Otto e mezzo - n° 7 - Osservatorio Scolastico Provinciale di Firenze

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Otto e mezzo - n° 7 - Osservatorio Scolastico Provinciale di Firenze
n°7
maggio_2008
Sicuri
alla
meta
Gli assessorati
ai trasporti e
all’istruzione
della Provincia
promuovono
una campagna
di informazione
per i giovani al
volante
di Bianca Guerrini
I
l maggior numero di morti e
feriti ha dai 18 ai 29 anni. Gli
incidenti del venerdì e sabato
notte rappresentano il 44,6% del
totale degli incidenti notturni. Il
30-50% degli incidenti stradali
gravi sono dovuto all’abuso di
alcol. Queste e molte altre preziose
– e penose - informazioni sono alla
base della campagna “Tutta la vita
davanti”, promossa dagli assessorati
all’istruzione e ai trasporti della
Provincia di Firenze. Un fascicolo
che verrà stampato e distribuito
agli studenti delle superiori e diversi
appuntamenti dei due assessori
nelle scuole, per incontrare i ragazzi
e parlare con loro dell’argomento,
sono i punti cardine della campagna
di sensibilizzazione a una guida
sicura da parte dei giovani. Perché
divertirsi è giusto e importante, e
bere qualche birra ci può stare: ma
troppo spesso la disinformazione fa
pensare che bastino un caffè o due per
tornare lucidi e mettersi al volante.
Allora prima leggete attentamente,
capite e valutate il problema. Libertà
è anche informazione.
A volte
ritornano
di Damiano Fedeli
Genio is back, il Genio è tornato. Sì,
ragazzi, anche quest’anno si terrà la
grande manifestazione che celebra...
Continua a pagina 8
La Iena
che corre
Direttore responsabile:
Sabrina Carollo
Redazione:
Ruggero Bianchi,
Maria Novella Ermini, Agnese
Fedeli, Damiano Fedeli,
Bianca Guerrini, Anita Bucelli,
Mattia Hagge
Editore: Florence Multimedia
Progetto grafico: Adacto
Fotografie: archivio fotografico
Provincia di Firenze
Stampa: Nuova Cesat
È uno dei volti televisivi del momento:
dal programma di Italia 1 a Striscia ai
Raccomandati di Carlo Conti. Andrea
Agresti, comico pistoiese, racconta come ha
cominciato. Sfiorando la carriera
da atleta
di Damiano Fedeli
«I
cialtroni dicevano di
studiare all’agrario. Chi
amava davvero quella
scuola la chiama “Il Barone”. Ecco,
io ho studiato al Barone, ovvero
all’istituto agrario Barone Carlo de’
Franceschi di Pistoia, la cosa più
bella per cui nascere e vivere».
Batte ancora forte per la sua scuola
il cuore di Andrea Agresti, volto tv
fra i più noti, sia come Iena, sia
per le sue apparizioni come inviato
ai Raccomandati di Carlo Conti
o a Striscia la notizia. Pistoiese
doc («Per lavoro devo passare dei
periodi a Milano, ma appena posso
scappo e torno qua. Da casa mia
si vede dov’è nato Leonardo da
Vinci, oh...»), 33 anni, un ciclone di
simpatia.
Andrea, com’è stato il tuo
rapporto con le scuole
superiori?
Quando dopo le medie si “fanno
le squadre”, con i gruppetti che
vanno in una scuola o in un’altra,
io mi ritrovai da solo ad andare
all’agrario. Me lo ricordo ancora il
primo giorno, quando scesi dalla
corriera, gli amici delle medie
si divisero in gruppi, chi andava
al classico, chi allo scientifico.
Io, da solo, m’incamminai verso
l’agrario. «Non avrò mica fatto una
bischerata?», pensai. E invece...
E invece?
Le superiori sono stata la mia
fortuna. Qui conobbi il mio
allenatore, Alessandro Parrini. E qui
cambiai il mio carattere da timido
e pauroso che era in estroverso. Se
mi deste la stessa classe e gli stessi
professori, ci tornerei subito!
Allenatore, dici. In che
disciplina?
La corsa. Ho sfiorato la carriera
professionistica e ho vinto un po’
tutto quello che potevo, dalle prove
in pista alla corsa in montagna. La
mia specialità erano i 3000 siepi. Me
lo ricordo ancora quando in prima
superiore entrò il prof in classe
urlando «Chi corre a piedi fra voi?».
Alzai la mano e mi arruolò nella
squadra d’atletica della scuola.
Hai detto di aver sfiorato la
carriera da professionista...
Sì, però per seguirla avevo bisogno,
come per quasi tutti gli atleti, di
far parte di un gruppo sportivo
di qualche arma. Avrei voluto
entrare nella Forestale. Amo molto
gli animali e mi sarebbe piaciuto
sparare in testa (sì sì, proprio così,
eheh) ai bracconieri che mettono le
tagliole nei boschi. Purtroppo però
mi scartarono alla visita militare e
dovetti rinunciare. Non so quanto
ci piansi...
Come sei entrato, poi, nel
mondo dello spettacolo?
Dopo le superiori ho studiato all’Isef
a Firenze. Per pagarmi gli studi
universitari, cominciai a lavorare
come Dj a radio Sorriso a Pistoia,
passando anche per il cabaret,
per certe serate nel grossetano in
cui si ripagavano a malapena le
spese. Da qui alle tv locali, Toscana
Tv o Rtv38 e ai contatti che mi
hanno portato a fare quello che
sto facendo. A laurearmi ce l’ho
fatta, ma solo nel 2002. Del resto ho
sempre lavorato...
Torniamo un attimo a scuola.
Quali materie proprio non
sopportavi?
Beh, tutte quelle che hanno a che
fare con i numeri. Una volta per
un compito di gestione, si doveva
Un ragazzo Sempre
fortunato
più grande
Jovanotti ha incontrato 200
studenti della provincia e
ha parlato con loro di sogni,
di impegno, di musica e di
significato della propria vita.
Ecco come è andata
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calcolare per quante vacche fosse
sufficiente un campo di 78 ettari,
tenuto conto di tutte le rotazioni di
coltivazioni ecc. ecc. Ebbene, dopo
mille conti, a me tornava: una! Una
vacca in 78 ettari! Però stava bene,
eh...
E con le donne, come andava?
Penso di esser stato l’unico non
tro***nte delle scuole planetarie!
Iene, Striscia, i Raccomandati:
quale il lavoro che ti soddisfa
di più?
Beh, tutti i servizi che faccio sono
figli miei. Se proprio dovessi
scegliere, però, ricordo sempre
molto volentieri il servizio con
Benigni che ho fatto per le Iene,
una gara a colpa di stornelli toscani
fra me e lui...
A proposito di tempo libero... il
tuo libro preferito?
Bah, diciamo che di solito non
leggo nemmeno le istruzioni
dell’orologio... Però ora sto
leggendo Don Chisciotte. Mi
piacciono molto gli eroi “disadatti”.
Quelli bravi e belli francamente non
li sopporto!
Il film?
La mia passione per il cinema è
legata ad attori come Al Pacino o De
Niro. Mi piacciono i film dove sono
doppiati in italiano da belle voci.
Ma se dovessi scegliere quello che
considero un capolavoro assoluto,
direi il Pinocchio di Comencini. È il
numero zero, ancora prima dell’uno!
Il disco?
Il mio, “Agresti domiciliari”,
naturalmente! Suono la tastiera e la
chitarra in un gruppo che fa metal
demenziale... Poi, naturalmente, mi
piacciono tutti i dischi dall’80 all’87
degli Iron Maiden!
Chi ha voglia di esprimere il
proprio parere? Scrivete a:
redazione@
florencemultimedia.it
Guardando Olimpiadi
delle scuole
il male
negli occhi
di Agnese Fedeli
Un centinaio di studenti delle
scuole superiori, accompagnati da
Nedo Fiano...
Continua a pagina 2
Non solo basket, pallavolo e calcio,
ma anche discipline inusuali come il
tennis tavolo, arrampicata e rugby...
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2
Attualità
Guardando il male negli occhi
Un centinaio di studenti delle scuole superiori, accompagnati da Nedo Fiano deportato miracolosamente sopravvissuto al lager - ha visitato i campi di sterminio
di Auschwitz e Birkenau. Questi luoghi di morte sono difficili da descrivere. È quasi
un’impresa trovare le parole adatte per trasmettere i sentimenti forti che si provano.
Queste sono le loro testimonianze
viaggio
della
memoria
Il programma
Il volo della memoria è stato
organizzato dalla Provincia
di Firenze dal 6 all’8 aprile.
L’amministrazione ha affittato un
charter per portare cento studenti
sui luoghi dell’orrore. L’iniziativa
è partita dopo la pubblicazione di
alcune foto di ragazzi italiani che
si erano ritratti con simboli nazisti
in un campo di concentramento,
a spregio della sofferenza e del
dolore testimoniati in quei luoghi. Al
“pellegrinaggio” erano presenti anche
Nedo Fiano, deportato ad Auschwitz e
autore del volume “A 5405. Il coraggio
di vivere”, e don Renzo Rossi, figura
di spicco della comunità fiorentina.
Guarda su YouTube le testimonianze di Nedo
Fiano, don Renzo Rossi e Matteo Renzi.
Guarda il servizio su
www.florence.tv
sezione scuole e le due puntate
speciali di TG scuola.
Il cuore più dei numeri
Il percorso è cominciato la sera della domenica, dopo
l’arrivo in Polonia, quando Nedo Fiano ha raccontato ai
ragazzi la sua esperienza. Il giorno dopo, sveglia all’alba e
partenza per Auschwitz; il pomeriggio, visita a Birkenau.
La sera, ritrovo con i ragazzi, per condividere emozioni
e per capire insieme. Da tutti è emersa l’esigenza forte di
non dimenticare la forza emotiva di ciò che avevano visto
e soprattutto sentito, qualcosa che va oltre la storia.
«I pochi minuti di Nedo, oggi al campo, sono valsi molto
più delle due ore di guida; non è solo questione di informazioni, bisognerebbe creare un canale per le emozioni»,
ha commentato Carlo, uno degli studenti presenti in sala.
«Non vorrei dare un peso scolastico a questa cosa, perché
è molto di più. Porterò con me la forza del suo racconto,
più che i numeri e le percentuali», è stato il commento
di Giovanni. E ancora Maria Lisa: «Voglio riuscire a cambiare le statistiche in sensazioni, che sono decisamente
molto più forti».
Nelle parole dei ragazzi, che non hanno avuto paura di
esprimersi, non sono mancate poesia e speranza. «Vorrei
usare la frase di Nedo “certe volte da un grande male può
nascere un grande bene” per farne uno slogan, perché è
questo il nostro dovere», ha affermato Stefano. E Lorenza
ha aggiunto «Voglio raccontare quello che è successo,
perché è importante far conoscere oltreché ricordare».
Attualità
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L’arrivo>
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potessero par trage senza giustificazioni
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proporzioni? quella scritta con la
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Passare sottoa che un numero inimmaginab
consapevolezz poteva, come noi, scappare ia
di persone non via lontano e salvarsi, lasc he
indietro, andare oto che si posa nell’aria, c
un senso di vu bra tutto così impossibile,etta
si respira. Semche l’immaginazione è costr no
così crudele, n limite, oltre il quale arrivanne,
a fermarsi a u e tonnellate di capelli di do i
le immagini. Duogli, giovani e anziane, non s re.
madri, figlie, m inare, si possono solo vede
possono immag
pette, di valigie,
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Quintali di ves tenuti ad innocenti che
che sono apparon la propria vita il biglietto
hanno pagato ccolo inscenato da un folle i
per uno spettaono davanti agli occhi, occh lo
animale, scorr no mai dimenticare, guai se ano
che non potrann esistono parole che poss he
facessero. No rovare a descrivere quello c
quanto meno p o.
gli occhi vedon e quelle ceneri, quelle
Eppure tra tuttelle forche, quei forni, lì
fucilazioni, qu che è morto con ognuno
era anche Dio, o gesto d’amore che rimane to
di loro. L’unic re a chi l’amore è stato fatlo, è
possibile regala forza prima di quel cancel
dimenticare per e per loro.
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morire con loroché l’uomo è stato lascia è
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male. È stato Dio. E perché
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ani di sangue,
sporcato le m to lasciato fare così tanto tte
all’uomo è stamente non ci saranno mai tu,
male? Probabil tti i perché. Probabilmenteare
le risposte a tuo visto cosa è capace di f
ora che abbiamorderemo, e spenderemo la peta.
l’uomo, noi ricché tutto questo non si ri
nostra vita per
Mai.
lducci
Giovanni Fucà, Ba
“Con i tuoi occhi”
3
4
Attualità
Una lezione per l’oggi
Siamo tornati da Cracovia da tre giorni. Anzi, siamo tornati da tre giorni dopo aver visitato Auschwitz.
Ho vissuto quest’esperienza in modo diverso da come immaginavo sarebbe stata. Quando durante il volo
di andata mi è stato chiesto cosa mi aspettavo dal viaggio, ho genericamente risposto che credevo che
avrei affrontato un’esperienza senza alcun dubbio forte. Ripensandoci adesso invece è stato qualcosa di
più. Mi ha certamente impressionato vedere quella quantità infinita di capelli, quelle protesi ammassate
che ricordavano tanto arti amputati, ma mentre visitavamo il campo non ho avuto modo di rifletterci.
Forse per le cerimonie un po’ “pompose”, i flash dei giornalisti che ci accecavano o magari anche perché mentre visitavo quei posti ero mossa da un atteggiamento troppo “storico e razionale”, ma
tutti i pensieri relativi a ciò che è stato in quegli anni mi sono venuti dopo. Mi sono venuti
pensieri sull’enorme stupidità umana, stupidità che sembra aumentare col passare
degli anni. Mi chiedo come sia possibile continuare a commettere atrocità
come se il passato non ci avesse insegnato niente. Sembra che l’uomo si
rifiuti di aprire gli occhi, di vedere che se non rispetta l’altro, che
se non si interviene prontamente quando i diritti di altri
essere umani vengono brutalmente violati, si arriva allo sterminio freddo e sistematico di sei
milioni di persone solo perché credono
in un altro dio, parlano un’altra
lingua o hanno la pelle
di colore diverso.
Io credo che
non ci dobbiamo limitare a guardare e soffrire su ciò che è già stato: dobbiamo sfruttare ciò che
oramai ci ha dato dolore, disperazione e che ci ha fatto vergognare di essere uomini per
migliorare il nostro futuro. Forse nel mondo non ci sono più persone rinchiuse nei lager nazisti ma
ci sono uomini e donne che vengono torturati in carcere, ceceni che sono stati massacrati per la loro
etnia, monaci buddisti rinchiusi in carcere perché manifestano pacificamente e ragazzi islamici che
vengono impiccati perché omosessuali. Non sarebbe forse il caso di intervenire prima che la situazione
ci sfugga di mano?
Diletta Gasparo, Leonardo da Vinci
Difficile capire
Sono tornata veramente cambiata da questo viaggio, questa
esperienza mi è servita molto per crescere sia a livello culturale sia
nel modo di pormi con la mia famiglia e con i miei coetanei.
Ci avete chiesto di scrivere idee, pensieri e io nel mio piccolo
provo ad esprimere qualcosa anche se ancora ho delle difficoltà
a parlare di ciò che ho provato...
Mi sono ritrovata tantissimo in alcuni discorsi che sono stati fatti
dai ragazzi ultima sera e mi è dispiaciuto non aver potuto parlare
ma le forti emozioni che ho provato non me l’hanno permesso...
La mia domanda è come è possibile che l’uomo possa essere
cosi cattivo? Perché questo? Perché verso dei poveri esseri umani?
Io ci ho pensato molto sia prima, sia dopo, sia durante tutto il
viaggio e non riesco a darmi tuttora una risposta, non capisco,
io non avrei potuto mai fare una cosa del genere e non capisco
perché cose simili accadono ancora oggi giorno. Non capisco
come la malvagità dell’uomo possa arrivare a fare tutto questo,
si possono portare due semplici esempi le guerre e i genocidi in
Africa e le guerre e le rivolte che ci sono in oriente...
Il mio cuore piange quando sente tutto questo, si rattrista diventa
cupo e si domanda il perché. Io mi sento tanto formica in
questi momenti, tanto formica che viene calpestata,
ma che però vuole far sentire la sua voce, per far sentire
e raccontare tutte quelle forti emozioni che ha provato, vuole
farsi portavoce di Nedo Fiano vuole che tutti sappiano la sua
storia e vuole che quelle due parole che ha detto e che mai
dimenticherò da altri non vengano dimenticate: semplicemente
MAI PIÙ MAI PIÙ...
Spero che il mio messaggio a qualcosa serva, perché le persone
dopo le mie semplici parole abbiamo delle cose su cui pensare e
riflettere... In questo momento è questo il messaggio che voglio
trasmettere a tutti.
Benedetta Massai,
Salvemini-Duca D’Aosta
Il coraggio di parlare
Sono stato colpito dalle parole di Nedo Fiano, che ci ha raccontato la sua testimonianza ed è riuscito a commentare così i suoi ricordi: “Certe volte
da un grande male può nascere un grande bene”. Certo, è difficile soprattutto per lui accettare quello che è successo, ma con grande coraggio ha saputo
comunicarcelo, coinvolgendoci in prima persona, riportando le urla di comando degli ufficiali tedeschi, canticchiando la canzone di marcia al ritmo della
quale facevano ritorno dalla giornata di lavoro, mentre venivano contati.
Mi sono sentito commosso dai suoi discorsi interrotti dal silenzio, in una platea di giovani ammutoliti, dal ricordo degli occhi della madre, del suo amico
Giulio Levi, deceduto sul lavoro perchè costretto a lavorare nella neve senza zoccoli di legno. È stata per me un’esperienza unica, sono rimasto senza fiato di
fronte alle bocche buie dei forni crematori, nelle celle di prigionia strette dove venivano rinchiusi i deportati, guardando i nostri volti immobili e ghiacciati.
La domanda che mi è tornata più volte alla mente è stata:”Ma come è potuto succedere?”, “Com’è potuto accadere che un “imbianchino”, un “assassino”
(parole di Nedo) sia riuscito ad organizzare tali stragi di fronte a una nazione immobile?”, “dov’era Dio in quei momenti?”... Come ha precisato Don Renzo
i nostri comportamenti di fronte a questa domanda possono essere due: negare l’esistenza di Dio, negando di conseguenza ogni possibilità di una sua
esistenza, o accettare Dio come un mistero, considerando così qualche probabilità.
Mi è piaciuto molto come la Provincia ha saputo organizzare i vari momenti (visita al campo, testimonianza, condivisioni e riflessioni) e il rapporto che si
è instaurato con il Presidente Matteo Renzi da parte di tutti i ragazzi. Anche l’agenda della memoria, con le foto e le testimonianze ha giocato la sua parte.
Penso sia stata un’occasione in cui oltre a visitare un luogo tristemente noto alla storia, ho saputo riflettere sull’importanza della memoria, del
passaggio di testimone, passando da spettatori ad attori e sui valori veramente importanti della vita.
Stefano Morozzi , Giotto Ulivi
Attualità
5
E IL VENTO SI POSERÀ
“Arbeit macht frei”
forse non vorrei
ma il dovere, l’impegno, mi chiama
mi sussura : “su, entra, ama!”
Certo non sembra realtà
ma tutto purtroppo è verità.
Gli occhi si gonfiano
si perdono nell’immenso,
nel buco nero di questa crudeltà
in cui è caduto l’uomo con impensabile brutalità.
Certo, ogni dettaglio è marchiato a fuoco nel ricordo
come quel numero disperato
tatuato sulla pelle viva di un innocente deportato:
montagne di valige, occhiali, scarpe,
pentole, vestiti, capelli.
Capelli... donne e uomini e bambini privati della propria dignità,
donne “non-colpevoli”
uccise, violentate psicologicamente da “non-uomini”
per un perverso “gioco” intriso e strabordante di malignità.
Vestitino rosso, logorato sulla spalla.
Vestitino rosso, ti immagino, piccolo proprietario,
innocente e spaventato,
aggrappato alla mano di chi ti ha generato.
Vestitino rosso, pochi anni, due forse tre.
Vestitino rosso, cosa ci fai in questo inferno?
Vestitino rosso, così piccolo, ma così enorme, lancinante, veloce,
scattante ad impossessarti del mio respiro ormai strozzato.
Tutto rigurgita violenza, sangue, e morte
ora tocca a noi, devo essere forte
dobbiamo essere forti
perchè “MAI PIÙ “ ci siano altri milioni di questi morti.
“MAI PIÙ “ uomo che uccide uomo,
“MAI PIÙ “ perdita della libertà,
“MAI PIÙ “ questo inferno di crudeltà.
La forza della testimonianza
Siamo sei ragazze del liceo Gramsci che hanno partecipato al
progetto della Provincia di Firenze “Il volo della memoria”.
Dal 6 all’8 aprile siamo state in Cracovia per visitare i campi
di concentramento di Auschwitz e Birkenau, accompagnati da
Nedo Fiano, un ex-deportato sopravvissuto all’eccidio. È stato un
viaggio indimenticabile, pieno di forti emozioni che per sempre ci
accompagneranno nella nostra vita. Una volta dentro Auschwitz
i nostri sguardi erano persi davanti a tale malignità che aveva
accecato l’uomo. Trovandosi davanti a 2 tonnellate di capelli
delle donne uccise, a migliaia di scarpe, valige, occhiali, pentole,
bambole fracassate e vestitini logorati di piccoli innocenti non
si può certo rimanere impassibili a quella sensazione di vuoto e
paura che ti stringe e ti toglie il respiro. Camminare negli stessi luoghi dove migliaia di persone vagavano
prive di ogni speranza, senza avere in mano il proprio futuro, la
cui vita era legata a un sottilissimo filo, era quasi surreale.
Noi che ci lamentavamo della pioggia, scaladati dai nostri
piumini, dalle nostre comode scarpe, riparati sotto un ombrello,
non potevamo credere che delle persone avessero calpestato
quella stessa terra con indosso una casacca di cotone e ai piedi
degli zoccoli di legno, nonostante la neve, la pioggia, il gelo.
Nedo Fiano, in piedi su una sedia dentro una di quelle squallide
baracche, ci ha raccontato la sua storia: la morte del padre, del
nipote,del migliore amico Giulio Levi,e la perdita della madre,
ma non di quei suoi occhi verdi che gli hanno sempre dato la
speranza di andare avanti.
Alla fine di ogni suo discorso, Nedo ci incitava a essere paladini
della libertà, a non dimenticare quanto è successo, a urlarlo ad
amici, parenti, conoscenti, compagni. Noi sicuramente non lo
dimenticheremo mai e ne faremo tesoro per tutta la vita.
Tornate a casa, l’indifferenza dei professori ha bloccato per un
momento la nostra necessità di esprimerci ma, forti di questa
esperienza, cercheremo di portare a termine il nostro dovere di
divulgare ciò che ci ha segnato per questi brevi ma intensi tre
giorni.
Un ringraziamento particolare a Nedo che ci ha accompagnati e
alla provincia che ci ha dato questa grande possibilità.
Alessandra, Miriam, Martina, Giuditta, Silvia, Alessandra
Liceo Gramsci
Noi ora impegnati come responsabili attori, ADESSO,
il futuro è già adesso,
per impedire all’uomo un nuovo, tale, disumano e impensabile
REGRESSO.
Miriam Lascialfari, Liceo Gramsci
Vivere per capire
(Emanuele Gregni, Vasari Firenze)
6 Apr
“[...
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riuniti ] dopo cen e:
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testim er ascolt a ci siamo
ex d onianze are le toc
fonda eportato s di Nedo Fi canti
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lacrim ndo del cu i è riuscito z: La Morte
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istezz re, facendo toccarmi
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ore e i versare el
rabbia
.[…]”
8 Aprile: “[…] la parte più forte del viaggio ormai
era passata, ma io non ho smesso di pensare a tutto
quello che ho visto, e a tutte le parole che sono uscite
dalle labbra vissute di Nedo. […]in aereo ho avuto il
tempo di riflettere su tutto quello che mi era accaduto
in questi brevi ma intensi giorni, sono molto contento
di aver potuto affrontare questo viaggio perché
quando ora toccherò di nuovo il suolo di Firenze, non
sarò più quello che ero prima[…]”
Il sapere non è mai troppo, e io penso che più noi
giovani viviamo queste esperienze così forti ma
istruttive, più si riduca il rischio che un’indomani
possiamo commettere gli stessi errori, perché i libri
insegnano, ma non insegnano mai come vivere i
fatti in prima persona. Ad esempio, la nostra guida
era molto istruita ma lei non mi ha fatto nascere
nessuna emozione, al contrario di Nedo.
7 Aprile: “[…] mi sono alzato prima del previsto, di
preciso poco prima delle cinque, perché avevo sempre
in testa le parole di Nedo. Dopo una doccia fredda sono
riuscito ad allentare un po’ le emozioni, ma quando
siamo giunti nel campo di Auschwitz, ho iniziato a
sentirmi disorientato, triste, freddo dentro, avevo perso
la cognizione del tempo, tutto accompagnato da una
sensazione di nullità, di non-vita. Mi sentivo come un
deportato, in quei momenti era come se non avessi più
la vita tra le mie mani, mi sentivo inutile e impotente.
Quando siamo entrati nel primo dei Block che abbiamo
visitato, mi è accaduta una cosa che non scorderò
mai, non so se era tutto un fatto psicologico dovuto al
luogo e dalle emozioni, ma appena ho sfiorato con una
mano una parete all’interno di una stanza mi sono visto
passare davanti agli occhi un fotogramma, breve ma
nitido e intenso. Per quel breve quarto di secondo ho
visto una cosa che difficilmente potrò rimuovere dalla
mia testa, ma soprattutto dal mio cuore. Ho visto un
uomo, magro, calvo che indossava una divisa a strisce
grigie e azzurre mal ridotta. Ma la cosa che più mi ha
colpito è che quest’uomo era ricurvo come bloccato da
qualcosa; la fame e il freddo, e si appoggiava con una
mano lì, proprio nel punto dove io mi stavo appoggiando
per riprendere fiato dall’affaticamento provocato da
tutte quelle sensazioni. Una cosa che mi ha turbato di
questa visione, è che assistevo alla scena alle spalle di
questo deportato sofferente, e vedevo la scena come
se fossi disciolto nell’aria, proprio come le ceneri di
tutte quelle povere vittime assassinate ingiustamente
e brutalmente da una malvagità dovuta dall’idea pazza,
insana, impossibile da concepire in un cervello normale,
di un individuo nazista, razzista ed imperialista, che
non ha fatto altro che bloccare ed eliminare i due diritti
dell’uomo che a parer mio nessuno dovrebbe toccare;
la vita e la libertà.
La sera Nedo ci ha commentato con i suoi occhi quello
che noi avevamo visto coi nostri. Con i suoi occhi che
avevano vissuto quelle scene in prima persona e anche
questa sera mentre ascoltavo le sue testimonianze e
gli interventi dei mie compagni, ho versato lacrime.”
Attualità
6
Capire attraverso i sentimenti,
perché non accada mai più
Urla in tedesco, suoni e rumori,
la porta del treno che si apre, la
voce della madre, e poi immagini,
gli occhi verdi di sua madre, che
non riescono a nascondere la
preoccupazione non espressa con le
parole, il mostro, che li “accoglie”
appena scesi dal treno, e di nuovo,
per l’ultima volta, quegli occhi
verdi che gli dicono addio, un
abbraccio......questo è ciò che più
rimane della testimonianza di Nedo
Fiano, e che fa stare male, anche se
rimane difficile riuscire a sentire, a
capire, perchè il dolore è fuori dalla
nostra portata, noi che ci disperiamo
per qualsiasi problema, e forse in
parte è giusto così, perchè questa è
la vita, non abbiamo nessun mezzo
per riuscire a capire la disperazione,
quella vera, quella che supera i limiti
umani e che distrugge le persone
fino a portarle ad essere morte ancor
7 Aprile 2008
C’è una panchina qui, confinata fra due alberi
alti e folti, c’è erba ovunque, di un verde
acceso... provo a immaginarmi un prato che si
estende all’infinito davanti ai miei occhi, davanti
a me seduta su questa panchina:
...quando quell’ uomo ha parlato degli occhi
verdi di sua madre, allora ho capito il Campo ..
vedere una “baracca” in pietra non mi dà nulla,
è così brutto da dire, è come se fossi insensibile,
come se non mi toccasse davvero, come se
questa storia fosse solo una storia, come se
non appartenesse alla MIA storia... so cosa c’è
dietro un cartello con scritto “block 21” eppure
non lo vedo, non lo immagino... poi Lui, Nedo,
parla ancora, dice poche cose, mette insieme
qualche verbo ed ecco che tutto sembra così
tragicamente VERO
...Penso Ancora Alla CENERE...
quando guardo il verde stridente a contrasto
col grigio di tutto il selciato, delle pietre,
dell’aria .. e vedo solo CENERE .. bambini e
persone che scivolano abbandonate sotto il velo
d’acqua d’un fiume ...I bambini... penso al mio
fratellino... come erano piccoli quei vestitini
senza corpo, senza nessuna Vita .. penso al mio
fratellino che crede che al mondo ci sia solo il
bene...
La morte è sempre dura da accettare, ci si
rassegna, si cerca un motivo più grande... ma
questa? Dove si trova il SENSO dietro a tutto
questo?
...POCHI uomini sono riusciti a plagiarne MOLTI,
MOLTI uomini sono riusciti a cancellarne
MILIONI...
prima di venire uccise.
Allora forse di Auschwitz, ancor più
delle spiegazioni della bravissima
guida, fatte però spesso di numeri
e di dati storici, seppur incredibili e
disarmanti, ancor più della morte
che in quei luoghi regna sovrana,
ai nostri cuori arriva la sofferenza,
la sofferenza quotidiana portata
agli estremi, i capelli, ai quali noi
teniamo tanto, rasati e trasformati in
tappeti, le pentole, le scarpe, tutti gli
oggetti di vita quotidiana dai quali
i deportati venivano brutalmente
privati, l’idea, come ci ha detto Nedo,
di mangiare nelle ciotole come i cani,
senza posate, e poi la pioggia, che
rende tutto estremamente scivoloso,
e pensare che i prigionieri non
potevano permettersi di scivolare,
perchè se perdevano il passo
venivano bastonati, e pensare che
per tutte le volte che sono scivolato io
di bastonate sarei
morto.
Possiamo capire
solo se portiamo
nei nostri
sentimenti
le idee che
ci sono state
trasmesse, xkè
con la mente si
può imparare,
ma per capire
quello che
è successo,
almeno in parte
bisogna sentirlo!
Se riusciamo a
compiere questo
passaggio, e in
questo io vedo la grande fortuna che
abbiamo avuto nel poter visitare quei
luoghi, perchè hanno permesso alle
idee di concretizzarsi in una realtà, e
a quella realtà di colpire i nostri cuori
con una forza travolgente, allora è
certo che niente di simile potrà mai
ripetersi, e che se dovesse ripetersi ci
sarebbero persone pronte a tutto pur
di impedirlo, come ha detto Nedo, ci
saranno dei “paladini della libertà”!
Andrea Rosichini. Balducci
penso al mio mondo... alla fragile convinzione
che mi assicura che a me non può succedere,
che oggi, nel 2008, questo orrore NON PUÒ
ACCADERE ANCORA ..
...appiattisco l’erba sotto i miei piedi mentre
me ne sto ancora seduta su questa panchina
con alle spalle una storia che non è poi così
lontana come credessi...
Trovo una spiegazione, non rasserenante, non
piacevole... ma la trovo... è LA POTENZA, IL
POTERE... L’ UOMO PUÒ
Se ha sistematizzato la morte rendendola
un semplificato processo di fabbrica, senza
sentimento, senza indignazione, senza
rimorso o vergogna... SIGNIFICA CHE L’UOMO
PUÒ FARE TUTTO ...anche nel male.
In qualunque tempo. L’uomo ha il potere su
altre persone, sulla loro vita, sui loro pensieri,
su ciò che sono... la mia fragile convinzione si
affievolisce notevolmente...
...è rimasta la memoria in mezzo all’erba,
all’ombra di alberi che crescono ancora...
io mi sento libera... sento che solo io ho
IL POTERE su me stessa e non ce l’ho su
nessun altro... distolgo gli occhi dalla striscia
di prato sotto i miei piedi che non si estende
all’infinito... e piano alzo lo sguardo ... e
sono in piedi dietro a un muro con sopra il
filo spinato... io libera dove nessuno qui lo è
stato.”
Annalisa Papi, Balducci
Il pericolo vivo del pregiudizio
Sono passati sessant’anni dall’enorme, devastante genocidio; SESSANT’ANNI. E ancora sento dire che
la comunità ebraica non è altro che una setta, l’omosessuale contro natura, lo zingaro la feccia della
società, il musulmano un terrorista. Stragi come quelle del ‘900 sono fondate sulla bramosia di potere
di pochi, sulla paura di altri e questo è un fatto: quello che molti evitano di dire è che, in fondo, se
vogliamo trovare i colpevoli, se vogliamo trovare coloro che hanno PERMESSO che tutto ciò accadesse,
non dobbiamo fare altro che puntare il dito contro noi stessi. NOI abbiamo reso possibile l’olocausto,
noi come nazione e soprattutto come persone: così come niente può nascere da un terreno sterile, così
gli ideali nazisti non avrebbero potuto attecchire sulla popolazione se già la mentalità non fosse stata in
qualche modo predisposta verso quella direzione.
E i pregiudizi sono il fertilizzante, il concime di quello stesso terreno che è la nostra coscienza. Mi
chiedete cosa porterò con me di ritorno da questo strabiliante viaggio. Le lacrime di Nedo Fiano; gli occhi
spenti di alcuni detenuti che mi fissavano dalle cornici appese alle pareti; il peso di due tonnellate di
capelli che sembravano gravare tutte quante sulle nostre spalle.. ed è vero che fin quando uno spettacolo
simile non te lo ritrovi davanti agli occhi, stenti a crederci, non realizzi.
Ho portato via con me un po’ di quei sogni rimasti chiusi a marcire in migliaia di valige accatastate le
une sulle altre, distrutte e polverose, con ancora però evidente il nome del loro possessore, gli indirizzi di
coloro che le prepararono con cura, in attesa di un futuro migliore, convinti che OŚwięcim fosse non la
loro ultima destinazione, bensì un rifugio provvisorio.
Ed è tornata indietro con me la voglia di raccontare, il bisogno di far immaginare agli altri ciò che io
ho visto con i miei occhi. Voglio che le persone capiscano cosa può nascere da un semplice
pregiudizio; cosa l’uomo è capace di fare quando non riesce a distinguere il limite, il
confine tra la propria idea e l’oppressione.
La società ha sicuramente fatto enormi passi avanti dal dopoguerra ad oggi, ma non ha ancora fatto
abbastanza. Il pregiudizio è nella natura dell’uomo, una forma di istinto di sopravvivenza: ma è proprio
la sopravvivenza che rischia di estinguersi. Dietro a ogni pregiudizio c’è una vita che ostacoliamo, c’è
una libertà cui impediamo di respirare.
Viola de Carli, Liceo Machiavelli Capponi
Attualità
7
Oltre la comprensione razionale
Oltre a vivere personalmente
l’esperienza dell’incontro con una
forma di male insuperabile, noi
possiamo sentirci testimoni perché
ciò che abbiamo vissuto possa servire
anche a chi è rimasto a casa. Ci è
stato così chiesto di scrivere le nostre
impressioni, quello che la visita ci ha
lasciato. Per quanto mi riguarda è
difficile a distanza di poco tempo dal
ritorno a casa ordinare e riscrivere le
sensazioni e i pensieri che sono nati
dentro di me. Non so descrivere bene
quello che mi aspettavo dal viaggio; ci
aspettiamo sempre qualcosa da quello
che facciamo o viviamo. Ma questa
volta è stato diverso. Probabilmente
perché si tratta di un fatto che
riguarda me stessa ma soprattutto
tutto il mondo e adesso capisco che
se ne parla molto, ma si conosce
poco. Infatti, prima di partire io,
come la maggior parte degli studenti,
avevo già la mia idea a proposito dei
campi, dei totalitarismi e di tutto ciò
che riguarda questa pagina di storia.
Ma appunto il mio giudizio si basava
su una pagina del manuale dove i
fatti sono scritti con una distaccata
divisione di ciò che è bene e ciò che è
male. La cosa che però pretendevo da
questo viaggio era quella di non venir
toccata da sentimenti di commozione
e basta; pretendevo di comprendere
razionalmente la realtà con cui
sono venuta a contatto. Per questa
ragione all’inizio non comprendevo
pienamente ciò che ci raccontava e
trasmetteva Nedo, il deportato che ha
fatto il viaggio insieme a noi.
Entrare ad Auschwitz è stata una
strana sensazione in particolare
attraversare l’ingresso con la famosa
scritta: ”Arbeit macht frei”; qualche
passo più avanti e, voltandoti, avevi
perso l’orientamento (almeno per chi
entrava per la prima volta). Sentivo
dentro di me lo smarrimento e la
transitorietà del tempo perché in quel
preciso luogo, nemmeno settanta
anni fa, tutto era circondato da grida,
urla, disperazione in lingue tra loro
incomprensibili, mentre adesso tutto
taceva; noi eravamo lì per non perdere
completamente le ultime note di quei
momenti e poterle ricordare.
Dentro alcuni Block è stato allestito
un museo con gli oggetti ritrovati
dopo la liberazione del campo.
Davanti a ciò che ho visto l’unica
cosa che ho potuto fare è stata quella
di rimanere attonita; probabilmente
oggi siamo troppo abituati a vivere
di numeri calcoliamo e misuriamo
tutto, ma il numero esatto di quanta
gente è morta non lo sappiamo, il
numero esatto di quante scarpe sono
state ritrovate non lo sappiamo, e di
quanti pettini e spazzolini, di quante
valigie, di quanti occhiali, di quanti
capelli tagliati… ecco, questo non
lo sappiamo: io non ero abituata
a provare niente davanti a tale
“spettacolo” perché non l’avevo mai
vissuto.
Ma ancora più grande è stato
l’impatto con Birkenau perché
appena entrati, proprio dal cancello
attraverso cui arrivava la ferrovia
per il treno, ci trovavamo davanti
una serie di costruzioni uguali tra
loro, intervallate da filo spinato,
delle quali non si vedeva la fine
ovunque ci voltassimo. La pioggia
che casualmente cadeva rendeva il
terreno composto di sassi piuttosto
grandi fangoso e scivoloso tanto che
per noi, dotati dell’ultimo paio di
scarpe disponibile sul mercato, era
difficoltoso muoversi abilmente.
Questi sono gli aspetti principali che
mi hanno colpito, anche se devo
confessare che le sensazioni che ho
cercato di trasmettere
sono giunte a me
dopo la conclusione
del viaggio. Infatti,
quando
ancora
mi trovavo in
Polonia, a causa
forse della formalità
della
situazione
non riuscivo a
comprendere bene
quello che stavo
vivendo. Tornata a
casa però ho ripreso
la mia quotidianità
ed ho iniziato a
pensare che se le
mie scarpe non sono
abbastanza comode
io non cammino, se
non porto sempre
sul mio naso
gli occhiali non
distinguo le persone,
se devo percorrere 5km prendo la
macchina, se il mio letto d’inverno
non è abbastanza caldo non mi
addormento e pretendo due paia di
calzini. È qui che mi sono tornate
alla mente le immagini dei letti storti
di Birkenau, le latrine e gli zoccoli di
legno.
A questo proposito condivido molto il
pensiero che ci ha espresso don Renzo
Rossi, anch’egli presente nel nostro
viaggio. Davanti agli episodi dei
campi di concentramento e sterminio
è normale chiedersi dove si trovava
Dio in quel momento. Io parlo da
credente e anche i miei occhi Lo
vedono impiccato alla forca proprio
come racconta Wiesel che don Renzo
ha citato. Ma noi ragazzi con le
nostre testimonianze, come
tutti i ragazzi che hanno visitato
questi luoghi del male ed hanno
raccontato, siamo secondo me
la prova che Dio non può essere
sconfitto e che “da un grande
male può nascere un grande
bene”.
Alessandra Paladini
Leonardo Da Vinci
La tenia
Mi ricordo che all’ingresso
del campo c’era un
distinto signore. Aveva
giacca e cravatta, non
parlava, ti squadrava solo
con gli occhi. Distribuiva
a ciascuno di noi una
piccola
pastiglia, di
colore grigio; non capivo
bene di cosa si trattasse e
decisi infatti di osservarla
più attentamente: c’era
scritto “Tenia”. La ingerii
senza pensarci troppo,
quasi indifferentemente,
sicuramente
non
consapevole. Dopo pochi
minuti mi accorsi che
qualcosa al mio interno si
stava attaccando alle pareti
dello stomaco: un morso,
una fitta mi percorse
il ventre appena scorsi
l’insegna di ingresso “Arbeit macht frei”. Era un dolore secco, brusco, improvviso.
Da lì in poi cominciai lentamente ad indebolirmi: via via che entravo nei vari blocchi, vedevo le immagini
e gli oggetti un progressivo senso di vuoto iniziò ad attanagliare le mie viscere; era come se un piccone
stesse scavando fosse sulle pareti dello stomaco. Toglieva brandelli di carne e litri di sangue, ed iniettava
vuoto, vuoto, vuoto. Mi sentii pervaso da un plumbeo senso di angoscia, di impossibilità, di orrore. Mi
accorsi che anche io ero un piccolo tesserino al mondo, che potevo essere spazzato via da un semplice
scherzo della sorte. Ed il cielo me lo ricordava in ogni istante: grigio, pesante, qualche goccia ogni tanto
e una sottile atmosfera surreale che lasciava adito a poca speranza.
In contemporanea quel piccolo parassita proseguiva il suo sporco lavoro, succhiando energia al mio
motore vitale; fagocitava ogni singola molecola che si fosse trovata sul suo cammino e diventava sempre
più massiccio. Ed io ero lì, passivo, spettatore di uno dei più grandi dolori dell’anima: il senso di vuoto.
Perché alla fine è proprio della razza umana cercare sfogo in una sensazione, positiva o negativa
che sia; è naturale tentare di razionalizzare un sentimento astratto incanalandolo all’interno di un
concetto. Il problema però era che in questo luogo ogni concetto era troppo limitato e limitante per
poter essere espresso: mi trovavo di fronte al nulla, di fronte all’annichilimento dell’umanità e tutto ciò
non sapeva pienamente liberarsi in precise parole. Non mi restò altro che ascoltare il rumore dei passi,
il fruscio delle foglie, il fischio del vento; osservare i piccoli mattoncini scarlatti, i fili spinati, i pavimenti
logorati: ogni crepa nel muro del silenzio era un’offesa a quella anime innocenti. E così mi avviai
lentamente verso il cancello, verso quelle 3 lugubri parole, simbolo di morte: lì, all’ingresso c’era sempre
il distinto signore, gelido e roccioso in ogni movimento; mi scrutò nuovamente, forse memore della
mia precedente perplessità, e mi appoggiò sulle spalle una pesante coperta grigia, una sorta di oggetto
ricordo. Cominciai a camminare goffamente, come caricato di un gravoso peso, talmente grande che
anche la Tenia abbandonò il mio acido stomaco, soffocata dalla cassa toracica.
Tornai mestamente a casa. Lì riposi la spessa coperta in un angolo dell’armadio e mi sedetti sul mio
letto: le spalle erano affaticate e la schiena molto dolorante; anche lo stomaco cominciò a pungere in un
punto solo, probabilmente là dove il parassita aveva preso dimora. Poi mi abbandonai sul cuscino con
occhi spalancati, consapevole che il peso di quella coperta e il segno di quella cicatrice sarebbero rimasti
a lungo impressi nella mia memoria.
Carlo Terzaroli, Liceo Balducci
Genio
8
A volte ritornano
È di nuovo il suo momento: riflettori accesi sul Genio Fiorentino, la manifestazione che
propone le eccellenze del nostro territorio, dall’arte al cinema, dalla musica all’economia,
alla scienza, alla gastronomia
di Damiano Fedeli e Bianca Guerrini
G
enio is back, il Genio è tornato. Sì ragazzi, anche quest’anno si terrà la grande manifestazione
che celebra la bellezza, l’inventiva, la capacità di creare tipiche del territorio di Firenze: il Genio
Fiorentino, appunto. Giunto alla quarta edizione, dopo il successo raccolto negli anni scorsi, il
genio si terrà dal 15 al 25 maggio a Firenze e nei 44 comuni della sua provincia.
Ormai il GF – oh, non confondiamolo con il Grande Fratello! – è diventato un marchio. Un simbolo non
solo del patrimonio artistico e culturale che ci circonda, ma anche della vivacità di Firenze, della voglia
di innovare e rinnovarsi.
La cultura del nostro territorio è il fiore all’occhiello non solo dell’Italia intera, ma di tutto il mondo. Basta
guardare le strade, in questi giorni: sentire parlare fiorentino, tra tanti accenti
e lingue diverse, sommersi da turisti internazionali, è quasi impossibile. E
noi, orgogliosi di una simile tradizione, ma anche consapevole della forza e
dell’obbligo morale di proseguire sulla stessa strada che ne deriva, non solo
celebriamo le nostre radici con il Genio Fiorentino, ma troviamo il modo di
proseguirne il tracciato, di alimentare questa enorme fiamma di genio che
ha illuminato, e che continua a farlo, il nostro mondo. E voi, che fate: state a
guardare?
Internettiamoci
Colorato, ricco, e soprattutto interattivo. Da quest’anno il sito del Genio Fiorentino, www.geniofiorentino.it,
conta su di voi. Foto, video, riflessioni e lettere saranno pubblicate nello spazio del sito aperto a tutti. Per
scambiare impressioni, inviare suggerimenti, complimenti (!) o critiche, ma anche – anzi soprattutto – per
spedire le vostre immagini di Firenze e della provincia, i vostri posti geniali, quelli che amate di più e che
secondo voi esprimono al meglio la grandezza del nostro territorio. Mandate i vostri materiali agli indirizzi
che trovate pubblicati sul sito! Dove inoltre potrete trovare tutti i dettagli di tutti gli eventi del genio, le foto e
i video realizzati durante la manifestazione (andate a cercarvi!), la geolocalizzazione degli appuntamenti, le
notizie e le curiosità. Collegatevi!
L’aperitivo? Geniale!
L’aperitivo brasiliano, quello giapponese, quello alla francese. La birra inglese, le patatine
americane. EBBASTA!!! In occasione del Genio Fiorentino, dal 15 al 25 maggio, molti
dei locali più fighi di Firenze e dintorni proporranno un aperitivo diverso, fatto con
prodotti locali. E allora sotto con la finocchiona, la pappa col pomodoro, la fettunta e i
crostini toscani, il tutto innaffiato da autentici vini doc. E chi lo sa, magari festeggiare
la serata con le stesse cose che mangiava Leonardo, potrebbe aiutare a stimolare la
testa per il compito di fisica della settimana dopo…
E il 12 tutti
a festeggiare
Sarà una grande festa, la festa dell’anno a cui
non mancare per niente al mondo. La sera del
12 maggio, al Teatro Verdi, il Presidente della
Provincia Matteo Renzi introdurrà il Genio
Fiorentino ai presenti. Musica, video, divertimento
e confronto per una serata in cui l’orgoglio di
appartenere a questa terra verrà condiviso in
allegria. La serata è aperta a tutti, ed è gratuita.
Per maggiori dettagli telefonare allo 055.2760378
Genio
9
Cartoni animati in bit
Monsters and Co, Toy
Story, gli Incredibili,
Ratatuille, Nemo, tanto
per citarne alcuni. La
Pixar è una delle case
di produzione che ha
rivoluzionato la storia
del cartone animato
con lungometraggi per
bambini di qualità e
innovazione eccellenti.
Proprio gli animatori della
celebre casa americana
condurranno un workshop
in Palazzo Medici per
raccontare con esempi e
dimostrazioni pratiche
come si svolge il processo
di animazione, quali
sono i trucchi, come
nascono le idee per i
successi cinematografici
di animazione. Il 22 e 23
maggio, in sala Est Ovest,
dalle 9.30 si terranno
per chiunque voglia
intervenire le lezioni
con gli specialisti di
oltreoceano. Per riportare
a Firenze, da cui gran
parte della produzione di
cartoni animati è partita,
una fetta di genialità.
Tocco con
scoppio
Saranno tra di voi
Dalla
canta
Cellini
Il Censis vi indagherà.
Per capire meglio come vivete gli
eventi del Genio Fiorentino, quali vi
piacciono e quali no, cosa vorreste
vedere tra le manifestazioni e a
quali iniziative preferite partecipare,
gli esperti di indagini condurranno
una ricerca nelle scuole superiori,
durante il mese di maggio.
Un modo per offrirvi l’opportunità
di esprimere la vostra opinione, per cambiare le cose o comunque per far sentire
la vostra voce. Approfittatene!
FLORENCE TV
Grazie alla Florence Tv
(www.florence.tv) – si
potranno seguire in diretta
via internet gli eventi più
significativi del Genio
2008 e rivedere i servizi
televisivi sugli eventi della
kermesse che non avete
potuto seguire dal vivo.
L’affresco “Live”
Se sentirete un botto, dal 15
al 25 maggio, ogni giorno
all’una del pomeriggio, non
spaventatevi. È il modo inusuale
scelto dalla Provincia per
sottolineare lo svoltolamento
di un’illustrazione realizzata
da Silvano “Nano” Campeggi,
storico creatore di oltre tremila
manifesti cinematografici. I suoi
bozzetti saranno esposti all’una
dal balcone della presidenza di
Palazzo Medici: ogni giorno uno
diverso, pensato apposta per il
Genio Fiorentino.
È una delle tecniche più antiche e prestigiose, estremamente popolare nel
Rinascimento e ora caduto in disuso. L’affresco è un metodo di pittura difficile,
che richiede grande maestria e capacità. Un saggio di questa elegante e
difficoltosa tecnica artistica sarà visibile “in progress” a Palazzo Medici proprio
durante il Genio Fiorentino.
Il 24 maggio il maestro Giampaolo Talani, con i suoi collaboratori, eseguirà
dalle 15 alle 19 un affresco nel cortile di Michelozzo, dal titolo “Il Genio
Fiorentino”; l’opera sarà donata alla Provincia.
Il calendario degli
eventi principali
15 maggio
Lucio Dalla canta Benvenuto
Cellini, chiesa di Santo
Stefano al Ponte Vecchio
15 maggio
L’esercito di Terracotta di
Giuliano Ghelli, Cortile dei
Muli, Palazzo Medici Riccardi
16-17-18 maggio
Premio internazionale
Vallombrosa
Gregor von Rezzori
Quando si dice che qualcuno è una
faccia di bronzo, non gli si fa certo
un complimento.
Eppure ce n’è una di facce di
bronzo, a Firenze, che per la sua
bellezza lascia senza fiato.
È la statua del Perseo di Benvenuto
Cellini, sotto la Loggia dei Lanzi, in
piazza della Signoria. Per celebrare
il grande scultore del Cinquecento,
il Genio ha in programma un
evento con Lucio Dalla che
canterà il tormento con cui
l’artista ha realizzato questo
suo capolavoro. Per realizzare
Perseo, Cellini impiegò infatti
nove anni, volendo fondere la
statua in un pezzo unico. Diventò
una sorta di ossessione per lui:
addirittura gli venivano alte febbri
e fu costretto persino a fondere le
stoviglie di casa pur di finirla. Dalla
ne canterà le vicende nell’evento
inaugurale del Genio. Anche lo
scorso anno il Genio celebrò un
maestro del Rinascimento fiorentino
grazie alle musiche di un grande
cantautore contemporaneo: fu
Vinicio Capossela a presentare uno
spettacolo in cui mise in musica le
Rime di Michelangelo.
Guarda il video su
www.florence.tv!
17 maggio
100 Cantori per Firenze,
strade di Firenze
22 maggio
“Cavalcanti” A Sung
Dramedy in 3 acts
(1931-1933) di Ezra Pound
(Dramedia Cantata),
Palazzo Davanzati
L’evoluzione dell’animazione:
da Firenze alòla Pixar,
Palazzo Medici Riccardi
23 maggio
Quando Firenze era capitale
del Carosello,
Palazzo Medici Riccardi
24 maggio
Vivaldi torna alla Pergola,
Sala della Pergola
24 maggio
Talani, l’affresco e il genio,
Cortile di Michelozzo Palazzo Medici Riccardi
25 maggio
Raffaello versus Leonardo,
Palazzo Medici
Riccardi
Evento giornaliero,
dal 15 al 25 maggio
Nano Campeggi:
i bozzetti del Genio,
Palazzo Medici Riccardi
Musica
10
Un ragazzo fortunato
Jovanotti ha incontrato 200 studenti della provincia e ha parlato con loro di sogni, di
impegno, di musica e di significato della propria vita. Ecco come è andata
Guard
sulla Flao Jovanotti
www.florrence Tv!
canale “ ence.tv,
scuole”.
di Ruggero Bianchi
I
ndossava una maglietta gialla
con la scritta “Free Tibet please”.
Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, ha incontrato di recente 200
studenti delle scuole superiori della
provincia di Firenze, in Palazzo
Medici. È stata l’occasione per parlare con lui, fargli le domande più
curiose, confrontarsi su temi importanti come la musica, il viaggio, la
letteratura. Scherzare e cantare per
più di due ore con l’autore di “Fango”, “Serenata rap” e “L’ombelico
del mondo”. Jovanotti ha coinvolto
gli studenti con i suoi racconti e
con il suo entusiasmo. Ha parlato ai
ragazzi dei suoi molti viaggi, degli
incontri che hanno cambiato la sua
vita, per esempio quello con il Dalai
Lama, con il giornalista fiorentino
Tiziano Terzani o con il cantante
degli U2, Bono. Gli studenti lo hanno sommerso con le loro domande.
Vichi: Grazie di essere qui Lorenzo!
Ti ascolto da quando avevo 9-10
anni, sono cresciuta con le tue canzoni. Ora sei qui e ti chiedo: secondo
te, quanto è importante per i ragazzi
ascoltare musica?
Lorenzo: La musica è tutto, è la
pancia della nostra educazione. E’
importante, per i ragazzi ma anche
per i più grandi, cercare di ascoltare
tutto.
Giulio: In che anno hai scritto
l’Ombelico del Mondo? A cosa ti sei
ispirato?
L: A essere sincero l’avevo già scritta
nel 1993, poi l’ho rifatta nel 95.
L’idea mi è venuta in una discoteca
londinese, ero insieme a Gianna
Nannini. Mi sono venute in mente
alcune parole di una strofa e le ho
scritte su una salvietta per ricordarmele.
Francesco: Quando ho ascoltato il
disco nuovo per la prima volta, mi
sono salite le lacrime agli occhi, mi
sono commosso da quanto era bello.
Come si fa a cantare con così tanto
amore?
L: Io penso che se ti commuovi ascoltando la musica, significa che
anche tu hai tutta quella sensibilità dentro, altrimenti non sentiresti
queste emozioni.
Federico: Senti, ma come mai
nella canzone “Tanto3” ripeti continuamente “tanto tanto tanto tanto
tanto tanto?”. Ma che vuol dire?
L: Beh, non vuol dire niente! La
parola “tanto” è pura energia. Voglio
raccontarti anche come è nato questo ritornello: stavo ascoltando una
base di basso, che faceva “tan-dadan-da-dan-dan-dan”. Il ritornello
di questa canzone è nato quindi da
un giro di basso. Non sempre si deve
dire qualcosa! Le canzoni nascono
da un suono, da un’idea.
Claudia: Come valuti il fatto che da
internet si possono scaricare gratuitamente le canzoni?
L: Gli artisti in questo modo guadagnano meno. I più preoccupati di
questo fatto sono i discografici. Io
vi consiglio di scaricare quello che
volete per conoscere la musica il
più possibile, ma se pensate che
ci sia un artista che vale davvero,
di quell’artista prendete gli album
originali, perché su un album un
cantante può aver speso anche due
anni della propria vita.
Vieri: Quanto ha inciso sulla tua
vita Madre Teresa di
Calcutta?
L: Quello che mi ha
colpito più di tutto è
il contrasto tra il suo
corpo così minuto e
la sua forza, smisurata. Per me Madre
Teresa di Calcutta è
una persona che ce
l’ha fatta, perché è
riuscita a essere se
stessa.
Gherardo: Cosa
provi quando sali
sul palco?
L: È bellissimo, perché mi trasformo.
Sul palco sono solo
“entusiasmo” e faccio cose che nella
vita reale non farei
mai. Per esempio
faccio dei salti molto alti.
Jovanotti infine si è espresso a favore
di una legge a tutela dei giovani artisti.
«Bisognerebbe tutelare la musica e
prevedere accessi facilitati e sgravi
per chi fa esibire i giovani musicisti».
Chi c’era?
Hanno partecipato all’evento l’Istituto Tecnico Agrario di Firenze, l’Istituto professionale per ciechi Nicolodi, il Liceo Classico Dante, l’Istituto professionale per i
Servizi Sociali Elsa Morante-Ginori Conti, l’Istituto tecnico Salvemini-Duca D’Aosta,
l’Istituto professionale per servizi commerciali e turistici Leonardo da Vinci, l’Istituto
di istruzione superiore Sassetti-Peruzzi, l’Istituto di istruzione superiore Vasari di
Figline Valdarno e l’Istituto Dante Alighieri.
Sport
Olimpiadi delle scuole, un successo
11
Il torneo interscolastico provinciale ha offerto la grande opportunità di vedere e
provare tantissime discipline diverse e soprattutto di incontrare gli studenti degli
istituti del territorio
di Agnese Fedeli
N
on solo basket, pallavolo e
calcio, ma anche discipline
inusuali come il tennis
tavolo, arrampicata e rugby. I 2.400
studenti delle scuole superiori
che hanno partecipato alla prima
edizione delle Olimpiadi delle Scuole
- la grande manifestazione sportiva
ideata dalla Provincia di Firenze in
collaborazione con il Coni Firenze –
si sono affrontati nelle più svariate
discipline sportive.
La grande festa dello sport, è iniziata,
come accade in tutti i giochi olimpici
che si rispettino, con l’accensione di
una fiaccola simbolica: un’occasione
per riflettere sulle Olimpiadi di
Pechino e sul percorso dell’altra
fiamma olimpica, che sta facendo
molto discutere.
La cerimonia di apertura si è
tenuta il 18 aprile 2008, nella sede
dei Canottieri di Firenze, sotto
Ponte Vecchio. Ad animarla, un
intrattenitore, molte autorità e
soprattutto l’entusiasmo di tanti
ragazzi pronti a sfidarsi nella
prima delle tante competizioni, il
canottaggio.
Quello delle Olimpiadi delle Scuole
diventerà un appuntamento fisso
ogni anno, per sensibilizzare gli
studenti e i professori all’importanza
dello sport per un’educazione
completa: un’occasione di sport
prima di tutto, rivolto a tutte le
scuole superiori del territorio.
ri
I primi vincito
gare
1° classificati
maschili:
otti
Michele Michel
ombi
e Francesco Z
otti)
(Cavour-Pacin
agherini
prof. Andrea M
gare
1° classificati
a Merolla
femminili: Luci
zzi
e Bianca Peru
co Capponi)
(Liceo linguisti
L ombardi
prof. Giovanni
Amicizia
e divertimento
nei commenti
Francesca, Liceo Scientifico
Pontormo: “Le Olimpiadi delle
scuole sono più un gioco che
una gara, non sono una vera
competizione, però sono un buon
modo per fare sport a scuola”.
Ambra, Tornabuoni: “Le Olimpiadi
sono un modo per provare uno
sport nuovo e divertirsi, conoscendo
anche ragazzi e ragazze di altre
scuole”.
All’inaugurazione hanno partecipato gli studenti della prima disciplina del medagliere, il canottaggio a due,
il Presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi, l’assessore alla Pubblica istruzione Elisa Simoni, il
Presidente del Coni Provinciale Paolo Ignesti, il responsabile delle attività sportive della Provincia Fabrizio
Balducci, il Presidente dei Canottieri Firenze Massimo Cavallina.
Sara, Liceo Scientifico
Pontormo: “Iniziative come queste
sono un punto di riferimento per
incontrare gli altri studenti”.
Dalle scuole
Tutto d’un POF
12
Proseguono gli appuntamenti formativi delle scuole. Arte e teatro nel mirino
di Maria Novella Ermini
Scopriamo gli uffizi
Camminare attraverso i luoghi dell’arte
in esclusiva senza la folla. Il progetto
“Scopriamo gli Uffizi”, promosso
dall’Associazione Amici degli Uffizi, dà la
possibilità agli studenti di partecipare a una
serie di incontri guidati il lunedì mattina,
a museo chiuso. Anna e Giada del liceo
Michelangelo hanno raccontato in questo
modo l’esperienza fatta…
G
li Uffizi, culla di storia e
arte, costituiscono la più
illustre galleria italiana
e una delle più note al mondo,
orgoglio indiscusso della nostra
città. Essendo meta “obbligatoria”
per qualsiasi turista, risulta assai
difficile per noi fiorentini poter
gustati indisturbati le mirabili opere
di questo luogo. Noi, studenti del
liceo Michelangiolo, appassionati di
storia dell’arte, siamo stati fortunati
ad avere avuto questa opportunità:
infatti, unici visitatori degli Uffizi,
nel giorno di chiusura, abbiamo
potuto immergerci con la massima
tranquillità in un’atmosfera capace
di farci rivivere epoche tanto
lontane… Ed ecco che quindi
abbiamo potuto attraversare la
galleria quasi interamente deserta,
ci siamo potuti sedere, per ascoltare
con maggiore comodità ciò che ci
descriveva la guida, nella famosa
Tribuna di Francesco I e poi ci
siamo potuti appostare “veneranti”
di fronte alla Venere di Botticelli,
quasi in religioso silenzio…
Equamente distribuiti in tutta
la stanza, solitamente tra le più
affollate. Scontato dire che è stata
veramente una bella esperienza,
soprattutto perché purtroppo non
capita spesso di poter osservare “dal
vivo” ciò che studiamo tutti i giorni
sui libri… e a maggior ragione
in simile tranquillità. Comunque,
al di là di questa rara opportunità
che ci è stata offerta, le visite di
mostre e musei risultano essere
diventate alquanto infrequenti,
probabilmente per il fatto che i
programmi ministeriali tendono
a dare maggiore importanza
all’apprendimento tra le mura
scolastiche, sottovalutando l’aspetto
“pratico”. Allo stesso modo
riteniamo che anche materie come
storia dell’arte trovino poco spazio
all’interno, per esempio, dell’orario
scolastico, in cui addirittura in
una sezione sperimentale come la
nostra, sono presenti soltanto due
ore, mentre invece nelle sezioni
non sperimentali è presente
vergognosamente un’ora sola.
Concludiamo dunque col dire che
sarebbe di nostro gradimento poter
godere più volte di altre esperienze
simili, o quasi, a questa, in modo
tale da approfondire lo studio di
quel poco che i libri e le misere due
ore ci offrono.
Anna Calò e Giada Giuliotti,
classe II C, liceo classico
Michelangiolo.
Dalle scuole
13
festival il fiorentino
14 spettacoli per 14 istituti. Il Festival Il
Fiorentino si sta svolgendo in un’atmosfera
di grande entusiasmo da parte dei giovani
partecipanti. Sul palcoscenico del teatro
Cantiere Florida e del teatro Puccini i ragazzi
stanno inscenando con passione e stanno
mettendo a frutto tutto ciò che è stato
insegnato loro durante l’anno
scolastico sull’arte teatrale. Tutti sono
adesso in trepida attesa di sapere l’esito
della decisione della giuria incaricata di
assegnare gli otto premi in palio (miglior
testo, miglior regia, miglior attore e attrice
protagonista, miglior attore e attrice non
protagonista, miglior scenografia, migliori
costumi). Intanto leggiamo i loro commenti…
È il primo anno che partecipo con il
mio gruppo al Festival Il Fiorentino,
ma è da quando sono entrata a
scuola che seguo il corso di teatro.
È un’esperienza che mi è piaciuta
fin dall’inizio perché è bello
inscenare gli spettacoli e dà tanta
soddisfazione. Uno degli aspetti più
interessanti è che lavoriamo tutti
insieme e, facendolo, diamo vita a
qualcosa di bello.
Chiara Piazzai,
liceo scientifico Gramsci
È bello recitare ed è bello farlo in
inglese. Il nostro gruppo infatti
ha inscenato un’opera in lingua
originale e non credo che sia una
cosa usuale.
Spero che progetti di questo tipo
portino i giovani a interessarsi
al teatro. Esperienze così sono
divertenti occasioni di scambio tra
studenti.
Il nostro spettacolo parla di amore
e integrazione razziale, dà quindi
un messaggio molto bello: non
esistono confini e disuguaglianza.
Partecipare a progetti così per
ragazzi della nostra età significa
mettersi in gioco.
Miriam Altamura, istituto
Sassetti-Peruzzi
Iniziative così ci uniscono l’un l’altro,
uniscono le etnie. È importante fare
esperienze di questo tipo per noi
ragazzi, soprattutto per chi frequenta
una scuola come la nostra dove ci
sono tanti studenti stranieri.
Io sono filippino e per me è stato
importante fare un’esperienza come
questa. Ho trovato nuovi amici sul
palcoscenico. È il terzo anno che
partecipo al progetto teatrale e lo
ripeterei ancora molto volentieri.
Sara Malagrino, istituto
Sassetti-Peruzzi
Glenn Salute, istituto
Sassetti-Peruzzi
L’unica cosa che chiederei è di fare
più sopralluoghi nei luoghi in cui si
svolgerà la visita.
Ellen Bartomioli
liceo Machiavelli
Un’esperienza bellissima che rifarei
subito. L’aspetto più interessante
è stato il contatto col pubblico, il
parlare con persone sconosciute.
Maria Vittoria Valacchi
liceo Castelnuovo
Chiara Morelli
liceo scientifico Gramsci
FAI: giornate di
primavera
Far conoscere ai
ragazzi luoghi del
territorio meno
conosciuti ma dalla
straordinaria bellezza.
Durante l’anno
scolastico, le classi
hanno visitato insieme
a un delegato del Fai
e ai professori i luoghi
in cui avrebbero poi
fatto da guide; dopo
questi sopralluoghi
È il primo anno che partecipo a questo
progetto. Ho fatto da guida con due
mie compagne a Palazzo Sacrati
Strozzi dalla mattina al pomeriggio alle
3. Un’esperienza davvero bella. Perché
mi ha dato la possibilità di studiare un
palazzo tra i meno conosciuti della città.
Io e tutta la mia classe chiederemo che
ci venga data l’opportunità di aderire di
nuovo a questa iniziativa.
Alessandro Baldini
Machiavelli
hanno studiato le
caratteristiche dei
vari siti artistici
per poter svolgere
al meglio il ruolo
di “ciceroni”. In
occasione delle
Giornate di primavera
del 5 e del 6 aprile
sono stati aperti al
pubblico ben 550 beni
in 240 città italiane.
L’impegno dei ragazzi
è stato premiato
con un attestato
spendibile in termini
di crediti formativi.
Partecipare a questo progetto è stato
davvero interessante e divertente, spero
davvero di poterlo rifare.
Valentina Vannucci
Machiavelli
L’aspetto più significativo di questa
iniziativa è che ti avvicina al mondo
del lavoro, ti fa vedere come si
lavora nel campo dell’arte. A me
personalmente è piaciuto molto.
Una significante esperienza pratica.
È importante aver potuto scoprire
un palazzo di un così grande valore
nel territorio della provincia di
Firenze. Nel nostro territorio ci sono
delle meraviglie sconosciute ai più
ma ricche di fascino. Progetti di
questo tipo aiutano a far maturare
noi giovani nel contatto con gli altri
e ci educano al rispetto dei valori,
anche di quelli culturali.
Enrico Fratini
liceo Machiavelli
È stato un lavoro faticoso ma appagante. Guidare persone sconosciute attraverso un edificio di solito
chiuso al pubblico è un’esperienza
che fa crescere la fiducia in se stessi.
Giacomo Riccardi
liceo Castelnuovo
Io e la mia classe abbiamo fatto da
“ciceroni” all’educatorio di Fuligno
a Firenze. È stato bello guidare i
visitatori attraverso la “sala decorata” di Bicci di Lorenzo.
Un lavoro interessante che mi ha
dato autonomia e sicurezza.
Alberto Milo Bottinelli
liceo Castelnuovo
Un’esperienza nuova e costruttiva.
A soli 17 anni spiegare a dei quarantenni è una cosa che non capita
tutti i giorni e vale molto più di 10
giorni di scuola.
Giulio Fratini
liceo Castelnuovo
La cosa più bella è che al termine
della visita le persone ci hanno
ringraziato. Li abbiamo condotti
attraverso le sale dell’educatorio di
Fuligno per più di un’ora e questo
ci ha dato la possibilità di “vendere
la nostra merce” al meglio.
Marco Burigana
liceo Castelnuovo
Provincia
14
Fucina di
imprenditori
Dal 1986 la Scuola di Scienze
Aziendali forma i giovani al
lavoro d’impresa
di Anita Bucelli
P
raticamente il 100% degli
studenti del corso di gestione
d’impresa trova lavoro dopo
lo stage. Un vero primato, soprattutto
di questi tempi, per una scuola di
specializzazione.
E una volta tanto non si tratta di
una istituzione privata sistemata
in qualche lontanissimo campus
d’oltreoceano, bensì della Scuola
di Scienze Aziendali di Sorgane, a
Firenze. Una scuola che ha trovato
il modo di eliminare la distanza tra
scuola e mondo del lavoro.
Da oltre vent’anni la Scuola di
Scienze Aziendali di Sorgane, nata
per iniziativa di Assindustria, Camera
di Commercio, Comune e Provincia
di Firenze, si propone di formare
i futuri “quadri” d’azienda. Lo fa
con corsi di gestione di impresa e di
marketing, seguiti da stage pratici di
inserimento nelle oltre 1000 aziende
che appoggiano la scuola.
Per accedervi è necessario il diploma
di scuola superiore, oltre a superare
un esame di ammissione (vedi box
per i dettagli).
«Un antidoto al bamboccionismo»
l’ha definita il Presidente della
Provincia di Firenze che lo scorso
marzo è intervenuto all’Assemblea
dei soci della scuola, dichiarandosi
entusiasta dell’alto livello dell’offerta
educativa alla quale gli studenti
rispondono prontamente.
Ed è proprio l’opportunità lavorativa
ciò che ha spinto Sara, 20 anni, ad
iscriversi subito dopo il diploma: «Ho
pensato che frequentare l’università
non mi avrebbe dato la stessa
sicurezza per il mio futuro lavorativo
- racconta – Dopo i primi sei mesi
in cui ci hanno fornito nozioni
di cultura economica generale ed
aziendale, stiamo entrando nella
fase di specializzazione».
Sara
ha
scelto
“Gestione
amministrativa” per approfondire
quei problemi che affronterà nel
suo futuro impiego attraverso
esempi concreti illustrati da veri
imprenditori e dirigenti aziendali.
Marco invece ha 24 anni e qualche
esperienza lavorativa alle spalle: «Ho
scelto il corso di Marketing perché
prevede tre mesi di stage all’estero»;
il suo sogno è quello di avviare
un’attività propria.
Conoscere, saper essere, saper fare
Nasce nel 1986 per iniziativa
di Assindustria, Camera di
Commercio, Comune e Provincia
di Firenze.
Si rivolge ai giovani dai 18 ai
26 anni con diploma di Scuola
Secondaria Superiore.
La durata è di 18 mesi di cui 12 in
aula e 6 di stage. I primi 6 mesi in
aula sono comuni a tutti, gli altri
6 mesi sono di specializzazione.
I corsi di specializzazione sono
due: Marketing, distribuzione
e tecniche di vendita; Gestione
amministrativa, contabilità dei
costi e logistica.
Fondamentale l’insegnamento
delle lingue straniere oltre
all’inglese: tedesco, spagnolo,
russo, cinese mandarino,
giapponese, arabo. Gli insegnanti
sono docenti madrelingua.
LA CURIOSITÀ
Le “quote rosa” della scuola sono
superiori alle iscrizioni maschili:
59% ragazze e 41% ragazzi.
Sembra inoltre che le giovani
donne rispondano più volentieri
alle offerte di lavoro all’estero.
È richiesto l’obbligo di frequenza.
Sono previste frequenti verifiche
ed esami selettivi, individuali e/o
di gruppo.
Il corpo docente è costituito da
imprenditori, dirigenti e anche
professori universitari.
La maggior parte degli stage si
conclude con l’assunzione dei
partecipanti; la scuola collabora
con i non assunti, proponendo i
loro curricula alle 1000 aziende
con cui essa è in contatto.
Esperienze interessanti sono gli
stage all’estero per gli studenti di
marketing: Australia, Stati Uniti,
Canada, Cile, Cina e tutta l’Europa
Occidentale.
I costi non sono superiori a
quelli di un corso universitario:
lo studente versa entro i primi
12 mesi una quota di iscrizione
ed una cauzione che gli verrà
rimborsata durante lo stage.
Le prove di ammissione al Corso
in “Gestione d’Impresa” sono
soprattutto dedicate all’analisi
delle potenzialità psicoattitudinali, della cultura e delle
motivazioni dei candidati, insieme
alla loro capacità di rispondere
con logica, buon senso e creatività
a problemi non previsti.
CONTATTI:
Scuola di Scienze
Aziendali
Via Tagliamento 16
50126 Firenze
Tel. 055-6820681
Fax 055-6820536
e-mail: [email protected]
www.
scuolascienzeaziendali.it
Ragazzi
Un caloroso rock n’ roll a tutti!
Gli Holes in the Ground sono un gruppo che ha voglia di “divertirsi
e fogassi all’inverosimile”. E pare decisamente riuscirci
di Mattia Hagge
T
utto iniziò l’anno passato - dopo
otto anni di pianoforte classico
e uno di blues jazz - quando
decisi di iniziare a orientarmi verso il
rock. Iniziai ascoltando i Coldplay, e
facendo cover di loro brani al piano.
Passai poi ai Pink Floyd, grazie ai
quali iniziai ad amare la chitarra e
decisi così di prendere delle lezioni
da un amico che ha un gruppo da
tanti anni, Francesco (chitarrista
dei Rumorerosa). Lui, oltre ad
insegnarmi le basi tecniche, mi fece
conoscere molti gruppi e sotto-generi
del rock. Dopo un mese, all’incirca a
febbraio, venni a conoscenza del fatto
che un mio carissimo amico, Alessio
(fra le altre cose mio coetaneo),
prendeva lezioni di basso anche lui
da Francesco. Così, iniziammo a
suonare insieme qualche canzone
dei Radiohead e degli Oasis. Vista la
preparazione di entrambi, le canzoni
riuscivano bene, ma era comunque
ancora un passatempo casalingo.
Verso aprile fui informato a proposito
di un concorso musicale amatoriale,
organizzato a Greve in Chianti, dove
abito. La tentazione di parteciparvi fu
irresistibile e andai subito alla ricerca
di un cantante e di un batterista.
Purtroppo non trovai nessuno dei
due e così chiesi a un mio amico
pianista, se voleva cimentarsi nella
batteria. In poco tempo, aveva
imparato a suonare i tempi di base.
Visto che la mia preparazione alla
chitarra non era ancora del tutto
sufficiente, dovendo anche cantare,
chiamai un amico chitarrista che
accettò entusiasta di suonare con noi.
Preparammo la cover di Wonderwall
degli Oasis. Poi cercammo un nome
da dare alla band che rendesse l’idea
della nostre intenzioni musicali:
fantasia, tanta voglia di divertirsi e
‘’fogassi all’inverosimile’’ ai concerti.
Inizialmente eravamo un po’ perplessi.
Ma una volta, mentre ero in casa a
sentire un pezzo dei Greenday, dissi
Nei primi mesi del 2008 abbiamo
“boia, questa canzone fa davvero le
iniziato a comporre delle canzoni che
buhe n’terra!”. Detto fatto, quel motto
incideremo in vista di un primo cd.
diventò il nostro nome (tradotto in
Per ora questa è la storia della nostra
inglese “Holes in the Ground”). Dopo
band, che speriamo abbia un futuro
il concorso, il batterista se ne andò;
moooolto produttivo.
tuttavia, mi mise in contatto con
Riccardo, batterista formidabile, che
nonostante avesse solo 13 anni, aveva
Ps: Ringrazio
un’esperienza incredibile. Dopo
tutti i miei
alcune settimane, se ne andò anche il
insegnanti di
chitarrista, a cui non piaceva il genere
musica (Lorenzo
di canzoni che suonavamo.
Schultetus,
Si creò così la formazione attuale:
Fabio Albertosi,
Mattia, detto anche “i’Kagge”, al
Francesco
piano-tastiera, chitarra e vocalist;
Baggiani e
Alessio, o “I’Napo” al basso; Riccardo,
Margherita
ma anche “Zecca” alla batteria e
Vienni)!
seconda voce. Per
tutta l’estate, ci
dedicammo alla
preparazione di
cover di generi
di rock molto
diversi fra loro
Riccardo Marchi: ha 14
(dai
Coldplay,
anni, è nato il 20/03/1993,
ai Nirvana, dai
Greenday
ai
frequenta l’Istituto Tecnico
Linking Park), non
Agrario Statale di Firenze.
solo per imparare
E’ il batterista del gruppo.
a
conoscerci
musicalmente ma
anche per trovare
Alessio Napodano: ha 17
un orientamento
anni, è nato il 5/ 03/ 1991,
musicale prima
frequenta l’Istituto Alberghdi iniziare a
sviluppare canzoni
iero Aurelio Saffi di Firenze.
nostre.
Verso
E’ il bassista del gruppo.
agosto, capimmo
che i generi più
affini al nostro stile
Mattia Hagge: ha 16 anni, è
erano l’alternative,
nato il 1/11/1991, frequenta
il post-brith rock e
il liceo classico Michelanil piano rock.
Le nostre band
giolo di Firenze. E’ il pianidi
riferimento
sta-tastierista, chitarrista,
divennero
così
cantante del gruppo.
i Radiohead, i
Muse e i Coldplay.
Gli Holes chi?
Giovani e politica
Uno studente del Galileo ha scritto un saggio
in questi giorni in libreria
«Ogni schieramento non cerca un dialogo, un accordo, un
confronto nel pieno rispetto, un’apertura politico-ideologica».
Tommaso Soldi ha 16 anni ed è un moderato. Ha scritto un
saggio, in libreria in questi giorni, che si intitola “Vivere l’Oggi
costruendo il Domani” in cui espone il suo modo di vedere
la politica come impegno sociale non fatto di estremismo,
bensì di accettazione delle «differenze culturali e religiose
mantenendo tuttavia un acceso ricordo ed un mantenimento
del nostro passato e delle nostre tradizioni unito ad un
sano senso di modernizzazione e di sviluppo». Il suo libro è
uno strano oggetto, di questi tempi: un volume sull’impegno
politico dei giovani, sulla voglia dell’autore inserirsi nel
contesto sociale armonizzando le parti, evitando lo scontro,
ma soprattutto impegnandosi. Nel tempo di YouTube, quando
i ragazzi sono spesso additati come gli imperatori del
disinteresse, della superficialità e della violenza, Tommaso
dà voce a quella larga parte che, a volte silenziosa, non si
arrende e vuole incidere con le proprie azioni, con la propria
vita, sull’andamento delle cose pubbliche. Senza urlarlo, ma
con la forza conciliante della pacatezza.
15
A.A.A.
Cercasi canta
Peppers - Greennte per gruppo rock, stile R
Floyd, Dire Stra Day (ma eventualmente aned Hot Chili
anni, preferibilmits ecc.), di età compresa fra che Pink
chiamate ARTU ente del quartiere 5. Per co i 14 e 16
(340/2273909) RO a casa (tel. 055/366519),ntattarmi
sul cellulare
desantis.dico o scrivete all’indirizzo
simo@virgilio
.it
Mi chiamo B
er
6 anni. Ascolto nardo, ho 16 anni e suon
Deep Purple, Ir principalmente musica rock o la chitarra da
stiamo cercandoon Maiden… Suono con un : Led Zeppelin,
qualcuno che vu un cantante per creare un batterista e
gr
ole unirsi al gr
uppo? Scrivete uppo. C’è
all’indirizzo: b
numerosi
arbara_bosc
[email protected].
Provocando
Firenze Spettacolo
seleziona per noi
gli appuntamenti
più caldi sul fronte
della musica dal
vivo a Firenze in
MAGGIO
Concerti, dj
sessions, live act,
serate clubbing.
Triston Palma - Sab 10 ore 22
Palasport – via Rialdoli, Scandicci
www.switchproject.net
ingresso gratuito
Grande reggae con una delle
punte di diamante della scena
giamaicana.
MANDELA FORUM
Viale Paoli - www.bitconcerti.it
tel. 055 667566 - inizio concerti ore 21
Jovanotti - Lun 12 ore 21
posti numerati 43,70/36,80/32,20 euro
Il Safari Tour del rapper di
Cortona. Con tutti i nuovi brani e i
grandi successi
SASCHALL
L.no Aldo Moro - tel. 055 6504112
inizio concerti ore 21
www.bitconcerti.it - www.sashall.
Afterhours - Mar 13 ore 21
16 euro - Il gruppo milanese
di Manuel Agnelli: un disco
“avventuroso”, brani diversi,
voglia di sperimentare, pop, rock,
elettronica.
Ven 30 La Musica del Cuore Happening culturale, artistico ed
informativo. La voce di Barbara
Innocenti e quattro scuole
toscane di ballo. Gran finale del
Dj latino Caramelo - 15 Euro per
Emergency
ALTRI CONCERTI
Lucio Dalla - Gio 15 ore 21
Chiesa S. Stefano al Ponte
Piazza S. Stefano
www.bitconcerti.it - 21 euro
L’artista bolognese dedica questo
concerto-spettacolo tra musica
e letture al genio fiorentino
Benvenuto Cellini.
Gregor Samsa - Gio 15 ore 21
Sala Vanni - Piazza del Carmine, 14
tel 055 287347
www.musicusconcentus.com
Atmosfere rarefatte e ritmi
indolenti, per questa band
rivelazione del post-rock Usa.
Giovanni Allevi
Ven 16/Sab 17 ore 20,45
Teatro Verdi – via Ghibellina 99
www.bitconcerti.it
tel 055 212320/2396242
28,75/2317,25 euro
Il genietto della tastiera coinvolge
un’orchestra sinfonica. In bilico
Le idee fanno paura?
di Matteo Renzi ([email protected])
Quando in famiglia ci sono un
nonno o uno zio che riescono
a fare qualcosa di grande, per
molto tempo tutti sono contenti,
entusiasti, orgogliosi.
Si fa molta fatica a
trovare nel mondo
intero una famiglia
più ricca di nonni
e zii di cui essere
orgogliosi della
famiglia fiorentina.
La provincia di
Firenze ha infatti
visto nascere o
crescere alcuni tra
i più grandi geni
di tutti i tempi.
Pensate a Leonardo
da Vinci e Dante
Alighieri, pensate
a Michelangelo e
Galileo, pensate a
Brunelleschi e ai
grandi pittori del Rinascimento.
Ma anche ad invenzioni come il
telefono o il motore a scoppio, alla
nascita della moda o del calcio.
Abbiamo una storia insomma che
dà i brividi. Una storia unica e
straordinaria.
Da quattro anni la Provincia
organizza una manifestazione
chiamata “il Genio Fiorentino”. Si
tratta di un contenitore di eventi,
culturali e turistici, con l’obiettivo
di ricordare il passato, certo. Ma
anche e soprattutto di costruire il
futuro.
Perché di questo abbiamo bisogno.
Vivere la storia meravigliosa di
Firenze non come un souvenir
da sfruttare e magari da vendere
ai turisti, ma come uno stimolo
per fare cose sempre nuove, per
rischiare, per osare, per non aver
paura di mettersi in gioco.
Il Genio Fiorentino punta a dare
un’occasione in più per migliorare
la qualità del turismo nel nostro
territorio. Ma punta soprattutto
tra classica e pop.
AUDITORIUM FLOG - FLOG W LIVE
via M. Mercati, 24/B - tel. 055 487145
inizio spettacoli ore 21.30
www.flog.it
Ven 23 Les Italiens, che
Orchestra! Progetto dedicato alla
musica degli anni ‘50.
Gio 1 Shantel & Bucovina
Orchestra - Dj di lungo corso,
Shantel ha aperto la strada all’idea
stessa di balkan clubbing - 15/13
euro
VIPERTHEATRE
via Lombardia/via Pistoiese
tel. 055 318056 - inizio spettacoli ore 22
www.viperclub.eu
Massimo Ranieri - Ven 23 ore 21
Politeama Pratese - via Garibaldi
33 info 0574 603758
www.politeamapratese.com
L’eterno scugnizzo della musica
italiana.
Nick Cave & The Bad Seeds
Ven 30 ore 21,15
Sesto d’Estate - Parco Villa Solaria
viale Gramsci/Via Strozzi
tel. 055 667566 - www.
bitcoconcerti.it
Un grandissimo della musica
internazionale fresco di uscita
discografica. Il singer australiano
sfodera grinta e chitarre come ai
bei tempi.
Gigi D’Alessio - Sab 31 ore 21
Cittadella del Carnevale Viareggio
46/38/29 euro - info 0577 391787
Spettacolo d’impronta teatrale,
a stabilire la scaletta è lo stesso
pubblico...
a valorizzare i motivi per cui
uno è fiero e orgoglioso di essere
fiorentino. Motivi che vengono dal
nostro passato, ma ci spingono
a fare i conti con la realtà e a
costruire i domani.
Per questo le ragazze e i ragazzi
delle scuole sono gli interlocutori
numero uno del Genio Fiorentino.
Perché respirare futuro è per voi
naturale. E il titolo che abbiamo
scelto per quest’anno, tratto da
una frase di Vasco Pratolini,
“Le idee non fanno paura a chi
ne ha” è un ulteriore modo per
stimolare a pensare, riflettere,
proporre, vivere e non vivacchiare.
Quello che ciascuno di voi può e
probabilmente deve fare.
In questo numero di Ottoemezzo
trovate alcune informazioni sul
Genio Fiorentino 2008. Altre sono
Sab 3 Caparezza - Dopo anni
di assenza, torna con un nuovo
album Le dimensioni del mio
caos, un disco j’accuse.
Ven 9 Fabri Fibra - Rapper
italiano dalle rime scomode, una
buone dose di follia e qualche
argomento di spessore.
Sab 10 Punkreas - storica punkband milanese.
Ven 16 il ragamuffin dei Sud
Sound System.
Sab 17 Gem Boy
spassosa rock-band demenziale
sul sito www.geniofiorentino.it. Non
vi chiediamo di partecipare a tutti
gli eventi, specie in un periodo così
delicato per l’anno scolastico che si
avvia alla conclusione. Ma di dare
un occhio e di far
sentire la vostra
voce sì. Quali sono
le vostre idee per
il futuro di questo
territorio? Quali i
principali problemi?
Come vivere con
più consapevolezza
questa eredità così
importante ma
anche difficile da
gestire? Sono temi
cui cercheremo di
dare risposta con il
Genio Fiorentino
2008. Ci piacerebbe
farlo anche col
vostro contributo.
Perché essere cittadini di
questo territorio non è solo un
dato casuale. È una grande
responsabilità, è un grande
orgoglio, è una grande sfida. Non
vi pare?
Gio 22 Motorpsycho
Parte da Firenze il nuovo tour
dei padrini della psichedelia
scandinava - 22 euro.
Ven 23 Enrico Ruggeri
Il cantautore italiano torna alle
origini con un album rock - 15
euro.
Sab 24 Casino Royale Plays Ska
Ritorno al passato, quando la
band suonava reggae e ska - 15
euro
Unplugged
Live Music Club
ore 21/02 via de’ Saponai 14
www.unpluggedmusicclub.it
ingresso gratuito
Ven 2 Il blues/soul dei Cool Cats
Ven 9 Il country rockabilly degli
Street Clerks
Sab 10 Il rock/blues della
Unneband
Sab 17 Il folk di Hubert
Rapisardi
Ven 23 Antonello Minnei
cantante-polistrumentista, nuovo
progetto combat-folk
Sab 31 Festa di fine stagione
con mega jam session.
TENAX
Via Pratese, 46 - tel 055 308160
www.tenax.org
Sab 3 Kalabrese & Onur Ozer.
Matteo Renzi
Presidente della Provincia di Firenze
Puoi rispondere alla
“provocazione” del
Presidente Renzi scrivendo
direttamente a:
[email protected]
oppure su You Tube, dal sito
www.matteorenzi.it
Mer 7 Le Vibrazioni
La rock-band italiana più amata.
Dal pop all’hard rock anni’70 - 10 euro
Gio 8 Luca Barbarossa
Il cantautore romano tra pop
d’autore e rock ballad - 10 euro
Ven 9 Julie’s Haircut.
Sab 10 Marta sui Tubi.
Dom 11 Mondo Marcio
Il più oscuro rapper dell’italica
canzone.
Ven 16 Xiu Xiu.
Sab 17 Melody Fall - La nuova
boy band italiana del momento 15 euro
Sab 10 Loco Dice + Alex Neri
Sab 17 Mega-party di
chiusura, con Ricardo Villalobos.
Demiurgo del sound minimal, il
dj cileno/tedesco è venerato come
una pop-star: house, elettronica
’80 e ritmi tribali.
Storytellers’ Tales
Public House - Via Palazzuolo
27r
concerti ore 22.30
www.ilpopolodelblues.com
Ven 9 Lorenzo Semprini:
le “Dirty Roads” del folk-rock
americano.
Gio 29 Da Nashville Will Hoge,
nuovo rock a stelle e strisce.
Florence Vintage Market
Lungarno Anna Maria
Luisa De’ Medici, 8 - info
prenotazioni brunch 055
211093/333 2067116; 335
8390356 - ingresso libero
Dom 18 davanti al Ponte Vecchio
in riva all’Arno, ospite la Società
Canottieri, mostra mercato
di abiti e accessori vintage
donna e uomo, rarità Levi’s,
Gucci, Chanel. Dalle 13.30 alle 16
brunch all’americana, pomeriggio
dj set e musica dal vivo, tramonto
con aperitivo. Ingresso libero.