slides - Dipartimento di Economia

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slides - Dipartimento di Economia
Gianni Capuano
Patrizia Iorlano
Laura Platini
Carmen Vadicamo

Abbondante liquidità e tassi di interesse reali molto bassi,
alle volte anche negativi

Progressiva integrazione dei mercati internazionali e la
diffusione di innovazioni di importanza storica

Rapida espansione dell’economia mondiale e inflazione a
livelli bassi

Maggior competizione e innovazioni finanziarie

Processo di consolidamento con conseguenti fusioni e
acquisizioni
Tuttavia…..
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…queste condizioni macroeconomiche erano accompagnate
da:
 Global
imbalances
(disequilibri
macroeconomici
internazionali)

Degenerazione del modello “originate-to-distribute”
Quindi :
La crisi attuale, considerata la più grave degli ultimi 75
anni, è stata causata principalmente dai disequilibri
macroeconomici internazionali, dal deficit e dalla eccessiva
politica monetaria espansiva adottata dagli Stati Uniti a
partire dalla seconda metà degli anni ’90 che come
vedremo porteranno a cambiamenti nell’organizzazione e
nella regolamentazione del settore bancario e di tutto il
sistema economico.
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Cambiamenti nell’attività tradizionale di credito

Degenerazione del modello “originate-to-distribute”
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La tradizionale attività di credito implica che quando una banca presta
denaro ad un’azienda o ad una famiglia, realizza i suoi profitti attesi
condizionali non solo in termini di contratto di debito (tassi di
interesse, garanzia addizionali…), ma soprattutto in termini di
solvibilità dei prestatori. Quindi, per massimizzare i profitti effettivi,
la banca deve raccogliere accurate informazioni sui potenziali
investitori (attività di screening e monitoraggio).
Negli ultimi vent’anni l’attività tradizionale di credito, schiacciata da
un’intensa concorrenza e bassi tassi di interesse, ha generato il
declino delle quote degli utili delle banche, mentre i rendimenti
crescenti provenivano da corporate finance e investment banking
per le imprese e private banking e asset management per le
famiglie.
In questo nuovo contesto, la decisione di una banca di finanziare una
determinata impresa o famiglia può essere attribuita – come sempre
– alla sua valutazione della solvibilità del debitore, ma può anche
riflettere l’obiettivo della banca di guadagnare un vantaggio
competitivo rispetto alle altre banche.
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Nessun tentativo di rafforzare la regolamentazione e i meccanismi di
incentivazione: le innovazioni finanziarie hanno portato a rischi
eccessivi per i risparmiatori e hanno causato il fallimento del
mercato delle cartolarizzazioni
Arbitraggio regolamentare: le banche hanno progressivamente
accresciuto le esposizioni creditizie più rischiose, caratterizzate da
un requisito patrimoniale inferiore all’effettivo assorbimento di
capitale misurato dai loro modelli interni.
Proliferazione di titoli strutturati che hanno minato la convenienza
delle operazioni di cartolarizzazione
Prezzi dei mutui e delle obbligazioni hanno raggiunto livelli
eccessivi
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La Federal Riserve ha alzato il tasso d’interesse al 5% con
conseguente rallentamento della crescita e diminuzione
dei prezzi delle case
Calo dei mutui subprime e calo nell’emissione di strumenti
derivati dalla cartolarizzazione
Calo dei prezzi delle azioni
Crisi di fiducia che ha scosso i
mercati finanziari
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Intervento delle principali banche – BCE, Fed e Banca
d’Inghilterra - e delle autorità di vigilanza
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Salvataggio di Bear Stearns

Salvataggio di Fannie Mae e Freddie Mac
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
BCE: operazioni di mercato aperto, aumenta la quantità di
prestiti, riducendone le spese in relazione al
deterioramento della qualità della garanzia e portandone
la durata fino a sei mesi
Banca d’Inghilterra: segue il modello delle BCE
Fed: cambiamenti regolamentativi. Incentiva all’utilizzo
della finestra di sconto, promuove aste bimestrali e
compie operazioni di mercato aperto
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La bancarotta di Bear Stearns
avrebbe prodotto
incontrollabili effetti sistemici
a causa dell’estesa rete di
connessioni delle banche
d’investimento nel mercato
non regolamentato
Quindi Jp Morgan ha preso in
consegna Bear Stearns,
compresi tutti i suoi debiti, ad
un prezzo simbolico
La Fed ha concesso un prestito
a Jp Morgan aiutando così a
coprire le eventuali perdite
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Questi due giganti, che grazie ad una garanzia implicita del governo erano stati
in grado di prendere in prestito molti fondi a buon mercato al fine di acquistare
e rivendere pacchetti di mutui di buona qualità, avevano utilizzato la garanzia
per operare con leva alta e sfruttato l’inflazione del rating AAA per
acquistare le obbligazioni basate sui mutui subprime o altri prestiti ad alto
rischio. Come risultato, Fannie Mae e Freddie Mac hanno ottenuto alti profitti
nel breve termine sulla base di arbitraggi sui rendimenti differenziali. Tuttavia,
quando la crisi finanziaria è peggiorata, nonostante la concessione di una
garanzia esplicita del governo, Fannie e Freddie hanno incontrato crescenti
difficoltà di finanziamento sul mercato e quindi nell’esercizio della loro
tradizionale attività e nel rimborso del debito in scadenza. Il loro fallimento
avrebbe causato il crollo totale del mercato immobiliare e abbattuto molti
erogatori di mutui regionali; all’estero, avrebbe dato luogo ad una reazione
incontrollabile da parte delle sovranità e dei creditori istituzionali nei paesi in
via di sviluppo, maggiormente esposti alle due società.
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Fallimento di Lehman Brothers

Salvataggio di AIG

Programmi di ricapitalizzazione pubblica
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Dopo il fallimento della regolamentazione nel caso di Fannie
Mae e Freddie Mac , l’insostenibilità di misure ad hoc diviene
ovvia con l’uscita dal mercato di Lehman Brothers e il
conseguente salvataggio di AIG

Lehman Brothers , dall’inizio 2008 ha fatto ampie svalutazioni
e il prezzo delle sue azioni è precipitato

Nessun intervento di governo per evitare fenomeni di azzardo
morale dei salvataggi precedenti


La conseguenza fu lo sconvolgimento dei mercati finanziari
globali : Goldman Sachs e Morgan Stanley si trasformano in “
Bank Holding Companies”e le banche europee si scontrano
con i vincoli di liquidità a breve termine e i tassi raggiungono
nuovi picchi
Fuga precipitosa da parte dei risparmiatori americani dai
fondi del mercato monetario americano
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Lehman viene abbandonata al suo destino, AIG pur essendo
intermediario non bancario viene salvata: approccio arbitrario
del governo
AIG deteneva una posizione dominante nel mercato
internazionale dei crediti default swaps
La FED diede ad AIG un prestito di due anni di $85 miliardi a
un tasso pari a 8,5% Libor e il governo acquistò una
partecipazione azionaria quasi dell’80% in AIG e un’illimitata
linea di credito alla FED affinché i crescenti prestiti di
quest’ultima non avrebbero compromesso il suo bilancio
La FED finanzia di fatto l’acquisizione di AIG e accetta la
propria dipendenza finanziaria dal governo
Il Tesoro formulò il TARP , il programma di salvataggio delle
attività “preoccupanti” cioè assets ad alto rischio per il
sistema finanziario americano
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Programmi di ricapitalizzazione pubblica
CPP(Capital Purchase Program ): acquisto del Tesoro di
azioni privilegiate senza diritto di voto e acquisto di Warrant
SSFIP (Systemically Significant Failing Institutions Program):
programma obbligatorio per gli intermediari sull’orlo
del fallimento incapaci di procurare liquidità privata
TIP(Targeted Investment program): salvataggio di Citigroup;
investimento del Tesoro in azioni privilegiate e warrants e
garanzia pubblica di copertura delle perdite
TALF (Term Asset-Backed Securities Loan Facility):
l’acquisto di prestiti ad alto rischio (ABSs) e
prestiti garantiti da Small Business Administration
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Principi comuni di intervento degli stati europei

Scenario in Inghilterra, Germania e Francia
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3 obiettivi:
Tutela dei risparmiatori
Ricapitalizzazione statale degli intermediari
Garanzie pubbliche su assets illiquidi
e ad alto rischio
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1.
2.
3.
Rafforzamento del regime degli
swap consentendo alle banche
capitalizzate di scambiare le
illiquidità dei loro bilanci con
titoli di Stato
Implemento di tre nuovi
programmi:
Autorizzazione di pubblici
acquisti delle attività delle
banche “pericolanti”
Garanzie in una riserva di
strumenti di debito emesse
dalla 7 maggiori banche, dalle
più grandi building society e
altre istituzioni finanziarie
Possibilità di acquisto ,da parte
di enti di proprietà del Tesoro,
di azioni privilegiate o altre
forme di nuove azioni degli
stessi intermediari
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1.
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3.
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Fondo per gli interventi
statali nel settore bancario
(SOFFIN)
Vincoli per la
ricapitalizzazione pubblica:
I Dividendi possono essere
pagati solo dalla Stato
La retribuzione dei dirigenti
non può eccedere i 500.000€
lordi all’anno
Le scelte strategiche
dovevano includere progetti a
favore di piccole o medie
imprese
Salvataggio di Hypo Real
Estate
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Garanzia su titoli
emessi dalla Société de
Prise de Partecipation
de l’Etat per la
capitalizzazione di
banche in difficoltà (es
Dexia)
Garanzia sulle nuove
emissioni
obbligazionarie degli
intermediari
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Verso la 4° fase della crisi finanziaria

Effetti della Crisi
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Fallimento dei programmi pubblici
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Fallimento dei tentativi dei governi di attuare programmi
sistematici: le misure di ricapitalizzazione pubblica
abbassarono la qualità del capitale bancario
Recessione nei principali paesi industrializzati, maggiori
difficoltà nei PVS e crescente fragilità economica e
finanziaria in Europa
Priorità: prevenire la crisi dell’economia reale ,in quanto
tale da poter contaminare l’economia finanziaria
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Prosecuzione politiche di espansione monetaria e aumento
spesa pubblica ; sgravi fiscali per famiglie a basso- medio
reddito
Ampliamento dell’offerta di liquidità per assorbire una
maggiore quantità di titoli illiquidi ad alto rischio detenuti
nel settore privato e facendo acquisti di titoli del debito
pubblico
Crescita esplosiva delle riserve delle banche americane
Politica fiscale: in Europa piano di recupero economico
(vertice di Bruxelles) da attuare attraverso misure
nazionali; negli stati Uniti l’amministrazione di Obama,
introdusse e coordinò programmi di spesa per la
costruzione di infrastrutture materiali e immateriali , per
indennità di disoccupazione e sgravi fiscali per famiglie di
medio –basso reddito
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Gli USA dovettero riconoscere che nonostante la
ricapitalizzazione di circa 500 banche , la serie di
programmi attivati nel 2008 non ha avuto successo in tre
casi cruciali: Citigroup, Bank of America e AIG
In Inghilterra,il governo ha dovuto far fronte a due
situazioni critiche all'inizio del 2009. RBS, HBOS e Lloyds
Hypo Real Estate e Commerzbank: all'inizio del 2009
anche la Germania ha dovuto fare i conti con
l'inadeguatezza degli aiuti dello Stato messi a disposizione
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Ritorno al passato e possibili soluzioni

Il caso italiano
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Il ritorno agli interventi statali
“ad hoc” nei mercati
finanziari e il rapido
aggravarsi della recessione
nel primo trimestre del 2009
ha polarizzato la situazione
sia all'interno che tra i paesi.
Negli Stati Uniti, la situazione
è critica, anche se ad aprile
alcune grandi banche sono
pronte a restituire i fondi
TARP che hanno ricevuto
nell’ottobre 2008.
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
Nel Regno Unito, la crisi di RBS e Lloyd
HBOS non ha spinto gli altri grandi
gruppi bancari, in particolare HSBC e
Barclays, a partecipare ai nuovi
programmi di sostegno del governo.
La Spagna, le cui banche, insieme a
quelle italiane, erano state le più
solide nell'Europa continentale nel
2008, è stata colpita dalla crisi delle
casse di risparmio locale troppo
esposte nell’edilizia e nel settore
immobiliare. Nonostante ciò, i due più
grandi gruppi spagnoli continuano a
cavalcare i mercati.
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La Francia ha aggiornato il proprio piano di misure
pubbliche a fine gennaio mettendo a disposizione nuovi
fondi per i gruppi bancari in difficoltà. Questa occasione fu
colta da BNP Paribas che acquistò il gruppo Fortis.
L’Olanda, nell’ottobre 2008, aveva nazionalizzato il ramo
locale di Fortis e iniettato capitali in ING per circa 10
miliardi. Nel 2009 fornì una garanzia per l’80% dei titoli nel
portafoglio di ING più direttamente collegati ai mutui
americani e ai derivati.
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Le autorità hanno attuato a più riprese
interventi di portata straordinaria ma,
nonostante l’efficacia delle misure ufficiali
nell’arginare la crisi finanziaria, il contesto di
mercato è rimasto fragile, a segnalare che il
processo di normalizzazione era incerto e
che si sarebbe probabilmente protratto per
vario tempo.
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La crisi ha finora
attraversato quattro fasi,
con la quarta fase i
mercati hanno dovuto
adeguarsi a prospettive
sempre più cupe per la
crescita economica
mondiale, sullo sfondo di
incertezze circa gli effetti
degli interventi ufficiali per
i mercati e l’economia.
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La forma estrema di bad bank prevede che
lo Stato acquisti gli assets illiquidi ad alto
rischio dal settore bancario e li concentri in
un’unica,centralizzata bad bank sotto il
suo controllo.
L'obiettivo, come quello perseguito senza
successo nella prima versione del TARP, è
quello di sollevare i bilanci delle banche
dal peso di oneri in modo che le banche
possano riprendere la normale funzionalità
e, se necessario, reperire capitali freschi
nel mercato.
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La nazionalizzazione del settore bancario dovrebbe
permettere di affrontare due questioni irrisolte:

la “punizione” degli azionisti e degli amministratori delle
banche mal gestite;

la tutela degli stakeholders in quelle banche e degli
interessi della comunità.
Tuttavia, la sistematica nazionalizzazione del settore
bancario ha implicazioni così grandi e così negative
da essere impraticabile. Siccome sarebbe una
risposta al fallimento dei mercati finanziari, il
banchiere-Stato non sarebbe obbligato a giocare secondo
le regole dell'economia di mercato o limitare le
sue operazioni in situazioni di emergenza.
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Allo scoppio della crisi, le maggiori banche italiane detenevano un
numero limitato di titoli o garanzie derivanti da mutui subprime
statunitensi e di altri prestiti ad alto rischio. Per comprendere il quadro
del settore bancario italiano nella crisi finanziaria, dobbiamo prendere
in considerazione:




il giro impressionante di fusioni e acquisizioni bancarie nel
corso degli ultimi dodici anni
mentre gli altri principali paesi dell'Unione Europea avevano
introdotto programmi per la ricapitalizzazione pubblica degli
intermediari finanziari nell’ottobre 2008, il governo italiano li ha
attuati sei mesi più tardi.
Il coinvolgimento di alcune banche italiane in scandali finanziari, vedi
l’affare Madoff
nei primi mesi del 2009 diversi paesi dell'Europa orientale hanno
rischiato di cadere in gravi instabilità, e i due maggior gruppi bancari
italiani avevano una presenza importante nella regione (Unicredit e
Intesa San Paolo).
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La situazione italiana si presenta con un sistema bancario in
condizioni relativamente buone, ma gravato da ritardi
legislativi e da una bassa propensione a ricapitalizzare, questo
nonostante il governo italiano fosse stato tra i primi ad agire.
Nessun gruppo bancario italiano si è trovato in una situazione
di fallimento e non sono stati costretti a ricorrere agli aiuti di
Stato quindi siamo rimasti in attesa per la ricapitalizzazione
dei grandi gruppi bancari attivi sul mercato, sulla falsariga di
quelle introdotte dagli altri principali paesi dell'Unione Europea
all'inizio di ottobre. Spetta alle singole banche decidere se
procedere o meno con questo tipo di ricapitalizzazione, che
non può superare il 2% del valore degli assets
rischiosi.
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Sul lato del passivo una forte
contrazione (-10%) nei
finanziamenti internazionali,
dopo anni di forte espansione.
Questo ha stimolato le banche a
valorizzare la liquidità fornita
dalla BCE. Nelle fasi più acute
della crisi, le banche italiane
hanno potuto superare “il collo di
bottiglia” nel procurarsi
liquidità, ma hanno anche
sostenuto un aumento dei costi di
finanziamento e una diminuzione
nei profitti dati dal trading.
Sul lato delle attività collaterali
la crisi ha iniziato a pesare sulla
qualità dei prestiti. L’indice dei nuovi
debiti inesigibili nello stock di
prestiti ha raggiunto un massimo di
5 anni. L’incremento previsto delle
perdite nei prestiti porterà ad una
maggiore copertura e a rettifiche di
valore e pertanto pregiudicherà i
futuri guadagni delle banche italiane.
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Le banche italiane dovranno risolvere un
puzzle molto complesso: come difendere la
loro redditività a fronte di una riduzione del
margine di interesse netto dovuto a bassi
proventi dai prestiti e costi di finanziamento
più elevati, unito ad un calo nei guadagni dai
servizi e un incremento delle riserve.
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E’ necessario attuare misure a breve termine di
risanamento dei bilanci e ricapitalizzazione delle
banche, diventa poi importante armonizzare le
iniziative a breve e a più lungo termine al fine di
ripristinare la credibilità dei mercati e la fiducia
dei risparmiatori.
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
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
Estensione delle norme prudenziali del settore bancario ad
altri tipi di intermediari;
Fissazione di requisiti patrimoniali rigidi e controllo dei
conflitti d’ interesse da parte di supervisori;
Progettazione di disincentivi per le banche a diventare
troppo grandi o interconnesse per fallire;
Rafforzamento e sviluppo dei criteri di Basilea 2
(classificazione dei requisiti patrimoniali degli intermediari);
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


Ritorno a una definizione più ristretta di strumenti finanziari
e creazione di un indicatore che eviti un’ errata valutazione
della rischiosità delle attività detenute nei bilanci degli
intermediari;
Elaborazione di un regolamento che premia strategie a
lungo termine e penalizza strategie a breve con
massimizzazione di profitti e dei rischi;
Riduzione dell’ importanza dei rating nel funzionamento dei
mercati finanziari, con conseguente responsabilità dell’
autorità di regolamentazione di valutare e convalidare le
attività finanziarie.
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L’ obiettivo è di progettare strumenti di vigilanza flessibili
che possano accompagnare, monitorare e, se necessario,
correggere l’ evoluzione dei mercati finanziari.

Sono necessarie regole efficaci ed equilibrate sostenute da
un’ opportuna combinazione di micro e macroregolamentazione, ciò richiede che le strutture di vigilanza
soddisfino 3 requisiti:
- coordinamento internazionale tra le autorità che
operano nelle principali zone economiche;
- stretta cooperazione tra autorità che operano in ogni
settore economico basata su una efficiente divisione
del lavoro;
- separazione tra attività di vigilanza ed elaborazione
delle politiche .
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Per i mercati finanziari degli USA e dell’ UE ci si è posti l’ obiettivo di
creare una struttura normativa basata su “due pilastri”:

un’ autorità preposta al controllo sulla stabilità di tutti gli
intermediari

un organismo responsabile della salvaguardia della trasparenza e
del corretto funzionamento di tutte le operazioni di mercato
Questo modello deve essere ancora adottato dalla maggioranza dei
Paesi Europei.
Negli Usa nel marzo 2009 il segretario al Tesoro ha progettato di
estendere il regolamento federale a tutte le categorie di intermediari
finanziari e ha posto le basi per una struttura a due pilastri di
supervisione centrata sulla FED e la FDIC per la stabilità, e sulla SEC
per la trasparenza.
Nell’ estate 2009 viene lanciata la riforma finanziaria di
regolamentazione dal segretario al Tesoro Geithner che ha l’
obiettivo di estendere il controllo finanziario e la regolamentazione ,
ma non riduce il numero di autorità federali ed agenzie.
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Tre minacce continuano ad
incombere sull’economia mondiale:



l’ effetto recessione sulla crisi finanziaria potrebbe creare un
circolo vizioso e portare ad una lunga depressione,
una situazione di emergenza presso un intermediario
internazionale importante potrebbe comportare effetti di
contagio in una situazione già fragile,
un possibile peggioramento dei problemi di capitalizzazione
e di generazione di liquidità per il settore bancario.
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Le possibili soluzioni riguardano:



l’ aumento di investimenti pubblici e il sostenimento dei
consumi privati;
misure efficaci a breve termine con una più ampia
regolamentazione e vigilanza per eliminare gli effetti dei
rischi sistemici presenti sui mercati finanziari;
lo Stato, dopo la crisi, dovrebbe funzionare sia come
regolatore che come assicuratore di ultima istanza contro il
rischio sistemico.
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