Osservatorio previdenza n. 8, 08.05.2015

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Osservatorio previdenza n. 8, 08.05.2015
OSSERVATORIO PREVIDENZA
Anno VII – n. 8
8 MAGGIO 2015
INPRIMOPIANO
SENTENZACORTECOSTITUZIONALE
Barbagallo,Governorestituisca
ilmaltolto
ipotesi è fuori dalla realtà giuridica e ag‐
giungerebbelabeffaaldanno”.Adaffermar‐
loinunanotaèilsegretarioconfederaledel‐
laUil,DomenicoProietti.
BOLOGNA,6MAG‐Dopolasen‐
tenzadellaConsultachehabocciatoilblocco
della rivalutazione per le pensioni oltre tre
volteilminimoperil2012e2013ilGoverno
deve"restituireilmaltoltoaipensionati.Èun
maltolto perchè hanno fatto cassa con i
pensionatieipensionandiconunaleggeche
è incostituzionale". Lo ha detto a Bologna il
segretariogeneraledellaUil,CarmeloBarba‐
gallo. "Adesso devono restituire i soldi e
avremo un po' più di poter di acquisto per i
pensionati ‐ ha aggiunto ‐ così come occorre
darepotered'acquistoailavoratori,attraver‐
so il rinnovo dei contratti,a partire dal pub‐
blicoimpiego".
Proietti(Uil),rimborsida2.540
europerassegni1.500euro
Perdueanniblocco(2012‐2013)
edeffettosu2014
ROMA,6MAG‐Conl'applicazio‐
nedellasentenzadellaCorteCo‐
stituzionale,ilrimborsoperunapensioneche
nel2011eradi1500eurolordi,quindiappe‐
na superiore alle tre volte il minimo, dovrà
partireda2.540europeridueannidiblocco
(2012 e 2013) e per gli effetti che questi
hannoavutosul2014.E'quantocalcolalaUil,
in uno studio sulle pensioni elaborato dal
Serviziopolitichefiscali,nelqualeindicauna
rivalutazionedicirca85euroalmese.
Proietti,restituiresubito
soldiingiustamentesottratti
Roma, 5 mag. ‐ "Dopo la sen‐
tenzadellaCorteCostituzionale
ilGovernodevefareunacosamoltosemplice:
restituire subito ai pensionati i soldi ingiu‐
stamentesottrattiinquestianni.Ognialtra
Proietti(Uil),
da1000euroinpiùin2105
seapplicatasentenza
‐ Roma, 6 mag. ‐ "Con l'ap‐
plicazionedellasentenzadellaCorteCostitu‐
zionale" sulla legge Fornero "una pensione
che nel 2011 era di1500 euro lordi, appena
superiorealle3volteilminimo,avràunari‐
valutazionedicirca85euroalmesee2.540
euro circa come rimborso per i due anni di
blocco2012e2013eperglieffettichequesti
hanno avuto sul 2014". È quanto dichiara il
segretario confederale della Uil Domenico
Proietti, invitando il governo ad applicare
subitolasentenzaatuttiipensionatiinmodo
da ristabilire "equità e giustizia". L'applica‐
zione della sentenza dando più disponibilità
diredditoamilionidipensionatie'anche"un
contributo importante alla ripresa dei con‐
sumiinterniequindiunsostegnoallaripresa
della crescita e delle attività produttive con
beneficioperl'occupazione".
Piùneldettaglio,secondoun'analisidellaUil,
quandoloStatoprovvederàall'adeguamento
deitrattamentieliminandoilbloccoFornero:
‐ il pensionato che nel 2011 percepiva un
trattamento pari a 4 volte il minimo, 1.500
eurolordi,percepiràannualmentesullapen‐
sioneinerogazionenel2015circa1.026euro
inpiù;
‐ il pensionato con un trattamento pari a 5
volte il minimo, 2500 euro lordi, percepirà
annualmente sulla pensione in erogazione
nel2015circa1.621euroinpiù.
STUDIOUIL,RIMBORSO2.540EURO
PERASSEGNI1500EUROLORDI
Proietti, governo applichi sentenza
ristabilendoequitàegiustizia
Roma, 6 mag. ‐ Con l'applica‐
zione della sentenza della Cor‐
te Costituzionale una pensione che nel 2011
eradi1500eurolordi,appenasuperiorealle
3 volte il minimo, avrà una rivalutazione di
circa85euroalmesee2.540eurocircacome
rimborso per i due anni di blocco 2012 e
2013eperglieffettichequestihannoavuto
sul2014.
E’ uno studio della Uil a quantificare il 'dan‐
no' economico subito dai pensionati con
assegni superiori a tre volte il minimo per
effetto del blocco delle rivalutazioni deciso
dalla legge Fornero. Una sentenza che il
sindacato,comespiegailsegretarioconfede‐
rale Domenico Proietti, chiede venga rispet‐
tata:"ilGovernoapplichisubitolasentenzaa
tuttiipensionatiristabilendoequitàegiusti‐
zia. La disponibilità di reddito per milioni di
pensionati sarà anche un contributo impor‐
tanteallaripresadeiconsumiinterniequindi
unsostegnoallaripresadellacrescitaedelle
attività produttive con beneficio per l'occu‐
pazione",spiega.
Undannochesimoltiplicaproporzionalmen‐
te al crescere della pensione: infatti, quando
lo Stato provvederà all'adeguamento dei
trattamenti eliminando il blocco Fornero, il
pensionatoconun
trattamento pari a 5 volte il minimo, 2500
eurolordi,percepiràogniannosullapensio‐
neinerogazionenel2015circa1.621euroin
più. Il tutto al netto degli interessi. Il conto,
infatti,cambiapesantementesesicalcolanoi
costi bancari: in questa ipotesi, spiega lo
studio, chi nel 2011 percepiva mensilmente
1500 euro di pensione lorda ha diritto nel
2012 a 1.544 euro lordi mensili, mentre nel
2013hadiritto1584eurolordimensili,così
nel2015,applicandolariduzioneprevistadal
blocco Letta, dovrebbe percepire 1605 euro
al mese, 99 euro in più rispetto a quanto
percepisceconlalegislazionevigente.
E non è finita: oltre all'applicazione della
sentenza, spiega ancora il sindacato, i pen‐
sionatidovrannoricevereunrimborsoperil
mancato adeguamento per gli anni 2012 e
2013edunaintegrazioneperl'adeguamento
avvenutoconilbloccoLettaperil2014edil
2015.
Così un pensionato che nel 2011 percepiva
untrattamentoparia4volteilminimo,1.500
lordi dovrà avere, per l'anno 2012 circa 530
euro,circa1.008eurosiaperl'anno2013che
perl'anno2014,suquestesommedovranno
essere applicati, ovviamente, anche gli inte‐
ressimaturati.
L’ELABORAZIONEUIL
SUGLIESITIDELLASENTENZA
DELLACORTECOSTITUZIONALE
LasentenzadellaCorteCostituzionale
chehadichiaratoincostituzionaleilblocco
dellaperequazionedeitrattamentipensionistici
‐ElaborazionidelServiziopoliticheprevidenzialiUIL‐
Lostudioprendeinesamel’importodell’assegnomensilelordoperdiversefascedired‐
dito da pensione. L’analisi che abbiamo svolto riguarda gli effetti che i blocchi
dell’indicizzazionehannoprodottosuqueste.
Nellatabella1mostriamol’andamentodellepensionidal2011adoggiapplicandolale‐
gislazionevigente,quindiapplicandosiailbloccoFornero,siaquelloprevistodalGover‐
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noLettaconlaLeggediStabilità2014.Dall’esamediquestidatisievidenziacomelepen‐
sionisuperioria3volteilminimomainferiorialle4volte(negliesempiquelleda1.500
euroeda1800euro),nel2011abbianosubìtounadeguamentominimoseconfrontate
conildatodel2015,rispettivamentemenodi20eurolordemensiliperquelleda1.500
euroemenodi25eurolordemensiliperquelleda1.800euro.
VAIALLOSTUDIOCOMPLETO
LAUILSULLASTAMPA
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LAUILSULWEB
Lavoro
Pensioni: così il blocco delle rivalutazioni
ha inciso sugli assegni
I calcoli della Uil in attesa delle decisioni del Governo
sulle modalità di rimborso richieste
dalla sentenza della Corte Costituzionale
DiEdmondoRho‐Ilgovernostastudiandounsistemadirimborsoratealeperapplicarela
sentenza 37/2015 della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco delle
perequazioni,sullepensionioltre3volteilminimo,varatoperil2012e3013conlamano‐
vra Monti‐Fornero. La decisione della Consulta sulle pensioni “richiede una valutazione
dettagliata sia degli aspetti giuridici sia degli impatti finanziari” ha spiegato il ministro
dell’EconomiaPierCarloPadoan.Secondoalcune stimeilcostoper lo Statodellasentenza
sarebbe intorno ai 9 miliardi di euro: “Lavoriamo per avere una soluzione rispettosa dei
giudiciechealtempostessominimizziicostiperlafinanzapubblicacheinnegabilmenteci
sono”hadettoPadoan.
Ma quanto ha inciso la mancata perequazione sulle tasche dei singoli pensionati, circa5,2
milioni di italianiche sono stati toccati dal blocco delle rivalutazioni Istat? Secondo i calcoli
dellaUil,chinel2011percepiva1.500eurolordialmesedipensione,arrivanel2015apren‐
dere1.519,59euroafrontedei1.606eurocheavrebbeincassatoconlanormativaprimadello
stop dell’indicizzazione, quasi 87euro in meno al mese che si traducono in una perdita di
1044euro annui. La penalizzazione sale ulteriormente, in maniera esponenziale, per le pen‐
sioni più alte: chi prendeva 2.500 euro lordi al mese nel 2011 oggi ci rimette mensilmente
oltre113euro,chiavevaunapensionedi5.000eurosubisceunaperditadi287euroalmese,
unpensionatoda10.000euroal mesenel2011 oggicenerimettepiùdi725acausadelbloc‐
codellaperequazione.
La restituzione privilegerà, in prima battuta, chi percepisce le rendite pensionistiche più
basse.Masecondoicalcolideisindacati,sitrattacomunquediunapiccolapartediquantoè
statotoltoalpopolodeipensionaticon“unagigantescaoperazionedicassafattaaspesedel
sistemaprevidenzialeitaliano:circa80miliardidieuroditaglinelperiodo2013‐2020,come
sievincedalrapportodellostudioattuarialedell’INPS”ricordaDomenicoProietti,segretario
confederaleUilconladelegasufiscoeprevidenza.
C’èpoiiltemadell’ulteriorebloccodellerivalutazioni,decisoperil2014dalgovernoLettacon
modalitàdiverseechepotrebbeessereasuavoltadichiaratoillegittimodallaCorteCostitu‐
zionale.SecondolaUil,ilproblemaèdigiustiziasociale:inItaliailredditoannuomediodiun
pensionatoèparia11.695euro,inoltreil41,3%deipensionatipercepisceunredditomensile
sotto i 1.000 euro. “Questi dati da soli mostrano l’urgenza di agire sulle pensioni in essere
recuperandolapienaindicizzazione”,sostieneProietti.
QuialcunetabelleelaboratedallaUil:
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MaqualisonolepropostedellaUil,perequazioniaparte,perrimettereordinenelsistema
delle pensioni? “Per evitare ulteriori ingiustizie, come nel caso degli esodati, occor‐
reripristinareunsistemaflessibilechesipotrebbeottenereattraversolaridefinizione
diquote,sommandogliannidietàegliannidicontribuzione,ostabilendounrange,trai
62edi70anni,nelqualeillavoratorepossasceglierequandoandareinpensione”,propo‐
neProietti."Ilsistemavapensatoancheinbaseallediversetipologiedilavoroesenzaul‐
teriori penalizzazioni oltre quelle già implicite nel sistema contributivo”. Questi temi sa‐
rannoabrevesultavolonelconfrontotraisindacatieilministrodelLavoro,GiulianoPo‐
letti:conlaprossimaleggediStabilità,dovrebbeinfattiarrivarelaflessibilitàinuscita,cioè
lapossibilitàdiandareinpensioneprima.Conregoleancoratuttedadefinireneidettagli.
Pensioni, il governo
pensa di non rimborsare tutti i pensionati
di Flavio Bini - Rimborsi sì, ma non per tutti. Quello che ormai era parso sempre più inevitabile negli ultimi giorni, oggi è diventato quasi ufficiale. “Il rimborso della mancata indicizzazione non potrà essere per tutti, e ci sono dei precedenti della Consulta che avvalorano
questa impostazione”, hanno chiarito fonti di governo, dopo che le parole del sottosegretario Enrico Zanetti, anche se in qualità di segretario di Scelta Civica, avevano fatto suonare
più di un campanello d’allarme. “È impensabile - aveva detto Zanetti - rimborsare chi ha
pensioni fino a sei-otto volte la minima”. Che significa lasciare fuori chi ha pensioni superiori ai 3-4000 euro lordi al mese.
Il punto insomma non è più quanto restituire (l'ultima stima del Nens dell'ex ministro Vincenzo Visco parlano di 16 miliardi), ma a chi. La soluzione del nodo pensioni viaggia insomma su due binari paralleli. Da una lato la questione tecnica, la quantificazione della
somma necessaria, pur virtuale, per rispettare integralmente la sentenza della Corte Costituzionale, dall’altra quella politica: fino a quale soglia far scattare i rimborsi. Escludendo
appunto quelle più alteUna analoga misura varata dal governo Prodi, per le pensioni 8 volte superiori al minimo,
fu ritenuta legittima dalla Consulta. Ma ora, è l'interpretazione di alcuni esponenti nel governo, nella sentenza della corte costituzionale "ci sono motivi per ritenere compatibile una
misura del genere anche per pensioni più basse". Le soluzioni tecniche allo studio "sono
molte", ma ovviamente "va contemperata l'esigenza di sostenibilità dei conti pubblici con il
rispetto della sentenza: non possiamo di certo fare un intervento che sarebbe bocciato nuovamente". Lo stesso Zanetti in tarda serata ha chiarito che la rivalutazione delle pensioni
andrà a scalare con l'aumentare dell'assegno. “L'aspetto della gradazione sarà centrale", ha
spiegato il sottosegretario all’Economia.
Calcolatrici a parte, spetterà al governo e al presidente del Consiglio decidere chi lasciare a
bocca asciutta. Tenendo ovviamente presente che maggiore sarà la platea dei beneficiare
del rimborso, maggiore sarà la spesa da sostenere.
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Ecco perché, ad esempio, andare a toccare quelle che un tempo sarebbero state definite
pensioni d’argento, ovvero superiori a dieci volte il minimo – 5000 euro lordi al mese – riguarderebbe soltanto lo 0,7% delle pensioni, circa 173 mila assegni. Quanto potrebbe valere
lasciare fuori questa categoria di “privilegiati” in termini di maggiori risparmi non è facile
da calcolare.
Nelle stime del servizio politiche previdenziali della Uil diffuse oggi, per assegni pari a 10
mila volte il minimo, il solo rimborso per gli anni 2012 e 2013 oltre all’effetto “trascinamento” sul 2014 varrebbe 7284 euro. Escludere quindi questi pensionati dalla restituzione potrebbe garantire almeno 1,3 miliardi. Cifra prudenziale visto che la somma calcolata dalla
Uil riguarda i soli assegni pari a 5000 euro lordi. Con assegni maggiori, i rimborsi sono naturalmente destinati a crescere.
Se invece si fissasse, l’asticella più in basso, sopra i 3000 euro (pari a sei volte il minimo),
come pare essere nelle ultime ore l’intenzione del governo, il numero degli esclusi salirebbe
a circa 690 mila pensionati, pari però a meno del 3% del totale dei pensionati secondo i dati
2013 diffusi dall'Inps. E in questo caso, sempre utilizzando i numeri della Uil come riferimento, il beneficio potrebbe lievitare tra i 4 e i 5 miliardi. Cifra che potrebbe però ridursi se
come dice Zanetti la rivalutazione dovesse essere graduale anziché azzerarsi completamente tra uno scaglione e un altro.
Niente allarmismi però. Il governo ha fatto capire che la soluzione potrebbe arrivare solo la
prossima settimana: “C'è ancora tempo – si spiega dal governo - prima delle raccomandazioni della commissione europea che dovrebbero arrivare mercoledì prossimo".
Ma anche riducendo il numero dei beneficiari per la restituzione, le dimensioni del "buco"
aperto dalla sentenza della Consulta restano considerevoli. E sullo sfondo resta un'altra delle misure allo studio del governo: trovare una parte delle coperture direttamente dagli assegni più alti, ricalcolandoli con i metodo contributivo e applicando un contributo di solidarietà sulla differenza tra quanto incassato oggi e quanto dovuto sulla base dei soli contributi
versati. Per il momento, solo ipotesi. Ma non fuori dalla realtà, visto che in settimana anche
il responsabile economico del Pd e consigliere del premier Filippo Taddei in settimana si è
detto favorevole a un "intervento" di questo tipo sui trattamenti più alti.
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Pensioni, sentenza Consulta in Gazzetta ufficiale. La Corte:
"Blocco cancellato, governo può cambiare legge"
ROMA - Tecnicamente è già efficace. La sentenza della Consulta che ha bocciato il blocco
degli adeguamenti pensionistici è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale e quindi già acquista validità. Di sicuro sta aprendo un caso per il governo e per le casse pubbliche. Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan ha dichiarato che l'esecutivo "rispetterà la sentenza, cercando un impatto minimo per i conti pubblici". Il sottosegretario all'Economia, e
leader di Scelta Civica, Enrico Zanetti aveva però aperto un caso nel governo: "Escludo
che sia possibile restituire a tutti l'indicizzazione delle pensioni - ha detto ieri - , per quelle
più alte sarebbe immorale e il governo deve dirlo forte. Occorre farlo per le fasce più basse". Il sottosegretario ha poi spiegato, ad Agorà su Raitre, che "cinquemila euro potrebbe
essere una soglia al di sopra della quale sarebbe ingiusto rimborsare, verrebbe meno il requisito di giustizia sociale".
A questo punto, dunque, l'esecutivo potrebbe anche pensare di riscrivere la norma alzando
il tetto del blocco alle perequazioni. D'altra parte lo hanno già fatto i governi Prodi nel 1998
e Berlusconi nel 2007: in quelle occasioni la Consulta non ebbe nulla da ridire anche perché l'Ulivo vietò l'adeguamento per gli assegni oltre 5 volte il minimo e il Pdl fissò l'asticella
a 8 volte il minimo. I cinquemila euro di cui parla Zanetti, però, sono più di 10 volte il minimo e riguarderebbero solo una parte residuale dei pensionati. Difficile, quindi, far quadrare
i conti in questo modo.
Intanto dai sindacati arriva un'apertura: "La sentenza deve essere applicata immediatamente. Siamo disponibili a ragionare con il governo sulle modalità e sulle tempistiche della
restituzione degli arretrati" ha detto il segretario generale dello Spi Cgil Carla Cantone a
Radio Anch'io che poi aggiunge: "Concordo sul fatto che sugli arretrati si può fare un discorso di gradualità sui tempi".
Un intervento ufficiale della Consulta ha smentito oggi le interpretazioni date ieri sera ad
alcune indiscrezioni secondo le quali i giudici avrebbero sollecitato il rimborso immediato e
automatico a tutti i pensionati che si erano visti bloccare l'assegno dalla riforma Fornero. In
base a tali indiscrezioni, i giudici avrebbero sottolineato che per recuperare le somme non
indicizzate non serve un ricorso, perché dopo la sentenza la restituzione è un obbligo da
parte dello Stato.
Stamattina, è intervenuto il presidente della Corte Costituzionale, Alessandro Criscuolo, in
persona: "In relazione alle notizie di stampa che attribuiscono alla corte dichiarazioni in merito alla natura 'autoapplicativa' della decisione n. 70 - si legge nella nota - il presidente
precisa che la corte non ha rilasciato alcuna dichiarazione al riguardo". Le sentenze della
Corte che dichiarano la illegittimità costituzionale di una norma di legge o di un atto avente
forza di legge - si legge ancora in una nota - producono la cessazione di efficacia della
norma stessa dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione. Da quel momento
gli interessati possono adottare le iniziative che reputano necessarie e gli organi politici,
ove lo ritengano, possono adottare i provvedimenti del caso nelle forme costituzionali". Ossia, i pensionati possono attivarsi legalmente per riavere le somme non avute, mentre il
governo può adottare nuovi provvedimenti per, ad esempio, riproporre il blocco delle rivalu24
tazioni limitandolo però agli assegni più corposi.
La sentenza della Corte costituzionale è chiara: il blocco dell'adeguamento all'inflazione
delle pensioni lorde di importo superiore a tre volte il minimo previsto dall'Inps (1.443 euro)
è incostituzionale. Con l'applicazione della sentenza - secondo uno studio della Uil - il rimborso per una pensione che nel 2011 era di 1500 euro lordi, quindi appena superiore alle
tre volte il minimo, dovrà partire da 2.540 euro per i due anni di blocco (2012 e 2013) e per
gli effetti che questi hanno avuto sul 2014. La rivalutazione calcolata è di circa 85 euro al
mese. Somme che rischiano di pesare fino a 13 miliardi di euro sulle casse del governo.
Addirittura 16,6 miliardi secondo l'ufficio studi della Cgia. La stessa Ue ieri era intervenuta
per avvisare l'Italia che, quale che sarà la soluzione adottata, le misure sulle pensioni devono rispettare i vincoli del patto di stabilità.
Pensioni: Uil stima rimborso
2.540 euro da blocco 2012-13
13:01 ROMA ‐‐Con l'applicazione della sentenza della Corte Costituzionale una pensione
chenel2011eradi1500eurolordi,appenasuperiorealle3volteilminimo,avra'unariva‐
lutazionedicirca85euroalmesee2.540eurocircacomerimborsoperidueannidibloc‐
co 2012 e 2013 e per gli effetti che questi hanno avuto sul 2014. E' quanto prevede uno
studiodellaUilcheinvitailGovernoadapplicare"subitolasentenzaatuttiipensionati
ristabilendo equita' e giustizia. L'applicazione della sentenza dando piu' disponibilita' di
redditoamilionidipensionatie'ancheuncontributoimportanteallaripresadeiconsumi
interniequindiunsostegnoallaripresadellacrescitaedelleattivita'produttiveconbene‐
ficioperl'occupazione".LostudioUilprendeinesamel'importodell'assegnomensilelor‐
doperdiversefascediredditodapensioneeriguardaglieffetticheiblocchidell'indicizza‐
zionehannoprodottosuqueste.Dall'esamediquestidatisievidenziacomelepensionisu‐
perioria3volteilminimomainferiorialle4volte(negliesempiquelleda1.500euroeda
1800 euro), nel 2011 abbiano subito un adeguamento minimo se confrontate con il dato
del2015,rispettivamentemenodi20eurolordemensiliperquelleda1.500euroemeno
di25eurolordemensiliperquelleda1.800euro.Inparticolare,quandoloStatoprovve‐
dera'all'adeguamentodeitrattamentieliminandoilbloccoFornero:ilpensionatochenel
2011 percepiva un trattamento pari a 4 volte il minimo, 1.500 euro lordi, percepira' an‐
nualmentesullapensioneinerogazionenel2015circa1.026euroinpiu';ilpensionatocon
un trattamento pari a 5 volte il minimo, 2500 euro lordi, percepira' annualmente sulla
pensioneinerogazionenel2015circa1.621euroinpiu'.
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Rivalutazione pensioni, Zanetti:
"Escludo restituzione a tutti dell'indicizzazione".
Proietti (Uil): "Applicare la sentenza"
Bruxelles "pronta a valutare l'impatto sui conti". Il 'buco' sulle pensioni costerà all'Italia oltre 16,6 miliardi di euro. Consumatori: l'Inps attui subito la disposizione
Redazione Tiscali
Le parole del sottosegretario Enrico Zanetti sono destinate a scatenare reazioni. Il sottosegretario si è riferito alle conseguenze della sentenza della Corte Costituzionale sul “blocco Fornero” della rivalutazione per le pensioni dicendo: "Escludo che sia possibile restituire a tutti l'indicizzazione delle pensioni, per quelle più alte sarebbe immorale e il governo deve dirlo forte.
Occorre farlo per le fasce più basse". Il leader di Sc ha però sottolineato che si tratta di "una
opinione espressa a titolo personale".
I calcoli Uil - Secondo quanto calcolato dalla Uil, con l'applicazione della sentenza della Corte
Costituzionale, il rimborso per una pensione che nel 2011 era di 1500 euro lordi, quindi appena
superiore alle tre volte il minimo, dovrà partire da 2.540 euro per i due anni di blocco (2012 e
2013) e per gli effetti che questi hanno avuto sul 2014. Il sindacato lo sostiene in uno studio
sulle pensioni elaborato dal Servizio politiche fiscali, nel quale indica una rivalutazione di circa
85 euro al mese.
Proietti: "Il governo applichi subito la sentenza"- "Il Governo applichi subito la sentenza a
tutti i pensionati ristabilendo equità e giustizia", afferma a questo proposito il segretario confederale Uil, Domenico Proietti: l'applicazione della sentenza "dando più disponibilità di reddito a
milioni di pensionati - sottolinea - è anche un contributo importante alla ripresa dei consumi interni e quindi un sostegno alla ripresa della crescita e delle attività produttive con beneficio per
l'occupazione".
L'occhio vigile di Bruxelles - D’altra parte Bruxelles "aspetta la decisione del Governo su
come attuare la sentenza della Consulta e ne valuterà l'impatto sui conti", ma "questo non deve compromettere l'impegno italiano a rispettare le regole del Patto". Lo affermano fonti Ue,
precisando che "la sostenibilità dei conti deve restare una priorità anche alla luce dell'alta spesa pensionistica". La Commissione europea è in contatto con le autorità italiane e si aspetta
notizie al più presto. Non c'è una vera scadenza per presentare le decisioni del Governo a
Bruxelles, ma c'è una circostanza significativa che potrebbe accelerare le mosse italiane: il 13
maggio verranno presentate le Raccomandazioni specifiche per Paese (CSR), il documento
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annuale con cui la Commissione dà agli Stati 'pagelle' e 'compiti a casa', ovvero una valutazione complessiva dell'andamento dei conti pubblici in relazione agli obiettivi di bilancio fissati, e
un esame delle riforme in corso e del loro impatto. Se l'Italia non invierà prima del 13 maggio
alcuna informazione sulle misure compensative che intende attuare, quello sui suoi conti rischia di essere un giudizio 'sospeso', sul quale potrebbe presto abbattersi una tegola che costringerebbe Bruxelles a rivedere i dati sia sul deficit che sul debito del 2015.
Associazioni consumatori: l'Inps attui subito la disposizione - La sentenza della Corte
Costituzionale che ha bocciato la norma Fornero sulla perequazione delle pensioni "va attuata
dall'Inps" e la restituzione da parte dell'istituto deve essere "automatica", chiedono le organizzazioni dei consumatori Federconsumatori, Adusbef e Codacons. Il Codacons presenterà una
"formale diffida all'Inps affinché dia immediata esecuzione alla sentenza della Corte" e si dice
pronto a denunciare per abuso di ufficio il premier Matteo Renzi e il Ministro dell'Economia Pier
Carlo Padoan. Per Federconsumatori e Adusbef, il Governo deve restituire "il 'maltolto' trovando i fondi necessari attraverso una serie determinata lotta agli abusi, agli sprechi, ai privilegi
nonché all'evasione fiscale".
Un buco di oltre 16 mld - La situazione però è destinata a complicarsi. Dopo la decisione della Consulta il 'buco' sulle pensioni costerà all'Italia oltre 16,6 miliardi di euro. A sostenerlo la
Cgia di Mestre sull'importo complessivo che l'Inps rischia di restituire ai 5 milioni di pensionati
che hanno subito il mancato adeguamento Istat disposto dal governo Monti con il "Salva Italia"
che è stato calcolato al netto dell'Irpef. Per la Cgia il blocco avvenuto nel 2012-2013 ha interessato i pensionati che percepiscono un assegno mensile netto superiore a 1.088 euro.
Pensioni
"Il governo deve restituire il maltolto", afferma il segretario della Uil Barbagallo. Intanto Bruxelles ammonisce: "Non si comprometta il Patto". La
Corte Costituzionale: "Sentenza vale per tutti, non serve il ricorso"
23:36‐"Escludochesiapossibilerestituireatuttil'indicizzazionedellepensioni,perquelle
piùaltesarebbeimmoraleeilgovernodevedirloforte.Occorrefarloperlefascepiùbasse".Lo
hadettoilleaderdiSceltaCivicaesottosegretarioall'EconomiaEnricoZanetti,sottolineando
comeperòquestasia"unaopinioneespressaatitolopersonale".SecondolaCgiadiMestreil
bucoèda16,6miliardidieuro.
Ilministrodell'EconomiaPierCarloPadoan,inmeritoallaplateadellepersonedarimborsa‐
re,hasottolineatoche"stiamopensandointensamentesiaagliaspettiistituzionalisiadifinan‐
zapubblica"."Pensiamoamisurecheminimizzinol'impattosuicontipubblici,nelpienori‐
spettodellaCorte",haaggiunto.
DalcantosuoilsegretariogeneraledellaUilCarmeloBarbagallohasottolineatoche,dopola
sentenzadellaConsultachehabocciatoilbloccodellarivalutazioneperlepensionioltretre
volteilminimoperil2012e2013,ilgovernodeve"restituireilmaltoltoaipensionati"."E'
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unmaltolto‐hasottolineato‐perchéhannofattocassaconipensionatieipensionandicon
unaleggecheèincostituzionale".
"Adessodevonorestituireisoldieavremounpo'piùdipoterdiacquistoperipensionati‐
haaggiuntoBarbagallo‐cosìcomeoccorredarepotered'acquistoailavoratori,attraversoil
rinnovodeicontratti,apartiredalpubblicoimpiego"."Ilgovernoapplichisubitolasenten‐
zaatuttiipensionatiristabilendoequitàegiustizia",haquindiribaditoilsegretarioconfede‐
raledellaUilDomenicoProietti.
IntantoBruxelles"aspettaladecisionedelgovernosucomeattuarelasentenzadellaConsulta
enevaluteràl'impattosuiconti",ma"questonondevecomprometterel'impegnoitaliano
arispettareleregoledelPatto".E'quantohannoaffermatofontiUe,precisandoche"laso‐
stenibilitàdeicontideverestareunaprioritàancheallalucedell'altaspesapensionistica".
Cgia:"Bucoda16miliardi"‐DopoladecisionedellaConsultailbucosullepensionipotrebbe
costareall'Italiaoltre16,6miliardidieuro.LosostienelaCgiadiMestresull'importocomples‐
sivochel'Inpsrischiadirestituireai5milionidipensionatichehannosubitoilmancatoade‐
guamentoIstatdispostodalgovernoMonticonil"SalvaItalia".
FontiCorteCostituzionale:"Sentenzaautoapplicativa"‐LasentenzadellaCorteCostitu‐
zionalesullepensionieilbloccodelleindicizzazioni,senzal'introduzionedieventualiinter‐
ventidelgoverno,valediperséergaomnesedèimmediatamenteapplicativa.Lospieganosia
fontivicineallaCorte,siaalcunigiuristi,sottolineandoquindichetecnicamentenonserveun
ricorso,anchesequestapuòessereunaviapersollecitareilrimborso.
Pensioni, Padoan:
rispetteremo la Consulta.
Ma si studiano limitazioni per i rimborsi
Tra la fine di questa settimana e la metà della prossima, il governo troverà il modo di rispondere alla sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni. Lo riferiscono fonti di governo spiegando che
nessuna ipotesi è esclusa, ogni soluzione è possibile. All'interno dell'esecutivo si studia la sentenza che, viene sottolineato, ancora non è stata nemmeno pubblicata. Certo è che la sentenza rischia di aprire un caso all'interno del governo. Dopo che il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan ha annunciato che l'esecutivo "rispetterà le leggi, minimizzando l'impatto per le casse dello Stato
", oggi il sottosegretario dell'Economia, e leader di Scelta Civica, Enrico Zanetti ha spiegato:
"Escludo che sia possibile restituire a tutti l'indicizzazione delle pensioni, per quelle più alte sarebbe
immorale e il governo deve dirlo forte. Occorre farlo per le fasce più basse". Opinione "espressa a
titolo personale", quella di Zanetti. Dal governo, comunque, alcune fonti fanno sapere che non rimborsare tutte le pensioni toccate dalla recente sentenza della Consulta è una soluzione "compatibile con la sentenza”.
D'altra parte, la Consulta è stata chiara:: il blocco dell'adeguamento all'inflazione delle pensioni lorde di importo superiore a tre volte il minimo previsto dall'Inps (1.443 euro) è incostituzionale. Ora,
con l'applicazione della sentenza, secondo uno studio della Uil il rimborso per una pensione che
nel 2011 era di 1500 euro lordi dovrà partire da 2.540 euro per i due anni di blocco (2012 e 2013) e
per gli effetti che questi hanno avuto sul 2014. La rivalutazione calcolata è di circa 85 euro al mese.
Somme che rischiano di pesare fino a 13 miliardi di euro sulle casse dello stato. Addirittura 16,6 miliardi secondo l'ufficio studi della Cgia. Proprio secondo quest'ultimo studio, il rimborso medio spettante per le pensioni da 2.500 a 3mila euro arriva a 3.791 euro, per poi superare i 5.171 euro per le
pensioni al di sopra dei 3mila euro. Cifre importanti, che costringeranno il governo a un lavoro difficilissimo per individuare tempi e modalità del rimborso. Anche perché l'Ue è stata chiara. Bruxelles
"aspetta la decisione del governo su come attuare la sentenza della Consulta e ne valuterà l'impatto sui conti", ma "questo non deve compromettere l'impegno italiano a rispettare le regole del Patto": così fonti Ue, precisando che "la sostenibilità dei conti deve restare una priorità anche alla luce
dell'alta spesa pensionistica".
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Caso pensioni, Zanetti: "Impensabile restituirle a tutti"
Dopo la bocciatura della Consulta del blocco delle rivalutazioni, il
sottosegretario ipotizza un rimborso solo ai redditi più bassi. Ma il
governo lo stoppa: fanno fede soltanto le parole di Padoan.
Fonti della Corte:sentenza vale per tutti, no ricorso
Il mancato aumento delle pensioni deciso nel 2011 dal governo Monti e dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale lo scorso 30 aprile potrebbe non venire restituito a tutti. Parlando a titolo personale il sottosegretario dell'Economia e leader di Scelta Civica Enrico Zanetti ha infatti spiegato che è "impensabile" l'ipotesi di
restituire erga omnes l'indicizzazione delle pensioni. "Per quelle più alte sarebbe immorale - aggiunge Zanetti
- e il governo deve dirlo forte. Occorre farlo per le fasce più basse".
E a Sky TG24 chiosa ancora: "La mia posizione è la posizione di uno dei tre partiti che sostiene la maggioranza, non c’è antitesi con quanto detto da Padoan, c’è una differente lettura".
Padoan: "Lavoriamo a soluzione" - Parole che sembrano aprire un caso all'interno dell'esecutivo, anche
se nel pomeriggio fonti governative hanno fatto filtrare che "non rimborsare tutti è compatibile con la sentenza della Consulta". Insomma, un'ipotesi che potrebbe stare in piedi. In ogni caso, il tema non verrà affrontato
nella riunione del Cdm di domani. E Palazzo Chigi tiene a precisare che sulla questione fanno fede le parole
pronunciate dal ministro Padoan, che in giornata ha ribadito che il governo sta lavorando per trovare una soluzione alla questione aperta dalla sentenza della Corte Costituzionale sulla indicizzazione delle pensioni nel
2012-2013, cercando di "minimizzare i costi".
Fonti Consulta: sentenza vale per tutti - E intanto fonti della Corte Costituzionale, riprese da varie agenzie di stampa, fanno sapere che le sentenze della Corte costituzionale sono immediatamente applicative:
l'articolo 30 della legge 87/1953, che regola il funzionamento della Corte, sancisce che "le norme dichiarate
incostituzionali non possono avere applicazione dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione". Non
serve, dunque, presentare un ricorso per ottenere il rimborso pensionistico.
Bruxelles aspetta decisione Italia - Un peso sui conti pubblici italiani a cui guarda con preoccupazione
anche Bruxelles, in attesa di capire quali soluzioni adotterà il governo italiano. Fonti dell'Unione Europea
fanno infatti sapere che si aspetta la decisione del Governo su come attuare la sentenza della Consulta e ne valuterà l'impatto sui conti, ma "questo non deve compromettere l'impegno italiano a rispettare le regole del
Patto di Stabilità". La Commissione è in continuo contatto con le autorità italiane su tutti i temi legati agli sviluppi della finanza pubblica, si ricorda a Bruxelles.
I numeri secondo Uil e Cgia - Dopo la decisione della Consulta il 'buco' sulle pensioni costerà all'Italia oltre 16,6 miliardi di euro. Lo sostiene la Cgia di Mestre sull'importo complessivo che l'Inps rischia di restituire
ai 5 milioni di pensionati che hanno subito il mancato adeguamento Istat. Con l'applicazione della sentenza
della Corte Costituzionale, ipotizza invece la Uil, una pensione che nel 2011 era di 1500 euro lordi, appena
superiore alle 3 volte il minimo, avrà una rivalutazione di circa 85 euro al mese e 2.540 euro circa come rimborso per i due anni di blocco 2012 e 2013 e per gli effetti che questi hanno avuto sul 2014. La Uil prova così a
quantificare il 'danno' economico subito dai pensionati con assegni superiori a tre volte il minimo per effetto
del blocco delle rivalutazioni deciso dalla legge Fornero.
Blocco pensioni, per gli assegni
da 1.500 euro
rimborsi da 2.540
La stima effettuata dalla Uil dopo la sentenza della Consulta
che ribaltava lo stop alla rivalutazione della Fornero
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Un rimborso minimo di 2.540 euro a chi ha una pensione di 1.500 euro lordi circa, la cui rivalutazione è stata bloccata dalla norma Fornero, poi bocciata dalla Corte costituzionale.
A calcolare quanto dovrà tornare nelle tasche dei pensionati, a partire da coloro che hanno un assegno più basso, è la Uil. La restituzione potrebbe del resto essere limitata alle fasce più basse. Se, per
esempio, si decidesse di fissare i rimborsi per i redditi mensili lordi tra 1.500 euro e 2.500 euro circa,
i pensionati a esserne interessati sarebbero 4,3 milioni (sui 6 milioni circa che sono stati coinvolti
dal blocco della perequazione).
PRESSING DEL SINDACATO. Il sindacato, intanto, non allenta il pressing perché la sentenza sia
subito applicata, rendendo da un lato «giustizia» ai pensionati e dall'altro dando «un contributo» alla
crescita e alla ripresa dei consumi. Così, ha detto il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo, «avranno un po' più potere d'acquisto». Tabelle alla mano, secondo lo studio elaborato dal Servizio
politiche fiscali della Uil, con l'applicazione della sentenza della Consulta - che ha dichiarato incostituzionale il blocco della perequazione sui trattamenti pensionistici di importo superiore a tre volte
il minimo, ossia 1.405 euro lordi al mese, per il 2012 e il 2013 - il rimborso per una pensione che nel
2011 era di 1.500 euro lordi, quindi appena superiore alle tre volte il minimo, dovrà partire da 2.540
euro per i due anni di blocco e per gli effetti che questi hanno avuto sul 2014.
RIVALUTAZIONE DI 85 EURO AL MESE. Nello specifico dovrà riavere per l'anno 2012 circa
530 euro e circa 1.008 euro sia per l'anno 2013 che per l'anno 2014 (su queste somme dovranno essere applicati anche gli interessi maturati). Avrà così una rivalutazione di 85 euro circa al mese dal
2013 in poi. La Uil calcola il recupero dell'inflazione al 3% nel 2012 e al 2,6%, sulla base della previsione dell'Inps, nel 2013, quando però quella reale si è attestata all'1,2%. Il governo «deve restituire il maltolto ai pensionati. È un maltolto» - ha insistito Barbagallo - «perché hanno fatto cassa con i
pensionati e i pensionandi con una legge che è incostituzionale». A questo si è aggiunto l'appello affinché l'esecutivo «applichi subito la sentenza a tutti i pensionati ristabilendo equità e giustizia», ha
aggiunto il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. Peraltro, ha proseguito, l'applicazione della sentenza «dando più disponibilità di reddito a milioni di pensionati è anche un contributo
importante alla ripresa dei consumi interni e quindi un sostegno alla ripresa della crescita e delle attività produttive con beneficio per l'occupazione».
FORNERO BOCCIATA
Pensioni, il governo non vuole
pagare gli scatti
Enrico Zanetti parla chiaro. Al punto che, senza girarci troppo intorno, ha rivelato punto
per punto la nuova fregatura che il governo di Matteo Renzi sta per servire ai pensionati.
La soluzione al blocco degli adeguamenti delle pensioni da 1.405 euro in su - blocco cassato dalla Corte costituzionale - è un altro provvedimento probabilmente illegittimo ed è
l’ennesima mazzata per gli italiani. Il sottosegretario all’Economia, per la verità, è convinto
che l’intervento non sarà un blitz fuori legge e ha ufficialmente confermato quanto ventilato
nei giorni scorsi: palazzo Chigi vuole rimborsare solo chi percepisce pensioni molto basse.
La questione riguarda 6 milioni di soggetti che dal 2012 non hanno visto crescere
l’assegno Inps con l’inflazione. Il giro di vite, introdotto con lariforma Fornero del governo
Monti, è stato dichiarato incostituzionale il 30 aprile dai giudici di palazzo della Consulta. Di
qui la necessità, per l’attuale esecutivo, di correre ai ripari. La faccenda vale dai 10 ai 16
miliardi, stando ai calcoli circolati in questi giorni. I conti pubblici - quelli dell’Inps in partico30
lare - salterebbero per aria. Dunque bisogna circoscrivere i rimborsi, secondo Zanetti. «È
impensabile» che si restituiscano i soldi ai pensionati «che prendono 3.500-4.000 euro al
mese, quando si è chiesto ai giovani di passare al sistema contributivo e ai quasi pensionati di spostare in avanti l’età per andare in pensione. Sarebbe immorale e il governo deve
dirlo forte». La Uil ha calcolato quanto dovrebbe tornare nelle tasche dei cittadini. Se, a
esempio, si decidesse di fissare i rimborsi per i redditi mensili lordi tra 1.500 euro e 2.500
euro circa, i pensionati a esserne interessati sarebbero 4,3 milioni, mentre altri 1,7 milioni
di soggetti non avrebbero alcun rimborso. Nel dettaglio, per il 2012 e il 2013 - il rimborso
per una pensione che nel 2011 era di 1.500 euro lordi, quindi appena superiore alle tre volte il minimo, dovrà partire da 2.540 euro per i due anni di blocco e per gli effetti che questi
hanno avuto sul 2014. Nello specifico dovrà riavere per l’anno 2012 circa 530 euro e circa
1.008 euro sia per l’anno 2013 che per l'anno 2014 (su queste somme dovranno essere
applicati anche gli interessi maturati). Avrà così una rivalutazione di 85 euro circa al mese
dal 2013 in poi. La Uil calcola il recupero dell’inflazione al 3% nel 2012 e al 2,6%, sulla base della previsione dell’Inps, nel 2013, quando però quella reale si è attestata all’1,2%.
Calcoli simili li fa la Cgia di Mestre.
A confermare l’opzione ristretta è stato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan:
«Stiamo pensando intensamente sia agli aspetti istituzionali sia di finanza pubblica». Per
ora non sono noti i dettagli del decreto, che arriverà nelle prossime settimane, magari dopo
il voto di fine maggio per i consigli regionali. Il tema è delicato e in cabina elettorale potrebbe il blitz potrebbe avere un peso specifico. Fonti del governo hanno fatto sapere che a palazzo Chigi non c’è urgenza. Di sicuro, come ha chiarito pure Zanetti, il tesoretto da 1,7 miliardi previsto dall’ultimo Documento di economia e finanza è andato: «Ci siamo giocati parecchio di più». Restano i dubbi su una nuova denuncia alla Corte costituzionale. La tesi
che circola fra i tecnici del governo, tuttavia, è più o meno questa. «Non rimborsare» tutti è
una soluzione «compatibile con la sentenza della Corte» e comunque «quello dei rimborsi
è un falso problema, perché è difficile che qualcuno faccia ricorso per 1.500 euro accollandosi le spese». La Corte ieri ha chiarito informalmente che la sentenza è autoapplicativa e i
ricorsi non sono necessari ma utili. Il governo, però, scommette sul fatto che i pensionati
non avranno fondi a disposizione per pagare avvocati e spese di giudizio. È la legge del
più forte. A Renzi piace così.
di FRANCESCO DE DOMINICIS
Pensioni:studioUil,rimborso
2.540europerassegni1500euro
lordi
Proietti,governoapplichisentenza
ristabilendoequitàegiustizia
Pensioni, rimborso 2.540
euro per assegni
1500 euro lordi
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Pensioni: studio Uil, rimborso 2.540
euro per assegni 1500 euro lordi
Consulta: "Sentenza vale erga omnes, senza ricorsi"
Pensioni | Uil | ‘la Consulta ci ha dato ragione’
Consulta: “Sentenza vale erga omnes”
FONTI GOVERNATIVE “E’ POSSIBILE
NON RIMBORSARE TUTTE LE PENSIONI TOCCATE DALLA SENTENZA
DELLA CONSULTA”
Pensioni, miliardi da rimborsare
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Pensioni, Uil: con rivalutazione
fino mille euro in più l'anno
Il calcolo del Servizio Politiche Previdenziali
Pensioni: studio Uil, rimborso 2.540 euro
per assegni 1500 euro lordi
Pensioni: Uil,
rimborsi da 2.540 euro
Pensioni: studio Uil, rimborso 2.540 euro per assegni 1500 euro lordi
Pensioni: Uil, rimborsi da 2.540 euro
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