altri giovani seminaristi della Terra
Santa. Per questo spero che altre parrocchie della diocesi decidano di adottare i seminaristi
di Beit Jala. Dopo di me la parrocchia di Camnago ne ha già
adottato un altro. Sono occasioni belle per scoprirsi parte di
un’unica Chiesa e, poi, come è
successo nel mio caso, quando
il giovane seminarista diventa
sacerdote il legame finisce per
estendersi alla parrocchia in cui
è destinato così da creare rapporti non solo tra singoli ma tra
comunità”. E’ stato così per la
parrocchia di Camnago che lo
scorso anno ha fatto visita, durante l’estate, alla parrocchia di
Nablus: uno dei primi gruppi ad
entrare in città dopo l’apertura
dei confini.
L’arrivo di don Abu Khalil è
stata anche l’occasione per dare
nuova linfa al gemellaggio in
corso tra la città di Como e quella di Nablus, gemellate dal
1998. Durante la sua permanenza a Como, il parroco è sta-
IL PARROCO DI NABLUS IN DIOCESI
LA “NOSTRA”
TERRA SANTA
Abuna Johnny celebra la
S.Messa a Nablus
to, infatti, ricevuto dal sindaco
di Como, Stefano Bruni, con cui
ha parlato proprio di future iniziative tra le due città. “Sono
rimasto per circa mezz’ora –
racconta don Johnny – con il
sindaco a parlare di questo gemellaggio. Al termine dell’incontro ho contatto telefonicamente il governatore di Nablus
che si è detto contento di questa amicizia e che è pronto ad
accogliere la delegazione comasca che il prossimo anno dovrebbe visitare la città”. Que-
I SEMINARISTI DI BEIT JALA IN ITALIA
RESPIRANDO LIBERTA’
uasi tre mila
chilomentri,
2.800 per l’esattezza, senza posti di blocco, controlli, checkpoint.Un’occasione
– specialmente per quanti non
erano mai usciti dal proprio
Paese – per respirare un’aria di
libertà mai provata prima e
l’accoglienza calorosa di una
grande famiglia”. Le parole di
abuna Hanna, raccontano bene
l’entusiasmo dei seminaristi e
dei sacerdoti del seminario di
Beit Jala a Gerusalemme, al
termine del loro viaggio in Italia. Un percorso che ha portato,
dal 28 giugno al 20 luglio, i venticinque seminaristi, insieme a
tre novelli e quattro sacerdoti,
attraverso città e diocesi italiane. Un viaggio che ha avuto una
tappa importante a Como legato da anni da una profonda
amicizia con il seminario di
Gerusalemme. Proprio a Como,
il 15 luglio, è stata celebrata
Q
“
una messa solenne al Santuario del Sacro Cuore, insieme al
vescovo Coletti. “La messa celebrata al Sacro Cuore è stato
uno dei momento più intensi di
tutto il viaggio”, racconta il sacerdote, educatore del seminario minore, a poche ore dalla
partenza del gruppo per la Terra Santa. “La chiesa era piena
e c’erano tante persone venute
con il sorriso ad accoglierci. Non
dimenticheremo la disponibilità e l’amicizia del vostro Vescovo. Queste sono esperienze in
cui senti forte l’appartenenza
ad un’unica grande Chiesa.
Momenti molto importanti per
noi e per i nostri seminaristi,
chiamati ad essere il futuro della Chiesa di Terra Santa, che è
un patrimonio non solo nostro
ma di tutti”. Il viaggio attraverso l’Italia non ha, però, fatto
dimenticare la realtà della Palestina e di Gerusalemme. Un
contesto in cui le tensioni tra
lo stato di Israele e leadership
sto non è stato il primo incontro con le autorità cittadine.
Don Johnny ricorda, infatti,
come fu proprio lui, quando studiava al seminario di Gerusalemme ad accompagnare,
anni fa, la delegazione del Comune di Como all’incontro con
la municipalità di Nablus. Sempre il prossimo anno è allo studio della diocesi un nuovo pellegrinaggio in Terra Santa
che avrebbe come destinazione
anche la città di Nablus.
Il legame tra le realtà eccle-
Si rafforza il legame
tra la diocesi di Como
e la Palestina.
Dopo la visita dei
seminaristi di Beit
Jala a Como nelle
scorse settimane, è in
questi giorni in Italia,
a Camnago Faloppio,
il parroco di Nablus.
Lo abbiamo incontrato
pagina a cura di MICHELE LUPPI
Il legame tra la diocesi di
Como e il patriarcato Latino di Gerusalemme si è
rafforzato a partire dagli anni
novanta con diversi pellegrinaggi in Terra Santa e un legame sempre più intenso con
il seminario di Bejt Jala . Parallelamente nel 1998 la città di Como si è gemellata con
la municipalità di Nablus.
Nel 2001, a seguito della visita dell’allora patriarca Latino di Gerusa-lemme, Michel
Sabbah, nacque a Como l’associazione Amici del Seminario di Bejt Jala. Da allora diverse parrocchie della diocesi hanno instaurato rapporti
con il seminario decidendo di
adottare i giovani studenti di
teologia: undici degli studenti adottati sono oggi sacerdoti mentre nove stanno ancora
studiando.
Questi
gemellaggi tra parrocchie e
studenti hanno portato diversi comaschi in Terra Santa.
Parlando del rapporto della
diocesi di Como con la Palestina non possiamo dimenticare il il pellegrinaggio
diocesano guidato dal Vescovo Diego Coletti nel settembre 2009.
Una visita che sarà ricambiata il prossimo settembre
quando il patriarca latino di
Gerusalemme, Fouad Twal,
sarà nella nostra diocesi dal
18 al 20 settembre.
siali ed istituzioni continua così
a rafforzarsi.
L’ultimo passo in ordine di
tempo è il gemellaggio nato in
questi giorni tra la parrocchia
di san Giustino a Nablus e quella di San Giuseppe a Cassina
Rizzardi.
“Questi sono tutti segni che
ci aiutano a continuare la nostra missione in Terra Santa –
ha concluso abuna Johnny –:
una vicinanza che non è solo
materiale ma anche spirituale,
all’interno di un’unica Chiesa”.
I seminaristi
di Beit Jala
ricevuti a
Palazzo
Cernezzi
a Como
(foto William)
palestinese continuano con pesanti ricadute sulla vita della
popolazione, specialmente per
quanti vivono in Cisgiordania
o nella Striscia di Gaza con difficoltà di movimento. “Purtroppo – continua abuna Hanna –
la realtà è che oggi la speranza
di una pace stabile e duratura
non è così forte. Da cristiani,
sappiamo però che, anche nella
sofferenza, non bisogna perdere di vista la resurrezione. In
questo contesto è stato importante per noi, ma soprattutto
per i giovani seminaristi, capi-
re di non essere soli e che a loro
è chiesto di continuare a testimoniare Cristo proprio in questa terra di Gesù”.
“C’è bisogno – conclude padre
Mario da anni in servizio a
Gerusalemme, in Italia con il
gruppo – di una comunione profonda, a partire dalla preghiera. Per questo invitiamo tutti
gli amici di Como a venirci a
trovare. Venite a vedere e a condividere con noi, anche solo per
una settimana, la nostra vita.
Venite a costruire, insieme a
noi, la pace”.
P A G I N A
9
L’intervista
Abuna Johnny Abu Khalil,
qual è la realtà della Chiesa a Nablus?
“Nella parrocchia di Nablus,
circa 70 mila abitanti, la comunità cristiana rappresenta una minoranza, circa 700
persone suddivisi tra cattolici di rito latino, melchiti, protestanti e ortodossi. La comunità cattolica con circa 300
fedeli è la più numerosa”.
Com’è il rapporto con la
maggioranza musulmana?
“I rapporti sono molto buoni.
Non vi sono problemi di sicurezza come in altre zone del
Medio Oriente. Le autorità
hanno anche disposto la possibilità per tutti i cristiani di
assentarsi dal lavoro la domenica per un’ora, in modo da
poter partecipare alla messa.
In segno di collaborazione e
di rispetto lo scorso anno
come comunità cattolica abbiamo invitato i leader
mussulmani ad una cena, organizzata da noi, per il
Ramadam. E’ stato un modo
per creare dei ponti: da allora siamo molto più rispettati
e coinvolti dalle altre comunità”.
Qual è la situazione sociale ed economica a Nablus?
“La situazione è difficile. La
città esce da dieci anni di blocco totale che ha avuto pesanti ricadute sull’economia.
Molti abitanti, tra cui molti
cristiani, che lavoravano nella altre città della Cisgiordania hanno scelto di trasferirsi per evitare di dover rimanere per ore ogni giorno in
coda ai checkpoint. E’ da un
anno che il blocco è stato tolto e alcuni hanno iniziato a
tornare così come l’economia
si sta riprendendo grazie al
ritorno dei turisti e dei pellegrini”.
Come vede il futuro?
“Purtroppo non penso vi saranno grandi cambiamenti.
La gente ha bisogno di una
pace vera, di riconciliazione,
non di un armistizio che possa durare alcuni anni per poi
ritornare al punto di partenza, come è già successo troppe volte. Ma questo non sarà
possibile fino a quando non
finirà l’occupazione dell’esercito israeliano. La città è ancora, infatti, stabilmente sorvegliata dai militari”.
Quali sono gli effetti della
costruzione del muro in
Cisgiordania?
“Non penso che il muro rappresenti la soluzione dei problemi di sicurezza per Israele. Dall’altra parte è certo che
renda più difficile la vita per
i palestinesi. Se fino a pochi
anni fa per andare da Nablus
a Betlemme ci voleva un’ora,
oggi impieghiamo almeno tre
ore.
Cosa vi aspettate dal prossimo Sinodo dei Vescovi
per il Medio Oriente?
“E’ già di per sé positivo che
per la prima volta si tenga un
sinodo speciale per il Medio
Oriente. Per quanto riguarda
la questione della Terra Santa credo sia importante una
presa di posizione forte per la
pace. Un appello che porti ad
un cambiamento politico. Perché quello è il nodo della questione, non la religione. I
musulmani stessi, così come
gli ebrei, credono che non possa esistere una Terra Santa
senza una presenza cristiana.
Ma è necessaria una presa di
coscienza politica che aiuti a
guardare avanti. In questo il
Papa è stato chiaro durante
la sua visita in Terra Santa.
Speriamo che alle parole possano seguire passi concreti”.
P A G I N A
10
AGOSTO 2010
Apostolato
della preghiera
Intenzione generale: “Perché i disoccupati, i
senzatetto e quanti vivono in gravi situazioni
di necessità trovino comprensione ed accoglienza e siano aiutati in modo concreto a superare
le loro difficoltà”.
La crisi economica innescata dal dissesto finanziario globale sta spingendo molte famiglie e persone in stato di
grave difficoltà economica. Una difficoltà che potrebbe
prolungarsi anche per un arco di tempo non breve. La
perdita del posto di lavoro e la precarietà occupazionale,
soprattutto nei nuclei monoreddito, possono rappresentare un serio ostacolo per le aspirazioni della persona ad
una vita dignitosa per sé e i propri cari. Occorre tuttavia
riconoscere che una riduzione dei consumi nell’ambito
dei paesi ricchi occidentali è un percorso obbligato, se si
vuole evitare il collasso ambientale del pianeta e consentire ai paesi poveri di uscire dalla miseria, evitando
pericolose tensioni internazionali. Non solo: una vita più
sobria sembra anche essere la condizione per rimediare
alla drammatica perdita di valori e al profondo disagio
esistenziale che attraversano le società ricche, frutto di
un’illusoria identificazione tra consumo di beni materiali e benessere della persona. Ci rendiamo conto allora
che la crisi può diventare occasione di cambiamento verso una società più umana ed equa, con al centro la persona piuttosto che il consumatore, i beni relazionali piuttosto che quelli materiali, la solidarietà piuttosto che la
competizione. Le difficoltà di questo momento possono
così essere percepite come un’opportunità, un’occasione
di cambiamento da vivere insieme, con coraggio, serenità e fiducia. Per la comunità cristiana, si tratta di un
impegno radicato, ancor prima che nel comandamento
dell’amore, in quella Giustizia senza la quale la Carità
rischia di ridursi a sterile elemosina, smarrendo il senso
più profondo e profetico di dono di Dio. Per tutti i cristiani deve essere un fatto educativo, che aumenti la solidarietà e la condivisione, l’apertura del cuore e la generosità. Senza mai dimenticare che spesso la nostra ricchezza
coincide con l’impoverimento dei poveri.
(Diocesi di Como, Fondo Famiglia-Lavoro)
Intenzione missionaria: “Perché la Chiesa sia
la “casa” di tutti, pronta ad aprire le sue porte
a quanti sono costretti dalle discriminazioni
razziali e religiose, dalla fame e dalle guerre
ad emigrare in altri Paesi”.
L’umanità ha bisogno di essere liberata e redenta. La
creazione stessa - dice san Paolo – soffre e nutre la speranza di entrare nella libertà dei figli di Dio (cfr Rm 8,1922). Queste parole sono vere anche nel mondo di oggi. La
creazione soffre. L’umanità soffre ed attende la vera libertà, attende un mondo diverso, migliore; attende la “redenzione”. E in fondo sa che questo mondo nuovo aspettato suppone un uomo nuovo, suppone dei “figli di Dio”.
[…] Il panorama internazionale, se da una parte presenta prospettive di promettente sviluppo economico e sociale, dall’altra offre alla nostra attenzione alcune forti
preoccupazioni per quanto concerne il futuro stesso dell’uomo. La violenza, in non pochi casi, segna le relazioni
tra gli individui e i popoli; la povertà opprime milioni di
abitanti; le discriminazioni e talora persino le persecuzioni per motivi razziali, culturali e religiosi, spingono
tante persone a fuggire dai loro Paesi per cercare altrove
rifugio e protezione; il progresso tecnologico, quando non
è finalizzato alla dignità e al bene dell’uomo né ordinato
ad uno sviluppo solidale, perde la sua potenzialità di fattore di speranza e rischia anzi di acuire squilibri e ingiustizie già esistenti. Esiste inoltre una costante minaccia
per quanto riguarda il rapporto uomo-ambiente dovuto
all’uso indiscriminato delle risorse, con ripercussioni sulla
stessa salute fisica e mentale dell’essere umano. Il futuro dell’uomo è poi posto a rischio dagli attentati alla sua
vita, attentati che assumono varie forme e modalità. Dinanzi a questo scenario “sentiamo il peso dell’inquietudine, tormentati tra la speranza e l’angoscia” e preoccupati ci chiediamo : che ne sarà dell’umanità e del creato?
C’è speranza per il futuro, o meglio, c’è un futuro per
l’umanità? E come sarà questo futuro? La risposta a questi interrogativi viene a noi credenti dal Vangelo. È Cristo il nostro futuro e […] il suo Vangelo è comunicazione
che “cambia la vita”, dona la speranza, spalanca la porta
oscura del tempo e illumina il futuro dell’umanità e dell’universo.
(Benedetto XVI, Messaggio
per la Giornata Missionaria Mondiale 2008)
Intenzione dei Vescovi italiani: “Perché, in
questo tempo dominato dalla frenesia del fare,
gli uomini possano scoprire l’importanza di momenti di riflessione, contemplazione e silenzio
nella ricerca del vero bene”.
Cari amici, all’inizio dell’estate desidero condividere con
voi qualche riflessione su questo tempo importante e singolare dell’anno: una riflessione che vuole farsi augurio
cordiale perché il momento di vacanza diventi sempre
più opportunità preziosa di crescita nella nostra “umanità”. […] Ritengo di fondamentale importanza l’affermazione del Concilio Vaticano II: “Chiunque segue Cristo,
CHIESA
RUBRICHE
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
Dal Parlamento
Diamo conto di alcuni argomenti la cui discussione
è già stata avviata in Parlamento.
Parità scolastica. Situazione inalterata. Si trova
all’esame del Comitato ristretto della VII Commissione della Camera dei deputati la proposta di legge (n. 953) recante Norme per l’autogoverno delle
istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa
delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti. Il progetto al Capo II (art. 11,
Decentralizzazione) prevede un’autonomia finanziaria delle istituzioni scolastiche collegata alla libertà di scelta delle famiglie, che spostano i
finanziamenti in base alle loro scelte.
Accesso dell’adottato alle informazioni sulla
propria origine e sull’identità dei genitori biologici. È sempre all’ordine del giorno della II Commissione (Giustizia) della Camera dei deputati la
proposta di legge (n. 2919) che introduce modifiche
alla legge in materia di adozione, al fine di favorire
l’accesso dell’adottato alle informazioni sulla propria origine e sull’identità dei genitori biologici.
Cognome dei figli e dei coniugi. Situazione inalterata. È in attesa di riprendere la discussione presso la II Commissione (Giustizia) della Camera dei
deputati del testo unificato (n. 36 ed altri) contenente modifiche al codice civile in materia di cognome dei figli. In particolare, il progetto prevede
che ciascun coniuge conservi il proprio cognome e
che ai figli legittimi sia attribuito il cognome di
entrambi i genitori secondo l’ordine stabilito con
dichiarazione concorde resa all’ufficiale dello stato
civile all’atto del matrimonio o della registrazione
della nascita del primo figlio.
Divorzio breve. Situazione inalterata. Sono all’esame della II Commissione (Giustizia) della Camera dei deputati tre proposte di legge (nn. 749,
1556 e 2325) che introducono modifiche alla disciplina in materia di scioglimento e di cessazione degli
effetti civili del matrimonio, al fine, in particolare,
di abbreviare i tempi per l’ottenimento della pronuncia di divorzio.
Prostituzione. Situazione inalterata. Si trova all’esame delle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia) del Senato il progetto governativo (n. 1079) concernente le misure contro la
prostituzione. Il testo introduce nell’ordinamento
alcune novità essenzialmente volte a reprimere il
fenomeno della prostituzione “di strada” e il suo
sfruttamento da parte delle organizzazioni criminali. Fra queste, assumono particolare rilievo sia
l’introduzione del reato di esercizio della prostituzione in luogo pubblico o aperto al pubblico o di invito ad avvalersene, sia l’applicazione delle medesime pene previste a carico di chi esercita la prostituzione anche a chi si avvale delle prestazioni sessuali dei soggetti che la esercitano o le contratta.
LA RUBRICA MENSILE
A CURA DI VITTORIO RUSCONI
RIPRENDERÀ REGOLARMENTE
CON IL MESE DI SETTEMBRE
l’uomo perfetto, si fa lui pure più uomo” (Gaudium et spes,
n. 41). In questa linea mi sembra veramente luminoso
ed eloquente il versetto dell’evangelista Luca […]: “Attraversava città e villaggi, insegnando”. Vorrei suggerire
qualche rapido spunto educativo per il campo turistico
enucleandolo, senza forzature, dal versetto evangelico
nella sua formulazione integrale: «Egli attraversava città e villaggi, insegnando e avvicinandosi a Gerusalemme»
(Luca 13,22).
Rilevo anzitutto come Gesù attraversi i luoghi. Questo
verbo evoca la leggerezza del cammino. Lui e i suoi discepoli non portano né due tuniche né bastone né borsa. La
loro è una scelta di sobrietà: e questo dice rispetto per il
territorio incontrato e per le persone che lo abitano. Sollecita l’incontro e la valorizzazione delle ricchezze locali.
Manifesta un’asimmetria del bisogno: è lui, il pellegrino,
a chiedere ospitalità. La pesantezza della dote che, in un
certo senso, fa sentire a casa anche quando non lo si è,
scompare per lasciare posto così all’incontro. E poi ci sono
le tappe compiute nelle città e nei villaggi, espressione
popolare per indicare ogni luogo. Ovunque, infatti, è possibile arricchirsi di un incontro ed offrire una parola od
un gesto di solidarietà e di attenzione, condividendo momenti di vita, sogni per il futuro, dolori del presente.
Nessuna terra è al riparo dalla preoccupazione e dalla
stima di Dio e dei suoi testimoni. Gesù, inoltre, cammina
insegnando. E’ la sua identità quella di essere maestro e
non la sospende neppure per via. Insegna alternando
momenti comunitari con altri più individuali. In qualche
caso predilige persino la solitudine, che propone ugualmente come esemplare. Usa tutti i registri della comunicazione. Incontra gli altri senza che venga meno ciò che
egli è, donando anzi ciò che gli è di proprio e di specifico.
Tutto questo, infine, viene fatto avvicinandosi a
Gerusalemme: non dimenticando mai il luogo verso cui è
orientato. E’ la meta, infatti, a motivare un viaggio. A
tracciarne le caratteristiche. A dare coraggio nei momenti
di difficoltà. Ad inserire ogni tassello della realtà quotidiana all’interno di un disegno compiuto.
(Card. Tettamanzi, Educare alla vacanza,
giugno 2010)
AGOSTO 2010
Parola di vita
di CHIARA LUBICH
«E beata colei che ha creduto
nell’adempimento delle parole
del Signore» (Lc 1,45)
Q
uesta Parola fa parte di un avvenimento
semplice e altissimo al tempo stesso: è l’incontro fra due gestanti, fra due madri, la
cui simbiosi spirituale e fisica con i loro
figli è totale. Sono esse la loro bocca, i loro
sentimenti. Quando parla Maria, il bambino di Elisabetta fa un balzo di gioia nel suo ventre. Quando
parla Elisabetta sembra che le parole le siano messe sulle labbra dal Precursore. Ma mentre le prime
parole del suo inno di lode a Maria sono rivolte personalmente alla madre del Signore, le ultime sono
dette in terza persona: “Beata colei che ha creduto”.
Così la sua “affermazione acquista carattere di verità universale: la beatitudine vale per tutti i credenti, concerne coloro che accolgono la Parola di Dio
e la mettono in pratica e che trovano in Maria il modello ideale” (G.Rossé, Il Vangelo di Luca, Roma 1992,
p.67).
“E beata colei che ha creduto nell’adempimento
delle parole del Signore.”
E’ la prima beatitudine del Vangelo che riguarda
Maria, ma anche tutti coloro che la vogliono seguire
e imitare.
C’è uno stretto legame, in Maria, tra fede e maternità, come frutto dell’ascolto della Parola. E Luca
qui ci suggerisce qualcosa che riguarda anche noi.
Più avanti nel suo Vangelo Gesù dice: “Mia madre e
i miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di
Dio e la mettono in pratica” (Lc 8,21).
Anticipando quasi queste parole, Elisabetta, mossa dallo Spirito Santo, ci annuncia che ogni discepolo può diventare “madre” del Signore. La condizione
è che creda alla Parola di Dio e che la viva.
“E beata colei che ha creduto nell’adempimento
delle parole del Signore.”
Maria, dopo Gesù, è colei che meglio e più perfettamente ha saputo dire “sì” a Dio. E’ soprattutto questa la sua santità e la sua grandezza. E se Gesù è il
Verbo, la Parola incarnata, Maria, per la sua fede
nella Parola è la Parola vissuta, ma creatura come
noi, uguale a noi.
Il ruolo di Maria come madre di Dio è eccelso e
grandioso. Ma Dio non chiama solo la Vergine a generare Cristo in sé. Seppure in altro modo, ogni cristiano ha un simile compito: quello di incarnare Cristo fino a ripetere, come san Paolo: “Non sono più io
che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20).
Ma come attuare ciò?
Con l’atteggiamento di Maria verso la Parola di
Dio e cioè di totale disponibilità. Credere dunque,
con Maria, che si realizzeranno tutte le promesse
contenute nella Parola di Gesù e affrontare, come
Maria, se occorre, il rischio dell’assurdo che alle volte la sua Parola comporta.
Grandi e piccole cose, ma sempre meravigliose, accadono a chi crede nella Parola. Si potrebbero riempire dei libri con i fatti che lo provano.
Chi può dimenticare quando, in piena guerra, credendo alle parole di Gesù “chiedete e vi sarà dato”
(Mt 7,7) abbiamo chiesto tutto quello di cui tanti poveri in città avevano bisogno e vedevamo arrivare
sacchi di farina, scatole di latte, di marmellata, legna, vestiario?
Anche oggi accadono le stesse cose. “Date e vi sarà
dato” (Lc 6,38) e i magazzini della carità sono sempre pieni, essendo regolarmente svuotati.
Ma ciò che colpisce di più è come le parole di Gesù
sono vere sempre e dovunque. E l’aiuto di Dio arriva
puntuale anche in circostanze impossibili, e nei punti
più isolati della terra, come è accaduto poco tempo
fa ad una madre che vive in grande povertà. Un giorno si è sentita spinta a dare i suoi ultimi soldi ad
una persona più povera di lei. Credeva a quel “date
e vi sarà dato” del Vangelo. E aveva una grande pace
nell’animo. Poco dopo è arrivata la sua bambina più
piccola e le ha mostrato un dono appena ricevuto da
un anziano parente che, per caso, era passato di lì:
nella sua manina c’erano i soldi moltiplicati.
Una “piccola” esperienza come questa ci spinge a
credere nel Vangelo; e ciascuno di noi può provare
quella gioia, quella beatitudine che viene dal vedere
realizzate le promesse di Gesù.
Quando, nella vita di tutti i giorni, nella lettura
delle Sacre Scritture ci incontreremo con la Parola
di Dio, apriamo il nostro cuore all’ascolto, con la fede
che ciò che Gesù ci chiede e promette si avvererà.
Non tarderemo a scoprire, come Maria e come quella madre, che Egli mantiene le sue promesse.
Parola di vita, agosto 1999,
pubblicata in Città Nuova, 1999/14, p. 33.
P A G I N A
12
Como
CRONACA DI
E
P R O V I N C I A
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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
È LA PEACE OF CHRIST HOME
In Sri Lanka
una casa aperta
al volontariato
comasco
A poco più di un anno dal suo
trasferimento nella struttura
residenziale per anziani realizzata
grazie al contributi del nostro territorio
abbiamo chiesto a suor Cristina De
Fonseka un bilancio di questa
esperienza
di MARCO GATTI
[email protected]
U
n anno e due
mesi. I primi
giorni di agosto
scandiscono anche un importante giro di boa per suor
Cristina De Fonseka, la
religiosa srilankese che il
2 giugno 2009 staccò,
dopo 29 anni, un biglietto
di sola andata per la sua
terra natale. Una partenza meditata e preparata
da tempo, su mandato del
vescovo di Como mons.
Diego Coletti, per accompagnare la gestione della
“Peace of Christ Home”,
la casa di accoglienza per
donne anziane, fortemente voluta e realizzata grazie al contributo prezioso
di numerose realtà del
territorio comasco.
Un luogo di ricovero e
di pace, della capacità di
20 posti, costato circa 110
mila euro, sorto a Hapugoda (Kandana).
La “magia” di Skype ci
ha permesso di raggiungere suor Cristina nella
“sua” casa per chiederle
un primo bilancio di questi 14 mesi trascorsi in
Sri Lanka.
«Quando sono arrivata
mi sono trovata a dover
effettuare tante sistemazioni - ci spiega suor Cristina in videoconferenza
- per adattare al meglio la
struttura alle necessità.
La casa sorge in un luogo
piuttosto isolato, nel cuore della campagna, circondata da una foresta.
Nonostante qualche abitazione stia nascendo in
prossimità della struttura il senso si isolamento
cresce, in particolar modo
da sera, quando il buio si
fa più fitto. È stato così
necessario attrezzarsi per
assicurare una migliore
illuminazione al complesso. Per questo devo ringraziare la locale amministrazione che, da subito, è venuta incontro alle
nostre richieste provvedendo al posizionamento
di quattro punti luce agli
angoli estremi della struttura. Al fine di garantire
maggiore sicurezza ed
evitare il rischio di incur-
sioni indesiderate ho dovuto inoltre provvedere al
posizionamento di grate
alle finestre ed alle porte».
Quante sono le donne presenti all’interno
della struttura?
«Ospitiamo 12 anziane,
più due donne che mi affiancano nei lavori domestici. Si tratta di un impegno gravoso essendo
l’edificio di notevoli dimensioni».
Avete il supporto di
qualche volontario?
«Come ho già avuto
modo di dire anche in altre occasioni, purtroppo
in questo paese il volontariato non esiste. Si tratta
di un mondo molto diverso dall’Italia. Nel vostro
Paese, in cui ho trascorso
buona parte della mia
vita, la gratuità del dono
è una modalità di espressione diffusa e condivisa,
in particolar modo tra i
giovani. Il Sri Lanka questa cultura manca. Ad
ogni azione deve corrispondere un riconoscimento economico. Questo,
del resto, è un Paese povero in cui anche un pur
misero guadagno riveste
grande importanza. Non
ci si rende conto, però,
quanto sia meraviglioso
donare parte del proprio
tempo agli altri. Proprio
per tale ragione quest’anno ho faticato molto per
trovare qualcuno che mi
aiutasse nel servizio di
cucina e di pulizia. Per
quanto mi è possibile cerco di fare da sola, ma non
mi riesce com’è ovvio, di
arrivare dappertutto. Per
fortuna posso confidare
anche nell’aiuto di alcune
ospiti ancora in buone
condizioni di salute, che
mi offrono supporto e sollievo in piccoli lavori domestici. E, com’è difficile
trovare qualcuno che ti
aiuti è, allo stesso livello
faticoso, trovare persone
oneste, di cui fidarsi, non
pronte ad approfittarsi
della prima concessione.
Pur essendo di origini
srilankesi vivo sulla mia
pelle la fatica di una cul-
Alcune immagini d’archivio della casa.
Qui sopra un momento della conversazione con l’Italia
tura basata molto sulla
differenza di caste. Chi è
laureato o occupa una posizione culturale, sociale,
economica rilevante non
si “mischia” con chi, invece, svolge i lavori più umili. Anche questo per me
ha rappresentato un ostacolo, soprattutto all’inizio,
perché la mia formazione
e la mia sensibilità mi
portano e mi hanno sempre condotto a considerare e trattare il personale
che lavora con noi come
parte della famiglia, a volte mangiando anche insieme. E questo mi ha sottoposto a non poche critiche…».
Perché non pensare
anche ad una rete di
volontari proveniente
dall’Italia che ti possa
offrire, ciclicamente,
un sostegno?
«È una strada che, con
tutto il cuore vorrei venisse intrapresa. Sono costantemente in contatto
con l’Italia e di continuo
rilancio questo appello.
La presenza di volontari
e di giovani, anche durante il periodo estivo, potrebbe fornirmi un contributo prezioso nella conduzione nella casa, ma offrirebbe anche un segnale
importante alla popolazione locale. Credo potrebbe trattarsi di un’esperienza di grande ricchezza, sotto tutti i punti
di vista. Questa casa, del
resto, è nata grazie al contributo dei comaschi e a
loro appartiene. È pertanto importante che siano
gli stessi comaschi a mantenere vivo questo legame, con una presenza continua, costante. Lo spazio
c’è e le cose da fare anche».
Che tipo di attività
potrebbero svolgere?
«Le attività più diverse.
Dall’aiuto concreto nelle
attività di pulizia, alla
cura delle ospiti, fino, per
chi ne sia in grado, a più
specifici lavori di manutenzione e sistemazione
della struttura. Sarebbe
utile anche qualcuno con
delle competenze infermieristiche, per dotare il
nostro personale delle
nozioni necessarie. Per
non parlare, poi, di chi
abbia dimestichezza con
l’informatica e la programmazione. Avrei voluto attivare un spazio
facebook per far conoscere meglio la nostra struttura, ma ancora non ne
sono stata in grado...
Grande importanza dovrebbe assumere, inoltre,
l’aspetto dell’animazione».
Come si svolge una
giornata tipo in casa?
«La preghiera scandisce i momenti forti della
giornata. Il personale si
alza alle 5, le ospiti alle
7. Si prepara la colazione
e si incominciano i lavori
di pulizia. Di prima mat-
tina io mi reco alla S. Messa, che purtroppo non è celebrata quotidianamente
nella nostra parrocchia.
Mi devo allora muovere
molto presto (alle 5.30)
per partecipare alla cerimonia delle 6 nella località più vicina. Si tratta per
me di un momento prezioso di cui, invece, spesso
non cogliamo l’enorme ricchezza quando vi possiamo avere accesso con
grande facilità. È un momento che mi dà grande
forza, anche se qualche
volta vivo lo scrupolo di
dover pagare il servizio di
trasporto su un risciò (sulle 100 rupie) quando con
difficoltà riusciamo a far
quadrare i conti della
struttura.
Dopo la colazione si
provvede, per chi può, alla
sistemazione delle stanze
ed ad esercitare un po’ di
movimento. Vi è quindi la
recita della preghiera del
mattino, la pausa del tè,
un momento di svago e di
lettura. La recita del rosario a mezzogiorno, il
pranzo e il riposo pomeridiano. Nel pomeriggio
dopo la sveglia c’è, per chi
lo desidera, un nuovo momento di preghiera, il
tempo per la merenda,
quindi condividiamo insieme, in giardino, alcuni
spunti di riflessione sulla
parola di Dio. La serata si
conclude con dell’esercizio
fisico e tempo personale
per lo svago. Quindi la
cena, un’oretta davanti
alla tv, e alle 21 il riposo
per la notte. Come si vede
la preghiera accompagna
l’intera giornata. Del resto l’età avanzata delle
ospiti non consente loro
di svolgere attività particolarmente complesse».
Economicamente
come sopravvivete?
«La gestione economica
della struttura non è una
cosa facile. Alle ospiti titolari di una pensione
chiediamo un piccolo contributo. Per chi non può
permetterselo lasciamo
che ad agire sia la mano
della Provvidenza. Qualche contributo ci arriva,
ogni tanto, dall’Italia, ma
ci troviamo costantemente al limite e la necessità
di risorse nuove è sempre
grande. Siamo inoltre
sprovvisti di un mezzo di
trasporto che sarebbe importantissimo per permetterci di muoverci con
maggiore facilità. Un’altra figura importante che
potrebbe esserci utile è
quella di un custode. Potremmo accoglierlo sei
mesi all’anno, offrendogli
vitto e alloggio e un modesto contributo. Si tratterebbe di una importante esperienza di servizio
che si potrebbe proporre,
che so, a qualche ospite
volenteroso dell’Ozanam
di Como, o a qualche altra persona affidabile e
disponibile proposta dalla Caritas».
«Questa è la “Peace of
Christ Home” - conclude
sour Cristina -. Un piccolo angolo di Como in Sri
Lanka. Non mancate di
pensare e di pregare per
noi. Noi stiamo facendo lo
stesso».
CRONACA
P A G I N A
Como
13
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
LA PUBBLICAZIONE IN QUESTI GIORNI
La “spianata”
della Ticosa
in una foto William
d’archivio
Ticosa: il bando
per la bonifica
ntro i primi giorni
di agosto verrà
pubblicato il bando di gara per consentire la presentazione delle offerte a settembre relative all’esecuzione dei lavori di bonifica nell’area Ticosa. La
scorsa settimana, infatti,
la Giunta comunale ha
preso atto dell’approvazione, da parte del direttore d’area Governo del
territorio Roberto Laria,
del progetto esecutivo della tanto agognata bonifica. Se tutto andrà bene
entro fine ottobre i lavori
dovrebbero essere aggiudicati e per l’inizio del
2011 ci sarà l’avvio del
cantiere la cui durata dovrebbe essere di 180 giorni. Responsabile unico del
procedimento è stato nominato il dottor Alessandro Russi, del Settore Verde, mentre la direzione
lavori è stata affidata
all’ingegner Antonio Ferro. Il piano di bonifica ha
come scopo quello di eli-
E
Il piano ha come
scopo
l’eliminazione
delle sostanze
inquinanti
presenti
nel terreno.
I lavori
consisteranno
in opere di scavo,
analisi, quindi
conferimento
del materiale
sulla base
della tipologia
del rifiuto
pagina a cura
di LUIGI CLERICI
minare l’inquinamento
delle matrici ambientali
(acque e terreni) e di ridurre le concentrazioni
delle sostanze inquinanti nel suolo e nel sottosuolo. Operativamente i
lavori consisteranno in
scavi del terreno, analisi
e quindi conferimento del
materiale sulla base della tipo-logia del rifiuto. Il
quan-titativo dei terreni
non conformi da bonificare ammonta a circa
13.525 metri cubi. Nel
frattempo cambia anche
il progetto sul nuovo
quartiere che sorgerà nell’area un tempo occupata
dalla più grande stamperia cittadina. La multinazionale olandese Multi si
è dichiarata disponibile a
modificare il progetto che
finora è stato sottoposto
all’analisi del Consiglio
Comunale ripristinando
il cosiddetto “cannocchiale” sulla basilica di Sant’
Abbondio. Come contropartita, però, il fatto che
alcuni palazzi del nuovo
quartiere siano ulteriormente innalzati. Il progetto attuale, di fatto, ripristina una situazione
ormai consolidata per la
città ovvero il fatto che da
viale Roosevelt non si ve-
dono i campanili della
Basilica. Con le modifiche
proposte la seconda chiesa, in ordine di importanza, della Diocesi di Como,
come sottolineato dal Vescovo, Diego Coletti, potrebbe essere ammirata.
In difesa dell’ormai famoso “cannocchiale” si sono
susseguiti nelle ultime
settimane tanti interventi con appelli alla città, al
sindaco ed al Consiglio
comunale da parte del
presidente della Famiglia
Comasca, Piercesare
Bordoli, del presidente
della Società archeologica
comense,
Giancarlo
Frigerio, del professor
Giorgio Luraschi, docente di Storia e istituzioni
di diritto romano all’Università Insubria e di Alberto Rovi, docente di Storia dell’arte al classico.
Anche il vescovo Diego
Coletti si è espresso per
salvare la basilica. L’ulteriore aumento delle altezze dei palazzi del nuovo
quartiere, già al centro di
vivaci osservazioni a Palazzo Cernezzi, vedono
ulteriormente critiche le
forze di minoranza in
Consiglio. Il presidente
della commissione Urbanistica Mario Lucini (Pd)
ha infatti presentato un
ordine del giorno per chiedere che venga creato un
plastico del nuovo quartiere così da avere l’idea
di quale sarà il suo impatto effettivo sugli equilibri
della città.
16 MILA KM SUL FILO DELLA SOLIDARIETÀ
Da Como alla Mongolia nel segno della pace
ercorrere più di
16.000 chilometri, attraversando 15 paesi, due
mari ed altrettanti deserti per raggiungere Ulan Bator, la capitale della Mongolia, con
un’automobile dalla cilindrata massima di 1200cc.
Un viaggio avventuroso
dalle sponde del Lago di
Como fino alle impervie e
lontane terre mongole.
Una grande avventura a
scopo benefico che stanno
vivendo i tre membri dell’
equipaggio comasco, composto da Loris Macrì, Al-
P
berto Martegani e Gabriele Cuda che, con il
patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Giovanili
di Como, sabato scorso è
partito nell’ambito dell’edizione 2010 del
“Mongol Rally”. L’iniziativa è nata a seguito dell’esperienza compiuta da
due ragazzi inglesi che
hanno cercato di raggiungere la Mongolia a bordo
di una vecchia Fiat 126.
Non raggiunsero la meta
finale ma si divertirono
talmente tanto che decisero di riprovarci l’anno
successivo. Così nel 2004
Un’avventura
a scopo benefico
partirono con altri 5
team, diventati 43 nel
2005 e 167 nel 2006. L’ultima edizione, quella del
2009, ha contato ben 500
equipaggi con partenze
da Londra, Milano e Madrid. L’edizione 2010 è
partita sabato scorso da
Milano anche se il vero
punto d’inizio sarà Praga,
dove i diversi equipaggi
dovranno registrarsi prima di iniziare l’avventura che porterà molti a rag-
giungere Ulan Bator. Come accennato il Mongol
Rally è una manifestazione di livello internazionale a scopo benefico. Infatti ogni team partecipante
deve raccogliere almeno
1.000 sterline da devolvere in beneficenza ad organizzazioni che operano
sul territorio Mongolo a
favore dei gruppi di popolazione più disagiati e tra
questi in particolare i
bambini. Cesvi, organizzazione laica e indipendente, fondata nel 1985 a
Bergamo che crede fortemente che sostenere le co-
munità più svantaggiate
dei paesi in via di sviluppo, o in paesi in grave difficoltà a causa di guerre,
calamità naturali e disastri ambientali, non aiuti
solo coloro che soffrono,
ma contribuisca anche al
benessere globale, è l’organizzazione italiana
beneficiaria del Mongol
Rally. Per arrivare ad
Ulan Bator bisogna rispettare poche e semplici
regole: la vettura da utilizzare per il viaggio deve
essere di bassa cilindrata possibilmente non deve
superare i 1200cc poiché
una volta raggiunto il traguardo verrà donata alle
autorità locali. Il percorso è lasciato alla libera
discrezione di ogni singolo team. Location di partenza sono state Londra,
Madrid e Milano con passaggio obbligato da Praga
per poi arrivare ad Ulan
Bator capitale della Mongolia. L’equipaggio comasco ha deciso di seguire il
percorso nord che prevede il passaggio da Svizzera, Austria, Repubblica
Ceca, Ungheria, Romania, Turchia, Kazakhistan, Russia e Mongolia
DAL GRUMELLO A GERUSALEMME
Trapianto e normalità: 4500 km in bicicletta
A
ffrontare non
solo la vita ma
l’attività agonistica ad alto
livello dopo aver subito un trapianto di
rene. E’ quanto sta facendo Marcello Merlo, 46
enne di Brunate, operaio
alla Chicco Artsana, che
sabato scorso ha iniziato
la sua ultima avventura,
“In viaggio verso la fonte”,
che lo porterà, dopo 4.500
chilometri di viaggio in
bicicletta, a Gerusalemme. «Nella mia vita ho
sempre praticato sport ci ha raccontato Merlo-.
Nuoto, atletica…cosa che
è poi continuata anche
quando ero in dialisi per
i miei problemi ai reni.
Addirittura, in quel periodo, mi dedicavo, di nasco-
Protagonista
dell’avventura
sarà Marcello
Merlo, operaio
della Chicco
Artsana
sto, anche al freeclimbing,
ovvero all’arrampicata in
montagna, contro il parere dei medici che avevano paura che io cadessi.
Ma in ogni caso mi sentivo di farlo perché, dopo
tutto, cosa avevo da perdere? Soffrivo. Poi è arrivata l’operazione e successivamente ho manifestato il mio desiderio di
tornare a praticare sport.
Per la verità, l’attività
sportiva è sconsigliata a
chi ha subito tali opera-
zioni, soprattutto agonistica, perché comporta un
aumento nella pressione
del sangue che può contribuire ad acuire il fenomeno del rigetto. Ma i medici, dopo aver studiato il
mio caso, mi hanno detto
di provare e da allora non
mi sono più fermato».
Merlo, in passato anche
campione europeo e del
mondo di sollevamento
pesi categoria “Mosca”, ha
quindi preso “di petto” la
sua nuova vita ed alla
fine ne è uscito vincitore.
«Ho iniziato a dedicarmi
a manifestazioni particolari con l’obiettivo di dimostrare come anche le
persone che sono state
soggette ad un trapianto
possono avere una vita
normale». In bicicletta ha
affrontato vere e proprie
maratone ciclistiche come
la Bergamo-Roma, la
Innsbruck-Verona ed il
giro delle Dolomiti cui ha
rinunciato quest’anno per
percorrere i 4.500 chilometri che separano la località bergamasca di
Grumello, paese dove ricopre anche l’incarico di
presidente della locale
sezione AIDO, a Gerusalemme, avventura sportiva patrocinata dall’Assessorato allo Sport del Comune di Como e sponsorizzata dal Comitato Regionale Lombardo del
Centro Sportivo Italiano.
Il suo lungo viaggio è iniziato sabato scorso, 24
luglio, è toccherà 9 nazioni (Slovenia, Croazia,
Serbia, Romania, Bulga-
ria, Turchia, Siria, Giordania e Israele) per un
totale di circa 4.500 chilometri. Il suo ritorno è
previsto il 30 agosto prossimo. Marcello Merlo,
inoltre, ha fatto in modo
che la sua attività sportiva diventi anche un mezzo per comunicare come
coloro che hanno subito
un trapianto non si debbano sentire diversi. «In
tanti si chiudono in loro
stessi o in casa, forse anche perché la gente comune parla dei trapianti solo
quando questi hanno un
esito negativo. Invece anche se trapiantati si può
affrontare la vita in modo
attivo. Per questo ho già
incontrato studenti di vario ordine e grado, ma
anche persone in ospeda-
le che hanno appena subito un trapianto, per portare la mia testimonianza. Ed anche “In viaggio
verso al fonte” diventerà
protagonista di una serie
di incontri che si svolgeranno a partire dal prossimo autunno nelle scuole ed anche nei nosocomi
della nostra provincia.
«Questa è un’esperienza
che vuole anche essere
dimostrazione di come si
possa fare dello sport
“sano”, pulito - ha rilevato Giovanna Tagliabue,
consigliere regionale del
CSI Lombardia -. Marcello Merlo può essere
considerato quasi un
testimonial di quello che
può essere identificato
come il binomio sport-salute».
CRONACA
P A G I N A
Como
14
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
I DATI DELLA FIM - CISL
Metalmeccanici,
ancora lontana
la ripresa
ur registrando segnali
quantitativamente in miglioramento
ad oggi non vi sono segni
concreti e stabili di una
solida ripresa economica
e produttiva”. E’ lapidario
il commento di Alberto
Zappa, segretario provinciale della Fim-Cisl, il sindacato del comparto
metalmeccanico, di fronte ai dati del primo semestre 2010 forniti dall’osservatorio regionale della
crisi e occupazione del
sindacato. Guardando i
dati a livello regionale si
nota un miglioramento
rispetto allo scorso anno
ed in particolare al primo
semestre 2009 che ha
rappresentato, numeri
alla mano, il picco della
crisi economica, con un
vero e proprio boom da
parte della azienda nel
ricorso alla cassa integrazione (CIG). Ad oggi in
Lombardia sono quasi
3500 le aziende che ancora ricorrono alla cassa
integrazione, per un totale di 84 mila lavoratori.
Un anno fa i lavoratori in
CIG erano 137 mila.
Un miglioramento dunque ma è sufficiente guardare all’evoluzione negli
ultimi anni per capire
P
“
TURISMO
DATI
CONFORTANTI
DAL 1°
SEMESTRE
DEL 2010.
OLTRE IL 10%
LA CRESCITA
DEL TURISMO
STRANIERO
Qualche segnale
di miglioramento,
ma i numeri
confermano
il difficile
momento
come la crisi si faccia ancora sentire. Nel secondo
semestre 2008, quando
sono iniziati i primi problemi nel comparto metalmeccanico, i lavoratori
sottoposti cassa integrazione, licenziamenti o
mobilità erano circa 50
mila, il 30% in meno rispetto ad oggi.
I dati della provincia di
Como confermano il trend
regionale. Nel primo semestre 2009 erano 212 le
aziende in crisi, con 4439
lavoratori sottoposti ad
interventi, nello stesso
periodo del 2010 le aziende coinvolte sono scese a
143 per un totale di 3831
in CIG o mobilità. “Dall’analisi - spiega Alberto
Zappa - possiamo trarre
due indicazioni principali: da un lato notiamo la
concentrazione della crisi nelle aziende fino a 50
dipendenti ( 124 su 143),
una situazione legata alla
tipica struttura delle
aziende del settore metalmeccanico comasco. Dall’altra registriamo un significativo aumento di
lavoratori coinvolti da
Cassa integrazione guadagni straordinaria. Questo evidenzia la forte
criticità e il perdurare
della situazione di crisi
che è continua e drammatica da oltre 23 mesi”.
Nell’ultimo semestre la
cassa integrazione straordinaria ha fatto registrare un più 64% rispetto
allo scorso anno, questo
perché, per molte aziende,
sono finiti i dodici mesi in
cui poter usufruire della
cassa integrazione ordinaria e le aziende si affidano alla straordinaria.
E’ in questa fase che le
aziende sono chiamate ad
una riorganizzazione che
è però complicata dall’imprevedibilità degli ordini.
“Senza dimenticare - precisa il segretario provinciale Fim-Cisl - alla criticità finanziaria delle
aziende che hanno chiuso bilanci del 2009 con
diminuzione del fatturato nell’ordine del 35 40%
e che pertanto hanno dovuto ricorrere all’indebitamento o alla ricapitalizzazione per recuperare liquidità necessaria alla
continuazione produttiva”. Una situazione occupazione che, secondo il
sindacato comasco, “pone
la necessità di interventi
strutturali e qualificati”.
Questo in alcuni settori è
già stato fatto come nel
comparto della nautica,
grazie al coinvolgimento
della Camera di Commercio, ma in molti altri settori la situazione resta
difficile. “Le conseguenze
sociali di questa crisi non
sono solo materiali - conclude Zappa - perché
quando manca la prospettiva del lavoro è difficile
immaginare un impegno
ed una realizzazione del
proprio futuro. E se questo viene a mancare è difficile anche gestire la coesione sociale e impostare percorsi di partecipazione e responsabilità”.
M.L.
“ITALIANI SI DIVENTA”
A PERUGIA IL 43° INCONTRO
NAZIONALE
DI STUDI DELLE ACLI
CALCIO: TRA ARRIVI E PARTENZE SCONFITTO IL SONDALO
NELLA PRIMA USCITA STAGIONALE DEL NUOVO COMO
Si conclude in questi giorni il ritiro estivo del Como in quel di Sondalo. Un ritiro
che, come è stato sottolineato dai quotidiani locali, è stato caratterizzato da un costante via vai di giocatori in partenza ed arrivo. In mezzo a tutto questo “bailamme”,
gli azzurri hanno disputato un’amichevole contro il Sondalo. Risultato finale 7-1 per
gli azzurri. Una gara che ha visto gli azzurri andare subito a segno con il bomber
Cozzolino, proprio come nel finale dello scorso campionato contro il Lecco. E dopo il
bomber in gol anche Bruno su punizione, Fortunato (ex Inter) e Piraccini (doppietta).
Nel finale hanno segnato due reti anche alcuni giovani aggregati al gruppo di Brevi e
Garavaglia. I tecnici azzurri hanno seguito con attenzione questa gara dando qualche indicazione tattica dalla panchina e successivamente hanno fatto ruotare tutti i
ragazzi della rosa. Unica eccezione Fausto Rossini; l’ex bomber di Atalanta, Bologna
ed Udinese, si è infatti aggregato solo giovedì scorso ai compagni in attesa di capire
come procede il suo recupero dopo un grave infortunio subito nei mesi scorsi. Una
prima uscita decisamente confortante anche se l’avversario era davvero modesto,
davanti a quasi 400 i tifosi arrivati in Valtellina con striscioni, cori e costanti
incitamenti. Nella seconda settimana di ritiro estivo si sono allenati ventiquattro
giocatori invece dei 31 che hanno caratterizzato il gruppo nella prima settimana. Tra
i giocatori “tagliati” il brasiliano Bruno Bosi, mentre gli ultimi arrivi rispondono ai
nomi di Rosario Licata, Francesco Bossa e Alessio Ambrogetti. In effetti, come già
sottolineato, questo ritiro ha fatto sì che Sondalo assomigliasse molto ad un aeroporto con arrivi e partenze continui. Comunque Bossa e Licata sono due difensori che
arrivano dall’Udinese mentre Alessio Ambrogetti, 21 anni, lo scorso anno era in forza
al Cesena promosso in A. Tra i precedenti arrivi il difensore esterno dell’Inter, Simone
Fautario, classe ‘87; Jacopo Fortunato, centrocampista, anch’esso proveniente dal vivaio nerazzurro; Antonio Magli, 19 anni, difensore centrale del Brescia e di Emanuele Bardelloni, 20enne, anch’esso di proprietà delle “rondinelle” bresciane. Ma come si
può lavorare, ed iniziare ad impostare una stagione, in questa situazione di continui
arrivi e partenze? Risponde Carlo Garavaglia, uno dei due mister del Como insieme
ad Oscar Brevi: «La situazione è questa . Sono ragazzi motivati, che vogliono dimostrare di poter stare in questa categoria. Mi sembrano dei ragazzi a posto. Per le
valutazioni tecniche, aspettiamo qualche settimana, meglio non affrettare il giudizio».
L.CL.
Si terrà a Perugia dal 9 all’11 settembre il 43° incontro nazionale di
studi delle Acli, dedicato quest’anno
ai 150 anni dell’unità d’Italia.
Il movimento rifletterà sul tema
“Italiani si diventa. Unità, federalismo, solidarietà”.
Quattro le sezioni in cui si articoleranno i giorni di Perugia e che lasciano intendere la filosofia che ha
ispirato il convegno: “l’eredità e il debito”, perché l’unità nazionale è un
patrimonio ideale, ma è anche un
compito di responsabilità; “i vincoli
e i talenti”, perché nei cinque laboratori si ragionerà sulle prospettive
e sulle risorse che abbiamo a disposizione per realizzarle; “storie e storia d’Italia, tra memoria e speranza”, perché a Perugia si ascolteranno anche testimoni e protagonisti di
un Paese che ha sofferto ma che non
si arrende; e infine “le sfide che possono unire gli italiani”, perché - come
ogni anno - le Acli usciranno da
Perugia con un’agenda di iniziative
che riguarderanno il federalismo solidale, l’unione politica europea, l’integrazione interculturale degli immigrati, la via italiana alla laicità e
il ruolo crescente del terzo settore.
Per informazioni e adesioni contattare le Acli di Como, tel. 0313312750.
Turismo: si confermano positivi i dati
relativi al flussi sul
Lario riguardanti il
primo semestre del
2010. I numeri diffusi
dall’Amministrazione
provinciale di Como
nei giorni scorsi parlano di un + 7,06% sul
fronte degli arrivi e un
+ 9,95 su quello delle
presenze. Si tratta, in
sostanza, di un totale
di 410.309 arrivi e
947.178 presenze.
Guardando le nazionalità degli arrivi in
vetta alla classifica si
confermano i tedeschi,
da sempre amanti del
Lario, con oltre 140
mila presenze nei primi 6 mesi di quest’anno, e un + 17,73% rispetto al 2009. A seguire, ben distanziato,
e sempre in crescita, il
turismo inglese, con
oltre 93 mila presenze. Al terzo posto Svizzera e Liechtenstein,
con 64 mila presenze,
quindi Stati Uniti,
Paesi Bassi, Francia,
Australia, Belgio.
Tra i pochi segni
meno da evidenziare
il forte calo, tra il 28 e
il 32%, del turismo irlandese sia sul fronte
degli arrivi che delle
presenze,.
Positivi i mercati
emergenti come la
Russia e la Cina, quest’ultima in particolare con incrementi tra
il 75 (presenze) e il
97% (arrivi).
Interessante appare
anche l’analisi dei
dati scorporando la
componente del turismo italiano da quello straniero.
In crescita gli italiani richiamati dalle
meraviglie del nostro
lago. Nel primo semestre 2010 dal nostro
Paese si sono registrati 170.373 arrivi
(+2,64% rispetto al
2009) e 319.484 presenze.
Con riferimento soltanto alla popolazione
straniera troviamo,
sempre nel periodo in
questione, 239.936 arrivi (+10,42%) e 627.
694 presenze (+13,
41%).
Numeri che attestano la solidità dell’industria turistica lariana e la candidano
ad rappresentare il
vettore trainante per
condurre l’intero territorio oltre la crisi.
CRONACA
Arte&cultura
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
P A G I N A
15
L’ULTIMO LIBRO DI GIUSEPPE GUIN
Io ti
aspetto
qui
E il mistero
si infittisce...
Nel romanzo
del giornalista
comasco il seguito
de “L’amore
imperdonabile
un mistero sul
lago”, grande
successo editoriale
dello scorso anno
di MARCO GATTI
C
’
’è una storia che
ci ha rapito al
punto di essere
letta d’un fiato,
lo scorso anno. È
il racconto di un amore
imperdonabile. Il tragico
epilogo di una vicenda
sentimentale maturata
dalla fantasia del giornalista e scrittore Giuseppe
Guin e tradottasi nel suo
“L’amore imperdonabile
un mistero sul lago”. Un
importante successo editoriale che, lo scorso anno,
si tradusse in quattro
successive edizioni.
A quel romanzo, come
detto conclusosi nel più
tragico degli esiti a cui
può giungere una storia
d’amore - e cioè un omicidio e un, presunto, suici-
dio - Guin ha dato
seguito con una
nuova pubblicazione. Un nuovo
racconto che riprende e rilancia
quella storia, ne
restituisce l’ambientazione, ne
ripropone il pathos, la
drammaticità, ne fa gustare il senso di mistero.
“Io ti aspetto qui” è l’ultimo lavoro con cui Guin
si offre ai suoi lettori. Una
storia che riparte da dov’era finita. “Ho visto
Elisa Vanelli. Madonnasanta, ho visto la Lisa”.
Ed ecco ricominciare
tutto dal personaggio attorno al quale si era dipanata la trama del racconto nella “puntata” precedente. La bella Lisa, locandiera ammirata e desiderata della locanda del
Nibbio. Violentata in una
notte di follia e riconquistata, ad espiazione
della colpa commessa, dal
protagonista di questo
misfatto. Ignara del segreto che il suo amato
portava con sé lei gli aveva affidato il suo cuore e
pian piano in lui aveva
ritrovato la vita. Fino a
scoprire, nel suo salvatore, il bracconiere Norberto Cerami, quel mostro
della locanda che l’aveva
condotta nell’oblio. La
rabbia cieca. L’umiliazione profonda. Un dolore
che lacera l’anima. E la
vendetta. Per poi scomparire…
Così si chiudeva “L’amore imperdonabile” e
così riparte “Io ti aspetto
qui”.
“La Gloria aveva il volto stravolto. E balbettava.
E batteva i denti. E tremava a tal punto le braccia
che il suo ansimare era
quasi sommerso dallo
scricchiolio dei minuscoli
grani di legno di una vecchia corona del rosario,
che stringeva tra le rughe
delle mani. Tremava e ripeteva terrorizzata: “Ho
visto Elisa Vanelli. Non
racconto storie. Quella era
davvero l’Elisa”…
No non si tratta di un
fantasma. Lei è proprio
l’Elisa. Registrata come
‘scomparsa’ nel verbale
redatto una volta scoperto il cadavere del Cerami.
Data per suicida, la sua
figura sembra riaffiorare
dalla penombra.
Riemerge dal nulla per
riportare il paese nello
scompiglio, per ridare
voce alle fantasie e ai pettegolezzi e ridestare dal
torpore una sonnacchiosa
comunità adagiata sul
lago sul finire degli anni
Cinquanta.
Le ragioni e le conseguenze di questo inatteso ritorno stanno nelle
quasi 300 pagine che l’autore ci regala. Maestro nel
mantenere alta la tensione fino alla fine Guin ci
offre un altro romanzo de-
stinato ad un indubbio
successo, avvincente compagno delle nostre vacanze.
“Io ti aspetto qui”,
Giuseppe Guin, Book
editore, 2010, pp. 288,
15 euro.
IN ALTRETTANTE SPLENDIDE CHIESE DELL’ALTO LAGO
Tre incontri in zona Tre Pievi
Organizzati dalla Zona Pastorale “Tre Pievi” tre interessanti incontri che avranno luogo nella splendida
cornice di tre antiche chiesa dell’Alto Lago:
- Il primo appuntamento della serie sarà martedì 3
agosto 2010 nella chiesa di S.Miro a Sorico dove
don Ezio Bolis parlerà di S.Miro eremita. L’edificio è
l’ampliamento della chiesa di S.Michele, risalente al
secolo XI; nel 1381 accolse le spoglie del beato Miro,
un eremita giunto da Canzo e morto a Sorico in quell’anno. Durante i secoli la chiesa si è arricchita di notevoli opere pittoriche quali gli affreschi quattrocenteschi, l’importante ciclo del De Magistris del 1526 e
la pala d’altare del Fiammenghino del 1616.
- Il secondo appuntamento sabato 7 agosto 2010 a
Dongo presso la chiesa di S.Maria in Martinico,
dove don Andrea Straffi illustrerà la figura di Maria
nell’arte lariana. La chiesa romanica è documentata
fin dal 1299; durante il secolo scorso, con un radicale
restauro, sono state rimosse le aggiunte di epoca barocca, ed è stata riportata alla bellezza originale. All’interno rimangono resti di dipinti quattrocenteschi
ed alcuni affreschi strappati del Fiammenghino.
- Terzo e ultimo appuntamento giovedì 12 agosto
2010 nella splendida chiesa, ex convento agostiniano
di S.Maria delle Grazie a Gravedona dove mons.
Saverio Xeres parlerà della devozione mariana nella
storia della Chiesa. La struttura si presenta da sé nel
suo splendore caratterizzata dagli archi trasversi tipici delle chiese dell’Alto Lago, dai pregevoli affreschi
e dalle minuziose decorazioni degli arconi che richiamano gli antichi testi miniati. Recentemente anche la
facciata e il lato destro sono stati riportati all’aspetto
originale. Notevole anche il chiostro adiacente.
Tutti gli incontri avranno inizio alle ore 21.00.
S.Maria in Martinico
S.Miro
S.Maria delle Grazie
CRONACA
P A G I N A
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Como
&
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
28 AGOSTO - 12 SETTEMBRE LA PAROLA AI LIBRI
Parolario 2010: “Il tempo”
Fotografia Carlo Pozzoni
D
ieci candeline
per Parolario,
dieci anni di libri, parole, immagini, suoni,
lingue.
Dieci anni di incontri
nel cuore di Como, con la
sua piazza Cavour elegantemente affacciata sul
lago, che ha accolto centinaia di autori ed un pubblico sempre più attento
e numeroso, pronti a
scambiarsi storie, racconti, emozioni.
I libri innanzitutto, ma
anche concerti, film, incontri di filosofia, hanno
reso Parolario un vero
festival della cultura, senza preclusioni di genere,
pronto a far scattare nello spettatore la scintilla
della curiosità.
Giunto al decimo anno
di vita, Parolario non poteva non porsi come tema
portante di questa edizione “Il tempo”. Tempo inteso in tutte le sue accezioni e varianti, persino
quelle meteorologiche: la
Storia, il mutamento di
valori e idee, l’evoluzione,
il tempo oggettivo e quello soggettivo, l’eternità, il
tempo nell’arte, il tempo
nella musica…
A confrontarsi su questo tema vasto e complesso si alterneranno dal 28
agosto al 12 settembre
scrittori, filosofi, studiosi,
scienziati, giornalisti, secondo lo stile accattivante
e mai accademico che è la
cifra distintiva di Parolario.
DUE FOCUS
L’edizione 2010 propone, come sperimentato
negli ultimi anni, due
focus geoculturali. Il
primo è dedicato ai paesi scandinavi, ora più
che mai legati, nell’immaginario dei lettori italiani, alla produzione giallistica, da cui Parolario
prenderà le mosse per indagare poi altri aspetti
della cultura contemporanea del Grande Nord. Fra
gli ospiti in Piazza Cavour, Bjorn Larsson,
La tradizionale
kermesse
culturale
si appresta
a vivere un
compleanno
speciale.
Dieci anni di libri
innanzitutto,
ma anche
concerti, film,
incontri
di filosofia,
che hanno
reso questo
appuntamento
un vero festival
della cultura
Johan Stenebo, Kjell
Ola Dahl e Hallgrimur
Helgason. Anche il consolidato ciclo di film che
Parolario propone, quasi
ogni sera, riserva ampio
spazio alle pellicole scandinave, da Sinfonia d’autunno e Il posto delle fragole di Bergman, a Kitchen Stories di Hamer.
Il secondo approfondimento è per la Turchia,
con due giornate (3-4 settembre) di full immersion in questo mondo affascinante in bilico fra
Europa ed Asia, dove essere intellettuali può significare veder messa in
pericolo la propria libertà. “Scrittori minacciati e sotto scorta, ma la
letteratura turca vola”
è il titolo di una tavola
rotonda, cui partecipano
scrittrici come Ipek Calislar e Perihan Magden, docenti delle Università di Istanbul e Ankara, giornalisti e intellettuali come Murat Belge e Omer Madra. Il
pubblico di Parolario potrà inoltre vedere film
turchi mai approdati finora nelle sale italiane (saranno proposti con sottotitoli in inglese): per la
proiezione di Yumurta Uova sarà presente anche
il regista Semih Kaplanoglu, vincitore quest’anno dell’Orso d’Oro a
Berlino con Bal, mentre
DIECI ANNI IN NUMERI
9 le edizioni di Parolario
16 i giorni degli incontri
70.000 le presenze all’ultima edizione
180.000 i contatti dell’ultima edizione
120 gli eventi dell’ultima edizione
80 i giornalisti accreditati
485 gli articoli e i passaggi radio e tv che hanno
parlato di Parolario 2009
Un migliaio gli scrittori, i filosofi, gli studiosi che
sono stati ospiti a Parolario in questi 10 anni
Alcuni protagonisti
delle ultime due edizioni
per Iki Dil Bir Bavul Due lingue, una valigia
sarà presente uno dei due
registi, Orhan Eskikoy.
Attesissimi gli incontri
con il giallista Mehmet
Murat Somer (6 settembre) e con Serdar Ozkan
(30 agosto) che, con La timidezza delle rose, si è
conquistato da parte dei
critici europei il titolo di
“Piccolo Principe turco”.
LE NOVITÀ
Diverse le novità di
quest’anno, a partire dalle strutture che ospitano
la kermesse lariana, completamente rinnovate.
Innanzitutto, accanto
alle presentazioni di libri
freschi di stampa, il tema
del tempo offre l’occasione preziosa per rileggere
ed approfondire anche i
classici, con l’aiuto di
esperti fra i più quotati in
Italia. E non si poteva non
partire, parlando di tempo, da Marcel Proust e
dalle sue profumate madeleine, con una guida
autorevole come Giuseppe Scaraffia (31 agosto),
e dall’Ulysses di James
Joyce, che sarà riletto
dal filosofo Giulio Giorello e da John Mc
Court (7 settembre), au-
tentico punto di riferimento europeo per la critica joyciana. Senza dimenticare la letteratura
italiana, con approfondimenti su: Pirandello (5
settembre), cui Matteo
Collura ha dedicato una
biografia, presentata a
Parolario in anteprima
nazionale; su Manzoni,
con “il tempo di Don
Abbondio”, e la presenza di Gianmarco Gaspari di Casa Manzoni di
Milano, Matteo Collura e
del giornalista Andrea
Bosco; sul Canzoniere di
Petrarca, con Giuseppe
Frasso e Armando Tor-
no.
Una seconda novità è
data dalla folta presenza
non solo di autori, ma
anche di editori, librai,
insomma di professionisti
che lavorano con gli autori, che scelgono le opere
da immettere sul mercato italiano e che ne preparano l’uscita. Il pubblico di Parolario potrà così
curiosare nel backstage
del mondo dei libri, in tutto ciò che sta dietro le copertine che vediamo in
vetrina. Il 1 settembre
una tavola rotonda sarà
CONTINUA A PAG. 17
CRONACA
Como
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IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
È IL TEMA SCELTO PER QUESTA EDIZIONE
...che passa
In primo
piano
anche
cinema
e musica
Giocare con il tempo è da sempre una prerogativa del cinema e, celebrando il
decennale di Parolario, sarà divertente giocare con la settima arte, in una rassegna di
proiezioni serali quasi quotidiane in Piazza
Cavour. Film che hanno immaginato un futuro che, per noi oggi, appare già passato,
come quello inventato da Jules Verne con la
sua Macchina del tempo e tradotto in
celluloide da George Pal, o le città ipotizzate
dai maestri della Nouvelle Vague: quella
irregimentata da un sistema che impedisce
la lettura bruciando i libri a Fahrenheit 451
raccontata da Truffaut, e la Alphaville di
Godard. L’avvenire barbarico e fantastico dipinto da Boorman in Zardoz e quello
orwelliano e angosciante proposto da George
Lucas nell’Uomo che fuggì dal futuro e da
Terry Gilliam in Brazil.
SEGUE DA A PAG. 16
dedicata ai “Nordici che
scaldano le classifiche”, con i principali editori italiani di autori
scandinavi, giallisti e non:
Iperborea, Guanda e
Marsilio.
Terza novità, “Il poeta
del giorno”: ogni sera,
dalle 20.30 alle 21, incontro con un poeta locale,
per conoscerne meglio la
produzione, ma anche gli
amori letterari.
Ampio spazio è dato poi
alla creatività giovane,
sia nella scelta di autori
ancora da scoprire, sia
con iniziative inedite
come “Dreamers Time”,
un ciclo curato da Paolo
Lipari, in cui verranno
presentati i filmati realizzati dagli studenti della
Scuola Cine Video di Como.
DA NON PERDERE
Fra gli appuntamenti
da non perdere, quello con
Corrado Augias (28 agosto), impegnato insieme
al pianista Giuseppe Modugno in un reading musicale su Chopin, nel
bicentenario dalla nascita del grande compositore polacco.
Torna a Parolario anche
Sebastiano Vassalli (5
settembre) che presenta il
suo nuovo romanzo Le
Tutti gli
appuntamenti
ad ingresso
libero
due chiese.
Marcello Dell’Utri
(30 agosto) presenterà in
anteprima nazionale i
diari, veri o presunti, di
Benito Mussolini che saranno editi in autunno.
Fra i nomi più noti spiccano anche la psicologa
Silvia Vegetti Finzi, la
giornalista Benedetta
Tobagi, il principe italiano degli chef Gualtiero
Marchesi, il cantautore
Davide Van de Sfroos.
Puntata nel mondo della
moda con Tony di Corcia, Giusi Ferrè ed Elio
Fiorucci, che ricorderanno Gianni Versace. Carla Perrotti “La signora
dei deserti”, che ha fatto
della passione per lo sport
e i viaggi la sua professione, dedicando tutta la vita
alle esplorazioni nei luoghi più selvaggi dei cinque continenti, dall’Amazzonia al Borneo, dalla Papua Nuova Guinea a
numerose zone dell’Africa
e dell’Asia e riportandone
suggestive testimonianze
attraverso una puntuale
e continua attività di fotografa, documentarista,
articolista e scrittrice
Il 2 settembre è a
Parolario Fabio Geda
insieme al protagonista
del suo bestseller Nel
mare ci sono i coccodrilli,
il giovane afghano Enaiatollah Akbari, esule dal suo paese dall’età
di dieci anni.
Quarant’anni di relazioni segrete tra stato e
mafia attraverso la storia
di Vito Ciancimino. Ne
parlano Massimo Ciancimino e Francesco La
Licata autori del libro
“Don Vito”.
Particolarmente accattivante il ciclo di otto incontri filosofici curato
da Alfredo Tomasetta, che
prende le mosse dall’idea
che la filosofia, da molti
vista come un’astrazione
poco efficace nella vita di
tutti i giorni, sia in realtà
un tempo scelto per pensare, e quindi ben speso.
Tempo per pensare alle
virtù e ai vizi - la lussuria, la superbia, l’ozio;
a come dovremmo comportarci e a come ci comportiamo. O, ancora, tempo per riflettere su temi
difficili e importanti come
la natura dell’io e quella
di Dio. Tra gli ospiti,
Giulio Giorello (28 agosto) parlerà della lussuria, attraverso le opere di
Dante e Shakespeare,
Laura Bazzicalupo (5
settembre) della superbia
intesa come “passione
dell’essere”, Armando
Torno (6 settembre) dell’ozio come tempo ben
speso.
IL VESCOVO DIEGO
Doppio appuntamento
il 29 agosto con Christopher Hughes, esperto di
filosofia della religione, e
con il vescovo di Como
Diego Coletti, che indagherà le lettere di San
Paolo.
Per gli appassionati di
storia, si terrà in Biblioteca il ciclo “Il tempo ferito”, una serie di incontri con Matteo Dominioni,
Dario Fertilio, Giuseppe
Ciulla, Vittorio Romano e
Moreno Gentili, che an-
Non mancherà poi la musica dal vivo. E
sarà proprio la musica protagonista di un
eccezionale appuntamento - organizzato con l’Azienda Turistica e il Comune
di Campione D’Italia - il 9 settembre a
Campione: il concerto “De Andrè canta
De Andrè”, con cui Cristiano De Andrè
riproporrà i brani più famosi di suo padre
Fabrizio.
La sera precedente a Como, con la Fondazione Fabrizio De Andrè, verrà presentato il
libro Tourbook con Pepi Morgia e Elena
Valdini (8 settembre).
Il 12 settembre, a chiusura di Parolario, i
Sulutumana - con i critici d’arte Chiara Gatti e Michele Tavola - proporranno
nel magnifico giardino di Villa Grumello
un viaggio nell’arte del Novecento, tra immagini, parole e musica.
Da non perdere, il 29 agosto, Carlo
Massarini con i suoi foto-racconti di un’epoca musicale (gli anni 1969-1982) in cui tutto
era possibile.
A completare un calendario denso e variegato come di consueto, tre mostre: in Biblioteca i libri d’arte di Antonio Noia, per la quinta edizione di Altrepagine, a cura di
Arte&Arte; al Broletto i lavori dei giovani
artisti dell’Accademia di Belle Arti “Galli” di
Como; a San Pietro in Atrio mostra fotografica La città. Il tempo di uno scatto a cura
dei gruppi fotografici “I Diamanti” e
“Spinaverde Immagine”.
Lo spazio dei bambini, nel Foyer del Teatro Sociale, è come sempre affidato alle attrici-animatrici di Fata Morgana.
Parolario aspetta a Como tutti i lettori affamati di libri e parole dal 28 agosto al 12
settembre 2010.
Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso
gratuito.
dranno a toccare momenti scottanti del Novecento, ferite aperte nella memoria, trattando non solo
di storia ma della danna-
zione dell’uomo nella storia: l’Abissinia, l’Olocausto, la Romania del secondo dopoguerra, il dramma
del Kosovo.
I LUOGHI DI PAROLARIO
A COMO
Piazza Cavour;
Biblioteca Comunale di Como - piazzetta V. Lucati 1;
Foyer del Teatro Sociale - piazza Verdi;
Palazzo del Broletto - via Pretorio;
Ex chiesa di San Pietro in Atrio - via Odescalchi 12;
Chiesa di San Giacomo - piazza Grimoldi;
Liceo A. Volta - via Cesare Cantù 57;
Cinema Astra - viale Giulio Cesare 3
Villa del Grumello - via per Cernobbio 11
A CAMPIONE D’ITALIA
Piazzale Maestri Campionesi
CRONACA
P A G I N A
ComoSalute
18
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
MALATTIE RARE
Combattere
la sindrome
di Marfan
C
ome dice il nome
stesso, sono poco
comuni, cioè riguardano un numero limitato di
persone. Solo apparentemente, però, le malattie
rare sono un problema di
pochi. In Italia le persone
che ne soffrono sono migliaia, anche se è difficile
fare una stima precisa.
Proprio con l’obiettivo di
far conoscere una di queste malattie, la Sindrome
di Marfan, è attiva l’associazione Stefano - Bambini e Marfan, fondata 4
anni fa in memoria di un
bambino scomparso proprio a causa di questa
grave malattia, che ha la
propria sede a Dolzago
(Lecco) ma è ormai diventata un importante punto di riferimento anche
per i malati di tutta la
provincia di Como.
“La nostra associazione
- precisano Emanuela ed
Emilio Piffaretti, genitori di Stefano - è nata nel
2006 come naturale continuazione di alcune attività intraprese dopo la
morte prematura di nostro figlio, volato in cielo
il 10 marzo 2005 all’età di
4 anni e due mesi. La gioia, la voglia di vivere pienamente ogni momento,
la sete di conoscenza, la
felicità di stare insieme
con gli altri che aveva il
nostro piccolo, dovevano
continuare. Ma oltre a ricordare Stefano, ci proponiamo soprattutto di
sensibilizzare l’opinione
pubblica verso la Sindrome di Marfan (malattia
meno rara di quanto si
pensi) sostenendo la ricer-
ca scientifica in questo
settore e diffondendo informazioni corrette alle
persone colpite dalla malattia e alle loro famiglie
anche attraverso la sensibilizzazione dei Centri
medici per una tempestiva diagnosi e cura”.
MALATTIA
GENETICA
La Sindrome di Marfan
(SM) è una malattia genetica causata da un’alterazione del tessuto
connettivo (ossia di quel
tessuto che tiene uniti i
vari organi del corpo) ed
è stata descritta per la
prima volta nel 1896 dal
pediatra francese Jean
Antoine Marfan. Dal momento che tutti gli organi contengono tessuto
connettivo le manifestazioni della Sindrome di
Marfan interessano molte parti del corpo, specialmente il sistema scheletrico, gli occhi, il cuore e i
vasi sanguigni, i polmoni
e le membrane fibrose che
ricoprono il cervello e la
spina dorsale. L’incidenza
della patologia è di un
soggetto affetto su 5.000
- 10.000 nati vivi, e va
detto anche che un certo
numero di pazienti è rappresentato da casi sporadici, ossia da soggetti che
non hanno storia familiare e quindi sono portatori
di una mutazione “fresca”. Tra gli apparati colpiti dalla Sindrome di
Marfan vi è anzitutto
quello cardiovascolare,
con problemi d’aneurisma, di dissecazione dell’aorta e di prolasso della
valvola mitrale. Risulta-
Conosciamo da vicino
un’associazione che
ha sede nel lecchese ma
che è diventata punto
di riferimento per l’intero
territorio della provincia
di Como. Il suo scopo
far conoscere
le caretteristiche di questa
rara disfunzione genetica
pagina a cura di PAOLO BORGHI
no poi coinvolti gli occhi
(ectopia della lente,
miopia) e lo scheletro (scoliosi, anomalie della gabbia toracica). La malattia
può infine interessare
anche il sistema nervoso
centrale, i polmoni, la pelle e i legamenti. Nel 1992
è stato identificato uno
dei geni principali che
causano la Sindrome di
Marfan, si tratta del gene
fiblillina 1 (FBN1) localizzato sul cromosoma 15 in
posizione 21.1, il quale codifica per un microfilamento che è un importante costituente del tessuto
elastico. Tale gene, e la
proteina che viene da esso
codificata, risultano mutati nel 60% dei pazienti
con Sindrome di Marfan.
Le conseguenze di questa
mutazione sono spesso
devastanti e, ad oggi, incorreggibili. Una mancata diagnosi e prevenzione
cardiovascolare può portare a morte improvvisa
tra i 25 ed i 60 anni d’età.
La sindrome di Marfan
colpisce indifferentemente entrambi i sessi ed è
una malattia ereditata da
uno dei due genitori, a
sua volta affetto, nel 75%
dei casi, mentre nel rimanente 25% è una nuova
mutazione. Le persone
affette da tale sindrome
di solito sono più alte e
magre rispetto alla media
e presentano corpo sottile e braccia lunghe, dita
molto lunghe con pollice
allungato (le cosiddette
mani da pianista) petto
carenato, piedi piatti. La
gravità delle manifestazioni cliniche può essere
molto variabile da perso-
na a persona, anche all’interno della stessa famiglia. Infatti, alcuni individui presentano sintomi
lievi, mentre altri possono avere disturbi gravi.
Allo stato attuale non esiste ancora una terapia
specifica per questa malattia anche se si può intervenire per rallentare il
progredire di alcuni sintomi e per prevenire pericolose complicazioni sia
farmacologicamente che
adottando un adeguato
stile di vita. La prevenzione e l’informazione assumono quindi un ruolo decisivo ai fini della sopravvivenza del soggetto affetto dalla Sindrome di
Marfan, che sotto monitoraggio e cura costante può
condurre una vita normale e può contare su
un’aspettativa di vita di
oltre 70 anni.
IL GRUPPO
VOCALE
“INCANTO”
“Proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica
rispetto alla Sindrome di
Marfan - spiega Emilio
Piffaretti - raccogliere
fondi e nel contempo ricordare il piccolo Stefano,
nel gennaio 2007 abbiamo costituito, in seno alla
nostra associazione, il
“Gruppo Vocale Incanto”,
formato da una trentina
d’amici con la comune
passione per la musica e
il canto. Il Gruppo, da me
diretto, propone un repertorio assai vario spaziando dal canto gregoriano
alla polifonia moderna, e
all’interno di ogni concerto si propone anche in di-
Ecco gli appuntamenti del gruppo vocale “Incanto”
previsti dal prossimo settembre a fine anno.
lunedì 6 settembre ore 21.00
Chiesa di Somana di Mandello del Lario - Concerto
Domenica 19 settembre Bergamo
S.Messa solenne ore 09.30
12 novembre ore 21.00 Seregno (Mi)
Abbazia S. Benedetto - Concerto
martedì 21 dicembre Arlate (Lc) - Concerto
verse formazioni: a voci
femminili, a voci virili, a
voci miste, a coro completo e a piccoli ensambles.
In questi anni abbiamo
tenuto concerti in molte
località tra cui a Como
nella basilica di Sant’
Abbondio, riscuotendo
sempre consensi di pubblico e critica. Nelle nostre esibizioni ci avvaliamo anche della collaborazione di valenti musicisti
quali l’organista Mariateresa Muttoni, docente
presso il Conservatorio di
Rovigo, la pianista Clara
Pavan Dalla Torre e i
percussionisti Maurizio
Paletta e Luca Casiraghi,
nonché di attori quali
Anna Bonel. Proprio recentemente abbiamo tenuto un concerto nella
chiesa parrocchiale San-
ta Maria Assunta di Dolzago mentre nei prossimi
mesi terremo concerti
nella chiesa di Somana di
Mandello del Lario,
Bergamo, a Seregno nell’Abbazia San Benedetto
e ad Arlate. Dal 2007,
inoltre, ogni anno organizziamo la rassegna
concertistica “Fiori Musicali” alla quale partecipano molti musicisti che
mettono a disposizione il
loro talento donandoci
tantissime emozioni. Alla
rassegna di quest’anno
hanno già partecipato il
“Coro Brianza” di Missaglia e il “Coro Andrara” di
Andrara San Martino
(Bergamo) mentre il 27
novembre sempre nella
Chiesa di Dolzago ospiteremo il Coro Giovanile
San Pietro al Monte”.
PER SAPERNE DI PIÙ
Chiunque vuole conoscere l’Associazione Stefano - Bambini e Marfan, che ha la propria sede a
Dolzago in via ai Poggi 9, mettendo a disposizione le proprie competenze ed esperienze e partecipando alle diverse attività organizzate, può telefonare allo 0341.450022 o inviare un’e-mail all’indirizzo [email protected]
Circa 20 mila le persone colpite in Italia
S
i ritiene che in Italia circa 12.000 - 20.000
persone siano affette dalla Sindrome di
Marfan e anche diversi personaggi storici ne
sono stati indicati come probabili affetti:
Abraham Lincoln, Charles De Gaulle, Sergej
Rachmaninoff, Nicolò Paganini, il faraone Akhenaton
e Charles Maurice de Talleyrand. Le manifestazioni
della Sindrome sono molto ampie e diversificate: mentre per alcuni pazienti la diagnosi è immediata e precoce, per quei soggetti nei quali sono presenti solo
alcuni sintomi la diagnosi è difficoltosa. Soltanto
un’indagine genetica può in definitiva garantire una
diagnosi precisa per queste persone che, paradossalmente, sono più a rischio. Per un individuo colpito da
Sindrome di Marfan il rischio di una dissecazione
dell’aorta non è rara, e mentre un paziente diagnosticato sarà verosimilmente seguito durante tutta
l’evoluzione della malattia e quindi monitorato circa
le sue eventuali dilatazioni aortiche (e, nel caso, operato chirurgicamente onde scongiurare la dissecazione) quello non diagnosticato rischia di essere
colpito improvvisamente da dissecazione con conseguenze drammatiche. La diagnosi clinica della Sindrome di Marfan può essere problematica, data la
varietà dei sintomi, ma la precocità della diagnosi e
la consulenza genetica sono importanti per prevenire o ritardare le complicanze cardiovascolari. La diagnosi si basa sull’associazione di caratteristiche cli-
niche (cardiovascolari, scheletriche, oculari) e sulla
storia familiare. I soggetti affetti hanno una ridotta
aspettativa di vita perché purtroppo spesso le alterazioni molecolari della fibrina 1 sono causa di morte
improvvisa anche in soggetti giovani e sportivi. Proprio considerando la varietà delle manifestazioni cliniche della Sindrome di Marfan la gestione del paziente deve essere multidisciplinare. L’ectopia del cristallino può richiedere l’utilizzo di lenti correttive o
la sostituzione del cristallino e i pazienti devono essere seguiti dall’oculista per rilevare precocemente
la comparsa di glaucoma o un distacco della retina.
Sarà invece l’ortopedico a decidere se le anomalie del
torace o la scoliosi necessitano di terapia. Per quanto
riguarda i problemi cardiovascolari può essere utile
la somministrazione di beta bloccanti per ritardare
la comparsa dell’aneurisma all’aorta e la sua eventuale dissezione. Quando il diametro dell’aorta raggiunge i 5 cm. è necessario intervenire chirurgicamente. I pazienti non dovrebbero sottoporsi a sport
pericolosi né a sforzi fisici intensi, ma una moderata
attività fisica è senz’altro consigliata. Il progetto di
ricerca che si sta portando avanti ha come scopo
l’identificazione degli altri geni coinvolti nella Sindrome di Marfan: la caratterizzazione del difetto
molecolare nei pazienti consentirà, infatti, una prevenzione forse farmacologia (attualmente è solo una
speranza) ma sicuramente chirurgica, e consentirà
di offrire a tutte le coppie a rischio un servizio di diagnosi prenatale.
“Le nostre attività - aggiungono Emanuela ed Emilio Piffaretti - si sviluppano principalmente su quattro tematiche: perpetuare il ricordo di Stefano, far
conoscere la malattia per riuscire ad affrontarla meglio, condividere con i malati gli inevitabili momenti
di sconforto e sofferenza facendo in modo che non si
sentano mai lasciati soli, e aiutare attraverso le donazioni la ricerca perché è questa l’unica speranza
di riuscire a sconfiggere la Sindrome di Marfan. Le
offerte che raccogliamo in occasione dei nostri concerti e d’altre iniziative sono destinate proprio alla
ricerca scientifica e a supportare il lavoro del Centro
Malattie Genetiche Cardiovascolari del Policlinico
San Matteo di Pavia al quale abbiamo anche donato
materiale ludico e arredato la sala d’aspetto. I nostri
prossimi obiettivi sono quelli di pubblicare un “Prontuario del malato” e di finanziare una borsa di studio
da destinare ad un medico specializzato in cardiologia.
Inoltre, siamo sempre in contatto con altre associazioni che si occupano della Sindrome di Marfan a livello nazionale e internazionale e abbiamo realizzato , tenendolo continuamente aggiornato, il sito web
www.assostefano-bambiniemarfan.it dove è possibile prendere visione del video - congresso, di grande
interesse scientifico, tenutosi nel 2009 proprio sulla
Sindrome di Marfan”.
CRONACA
Como&territorio
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
GRANDE FESTA IN SANTUARIO IL 10 AGOSTO
Guanzate
celebra
S. Lorenzo
arà grande festa
al Santuario di
Guanzate martedì 10 agosto prossimo, in occasione
della festa di San Lorenzo, diacono e martire dell’anno 258 d.C.
Guanzate fin dai tempi
antichi ha venerato e venera il santo morto sulla
graticola. Quando il piccolo borgo si chiamava
Vogenzate, intorno al VIVII secolo d.C., San Lorenzo, secondo la tradizione di quei tempi di dedicare ai martiri le prime
chiese cristiane, venne
scelto come patrono della
locale comunità cristiana.
Ed anche il titolo del
santuario che è infatti
dedicato alla “Beata Vergine di San Lorenzo” è
un’altra prova della venerazione di questo Santo
presso i nostri concittadini di allora.
Proprio per non dimenticare le proprie radici cristiane e la scelta di questo Santo come patrono
S
Il santo, morto
sulla graticola,
è celebrato
in paese fin dai
tempi antichi.
Esposto il busto
che lo raffigura
dal 7 al 10
agosto
fatta dai nostri avi nella
notte dei tempi, si vuole
rendere solenne questa
ricorrenza con momenti
religiosi e legati alle tradizioni locali popolari.
Un triduo religioso nei
giorni 7, 8 e 9 agosto aprirà le celebrazioni e si concluderà la sera della vigilia, 9 agosto, con la Santa
Messa alle ore 20.30.
La giornata del 10 agosto avrà inizio alle ore
8.00 con la recita del Santo Rosario sul viale delle
cappelle, al termine del
quale alle ore 8.30 verrà
celebrata la Santa Messa
solenne durante la quale
verrà bruciato un pallone,
secondo la tradizione
ambrosiana in occasione
delle ricorrenze dei martiri.
Alle ore 16.00 la recita
dei vesperi e il bacio della reliquia del santo.
Alle 20.30 la Santa
Messa solenne e alle
21,30 il grande falò di San
Lorenzo. Un pallone infuocato verrà fatto scendere dalla cella campanaria fino a scontrarsi con
una pira di legna accatastata, incendiandola.
A partire dal 7 agosto e
fino alla serata conclusiva del 10 agosto verrà
esposto in Santuario il
busto del santo.
La festa liturgica del
santuario nella ricorrenza del santissimo nome di
Maria si terrà invece il
prossimo 12 settembre,
preceduta da una settimana ricca di momenti
religiosi che avrà il suo
inizio sabato 4 settembre.
Parallelamente una
P A G I N A
19
La Madonna
con il
bambino
Stava scendendo la sera precoce di autunno quando il pittore si ritrasse per osservare il lavoro finalmente compiuto; aveva passato l'intera
giornata a portare gli ultimi
ritocchi all'immagine della
Madonna con il Bambino che
gli era stata commissionata
da Giovanni Antonio nella
cappella in campagna appena fuori Guanzate.
Il sorriso che gli parve di intravedere sul viso della Madonna fu per lui la conferma
che la sua fatica era finita;
poteva concludere l'opera apponendo la data: 28 ottobre
1497.
Il santuario mariano di
Guanzate è situato in un luogo che già in epoca precristiana era dedicata al culto
degli dei. Con l'avvento del
cristianesimo venne edificata la chiesa dedicata al martire San Lorenzo (si parla del VI-VII sec.).
L'edificio attuale è un complesso che si è sviluppato nei secoli attorno alla
cappella con l'affresco della Madonna del Latte datato 1497. Nel 1661 la
cappella venne ricostruita su progetto di uno dei maestri campionesi, Isidoro
Bianchi, e alla sua scuola sono da ricondurre anche gli affreschi della volta.
Nel 1674 venne realizzato il lungo viale che porta al santuario.
Negli anni successivi furono aggiunte le altre due cappelle, la sacrestia, il
campanile che hanno dato vita al complesso che oggi possiamo ammirare.
dal sito www.santuariodiguanzate.it
grande festa popolare con
tavola calda, mostre, pesca di beneficenza, merca-
ti e tanti altri intrattenimenti che avranno la loro
conclusione con il tradi-
zionale spettacolo pirotecnico allieterà i presenti.
S. Anna. Concluse le celebrazioni ad Albiolo
Si è concluso lo scorso lunedì 26 luglio il denso calendario di celebrazioni dedicate alla festività di S. Anna in Albiolo, acclamata ormai da moltissimi anni nella
chiesa a lei dedicata.
L’oratorio di San Martino, che si trova al confine del paese e serviva i paesi circostanti, probabilmente risale all’XI – XII secolo. Non esistono documenti che ci
permettono di stabilire una data; solo la forma, lo stile semplice e il materiale usato ci fanno rilevare l’impronta romanica: la modesta facciata a capanna, la
mononavata, le capriate lignee, l’arcone in pietra comacina e l’abside in tufo con lesene verticali, archetti ciechi e le piccole monofore.
Più tardi, verso la fine del ‘400, si ottenne l’allargamento esterno mediante l’allungamento degli spioventi del tetto. Sul lato meridionale si costruì il portico e su
quello settentrionale due vani: uno utilizzato come sacrestia, e uno come luogo di ricovero per chi visitava la chiesa , o come luogo per riunioni.
Nel 1671 fu costruito il campanile incorporato in uno dei due vani, a sostituzione di quello primitivo con una sola campana.
Tra il 1300 e il 1500 l’oratorio fu decorato sia internamente, sia all’esterno con affreschi.
La tradizione racconta che questo oratorio, fuori dal centro abitato, sarebbe stato adibito a Lazzaretto durante la peste del XVI e del XVII secolo, e successivamente, come disinfestazione, sarebbe stato intonacato con calce. Solo a partire dal 1960 furono portati alla luce vari affreschi e dipinti, poi restaurati.
Questi dipinti non rappresentano un ciclo pittorico, ma sarebbero ex voto commissionati ad artisti locali per grazie ricevute.
Non si conoscono i nomi dei pittori. Le loro opere ci presentano un’arte semplice, popolare, povera di materiali (si usano solo terre), ma molto bella, espressiva e
tanto cara agli albiolesi.
L’oratorio era dedicato a San Martino, ritenuto protettore dei contadini. San Martino, figlio di un guerriero ungherese, si trasferì con la famiglia a Pavia e qui, nel
339, ricevette il Battesimo.
Lasciò la vita militare, diventò monaco e poi, nel 370, vescovo di Tours.
Questo santo si festeggia l’11 novembre. Nell’antichità gli affitti dei terreni e le decime dei frutti del raccolto, venivano versati proprio il giorno di san Martino:
capodanno agricolo.
La denominazione di Chiesetta di Sant’Anna nacque più tardi da un voto fatto alla Santa durante la peste del 1630.
La chiesa possedeva il simulacro di una Madonna rivestita di un prezioso damasco: questa statua era detta Madonna di “San Martino”. Dopo varie sollecitazioni
dei Vescovi di cambiare la statua, il parroco, nel 1929, sostituì la statua della Madonna con quella di Sant’Anna, in legno della Val Gardena.
A ricordo della gioia e per la famosa pioggia che portò la fine della peste (descritta anche dal Manzoni) che, avvenne proprio in estate, ogni 26 luglio, ricorrenza
di Sant’Anna, si celebra una grande festa: la festa dell’estate.
CRONACA
P A G I N A
20
Lago&territorio
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
ITINERARI
Lanzo intelvi:
lungo i sentieri
della guerra
e del contrabbando
La proposta
di una
passeggiata alla
portata di tutti,
lungo un tratto
dell’ormai famosa
Linea Cadorna
P
er chi ama la
mezza montagna
e non vuol rinunciare a camminare neppure con il
il caldo della piena estate, una passeggiata abbastanza facile e senz’altro
gradevole è la salita da
Lanzo Intelvi verso i percorsi dedicati al contrabbando e alle trincee della
cosiddetta Linea Cadorna. Non è indispensabile
percorrere l’intero tragitto, che nel caso del Percorso delle Trincee prevede
un dislivello di circa 400
metri e un tempo di percorrenza piuttosto lungo;
se non si è più che allenati è meglio accontentarsi
della metà, raggiungendo
i primi tre punti d’interesse con un dislivello di soli
200 mt.
L’imbocco del percorso,
ripristinato dalla Comunità Montana Lario Intelvese insieme alla Pro
Loco e agli alpini, e giustamente dedicato al compianto storico e ricercatore arch. Luigi Mario Belloni, si trova proprio sul
trivio Pian delle Noci Lanzo Centro - Val Mara
ed è segnalato da pannelli illustrativi. Ci sono piccole piazzole nei dintorni
per lasciare eventual-
mente l’auto. Il sentiero è
ampio e il fondo abbastanza morbido per il fogliame che ricopre la roccia. Potrebbe esserci qualche problema se fosse appena piovuto, con formazione di pozze di fango e
l’attraversamento di una
valletta che diventa una
cascata. Ricalcando l’antica strada militare il sentiero si addentra nel bosco, quasi sempre in ombra (tanto che la temperatura si è mantenuta sui
24 C° anche quando ‘fuori’ erano 36), con qualche
breve scorcio panoramico
sulla vallata. Ma il bosco
in sé vale la fatica perché
sembra in tutto e per tutto una foresta delle fiabe,
dove quasi ogni albero ha
nodose radici ricoperte di
TRADIZIONALE
FESTA DEI COMPLEANNI
NELLA CASA ALBERGO
DI LOMAZZO
Sabato 31 luglio, nella Casa di via Del
Laghetto 9, come tutti i sabati di fine mese,
si festeggeranno gli ospiti che hanno compiuto gli anni nel mese di luglio con parenti, amici
e volontari.
La festa avrà inizio alle 15.30 e sarà allietata dalla musica e dalla simpatia della signora Carla Albe di Lomazzo.
Vi potranno partecipare parenti, amici, volontari e chiunque altro vorrà intervenire.
Gli ospiti festeggiati saranno:
Fernanda Andreani (76 anni), Luigia
Introzzi (81 anni), Delia Beretta (81 anni),
Margherita Greco (83 anni), Adele Cremasco
(84 anni), Italo Taborelli (85 anni), Iolanda
Moltrasio (86 anni), Cesarina Introzzi (87
anni), Luigia Marinoni (87 anni), Violette
Burkhardt (89 anni), Fiorina Nava (89 anni),
Pierina Marinoni (92 anni).
muschio che creano forme
fantastiche, e non mancano fiori, farfalle e… con
un po’ di fortuna, caprioli.
Dall’imbocco al cippo
che segna il confine italosvizzero il tempo di percorrenza segnalato è 30
minuti, con un pochino di
fantasia (o di… gambe da
alpino); a pochi passi dal
cippo c’è la prima trincea
con postazione di artiglieria, poco più avanti un’altra trincea in galleria che
sbocca sullo strapiombo
con visuale sulla Svizzera, e ad altri quindici minuti ecco le baracche, resti degli alloggiamenti dei
soldati stanziati sulle
fortificazioni dell’O.A.F.N.
(Occupazione Avanzata
Frontiera Nord), meglio
conosciuta come Linea
Cadorna. A un certo punto dei morbidi tornanti ci
si trova a un quadrivio
avendo a destra il Sentiero dei Contrabbandieri
diretto al “Foo di Paròl”,
a sinistra la via alta che
porta a Orimento e al
Monte Generoso, e la via
per cui si raggiungono
appunto le Baracche, a
poco più di 1130 mt di
quota. Dall’imbocco, a
poco meno di 900 metri
s.l.m., contando le soste
per visitare le fortificazioni, leggere i pannelli
illustrativi, fotografare,
fare uno spuntino ecc. abbiamo impiegato circa
due ore.
Dal quadrivio si possono raggiungere le trincee
alte, non tutte visitabili,
“TORRI, ROCCHE, FORTEZZE
E CASTELLI DEL TRIANGOLO LARIANO”
AD ALBAVILLA
Chiude venerdì 30 luglio la mostra
itinerante di fotografie “Torri, rocche, fortezze e castelli nel triangolo Lariano” esposta
presso la Sala Consiliare dell’ex sede Municipale di Albavilla, Villa Giamminola, via
Patrizi. Orario di visita 15 - 18.
Si tratta di 40 pannelli che illustrano i 31
comuni dell’area oltre a Como e Lecco.
Il progetto è stato realizzato dall’associazione Appuntamenti Musicali di Brunate in
collaborazione con la Società Archeologica
Comense grazie al contributo della Comunità Montana del Triangolo Lariano e della
Fondazione Provinciale della Comunità
Comasca.
fino al Barco dei Montoni
a circa 1300 metri; oppure scendere per un altro
sentiero più lungo che
sbocca nei pressi del golf
del Pian delle Noci (da qui
si segue la provinciale
asfaltata fino a tornare
all’imbocco del percorso).
Il ritorno dal medesimo
sentiero dell’andata richiede un’ora.
Per pranzare, al Pian
delle Noci si trova la Locanda del Notaio, ristorante per gourmet segnalato da tutte le grandi
guide gastronomiche: il
menu è sempre molto particolare e il prezzo ovviamente è adeguato. Anche
la struttura è molto bella
e originale con un misto
di stili, dai mobili d’antiquariato della sala colazione alla scultura moderna che decora il giardino,
completato da laghetto
con ponticello in stile
giapponese.
Vicinissimo all’imbocco
del percorso delle trincee
c’è invece il Crotto Dogana, pure con ampia scelta di vini e specialità che
spaziano dall’abbondante
antipasto di salumi locali alla pasta con frutti di
mare “racchiusa” nell’impasto della pizza.
Se invece dopo tanta
foresta si ha voglia dell’aria del lago (o si teme
di dover richiedere un
mutuo per pagare il pranzo), si può scendere sulla
riva di Osteno dove Il Torrione, minuscolo bar inserito in un’antica casa di
pietra coi ballatoi di legno
a sbalzo, offre saporite
piadine e focacce proprio
sulla passeggiata, a pochi
metri dagli anatroccoli
che sguazzano.
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Lago&Valli
21
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
APPUNTAMENTI D’ESTATE
Erbonne visto
dal Generoso
È tutto pronto
per mOvRimento
abato 7 e domenica 8 agosto torna
anche quest’anno
“mOvRIMENTO”,
la grande manife
stazione organizzata nell’ambito del “Grande Progetto di Montagna” da
Regione Lombardia, Provincia di Como, Comunità Montana Lario Intelvese, Comuni di Pellio
Intelvi e San Fedele Intelvi, ERSAF - Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste -, Consorzio Forestale
Lario Intelvese, e, per la
parte svizzera, dalla Regione Valle di Muggio, Val
Mara e Salorino e dal Comune di Breggia. L’alpe di
Orimento, l’alpe di Gotta,
Erbonne, Scudellate saranno lo scenario di due
intensi week-end dedicati alla valorizzazione del
territorio di confine italosvizzero, in cui si alterneranno una interessante
varietà di eventi enogastronomici, culturali, didattici, e ricreativi. Ecco
il programma:
S
Sabato 31 luglio
ore 20.30, a S. Fedele
Intelvi, presso la Sala
Conferenze della Comunità Montana Lario Intelvese, serata “L’origine del
territorio della Valle
Intelvi e del lago di Como”, a cura di Filippo Camerlenghi, dell’Associazione Proteus.
Martedì 3 agosto
ore 20.30, a S. fedele Intelvi, presso la Sala Con-
L’alpe di Orimento, l’alpe di Gotta,
Erbonne, Scudellate saranno
lo scenario di due intensi week-end
dedicati alla valorizzazione
del territorio di confine italo-svizzero,
in cui si alterneranno una interessante
varietà di eventi enogastronomici,
culturali, didattici, e ricreativi
ferenze della Comunità
Montana Lario Intelvese,
serata “La Grotta Generosa e le sue scoperte”, a
cura di Barbara Laurenti
e Fabio Bona, dell’Associazione L’Armadillo.
Sabato 7 agosto
ORIMENTO
Per raggiungere L’Alpe di
Orimento da San Fedele
Intelvi sarà attivo un servizio gratuito di bus navetta da Piazza Carminati con orario continuato dalle 8.30 alle 18.30
(ultima corsa da Orimento). Sabato 7 agosto il parcheggio di Orimento non
sarà disponibile.
Saranno presenti operatori del Gruppo Volontari
Protezione Civile per indicazioni sulla viabilità.
Ore 9.30 Camminata con
attività di orientamento
tra testimonianze storiche e ambiente alpino a
cura del Soccorso Alpino
Valle Intelvi (consigliata
prenotazione tel. 031830741/mattino). Ritrovo
e partenza da Orimento,
alla fermata navetta; ar-
GIORNATA ZONALE
DI SPIRITUALITÀ
CON L’AZIONE CATTOLICA
ZONA PREALPI
L’Azione Cattolica Zona Prealpi propone, per mercoledì 4 agosto, una giornata zonale di spiritualità, presso il colle
S. Maffeo a Rodero.
Tema della giornata sarà: “”Il volto missionario delle comunità cristiane”.
Il programma prevede:
Ore 9.00: recita delle lodi
ore 9.30: relazione a cura di Padre
Mario Frigerio, missionario del PIME,
meditazione personale e possibilità di
confessione
ore 11.30: S. Messa
a seguire pranzo comunitario;
ore 14.00 : condivisione guidata da don
Mario Ziviani, vicario foraneo zonale
ore 15.30 : recita del S. Rosario
ore 16.00 : conclusione.
Note pratiche:
La giornata è rivolta a giovani e adulti
interessati a vivere un momento condiviso di spiritualità;
Per il pranzo o per esigenze di trasporto è necessario prenotarsi telefonando
a:
Aurelia:
031-440261
Augusta:
031-550187
Maria:
031-805095
rivo a Orimento ore 12.
Ore 10.00, 11.00, 14.00 e
15.00
laboratorio
caseario di manipolazione
del latte “Il formaggio lo
faccio io”, a cura di A.L.
D.A. (Associazione Lombarda per la Didattica in
Agricoltura).
Ore 10.00 e 14.00 gioco
degustazione formaggi
“Caccia al cacio”, a cura
di A.L.D.A.
Ore 10.00, 11,00, 14,00 e
15,00 simulazione di scavo con i paleontologi dell’Associazione L’Armadillo.
Dalle ore 10.00 alle ore
16.00 esposizione maschere lignee tradizionali, dimostrazioni pratiche
di intaglio dei mascherai
di Schignano dell’Associazione la M.A.SCH.E.R.A
(con breve relazione multimediale alle ore 10.30 e
ore 15.00).
Ore 11.00 degustazione
guidata formaggi con abbinamenti a cura di E.
R.S.A.F.
Ore 11.30 interventi istituzionali. A seguire aperitivo presso Baita Orimento offerto dalla Co-
munità Montana Lario
Intelvese.
Dalle ore 12.00 possibilità di pranzo al prezzo
convenzionato di 10 euro
presso la Baita Orimento
(tel. 031.830412).
Dalle ore 14.30 alle ore
15.30 Due passi …alla
scoperta della Foresta
Monte Generoso su sentiero GPM a cura di E.
R.S.A.F.
Ore 15.30 concerto del
Trio Corno delle Alpi/Fisarmonica/Cornamusa.
GROTTA
GENEROSA
In occasione della festa la
Grotta Generosa sarà
visitabile a prezzo ridotto (adulti 5 euro; bambini
da 6 a 16 anni 3 euro;
bambini sotto i 6 anni
gratis; biglietti acquistabili all’entrata). Ricordiamo che la Grotta Generosa è raggiungibile dall’Alpe di Orimento tramite il
sentiero paleontologico
(circa 50-60 minuti) oppure partendo dalla Vetta
Generoso seguendo il sentiero che scende in territorio italiano (circa 30-40
minuti)
Domenica 8 agosto
ERBONNE
Dalle ore 10.00 alle ore
16.00 Mostra fotografica
del gruppo “Controluce”
di Cerano d’Intelvi” Com’era com’è: la Valle
Intelvi tra passato e presente”.
Ore 12.00 Festa di paese
con pranzo all’aperto a
base di prodotti tipici (a
pagamento).
SCUDELLATE
Dalle ore 11.00 alle
16.00 Musica popolare
nei vicoli di Scudellate
con i “Tri per dü”.
Ore 10.00, 11.00, 14.00 e
15.00 laboratorio caseario di manipolazione del
latte “Il formaggio lo faccio io”, a cura di A.L.D.A.
Ore 10.00 e 14.00 gioco
degustazione formaggi
“Caccia al cacio”, a cura
di A.L.D.A.
Dalle ore 10.00 alle
16.00 mercatino dei prodotti tipici, formaggi, vino, farina di polenta, artigianato (ricami, tappeti
di Sagno).
Ore 10.00 - 12.00 e 14.00
- 16.00 Laboratorio di
smielatura, a cura del-
“IL LARIO E LE SUE VALLI” IN MOSTRA A LENNO
Un affascinante viaggio pittorico alla scoperta degli angoli più
suggestivi del nostro territorio: è questa la mostra “Il Lario e le
sue valli” della pittrice Valery (Silvana Azimonti Valerio) che sarà
aperta dall’1 agosto presso il Battistero romanico di Lenno.
Le luci, i colori, le suggestioni del lago e delle montagne diventano
raffinati tocchi di pennello negli spazi piccolissimi delle sue miniature, esposte accanto a delicati acquerelli raffiguranti sempre
il Lario e la sua gente, colta nelle attività tradizionali. Le opere di
Valery vogliono essere un invito ad osservare con uno sguardo più
attento l’ambiente che ci circonda, lasciandosi incantare dalla
magia e dalla bellezza di un particolare, di un angolo nascosto,
per apprezzare e amare di più questo grande patrimonio che è un
po’ di tutti noi.
Ha scritto Antonio Murgia nella presentazione alla mostra: «Freschezza di boschi e torrenti, vita all’aria aperta e scorci d’antichi
mestieri, riscoperta di valori desueti o soffocati dalla caotica vita
moderna rivivono e risplendono davanti al nostri occhi e ci riportano, per un attimo, al come eravamo dei nostri rimpianti. Nelle
opere di Valery è dominante la luminosità, un elemento presente,
soprattutto, nelle miniature dove esplode, con inattesa meraviglia,
sul viso del visitatore non appena si metta a fuoco la lente d’ingrandimento. Tutta la produzione artistica di questa pittrice lariana
è il risultato di un lungo tirocinio e della perfetta simbiosi tra il
suo mondo interiore e la realtà del quotidiano. Negli acquerelli e,
soprattutto, nelle miniature dl Valery, le sonorità della musica, lo
stupore infantile di fronte ai colori e l’intrinseca poesia della natura concorrono a trasformare ogni sua opera in un crogiolo d’armonie dove questi tre doni hanno trovato la loro fusione ideale».
Un angolo della mostra sarà riservato ad una rassegna di disegni
e oggetti artistici della figlia Alessandra Valerio, che dalla madre
e dal nonno, il noto pittore menaggino Bruno Azimonti ha ereditato senso creativo e abilità manuale, pur nella personalissima
espressione artistica.
La mostra rimarrà aperta tutti i giorni fino al 26 agosto con i
seguenti orari: ore 10.00-12.00, 16.00-19.00 e 21.00-23.00.
l’Azienda Agricola Merì
(sul sentiero tra Erbonne
e Scudellate), che per tutta la giornata sarà aperta.
Ore 12.00 possibilità di
gustare polenta e brasato all’aperto su prenotazione presso l’Ostello di
Scudellate, tel. 0041(0)
916841388.
ALPE DI GOTTA
Ore 9.00 camminata lungo il percorso delle trincee e dei contrabbandieri. Ritrovo e partenza a
Lanzo Intelvi, al bivio per
Dogana di Valmara; arrivo all’Alpe di Gotta alle
ore 11.00, a cura di
E.R.S.A.F.
Ore 12 Santa Messa. A
seguire, rinfresco offerto
dal Comune di Pellio
Intelvi.
GROTTA
GENEROSA
In occasione della festa la
Grotta Generosa sarà
visitabile a prezzo ridotto.
Per informazioni: Comunità Montana Lario Intelvese, tel. 031-830741
(mattino).
CON MONDO TURISTICO
VISITE GUIDATE
ALLA CHIESETTA
DI S. ALESSANDRO
DI LASNIGO
L’Associazione Culturale “Mondo Turistico” ricorda per domenica 1 agosto
e per tutte le prime domeniche del
mese fino a ottobre, la possibilità di
visite guidate gratuite alla chiesetta
romanica di S. Alessandro di Lasnigo
(lungo la strada Erba-Bellagio), in collaborazione con la parrocchia di Asso.
L’appuntamento è per le ore 15.30 sul
luogo; la visita guidata inizierà con la
spiegazione della storia del monumento e delle cappelle della Via Crucis poste lungo il muro perimetrale, fino agli
ultimi restauri terminati nel 2007 e
proseguirà mostrando gli scavi
archeologici e la splendida decorazione interna. L’interno è un ambiente ad
aula unica suddivisa da archi trasversi
ed affrescato, nella zona absidale, con
immagini della Vergine e di santi e con
la scena della Crocifissione dipinta da
Andrea de Passeri nel 1513 sulla parete di fondo del presbiterio.
Non è necessaria la prenotazione.
Per informazioni: Mondo Turistico, tel.
339-4163108; e-mail: mondoturistico
@virgilio.it.
S.F.
P A G I N A
23
Sondrio
CRONACA DI
E
P R O V I N C I A
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SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
PER L’ESTATE E A SETTEMBRE ECCO IL CALENDARIO DELLE ATTIVITÀ IN PROGRAMMA
Iniziative al Santuario di Tirano
C
inque venerdì estivi tutti dedicati alla musica per
organo. A suonare il secentesco
organo della basilica della Madonna di Tirano
sarà il maestro Ennio
Cominelli, il quale già i
tiranesi avevano imparato ad apprezzare durante
l’estate 2008. Ogni concerto si terrà alle ore
11.00 e i venerdì interessati, dopo quello del
23, sono il 30 luglio e il
6, 13, 20 agosto.
L’organo, “ringiovanito”
nella parte strumentale
dalla Ditta organara Giovanni Pradella di Berbenno, tra giugno e novembre
del 2009, si farà apprezzare per le straordinarie
qualità nonostante i circa 400 anni di anzianità.
Un tempo non breve nel
quale già altre volte il
poderoso strumento era
andato incontro a interventi di varia natura: verniciatura della cassa nel
1651 – 1652 ad opera del
maestro Giovanni Silvestro “legnanaro” ed intagliatore probabilmente
engadinese, doratura nel
1653 eseguita dal bormino Giovanni Casolario.
Entrambe le opere furono
aggiornate nel 1701-1702
da Matteo Quadrio. La
parte più strumentale fu
costruita e mantenuta in
principio dal milanese
Michelangelo Valvassori,
nella prima metà del ‘600;
ai quali si succederanno
gli interventi mirati ad
alcune parti specifiche
durante il secondo ‘600:
quello di Carlo Praga
come si trova scritto nelle cronache del tempo,
serviva a: “commodare
l’orgeno et li manici et
peladi”.
SANTUARIO MADONNA DI TIRANO
APERTURE ESTIVE
• Per favorire le visite dei fedeli,dei pellegrini e dei turisti, il Santuario-Basilica della Madonna di Tirano osserverà, come ormai da anni, l’apertura continuata dalle ore 7.00 alle ore 19.00 nei mesi di luglio, agosto e settembre.
MESSA IN SANTA PERPETUA
• Nei giovedì di luglio e agosto, alle ore 20.00, S. Messa in Santa Perpetua.
GIORNATA PROVINCIALE DELL’AMMALATO
DOMENICA 5 SETTEMBRE
Domenica 5 settembre si celebra la Giornata Provinciale dell’ammalato,
organizzata del santuari con la preziosa ed esperta collaborazione dell’Unitalsi:
• ore 7.30 e ore 9.30: Santa Messa
• ore 9.30: accoglienza dei fedeli e dei malati sul piazzale e nelle sale attigue
• ore 10.30: celebrazione della santa Messa solenne in piazza Basilica
• ore 12.00: per chi volesse è possibile avere i locali per la colazione al sacco
• ore 15.00: celebrazione mariana:santo rosario, litanie, recita della preghiera
alla Madonna di Tirano, benedizione eucaristica ai malati e a tutti i fedeli
• ore 16.30 e 18.30: sante Messe
NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DELL’APPARIZIONE
TEDÌ 28 SETTEMBRE
MARTEDÌ
DA LUNEDÌ 20 A MAR
• ore 5.30: recita del Santo Rosario e litanie mariane
• ore 6.00: Santa Messa (con omelia e preghiera alla Madonna di Tirano)
• ore 7.30: Santa Messa
• ore 9.00: Santa Messa alla Cappella dell’Apparizione
• ore 16.00: Santa Messa (solo mercoledì 22 settembre)
• ore 17.30: recita del Santo Rosario
• ore 18.00: Santa Messa
Confessioni: dalle ore 5.30 alle ore 12.00; dalle ore 14.30 alle ore 19.00
PELLEGRINAGGIO DALLA VALPOSCHIAVO
Tuttavia, l’intervento
che segna la lunga attività dello strumento musicale sarà quello effettuato nel 1813-1814 dal bergamasco Giovanni Bossi.
L’impostazione data dal
Bossi sarà poi quella che
ancora oggi, sostanzialmente, si può osservare.
Da allora in poi l’unica
variazione di una certa
importanza sarà l’aggiunta di una seconda tastiera per opera di Luigi
Parietti, allievo della casa
Serassi nell’estate del
1882. L’unico intervento
di grande rilevanza del
ventesimo secolo è datato 1970 quanto i Padri
Serviti diedero incarico
alla Ditta Fratelli Piccinelli di Ponteranica (Bg)
di porre rimedio ai sopraggiunti “acciacchi”
del tempo e ridare il giusto valore a un organo e
una chiesa dall’indiscusso valore storico.
Domenica 26 settembre: giungerà per l’ultima Santa Messa vespertina delle ore 18.00 (e non 18.30).
GIORNATA DELL’APPARIZIONE
MERCOLEDÌ 29 SETTEMBRE
• ore 5.30: recita del Santo Rosario e litanie mariane
• ore 6.00: Santa Messa (con omelia e preghiera alla Madonna di Tirano)
• ore 7.30: Santa Messa
• ore 9.00: Santa Messa alla Cappella dell’Apparizione
• ore 10.30: Santa Messa presieduta dal Vescovo Diego Coletti
• ore 15.00: recita del Santo Rosario, litanie mariane, benedizione eucaristica
• ore 16.00: Santa Messa
• ore 17.30: recita del Santo Rosario
• ore 18.00: Santa Messa
• ore 20.30: processione; a seguire, concerto della Banda cittadina
ROBERT WALTER NAZZARI
SOLUZIONI PER IL TRAFFICO SULLA SUPERSTRADA
Il Prefetto e il Presidente della Provincia di Sondrio, la scorsa settimana, a Palazzo Muzio, hanno presieduto una riunione alla presenza del Viceprefetto vicario,
del Questore, del Comandante della Polizia Stradale e dell’Assessore alla Viabilità della Provincia di Lecco, nonché del Capo Compartimento Anas per la Lombardia, del Questore, del Comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato e
delle altre Forze di polizia territoriali, del Comandante provinciale dei Vigili del
Fuoco, dell’Assessore provinciale alla Viabilità, del Dirigente del Servizio AAT118 e del Presidente della Confcommercio. Nel corso della riunione sono state
affrontate le problematiche relative alla viabilità della strada statale n. 36 «Del
Lago di Como e dello Spluga» che, come è noto, è arteria vitale per questa provincia. Gli intervenuti hanno convenuto di continuare a operare congiuntamente attraverso l’istituzione di un apposito tavolo tecnico per risolvere tutti gli eventuali
problemi di viabilità che si dovessero presentare sulla predetta arteria. Ciò anche
in considerazione della prossima apertura del cantiere per la ristrutturazione della
galleria di Monte Piazzo. Per quanto concerne i lavori di ripristino del tratto di
carreggiata nord interessato dalla frana del gennaio scorso all’altezza di Varenna,
fino al termine dei medesimi, confermato per il 2 settembre prossimo, proseguirà
l’applicazione del piano di deflusso appositamente predisposto, in base al quale
ogni domenica dalle ore 16.00 alle ore 24.00 entrambe le corsie della carreggiata sud vengono riaperte al traffico di rientro verso i grandi centri
urbani, con contemporanea deviazione sulla strada provinciale litoranea
n. 72 dei veicoli diretti a nord. Tale soluzione è stata ritenuta ottimale e rispondente alle sopravvenute esigenze viabilistiche connesse al periodo estivo.
BRUTTA AVVENTURA PER GLI SCOUT DI SONDRIO
Notte di paura, fra domenica 25 e lunedì 26 luglio, per un gruppo scout di Sondrio.
Trenta i partecipanti al campo estivo in Svizzera, in località Selva, nel comune di
Brusio. Accampati in un terreno di proprietà della Chiesa evangelica, ragazzi ed
educatori sono stati aggrediti da una decina di persone che hanno smontato le
tende, nelle quali gli scout dormivano, e hanno cominciato a colpirle con dei bastoni. I capireparto sono riusciti a mettere in fuga gli aggressori che si sono dileguati
nei bosch. Un fatto deplorevole e sconcertante, questo il commento delle autorità
locali e dei cittadini di Brusio. Il municipio elvetico è intervenuto sul posto, insieme alle autorità di polizia. I giovani scout sondriesi hanno declinato l’offerta di un
altro luogo per il campo, preferendo far rientro nel capoluogo valtellinese.
SONDRIO FINANZIAMENTI DALLA PROVINCIA
Programma per disabili
F
inanziamenti alle
cooperative sociali per lo sviluppo
di un nuovo ramo d’impresa e
per il mantenimento al
lavoro di persone disabili. Finanziamenti alle
aziende per la promozione di azioni utili all’integrazione nelle aziende di persone con disabilità. Finanziamenti
alle aziende per l’ade-
guamento del posto di
lavoro e per tecnologie
innovative finalizzate
all’inserimento e al
mantenimento di persone disabili nel ciclo
lavorativo. Questi gli
obiettivi dei tre bandi promossi e pubblicati dal
Servizio Politiche Sociali
della Provincia di Sondrio. I tre dispositivi rientrano nel “Piano provinciale per l’inserimento
mirato al lavoro dei disabili 2007 – 2009" previsto
dal Fondo regionale per
l’occupazione dei disabili,
legge 68/99 e legge regionale 13/03. Il termine
massimo per tutti e tre i
bandi scade il 30 novembre. «Con queste tre nuove azioni - spiega l’assessore Alberto Boletta - si
avvia alla conclusione un
progetto molto importante per la popolazione».
GIORNATA PROVINCIALE DELL’AMMALATO
A TIRANO DOMENICA 5 SETTEMBRE
Domenica 5 settembre, presso il santuario della Madonna di Tirano, si celebra la tradizionale Giornata Provinciale dell’ammalato, organizzata del santuario con la preziosa ed esperta collaborazione dell’Unitalsi provinciale. La
giornata seguirà il seguente programma:
• ore 7.30: santa Messa
• ore 9.30: santa Messa
• ore 9.30: accoglienza di fedeli e malati sul piazzale e nelle sale adiacenti
• ore 10.30: celebrazione della santa Messa solenne in piazza Basilica
• ore 12.00: per chi volesse è possibile avere i locali per la colazione al sacco
• ore 15.00: celebrazione mariana:santo rosario, litanie, recita della preghiera alla Madonna di Tirano, benedizione eucaristica
• ore 16.30 e 18.30: sante Messe
CRONACA
P A G I N A
24
Valchiavenna
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
PRATA CAMPORTACCIO DON ANACLETO PARROCO DA 50 ANNI
Un don da “record”
C
inquant’anni da
parroco a Sant’
Eusebio. La comunità di Prata
Camportaccio ha
festeggiato il proprio
“don dei record”, Anacleto
Pegorari. Venerdì, in un
clima segnato dalla tristezza per la scomparsa
di Pia Assunta Gianoli, la
chiesa ha accolto la funzione dedicata al mezzo
secolo di presenza in paese del sacerdote originario di Caspoggio in Valmalenco. Nato il 2 febbraio del 1934, ordinato sacerdote a Como il 22
giugno 1958 dal vescovo
Felice Bonromini, don
Anacelto ha trascorso i
primi due anni a Delebio.
Poi il 23 luglio del 1960 è
arrivato a Prata.
«Ricordo di essere arrivato in pullman - dice -.
In piazza c’era il sindaco,
mi ha annunciato di portarmi il saluto di una parte del paese. Erano tempi
diversi da quelli di oggi,
Prata era un paese particolare, per certi aspetti
diviso fra chi la pensava
in maniera differente - ricorda descrivendo una situazione comune in molti
paesi d’Italia -. Ora la comunità è cresciuta e siamo arrivati a 1.400 per-
sone, con molte persone
provenienti da fuori che
hanno modificato anche il
tessuto sociale. Con il
passare degli anni abbiamo visto aumentare la
collaborazione nei confronti della parrocchia e
si sono ristrutturate la
chiesa e la casa del sacerdote. Venerdì sera la comunità ha vissuto un
momento triste per la
scomparsa di una nostra
parrocchiana, ma posso
dire che ho visto tantissima gente in chiesa, non
me l’aspettavo. E’ stato
un motivo di grande emo-
zione: in cinquant’anni
trascorsi a Prata è stato
il giorno migliore».
C’è spazio anche per un
ricordo scritto da un persona del paese, pubblicato due anni fa sul bollettino dedicato ai cinquant’anni di sacerdozio,
che riassume il pensiero
dei compaesani nei confronti del proprio don.
«Nel luglio del 1960 - scriveva la donna - ero davanti a casa seduta su una
panchina con mio papà,
quando si ferma un ragazzino sorridente alla
guida di una moto e ci
dice “fra poco sarò il vostro parroco”. Mio papà lo
osserva attentamente e
poi esclama: “Tu non sei
un prete, sei uno
sbarbato”. Poi si è fatto un
grande prete». «I miei superiori non mi hanno mai
spostato, e io non ho mai
chiesto di andarmene aggiunge don Anacleto,
che per molti anni ha lavorato anche come insegnante di religione e ora
è impegnato come cappellano alla casa di riposo
della città del Mera -. Credo che Prata sia sempre
più vicina a Chiavenna,
insieme alle parrocchie di
questa città promuoviamo numerose iniziative
liturgiche e dedicate ai
bambini, ritengo che il
nostro destino sia quello
di unirci sempre di più
sotto molti punti di vista».
In ottobre ci saranno altri
momenti di festa dedicati
al mezzo secolo di don
Anacleto in paese. “Cinquant’anni in una parrocchia sono un’esperienza di
tutto rispetto, ma non sono
il solo. Nell’altra frazione
del nostro comune, San
Cassiano, don Settimo ha
lavorato per un periodo
altrettanto lungo», conclude il sacerdote.
S.BAR.
A PIURO DAL 27 AGOSTO AL 3 SETTEMBRE
L’OPERA TRA ITALIA E SVIZZERA
L’opera è stata scoperta dallo storico locale Gian Primo Falappi e sarà ora protagonista di una dieci giorni
tra arte, cultura, storia e ambiente a Piuro. Davvero
ricchissimo il programma della manifestazione “Dieci
giorni tra Storia Cultura Musica Teatro Ambiente e
buona Cucina” organizzata dall’Associazione ItaloSvizzera per gli Scavi di Piuro che quest’anno si terrà
dal 27 agosto al 5 settembre.
L’evento culmine sarà la rappresentazione
concertistica dell’opera lirica: “Die Glocken von Plurs”,
Le Campane di Piuro, di Seyffardt. L’opera, che si terrà in prima nazionale sabato 4 settembre al Belfort, è
stata riscoperta dal consigliere dell’associazione Gian
Primo Falappi presso l’archivio della città di Krefeld
in Germania e sarà diretta dal Maestro Antonello
Puglia.
Si parte venerdì 27 alle 18 con il “Dalle origini dell’opera lirica a Seyffardt”. Per quanto riguarda gli appuntamenti fissi con il 27 inizieranno le visite guidate al Museo e agli Scavi di Piuro tutti i giorni dalle 15
alle 18 e l’aperitivo al Belfort dalle 18 alle 20. Sabato
28 alle 14.15 “Gioielli di Piuro”. Visite guidate a Palazzo Vertemate, chiesa S. Martino, chiesa Rotonda,
con partenza dalla chiesa di Prosto. Seguirà “Crotti di
Belfort”, visita guidata e degustazione promossa dal
Consorzio “Valtellina che gusto” e dall’Associazione “De
Gustibus”. Alle 21 al Belfort proiezione del dvd tratto
dal progetto della scuola elementare di Piuro presentata a Expo-Monza “An Và Su a Saogn”. Domenica
29 “Sota al cuerc del lavecc”, visita guidata alle cave
di pietra ollare con partenza alle 14,30. Alle 18,30 all’antico Ospitale di Piuro tavola rotonda sull’utilizzo
salutistico del “lavecc” e sulle proprietà della pietra
ollare negli usi domestici. Si salta, quindi, a martedì
31 agosto per un unico appuntamento. Un incontro di
preghiera alle 18,30 al Belfort tra cattolici e riformati
in ricordo dei morti sepolti dalla frana del 4 settembre 1618 a Piuro. Sabato 4 settembre il momento
clou. Alle 20,30 è in programma la rappresentazione
concertistica dell’opera lirica con orchestra di 40 elementi, le Corali “Laurenziana” e “Prosto”, e 4 cantanti
solisti. Domenica 5 settembre, ultima giornata della
rassegna, visita guidata al borgo di Savogno con partenza alle 9,30 e replica della rappresentazione
concertistica dell’opera lirica. Per ulteriori informazioni sulla dieci giorni e sulle attività dell’associazione, che il prossimo anno compirà mezzo secolo di vita:
www.piuroitalosvizzera.net.
DANIELE PRATI
GALLIVAGGIO
La festa di S. Anna
n una giornata molto fresca dopo giorni di gran caldo e in
un’atmosfera spirituale tranquilla e
devota, molti fedeli, in
prevalenza adulti e nonni, si sono raccolti lunedì
26 luglio presso il santuario di Gallivaggio per onorare i genitori della Vergine Maria, i santi Gioacchino e Anna. In modo
particolare Sant’Anna la
cui festa, appunto, è la seconda per importanza del
santuario valchiavennasco. A solennizzare ed arricchire con la sua sapiente parola la festosa ricorrenza liturgica, era presente l’emerito arcivescovo di Pisa ed ex vice Presidente della CEI, mons.
Alessandro Plotti che, con
una dozzina di sacerdoti
ha presieduto la solenne
concelebrazione.
Prima di iniziare la cerimonia il rettore del santuario don Pietro Beretta
ha presentato ai fedeli l’il-
I
lustre presule, che celebrava tra l’altro il suo 51°
anniversario di ordinazione sacerdotale e dove
aveva celebrato una delle sue prime messe ed ha
ricordato in particolare il
beato Luigi Guanel-la, di
cui è prossima la
canonizzazione, suor Maria Laura, nel decennnio
della sua morte e don
Siro, recentemente scomparso, perché, sul loro
esempio, il “Signore Gesù
conceda anche a noi di
LA FESTA DI SAN LORENZO
riscoprire il valore e l’importanza del perdono dato
e ricevuto”.
Mons. Plotti nella sua
omelia ha messo in risalto le figure di Anna e
Gioacchino, affermando
che pur non sapendo perché il Signore ha scelto
proprio loro, certamente i
genitori avevano messo la
loro vita nelle mani di
Dio, fidandosi completamente di lui, come ha fatto la figlia Maria.
Ma il tema centrale è
stato quello della famiglia: nel mondo di oggi, in
cui la famiglia è molto
provata e fragile, i valori
della vita coniugale, i rapporti matrimoniali, le tradizioni, sono da difendere, da riscoprire, da valorizzare.
Mons. Alessandro, ringraziando per essere stato invitato a celebrare la
festa di S. Anna in questa
chiesa, ha sottolineato
l’importanza dei “piccoli”
santuari: “non solo dob-
DOMENICA 1 AGOSTO
LA FRACISCIO-ANGELOGA
Pri ma domenica di agosto dedicata alla Fraciscio-Angeloga, come avviene ormai da 46 anni.
Domenica 1° agosto si terrà la 46esima edizione della gara di corsa in montagna aperta a tutti. La prova
sarà infatti una camminata non competitiva, con premi per le diverse fasce d’età. Saranno premiati i primi
10 della gara maschile, le prime 5 di quella femminile e poi i primi tre allievi, cadetti, ragazzi, esordienti e
sotto i dieci anni maschile e femminile. Premio speciale al primo junior con il Trofeo a ricordo di Alberto
Triulzi e altri premi non di classifica. Tutti i partecipanti riceveranno all’iscrizione una maglietta a ricordo
della manifestazione. La gara, già Trofeo Fiorenzo Lupi, da sette anni è a ricordo di Alfredo Bongianni e
Luigi Perfetti ed è organizzata, come sempre, dal Gruppo Podistico Valchiavenna. La partenza è fissata a
Fraciscio, in comune di Campodolcino a 1345 metri s.l.m. e l’arrivo è davanti al rifugio Chiavenna, all’Alpe
Angeloga a 2045 metri. I record da battere sono quello maschile stabilito nel 2006 da Carlo Ratti dei Falchi
di Lecco con 28’55 e quello femminile fatto nel 2007 da Alessandra Valgoi con 35’52. Le iscrizioni (5 euro),
si ricevono alla partenza domenica presso il Bar Genzianella a Fraciscio fino alle ore 9, oppure al telefono:
0343 36324 o 35657 o per e-mail: [email protected] o [email protected].
d.pra.
Ufficializzato il programma delle celebrazioni per il
patrono di Chiavenna San Lorenzo. Protagonista
della giornata di martedì 10 agosto sarà come sempre palazzo Vertemate Franchi. La dimora tardo cinquecentesca di Cortinaccio di Piuro, proprietà del
comune di Chiavenna, ospiterà, infatti, il tradizionale concerto classico. Alle ore 21, nel giardino, il
comune di Chiavenna organizza, con ingresso libero, un concerto di musica classica, con il Quintetto
Romantico composto dalla giovane stella chiavennasca Michele Montemurro, al pianoforte, Daniela Cammarano e Melinda Stocker al violino. Luca
Guidi alla viola e Luigi Gatti al violoncello. I musicisti si presenteranno eseguendo brani di Haendel,
Puccini, Rachmaninov, Schumann e Strauss, con il
momento clou della serata previsto con l’esibizione
del noto Concerto n. 1 op. 11 di Chopin.
d.pra.
biamo affidarci ai grandi
santuari, ma dobbiamo
continuare a frequentare
e valorizzare i piccoli santuari delle nostre zone,
che sono più vicini alla
nostra vita quotidiana,
punto di riferimento e di
preghiera e continuo alimento per la nostra fede”.
Numerosa è stata l’affluenza alle messe del
mattino, e ancor più nel
pomeriggio. Alla fine di
ogni messa c’è stata la
benedizione delle auto.
CONCERTO DI PIANO A MADESIMO
Nonostante il freddo il concerto “Atouch of swing” del
famoso pianista Paolo Alderighi, spostato nel chiostro
della chiesa parrocchiale di Madesimo, ha riscosso,
sabato 24 luglio, un forte successo tra il pubblico. Un
talento che, a soli 29 anni, sa interpretare e
reinventare brani jazz più impegnativi, un susseguirsi
di note che hanno riscaldato il pianoforte e l’anima
dei presenti. La serata è stata presentata dal musicista Piero Rosa, grande amico dell’artista.
PARLANDO DI ALPINISMO
Una serie di conferenze per parlare di montagna e alpinismo incontrando chi della materia è un vero maestro. Il primo degli incontro, organizzato dal Cai di
Valle Spluga e dall Comune di Madesimo, si terrà venerdì 30 aprile con l’appuntamento: “le montagne silenziose, vent’anni di arrampicata sulle alpi centrali.
Interverrà Rossano Libera. Venerdì 6 agosto sarà la
volta di Fabio Salini e Matteo Bernasconi che racconteranno la loro ascesa alla parete del Cerro Torre. L’ultimo appuntamento è per giovedì 12 agosto quando
Enrica Guanella e Pio Guanella parleranno dell’alpinismo in Val San Giacomo. Tutti gli incontri si terranno a Madesimo in sala civica alle 21. Ingresso libero.
CRONACA
Sondrio&provincia
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
MORBEGNO ERANO STATI TRAFUGATI QUINDICI ANNI FA
Ritrovati i dipinti
D
opo 15 anni
tornano
a
Morbegno i
due dipinti
rubati dalla
chiesa San Giovanni nel
marzo 1995. I Carabinieri della Sezione Tutela
Patrimonio Culturale di
Siracusa hanno portato
a termine in questi giorni un recupero di oggetti chiesastici illecitamente detenuti e posti
in vendita su siti web. La
perquisizione, avvenuta
nel comune di San Giovanni la Punta, ha permesso di ritrovare i due
dipinti del ‘700 raffiguranti il “Martirio di San
Pietro Martire” e “San
Tommaso d’Aquino” rubati dalla chiesa di Morbegno, insieme ad altri
35 quadri di altrettanto
valore.
I due dipinti, di forma
ovale e della grandezza
di 120 per 90 centimetri,
sono stati rubati assieme ad altri 37 quadri
nella notte tra il 20 e il
21 marzo 1995: per ora
solamente 8 dipinti sono
stati ritrovati ma le indagini delle forze dell’ordine continuano. «I quadri mi sono stati affida-
ti in custodia giudiziale - spiega l’arciprete
di Morbegno don Andrea Salandi - ma bisognerà attendere fino
alla fine del processo per
poterli ricollocare nella
loro sede. Siamo estremamente riconoscenti
al lavoro del Carabinieri della Sezione di Tutela del Patrimonio Culturale e auspichiamo che
l’investigazione possa
continuare con profitto.
Quando sarà terminato
l’iter giudiziario organizzeremo una cerimonia
pubblica per ricollocare
i quadri nella loro sede,
insieme a quello recuperato poco tempo fa in
Puglia e per ringraziare
pubblicamente il lavoro
svolto dai Carabinieri ».
WWW.VAOL.IT
SONDRIO I LAVORI PROSEGUONO NELLA ZONA OVEST DEL CAPOLUOGO
Il settimo ponte sul fiume Mallero
a realizzazione di
un’opera pubblica, il
settimo ponte che
collegherà via Torelli e via Ventina nella zona dove sorgerà il Polo
Tecnologico, si è trasforma
in un evento per la città di
Sondrio. L’amministrazione comunale ha deciso di
offrire la possibilità alla
cittadinanza di assistere
alla gettata di 1300 metri
cubi di calcestruzzo che, nei
giorni scorsi, hanno riempito la grande armatura
posta in opera i giorni precedenti.
«Considero quest’evento
uno dei più attesi dalla
popolazione, com’era stato
per la riapertura di piazza
Garibaldi – aveva spiegato il sindaco, Alcide Molteni, nei giorni precedenti
alla gettata di cemento –.
C’è molta gente che ha seguito i lavori e l’allestimento della centinatura del
ponte, in attesa di capire
quando sarebbe avvenuta
la gettata. Una realizzazione simile – sempre
Molteni – non avverrà più
per molti anni in città, perciò abbiamo deciso di organizzare un piccolo evento
collegato, allestendo delle
zone transennate dove la
gente possa assistere alla
gettata».
Come ogni show che si rispetti, anche quello per la
gettata di calcestruzzo del
settimo ponte è cominciato con qualche minuto di
ritardo. Giusto il tempo che
gli operai finissero di bagnare la grande armatura
pronta ad accogliere il calcestruzzo, “sprizzato” da
due pompe alimentate da
cinque betoniere. Posizionate al centro della struttura, sopra la pila in alveo,
e rifornite da un continuo
andirivieni di otto autocarri pronti a compiere 150
viaggi, le pompe sono state attivate per riempire i
tre metri di altezza dell’armatura, una in direzione di
via Ventina e l’altra in quella di via Torelli.
Proprio lungo la via che costeggia gli argini del torrente Mallero, accanto alle
recinzioni del cantiere, il
Comune ha fatto collocare
L
alcune transenne per permettere a chi volesse di assistere ai lavori di posa del
calcestruzzo. I lavori sono
cominciati alla presenza di
una trentina di persone,
molte delle quali avevano
già seguito i lavori già nelle fasi trascorse. Tra la piccola folla di curiosi anche
una buona rappresentanza del consiglio comunale:
accanto al vice-sindaco e
assessore ai lavori pubblici, Michele Iannotti, c’erano i consiglieri di maggioranza Giuseppe De Felice,
Pierluigi Morelli e Alberto
Mele.
Il vice-sindaco Iannotti,
scambiando qualche parola coi presenti per illustrare le caratteristiche dell’opera l’ha definita «imponente non solo dal punto di
vista strutturale. I cittadini oggi assistono finalmente al prendere corpo della
struttura – ha proseguito
– e assistono alla concreta
realizzazione di un’opera
importante per diversi
aspetti. Quando sarà realizzato il nuovo svincolo
della tangenziale, previsto
nell’ambito del piano integrato d’intervento per la
realizzazione del Polo Tecnologico da parte della società Stelline, il settimo
ponte creerà una nuova
porta di accesso alla città
che alleggerirà il traffico su
viale dello Stadio e via
Vanoni. La distribuzione
omogenea del traffico sarà
possibile proprio grazie al
settimo ponte che, collegando la zona di viale dello Stadio con quella di via
Aldo Moro, consentirà di
fatto la realizzazione di un
nuovo asse viario che permetterà la riduzione del
traffico anche in centro città. Non è secondaria l’importanza del settimo ponte come via di collegamento in sicurezza al Parco
Adda Mallero, polmone
verde della città. Inoltre
sarà possibile raggiungere
facilmente il Sentiero
Valtellina e, in futuro, dopo
la realizzazione delle piste
ciclabili in via Stelvio e del
sottopasso ciclabile in via
Torelli, collegarsi agevolmente anche col centro sto-
P A G I N A
25
TAGLI ALLE SCUOLE
DELLA PROVINCIA DI SONDRIO
Tagli alle scuole in Provincia di Sondrio per l’anno scolastico 2010/2011. L’ufficio scolastico regionale ha presentato in questi giorni i dati relativi all’organico di fatto del personale docente per il prossimo
anno scolastico: rispetto all’anno 2009/2010, nella sola
provincia verranno soppresse 119 cattedre, più del 5%
del totale. «Siamo molto preoccupati per la situazione - ha commentato Cesare Peroni, della Cisl scuola Sondrio -. Attendiamo che l’Ufficio scolastico provinciale ci informi su come l’organico verrà distribuito
tra i diversi istituti». Per questa operazione di
ridistribuzione l’Ufficio scolastico regionale avrà a
disposizione 2.201 posti da distribuire fra le varie
istituzioni scolastiche. Questo budget (2.201) è inferiore a quello che l’Ufficio aveva a disposizione nell’estate 2009 (2320) per l’analoga operazione, anche
se potrà contare su 65 posti in più rispetto a quanto
aveva a disposizione nei primi mesi dell’anno quando
ha predisposto l’organico previsionale. Cosa significa
tutto ciò? «Significa che potranno essere “sanate” alcune situazioni che genitori, docenti, dirigenti e Organizzazioni Sindacali avevano denunciato con forza nei
mesi scorsi - spiega ancora Cesare Peroni -. Significa
anche, però, che rispetto al corrente anno scolastico la
scuola della nostra provincia sarà privata di 119 risorse, con ovvie ripercussioni negative sulla qualità
del servizio. E, per ora, non sono ancora noti i dati
riguardanti l’organico ATA». L’organico di fatto del
personale docente della Provincia di Sondrio conta
2201 posti: 700 nelle suole superiori, 436 alle medie,
770 alla primaria e 296 alla scuola dell’infanzia. I
tagli appena decisi non si limiteranno al prossimo
anno scolastico ma andranno a toccare anche il 2012,
come stabilito dal Ministero dell’istruzione.
LA FESTA DEL MIRTILLO
La Pro Loco Rasura-Mellarolo organizza la 13a
edizione della Sagra del Mirtillo. Ormai tutti conoscono questo annuale appuntamento che si ripete all’insegna di un rinnovato e amplificato successo grazie all’iniziativa degli organizzatori che cercano, ogni
volta, di dare “il meglio e di più” proponendo menù
tipici e genuini, offrendo cordiale ospitalità e manifestazioni collaterali di sicuro effetto e interesse. Il programma, molto variegato, si articola su tre giorni, da
venerdì 30 luglio a domenica 1° agosto.
DAZIO: AGOSTO PER SCOPRIRE
IL PATRIMONIO CULTURALE
rico. Il settimo ponte – ha
concluso Iannotti – sarà
anche importante per la
riqualificazione di questa
zona compresa tra via
Torelli e via Aldo Moro. La
realizzazione del ponte ci
invita a lavorare in questa
direzione, tanto che è in
fase di studio un piano integrato d’intervento».
I lavori per il getto di calcestruzzo sono proseguite
per diverse ore con il lavoro di quattro squadre di
cinque operai ciascuna, attive su due turni. Al termine della gettata, i 1300
metri cubi di cemento, distribuiti sui 100 metri di
lunghezza e i 14 di larghezza del ponte, sono stati lasciati asciugare per una
settimana, prima di procedere per dieci giorni alla
tesatura dei 650 quintali
di cavi a trefolo collocati
nell’armatura. «Terminata
questa fase – ha spiegato
Gianfranco Biavaschi, geometra dell’impresa costruttrice – si procederà al
disarmo del ponte, operazione che richiederà circa
un mese». Lavori che sono
puntualmente iniziati la
scorsa settimana. Alla fine
di agosto cominceranno
quindi i lavori di finitura,
in modo che l’impresa
Quadrio possa consegnare
l’opera al Comune entro la
fine dell’anno.
La costruzione del nuovo
ponte sul Mallero, di cui si
cominciò a parlare alla fine
degli anni ’70 e che fu rimandata dal Comune a
quando fosse stata realizzata la tangenziale, tornò
d’attualità una decina
d’anni fa per essere deliberata dal consiglio comunale nel 2002. «Il settimo
ponte è un’opera importante – ha affermato nei giorni scorsi Michele Iannotti
–, prevista nell’ambito del
piano integrato di intervento dell’ex area Carini ed
ha un costo di circa 2 milioni e 100 mila euro. Con
questa fase della gettata
prende veramente corpo la
struttura e ci si potrà rendere conto dell’imponenza
dell’opera».Il ponte sarà
lungo 100 metri, composto
da due campate di 50 metri ciascuna, e largo 14
metri. Al suo centro ci saranno due allargamenti,
uno per lato, «dove la gente
potrà fermarsi per vivere il
fiume – ha precisato il sindaco Molteni –. L’acqua sta
diventando sempre più un
patrimonio riconosciuto e
sulle due terrazze i passanti potranno osservare
ed ascoltare il Mallero, torrente amico e nemico della
città».
Sarà dunque un’opera per
tutti, non solo per gli automobilisti. Accanto alle due
corsie di marcia ce ne sarà
anche una promiscua e separata dalla carreggiata,
per il passaggio di cicli e
pedoni. La pista ciclabile,
illuminata anche nelle ore
notturne grazie ad un sistema che condurrà l’elettricità all’interno dei
corrimani dei parapetti,
permetterà di raggiungere
agevolmente il Parco Adda
Mallero, ancora poco conosciuto e sfruttato dai
sondriesi.
Al.Gia.
Nel mese di agosto il Comune di Dazio, l’associazione
culturale “Ad Fontes”, il Circolo fotografico “Città di
Sondrio”, la Famiglia Valtellinese di Roma e il Gruppo “Le nevi di un tempo”, in collaborazione con parrocchia di Dazio, la Proloco di Dazio e la Scuola diocesana
di musica sacra, promuovono tre interessanti incontri, in programma tutti presso la chiesa parrocchiale
di san Provino. Venerdì, 6 agosto ore 20.30: Dazio tra
storia e arte: la parrocchiale di San Provino e l’oratorio della Madonna. Presentazione della pubblicazione storica e artistica a cura del Comune di Dazio,
dell’Associazione culturale “Ad Fontes” e del Circolo
fotografico “Città di Sondrio”. Durante la serata saranno eseguiti brani organistici a cura della Scuola
diocesana di musica sacra (organista: m° Stefano
Gorla). Martedì, 10 agosto ore 17.00: La tela dei santi Carlo, Sebastiano e Rocco. Presentazione della
tela, restaurata a cura della Famiglia Valtellinese di
Roma, con interventi della restauratrice Prof. Anna
Poretti e dell’Associazione culturale “AdFontes”. Seguirà rinfresco offerto dalla Proloco di Dazio. Mercoledì, 18 agosto ore 20.30: Visita guidata alla chiesa di
San Provino. Presentazione artistica a cura di
Piergiovanni Damiani, in collaborazione con le associazioni “Le Nevi di un tempo” e “Ad Fontes”.
TROFEO KIMA: IN VAL MASINO
IL CAMPIONATO MONDIALE
DI ULTRA SKYMARATHON 2010
Il 2010 lancia il nuovo formato biennale del leggendario Trofeo Kima e celebra il prestigioso primo titolo
mondiale di “Ultra SkyMarathon”. Il titolo mondiale,
in formula “open”, è assegnato dalla International
Skyrunning Federation, e prevede la partecipazione dei migliori specialisti internazionali. Il percorso,
completamente rinnovato nel 2008, è su una distanza
di 50 chilometri con oltre 3.800 metri di dislivello tra i più impegnativi in assoluto del panorama mondiale skyrunning. Fanno da cornice alla gara più “ultra”
dello skyrunning, progetti finalizzati alla promozione
- soprattutto dell’ambiente - ma anche dello sport,
turismo e sicurezza in montagna, dal progetto Cobat,
partner dell’evento, che promuove la raccolta e riciclo
di batterie esauste; il Mini Kima, gara indirizzata ai
ragazzi e famiglie; e i progetti Mountain Fitness e
Sentieri Sicuri, che permettono a tutti di godere le
escursioni in Val Masino in completa sicurezza e con
un occhio alle calorie consumate. La gara è aperta agli
atleti delle dodici nazioni associate alla ISF; ai primi
quindici uomini e cinque donne che hanno concluso lo
SkyRace della Val Masino nel 2009; e agli atleti che
hanno concluso una gara SkyMarathon tra il 2009 e il
2010, fino ad un massimo di 100 iscritti. Il Trofeo
Kima così, si ripresenta il 29 agosto con grande slancio, con il sostegno di partner, enti ed istituzioni impegnati al massimo, assieme ad atleti e tifosi, per celebrare La Grande Corsa sul Sentiero Roma. Le iscrizioni si raccolgono fino alle ore 18.00 del 20 agosto: tutte le info su www.ki ma.org.
P A G I N A
26
CRONACA
SondrioItinerari
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
A PASSEGGIO IN VALCHIAVENNA DUE SENTIERI PROVATI PER VOI, NON PER TUTTI MA PER MOLTI...
In cammino fra Gordona,
Samolaco, Dascio, San Fedelino
L
e passeggiate in
montagna o in collina quando la stagione è clemente
sono non solo una
gioia per gli occhi, ma un
toccasana per il fisico e
la mente. A patto di scegliere un cammino adeguato alle proprie capacità, naturalmente, e di
partire con molte ore di
luce davanti, e ben equipaggiati: scarpe dalla
suola idonea, calzini
(non i “fantasmini” che
possono scivolare dentro la scarpa e dare fastidio), calzoni morbidi e
meglio se lunghi, cappello, occhiali da sole, crema solare, repellente
per insetti, eventualmente siero antivipera
se consigliato, bottiglietta d’acqua, cioccolato o
zucchero o barrette nutrienti (può capitare un
calo di energie o di pressione), cartina con indicazioni del percorso, bastoni o racchette, contapassi e magari bussola e altimetro (ce ne sono di leggerissimi e di
prezzo accessibile). Utile anche memorizzare
sul cellulare qualche numero di telefono del posto: municipio, ufficio
turistico ecc. in caso
di… smarrimento della
via. Se si hanno dubbi
sulla fattibilità del percorso è meglio informarsi
preventivamente
presso gli uffici pubblici
o chi lo ha già effettuato, tenendo conto che la
lunghezza chilometrica
non è il solo elemento da
considerare. Vi proporremo alcuni percorsi fattibili “cum grano salis”,
come dicevano i vecchi,
alcuni facili e altri meno,
sperimentati da due persone di capacità fisiche
“medie” (una quarantacinquenne in buona forma grazie alla danza ma
non allenata per l’alpinismo, e una settantenne
energetica ma con qualche problema cardiocircolatorio), in grado di sostenere una passeggiata
con salite e discese anche di 10 chilometri ma
non preparate per una
scalata o una via ferrata.
SEGNAME
E LA CA’ PIPETA
La Torre di Segname
(o Signame) si trova a
655 metri di altezza, affacciata sulla Piana di
Chiavenna, circa a metà
strada tra Gordona e Samolaco. È molto vicina
(… in linea d’aria…) alla
Cascata Boggia, luogo
bellissimo e di frescura,
facilmente raggiungibile
in auto seguendo le indicazioni poco prima di
entrare nell’abitato di
Gordona: la freccia segnaletica è sulla sinistra
quasi dirimpetto a un
bar ristorante dal giardinetto curiosamente decorato con tronchi seco-
lari, ciottoli e fontanelle,
rifacendosi a un magico
“bosco degli elfi” (non
abbiamo assaggiato il
menu in quanto era il
giorno di chiusura). Una
gita dell’associazione
Jubilantes prevedeva la
salita a Segname da Gordona e la discesa dalla
frazione San Pietro di
Samolaco, ma avendo
sentito che l’accesso alla
torre da nord era molto
ripido noi abbiamo preferito la via sud, salendo in auto da S.Pietro
fino alla località Bedogna
(323 mt.) dove in corrispondenza di un parcheggio la strada carrozzabile finisce, e comincia
un sentiero ben segnalato (numerato D15) tra
boschi e vecchie cascine
abbandonate, molte delle quali con affreschi votivi. Le salite sono un po’
sdrucciolevoli per via
della ghiaia e del fogliame, ma non proibitive.
Il panorama sulla piana
è visibile solo a tratti,
ovviamente, per via della vegetazione. Giunti
però, sempre seguendo
i ‘bollini rossi’, proprio
sotto il pianoro della torre ci siamo trovati a dover affrontare roccia
nuda, con minuscoli gradini o punti d’appoggio,
anche ingombri di cespugli spinosi, e la necessità di avanzare arrampicandosi su mani e
piedi con sottostante
strapiombo… per cui abbiamo preferito rinunciare. Tornando sui nostri passi abbiamo proseguito ancora per un breve tratto verso nord, in
pratica girando attorno
(verso ovest) all’affioramento roccioso su cui si
trova la torre, fin dopo
un ponticello su un corso d’acqua, e trovando
indicazioni per “Ca’ Pipeta” a sinistra e a destra
per “Segname Belvedere” e per l’abitato stesso
di Segname (costituito
di cascine quasi tutte abbandonate, tranne una):
che sarà la via suggeri-
taci poi in Municipio di
Samolaco (dove è pure
disponibile una cartina)
per raggiungere la torre in una prossima escursione. Quella giornata per noi era però già
inoltrata e abbiamo
quindi preferito tornare
verso Bedogna seguendo
il sentiero della Ca’ Pipeta: questa è una costruzione rurale assolutamente incredibile,
quasi magica, con il tetto costituito da un’unica
enorme lastra inclinata
di pietra, sotto cui sono
state erette le pareti. Di
recente è stato ripulito
lo spiazzo antistante,
rendendo più agevole
ammirare (e fotografare)
questa piccola meraviglia che meriterebbe
adeguata valorizzazione.
Da lì il sentiero diventa
a tratti in ripida discesa
(ecco l’utilità delle racchette) e non sempre
ben segnalato anche se
ampio e del tutto evidente; se ha piovuto è
meno scivoloso e vi si
possono incontrare ruscelletti e coloratissimi
funghi. In effetti esiste
più di un sentiero, importante è seguirne uno
marchiato e battuto.
Quello che abbiamo imboccato noi ci ha riportati, per una breve scalinata finale, dritti dritti
al parcheggio dell’auto.
DA DASCIO
A SAN FEDELINO
Sorta di pietra miliare
della cristianizzazione
del territorio lariano, il
suggestivo tempietto romanico di San Fedelino
si raggiunge normalmente per via d’acqua da
Dascio oppure da Novate
Mezzola; esistono tuttavia anche vie pedonali,
non proprio facilissime,
da Samolaco o da Dascio.
Lasciando l’auto nel parcheggio pubblico di Dascio presso il campo
sportivo, subito dopo la
chiesetta di San Rocco
sulla sinistra si imbocca
il Sentiero del Giubileo,
che porta dapprima a un
gruppo di cascine utilizzate nel 2002 per le riprese dello sceneggiato
tv “I Promessi Sposi”
(quello di Francesca Archibugi, se non ricordiamo male) e quindi al cosiddetto Sasso di Dascio, uno sperone roccioso da cui si può ammirare gran parte del canneto della Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago
di Mezzola. Proprio alla
sommità del Sasso c’è
una cappellina molto ben
tenuta, e la balconata
naturale è resa sicura da
reti di protezione. Già
questa meta da sola varrebbe la gita. Se si vuol
proseguire per San
Fedelino, si sappia che la
freccia segnaletica recita “San Fedelino 2 ore”,
ma noi ne abbiamo impiegate quattro (dalle
nove del mattino all’una
e rotti del pomeriggio).
La via si presenta nel
primo tratto ampia, acciottolata o sterrata, percorribile anche con piccole auto fino a un gruppo di abitazioni estive;
quindi diventa un sen-
tiero, spesso inerbato, in
mezzo a un bosco quasi
fatato di alberi enormi,
molti bruciati o marcescenti, fiori, insetti coloratissimi, ruderi di
muri a secco e cascine.
A tratti si intravede la
riva, a tratti si sale in
quota. Questa parte del
percorso è fattibile a tutti o quasi ed è raggiungibile anche dall’alto,
cioè lasciando l’auto ad
Albonico e scendendo da
lì attraverso i boschi (ma
la via è malagevole, ci è
stato riferito). La terza
e la quarta parte del percorso sono le più panoramiche, ma molto faticose e non adatte a tutti
i piedi… Il terzo tratto
infatti sale fino a 500
mt. su splendide rocce
rosse, costellate di macchia mediterranea; il
sentiero è stretto, ripido, con continui saliscendi (più “sali” che
“scendi”…), in gran parte al sole. Al di là del
lago è ben visibile Verceia con le sue frazioni,
ma anche la Val Codera.
Vista impagabile, necessaria la scarpinata. Il
quarto e ultimo tratto è
di nuovo in mezzo ai boschi, abbastanza radi,
per uno stretto sentiero
che all’epoca della nostra
escursione era stato dilavato e quasi cancellato da violenti temporali;
a un trivio occorre svoltare a destra per San
Fedelino (non a sinistra
per San Giovanni), con
l’avvertenza che, di nuovo, l’indicazione “15 minuti” è un tantino ottimistica; quantomeno se
non si è alpinisti provetti: dal momento che si
sbuca dapprima su un
belvedere roccioso che
sovrasta l’insenatura del
nuovo porticciolo, e poi
alla sommità di una
enorme pietraia, ultima
parte della lunga discesa nota come Salto delle
Capre (il nome già la dice
lunga). Questa distesa di
grossi massi è ovviamente in pieno sole, è piuttosto paurosa essendo
quasi a precipizio, faticosa sia per la durezza della superficie sia perché
richiede incessante concentrazione, ma è sicura se si seguono scrupolosamente i bolli rossi
che indicano il tragitto
con appoggi sicuri. Con
le gambe un po’ tremolanti si atterra infine sul
sentiero in riva al la-go
che collega la chieset-ta
(a sinistra, verso nord)
al nuovo porticciolo (a
destra, in direzione di
Dascio). San Fedelino è
lì proprio a pochi passi,
incantevole “luogo dell’anima” spesso circondato dagli uccelli selvatici
che riposano nell’erba o
nuotano placidi. Nel praticello ci sono alcune panchine per riposare e…
una bacheca coi numeri
di telefono per chiamare
il traghettatore. Poiché
all’interno della Riserva
Naturale vi sono drastici
limiti di velocità per i
natanti, per non disturbare l’avifauna, tenete
conto che la barca da
Dascio impiegherà almeno 25 minuti per arrivare, e altrettanti per
riportarvi al punto di
partenza. Dal natante a
scafo piatto che scivola
lieve come un cigno si
potranno contemplare le
balze frastagliate faticosamente superate un
paio d’ore prima, con un
contrasto psichedelico
tra il verdazzurro dell’acqua e il grigio e rosso
delle rocce, fino a sfilare davanti ad alcune
villette deliziose nascoste sulle rive. A questo
punto per noi si erano
fatte quasi le 14.30 e per
recuperare le forze ci si
è affidati all’ottimo pesce
fresco di un vicino ristorante, a pochi passi dall’attracco del traghetto e
dal nostro parcheggio.
GIGLIOLA FOGLIA
CRONACA
SondrioItinerari
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
VALGEROLA CAMMINANDO FRA LE OROBIE
Madonna della Neve
P
roponiamo un itinerario con meta il rifugio “Madonna della Neve”, sul versante
bergamasco delle Alpi
Orobie, a 1595 metri,
nella località omonima
al piano della val Biandino
Raggiungere il rifugio
partendo dalla Val Gerola è semplice, anche se
rappresenta un’escursione abbastanza lunga.
Il punto di partenza può
essere Gerola Alta (metri 1050): in tal caso si
risale il lato sinistro
idrografico della valle
della Pietra, fino a raggiungere il rifugio di
Trona soliva (metri
1907). Si può però partire anche dalla frazione
di Laveggiolo, sopra
Gerola (metri 1571),
dove, lasciata la macchina nella piazzola nella
quale si trova anche
l’edicola del Parco naturale delle Orobie, si imbocca una carrozzabile
chiusa al traffico che si
dirige verso la val Vedrano, la si lascia ben
presto per un sentiero
che se ne stacca a sinistra, per poi riprenderla sul lato opposto della
Val Vedrano. Dopo qualche tornante, la si lascia
di nuovo, seguendo un
sentiero segnalato che
sale ripido per qualche
tornante, per poi effettuare una lunga traversata verso sud-sudovest, fino a raggiunge-
l rifugio Baita Pesciöla si trova in val d’Arigna, poco al di sotto del crinale fra
questa valle e la val
Malgina a quota 2005
metri. È stato ricavato
nel 1997 da una baita del
Comune di Ponte in Valtellina, ed è gestita dall’Associazione degli Amici di Briotti.
Per raggiungerlo, ci si
deve inoltrare in valle
d’Arigna. Lasciata la statale 38 dello Stelvio in
località Casacce (Ponte
in Valtellina), si scende
al ponte sull’Adda e si
imbocca la strada che
sale verso Briotti, staccandosene sulla sinistra
per raggiungere la centrale Falck dell’Armisa,
in località Ca’ Pizzini
(metri 1041), dove si trova un parcheggio per lasciare l’automobile. Un
tratturo conduce poi a
Pattini (metri 1275) ed
ai prati della Foppa (metri 1360). Qui si trova un
bivio, ed un cartello che
segnala la direzione per
I
re il rifugio di Trona soliva. Proseguendo sul sentiero, si aggira un dosso
e si guadagna la bocchetta di Trona (metri 2092).
Ci si ritrova così sulla via
del Bitto, tracciata in età
molto antica. Seguendo
le indicazioni per il rifugio Santa Rita, si scende per un tratto verso
sinistra, per poi effettuare una lunga traversata
(quota 2020-2040) dell’alta Val Varrone, ignorando la deviazione per il
rifugio F.A.L.C. e quella
successiva per la bocchetta di Piazzocco.
La traversata permette di ammirare il pizzo
Varrone (metri 2325), il
cui profilo severo è caratterizzato dall’inconfondibile Dente del Varrone. Terminata la traversata, ci si ritrova, dopo una breve discesa,
alla bocchetta della Cazza, presso la quale, a
1999 metri, sorge il rifugio Santa Rita. Il rifu-
parte da Laveggiolo, il
dislivello scende a 540
metri circa, mentre il
tempo è di circa tre ore
e mezza. Dal rifugio si
può compiere un’interessantissima traversata al
lago di Sasso. Si possono seguire due itinerari.
Il primo, dalle Casere
di Sasso prosegue, risalendo verso sinistra il
fianco erboso, al Baitello
del lago (metri 1844).
Poco oltre si attraversa
il torrente Troggia, seguendo le segnalazioni,
e si raggiunge il pianoro
terminale della val
Biandino, dove, a quota
1922, si trova il bellissimo lago.
Il secondo itinerario
prevede il ritorno al rifugio Santa Rita, poco
oltre il quale si trova una
deviazione a sinistra,
segnalata da un cartello, che permette di imboccare un sentiero il
quale compie una traversata sul fianco erboso della costiera Val
Varrone - Val Biandino,
Il rifugio Baita Pesciöla in Arigna
stra) e quella per il rifugio Baita Pesciöla (a sinistra). Si segue quindi
il ripido tratturo che risale i prati verso est,
osservando la testata
della val d’Arigna, dalla
quale emergono, al centro, il pizzo ed il Dente
di Coca, mentre verso
ovest si individuano, da
sinistra, la cima di
Caronno, il pizzo Biorco,
il pizzo di Rodes e la punta di Santo Stefano.
Superate le baite Moretti (metri 1459), il trat-
27
perdendo con gradualità
quota e portando al
Baitello del Lago. Poco
oltre si comincia a salire dolcemente, si passa
sul lato opposto del torrente Biandino e si raggiunge il lago (metri
1922), che deve il suo
nome ai grandi massi
che vi sono caduti dentro dal versante destro.
Il panorama è dominato
dal pizzo dei Tre Signori
(metri 2554). La salita
richiede circa un’ora e
comporta un dislivello di
327 metri.
Traversata al rifugio
Casera Vecchia di Varrone, che avviene facilmente tornando al rifugio S. Rita, riprendendo
la via del Bitto verso la
bocchetta di Trona e
staccandosene a sinistra
per percorrere un sentiero che scende alla piana della Val Varrone,
dove, a 1672 metri, si
trova il rifugio (un’ora e
tre quarti circa).
MASSIMO DEI CAS
gio guarda al pianoro
della val Biandino, al
quale si scende facilmente, proseguendo sulla via
del Bitto. Toccato il pianoro, in breve tempo si
raggiunge il rifugio, che
si trova in un gruppo di
case fiancheggiato dalla
chiesetta della Madonna
della Neve. Il dislivello
complessivo da Gerola è
di 1040 metri circa, mentre il tempo necessario
si aggira intorno alle
quattro ore. Se invece si
PONTE IN VALTELLINA UNA PASSEGGIATA SUGGESTIVA
i bivacchi Resnati, Corti
e il Rifugio Donati (a de-
P A G I N A
turo prosegue fino alla
sommità dei prati, cioè
alle due baite Campèi
(metri 1647). Si tratta
ora di individuare il sentiero che sale nel bosco:
per farlo si volga le spalle alla porta della prima
baita e ci si diriga verso
nord-nord-est, salendo
leggermente fino ad incontrare una traccia
sempre più marcata che
entra nel bosco in corri-
spondenza di un ometto
e di un bollo giallo su una
pianta. Raggiunta una
radura a 1695 metri, il
sentiero piega verso destra e inizia una lunga
traversata verso sud est.
Un cartello provvidenziale avverte che, ad un
bivio, si deve seguire la
traccia di destra. Intorno a quota 1960 si esce
dal bosco e, piegando
verso destra, si raggiun-
ge facilmente il rifugio,
posto alla sommità di un
bel dosso.
La salita, che supera
un dislivello di 964 metri, richiede circa tre ore.
Dal rifugio si può raggiungere facilmente il
valico della Pesciöla (metri 1965), seguendo un
sentierino che si dirige,
quasi pianeggiante, verso nord nord est. Dal valico partono due sentierini: uno scende verso
destra (sud est) in val
malgina, alla Foppa di
Sotto (metri 1793), l’altro si dirige a nord, piegando poi leggermente a
sinistra, passando ad
ovest della Motta (metri
1957) e raggiungendo
Piàzzola, sopra Castello
dell’Acqua. Se invece ci
si dirige verso sud sud
est, si giunge ad intercettare il Sentiero Credaro, che valica il crinale fra due valli proprio
sotto il monte Pesciöla,
per poi scendere alla Foppa di Sotto (metri 1793),
in val Malgina. Dal rifugio, infine, si può scendere all’alpe Druet (metri 1812), seguendo una
traccia che, passando in
mezzo a due singolari
spuntoni di roccia, scende verso sud ovest. Dall’alpe si scende facilmente alle baite Michelini,
dalle quali si può tornare alle baite Moretti oppure salire verso sud al
bivacco Resnati (metri
1920).
M.D.C.
P A G I N A
28
CRONACA
SondrioCultura
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
PROVALTELLINA E CREVAL FONDI DESTINATI A STRUMENTI E DIDATTICA, DALL’ARTE ALLA MUSICA
Terzo bando filantropico:
100mila euro per la cultura
P
ro Valtellina e
Fondazione
Gruppo Credito
Valtellinese, di
nuovo alleati in
progetti filantropici, presentano il nuovo Bando
Speciale, il terzo congiunto negli ultimi tre
anni, che mette a disposizione 100 mila euro
per la cultura. “Forme e
strumenti per la cultura e la didattica” è il titolo che individua l’ambito sul quale si concentrano l’attenzione e gli
sforzi delle due fondazioni valtellinesi: sostenere le espressioni culturali in tutte le loro forme, sia nuove che tradizionali, dalla musica al
teatro e all’ambiente
fino ai settori scientifico
e tecnologico, garantendo i mezzi per realizzarle, ovvero attrezzature e
attività didattiche. Con
un obiettivo dichiarato:
favorire la crescita culturale, sia dal punto di
vista conoscitivo che
relazionale e sociale, con
una particolare attenzione alla storia, all’arte e
alle tradizioni locali, puntando sulla creatività e
l’interdisciplinarità. Le
due fondazioni contribuiscono con 50 mila euro
ciascuna.
“Con soddisfazione per
il lavoro svolto e buoni
auspici per l’esito che
avrà, lanciamo questo
nuovo bando che va a
coprire un ambito che, a
nostro parere, necessita
di attenzione – spiega il
presidente della Pro
Valtellina Marco Dell’Acqua –. Grazie alla
collaborazione fra le due
fondazioni abbiamo individuato un settore specifico e messo a disposizione una somma considerevole che crediamo
possa soddisfare le crescenti necessità del territorio. La crisi sta purtroppo mettendo a dura
prova le nostre associazioni che, pure attive e
propositive, non riescono a trovare gli adeguati sbocchi finanziari per
sostenere le attività di
carattere culturale. Pur
in presenza di bisogni
emergenti in altri settori – conclude Dell’Acqua
–, non possiamo dimenticare la cultura che è
alla base di una buona
crescita sociale ed economica della nostra provincia”.
“La Fondazione Gruppo Credito Valtellinese
dedica, fin dalla sua costituzione, le sue energie per promuovere il
progresso culturale e
morale dei territori di
riferimento; questo è
attuato mediante forme
di promozione culturale,
di rilievo quella relativa
alle Gallerie d’arte, la
formazione - cito, quale
esempio, i corsi sul paesaggio e sui beni culturali ecclesiastici - e gli
interventi nel sociale dichiara il nuovo Presidente della Fondazione professor Angelo Maria Palma -. Il
nuovo progetto si inserisce in questo quadro e
ha il merito di valorizzare la storia e la tradizione locale, beni preziosi
per una valle con una
vocazione turistica alimentata da un profilo
identitario forte e meritevole di salvaguardia”.
Le domande possono
essere presentate fino al
15 ottobre 2010 da soggetti non profit, pubblici
e privati, compresi gli
istituti scolastici di ogni
ordine e grado, che operano in provincia di
Sondrio. L’importo di ciascun progetto non dovrà
essere inferiore a 10
mila euro e il contributo non potrà superare il
50% del suo costo fino a
una somma massima di
15 mila euro per ogni
beneficiario. I progetti
saranno valutati da
un’apposita commissione, formata da quattro
componenti indicati dalle due fondazioni, che si
atterrà ai requisiti specificati nel bando, privi-
legiando le attività che
si tradurranno in una
reale riscoperta o valorizzazione delle tradizioni locali e quelle connotate da caratteristiche
innovative in grado di
produrre un concreto
arricchimento del bagaglio culturale e professionale.
Per Pro Valtellina e
Fondazione Gruppo Credito Valtellinese si tratta del terzo bando congiunto dopo i due lanciati
rispettivamente
nel
2008 e nel 2009: il primo, quello del Centenario del Credito Valtellinese, dedicato all’arte,
il secondo ai giovani. Le
fruttuose esperienze
hanno fatto crescere nei
due organismi filantropici la volontà di affinare
e potenziare la collaborazione, com’è stato pubblicamente espresso dai
due presidenti, Marco
Dell’Acqua e Francesco
Guicciardi, in occasione
della consegna dei contributi del secondo bando, nel marzo scorso.
Lavorare insieme significa non solo unire risorse economiche ma anche mettere in comune
esperienza e competenze per essere sempre più
efficaci nel fornire al territorio le risposte attese.
VENERDÌ 30 LUGLIO IN VIA ROMA ALLE ORE 21.00
CINQUECENTOMILA EURO PER I PROGETTI EMBLEMATICI
Nel 2009 erano stati distribuiti sul territorio 1,5 milioni di euro, quest’anno, dopo i 500 mila euro della primavera scorsa, sono già pronti altri
500 mila euro: cifre consistenti che premiano quei progetti considerati
strategici per il miglioramento della qualità della vita e la promozione
dello sviluppo culturale, economico e sociale del territorio. Sono gli Interventi Emblematici Provinciali definiti da Pro Valtellina e Fondazione
Cariplo, e finanziati da quest’ultima, nel bando appena pubblicato, il secondo del 2010, che scadrà il 30 settembre prossimo. Entro quella data i
soggetti non profit, pubblici o privati, associazioni, enti pubblici ed enti
religiosi, potranno presentare le richieste di finanziamento per progetti
con carattere di esemplarità per il territorio, di dimensioni significative.
“Nonostante la crisi perdurante siamo stati in grado, grazie al supporto
fondamentale di Fondazione Cariplo, di riproporre anche in questo 2010
due bandi che mettono a disposizione complessivamente un milione di
euro – sottolinea il presidente Marco Dell’Acqua, anche membro della
Commissione Centrale di Beneficenza dell’organismo filantropico lombardo –. Sappiamo che i bisogni crescenti del territorio sempre
meno trovano il supporto delle istituzioni, alle prese con ristrettezze di
bilancio, perciò vogliamo fare la nostra parte svolgendo fino in fondo il
ruolo che ci è stato assegnato accogliendo le richieste e finanziando i progetti meritevoli. Contiamo come sempre sulla collaborazione di enti e
associazioni affinché si creino reti di soggetti uniti da obiettivi comuni:
questo ci consentirà di ottimizzare le risorse e di rispondere in maniera
sempre più efficace ai bisogni del territorio. È fondamentale che si comprenda che la strategia migliore è procedere uniti verso traguardi condivisi: mettere insieme esperienze, competenze e risorse economiche”.
Nell’ambito del bando (che è possibile scaricare, insieme al modulo di
domanda e agli altri allegati, dal sito internet www.provaltellina.org)
verrà data priorità, in particolare, a iniziative che prevedono la
ristrutturazione e l’adeguamento di immobili e l’ammodernamento
o sostituzione di strutture destinati a servizi per anziani e
disabili; a interventi per la valorizzazione del patrimonio artistico in grado di sostenere e diffondere la cultura locale; a progetti
per la creazione e il rafforzamento del sistema innovativo locale.
L’importo di ciascun progetto non potrà essere inferiore a 200mila euro,
mentre il contributo della Pro Valtellina sarà pari a un minimo di 100mila
euro fino ad un massimo del 50% del costo complessivo. I rigidi criteri ai
quali il Consiglio di Amministrazione si atterrà scrupolosamente nella
definizione della graduatoria riguardano urgenza, novità, necessità, grado di integrazione con altri servizi presenti territorio, rapporto costo-efficacia. Ma, soprattutto, sarà considerato elemento premiante la capacità
del progetto di coinvolgere altri soggetti nella raccolta dei fondi necessari
alla sua realizzazione.
Poesia e lirica a Bormio
a Banca Popolare
di Sondrio, in collaborazione con la
Commissione Cultura del Comune
di Bormio e la Civica
Scuola di Musica della
Provincia di Sondrio sede di Bormio, diretta
da Elisa Bellotti, aprirà
le porte della sala conferenze della sua succursale in via Roma n. 131
per la manifestazione
“Una stagione lirica a
Bormio negli anni Cinquanta”. Una serata che
si delinea interessante e
che intende essere un
omaggio a due poeti figli della “Magnifica Terra”, Gino Berbenni e
Giulio Pedranzini, protagonisti di un’intensa stagione lirica dall’immediato dopoguerra alla
metà degli anni Cinquanta. Il Berbenni e il
Pedranzini furono sicuramente autori di valida
poesia e degni di figurare fra le personalità più
significative dell’intera
area retica. Per entrambi la notorietà, oltre i
confini della provincia
valtellinese, è strettamente legata al “Premio
San Pellegrino”, concorso nazionale di poesia
fondato da Lionello Fiumi, affermato critico,
poeta e traduttore in
quegli anni.
In quel concorso «Gino
L
Berbenni - spiega l’esperto Leo Schena - ottenne
nell’edizione del 1948
una onorevole menzione. Giulio Pedranzini,
due anni più tardi, fu giudicato meritevole di una
segnalazione». Con gli
anni la passione poetica
dei due finì con l’affievolirsi: «Berbenni - conclude Schena - coltivò con
passione i suoi interessi
rivolti alla letteratura
spagnola, Pedranzini,
invece, si dedicò con successo al giornalismo».
Nel corso della serata,
che avrà inizio alle ore
21.00 e il cui ingresso è
libero -, Milli Martinelli
e Cecilia Robustelli illustreranno al pubblico
non solo l’opera poetica
ma pure le personalità
dei due autori, mentre
Gianluca Moiser, Marina
Martinelli e Mina Bartesaghi si alterneranno
nella lettura di liriche
dei poeti, lettura che
sarà accompagnata da
brani al violino eseguiti
dal M.° Gabriele Baffero,
artista di fama. L’appuntamento, da offrire ai
convalligiani e agli ospiti di Bormio durante le
vacanze estive, è coordinato da Leo Schena,
nome assai noto nel circolo culturale valtellinese e non solo, che rappresenta pure la Commissione Cultura del
Comune di Bormio.
CRONACA
ValtellinaSuperiore
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
P A G I N A
29
LIVIGNO E TREPALLE IL SACERDOTE IN SETTEMBRE FARÀ IL SUO INGRESSO A SONDRIO
Il saluto a don Marco Zubiani
I
NELLA
Cosa le mancherà
di Livigno ?
«Quando saprò cosa
trovo saprò anche cosa
mi manca di Livigno. I
preti di Sondrio mi hanno detto che “le chiese
piene di Livigno me le
potrò sognare”… Poi mi
sembra di aver capito
che manca un’ attenzione particolare al momento della morte e della sofferenza delle persone; il clima che c’è in una
città rispetto a queste
esperienze è molto diverso da quello di un
paese. Fra un anno, alla
prossima intervista, vi
potrò dire cos’ altro mi
manca di Livigno e
Trepalle».
Cosa non le mancherà?
«Questo non te lo so
dire, proprio perché
quello che c’è a Livigno
mi è piaciuto, sono stato contento di essere
qui, di aver lavorato a
Livigno e a Trepalle.
Probabilmente mi man-
BORMIO SABATO 31 LUGLIO
Inaugurazione
per la Sertorio
arà inaugurata sabato 31 luglio,
alle ore 17.00,
presso le “Canoniche” di piazza
Cavour 22 a Bormio, la
Biblioteca parrocchiale
“Sertorio”. Il nome è stato scelto in memoria di
Pietro Antonio Sertorio,
arciprete di Bormio dal
1799 al 1827. Dono alla
Collegiata «l’uso perpetuo
della libreria». E a questo
suo fondo si unirono altre
donazioni di parroci e canonici, fra i quali si segnala lo storico bormino Ignazio Bardea. La biblioteca
comprende quasi 8000 volumi, articolati in varie sezioni. L’intero fondo è stato catalogato da Rosaria
Giacomelli e Ivanna Motta. Le schede catalogra-
S
fiche dei libri sono visibili
on line sulla banca dati
Sebina Open Library del
Catalogo Unico Provinciale (http://biblioteche.pro
vincia.so.it/SebinaOpac/
Opac). In loco sono disponibili i cataloghi cartacei di
tutti i volumi esistenti. È
prevista l’attivazione di
percorsi didattici per le
scuole. La Biblioteca sarà
aperta al pubblico tutti i
mercoledì dalle ore
17.00 alle ore 19.00. Per
informazioni contattare
telefonicamente il numero
0342-910173. Il progetto
della Biblioteca “Sertorio”
vede la collaborazione della parrocchia Santi Gervasio e Protasio di Bormio,
della Comunità Montana
Alta Valtellina e di Regione Lombardia.
VALFURVA SERATE ESTIVE
Incontri culturali
a biblioteca di Valfurva organizza due speciali
serate all’Auditorium di Sant’Antonio (entrambe con inizio alle ore 21.00). La prima riguarda le
“Testimonianze canore raccolte in Valtellina e
Valchiavenna” a cura del Coro Vetta. Alla serata
parteciperà, oltre al coro di Ponte in Valtellina, la formazione canora di casa, Li osc’ da Forba. La serata è in programma venerdì 30 luglio. Venerdì 6 agosto don Remo
Bracchi si soffermerà sul linguaggio dialettale della valle riferendosi al “vocabolario furvese del fondo Ascoli,
prima attestazione scritta del dialetto e gergo dei calzolai della Valfurva”. Per quanto riguarda il Film Festival
della montagna 2010 organizzato dalla Sezione di
Valfurva del Club Alpino Italiano, la rassegna di filmati
e documentari riguardanti l’alpinismo europeo ed
extraeuropeo, la natura e l’ambiente, che pure si terrà
presso auditorium di Sant’Antonio Valfurva, sono 4 le
serate proposte. Mercoledì 4 agosto alle ore 21.00, Marco Confortola presenta “Lhotse 2010”, con la partecipazione della “Fondazione Cassin”. Mercoledì 11 agosto
alle ore 21.00, si parlerà del “Cerro Torre, parete ovest
(prima ripetizione italiana) – Sette giorni in paradiso”,
con Fabio Salini e Matteo Bernasconi. Mercoledì 18 agosto alle ore 21.00, lo scrittore e alpinista Davide Chiesa
presenta “Il fascino delle vette, montagne da ricordare;
storie di ghiaccio, di avventure e di uomini”. Mercoledì
25 agosto alle ore 21.00 è in programma la proiezione
del film “Karl”, ricordando Karl Unterkircher con la partecipazione straordinaria di Michele Compagnoni.
L
Don Zubiani con i ragazzi del CDD
○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○
ragazzi del Centro
Diurno
Disabili
(CDD) di LivignoTrepalle hanno realizzato un’intervista
a don Marco Zubiani
in occasione del suo saluto alla comunità di
Livigno. Domenica 25
luglio, è stata la comunità di Trepalle,
durante la Santa Messa
delle ore 10.45, nella
chiesa di Sant’Anna, a
salutare don Marco. Il
programma di Livigno
prevede: domenica 1
agosto, Santa Messa
alle ore 19.30, nella
chiesa di Santa Maria;
lunedi 2 agosto, alle
ore 19.30, presso Plaza
Placheda, cena e serata
in fraternità aperta a
tutti. Qui di seguito l’intervista dei ragazzi del
CDD a don Marco.
cherà un po’ tutto, proprio perchè vado via sereno: nessuno mi manda via, è stata una scelta condivisa ma mi mancheranno queste comunità».
Quali sono stati i
momenti più belli
con noi?
«Tanti, tanti, tanti…
penso alle celebrazioni,
ricordo le Prime Comunioni, le Cresime, tanti
matrimoni. Ci sono state anche belle esperienze come i pellegrinaggi,
situazioni di cammino,
di condivisione… l’incontro con le persone,
l’attenzione mia nei loro
confronti e quella loro
nei miei. Momenti belli
di amicizia che abbiamo
vissuto. Tante cose belle che ad elencarle tutte
ci vorrebbero dieci
anni… abbondanti!».
Qual è il suo piatto
preferito?
«È sempre quello pieno! Mangio di tutto, non
ho grossi problemi ma
un buon risotto lo mangio sempre volentieri».
CHIARA
Ha mai pensato di
andare in missione?
«No, non ho mai pensato di andare in missione; sono diventato prete diocesano proprio per
vivere qui al servizio
della Diocesi di Como. Il
vescovo non mi ha mai
chiesto o proposto di andare in missione; faccio
il prete qui e cerco di farlo il meglio possibile.
Chi ha questo desiderio
ha tutta la mia ammirazione ma io sto più volentieri in Diocesi».
Come ha vissuto la
responsabilità di due
parrocchie in questi
anni?
«Ho cercato di dare il
meglio di me stesso, di
essere presente, di condividere con la comunità. Alcune volte ci sono
riuscito, altre no, in alcune situazioni è stato
più facile, in altre più
difficile ma credo che
questo atteggiamento
sia stato una realtà che
ho vissuto in questi
anni. Ricordo una sera
che tornavo da Trepalle,
dopo una giornata molto intensa, l’anno scorso in primavera, ho acceso l’autoradio e sento
“si può dare di più, senza essere eroi…” Ho
pensato: “Signore, questa sera non vale. Oggi
ho proprio dato tutto.” E
ho spento la radio».
Cosa ha pensato nel
momento in cui il vescovo le ha chiesto di
cambiare parrocchia?
«Questa volta tocca a
me. Ecco cosa ho pensato. È una scelta che è
stata fatta insieme, cercando di condividere,
soprattutto con i suoi
collaboratori, cercando
di capire. Certamente
c’è anche stato un
pochino di smarrimento, pensare a Sondrio, la
responsabilità più grossa, come parroco, di tutta la diocesi, un po’ mi
ha spaventato. D’altra
parte c’è anche un senso di serenità perché
sono venuti a cercare
don Marco e che, quindi, hanno apprezzato il
lavoro di questi anni,
che hanno fiducia in me
e in quello che posso
fare per questa nuova
realtà che mi vede coinvolto come pastore».
Qual è, secondo lei,
la cosa più importante di una comunità
parrocchiale?
«Credo che la cosa più
importante sia quella di
seguire insieme il Signore Gesù. È anche il motto del vescovo: “Perfetti
nell’unità”. Siamo chiamati ad essere una comunità; delle persone
legate che vivono in comunione. Una comunione che si costruisce non
solo intorno ad un tavolo mangiando pizzoccheri, ma camminando
dietro il Signore Gesù,
lui che è Via, Verità e Vita. La cosa più importante è questa; ognuno
con il suo passo, ognuno
con le sue fatiche, con
le sue stanchezze e con
il suo entusiasmo».
FLAVIA
Don Marco Zubiani disegnato da Danila
Le dispiace andare
via da Livigno?
«Certamente. Qui ho
vissuto 11 anni, belli, di
lavoro, di sofferenze, di
fatiche, ma anche di gioia, di condivisione, di
servizio. Si è creato un
legame di amicizia, di
attenzione, di rispetto
reciproco e di collaborazione. Fare il prete a
Livigno è una cosa bella
e andare via non è facile, ma credo che tutto
quello che ho vissuto sia
qualcosa che mi porto
nel cuore giorno per
giorno e che mi aiuterà
ad andare avanti. Sappiamo che la nostra vita
è fatta anche “di bagagli
e di traslochi”, ma sempre con il cuore sereno».
La preoccupa l’idea
di diventare arciprete di Sondrio?
«Sì. È la parrocchia più
grossa delle diocesi,
oltretutto il progetto che
il vescovo ha messo in
atto è quello di unire le
due parrocchie che ci
sono a Sondrio e di farla
diventare un’unica unità pastorale. Solo un incosciente andrebbe a
Sondrio pensando che
tutto è semplice; le preoccupazioni ci sono, ma
sappiamo che c’è il buon
Dio che aiuta, ci sono la
stima e la fiducia del vescovo e dei suoi collaboratori e c’è anche l’aiuto dei preti che il vescovo mi ha messo vicino
proprio per riuscire a
vivere questo nuovo servizio. Quindi si va con la
giusta preoccupazione
ma anche con la giusta
serenità».
Quali difficoltà ha
avuto a fondare la comunità alloggio di
San Rocco?
«Innanzitutto individuare l’ambiente. I vostri familiari chiedevano
da tanto tempo la possibilità di avere uno spazio per voi. L’intuizione
è venuta due anni fa durante il ritorno dal pellegrinaggio da padre Pio,
dopo aver scelto la casa
di San Rocco per la comunità alloggio, tutto è
stato molto più facile. Ho
pensato ad una persona
e quando ho chiesto la
disponibilità a Sabrina,
lei ha detto di sì. Poi è
bello perché a Livigno ,
rispetto ai disabili, ci
sono tante persone volontarie disponibili che si
interessano e che danno
attenzione a tutti voi, c’è
un clima familiare».
Ha già visto la sua
nuova casa? Le piace?
«Ho visto solo i muri
perché i mobili li devo
portare io. La casa è in
centro Sondrio, non ho
ancora guardato dalle finestre, ma credo che il
panorama sarà un po’
diverso. Una casa diventa bella nella misura in
cui tu ci stai volentieri,
nella misura in cui accogli delle persone con le
quali lavori. Ogni casa è
bella perché diventa la
tua casa, dove condividi
le cose con le persone
che ti stanno a cuore».
Intervista a cura dei ragazzi
del Centro Diurno Disabili
di Trepalle e Livigno
P A G I N A
30
MASSMEDIA
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
SEMPRE PIU’ ITALIANI LEGGONO LIBRI DI ARGOMENTO RELIGIOSO
C’è ancora voglia di sacro, in libreria
D
opo un 2009 in cui tutto il mercato librario
italiano è cresciuto, il
primo semestre 2010
segna rosso in libreria
(-3.7%). Al suo interno, però, il
comparto editoriale cattolico segna “un riscontro moderatamente positivo”: rispetto al 2009, infatti, si è incrementato del 2.4%.
È quanto risulta dal secondo
Report di ricerca 2010 su “Il mercato dell’editoria cattolica e della libreria religiosa”, presentato
in questi giorni a Bergamo
dall’Uelci (Unione editori e librai
cattolici italiani). Secondo padre
Alfio Filippi, vicepresidente
dell’Uelci, il segreto per resistere
alla crisi è “una rinnovata attenzione alla qualità rispetto alla
quantità, un giusto mix tra un
catalogo duraturo fatto di strumenti di lavoro anche impegnativi e libri di 100-200 pagine facili e accessibili, per un pubblico
di cultura non elevata”. Oggi la
lettura e l’abitudine a leggere su
schermi digitali è in crescita: si è
triplicata in tre anni e riguarda
quasi due milioni di italiani al di
sopra dei 14 anni, che si definiscono lettori anche se il supporto non è più cartaceo. Da questo
dato sono partiti gli editori cattolici nel “progettare nuove strategie editoriali e nuovi prodotti che
siano al passo con le trasformazioni tecnologiche e rispondano
anche agli stili di lettura dei nativi digitali”.
Un pubblico “giovane”.
Stando ai dati dell’indagine, curata da Giovanni Peresson
dell’Ufficio studi dell’Aie (Associazione italiana editori) per conto dell’Uelci, si confermano alcuni elementi positivi già emersi
nel 2009: crescono ancora i lettori di testi religiosi (671.000 in più
dal 2000 al 2009 con un incremento del 25.32%, ma addirittura 306.000 dal 2002, con un incremento del 10.1%), pur in presenza di una diminuzione costante dei religiosi. Il pubblico è
progressivamente più giovane: il
52.8% dei lettori nel 2009 è compreso nella fascia di età tra i 18
ti sul mercato. Una strada che è
favorita anche dal fatto che Uelci
rappresenta l’unico settore dove
sono presenti tutti gli attori della filiera (editori, distributori, librerie di catena e indipendenti),
uniti da valori comuni e dalla
volontà di condividere sia gli elementi di analisi sia quelli di prospettiva. Del resto proprio l’editoria cattolica è stata l’antesignana della verticalizzazione
della filiera, riconosciuta attualmente come il format di maggior
successo”.
In crescita la vendita di libri. Cresce anche nelle librerie
religiose la vendita di libri: +2%
nel 2009 rispetto al 2008
(128,650 milioni di euro contro
126,128) e, in linea con il mercato generale, si vende di più nelle
librerie più grandi. Questo perché, commenta Enzo Pagani,
libraio e vicepresidente dell’Uelci, “le librerie maggiori offrono
un assortimento maggiore e servizi più efficienti a un pubblico
sempre più attento ed ‘esplorativo’, che spesso vive la libreria
non solo come momento di consumo, ma anche come esperienza”. Tra il 2007 e il 2009 è cre-
e i 54 anni, contro il 44.2% del
2000. Il mercato dell’editoria cattolica, è uno dei dati salienti del
rapporto, “continua la sua crescita, nonostante la crisi”, reggendosi sui libri religiosi e di varia,
rispetto al decremento di riviste,
audiovisivi e testi scolastici. Il
circuito distributivo specializzato offre i propri servizi sia agli
editori cattolici sia a quelli laici,
e si rivolge a tutti i canali: librerie religiose e laiche, indipendenti e di catena, grande distribuzione (supermercati, autogrill, centri commerciali) e vendite “on
line”.
“Stabili” le librerie. Le librerie religiose sono il 14% delle li-
brerie italiane. Dopo la forte contrazione delle librerie dal 2000 al
2008 (nel 2002 erano 285: in 7
anni i punti di vendita si sono ridotti del 15.7%, in particolare tra
quelli indipendenti), nel 2010 si
registra una stabilizzazione e la
filiera può contare su 242 librerie
(240 nel 2009) tra quelle di catena e non, appartenenti a case
editrici cattoliche. A queste librerie si possono aggiungere altri
480 punti vendita, che non hanno come attività prevalente quella della vendita di libri ma sono
localizzati presso enti religiosi o
monasteri. L’Uelci, spiega il presidente, Giorgio Raccis, punta
decisamente verso “forme di
sinergia tra le varie sigle presen-
AMARCORD
“La Grande Illusione” di J.Renoir, presentato
alla Mostra di Venezia del 1937, descrive la realtà di un campo di prigionia durante la Grande
Guerra, senza però soffermarsi sui suoi aspetti
violenti e sanguinolenti. Ci consegna un’immagine estremamente poetica di un’umanità “vittima”
della storia e della sorte, in cui la linea di
demarcazione tra i “nemici” e gli “amici” si fa sottile, labile e artificiosa come i confini tra le Nazioni
(“le frontiere sono un’invenzione dell’uomo, la Natura se ne fotte”). Renoir non sembra giudicare
nessuno: né lo spirito nazionalista di coloro che
credono nella guerra, né coloro che si dimostrano
indifferenti rispetto alle ragioni del proprio popolo;
ma si limita a ritrarre la drammatica diversità
sociale e ideologica tra soggetti provenienti da ceti
differenti.
La lezione del film è amara: ci mostra che
esistono grandi e piccole illusioni. L’illusione
che la guerra si risolva con un rapido succedersi
di battaglie lampo. L’illusione che un mondo, un
insieme di valori, quelli della nobiltà dell’ottocento
sopravviva ancora. L’illusione che la rivoluzione
francese sia stata tanto benefica quanto si crede.
L’illusione che si sia immortali, invulnerabili, eternamente giovani. L’illusione di essere artefici della storia, che la si possa indirizzare con i nostri
eroici comportamenti. E tante altre piccole illusioni, più intime ma non meno importanti. E noi che
stiamo a guardare dovremmo chiederci cosa
ne è stato di tutte queste illusioni, parafrasando Montale, “che senso ha questa nuova palta
e il respirare altre ed eguali zaffate? e il vorticare
sopra zattere di sterco?”.
venerdì 30 luglio; ore 14.05; La 7
a cura di
DANIELA GIUNCO
sciuta ulteriormente la domanda
dei lettori di libri religiosi:
671.000 in più dal 2000 al 2009
con un incremento del 25.32%,
ma addirittura 306.000 dal
2007, con un incremento del
10.1%. Cambia anche il modo in
cui il pubblico si percepisce come
lettore di libri di argomento religioso, anche perché il tema
“deborda” in altri generi, ad
esempio i temi della vita e della
bioetica.
Più divulgazione. Nel 2009
sono stati pubblicati dalle case
editrici italiane 4.630 titoli di libri religiosi (4.125 nel 2008,
+12,2%), di cui 4.215 da parte di
editori cattolici (415 da editori
laici). Tra i titoli delle novità
2009 predominano quelli dell’area divulgativa (pastorale,
catechesi, liturgia, spiritualità e
meditazione, agio-grafia, devozione, formazione e famiglia) rispetto all’area riflessiva (Bibbia,
teologia, teologia fondamentale,
morale, storia della/e religione/i):
2004 novità contro 927. Hanno
uno spazio significativo i titoli di
varia non religiosa (988), mentre
appare sottodimensionata l’editoria per ragazzi (296 novità).
Chopin
Sonata n.2 in si bemolle
minore, op 35 per pianoforte
L
a Sonata n. 2 in si
bemolle minore, op 35
per pianoforte (1839),
concepita attorno alla
Marcia funebre, punto
di partenza e fulcro della composizione, è indubbiamente la
più celebre delle tre Sonate
scritte da Frédéric Chopin
(1810-1849). La prima (op.4 in
do minore), composta nel 1828,
è raramente eseguita e, in effetti, la meno interessante anche se presenta alcuni spunti
di particolare rilievo, considerando che è il frutto di un musicista diciottenne. La terza
(op. 58 in si minore), scritta nel
1844, è opera della maturità e
contiene momenti creativi fra
i più entusiasmanti del catalogo chopiniano. La seconda (op.
35) è suddivisa in quattro movimenti ed è oggigiorno la più
suonata in pubblico.
Il primo – Grave – Doppio
movimento – comincia con
quattro enigmatiche battute
che recano l’indicazione “Grave”: un breve recitativo che
conduce immediatamente a un
tempo veloce. Dopo la ripetizione dell’esposizione segue uno
sviluppo dai toni appassionati,
interamente dominato dal primo tema, dal tono ansimante,
che è in chiaro contrasto con il
secondo, più contemplativo e
radioso.
Il secondo movimento –
Scherzo (in ¾) – in mi bemolle
minore, è tecnicamente assai
difficile. Ha un andamento
estremamente concitato ed è
imperniato su note ribattute,
di elevata incidenza ritmica.
La sezione centrale (“Trio”) è
invece pensierosa e colma di
presagi; la melodia, tipicamente chopiniana, è pregnante di
umanità.
Celeberrimo è il
terzo mo- ALL'ASCOLTO
vimento:
Lento.
Marcia funebre, che
fu esegui- GRAMMA
ta unitamente ad
altre composizioni dello stesso
Chopin in occasione del suo funerale, come da lui stesso richiesto. Secondo alcuni la Marcia funebre sarebbe stata scritta per commemorare l’insurrezione di Varsavia. Nel Trio centrale il pianoforte canta la melodia come farebbe un tenore di
grazia. Una pagina sublime.
Il Presto (2/4) conclusivo è il
più singolare dei quattro movimenti. La struttura decisamente insolita rende persino
problematica la descrizione a
parole. Tecnicamente difficilissimo è basato su passaggi di ottave a terzine, all’unisono a
due mani. Qualcuno vede, in
questo finale, un cupo pessimismo. Paradossalmente potrebbe essere paragonato al corrispondente movimento della
Sonata op. 26 di Beethoven, anch’esso un breve movimento in
tempo molto rapido, che segue
immediatamente una marcia
funebre, ma in realtà non vi è
nulla di più diverso. Alla melodia scattante e quasi sbarazzina di Beethoven, Chopin sostituisce un’enigmatica visione
sull’abisso, che sembra quasi
anticipare certe angosce
esistenzialistiche tipiche del
secolo successivo.
GUIDA
PEN
TA
a cura di
ALBERTO CIMA
P A G I N A
31
LETTEREeCONTRIBUTI
IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010
PAROLE, PAROLE, PAROLE (64)
SASSIFRAGA GIALLA
Liturgia
Saxifraga aizoides
Dal greco antico precristiano “leiturghia”, composta da “laos”,
pubblico (popolo) ed “urghia”, opera, cioè: opera pubblica. I cittadini facoltosi dovevano provvedere ad opere (edifici, strade,
monumenti, scuole…) o servizi pubblici, che le finanze della
polis non potevano sostenere. Del resto anche nei municipi romani, come quello di Como, talune grandi opere, come le terme
o le biblioteche, erano donate alla città da cittadini facoltosi.
Si pensi a Caio Plinio Cecilio detto “Il Giovane”, le cui opere
sono oggi recuperate in viale Lecco. Nel tardo Medio Evo o Rinascimento i comaschi riconoscenti gli hanno pure eretto una
statua-monumento sulla facciata del Duomo. Inutilmente la
Curia comense ha cercato di farlo spostare, perché Plinio il
Giovane (come del resto lo zio-adottante Plinio il Naturalista,
cui pure è dedicato una statua-monumento sulla facciata della
Cattedrale) non erano cristiani, anche se eminenti. Il Giovane
Plinio aveva avuto dei riguardi per i cristiani che rifiutavano di
sacrificare alla statua dell’Imperatore di turno e lo zio aveva
deprecato la ferocia con cui Nerone aveva fatto ricadere sui
cristiani la colpa dell’incendio che aveva devastato Roma. Ma
ciò non li aveva ascritti alla prima cristianità,anche perché
entrambi consideravano la religione cristiana una “superstizione” esagerata e pericolosa. Piuttosto sembra che Seneca conoscesse ed avesse riguardo per la nuova religione,ma la sua
morte prematura gli aveva impedito di moderare l’avversione
verso i cristiani del ceto dirigente romano,cominciando dall’imperatore.
In età cristiana la stessa parola è passata ad indicare i riti del
culto pubblico, dai sacramenti ai sacramentali e, specialmente, la Eucaristia, come ogni fedele ben sa.
Il nome fa
riferimento
all’attitudine di
tutte le
sassifraghe di
insediarsi con le
loro radici nelle
fessure delle
rocce, fino a
provocare il loro
allargamento e,
di conseguenza,
anche lo
sgretolamento
della roccia
stessa. Il nome
della specie,
aizoides è pure
di origine greca,
poiché deriva
dai due vocaboli
aeì = sempre +
zoós = vivente,
il tutto con
significato di
“[sassifraga]
sempreviva”
Foto AC - Il Settimanale
ATTILIO SANGIANI
OCCORRE RISPETTARE
MAGGIORMENTE
L’AUTENTICITÀ DELLA VITA
C
aro Direttore, ho scelto
prima della pausa estiva di trattare un tema
che suona come un campanello d’allarme, specialmente tra la cosiddetta generazione tradizionalista e quella della nostra età, la quale con
una punta di nostalgia ha vissuto in passato momenti belli ed
episodi meno sereni che la modernità attuale sembra avere
incoscientemente seppellito.
Com’era bello quando nelle
nostre dimore si festeggiava una
nascita di un bimbo o quando
durante il mese di maggio ci si
riuniva tutti per recitare il Santo Rosario. Da non scordare
quel 1954, quando ci si riuniva
tutti in una sola casa per vedere la televisione con un genuino stupore. Ma il ricordo di quei
fantastici anni che abbiamo alle
spalle sembra essere rinato nelle nostre fragili menti per con-
È il fiore simbolo
della montagna.
Il suo nome
deriva dal greco
lèon (leone) e
poùs (piede);
in passato
si supponeva
appunto che
il suo fiore
assomigliasse
agli arti
del leone
LETTERE
AL DIRETTORE
FAX:
031.3109325
E-MAIL:
[email protected]
tinuare a sperare ancora in questo mondo, troppo affollato di
schematismi, tanto da autodistruggere in breve tempo il proprio pensiero per lasciare spazio
a quello successivo; da ciò deriva la considerazione che noi
stessi rischiamo di essere inconsciamente schiavi nel riflettere
sulle proprie idee e sullo scambio d’opinioni reciproco.
Perciò l’andare in vacanza significa soprattutto voler staccare la spina per qualche giorno dai nostri pensieri e vivere la
nostra libertà individuale.
GIANNI NOLI
STELLA ALPINA
CINQUEFOGLIA
DELLE DOLOMITI
Il genere di
questa pianta
(Potentilla) è
abbastanza
numeroso, 200
è più specie. Il
nome di questa
pianta è nato
grazie alle
grandi virtù
medicinali che le
si attribuivano
anticamente.
Infatti il nome
generico deriva
dal vocabolo
latino potens
(= potenti
proprietà
curative) o
portentum
(= prodigiose
possibilità
sprigionate dalla
pianta) e dal
diminutivo illa,
quindi potenti
proprietà
curative in un
piccolo fiore
Potentilla nitida
Potentilla rosea
Foto AC - Il Settimanale
Leontopodium alpinum
il settimanale
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