E - Diocesi di Como
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DELLA 30 DI COMO PERIODICO SETTIMANALE - POSTE ITALIANE S.P.A. SPED. IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1, COMMA 1, DCB COMO Buone vacanze! A PAGINA 3 Foto AC - Il Settimanale ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ANNO XXXV 31 LUGLIO 2010 E 1,20 DIOCESI TERRA SANTA IL PARROCO DI NABLUS IN DIOCESI A PAGINA 9 COMO IN SRI LANKA UNA CASA APERTA AL VOLONTARIATO COMASCO A poco più di un anno dal suo trasferimento nella struttura per donne anziane realizzata con il sostegno del territorio comasco abbiamo chiesto a suor Cristina de Fonseka un primo bilancio di questa esperienza. A PAGINA 16 COMO PAROLARIO: IL DECENNALE NEL SEGNO DEL “TEMPO” ALLE PAGINE 16 E 17 INIZIATIVE TUTTO PRONTO PER “MOVRIMENTO” A PAGINA 21 TIRANO INIZIATIVE IN SANTUARIO A PAGINA 23 ITINERARI IN CAMMINO TRA GORDONA, SAMOLACO, DASCIO, SAN FEDELINO A PAGINA 26 Il Settimanale della Diocesi di Como si ferma per la consueta pausa estiva. Il prossimo numero porterà la data del 28 AGOSTO 2010. I pacchi per le rivendite di Como e dintorni potranno essere ritirati nei giorni 25 agosto (dalle 14.30 alle 18.30) 26 e 27 agosto (dalle 8.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.30) P A G I N A 2 RIFLESSIONI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 NOVITÀ IN LIBRERIA PER LA NOSTRA ESTATE a cura di AGOSTINO CLERICI LIBRI ADATTI... ALLA VALIGIA Questo volume di don Aristide Fumagalli propone il tema dell’amore di Gesù riletto in una chiave provocatoria ma estremamente attenta alla verità del senso biblico e della cultura contemporanea. Il tratto passionale dell’amore di Cristo è stato richiamato all’attenzione dei fedeli da Benedetto XVI, che lo ha audacemente nominato col termine di eros. Un eros passionale che rivela un’umanità straordinaria e mai abbastanza percepita e che ha portato il Figlio di Dio a unirsi a noi fino al punto di soffrire come proprie le conseguenze dei nostri delitti. ARISTIDE FUMAGALLI, Come Lui ha amato. L’eros di Gesù, San Paolo, pagine 144, euro 13,00. Ecco una collana di teologia con testi agili e adatti ad un pubblico medio. Don Dianich e padre Harrington propongono una riflessione, dal taglio biblico-teologico, sulla chiesa come corpo vivente di Cristo, di cui coglie i tratti propri (caratteri, ministeri, istituzioni) e il riferimento al più generale fenomeno dell’aggregazione religiosa. SEVERINO DIANICH - DANIEL HARRINGTON, La Chiesa. Una «realta complessa» tra istituzione e mistero, San Paolo, pagine 130, euro 10,00. Ecco, invece, una riflessione sull’arte e sull’estetica nel mondo cristiano. Un confronto tra teologia e Bibbia di fronte alla rappresentazione del creato. Il volume, diviso in due parti, indaga sulla bellezza e la fascinazione che essa esercita. GIANFRANCO RAVASI - MARKO IVAN RUPNIK, Il fascino del bello. Tra Bibbia e teologia, San Paolo, pagine 86, euro 7,00. Il terzo volume della collana si interessa della preghiera. Il volume si articola in due parti: la prima, elaborata da Bruno Maggioni, affronta il “come” e il “perché” della preghiera nella Bibbia; la seconda, a firma di padre Raniero Cantalamessa, ci porta a diretto contatto con lo Spirito che grida in noi Abbà, dando voce alla preghiera più autentica, in quanto espressione del nostro essere “figli nel Figlio”. RANIERO CANTALAMESSA - BRUNO MAGGIONI, Pregare in Spirito e verità. La preghiera secondo la Bibbia, San Paolo, pagine 92, euro 8,00. La religione cattolica solleva oggi più che mai numerosi interrogativi, soprattutto nei ragazzi. E proprio a loro si rivolge questo libro illustrato che esamina la Chiesa cattolica considerando in modo obiettivo le critiche che le vengono rivolte e gli errori che ha commesso nella sua storia, per permettere ai ragazzi di formarsi un’opinione ponderata e tollerante. CLARA MANKOWSKI, Che cosa significa essere cattolici oggi?, Elledici, pagine 104, euro 14,00. L’intento degli autori di questo volume scritto a più mani è quello di riflettere e confrontarsi su come Internet e i nuovi media stanno cambiando la società, in particolare come sta cambiando la vita dei nostri ragazzi. AA.VV., Educare ai tempi di Internet. Imparare, proporre e crescere nella rete, Elledici, pagine 96, euro 7,00. Ecco una rassegna di libri di piccole dimensioni, che bene si adattano alle nostre valigie e agli zaini pieni di tante cose Tre grandi sezioni nel libro scritto da Eugenio Fontana conducono il lettore dapprima attraverso le testimonianze letterarie su Pietro, poi nei luoghi di Roma ove più si è consolidato il ricordo della sua presenza, infine in un itinerario artistico, accompagnato da tavole e immagini a colori, che documenta la ricchezza interpretativa emersa dalle intuizioni di pittori e scultori. EUGENIO FONTANA, Ritratto di Pietro, EDB, pagine 176 + 48, euro 24,00. In questo libro, Valerio Albisetti ripercorre il suo cammino di psicologo-scrittore e offre numerosi spunti di riflessione sui grandi temi della vita, che lo hanno da sempre appassionato. VALERIO ALBISETTI, Felici nonostante tutto, Paoline, pagine 206, euro 17.00. Ecco tre volumetti del card. Carlo Maria Martini. Il primo presenta una meditazione sull’episodio evangelico della donna di Betania che versa unguento prezioso sul capo di Gesù (cfr. Mt 26,6-13). Nell’atteggiamento della donna, disapprovato dai discepoli, il cardinal Martini individua l’autentica spiritualità del laico: «Questa donna è il cristiano comune, il vero discepolo, il suo gesto è il cammino spirituale del cristiano laico battezzato, fondamentalmente di ciascuno di noi». CARLO MARIA MARTINI, Il dono dell’amore, Paoline, pagine 46, euro 11,50. In varie circostanze, sin dai primi anni di episcopato, il cardinal Martini ha espresso pubblicamente il proprio pensiero sulla figura del presbitero. Il volume offre alcune riflessioni che ruotano attorno ai seguenti temi: un amore totale e senza risparmio per Cristo, l’esperienza personale dell’Alleanza, il segno del cuore trafitto di Cristo, un cammino di povertà, la vita spirituale del prete di fronte alle sfide dell’oggi, la formazione del presbitero in questo tempo, il portare frutto nella quotidianità. CARLO MARIA MARTINI, Il tesoro dello scriba. La spiritualità del prete, EDB, pagine 120, euro 9,00. Un secondo volume nella stessa collana offre altre riflessioni del cardinal Martini che ruotano attorno ai seguenti temi: le conversioni di un prete quando diventa parroco, la maturazione spirituale nel ministero, stile di presidenza delle comunità, la celebrazione eucaristica al culmine della evangelizzazione. CARLO MARIA MARTINI, Io sto in mezzo a voi. Il prete e la sua comunità, EDB, pagine 118, euro 9,00. Segnaliamo una serie di quattro volumetti scritti da don Andrea Fontana. In essi l’Autore offre meditazioni “per tutti coloro che, attraverso le pagine della Bibbia, vogliono scoprire il senso della loro vita, aprire gli occhi sulle meraviglie che Dio continua a compiere oggi”. Il primo libro parla di Noè, di Abramo, di Mosè, di Geremia, di Giona, di Maria di Nazareth, dei Dodici, di Paolo: chiamati ad amare. Il secondo offre una rilettura di dieci miracoli del Vangelo. Nel terzo volumetto si parla della samaritana, di Zaccheo, di Caifa, del giovane ricco, di Pilato, di Maria di Betania, di Pietro, del ladrone... e dei loro incontri con Gesù che in qualche modo ne hanno cambiato le vite. Infine, il quarto libro offre una rilettura meditata dell’episodio evangelico dei discepoli di Emmaus. ANDREA FONTANA, Per strade e deserti chiamati ad amare - Pane spezzato e vino nuovo miracoli nell’amore Sicar e Betania dove ti aspetta l’amore Emmaus la strada dell’amore, Elledici, pagine 80 ciascuno, euro 6,50 cadauno. Da uno dei più importanti predicatori contemporanei, un libro che invita a scoprire la vera essenza della fede cristiana. La fede «che salva» e «che vince il mondo» è la fede in Gesù Cristo Figlio di Dio e nel suo mistero pasquale: morte, risurrezione, invio dello Spirito. RANIERO CANTALAMESSA, La fede che vince il mondo, San Paolo, pagine 74, euro 7,50. DICIOTTESIMA DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO C Parola FRA noi QO 1,2;2,21-23 SAL 89 COL 3,1-5.9-11 LC 12,13-21 “Stolto” nella Bibbia è chi nega Dio o lo disprezza di ANGELO SCEPPACERCA SECONDA SETTIMANA del Salterio PER DIO NON CI SONO COSE, MA DONI... N ella parabola un fratello maggiore, valendosi del diritto del primogenito, non vuole spartire l’eredità con il minore. Gesù, interpellato, si rifiuta di far da giudice, ma va alla radice del problema, indicando l’ingordigia dei beni come causa prima delle liti familiari e dei conflitti sociali. E racconta la parabola del ricco agricoltore al termine della stagione col suo monologo tragicomico, perché si considera proprietario della sua vita con tutti i beni che, a suo parere, ne sono fondamento e garanzia. Il velo dell’illusione è squarciato da una voce: stolto! “Stolto” nella Bibbia è chi nega Dio o lo disprezza. “Sapiente” è chi accumula tesori non per sé, ma davanti a Dio. Cosa c’è nell’eredità? Un padre che è Dio e tutti gli uomini ricevuti come fratelli. Non ci sono cose, ma doni, grazia di essere figli di Dio. Più che i beni, vale colui che dona, il Padre. Avidità, dominio e potere sono fuori dall’eredità, appartengono alle cose che muoiono in mano, nel corso di una notte. L’uomo ricco “ragionava fra sé”, non si metteva al cospetto di un Altro, il “sé” era il primo di tutti i suoi possessi, l’io era il suo tesoro. Il Vangelo parla anche dell’uso dei beni, delle ricchezze e delle risorse. E dice che la cosa importante è arricchire davanti a Dio. Soprattutto, però, pone la grande domanda sulla solitudine esistenziale. Fuori dalla comunione, col Padre e con i fratelli, l’uomo è colpito dal male di vivere. Con lui tutto è dono, come passeri nelle sue mani, dove contano perfino i capelli del capo. Lontani da lui è divisione, da noi stessi, più che eredità da dividere. È La parabola del ricco stolto (Rembrandt) estraneazione, solitudine. L’uomo ricco più che avaro è solo, parla con la sua anima, in grande solitudine, come in una scena tragica di teatro. L’opposto del “Padre nostro”. Il ricco è un ateo, perché schiaccia l’essere e al suo posto mette l’avere. Mounier lo chiama uomo artificiale: “Mano e mascella, come un quadro di Picasso”. SOCIETÀ PRIMOPIANO IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 S tagione di ferie, di tempo libero da orari e da impegni stringenti, stagione che conduce al gioco che rilassa e libera da tensioni e tossine e riporta all’infanzia e alla sua creatività. La battigia con la sabbia e l’acqua faceva di noi bambini dei grandi costruttori di castelli merlati con torri possenti (ahimè anche pericolanti…), fossati in cui far scorrere l’acqua, mura non proprio a piombo ma resistenti. Si diventava in un battibaleno ingegneri, manovali e muratori, imbrattati da capo a piedi ma con la certezza che, a costruzione finita, un tuffo avrebbe liberato da ogni sudata sporcizia. Il gioco non è mai ingenuo, esprime e rimanda, accoglie e distrugge. È simile alla dinamica delle cellule che, per dare vita, devono morire. Si imparava che ogni giorno si doveva costruire, perché la costruzione non solo non reggeva all’alta marea che scioglieva tutto nel suo grembo ondoso, ma era anche sufficiente il calore del sole per far scoppiare profonde crepe e far crollare lo splendido edificio. Si imparava la fatica diuturna del lavoro, della ripresa, della continuità, senza rammaricarsi troppo dell’insuccesso e godendo molto dell’opera conclusa. Si imparava un dato ineludibile con certezza sperimentale: la vita nasceva, si sviluppava ma poi scompariva, come la sabbia della costruzione sciolta da un getto d’acqua. La battigia aveva un suo fascino particolare al mattino presto, quando ancora non rigurgitava di bagnanti vocianti ma il nastro di terra lambito dalla bassa marea brulicava di vita silente, spezzata soltanto dall’incessante mormorio dell’onda che si rifrangeva. Momento solenne in cui ci si ritrovava soli, con lo sguardo che poteva posarsi su di un orizzonte quasi infinito che rifletteva il proprio volto. Quale volto? Se io ho un volto, i miei occhi in quali occhi possono riflettersi? La ricerca dal faccia a faccia emergeva, perché in quel momento magico, solo il silenzio parlava, accogliendo la voce del mare con il suo andirivieni inesausto. Il segno di quel silenzio permaneva anche nella confusione del vociare, delle radioline, quando con qualche bracciata un poco audace si raggiungeva il largo dove l’impressione della solitudine si acuiva, perché ogni rumore era tacitato. Il regno che si squarciava nelle profondità (indubbiamente non oceaniche…) delle acque non concedeva tregua: il silenzio imperava e richiamava. Perché questa attrazione si impone? Perché solo il silenzio nutre il pensiero e il sentire? Non si può toccare, non si può ridurre di volume, si può solo sfuggire quando dentro lacera o mette a nudo un deserto che non si vuole attraversare. Le mani impastate di sabbia e di fango rimandano al racconto di Genesi: il Creatore proprio con la terra, adamáh, ha plasmato Adám, la creatura umana terrigna. Il verbo ebraico suggerisce quel guizzo di rumore che spezza il silenzio nella creazione, la terra bagnata viene spiccicata e, dal silenzio della terra tocca- P A G I N A 3 I “CASTELLI DI SABBIA” E LA VITA ESTATE E PENSIERI: PERCHÉ IL SILENZIO? ta dalla mano del Creatore, ecco spuntare una sagoma, ancora inerte, priva di vita. Sarà il bacio del Creatore donato labbra a labbra ad infondere lo Spirito, un alito che incomincia a segnare il tempo della vita. La luce silenziosa del Volto di Dio si è così impressa sul volto di Adám, il gioco si compie quando la libertà è donata. Adám non è un robot che Dio telecomanda a suo piacimento, è un essere dotato di intelligenza e di libertà di scelta. Il grande gioco della vita passa nelle mani di Adám, lo sguardo che fa brillare la sua interiorità può assumere mille sfumature, può anche camminare nella storia, se lo vuole, come Mosé, l’amico di Dio, con cui Egli parlava “faccia a faccia”. Il momento del silenzio schiuso dal gesto creatore diventa il basso continuo che conduce a fissare gli occhi negli occhi Adám e Dio e tutti gli altri Adám. Attimo in cui si radicano tutti gli altri attimi in due direzioni di crescita e di amore: ogni volto fa trasparire la personalità che si esprime all’esterno e cerca la comunione con tutti gli altri volti; ogni BENEDETTO XVI E IL TEMPO DELLE FERIE Riportiamo il testo integrale dell’Angelus di domenica 18 luglio a Castel Gandolfo in cui il Papa ha fatto riferimento alla pagina evangelica di Marta e Maria per invitare a vivere bene il tempo delle vacanze volto cerca il perché del proprio volto e lo trova solo nel Volto di Dio. I castelli delle costruzioni di Adám nella storia sono di sabbia, la dicono lunga sull’esilità dell’esistenza e sulla sua precarietà, ma aprono anche alla terra plasmata da Dio per quel Soffio donato. Mosè, quando giunse per lui il momento del ritorno al silenzio primordiale da cui era stato tratto, sigillò la sua storia, quando la parola finalmente tacque e le labbra diventarono non passive ma accoglienti del significato divino di ogni volto, con il bacio di Dio in cui Gli restituì il Soffio: labbra a labbra, ancora una volta, in un gesto di intimo amore, che lo riportarono al di là della creazione. Il volto di un Adám incontrava così il Volto di Dio, in quel silenzio da cui il Padre per amore traboccante generò il Figlio. L’infantile castello di sabbia, attimo di silenzio, si scopre allora Castello delle sette dimore, misteriosa perennità di silenzio nella storia: Teresa di Gesù guida alla scoperta del Volto del Padre e dei volti degli Adám. CRISTIANA DOBNER carmelitana scalza Cari fratelli e sorelle! Siamo ormai nel cuore dell’estate, almeno nell’emisfero boreale. E’ questo il tempo in cui sono chiuse le scuole e si concentra la maggior parte delle ferie. Anche le attività pastorali delle parrocchie sono ridotte, e io stesso ho sospeso per un periodo le udienze. E’ dunque un momento favorevole per dare il primo posto a ciò che effettivamente è più importante nella vita, vale a dire l’ascolto della Parola del Signore. Ce lo ricorda anche il Vangelo di questa domenica, con il celebre episodio della visita di Gesù a casa di Marta e Maria, narrato da san Luca (10,38-42). Marta e Maria sono due sorelle; hanno anche un fratello, Lazzaro, che però in questo caso non compare. Gesù passa per il loro villaggio e – dice il testo – Marta lo ospitò (cfr 10,38). Questo particolare lascia intendere che, delle due, Marta è la più anziana, quella che governa la casa. Infatti, dopo che Gesù si è accomodato, Maria si mette a sedere ai suoi piedi e lo ascolta, mentre Marta è tutta presa dai molti servizi, dovuti certamente all’Ospite eccezionale. Ci sembra di vedere la scena: una sorella che si muove indaffarata, e l’altra come rapita dalla presenza del Maestro e dalle sue parole. Dopo un po’ Marta, evidentemente risentita, non resiste più e protesta, sentendosi anche in diritto di criticare Gesù: “Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti”. Marta vorrebbe addirittura insegnare al Maestro! Invece Gesù, con grande calma, risponde: “Marta, Marta – e questo nome ripetuto esprime l’affetto –, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta” (10,41-42). La parola di Cristo è chiarissima: nessun disprezzo per la vita attiva, né tanto meno per la generosa ospitalità; ma un richiamo netto al fatto che l’unica cosa veramente necessaria è un’altra: ascoltare la Parola del Signore; e il Signore in quel momento è lì, presente nella Persona di Gesù! Tutto il resto passerà e ci sarà tolto, ma la Parola di Dio è eterna e dà senso al nostro agire quotidiano. Cari amici, come dicevo, questa pagina di Vangelo è quanto mai intonata al tempo delle ferie, perché richiama il fatto che la persona umana deve sì lavorare, impegnarsi nelle occupazioni domestiche e professionali, ma ha bisogno prima di tutto di Dio, che è luce interiore di Amore e di Verità. Senza amore, anche le attività più importanti perdono di valore, e non danno gioia. Senza un significato profondo, tutto il nostro fare si riduce ad attivismo sterile e disordinato. E chi ci dà l’Amore e la Verità, se non Gesù Cristo? Impariamo dunque, fratelli, ad aiutarci gli uni gli altri, a collaborare, ma prima ancora a scegliere insieme la parte migliore, che è e sarà sempre il nostro bene più grande. SOCIETÀ P A G I N A 4 INTERNIESTERI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 COLPO D’OCCHIO FRA TRIVELLAZIONI E DISASTRI... S bagliare è umano, trivellare è diabolico. Non soddisfatta del po’ po’ di disastro provocato nel Golfo del Messico, disastro che, ricordiamolo, è iniziato con la morte di undici persone e di cui non si vede neppure lontanamente la parola “fine”, la British Petroleum (Bp) tenta di fare meglio in Africa e riprende a trivellare nel Golfo della Sirte, in acque territoriali libiche. Dunque con la benedizione di Gheddafi, visto che in Libia non si muove foglia che Gheddafi non voglia. Il Colonnello, dando via libera a un accordo siglato nel 2007 con la Bp, ha così trovato il modo di ringraziare la società petrolifera inglese per i “buoni uffici” che questa avrebbe interposto per la liberazione del terrorista libico Abdel Basset al-Megrahi, condannato e incarcerato dalle autorità scozzesi perché ritenuto responsabile della strage di Lockerbie. Questi, almeno, i retroscena. Ma qui interessa non tanto ciò che sta dietro, quanto quello che sta davanti a questa nuova ondata di trivellazioni in un mare, non per niente, anche nostrum. Evidentemente il disastro nel Golfo del Messico non ha insegnato nulla a nessuno. Non alla Bp (ma non era sull’orlo del fallimento? Non le è bastata la batosta americana? Non è sotto inchiesta per le troppe omissioni nelle misure di sicurezza?) la quale rischia di farne un’altra (di falla, per non usare parole meno castigate) e poi di non riuscire a coprirla, a tapparla con marchingegni improvvisati. E già questa faccenda dei “tappi” approntati alla bisogna, senza alcuna seria esperienza sulla loro efficacia, dovrebbe essere un preoccupante campanello d’allarme per bloccare, o quanto meno rinviare a tempo indeterminato, la trivellazione di pozzi sottomarini in profondità (nel Mediterraneo si parla di 1.700 metri, 200 in più che nell’Atlantico) per i quali fino ad oggi non ci sono, e si è visto, sistemi sicuri e collaudati per tapparli in caso di incidente. Ma la marea nera non ha insegnato nulla, nemmeno a riflettere sull’umana faciloneria, ai tanti avventuristi tecnologici che in nome del profitto si cacciano, novelli apprendisti stregoni, in “avventure” per le quali poi non sanno trovare riparo, o meglio, ancora una volta, tappo. Stiamo ancora pagando (anche in Italia, ultimo caso a Livorno) per l’originale idea, venuta sempre agli inglesi, di somministrare farine animali alle mucche e Dio solo sa fino a quando dovremo pagare per l’inquinamento del Golfo del Messico. In questa storia delle prossime trivellazioni davanti alle coste libiche, c’è già chi pensa al “povero” Gheddafi. La Bp è riuscita, come pochi altri, a inguaiare seriamente Obama. Il presidente americano, dalla catastrofe del petrolio riversatosi sulle coste della Louisiana e della Florida, ne è uscito, se ancora ne è uscito, nero. In termini soprattutto di popolarità. Accadesse un disastro simile a quello del Golfo del Messico nel Golfo della Sirte, con le conseguenze immaginabili su tutti i Paesi dell’area mediterranea, Gheddafi ne uscirebbe, se possibile, ancora più nero. Con una differenza, però. Ai dittatori poco importa della popolarità. Loro del consenso popolare se ne fanno un baffo, anzi due. PIERO ISOLA POSTE A QUATTRO MESI DAL DECRETO CHE HA ABOLITO LE TARIFFE AGEVOLATE Don Zucchelli: la trattativa è in corso S ono trascorsi quattro mesi dalla pubblicazione del decreto ministeriale (del 30 marzo 2010) che ha eliminato le tariffe postali agevolate per tutta l’editoria libraria, quotidiana e periodica. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 31 marzo, il decreto è in vigore dal 1° aprile. La Fisc (Federazione che raggruppa 187 settimanali cattolici), da subito, si è attivata non solo per opporsi al decreto ma anche per cercare una soluzione che non penalizzasse così gravemente i settimanali cattolici del territorio. Ci sono stati incontri con rappresentanti del Governo, delle Poste e degli editori. A distanza di quattro mesi e alla vigilia delle ferie, facciamo il punto con don Giorgio Zucchelli, presidente della Fisc. Don Zucchelli, qual è la situazione attuale? “La Fisc si è attivata da subito, il 1° aprile, inviando una lettera al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e ai sottosegretari Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, nella quale esprimeva il proprio sconcerto di fronte al decreto, chiedendo fortemente di ripristinare le tariffe postali agevolate. Un intervento chiaro e deciso, ripreso dal Sir e da tutti i nostri giornali. Giovedì 8 aprile, la Federazione è stata invitata ad un incontro con Governo e Poste Italiane, presieduto dal sottosegretario Letta, a fianco delle più importanti sigle dell’editoria italiana. L’invito a noi rivolto come soggetto autonomo è stato un significativo riconoscimento. In seguito, il 14 aprile, la dott.sa Elisa Grande, responsabile del dipartimento dell’editoria, ha aperto i tavoli a tre (Governo, Poste e associazioni dell’editoria) iniziando proprio dalla Fisc. Questa seconda convocazione come rappresentanza autonoma è stata non solo importante ma addirittura determinante. Siamo infatti riusciti a far capire ai nostri interlocutori che i settimanali Fisc hanno una tipologia diversa da tutti gli altri periodici. La trattativa ha avuto sviluppi positivi nei giorni seguenti. Poste Italiane si è dichiarata disponibile ad equiparare ai quotidiani i settimanali (compresi i nostri) che abbiano caratteristiche editoriali analoghe ed escano con almeno 16 pagine. Tale equiparazione nel trattamento postale comporterebbe la spedizione J+1, nonché una tariffa che, sulla base di quella dei quotidiani, risulterebbe a noi accettabile. Questo accordo sarebbe una svolta storica per i nostri giornali, attesa da anni, che ci garantirebbe finalmente una distribuzione rapida e sicura. La Fisc si è attivata su più fronti per informare e sensibilizzare i più alti esponenti delle istituzioni nazionali, tra gli altri il ministro Maurizio Sacconi. Nel contempo, dietro sollecitazione dei direttori del Triveneto, molti nostri giornali hanno pubblicato all’inizio di giugno, un secondo appello-protesta perché il Governo prendesse in mano la situazione. Comunque sia, i responsabili del Comitato tecnico della Fisc sono costantemente in con- tatto con funzionari delle Poste per tenersi aggiornati sulla situazione. Ci sono contatti frequenti con il segretario dell’Uspi, Francesco Vetere. Oggi come oggi sappiamo che la trattativa tra Poste e Fieg continua con positive speranze”. Cosa è realisticamente possibile attendersi dalle tre parti con le quali la Fisc si confronta? “Realisticamente temo che non ci sarà nessun conguaglio per il 2010. Ma sono fiducioso nella firma dell’accordo con Poste. Accordo che dovrebbe partire dal 2011 e che dovrebbe essere per i giornali della Fisc molto positivo. Accordo, inoltre, che, escludendo provvidenze statali, non soffrirebbe di quell’incertezza che, anno per anno, ci ha accompagnato nel passato. Per questo ritengo che questo sia il momento della pazienza, della fiducia, della trattativa. Certe proteste, in alcuni casi fuori misura e non secondo lo stile di responsabilità della Federazione, potrebbero procurarci dei danni. La politica è fatta di dialogo, non di scontri”. Come valuta il silenzio mediatico che, ad esclusione del quotidiano Avvenire, regna su questa vicenda? “Ritengo che dipenda dalle diverse condizioni in cui i giornali operano. Tutti i quotidiani vengono venduti per la maggior parte in edicola, eccetto Il Sole 24 Ore, e quindi non hanno il problema postale, se non marginalmente. L’hanno i grandi gruppi editoriali cui fanno capo e che editano diversi prodotti, fra cui i rotocalchi. Ma, visto il loro silenzio, probabilmente godono di una tale flessibilità nella distribuzione che non subiscono gravi danni. In caso contrario si farebbero sentire! A loro non interessa la piccola editoria che soffre maggiormente della situazione. Avvenire, al contrario, si pone in una li- nea professionale di ben altro profilo”. Come rispondere alla fortissima e crescente preoccupazione che i direttori dei settimanali Fisc stanno esprimendo pur con diverse forme e con diverse tonalità? “La risposta è di avere pazienza e fiducia, perché abbiamo buoni motivi per dire che potremo portare a casa un accordo che per noi sarà molto positivo. In secondo luogo è necessario che i nostri settimanali guardino al futuro con occhi nuovi. Il futuro richiede anche una flessibilità nella distribuzione dei nostri giornali. Abbiamo diverse possibilità, in parte già collaudate: le edicole (alcuni lo fanno da sempre), le chiese, le cooperative di servizi ecc. Infine è possibile anche attivare il cosiddetto ‘abbonamento in edicola’. Quanti settimanali hanno perduto abbonamenti per i ritardi delle consegne postali! Ci si è a volte affidati a funzionari comprensivi, invece bisognava pensare da tempo a soluzioni più strutturali”. C’è anche la questione dei contributi diretti… “Molti nostri giornali non hanno avuto finanziamenti: o perché la pubblicità supera le soglie massime consentite, o perché sono nati dopo il 1988, data limite oltre la quale non è possibile godere dei contributi diretti. Siamo in un tempo in cui non si può più fondare politiche aziendali su queste entrate che potrebbero ridursi drasticamente, un anno con l’altro. Dobbiamo camminare con le nostre gambe il più possibile, come abbiamo scritto e detto in tante occasioni. E per questo, come Federazione, dobbiamo aiutarci a trovare insieme soluzioni nuove e adatte alle diverse nostre realtà”. a cura di GIOVANNA PASQUALIN TRAVERSA NOTA ECONOMICA Quali valori orientano il confronto nel nostro Paese? N ell’articolo precedente ho valutato se esiste congruenza fra i valori di verità e giustizia e i modelli sociali, politici, sindacali ed economici in uso fra i cittadini italiani e la loro classe dirigente. La conclusione è stata deludente. I fatti e gli eventi esaminati, hanno evidenziato, che i richiamati valori, sono ignorati, sbeffeggiati, sovente traditi, ma ciò avviene per molti valori. Tenterò di dimostrarlo prendendo in esame i valori di onestà e di dovere. Per onestà intendo il comportamento probo, retto e integro, al quale si dovrebbero attenere quanti operano negli ambiti della politica, dell’economia e della società civile. Per dovere intendo invece la capacità dei cittadini, di operare in conformità a ragione, morale e leggi. Tento ora di rilevare se i suddetti valori, illuminano e indirizzano l’agire degli attori di questi tre avvenimenti: conflitto Fiat/ Fiom-CGIL; azione del governo tesa a contenere il fenomeno dell’economia sommersa; attenzione riservata dai politici al problema dell’invecchiamento della popolazione. Sul primo punto sottolineo che, il richiamato “scontro”, ha posto in evidenza che siamo di fronte non ad un conflitto aziendale, ma ad una richiesta di cambiamento profondo, nelle relazioni industriali. La leadership della Fiom e una consistente fetta di lavoratori, vivono nei ricordi di un passato idealizzato, in realtà mai esistito, cosicché non percepiscono le ragioni per le quali il nostro Paese, nella classifica della produzione di auto in Europa, è sceso all’ultimo posto. Il quadro è fosco: lo stabilimento Fiat di Termini Imerese, cesserà la produzione e le sue maestranze andranno a ingrossare le file dei disoccupati del Sud Italia; gli investimenti previsti per Mirafiori sono stati dirottati in Serbia, ove sono state trasferite le linee della nuova monovolume. L’economia non ha più dimensioni nazionali, ma spazia in quelle della globalizzazione. Se quanto affermo risponde a verità il tavolo indetto, dal Ministro del lavoro Maurizio Sacconi, non solo è inutile, ma dimostra l’incapacità della classe politica di governo, di avere un ruolo nel cambiamento dell’economia, che dalla dimensione nazionale sta trasferendo a quella della mondializzazione. Le ragioni delle delocalizzazioni sono comunque molteplici e agganciate non solo a problemi di competitività e bilanci in attivo, ma anche ai cambiati rapporti di forza fra l’economia occidentale e quella dei paesi emergenti. Tornando allo specifico Fiat, sottolineo che è giustificata la richiesta di Marchionne di sfuggire il nodo scorsoio dei microscioperi, delle microconflittualità, dell’ingerenza mefitica della politica nella vita e nelle scelte delle aziende. A questo punto mi soffermo sulla reazione di Raffaele Bonanni, leader della Cisl, di fronte al dietrofront di Marchionne sugli impegni assunti e alle reiterate posizioni della Fiom: “Marchionne fermi le bocce, faccia luce sugli investimenti dell’azienda e avvii una discussione aperta col Sindacato, per tutti gli stabilimenti del Lingotto”. Proposta, che, se attuata, darebbe inizio alla definizione dell’auspicato nuovo modello di relazioni industriali. Sul secondo punto, condivido la stima, secondo la quale, l’economia sommersa, si attesta tra i 250 e i 265miliardi di euro, ovvero è una somma enorme. Per rendere l’ampiezza del richiamato fenomeno, ricordo che nel 2008, ha rappresentato circa il 17,5% del Pil. Detto fenomeno contribuisce a smantellare il sistema pensionistico e a creare le condizioni di povertà che affliggeranno la vecchiaia, di una consistente fascia di cittadini italiani e non. Il terzo, la categoria degli anziani, nel 2025 annovererà nelle sue file, 2milioni di persone in più ed una percentuale di non autosufficienza superiore al 53% del suo totale. Penso non sia errato ritenere che, la cura degli anziani deboli o non autosufficienti, sia compito dello Stato. In breve, il potere politico, coinvolgendo le parti più vive della comunità civile, dovrà impostare e risolvere gli enormi problemi finanziari, organizzativi e sociali, derivanti dl richiamato evento. L’Italia, insieme alla Germania, è il Paese europeo che registrerà l’invecchiamento più rapido e consistente. Gli italiani, con noncuranza, furbizia e pigrizia mentale, ignorano il problema richiamato. Restano tiepidi nei confronti di ogni riforma lungimirante, che chieda loro sacrifici e costi nell’immediato. La maggioranza degli italiani è contraria all’idea di differire l’età del pensionamento e al pagamento di ticket per le prestazioni sanitarie. Insomma non si rendono conto dei pericoli, insiti nell’incapacità di accettare l’impossibilità di mantenere i livelli di welfare del passato. L’Italia nel primo trimestre dell’anno è stata il quinto produttore industriale del mondo, quindi sul piano tecnico-operativo esistono le condizioni per la ripresa dell’economia. Ciò che manca al nostro Paese è soprattutto una cultura moderna, innervata di valori. Certo non ignoro il macigno del debito pubblico e la scomparsa della grande industria, ma ritengo che nonostante la loro gravità, questi siano problemi risolvibili. Le preoccupazioni e la vena di pessimismo che mi contraddistingue, ha le sue radici nell’incapacità, presente nel nostro Paese, di portare i valori di verità, giustizia, dovere e onestà, nel mondo degli affari, della politica e della cultura. GIANNI MUNARINI SOCIETÀ P A G I N A 5 FATTIePROBLEMI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 CRISTIANI NEL MONDO I volti della persecuzione I I Le parole e l’ascolto rigenerati dal silenzio cristiani continuano ad essere discriminati e perseguitati in diversi quadranti del mondo: quasi quotidianamente rimbalzano notizie in particolare dal Medio e dall’Estremo Oriente e dall’Africa. Il cristianesimo indubbiamente è oggi, nel mondo, la religione che paga il più ampio prezzo della persecuzione, nelle sue forme più diverse, subdole o aperte, dichiarate esplicitamente o praticate con ferma ma silenziosa determinazione, che talora assumono, costringendo all’emigrazione forzata, forme di vera e propria “pulizia”, mutando il volto di realtà segnate dalla secolare convivenza di famiglie di diverso credo religioso. Si tratta di un fenomeno apparentemente “silenzioso”, ma che impoverisce il tessuto civile e crea i presupposti per violenze e conflitti. Del resto il Papa era stato chiaro nel discorso della solennità dei santi Pietro e Paolo. Aveva parlato della persecuzione come di una realtà con cui da sempre i cristiani si devono misurare. Aveva ricordato, con il tratto peculiare che contraddistingue il tono patristico della sua predicazione, come le persecuzioni, “malgrado le sofferenze che provocano, non costituiscono il pericolo più grave per la Chiesa. Il danno maggiore, infatti, essa lo subisce da ciò che inquina la fede e la vita cristiana dei suoi membri e delle sue comunità, intaccando l’integrità del Corpo mistico, indebolendo la sua capacità di profe- zia e di testimonianza, appannando la bellezza del suo volto”. È sempre la conversione e la testimonianza, l’atteggiamento, l’abito spirituale essenziale del cristiano nel mondo. Di fronte alle persecuzioni contemporanee la risposta è una ferma, serena rivendicazione della libertà religiosa. E il Papa ha ribadito l’importanza cruciale del tema della libertà della Chiesa, nella storia, ma anche e soprattutto nel mondo di oggi, in cui si parla tanto di libertà, ma in cui gli spazi dell’autentica libertà rischiano in mille modi di venire coartati. La libertà è legata alla particolare struttura della Chiesa, caratterizzata dal ruolo del Papa, dal “ministero petrino”. Sul piano della realtà storica, della politica e delle relazioni internazionali, dice il Papa, “l’unione con la Sede aposto- lica assicura alle Chiese particolari e alle Conferenze episcopali la libertà rispetto a poteri locali, nazionali o sovranazionali, che possono in certi casi ostacolare la missione della Chiesa”. Assicura inoltre “garanzia di libertà nel senso della piena adesione alla verità, all’autentica tradizione, così che il Popolo di Dio sia preservato da errori concernenti la fede e la morale”. Sono le parole-chiave del pontificato di Benedetto XVI: la libertà della Chiesa richiama la realtà della comunione. “Questo appare evidente nel caso di Chiese segnate da persecuzioni, oppure sottoposte a ingerenze politiche o ad altre dure prove. Ma ciò non è meno rilevante nel caso di Comunità che patiscono l’influenza di dottrine fuorvianti, o di tendenze ideologiche e pratiche contrarie al Vangelo”. FRANCESCO BONINI CORSIVO di AGOSTINO CLERICI DUISBURG... E I NOSTRI FIGLI Venti giovani morti nella calca di Duisburg. Erano lì per festeggiare la parata dell’amore. La notizia ha fatto il giro del mondo. Il Papa ha manifestato il suo profondo dolore nella preghiera dell’Angelus domenica a Castel Gandolfo. I mezzi di comunicazione hanno dato vita al solito processo mediatico: la tragedia si poteva evitare; le colpe sono del sindaco, della polizia, degli organizzatori... Tra qualche ora, passati i funerali, il clamore si spegnerà e si perderà l’ennesima occasione per riflettere su questi riti collettivi che richiamano centinaia di migliaia di persone e che si risolvono, comunque, in un’orgia di musica assordante, sesso, alcol e droga. Lo chiamano «divertimento», addirittura nel caso specifico di Duisburg «parata dell’amore». Uno stordimento collettivo, un rito propiziatorio della follia, una specie di «processione secolariz- zata» come ha scritto Davide Rondoni su Avvenire. Fin troppo facile stigmatizzare che simili raduni andrebbero vietati perché privi di ogni valore. Ma non si può vietare nulla, oggi. Nessuno scrive di quante atrocità, immoralità, violenze siano colmi questi raduni. Magari ci scappa anche il morto per overdose, o più di uno, ma le cronache non li segnalano più: fanno parte della normalità. La libertà senza regole ha i suoi buchi neri, e guai a metterli troppo in luce! Io penso alle Duisburg in piccolo che si consumano nei giardini pubblici, nelle piazze, in qualche scantinato o in appartamenti abbandonati dai genitori il sabato notte per lasciare libero sfogo alle feste dei figli e dei loro amici. Scorre la birra a fiumi, il fumo non è solo quello delle sigarette, l’amore è una ginnastica senza parole. Certamente non c’è la calca del sottopassaggio. Tutto è più ovattato e apparentemente sicuro. Ma la ritualità vuota è la medesima. Il dato antropologico - per dirla con una parola gros- sa - è lo stesso. Certo: c’è bisogno di incontrarsi, ma perché tanto rumore se si vuole davvero parlarsi, perché tanto buio se si vuole davvero guardarsi negli occhi? Il problema è più vasto di quel che si pensi e comincia ad aggredire i quindicenni, trasformandoli in fanatici ricercatori della trasgressione fine a se stessa. Te li vedi uscire dal supermercato con le lattone di birra, spavaldi e aizzati da un brivido collettivo. Ancora non hanno imparato la fatica di vivere e già praticano la noia di vivere. A venticinque anni te li ritrovi con la stessa birra, bambinoni cresciuti, con qualche soldo in più in tasca e qualche inibizione in meno in corpo. Nella testa e nel cuore, non si sa... Per esperienza so che è difficile educare a questa età. I genitori talvolta sembrano smarriti, coinvolti in un tira e molla in cui gli adolescenti sono abilissimi nell’arte di barare. Poi arriva una Duisburg - e ne arriverà un’altra - e ciascuno pensa che, per fortuna, è lontana. Invece è sotto casa. tempi in cui viviamo sono tempi in cui i momenti di silenzio si sono fatti sempre più brevi. Il nostro appare come un tempo senza silenzi: un convulso fragore segna i giorni e le notti. Il rumore delle parole - tutti parlano, tutti dicono, tutti affermano qualcosa - ha soppiantato gli spazi di un silenzio creativo. “Non abbiamo che da guardarci in giro nel mondo che ci circonda - annotava Romano Guardini - per vedere in quale terribile misura il silenzio sia scomparso e scompaia sempre più; quanto sopravvento abbiano le chiacchiere e come sempre più aumenti il rumore. Di fuori e, prima, dentro; giacché lo stato interiore anche di quelli che tacciono è spesso tutt’altro che silenzio; è piuttosto una interiore produzione di parole, che solo casualmente non esce fuori”. * * * Ma è il silenzio che genera la parola autentica e che sta alla base dell’ascolto. Se viene meno il silenzio, viene meno la possibilità della parola autentica e dell’ascolto. Per ascoltare - sembra ovvio, ma per molti non lo è - bisogna fare silenzio. Ogni parola, anche la più banale, ha bisogno - per essere percepita - del silenzio: nel frastuono essa muore tra mille inutili rumori. “La maggior parte degli uomini - rileva Carl G. Jung - teme il silenzio, per cui quando cessa il brusio costante, per esempio di un ricevimento, bisogna sempre fare, dire, fischiare, cantare, tossire o mormorare qualcosa. Il bisogno di rumore è quasi insaziabile, anche se talvolta il rumore diventa insopportabile. E’ comunque pur sempre meglio di niente. Quello che si definisce significativamente “silenzio di tomba” rende terribilmente inquieti. Perché? Vi si aggirano forse i fantasmi? Non credo; in realtà si teme ciò che potrebbe venire fuori dal proprio intimo e quello cioè che abbiamo tenuto alla larga con il rumore”. La cultura dominante è la cultura che, tra tante parole, ha creato - di fatto - la cultura del non-ascolto. Più radicalmente: una cultura narcisista. Intellettuali che parlano agli altri per parlare di se stessi, non per interpellarli; politici che criticano gli altri per parlare di se stessi, non per provocarli ad un dialogo franco sul che cosa fare; un’informazione ridotta a monologo su tematiche prestabilite che costringono il lettore ad essere un apparente interlocutore, ma in realtà egli è solo consumatore di parole altrui. E si potrebbe continuare. Occorre riscoprire il silenzio come momento generatore dell’autentico ascolto. L’ascolto è uno strumento conoscitivo di grande importanza: consente di essere aperti nei confronti dell’altro e del mondo. Ogni vero dialogo, ogni piena comunicazione richiedono un ascolto non opacizzato, non affievolito o intorpidito. Se fossimo anche solo artigiani dell’ascolto anziché maestri del dire potremmo forse promuovere una diversa convivenza fra gli uomini. Chi si dichiara disposto ad ascoltare attesta che l’altro può avere cose da comunicare che possono arricchirlo: l’ascolto inserisce in una dimensione di fiducia e di speranza. Allora, ascolto e silenzio procedono mano nella mano. Solo chi è in grado di fare silenzio può disporre se stesso al dialogo. * * * E’ nel silenzio che ci si esercita a coniugare la parola con l’ascolto, che si acquista quella capacità di raccoglimento vigile che è il primo requisito per impegnarsi in quel processo complesso che è l’ascolto. Con una sottolineatura: un silenzio autentico ed un ascolto attento costringono colui che parla ad un maggior controllo su ciò che dice e sulle parole che utilizza. “Per prima cosa dobbiamo - afferma Romano Guardini - imparare a diventare silenziosi. Fare silenzio non significa soltanto l’assenza del parlare ma l’atto dello stare in ascolto, nel quale la profondità interiore si apre e le forze si raccolgono… Quello a cui dobbiamo tendere è che il silenzio scenda dentro; che il nostro essere si rilassi sempre più profondamente giù, nella pace”. Chi avrà la possibilità di qualche giorno di riposo avrà un’occasione in più per vivere questo silenzio. Per ritrovare le giuste dimensioni e i corretti rapporti. Nella realtà civile e nella realtà ecclesiale. Il silenzio interpella tutti: solo da esso scaturiranno parole parlanti e spazi di vero ascolto. FUORI dal CORO ARCANGELO BAGNI CUBA: PAYÁ (DISSIDENTE CATTOLICO), “VIA L’EMBARGO” ESISTE “ALTERNATIVA PACIFICA” L’embargo Usa a Cuba “è diventato un importante strumento politico per il governo” che lo utilizza “come scusa per giustificare le misere condizioni economiche”. Perciò “dovrebbe essere sollevato”, anche se “è dovere e missione della gente liberare Cuba” e “sostenere che esiste un’alternativa pacifica”. Lo afferma Oswaldo Payá, dissidente politico a Cuba e fondatore del “Progetto Varela”, il movimento cubano per la democrazia ispirato al sacerdote del XIX secolo p. Felix Varela. In un’intervista al National catholic register, tradotta dal portale “MissiOnLine”, Payá descrive le priorità del Movimento cristiano di liberazione da lui fondato, nonostante la maggior parte dei leader siano in carcere. 52 partecipanti al “Progetto Varela” sono stati rilasciati la settimana scorsa, anche grazie alla mediazione della Chiesa cattolica cubana. La prima priorità è la proposta di legge, avanzata due anni fa all’Assemblea Nazionale, per “stabilire il diritto dei cittadini cubani a lasciare il Paese e a viaggiare”. La seconda “è la riattivazione del Progetto Varela”. “Si può proclamare e sostenere che esiste un’alternativa pacifica a Cuba – sottolinea Payá -. E ciò non significa fare un salto verso il capitalismo selvaggio. Questo è un socialismo selvaggio, in cui i poveri sono così poveri che non hanno nemmeno la voce per dire che sono poveri. Il popolo cubano dovrebbe riavere la sua voce”. P A G I N A 6 SOCIETÀ EUROP A EUROPA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 IN DIALOGO PER L’EUROPA IL DIALOGO POSSIBILE TRA CHIESE E ISTITUZIONI UE A perto, trasparente e regolare: con questi tre aggettivi è definito il dialogo tra Unione europea e comunità religiose ufficializzato con l’articolo 17 del Trattato di Lisbona, entrato in vigore nel dicembre scorso. Il quadro normativo comunitario, pur non citando espressamente le radici cristiane dell’Europa e avendo lasciato sotto traccia altri temi cari a cattolici, ortodossi e riformati, ha messo un punto fermo sul rapporto strutturato con i rappresentanti delle Chiese. L’Ue, di fatto, riconosce che per i popoli europei la fede (maggioritariamente cristiana, con altre significative presenze, fra cui quella islamica, legata alle forti correnti immigratorie) è un elemento fondamentale della vita quotidiana, oltre che della storia, dell’identità, della cultura. La pratica religiosa, il culto, la sensibilità trascendente innervano l’esistenza di centinaia di milioni di cittadini europei e le istituzioni politiche continentali s’impegnano a tenerlo in debita considerazione. Il proficuo incontro tra rappresentanti dell’Ue e delle Chiese, avvenuto il 19 luglio a Bruxelles, porta in sé anche un reciproco riconoscimento. Le Chiese dimostrano, infatti, di apprezzare il cammino di integrazione, che ha portato - pur con risultati altalenanti e non sempre coerenti - pace, democrazia, tutela dei diritti individuali e sociali, crescita economica, collaborazione tra i popoli, apertura al mondo mediante una convinta opera di cooperazione allo sviluppo e di aiuti umanitari in ogni angolo del pianeta. Il rendez-vous di quest’anno - che ha visto la presenza dei presidenti di Parlamento, Consiglio e Commissione Ue e di una ventina di leader religiosi - si è fra l’altro concentrato su un tema di primaria importanza: la lotta all’indigenza e all’esclusione sociale. Nella “ricca” Unione europea (duramente messa alla prova dalla recessione, ma pur sempre una delle aree a maggior sviluppo del pianeta), si stima la presenza di 80 milioni di poveri, ossia di individui e famiglie cui mancano i necessari mezzi materiali per vivere serenamente e per realizzarsi pienamente. Ebbene, l’Ue dedica l’intero 2010 alla lotta alla povertà e su questo punto ha voluto ascoltare l’esperto parere delle comunità religiose, che mediante innumerevoli opere caritative, sociali, culturali, s’impegnano ad elevare il livello di vita degli stessi cittadini europei. In ogni angolo del continente un sacerdote, un religioso, un laico, un gruppo caritativo, un’associazione di volontariato, una cooperativa di lavoro, una comunità di accoglienza - solo per fare qualche esempio - di varia ispirazione religiosa, tendono una mano a chi si trova nel bisogno e danno speranza a chi sembra non averne. Questo l’Ue lo ha capito, tanto da chiedere un confronto diretto, in un campo che vede al centro dell’attenzione l’uomo nella sua integrità, nella prospettiva di una vita piena e dignitosa, in grado di guardare al domani, per sé e per le genera- zioni successive, con fiducia. Questo è, più che mai, l’ambito in cui le comunità credenti possono portare un contributo specifico, originale al futuro della “casa comune”. È dunque uno spazio privilegiato di incontro tra “sfera politica” e “sfera religiosa”, distinte fra loro ma reciprocamente attente e collaboranti. Le Chiese in Europa sostengono - con storie e accenti differenti - il cammino dell’Ue e ne apprezzano i principi fondamentali: la solidarietà, la sussidiarietà, la tensione all’unità nel rispetto delle specificità locali e nazionali. Le istituzioni europee al contempo riconoscono - seppur indirettamente - la naturale apertura dell’umanità al trascendente nonché il prezioso ruolo sociale delle comunità cristiane in primis, ma anche ebraiche, musulmane, indù… Il rispetto per le Chiese lascia intravvedere una rinnovata attenzione per i valori e le sensibilità; di cui esse sono portatrici, a partire dalla promozione della vita, dal sostegno alla famiglia, dalla scelta preferenziale per i poveri, dall’impegno per dare a ciascuno la possibilità di realizzarsi, di vivere in pace e libertà, di professare liberamente il proprio credo, di partecipare alla costruzione della comunità civile. L’incontro tra Chiese e Ue si inserisce nella linea del “dare un’anima all’Europa”, cui l’Ue stessa può contribuire efficacemente. GIANNI BORSA Chiese europee Spagna e Francia NO A “VISIONI RIDUZIONISTE” DELLA SESSUALITÀ Gravi carenze formative nell’educazione alla sessualità per bambini e giovani nelle scuole e nelle parrocchie”. È quello che ha denunciato mons. Salvador Giménez, vescovo di Minorca e segretario della Provincia ecclesiastica di Valencia, che comprende le diocesi della Comunità valenciana e le isole Baleari, al termine della riunione dei vescovi di tale Provincia ecclesiastica. Di fronte a questa situazione, i presuli hanno studiato un ampio programma integrale rivolto ai genitori, agli educatori, professori e catechisti che vuole mostrare a bambini e giovani “l’educazione alla sessualità come educazione per la vita”, presentando le sue basi antropologiche cristiane e morali. I vescovi hanno evidenziato la necessità che questo programma “serva non solo come arricchimento alle responsabilità che impone la nuova normativa scolastica nell’insegnamento, ma che vada oltre e offra e illumini tutta la profondità che la sessualità ha come cammino dell’amore umano, superando tutte le visioni riduzioniste”, ha sottolineato mons. Giménez. Raccogliendo il sentire delle associazioni cattoliche di genitori, i presuli hanno constatato che “le scuole dispongono, nell’educazione alla sessualità, di materiali con una visione riduzionista dell’essere umano, che non servono per formare adeguatamente i bambini e i giovani”. INCONTRO DEI VESCOVI SPAGNOLI E FRANCESI Il seminario maggiore di Compostela ha accolto, nei giorni scorsi, il II Incontro di vescovi spagnoli e francesi del Cammino di Santiago, invitati dall’arcivescovo mons. Julián Barrio in occasione dell’Anno santo compostelano che si celebra ogni volta che - come quest’anno - il 25 luglio, festa di San Giacomo, ricorre la domenica (l’ultima volta fu nel 2004, la prossima sarà nel 2021). Questo incontro è in continuità con i contatti stabilitisi con mons. Henri Brincard, vescovo di Le Puy-enVélay (Francia), presidente del gruppo di lavoro sui Cammini di Santiago della Conferenza episcopale francese, e con il I Incontro celebrato a Roncisvalle, nel 2009. In quella riunione si è iniziato un lavoro comune per definire le grandi linee di una futura pastorale comune per i Cammini di Santiago, per valorizzare la dimensione spirituale di queste vie di pellegrinaggio, che fondano le loro radici nella storia stessa dell’Europa. Questa pastorale comune vuole approfondire il significato e l’attualità del pellegrinaggio come via di evangelizzazione, articolare l’accompagnamento dei pellegrini, armonizzare l’accoglienza nelle diverse tappe. Il II Incontro si è proposto di continuare questo lavoro, progettando azioni concrete per tradurre la riflessione nella realtà del pellegrinaggio. 35.000 MORTI NEL 2009: LA COMMISSIONE UE CERCA UNA SOLUZIONE STRADE D'EUROPA: ECATOMBE SULL'ASFALTO ono dati che tornano ciclicamente, con variazioni minime, e ogni volta lasciano senza parole. Nel 2009, ad esempio, sono morte sulle strade europee, in seguito ad incidenti automobilistici, 35mila persone. Un migliaio erano bambini. Come se fossimo in guerra. Un’intera città di medie dimensioni rasa al suolo. Ma non basta. Sempre per l’anno passato si calcolano nell’Ue27 oltre 100mila individui rimasti invalidi in modo permanente, 350mila feriti gravi e oltre un milione di feriti lievi. Il tutto per un costo sociale (anche se vita e salute non hanno prezzo) stimato in 130 miliardi di euro. Numeri che nascondono sofferenze e tragedie, di fronte alle quali la Commissione Ue prova ancora una volta a predisporre dei rimedi. S STRAGE CONTINUA “Ogni giorno sulle strade europee muoiono cento persone. Dal 2001 abbiamo fatto dei progressi e siamo riusciti a salvare quasi 80mila vite, ma il numero di deceduti e di feriti è ancora inaccettabile”. Siim Kallas, vicepresidente della Commissione e responsabile per i trasporti, ha presentato il 20 luglio a Bruxelles un “piano ambizioso” inteso a “dimezzare, nei prossimi 10 anni, il numero di vittime sulle nostre strade”. Il commissario ha illustrato una serie di tabelle con i risultati - indubbiamente positivi ottenuti con gli “Orientamenti 2001-2010” in materia di sicurezza automobilistica. Giusto per citare il caso che per primo balza all’occhio, nel 2001 il numero dei morti sulle strade per ogni milione di abitanti era pari a 113 nell’Unione europea; il dato si è ridotto, nel 2009, a 69, con una contrazione del 36%. Progressi significativi in tal senso si riscontrano in diversi Paesi (in cima alla “classifica” si collocano Lettonia, Spagna, Portogallo, Estonia, Francia, Lituania, Slovacchia, Italia, Irlanda, Germania), anche se le situazioni iniziali erano molto differenziate. Minori progressi si verificano invece per Bulgaria, Polonia, Grecia, Danimarca, Repubblica Ceca, Ungheria, Regno Unito, Austria, Paesi Bassi e altri Stati ancora. Le situazioni-limite sono rappre- sentate da Malta e Romania, dove la percentuale delle vittime della strada è addirittura aumentata. PROPOSTE UE, MA GLI STATI FRENANO Ecco quindi che la Commissione si predispone ad affrontare il prossimo decennio. “Vogliamo dimezzare il numero di vittime entro il 2020 - specifica Kallas - e per raggiungere questo obiettivo ci interesseremo al tipo di auto guidate così come alle condizioni e alle modalità di guida”. Sono sette gli obiettivi dichiarati, da raggiungere mediante iniziative concordate e realizzate da Ue e Stati membri: maggiori misure di sicurezza per i mezzi pesanti e le automobili; strade più sicure; messa a punto di “veicoli intelligenti”; rafforzamento della formazione e del sistema di rilascio delle patenti; maggiore controllo dell’attuazione delle norme; azioni mirate per i feriti; attenzione specifica ai motociclisti. Gli interventi spaziano dai dispositivi di sicurezza attivi (cinture, airbag…) e passivi (controllo elettronico della stabilità dei mezzi, sistemi frenan- ti) alla costruzione di infrastrutture viabilistiche moderne e sicure, dal controllo dei flussi veicolari e della velocità alle campagne di informazione rivolte ai viaggiatori. Incalzato con qualche domanda, Kallas deve però ammettere vari problemi. “Sono soprattutto i conducenti che hanno in mano le chiavi della sicurezza stradale”, afferma. Eppure ogni Stato ha proprie regole per quanto riguarda i limiti di velocità, il rispetto dei codici stradali, le multe… “È vero - riconosce il commissario -. Quando si violano le norme, specialmente viaggiando all’estero, si spera di farla franca. E spesso accade proprio così! Occorrerà assumere delle misure vincolanti. Per quanto riguarda velocità e contravvenzioni, la situazione non è ancora matura per una piena armonizzazione”. Gli Stati membri, lascia intendere Kallas, al momento non hanno alcuna intenzione di stabilire regole comuni. INDICE PUNTATO CONTRO ALCOL E VELOCITÀ Dopo aver presentato le azioni intese a dimezzare le vitti- me della strada, il commissario Kallas ha presentato i risultati di un sondaggio di Eurobarometro, secondo il quale “i cittadini chiedono agli Stati membri di potenziare i loro sforzi per migliorare la sicurezza stradale”. “Nove europei su dieci (precisamente il 94%) considerano la guida in stato di ebbrezza il principale problema relativo alla sicurezza stradale, mentre otto su dieci (78%) credono che questo sia costituito dalla velocità”. Secondo il 52% degli intervistati (in totale 25mila cittadini Ue dai 15 anni in su) “il miglioramento della viabilità dovrebbe essere la prima o seconda priorità degli Stati membri”. Il 42% ritiene “che sia meglio concentrarsi su un’applicazione più severa delle leggi sul traffico e il 36% propende per una sanzione uguale per tutti i conducenti colpevoli di violazione del codice, siano essi residenti o in transito”. Kallas aggiunge: “Questi dati ci fanno capire che gli europei considerano la sicurezza stradale una questione importante. Siamo d’accordo con i cittadini nel dire che si può e si deve fare molto di più”. CHIESA P A G I N A 7 CHIESA LOCALE ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 A LIVIGNO DAL 22 AL 25 LUGLIO PRESENTI CIRCA UN CENTINAIO DI PARTECIPANTI Il laboratorio pastorale su «Il primo annuncio», ovvero l’incontro con il Signore Risorto, inizio, centro e cuore del nostro credere P er quattro giorni un folto e appassionato gruppo di operatori pastorali, per la precisione novantasette, provenienti da varie zone della Diocesi, si sono ritrovati a Livigno, su invito degli uffici pastorali, per un laboratorio sul primo annuncio, cioè l’incontro vitale con il Signore Risorto, inizio, centro e cuore del nostro credere. Guidati da don Battista Rinaldi le nostre giornate supportate dalla preghiera, intervallate fra lezioni frontali e laboratori sono state un’appassionante e coinvolgente esperienza ecclesiale e spirituale. Nel primo incontro monsignor Battista Galli, vicario episcopale per la provincia di Sondrio e l’Alto Lario, ha illustrato come siamo inseriti in una Chiesa invitata a cambiare per farla essere sempre più conforme a quella Chiesa che Gesù ci ha mostrato. A noi presenti personalmente, come parrocchia e sentendoci Chiesa, è stato illustrato il contenuto della nota pastorale “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia”, esortandoci ad un cammino di rinnovamento missionario che coinvolga tutti. Suor Silvia Antonetti ha portato il gruppo ad interrogarsi sulla propria fede adulta. Una fede donata che cresce, con il crescere della vita; che da parola alla propria personalità. Ad una fede aperta, gioiosa, approfondita, critica e creativa, ma soprattutto integrata nella personalità umana. Una fede che si rafforza anche nel superamento di momenti destabilizzanti di crisi. Suor Sil- via, partendo dal termine catechesi, inteso come rapporto personale, ha illustrato il modello di apprendimento verso cui si tende oggi. Un apprendimento che si pone nella logica Traditio-Redditio: la Parola precede la persona e la raggiunge, provocando la risposta personale. Si basa sul confronto tra persona e contenuto: tutta la Chiesa è contemporaneamente discepola ed annunciatrice. Il catechista accompagna, fornisce i mezzi, e anche lui convertito ogni volta da ciò che annuncia: è un accompagnatore che, come Giovanni il Battista, prepara la via al Signore. L’ap- PARTECIPARE GIORNATA PER IL CREATO IN MEMORIA SORELLA MARIA GIOVANNA PEDRALI ercoledì 1° settembre a Pietralba, provincia di Bolzano, si celebrerà la Giornata per la salvaguardia del Creato. Alla celebrazione parteciperanno le delegazioni delle diocesi di Bolzano, Trento, Belluno, Como guidate dai rispettivi vescovi. Chi volesse far parte della delegazione e vivere la Giornata secondo il programma pubblicato la scorsa settimana sul Settimanale, contatti don Giuseppe Corti, telefono 031-927523, cellulare 339-8158239 entro il 14 di agosto. Partenza martedì 31 agosto; rientro mercoledì 1° settembre (sera). M prendimento contiene i due modelli precedenti: insegnamento ed animazione superandoli con una logica pedagogica che mette in rapporto in modo nuovo contenuti, persone, catechista. Basandosi sulla sottolineatura di don Battista Rinaldi che il laboratorio è come una bottega-scuola dove si impara facendo e si fa ricerca di esperienza di crescita nel quale tutti siamo coinvolti come Chiese, il gruppo si è suddiviso per riflettere su tre aree tematiche: famiglie che chiedono il battesimo, gruppo di giovani per mistagogia e risveglio della fede, laici respon- sabili di parrocchia dove il parroco viene una volta alla settimana. I componenti sono stati sollecitati ad interrogarsi su: quale evangelizzazione e quale modello? Quale immagine di Chiesa? La sfida e l’annuncio della fede: quali suggerimenti? La sintesi finale di ogni laboratorio costituirà la partenza per un ulteriore lavoro già scandito nei prossimi cinque incontri. In questi giorni abbiamo avuto l’inaspettata e gradita visita di don Angelo e don Felice, missionari diocesani nel Camerun, questo ha sottolineato ancora di più la nostra apertura missionaria nel mondo facendoci sentire una Chiesa viva e partecipe. Siamo arrivati e non sapevamo bene cosa eravamo qui a fare, in realtà quello che abbiamo appreso è un metodo di lavoro, siamo stati immersi in un laboratorio dove sono stati necessari alcuni atteggiamenti ripensando il tutto a partire da se stessi. Il cambiamento è un invito all’apertura mantenendoci fedeli alla nostra identità nel cammino della nostra conversione. La fede adulta è un cammino che necessità di metodo, un apprendimento che supera l’insegnamento e l’animazione, la fede adulta è interessata alla salvezza di tutti. Abbiamo appreso facendo, per realizzare la passione educativa che ci caratterizza, che l’accompagnamento esprime il vero volto di Gesù “chi segue Cristo, uomo perfetto, diventa lui stesso più uomo”. RITA BERETTA I l prossimo 17 agosto cade il primo anniversario della morte di sorella Maria Giovanna Pedrali. La sua laboriosa giornata terrena, dal mattino al tramonto, ha annunciato l’amore forte e tenero di Dio. Ora lei accompagna la nostra lode alla Sua fedeltà, che ci sostiene sempre, anche nella notte del dolore. La preghiera comune si svolgerà nella chiesa parrocchiale di Brunate: alle ore 20.30 il Rosario e, a seguire, alle ore 21.00, la celebrazione della Santa Messa e della Compieta. MOVIMENTO EUCARISTICO COMO Gli associati e gli amici del Movimento eucaristico saranno impegnati, nel mese di agosto, nella Novena dell’Assunta, in Cattedrale, e nella sua festa liturgica, che sarà celebrata nel solenne pontificale di domenica 15 agosto, alle ore 10.30. Si ricorda, inoltre, il 30 agosto, nella basilica di Sant’Abbondio, alle ore 17.30, la celebrazione dei Primi Vespri nella festa del santo patrono (con il discorso del Vescovo alla città e alla diocesi; il 31 agosto, in Cattedrale, alle ore 17.00, il pontificale del Vescovo nel giorno di sant’Abbondio. DALLA Curia CHIUSURA ESTIVA Gli uffici della Curia resteranno aperti fino a venerdì 6 agosto compreso. La chiusura estiva sarà da lunedì 9 a venerdì 27 agosto. Gli uffici saranno di nuovo aperti da lunedì 30 agosto. GIORNATA DIOCESANA DELL’AMMALATO Sabato 25 settembre, con l’Unitalsi, al mattino, Santa Messa presso la chiesa parrocchiale di Domaso; al pomeriggio, visita e momento di preghiera presso il santuario mariano di Dongo. P A G I N A 8 CHIESA CHIESALOCALE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 NOVENA DELL’ASSUNTA NELLA CATTEDRALE DI COMO ANIMATA DALLE PARROCCHIE DELLA CITTÀ • • • • • • • • • venerdì 6 agosto, ore 17.30: Rebbio sabato 7 agosto, ore 17.30: SS. Annunciata domenica 8 agosto, ore 17.30: Sant’Agata lunedì 9 agosto, ore 17.30: San Giuseppe martedì 10 agosto, ore 17.30: Garzola mercoledì 11 agosto, ore 17.30: San Giuliano giovedì 12 agosto, ore 17.30: San Fedele venerdì 13 agosto, ore 17.30: San Salvatore sabato 14 agosto, ore 17.30: San Bartolomeo AGENDA DIOCESANA DATE IN CALENDARIO DA AGOSTO A OTTOBRE È ormai prossima alla pubblicazione l’agenda diocesana: nell’attesa indichiamo alcune date che è bene già segnare in calendario per l’avvio del prossimo anno pastorale SOLENNITA DI SANT’ABBONDIO PATRONO DELLA CITTA’ E DELLA DIOCESI AGOSTO 2010 NELLA BASILICA DEL SANTO Lunedì 30 agosto • ore 17.30: celebrazione dei Primi Vespri, con discorso del Vescovo alla Città e alla Diocesi Accoglienza dei fedeli e preparazione a partire dalle ore 17.00. I sacerdoti staranno in presbiterio con la veste talare e la cotta (o col camice) e la stola bianca Martedì 31 agosto (pellegrinaggi delle parrocchie) • ore 8.00: San Rocco e San Bartolomeo – Santa Messa • ore 9.00: San Giorgio e San Salvatore – Santa Messa • ore 10.00: Sant’Agata – Santa Messa • ore 11.00: Santissima Annunciata – Santa Messa Domenica 5 settembre Solennità ‘esterna’ (facoltativa) del Santo. «Se ne possono celebrare tutte le Messe cui partecipa il popolo» (Guida pastorale 2009-2010, pag. 242). Nella basilica del Santo, la Santa Messa delle ore 16.30 sarà celebrata in suffragio di monsignor Teresio Ferraroni, nel terzo anniversario della morte (4 settembre). I sacerdoti che volessero concelebrare, sono pregati di portare camice e stola verde. A Com o, a lle or e 17 .0 0 , in Catte dr ale , N ove na de ll' A ssunta a nima ta da lle pa rrocchie della città D a ve ne r dì 6 a sabato 14 A Com o, a lle or e 10 .3 0 , in Catte dr ale , Sole nne Pontific ale presieduto da l Vescov o Diego D om e nic a 15 Sol ennità d el l ' Assunta A C o m o , a l l e o r e 17 . 0 0 , i n C a t t e d r a l e , S a n t a Messa solenne e a ffida mento a lla Bea ta Vergine A C om o, a l l e or e 17 .3 0 , pre s s o l a b a s ilic a d i Sant' A bbondio, celebra zione dei Pr im i Ve spr i in o n o re d e l p a t ro n o d e l l a c i t t à e d e l l a d i o c e s i D isc or so de l Ve sc ovo alla c ittà e alla dioc e si Lune dì 3 0 A Com o, dalle or e 10 .0 0 alle or e 16 .0 0 (v ed i p rogra mma in questa p a gina ), in Se m inar io: Gior nata pe r il Cle r o Mar te dì 3 1 Sol ennità d i sa nt' Ab b ond io A Com o, a lle or e 17 .0 0 , in Catte dr ale , Sole nne Pontific ale presieduto da l Vescov o Diego IN CATTEDRALE Martedì 31 agosto • ore 17.00: Santa Messa Pontificale con il Vescovo Per la concelebrazione portare camice e stola bianca. La processione di ingresso partirà come di consueto dalla chiesa di San Giacomo. MARTEDÌ 31 AGOSTO - IN SEMINARIO INCONTRO PER IL CLERO • • ore 10.00: Ora Media – meditazione del Vescovo; lettura del testo di Timothy Radcliffe Venite a me, voi che siete oppressi (disponibile sul sito Diocesano) - commentato da don Ennio Apeciti; • lavori in gruppo; • ore 13.00: pranzo; • ore 14.30: lavoro su: - agenda diocesana - presentazione delle proposte formative per il clero - proposta di esercizi spirituali - pellegrinaggio presbiterale - incontri di classe con il Vescovo - programma della canonizzazione del Beato Guanella - programma dell’Anno Innocenziano • ore 17.00: pontificale di Sant’Abbondio in Cattedrale (concelebrazione). CHIARA BADANO: UNA DICIOTTENNE PRESTO BEATA l 25 settembre 2010 nel santuario romano della Madonna del Divino Amore sarà proclamata beata un ragazza di 18 anni: Chiara Badano, conosciuta da molti come Chiara Luce. Cresciuta in una famiglia semplice che la educa alla fede, aderisce come “Gen” (Generazione Nuova) al Movimento dei Focolari dove scopre Dio come Amore e ne fa l’Ideale della propria vita; predilige i piccoli, gli umili e i poveri, tra cui i bimbi dell’Africa, ove sogna di recarsi come medico. A 17 anni si manifesta un tumore osseo; affronta la malattia affidandosi a Dio. Il solenne rito di beatificazione avrà luogo sabato 25 settembre, alle ore 16.00, nel santuario della Madonna del Divino Amore (Roma Castel di Leva), presieduto dall’arcivescovo monsignor Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Nell’Aula Paolo VI alle ore 20.30 i giovani animeranno un incontro di festa. Domenica 26 settembre alle ore 10.30 nella Basilica di San Paolo fuori le Mura sarà celebrata la S. Messa di ringraziamento, presieduta dal card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato. Anche da Como si organizza un pullman, con partenza il sabato 25 settembre di primo mattino e rientro domenica in serata. Info (entro il 31 luglio) ci si può rivolgere al numero telefonico 031 980317. SETTEMBRE 2010 Me r c ole dì 1 Gior na ta interd iocesa na p er l a Sa l v a gua rd ia d el Crea to Incontro a Ble tte r bac h-Pie tr alba (diocesi di Bolza no-Bressa none) Sabato 4 A N uova Olonio, dalle or e 9 .3 0 alle or e 16 .0 0 , Gior na ta p er l a Vita Consa cra ta Sabato 11 A Com o, a lle or e 10 .0 0 , in Catte dr ale , Ord ina z ioni Dia cona l i A Sondr io, a l l e or e 11.15 , S a nt a Me ssa sol e nne presso la chiesa Colle giata, presieduta da l pa tria rca di Ger usa lemme, Sua Bea titudine Foua d Twa l D om e nic a 19 A C om o, a l l e or e 2 0 . 3 0 , i n C a t t e d r a l e , S a n t a Messa solenne con il pa tria rca di Ger usa lemme, Sua Bea titudine Foua d Twa l, con il Vescov o Diego Mar te dì 2 1 Ele z ione de l Consiglio Pr e sbite r ale dioc e sano nelle singole Z one Sabato 2 5 A Tave r ne r io, dalle or e 10 .0 0 alle or e 16 .0 0 , A sse m ble a dioc e sana con: Consiglio Pa stora le Dioc e sa no, S e gre t e ri e Vi t a Consa c ra t a , Vi c a ri Fora nei, Uffici di Pa stora le, Consulte I OTTOBRE 2010 A N uova Olonio, dalle or e 10 .0 0 alle or e 16 .0 0 , A ggior nam e nto Unitar io de l Cle r o con: Mar te dì 5 Ve ne r dì 8 Festa d i sa n Fel ice p rimo v escov o d el l a d iocesi d i Como - l e t t ura de l doc ume nt o Ce i sul de c e nni o 2 0 1 0 2 0 2 0 (monsignor Diego Coletti); - progra mma zione pa stora le dell'a nno 2 0 1 0 -2 0 1 1 (fino a Cristo Re); - restituzione dell'Assemblea diocesa na del 2 5 settembre Alle or e 2 0 .4 5 , incontro delle comunità a postolic he a Com o-Sa nt' A g a ta , M or be g no, Bor m io, Me naggio, Olgiate Com asc o, Canonic a di Cuve glio: - indizione dell'Anno Pa stora le - presenta zione del Pia no Pa stora le 2 0 1 0 -2 0 1 3 CHIESA TERRASANT A TERRASANTA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 D iventa sempre più intenso il legame tra Como e la Chiesa di Terra Santa. Dopo la visita del seminario di Beit Jala delle scorse settimane è in questi giorni a Como, ospite della parrocchia di Camnago Faloppio, abuna Johnny Abu Khalil, per tutti don Johnny, parroco di Nablus in Cisgiordania. Un’amicizia di vecchia data quella del sacerdote palestinese con la diocesi di Como. “Il rapporto con la Chiesa di Como – ci racconta don Johnny – nasce nel 1995 quando frequentavo il seminario di Biet Jala a Gerusalemme e conobbi alcuni italiani tra cui Mario Bianchi del Gruppo Turistico Rebbiese. Negli anni il rapporto si è intensificato soprattutto con la parrocchia di Camnago Faloppio, grazie alla disponibilità dell’allora parroco, don Giuseppe Corti e di tutti i parrocchiani, che hanno deciso di sostenere i miei ultimi studi in seminario. E’ così che nel luglio del 2008 sono venuto per la prima volta a Como, dove sono tornato nel gennaio 2009, celebrando la mia prima messa nella chiesa di Camnago Faloppio”. Una parrocchia in cui il sacerdote, in Italia fino al 29 luglio, dice di “sentirsi a casa”. “La gente – continua – mi accoglie sempre con molto affetto e calore. Questo è importante per me come per gli altri giovani seminaristi della Terra Santa. Per questo spero che altre parrocchie della diocesi decidano di adottare i seminaristi di Beit Jala. Dopo di me la parrocchia di Camnago ne ha già adottato un altro. Sono occasioni belle per scoprirsi parte di un’unica Chiesa e, poi, come è successo nel mio caso, quando il giovane seminarista diventa sacerdote il legame finisce per estendersi alla parrocchia in cui è destinato così da creare rapporti non solo tra singoli ma tra comunità”. E’ stato così per la parrocchia di Camnago che lo scorso anno ha fatto visita, durante l’estate, alla parrocchia di Nablus: uno dei primi gruppi ad entrare in città dopo l’apertura dei confini. L’arrivo di don Abu Khalil è stata anche l’occasione per dare nuova linfa al gemellaggio in corso tra la città di Como e quella di Nablus, gemellate dal 1998. Durante la sua permanenza a Como, il parroco è sta- IL PARROCO DI NABLUS IN DIOCESI LA “NOSTRA” TERRA SANTA Abuna Johnny celebra la S.Messa a Nablus to, infatti, ricevuto dal sindaco di Como, Stefano Bruni, con cui ha parlato proprio di future iniziative tra le due città. “Sono rimasto per circa mezz’ora – racconta don Johnny – con il sindaco a parlare di questo gemellaggio. Al termine dell’incontro ho contatto telefonicamente il governatore di Nablus che si è detto contento di questa amicizia e che è pronto ad accogliere la delegazione comasca che il prossimo anno dovrebbe visitare la città”. Que- I SEMINARISTI DI BEIT JALA IN ITALIA RESPIRANDO LIBERTA’ uasi tre mila chilomentri, 2.800 per l’esattezza, senza posti di blocco, controlli, checkpoint.Un’occasione – specialmente per quanti non erano mai usciti dal proprio Paese – per respirare un’aria di libertà mai provata prima e l’accoglienza calorosa di una grande famiglia”. Le parole di abuna Hanna, raccontano bene l’entusiasmo dei seminaristi e dei sacerdoti del seminario di Beit Jala a Gerusalemme, al termine del loro viaggio in Italia. Un percorso che ha portato, dal 28 giugno al 20 luglio, i venticinque seminaristi, insieme a tre novelli e quattro sacerdoti, attraverso città e diocesi italiane. Un viaggio che ha avuto una tappa importante a Como legato da anni da una profonda amicizia con il seminario di Gerusalemme. Proprio a Como, il 15 luglio, è stata celebrata Q “ una messa solenne al Santuario del Sacro Cuore, insieme al vescovo Coletti. “La messa celebrata al Sacro Cuore è stato uno dei momento più intensi di tutto il viaggio”, racconta il sacerdote, educatore del seminario minore, a poche ore dalla partenza del gruppo per la Terra Santa. “La chiesa era piena e c’erano tante persone venute con il sorriso ad accoglierci. Non dimenticheremo la disponibilità e l’amicizia del vostro Vescovo. Queste sono esperienze in cui senti forte l’appartenenza ad un’unica grande Chiesa. Momenti molto importanti per noi e per i nostri seminaristi, chiamati ad essere il futuro della Chiesa di Terra Santa, che è un patrimonio non solo nostro ma di tutti”. Il viaggio attraverso l’Italia non ha, però, fatto dimenticare la realtà della Palestina e di Gerusalemme. Un contesto in cui le tensioni tra lo stato di Israele e leadership sto non è stato il primo incontro con le autorità cittadine. Don Johnny ricorda, infatti, come fu proprio lui, quando studiava al seminario di Gerusalemme ad accompagnare, anni fa, la delegazione del Comune di Como all’incontro con la municipalità di Nablus. Sempre il prossimo anno è allo studio della diocesi un nuovo pellegrinaggio in Terra Santa che avrebbe come destinazione anche la città di Nablus. Il legame tra le realtà eccle- Si rafforza il legame tra la diocesi di Como e la Palestina. Dopo la visita dei seminaristi di Beit Jala a Como nelle scorse settimane, è in questi giorni in Italia, a Camnago Faloppio, il parroco di Nablus. Lo abbiamo incontrato pagina a cura di MICHELE LUPPI Il legame tra la diocesi di Como e il patriarcato Latino di Gerusalemme si è rafforzato a partire dagli anni novanta con diversi pellegrinaggi in Terra Santa e un legame sempre più intenso con il seminario di Bejt Jala . Parallelamente nel 1998 la città di Como si è gemellata con la municipalità di Nablus. Nel 2001, a seguito della visita dell’allora patriarca Latino di Gerusa-lemme, Michel Sabbah, nacque a Como l’associazione Amici del Seminario di Bejt Jala. Da allora diverse parrocchie della diocesi hanno instaurato rapporti con il seminario decidendo di adottare i giovani studenti di teologia: undici degli studenti adottati sono oggi sacerdoti mentre nove stanno ancora studiando. Questi gemellaggi tra parrocchie e studenti hanno portato diversi comaschi in Terra Santa. Parlando del rapporto della diocesi di Como con la Palestina non possiamo dimenticare il il pellegrinaggio diocesano guidato dal Vescovo Diego Coletti nel settembre 2009. Una visita che sarà ricambiata il prossimo settembre quando il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, sarà nella nostra diocesi dal 18 al 20 settembre. siali ed istituzioni continua così a rafforzarsi. L’ultimo passo in ordine di tempo è il gemellaggio nato in questi giorni tra la parrocchia di san Giustino a Nablus e quella di San Giuseppe a Cassina Rizzardi. “Questi sono tutti segni che ci aiutano a continuare la nostra missione in Terra Santa – ha concluso abuna Johnny –: una vicinanza che non è solo materiale ma anche spirituale, all’interno di un’unica Chiesa”. I seminaristi di Beit Jala ricevuti a Palazzo Cernezzi a Como (foto William) palestinese continuano con pesanti ricadute sulla vita della popolazione, specialmente per quanti vivono in Cisgiordania o nella Striscia di Gaza con difficoltà di movimento. “Purtroppo – continua abuna Hanna – la realtà è che oggi la speranza di una pace stabile e duratura non è così forte. Da cristiani, sappiamo però che, anche nella sofferenza, non bisogna perdere di vista la resurrezione. In questo contesto è stato importante per noi, ma soprattutto per i giovani seminaristi, capi- re di non essere soli e che a loro è chiesto di continuare a testimoniare Cristo proprio in questa terra di Gesù”. “C’è bisogno – conclude padre Mario da anni in servizio a Gerusalemme, in Italia con il gruppo – di una comunione profonda, a partire dalla preghiera. Per questo invitiamo tutti gli amici di Como a venirci a trovare. Venite a vedere e a condividere con noi, anche solo per una settimana, la nostra vita. Venite a costruire, insieme a noi, la pace”. P A G I N A 9 L’intervista Abuna Johnny Abu Khalil, qual è la realtà della Chiesa a Nablus? “Nella parrocchia di Nablus, circa 70 mila abitanti, la comunità cristiana rappresenta una minoranza, circa 700 persone suddivisi tra cattolici di rito latino, melchiti, protestanti e ortodossi. La comunità cattolica con circa 300 fedeli è la più numerosa”. Com’è il rapporto con la maggioranza musulmana? “I rapporti sono molto buoni. Non vi sono problemi di sicurezza come in altre zone del Medio Oriente. Le autorità hanno anche disposto la possibilità per tutti i cristiani di assentarsi dal lavoro la domenica per un’ora, in modo da poter partecipare alla messa. In segno di collaborazione e di rispetto lo scorso anno come comunità cattolica abbiamo invitato i leader mussulmani ad una cena, organizzata da noi, per il Ramadam. E’ stato un modo per creare dei ponti: da allora siamo molto più rispettati e coinvolti dalle altre comunità”. Qual è la situazione sociale ed economica a Nablus? “La situazione è difficile. La città esce da dieci anni di blocco totale che ha avuto pesanti ricadute sull’economia. Molti abitanti, tra cui molti cristiani, che lavoravano nella altre città della Cisgiordania hanno scelto di trasferirsi per evitare di dover rimanere per ore ogni giorno in coda ai checkpoint. E’ da un anno che il blocco è stato tolto e alcuni hanno iniziato a tornare così come l’economia si sta riprendendo grazie al ritorno dei turisti e dei pellegrini”. Come vede il futuro? “Purtroppo non penso vi saranno grandi cambiamenti. La gente ha bisogno di una pace vera, di riconciliazione, non di un armistizio che possa durare alcuni anni per poi ritornare al punto di partenza, come è già successo troppe volte. Ma questo non sarà possibile fino a quando non finirà l’occupazione dell’esercito israeliano. La città è ancora, infatti, stabilmente sorvegliata dai militari”. Quali sono gli effetti della costruzione del muro in Cisgiordania? “Non penso che il muro rappresenti la soluzione dei problemi di sicurezza per Israele. Dall’altra parte è certo che renda più difficile la vita per i palestinesi. Se fino a pochi anni fa per andare da Nablus a Betlemme ci voleva un’ora, oggi impieghiamo almeno tre ore. Cosa vi aspettate dal prossimo Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente? “E’ già di per sé positivo che per la prima volta si tenga un sinodo speciale per il Medio Oriente. Per quanto riguarda la questione della Terra Santa credo sia importante una presa di posizione forte per la pace. Un appello che porti ad un cambiamento politico. Perché quello è il nodo della questione, non la religione. I musulmani stessi, così come gli ebrei, credono che non possa esistere una Terra Santa senza una presenza cristiana. Ma è necessaria una presa di coscienza politica che aiuti a guardare avanti. In questo il Papa è stato chiaro durante la sua visita in Terra Santa. Speriamo che alle parole possano seguire passi concreti”. P A G I N A 10 AGOSTO 2010 Apostolato della preghiera Intenzione generale: “Perché i disoccupati, i senzatetto e quanti vivono in gravi situazioni di necessità trovino comprensione ed accoglienza e siano aiutati in modo concreto a superare le loro difficoltà”. La crisi economica innescata dal dissesto finanziario globale sta spingendo molte famiglie e persone in stato di grave difficoltà economica. Una difficoltà che potrebbe prolungarsi anche per un arco di tempo non breve. La perdita del posto di lavoro e la precarietà occupazionale, soprattutto nei nuclei monoreddito, possono rappresentare un serio ostacolo per le aspirazioni della persona ad una vita dignitosa per sé e i propri cari. Occorre tuttavia riconoscere che una riduzione dei consumi nell’ambito dei paesi ricchi occidentali è un percorso obbligato, se si vuole evitare il collasso ambientale del pianeta e consentire ai paesi poveri di uscire dalla miseria, evitando pericolose tensioni internazionali. Non solo: una vita più sobria sembra anche essere la condizione per rimediare alla drammatica perdita di valori e al profondo disagio esistenziale che attraversano le società ricche, frutto di un’illusoria identificazione tra consumo di beni materiali e benessere della persona. Ci rendiamo conto allora che la crisi può diventare occasione di cambiamento verso una società più umana ed equa, con al centro la persona piuttosto che il consumatore, i beni relazionali piuttosto che quelli materiali, la solidarietà piuttosto che la competizione. Le difficoltà di questo momento possono così essere percepite come un’opportunità, un’occasione di cambiamento da vivere insieme, con coraggio, serenità e fiducia. Per la comunità cristiana, si tratta di un impegno radicato, ancor prima che nel comandamento dell’amore, in quella Giustizia senza la quale la Carità rischia di ridursi a sterile elemosina, smarrendo il senso più profondo e profetico di dono di Dio. Per tutti i cristiani deve essere un fatto educativo, che aumenti la solidarietà e la condivisione, l’apertura del cuore e la generosità. Senza mai dimenticare che spesso la nostra ricchezza coincide con l’impoverimento dei poveri. (Diocesi di Como, Fondo Famiglia-Lavoro) Intenzione missionaria: “Perché la Chiesa sia la “casa” di tutti, pronta ad aprire le sue porte a quanti sono costretti dalle discriminazioni razziali e religiose, dalla fame e dalle guerre ad emigrare in altri Paesi”. L’umanità ha bisogno di essere liberata e redenta. La creazione stessa - dice san Paolo – soffre e nutre la speranza di entrare nella libertà dei figli di Dio (cfr Rm 8,1922). Queste parole sono vere anche nel mondo di oggi. La creazione soffre. L’umanità soffre ed attende la vera libertà, attende un mondo diverso, migliore; attende la “redenzione”. E in fondo sa che questo mondo nuovo aspettato suppone un uomo nuovo, suppone dei “figli di Dio”. […] Il panorama internazionale, se da una parte presenta prospettive di promettente sviluppo economico e sociale, dall’altra offre alla nostra attenzione alcune forti preoccupazioni per quanto concerne il futuro stesso dell’uomo. La violenza, in non pochi casi, segna le relazioni tra gli individui e i popoli; la povertà opprime milioni di abitanti; le discriminazioni e talora persino le persecuzioni per motivi razziali, culturali e religiosi, spingono tante persone a fuggire dai loro Paesi per cercare altrove rifugio e protezione; il progresso tecnologico, quando non è finalizzato alla dignità e al bene dell’uomo né ordinato ad uno sviluppo solidale, perde la sua potenzialità di fattore di speranza e rischia anzi di acuire squilibri e ingiustizie già esistenti. Esiste inoltre una costante minaccia per quanto riguarda il rapporto uomo-ambiente dovuto all’uso indiscriminato delle risorse, con ripercussioni sulla stessa salute fisica e mentale dell’essere umano. Il futuro dell’uomo è poi posto a rischio dagli attentati alla sua vita, attentati che assumono varie forme e modalità. Dinanzi a questo scenario “sentiamo il peso dell’inquietudine, tormentati tra la speranza e l’angoscia” e preoccupati ci chiediamo : che ne sarà dell’umanità e del creato? C’è speranza per il futuro, o meglio, c’è un futuro per l’umanità? E come sarà questo futuro? La risposta a questi interrogativi viene a noi credenti dal Vangelo. È Cristo il nostro futuro e […] il suo Vangelo è comunicazione che “cambia la vita”, dona la speranza, spalanca la porta oscura del tempo e illumina il futuro dell’umanità e dell’universo. (Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2008) Intenzione dei Vescovi italiani: “Perché, in questo tempo dominato dalla frenesia del fare, gli uomini possano scoprire l’importanza di momenti di riflessione, contemplazione e silenzio nella ricerca del vero bene”. Cari amici, all’inizio dell’estate desidero condividere con voi qualche riflessione su questo tempo importante e singolare dell’anno: una riflessione che vuole farsi augurio cordiale perché il momento di vacanza diventi sempre più opportunità preziosa di crescita nella nostra “umanità”. […] Ritengo di fondamentale importanza l’affermazione del Concilio Vaticano II: “Chiunque segue Cristo, CHIESA RUBRICHE IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 Dal Parlamento Diamo conto di alcuni argomenti la cui discussione è già stata avviata in Parlamento. Parità scolastica. Situazione inalterata. Si trova all’esame del Comitato ristretto della VII Commissione della Camera dei deputati la proposta di legge (n. 953) recante Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti. Il progetto al Capo II (art. 11, Decentralizzazione) prevede un’autonomia finanziaria delle istituzioni scolastiche collegata alla libertà di scelta delle famiglie, che spostano i finanziamenti in base alle loro scelte. Accesso dell’adottato alle informazioni sulla propria origine e sull’identità dei genitori biologici. È sempre all’ordine del giorno della II Commissione (Giustizia) della Camera dei deputati la proposta di legge (n. 2919) che introduce modifiche alla legge in materia di adozione, al fine di favorire l’accesso dell’adottato alle informazioni sulla propria origine e sull’identità dei genitori biologici. Cognome dei figli e dei coniugi. Situazione inalterata. È in attesa di riprendere la discussione presso la II Commissione (Giustizia) della Camera dei deputati del testo unificato (n. 36 ed altri) contenente modifiche al codice civile in materia di cognome dei figli. In particolare, il progetto prevede che ciascun coniuge conservi il proprio cognome e che ai figli legittimi sia attribuito il cognome di entrambi i genitori secondo l’ordine stabilito con dichiarazione concorde resa all’ufficiale dello stato civile all’atto del matrimonio o della registrazione della nascita del primo figlio. Divorzio breve. Situazione inalterata. Sono all’esame della II Commissione (Giustizia) della Camera dei deputati tre proposte di legge (nn. 749, 1556 e 2325) che introducono modifiche alla disciplina in materia di scioglimento e di cessazione degli effetti civili del matrimonio, al fine, in particolare, di abbreviare i tempi per l’ottenimento della pronuncia di divorzio. Prostituzione. Situazione inalterata. Si trova all’esame delle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia) del Senato il progetto governativo (n. 1079) concernente le misure contro la prostituzione. Il testo introduce nell’ordinamento alcune novità essenzialmente volte a reprimere il fenomeno della prostituzione “di strada” e il suo sfruttamento da parte delle organizzazioni criminali. Fra queste, assumono particolare rilievo sia l’introduzione del reato di esercizio della prostituzione in luogo pubblico o aperto al pubblico o di invito ad avvalersene, sia l’applicazione delle medesime pene previste a carico di chi esercita la prostituzione anche a chi si avvale delle prestazioni sessuali dei soggetti che la esercitano o le contratta. LA RUBRICA MENSILE A CURA DI VITTORIO RUSCONI RIPRENDERÀ REGOLARMENTE CON IL MESE DI SETTEMBRE l’uomo perfetto, si fa lui pure più uomo” (Gaudium et spes, n. 41). In questa linea mi sembra veramente luminoso ed eloquente il versetto dell’evangelista Luca […]: “Attraversava città e villaggi, insegnando”. Vorrei suggerire qualche rapido spunto educativo per il campo turistico enucleandolo, senza forzature, dal versetto evangelico nella sua formulazione integrale: «Egli attraversava città e villaggi, insegnando e avvicinandosi a Gerusalemme» (Luca 13,22). Rilevo anzitutto come Gesù attraversi i luoghi. Questo verbo evoca la leggerezza del cammino. Lui e i suoi discepoli non portano né due tuniche né bastone né borsa. La loro è una scelta di sobrietà: e questo dice rispetto per il territorio incontrato e per le persone che lo abitano. Sollecita l’incontro e la valorizzazione delle ricchezze locali. Manifesta un’asimmetria del bisogno: è lui, il pellegrino, a chiedere ospitalità. La pesantezza della dote che, in un certo senso, fa sentire a casa anche quando non lo si è, scompare per lasciare posto così all’incontro. E poi ci sono le tappe compiute nelle città e nei villaggi, espressione popolare per indicare ogni luogo. Ovunque, infatti, è possibile arricchirsi di un incontro ed offrire una parola od un gesto di solidarietà e di attenzione, condividendo momenti di vita, sogni per il futuro, dolori del presente. Nessuna terra è al riparo dalla preoccupazione e dalla stima di Dio e dei suoi testimoni. Gesù, inoltre, cammina insegnando. E’ la sua identità quella di essere maestro e non la sospende neppure per via. Insegna alternando momenti comunitari con altri più individuali. In qualche caso predilige persino la solitudine, che propone ugualmente come esemplare. Usa tutti i registri della comunicazione. Incontra gli altri senza che venga meno ciò che egli è, donando anzi ciò che gli è di proprio e di specifico. Tutto questo, infine, viene fatto avvicinandosi a Gerusalemme: non dimenticando mai il luogo verso cui è orientato. E’ la meta, infatti, a motivare un viaggio. A tracciarne le caratteristiche. A dare coraggio nei momenti di difficoltà. Ad inserire ogni tassello della realtà quotidiana all’interno di un disegno compiuto. (Card. Tettamanzi, Educare alla vacanza, giugno 2010) AGOSTO 2010 Parola di vita di CHIARA LUBICH «E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore» (Lc 1,45) Q uesta Parola fa parte di un avvenimento semplice e altissimo al tempo stesso: è l’incontro fra due gestanti, fra due madri, la cui simbiosi spirituale e fisica con i loro figli è totale. Sono esse la loro bocca, i loro sentimenti. Quando parla Maria, il bambino di Elisabetta fa un balzo di gioia nel suo ventre. Quando parla Elisabetta sembra che le parole le siano messe sulle labbra dal Precursore. Ma mentre le prime parole del suo inno di lode a Maria sono rivolte personalmente alla madre del Signore, le ultime sono dette in terza persona: “Beata colei che ha creduto”. Così la sua “affermazione acquista carattere di verità universale: la beatitudine vale per tutti i credenti, concerne coloro che accolgono la Parola di Dio e la mettono in pratica e che trovano in Maria il modello ideale” (G.Rossé, Il Vangelo di Luca, Roma 1992, p.67). “E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore.” E’ la prima beatitudine del Vangelo che riguarda Maria, ma anche tutti coloro che la vogliono seguire e imitare. C’è uno stretto legame, in Maria, tra fede e maternità, come frutto dell’ascolto della Parola. E Luca qui ci suggerisce qualcosa che riguarda anche noi. Più avanti nel suo Vangelo Gesù dice: “Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica” (Lc 8,21). Anticipando quasi queste parole, Elisabetta, mossa dallo Spirito Santo, ci annuncia che ogni discepolo può diventare “madre” del Signore. La condizione è che creda alla Parola di Dio e che la viva. “E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore.” Maria, dopo Gesù, è colei che meglio e più perfettamente ha saputo dire “sì” a Dio. E’ soprattutto questa la sua santità e la sua grandezza. E se Gesù è il Verbo, la Parola incarnata, Maria, per la sua fede nella Parola è la Parola vissuta, ma creatura come noi, uguale a noi. Il ruolo di Maria come madre di Dio è eccelso e grandioso. Ma Dio non chiama solo la Vergine a generare Cristo in sé. Seppure in altro modo, ogni cristiano ha un simile compito: quello di incarnare Cristo fino a ripetere, come san Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Ma come attuare ciò? Con l’atteggiamento di Maria verso la Parola di Dio e cioè di totale disponibilità. Credere dunque, con Maria, che si realizzeranno tutte le promesse contenute nella Parola di Gesù e affrontare, come Maria, se occorre, il rischio dell’assurdo che alle volte la sua Parola comporta. Grandi e piccole cose, ma sempre meravigliose, accadono a chi crede nella Parola. Si potrebbero riempire dei libri con i fatti che lo provano. Chi può dimenticare quando, in piena guerra, credendo alle parole di Gesù “chiedete e vi sarà dato” (Mt 7,7) abbiamo chiesto tutto quello di cui tanti poveri in città avevano bisogno e vedevamo arrivare sacchi di farina, scatole di latte, di marmellata, legna, vestiario? Anche oggi accadono le stesse cose. “Date e vi sarà dato” (Lc 6,38) e i magazzini della carità sono sempre pieni, essendo regolarmente svuotati. Ma ciò che colpisce di più è come le parole di Gesù sono vere sempre e dovunque. E l’aiuto di Dio arriva puntuale anche in circostanze impossibili, e nei punti più isolati della terra, come è accaduto poco tempo fa ad una madre che vive in grande povertà. Un giorno si è sentita spinta a dare i suoi ultimi soldi ad una persona più povera di lei. Credeva a quel “date e vi sarà dato” del Vangelo. E aveva una grande pace nell’animo. Poco dopo è arrivata la sua bambina più piccola e le ha mostrato un dono appena ricevuto da un anziano parente che, per caso, era passato di lì: nella sua manina c’erano i soldi moltiplicati. Una “piccola” esperienza come questa ci spinge a credere nel Vangelo; e ciascuno di noi può provare quella gioia, quella beatitudine che viene dal vedere realizzate le promesse di Gesù. Quando, nella vita di tutti i giorni, nella lettura delle Sacre Scritture ci incontreremo con la Parola di Dio, apriamo il nostro cuore all’ascolto, con la fede che ciò che Gesù ci chiede e promette si avvererà. Non tarderemo a scoprire, come Maria e come quella madre, che Egli mantiene le sue promesse. Parola di vita, agosto 1999, pubblicata in Città Nuova, 1999/14, p. 33. P A G I N A 12 Como CRONACA DI E P R O V I N C I A ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 È LA PEACE OF CHRIST HOME In Sri Lanka una casa aperta al volontariato comasco A poco più di un anno dal suo trasferimento nella struttura residenziale per anziani realizzata grazie al contributi del nostro territorio abbiamo chiesto a suor Cristina De Fonseka un bilancio di questa esperienza di MARCO GATTI [email protected] U n anno e due mesi. I primi giorni di agosto scandiscono anche un importante giro di boa per suor Cristina De Fonseka, la religiosa srilankese che il 2 giugno 2009 staccò, dopo 29 anni, un biglietto di sola andata per la sua terra natale. Una partenza meditata e preparata da tempo, su mandato del vescovo di Como mons. Diego Coletti, per accompagnare la gestione della “Peace of Christ Home”, la casa di accoglienza per donne anziane, fortemente voluta e realizzata grazie al contributo prezioso di numerose realtà del territorio comasco. Un luogo di ricovero e di pace, della capacità di 20 posti, costato circa 110 mila euro, sorto a Hapugoda (Kandana). La “magia” di Skype ci ha permesso di raggiungere suor Cristina nella “sua” casa per chiederle un primo bilancio di questi 14 mesi trascorsi in Sri Lanka. «Quando sono arrivata mi sono trovata a dover effettuare tante sistemazioni - ci spiega suor Cristina in videoconferenza - per adattare al meglio la struttura alle necessità. La casa sorge in un luogo piuttosto isolato, nel cuore della campagna, circondata da una foresta. Nonostante qualche abitazione stia nascendo in prossimità della struttura il senso si isolamento cresce, in particolar modo da sera, quando il buio si fa più fitto. È stato così necessario attrezzarsi per assicurare una migliore illuminazione al complesso. Per questo devo ringraziare la locale amministrazione che, da subito, è venuta incontro alle nostre richieste provvedendo al posizionamento di quattro punti luce agli angoli estremi della struttura. Al fine di garantire maggiore sicurezza ed evitare il rischio di incur- sioni indesiderate ho dovuto inoltre provvedere al posizionamento di grate alle finestre ed alle porte». Quante sono le donne presenti all’interno della struttura? «Ospitiamo 12 anziane, più due donne che mi affiancano nei lavori domestici. Si tratta di un impegno gravoso essendo l’edificio di notevoli dimensioni». Avete il supporto di qualche volontario? «Come ho già avuto modo di dire anche in altre occasioni, purtroppo in questo paese il volontariato non esiste. Si tratta di un mondo molto diverso dall’Italia. Nel vostro Paese, in cui ho trascorso buona parte della mia vita, la gratuità del dono è una modalità di espressione diffusa e condivisa, in particolar modo tra i giovani. Il Sri Lanka questa cultura manca. Ad ogni azione deve corrispondere un riconoscimento economico. Questo, del resto, è un Paese povero in cui anche un pur misero guadagno riveste grande importanza. Non ci si rende conto, però, quanto sia meraviglioso donare parte del proprio tempo agli altri. Proprio per tale ragione quest’anno ho faticato molto per trovare qualcuno che mi aiutasse nel servizio di cucina e di pulizia. Per quanto mi è possibile cerco di fare da sola, ma non mi riesce com’è ovvio, di arrivare dappertutto. Per fortuna posso confidare anche nell’aiuto di alcune ospiti ancora in buone condizioni di salute, che mi offrono supporto e sollievo in piccoli lavori domestici. E, com’è difficile trovare qualcuno che ti aiuti è, allo stesso livello faticoso, trovare persone oneste, di cui fidarsi, non pronte ad approfittarsi della prima concessione. Pur essendo di origini srilankesi vivo sulla mia pelle la fatica di una cul- Alcune immagini d’archivio della casa. Qui sopra un momento della conversazione con l’Italia tura basata molto sulla differenza di caste. Chi è laureato o occupa una posizione culturale, sociale, economica rilevante non si “mischia” con chi, invece, svolge i lavori più umili. Anche questo per me ha rappresentato un ostacolo, soprattutto all’inizio, perché la mia formazione e la mia sensibilità mi portano e mi hanno sempre condotto a considerare e trattare il personale che lavora con noi come parte della famiglia, a volte mangiando anche insieme. E questo mi ha sottoposto a non poche critiche…». Perché non pensare anche ad una rete di volontari proveniente dall’Italia che ti possa offrire, ciclicamente, un sostegno? «È una strada che, con tutto il cuore vorrei venisse intrapresa. Sono costantemente in contatto con l’Italia e di continuo rilancio questo appello. La presenza di volontari e di giovani, anche durante il periodo estivo, potrebbe fornirmi un contributo prezioso nella conduzione nella casa, ma offrirebbe anche un segnale importante alla popolazione locale. Credo potrebbe trattarsi di un’esperienza di grande ricchezza, sotto tutti i punti di vista. Questa casa, del resto, è nata grazie al contributo dei comaschi e a loro appartiene. È pertanto importante che siano gli stessi comaschi a mantenere vivo questo legame, con una presenza continua, costante. Lo spazio c’è e le cose da fare anche». Che tipo di attività potrebbero svolgere? «Le attività più diverse. Dall’aiuto concreto nelle attività di pulizia, alla cura delle ospiti, fino, per chi ne sia in grado, a più specifici lavori di manutenzione e sistemazione della struttura. Sarebbe utile anche qualcuno con delle competenze infermieristiche, per dotare il nostro personale delle nozioni necessarie. Per non parlare, poi, di chi abbia dimestichezza con l’informatica e la programmazione. Avrei voluto attivare un spazio facebook per far conoscere meglio la nostra struttura, ma ancora non ne sono stata in grado... Grande importanza dovrebbe assumere, inoltre, l’aspetto dell’animazione». Come si svolge una giornata tipo in casa? «La preghiera scandisce i momenti forti della giornata. Il personale si alza alle 5, le ospiti alle 7. Si prepara la colazione e si incominciano i lavori di pulizia. Di prima mat- tina io mi reco alla S. Messa, che purtroppo non è celebrata quotidianamente nella nostra parrocchia. Mi devo allora muovere molto presto (alle 5.30) per partecipare alla cerimonia delle 6 nella località più vicina. Si tratta per me di un momento prezioso di cui, invece, spesso non cogliamo l’enorme ricchezza quando vi possiamo avere accesso con grande facilità. È un momento che mi dà grande forza, anche se qualche volta vivo lo scrupolo di dover pagare il servizio di trasporto su un risciò (sulle 100 rupie) quando con difficoltà riusciamo a far quadrare i conti della struttura. Dopo la colazione si provvede, per chi può, alla sistemazione delle stanze ed ad esercitare un po’ di movimento. Vi è quindi la recita della preghiera del mattino, la pausa del tè, un momento di svago e di lettura. La recita del rosario a mezzogiorno, il pranzo e il riposo pomeridiano. Nel pomeriggio dopo la sveglia c’è, per chi lo desidera, un nuovo momento di preghiera, il tempo per la merenda, quindi condividiamo insieme, in giardino, alcuni spunti di riflessione sulla parola di Dio. La serata si conclude con dell’esercizio fisico e tempo personale per lo svago. Quindi la cena, un’oretta davanti alla tv, e alle 21 il riposo per la notte. Come si vede la preghiera accompagna l’intera giornata. Del resto l’età avanzata delle ospiti non consente loro di svolgere attività particolarmente complesse». Economicamente come sopravvivete? «La gestione economica della struttura non è una cosa facile. Alle ospiti titolari di una pensione chiediamo un piccolo contributo. Per chi non può permetterselo lasciamo che ad agire sia la mano della Provvidenza. Qualche contributo ci arriva, ogni tanto, dall’Italia, ma ci troviamo costantemente al limite e la necessità di risorse nuove è sempre grande. Siamo inoltre sprovvisti di un mezzo di trasporto che sarebbe importantissimo per permetterci di muoverci con maggiore facilità. Un’altra figura importante che potrebbe esserci utile è quella di un custode. Potremmo accoglierlo sei mesi all’anno, offrendogli vitto e alloggio e un modesto contributo. Si tratterebbe di una importante esperienza di servizio che si potrebbe proporre, che so, a qualche ospite volenteroso dell’Ozanam di Como, o a qualche altra persona affidabile e disponibile proposta dalla Caritas». «Questa è la “Peace of Christ Home” - conclude sour Cristina -. Un piccolo angolo di Como in Sri Lanka. Non mancate di pensare e di pregare per noi. Noi stiamo facendo lo stesso». CRONACA P A G I N A Como 13 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 LA PUBBLICAZIONE IN QUESTI GIORNI La “spianata” della Ticosa in una foto William d’archivio Ticosa: il bando per la bonifica ntro i primi giorni di agosto verrà pubblicato il bando di gara per consentire la presentazione delle offerte a settembre relative all’esecuzione dei lavori di bonifica nell’area Ticosa. La scorsa settimana, infatti, la Giunta comunale ha preso atto dell’approvazione, da parte del direttore d’area Governo del territorio Roberto Laria, del progetto esecutivo della tanto agognata bonifica. Se tutto andrà bene entro fine ottobre i lavori dovrebbero essere aggiudicati e per l’inizio del 2011 ci sarà l’avvio del cantiere la cui durata dovrebbe essere di 180 giorni. Responsabile unico del procedimento è stato nominato il dottor Alessandro Russi, del Settore Verde, mentre la direzione lavori è stata affidata all’ingegner Antonio Ferro. Il piano di bonifica ha come scopo quello di eli- E Il piano ha come scopo l’eliminazione delle sostanze inquinanti presenti nel terreno. I lavori consisteranno in opere di scavo, analisi, quindi conferimento del materiale sulla base della tipologia del rifiuto pagina a cura di LUIGI CLERICI minare l’inquinamento delle matrici ambientali (acque e terreni) e di ridurre le concentrazioni delle sostanze inquinanti nel suolo e nel sottosuolo. Operativamente i lavori consisteranno in scavi del terreno, analisi e quindi conferimento del materiale sulla base della tipo-logia del rifiuto. Il quan-titativo dei terreni non conformi da bonificare ammonta a circa 13.525 metri cubi. Nel frattempo cambia anche il progetto sul nuovo quartiere che sorgerà nell’area un tempo occupata dalla più grande stamperia cittadina. La multinazionale olandese Multi si è dichiarata disponibile a modificare il progetto che finora è stato sottoposto all’analisi del Consiglio Comunale ripristinando il cosiddetto “cannocchiale” sulla basilica di Sant’ Abbondio. Come contropartita, però, il fatto che alcuni palazzi del nuovo quartiere siano ulteriormente innalzati. Il progetto attuale, di fatto, ripristina una situazione ormai consolidata per la città ovvero il fatto che da viale Roosevelt non si ve- dono i campanili della Basilica. Con le modifiche proposte la seconda chiesa, in ordine di importanza, della Diocesi di Como, come sottolineato dal Vescovo, Diego Coletti, potrebbe essere ammirata. In difesa dell’ormai famoso “cannocchiale” si sono susseguiti nelle ultime settimane tanti interventi con appelli alla città, al sindaco ed al Consiglio comunale da parte del presidente della Famiglia Comasca, Piercesare Bordoli, del presidente della Società archeologica comense, Giancarlo Frigerio, del professor Giorgio Luraschi, docente di Storia e istituzioni di diritto romano all’Università Insubria e di Alberto Rovi, docente di Storia dell’arte al classico. Anche il vescovo Diego Coletti si è espresso per salvare la basilica. L’ulteriore aumento delle altezze dei palazzi del nuovo quartiere, già al centro di vivaci osservazioni a Palazzo Cernezzi, vedono ulteriormente critiche le forze di minoranza in Consiglio. Il presidente della commissione Urbanistica Mario Lucini (Pd) ha infatti presentato un ordine del giorno per chiedere che venga creato un plastico del nuovo quartiere così da avere l’idea di quale sarà il suo impatto effettivo sugli equilibri della città. 16 MILA KM SUL FILO DELLA SOLIDARIETÀ Da Como alla Mongolia nel segno della pace ercorrere più di 16.000 chilometri, attraversando 15 paesi, due mari ed altrettanti deserti per raggiungere Ulan Bator, la capitale della Mongolia, con un’automobile dalla cilindrata massima di 1200cc. Un viaggio avventuroso dalle sponde del Lago di Como fino alle impervie e lontane terre mongole. Una grande avventura a scopo benefico che stanno vivendo i tre membri dell’ equipaggio comasco, composto da Loris Macrì, Al- P berto Martegani e Gabriele Cuda che, con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Giovanili di Como, sabato scorso è partito nell’ambito dell’edizione 2010 del “Mongol Rally”. L’iniziativa è nata a seguito dell’esperienza compiuta da due ragazzi inglesi che hanno cercato di raggiungere la Mongolia a bordo di una vecchia Fiat 126. Non raggiunsero la meta finale ma si divertirono talmente tanto che decisero di riprovarci l’anno successivo. Così nel 2004 Un’avventura a scopo benefico partirono con altri 5 team, diventati 43 nel 2005 e 167 nel 2006. L’ultima edizione, quella del 2009, ha contato ben 500 equipaggi con partenze da Londra, Milano e Madrid. L’edizione 2010 è partita sabato scorso da Milano anche se il vero punto d’inizio sarà Praga, dove i diversi equipaggi dovranno registrarsi prima di iniziare l’avventura che porterà molti a rag- giungere Ulan Bator. Come accennato il Mongol Rally è una manifestazione di livello internazionale a scopo benefico. Infatti ogni team partecipante deve raccogliere almeno 1.000 sterline da devolvere in beneficenza ad organizzazioni che operano sul territorio Mongolo a favore dei gruppi di popolazione più disagiati e tra questi in particolare i bambini. Cesvi, organizzazione laica e indipendente, fondata nel 1985 a Bergamo che crede fortemente che sostenere le co- munità più svantaggiate dei paesi in via di sviluppo, o in paesi in grave difficoltà a causa di guerre, calamità naturali e disastri ambientali, non aiuti solo coloro che soffrono, ma contribuisca anche al benessere globale, è l’organizzazione italiana beneficiaria del Mongol Rally. Per arrivare ad Ulan Bator bisogna rispettare poche e semplici regole: la vettura da utilizzare per il viaggio deve essere di bassa cilindrata possibilmente non deve superare i 1200cc poiché una volta raggiunto il traguardo verrà donata alle autorità locali. Il percorso è lasciato alla libera discrezione di ogni singolo team. Location di partenza sono state Londra, Madrid e Milano con passaggio obbligato da Praga per poi arrivare ad Ulan Bator capitale della Mongolia. L’equipaggio comasco ha deciso di seguire il percorso nord che prevede il passaggio da Svizzera, Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Turchia, Kazakhistan, Russia e Mongolia DAL GRUMELLO A GERUSALEMME Trapianto e normalità: 4500 km in bicicletta A ffrontare non solo la vita ma l’attività agonistica ad alto livello dopo aver subito un trapianto di rene. E’ quanto sta facendo Marcello Merlo, 46 enne di Brunate, operaio alla Chicco Artsana, che sabato scorso ha iniziato la sua ultima avventura, “In viaggio verso la fonte”, che lo porterà, dopo 4.500 chilometri di viaggio in bicicletta, a Gerusalemme. «Nella mia vita ho sempre praticato sport ci ha raccontato Merlo-. Nuoto, atletica…cosa che è poi continuata anche quando ero in dialisi per i miei problemi ai reni. Addirittura, in quel periodo, mi dedicavo, di nasco- Protagonista dell’avventura sarà Marcello Merlo, operaio della Chicco Artsana sto, anche al freeclimbing, ovvero all’arrampicata in montagna, contro il parere dei medici che avevano paura che io cadessi. Ma in ogni caso mi sentivo di farlo perché, dopo tutto, cosa avevo da perdere? Soffrivo. Poi è arrivata l’operazione e successivamente ho manifestato il mio desiderio di tornare a praticare sport. Per la verità, l’attività sportiva è sconsigliata a chi ha subito tali opera- zioni, soprattutto agonistica, perché comporta un aumento nella pressione del sangue che può contribuire ad acuire il fenomeno del rigetto. Ma i medici, dopo aver studiato il mio caso, mi hanno detto di provare e da allora non mi sono più fermato». Merlo, in passato anche campione europeo e del mondo di sollevamento pesi categoria “Mosca”, ha quindi preso “di petto” la sua nuova vita ed alla fine ne è uscito vincitore. «Ho iniziato a dedicarmi a manifestazioni particolari con l’obiettivo di dimostrare come anche le persone che sono state soggette ad un trapianto possono avere una vita normale». In bicicletta ha affrontato vere e proprie maratone ciclistiche come la Bergamo-Roma, la Innsbruck-Verona ed il giro delle Dolomiti cui ha rinunciato quest’anno per percorrere i 4.500 chilometri che separano la località bergamasca di Grumello, paese dove ricopre anche l’incarico di presidente della locale sezione AIDO, a Gerusalemme, avventura sportiva patrocinata dall’Assessorato allo Sport del Comune di Como e sponsorizzata dal Comitato Regionale Lombardo del Centro Sportivo Italiano. Il suo lungo viaggio è iniziato sabato scorso, 24 luglio, è toccherà 9 nazioni (Slovenia, Croazia, Serbia, Romania, Bulga- ria, Turchia, Siria, Giordania e Israele) per un totale di circa 4.500 chilometri. Il suo ritorno è previsto il 30 agosto prossimo. Marcello Merlo, inoltre, ha fatto in modo che la sua attività sportiva diventi anche un mezzo per comunicare come coloro che hanno subito un trapianto non si debbano sentire diversi. «In tanti si chiudono in loro stessi o in casa, forse anche perché la gente comune parla dei trapianti solo quando questi hanno un esito negativo. Invece anche se trapiantati si può affrontare la vita in modo attivo. Per questo ho già incontrato studenti di vario ordine e grado, ma anche persone in ospeda- le che hanno appena subito un trapianto, per portare la mia testimonianza. Ed anche “In viaggio verso al fonte” diventerà protagonista di una serie di incontri che si svolgeranno a partire dal prossimo autunno nelle scuole ed anche nei nosocomi della nostra provincia. «Questa è un’esperienza che vuole anche essere dimostrazione di come si possa fare dello sport “sano”, pulito - ha rilevato Giovanna Tagliabue, consigliere regionale del CSI Lombardia -. Marcello Merlo può essere considerato quasi un testimonial di quello che può essere identificato come il binomio sport-salute». CRONACA P A G I N A Como 14 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 I DATI DELLA FIM - CISL Metalmeccanici, ancora lontana la ripresa ur registrando segnali quantitativamente in miglioramento ad oggi non vi sono segni concreti e stabili di una solida ripresa economica e produttiva”. E’ lapidario il commento di Alberto Zappa, segretario provinciale della Fim-Cisl, il sindacato del comparto metalmeccanico, di fronte ai dati del primo semestre 2010 forniti dall’osservatorio regionale della crisi e occupazione del sindacato. Guardando i dati a livello regionale si nota un miglioramento rispetto allo scorso anno ed in particolare al primo semestre 2009 che ha rappresentato, numeri alla mano, il picco della crisi economica, con un vero e proprio boom da parte della azienda nel ricorso alla cassa integrazione (CIG). Ad oggi in Lombardia sono quasi 3500 le aziende che ancora ricorrono alla cassa integrazione, per un totale di 84 mila lavoratori. Un anno fa i lavoratori in CIG erano 137 mila. Un miglioramento dunque ma è sufficiente guardare all’evoluzione negli ultimi anni per capire P “ TURISMO DATI CONFORTANTI DAL 1° SEMESTRE DEL 2010. OLTRE IL 10% LA CRESCITA DEL TURISMO STRANIERO Qualche segnale di miglioramento, ma i numeri confermano il difficile momento come la crisi si faccia ancora sentire. Nel secondo semestre 2008, quando sono iniziati i primi problemi nel comparto metalmeccanico, i lavoratori sottoposti cassa integrazione, licenziamenti o mobilità erano circa 50 mila, il 30% in meno rispetto ad oggi. I dati della provincia di Como confermano il trend regionale. Nel primo semestre 2009 erano 212 le aziende in crisi, con 4439 lavoratori sottoposti ad interventi, nello stesso periodo del 2010 le aziende coinvolte sono scese a 143 per un totale di 3831 in CIG o mobilità. “Dall’analisi - spiega Alberto Zappa - possiamo trarre due indicazioni principali: da un lato notiamo la concentrazione della crisi nelle aziende fino a 50 dipendenti ( 124 su 143), una situazione legata alla tipica struttura delle aziende del settore metalmeccanico comasco. Dall’altra registriamo un significativo aumento di lavoratori coinvolti da Cassa integrazione guadagni straordinaria. Questo evidenzia la forte criticità e il perdurare della situazione di crisi che è continua e drammatica da oltre 23 mesi”. Nell’ultimo semestre la cassa integrazione straordinaria ha fatto registrare un più 64% rispetto allo scorso anno, questo perché, per molte aziende, sono finiti i dodici mesi in cui poter usufruire della cassa integrazione ordinaria e le aziende si affidano alla straordinaria. E’ in questa fase che le aziende sono chiamate ad una riorganizzazione che è però complicata dall’imprevedibilità degli ordini. “Senza dimenticare - precisa il segretario provinciale Fim-Cisl - alla criticità finanziaria delle aziende che hanno chiuso bilanci del 2009 con diminuzione del fatturato nell’ordine del 35 40% e che pertanto hanno dovuto ricorrere all’indebitamento o alla ricapitalizzazione per recuperare liquidità necessaria alla continuazione produttiva”. Una situazione occupazione che, secondo il sindacato comasco, “pone la necessità di interventi strutturali e qualificati”. Questo in alcuni settori è già stato fatto come nel comparto della nautica, grazie al coinvolgimento della Camera di Commercio, ma in molti altri settori la situazione resta difficile. “Le conseguenze sociali di questa crisi non sono solo materiali - conclude Zappa - perché quando manca la prospettiva del lavoro è difficile immaginare un impegno ed una realizzazione del proprio futuro. E se questo viene a mancare è difficile anche gestire la coesione sociale e impostare percorsi di partecipazione e responsabilità”. M.L. “ITALIANI SI DIVENTA” A PERUGIA IL 43° INCONTRO NAZIONALE DI STUDI DELLE ACLI CALCIO: TRA ARRIVI E PARTENZE SCONFITTO IL SONDALO NELLA PRIMA USCITA STAGIONALE DEL NUOVO COMO Si conclude in questi giorni il ritiro estivo del Como in quel di Sondalo. Un ritiro che, come è stato sottolineato dai quotidiani locali, è stato caratterizzato da un costante via vai di giocatori in partenza ed arrivo. In mezzo a tutto questo “bailamme”, gli azzurri hanno disputato un’amichevole contro il Sondalo. Risultato finale 7-1 per gli azzurri. Una gara che ha visto gli azzurri andare subito a segno con il bomber Cozzolino, proprio come nel finale dello scorso campionato contro il Lecco. E dopo il bomber in gol anche Bruno su punizione, Fortunato (ex Inter) e Piraccini (doppietta). Nel finale hanno segnato due reti anche alcuni giovani aggregati al gruppo di Brevi e Garavaglia. I tecnici azzurri hanno seguito con attenzione questa gara dando qualche indicazione tattica dalla panchina e successivamente hanno fatto ruotare tutti i ragazzi della rosa. Unica eccezione Fausto Rossini; l’ex bomber di Atalanta, Bologna ed Udinese, si è infatti aggregato solo giovedì scorso ai compagni in attesa di capire come procede il suo recupero dopo un grave infortunio subito nei mesi scorsi. Una prima uscita decisamente confortante anche se l’avversario era davvero modesto, davanti a quasi 400 i tifosi arrivati in Valtellina con striscioni, cori e costanti incitamenti. Nella seconda settimana di ritiro estivo si sono allenati ventiquattro giocatori invece dei 31 che hanno caratterizzato il gruppo nella prima settimana. Tra i giocatori “tagliati” il brasiliano Bruno Bosi, mentre gli ultimi arrivi rispondono ai nomi di Rosario Licata, Francesco Bossa e Alessio Ambrogetti. In effetti, come già sottolineato, questo ritiro ha fatto sì che Sondalo assomigliasse molto ad un aeroporto con arrivi e partenze continui. Comunque Bossa e Licata sono due difensori che arrivano dall’Udinese mentre Alessio Ambrogetti, 21 anni, lo scorso anno era in forza al Cesena promosso in A. Tra i precedenti arrivi il difensore esterno dell’Inter, Simone Fautario, classe ‘87; Jacopo Fortunato, centrocampista, anch’esso proveniente dal vivaio nerazzurro; Antonio Magli, 19 anni, difensore centrale del Brescia e di Emanuele Bardelloni, 20enne, anch’esso di proprietà delle “rondinelle” bresciane. Ma come si può lavorare, ed iniziare ad impostare una stagione, in questa situazione di continui arrivi e partenze? Risponde Carlo Garavaglia, uno dei due mister del Como insieme ad Oscar Brevi: «La situazione è questa . Sono ragazzi motivati, che vogliono dimostrare di poter stare in questa categoria. Mi sembrano dei ragazzi a posto. Per le valutazioni tecniche, aspettiamo qualche settimana, meglio non affrettare il giudizio». L.CL. Si terrà a Perugia dal 9 all’11 settembre il 43° incontro nazionale di studi delle Acli, dedicato quest’anno ai 150 anni dell’unità d’Italia. Il movimento rifletterà sul tema “Italiani si diventa. Unità, federalismo, solidarietà”. Quattro le sezioni in cui si articoleranno i giorni di Perugia e che lasciano intendere la filosofia che ha ispirato il convegno: “l’eredità e il debito”, perché l’unità nazionale è un patrimonio ideale, ma è anche un compito di responsabilità; “i vincoli e i talenti”, perché nei cinque laboratori si ragionerà sulle prospettive e sulle risorse che abbiamo a disposizione per realizzarle; “storie e storia d’Italia, tra memoria e speranza”, perché a Perugia si ascolteranno anche testimoni e protagonisti di un Paese che ha sofferto ma che non si arrende; e infine “le sfide che possono unire gli italiani”, perché - come ogni anno - le Acli usciranno da Perugia con un’agenda di iniziative che riguarderanno il federalismo solidale, l’unione politica europea, l’integrazione interculturale degli immigrati, la via italiana alla laicità e il ruolo crescente del terzo settore. Per informazioni e adesioni contattare le Acli di Como, tel. 0313312750. Turismo: si confermano positivi i dati relativi al flussi sul Lario riguardanti il primo semestre del 2010. I numeri diffusi dall’Amministrazione provinciale di Como nei giorni scorsi parlano di un + 7,06% sul fronte degli arrivi e un + 9,95 su quello delle presenze. Si tratta, in sostanza, di un totale di 410.309 arrivi e 947.178 presenze. Guardando le nazionalità degli arrivi in vetta alla classifica si confermano i tedeschi, da sempre amanti del Lario, con oltre 140 mila presenze nei primi 6 mesi di quest’anno, e un + 17,73% rispetto al 2009. A seguire, ben distanziato, e sempre in crescita, il turismo inglese, con oltre 93 mila presenze. Al terzo posto Svizzera e Liechtenstein, con 64 mila presenze, quindi Stati Uniti, Paesi Bassi, Francia, Australia, Belgio. Tra i pochi segni meno da evidenziare il forte calo, tra il 28 e il 32%, del turismo irlandese sia sul fronte degli arrivi che delle presenze,. Positivi i mercati emergenti come la Russia e la Cina, quest’ultima in particolare con incrementi tra il 75 (presenze) e il 97% (arrivi). Interessante appare anche l’analisi dei dati scorporando la componente del turismo italiano da quello straniero. In crescita gli italiani richiamati dalle meraviglie del nostro lago. Nel primo semestre 2010 dal nostro Paese si sono registrati 170.373 arrivi (+2,64% rispetto al 2009) e 319.484 presenze. Con riferimento soltanto alla popolazione straniera troviamo, sempre nel periodo in questione, 239.936 arrivi (+10,42%) e 627. 694 presenze (+13, 41%). Numeri che attestano la solidità dell’industria turistica lariana e la candidano ad rappresentare il vettore trainante per condurre l’intero territorio oltre la crisi. CRONACA Arte&cultura IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 P A G I N A 15 L’ULTIMO LIBRO DI GIUSEPPE GUIN Io ti aspetto qui E il mistero si infittisce... Nel romanzo del giornalista comasco il seguito de “L’amore imperdonabile un mistero sul lago”, grande successo editoriale dello scorso anno di MARCO GATTI C ’ ’è una storia che ci ha rapito al punto di essere letta d’un fiato, lo scorso anno. È il racconto di un amore imperdonabile. Il tragico epilogo di una vicenda sentimentale maturata dalla fantasia del giornalista e scrittore Giuseppe Guin e tradottasi nel suo “L’amore imperdonabile un mistero sul lago”. Un importante successo editoriale che, lo scorso anno, si tradusse in quattro successive edizioni. A quel romanzo, come detto conclusosi nel più tragico degli esiti a cui può giungere una storia d’amore - e cioè un omicidio e un, presunto, suici- dio - Guin ha dato seguito con una nuova pubblicazione. Un nuovo racconto che riprende e rilancia quella storia, ne restituisce l’ambientazione, ne ripropone il pathos, la drammaticità, ne fa gustare il senso di mistero. “Io ti aspetto qui” è l’ultimo lavoro con cui Guin si offre ai suoi lettori. Una storia che riparte da dov’era finita. “Ho visto Elisa Vanelli. Madonnasanta, ho visto la Lisa”. Ed ecco ricominciare tutto dal personaggio attorno al quale si era dipanata la trama del racconto nella “puntata” precedente. La bella Lisa, locandiera ammirata e desiderata della locanda del Nibbio. Violentata in una notte di follia e riconquistata, ad espiazione della colpa commessa, dal protagonista di questo misfatto. Ignara del segreto che il suo amato portava con sé lei gli aveva affidato il suo cuore e pian piano in lui aveva ritrovato la vita. Fino a scoprire, nel suo salvatore, il bracconiere Norberto Cerami, quel mostro della locanda che l’aveva condotta nell’oblio. La rabbia cieca. L’umiliazione profonda. Un dolore che lacera l’anima. E la vendetta. Per poi scomparire… Così si chiudeva “L’amore imperdonabile” e così riparte “Io ti aspetto qui”. “La Gloria aveva il volto stravolto. E balbettava. E batteva i denti. E tremava a tal punto le braccia che il suo ansimare era quasi sommerso dallo scricchiolio dei minuscoli grani di legno di una vecchia corona del rosario, che stringeva tra le rughe delle mani. Tremava e ripeteva terrorizzata: “Ho visto Elisa Vanelli. Non racconto storie. Quella era davvero l’Elisa”… No non si tratta di un fantasma. Lei è proprio l’Elisa. Registrata come ‘scomparsa’ nel verbale redatto una volta scoperto il cadavere del Cerami. Data per suicida, la sua figura sembra riaffiorare dalla penombra. Riemerge dal nulla per riportare il paese nello scompiglio, per ridare voce alle fantasie e ai pettegolezzi e ridestare dal torpore una sonnacchiosa comunità adagiata sul lago sul finire degli anni Cinquanta. Le ragioni e le conseguenze di questo inatteso ritorno stanno nelle quasi 300 pagine che l’autore ci regala. Maestro nel mantenere alta la tensione fino alla fine Guin ci offre un altro romanzo de- stinato ad un indubbio successo, avvincente compagno delle nostre vacanze. “Io ti aspetto qui”, Giuseppe Guin, Book editore, 2010, pp. 288, 15 euro. IN ALTRETTANTE SPLENDIDE CHIESE DELL’ALTO LAGO Tre incontri in zona Tre Pievi Organizzati dalla Zona Pastorale “Tre Pievi” tre interessanti incontri che avranno luogo nella splendida cornice di tre antiche chiesa dell’Alto Lago: - Il primo appuntamento della serie sarà martedì 3 agosto 2010 nella chiesa di S.Miro a Sorico dove don Ezio Bolis parlerà di S.Miro eremita. L’edificio è l’ampliamento della chiesa di S.Michele, risalente al secolo XI; nel 1381 accolse le spoglie del beato Miro, un eremita giunto da Canzo e morto a Sorico in quell’anno. Durante i secoli la chiesa si è arricchita di notevoli opere pittoriche quali gli affreschi quattrocenteschi, l’importante ciclo del De Magistris del 1526 e la pala d’altare del Fiammenghino del 1616. - Il secondo appuntamento sabato 7 agosto 2010 a Dongo presso la chiesa di S.Maria in Martinico, dove don Andrea Straffi illustrerà la figura di Maria nell’arte lariana. La chiesa romanica è documentata fin dal 1299; durante il secolo scorso, con un radicale restauro, sono state rimosse le aggiunte di epoca barocca, ed è stata riportata alla bellezza originale. All’interno rimangono resti di dipinti quattrocenteschi ed alcuni affreschi strappati del Fiammenghino. - Terzo e ultimo appuntamento giovedì 12 agosto 2010 nella splendida chiesa, ex convento agostiniano di S.Maria delle Grazie a Gravedona dove mons. Saverio Xeres parlerà della devozione mariana nella storia della Chiesa. La struttura si presenta da sé nel suo splendore caratterizzata dagli archi trasversi tipici delle chiese dell’Alto Lago, dai pregevoli affreschi e dalle minuziose decorazioni degli arconi che richiamano gli antichi testi miniati. Recentemente anche la facciata e il lato destro sono stati riportati all’aspetto originale. Notevole anche il chiostro adiacente. Tutti gli incontri avranno inizio alle ore 21.00. S.Maria in Martinico S.Miro S.Maria delle Grazie CRONACA P A G I N A 16 Como & IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 28 AGOSTO - 12 SETTEMBRE LA PAROLA AI LIBRI Parolario 2010: “Il tempo” Fotografia Carlo Pozzoni D ieci candeline per Parolario, dieci anni di libri, parole, immagini, suoni, lingue. Dieci anni di incontri nel cuore di Como, con la sua piazza Cavour elegantemente affacciata sul lago, che ha accolto centinaia di autori ed un pubblico sempre più attento e numeroso, pronti a scambiarsi storie, racconti, emozioni. I libri innanzitutto, ma anche concerti, film, incontri di filosofia, hanno reso Parolario un vero festival della cultura, senza preclusioni di genere, pronto a far scattare nello spettatore la scintilla della curiosità. Giunto al decimo anno di vita, Parolario non poteva non porsi come tema portante di questa edizione “Il tempo”. Tempo inteso in tutte le sue accezioni e varianti, persino quelle meteorologiche: la Storia, il mutamento di valori e idee, l’evoluzione, il tempo oggettivo e quello soggettivo, l’eternità, il tempo nell’arte, il tempo nella musica… A confrontarsi su questo tema vasto e complesso si alterneranno dal 28 agosto al 12 settembre scrittori, filosofi, studiosi, scienziati, giornalisti, secondo lo stile accattivante e mai accademico che è la cifra distintiva di Parolario. DUE FOCUS L’edizione 2010 propone, come sperimentato negli ultimi anni, due focus geoculturali. Il primo è dedicato ai paesi scandinavi, ora più che mai legati, nell’immaginario dei lettori italiani, alla produzione giallistica, da cui Parolario prenderà le mosse per indagare poi altri aspetti della cultura contemporanea del Grande Nord. Fra gli ospiti in Piazza Cavour, Bjorn Larsson, La tradizionale kermesse culturale si appresta a vivere un compleanno speciale. Dieci anni di libri innanzitutto, ma anche concerti, film, incontri di filosofia, che hanno reso questo appuntamento un vero festival della cultura Johan Stenebo, Kjell Ola Dahl e Hallgrimur Helgason. Anche il consolidato ciclo di film che Parolario propone, quasi ogni sera, riserva ampio spazio alle pellicole scandinave, da Sinfonia d’autunno e Il posto delle fragole di Bergman, a Kitchen Stories di Hamer. Il secondo approfondimento è per la Turchia, con due giornate (3-4 settembre) di full immersion in questo mondo affascinante in bilico fra Europa ed Asia, dove essere intellettuali può significare veder messa in pericolo la propria libertà. “Scrittori minacciati e sotto scorta, ma la letteratura turca vola” è il titolo di una tavola rotonda, cui partecipano scrittrici come Ipek Calislar e Perihan Magden, docenti delle Università di Istanbul e Ankara, giornalisti e intellettuali come Murat Belge e Omer Madra. Il pubblico di Parolario potrà inoltre vedere film turchi mai approdati finora nelle sale italiane (saranno proposti con sottotitoli in inglese): per la proiezione di Yumurta Uova sarà presente anche il regista Semih Kaplanoglu, vincitore quest’anno dell’Orso d’Oro a Berlino con Bal, mentre DIECI ANNI IN NUMERI 9 le edizioni di Parolario 16 i giorni degli incontri 70.000 le presenze all’ultima edizione 180.000 i contatti dell’ultima edizione 120 gli eventi dell’ultima edizione 80 i giornalisti accreditati 485 gli articoli e i passaggi radio e tv che hanno parlato di Parolario 2009 Un migliaio gli scrittori, i filosofi, gli studiosi che sono stati ospiti a Parolario in questi 10 anni Alcuni protagonisti delle ultime due edizioni per Iki Dil Bir Bavul Due lingue, una valigia sarà presente uno dei due registi, Orhan Eskikoy. Attesissimi gli incontri con il giallista Mehmet Murat Somer (6 settembre) e con Serdar Ozkan (30 agosto) che, con La timidezza delle rose, si è conquistato da parte dei critici europei il titolo di “Piccolo Principe turco”. LE NOVITÀ Diverse le novità di quest’anno, a partire dalle strutture che ospitano la kermesse lariana, completamente rinnovate. Innanzitutto, accanto alle presentazioni di libri freschi di stampa, il tema del tempo offre l’occasione preziosa per rileggere ed approfondire anche i classici, con l’aiuto di esperti fra i più quotati in Italia. E non si poteva non partire, parlando di tempo, da Marcel Proust e dalle sue profumate madeleine, con una guida autorevole come Giuseppe Scaraffia (31 agosto), e dall’Ulysses di James Joyce, che sarà riletto dal filosofo Giulio Giorello e da John Mc Court (7 settembre), au- tentico punto di riferimento europeo per la critica joyciana. Senza dimenticare la letteratura italiana, con approfondimenti su: Pirandello (5 settembre), cui Matteo Collura ha dedicato una biografia, presentata a Parolario in anteprima nazionale; su Manzoni, con “il tempo di Don Abbondio”, e la presenza di Gianmarco Gaspari di Casa Manzoni di Milano, Matteo Collura e del giornalista Andrea Bosco; sul Canzoniere di Petrarca, con Giuseppe Frasso e Armando Tor- no. Una seconda novità è data dalla folta presenza non solo di autori, ma anche di editori, librai, insomma di professionisti che lavorano con gli autori, che scelgono le opere da immettere sul mercato italiano e che ne preparano l’uscita. Il pubblico di Parolario potrà così curiosare nel backstage del mondo dei libri, in tutto ciò che sta dietro le copertine che vediamo in vetrina. Il 1 settembre una tavola rotonda sarà CONTINUA A PAG. 17 CRONACA Como P A G I N A 17 & IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 È IL TEMA SCELTO PER QUESTA EDIZIONE ...che passa In primo piano anche cinema e musica Giocare con il tempo è da sempre una prerogativa del cinema e, celebrando il decennale di Parolario, sarà divertente giocare con la settima arte, in una rassegna di proiezioni serali quasi quotidiane in Piazza Cavour. Film che hanno immaginato un futuro che, per noi oggi, appare già passato, come quello inventato da Jules Verne con la sua Macchina del tempo e tradotto in celluloide da George Pal, o le città ipotizzate dai maestri della Nouvelle Vague: quella irregimentata da un sistema che impedisce la lettura bruciando i libri a Fahrenheit 451 raccontata da Truffaut, e la Alphaville di Godard. L’avvenire barbarico e fantastico dipinto da Boorman in Zardoz e quello orwelliano e angosciante proposto da George Lucas nell’Uomo che fuggì dal futuro e da Terry Gilliam in Brazil. SEGUE DA A PAG. 16 dedicata ai “Nordici che scaldano le classifiche”, con i principali editori italiani di autori scandinavi, giallisti e non: Iperborea, Guanda e Marsilio. Terza novità, “Il poeta del giorno”: ogni sera, dalle 20.30 alle 21, incontro con un poeta locale, per conoscerne meglio la produzione, ma anche gli amori letterari. Ampio spazio è dato poi alla creatività giovane, sia nella scelta di autori ancora da scoprire, sia con iniziative inedite come “Dreamers Time”, un ciclo curato da Paolo Lipari, in cui verranno presentati i filmati realizzati dagli studenti della Scuola Cine Video di Como. DA NON PERDERE Fra gli appuntamenti da non perdere, quello con Corrado Augias (28 agosto), impegnato insieme al pianista Giuseppe Modugno in un reading musicale su Chopin, nel bicentenario dalla nascita del grande compositore polacco. Torna a Parolario anche Sebastiano Vassalli (5 settembre) che presenta il suo nuovo romanzo Le Tutti gli appuntamenti ad ingresso libero due chiese. Marcello Dell’Utri (30 agosto) presenterà in anteprima nazionale i diari, veri o presunti, di Benito Mussolini che saranno editi in autunno. Fra i nomi più noti spiccano anche la psicologa Silvia Vegetti Finzi, la giornalista Benedetta Tobagi, il principe italiano degli chef Gualtiero Marchesi, il cantautore Davide Van de Sfroos. Puntata nel mondo della moda con Tony di Corcia, Giusi Ferrè ed Elio Fiorucci, che ricorderanno Gianni Versace. Carla Perrotti “La signora dei deserti”, che ha fatto della passione per lo sport e i viaggi la sua professione, dedicando tutta la vita alle esplorazioni nei luoghi più selvaggi dei cinque continenti, dall’Amazzonia al Borneo, dalla Papua Nuova Guinea a numerose zone dell’Africa e dell’Asia e riportandone suggestive testimonianze attraverso una puntuale e continua attività di fotografa, documentarista, articolista e scrittrice Il 2 settembre è a Parolario Fabio Geda insieme al protagonista del suo bestseller Nel mare ci sono i coccodrilli, il giovane afghano Enaiatollah Akbari, esule dal suo paese dall’età di dieci anni. Quarant’anni di relazioni segrete tra stato e mafia attraverso la storia di Vito Ciancimino. Ne parlano Massimo Ciancimino e Francesco La Licata autori del libro “Don Vito”. Particolarmente accattivante il ciclo di otto incontri filosofici curato da Alfredo Tomasetta, che prende le mosse dall’idea che la filosofia, da molti vista come un’astrazione poco efficace nella vita di tutti i giorni, sia in realtà un tempo scelto per pensare, e quindi ben speso. Tempo per pensare alle virtù e ai vizi - la lussuria, la superbia, l’ozio; a come dovremmo comportarci e a come ci comportiamo. O, ancora, tempo per riflettere su temi difficili e importanti come la natura dell’io e quella di Dio. Tra gli ospiti, Giulio Giorello (28 agosto) parlerà della lussuria, attraverso le opere di Dante e Shakespeare, Laura Bazzicalupo (5 settembre) della superbia intesa come “passione dell’essere”, Armando Torno (6 settembre) dell’ozio come tempo ben speso. IL VESCOVO DIEGO Doppio appuntamento il 29 agosto con Christopher Hughes, esperto di filosofia della religione, e con il vescovo di Como Diego Coletti, che indagherà le lettere di San Paolo. Per gli appassionati di storia, si terrà in Biblioteca il ciclo “Il tempo ferito”, una serie di incontri con Matteo Dominioni, Dario Fertilio, Giuseppe Ciulla, Vittorio Romano e Moreno Gentili, che an- Non mancherà poi la musica dal vivo. E sarà proprio la musica protagonista di un eccezionale appuntamento - organizzato con l’Azienda Turistica e il Comune di Campione D’Italia - il 9 settembre a Campione: il concerto “De Andrè canta De Andrè”, con cui Cristiano De Andrè riproporrà i brani più famosi di suo padre Fabrizio. La sera precedente a Como, con la Fondazione Fabrizio De Andrè, verrà presentato il libro Tourbook con Pepi Morgia e Elena Valdini (8 settembre). Il 12 settembre, a chiusura di Parolario, i Sulutumana - con i critici d’arte Chiara Gatti e Michele Tavola - proporranno nel magnifico giardino di Villa Grumello un viaggio nell’arte del Novecento, tra immagini, parole e musica. Da non perdere, il 29 agosto, Carlo Massarini con i suoi foto-racconti di un’epoca musicale (gli anni 1969-1982) in cui tutto era possibile. A completare un calendario denso e variegato come di consueto, tre mostre: in Biblioteca i libri d’arte di Antonio Noia, per la quinta edizione di Altrepagine, a cura di Arte&Arte; al Broletto i lavori dei giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti “Galli” di Como; a San Pietro in Atrio mostra fotografica La città. Il tempo di uno scatto a cura dei gruppi fotografici “I Diamanti” e “Spinaverde Immagine”. Lo spazio dei bambini, nel Foyer del Teatro Sociale, è come sempre affidato alle attrici-animatrici di Fata Morgana. Parolario aspetta a Como tutti i lettori affamati di libri e parole dal 28 agosto al 12 settembre 2010. Tutti gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito. dranno a toccare momenti scottanti del Novecento, ferite aperte nella memoria, trattando non solo di storia ma della danna- zione dell’uomo nella storia: l’Abissinia, l’Olocausto, la Romania del secondo dopoguerra, il dramma del Kosovo. I LUOGHI DI PAROLARIO A COMO Piazza Cavour; Biblioteca Comunale di Como - piazzetta V. Lucati 1; Foyer del Teatro Sociale - piazza Verdi; Palazzo del Broletto - via Pretorio; Ex chiesa di San Pietro in Atrio - via Odescalchi 12; Chiesa di San Giacomo - piazza Grimoldi; Liceo A. Volta - via Cesare Cantù 57; Cinema Astra - viale Giulio Cesare 3 Villa del Grumello - via per Cernobbio 11 A CAMPIONE D’ITALIA Piazzale Maestri Campionesi CRONACA P A G I N A ComoSalute 18 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 MALATTIE RARE Combattere la sindrome di Marfan C ome dice il nome stesso, sono poco comuni, cioè riguardano un numero limitato di persone. Solo apparentemente, però, le malattie rare sono un problema di pochi. In Italia le persone che ne soffrono sono migliaia, anche se è difficile fare una stima precisa. Proprio con l’obiettivo di far conoscere una di queste malattie, la Sindrome di Marfan, è attiva l’associazione Stefano - Bambini e Marfan, fondata 4 anni fa in memoria di un bambino scomparso proprio a causa di questa grave malattia, che ha la propria sede a Dolzago (Lecco) ma è ormai diventata un importante punto di riferimento anche per i malati di tutta la provincia di Como. “La nostra associazione - precisano Emanuela ed Emilio Piffaretti, genitori di Stefano - è nata nel 2006 come naturale continuazione di alcune attività intraprese dopo la morte prematura di nostro figlio, volato in cielo il 10 marzo 2005 all’età di 4 anni e due mesi. La gioia, la voglia di vivere pienamente ogni momento, la sete di conoscenza, la felicità di stare insieme con gli altri che aveva il nostro piccolo, dovevano continuare. Ma oltre a ricordare Stefano, ci proponiamo soprattutto di sensibilizzare l’opinione pubblica verso la Sindrome di Marfan (malattia meno rara di quanto si pensi) sostenendo la ricer- ca scientifica in questo settore e diffondendo informazioni corrette alle persone colpite dalla malattia e alle loro famiglie anche attraverso la sensibilizzazione dei Centri medici per una tempestiva diagnosi e cura”. MALATTIA GENETICA La Sindrome di Marfan (SM) è una malattia genetica causata da un’alterazione del tessuto connettivo (ossia di quel tessuto che tiene uniti i vari organi del corpo) ed è stata descritta per la prima volta nel 1896 dal pediatra francese Jean Antoine Marfan. Dal momento che tutti gli organi contengono tessuto connettivo le manifestazioni della Sindrome di Marfan interessano molte parti del corpo, specialmente il sistema scheletrico, gli occhi, il cuore e i vasi sanguigni, i polmoni e le membrane fibrose che ricoprono il cervello e la spina dorsale. L’incidenza della patologia è di un soggetto affetto su 5.000 - 10.000 nati vivi, e va detto anche che un certo numero di pazienti è rappresentato da casi sporadici, ossia da soggetti che non hanno storia familiare e quindi sono portatori di una mutazione “fresca”. Tra gli apparati colpiti dalla Sindrome di Marfan vi è anzitutto quello cardiovascolare, con problemi d’aneurisma, di dissecazione dell’aorta e di prolasso della valvola mitrale. Risulta- Conosciamo da vicino un’associazione che ha sede nel lecchese ma che è diventata punto di riferimento per l’intero territorio della provincia di Como. Il suo scopo far conoscere le caretteristiche di questa rara disfunzione genetica pagina a cura di PAOLO BORGHI no poi coinvolti gli occhi (ectopia della lente, miopia) e lo scheletro (scoliosi, anomalie della gabbia toracica). La malattia può infine interessare anche il sistema nervoso centrale, i polmoni, la pelle e i legamenti. Nel 1992 è stato identificato uno dei geni principali che causano la Sindrome di Marfan, si tratta del gene fiblillina 1 (FBN1) localizzato sul cromosoma 15 in posizione 21.1, il quale codifica per un microfilamento che è un importante costituente del tessuto elastico. Tale gene, e la proteina che viene da esso codificata, risultano mutati nel 60% dei pazienti con Sindrome di Marfan. Le conseguenze di questa mutazione sono spesso devastanti e, ad oggi, incorreggibili. Una mancata diagnosi e prevenzione cardiovascolare può portare a morte improvvisa tra i 25 ed i 60 anni d’età. La sindrome di Marfan colpisce indifferentemente entrambi i sessi ed è una malattia ereditata da uno dei due genitori, a sua volta affetto, nel 75% dei casi, mentre nel rimanente 25% è una nuova mutazione. Le persone affette da tale sindrome di solito sono più alte e magre rispetto alla media e presentano corpo sottile e braccia lunghe, dita molto lunghe con pollice allungato (le cosiddette mani da pianista) petto carenato, piedi piatti. La gravità delle manifestazioni cliniche può essere molto variabile da perso- na a persona, anche all’interno della stessa famiglia. Infatti, alcuni individui presentano sintomi lievi, mentre altri possono avere disturbi gravi. Allo stato attuale non esiste ancora una terapia specifica per questa malattia anche se si può intervenire per rallentare il progredire di alcuni sintomi e per prevenire pericolose complicazioni sia farmacologicamente che adottando un adeguato stile di vita. La prevenzione e l’informazione assumono quindi un ruolo decisivo ai fini della sopravvivenza del soggetto affetto dalla Sindrome di Marfan, che sotto monitoraggio e cura costante può condurre una vita normale e può contare su un’aspettativa di vita di oltre 70 anni. IL GRUPPO VOCALE “INCANTO” “Proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto alla Sindrome di Marfan - spiega Emilio Piffaretti - raccogliere fondi e nel contempo ricordare il piccolo Stefano, nel gennaio 2007 abbiamo costituito, in seno alla nostra associazione, il “Gruppo Vocale Incanto”, formato da una trentina d’amici con la comune passione per la musica e il canto. Il Gruppo, da me diretto, propone un repertorio assai vario spaziando dal canto gregoriano alla polifonia moderna, e all’interno di ogni concerto si propone anche in di- Ecco gli appuntamenti del gruppo vocale “Incanto” previsti dal prossimo settembre a fine anno. lunedì 6 settembre ore 21.00 Chiesa di Somana di Mandello del Lario - Concerto Domenica 19 settembre Bergamo S.Messa solenne ore 09.30 12 novembre ore 21.00 Seregno (Mi) Abbazia S. Benedetto - Concerto martedì 21 dicembre Arlate (Lc) - Concerto verse formazioni: a voci femminili, a voci virili, a voci miste, a coro completo e a piccoli ensambles. In questi anni abbiamo tenuto concerti in molte località tra cui a Como nella basilica di Sant’ Abbondio, riscuotendo sempre consensi di pubblico e critica. Nelle nostre esibizioni ci avvaliamo anche della collaborazione di valenti musicisti quali l’organista Mariateresa Muttoni, docente presso il Conservatorio di Rovigo, la pianista Clara Pavan Dalla Torre e i percussionisti Maurizio Paletta e Luca Casiraghi, nonché di attori quali Anna Bonel. Proprio recentemente abbiamo tenuto un concerto nella chiesa parrocchiale San- ta Maria Assunta di Dolzago mentre nei prossimi mesi terremo concerti nella chiesa di Somana di Mandello del Lario, Bergamo, a Seregno nell’Abbazia San Benedetto e ad Arlate. Dal 2007, inoltre, ogni anno organizziamo la rassegna concertistica “Fiori Musicali” alla quale partecipano molti musicisti che mettono a disposizione il loro talento donandoci tantissime emozioni. Alla rassegna di quest’anno hanno già partecipato il “Coro Brianza” di Missaglia e il “Coro Andrara” di Andrara San Martino (Bergamo) mentre il 27 novembre sempre nella Chiesa di Dolzago ospiteremo il Coro Giovanile San Pietro al Monte”. PER SAPERNE DI PIÙ Chiunque vuole conoscere l’Associazione Stefano - Bambini e Marfan, che ha la propria sede a Dolzago in via ai Poggi 9, mettendo a disposizione le proprie competenze ed esperienze e partecipando alle diverse attività organizzate, può telefonare allo 0341.450022 o inviare un’e-mail all’indirizzo [email protected] Circa 20 mila le persone colpite in Italia S i ritiene che in Italia circa 12.000 - 20.000 persone siano affette dalla Sindrome di Marfan e anche diversi personaggi storici ne sono stati indicati come probabili affetti: Abraham Lincoln, Charles De Gaulle, Sergej Rachmaninoff, Nicolò Paganini, il faraone Akhenaton e Charles Maurice de Talleyrand. Le manifestazioni della Sindrome sono molto ampie e diversificate: mentre per alcuni pazienti la diagnosi è immediata e precoce, per quei soggetti nei quali sono presenti solo alcuni sintomi la diagnosi è difficoltosa. Soltanto un’indagine genetica può in definitiva garantire una diagnosi precisa per queste persone che, paradossalmente, sono più a rischio. Per un individuo colpito da Sindrome di Marfan il rischio di una dissecazione dell’aorta non è rara, e mentre un paziente diagnosticato sarà verosimilmente seguito durante tutta l’evoluzione della malattia e quindi monitorato circa le sue eventuali dilatazioni aortiche (e, nel caso, operato chirurgicamente onde scongiurare la dissecazione) quello non diagnosticato rischia di essere colpito improvvisamente da dissecazione con conseguenze drammatiche. La diagnosi clinica della Sindrome di Marfan può essere problematica, data la varietà dei sintomi, ma la precocità della diagnosi e la consulenza genetica sono importanti per prevenire o ritardare le complicanze cardiovascolari. La diagnosi si basa sull’associazione di caratteristiche cli- niche (cardiovascolari, scheletriche, oculari) e sulla storia familiare. I soggetti affetti hanno una ridotta aspettativa di vita perché purtroppo spesso le alterazioni molecolari della fibrina 1 sono causa di morte improvvisa anche in soggetti giovani e sportivi. Proprio considerando la varietà delle manifestazioni cliniche della Sindrome di Marfan la gestione del paziente deve essere multidisciplinare. L’ectopia del cristallino può richiedere l’utilizzo di lenti correttive o la sostituzione del cristallino e i pazienti devono essere seguiti dall’oculista per rilevare precocemente la comparsa di glaucoma o un distacco della retina. Sarà invece l’ortopedico a decidere se le anomalie del torace o la scoliosi necessitano di terapia. Per quanto riguarda i problemi cardiovascolari può essere utile la somministrazione di beta bloccanti per ritardare la comparsa dell’aneurisma all’aorta e la sua eventuale dissezione. Quando il diametro dell’aorta raggiunge i 5 cm. è necessario intervenire chirurgicamente. I pazienti non dovrebbero sottoporsi a sport pericolosi né a sforzi fisici intensi, ma una moderata attività fisica è senz’altro consigliata. Il progetto di ricerca che si sta portando avanti ha come scopo l’identificazione degli altri geni coinvolti nella Sindrome di Marfan: la caratterizzazione del difetto molecolare nei pazienti consentirà, infatti, una prevenzione forse farmacologia (attualmente è solo una speranza) ma sicuramente chirurgica, e consentirà di offrire a tutte le coppie a rischio un servizio di diagnosi prenatale. “Le nostre attività - aggiungono Emanuela ed Emilio Piffaretti - si sviluppano principalmente su quattro tematiche: perpetuare il ricordo di Stefano, far conoscere la malattia per riuscire ad affrontarla meglio, condividere con i malati gli inevitabili momenti di sconforto e sofferenza facendo in modo che non si sentano mai lasciati soli, e aiutare attraverso le donazioni la ricerca perché è questa l’unica speranza di riuscire a sconfiggere la Sindrome di Marfan. Le offerte che raccogliamo in occasione dei nostri concerti e d’altre iniziative sono destinate proprio alla ricerca scientifica e a supportare il lavoro del Centro Malattie Genetiche Cardiovascolari del Policlinico San Matteo di Pavia al quale abbiamo anche donato materiale ludico e arredato la sala d’aspetto. I nostri prossimi obiettivi sono quelli di pubblicare un “Prontuario del malato” e di finanziare una borsa di studio da destinare ad un medico specializzato in cardiologia. Inoltre, siamo sempre in contatto con altre associazioni che si occupano della Sindrome di Marfan a livello nazionale e internazionale e abbiamo realizzato , tenendolo continuamente aggiornato, il sito web www.assostefano-bambiniemarfan.it dove è possibile prendere visione del video - congresso, di grande interesse scientifico, tenutosi nel 2009 proprio sulla Sindrome di Marfan”. CRONACA Como&territorio IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 GRANDE FESTA IN SANTUARIO IL 10 AGOSTO Guanzate celebra S. Lorenzo arà grande festa al Santuario di Guanzate martedì 10 agosto prossimo, in occasione della festa di San Lorenzo, diacono e martire dell’anno 258 d.C. Guanzate fin dai tempi antichi ha venerato e venera il santo morto sulla graticola. Quando il piccolo borgo si chiamava Vogenzate, intorno al VIVII secolo d.C., San Lorenzo, secondo la tradizione di quei tempi di dedicare ai martiri le prime chiese cristiane, venne scelto come patrono della locale comunità cristiana. Ed anche il titolo del santuario che è infatti dedicato alla “Beata Vergine di San Lorenzo” è un’altra prova della venerazione di questo Santo presso i nostri concittadini di allora. Proprio per non dimenticare le proprie radici cristiane e la scelta di questo Santo come patrono S Il santo, morto sulla graticola, è celebrato in paese fin dai tempi antichi. Esposto il busto che lo raffigura dal 7 al 10 agosto fatta dai nostri avi nella notte dei tempi, si vuole rendere solenne questa ricorrenza con momenti religiosi e legati alle tradizioni locali popolari. Un triduo religioso nei giorni 7, 8 e 9 agosto aprirà le celebrazioni e si concluderà la sera della vigilia, 9 agosto, con la Santa Messa alle ore 20.30. La giornata del 10 agosto avrà inizio alle ore 8.00 con la recita del Santo Rosario sul viale delle cappelle, al termine del quale alle ore 8.30 verrà celebrata la Santa Messa solenne durante la quale verrà bruciato un pallone, secondo la tradizione ambrosiana in occasione delle ricorrenze dei martiri. Alle ore 16.00 la recita dei vesperi e il bacio della reliquia del santo. Alle 20.30 la Santa Messa solenne e alle 21,30 il grande falò di San Lorenzo. Un pallone infuocato verrà fatto scendere dalla cella campanaria fino a scontrarsi con una pira di legna accatastata, incendiandola. A partire dal 7 agosto e fino alla serata conclusiva del 10 agosto verrà esposto in Santuario il busto del santo. La festa liturgica del santuario nella ricorrenza del santissimo nome di Maria si terrà invece il prossimo 12 settembre, preceduta da una settimana ricca di momenti religiosi che avrà il suo inizio sabato 4 settembre. Parallelamente una P A G I N A 19 La Madonna con il bambino Stava scendendo la sera precoce di autunno quando il pittore si ritrasse per osservare il lavoro finalmente compiuto; aveva passato l'intera giornata a portare gli ultimi ritocchi all'immagine della Madonna con il Bambino che gli era stata commissionata da Giovanni Antonio nella cappella in campagna appena fuori Guanzate. Il sorriso che gli parve di intravedere sul viso della Madonna fu per lui la conferma che la sua fatica era finita; poteva concludere l'opera apponendo la data: 28 ottobre 1497. Il santuario mariano di Guanzate è situato in un luogo che già in epoca precristiana era dedicata al culto degli dei. Con l'avvento del cristianesimo venne edificata la chiesa dedicata al martire San Lorenzo (si parla del VI-VII sec.). L'edificio attuale è un complesso che si è sviluppato nei secoli attorno alla cappella con l'affresco della Madonna del Latte datato 1497. Nel 1661 la cappella venne ricostruita su progetto di uno dei maestri campionesi, Isidoro Bianchi, e alla sua scuola sono da ricondurre anche gli affreschi della volta. Nel 1674 venne realizzato il lungo viale che porta al santuario. Negli anni successivi furono aggiunte le altre due cappelle, la sacrestia, il campanile che hanno dato vita al complesso che oggi possiamo ammirare. dal sito www.santuariodiguanzate.it grande festa popolare con tavola calda, mostre, pesca di beneficenza, merca- ti e tanti altri intrattenimenti che avranno la loro conclusione con il tradi- zionale spettacolo pirotecnico allieterà i presenti. S. Anna. Concluse le celebrazioni ad Albiolo Si è concluso lo scorso lunedì 26 luglio il denso calendario di celebrazioni dedicate alla festività di S. Anna in Albiolo, acclamata ormai da moltissimi anni nella chiesa a lei dedicata. L’oratorio di San Martino, che si trova al confine del paese e serviva i paesi circostanti, probabilmente risale all’XI – XII secolo. Non esistono documenti che ci permettono di stabilire una data; solo la forma, lo stile semplice e il materiale usato ci fanno rilevare l’impronta romanica: la modesta facciata a capanna, la mononavata, le capriate lignee, l’arcone in pietra comacina e l’abside in tufo con lesene verticali, archetti ciechi e le piccole monofore. Più tardi, verso la fine del ‘400, si ottenne l’allargamento esterno mediante l’allungamento degli spioventi del tetto. Sul lato meridionale si costruì il portico e su quello settentrionale due vani: uno utilizzato come sacrestia, e uno come luogo di ricovero per chi visitava la chiesa , o come luogo per riunioni. Nel 1671 fu costruito il campanile incorporato in uno dei due vani, a sostituzione di quello primitivo con una sola campana. Tra il 1300 e il 1500 l’oratorio fu decorato sia internamente, sia all’esterno con affreschi. La tradizione racconta che questo oratorio, fuori dal centro abitato, sarebbe stato adibito a Lazzaretto durante la peste del XVI e del XVII secolo, e successivamente, come disinfestazione, sarebbe stato intonacato con calce. Solo a partire dal 1960 furono portati alla luce vari affreschi e dipinti, poi restaurati. Questi dipinti non rappresentano un ciclo pittorico, ma sarebbero ex voto commissionati ad artisti locali per grazie ricevute. Non si conoscono i nomi dei pittori. Le loro opere ci presentano un’arte semplice, popolare, povera di materiali (si usano solo terre), ma molto bella, espressiva e tanto cara agli albiolesi. L’oratorio era dedicato a San Martino, ritenuto protettore dei contadini. San Martino, figlio di un guerriero ungherese, si trasferì con la famiglia a Pavia e qui, nel 339, ricevette il Battesimo. Lasciò la vita militare, diventò monaco e poi, nel 370, vescovo di Tours. Questo santo si festeggia l’11 novembre. Nell’antichità gli affitti dei terreni e le decime dei frutti del raccolto, venivano versati proprio il giorno di san Martino: capodanno agricolo. La denominazione di Chiesetta di Sant’Anna nacque più tardi da un voto fatto alla Santa durante la peste del 1630. La chiesa possedeva il simulacro di una Madonna rivestita di un prezioso damasco: questa statua era detta Madonna di “San Martino”. Dopo varie sollecitazioni dei Vescovi di cambiare la statua, il parroco, nel 1929, sostituì la statua della Madonna con quella di Sant’Anna, in legno della Val Gardena. A ricordo della gioia e per la famosa pioggia che portò la fine della peste (descritta anche dal Manzoni) che, avvenne proprio in estate, ogni 26 luglio, ricorrenza di Sant’Anna, si celebra una grande festa: la festa dell’estate. CRONACA P A G I N A 20 Lago&territorio IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 ITINERARI Lanzo intelvi: lungo i sentieri della guerra e del contrabbando La proposta di una passeggiata alla portata di tutti, lungo un tratto dell’ormai famosa Linea Cadorna P er chi ama la mezza montagna e non vuol rinunciare a camminare neppure con il il caldo della piena estate, una passeggiata abbastanza facile e senz’altro gradevole è la salita da Lanzo Intelvi verso i percorsi dedicati al contrabbando e alle trincee della cosiddetta Linea Cadorna. Non è indispensabile percorrere l’intero tragitto, che nel caso del Percorso delle Trincee prevede un dislivello di circa 400 metri e un tempo di percorrenza piuttosto lungo; se non si è più che allenati è meglio accontentarsi della metà, raggiungendo i primi tre punti d’interesse con un dislivello di soli 200 mt. L’imbocco del percorso, ripristinato dalla Comunità Montana Lario Intelvese insieme alla Pro Loco e agli alpini, e giustamente dedicato al compianto storico e ricercatore arch. Luigi Mario Belloni, si trova proprio sul trivio Pian delle Noci Lanzo Centro - Val Mara ed è segnalato da pannelli illustrativi. Ci sono piccole piazzole nei dintorni per lasciare eventual- mente l’auto. Il sentiero è ampio e il fondo abbastanza morbido per il fogliame che ricopre la roccia. Potrebbe esserci qualche problema se fosse appena piovuto, con formazione di pozze di fango e l’attraversamento di una valletta che diventa una cascata. Ricalcando l’antica strada militare il sentiero si addentra nel bosco, quasi sempre in ombra (tanto che la temperatura si è mantenuta sui 24 C° anche quando ‘fuori’ erano 36), con qualche breve scorcio panoramico sulla vallata. Ma il bosco in sé vale la fatica perché sembra in tutto e per tutto una foresta delle fiabe, dove quasi ogni albero ha nodose radici ricoperte di TRADIZIONALE FESTA DEI COMPLEANNI NELLA CASA ALBERGO DI LOMAZZO Sabato 31 luglio, nella Casa di via Del Laghetto 9, come tutti i sabati di fine mese, si festeggeranno gli ospiti che hanno compiuto gli anni nel mese di luglio con parenti, amici e volontari. La festa avrà inizio alle 15.30 e sarà allietata dalla musica e dalla simpatia della signora Carla Albe di Lomazzo. Vi potranno partecipare parenti, amici, volontari e chiunque altro vorrà intervenire. Gli ospiti festeggiati saranno: Fernanda Andreani (76 anni), Luigia Introzzi (81 anni), Delia Beretta (81 anni), Margherita Greco (83 anni), Adele Cremasco (84 anni), Italo Taborelli (85 anni), Iolanda Moltrasio (86 anni), Cesarina Introzzi (87 anni), Luigia Marinoni (87 anni), Violette Burkhardt (89 anni), Fiorina Nava (89 anni), Pierina Marinoni (92 anni). muschio che creano forme fantastiche, e non mancano fiori, farfalle e… con un po’ di fortuna, caprioli. Dall’imbocco al cippo che segna il confine italosvizzero il tempo di percorrenza segnalato è 30 minuti, con un pochino di fantasia (o di… gambe da alpino); a pochi passi dal cippo c’è la prima trincea con postazione di artiglieria, poco più avanti un’altra trincea in galleria che sbocca sullo strapiombo con visuale sulla Svizzera, e ad altri quindici minuti ecco le baracche, resti degli alloggiamenti dei soldati stanziati sulle fortificazioni dell’O.A.F.N. (Occupazione Avanzata Frontiera Nord), meglio conosciuta come Linea Cadorna. A un certo punto dei morbidi tornanti ci si trova a un quadrivio avendo a destra il Sentiero dei Contrabbandieri diretto al “Foo di Paròl”, a sinistra la via alta che porta a Orimento e al Monte Generoso, e la via per cui si raggiungono appunto le Baracche, a poco più di 1130 mt di quota. Dall’imbocco, a poco meno di 900 metri s.l.m., contando le soste per visitare le fortificazioni, leggere i pannelli illustrativi, fotografare, fare uno spuntino ecc. abbiamo impiegato circa due ore. Dal quadrivio si possono raggiungere le trincee alte, non tutte visitabili, “TORRI, ROCCHE, FORTEZZE E CASTELLI DEL TRIANGOLO LARIANO” AD ALBAVILLA Chiude venerdì 30 luglio la mostra itinerante di fotografie “Torri, rocche, fortezze e castelli nel triangolo Lariano” esposta presso la Sala Consiliare dell’ex sede Municipale di Albavilla, Villa Giamminola, via Patrizi. Orario di visita 15 - 18. Si tratta di 40 pannelli che illustrano i 31 comuni dell’area oltre a Como e Lecco. Il progetto è stato realizzato dall’associazione Appuntamenti Musicali di Brunate in collaborazione con la Società Archeologica Comense grazie al contributo della Comunità Montana del Triangolo Lariano e della Fondazione Provinciale della Comunità Comasca. fino al Barco dei Montoni a circa 1300 metri; oppure scendere per un altro sentiero più lungo che sbocca nei pressi del golf del Pian delle Noci (da qui si segue la provinciale asfaltata fino a tornare all’imbocco del percorso). Il ritorno dal medesimo sentiero dell’andata richiede un’ora. Per pranzare, al Pian delle Noci si trova la Locanda del Notaio, ristorante per gourmet segnalato da tutte le grandi guide gastronomiche: il menu è sempre molto particolare e il prezzo ovviamente è adeguato. Anche la struttura è molto bella e originale con un misto di stili, dai mobili d’antiquariato della sala colazione alla scultura moderna che decora il giardino, completato da laghetto con ponticello in stile giapponese. Vicinissimo all’imbocco del percorso delle trincee c’è invece il Crotto Dogana, pure con ampia scelta di vini e specialità che spaziano dall’abbondante antipasto di salumi locali alla pasta con frutti di mare “racchiusa” nell’impasto della pizza. Se invece dopo tanta foresta si ha voglia dell’aria del lago (o si teme di dover richiedere un mutuo per pagare il pranzo), si può scendere sulla riva di Osteno dove Il Torrione, minuscolo bar inserito in un’antica casa di pietra coi ballatoi di legno a sbalzo, offre saporite piadine e focacce proprio sulla passeggiata, a pochi metri dagli anatroccoli che sguazzano. ...hai l'ALCOLISMO in casa? ...VUOI saperne di più? ...hai bisogno di AIUTO? I GRUPPI FAMILIARI AL-ANON condividono le loro esperienze in modo anonimo e gratuito e possono offrirti le informazioni che cerchi. telefona al: 800-087897 G. Fo. CRONACA P A G I N A Lago&Valli 21 IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 APPUNTAMENTI D’ESTATE Erbonne visto dal Generoso È tutto pronto per mOvRimento abato 7 e domenica 8 agosto torna anche quest’anno “mOvRIMENTO”, la grande manife stazione organizzata nell’ambito del “Grande Progetto di Montagna” da Regione Lombardia, Provincia di Como, Comunità Montana Lario Intelvese, Comuni di Pellio Intelvi e San Fedele Intelvi, ERSAF - Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste -, Consorzio Forestale Lario Intelvese, e, per la parte svizzera, dalla Regione Valle di Muggio, Val Mara e Salorino e dal Comune di Breggia. L’alpe di Orimento, l’alpe di Gotta, Erbonne, Scudellate saranno lo scenario di due intensi week-end dedicati alla valorizzazione del territorio di confine italosvizzero, in cui si alterneranno una interessante varietà di eventi enogastronomici, culturali, didattici, e ricreativi. Ecco il programma: S Sabato 31 luglio ore 20.30, a S. Fedele Intelvi, presso la Sala Conferenze della Comunità Montana Lario Intelvese, serata “L’origine del territorio della Valle Intelvi e del lago di Como”, a cura di Filippo Camerlenghi, dell’Associazione Proteus. Martedì 3 agosto ore 20.30, a S. fedele Intelvi, presso la Sala Con- L’alpe di Orimento, l’alpe di Gotta, Erbonne, Scudellate saranno lo scenario di due intensi week-end dedicati alla valorizzazione del territorio di confine italo-svizzero, in cui si alterneranno una interessante varietà di eventi enogastronomici, culturali, didattici, e ricreativi ferenze della Comunità Montana Lario Intelvese, serata “La Grotta Generosa e le sue scoperte”, a cura di Barbara Laurenti e Fabio Bona, dell’Associazione L’Armadillo. Sabato 7 agosto ORIMENTO Per raggiungere L’Alpe di Orimento da San Fedele Intelvi sarà attivo un servizio gratuito di bus navetta da Piazza Carminati con orario continuato dalle 8.30 alle 18.30 (ultima corsa da Orimento). Sabato 7 agosto il parcheggio di Orimento non sarà disponibile. Saranno presenti operatori del Gruppo Volontari Protezione Civile per indicazioni sulla viabilità. Ore 9.30 Camminata con attività di orientamento tra testimonianze storiche e ambiente alpino a cura del Soccorso Alpino Valle Intelvi (consigliata prenotazione tel. 031830741/mattino). Ritrovo e partenza da Orimento, alla fermata navetta; ar- GIORNATA ZONALE DI SPIRITUALITÀ CON L’AZIONE CATTOLICA ZONA PREALPI L’Azione Cattolica Zona Prealpi propone, per mercoledì 4 agosto, una giornata zonale di spiritualità, presso il colle S. Maffeo a Rodero. Tema della giornata sarà: “”Il volto missionario delle comunità cristiane”. Il programma prevede: Ore 9.00: recita delle lodi ore 9.30: relazione a cura di Padre Mario Frigerio, missionario del PIME, meditazione personale e possibilità di confessione ore 11.30: S. Messa a seguire pranzo comunitario; ore 14.00 : condivisione guidata da don Mario Ziviani, vicario foraneo zonale ore 15.30 : recita del S. Rosario ore 16.00 : conclusione. Note pratiche: La giornata è rivolta a giovani e adulti interessati a vivere un momento condiviso di spiritualità; Per il pranzo o per esigenze di trasporto è necessario prenotarsi telefonando a: Aurelia: 031-440261 Augusta: 031-550187 Maria: 031-805095 rivo a Orimento ore 12. Ore 10.00, 11.00, 14.00 e 15.00 laboratorio caseario di manipolazione del latte “Il formaggio lo faccio io”, a cura di A.L. D.A. (Associazione Lombarda per la Didattica in Agricoltura). Ore 10.00 e 14.00 gioco degustazione formaggi “Caccia al cacio”, a cura di A.L.D.A. Ore 10.00, 11,00, 14,00 e 15,00 simulazione di scavo con i paleontologi dell’Associazione L’Armadillo. Dalle ore 10.00 alle ore 16.00 esposizione maschere lignee tradizionali, dimostrazioni pratiche di intaglio dei mascherai di Schignano dell’Associazione la M.A.SCH.E.R.A (con breve relazione multimediale alle ore 10.30 e ore 15.00). Ore 11.00 degustazione guidata formaggi con abbinamenti a cura di E. R.S.A.F. Ore 11.30 interventi istituzionali. A seguire aperitivo presso Baita Orimento offerto dalla Co- munità Montana Lario Intelvese. Dalle ore 12.00 possibilità di pranzo al prezzo convenzionato di 10 euro presso la Baita Orimento (tel. 031.830412). Dalle ore 14.30 alle ore 15.30 Due passi …alla scoperta della Foresta Monte Generoso su sentiero GPM a cura di E. R.S.A.F. Ore 15.30 concerto del Trio Corno delle Alpi/Fisarmonica/Cornamusa. GROTTA GENEROSA In occasione della festa la Grotta Generosa sarà visitabile a prezzo ridotto (adulti 5 euro; bambini da 6 a 16 anni 3 euro; bambini sotto i 6 anni gratis; biglietti acquistabili all’entrata). Ricordiamo che la Grotta Generosa è raggiungibile dall’Alpe di Orimento tramite il sentiero paleontologico (circa 50-60 minuti) oppure partendo dalla Vetta Generoso seguendo il sentiero che scende in territorio italiano (circa 30-40 minuti) Domenica 8 agosto ERBONNE Dalle ore 10.00 alle ore 16.00 Mostra fotografica del gruppo “Controluce” di Cerano d’Intelvi” Com’era com’è: la Valle Intelvi tra passato e presente”. Ore 12.00 Festa di paese con pranzo all’aperto a base di prodotti tipici (a pagamento). SCUDELLATE Dalle ore 11.00 alle 16.00 Musica popolare nei vicoli di Scudellate con i “Tri per dü”. Ore 10.00, 11.00, 14.00 e 15.00 laboratorio caseario di manipolazione del latte “Il formaggio lo faccio io”, a cura di A.L.D.A. Ore 10.00 e 14.00 gioco degustazione formaggi “Caccia al cacio”, a cura di A.L.D.A. Dalle ore 10.00 alle 16.00 mercatino dei prodotti tipici, formaggi, vino, farina di polenta, artigianato (ricami, tappeti di Sagno). Ore 10.00 - 12.00 e 14.00 - 16.00 Laboratorio di smielatura, a cura del- “IL LARIO E LE SUE VALLI” IN MOSTRA A LENNO Un affascinante viaggio pittorico alla scoperta degli angoli più suggestivi del nostro territorio: è questa la mostra “Il Lario e le sue valli” della pittrice Valery (Silvana Azimonti Valerio) che sarà aperta dall’1 agosto presso il Battistero romanico di Lenno. Le luci, i colori, le suggestioni del lago e delle montagne diventano raffinati tocchi di pennello negli spazi piccolissimi delle sue miniature, esposte accanto a delicati acquerelli raffiguranti sempre il Lario e la sua gente, colta nelle attività tradizionali. Le opere di Valery vogliono essere un invito ad osservare con uno sguardo più attento l’ambiente che ci circonda, lasciandosi incantare dalla magia e dalla bellezza di un particolare, di un angolo nascosto, per apprezzare e amare di più questo grande patrimonio che è un po’ di tutti noi. Ha scritto Antonio Murgia nella presentazione alla mostra: «Freschezza di boschi e torrenti, vita all’aria aperta e scorci d’antichi mestieri, riscoperta di valori desueti o soffocati dalla caotica vita moderna rivivono e risplendono davanti al nostri occhi e ci riportano, per un attimo, al come eravamo dei nostri rimpianti. Nelle opere di Valery è dominante la luminosità, un elemento presente, soprattutto, nelle miniature dove esplode, con inattesa meraviglia, sul viso del visitatore non appena si metta a fuoco la lente d’ingrandimento. Tutta la produzione artistica di questa pittrice lariana è il risultato di un lungo tirocinio e della perfetta simbiosi tra il suo mondo interiore e la realtà del quotidiano. Negli acquerelli e, soprattutto, nelle miniature dl Valery, le sonorità della musica, lo stupore infantile di fronte ai colori e l’intrinseca poesia della natura concorrono a trasformare ogni sua opera in un crogiolo d’armonie dove questi tre doni hanno trovato la loro fusione ideale». Un angolo della mostra sarà riservato ad una rassegna di disegni e oggetti artistici della figlia Alessandra Valerio, che dalla madre e dal nonno, il noto pittore menaggino Bruno Azimonti ha ereditato senso creativo e abilità manuale, pur nella personalissima espressione artistica. La mostra rimarrà aperta tutti i giorni fino al 26 agosto con i seguenti orari: ore 10.00-12.00, 16.00-19.00 e 21.00-23.00. l’Azienda Agricola Merì (sul sentiero tra Erbonne e Scudellate), che per tutta la giornata sarà aperta. Ore 12.00 possibilità di gustare polenta e brasato all’aperto su prenotazione presso l’Ostello di Scudellate, tel. 0041(0) 916841388. ALPE DI GOTTA Ore 9.00 camminata lungo il percorso delle trincee e dei contrabbandieri. Ritrovo e partenza a Lanzo Intelvi, al bivio per Dogana di Valmara; arrivo all’Alpe di Gotta alle ore 11.00, a cura di E.R.S.A.F. Ore 12 Santa Messa. A seguire, rinfresco offerto dal Comune di Pellio Intelvi. GROTTA GENEROSA In occasione della festa la Grotta Generosa sarà visitabile a prezzo ridotto. Per informazioni: Comunità Montana Lario Intelvese, tel. 031-830741 (mattino). CON MONDO TURISTICO VISITE GUIDATE ALLA CHIESETTA DI S. ALESSANDRO DI LASNIGO L’Associazione Culturale “Mondo Turistico” ricorda per domenica 1 agosto e per tutte le prime domeniche del mese fino a ottobre, la possibilità di visite guidate gratuite alla chiesetta romanica di S. Alessandro di Lasnigo (lungo la strada Erba-Bellagio), in collaborazione con la parrocchia di Asso. L’appuntamento è per le ore 15.30 sul luogo; la visita guidata inizierà con la spiegazione della storia del monumento e delle cappelle della Via Crucis poste lungo il muro perimetrale, fino agli ultimi restauri terminati nel 2007 e proseguirà mostrando gli scavi archeologici e la splendida decorazione interna. L’interno è un ambiente ad aula unica suddivisa da archi trasversi ed affrescato, nella zona absidale, con immagini della Vergine e di santi e con la scena della Crocifissione dipinta da Andrea de Passeri nel 1513 sulla parete di fondo del presbiterio. Non è necessaria la prenotazione. Per informazioni: Mondo Turistico, tel. 339-4163108; e-mail: mondoturistico @virgilio.it. S.F. P A G I N A 23 Sondrio CRONACA DI E P R O V I N C I A ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 PER L’ESTATE E A SETTEMBRE ECCO IL CALENDARIO DELLE ATTIVITÀ IN PROGRAMMA Iniziative al Santuario di Tirano C inque venerdì estivi tutti dedicati alla musica per organo. A suonare il secentesco organo della basilica della Madonna di Tirano sarà il maestro Ennio Cominelli, il quale già i tiranesi avevano imparato ad apprezzare durante l’estate 2008. Ogni concerto si terrà alle ore 11.00 e i venerdì interessati, dopo quello del 23, sono il 30 luglio e il 6, 13, 20 agosto. L’organo, “ringiovanito” nella parte strumentale dalla Ditta organara Giovanni Pradella di Berbenno, tra giugno e novembre del 2009, si farà apprezzare per le straordinarie qualità nonostante i circa 400 anni di anzianità. Un tempo non breve nel quale già altre volte il poderoso strumento era andato incontro a interventi di varia natura: verniciatura della cassa nel 1651 – 1652 ad opera del maestro Giovanni Silvestro “legnanaro” ed intagliatore probabilmente engadinese, doratura nel 1653 eseguita dal bormino Giovanni Casolario. Entrambe le opere furono aggiornate nel 1701-1702 da Matteo Quadrio. La parte più strumentale fu costruita e mantenuta in principio dal milanese Michelangelo Valvassori, nella prima metà del ‘600; ai quali si succederanno gli interventi mirati ad alcune parti specifiche durante il secondo ‘600: quello di Carlo Praga come si trova scritto nelle cronache del tempo, serviva a: “commodare l’orgeno et li manici et peladi”. SANTUARIO MADONNA DI TIRANO APERTURE ESTIVE • Per favorire le visite dei fedeli,dei pellegrini e dei turisti, il Santuario-Basilica della Madonna di Tirano osserverà, come ormai da anni, l’apertura continuata dalle ore 7.00 alle ore 19.00 nei mesi di luglio, agosto e settembre. MESSA IN SANTA PERPETUA • Nei giovedì di luglio e agosto, alle ore 20.00, S. Messa in Santa Perpetua. GIORNATA PROVINCIALE DELL’AMMALATO DOMENICA 5 SETTEMBRE Domenica 5 settembre si celebra la Giornata Provinciale dell’ammalato, organizzata del santuari con la preziosa ed esperta collaborazione dell’Unitalsi: • ore 7.30 e ore 9.30: Santa Messa • ore 9.30: accoglienza dei fedeli e dei malati sul piazzale e nelle sale attigue • ore 10.30: celebrazione della santa Messa solenne in piazza Basilica • ore 12.00: per chi volesse è possibile avere i locali per la colazione al sacco • ore 15.00: celebrazione mariana:santo rosario, litanie, recita della preghiera alla Madonna di Tirano, benedizione eucaristica ai malati e a tutti i fedeli • ore 16.30 e 18.30: sante Messe NOVENA IN PREPARAZIONE ALLA FESTA DELL’APPARIZIONE TEDÌ 28 SETTEMBRE MARTEDÌ DA LUNEDÌ 20 A MAR • ore 5.30: recita del Santo Rosario e litanie mariane • ore 6.00: Santa Messa (con omelia e preghiera alla Madonna di Tirano) • ore 7.30: Santa Messa • ore 9.00: Santa Messa alla Cappella dell’Apparizione • ore 16.00: Santa Messa (solo mercoledì 22 settembre) • ore 17.30: recita del Santo Rosario • ore 18.00: Santa Messa Confessioni: dalle ore 5.30 alle ore 12.00; dalle ore 14.30 alle ore 19.00 PELLEGRINAGGIO DALLA VALPOSCHIAVO Tuttavia, l’intervento che segna la lunga attività dello strumento musicale sarà quello effettuato nel 1813-1814 dal bergamasco Giovanni Bossi. L’impostazione data dal Bossi sarà poi quella che ancora oggi, sostanzialmente, si può osservare. Da allora in poi l’unica variazione di una certa importanza sarà l’aggiunta di una seconda tastiera per opera di Luigi Parietti, allievo della casa Serassi nell’estate del 1882. L’unico intervento di grande rilevanza del ventesimo secolo è datato 1970 quanto i Padri Serviti diedero incarico alla Ditta Fratelli Piccinelli di Ponteranica (Bg) di porre rimedio ai sopraggiunti “acciacchi” del tempo e ridare il giusto valore a un organo e una chiesa dall’indiscusso valore storico. Domenica 26 settembre: giungerà per l’ultima Santa Messa vespertina delle ore 18.00 (e non 18.30). GIORNATA DELL’APPARIZIONE MERCOLEDÌ 29 SETTEMBRE • ore 5.30: recita del Santo Rosario e litanie mariane • ore 6.00: Santa Messa (con omelia e preghiera alla Madonna di Tirano) • ore 7.30: Santa Messa • ore 9.00: Santa Messa alla Cappella dell’Apparizione • ore 10.30: Santa Messa presieduta dal Vescovo Diego Coletti • ore 15.00: recita del Santo Rosario, litanie mariane, benedizione eucaristica • ore 16.00: Santa Messa • ore 17.30: recita del Santo Rosario • ore 18.00: Santa Messa • ore 20.30: processione; a seguire, concerto della Banda cittadina ROBERT WALTER NAZZARI SOLUZIONI PER IL TRAFFICO SULLA SUPERSTRADA Il Prefetto e il Presidente della Provincia di Sondrio, la scorsa settimana, a Palazzo Muzio, hanno presieduto una riunione alla presenza del Viceprefetto vicario, del Questore, del Comandante della Polizia Stradale e dell’Assessore alla Viabilità della Provincia di Lecco, nonché del Capo Compartimento Anas per la Lombardia, del Questore, del Comandante provinciale del Corpo Forestale dello Stato e delle altre Forze di polizia territoriali, del Comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, dell’Assessore provinciale alla Viabilità, del Dirigente del Servizio AAT118 e del Presidente della Confcommercio. Nel corso della riunione sono state affrontate le problematiche relative alla viabilità della strada statale n. 36 «Del Lago di Como e dello Spluga» che, come è noto, è arteria vitale per questa provincia. Gli intervenuti hanno convenuto di continuare a operare congiuntamente attraverso l’istituzione di un apposito tavolo tecnico per risolvere tutti gli eventuali problemi di viabilità che si dovessero presentare sulla predetta arteria. Ciò anche in considerazione della prossima apertura del cantiere per la ristrutturazione della galleria di Monte Piazzo. Per quanto concerne i lavori di ripristino del tratto di carreggiata nord interessato dalla frana del gennaio scorso all’altezza di Varenna, fino al termine dei medesimi, confermato per il 2 settembre prossimo, proseguirà l’applicazione del piano di deflusso appositamente predisposto, in base al quale ogni domenica dalle ore 16.00 alle ore 24.00 entrambe le corsie della carreggiata sud vengono riaperte al traffico di rientro verso i grandi centri urbani, con contemporanea deviazione sulla strada provinciale litoranea n. 72 dei veicoli diretti a nord. Tale soluzione è stata ritenuta ottimale e rispondente alle sopravvenute esigenze viabilistiche connesse al periodo estivo. BRUTTA AVVENTURA PER GLI SCOUT DI SONDRIO Notte di paura, fra domenica 25 e lunedì 26 luglio, per un gruppo scout di Sondrio. Trenta i partecipanti al campo estivo in Svizzera, in località Selva, nel comune di Brusio. Accampati in un terreno di proprietà della Chiesa evangelica, ragazzi ed educatori sono stati aggrediti da una decina di persone che hanno smontato le tende, nelle quali gli scout dormivano, e hanno cominciato a colpirle con dei bastoni. I capireparto sono riusciti a mettere in fuga gli aggressori che si sono dileguati nei bosch. Un fatto deplorevole e sconcertante, questo il commento delle autorità locali e dei cittadini di Brusio. Il municipio elvetico è intervenuto sul posto, insieme alle autorità di polizia. I giovani scout sondriesi hanno declinato l’offerta di un altro luogo per il campo, preferendo far rientro nel capoluogo valtellinese. SONDRIO FINANZIAMENTI DALLA PROVINCIA Programma per disabili F inanziamenti alle cooperative sociali per lo sviluppo di un nuovo ramo d’impresa e per il mantenimento al lavoro di persone disabili. Finanziamenti alle aziende per la promozione di azioni utili all’integrazione nelle aziende di persone con disabilità. Finanziamenti alle aziende per l’ade- guamento del posto di lavoro e per tecnologie innovative finalizzate all’inserimento e al mantenimento di persone disabili nel ciclo lavorativo. Questi gli obiettivi dei tre bandi promossi e pubblicati dal Servizio Politiche Sociali della Provincia di Sondrio. I tre dispositivi rientrano nel “Piano provinciale per l’inserimento mirato al lavoro dei disabili 2007 – 2009" previsto dal Fondo regionale per l’occupazione dei disabili, legge 68/99 e legge regionale 13/03. Il termine massimo per tutti e tre i bandi scade il 30 novembre. «Con queste tre nuove azioni - spiega l’assessore Alberto Boletta - si avvia alla conclusione un progetto molto importante per la popolazione». GIORNATA PROVINCIALE DELL’AMMALATO A TIRANO DOMENICA 5 SETTEMBRE Domenica 5 settembre, presso il santuario della Madonna di Tirano, si celebra la tradizionale Giornata Provinciale dell’ammalato, organizzata del santuario con la preziosa ed esperta collaborazione dell’Unitalsi provinciale. La giornata seguirà il seguente programma: • ore 7.30: santa Messa • ore 9.30: santa Messa • ore 9.30: accoglienza di fedeli e malati sul piazzale e nelle sale adiacenti • ore 10.30: celebrazione della santa Messa solenne in piazza Basilica • ore 12.00: per chi volesse è possibile avere i locali per la colazione al sacco • ore 15.00: celebrazione mariana:santo rosario, litanie, recita della preghiera alla Madonna di Tirano, benedizione eucaristica • ore 16.30 e 18.30: sante Messe CRONACA P A G I N A 24 Valchiavenna IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 PRATA CAMPORTACCIO DON ANACLETO PARROCO DA 50 ANNI Un don da “record” C inquant’anni da parroco a Sant’ Eusebio. La comunità di Prata Camportaccio ha festeggiato il proprio “don dei record”, Anacleto Pegorari. Venerdì, in un clima segnato dalla tristezza per la scomparsa di Pia Assunta Gianoli, la chiesa ha accolto la funzione dedicata al mezzo secolo di presenza in paese del sacerdote originario di Caspoggio in Valmalenco. Nato il 2 febbraio del 1934, ordinato sacerdote a Como il 22 giugno 1958 dal vescovo Felice Bonromini, don Anacelto ha trascorso i primi due anni a Delebio. Poi il 23 luglio del 1960 è arrivato a Prata. «Ricordo di essere arrivato in pullman - dice -. In piazza c’era il sindaco, mi ha annunciato di portarmi il saluto di una parte del paese. Erano tempi diversi da quelli di oggi, Prata era un paese particolare, per certi aspetti diviso fra chi la pensava in maniera differente - ricorda descrivendo una situazione comune in molti paesi d’Italia -. Ora la comunità è cresciuta e siamo arrivati a 1.400 per- sone, con molte persone provenienti da fuori che hanno modificato anche il tessuto sociale. Con il passare degli anni abbiamo visto aumentare la collaborazione nei confronti della parrocchia e si sono ristrutturate la chiesa e la casa del sacerdote. Venerdì sera la comunità ha vissuto un momento triste per la scomparsa di una nostra parrocchiana, ma posso dire che ho visto tantissima gente in chiesa, non me l’aspettavo. E’ stato un motivo di grande emo- zione: in cinquant’anni trascorsi a Prata è stato il giorno migliore». C’è spazio anche per un ricordo scritto da un persona del paese, pubblicato due anni fa sul bollettino dedicato ai cinquant’anni di sacerdozio, che riassume il pensiero dei compaesani nei confronti del proprio don. «Nel luglio del 1960 - scriveva la donna - ero davanti a casa seduta su una panchina con mio papà, quando si ferma un ragazzino sorridente alla guida di una moto e ci dice “fra poco sarò il vostro parroco”. Mio papà lo osserva attentamente e poi esclama: “Tu non sei un prete, sei uno sbarbato”. Poi si è fatto un grande prete». «I miei superiori non mi hanno mai spostato, e io non ho mai chiesto di andarmene aggiunge don Anacleto, che per molti anni ha lavorato anche come insegnante di religione e ora è impegnato come cappellano alla casa di riposo della città del Mera -. Credo che Prata sia sempre più vicina a Chiavenna, insieme alle parrocchie di questa città promuoviamo numerose iniziative liturgiche e dedicate ai bambini, ritengo che il nostro destino sia quello di unirci sempre di più sotto molti punti di vista». In ottobre ci saranno altri momenti di festa dedicati al mezzo secolo di don Anacleto in paese. “Cinquant’anni in una parrocchia sono un’esperienza di tutto rispetto, ma non sono il solo. Nell’altra frazione del nostro comune, San Cassiano, don Settimo ha lavorato per un periodo altrettanto lungo», conclude il sacerdote. S.BAR. A PIURO DAL 27 AGOSTO AL 3 SETTEMBRE L’OPERA TRA ITALIA E SVIZZERA L’opera è stata scoperta dallo storico locale Gian Primo Falappi e sarà ora protagonista di una dieci giorni tra arte, cultura, storia e ambiente a Piuro. Davvero ricchissimo il programma della manifestazione “Dieci giorni tra Storia Cultura Musica Teatro Ambiente e buona Cucina” organizzata dall’Associazione ItaloSvizzera per gli Scavi di Piuro che quest’anno si terrà dal 27 agosto al 5 settembre. L’evento culmine sarà la rappresentazione concertistica dell’opera lirica: “Die Glocken von Plurs”, Le Campane di Piuro, di Seyffardt. L’opera, che si terrà in prima nazionale sabato 4 settembre al Belfort, è stata riscoperta dal consigliere dell’associazione Gian Primo Falappi presso l’archivio della città di Krefeld in Germania e sarà diretta dal Maestro Antonello Puglia. Si parte venerdì 27 alle 18 con il “Dalle origini dell’opera lirica a Seyffardt”. Per quanto riguarda gli appuntamenti fissi con il 27 inizieranno le visite guidate al Museo e agli Scavi di Piuro tutti i giorni dalle 15 alle 18 e l’aperitivo al Belfort dalle 18 alle 20. Sabato 28 alle 14.15 “Gioielli di Piuro”. Visite guidate a Palazzo Vertemate, chiesa S. Martino, chiesa Rotonda, con partenza dalla chiesa di Prosto. Seguirà “Crotti di Belfort”, visita guidata e degustazione promossa dal Consorzio “Valtellina che gusto” e dall’Associazione “De Gustibus”. Alle 21 al Belfort proiezione del dvd tratto dal progetto della scuola elementare di Piuro presentata a Expo-Monza “An Và Su a Saogn”. Domenica 29 “Sota al cuerc del lavecc”, visita guidata alle cave di pietra ollare con partenza alle 14,30. Alle 18,30 all’antico Ospitale di Piuro tavola rotonda sull’utilizzo salutistico del “lavecc” e sulle proprietà della pietra ollare negli usi domestici. Si salta, quindi, a martedì 31 agosto per un unico appuntamento. Un incontro di preghiera alle 18,30 al Belfort tra cattolici e riformati in ricordo dei morti sepolti dalla frana del 4 settembre 1618 a Piuro. Sabato 4 settembre il momento clou. Alle 20,30 è in programma la rappresentazione concertistica dell’opera lirica con orchestra di 40 elementi, le Corali “Laurenziana” e “Prosto”, e 4 cantanti solisti. Domenica 5 settembre, ultima giornata della rassegna, visita guidata al borgo di Savogno con partenza alle 9,30 e replica della rappresentazione concertistica dell’opera lirica. Per ulteriori informazioni sulla dieci giorni e sulle attività dell’associazione, che il prossimo anno compirà mezzo secolo di vita: www.piuroitalosvizzera.net. DANIELE PRATI GALLIVAGGIO La festa di S. Anna n una giornata molto fresca dopo giorni di gran caldo e in un’atmosfera spirituale tranquilla e devota, molti fedeli, in prevalenza adulti e nonni, si sono raccolti lunedì 26 luglio presso il santuario di Gallivaggio per onorare i genitori della Vergine Maria, i santi Gioacchino e Anna. In modo particolare Sant’Anna la cui festa, appunto, è la seconda per importanza del santuario valchiavennasco. A solennizzare ed arricchire con la sua sapiente parola la festosa ricorrenza liturgica, era presente l’emerito arcivescovo di Pisa ed ex vice Presidente della CEI, mons. Alessandro Plotti che, con una dozzina di sacerdoti ha presieduto la solenne concelebrazione. Prima di iniziare la cerimonia il rettore del santuario don Pietro Beretta ha presentato ai fedeli l’il- I lustre presule, che celebrava tra l’altro il suo 51° anniversario di ordinazione sacerdotale e dove aveva celebrato una delle sue prime messe ed ha ricordato in particolare il beato Luigi Guanel-la, di cui è prossima la canonizzazione, suor Maria Laura, nel decennnio della sua morte e don Siro, recentemente scomparso, perché, sul loro esempio, il “Signore Gesù conceda anche a noi di LA FESTA DI SAN LORENZO riscoprire il valore e l’importanza del perdono dato e ricevuto”. Mons. Plotti nella sua omelia ha messo in risalto le figure di Anna e Gioacchino, affermando che pur non sapendo perché il Signore ha scelto proprio loro, certamente i genitori avevano messo la loro vita nelle mani di Dio, fidandosi completamente di lui, come ha fatto la figlia Maria. Ma il tema centrale è stato quello della famiglia: nel mondo di oggi, in cui la famiglia è molto provata e fragile, i valori della vita coniugale, i rapporti matrimoniali, le tradizioni, sono da difendere, da riscoprire, da valorizzare. Mons. Alessandro, ringraziando per essere stato invitato a celebrare la festa di S. Anna in questa chiesa, ha sottolineato l’importanza dei “piccoli” santuari: “non solo dob- DOMENICA 1 AGOSTO LA FRACISCIO-ANGELOGA Pri ma domenica di agosto dedicata alla Fraciscio-Angeloga, come avviene ormai da 46 anni. Domenica 1° agosto si terrà la 46esima edizione della gara di corsa in montagna aperta a tutti. La prova sarà infatti una camminata non competitiva, con premi per le diverse fasce d’età. Saranno premiati i primi 10 della gara maschile, le prime 5 di quella femminile e poi i primi tre allievi, cadetti, ragazzi, esordienti e sotto i dieci anni maschile e femminile. Premio speciale al primo junior con il Trofeo a ricordo di Alberto Triulzi e altri premi non di classifica. Tutti i partecipanti riceveranno all’iscrizione una maglietta a ricordo della manifestazione. La gara, già Trofeo Fiorenzo Lupi, da sette anni è a ricordo di Alfredo Bongianni e Luigi Perfetti ed è organizzata, come sempre, dal Gruppo Podistico Valchiavenna. La partenza è fissata a Fraciscio, in comune di Campodolcino a 1345 metri s.l.m. e l’arrivo è davanti al rifugio Chiavenna, all’Alpe Angeloga a 2045 metri. I record da battere sono quello maschile stabilito nel 2006 da Carlo Ratti dei Falchi di Lecco con 28’55 e quello femminile fatto nel 2007 da Alessandra Valgoi con 35’52. Le iscrizioni (5 euro), si ricevono alla partenza domenica presso il Bar Genzianella a Fraciscio fino alle ore 9, oppure al telefono: 0343 36324 o 35657 o per e-mail: [email protected] o [email protected]. d.pra. Ufficializzato il programma delle celebrazioni per il patrono di Chiavenna San Lorenzo. Protagonista della giornata di martedì 10 agosto sarà come sempre palazzo Vertemate Franchi. La dimora tardo cinquecentesca di Cortinaccio di Piuro, proprietà del comune di Chiavenna, ospiterà, infatti, il tradizionale concerto classico. Alle ore 21, nel giardino, il comune di Chiavenna organizza, con ingresso libero, un concerto di musica classica, con il Quintetto Romantico composto dalla giovane stella chiavennasca Michele Montemurro, al pianoforte, Daniela Cammarano e Melinda Stocker al violino. Luca Guidi alla viola e Luigi Gatti al violoncello. I musicisti si presenteranno eseguendo brani di Haendel, Puccini, Rachmaninov, Schumann e Strauss, con il momento clou della serata previsto con l’esibizione del noto Concerto n. 1 op. 11 di Chopin. d.pra. biamo affidarci ai grandi santuari, ma dobbiamo continuare a frequentare e valorizzare i piccoli santuari delle nostre zone, che sono più vicini alla nostra vita quotidiana, punto di riferimento e di preghiera e continuo alimento per la nostra fede”. Numerosa è stata l’affluenza alle messe del mattino, e ancor più nel pomeriggio. Alla fine di ogni messa c’è stata la benedizione delle auto. CONCERTO DI PIANO A MADESIMO Nonostante il freddo il concerto “Atouch of swing” del famoso pianista Paolo Alderighi, spostato nel chiostro della chiesa parrocchiale di Madesimo, ha riscosso, sabato 24 luglio, un forte successo tra il pubblico. Un talento che, a soli 29 anni, sa interpretare e reinventare brani jazz più impegnativi, un susseguirsi di note che hanno riscaldato il pianoforte e l’anima dei presenti. La serata è stata presentata dal musicista Piero Rosa, grande amico dell’artista. PARLANDO DI ALPINISMO Una serie di conferenze per parlare di montagna e alpinismo incontrando chi della materia è un vero maestro. Il primo degli incontro, organizzato dal Cai di Valle Spluga e dall Comune di Madesimo, si terrà venerdì 30 aprile con l’appuntamento: “le montagne silenziose, vent’anni di arrampicata sulle alpi centrali. Interverrà Rossano Libera. Venerdì 6 agosto sarà la volta di Fabio Salini e Matteo Bernasconi che racconteranno la loro ascesa alla parete del Cerro Torre. L’ultimo appuntamento è per giovedì 12 agosto quando Enrica Guanella e Pio Guanella parleranno dell’alpinismo in Val San Giacomo. Tutti gli incontri si terranno a Madesimo in sala civica alle 21. Ingresso libero. CRONACA Sondrio&provincia IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 MORBEGNO ERANO STATI TRAFUGATI QUINDICI ANNI FA Ritrovati i dipinti D opo 15 anni tornano a Morbegno i due dipinti rubati dalla chiesa San Giovanni nel marzo 1995. I Carabinieri della Sezione Tutela Patrimonio Culturale di Siracusa hanno portato a termine in questi giorni un recupero di oggetti chiesastici illecitamente detenuti e posti in vendita su siti web. La perquisizione, avvenuta nel comune di San Giovanni la Punta, ha permesso di ritrovare i due dipinti del ‘700 raffiguranti il “Martirio di San Pietro Martire” e “San Tommaso d’Aquino” rubati dalla chiesa di Morbegno, insieme ad altri 35 quadri di altrettanto valore. I due dipinti, di forma ovale e della grandezza di 120 per 90 centimetri, sono stati rubati assieme ad altri 37 quadri nella notte tra il 20 e il 21 marzo 1995: per ora solamente 8 dipinti sono stati ritrovati ma le indagini delle forze dell’ordine continuano. «I quadri mi sono stati affida- ti in custodia giudiziale - spiega l’arciprete di Morbegno don Andrea Salandi - ma bisognerà attendere fino alla fine del processo per poterli ricollocare nella loro sede. Siamo estremamente riconoscenti al lavoro del Carabinieri della Sezione di Tutela del Patrimonio Culturale e auspichiamo che l’investigazione possa continuare con profitto. Quando sarà terminato l’iter giudiziario organizzeremo una cerimonia pubblica per ricollocare i quadri nella loro sede, insieme a quello recuperato poco tempo fa in Puglia e per ringraziare pubblicamente il lavoro svolto dai Carabinieri ». WWW.VAOL.IT SONDRIO I LAVORI PROSEGUONO NELLA ZONA OVEST DEL CAPOLUOGO Il settimo ponte sul fiume Mallero a realizzazione di un’opera pubblica, il settimo ponte che collegherà via Torelli e via Ventina nella zona dove sorgerà il Polo Tecnologico, si è trasforma in un evento per la città di Sondrio. L’amministrazione comunale ha deciso di offrire la possibilità alla cittadinanza di assistere alla gettata di 1300 metri cubi di calcestruzzo che, nei giorni scorsi, hanno riempito la grande armatura posta in opera i giorni precedenti. «Considero quest’evento uno dei più attesi dalla popolazione, com’era stato per la riapertura di piazza Garibaldi – aveva spiegato il sindaco, Alcide Molteni, nei giorni precedenti alla gettata di cemento –. C’è molta gente che ha seguito i lavori e l’allestimento della centinatura del ponte, in attesa di capire quando sarebbe avvenuta la gettata. Una realizzazione simile – sempre Molteni – non avverrà più per molti anni in città, perciò abbiamo deciso di organizzare un piccolo evento collegato, allestendo delle zone transennate dove la gente possa assistere alla gettata». Come ogni show che si rispetti, anche quello per la gettata di calcestruzzo del settimo ponte è cominciato con qualche minuto di ritardo. Giusto il tempo che gli operai finissero di bagnare la grande armatura pronta ad accogliere il calcestruzzo, “sprizzato” da due pompe alimentate da cinque betoniere. Posizionate al centro della struttura, sopra la pila in alveo, e rifornite da un continuo andirivieni di otto autocarri pronti a compiere 150 viaggi, le pompe sono state attivate per riempire i tre metri di altezza dell’armatura, una in direzione di via Ventina e l’altra in quella di via Torelli. Proprio lungo la via che costeggia gli argini del torrente Mallero, accanto alle recinzioni del cantiere, il Comune ha fatto collocare L alcune transenne per permettere a chi volesse di assistere ai lavori di posa del calcestruzzo. I lavori sono cominciati alla presenza di una trentina di persone, molte delle quali avevano già seguito i lavori già nelle fasi trascorse. Tra la piccola folla di curiosi anche una buona rappresentanza del consiglio comunale: accanto al vice-sindaco e assessore ai lavori pubblici, Michele Iannotti, c’erano i consiglieri di maggioranza Giuseppe De Felice, Pierluigi Morelli e Alberto Mele. Il vice-sindaco Iannotti, scambiando qualche parola coi presenti per illustrare le caratteristiche dell’opera l’ha definita «imponente non solo dal punto di vista strutturale. I cittadini oggi assistono finalmente al prendere corpo della struttura – ha proseguito – e assistono alla concreta realizzazione di un’opera importante per diversi aspetti. Quando sarà realizzato il nuovo svincolo della tangenziale, previsto nell’ambito del piano integrato d’intervento per la realizzazione del Polo Tecnologico da parte della società Stelline, il settimo ponte creerà una nuova porta di accesso alla città che alleggerirà il traffico su viale dello Stadio e via Vanoni. La distribuzione omogenea del traffico sarà possibile proprio grazie al settimo ponte che, collegando la zona di viale dello Stadio con quella di via Aldo Moro, consentirà di fatto la realizzazione di un nuovo asse viario che permetterà la riduzione del traffico anche in centro città. Non è secondaria l’importanza del settimo ponte come via di collegamento in sicurezza al Parco Adda Mallero, polmone verde della città. Inoltre sarà possibile raggiungere facilmente il Sentiero Valtellina e, in futuro, dopo la realizzazione delle piste ciclabili in via Stelvio e del sottopasso ciclabile in via Torelli, collegarsi agevolmente anche col centro sto- P A G I N A 25 TAGLI ALLE SCUOLE DELLA PROVINCIA DI SONDRIO Tagli alle scuole in Provincia di Sondrio per l’anno scolastico 2010/2011. L’ufficio scolastico regionale ha presentato in questi giorni i dati relativi all’organico di fatto del personale docente per il prossimo anno scolastico: rispetto all’anno 2009/2010, nella sola provincia verranno soppresse 119 cattedre, più del 5% del totale. «Siamo molto preoccupati per la situazione - ha commentato Cesare Peroni, della Cisl scuola Sondrio -. Attendiamo che l’Ufficio scolastico provinciale ci informi su come l’organico verrà distribuito tra i diversi istituti». Per questa operazione di ridistribuzione l’Ufficio scolastico regionale avrà a disposizione 2.201 posti da distribuire fra le varie istituzioni scolastiche. Questo budget (2.201) è inferiore a quello che l’Ufficio aveva a disposizione nell’estate 2009 (2320) per l’analoga operazione, anche se potrà contare su 65 posti in più rispetto a quanto aveva a disposizione nei primi mesi dell’anno quando ha predisposto l’organico previsionale. Cosa significa tutto ciò? «Significa che potranno essere “sanate” alcune situazioni che genitori, docenti, dirigenti e Organizzazioni Sindacali avevano denunciato con forza nei mesi scorsi - spiega ancora Cesare Peroni -. Significa anche, però, che rispetto al corrente anno scolastico la scuola della nostra provincia sarà privata di 119 risorse, con ovvie ripercussioni negative sulla qualità del servizio. E, per ora, non sono ancora noti i dati riguardanti l’organico ATA». L’organico di fatto del personale docente della Provincia di Sondrio conta 2201 posti: 700 nelle suole superiori, 436 alle medie, 770 alla primaria e 296 alla scuola dell’infanzia. I tagli appena decisi non si limiteranno al prossimo anno scolastico ma andranno a toccare anche il 2012, come stabilito dal Ministero dell’istruzione. LA FESTA DEL MIRTILLO La Pro Loco Rasura-Mellarolo organizza la 13a edizione della Sagra del Mirtillo. Ormai tutti conoscono questo annuale appuntamento che si ripete all’insegna di un rinnovato e amplificato successo grazie all’iniziativa degli organizzatori che cercano, ogni volta, di dare “il meglio e di più” proponendo menù tipici e genuini, offrendo cordiale ospitalità e manifestazioni collaterali di sicuro effetto e interesse. Il programma, molto variegato, si articola su tre giorni, da venerdì 30 luglio a domenica 1° agosto. DAZIO: AGOSTO PER SCOPRIRE IL PATRIMONIO CULTURALE rico. Il settimo ponte – ha concluso Iannotti – sarà anche importante per la riqualificazione di questa zona compresa tra via Torelli e via Aldo Moro. La realizzazione del ponte ci invita a lavorare in questa direzione, tanto che è in fase di studio un piano integrato d’intervento». I lavori per il getto di calcestruzzo sono proseguite per diverse ore con il lavoro di quattro squadre di cinque operai ciascuna, attive su due turni. Al termine della gettata, i 1300 metri cubi di cemento, distribuiti sui 100 metri di lunghezza e i 14 di larghezza del ponte, sono stati lasciati asciugare per una settimana, prima di procedere per dieci giorni alla tesatura dei 650 quintali di cavi a trefolo collocati nell’armatura. «Terminata questa fase – ha spiegato Gianfranco Biavaschi, geometra dell’impresa costruttrice – si procederà al disarmo del ponte, operazione che richiederà circa un mese». Lavori che sono puntualmente iniziati la scorsa settimana. Alla fine di agosto cominceranno quindi i lavori di finitura, in modo che l’impresa Quadrio possa consegnare l’opera al Comune entro la fine dell’anno. La costruzione del nuovo ponte sul Mallero, di cui si cominciò a parlare alla fine degli anni ’70 e che fu rimandata dal Comune a quando fosse stata realizzata la tangenziale, tornò d’attualità una decina d’anni fa per essere deliberata dal consiglio comunale nel 2002. «Il settimo ponte è un’opera importante – ha affermato nei giorni scorsi Michele Iannotti –, prevista nell’ambito del piano integrato di intervento dell’ex area Carini ed ha un costo di circa 2 milioni e 100 mila euro. Con questa fase della gettata prende veramente corpo la struttura e ci si potrà rendere conto dell’imponenza dell’opera».Il ponte sarà lungo 100 metri, composto da due campate di 50 metri ciascuna, e largo 14 metri. Al suo centro ci saranno due allargamenti, uno per lato, «dove la gente potrà fermarsi per vivere il fiume – ha precisato il sindaco Molteni –. L’acqua sta diventando sempre più un patrimonio riconosciuto e sulle due terrazze i passanti potranno osservare ed ascoltare il Mallero, torrente amico e nemico della città». Sarà dunque un’opera per tutti, non solo per gli automobilisti. Accanto alle due corsie di marcia ce ne sarà anche una promiscua e separata dalla carreggiata, per il passaggio di cicli e pedoni. La pista ciclabile, illuminata anche nelle ore notturne grazie ad un sistema che condurrà l’elettricità all’interno dei corrimani dei parapetti, permetterà di raggiungere agevolmente il Parco Adda Mallero, ancora poco conosciuto e sfruttato dai sondriesi. Al.Gia. Nel mese di agosto il Comune di Dazio, l’associazione culturale “Ad Fontes”, il Circolo fotografico “Città di Sondrio”, la Famiglia Valtellinese di Roma e il Gruppo “Le nevi di un tempo”, in collaborazione con parrocchia di Dazio, la Proloco di Dazio e la Scuola diocesana di musica sacra, promuovono tre interessanti incontri, in programma tutti presso la chiesa parrocchiale di san Provino. Venerdì, 6 agosto ore 20.30: Dazio tra storia e arte: la parrocchiale di San Provino e l’oratorio della Madonna. Presentazione della pubblicazione storica e artistica a cura del Comune di Dazio, dell’Associazione culturale “Ad Fontes” e del Circolo fotografico “Città di Sondrio”. Durante la serata saranno eseguiti brani organistici a cura della Scuola diocesana di musica sacra (organista: m° Stefano Gorla). Martedì, 10 agosto ore 17.00: La tela dei santi Carlo, Sebastiano e Rocco. Presentazione della tela, restaurata a cura della Famiglia Valtellinese di Roma, con interventi della restauratrice Prof. Anna Poretti e dell’Associazione culturale “AdFontes”. Seguirà rinfresco offerto dalla Proloco di Dazio. Mercoledì, 18 agosto ore 20.30: Visita guidata alla chiesa di San Provino. Presentazione artistica a cura di Piergiovanni Damiani, in collaborazione con le associazioni “Le Nevi di un tempo” e “Ad Fontes”. TROFEO KIMA: IN VAL MASINO IL CAMPIONATO MONDIALE DI ULTRA SKYMARATHON 2010 Il 2010 lancia il nuovo formato biennale del leggendario Trofeo Kima e celebra il prestigioso primo titolo mondiale di “Ultra SkyMarathon”. Il titolo mondiale, in formula “open”, è assegnato dalla International Skyrunning Federation, e prevede la partecipazione dei migliori specialisti internazionali. Il percorso, completamente rinnovato nel 2008, è su una distanza di 50 chilometri con oltre 3.800 metri di dislivello tra i più impegnativi in assoluto del panorama mondiale skyrunning. Fanno da cornice alla gara più “ultra” dello skyrunning, progetti finalizzati alla promozione - soprattutto dell’ambiente - ma anche dello sport, turismo e sicurezza in montagna, dal progetto Cobat, partner dell’evento, che promuove la raccolta e riciclo di batterie esauste; il Mini Kima, gara indirizzata ai ragazzi e famiglie; e i progetti Mountain Fitness e Sentieri Sicuri, che permettono a tutti di godere le escursioni in Val Masino in completa sicurezza e con un occhio alle calorie consumate. La gara è aperta agli atleti delle dodici nazioni associate alla ISF; ai primi quindici uomini e cinque donne che hanno concluso lo SkyRace della Val Masino nel 2009; e agli atleti che hanno concluso una gara SkyMarathon tra il 2009 e il 2010, fino ad un massimo di 100 iscritti. Il Trofeo Kima così, si ripresenta il 29 agosto con grande slancio, con il sostegno di partner, enti ed istituzioni impegnati al massimo, assieme ad atleti e tifosi, per celebrare La Grande Corsa sul Sentiero Roma. Le iscrizioni si raccolgono fino alle ore 18.00 del 20 agosto: tutte le info su www.ki ma.org. P A G I N A 26 CRONACA SondrioItinerari IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 A PASSEGGIO IN VALCHIAVENNA DUE SENTIERI PROVATI PER VOI, NON PER TUTTI MA PER MOLTI... In cammino fra Gordona, Samolaco, Dascio, San Fedelino L e passeggiate in montagna o in collina quando la stagione è clemente sono non solo una gioia per gli occhi, ma un toccasana per il fisico e la mente. A patto di scegliere un cammino adeguato alle proprie capacità, naturalmente, e di partire con molte ore di luce davanti, e ben equipaggiati: scarpe dalla suola idonea, calzini (non i “fantasmini” che possono scivolare dentro la scarpa e dare fastidio), calzoni morbidi e meglio se lunghi, cappello, occhiali da sole, crema solare, repellente per insetti, eventualmente siero antivipera se consigliato, bottiglietta d’acqua, cioccolato o zucchero o barrette nutrienti (può capitare un calo di energie o di pressione), cartina con indicazioni del percorso, bastoni o racchette, contapassi e magari bussola e altimetro (ce ne sono di leggerissimi e di prezzo accessibile). Utile anche memorizzare sul cellulare qualche numero di telefono del posto: municipio, ufficio turistico ecc. in caso di… smarrimento della via. Se si hanno dubbi sulla fattibilità del percorso è meglio informarsi preventivamente presso gli uffici pubblici o chi lo ha già effettuato, tenendo conto che la lunghezza chilometrica non è il solo elemento da considerare. Vi proporremo alcuni percorsi fattibili “cum grano salis”, come dicevano i vecchi, alcuni facili e altri meno, sperimentati da due persone di capacità fisiche “medie” (una quarantacinquenne in buona forma grazie alla danza ma non allenata per l’alpinismo, e una settantenne energetica ma con qualche problema cardiocircolatorio), in grado di sostenere una passeggiata con salite e discese anche di 10 chilometri ma non preparate per una scalata o una via ferrata. SEGNAME E LA CA’ PIPETA La Torre di Segname (o Signame) si trova a 655 metri di altezza, affacciata sulla Piana di Chiavenna, circa a metà strada tra Gordona e Samolaco. È molto vicina (… in linea d’aria…) alla Cascata Boggia, luogo bellissimo e di frescura, facilmente raggiungibile in auto seguendo le indicazioni poco prima di entrare nell’abitato di Gordona: la freccia segnaletica è sulla sinistra quasi dirimpetto a un bar ristorante dal giardinetto curiosamente decorato con tronchi seco- lari, ciottoli e fontanelle, rifacendosi a un magico “bosco degli elfi” (non abbiamo assaggiato il menu in quanto era il giorno di chiusura). Una gita dell’associazione Jubilantes prevedeva la salita a Segname da Gordona e la discesa dalla frazione San Pietro di Samolaco, ma avendo sentito che l’accesso alla torre da nord era molto ripido noi abbiamo preferito la via sud, salendo in auto da S.Pietro fino alla località Bedogna (323 mt.) dove in corrispondenza di un parcheggio la strada carrozzabile finisce, e comincia un sentiero ben segnalato (numerato D15) tra boschi e vecchie cascine abbandonate, molte delle quali con affreschi votivi. Le salite sono un po’ sdrucciolevoli per via della ghiaia e del fogliame, ma non proibitive. Il panorama sulla piana è visibile solo a tratti, ovviamente, per via della vegetazione. Giunti però, sempre seguendo i ‘bollini rossi’, proprio sotto il pianoro della torre ci siamo trovati a dover affrontare roccia nuda, con minuscoli gradini o punti d’appoggio, anche ingombri di cespugli spinosi, e la necessità di avanzare arrampicandosi su mani e piedi con sottostante strapiombo… per cui abbiamo preferito rinunciare. Tornando sui nostri passi abbiamo proseguito ancora per un breve tratto verso nord, in pratica girando attorno (verso ovest) all’affioramento roccioso su cui si trova la torre, fin dopo un ponticello su un corso d’acqua, e trovando indicazioni per “Ca’ Pipeta” a sinistra e a destra per “Segname Belvedere” e per l’abitato stesso di Segname (costituito di cascine quasi tutte abbandonate, tranne una): che sarà la via suggeri- taci poi in Municipio di Samolaco (dove è pure disponibile una cartina) per raggiungere la torre in una prossima escursione. Quella giornata per noi era però già inoltrata e abbiamo quindi preferito tornare verso Bedogna seguendo il sentiero della Ca’ Pipeta: questa è una costruzione rurale assolutamente incredibile, quasi magica, con il tetto costituito da un’unica enorme lastra inclinata di pietra, sotto cui sono state erette le pareti. Di recente è stato ripulito lo spiazzo antistante, rendendo più agevole ammirare (e fotografare) questa piccola meraviglia che meriterebbe adeguata valorizzazione. Da lì il sentiero diventa a tratti in ripida discesa (ecco l’utilità delle racchette) e non sempre ben segnalato anche se ampio e del tutto evidente; se ha piovuto è meno scivoloso e vi si possono incontrare ruscelletti e coloratissimi funghi. In effetti esiste più di un sentiero, importante è seguirne uno marchiato e battuto. Quello che abbiamo imboccato noi ci ha riportati, per una breve scalinata finale, dritti dritti al parcheggio dell’auto. DA DASCIO A SAN FEDELINO Sorta di pietra miliare della cristianizzazione del territorio lariano, il suggestivo tempietto romanico di San Fedelino si raggiunge normalmente per via d’acqua da Dascio oppure da Novate Mezzola; esistono tuttavia anche vie pedonali, non proprio facilissime, da Samolaco o da Dascio. Lasciando l’auto nel parcheggio pubblico di Dascio presso il campo sportivo, subito dopo la chiesetta di San Rocco sulla sinistra si imbocca il Sentiero del Giubileo, che porta dapprima a un gruppo di cascine utilizzate nel 2002 per le riprese dello sceneggiato tv “I Promessi Sposi” (quello di Francesca Archibugi, se non ricordiamo male) e quindi al cosiddetto Sasso di Dascio, uno sperone roccioso da cui si può ammirare gran parte del canneto della Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola. Proprio alla sommità del Sasso c’è una cappellina molto ben tenuta, e la balconata naturale è resa sicura da reti di protezione. Già questa meta da sola varrebbe la gita. Se si vuol proseguire per San Fedelino, si sappia che la freccia segnaletica recita “San Fedelino 2 ore”, ma noi ne abbiamo impiegate quattro (dalle nove del mattino all’una e rotti del pomeriggio). La via si presenta nel primo tratto ampia, acciottolata o sterrata, percorribile anche con piccole auto fino a un gruppo di abitazioni estive; quindi diventa un sen- tiero, spesso inerbato, in mezzo a un bosco quasi fatato di alberi enormi, molti bruciati o marcescenti, fiori, insetti coloratissimi, ruderi di muri a secco e cascine. A tratti si intravede la riva, a tratti si sale in quota. Questa parte del percorso è fattibile a tutti o quasi ed è raggiungibile anche dall’alto, cioè lasciando l’auto ad Albonico e scendendo da lì attraverso i boschi (ma la via è malagevole, ci è stato riferito). La terza e la quarta parte del percorso sono le più panoramiche, ma molto faticose e non adatte a tutti i piedi… Il terzo tratto infatti sale fino a 500 mt. su splendide rocce rosse, costellate di macchia mediterranea; il sentiero è stretto, ripido, con continui saliscendi (più “sali” che “scendi”…), in gran parte al sole. Al di là del lago è ben visibile Verceia con le sue frazioni, ma anche la Val Codera. Vista impagabile, necessaria la scarpinata. Il quarto e ultimo tratto è di nuovo in mezzo ai boschi, abbastanza radi, per uno stretto sentiero che all’epoca della nostra escursione era stato dilavato e quasi cancellato da violenti temporali; a un trivio occorre svoltare a destra per San Fedelino (non a sinistra per San Giovanni), con l’avvertenza che, di nuovo, l’indicazione “15 minuti” è un tantino ottimistica; quantomeno se non si è alpinisti provetti: dal momento che si sbuca dapprima su un belvedere roccioso che sovrasta l’insenatura del nuovo porticciolo, e poi alla sommità di una enorme pietraia, ultima parte della lunga discesa nota come Salto delle Capre (il nome già la dice lunga). Questa distesa di grossi massi è ovviamente in pieno sole, è piuttosto paurosa essendo quasi a precipizio, faticosa sia per la durezza della superficie sia perché richiede incessante concentrazione, ma è sicura se si seguono scrupolosamente i bolli rossi che indicano il tragitto con appoggi sicuri. Con le gambe un po’ tremolanti si atterra infine sul sentiero in riva al la-go che collega la chieset-ta (a sinistra, verso nord) al nuovo porticciolo (a destra, in direzione di Dascio). San Fedelino è lì proprio a pochi passi, incantevole “luogo dell’anima” spesso circondato dagli uccelli selvatici che riposano nell’erba o nuotano placidi. Nel praticello ci sono alcune panchine per riposare e… una bacheca coi numeri di telefono per chiamare il traghettatore. Poiché all’interno della Riserva Naturale vi sono drastici limiti di velocità per i natanti, per non disturbare l’avifauna, tenete conto che la barca da Dascio impiegherà almeno 25 minuti per arrivare, e altrettanti per riportarvi al punto di partenza. Dal natante a scafo piatto che scivola lieve come un cigno si potranno contemplare le balze frastagliate faticosamente superate un paio d’ore prima, con un contrasto psichedelico tra il verdazzurro dell’acqua e il grigio e rosso delle rocce, fino a sfilare davanti ad alcune villette deliziose nascoste sulle rive. A questo punto per noi si erano fatte quasi le 14.30 e per recuperare le forze ci si è affidati all’ottimo pesce fresco di un vicino ristorante, a pochi passi dall’attracco del traghetto e dal nostro parcheggio. GIGLIOLA FOGLIA CRONACA SondrioItinerari IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 VALGEROLA CAMMINANDO FRA LE OROBIE Madonna della Neve P roponiamo un itinerario con meta il rifugio “Madonna della Neve”, sul versante bergamasco delle Alpi Orobie, a 1595 metri, nella località omonima al piano della val Biandino Raggiungere il rifugio partendo dalla Val Gerola è semplice, anche se rappresenta un’escursione abbastanza lunga. Il punto di partenza può essere Gerola Alta (metri 1050): in tal caso si risale il lato sinistro idrografico della valle della Pietra, fino a raggiungere il rifugio di Trona soliva (metri 1907). Si può però partire anche dalla frazione di Laveggiolo, sopra Gerola (metri 1571), dove, lasciata la macchina nella piazzola nella quale si trova anche l’edicola del Parco naturale delle Orobie, si imbocca una carrozzabile chiusa al traffico che si dirige verso la val Vedrano, la si lascia ben presto per un sentiero che se ne stacca a sinistra, per poi riprenderla sul lato opposto della Val Vedrano. Dopo qualche tornante, la si lascia di nuovo, seguendo un sentiero segnalato che sale ripido per qualche tornante, per poi effettuare una lunga traversata verso sud-sudovest, fino a raggiunge- l rifugio Baita Pesciöla si trova in val d’Arigna, poco al di sotto del crinale fra questa valle e la val Malgina a quota 2005 metri. È stato ricavato nel 1997 da una baita del Comune di Ponte in Valtellina, ed è gestita dall’Associazione degli Amici di Briotti. Per raggiungerlo, ci si deve inoltrare in valle d’Arigna. Lasciata la statale 38 dello Stelvio in località Casacce (Ponte in Valtellina), si scende al ponte sull’Adda e si imbocca la strada che sale verso Briotti, staccandosene sulla sinistra per raggiungere la centrale Falck dell’Armisa, in località Ca’ Pizzini (metri 1041), dove si trova un parcheggio per lasciare l’automobile. Un tratturo conduce poi a Pattini (metri 1275) ed ai prati della Foppa (metri 1360). Qui si trova un bivio, ed un cartello che segnala la direzione per I re il rifugio di Trona soliva. Proseguendo sul sentiero, si aggira un dosso e si guadagna la bocchetta di Trona (metri 2092). Ci si ritrova così sulla via del Bitto, tracciata in età molto antica. Seguendo le indicazioni per il rifugio Santa Rita, si scende per un tratto verso sinistra, per poi effettuare una lunga traversata (quota 2020-2040) dell’alta Val Varrone, ignorando la deviazione per il rifugio F.A.L.C. e quella successiva per la bocchetta di Piazzocco. La traversata permette di ammirare il pizzo Varrone (metri 2325), il cui profilo severo è caratterizzato dall’inconfondibile Dente del Varrone. Terminata la traversata, ci si ritrova, dopo una breve discesa, alla bocchetta della Cazza, presso la quale, a 1999 metri, sorge il rifugio Santa Rita. Il rifu- parte da Laveggiolo, il dislivello scende a 540 metri circa, mentre il tempo è di circa tre ore e mezza. Dal rifugio si può compiere un’interessantissima traversata al lago di Sasso. Si possono seguire due itinerari. Il primo, dalle Casere di Sasso prosegue, risalendo verso sinistra il fianco erboso, al Baitello del lago (metri 1844). Poco oltre si attraversa il torrente Troggia, seguendo le segnalazioni, e si raggiunge il pianoro terminale della val Biandino, dove, a quota 1922, si trova il bellissimo lago. Il secondo itinerario prevede il ritorno al rifugio Santa Rita, poco oltre il quale si trova una deviazione a sinistra, segnalata da un cartello, che permette di imboccare un sentiero il quale compie una traversata sul fianco erboso della costiera Val Varrone - Val Biandino, Il rifugio Baita Pesciöla in Arigna stra) e quella per il rifugio Baita Pesciöla (a sinistra). Si segue quindi il ripido tratturo che risale i prati verso est, osservando la testata della val d’Arigna, dalla quale emergono, al centro, il pizzo ed il Dente di Coca, mentre verso ovest si individuano, da sinistra, la cima di Caronno, il pizzo Biorco, il pizzo di Rodes e la punta di Santo Stefano. Superate le baite Moretti (metri 1459), il trat- 27 perdendo con gradualità quota e portando al Baitello del Lago. Poco oltre si comincia a salire dolcemente, si passa sul lato opposto del torrente Biandino e si raggiunge il lago (metri 1922), che deve il suo nome ai grandi massi che vi sono caduti dentro dal versante destro. Il panorama è dominato dal pizzo dei Tre Signori (metri 2554). La salita richiede circa un’ora e comporta un dislivello di 327 metri. Traversata al rifugio Casera Vecchia di Varrone, che avviene facilmente tornando al rifugio S. Rita, riprendendo la via del Bitto verso la bocchetta di Trona e staccandosene a sinistra per percorrere un sentiero che scende alla piana della Val Varrone, dove, a 1672 metri, si trova il rifugio (un’ora e tre quarti circa). MASSIMO DEI CAS gio guarda al pianoro della val Biandino, al quale si scende facilmente, proseguendo sulla via del Bitto. Toccato il pianoro, in breve tempo si raggiunge il rifugio, che si trova in un gruppo di case fiancheggiato dalla chiesetta della Madonna della Neve. Il dislivello complessivo da Gerola è di 1040 metri circa, mentre il tempo necessario si aggira intorno alle quattro ore. Se invece si PONTE IN VALTELLINA UNA PASSEGGIATA SUGGESTIVA i bivacchi Resnati, Corti e il Rifugio Donati (a de- P A G I N A turo prosegue fino alla sommità dei prati, cioè alle due baite Campèi (metri 1647). Si tratta ora di individuare il sentiero che sale nel bosco: per farlo si volga le spalle alla porta della prima baita e ci si diriga verso nord-nord-est, salendo leggermente fino ad incontrare una traccia sempre più marcata che entra nel bosco in corri- spondenza di un ometto e di un bollo giallo su una pianta. Raggiunta una radura a 1695 metri, il sentiero piega verso destra e inizia una lunga traversata verso sud est. Un cartello provvidenziale avverte che, ad un bivio, si deve seguire la traccia di destra. Intorno a quota 1960 si esce dal bosco e, piegando verso destra, si raggiun- ge facilmente il rifugio, posto alla sommità di un bel dosso. La salita, che supera un dislivello di 964 metri, richiede circa tre ore. Dal rifugio si può raggiungere facilmente il valico della Pesciöla (metri 1965), seguendo un sentierino che si dirige, quasi pianeggiante, verso nord nord est. Dal valico partono due sentierini: uno scende verso destra (sud est) in val malgina, alla Foppa di Sotto (metri 1793), l’altro si dirige a nord, piegando poi leggermente a sinistra, passando ad ovest della Motta (metri 1957) e raggiungendo Piàzzola, sopra Castello dell’Acqua. Se invece ci si dirige verso sud sud est, si giunge ad intercettare il Sentiero Credaro, che valica il crinale fra due valli proprio sotto il monte Pesciöla, per poi scendere alla Foppa di Sotto (metri 1793), in val Malgina. Dal rifugio, infine, si può scendere all’alpe Druet (metri 1812), seguendo una traccia che, passando in mezzo a due singolari spuntoni di roccia, scende verso sud ovest. Dall’alpe si scende facilmente alle baite Michelini, dalle quali si può tornare alle baite Moretti oppure salire verso sud al bivacco Resnati (metri 1920). M.D.C. P A G I N A 28 CRONACA SondrioCultura IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 PROVALTELLINA E CREVAL FONDI DESTINATI A STRUMENTI E DIDATTICA, DALL’ARTE ALLA MUSICA Terzo bando filantropico: 100mila euro per la cultura P ro Valtellina e Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, di nuovo alleati in progetti filantropici, presentano il nuovo Bando Speciale, il terzo congiunto negli ultimi tre anni, che mette a disposizione 100 mila euro per la cultura. “Forme e strumenti per la cultura e la didattica” è il titolo che individua l’ambito sul quale si concentrano l’attenzione e gli sforzi delle due fondazioni valtellinesi: sostenere le espressioni culturali in tutte le loro forme, sia nuove che tradizionali, dalla musica al teatro e all’ambiente fino ai settori scientifico e tecnologico, garantendo i mezzi per realizzarle, ovvero attrezzature e attività didattiche. Con un obiettivo dichiarato: favorire la crescita culturale, sia dal punto di vista conoscitivo che relazionale e sociale, con una particolare attenzione alla storia, all’arte e alle tradizioni locali, puntando sulla creatività e l’interdisciplinarità. Le due fondazioni contribuiscono con 50 mila euro ciascuna. “Con soddisfazione per il lavoro svolto e buoni auspici per l’esito che avrà, lanciamo questo nuovo bando che va a coprire un ambito che, a nostro parere, necessita di attenzione – spiega il presidente della Pro Valtellina Marco Dell’Acqua –. Grazie alla collaborazione fra le due fondazioni abbiamo individuato un settore specifico e messo a disposizione una somma considerevole che crediamo possa soddisfare le crescenti necessità del territorio. La crisi sta purtroppo mettendo a dura prova le nostre associazioni che, pure attive e propositive, non riescono a trovare gli adeguati sbocchi finanziari per sostenere le attività di carattere culturale. Pur in presenza di bisogni emergenti in altri settori – conclude Dell’Acqua –, non possiamo dimenticare la cultura che è alla base di una buona crescita sociale ed economica della nostra provincia”. “La Fondazione Gruppo Credito Valtellinese dedica, fin dalla sua costituzione, le sue energie per promuovere il progresso culturale e morale dei territori di riferimento; questo è attuato mediante forme di promozione culturale, di rilievo quella relativa alle Gallerie d’arte, la formazione - cito, quale esempio, i corsi sul paesaggio e sui beni culturali ecclesiastici - e gli interventi nel sociale dichiara il nuovo Presidente della Fondazione professor Angelo Maria Palma -. Il nuovo progetto si inserisce in questo quadro e ha il merito di valorizzare la storia e la tradizione locale, beni preziosi per una valle con una vocazione turistica alimentata da un profilo identitario forte e meritevole di salvaguardia”. Le domande possono essere presentate fino al 15 ottobre 2010 da soggetti non profit, pubblici e privati, compresi gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, che operano in provincia di Sondrio. L’importo di ciascun progetto non dovrà essere inferiore a 10 mila euro e il contributo non potrà superare il 50% del suo costo fino a una somma massima di 15 mila euro per ogni beneficiario. I progetti saranno valutati da un’apposita commissione, formata da quattro componenti indicati dalle due fondazioni, che si atterrà ai requisiti specificati nel bando, privi- legiando le attività che si tradurranno in una reale riscoperta o valorizzazione delle tradizioni locali e quelle connotate da caratteristiche innovative in grado di produrre un concreto arricchimento del bagaglio culturale e professionale. Per Pro Valtellina e Fondazione Gruppo Credito Valtellinese si tratta del terzo bando congiunto dopo i due lanciati rispettivamente nel 2008 e nel 2009: il primo, quello del Centenario del Credito Valtellinese, dedicato all’arte, il secondo ai giovani. Le fruttuose esperienze hanno fatto crescere nei due organismi filantropici la volontà di affinare e potenziare la collaborazione, com’è stato pubblicamente espresso dai due presidenti, Marco Dell’Acqua e Francesco Guicciardi, in occasione della consegna dei contributi del secondo bando, nel marzo scorso. Lavorare insieme significa non solo unire risorse economiche ma anche mettere in comune esperienza e competenze per essere sempre più efficaci nel fornire al territorio le risposte attese. VENERDÌ 30 LUGLIO IN VIA ROMA ALLE ORE 21.00 CINQUECENTOMILA EURO PER I PROGETTI EMBLEMATICI Nel 2009 erano stati distribuiti sul territorio 1,5 milioni di euro, quest’anno, dopo i 500 mila euro della primavera scorsa, sono già pronti altri 500 mila euro: cifre consistenti che premiano quei progetti considerati strategici per il miglioramento della qualità della vita e la promozione dello sviluppo culturale, economico e sociale del territorio. Sono gli Interventi Emblematici Provinciali definiti da Pro Valtellina e Fondazione Cariplo, e finanziati da quest’ultima, nel bando appena pubblicato, il secondo del 2010, che scadrà il 30 settembre prossimo. Entro quella data i soggetti non profit, pubblici o privati, associazioni, enti pubblici ed enti religiosi, potranno presentare le richieste di finanziamento per progetti con carattere di esemplarità per il territorio, di dimensioni significative. “Nonostante la crisi perdurante siamo stati in grado, grazie al supporto fondamentale di Fondazione Cariplo, di riproporre anche in questo 2010 due bandi che mettono a disposizione complessivamente un milione di euro – sottolinea il presidente Marco Dell’Acqua, anche membro della Commissione Centrale di Beneficenza dell’organismo filantropico lombardo –. Sappiamo che i bisogni crescenti del territorio sempre meno trovano il supporto delle istituzioni, alle prese con ristrettezze di bilancio, perciò vogliamo fare la nostra parte svolgendo fino in fondo il ruolo che ci è stato assegnato accogliendo le richieste e finanziando i progetti meritevoli. Contiamo come sempre sulla collaborazione di enti e associazioni affinché si creino reti di soggetti uniti da obiettivi comuni: questo ci consentirà di ottimizzare le risorse e di rispondere in maniera sempre più efficace ai bisogni del territorio. È fondamentale che si comprenda che la strategia migliore è procedere uniti verso traguardi condivisi: mettere insieme esperienze, competenze e risorse economiche”. Nell’ambito del bando (che è possibile scaricare, insieme al modulo di domanda e agli altri allegati, dal sito internet www.provaltellina.org) verrà data priorità, in particolare, a iniziative che prevedono la ristrutturazione e l’adeguamento di immobili e l’ammodernamento o sostituzione di strutture destinati a servizi per anziani e disabili; a interventi per la valorizzazione del patrimonio artistico in grado di sostenere e diffondere la cultura locale; a progetti per la creazione e il rafforzamento del sistema innovativo locale. L’importo di ciascun progetto non potrà essere inferiore a 200mila euro, mentre il contributo della Pro Valtellina sarà pari a un minimo di 100mila euro fino ad un massimo del 50% del costo complessivo. I rigidi criteri ai quali il Consiglio di Amministrazione si atterrà scrupolosamente nella definizione della graduatoria riguardano urgenza, novità, necessità, grado di integrazione con altri servizi presenti territorio, rapporto costo-efficacia. Ma, soprattutto, sarà considerato elemento premiante la capacità del progetto di coinvolgere altri soggetti nella raccolta dei fondi necessari alla sua realizzazione. Poesia e lirica a Bormio a Banca Popolare di Sondrio, in collaborazione con la Commissione Cultura del Comune di Bormio e la Civica Scuola di Musica della Provincia di Sondrio sede di Bormio, diretta da Elisa Bellotti, aprirà le porte della sala conferenze della sua succursale in via Roma n. 131 per la manifestazione “Una stagione lirica a Bormio negli anni Cinquanta”. Una serata che si delinea interessante e che intende essere un omaggio a due poeti figli della “Magnifica Terra”, Gino Berbenni e Giulio Pedranzini, protagonisti di un’intensa stagione lirica dall’immediato dopoguerra alla metà degli anni Cinquanta. Il Berbenni e il Pedranzini furono sicuramente autori di valida poesia e degni di figurare fra le personalità più significative dell’intera area retica. Per entrambi la notorietà, oltre i confini della provincia valtellinese, è strettamente legata al “Premio San Pellegrino”, concorso nazionale di poesia fondato da Lionello Fiumi, affermato critico, poeta e traduttore in quegli anni. In quel concorso «Gino L Berbenni - spiega l’esperto Leo Schena - ottenne nell’edizione del 1948 una onorevole menzione. Giulio Pedranzini, due anni più tardi, fu giudicato meritevole di una segnalazione». Con gli anni la passione poetica dei due finì con l’affievolirsi: «Berbenni - conclude Schena - coltivò con passione i suoi interessi rivolti alla letteratura spagnola, Pedranzini, invece, si dedicò con successo al giornalismo». Nel corso della serata, che avrà inizio alle ore 21.00 e il cui ingresso è libero -, Milli Martinelli e Cecilia Robustelli illustreranno al pubblico non solo l’opera poetica ma pure le personalità dei due autori, mentre Gianluca Moiser, Marina Martinelli e Mina Bartesaghi si alterneranno nella lettura di liriche dei poeti, lettura che sarà accompagnata da brani al violino eseguiti dal M.° Gabriele Baffero, artista di fama. L’appuntamento, da offrire ai convalligiani e agli ospiti di Bormio durante le vacanze estive, è coordinato da Leo Schena, nome assai noto nel circolo culturale valtellinese e non solo, che rappresenta pure la Commissione Cultura del Comune di Bormio. CRONACA ValtellinaSuperiore IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 P A G I N A 29 LIVIGNO E TREPALLE IL SACERDOTE IN SETTEMBRE FARÀ IL SUO INGRESSO A SONDRIO Il saluto a don Marco Zubiani I NELLA Cosa le mancherà di Livigno ? «Quando saprò cosa trovo saprò anche cosa mi manca di Livigno. I preti di Sondrio mi hanno detto che “le chiese piene di Livigno me le potrò sognare”… Poi mi sembra di aver capito che manca un’ attenzione particolare al momento della morte e della sofferenza delle persone; il clima che c’è in una città rispetto a queste esperienze è molto diverso da quello di un paese. Fra un anno, alla prossima intervista, vi potrò dire cos’ altro mi manca di Livigno e Trepalle». Cosa non le mancherà? «Questo non te lo so dire, proprio perché quello che c’è a Livigno mi è piaciuto, sono stato contento di essere qui, di aver lavorato a Livigno e a Trepalle. Probabilmente mi man- BORMIO SABATO 31 LUGLIO Inaugurazione per la Sertorio arà inaugurata sabato 31 luglio, alle ore 17.00, presso le “Canoniche” di piazza Cavour 22 a Bormio, la Biblioteca parrocchiale “Sertorio”. Il nome è stato scelto in memoria di Pietro Antonio Sertorio, arciprete di Bormio dal 1799 al 1827. Dono alla Collegiata «l’uso perpetuo della libreria». E a questo suo fondo si unirono altre donazioni di parroci e canonici, fra i quali si segnala lo storico bormino Ignazio Bardea. La biblioteca comprende quasi 8000 volumi, articolati in varie sezioni. L’intero fondo è stato catalogato da Rosaria Giacomelli e Ivanna Motta. Le schede catalogra- S fiche dei libri sono visibili on line sulla banca dati Sebina Open Library del Catalogo Unico Provinciale (http://biblioteche.pro vincia.so.it/SebinaOpac/ Opac). In loco sono disponibili i cataloghi cartacei di tutti i volumi esistenti. È prevista l’attivazione di percorsi didattici per le scuole. La Biblioteca sarà aperta al pubblico tutti i mercoledì dalle ore 17.00 alle ore 19.00. Per informazioni contattare telefonicamente il numero 0342-910173. Il progetto della Biblioteca “Sertorio” vede la collaborazione della parrocchia Santi Gervasio e Protasio di Bormio, della Comunità Montana Alta Valtellina e di Regione Lombardia. VALFURVA SERATE ESTIVE Incontri culturali a biblioteca di Valfurva organizza due speciali serate all’Auditorium di Sant’Antonio (entrambe con inizio alle ore 21.00). La prima riguarda le “Testimonianze canore raccolte in Valtellina e Valchiavenna” a cura del Coro Vetta. Alla serata parteciperà, oltre al coro di Ponte in Valtellina, la formazione canora di casa, Li osc’ da Forba. La serata è in programma venerdì 30 luglio. Venerdì 6 agosto don Remo Bracchi si soffermerà sul linguaggio dialettale della valle riferendosi al “vocabolario furvese del fondo Ascoli, prima attestazione scritta del dialetto e gergo dei calzolai della Valfurva”. Per quanto riguarda il Film Festival della montagna 2010 organizzato dalla Sezione di Valfurva del Club Alpino Italiano, la rassegna di filmati e documentari riguardanti l’alpinismo europeo ed extraeuropeo, la natura e l’ambiente, che pure si terrà presso auditorium di Sant’Antonio Valfurva, sono 4 le serate proposte. Mercoledì 4 agosto alle ore 21.00, Marco Confortola presenta “Lhotse 2010”, con la partecipazione della “Fondazione Cassin”. Mercoledì 11 agosto alle ore 21.00, si parlerà del “Cerro Torre, parete ovest (prima ripetizione italiana) – Sette giorni in paradiso”, con Fabio Salini e Matteo Bernasconi. Mercoledì 18 agosto alle ore 21.00, lo scrittore e alpinista Davide Chiesa presenta “Il fascino delle vette, montagne da ricordare; storie di ghiaccio, di avventure e di uomini”. Mercoledì 25 agosto alle ore 21.00 è in programma la proiezione del film “Karl”, ricordando Karl Unterkircher con la partecipazione straordinaria di Michele Compagnoni. L Don Zubiani con i ragazzi del CDD ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ragazzi del Centro Diurno Disabili (CDD) di LivignoTrepalle hanno realizzato un’intervista a don Marco Zubiani in occasione del suo saluto alla comunità di Livigno. Domenica 25 luglio, è stata la comunità di Trepalle, durante la Santa Messa delle ore 10.45, nella chiesa di Sant’Anna, a salutare don Marco. Il programma di Livigno prevede: domenica 1 agosto, Santa Messa alle ore 19.30, nella chiesa di Santa Maria; lunedi 2 agosto, alle ore 19.30, presso Plaza Placheda, cena e serata in fraternità aperta a tutti. Qui di seguito l’intervista dei ragazzi del CDD a don Marco. cherà un po’ tutto, proprio perchè vado via sereno: nessuno mi manda via, è stata una scelta condivisa ma mi mancheranno queste comunità». Quali sono stati i momenti più belli con noi? «Tanti, tanti, tanti… penso alle celebrazioni, ricordo le Prime Comunioni, le Cresime, tanti matrimoni. Ci sono state anche belle esperienze come i pellegrinaggi, situazioni di cammino, di condivisione… l’incontro con le persone, l’attenzione mia nei loro confronti e quella loro nei miei. Momenti belli di amicizia che abbiamo vissuto. Tante cose belle che ad elencarle tutte ci vorrebbero dieci anni… abbondanti!». Qual è il suo piatto preferito? «È sempre quello pieno! Mangio di tutto, non ho grossi problemi ma un buon risotto lo mangio sempre volentieri». CHIARA Ha mai pensato di andare in missione? «No, non ho mai pensato di andare in missione; sono diventato prete diocesano proprio per vivere qui al servizio della Diocesi di Como. Il vescovo non mi ha mai chiesto o proposto di andare in missione; faccio il prete qui e cerco di farlo il meglio possibile. Chi ha questo desiderio ha tutta la mia ammirazione ma io sto più volentieri in Diocesi». Come ha vissuto la responsabilità di due parrocchie in questi anni? «Ho cercato di dare il meglio di me stesso, di essere presente, di condividere con la comunità. Alcune volte ci sono riuscito, altre no, in alcune situazioni è stato più facile, in altre più difficile ma credo che questo atteggiamento sia stato una realtà che ho vissuto in questi anni. Ricordo una sera che tornavo da Trepalle, dopo una giornata molto intensa, l’anno scorso in primavera, ho acceso l’autoradio e sento “si può dare di più, senza essere eroi…” Ho pensato: “Signore, questa sera non vale. Oggi ho proprio dato tutto.” E ho spento la radio». Cosa ha pensato nel momento in cui il vescovo le ha chiesto di cambiare parrocchia? «Questa volta tocca a me. Ecco cosa ho pensato. È una scelta che è stata fatta insieme, cercando di condividere, soprattutto con i suoi collaboratori, cercando di capire. Certamente c’è anche stato un pochino di smarrimento, pensare a Sondrio, la responsabilità più grossa, come parroco, di tutta la diocesi, un po’ mi ha spaventato. D’altra parte c’è anche un senso di serenità perché sono venuti a cercare don Marco e che, quindi, hanno apprezzato il lavoro di questi anni, che hanno fiducia in me e in quello che posso fare per questa nuova realtà che mi vede coinvolto come pastore». Qual è, secondo lei, la cosa più importante di una comunità parrocchiale? «Credo che la cosa più importante sia quella di seguire insieme il Signore Gesù. È anche il motto del vescovo: “Perfetti nell’unità”. Siamo chiamati ad essere una comunità; delle persone legate che vivono in comunione. Una comunione che si costruisce non solo intorno ad un tavolo mangiando pizzoccheri, ma camminando dietro il Signore Gesù, lui che è Via, Verità e Vita. La cosa più importante è questa; ognuno con il suo passo, ognuno con le sue fatiche, con le sue stanchezze e con il suo entusiasmo». FLAVIA Don Marco Zubiani disegnato da Danila Le dispiace andare via da Livigno? «Certamente. Qui ho vissuto 11 anni, belli, di lavoro, di sofferenze, di fatiche, ma anche di gioia, di condivisione, di servizio. Si è creato un legame di amicizia, di attenzione, di rispetto reciproco e di collaborazione. Fare il prete a Livigno è una cosa bella e andare via non è facile, ma credo che tutto quello che ho vissuto sia qualcosa che mi porto nel cuore giorno per giorno e che mi aiuterà ad andare avanti. Sappiamo che la nostra vita è fatta anche “di bagagli e di traslochi”, ma sempre con il cuore sereno». La preoccupa l’idea di diventare arciprete di Sondrio? «Sì. È la parrocchia più grossa delle diocesi, oltretutto il progetto che il vescovo ha messo in atto è quello di unire le due parrocchie che ci sono a Sondrio e di farla diventare un’unica unità pastorale. Solo un incosciente andrebbe a Sondrio pensando che tutto è semplice; le preoccupazioni ci sono, ma sappiamo che c’è il buon Dio che aiuta, ci sono la stima e la fiducia del vescovo e dei suoi collaboratori e c’è anche l’aiuto dei preti che il vescovo mi ha messo vicino proprio per riuscire a vivere questo nuovo servizio. Quindi si va con la giusta preoccupazione ma anche con la giusta serenità». Quali difficoltà ha avuto a fondare la comunità alloggio di San Rocco? «Innanzitutto individuare l’ambiente. I vostri familiari chiedevano da tanto tempo la possibilità di avere uno spazio per voi. L’intuizione è venuta due anni fa durante il ritorno dal pellegrinaggio da padre Pio, dopo aver scelto la casa di San Rocco per la comunità alloggio, tutto è stato molto più facile. Ho pensato ad una persona e quando ho chiesto la disponibilità a Sabrina, lei ha detto di sì. Poi è bello perché a Livigno , rispetto ai disabili, ci sono tante persone volontarie disponibili che si interessano e che danno attenzione a tutti voi, c’è un clima familiare». Ha già visto la sua nuova casa? Le piace? «Ho visto solo i muri perché i mobili li devo portare io. La casa è in centro Sondrio, non ho ancora guardato dalle finestre, ma credo che il panorama sarà un po’ diverso. Una casa diventa bella nella misura in cui tu ci stai volentieri, nella misura in cui accogli delle persone con le quali lavori. Ogni casa è bella perché diventa la tua casa, dove condividi le cose con le persone che ti stanno a cuore». Intervista a cura dei ragazzi del Centro Diurno Disabili di Trepalle e Livigno P A G I N A 30 MASSMEDIA IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 SEMPRE PIU’ ITALIANI LEGGONO LIBRI DI ARGOMENTO RELIGIOSO C’è ancora voglia di sacro, in libreria D opo un 2009 in cui tutto il mercato librario italiano è cresciuto, il primo semestre 2010 segna rosso in libreria (-3.7%). Al suo interno, però, il comparto editoriale cattolico segna “un riscontro moderatamente positivo”: rispetto al 2009, infatti, si è incrementato del 2.4%. È quanto risulta dal secondo Report di ricerca 2010 su “Il mercato dell’editoria cattolica e della libreria religiosa”, presentato in questi giorni a Bergamo dall’Uelci (Unione editori e librai cattolici italiani). Secondo padre Alfio Filippi, vicepresidente dell’Uelci, il segreto per resistere alla crisi è “una rinnovata attenzione alla qualità rispetto alla quantità, un giusto mix tra un catalogo duraturo fatto di strumenti di lavoro anche impegnativi e libri di 100-200 pagine facili e accessibili, per un pubblico di cultura non elevata”. Oggi la lettura e l’abitudine a leggere su schermi digitali è in crescita: si è triplicata in tre anni e riguarda quasi due milioni di italiani al di sopra dei 14 anni, che si definiscono lettori anche se il supporto non è più cartaceo. Da questo dato sono partiti gli editori cattolici nel “progettare nuove strategie editoriali e nuovi prodotti che siano al passo con le trasformazioni tecnologiche e rispondano anche agli stili di lettura dei nativi digitali”. Un pubblico “giovane”. Stando ai dati dell’indagine, curata da Giovanni Peresson dell’Ufficio studi dell’Aie (Associazione italiana editori) per conto dell’Uelci, si confermano alcuni elementi positivi già emersi nel 2009: crescono ancora i lettori di testi religiosi (671.000 in più dal 2000 al 2009 con un incremento del 25.32%, ma addirittura 306.000 dal 2002, con un incremento del 10.1%), pur in presenza di una diminuzione costante dei religiosi. Il pubblico è progressivamente più giovane: il 52.8% dei lettori nel 2009 è compreso nella fascia di età tra i 18 ti sul mercato. Una strada che è favorita anche dal fatto che Uelci rappresenta l’unico settore dove sono presenti tutti gli attori della filiera (editori, distributori, librerie di catena e indipendenti), uniti da valori comuni e dalla volontà di condividere sia gli elementi di analisi sia quelli di prospettiva. Del resto proprio l’editoria cattolica è stata l’antesignana della verticalizzazione della filiera, riconosciuta attualmente come il format di maggior successo”. In crescita la vendita di libri. Cresce anche nelle librerie religiose la vendita di libri: +2% nel 2009 rispetto al 2008 (128,650 milioni di euro contro 126,128) e, in linea con il mercato generale, si vende di più nelle librerie più grandi. Questo perché, commenta Enzo Pagani, libraio e vicepresidente dell’Uelci, “le librerie maggiori offrono un assortimento maggiore e servizi più efficienti a un pubblico sempre più attento ed ‘esplorativo’, che spesso vive la libreria non solo come momento di consumo, ma anche come esperienza”. Tra il 2007 e il 2009 è cre- e i 54 anni, contro il 44.2% del 2000. Il mercato dell’editoria cattolica, è uno dei dati salienti del rapporto, “continua la sua crescita, nonostante la crisi”, reggendosi sui libri religiosi e di varia, rispetto al decremento di riviste, audiovisivi e testi scolastici. Il circuito distributivo specializzato offre i propri servizi sia agli editori cattolici sia a quelli laici, e si rivolge a tutti i canali: librerie religiose e laiche, indipendenti e di catena, grande distribuzione (supermercati, autogrill, centri commerciali) e vendite “on line”. “Stabili” le librerie. Le librerie religiose sono il 14% delle li- brerie italiane. Dopo la forte contrazione delle librerie dal 2000 al 2008 (nel 2002 erano 285: in 7 anni i punti di vendita si sono ridotti del 15.7%, in particolare tra quelli indipendenti), nel 2010 si registra una stabilizzazione e la filiera può contare su 242 librerie (240 nel 2009) tra quelle di catena e non, appartenenti a case editrici cattoliche. A queste librerie si possono aggiungere altri 480 punti vendita, che non hanno come attività prevalente quella della vendita di libri ma sono localizzati presso enti religiosi o monasteri. L’Uelci, spiega il presidente, Giorgio Raccis, punta decisamente verso “forme di sinergia tra le varie sigle presen- AMARCORD “La Grande Illusione” di J.Renoir, presentato alla Mostra di Venezia del 1937, descrive la realtà di un campo di prigionia durante la Grande Guerra, senza però soffermarsi sui suoi aspetti violenti e sanguinolenti. Ci consegna un’immagine estremamente poetica di un’umanità “vittima” della storia e della sorte, in cui la linea di demarcazione tra i “nemici” e gli “amici” si fa sottile, labile e artificiosa come i confini tra le Nazioni (“le frontiere sono un’invenzione dell’uomo, la Natura se ne fotte”). Renoir non sembra giudicare nessuno: né lo spirito nazionalista di coloro che credono nella guerra, né coloro che si dimostrano indifferenti rispetto alle ragioni del proprio popolo; ma si limita a ritrarre la drammatica diversità sociale e ideologica tra soggetti provenienti da ceti differenti. La lezione del film è amara: ci mostra che esistono grandi e piccole illusioni. L’illusione che la guerra si risolva con un rapido succedersi di battaglie lampo. L’illusione che un mondo, un insieme di valori, quelli della nobiltà dell’ottocento sopravviva ancora. L’illusione che la rivoluzione francese sia stata tanto benefica quanto si crede. L’illusione che si sia immortali, invulnerabili, eternamente giovani. L’illusione di essere artefici della storia, che la si possa indirizzare con i nostri eroici comportamenti. E tante altre piccole illusioni, più intime ma non meno importanti. E noi che stiamo a guardare dovremmo chiederci cosa ne è stato di tutte queste illusioni, parafrasando Montale, “che senso ha questa nuova palta e il respirare altre ed eguali zaffate? e il vorticare sopra zattere di sterco?”. venerdì 30 luglio; ore 14.05; La 7 a cura di DANIELA GIUNCO sciuta ulteriormente la domanda dei lettori di libri religiosi: 671.000 in più dal 2000 al 2009 con un incremento del 25.32%, ma addirittura 306.000 dal 2007, con un incremento del 10.1%. Cambia anche il modo in cui il pubblico si percepisce come lettore di libri di argomento religioso, anche perché il tema “deborda” in altri generi, ad esempio i temi della vita e della bioetica. Più divulgazione. Nel 2009 sono stati pubblicati dalle case editrici italiane 4.630 titoli di libri religiosi (4.125 nel 2008, +12,2%), di cui 4.215 da parte di editori cattolici (415 da editori laici). Tra i titoli delle novità 2009 predominano quelli dell’area divulgativa (pastorale, catechesi, liturgia, spiritualità e meditazione, agio-grafia, devozione, formazione e famiglia) rispetto all’area riflessiva (Bibbia, teologia, teologia fondamentale, morale, storia della/e religione/i): 2004 novità contro 927. Hanno uno spazio significativo i titoli di varia non religiosa (988), mentre appare sottodimensionata l’editoria per ragazzi (296 novità). Chopin Sonata n.2 in si bemolle minore, op 35 per pianoforte L a Sonata n. 2 in si bemolle minore, op 35 per pianoforte (1839), concepita attorno alla Marcia funebre, punto di partenza e fulcro della composizione, è indubbiamente la più celebre delle tre Sonate scritte da Frédéric Chopin (1810-1849). La prima (op.4 in do minore), composta nel 1828, è raramente eseguita e, in effetti, la meno interessante anche se presenta alcuni spunti di particolare rilievo, considerando che è il frutto di un musicista diciottenne. La terza (op. 58 in si minore), scritta nel 1844, è opera della maturità e contiene momenti creativi fra i più entusiasmanti del catalogo chopiniano. La seconda (op. 35) è suddivisa in quattro movimenti ed è oggigiorno la più suonata in pubblico. Il primo – Grave – Doppio movimento – comincia con quattro enigmatiche battute che recano l’indicazione “Grave”: un breve recitativo che conduce immediatamente a un tempo veloce. Dopo la ripetizione dell’esposizione segue uno sviluppo dai toni appassionati, interamente dominato dal primo tema, dal tono ansimante, che è in chiaro contrasto con il secondo, più contemplativo e radioso. Il secondo movimento – Scherzo (in ¾) – in mi bemolle minore, è tecnicamente assai difficile. Ha un andamento estremamente concitato ed è imperniato su note ribattute, di elevata incidenza ritmica. La sezione centrale (“Trio”) è invece pensierosa e colma di presagi; la melodia, tipicamente chopiniana, è pregnante di umanità. Celeberrimo è il terzo mo- ALL'ASCOLTO vimento: Lento. Marcia funebre, che fu esegui- GRAMMA ta unitamente ad altre composizioni dello stesso Chopin in occasione del suo funerale, come da lui stesso richiesto. Secondo alcuni la Marcia funebre sarebbe stata scritta per commemorare l’insurrezione di Varsavia. Nel Trio centrale il pianoforte canta la melodia come farebbe un tenore di grazia. Una pagina sublime. Il Presto (2/4) conclusivo è il più singolare dei quattro movimenti. La struttura decisamente insolita rende persino problematica la descrizione a parole. Tecnicamente difficilissimo è basato su passaggi di ottave a terzine, all’unisono a due mani. Qualcuno vede, in questo finale, un cupo pessimismo. Paradossalmente potrebbe essere paragonato al corrispondente movimento della Sonata op. 26 di Beethoven, anch’esso un breve movimento in tempo molto rapido, che segue immediatamente una marcia funebre, ma in realtà non vi è nulla di più diverso. Alla melodia scattante e quasi sbarazzina di Beethoven, Chopin sostituisce un’enigmatica visione sull’abisso, che sembra quasi anticipare certe angosce esistenzialistiche tipiche del secolo successivo. GUIDA PEN TA a cura di ALBERTO CIMA P A G I N A 31 LETTEREeCONTRIBUTI IL SETTIMANALE DELLA DIOCESI DI COMO - 31 LUGLIO 2010 PAROLE, PAROLE, PAROLE (64) SASSIFRAGA GIALLA Liturgia Saxifraga aizoides Dal greco antico precristiano “leiturghia”, composta da “laos”, pubblico (popolo) ed “urghia”, opera, cioè: opera pubblica. I cittadini facoltosi dovevano provvedere ad opere (edifici, strade, monumenti, scuole…) o servizi pubblici, che le finanze della polis non potevano sostenere. Del resto anche nei municipi romani, come quello di Como, talune grandi opere, come le terme o le biblioteche, erano donate alla città da cittadini facoltosi. Si pensi a Caio Plinio Cecilio detto “Il Giovane”, le cui opere sono oggi recuperate in viale Lecco. Nel tardo Medio Evo o Rinascimento i comaschi riconoscenti gli hanno pure eretto una statua-monumento sulla facciata del Duomo. Inutilmente la Curia comense ha cercato di farlo spostare, perché Plinio il Giovane (come del resto lo zio-adottante Plinio il Naturalista, cui pure è dedicato una statua-monumento sulla facciata della Cattedrale) non erano cristiani, anche se eminenti. Il Giovane Plinio aveva avuto dei riguardi per i cristiani che rifiutavano di sacrificare alla statua dell’Imperatore di turno e lo zio aveva deprecato la ferocia con cui Nerone aveva fatto ricadere sui cristiani la colpa dell’incendio che aveva devastato Roma. Ma ciò non li aveva ascritti alla prima cristianità,anche perché entrambi consideravano la religione cristiana una “superstizione” esagerata e pericolosa. Piuttosto sembra che Seneca conoscesse ed avesse riguardo per la nuova religione,ma la sua morte prematura gli aveva impedito di moderare l’avversione verso i cristiani del ceto dirigente romano,cominciando dall’imperatore. In età cristiana la stessa parola è passata ad indicare i riti del culto pubblico, dai sacramenti ai sacramentali e, specialmente, la Eucaristia, come ogni fedele ben sa. Il nome fa riferimento all’attitudine di tutte le sassifraghe di insediarsi con le loro radici nelle fessure delle rocce, fino a provocare il loro allargamento e, di conseguenza, anche lo sgretolamento della roccia stessa. Il nome della specie, aizoides è pure di origine greca, poiché deriva dai due vocaboli aeì = sempre + zoós = vivente, il tutto con significato di “[sassifraga] sempreviva” Foto AC - Il Settimanale ATTILIO SANGIANI OCCORRE RISPETTARE MAGGIORMENTE L’AUTENTICITÀ DELLA VITA C aro Direttore, ho scelto prima della pausa estiva di trattare un tema che suona come un campanello d’allarme, specialmente tra la cosiddetta generazione tradizionalista e quella della nostra età, la quale con una punta di nostalgia ha vissuto in passato momenti belli ed episodi meno sereni che la modernità attuale sembra avere incoscientemente seppellito. Com’era bello quando nelle nostre dimore si festeggiava una nascita di un bimbo o quando durante il mese di maggio ci si riuniva tutti per recitare il Santo Rosario. Da non scordare quel 1954, quando ci si riuniva tutti in una sola casa per vedere la televisione con un genuino stupore. Ma il ricordo di quei fantastici anni che abbiamo alle spalle sembra essere rinato nelle nostre fragili menti per con- È il fiore simbolo della montagna. Il suo nome deriva dal greco lèon (leone) e poùs (piede); in passato si supponeva appunto che il suo fiore assomigliasse agli arti del leone LETTERE AL DIRETTORE FAX: 031.3109325 E-MAIL: [email protected] tinuare a sperare ancora in questo mondo, troppo affollato di schematismi, tanto da autodistruggere in breve tempo il proprio pensiero per lasciare spazio a quello successivo; da ciò deriva la considerazione che noi stessi rischiamo di essere inconsciamente schiavi nel riflettere sulle proprie idee e sullo scambio d’opinioni reciproco. Perciò l’andare in vacanza significa soprattutto voler staccare la spina per qualche giorno dai nostri pensieri e vivere la nostra libertà individuale. GIANNI NOLI STELLA ALPINA CINQUEFOGLIA DELLE DOLOMITI Il genere di questa pianta (Potentilla) è abbastanza numeroso, 200 è più specie. Il nome di questa pianta è nato grazie alle grandi virtù medicinali che le si attribuivano anticamente. Infatti il nome generico deriva dal vocabolo latino potens (= potenti proprietà curative) o portentum (= prodigiose possibilità sprigionate dalla pianta) e dal diminutivo illa, quindi potenti proprietà curative in un piccolo fiore Potentilla nitida Potentilla rosea Foto AC - Il Settimanale Leontopodium alpinum il settimanale Direttore responsabile: AGOSTINO CLERICI Editrice de Il Settimanale della Diocesi Coop.r .l. Coop.r.l. • Sede (direzione, redazione e amministrazione): V.le Cesare Battisti,8 - 22100 Como. T ELEFONO 031-26.35.33 FAX REDAZIONE 031-30.00.33 FAX SEGRETERIA 031-31.09.325 E-MAIL: [email protected] conto corrente postale n. 20059226 intestato a a: Il Settimanale della Diocesi di Como • Redazione di Sondrio: Via Gianoli, 18 - 23100 Sondrio. TELEFONO E FAX: 0342-21.00.43 E.MAIL: [email protected] Stampa: A. G. Bellavite S.r .l. - Missaglia (Lc) S.r.l. Registrazione TTribunale ribunale di Como numero 24/76 del 23.12.1976 Pubblicità: La Pr ovincia Essepiemme Pubblicità Via Pasquale Paoli, 21 Provincia 22100 Como - telefono: 031-58.22.11 fax: 031-52.64.50 tariffe: euro 31 a modulo commerciale Prezzo abbonamenti 2010: Annuale euro 50 Europeo ed extraeuropeo euro 50 più spese postali La testata Il settimanale della diocesi di Como fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250. Foto AC - Il Settimanale Questo giornale è associato alla FISC (Federazione Italiana USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) Settimanali Cattolici) e all’USPI INFORMATIVA PER GLI ABBONATI La società Editrice de Il Settimanale della Diocesi di Como, titolare del trattamento, tratta i dati, liberamente conferiti per ricevere il ns. periodico in abbonamento, in ottemperanza al D.Lgs. 196/2003. 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