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A tu per tu con il piacere delle donne 6 La verità del vino: intervista al sommelier 10 I bambini di “Un volto per giocare” 16 uomini a pagamento a tu per tu con il piacere delle donne zine magain ne buzioa i r t s i d ratuit g numero 14 / anno 2 dicembre 2011 in copertina lIgnazio (Ezio) Passarelli, 21 anni, brindisino. foto di Foto di Virginia Frigione (Afi - Accademia Fotografica Italiana) numero 14 / anno 2 chiuso il 10 dicembre 2011 Testata registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Brindisi n. 14/2009 dicembre 2011 Redazione: Via F. Carena (c/o imprendigiovani.it) Brindisi 0831.090392 / 347.0466197 www.ciclostyle.it [email protected] Editore: Vetrine Inedite (Ass. di Promozione Sociale) Presidente: Maura Gatti Direttore Responsabile: 5 cs - storie da copertina A telefono con il gigolò 15 vetrine inedite Pinsieru di natali 18 vetrine inedite Dietro la maschera dei Private Kill DIETRO LE QUINTE Organizzazione eventi / iniziative: Maura Gatti / Serena Passarelli / Maria Capone Grazia Buonasorte / Ilaria Passarelli / Valeria De Vito Evento previsto su www.ciclostyle.it/iniziative: 17/12 (a)Vendo Talento mostra mercato. Quadra di Stefano Ranalli Design Seguici su: VetrineInedite Ciclostyle info pubblicità 0831.090392 / 347.0466197 [email protected] [email protected] | www.ciclostyle.it Serena Passarelli Responsabile ciclostyle.it: Maura Gatti Impaginazione e Grafica: Stefano Ranalli (Quadra) Stampa: Locopress Srl - Mesagne In redazione: Italo Bernardi Maura Gatti Emanuele Vasta Antonio Losavio Roberto Spagnoletto Ilaria Passarelli Viviana Leo Valeria De Vito Alessio Allegretti Giuseppe Rollo (GAB) Per le foto si ringraziano: Virginia Frigione Marco Quarta EDITORIALE Cari lettori, questo mese mi faccio da parte per augurarvi il Buon Natale con un racconto emozionante firmato da Emanuele Vasta. Buona lettura. Serena Passarelli, Direttore Responsabile Ciclostyle Natale in Vhs La prima volta che mi sono innamorato frequentavo l’asilo. Ricordo le farfalle gravitare nello stomaco dai primi giorni di dicembre al pranzo dell’Epifania. Senza saperlo, ero ammaliato dal Natale, una festa che si poteva farcire e gustare. Vorrei ripescare il cuore intinto nelle cattiverie del mondo, ricomporlo e zuccherarlo. Riscopro le sepolte polaroid e sorrido. Grazie a Dio le VHS non si incagliano negli obsoleti videoregistratori. Premendo play sono glabro e di un metro più corto, intento a rubare i cioccolatini appesi ad un abete naturale. Arriva papà con più capelli neri, nella sua giacca rugosa ed il sospetto di non aver fatto abbastanza per compiacerci. Fischietta “Tu scendi dalle stelle”. È il pomeriggio della Vigilia. La mia non è una famiglia numerosa, ma è una famiglia. I nostri ospiti sono innumerevoli ed entrano in casa dal tv color. Mia madre guarda “Miracolo sulla 34esima strada” dentro la Mivar, mentre le pettole fremono ed i fornelli fumano. Mia sorella vorrebbe già scartare i regali, piagnucola sfigurando i pastori del presepe. Non sa che l’aspetta un Cicciobello che sbrodola chiamandola “mamma”. Mio nonno arriva con borse piene di vivande. Poi si siede regalandomi cinquemila lire. Quando si racconta è un juke-box di consigli. Mia nonna è bella, cuoce i dolci di mandorla e glassa all’anice, ride sempre. Non è un sogno, ma un nastro che arranca. Premo stop alla commozione, mancano le parole. Mi mancano le mie urla di stupore dinanzi ai regali. E toglie il fiato l’assenza di quelle carezze che resuscitano nelle videocassette. Spesso vorrei scrivere di più, cantare di più, vorrei amare di più. Oggi non è semplice, oggi non è puro. Offriamo sentimenti in comodato d’uso. Così dedichiamo frasi già scritte, cantiamo solo se siamo intonati, scommettiamo solo se sappiamo di vincere. Per fortuna amiamo ancora, ma abbiamo più timore di sbucciarci il cuore. Ogni cosa è prevedibile, sono aperte le fabbriche delle emozioni, i baci sono in serie come gli abeti decorati dell’Ikea. Tutto fatto! Tutti felici e prevedibili! Una croce appesa al collo mi consiglia di seguire una stella cometa che ci condurrà ai bambini di tutto il mondo, i nostri, i loro, quelli che eravamo ed i figli che verranno. Loro hanno il cuore immacolato nonostante le playstation. I loro occhietti insegnano, i loro pensieri ancora profumano. Dopotutto, questa favola è nata dal concepimento di un bambino, il delicato fulcro della vita. Non tutto l’immenso è perduto! Perciò buon Natale a chi ama seriamente, ai bianchi e ai colorati, buon Natale ai banditi! Buon Natale a chi esiste, ma non vive. Buon Natale a chi gioca con le bolle di sapone in riva al mare, buon Natale a chi si crea un amico con la neve. Buon Natale a chi parte dai cessi per rincorrere il successo, a chi stringe mani sofferenti, a chi sorride illuminando i tunnel. Buon Natale a chi sa ascoltare, buon Natale a chi impara a volare per paura di precipitare. Auguri agli entusiasti, ai bambini con le rughe, Buon Natale a chi legge Ciclostyle senza sfogliarlo solamente. Auguri a Brindisi che ci culla gentilmente. di emanuele vasta numero 14 | DICEMBRE 2011 | pag 3 REPORTAGE L’ANNUNCIO tore accompagna di Sono un ta is on si es gigolo prof, “etero”, di se as cl ta al , per à italiana nazionalit inte, eleganti sia donne dist ti di qual ed esigen ane, di bella ov si età. Gi sportivo, sen , za en Sarò pres terraneo. suale, medi o per un’ora o al tuo fiancci per un pran se preferisna o qualsiasi zo, una ce one tu desi si altra occa abbigliamento l’ n co ri ione de ogni situaz di adatto ad io iz a! Serv e richiest ivato. Garan pr a st ima auti chiedo mass tisco e ri ucazione e ri pulizia, ed Inoltre sono . rzi, servatezza e per sche men il ib on disp si lo ge in tattiche di di fedeltà e e ov pr , to rienze… prime espe la telefonata Pronto Marco? (lo chiameremo così per tutelare la sua privacy). Si?! Ciao… In cosa posso esserti utile? Vorrei far ingelosire il mio ragazzo. Ho letto che puoi anche interpretare il ruolo di amante… Da dove hai detto che mi chiami? Da...? Io da Brindisi! Tu di dove sei? Io sono campano. Ma viaggio in tutta Italia. Vengo spesso nella tua regione. Hai molte clienti qui? Si, soprattutto a Lecce. Sono parecchio affamate allora. Si, siete donne molto calorose. Addirittura. Però avete dei mariti e dei fidanzati un po’… scadenti. Scadenti? Si, così appare dalle statistiche che faccio io. In che senso siamo calorose? Vi piace il buon… sesso. E i mariti pugliesi sono flosci? Così si dice, insomma. Magari mi sbaglierò. Devo pagarti la spesa del viaggio? [email protected] | www.ciclostyle.it di serena passarelli > [email protected] CICLOSTYLE A telefono con il gigolò uomini a pagamento Telefonata a cura di Valeria De Vito Sul web il video della telefonata. A caccia di accompagnatori di donne, diversamente chiamati: gigolò. È un’attività operata dagli uomini che si prestano a donne in cambio di denaro. Non necessariamente l’incontro si conclude con una prestazione sessuale, spesso le donne comprano la sola compagnia. Nonostante i tantissimi annunci presenti sui siti internet nella categoria “BRINDISI”, non riusciamo a trovare un gigolò di puro sangue brindisino. Tuttavia la domanda, pare esserci. L’offerta, invece, arriva da Bari, Lecce, Taranto e da ogni altra parte d’Italia. Tra tutti scegliamo un annuncio e tentare anche noi l’approccio con il gigolò. Si, è a carico della cliente. Vitto e alloggio in Puglia? Bhè si, se dobbiamo passare tutta la notte. Io vorrei capire quanto mi costeresti… Guarda per una notte intera, siamo sulle 800 euro. Vitto e alloggio incluso? Più o meno si, siamo sulle 800/1000 euro. Come mai ti prendi così poco? Così poco? Queste sono tariffe… standard. Chi chiede di più è perché viene da più lontano visto che c’è lo stress psicologico e monetario. Posso prenotare l’areo? Io mi sposto in auto. Quanto tempo prima ti devo chiamare? Due giorni prima. Sei anche un “mezzo” psicologo? E si, mi piace entrare nella psicologia di voi donne. E non solo nella psicologia a quanto ho capito. Eeeee… è normale. Ti chiamo due giorni prima. Se mi chiami, la prossima volta, una sola cortesia: chiamami con il numero visibile. Per una questione di correttezza. Ti chiamo il 20, grazie mille. Ok. Buona serata. N.B. Il ragazzo in foto ha solo interpretato il ruolo del gigolò. numero 14 | DICEMBRE 2011 | pag 5 REPORTAGE a tu per tu con il piacere delle donne S ono le 23 circa, quando varcando l’arco di un noto locale di Brindisi, vedo l’ex spogliarellista seduto al tavolo dell’appuntamento sorseggiare un rosato con nonchalance mentre mangia bruschette variamente condite. Siede con un paio di amiche e una bella mora accanto: è la ragazza ufficiale, colei che in linguaggio poco moderno chiameremmo “fidanzata”. Il risultato non cambia: è la sola per la quale farebbe tutto, il principale motivo per il quale oggi non farebbe mai quello che ha fatto. I grandi occhi neri di lei lo hanno conquistato irrimediabilmente. L’amore taglia quasi le parole che timidamente, dall’inizio alla fine, condiscono un racconto decisamente intrigante. Marco, nome di fantasia, oggi è un uomo brindisino di 44 anni impegnato nel lavoro e dedito alla sua integrità che ha voluto fortificare “salvando le apparenze”. Qualcuno in passato lo ha giudicato per quello che per lui prima era un gioco e poi un lavoro? Lui pare non essersene mai preoccupato, incoraggiato probabilmente da quegli amici che piuttosto lo consideravano “figo”. Gli stessi amici che noi donne chiameremmo “sfigati” nel vederli sfruttare la situazione, pur di “acchiappare”. Marco si sbottona piano piano. Cerco di fare ordine tra i suoi ricordi lunghi 10 anni mentre Intervista ad un ex accompagnatore e spogliarellista tra una chiacchiera e l’altra lancia uno sguardo imbarazzato “alla sua bella” che intanto, probabilmente allungando l’orecchio, si intrattiene con amiche di vecchia data. Se potesse scriverlo sul curriculum certo non basterebbe indicare l’esperienza durata un decennio. Ma se avesse continuato certo non ci sarebbe stato bisogno di scriverne uno dal momento che il lavoro aumentava, il mercato era fiorente e si “guadagnava con piacere”. Nulla può un giovanotto di appena 29 anni che da ballerino in giro tra i night club e i privè della Puglia si ritrova, una sera a cui ne seguono molte altre, a far compagnia a donne di mezza età con il portafoglio grosso e il cui vizio è una virtù da coltivare. Era così, tra sensuali spogliarelli e tecniche per ammaliare le donne in incontri rigorosamente tête-à-tête, che Marco metteva su un invidiabile stipendio mensile. Intanto la ragazza del tempo, ignorando tutto, lo aspettava a casa sognano probabilmente i fiori d’arancio. Una vita parallela che iniziava da un certo orario in poi senza destare troppi sospetti. dal 1928 pag 6 | DICEMBRE 2011 | numero 14 www.ciclostyle.it | [email protected] L'INTERVISTA di serena passarelli > [email protected] CICLOSTYLE - storie da copertina Come hai iniziato? Ho iniziato per gioco. Insieme con altri 4 ragazzi creai un gruppo per fare spogliarelli diciamo “comici”. Fu un successone: piovvero subito richieste di autografi e tante conoscenze utili per rimanere nel giro. Quale fu il punto di svolta in questo mondo? Fu certamente quello di conoscere una donna che gestiva diversi locali nel barese. Aveva circa 45 anni, mi fu raccomandata dalla proprietaria di un albergo. Rimase piacevolmente colpita da me e mi portò diverso lavoro. Probabilmente c’era una sorta di infatuazione. Quando arrivò il passaggio da spogliarellista ad accompagnatore di donne? Arrivai ad essere un accompagnatore dopo poco meno di un anno. Qual è la differenza sostanziale tra le due figure? Lo spogliarellista deve essere musicale, saper ballare e deve essere sensuale. L’accompagnatore imposta tutto sul dialogo e deve essere pronto a tutto. Non deve essere necessariamente bello ma deve essere piacente, sa vestire bene ed ha i modi giusti per rapportarsi ad una donna. Che tipo di donne si approcciano a questo mondo? Sono donne mature, dai trent’anni in su. Sono sposate e con figli nella gran parte dei casi. Poi, ovviamente, donne divorziate. In ogni caso benestanti, libere professioniste. Chi incontra il gigolò spesso ha tanto bisogno di parlare, di raccontare la propria vita. Molto spesso la donna, se messa a suo agio, si sfoga piangendo. Quale è la richiesta più strana che ti hanno fatto? Quella di fare sesso sulla tomba del segue a pag 8 > marito morto. [email protected] | www.ciclostyle.it numero 14 | DICEMBRE 2011 | pag 7 REPORTAGE Il gigolò (vademecum) 1) Nella maggioranza dei casi, non risponde se chi chiama ha il numero oscurato; 2) Non utilizza il nome di battesimo; 3) Protegge la sua privacy: non si farà mai, ad esempio, prenotare un aereo; 4) Chiede pulizia; 5) Assicura discrezione; 6) Risponderà dopo molti squilli; 7) È un lusso; 8) Bisogna chiamarlo con almeno due giorni di anticipo. In foto Massimo Guastella < da pag 7 Ho dovuto scavalcare il cancello di un cimitero. Con quale frequenza, una stessa donna, chiedeva di incontrarti? Due o tre sere al mese. Io le facevo stare a loro agio e questa cosa mi veniva riconosciuta. Quali i compensi? I compensi variano da quello che è la richiesta e la donna viene già con un’idea precisa. Si va dalle 150 euro per uno spogliarello fino alle 300 euro per una cena. Ovviamente richieste particolari, come la prestazione sessuale, fanno lievitare questi compensi. Ti sei trovato mai in situazioni poco piacevoli? Ovviamente si. Incontri e situazioni dove c’erano gay e lesbiche, droga. Ho sempre preso le distanze da tutto questo, non mi sono mai fatto coinvolgere. Una volta ho fatto scendere dall’auto una persona che aveva delle sostanze stupefacenti. Se sapevo che una donna consumava droghe, io la tenevo lontana rifiutando il lavoro. Qualche volta sono riuscito ad aiutare qualcuna. Parliamo di giudizio e di pregiudizio. Le persone che mi giudicavano e che facevano i moralisti erano le stesse persone che partecipavano a scambi di coppia. La tua famiglia e la tua ragazza non sapevano del tuo lavoro. Ti sei trovato in situazioni imbarazzanti? Più di una volta. Diciamo che sono stato abbastanza abile e sono riuscito sempre a cavarmela. Oltre alla doppia vita avevi anche un doppio numero di telefono? No, mettevo la vibrazione e cancellavo gli sms particolari e tutte le tracce che potevano ricondurmi a tutto quello che facevo. Perché hai smesso? Io osservavo molto tutto quello che accadeva attorno a me. Innanzitutto il giorno dopo, di tutto quello, non mi rimaneva niente. Era un mondo privo di valori e di persone insignificanti tranne che per poche eccezioni. I valori della vita sono la cosa più importante. È per questo che ho smesso e non me ne sono mai pentito. rassegna stanca a tu per tu con il piacere delle donne di Maria Capone Edgardo Simone, nato a Brindisi Nel 1890, è stato uno scultore poco documentato nell’ambito della scultura italiana. La sua opera più nota sul nostro territorio è il Monumento ai caduti di Piazza Santa Teresa. Un lavoro certosino dal titolo “Edgardo Simone Scultore (1890-1948)”, è stato pubblicato da Mario Congedo Editore per opera del brindisino Massimo Guastella, docente di storia dell’arte contemporanea all’Università del Salento. Alla ricerca di Edgardo Simone Intervista a Massimo Guastella, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Università del Salento L'INTERVISTA Quante opere ha classificato e catalogato? La meticolosità deve essere un requisito irrinunciabile della ricerca. Poco meno di trecento opere, quelle che ho appena pubblicato. Ora raggiungono trecento grazie a ulteriori opere inedite che ho rintracciato o mi sono state segnalate da altri studiosi dopo la edizione della mia monografia. E di altre ancora avrò riscontri nelle prossime settimane. Ho avviato le ricerche su Edgardo Simone dal marzo 2005, dando alle stampe un primo contributo per le edizioni dell’Università Cattolica di Milano nel 2008, in un contesto editoriale denso di firme di prima grandezza della storia dell’arte contemporanea in Italia. Da lì sono conseguiti gli incoraggiamenti degli studiosi a proseguire. In sei anni ho messo insieme tante tessere d’un mosaico biografico e storico-artistico ancora non del tutto definitivo. Mi è parso opportuno mettere un primo punto al lavoro per far sì che si potesse divulgare l’opera di questo artista brindisino che, nella prima metà del ‘900, ha svolto una dignitosa attività artistica tra la sua Brindisi, da cui partì ventenne per studiare alla volta di Roma prima e Napoli poi (che divenne la sua città d’adozione), lavorando in altri centri pugliesi (Monopoli, Lecce, San Vito dei Normanni ad esempio), nel ferrarese, ravennate, in Campania, Basilicata, per poi scegliere definitivamente di cercare successo negli Sati Uniti (dal 1927-28). Quali sono state le maggiori soddisfazioni in questo lungo lavoro di ricerca? Per un ricercatore animato da spirito di servizio nei confronti della cultura, le soddisfazioni sono quelle che verranno;ossia quando altri studiosi, sulla base del mio lavoro, potranno aggiungere considerazione e valutazioni ancor più puntuali su Edgardo Simone e auspico possano studiarlo ancor di più e meglio di me, per divulgarlo. Credo fermamente che i libri si scrivano innanzitutto per valorizzare un tema culturale e, in questo caso, spero di essere riuscito a far conoscere e apprezzare lo scultura di Simone. Poi, già mi soddisfa l’idea In foto Edgardo Simone Leggi l’intervista completa su: www.ciclostyle.it che il libro mi sopravvivrà: fra 20 o 50 anni, e chissà quanti anni a venire, qualcuno potrà leggere del mio lavoro sul nostro concittadino. Secondo lei, che cosa ha voluto trasmetterci Edgardo Simone con le sue opere? Per lui l’arte era tutta la sua vita. E la sua vita è stata sempre segnata dall’arte a cui si dedicava sempre con grande serietà, senza risparmiarsi, anche criticando quegli aspetti che riteneva deleteri. È noto un suo pensiero sulla scarsa cultura artistica dei suoi concittadini: “M’accorgo sempre più che i miei più illustri concittadini mancano assolutamente di quel senso d’estetica artistica e di raziocinio a non volersi far guidare quand’essi sono incapaci di risolvere (per mancanza d’educazione artistica e statica) una soluzione abbastanza delicata e nobile”, scriveva da New York nel 1928 al podestà di Brindisi. Talvolta mi sento di condividere a tutt’oggi il suo pensiero. Ma questo discorso porta lontano. Il resto è vanagloria. di SERENA PASSARELLI pag 8 | DICEMBRE 2011 | numero 14 www.ciclostyle.it | [email protected] [email protected] | www.ciclostyle.it numero 14 | DICEMBRE 2011 | pag 9 RASSEGNA STANCA di antonio losavio > [email protected] Leggi l’intervista completa sul web e vedi la video intervista su: La verità del… VINO Intervista al sommelier Pasquale Lillo V i presentiamo un’affascinante viaggio nel mondo del vino sapientemente guidati dal sommelier Pasquale Lillo. L'INTERVISTA Chi è il sommelier? Il sommelier è colui che si occupa della degustazione di un vino e della sua classificazione, se così la possiamo intendere. Semplicemente prende un vino senza sapere di quale etichetta sia, né da dove venga e ne riconosce la bontà, la territorialità. Individua se è un prodotto aderente a determinate caratteristiche e “tra virgolette” gli dà un voto. Certamente il ruolo del sommelier è quello di far conoscere un buon prodotto, decantandone le tipicità e rendendolo fruibile; insegna al pubblico come si assaggia e quali sono le migliori situazioni per apprezzare il lavoro che c’è dietro la produzione di una bottiglia. Come si riconosce un buon vino? Un buon vino, al primo impatto, si valuta con la vista per il colore e la vivacità; deve essere cristallino, brillante, deve riflettere la luce, ciò è sintomo di vitalità del prodotto. Poi c’è la pag 10 | DICEMBRE 2011 | numero 14 fase olfattiva per sentire la flagranza dei profumi. L’ultimo momento è quello gustativo: se hai una lunga persistenza dei profumi in bocca, se c’è un bel tenore alcolico, se si sente la sensazione di amaro in bocca, vuol dire che la struttura del vino non è molto aggressiva. Quando i parametri vista-naso-bocca sono ben armonici, vuol dire che il vino è veramente buono. Quale consiglio per un regalo importante? Di primo acchito la cosa più facile a cui pensare sono le aziende più importanti però, secondo me, non è necessario regalare un vino blasonato del nord o addirittura straniero, per fare bella figura. Abbiamo ormai, nel nostro territorio, realtà importantissime che La coltivazione della vite e la produzione del vino, hanno rappresentato un connubio costante col territorio brindisino almeno dal VIII secolo a.C. Leggi su www.ciclostyle.it/rassegnastanca l’articolo di Giuseppe Rollo (Gruppo Arche Brindisi). attualmente hanno superato quasi tutte le etichette estere: la Puglia, in particolare Brindisi e provincia, è sul tetto del mondo, anche con premi speciali firmati Vinitaly. Quindi basta regalare vini che sono del nostro territorio! Abbiamo tanto da raccontare con prodotti di ottima qualità. In bottiglia o in cartone? Certamente il vino di qualità passa sempre per la bottiglia, il vetro dà una garanzia di qualità, anche se al momento c’è la moda del tetra pack. È giusto metterlo in frigo? Il vino va servito ad una temperatura che cambia a seconda del prodotto. Il bianco e il rosato si conserva in frigo, perché la temperatura di servizio è di 7-8 gradi (a seconda della tipologia, se a bollicine o no). Il rosso non andrebbe messo in frigo, però se leggiamo alcune etichette, si parla di temperatura ambiente: ma qual è la temperatura ambiente? Un rosso, per l’ottimale degustazione, va servito a 15 -16 gradi, va stemperato in frigo, solo per una mezz’ora. Se beviamo un vino troppo freddo ci sembrerà di avere in bocca un coltello per quanto è pungente. Se questa intervista fosse un vino? Un bel bianco, intenso, vivace, fragrante, nuovo. www.ciclostyle.it | [email protected] di redazione > [email protected] vetrine inedite un pezzo unico al sud U n negozio unico in tutto il sud Italia: “La bottega della Lavanda” è una idea imprenditoriale innovativa che profuma il cuore del centro storico di Brindisi (è ubicato in piazza Matteotti). A scoprire le particolarità del negozio è la giovane imprenditrice Marilena Cometa. Non è stata un’idea voluta, è venuta per caso. In realtà è stato un colpo di fulmine: durante un viaggio ad Udine sono entrata in un “Punto Viola”, così sono chiamati i negozi come questo. I profumi, L'INTERVISTA i colori… me ne sono innamorata. Ho pensato: “Perché non aprirne uno giù da noi?” Quali sono le proprietà della Lavanda? La lavanda è una pianta officinale conosciuta già ai tempi dei romani. Ha proprietà sedative, balsamiche, antireumatiche, contro Marilena Cometa e una la puntura degli insetti. È sua collaboratrice rilassante, infatti, viene Questo è l’unico negozio del Sud utilizzata per conciliare il sonno dei Italia? Come le è venuta l’idea di bambini, per massaggiarli dopo una “Bottega della Lavanda”? il bagno. Ottima per profumare la Sì, è l’unico negozio nel Sud Italia. biancheria. L’odore in sé richiama alla mente i ricordi d’infanzia, perciò è un ottimo modo per coccolarsi. Che tipo di persone entrano in questo negozio? Maggiormente le donne, incuriosite dal colore e dall’odore, ma anche qualche uomo che vuol fare un regalo alla fidanzata o [email protected] | www.ciclostyle.it alla mamma. Poi tanti bambini incuriositi. Non c’è molto la cultura di questi prodotti, bisogna fare molto per farlo conoscere e apprezzare maggiormente. Un regalo per Natale? A parte tutta una serie di candele fatte a mano e naturali al cento per cento, c’è la linea dei pupazzetti che profumano la biancheria e tutta la linea completa dei cosmetici sia per uomini che per donne. Per chi volesse rendere gradevole la casa c’è la linea della profumazione ambiente. I prodotti sono pensati sia per fare che per farsi un regalo. numero 14 | DICEMBRE 2011 | pag 13 di maura gatti > [email protected] di Roberto Spagnoletto > [email protected] vetrine inedite GIOIELLI UNICI CREATI DA MANI BRINDISINE vetrine inedite Nello scatto dell’immagine pubblicitaria di Selen Bijoux, la brindisina Denise Pallummieri. foto di Virginia Frigione. Intervista a Selene Assi, titolare di Selen Bijoux S elen Bijoux, piccolo negozio in via Palestro, a Brindisi, è uno scrigno dove scoprire gioielli unici fatti a mano. La proprietaria, Selene Assi, è una donna che non si ferma mai, sempre pronta a creare nuovi pezzi scaturiti dalla sua creatività vulcanica. L'INTERVISTA Com’è nata l’idea di creare gioielli? In realtà è una passione che ho da sempre. Pensa che collezionavo conchiglie, quand’ero piccola, e poi le dipingevo. Quali materiali usa e come li sceglie? Uso solo materiali naturali e di qualità: pietre dure, argento, alluminio, che non danno allergia e non anneriscono. In realtà li scelgo in base allo stato d’animo del momento. D’estate prediligo il turchese ed il corallo, che amo moltissimo. D’inverno, l’agata e le pietre più scure in generale. L’onice sfaccettato, ad esempio, è una pietra che mi ispira tantissimo. Quanto tempo impiega per una creazione? pag 14 | DICEMBRE 2011 | numero 14 Quando comincio a lavorare ad una creazione significa che ho già buttato uno scorcio dell’interno giù un disegno. del negozio Quando lavoro ho in mente tutti i pezzi che devo creare. Poi, mentre li faccio manualmente ovviamente apporto delle modifiche, perché tra il disegno e l’oggetto dal vivo ci sono delle differenze. Infatti ci si rende conto di cosa va e cosa c’è da variare quando il gioiello prende forma. Di solito impiego due, tre ore, dipende dal materiale impiegato Cosa ti ispira? La creazione in sé. L’idea di creare qualcosa dall’inizio alla fine, fatta da me, è una sensazione che mi carica. Poter dire:“l’ho fatto io e non ce n’è un altro uguale”, mi ispira. L’esclusività è ciò che mi piace. Come reagisce Brindisi alle tue creazioni? Ho aperto il mio negozio a Brindisi, malgrado le tante proposte arrivate da altre città che già conoscevano i miei lavori, perché sono brindisina. Ma la risposta non è stata come mi aspettavo. Ciò che mi lascia perplessa è l’approccio. La gente è abitudinaria, non sperimenta subito le novità, preferisce rifornirsi sempre da chi conosce, c’è un detto che spiega bene la situazione: “Fatti nomina e vindi aceto”. Perciò sono in bilico anch’io, non so se restare a Brindisi o trasferirmi altrove. Anche volendo spostare il negozio in una via più centrale, resta il problema dell’affitto del negozio, veramente molto alto. Mi chiedo come mai non si incentivi il commercio con delle misure che possano ridare nuovo sfarzo al nostro bel Corso ormai povero di attività commerciali. Quindi nel suo futuro ci sarà un cambiamento? In un senso o nell’altro sì. Anche se non vorrei proprio lasciare la mia città. PINSIERU DI NATALI Purcidduzzi, mustazzueli e ‘ncartiddati listrati tutti a festa luminati. Lu cori confiu ti lu presciu cu li uecchi ti piccinnu lu sta vesciu. Natali ca sta ‘rriva chianu chianu e la capu mi ‘ncarezza cu la manu coma a nu piccinnu ca la mamma si ‘ncarezza cu tanta amori e tanta tenerezza. Li femmini cu lu laianaru a manu scanunu la pasta chianu chianu fannu li stacchioddi ti matina cu li mani ‘ncacinati ti farina. So’ belli li tavulati luenghi e li risati ma ti na cosa no vi scurdati intra tanta ricali e tanta mangiari stannu piccinni ca non ci ponnu festeggiari. Tra cotechini spumanti e panittoni non di scurdamu certi tradizioni a Natali è festa, è priesciu intra lu cori ma eti soprattuttu la nascita ti lu Signori. [email protected] | www.ciclostyle.it numero 14 | DICEMBRE 2011 | pag 15 [email protected] | www.ciclostyle.it di redazione > [email protected] vetrine inedite UN VOLTO PER Petri e Alessio GIOCARE MarikaTramacere sono L’immagine pubblicitaria realizzata dalla redazione di Vetrine Inedite per l’evento i vincitori dell’iniziativa fotografare solo con lei, via via si scioglie fino a saltare libera e felice sulle molle da gioco. A contendersi il primo posto, Alessio Tramacere. Vispo, allegro e particolarmente predisposto alla macchina fotografica, Alessio ha colpito la giuria che lo ha premiato come secondo classificato, per il suo sorriso biricchino. L’organizzazione ringrazia i genitori ricordando ancora una volta che si tratta di un gioco, invitando tutti a prenderlo come tale. Un sentito ringraziamento agli sponsor che hanno sostenuto l’iniziativa con pazienza e collaborazione dimostrando di essere leader nel loro settore. S i è conclusa con un piccolo momento di gioco l’iniziativa “Un volto per giocare”. L’evento, organizzato dall’associazione Vetrine Inedite con l’intento di ricercare il bambino più simpatico di Brindisi, si è reso possibile grazie al sostegno di sei commercianti brindisini: Baby Pharma, Baby Bazar, Fuori di Festa, BurgerHouse, Afi (Accademia Fotografica Italiana), Petit Patapon. La fascia da vincitore è stata assegnata a Marika Petri che ha conquistato tutti per la sua simpatia mescolata ad un pizzico di dolcezza. Occhi castani, grandi e allegri raccontano di una bambina tanto giocherellona quanto vispa. Ce lo racconta mamma Micaela alla quale Marika è davvero molto legata. Nei primi casting fotografici si lascia pag 16 | DICEMBRE 2011 | numero 14 www.ciclostyle.it | [email protected] Il servizio fotografico è a cura di Virginia Frigione - Accademia Fotografica Italiana (Brindisi). I vestiti indossati da Alessio e Marika sono abiti di Petit Patapon (Brindisi). numero 14 | DICEMBRE 2011 | pag 17 vetrine inedite Vama MC a ruota libera In lavorazione “Five minutes”, il terzo step del loro concept album Dietro la maschera dei Private Kill I Private Kill nascono nel 2008, fondendo la fresca ricerca sonora dell’elettronica al metal. Una formazione composta dal carismatico frontman Rachel O’Neill (voce), da Luca “Skid” Paltera (chitarra e programmazioni), Dani “el Chino” Di Claudio (basso) e Juan Pablo Muniz (batteria e percussioni). Quattro crani selvaggi e raffinati si nascondono dietro una maschera che annulla la loro identità ed esorcizza la negatività e le paure dell’ascoltatore. Due album all’attivo e un terzo in cantiere. Eccoli i Private Kill, sudati, stanati dal palco ed ingabbiati dalle nostre domande: Da cosa e quando avete avuto origine? Il progetto è nato l’11 settembre del 2008. La data non è stata scelta a caso: i nostri testi, infatti, vogliono esorcizzare le paure dell’umanità e quella data ne è quasi il simbolo. Il nome “Private Kill” deriva da una pratica illegale nata in India: un incrocio tra quello che il famoso film “Fight Club” ha fatto conoscere al pubblico, e la pratica erotica del “peepshow”. Si tratta di uno spettacolo violento, fatto da persone che sicuramente hanno angosce e paure Leggi l’intervista completa su www. ciclostyle.it e guarda il video su ciclostyleTV interiori e che si mettono in gioco. Il nome del gruppo è stato scelto per questo: vogliamo offrire sonorità violente, ma si tratta pur sempre soltanto di uno spettacolo. Come definireste il vostro genere? Facciamo un genere che si chiama “nu metal”, ovvero metal influenzato dall’elettronica pur essendo più melodici di altre band di questo tipo. Questa cosa è dovuta all’influenza del rock americano e dal new grunge presente nel nostro background musicale. Di fatto diventiamo più simili ai Linkin Park, che ai Limp Bizkit. Perché in ogni concerto viene citata una frase di Oscar Wilde? È il nostro punto di riferimento, “ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero”. È, in sintesi, il nostro progetto! I vostri testi parlano di beatitudine o dannazione, il concept album (tutte le canzoni di un album sono unite da un tema comune, Ndr) sembra quasi una Divina Commedia in musica. I nostri testi, seguono un fil rouge Un giorno wikipedia scriverà di lui: Vama è una mitraglietta di parole pensate e sparate per far centro nel cuore del pubblico. Questa dote si dice “MC” ed è una delle 4 branche dell’hip hop. Protagonista sui palchi estivi del Ciccio Riccio in tour o in radio a “passare” durante la trasmissione Riccio City Life qualche pezzo “che spacca”, Vama è vulcano in eruzione anche come rapper al fianco degli amici Blaze e Yupa con cui, quest’estate, ha prodotto “Raccontami”. Leggi l’intervista completa su: www.ciclostyle.it/vetrineinedite con un tema comune. Leggendo il primo testo o l’ultimo ci si rende conto che esiste un percorso. Ogni album è un concept di sé stesso; più album saranno concept di un progetto particolare dove il personaggio interpretato dalle nostre maschere (ovvero “chiunque”) matura progressivamente. Il tema della prima demo intitolata “No Fear” e uscita l’11 settembre 2008, era l’esorcizzazione della paura. Il tema del disco “Tales from the Twilight”, invece, esplora il disagio dell’angoscia e della depressione razionale, cercando di esorcizzarne cause e paure. Il prossimo album per quando è previsto e qual è il tema? Ha già un nome? Il titolo provvisorio è “Five minutes”. Il tema portante del terzo Ep, la cui uscita è prevista all’inizio del nuovo anno, è la presa di coscienza di qualcosa che sta andando storto, la voglia di risollevarsi dalla situazione di negatività del momento, con rabbia e determinazione. Come quei “cinque minuti di follia che ti fanno sentire che sei ancora vivo”, come una defibrillazione che ti riporta alla vita. Via Cappuccini, 234 - BRINDISI - Tel. / Fax 0831.511398 - Cell. 347.1321577 www.13elemento.it - [email protected] pag 18 | DICEMBRE 2011 | numero 14 www.ciclostyle.it | [email protected]