barca spariglia le carte della sinistra
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barca spariglia le carte della sinistra
Anno II - Numero 88 - Sabato 13 aprile 2013 Direttore: Francesco Storace Roma, via Filippo Corridoni n. 23 LA POLITICA SEMPRE NEL CAOS A CINQUE GIORNI DALLE VOTAZIONI PER IL QUIRINALE QUIRINARIE BARCA SPARIGLIA LE CARTE DELLA SINISTRA La Rete manda Ko i grillini Nel centrodestra ci si accontenta delle tattiche berlusconiane hi di Rete ferisce, di Rete perisce. E così la prima edizione delle ‘Quirinarie’ non è andata al meglio – anzi, facciamo prima a parlare di fiasco - per i grillini, chiamati ad esprimersi on line sul nome del Presidente della Repubblica. E’ stato lo stesso Beppe Grillo, dopo che i suoi comunicatori lo avevano già detto ma evidentemente senza… comunicare il volere del guru, che le ‘Quirinarie’ erano state oggetto di attacco di hacker e che quindi andavano ripetute. Ma per il comico genovese, che della Rete ha fatto il suo cavallo di battaglia, è poi arrivata la doppia beffa. Prima la dichiarazione di Fabio Ghioni, massimo esperto di informatica ed ex hacker: "Non serve un hacker per lasciar votare mille volte la stessa persona: non scomodiamoli per la vicenda delle Quirinarie. L'attacco 'nemico' non c'entra niente con la debacle dell'esperimento di Grillo. Il problema è la non possibilita' del sistema del 5 Stelle di certificare la corrispondenza tra voti e persone”. E poi, sempre sulla Rete, è stato tutto un fiorire di commenti ironici. Gianroberto Casaleggio, incaricato di vegliare sulle Qurinarie con la sua società, è diventato ''Gianroberto Casareccio''. Ma l'oggetto dello scherno online sono soprattutto Beppe Grillo e i militanti 'a cinque stelle'. ''Fin quando non sta bene a Beppe Grillo. Votazioni infinite'', scrive Andrea. “Quirinarie annullate. O stava venendo su un candidato sgradito?'', si domanda Eugenio C. Opinione condivisa da Collapse: ''iorivotoilmiopresidente perche' quello che avevo votato prima non vi e' piaciuto''. E Taniuzzacalabra rincara la dose: ''Non sapevo che 'Non mi piace il risultato' adesso si dicesse 'Attacco informatico'. C di Guido Paglia obbiamo essere grati anche noi al Ministro della Coesione Territoriale, Fabrizio Barca. Perché, in mezzo al mare di ipocrisia che contraddistingue le mosse di Bersani e degli altri leader del PD in tema di Quirinale e nuovo governo, ha avuto il coraggio di uscire allo scoperto e gridare che “il Re è nudo!”. Cioè che il Partito Democratico, al quale si è appena iscritto per poter concorrere a cambiarlo profondamente, “non è un partito di centrosinistra, ma di sinistra”. Malgrado sia cresciuto all’ombra di un padre, Luciano (ex-Decima Mas), arruolato da Palmiro Togliatti come tanti altri fascisti “di sinistra”, non ha assimilato nulla della famosa “doppiezza” del Migliore. No, lui si è candidato discretamente alla successione di Bersani, dicendo pane al pane e vino al vino. E non l’ha fatto autocandidandosi e basta. Ha presentato subito il suo manifesto programmatico. Con una serie di idee che spostano l’asse politico del partito dal centro alla periferia, dalla sede del Nazareno alle realtà territoriali, le uniche in grado di far capire ai dirigenti quali siano le effettive necessità del Paese, in un momento di così netto distacco di Igor Traboni D Fabrizio Barca e Silvio Berlusconi tra politici ed elettorato. Mossa intelligente che, difatti, sta creando il panico all’interno del PD, con la “vecchia guardia” post-comunista e post-democristiana che non sa che pesci pigliare. Ecco, anche a noi, a destra, piacerebbe che spuntasse un Barca. Anche a noi, a destra, piacerebbe che saltasse fuori qualcuno capace di gridare “il Re è nudo!” e che è arrivato il momento di cambiare, profondamente, la realtà esistente. Berlusconi è Berlusconi, ha avuto ed ha tutt’ora una capacità straordinaria di fare da argine –da solo- a questa sinistra ipocrita e forcaiola, che usa una fetta della magistratura come “braccio giudiziario” per tenersi a galla. Tutte le sue mosse in questo momento di caos, sono però ispirate a pura tattica. E’ pronto a votare un espo- nente del PD per il Quirinale, purché poi si faccia il governo di “larghe intese”. Tanto, sa benissimo che con Bersani questo esecutivo non si farà mai. E aspetta che il Partito Democratico imploda. Tattica, tattica intelligente, ma pur sempre pura tattica. Nulla che faccia lontanamente intravvedere un pensiero strategico che non siano altre elezioni anticipate. Ecco, a sinistra c’è chi si sta attrezzando non per il domani, ma almeno per il dopodomani. Per cercare di recuperare il distacco della gente dai partiti e dalla politica e annullare gli isterismi dell’elettorato aizzato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. A destra si segue come pecore il leader carismatico. E basta. Anche noi vorremmo prendere una Barca. Servizio a pag.2 Elezioni Regionali IL PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE, FRANCO GALLO, APRE AI MATRIMONI OMOSESSUALI I “10 saggi” al Colle Storace in visita in Friuli Venezia Giulia FRANCIA, SÌ ALLE NOZZE GAY. PROTESTE DAVANTI AL SENATO Ecco le idee Hollande punta tutto sulle questioni ideologiche, per non affrontare la ben più grave situazione economica. Il senatore del Pdl, Maurizio Gasparri, replica alle parole del “Capo” della Consulta finalmente terminato il lavoro dei “saggi”. Il collegio dei 10 tecnici chiamati da Giorgio Napolitano per proporre un piano di riforma istituzionale ed economica ha presentato il documento redatto in queste settimane. Fra i cambiamenti più significativi c’è la proposta di un ritorno ad un sistema elettorale “misto” (maggioritario e proporzionale), con un “premio di governabilità”. Ma anche l’addio al bicameralismo perfetto e la proposta di un sindacato di candidabilità per chiunque si presenti alle elezioni, di competenza di un giudice apposito e non più del Parlamento. Micol Paglia a pag.3 di Federico Campoli l Senato francese alla fine ha approvato il disegno di legge sui matrimoni omosessuali e sulle adozioni da parte di coppie gay. Ora manca solo il sì dell’Assemblea Nazionale. Poi sarà legge a tutti gli effetti. Una normativa controversa che ha spaccato in due il paese. Sin dalle prime luci della mattina, il Parlamento è stato assediato dai manifestanti della “Manif pour tous”, gli oppositori al progetto, che da mesi invadono la capitale con oceaniche manifestazioni di protesta. Ma il governo socialista non ha mai voluto ascoltare la controparte. La Francia è il dodicesimo paese ad acconsentire alle richieste della comunità LGTB. La scelta del governo di François Hollande, cioè di I na triplice sfida da vincere. Tra poco più di una settimana il Friuli Venezia Giulia è chiamato al voto per le elezioni Regionali, Amministrative e per la Provincia di Udine. Diverse le tematiche affrontate ieri dal segretario nazionale de La Destra Francesco Storace in visita nella regione: dalla sanità, alla giustizia, al sociale. Sono solo alcuni degli aspetti che sono stati esaminati nel doppio incontro a Gemona e a Tolmezzo, dove militanti e simpatizzanti del partito si sono radunati in vista dell’importante appuntamento del 21 e 22 aprile. Oggi nuovo incontro a Udine. Barbara Fruch a pag.8 U portare avanti strenuamente una battaglia come questa, risulta curiosa, se contestualizzata alla situazione economico-sociale francese. Gli ultimi dati, riferiscono che la disoccupazione in Francia ha toccato livelli record (11%), mentre il debito pubblico ammonta a circa 1.800 miliardi, cioè il 90% del Pil. L’economia francese, in compenso, è ferma. Ma di questo Hollande non se ne è preoccupato. Ha preferito andare avanti sulla questione dei gay, tralasciando la più “noiosa” questione dei suicidi. Sperava di recuperare un po’del consenso perduto. Forse non si è fatto bene i calcoli. Secondo gli ultimi sondaggi il 53% della popolazione è contrario sia ai matrimoni gay. Se parliamo di adozioni la cifra aumenta vertiginosamente. La decisione parigina ha suscitato grande scalpore anche in Italia. Franco Gallo, presidente della Corte Costituzionale, ha dichiarato che “due persone dello stesso sesso hanno il diritto fondamentale di ottenere il riconoscimento giuridico, con connessi diritti e doveri, della loro stabile unione”. Ha aggiunto poi che “c’è un problema di diritti”. Un problema c’è sicuramente, ma per fortuna non è nostro, per il momento. In ogni caso, si tratta di un’apertura inaspettata per uno che dovrebbe essere super-partes. Immediata è stata la reazione del senatore del Pdl Maurizio Gasparri. “Con quale diritto il presidente Gallo ordina di fare leggi sulle coppie omosessuali?”. Poi aggiunge “Al di la della questione in sè, tra l'altro complessa e controversa, affermiamo con determinazione che non spetta a una figura simile dettare le regole al Parlamento”. È Lourdes La tragedia della crisi Società Sanità Parla il medico che valuta i miracoli Raffica di suicidi senza precedenti Metodo stamina: cura o business? Non si placa la bufera Alemanno al lavoro sull’Idi San Carlo sulle alleanze a pag. 4 Fruch e Parisi pag. 6 Carola Parisi a pag. 5 Valter Brogino Roma verso il voto pag. 6 Giuseppe Sarra a pag. 7 Attualità 2 Sabato 13 aprile 2013 Toto-Quirinale: il Pdl cerca l’accordo col Pd Fra i “papabili” del Centrodestra c’è sempre in testa Gianni Letta. Mentre i democratici non mollano Giuliano Amato. E i grillini puntano su Rodotà di Micol Paglia anca poco. Tra meno di una settimana, giovedì per l’esattezza, inizieranno le votazioni del Parlamento in seduta comune per eleggere il successore di Giorgio Napolitano al Colle. Ogni partito rappresentato alla Camera o al Senato è in fermento per stabilire chi, alla fine, saranno i veri candidati al Quirinale. La Lega Bobo Maroni, che non si era esposto poi molto nei giorni passati, ieri ha provocatoriamente proposto a Pierluigi Bersani di tentare anche lui la “scalata” al Colle. Proposta sdegnosamente rifiutata dal Segretario del Pd che, dopo il fallimento del suo mandato esplorativo e la nomina dei “10 saggi”, non ha la più vaga idea di che cosa dovrà fare “da grande”. Intanto, sempre Roberto Maroni, ha dato una brusca frenata alla possibile candidatura di Giuliano Amato. Il nome del due Presidente del Consiglio, che molto piace a tutta una parte del centro-sinistra, non riscuote alcun successo fra le file del Pdl e dei suoi alleati del Nord. M Il Pdl Mentre il Popolo delle Libertà si prepara a scendere in piazza (oggi a Bari è prevista una mega manifestazione organizzata da Fitto), Berlusconi lancia ai “democrat” un ultimatum per presentare un possibile candidato su cui centro-destra e centro-sinistra possano trovare un accordo. Cinque giorni per proporre un nome condiviso. A patto che, dopo l’elezione del Presidente della Repubblica, si opti per un Governo di larghe intese. Sempre che il Pd ci stia perché in caso contrario –e il Cav. non sembra granché spaventato dall’ipotesi-, il Pdl proporrà una sua rosa di nomi. Come al solito, in pole position c’è Gianni Letta, uomo su cui Berlusconi ha sempre puntato per la Presidenza della Repubblica. Altro possibile candidato, non certo amato come Letta, ma che piace sempre molto al centro-destra, sarebbe Marcello Pera, gradito anche all’area dei moderati. Il Pd Una cosa è certa. Nonostante le provocazioni dei leghisti, Pierluigi Bersani non punta al Colle. “Non sono candidato. Ci vuole un po’ di fantasia in più”, ha risposto il Segretario democratico a Bobo Maroni. Fatto sta, che l’accordo con il Pdl per un nome da presentare al Parlamento in seduta comune e che piaccia anche a Berlusconi & co. sembrerebbe molto difficile. L’ipotesi più probabile è che i democratici presentino i loro cinque candidati a prescindere dalle richieste del Pdl. Nella lista dei “papabili” ci sarà quasi LA NOVITÀ DEL GIORNO, A CENTRO-SINISTRA, È IL MANIFESTO DI FABRIZIO BARCA Il Pd si affida alla “catopleba” Il ministro si candida alla guida del partito con un neologismo In mattinata l’incontro interlocutorio tra D’Alema e Bersani vento epocale? Chissà. Fatto sta che ieri il centro-sinistra ha vissuto tra le interminabili consultazioni di Bersani e un fatto nuovo. Partiamo, per una volta, dal vecchio: l’incontro D’Alema-Bersani. Un’ora di colloquio per dirsi che “la situazione è difficile ma siamo tutti impegnati perché il partito ne esca bene” (parole di D’Alema), ma soprattutto per fare il punto della situazione dopo il vis-a-vis con Renzi. Il fatto nuovo è stato invece il varo della Barca che dovrà portarlo, il partito, ad un lido diverso da quello progettato proprio dal sindaco di Firenze. Un lido “più di sinistra”, dice il ministro alla Coesione Territoriale, che ha pubblicato il suo tanto atteso manifesto, 55 pagine per lanciarsi alla testa di un partito al quale si è (provvidenzialmente) iscritto proprio in questi giorni. Sinistra, perché l’Italia “è l'unico paese al mondo dove non si può dire questa parola”, spiega Fabrizio Barca. Cosa che è valida – per fortuna – anche per il suo opposto perché, ha specificato il ministro di Monti dai microfoni di Rainews24, ci si deve chiamare “centrosinistra, centrodestra: la parola centro deve stare dappertutto. E' il risultato di una visione sbagliata che noi economisti abbiamo regalato all’analisi politica, che bisogna tutti convergere al centro. Le persone hanno convincimenti diversi. Il Pd già oggi, senza che arrivi Barca a dirlo, è un partito di sinistra. Si chiama di centrosinistra per ipocrisia. Non è un altro partito - ha detto Barca perché altrimenti non mi sarei iscritto al Pd”. E per lui, che neo-iscritto si candida a guidarlo, il Pd dovrà essere un partito “robusto, che viva non solo nelle stanze del governo, ma E certamente Giuliano Amato, nonostante il veto posto dalla Lega. Probabile anche l’inserimento di Piero Grasso. Il Presidente del Senato potrebbe essere fra i candidati più popolari del Pd. Insieme a quello dell’ex magistrato, si fa da giorni anche il nome dell’ex Presidente di Palazzo Madama, Franco Marini. Fra le donne (perché, si sa, le quote rosa sono molto “politically correct”) si continua a parlare di Anna Finocchiaro e della radicale Emma Bonino, che molto piace alla cosiddetta “società civile”. I pentastellati L’unico, ulteriore, punto fermo di questo toto-nomi per il Colle, è che nessun partito cercherà l’appoggio dei grillini. Gli adepti del comico-leader genove- se, continuano a proporre i loro candidati, a prescindere da ciò che si muove tutto intorno a loro. Su tutti, il candidato che sembra aver sbancato la concorrenza è Stefano Rodotà. Il Costituzionalista e Professore Emerito, piace parecchio anche a molti intellettuali democratici. Proprio come Gustavo Zagrebelsky, candidato che come nessun altro è spinto da Marco Travaglio e da tutto il popolo de Il Fatto Quotidiano. Ben più pittoresche le ipotesi che vorrebbero Dario Fo (nome proposto direttamente da Grillo qualche tempo fa) e Gino Strada. Il medico-fondatore di Emergency ha avuto un boom di voti on line, ma di certo la sua candidatura (anche alla luce delle sue recenti, vergognose, esternazioni sull’ex ministro Brunetta) spaccherebbe letteralmente a metà le camere. L’outsider Visto che in tutto questo marasma di nomine, sembra che ognuno voglia dire la sua, è il caso di far presente che perfino Roberto Saviano ha proposto il suo candidato “del cuore”. È Anna Maria Cancellieri, ministro dell’Interno del Governo Monti, “con una grande sensibilità sul tema della mafia”. Tanto basta a Saviano per scendere in campo e sostenerla nella scalata al Colle. Staremo a vedere chi saranno i veri candidati per la corsa al Quirinale. D’altra parte, giovedì è più vicino di quanto sembri. GLI ITALIANI A TAVOLA CONTINUANO A FARE I CONTI CON LA CRISI: VIA I CIBI PIÙ COSTOSI DAL PANIERE Carrello light per tasche vuote Tra rincari e qualche ribasso nel belpaese si rinuncia ai prodotti di qualità, genuini ma troppo cari Nelle foto Fabrizio Barca anche nei territori”. Dei quali arriva a disegnare quasi una “geopolitica” perché, dice Barca, “Non solo in Italia ma anche negli altri paesi i partiti hanno finito per essere l'espressione dei ceti medi urbani, anche assecondandone molti vizi”. Il manifesto ha suscitato l’applauso scrosciante di coloro che lo attendevano, principalmente convinti anti-renziani. Ma anche perplessità e persino ilarità. Tutta colpa del “catoblepismo”, parola coniata nel 1962 da Raffaele Mattioli per, spiega lo stesso Barca, definire il rapporto tra ”partiti Stato-centrici e macchina dello Stato arcaica ed elites che li governano”, fondamentalmente quindi la confusione tra controllori e controllati che “produce un equilibrio perverso, di sottosviluppo: una fratellanza siamese”. Per la serie: catoblepisti di tutto il mondo unitevi. Se sapete di esserlo, Robert Vignola s’intende… on è sicuramente una conseguenza della prova costume che si avvicina se il carrello della spesa degli italiani e' meno caro, nel senso che si è svuotato dei prodotti base per l'alimentazione: dalla frutta (-4%) agli ortaggi (-3%), dal grana padano (-7%) al parmigiano reggiano (- 3 per cento) fino alla carne bovina per cui si registra un calo delle macellazioni del 7 per cento nel primo trimestre. La crisi che continua a fare da scure sui portafogli tricolori non cessa di stringere il paese nella sua morsa, anzi, implica tra gli scaffali dei supermercati maggior oculatezza e parsimonia, nonché dolente eliminazione di cibi sì essenziali ma sicuramente troppo cari. I dati relativi all'inflazione arrivano dall’Istat che nel mese di marzo ha rilevato che i prezzi per gli alimentari sono N cresciuti del 2,4 per cento. Ma la Coldiretti spiega la riduzione del tasso, sottolineando che il clima di depressione nei consumi che ha variato non solo il tipo di menu sulle tavole, ma anche il livello qualitativo dei prodotti acquistati con 23 milioni di italiani che hanno scelto di acquistare prodotti low cost. Nel mese di marzo, scendono su base annua solo i prezzi per il pesce fresco di mare di allevamento (-0,4 per cento): in crescita invece il pesce fresco di acqua dolce (+1,3 per cento), la farina e altri cereali del 2,2 per cento, i vegetali freschi del 2,5 per cento, l'olio di oliva del 2,7 per cento, i vini del 4,1 per cento, le uova del 6,1 per cento e la frutta fresca, fiore all’occhiello della stagione, che fa segnare il maggior rincaro del 7,7. Francesca Ceccarelli 3 Sabato 13 aprile 2013 Attualità Ecco le strane proposte dei “10 saggi” Dalla riforma della legge elettorale all’addio al bicameralismo perfetto passando per il sindacato di candidabilità da parte di un giudice apposito I “10 saggi” nominati da Giorgio Napolitano per risolvere i mali del Paese hanno finito il loro lavoro. Due settimane per partorire una serie di proposte, tutte contenute in un unico documento, presentato ieri al Presidente della Repubblica. Legge elettorale - Nonostante la premessa dei giorni passati fosse stata “non ci occuperemo della riforma della legge elettorale, quello è compito del Parlamento”, i dieci tecnici hanno deciso comunque di proporre un progetto per cambiare il cosiddetto “Porcellum”. Il nuovo sistema a quanto trapelato dai lavori del collegio dei 10, “potrebbe prevedere un sistema misto (in parte proporzionale e in parte maggioritario), un alto sbarramento, un ragionevole premio di governabilità”. Addio al Bicameralismo perfetto - “Nessun sistema elettorale garantisce automaticamente” la maggioranza in entrambi rami del Parlamento. “Diverse sarebbero le prospettive della stabilità se si attribuisse l'indirizzo politico a una sola Camera”. L’ipotesi avanzata dal gruppo dei costituzionalisti, quindi, sarebbe quella di eliminare il bicameralismo, riducendo il Senato ad una mera assemblea di rappresentanza regionale, con il Governo che chiederebbe la fiducia esclusivamente a Montecitorio. Un giudice deciderà sulla candidabilità alle Camere - La proposta più “rivoluzionaria” è certamente quella riguardante la modifica dell’art.66 della Costituzione. La riforma prevede l’attribuzione “ad un giudice indipendente e imparziale” la competenza a decidere sulla legittimità o meno di ogni singola candidatura, togliendo il potere al Parlamento. Così facendo si eviterebbe, a detta dei saggi, “il prevalere di logiche politiche”. Ineliminabile il finanziamento ai partiti - “Il finanziamento pubblico delle attività politiche in forma adeguata e con verificabilità delle singole spese, costituisce un fattore ineliminabile per la correttezza della competizione democratica e per evitare che le ricchezze private possano condizionare impropriamente l'attività politica”. Emergenza lavoro - “La principale emergenza che ci troviamo oggi ad affrontare” è “quella del lavoro e della conseguente crescita della povertà” e “la via maestra” per combatterlo è lo “sviluppo economico equo e sostenibile”. Queste le dichiarazioni dei saggi circa uno dei “temi caldi” affrontata dalla commissione degli economisti. Micol Paglia Falso ideologico e turbativa d’asta per Mussari L’ex presidente di Mps rinviato a giudizio per lo scandalo della privatizzazione dell’aeroporto di Siena. E intanto Baldassarri resta in carcere uovi guai per Giuseppe Mussari. L’ex presidente di Montepaschi è stato rinviato a giudizio nell'ambito del procedimento sulla privatizzazione dell'Aeroporto di Ampugnano (Siena) . Mussari è accusato di concorso in falso ideologico e turbativa d'asta. Per lo stesso capo d'imputazione sono stati rinviati a giudizio anche altri 8 imputati. Si tratta dei due ex presidenti dell'aeroporto di Siena, Lorenzo Biscardi ed N Enzo Viani, l'ex provveditore della fondazione Mps Marco Parlangeli, l'ex consigliera della “Cassa depositi e prestiti” Luisa Torchia, l'ex amministratore di Galaxy Fund Corinne Suzanne Namblard, ed i componenti della commissione di valutazione della procedura Antonio Romoli e Raffaele Rizzi. La prima udienza è stata fissata per il 24 ottobre. Le indagini su Ampugnano vennero avviate nel 2009 quando gli inquirenti effettuarono una serie di accertamenti sulle procedure, iniziate nel 2007, per definire il socio privato dello scalo, il cui ingresso nella società era finalizzato, tra l'altro all'ampliamento, dell'aeroporto senese. A vincere la gara privata fu il fondo di investimento francese Galaxy, che, nella compagine societaria di Aeroporto di Siena spa, affiancò con una propria quota di capitale, le partecipa- zioni azionarie del Comune e Provincia di Siena, Comune di Sovicille, Camera di commercio, Banca Mps e Aeroporto di Firenze spa. “Una gara pilotata per far entrare Galaxy”, sostiene il pm Nastasi. E intanto, a proposito di Montepaschi, resta in carcere Gian Luca Baldassarri. Il Tribunale del Riesame di Firenze, ha infatti respinto la richiesta di scarcerazione, o almeno di limitare la misura con gli arresti domiciliari, avanzata dall'avvocato Filippo Dinacci. Il Pm Aldo Natalini aveva chiesto il mantenimento della custodia cautelare, appunto. Baldassarri, che si trova nel carcere di Sollicciano, è indagato dalla Procura di Siena per ostacolo all'esercizio delle funzioni dell'attività di vigilanza, in concorso con l'ex presidente Giuseppe Mussari e l'ex Dg Antonio Vigni. Paolo Signorelli Pronto il terzo Decreto per gli esodati salvaguardati Enasarco vende il patrimonio immobiliare con finti sconti La pensione di carta Inquilini “condannati” a comprare ntro Martedì 16 Aprile la Fornero ha detto che firmerà il terzo decreto per salvaguardare ulteriori 10.130 esodati inseriti nella Legge di stabilità Così dopo i primi 65.000, i secondi 55.000 e i terzi 10130, si raggiunge il magico numero di 130.130 esodati salvaguardati ovvero lavoratori espulsi dal mondo del lavoro che potranno accedere alla pensione con la normativa previgente la riforma Fornero/Monti. La Ministra ha detto che cel’ha messa tutta per arrivare a questo traguardo. Mai un proverbio come quello che recita che “la strada dell’Inferno è lastricata di buone intenzioni” potrebbe essere affiancato all’azione dell’operato del Governo Monti e in particolare della Ministra Fornero. Dall’approvazione della famigerata Legge Salvaitalia del dicembre 2011 ad oggi sono passati ben 16 mesi senza che nessuno dei cosiddetti salvaguardati abbia ricevuto un centesimo di pensione. A dirla tutta dobbiamo invece registrare come tra i primi 65.000 ci siano molte posizioni di lavoratori che hanno, con la vecchia normativa, i requisiti per accedere alla pensione ma che ancora non ricevono l’OK dall’INPS. Ci sono poi migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno terminato il periodo di tre anni di mobilità ma non possono andare in pensione in quanto debbono, ingiustamente, aspettare i 12 mesi di posticipo come se fossero al E lavoro e nel frattempo non hanno né stipendio, né indennità di mobilità, né pensione . Basterebbe un decreto quanto meno che prolunghi lì indennità di mobilità per tutto il 2013 e queste persone sarebbero più tranquille. Invece niente, la Fornero continua a proclamare la bontà dei suoi decreti e a lamentarsi del trattamento ricevuto dall’opinione pubblica, senza porre reale rimedio a questa situazione. La pensione, non solo per i 270.000 esodati rimasti fuori e che non sanno che fine faranno, ma anche per i 130.130 “salvaguardati rimane sulla carta. Ma con la “pensione di carta” non si mangia né si da da mangiare alla propria famiglia. Se lo ricordi Signora Fornero quando firmerà il prossimo decreto Massimo Visconti Enasarco, l’Ente di Previdenza degli agenti e rappresentanti di commercio, ha iniziato a vendere il patrimonio immobiliare che solo a Roma conta oltre 13.000 appartamenti. L’Ente nel 1994 riuscì a trasformarsi, grazie all’accondiscendenza di tutti i partiti politici, da Ente Pubblico a Fondazione privata. Grazie alla privatizzazione il patrimonio dell’Enasarco non fu cartolarizzato ovvero venduto, come avvenne per gli immobili degli Enti Pubblici, a prezzi altamente sociali e di gran lunga al di sotto del prezzo di mercato. La cartolarizzazione consentì a centinaia di migliaia di famiglie che erano in affitto di divenire proprietari dell’appartamento che occupavano a prezzi accessibili. Oggi, invece, l’Ensarco sta vendendo i suoi immobili a prezzi di mercato ancorchè fa passare questa operazione come altamente sociale operando uno sconto, sul prezzo di mercato, del 30%. L’operazione “Mercurio”, così è chiamata la dismissione, non tiene conto, però, che gli appartamenti in vendita sono tutti occupati da decenni L’ dalle stesse famiglie che, in pratica hanno stracoperto, nel corso degli anni, il costo di costruzione così come non tiene conto che un qualsiasi immobile che viene posto in vendita ma è occupato da regolari affittuari, ha una svalutazione del 30% sul prezzo di mercato. Il problema è che oggi 13.000 famiglie composte nella stragrande maggioranza da persone ultrasessantenni si trovano costrette a comprare l’appartamento che abitano, in alcuni casi da oltre 30 anni, ad un prezzo praticamente di mercato e con mutui altissimi dovuti al fatto che il mutuo, per motivi anagrafici, non potrà superare i 20/25 anni. Ma la beffa maggiore per questi inquilini sta nel vedere che altri appartamenti contigui e simili per metratura ai loro sono stati acquistati pochi anni fa a prezzi irrisori solo perché di proprietà di Enti Pubblici rimasti tali. Nonostante una sentenza del Consiglio di Stato che reinserisce l’Enasarco tra gli Enti Pubblici, la legge di stabilità recentemente approvata ha riconosciuto all’Enasarco e solo all’Enasarco la possibilità di vendere a prezzi di mercato peraltro applicando i prezzi dell’OMI del 2008 mentre oggi i prezzi sono notevolmente calati. Purtroppo la “lobby Enasarco” è trasversale in Parlamento e gli inquilini saranno “condannati” ad acquistare se non vogliono finire sotto i ponti. A coloro che non vogliono o possono acquistare gli immobili viene data la possibilità di rimanere in affitto per altri 8 anni con un canone maggiorato fino all’ 80% e l’appartamento verrà poi venduto a prezzi pieni di mercato da una società che fa capo alla Pirelli Re. Tutto questo viene messo in atto da un Ente che, per sua natura, dovrebbe operare per fini sociali e senza scopo di lucro mentre si sta comportando come il più volgare dei palazzinari mettendo a rischio anche la tenuta economica di famiglie con un reddito medio riducendole in semi povertà. Questo stato di cose è ancor meno accettabile se si pensa che questa operazione è stata fatta con i contributi versati dai lavoratori con buona pace del “fine sociale” dell’ Ente. M.V. Focus 4 Sabato 13 aprile 2013 Nella cittadina francese abbiamo incontrato Alessandro De Franciscis, presidente del Bureau chiamato a pronunciarsi sulle guarigioni Io, il dottore dei miracoli di Lourdes Deputato e presidente della Provincia di Caserta, ha lasciato tutto per questo compito “ma la politica non mi manca. Sì, sono un uomo di fede ma non c’è alcuna contraddizione, prima di tutto viene il medico” di Igor Traboni a pioggia batte forte sull’Esplanade, la grande e lunga piazza che introduce ai tre santuari di Lourdes e quindi alla Grotta delle apparizioni. E’ qui che i pellegrini si ritrovano per iniziare le funzioni o per la foto-ricordo. Ed è su un lato di queste due enormi lingue di asfalto, dominate dall’Incoronata, la Madonna che alla luce dei flambeaux delle fiaccolate notturne appare ancora più bianca e immacolata, che si apre l’edificio che ospita anche il Bureau del Constatations Médicales di Lourdes, l’ufficio incaricato – sotto le dipendenze della diocesi di Tarbes - di accertare la natura delle guarigioni. Neanche un’ora dopo, quando ne usciamo, non piove più e, anzi, il sole picchia forte. Ma questo è un po’ il clima di Lourdes, soprattutto in questo mese di aprile che, ripetono i negozianti del paese anche per accattivarsi la simpatia dei pellegrini italiani, è un po’ pazzo come marzo. Niente miracolo meteorologico, dunque, anche se siamo arrivati fin qui per parlare (anche) di miracoli. Basta percorrere due rampe leggere di scale e, di fronte ad una cappella col profumo di lavanda, si aprono le poche stanze del Bureau: è qui che le guarigioni della Madonna di Lourdes vengono vagliate ed eventualmente ritenute ‘guarigioni eccezionali’. Cioè inspiegabili per la medicina, un passo necessario perché poi la Chiesa dichiari il miracolo. Ma solo dopo una verifica medica che va avanti per anni, anche 15 se necessario. Ed è qui, in questo stesso edificio che poco oltre ospita anche i sacerdoti in… servizio permanente effettivo per le confessioni, che ci accoglie, con la signorile ospitalità tipica del buon meridionale italiano, il dottor Alessandro de Franciscis: 57 anni, ex deputato della Margherita, ex presidente della Provincia di Caserta, volontario Unitalsi fin da ragazzo: “Venni a Lourdes la prima volta come barelliere, che avevo 17 anni e dunque sono 40 anni esatti che la mia vita si lega a questo luogo”, racconta mentre il volto si illumina). Da circa tre anni – da quando cioè il Vescovo di Tarbes gli ha affidato l’incarico, quindicesimo presidente del Bureau e primo straniero – De Franciscis vive stabilmente nella cittadina francese dove nel 1858 la Madonna apparve a Bernardette. Già pochi mesi dopo quell’11 febbraio, nell’allora villaggio di Lourdes si contarono 40 guarigioni, e poi ben presto a centinaia. E i pellegrini iniziarono ad affluire a migliaia, fino ai sei milioni dell’anno scorso e al record di 8,5 milioni del 2008, nel 150° della prima ap- L parizione. E le guarigioni continuavano, tanto che nel 1884 la Diocesi istituì il Bureau. E così torniamo al dottor De Franciscis, che segue – ovviamente perfezionate – le regole già dettate allora: “Rigore scientifico e collegialità nelle decisioni. Due regole semplici, chiare, dalle quali non si sfugge”, ripete più volte durante il nostro incontro, mentre racconta con gli occhi talvolta chiusi – segno di grande attenzione verso l’interlocutore, come diceva un filosofo orientale – e ripercorre anche il suo, di cammino. Come uno dei tanti pellegrini che arrivano fin qui… “Nel giugno del 2008 mi viene proposto di presiedere il Bureau. Quella lettera del vescovo Jacques Perrier, che neppure conoscevo, mi scombussolò, ne parlai anche con il mio direttore spirituale. Bisognava dire di sì, però c’era anche la mia gente di Caserta, che mi aveva votato, allora ero presidente della Pro- vincia. Non li volevo tradire e allora chiesi al vescovo di aspettare un anno, ma non era possibile, il posto andava ricoperto subito. A settembre il Vescovo mi ripropose la cosa e allora accettai. Cosa è cambiato in quei pochi mesi? Ho riallacciato un po’ tutti i fili della mia vita, portando avanti un supplemento di discernimento. E poi sono arrivato a Lourdes ancora qualche mese dopo e quindi mancava solo un anno al termine del mandato da presidente della Provincia. In quei quattro anni credo di aver fatto quello che mi ero prefisso”. Ora la domanda sorge spontanea: non le manca la politica, l’Italia? “Amo il mio Paese, sono orgoglioso di essere italiano, abbiamo eccellenze e potenzialità come pochi altri. Ma in Italia oggi si è perso il senso della misura. No, la politica non mi manca. Volutamente non ho più contatti di un certo tipo, la sera guardo il Tg italiano e non capisco che senso ha questo continuo gridarsi addosso…”. A Lourdes, invece, il silenzio regna sovrano, fino a quando Nella foto sopra Alessandro De Franciscis, nelle immagini in basso due vedute del Santuario e della “Grotta di Lourdes” qualcuno non bussa alla sua porta… “Eh sì, sono un medico un po’… strano io: sono il più inutile medico al mondo, infatti sto qui, aspettando che qualcuno bussi alla mia porta per dire: dottore, sono guarito”, chiosa De Franciscis. Ma in realtà il suo grande, enorme lavoro inizia proprio da qui. E da sette, ferree regole, che il dottor Sandro, come lo chiamano i suoi collaboratori, snocciola. “ Primo: che la malattia abbia una prognosi grave. Secondo: che la diagnosi sia certa. Terzo: che la malattia sia organica. Quarto: che nessuna terapia possa spiegare la guarigione. Quinto: che la guarigione sia istantanea, inattesa e improvvisa. Sesto: che sia completa. Settimo: che sia durevole nel tempo. Lo stesso giorno in cui il pellegrino bussa da me, posso convocare il Bureau Médical, cioè tutti i medici e gli altri professionisti della salute che si trovano a Lourdes quel giorno e vogliano partecipare, anche 60 o 70 persone delle più diverse specialità. Se anche questa tappa viene superata, il processo prosegue, ma per molti anni, passando anche attraverso un altro Comitato medico, più ristretto. Le guarigioni riconosciute miracolose dalla Chiesa in un secolo e mezzo sono 68. Capisce? Solo 68. Un numero piccolissimo se confrontato alle persone che ogni anno escono guarite dal Gemelli o da un qualsiasi ospedale italiano. E questo la dice lunga su come lavoriamo con serietà”. De Franciscis è anche un uomo di fede profonda (il giorno dopo vorremmo rispondere al suo invito a partecipare ad un incontro di preghiera al pomeriggio, ma la partenza incombe) e.. aspetta la solita domanda, che arriva con puntualità svizzera: quanto c’è del medico e del credente in quello che fa? “Io non vedo alcuna contraddizione. Faccio il medico e cerco in ogni modo spiegazioni razionali. Quando non le trovo, mi fermo. A me è sempre più chiaro come il rapporto tra fede e scienza è assolutamente possibile. E poi, la nostra struttura non ha eguali in nessu- n’altra fede o religione. Però ogni tanto mi sento ripetere: sarebbe meglio che a presiedere il Bureau fosse un ateo e non un credente come me. Ma prima bisognerebbe dimostrare che il fatto di essere cattolico mi rende un po’ più ignorante come medico”. A proposito … “Ogni medico, anche se ateo, può consultare le cartelle cliniche. Appena arrivano qui a Lourdes possono iscriversi ad un apposito registro e dare opinioni sui vari casi di presunte guarigioni. E io non sto certo a chieder loro se credono o in cosa credono” Oramai Lourdes non è la sua seconda, ma la sua prima casa: “Sono qui con un contratto da medico a tempo indeterminato, con uno stipendio pagatomi dalla diocesi. Questo è un posto straordinario. Ma il cuore di Lourdes non sono le guarigioni. Il miracolo di Lourdes è Lourdes”. E chissà allora quanti ‘miracoli’ del cuore, più che del fisico… “Cer- tamente. Non spetta a me dirlo, anche se ho la grazia di parlare con tante persone che vengono qui, non solo con quelle che asseriscono di essere guarite e che magari vedo solo quella volta. Questo è un posto che non lascia indifferenti. I miei amici sacerdoti mi raccontano di continue conversioni del cuore”. E comunque, anche De Franciscis ha avuto modo di incontrare alcune delle persone miracolate a Lourdes “e tutte mi hanno detto: Perché è successo proprio a me?, quando ho chiesto loro di parlarmi della guarigione. Tutto questo mi rimanda alla semplicità di Bernardette, a quella ragazza povera, ignorante, malata. Non certo una storia di successo”. Almeno per come il mondo – quello lontano dalle migliaia di candele accese attorno alla grotta e dalle centinaia di carrozzine che portano il dolore ma anche la speranza di tanti fratelli meno fortunati – intende il ‘successo’. Società 5 Sabato 13 aprile 2013 Continua la polemica sull’uso delle ‘cure compassionevoli’ dopo il sì del Senato al decreto Balduzzi ‘Metodo Stamina’: cura efficace o business? La relazione ministeriale: “Le metodologie di preparazione sono grossolane, con errori marchiani e del tutto fuorilegge.”- “Quelle cellule possono avere anche effetti collaterali imprevisti” La storia di Sofia di Carola Parisi ellule staminali. Metodo ‘Stamina’. Un tema controverso su cui non esistono leggi chiare. Se ne parla molto in questi giorni in cui Senato ha approvato 4 emendamenti del decreto Balduzzi. Prevista ora la sperimentazione per un massimo di 18 mesi dell'uso di cellule staminali mesenchimali "nell'ambito di sperimentazioni cliniche controllate, effettuate presso strutture pubbliche". Prima erano arrivate le sentenze dei giudici, che avevano detto sì ai casi dei piccoli Federico, Sofia, Smeralda e Celeste, consentendogli di proseguire le cure. Poi è arrivato il ministro del governo Monti, che si è appellato al principio etico “per cui un trattamento sanitario già avviato che non abbia dato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto”. L’altro concetto è quello delle “cure compassionevoli“, fatte su pazienti che non avrebbero altra speranza. Introdotto dal decreto Turco del 2006 e reiterato da Fazio nel 2008, non riguarda solo il “metodo Stamina” ma tutto un settore di terapie di efficacia non provata secondo le autorità scientifiche nazionali, somministrate ad alcuni bambini con malattie rare solo in base a ordinanze e sentenze di tribunali italiani. Le cellule staminali. Sono chiamate staminali tipi di cellule molto diverse fra loro. Il loro minimo comun denominatore sono due caratteristiche. La prima: sono in grado di moltiplicarsi quasi all’infinito. Le altre cellule dell’organismo, dopo che si sono divise un certo numero di C volte, non sono più capaci di riprodursi. La seconda caratteristica comune a tutte le staminali: sono in grado di evolversi in tipi cellulari molto diversi fra loro, a differenza delle cellule mature come i neuroni o i globuli rossi, che hanno un aspetto definito e delle funzioni circoscritte in un ambito preciso. “Il metodo Stamina”. Si tratta di un metodo di cura di malattie rare e degenerative dei bambini (Atrofia muscolare spinale o Sma, Sindrome di Niemann-Pick, Leucodistrofia metacromatica, Morbo di Krabbe, Paralisi cerebrale da asfissia al momento della nascita, proposta anche a malati di Parkinson, Sla, sclerosi multipla, pazienti con lesioni spinali, ictus, tumori) portato avanti dalla Stamina Foundatio, con sede a Torino, di Davide Vannoni e Marino Andolina. Vannoni è torinese e ha 46 anni. Professore di Psicologia ad Udine, è un cognitivista appassionato di neuroscienze. Andolina ha 67 anni. Immunologo-pediatra, dirige il reparto trapianti dell’ospedale Burlo-Garofolo di Trieste. È stato il primo italiano, nel 1984, a eseguire trapianti di midollo. I malati curati. La Stamina Foundation è attiva dal 2009 e ha curato 65 pazienti. Ma Vannoni e Andolina sostengono di aver ricevuto più di 10 mila richieste. Alcuni opuscoli, ora acquisiti dalla Procura di Torino, che indaga sul “metodo Stamina”, parlavano di oltre mille casi trattati, con percentuali di recupero dal 70 al 100%. All’ospedale di Trieste “Burlo Garofolo”, dove fino al 2011 ha lavorato Andolina, è stata condotta una ricerca su cinque bambini curati con le Il sì del Senato Arrivato mercoledì scorso, ora passa all’esame della Camera ercoledì scordo la commissione speciale del Senato aveva dato il via libera all'unanimità al decreto Balduzzi sulle staminali. Dei 18 emendamenti presentati, ne sono stati approvati 4. "Si è trattato di un testo condiviso", aveva fatto sapere la senatrice Pdl, Anna Cinzia Bonfrisco. Con gli emendamenti approvati, è prevista ora la sperimentazione per un massimo di 18 mesi dell'uso di cellule staminali mesenchimali "nell'ambito di sperimentazioni cliniche controllate, effettuate presso strutture pubbliche". Il ministero della Salute informerà "con cadenza almeno semestrale" le commissioni competenti e la Conferenza delle Regioni. Il decreto a cui il Senato ha dato un primo via libera prevede quindi che chi abbia già iniziato la cura con il metodo Stamina possa proseguire la terapia. Inoltre, come previsto dalle modifiche apportate al dl nel corso dell'esame del provvedimento, per i prossimi 18 mesi sarà possibile ampliare la platea di pazienti senza dover ricorrere al giudice, all'interno di "sperimentazioni cliniche controllate presso strutture pubbliche" e con medicinali preparati in "idonei" laboratori. Per evitare il rischio di speculazioni economiche sulla terapia, il testo prevede infine che la metodologia non possa essere utilizzata per chiedere ed ottenere l'immissione in commercio. M staminali mesenchimali, pubblicata poi nel dicembre 2012 sulla rivista scientifica Neuromuscolar Disorders: i bimbi, dai 3 ai 20 mesi, non hanno avuto effetti positivi dalla cura. Due su cinque sono morti. I costi. Un trattamento, che consiste in un prelievo di cellule staminali dal midollo del paziente, la moltiplicazione delle stesse in laboratorio e la somministrazione, 15-20 giorni dopo il prelievo, delle staminali moltiplicate in tre sedute, con altrettante punture lombari. Calcolando che un trattamento costa dai 20 ai 30 mila euro e una singola puntura 7 mila, si spendono dai 41 ai 51 mila euro. Le indagini. A Davide Vannoni e altri 11 indagati sono contestati dalla Procura di Torino guidata da Raffaele Guariniello reati come as- sociazione a delinquere, truffa, somministrazione di farmaci imperfetti e pericolosi per la salute pubblica. Le indagini, iniziate nel giugno 2009, si sono concluse nell’agosto 2012. Sono stati sequestrati depliant in cui si prometteva un alta percentuale di successo e filmati divulgativi – un ballerino russo, immobilizzato da una malattia neurologica, tornato a danzare dopo la cura. Sono stati sentiti testimoni, tra ex dipendenti delle società di Vannoni e pazienti, e acquisiti i bonifici pagati come “donazioni” alla Stamina Foundation. Che proponeva la cura con le staminali mesenchimali a malati di Parkinson, Sla, sclerosi multipla, pazienti con lesioni spinali, ictus, tumori. A bambini con patologie rare. Rischi e pericoli del “Metodo Sofia ha 3 anni ed è affetta da una gravissima e rara malattia genetica (leucodistrofia metacromatica) per la quale non vi sono cure. Manifestatasi con crescente gravità dopo che la bimba aveva compiuto i 2 anni, la sofferenza della piccola aveva spinto i genitori a ricorrere ad una cura della Stamina Fundation di Brescia, un centro di ricerca Onlus diretto da Davide Vannoni, che somministra gratuitamente presso gli Ospedali Civili di Brescia, l’unica struttura ad aver creduto nel suo progetto. Ma la Onlus ed il suo fondatore Vannoni finiscono nel mirino della magistratura torinese, con un inchiesta per truffa, scaturita, secondo Vannoni, da un’ iniziativa di un ex collaboratore del Vannoni. Il PM Guariniello invia i NAS presso la struttura ed nello scorso agosto vengono chiuse le indagini preliminari. Molti degli ammalati si rivolgono ad altri Giudici chiedendo un provvedimento d’urgenza. In molti danno ragione agli ammalati: “la cura compassionevole” è ammessa se non ve ne sono altre per casi così gravi. Ma non il Giudice di Firenze, che respinge il ricorso dei genitori della piccola Sofia. Il Ministro Balduzzi, il tec- “ Stamina”. Nell’intervista al Corriere della Sera, Massimo Dominici, uno dei più autorevoli esperti di biologia delle cellule staminali in Italia, è stato lui a scrivere la relazione ministeriale sul metodo Stamina, così sintetizzata: “Il metodo Stamina è pericoloso per la salute perché a volte ai pazienti è inoculato materiale biologico prelevato dallo stesso malato. Ma altre volte vengono iniettate cellule prelevate da terze persone, con il rischio di contagio batterico e virale che ciò comporta. Le metodologie di preparazione dei preparati sono nico, dopo l’appello di Celentano, dapprima si barrica dietro il silenzio. Poi promette ai genitori una rapida soluzione. Tra le frasi del Ministro: “C’è un inchiesta della magistratura”. O ancora: “Ho applicato le norme”. Ma allora? Da un Governo ci si aspetta provvedimenti e soluzioni urgenti. Magari un decreto. Ma la verità è che in questo paese tutti temono la magistratura. Il Tribunale di Firenze, che nel novembre scorso aveva autorizzato una prima infusione di cellule staminali (praticata a dicembre a Brescia, con miglioramenti della bambina), il 22 gennaio scorso autorizza la terapia compassionevole con staminali, ma non con il protocollo Vannoni-Stamina Foundation, quello seguito dalla famiglia della bimba. Ministero della salute e Aifa (Agenzia italiana del farmaco) già nel maggio dello scorso anno avevano esaminato il protocollo, i laboratori e i campioni usati per i trattamenti, arrivando alla conclusione che ''sono fuori da ogni norma, e l'uso di questi preparati pone condizioni di rischio reale'' per i pazienti. Il 29 novembre scorso Aifa ha reso pubblica una diffida a proseguire nei trattamenti con cellule prodotte da Stamina FounC.P. dation. grossolane, con errori marchiani, e del tutto fuorilegge. I laboratori sono in luoghi non adatti. Sui vasetti che conservano i tessuti prelevati ci sono etichette scritte a matita, per lo più incomprensibili. Quelli di Stamina, poi, hanno detto che con le loro cellule vogliono fare alcune cose, in realtà quelle cellule possono avere effetti collaterali imprevisti. Hanno fatto confusione con i brevetti e non hanno mai pubblicato un risultato delle loro ricerche nelle pubblicazioni scientifiche”. 6 Sabato 13 aprile 2013 Esteri Il presidente americano, Barack Obama, ha affermato che l’America sosterrà i suoi alleati Corea del Nord, ”Tokyo brucerà” Il Segretario di Stato statunitense è giunto a Seul. Intanto, il Giappone mette a punto il suo sistema di difesa. Batterie anti-missili sono sparse per tutto il Paese. Ma la grande incognita è ancora la Cina l Segretario di Stato americano, John Kerry, è arrivato ieri in Corea del Sud. Ha incontrato il ministro degli Esteri, Yun Byungse, per cercare di porre rimedio all’escalation di tensione che sta mettendo in crisi la penisola estremo orientale. Byung-se si è espresso sul possesso di armi atomiche da parte di Pyongyang. “La nostra valutazione militare è che il Nord non abbia completato le operazioni” dichiara il ministro degli Esteri. in una conferenza stampa, i vertici di Seul hanno dichiarato che il regime era “sulla buona strada” per “miniaturarizzare” un’arma nucleare, rimane ancora dello scetticismo sul fatto che il regime di Kim Jong-Un sia in grado di creare un missile con tali requisiti. La visita di John Kerry a Seul altro non è che una prima tappa del tour, che vedrà come prossime mete Pechino e Tokyo. Kerry ha ribadito la vicinanza degli Usa ai propri alleati. Poi ha definito nuovamente “inaccettabile” la retorica guerrafondaia di Pyongyang. Intanto, l’agenzia di stampa nordcoreana, Kna, ha riportato le ultime parole del governo di Pyongyang. Il regime ritiene “provocatorio” l’atteggiamento tenuto dal Giappone, che ha affermato di poter senz’altro intercettare qualsiasi missile nemico. Il Paese del Sol Levante “è sempre nel mirino dell’Esercito rivoluzionario” si legge in una nota, “e I se compie anche solo una minima mossa, la scintilla della guerra lo raggiungerà per primo. Deve rinsavire e comportarsi come si deve”. Se le richieste di Pyongyang dovessero rimanere inascoltate, “Tokyo brucerà tra le fiamme nucleari”. Ma la tempra nipponica difficilmente può essere scalfita. Il governo dell’isola ha dichiarato infatti di essere “pronto a qualsiasi scenario”. Al momento, sistemi di difesa sono stati installati in tutto il Paese. La capitale e i suoi dintorni sono stati tappezzati di lanciamissili a scopo difensivo. Altre batterie sono state posizionate ad Okinawa, mentre degli intercettori navigano costantemente nel Mar del Giappone. Sulla questione coreana è tornato ad esprimersi anche il presidente Usa, Barack Obama. Il Capo di Stato americano ha affermato che nessuno vuole la guerra e ha ribadito la sua volontà di adoperare la diplomazia per risolvere la crisi. Al tempo stesso, Obama ha ricordato come gli Stati Uniti sono pronti a difendere se stessi e i propri alleati. Infine, ha esortato Pyongyang a porre fine al suo “atteggiamento aggressivo”. La Corea del Nord ha destato non poca preoccupazione negli ultimi giorni, riguardo all’intenzione di lanciare un nuovo test missilistico. Solo due giorni fa, l’intelligence sudcoreana ha dichiarato che Pyongyang aveva concluso tutti i preparativi per il lancio. Perciò, i missili sarebbero potuti partire in qualsiasi momento. Ma il regime sa bene che un nuovo test potrebbe essere la goccia che fa traboccare il vaso e per il momento si guarda bene dal dare il via libera. Il Pentagono, intanto, ha affermato che sarebbe “inesatto” dire che Pyongyang abbia pienamente “sviluppato, testato o dimostrato” di poter lanciare un missile nucleare. A quanto pare, Washington non ha dubbi che il regime comunista sia in grado di costruire delle bombe atomiche. Ma rimane scettica sulla capacità della Corea del Nord di riuscire a mettere in serio pericolo l’America. “L’affidabilità” di queste armi resterebbe “bassa”, secondo l’intelligence americana. La Cina nel frattempo continua a smorzare i toni di Pyongyang. Kerry, durante la sua visita a Seul, ha lanciato un messaggio ai cinesi. Il paese del dragone ha infatti la capacità di fare la differenza sulla scena diplomatica. “Né gli Usa, Né la Corea del Sud, né tantomeno la comunità internazionale accetterà mai che la Corea del Nord diventi una potenza nucleare”. Il ruolo di Pechino è veramente tra i più difficili che si possano giocare. Sostenere Pyongyang e perdere quasi sicuramente i diritti di credito vantati nei confronti degli Usa? Oppure Sostenere la pace, con il rischio di sembrare debole ai “nemici” giapponesi, nonché agli americani stessi? Federico Campoli Venezuela: Domenica si vota a morte di Hugo Chavez ha lasciato un vuoto in Venezuela. Ora il popolo è chiamato a colmare questa mancanza. Ieri si è chiusa la campagna elettorale. Domenica saranno 15 milioni le persone chiamate a scegliere il nuovo “lìder” del Paese. La battaglia è tra Nicolas Maduro, vicepresidente e delfino del defunto “Presidente Comandante”, ed Henrico Apriles, lo sfidante per il centrodestra liberale. Maduro è il grande favorito. E il suo secondo ha gestito la sua campagna forte dell’eredità ricevuta. “Chavez, lo giuro, il mio voto è per Maduro” è uno degli slogan più ripetuti dai sostenitori della rivoluzione bolivariana. Il secondo dell’ex presidente si è già dichiarato “pronto a essere il presidente per i prossimi 6 anni”. Dall’altra parte, Apriles ha suscitato grande scalpore, basando la sua campagna sulla questione sicurezza. Il Paese ha infatti toccato un nuovo record negativo. 16mila morti in un anno a causa della criminalità. “Per l’amor di Dio votate per sconfiggere la violenza”. La sfida è ancora F. Ca. aperta. L 7 Sabato 13 aprile 2013 Roma Roma: proseguono i contatti tra le forze politiche del centrodestra Alleanze, Alemanno stringe Il Sindaco lunedì incontrerà una delegazione de La Destra per parlare del programma e della coalizione. Decisiva la telefonata con Francesco Storace oma, elezioni comunali. Qualcosa si muove. Mentre il centrosinistra si affiderà a Ignazio Marino – che ha vinto le primarie tra le polemiche – nel centrodestra la partita è ancora aperta. Ma il sindaco uscente, Gianni Alemanno, ha annunciato: "Oggi (ieri, ndr) pomeriggio ho sentito Francesco Storace. Lunedì avremo un incontro con una delegazione de La Destra, per parlare del programma e della coalizione in vista delle prossime elezioni amministrative". Alemanno sa benissimo che per fronteggiare la sinistra capitolina ha bisogno di rafforzare la propria squadra. La Destra – infatti, in tutte le tornate elettorali dal 2008 ad oggi – a Roma è risultata la seconda forza politica del centrodestra, superando persino l’Udc. Se ci sarà l’alleanza verterà sui punti salienti del programma. “Ci deve essere spazio per portare al minimo l'Imu - battendosi per la sua abolizione - per far cessare finalmente l'invasione nomade in città, per l'istituzione del mutuo sociale, per l'affermazione di un Quoziente Italia nell'accesso ai servizi sociali e nell'assegnazione delle case popolari.Da qui si deve cominciare a discutere”. Questi i paletti im- R posti dal leader de La Destra, Francesco Storace. Polemica Acque agitate sul fronte Udc. Nella mattinata di ieri a chi gli chiedeva se ci fossero novità riguardanti l’ingresso dell’Udc nella sua squadra, il Sindaco di Roma ha risposto: ''Non ci sono contatti ufficiali'', precisando però che ''stiamo lavorando per presentare la più ampia coalizione possibile. Il dialogo è aperto con tutti''. Immediato l’intervento del responsabile dell’organizzazione de La Destra e reggente della federazione romana, Roberto Buonasorte, che ha voluto mettere i cosiddetti puntini sulle ‘i’ rispetto alle voci che circolavano secondo cui Luciano Ciocchetti potrebbe essere designato come vicesindaco: ''L'esponente dell'Udc Luciano Ciocchetti – ha spiegato Buonasorte - preferì Casini alla Polverini nelle convulse giornate che portarono allo scioglimento della regione e disse no alla candidatura di Storace, dunque siamo certi sia inimmaginabile l'offerta di Alemanno a Ciocchetti per fare il vicesindaco''. Aggiungendo anche che ''per La Destra, quella postazione va alla seconda lista della coalizione, dopo il risultato elettorale''. Bilancio Sul fronte bilancio, in una conferenza stampa, il sindaco Alemanno ha spiegato che è già stata approvata una serie di tagli volti ad eliminare i costi della politica: "E' molto importante la qualità di questi interventi: ci sono 15 milioni di euro di tagli di costi della politica che vanno dalla riduzione dei municipi all'abolizione delle auto blu: non ci saranno più auto blu assegnate a singoli assessori o a singoli dirigenti. Poi riduzione delle spese ai gruppi consiliari". Giuseppe Sarra Indaga la polizia Noto ristoratore trovato impiccato n suicidio eccellente. Che, in tempi in cui i suicidi fanno discutere assai spesso perché connessi alla crisi economica. Gli inquirenti sembrano escludere difficoltà finanziarie, ma non escludono comunque che non si tratti di suicidio. I fatti ci dicono comunque che Alberto Boi, 52 anni, noto ristoratore proprietario di numerosi ristoranti fra i quali il famoso “Ai Due Otri” ubicato in corso Francia, è stato trovato morto impiccato a un albero nella sua proprietà in zona via Due Ponti. A scoprirlo è stato un amico che era andato a trovarlo. Stando alle prime informazioni, sul corpo non sarebbero stati trovati segni di violenza. I familiari hanno riferito agli agenti del commissariato di polizia Flaminio che il loro congiunto non avrebbe mai manifestato segni di depressione. La polizia scientifica ha comunque effettuato sul posto tutti i rilievi del caso. Gli inquirenti non escludono nessuna pista, anche se l’ipotesi del suicidio resta la più accreditata. Boi era proprietario in tutto di quattro ristoranti a Roma, tutti di cucina sarda: oltre ai Due Otri, il Sardegna, il Poetto e il Costa Paradiso. R.V. U Stipendi d’oro all’Umberto I°, arriva la sentenza per l’ex rettore de La Sapienza Guarini condannato a 2 anni e 8 mesi a vicenda degli “stipendi d’oro” a La Sapienza costa cara a Renato Guarini. L’ex rettore dell'Università di Roma è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, nell’ambito dell'inchiesta sulle presunte irregolarità al Policlinico Umberto I. La condanna è stata emessa ieri mattina dai giudici della quarta sezione penale del tribunale di Roma, presieduta da Laura Di Girolamo, che hanno invece assolto altri quattro imputati. Nell'ambito della stessa inchiesta era stato già condannato con rito abbreviato l'ex direttore generale del Policlinico Umberto I, Ubaldo Montaguti. La L Orchestra Sinfonica di Roma Auditorium di Via della Conciliazione 5 maggio 2013 6 maggio 2013 ore 17.30 ore 20.30 Direttore: Francesco La Vecchia Violino: Paolo Chiavacci ADAGIO: STRUGGENTE VISIONE Luigi Cherubini: Lodoïska. Ouverture Gian Francesco Malipiero: Concerto N° 1 per violino e orchestra ADAGIO: Giuseppe Martucci: Notturno n.1 per orchestra in Sol bem. Magg.Op.70 Tomaso Giovanni Albinoni: Adagio in Sol min Gustav Mahler: Adagietto dalla Sinfonia N° 5 ŝŐůŝĞƚƚŽƵŶŝĐŽ͗ΦϭϮ Il ricavato della vendita dei biglietti sarà devoluto interamente in favore della Divisione di Oncologia Pediatrica del Policlinico A. Gemelli I biglietti possono essere acquistati solo presso la segreteria della Divisione di Oncologia Pediatrica: telefono: 063058203; e-mail: [email protected]; [email protected] vicenda si riferisce proprio all'aumento di stipendio del direttore generale Montaguti con un contratto stipulato il 15 luglio del 2005 e che prevedeva una maggiorazione di 52mila euro rispetto a quanto previsto dal decreto del Presidente del Consiglio di amministrazione numero 502/105. I reati contestati agli imputati, a seconda delle diverse posizioni, andavano dall'abuso d'ufficio, al falso, e alla truffa. Per l'ex direttore generale dell'Umberto I era stato previsto un compenso annuo di 207mila euro anziché 154mila euro con un incremento del 30%. Gustavo Lidis L’espediente adottato da un rom per rimanere nel camper a spese della collettività Obbligo di dimora nel parcheggio dell’Atac legge il domicilio in un parcheggio dell’Atac (peraltro a pagamento). E così nessuno lo può sfrattare. È l’espediente utilizzato da un giovane rom, o più probabilmente dai suoi familiari, colpito da obbligo di dimora per piccoli reati, che il capogruppo al Municipio Xv de La Destra, Augusto Santori, non ha mancato di denunciare. “Alle nostre ripetute di segnalazioni di intervento di sgombero e messa in sicurezza le forze dell’ordine si sono ritrovate di fronte a una delle assurdità tutte italiane dei nostri Tribunali. L’obbligo E di permanenza, trattandosi di fatto di arresti “domiciliari” disposti nei confronti di un minore, è stato individuato all’interno del parcheggio Atac della stazione di Villa Bonelli e questo non permette alcun intervento di sgombero. Non solo, ma la stessa Atac non viene compensata in alcun modo per detta permanenza. Anche perché l’invasiva presenza di camper crea un’ulteriore grave esternalità e cioè che tanti utenti preferiscono non parcheggiare all’interno dello stesso, visti gli atteggiamenti degradanti e incivili com- messi dagli ospiti del parcheggio, di fatto procurando ulteriore danno economico all’azienda municipalizzata di trasporti”, prosegue Augusto Santori. “Ci attendiamo quindi nelle prossime ore l’annullamento della disposizione giudiziaria e un intervento di Atac teso alla predisposizione di una barra di accesso, soprattutto a tutela di chi per parcheggiare in loco acquista un biglietto da 1,5 euro o sottoscrive un abbonamento mensile dal costo unitario di 35 euro”, conclude Santori. G.L. 8 Sabato 13 aprile 2013 Italia DAL NORD Shock a Novara – Si cerca la madre Ieri la visita di Francesco Storace a Gemona e a Tolmezzo Cadavere di un neonato Abbandonato tra i rifiuti La Destra in Friuli Venezia Giulia: per una triplice battaglia da vincere A scoprirlo e dare l’allarme è stato un automobilista di passaggio, vicino al casello dell'autostrada A4 na telefonata concitata di un automobilista, l’altro ieri sera poco prima delle 19 raccolta dal centralino della Questura di Novara: “Venite, c’è un bimbo morto vicino all’autostrada TorinoMilano”. L’uomo che ha effettuato la segnalazione si era appena fermato ai bordi di una strada in prossimità dell’A4 per una sosta e lì ha notato, in mezzo ai rifiuti, il coradnkronos.com picino di un neonato esanime. Il ritrovamento è avvenuto in un’area periferica, nella frazione di Agognate, a pochi passi dall’ingresso autostradale di Novara Ovest sull’autostrada A4 TorinoMilano. Rifiuti e erbacce la cornice di questa storia dell’orrore. Poco distante un campo nomadi. Gli inquirenti hanno da subito iniziato le ricerche della madre del defunto neonato: impresa difficile visto il luogo di passaggio. Diverse le possibilità, dall’abbandono postpartum a quello avvenuto a U VENEZIA Caso Manca: Dekleva condannato l Tribunale di Venezia ha condannato a 20 anni e 6 mesi di reclusione Renzo Dekleva, ritenuto responsabile dell’omicidio dell’ex moglie, Lucia Manca. Il giudice Marta Paccagnella ha letto la sentenza dopo quattro ore di camera di consiglio. Nel dispositivo ha accolto appieno la tesi accusatoria del pm Francesca Crupi riconoscendo 18 anni di carcere per l’omicidio della donna, due anni per la soppressione del cadavere e sei mesi per falso. Secondo il magistrato, Dekleva avrebbe soffocato la moglie a casa, ne avrebbe nascosto il cadavere prima in un casolare abbandonato e, dopo aver incontrato l’amante, l’avrebbe portato con l’auto fino a Cogollo del Cengio, nel Vicentino, dove è stato trovato tre mesi dopo. I fatti risalgono al 6 luglio 2011. Quanto alle parti civili - fratelli e nipoti di Lucia Manca - il giudice ha disposto la provvisionale, immediatamente eseguibile, per un totale di 360mila euro. Dekleva ha ascoltato la lettura della sentenza in silenzio, senza mai guardare i parenti della vittima. Pochi minuti prima, però, ha parlato per la prima volta, dopo quasi due anni. “Voglio solo dire che dal 1974, giorno in cui ho conosciuto mia moglie, al 7 luglio del 2011 compreso (data della sua scomparsa ndr), non le ho mai messo un solo dito fuori posto”. I parenti della vittima, disperati, hanno invece sottolineato come siano state rovinate due famiglie in questa tragica storia: “quella di Renzo e la nostra. Solo che a noi Lucia non verrà mai restituita”. Per i legali di parte civile si è trattato di una sentenza “corretta ed equilibrata, destinata ad essere confermata in secondo grado”. Nessun commento, invece, da parte F.Co. degli avvocati di Dekleva. seguito di una gravidanza portata a termine nel vicino ospedale. Non il primo caso di macabri ritrovamenti: nella zona negli anni ’90 era stato trovato il corpo fatto a pezzi di una prostituta straniera, mai identificata; nel settembre di due anni fa, vicino al Torrente Agogna, quello di Joy Dirisu, 21 anni, di nazionalità nigeriana. Oggi si tratta di un neonato di pochi giorni: il suo corpicino avvistato per pura casualità. Sul posto dopo la chiamata in Questura si sono precipitate la Volante della polizia, la Squadra mobile, il medico legale, il magistrato di turno e la Scientifica che ha passato al setaccio ogni metro del terreno circostante. La Procura, vista la delicatezza del caso, ha imposto la massima discrezione finché non verrà resa nota l’autopsia eseguita da parte dei medici legali, prevista per lunedì. Francesca Ceccarelli Sanità e giustizia, questi due dei temi toccati dal segretario nazionale che oggi incontrerà i simpatizzanti del partito a Udine anità: è questo uno dei cavalli di battaglia de La Destra in Friuli Venezia Giulia. Non a caso la visita del segretario nazionale Francesco Storace nella regione del Nordest è partita proprio dall’Ospedale di Gemona del Friuli, una struttura efficiente che però da anni zoppica a causa dei tagli impartiti al settore. Problematica quella della soppressione di alcuni ospedali di rete (che si impartiva con una legge del 1995), in parte superata con un emendamento; ma è l’aria da taglio indiscriminato a far vivere le strutture sanitarie nell’incertezza. Fase che deve terminare. A ricordarlo è stato proprio Storace, affiancato dal Sindaco Paolo Urbani, dal direttore sanitario dell’azienda 3 “Alto Friuli” Beppino Colle e dai suoi uomini di partito (tra cui il responsabile regionale Ernesto Pezzetta), dal consigliere regionale Franco Baritussio al vicesindaco di Osoppo Ida Copetti (candidata alla Provincia). Una visita ai reparti per poi soffermarsi a discutere sull’importanza degli ospedali periferici e sul ruolo rispetto al territorio, “un S ruolo di filtro” così è stato definito per evitare la concentrazione dei pazienti negli ospedali cittadini. Poi uno sguardo al futuro con la necessità di “preservare tali strutture”. Non sono mancati poi i temi della giustizia. La chiusura del tribunale di Tolmezzo è stato uno dei temi principali durante la visita istituzionale al comune di Tolmezzo (Carnia) del segretario nazionale. Ed è stato proprio il Sindaco e dalla Giunta del comune carnico a spiegare le gravi ripercussioni che ci sarebbero nel territorio nel momento in cui venisse meno la struttura giudiziaria. Nono solo: il piccolo comune montano rischia anche di veder scomparire da un giorno all’altro la caserma “Cantore”. Con il venir meno di tali realtà ovviamente il territorio soffrirebbe un impoverimento socio economico in una zona già fortemente penalizzata dalla emigrazione. “Mi impegnerò ad approfondire tali tematiche” ha risposto Storace, assicurando un suo personale interesse ai problemi che affliggono il territorio a nord del Friuli. Bagno di folla poi per il leader de La Eurosky Tower . Entrare in casa e uscire dal solito. I Destra che ha incontrato simpatizzanti e militanti del partito all’albergo Roma, sempre nel capoluogo carnico, presentando i candidati alle regionali e alle provinciali di Udine e illustrando il programma del Centrodestra. Dalle tematiche nazionali a quelle regionali Storace ha ricordato “la necessità di schierarsi dalla parte delle famiglie in un momento particolarmente difficile per il Paese, intervenendo anche sulla politica sociale e del lavoro”. Oggi nuovo appuntamento a Udine, alle 9.30 Francesco Storace, affiancato dal candidato alla presidenza della Provincia del centrodestra Pietro Fontanini, dal candidato Adriano Ioan e da numerosi esponenti locali de La Destra incontrerà presso la sala convegni dell’Hotel Là Di Moret a Udine, simpatizzanti e militanti. L’evento sarà l’occasione per confermare il programma che risulta essere incentrato sul rapporto umano tra istituzioni e cittadini, sui valori, sulla cultura della famiglia, sulla solidarietà e sul benessere della persona. Barbara Fruch BOLZANO E SALORNO Equitalia e i tagli ai servizi sociali a Destra continua a schierarsi dalla parte del popolo. Significativi i due interventi del partito in Trentino Alto Adige: il primo per denunciare il taglio di 25 milioni di euro alla non autosufficienza ed il secondo per annunciare l’ennesimo abuso di Equitalia a Salorno. “Ridotto in un anno del 12% il fondo per la non autosufficienza in provincia di Bolzano; così facendo si va verso il massacro sociale” è questa lo denuncia del Consigliere provinciale Mauro Minniti sulla base dei dati ricevuti dall’assessorato alle finanze in risposta ad una sua interrogazione. Infatti, dagli oltre 208 milioni di euro stanziati nel 2012 si scende ai nemmeno 184 milioni del 2013. “Un provvedimento grave che – afferma Minniti – incide sullo stato sociale e sulla sopravvivenza stessa delle famiglie. Il taglio drastico comporterà una nuova povertà e quindi l’acuirsi di una crisi”. È invece il responsabile cittadino de la Destra salornese Nicola Faustini a chiedersi se “Corrispondono al vero le voci secondo le quali Equitalia avrebbe dichiarato che il Comune di Salorno ha un debito di 20 mila euro al punto che il Comune stesso chieda ora alle associazioni culturali cittadine di contribuire alla copertura di tale deficit?”. “Occorre fare chiarezza senza sminuire la portata dell’accaduto, poiché se fossero confermate le voci ci troveremo difronte ad una situazione doppiamente grave: anzitutto per una cattiva gestione da parte del Comune di soldi pubblici e poi perché si chiede al mondo culturale locale di contribuire a coprire un debito”. Sulla vicenda anche il Consigliere provinciale Minniti chiede chiarezza con una interrogazione alla Presidenza del Consiglio. L Il relax ha una nuova casa. Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell’EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. Eurosky Tower è destinato a diventare un simbolo di Roma e soprattutto un grande investimento che si rivaluterà nel tempo. Le residenze sono state progettate per offrire spazi comodi, ma al tempo stesso funzionali, perfettamente rifiniti in ogni dettaglio e con tagli che vanno dai 50 mq fino agli oltre 300 mq. La combinazione dell'esclusività del progetto, del prestigio della vista e della qualità progettuale offre un'opportunità unica per chi ricerca una residenza abitativa di primissimo livello nella Capitale. Al 19° piano, ad oltre 70 metri di altezza, sono state realizzate le prime tre residenze campione, altamente rifinite in ogni singolo dettaglio. Per prenotare la tua visita contatta i nostri consulenti al numero 800 087 087. RE AWARDS Premio Speciale Smart Green Building UFFICIO VENDITE Roma EUR Viale Oceano Pacifico (ang. viale Avignone) Numero Verde 800 087 087 www.euroskyroma.it 9 Sabato 13 aprile 2013 Italia DAL CENTRO Firenze Perugia La decisione della Corte dei Conti Il delitto Omicidio Sandri: Spaccarotella dovrà pagare 1,5 milioni allo Stato Scattano gli interrogatori Il poliziotto condannato a 9 anni costretto a risarcire il Ministero dell'Interno per le spese e il danno subito Mentre il figlio non risponde alle domande, il padre nega tutto: “Non sono stato io” on solo la condanna penale a nove anni e sei mesi di reclusione. Luigi Spaccarotella, l’agente della Polstrada che uccise il tifoso della Lazio Gabriele “Gabbo” Sandri, dovrà risarcire anche il ministero degli Interni. Un milione e mezzo di euro, ovvero il 50% del danno subito dall’erario, col pagamento, già effettuato, alla famiglia di Gabriele Sandri di 3 milioni di euro di risarcimento e 150mila euro di spese legali. Lo ha stabilito la Corte dei Conti di Firenze. Dunque, Spaccarotella dovrà pagare la metà della cifra concordata: “considerato che non appare ascrivibile alla diretta e personale responsabilità dell’assistente Spaccarotella il pagamento di somme ulteriori, rispetto a quelle dovute in situazioni analoghe, versate dall’amministrazione solo per evitare potenziali azioni eversive e violente - scrive la sezione giurisdizionale della Toscana, presieduta da Carlo Greco - la procura ha ritenuto equo imputare alla condotta gravemente colposa del signor Spaccarotella la somma di euro 1.550.000”. Per l’agente nessuno sconto, N si fa per modo dire. Sì, perché Spaccarotella, grazie alla decisione di procedere con il rito abbreviato, ha ottenuto la diminuzione di un terzo della pena. Le sue oggettive responsabilità per la morte di Gabriele Sandri sono state inequivocabilmente dimostrate dalla sentenza di secondo grado (che lo ha condannato per omicidio volontario) confer- Cagliari - Il rappresentante de La Destra Caruso chiede di seguire l’esempio del Lazio mata dalla Cassazione. Quel l’11 novembre del 2007, nella stazione di servizio di Badia al Pino, Sandri e i suoi amici finiscono in una rissa con alcuni tifosi della Juventus. Lo scontro si era praticamente concluso e i due gruppi stavano tornando alle macchine, quando gli agenti della Polstrada, dall’altro lato dell’autostrada, si sono ac- corti di quanto succedeva nella stazione di servizio di fronte. E mentre le macchine di tifosi fuggivano, Spaccarotella sparava un colpo, non in aria (come sostenuto da lui), ma contro la Renault Megan Scenic dove sedeva Gabriele. Un colpo che uccise sul colpo il giovane ragazzo laziale. Paolo Signorelli Massa - Gli esponenti del Pd pronti a ricoprire cariche nelle partecipate dopo le primarie “Emergenza abitativa: “Dove vanno i ‘trombati’ la strada è il mutuo sociale” del centrosinistra?” L A a Destra punta a istituire il Mutuo Sociale anche a Cagliari. “La proposta di ‘autorecupero’ presentata da alcuni consiglieri di sinistra al Sindaco di Cagliari lascia l'amaro in bocca e sa di presa in giro - scrive in una nota Daniele Caruso, segretario Provinciale La Destra Cagliari - Secondo la proposta, gli assegnatari di alloggi popolari, in cambio di uno sconto sull’affitto degli stessi alloggi, dovrebbero liberare l’Amministrazione dai costi della manutenzione degli immobili comunali, ristrutturandoli da sé. Sembra quasi una forma di lavoro forzato. Se l'Amministrazione intende liberarsi dei costi di manutenzione degli immobili di sua proprietà, applichi la formula del Mutuo Sociale, che La Destra ha proposto alle scorse elezioni comunali di Cagliari e che nel Lazio, grazie a La Destra, è diventata legge durante l'Amministrazione Polverini. Il Mutuo Sociale consiste nella possibilità, per l’assegnatario di un alloggio popolare, di acquistare a prezzo di costo l’alloggio di cui è assegnatario, pagando una somma corrispondente al 20% dello stipendio che percepisce ogni mese. Il pagamento si sospenderebbe, senza perdere le quote di alloggio già riscattate, se l’assegnatario-acquirente, cessasse di percepire una regolare retribuzione, e ripartirebbe nel momento in cui tornasse a percepire un regolare stipendio. Dal costo iniziale verrebbero scontati i canoni già retribuiti dal momento di assegnazione dell'alloggio. In questo modo - continua - le famiglie meno abbienti non si troverebbero coinvolte nella morsa dei costi elevati della speculazione edilizia, insostenibili per chi è assegnatario di alloggi popolari, e avrebbero la possibilità di diventare proprietarie di una casa, bene di primaria importanza. L'amministrazione potrebbe così liberarsi dei costi di manutenzione dell'immobile e recupererebbe gran parte delle somme spese per la costruzione dell’alloggio, potendo finanziare la costruzione di nuovi alloggi” cpnclude Caruso. ll’indomani delle primarie del centrosinistra a Massa, i rappresentanti de La Destra locali si chiedono che fine faranno i “trombati”. “Le primarie del centrosinistra hanno visto la partecipazione di cinque candidati, quattro dei quali (Evangelisti, Bertocchi, Venè e il perdente del ballottaggio) risulteranno alla fine esclusi dalla corsa alla poltrona di sindaco - scrivono in una nota gli esponenti del partito di Storace - Sorvolando sui contenuti di una campagna elettorale che ha visto tutti e cinque parlare di una città malamministrata e tutta da rifare, come se negli ultimi vent’anni fosse stato qualcun altro a governare, i cinque hanno firmato un accordo che prevede il divieto, per i perdenti, di partecipare alla futura giunta comunale. Conoscendo le abitudini del centrosinistra locale, però, giunge spontanea una domanda: usciranno dal portone per rientrare dalla finestra? Già, perché è ben noto come a Massa alcuni importanti dirigenti di partito non finiscano né il giunta, né tantomeno in con- siglio comunale, bensì nei consigli di amministrazione, spesso come presidenti, di qualche azienda partecipata. Si pensi, solo per citare i più noti, a Paolini, segretario provinciale di Sel e presidente dell'Asmiu, ad Ugolotti, segretario comunale del Pd e presidente dell'assurdo consorzio Zia, e a Bonini, segretario comunale del Psi e presidente di Atn. Insomma, le partecipate a Massa sono un parcheggio dove piazzare qualche nome prestigioso, ovviamente a spese nostre, per andare poi ad alimentare quel vortice clientelare che garantisce il potere di questa classe politica da vent'anni. Se andrà a finire come crediamo, con i ‘trombati’ eccellenti di queste primarie che eviteranno gli assessorati per accaparrarsi i ben più redditizi posti da amministratori nelle partecipate, sarà evidente come le tante, belle parole impegnate dai candidati in principi come il rinnovamento, la meritocrazia e la trasparenza saranno state solo le ennesime prese in giro nei confronti dei cittadini”. Il gip: “Ci fu la volontà di punire i due ragazzi” i è svolto ieri mattina, nel carcere perugino di Capanne, davanti al gip Luca Semeraro, l’interrogatorio di garanzia di Valerio e Riccardo Menenti, accusati dell’omicidio di Alessandro Polizzi e del tentato omicidio dell’ex fidanzata Julia Tosti. Nell’ordinanza di custodia cautelare, il gip ha parlato di “omicidio preordinato, premeditato” in cui “il movente va ricercato nella volontà di punire, fino alle estreme conseguenze, i due ragazzi”. Ha respinto le accuse, Valerio Menenti: “Non sono stato io. Ho trascorso la notte (quella dell’omicidio ndr) con mia moglie. Punto e basta”. Il figlio, al contrario, si è avvalso della facoltà di non rispondere. “Era stanco e provato”, ha spiegato l’avvocato Luca Pratolini. “L’ha ucciso il padre (Polizzi ndr) ed il ragazzo è il mandante dell’omicidio”, sentenziano gli inquirenti. Colpendolo con uno svita bulloni. Lo stesso utilizzato per ferire anche Julia, presa ad un braccio dalla pallottola destinata al fidanzato e poi pestata con l’utensile. Finché il killer non è scappato per l’arrivo di un vicino di casa. Tra gli elementi accusatori chiave, le testimonianze di chi ha visto l’aggressore. In primis S Julia, benché il killer abbia agito a volto coperto e anche se “non ha mai parlato”, ma anche un’impronta di stivale compatibile con le calzature indossate da Riccardo Menenti. Come si vede dalle riprese delle telecamere dell’ospedale, dove era ricoverato, poche ore prima del delitto. E ancora le immagini di un furgone bianco come quello di Menenti, ripreso uscire dal policlinico prima dell’omicidio e lungo la superstrada da Perugia verso Todi poco dopo l’assassinio, verso le 3:20 di notte (26 marzo). Prove schiaccianti, per i magistrati. Per questo motivo, padre e figlio restano in carcere. Federico Colosimo Carrara Musetti (La Destra): “Dove sono finiti 600milioni?” Roma, via Filippo Corridoni n.23 Tel. 06 37517187 - 06 45449107 Fax 06 94802087 email: [email protected] L'Idv continua nella sua “ campagna per assegnare case popolari, che andrebbero riservate ai cittadini italiani, agli extracomunitari - scrive Gianni Musetti, segretario La Destra Massa Carrara - Oggi si arriva addirittura a evocare l'intervento del sindaco Zubbani perché si attivi a eliminare le discriminazioni che, per loro opinione, sarebbero in atto nel comune di Carrara nei confronti degli immigrati. Ci chiediamo se questi signori abbiano mai visto la graduatoria delle case popolari, colonizzata dagli immigrati, e di qualche squallida discriminazione vengano colpite invece le famiglie italiane, surclassate puntualmente da quelle straniere. La cosa che però dobbiamo chiedere a questi esponenti dell'ormai defunto partito di Di Pietro, tra cui l'assessore provinciale Sara Vatteroni e Ivana Tonarelli, è dove siano andati a finire i 600milioni delle vecchie Lire che il comune di Carrara versò all'Associazione Migranti per il campo nomadi del Lavello. Sono sotto gli occhi di tutti le condizioni nelle quali il campo versa ormai da sempre. Direttore responsabile Francesco Storace Direttore editoriale Guido Paglia Società editrice Amici del Giornale d’Italia Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Marketing e Pubblicità Daniele Belli Progetto grafico e impaginazione Raffaele Di Cintio Nicola Stefani Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità su Il Giornale d’Italia rivolgiti a Eco Comunicazione e Marketing via di San Bartolomeo 9 Grottaferrata (Rm) 06 94546475 10 Sabato 13 aprile 2013 Italia DAL SUD L’ennesima tragedia della crisi arriva da Erchie (Brindisi) Napoli - I primi effetti del sequestro Casa all’asta, lui si impicca Bagnoli, occupata la sede della decima Municipalità A trovarlo sono state moglie e figlie, per il 65enne ormai non c’era più nulla da fare veva alcune difficoltà economiche e invece di dargli una mano hanno venduto la sua casa all’Asta. Risultato? Si è impiccato ad un albero lasciando moglie e figlie. L’ennesima tragedia della crisi e di uno stato incapace di aiutare i suoi cittadini arriva da Erchie, come spiega “La Gazzetta del Mezzogiorno”, dove il 65enne Livio Chierigato si è tolto la vita giovedì impiccandosi ad un albero del giardino della casa dove abitava da pochi mesi, in Via Principe di Napoli. A fare la macabra scoperta sono state la moglie Genoveffa e le figlie, che, rientrate a casa all’ora di adnkronos.com pranzo, si sono accorte che l’uomo non era tornato dal giardino dove era solito trascorrere gran parte della giornata. Poi la macabra scoperta: alle disperate grida di richiesta di aiuto, sono accorsi alcuni vicini, che però non hanno potuto fra altro che tirare giù il corpo senza vita dell’uomo. Sul posto sono giunti i carabinieri di Erchie e l’autombulanza del 118. Dietro il dramma una vita semplice, la voglia di lavorare e l’impossibilità di trovare un occupazione e poi l’amore per quella casa “di famiglia” che gli avevano strappato. L’uomo, originario del Veneto, infatti dopo il matrimonio si era stabilito a Torre Santa Susanna dove ha vissuto sino a pochi mesi fa nella casa che la moglie aveva ereditato dalla madre, in A Via Attilio Calabrese. Per problemi finanziari però quella abitazione, che aveva curato e tenuto come un prezioso e unico gioiello, era stata venduta all’asta giudiziaria dal Tribunale di Brindisi. Numerosi i tentativi di sfratto forzato, con scene drammatiche, come ricordano i vicini, l’ultima con la presenza dell’ufficiale giudiziario e l’intervento della forza pubblica per allontanarlo per sempre. Ma non è finita, come ricorda sempre il quotidiano locale, la famiglia Chierigato ha sempre vissuto con dignità e onestà le ristrettezze economiche e le privazioni dovute anche alle non buone condizioni di salute dell’uomo il quale, evidentemente legato ai valori della casa e della famiglia non ha retto al dolore di aver dovuto abbandonare con la sua abitazione. Così come non ha sopportato l’aver dovuto chiedere aiuto al Provinciale dei Carmelitani di Torre Padre Enrico. È stato proprio quest’ultimo che di fronte al dramma di una famiglia buttata in mezzo alla strada, ha offerto loro di ospitarli in alcuni locali del convento. Quello che resta ora è la rabbia di due comunità, quella di Torre Santa Susanna ed Erchie. Un dolore che sale quando ci si trova davanti a quella casa della famiglia Chierigato di Via Attilio Calabrese scorgendo sul portone il cartello “si vende”. Barbara Fruch Gli sgomberati chiedono un incontro con De Magistris che tace Intanto Hubler, contesta gli addebiti mossi nei suoi confronti Napoli - Disastro ambientale. La mano della magistratura si è abbattuta, due giorni fa, sull’area ex Italsider di Bagnoli. Nel silenzio sconcertante del sindaco di Napoli, “l’arancione” Luigi De Magistris. Il primo cittadino, ormai, parliamoci chiaro, è alla frutta. Non riesce a prendere una decisione giusta De Magistris, ma non solo. Si fa negare, l’amico di Ingroia, incapace persino di comunicare con quei commercianti arrabbiatissimi per la ztl e il piano mobilità “che sta distruggendo quel poco di economia viva che ancora resiste in questa città”. E intanto, ieri, sono scaturiti i primi effetti di quel maxi sequestro a Bagnoli. Un centinaio di persone, studenti e lavoratori, ha occupato la sede della decima Municipalità Bagnoli-Fuorigrotta. Chiedendo un incontro (anche loro) con il sindaco di Napoli e con i vertici della società Bagnolifutura Spa per discutere della bonifica dell’area sigillata. Il corteo giunto alla sede della decima Municipalità ha occupato l’aula consiliare e ha incontrato il presidente Giorgio De Francesco. “La magistratura scopre l’acqua calda dopo vent’anni - dicono i manifestanti - e a pagare le spese di questa operazione della truffa e della devastazione ambientale siamo noi che l’abbiamo denunciata da anni. Ci hanno ‘fatto fuori’ ma non hanno capito che l’unica strada per assicurare un futuro a Bagnoli è far fiorire le esperienze di partecipazione e di controllo da parte dei cittadini delle opere avviate sul territorio. Il sindaco e gli attuali vertici di Bagnolifutura devono rispondere di questa situazione e assumersi le proprie responsabilità”. In 23 mesi da primo cittadino De Magistris non ha fatto nulla per cambiare la città di Napoli. A parte rinnegare tutto, persino la sua fede calcistica. Siamo agli sgoccioli, però. Deve dimettersi. Intanto, Mario Hubler, presidente di America’s Cup, tra gli indagati per disastro ambientale nell’inchiesta della Procura di Napoli, contesta tutti gli addebiti mossi nei suoi confronti. “Le bonifiche fatte a Bagnoli non sono fallite. Non lo dico io, ma certificati di avvenuta bonifica rilasciati dopo le verifiche del Ministero. L’inchiesta è partita sei anni fa, perché il caso scoppia solo adesso? Io non ho paura. Sono pronto anche a dimettermi”. Federico Colosimo SICILIA LAMPEDUSA Musumeci in assemblea Continuano gli sbarchi entre in Sicilia La Destra si prepara all’incontro odierno, il vicesegretario nazionale del partito Nello Musumeci interviene duramente contro la prostituzione. “L’unica attività che in Italia non conosce crisi è lo sfruttamento della prostituzione. Le istituzioni non possono continuare a far finta di niente - spiega Musumeci - I marciapiede delle città italiane, sono sempre più affollati di ragazze in attesa di ‘clienti’. Regolamentare questa antica attività significa ottenere almeno due risultati: primo, sottrarre migliaia di donne al violento sfruttamento da parte della mafia, consentire cioè loro di disporre del proprio corpo per libera scelta usufruendo di tutela sociale e sanitaria. Secondo risultato, sottoporre a regime fiscale un esercizio i cui copiosi proventi oggi ingrassano le organizzazioni criminali invece che alimentare le casse dello Stato. Voglio augurarmi - conclude - che il nuovo Parlamento trovi il coraggio di affrontare finalmente questo grave, crescente e insoluto problema sociale”. E intanto oggi alle 17 al Garden Hotel di Pergusa (Enna) si terrà l’assemblea regionale dei Quadri dirigenti de La Destra convocata dal segretario Gino Ioppolo. I lavori si apriranno con la relazione dello stesso responsabile regionale, cui farà seguito il dibattito sulle strategie da adottare in vista delle prossime elezioni comunali nell’Isola e sulla Conferenza programmatica prevista ad Orvieto per luglio. Presenta anche Nello Musumeci, i dirigenti nazionali, regionali e provinciali, i segretari delle sezioni ed i rappresentanti negli enti locali. U M ontinua l’emergenza immigrazione. Ancora sbarchi di clandestini. Siamo solo ad aprile ma il numero dei clandestini sbarcati ha già raggiunto cifre da record. Nella giornata di ieri altri due sbarchi. Sono due i barconi con a bordo i migranti che sono stati intercettati a Sud di Lampedusa, intorno alle 7 di mattina. Sul primo, fermato dalla Guardia di Finanza, erano a bordo 100 clandestini, tra cui uomini donne e minori. Nel secondo, bloccato dalla Guardia costiera, altrettante persone, arrivate stremate. Secondo le prime testimonianze, i naufraghi erano in viaggio da 4 giorni ed al momento dei soccorsi erano ormai incapaci di muoversi, disidratati e in evidente stato di stress dovuto alla stanchezza del viaggio. Il recupero dei naufraghi non è stato facile. Uno dei due barconi, infatti aveva cominciato ad imbarcare acqua a causa dell’eccessivo peso e numero degli extracomunitari. Secondo la Guardia di Finanza di Trapani i profughi sarebbero tutti subsahariani. Tutti tratti in salvo. Terminate le operazioni di soccorso gli immigrati sono stati condotti nel porto di Lampedusa e trasportati in ospedale per ricevere le cure necessarie. Nel centro di accoglienza dell’isola siciliana si trovano attualmente 732 migranti, 650 dei quali tratti in salvo solamente negli ultimi giorni. Molti di loro verranno trasferiti nei prossimi giorni a Cagliari dove saranno accolti presso la Comunità “la Collina”, che dispone di appartamenti, ognuno in grado di ospitare quindici persone. Paolo Signorelli Arte 11 Sabato 13 aprile 2013 Si potranno ammirare, fino al 30 giugno, i dipinti dei Civici Musei già esposti nella vecchia Galleria d'Arte Moderna Contemporanea di Brescia Novecento mai visto Il meglio dei maestri del XX secolo nelle collezioni pubbliche e private, per la mostra “Da De Chirico a Cattelan e oltre” di Carola Parisi anta Giulia ritrova, per lo spazio di questa mostra, le opere che qui furono esposte dal 1964 al 1972, in quella che all’epoca era la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea poi immagazzinata per lasciare spazio alle collezioni archeologiche e medievali che hanno reso celebre il museo bresciano. Per molti sarà così l’occasione di poter ammirare una raccolta giustamente famosa, tra le maggiori collezioni pubbliche del settore in Italia, che da 40 anni era inaccessibile al pubblico. C’è di più: insieme alle opere patrimonio delle collezioni pubbliche ne verranno proposte altre concesse dalle S notevoli collezioni private della città. Si potrà spaziare su artisti fondamentali della storia dell’arte italiana e internazionale del Novecento, giungendo ai contemporanei. Il titolo della rassegna è emblematico: “Novecento mai visto. Da De Chirico a Cattelan e oltre”. La mostra è stata curata da Elena Lucchesi Ragni con Enrico De Pascale e Paolo Bolpagni; sarà allestita, fino al 30 giugno, quasi accanto con un’altra importantissima esposizione, entrambe accolte negli spazi di Santa Giulia, quella della Collezione Daimler Mercedes, per la prima volta esposta in Italia. La rassegna propone numerosi dipinti di proprietà dei Civici Musei e non più esposti in modo organico dai primi anni Munch a Genova, Settanta. La parte più rilevante di tale patrimonio è costituita dalle opere, sorprendentemente anticipatrici in senso astratto , del bresciano Romolo Romani, dai numerosi dipinti di ambito futurista (Dottori, Evola, Depero, Lega, tutti datati entro il 1919) e dalle opere di orientamento informale che, dopo la chiusura della galleria, rimasero nei depositi (Chighine, Paolucci). Importanti testimonianze dell’arte del Novecento (De Chirico, Morandi, Sironi) arricchirono poi (1986) le raccolte civiche tramite il lascito della famiglia bresciana Scalvini. La Galleria esibiva inoltre un centinaio di opere provenienti dalla straordinaria collezione depositata da Guglielmo Achille Cavellini che – caso unico ma senza l’urlo in Italia – comprendeva quanto di meglio e di nuovo proponeva l’arte italiana e internazionale, da Klein a Warhol, da Hartung a Mathieu, da Burri a Fontana. Il percorso dell’esposizione attuale vuole ricordare quell’iniziativa, rendendo omaggio a Cavellini come artista, ed evocare un clima culturale “d’avanguardia” . Ecco allora che si affaccia un percorso nell’arte italiana dal primo Novecento agli anni Settanta con opere di rilevante interesse storico, variamente riferibili ancora all’informale (Crippa, Birolli, Morlotti, Vedova, Turcato) e al movimento spazialista (Fon- tana, Manzoni, Castellani, Bonalumi, Melotti). L’esposizione si chiude con i protagonisti delle tendenze concettuali e della cosiddetta “arte povera” degli anni Settanta (Pistoletto, Mattiacci, Anselmo, Paolini, Mertz, Fabro, Parmiggiani, Penone, Zorio, Calzolari). I chiostri e gli ambienti museali di Santa Giulia accoglieranno, inoltre, sculture e installazioni in un suggestivo confronto con le architetture rinascimentali e le testimonianze archeologiche. Oltre alle opere della collezione Daimler, saranno presentati lavori di artisti contemporanei, non solo italiani, concessi dalle collezioni bresciane: Kapoor, Dan Graham, Cattelan, Paladino, Mainolfi, Tavernari, Picco e Ranzanici. La prima retrospettiva del celebre fotografo Garry Winogrand in mostra al San Francisco Museum fino al 2 giugno 2013 Scatti rubati alla strada alazzo Ducale si conferma punto di riferimento delle mostre d'arte a Genova e in tutto il nord Italia: dopo i successi ottenuti dalle mostre di Mirò e Steve McCurry la mostra di punta del 2013 sarà quella del grande pittore norvegese Edvard Munch. Da ottobre 2013 e fino ad aprile 2014 Genova opsiterà oltre 150 opere del pittore norvegese, tra cui cento dipinti che mettono in luce la figura tormentata dell'artista. Non ci sarà l'Urlo, l'opera più famosa di cui ne esistono quattro copie: tre sono conservate nei musei norvegesi e una è stata battuta all'asta lo scorso anno per la cifra record di 120 milioni di dollari. Il curatore della mostra è il francese Marc Restellini. P ALLA CASA MUNICIPALE DI PRAGA E PER LA PRIMA VOLTA L’Art Nouveau di Mucha arà la Casa Municipale di Praga ad ospitare uno degli eventi culturali nazionali più importanti del 2013. Dal 10 aprile, Ivan Lendl esporrà per la prima volta la sua collezione di poster realizzati da Alphonse Mucha, pittore e scultore dell'Art Nouveau. Oltre 150 tra i più celebri poster pubblicitari disegnati tra il 1895 e il 1935, dal valore stimato tra i 10 e i 50 mila euro l'uno. Giovani donne in abiti neoclassici, circondate da fiori che si incrociano formando cornici geometriche, questo il tema ricorrente nei suoi manifesti. Le opere saranno presentate in una suddivisione che riflette i tre periodi distinti di realizzazione: la stagione parigina (1887-1905), quella americana (1906-1910) e quella ceca (1911-1939). Fino al 31 luglio la mostra sarà allestita nella capitale ceca, dopodiché intraprenderà un tour mondiale. Ad inaugurare l'evento alla Casa S Municipale è stata Marika, figlia dell'ex tennista. Ivan sarà invece presente alla mostra il 29 aprile, primo giorno libero dagli impegni con il suo allievo Andy Murray. Lendl racconta di essersi imbattuto nei capolavori di Mucha verso la metà degli anni Ottanta: "Ho cominciato a collezionare i suoi manifesti dopo aver conosciuto suo figlio Jiri, giornalista e scrittore. Me l'ha presentato Jan Kukal, che allenava la squadra di Coppa Davis, anche lui collezionista dei lavori di Mucha. Jiri mi ha influenzato molto". In circa trent'anni, l'ex numero uno del mondo ha raccolto quasi l'intera collezione del pittore ceco ed ora ha deciso di condividerla con il pubblico partendo da Praga, città che proprio grazie al lavoro di Mucha ha conosciuto negli anni dell'Art Nouveau grande fama e prestigio. C.P. a prima retrospettiva in 25 anni di carriera dell'artista Garry Winogrand – il celebre fotografo di New York City e della vita americana dagli anni ‘50 fino ai primi anni ‘80 – in mostra al San Francisco Museum of Modern Art (SFMOMA) fino al 2 giugno 2013. Organizzata dal SFMOMA con la collaborazione dalla National Gallery of Art di Washington DC, l’esibizione “Garry Winogrand” unisce le immagini più rappresentative dell’artista a foto tratte dagli archivi, meno conosciuti, dei suoi ultimi lavori. La mostra offre così una rigorosa panoramica della sua vita lavorativa e rivela per la prima volta l’intera ricerca della sua carriera. Più di 300 fotografie esposte e oltre 400 raccolte nel catalogo che accompagna la mostra tratteggiano un vivido ritratto dell’artista, un cronista dell’America del dopoguerra, personalità allo stesso livello di figure quali Norman Mailer e Robert Rauschenberg che senza batter ciglio hanno catturato le oscillazioni dell’America tra ottimismo e straziante sconvolgimento nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale. La mostra rappresenta un’occasione unica per il pubblico di San Francisco, Washington, New York, Parigi e Madrid, dove verrà portata nei prossimi mesi. L’esposizione è stata concepita e curata dal fotografo e autore Leo Rubinfien con Erin O’Toole, curatore della fotografia al SFMOMA, e Sarah Greenough, senior curator della fotografia alla National Gallery of Art. Garry Winogrand è dif- L fusamente riconosciuto come uno dei maggiori fotografi del 20esimo secolo, tuttavia il suo completo corpus di lavoro non è ancora stato studiato completamente. È stato enormemente prolifico ma ha in gran parte posticipato la redazione e la stampa del suo lavoro. Morto improvvisamente all'età di 56 anni, ha lasciato circa 6.500 rotoli di pellicola (circa 250.000 immagini) che non aveva mai visto. Circa metà delle foto della mostra non erano mai state esibite o pubblicate finora e più di 100 non erano neanche mai state stampate. La mostra è divisa in tre sezioni, ognuna riguarda un’ampia varietà di soggetti riconoscibili nella produzione di Winogrand. “Down from the Bronx” presenta fotografie scattate da diversi luoghi di New York dai suoi esordi nel 1950 fino al 1971; “A student of America” è relativo al lavoro eseguito nello stesso arco temporale ma durante viaggi fuori città; e “Boom and Bust” è la sezione riferita prevalentemente al periodo più tardo, dal 1971 (anno in cui ha lasciato New York) fino alla morte avvenuta nel 1984, con fotografie scattate in Texas e nel sud della California, così come immagini di Chicago, Washington, Miami e molte altre località. Questa sezione include un limitato numero di fotografie scattate durante il viaggio di ritorno a Manhattan, che esprimono un senso di desolazione mai comparso nei lavori precedenti. C.P. Tempo libero 12 Sabato 13 aprile 2013 La moda del XXI secolo si cerca tra abiti usati, accessori di seconda mano e bancarelle dei mercatini Tutti pazzi per il vintage Belgioioso a Pavia, Mercato Monti a Roma, Porto Genova a Milano: i templi degli appassionati italiani dello stile retrò. Occhiali anni ’70, creazioni artigianali, oggetti di culto per chi cerca l’affare della domenica di Carola Parisi oda. Nel XXI secolo significa andare a caccia di cosa si indossava dieci, venti, cinquant'anni fa girando per le bancarelle dei mercatini o, ancora meglio, frugando negli armadi delle nonne e nelle cantine, reinventando qualche capo o qualche accessorio, stravolgendo così lo stesso concetto di tendenza non necessariamente destinata a rinnovarsi ad ogni nuova collezione. C'è sem- M pre di più interesse per i banchi dei mercatini, alla ricerca di un capo unico, con un passato da raccontare. Oggi lo spirito bohémien degli abiti d'annata o di seconda mano sta lasciando spazio al vintage griffato: abiti vecchi sì, ma pur sempre firmati. E gli stilisti si adeguano al trend, riproponendo le copie, rivisitate in chiave moderna, delle loro collezioni di 20/30 anni fa. Perché il nuovo glamour sta nel combinare in libertà e armonia il vecchio e il nuovo creando una moda personale. Nelle cantine umide dell'abbi- gliamento usato d’epoca più che il profumo di polvere si sente l’odore di stoffe che hanno abbracciato chissà quali e quanti corpi. Quante storie avranno visto dall’alto i cappellini che oggi vediamo dalle vetrine dei negozi vintage in tutto il mondo. Chissà che segreti avranno nascosto le borse di Gucci o di Luis Vuitton, oggi ambitissime nell’usato griffato. Il marchio fa lievitare vertiginosamente i prezzi. Basta il logo di Yves Saint Laurent o Chanel in bella mostra a renderle tra le prede più ambite dagli amanti del vintage di lusso. ≠Il vintage oggi non si limita a vestiti e accessori: bijoux, pizzi e bottoni in stile retrò, meglio se retrò e basta, sono oggetti del desiderio di irrinunciabili e fanatiche ‘dell’essere alla moda’. Frugare tra i banchi degli espositori, trovare l’agognato abito di Valentino anni Settanta o il foulard di Roberta di Camerino. Scoprire che sul mercato è rimasto ancora un modello di Hermès alla nostra portata. Il paradiso è lì. Ma la tendenza non è solo verso il vintage di ‘FELICEMENTE SPOSSATA’ BELLA E D’ANNATA? o di natura sono conservatrice. Nel senso che non butto mai via niente. Vuoi uno scontrino del ’95? Le scarpe che ho indossato al mio diciottesimo compleanno? Io ce l’ho. Non so dove, d’accordo, ma quello è un altro discorso. La separazione dal mio armadio a 12 ante è stato un lutto che ancora non riesco a elaborare. Non posso buttare niente. Vuoi che non mi torni utile una cloche di feltro con una rosa di velluto? O un collarino con le piume di struzzo? Prima o poi avrò voglia di rimetterli. E detestando la moda – intesa come diktat e uniformità – le mie cose non passano mai di moda, perché non lo sono mai state!!! Mettici che ho un colorito alla Mortycia e che di solito porto i capelli a caschetto…si’, insomma nell’Urbe mi si definisce “un quadro antico”. Questo è un vantaggio oggettivo se si tratta di partecipare ad una festa a tema , a una corsa in bici stile anni ’20-’40 – quella meravigliosa Tweed-ride di pochi giorni fa, dove tutti erano bardati e io mi sono presentata coi miei abiti di tutti i giorni…- e mio malgrado, oggi, mi rende …up to date. Che brutta parola, preferisco à la page. Ma comunque, in tempi di “vintage” sono involontariamente attualissima. Certo, perché con la crisi è stata proprio la moda a ritirare fuori il vecchio, infiorettandolo con termini piu’ gradevoli. Da qualche anno anche sulle riviste piu’ “fashion” (brrrrivido) si mescolano gli abiti ancora non in vendita con pezzi d’archivio delle grandi case di moda, piuttosto che con reperti da mercatino delle pulci. Questo vezzo molto radical chic di recuperare il maglione di papà, il cappotto di mamma da giovane, di tornare a indossare la giacca in naftalina da dieci anni è ormai fenomeno di costume. . Chi l’avrebbe mai detto, a noi consumisti sfrenati – seppur non modaioli - che per placare il I senso di colpa ci saremmo ridotti a questo? Avete notato come oltre alle banche siano proliferate innumerevoli sartorie “rapide”… e come gli scaffali dei calzolai siano tornati affollati? Per non parlare dei robivecchi di vendittiana memoria dove le signore eleganti “appoggiano” la mobilia in disuso…magari a qualcuno piacerà ancora, mica voglio farci su dei soldi, eh!! Ma che non si parli di recupero, di economia, di risparmio. Abominio! Si fa perché è vintage, vorrai mica profumare di nuovo come una saponetta? Così come negli ultimi anni hanno improvvisamente ripreso vita latterie, osterie, trattorie e tutte quelle insegne vecchiotte e demodè soppiantate dalle stesse attività con nomi più brutti: paninoteche, caffetterie e via anglicizzando. Invece ormai è tutta un’antica officina, premiata forneria, cucina di zia e pasticceria di nonna. Sono sincera: a me tutto quello che è vecchiotto piace moltissimo; sono arrivata a mettere le mattonelle in bagno e addirittura in cucina…lo dico senza vergogna, neanche una resina a casa mia, ho addirittura le tende e il copriletto…dico co-pri-let-to. Però ditemi che sono anziana, passatista, anticona, ma non datemi per vintage! Angela De Vito Che cos’è lo swapping? o swapping è un fenomeno che si sta diffondendo sempre più velocemente in tutto il mondo. Nato negli Stati Uniti d’America nei salotti di Manhattan frequentati da modelle, attrici e amanti della moda, altro non è che l’evoluzione del vintage, o meglio una sua involuzione, in quanto non si compra con il denaro qualcosa di già usato, bensì si utilizza il baratto. Do ut des, ti do affinché tu mi dia. Sempre più numerosi sono i negozi, così come i siti, che negli ultimi anni propongono lo scambio di beni come nuova forma commerciale. A essere scambiati non sono solo capi di abbigliamento, ma anche opere d’arte, gioielli, accessori, articoli di antiquariato e talvolta anche le proprie case. Barattare sta diventando di moda anche perché favorisce un riciclo eco-sostenibile dei capi senza spendere denaro. Un altro metodo per barattare sono gli swap party, vale a dire feste private, durante le quali ciascuno si impegna a portare capi o qualsiasi altro bene scambiabile che non viene più utilizzato, per barattarli con quelli degli altri. (Definizione Vouge) L lusso di abiti e borse firmate, in Italia sta riscuotendo un grandissimo successo il negozio dell’usato, più comunemente chiamato “mercatino” che però non sembra essere un termine adatto dato che ci si sta evolvendo verso un modello sempre più bello e coinvolgente. Pulizia e ordine, oggetti selezionati, cordialità e disponibilità, servizio orientato alle esigenze del cliente. Questa tendenza è diventata di moda (vintage, modernariato, personalizzazione) tanto che ben lontani dall’essere arrivati alla saturazione del mercato, i mercatini dell’usato sono presenti in tutte le province, anche in quelle più “consumiste” dove, l’acquisto di prodotti già utilizzati da altri, non avrebbe potuto sembrare una tendenza capace di diffondersi. Insomma si delinea un forte interesse del consumatore che sicuramente caratterizzerà sempre di più il modo di fare acquisti nei prossimi anni. Cos’è e come funziona: Per mercatino dell'usato intendiamo un'agenzia d'affari organizzata come attività di intermediazione tra privati che utilizza il sistema del conto vendita. In sostanza l'agenzia non è altro che una struttura che ospita oggetti usati che privati cittadini mettono a disposizione di possibili acquirenti. Il responsabile di tale struttura non è un commerciante, in quanto non pone in vendita direttamente merce della quale detiene il titolo di proprietà, ma si configura come un promotore di affari. La sua opera viene ricompensata da una commissione in percentuale sul valore degli acquisti. I mercatini più famosi d’Italia: Come nelle favole gli appassionati italiani del vintage hanno come meta un castello: quello di Belgioioso, in provincia di Pa- via, dove dal 20 al 25 aprile si terrà il ‘Fashion Vintage Show’, unica mostra mercato del genere che è un appuntamento a cui non si può dire di no. A Roma il ritrovo per gli amanti dello stile è l’amatissimo Mercato Monti. Nel cuore della città eterna a pochi passi dal Colosseo nel caratteristico Rione Monti. All’interno dell’ Hotel Palatino, ogni weekend c’è un appuntamento consolidato, per romani e non – e soprattutto per giovani e non – che vogliono trascorrere qualche ora a riscoprire il gusto dell’originalità. Nato nel 2009, in piena crisi economica, Mercato Monti vuole essere un luogo di ritrovo di idee e qualità. La musica di sottofondo guida attraverso i trenta banchi presenti, sui quali si possono scovare vere e proprie ‘chicche’: dai gioielli vintage a quelli interamente fatti a mano da giovani stilisti. Abiti dal sapore antico si fondono con t-shirt dallo stile grafico e contemporaneo, in una fucina di talenti e sorrisi. A Milano invece il tempio degli amanti dello stile retrò è il mercato di Porta Genova, sui Navigli. Oggetti che vanno dal vintage al vecchio, dall’utilissimo al futilissimo. Tutto venduto a prezzi spesso più bassi di quanto ci si immagina. Il mercato delle pulci giusto per tornare a casa soddisfatti, con ottimi affari della domenica. Inaugurato nell’aprile del 2012, si tratta in realtà di una nuova location per lo storico mercatino di Bonola, chiuso per problemi con gli abusivi. I venditori sono gli stessi, ma gli spazi sono molto più ampi. Non è ancora famoso, ma la vicinanza a Porta Genova ne fa una meta ideale per la bella gioventù creativa che gravita nella zona.