tomo 2 - Comune di Crespina Lorenzana

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tomo 2 - Comune di Crespina Lorenzana
VIAGGI PER L'ISOLA
DI
CIPRO E PER LA
SORIA E PALESTINA
FATTI
DA GIOVANNI
MARITI...
Digirizo-J
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1
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IDEI DIVERSI POPOLI
CUF ABITANO
J.ASORIÀ,
e
LA PALESTINA.
CAP.
I.
PRincipiando
alcune
ora a defcriver$
Città della Sona» e
della Paletti™ , mi farò dal
parlare de i varj Popoli , che abitano
quelle Provincie
non tanto fecon(
do quel moltq
pflèrvato
\ìq
T
letto,
,
che ne ho da per ras
che io ne
,
a feconda
da Perfone
c per quello
come ancora
:
,,i
-
.
.'i..-.
delle relazioni avutene
ficure di quei jnedefimj luoghi.
i
.
'ÌBjlsM:' A*:***'"-
,
«O?
/ i
qurfK£"
donano Wttì
che abitano le tre Arabie ,% „
Ppfcn» - e la Pctréa wrjT
,
-iREaW;:fi
Popoli
Ìl tsftw
.'
m
U
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\ fi.
.
-Ai.
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l,'
^iSfcM
Digitized by
Google
Sono
diftinri
fiati
particolari
,
(ti
con
Ifmaeiiti
di Sccniii, di Saracini
,
»
altri
di
nomi
Agareni
j
e di Beduini.
Vantano gli Arabi la loro dcfccndenKmael figlio di Abramo, e di
za da
Agar, e perciò li chiamarono ifmaelH
ti, t Agareni. Scenitt lignifica popoli
,
abirano forto
cfie
le
tende
;
Sa-
racini , e Bedani poi , vale uomini
campeilri, ed erranti, nonmenche
predatori
Inoggi per altro fono
.
il no, i quali guardaarmenti, che fono la lorofuf*
fanno delle continue fcore commettono de i ladronecci.
riconofcono per Sovrani,
tutti conofcinti folranto fotto
me
no
di Arabi Beduini
gli
fillenza
Princìpi
Ar,i'-
-
,
r
ferie
,
•
Non
non gli Emiri delle loro Tribù
che fono Principi naturali 1 a i quali
onbedìfcono , ma non fi fottopongono. Gli Sciehk, oliano Capi, fono perfone di età avanzata, i configli de i quali gli afcoltano , e gli offervano , e non avendo gli Arabi Giù-dici particolari, quelli ftefli Sciehk
- ne fanno Iti funzioni , ftandofene al
loro giudizj , e fentenze .
Qaefe
Digitized by
.
.
i
Google
Queiti Popoli
fi legge de'
fegmnno
Maomettani
l'iftrf-
ofièrvan-
,
fP'
***
do la circondi ione , le ablazioni »
il digiuno del Ramadàn , c le preghiere: contutrocìò dirado s'imparentano co
Turchi , benché fieno
medelima ; mentre
gli Arabi fpacciando una gran nobiltà , deprezzano ì Turchi, come loi
della Religione
ro balaniti ed ufurpatori delle lo-
di
Uomini Arabi fono
tura piurrofto
grande
di Ila- t mmphfdi color />«' ^s1 *
e
,
bruno , effetto del clima li loro
afperto è Tempre ferio, e malinconico Sono di fofferenza grande , af.
.
fuefatti alle fatiche dalla fancmliezti , fin dalla quale prendono un*
aria
di ferocirì.
nelle difgrazie
>
Non
nè
fi
iì
attriftario
rallegrano nel-
i prendendo tutto il bene , ed il male da Dio con molta
raflegnazione
Stanno a fenttre i
pianti dei piccoli figlinoli» ed i lamenti delle donne fenza niente alterarli, nè feomporiì. Non pianA/»
go-
le profferita
.
^j,,'
rfl ;( ,
gpiio mai> c poco ridono, confiderando quelle cofe come una debolezza di fpirico in confeguenza poco ftimano chi oiangc, o chi trop;
po
ride
:
quindi è
neceflàrio
a
noi
Europèi di moilrarc con cflì una
fcrierà grande , ed imitarli nelle loro maniere fode , e malinconiche
Con
quelli piccoli riguardi
attrae
il
facilmente la ftima loro , ed
ro affetto.
Gli Arabi, che abitano
ferti
,
non
efercitano
arti
;
il
lo-
i
De-
pochi
fanno leggere , e fcrivere ; pochi anche di loro coltivano i terreni , ma
in condurre
fi occupano piuttofto
a pafeere i loro armenti, e in cavalcare
C/i Arabi
per h p&
™"
ba
"„
.
Quantunque
come
Maometto ,
Arabi
di
,
fìa
permelTo a
fognaci
la
della
Poligamia
,
gli
Legge
contur-
ben di rado tengono più di
una mogHc, La ftima, che fanno
Donne , è minore di quella , che ne hanno tutti gli altri Mao-
mo- tociò
delle loro
Di giti z ed tìy
Google
Uno de ì principali divcrtimen- D'wrtiri, e giuochi de' PopoJi Arabi è
Meidàn , iJ quale prende la denominazione dal luogo , ove comunemente lo fanno Meidàn , voce Perfiana
lignifica Piazza
Confitte eflb nel
ìl"^^
.
.
cavalcare correndo , con fare divedi
giuochi col Cavallo
Con quefto-
fpaflò celebrano per lo
piò
1'
alle-
ma-
gria della loro Pafqua
,
quella de'
trimoni
,
c della circon-
della nafcita
cifione- de' toro figliuoli
allora
fino
a
.
Vengono
dugento perfone per
volta a prenderli , e dare fpalToconquefto giuoco. Allorquando s'in-
troducono in campo colle loro lanlunghe fino a dieci- braccia ,
i
non fanno altro, che di- continuo
correre confufamente , confinando
ce
per allora
lità
cia,
,
la
bravura loro
nell' agi*
eoli» quale maneggiano- 1» lan-
ed
è quella una piccola idea
della loro maniera dì guerreggiare
ove non è migliore ordine, che in
quelli loro giuochi ,. i quali fono accompagnati da continui urli » e ftri-
A
3
6
Lafciate poi le lanca corrono
che è un' afta lunga
,
da
.
la
Girida
due braccia
circa
1
il
fondo
quale è più grave della cima
quefta
fi
dalla,
:
corj
disfidano alla corfi a
duo
a due , prendendo uno di elfi il divanti, lignificando cosi di sfidare V
altro a poterlo arrivare Se il Ci-,
vallo di quello , che infeguìfee i è Tan.
to veloce da poter arrivare l'altro,
che fugge , quando è ad una giufta
diftanza , fraglia la Girida con tutta
la forza fopra di elfo. Difirmato V
uno
fiati
no
, l'
o realtro fa V iftefta cofà
due fenz' armi , corro-^
medefima verfo il
ove fon cadute leGiride, a
:
tutti
colla velocità
luogo
i
fenza fmonrare da Cavallo
>
nel tcm-.
che corrono j le riprendono da terra con tutta facili-.
tà, e deftrezza. La maniera poi,
po medelìmo
i
colla quale procurano, di fcanfare il
colpo della Girida quando loro è lan-
ciata, è più Sorprendente , mentre
Qualora veggono di el£uain tempo
Ì ripararlo, li gettano. correi*!» col-
Digitizett
by
Google
tefla Cotto la pancia del
la
lo
,
non
non recandoli Copra
il piede manco.
Caval-
la fella le
Hanno ancora frequente il divertimento del giuoco degli Scacfé ne fervono nell' ore
, che
del lor ripofo Non cono/cono alcun giuoco di Cane , nè tampoco
le Carte medeiime.
Il fuorio ancora gli diverte » ma
particolarmente alcuni Flauti fatti di
canna , che accompagnano col batPer il baltere alcuni Tamburini
lo vi fono Uomini , e Donne di
profeflìone > le danne de' quali fono lafcive , ed immodefte , e fol».
nel veder quelle par , che Jìa loro
permeilo il ridere
11 fumare , che è si comune anche alle Donne » può annoverarli tra
i particolari divertimenti degli Arar
hi, mentre amano aliai di avere dalla mattina alla fera continovamente
la pipa in bocca , ed attribuirono
a noi Europèi l'introduzione di tale ufo» dal quale non Duino difìacchi
.
.
.
tempo ne
carfene, benché cui
nofeano
prcgiodjztQ
il
rico».
dell»
loro
falure
degli
Uomini Arabi
eL>nt-u iii:'-A "i ~'>j camicia bianca,
A/abi. 3ta curi una gran cintola di cuoio,
g
quale mediante una gran fiobia, o qualche ganghero con gangherelle , la (tìngono
ed allargano. Tanto V Inverno , che
1' Erta te portano Tempre l' Abba , cha
è un gran mantello a righe bianche,
di capra ,
nere
comporto
di
pelo
e
e qualche ccino con quello indoiTó
nell' Inverno lì guardano dal freddo
e dalle piogge ; e l' Eitate per ripa-,
raro il fole In reità non hanno , fe
larga quattro dica
,
la
:
.
non una
fpecie di berretto rodò
,
ed
intorno ad elfo una pezzuola, roda , o
bianca e rolla, ed è quello rutto
V ornamento I loro Emiri , o Ptin-:
cipi vertono nella forma medeiìma
eccettuato, che talvolta foglionO
.
avere l'Abba di tutto color nero..
Le calzature , o fiano babbucr
co fono
alla
Turca , ma per
lo più
in
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in luogo di ciTe tengono in piede
gli Itivali par clfer fcmpre pronti a
cavalcare. Alcuni di quegli Arabi»
che lavorano i terreni , in vece di
babbucce hanno un femplice fuolo
(ottenuto con diverti fili di cuoio i
che panando tra. '| dito grano , ed
abbracciando il calcagno con altre
legature Copra
gono
dali
.
*
I
mente
il
collo del piede
all'
,
hanno
zìone fùTa, fe non
gli
elfi arri-
gambe.
Arabi abita-
fotta le
le quali trafportano
Tende
da un Faefe
altro inlieme co' loro armenri
tandolo tn
quelle
ftura
,
1'
,
,
all'
pian-
,
che
la
pa-
contrade
conoscono più comode per
e per
ven-
ordinaria-
che ad
eftrcmicà delie
Non
,
fpede di fen-
formare una
calzoni poi fono
di tela bianca
vano fino
acque.
D'ordinario,
pongono
le
loro
Tende nelle valliimettendone Compre qualcuna falla fonimira della
collina vicina, e ciò per guardarli
dì non elfere forpreli da qualche
partito di altri Arabi loro nemici;
.CO-.
^
j- allt
derfi.
come ancor»
feggieri
tro
,
per forprendere i pafe fpogliarli, i quali peralnella perfona ,
non offendono
fc non in cafo di venire elfi oHeli
mentre la vita de' paflèggieri fareb-
be allora in pericolo.
giitkrzxr
foftì
J
Le ricchezze degli Arabi conlìftono in Beftiami , da i quali ne ricavano carne > latte , burro ,e lanai
che impiegano ratto in loro fervizio
deprezzando tutto ciò , che è fatto.
Le
jfB-if fagli
forze loro conliftono
nell'
buoni, e veloci Cavalli, e
cavalcano per Io più colla fo-
avere
' gli
**(.
^ 'HB B* 'ancia, la quale maneggiano molto deliramente. Adoprano anche delie lance di due braccia, le quali correndo a Cavalla
fagliano addoflb al nemico, ma
la lancia lunga non fe la lafciano
li armano.anufeire dalle mani
cora di fciabola Ma fono aliai rimerò li allorquando fi trovano a
fronte, delle armi da fuoco, le quar
porrandofe non fanno ben mali
mai
:
.
neggiare
,
talmentechè dopo
la
pri-
ma
[carici
,
reftano loro inutili
i
Pochi di loro Ibi» quegli , che
non hanno Cavallo, e quelli ufano
per arme una lunga mazza ferrata!
ed uno fchioppo . al quale danno
fuoco colla miccia . che tengono
fempre accefa. Tali Arabi fono per
lo più quei , che (tanno labilmenun uicdoiìmo luogo coltivan-
te in
do
,
e tanno più male di
che vagano in quà , e in là
terreni
i
quegli
,
quando
fo-
belle fattezze
di
Le Donne Arabe
no
giovani
volto
,
hanno
le quali
,
alterano con diver-
fe macchie nere, che v'imprimono
perpetuamente a guifa di nei, fatte con fèrri pungenti , e tinta nera
quali l' ideilo fanno alle labbra con
punteggiarle di nero; come pure di
nero fi tingono le palpebre degli
occhi con una certa particolar mcfturada effe chiamata Coliailiri. Si
tingono anche le palme delle mani col Kennà , che è una tinta gialla
come ancora le unghie , ufo già
introdotto in tutto il Levante , co-:
;
fllC;
me ho
farro Afferrare al T.
Le
I.
Cap. L
li
fanno
ad una delle narici
giovani fanciulle
un buco
allato
e v' inferifeono un garofano, conii-
derando ciò come una particolar bellezza, ed
un conrraffegno
di fpofa,
quantunque continovino a tenerlo
anche quando hanno figliuoli.
Ve ne fono alcune , le quali
in luogo di un garofano , hanno infilzato nelle
narici
un anello
di ar.
gento di quefta circonferenza
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appiè del quale attaccano qualche corallo
lle
,
ed una piccola moneta Quefono per lo più quelle , che
.
tali
vivono del lavoro de
i
terreni
,
o
di limoline
li,
Allattano da per loro i figliuoe quando fono per viaggio pori bambini dierro
le fpalle in
tano
un
gli
dovendo allattare
avanzano un poco fopra le
facco,
loto fpalle
levando
le
i
quali
)
e così gli allattano fot-
mammelle
fino alla boc-
ca del bambino
Paflà
quella
differenza
tra le
Donne,
e gli Uomini di Arabia,
che quelle in gioventù hanno manco di fcrieri , ed in vecchiaia fono
difficili , e malinconiche , laddove
gli Uomini invecchiando prendono
un'aria più ilare.
Non
portano
le
Donne
,
fe
una femplice camicia turchina
quali Tempre niente in tefta
;
non
,
e
ten-
gono ancor loro 1* Abba come gli
Uomini, e poche fono quelle) che
conforme l'ufo civile di Oriente
por-
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Goog
portino
calzoni
i
con
pcllì
.
Si
ornano
i
infilzare nelle trecce
csdel-
le piccole pallottole di
rate
«
vetro lavopiù colori : lìmilment*
, e nelle gambe infilza-
e di
nelle braccia
no
più
e nelle dita delle mani portano dell' iftefTo vetro alcuni anelli
varj cerchietti di vetro di
colori
>
Le
faccende delle
Donne Ara-
be coniiftono nel!' aver cura delle
tende, che fono le loro Cafe ; nel
far la prowifione dell* acqua ; nel
preparare
i
cibi
,
ritrarre
il
latte
,
burro > ed il cacio
come
ancora è di loro incumbenza il filare ) e teflère le tende
Mancati fra gli Arabi i Medici) è rellato l'ufo del medicare falò nelle Donne , e perciò ad effe
ricorrono i malati. Fra le varie mafare
il
;
lattie guarifeono facilmente
F
Idro-
, alla quale non è più foggerto
chi una volta ne è (laro liberato
Conofcono le virtù di molte erbe,
pisia
e
le applicano
con
aliai
profitto
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Gli Arabi meditano molto coi
fioco , e particolarmente i dolori >
applicando per ogni piccola cola
de' bottoni di fuoco con ferro rovente , col qual violento medica-
memo
tivo
,
guarifeono ; e quefto è il mo(i vedono molti Arabi cidel corpo.
Arabi di po-
\
che
catrizzati in varie parti
Si nutrifeono gli
cibi,
focaccia tortile, di erbe, dì
eie di
mele, di
latte, dì
ne di montone
anche di
averli vivi
,
uccelli
,
burro, di car, ed
pollòno
o di cammello
quando
Maomettana
ligione
Re-
cllendo articolo di
lo fcannare gli
, che devono mangiare , e di
eflxamc il fangue. tifano ancora U
rifo , e particolarmente per fare una
vivanda , che chiamano Pilau, la quale l'hanno ne i loro patti mattina!
c fera In mancanza del rifo fanno
lo dello Pilau co! Burburi , il quale
è grano bollito, e dipoi macinato
a mano grò ila mente Quali in condimento di ogni lor vivanda vi en-
animali
.
.
tra
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^ira
latte
il
agro, quagliato)
cui
al
danno quel fapore col lievito Gif
Europèi non fanno troppo accomodarli a quel cibo. Non folo gli Arabi fanno il detto latte agro i che
chiamano Lebcn , e i Turchi Ia.
, ma in tutto il Levante ancora
Hanno un altro cibo > che
femhra a noi ben più particolare :
è le Locufte , o Cavallette , delle quali nella itagione
cha
palTano * ne fanno raccolta» e levando ad Ognuna la teila
le Iti-
gurt
^_ quello
,
,
vano
in alcuni
otri di pelle
fcolatc confale, e
no mangiare,
remmo
le
noi
me-
,
quando ne voglio-
aflèttano
come
mortadella
della
.
fa-
Nè
quefto cibo fcnibra nuovo in altri
Pars quaedam Mtbiopant locuftis
tantum vivh , fumo ,
fak duratis
Lib. VI. Cap.
in annua alimenta
bae
Lo ftcflb Parthi si
in cibo gratae Uh. XI. Cap. XXIX.
&
.
&
XXX
.
Diofc. X**"* li «irì.
*i(3w. Lib. II.
1
Ut™
M r«i «
f
Cap.
ti «rà
XLVI,
Digitized
Google
S.
Girolamo.
Orientate!
»
&
Lì-
byae popiths quia per iefertum , &?
calidam Eremi vaftttatem locnftanubts reperiuntur , locuftis vemorii eft Lib. IL Adver. bviuianum . Iacopo da Vieri litor. Orienr.
Eft attiem in partibus Syr'tae pler'e
,
rmn
fii
.
jque conjuetudo , advcnknte ioeujìarum multi! ridine eas collìgendo
congregando advicium rejervarc
Uh. I.Oip. I///.Tra le lettere dLGoffredo Guglielmo I-eilmi/io fcrittc al
,
&
nollro celebre
v'ha
la
XIV.
del 1746.
Antonio Magliabcchi
(indizione Fiorentina
) nella
fcrive cosi
:
quale il Lcibnizio
Ludoipbus Cbalylioue fi-
ne Aieppo expeciat
comeftibilesj
qitas
loaiftas conditas
hannss Ba^tijla
nus credo adirne deerat inquieta
Priucept
Europae paiate
Siqtiis
fìtae menfae impanai, max in dcliciis
erunt Ludo/pbus mih't fcribit vemffi fibi in meiuetn petere loenftas ex
.
.
,
Oriente, quo facilius fententiamttieantr non coturnice! , jcd iocitftirs fràf-
8
qiùbm piìfiì fmt Ifraelitae in
Arabiae defiriis
Tra le bevande degli Arabi t
l'acqua tiene il primo pollo ) cilèndoloro proibito dalla Legge il bere il
vino . Del Carle ne fanno un ufo
continuo prendendolo , chi può , quali
ad ogni ora del giorno , ma Tempre
in poca quantità , e fenza zucchero ranno poi una bevanda con radiche di ligurizia, e di canne di
zucchero con zibibbo , ed acqua ,
ed un* altra di orzo , che chiamano
Bufa la quale è molto limile alla
fi,
:
,
fomiiidh
tra gli
Tutti i
fono più) o
delitti tra
meno
gli
Arabi
perdonabili,
ma
non v ' ^ rcmi 1ione per 1' omicidio ,
**7
p/r fata . A* fltto in P» ce ' ° in guerra . Ciuco prima, o poi deve enere vendicato , o dalla Tribù , ove è flato
commellb , o dalla famiglia del deilo
funto
;
forte fe
quando in quelta non
non un piccolo figliuolo
e
le la vendetta
,
affettano
i
vi
,
e
fuoi
/
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parenti
che
,
vendicarli
,
Ila
quegli in grado di
e frattanto
non
gì' ifpi-
rano altro, che fentimenti dì odio
contro I' omicida
e contro rutta
la Tua cafa, inoltrandoli anche di
,
quando la camicia , o
robe, che nano macchiate del
quando
altre
in
l'angue
dell' uccifo
e ctcfciuto in
età farebbe da tutti vilipefo , e flirtato vile, fe non vendicane quel
dal
nafee
fangue
:
;
che
, che gli Arafono in continove di-
bi fra di loro
nè mai (Unno in pace. Onpuò credere , che il connine
vii ioni ,
de
fi
della vendetta invalfo per più fecaanche in Italia , lia venuto da genli
te barbara.
L' ofpìtalità fra gli Arabi è in Ofpiuliiì
s'"»<l'
perlochè qualunque
,
Paueggiete di ogni Nazione , e RelifuÀnlt.
gione , che fi ricoveri nelle loro
tende , lo accolgono con tutta carità » alimentando lui, il fervo > ed
grande ftima
il
cavallo,
nè fono capaci di
farli
il
mìnimo torto» che anzi
prendono cura del loro ofpite , e
allora
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di ciò , che gli appartiene i come farebbero per loro ftcilì Danno immediatamente consodo luogo (opra una
ftoìa, che dillendono at Cuoio, prcfentando la pipa per fumare ed il
caffè , interrogando frattanto fopra it
bene fìare di falute ; il qual complimento lo replicano fpcllò in tem.
•
della loro e ori ver fazione Il cibo
lo preparano, c lo prefentano con
quella medefima femplicità , che e
po
.
, facendo comparire
volto gran contentezza di troda poter renfervizj. Se avviene, che
in ufo fra loro
fui
varli in un' occallonc
dere quei
convenga alloggiare ivi ancor di notte, accomodano la ftoia ftclTa per
letto, e fpclTo una pietra, o la fella
di guanciale
Se
ha ripofato , è
, ove 1' ofpite
Arabo povero, a cu) nel
venga regalata qualche pic-
del cavallo ferve
la
.
tenda
di qualche
partire
moneta l'accettano, e ringramoftrano difetta, uè mai li
ti fc nulla ricevono
Si prendono
curadiaccomp^narlo fuori de' camcola
,
ziano
.
pi
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di per liberarlo
quale
da ogni intuito, nel
potette incorrere
per
parte
di altri Arabi.
Siccome da Paelt barbari è creche venìtte già a noiltahani
collurue della vendetta
che per più fecoli regnò fra noi,
così pare , che polla cllcre derivata
l'ottima coftumanza dell' ofpita liti
pet cui tanti Spedali , e particolarmente nella noftra Città di Firenze per 1* addietro fi contavano.
Inihetim
" '
Paflarono- gli Arabi da i loro a n'J™~
f s
deferti dell' Arabia nella Sofia, e ti finn vtnella Paleftina nel fecole. VI. e fin"»»'
'"
d' allori vi lì fono o poco , o all'ai "J.ì
'
fempre mantenuti. I Popoli di tut^
ta la Cofta , e t'interno della Soria,
e della Paleftina, ove non Ji parlai
fc non Arabo , vengono chiamati generalmente Arabi contuttociò ora
non fono altro, che un mefcuglio
di divecfe Nazioni, c Religioni , c Digli Arapochi di veta defecndenza Araba
Alconi,. che .abitano le Citta
della Soria,e della Palcilina qi!an-,',V V,V^
tunP.ltfiìn*.
B 3
dibile
il
,
cattivo
.
'
:
.
,
j
li
runque lìano di vera defcendenza
Araba , fono nondimeno più civili .
e la loro maniera di venirli , e
è più pulita, e quali limiTorca SÌ applicano queiii
ordinariamente alla mercatura: fono perfone di probità , e di retta
trattarli
le alla
.
giuftizia,
Governo
e iranno fottopofti a quel
,
fotto
il
quale
ii
trovano
fenza perà mancare di riconofeere la loro vera defeendenza
flabiliti
i
Ifinael' , come più fopra dilli e
perciò hanno fempre un particolar
da
;
attacco agli altri Arabi, che Hanno
ne' deferti , e quegli foli riconofeono di vero fangue nobile , e fispio ri! c.
Molti di
qt:
vera otigine
egli di
^abi, cne Hanno
fermato
Arabi
per ti Aggiorno nelle Città
baibu . feiano crefeer la barba
li
,
non
il
lor
fi
la-
fe non in
,
età provetta ; dovecebè gli Arabi de
i dci'crtinon mai fe latagliano,
e ciò
facendo, farebbe fra loro vergogna
glande
la
;
anzi arrivano ad avere per
medefima un
rifpetto tale, che
è
un
È nn gran giuramento allorché lo
fanno toccandotela ; procurano dì
tenerla netta, ed è un affronto de"
più grandi il prender gli Arabi per
la barba ; rifpetto , che hanno per la
medeiima anche
meno anche
i
i
Turchi,
poco
e
d/ «-
Criftiani Orientali,
Non fanno talvolta gli Arabi **««'
nome della loro famiglia , ne co- Ar" bl '
nofcono per lo più fe non il padre,
ed il nonno , ma fono curiolì di
il
un
tenere
efartiifimo
ricordo della
afecndenza de' Cavalli, per
hanno una
i
quali
pafTione grandiflima
aflblutamente
una
,
ed
conlìderazione
maggiore, che non hanno per lo
proprie
Donne
Di tre razze fono i Cavalli
Arabi Attili , Kehilan , e Guidifc
I Cavalli Artik fono i più cari , effendo la razza più anrica dell' Arabia Kehilan fono i Cavalli nobili i
che non mancano di avere un pregio uguale agli Attik. I Guidifc fono conlìderati Cavalli ordinar), e
fervono folo per le Carovane.
:
.
B 4
Qne-
Quegli delle due prime tizie fono di un' altezM mediocre) pochi eiicndovenc, clic pollano chiamarli di alca ftatura
fono fnelli
c gran corridori non nitrìfeono mai
:
;
altro
;
e-
non mangiano
[die una volta
in vcntiuuattr'
forfrono la ferie*
,
ore, che ì la fera, mettendoli alla iella una facca con una mifura
•*~~~d' orzo- Se hanno faticato) gli ri—
--"tardano il mangiare un' ora per il
bere poi , quantunque itracchi > e
;
danno a tutte l'ore ,
gli fanno palleggiare per quanto iiano rìfcaldati . Arrivati alla
renda gli levano la briglia
e piantando la lancia in terrai gii legano
a quella con una femplìee corda al
collo; e fe è una Cavalla, gli mettono foltanto una corda ad un piede , nè il giorno, nè la notte glilefudati, glielo
nè
)
vano mai
la fella , fe non quanto comil
tempo di ftrigliarli Gli
Arabi ufano molto Je Cavalle , nienrclìltono più alla
, che
faine , ed
> come ancora alla
porrà
^
.
ire trovano
litica
i.
.
alla
Digiti^ed
b£
Gopgl
e richieggono minore ati che il màfchio
Allorché deve feguire la monche è nel mefe di Aprile , quan-
alla fere-,
tenzione
ta
,
do i Cavalli hanno mangiato in
campagna aperta quindici giorni di
erba, hanno gli Arabi divcrii teilimonj fece- , i quali fanno poi 1* attesalo quale è il Cavallo , che ha
montata la Cavalla Quando, ha par.
torito
altri
no)
, li
chiamano immediatamente
tcltimonj
per far fede del gior-
,
in cui e natoli
puledro, che lo
-i
giorno
afeendenza
mefe,
e
1'
i!
,
1'.
ora,
deli'
il
a
pelame,
animale
Que-
.
carta , che è chiamata Cogget c
da tutti i teftimonj , e popoi in una pallottolina di ottone,
l'attaccano con un cordone al colfla
,
fottoferirta
lla
lo del puledro
,
che è nato
gliela tolgono, e celebrano-
,
nè più
il
gior-
di tal nafeimento con allegrezze, e palio fra gli amici.
no
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16
tengono per un anno lènza
caval-
In quello intervallo di
tempo
carli
.
efercitano a
gli
girare
contìnova-
mente
in tondo «nella maniera
desima
.
che
vallerizza.
no
,
Il
il
ufa nella
tini Ira
quarto anno
e gli cavalcano
,
meca-
gli ferra-
efercitandoti alla
, che confitte nel
farli prendere un gran galoppo , e poi fermarli tutto in un tratto, voltandolìa delira, e a finiftra , infognando loro così
per poter fuggire dal nemico dopo
corfa
che hanno (cagliate le lance , effendo foliti gli Arabi dì aiTalire il nemico, e fuggire. Gli ammaellrano
inoltre a girare in tondo, molto piegandoli fopra di una parte . e tale
infegnamento è neceflàrio per poter
ricogliere le armi di
terra lenza
feendere da Cavallo . Ne' loro infegnamenti non li fervono mai di
frulla , o di nervo ( valendoli delle
-'fole ftaffe, che fon làttea cadétta*
e colle punte di dietro delle medcfime toccano , e tagliano il Cavallo nella pancia
.
'
Di cinque anni
gli
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gli
mozzano
la
Coda
,
e
dopo
gliela
lafciano crcfcere fecondo la naturai
Lo zoccolo dei piedi
tengono corto, e che avanzi i
quali fono alfai leggieri
c
i
difpofizione.
glielo
ferri
,
—
fenza rampini.
corrono, prendono vigore, e fermati che liano ,
fon fubito pronti a
metterli a quel palio , che vuole chi
gli cavalca. Nel tempo , che corrono , tengono la teila elevata , dopo
poi la gettano intieramente abballò, e lafciati colla briglia fui collo
,
non fanno movimento alcuno
>
e fenza avere in mano il freno li
può continuate qualunque viaggio
Se qualche accidente portarle , che
chi cavalca cadelTe , il Cavallo non
vi è pericolo, che faccia due pallidi
ferma fin
più ; che anzi
tanto che l'uomo fia rimontato Gli
Arabi cavalcando per viaggio poco
li
fervono delle briglie , ma foto
ufano una cavezza , nel cavalcare tengono le ginocchia interamente piefubito
fi
.
ga-
gate , e con quelle fi tengono forte a
Cavallo; e ciò procede dall'altezza
delle loro felle. La maniera di ilare gli Arabi a. Cavai lo è motto fcom-
mancano
poìta, e
grazia
,
tutta quella
di
che vi hanno
non mancano
.
Turchi
i
già di deprezza
,
ma
e vi
,
ftanno ben licuri. Per dare al Cavallo
di correre, incurvano un
il cenno
poco
!a vita,
e
correndo
no interamente fopra
Cavallo
perchè
ta
,
nò
,
e
elfo
la
piegadel
iella
la
altro cenno
immediatamente par-
vi vuole
corrai
Quando
l'
erba de
i
campi prinpodue gior-
cipia a eflbrc di un' altezza per
terlì
mangiare dai Cavalli
ni avanti
,
gli affaticano aliai
,
e dipoi
levati loro ferri , e la fella , gli mettono in quei campi a paflurare dopo otto giorni principiano a cavalcarli nuovamente
fe non hanno nei
:
,
prima: al quindicciimo gior no fanno le monte, e dofarlo
ceffitì di
(
po
altri
quindici giorni principiano
a cavalcarli
andantemente
,
conti-
nuando
:i
mangiare
lafciarli
a
tanto che ve n' è
giorni
,
ma dopo ì
l'
eri»
trenta
ggiungono un poco d'orzo.
Dei D
r v
s i
i
,
Paefc del Cabravano è una Ovratìù.
parte del Monte Libano citeriore , "«'^"fiche guarda verfo il Mare mediterraneo
Quivi ahitano più che
Il
.
quei
popoli , che fono
chiamati Drufi ) e perciò la parte
più meridionale di elfo Cabravano
altrove
viene anche detta Paefe de i Drufi
Non è per quello i che ed! non facciano la loro dimora ancora per
tutto il Monte Libano, e T Amili-
bano
le
c iniicme in quelle piccopianure , che fono fri il Mare i
,
ed il Caftravano , e per quanto iì
eftende il Littoraìe dal luogo di
Gibaìl , che era I' antico Byblus
fino alla
Fiumara Evie
predò
all'
antica Sidon , oggi Scida ; come pure yien da elfi abitata l'antica Eliopolì
,
oggi
detta
Balbec
,
ed i fuoi
con-
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contorni
RUifimt
de
i
Or»f-
,
trovandoli
detti
popoli
feparara mente fparii anche in altre
Contrade della Sona , e della PaldUna.
La Religione de i Drulì non è
antiche dell' Oriente ,
mentre ebbe principio nel iojo.
nel qual tempo Mahained Ben-Ifmael
principiò a predicare , ed a fare i
più
delle
E
1
bene però ignoto
todi quella Religione
.
il
fondamen-
Ella è dilìé-
rente da quella de i Turchi , e da quelli de i Cruìiani Alcuni fra dì loro
fono circondi! > ed altri nò I libri
che di elTa trattano , fi coniìderano
.
.
pieni di ofeurirà
, e di errori , nè
è
fte/Ii Drulì venire in cognizione a fondo della medclima
della quale anche poco ( o niente
Gli Spirituali poi , o
fiano i Miniftri della loro Religione , efil foli fanno credere di eter-
facile agli
ne parlano
.
ne bene inteli Quelli fi adunano
infierne di quando in quando difeorrcndoi e (lattando fopra affari di
.
Re-
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Religione , e ficcome tali Spirituali
fono perfone la maggior parte ignoli
lappone comune, perciò
mente , che ogni giorno aggiungano
nuove fciocchezze.
Sembrano di avere i Drufl talvolta qualche affetto per il Maoinetrifmo; ma nel tempo fteflb odiano, e difprezzano i Turchi
ed
all' oppofto fono amici de i Criftiani, e (Umano la noftra Religione . Fanno orazione indifferente-
ranti
ai loro libri
1
nelle Mofchee Turche, e
.Credono , che
venuto il Mefsia , e quello più volgran
mente e
nelle Chiefe Criftiane
ila
te fatto diverfi
Perfonaggi
per la Maanch' cfli
per Vedine Venerano altresì Sant'
Elia» e quello invocano ne i loro
giuramenti Credono ne i Miracoli
Hanno gran venerazione
donna
j
e la coniiderano
.
.
Madonna , e di Sant' Elia,
e quando non fon esaudire le preghiere , che ad cili fanno , credo-
della
no di non merirare la grazia , che
domandano; e quello, che è contro
la Legge de' Maomettani, tengono
talvolta nelle foro Cafc le Immagini
dì S. Elia, e di altri Santi. Fanno
, che i Mufulmanni chiamano della Luna dì Ramadàn , ma
non rigorofamente.
quel digiuno
Quefto
i\
quanto confufamcnre
è
può fapere dagli ftcfll Drufì , i
ho trovati affai ignoranti del-
quali
Dagli Spirituali
la loro Religione
è impollinile rilevare la minima cofa, cflèndo rigorofiflimi offervatori
.
del fegrcto
che
la
.
fammi
In
Religione de
miftero impenetrabile
ro
elfi,
che
libri ferirti,'
fi
i
;
fi conclude
Drult è un
nè vorrebbe-
credeffe neppure, a
che
(i
veggono
i
trattare
Religione: C di rjiù tali
ferini fono diverfi fra dì loro
come mi fu aflìcuraro anche da un
di
loro
Sacerdote Maronin, che da trent'
anni abitava nelle Montagne del Calcavano , ed il quale aveva ollervato ,che gli Spirituali non ammetten r
do
nelle loro
degli
fteffi
adunanze akim
altro
malmenano
quelli
Drilli
,
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con togliervi i ed aggiungervi
quando in quando ciò , che loro
libri
di
Alcuni afcrivono 1" origine do' jJÙ'i,
preferii Popoli Druii ad un rcfto di unfi.
erano impiegati nella
, che
t'oldati
Guerra Canta
,
aggiungendo,
oliere di
un corpo di Francefi * che comandava un Signore della Cafa di
Dreux, i quali dopo la prefadiGerufalemme fi ritirarono nelle Monrtagne.fenza che i Saracini conquiftatori
gli
potettero
fcacciare
per
quarant' auni; nelle quali viflètoda
Crìftiani fintantoché ebbero fra loro de i Religiofi ; Ì quali mancati.,
,
C reftati elfi fenza le irruzioni della
Criftijna. Dottrina, principiarono ad
imparentarli con diverfe nazioni fèguaci del Maomettifino e che in tal
forma cadeflero
a poco per volta
prefenre Religione , che
Ma non fulMe tal feniì rifeontri , che la
de i Druli fuiMeva nel 11 70.
come. fi ha dall'Itinerario diRabbì
C
Boin quella
proiettano.
tìmentO) allotchè
fetta
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Beniamino
,
onde non poteva aver
dopo fa per-
principio quarant'anni
i Criftiani
di Gerulalcrnnie, che fu nel 1187.
Diverti Autori Francefi hanno
procurato in qualunque maniera di
tonoiuare,mi lia permeilo così dire,
dita fatta da
a nominanza della loro Nazione , le
differenze , e difficoltà , che s' incontrano 1 allorché lì vogliono far diteli i Drufi del Monte Libano dal
predetto Conte di Dreux, o che
almeno fi vogliono credere avanzi di
Francefi
,
po, che
luce
rellati
fegul
Gli
anni
un
libro
doGeru-
nella Paleftina
perdita di
la
venne
feorfi
)
intitolato
alla
Hftoire
tks Drafes Peuple du Liban
formé
Colmile de Francéh Chi
averi cognizione delie Contrade
che abitano quei Popoli , e de' Popoli ftefli , troverà in detta Opera, che
1' Autore il
è ingannato in varie
1' altre allorché parlantra
cofe, c
far une
do dello
.
flato di
elfi,
*
del
loro
Com-
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Commercio , vuole che le produzioni del paefe loro oltrepaffino quelle
della Pcrlia, e dell'Indie ftefìe. Lo
,
Scritrorc dovette feguitare
l' opinione! che hanno tenuto altri Autori an1'
i e moderni , i quali copiatili
un dall'altro! fono incorii in erroQuanto a chiamare egli i Dmfi
ri
popolo del Libano formato da una
Colonia di Franceii , lo dinioftra con
tutta la buona maniera , mentre
ogli per vero dire non fa difeende-
tichi
.
* e tutti loro directaraenre dal
te di
Dreux
ma non
,
lafcia
Condi far
vedere , quantunque fenza buone
prove , che hanno Uretra alleanza con detto- Signote- i Druli del
Libano.
Se i Drufì poi dicono effi medejimi di eflere difecfi dalla razza.
Franca; oueflo, come li vede ogni
, fe non che a tutche fenz' altra diftintutti col nome di
, che alcuni li di-
di >non lìriferifcc
ti gli
Europèi
,
zbne chiamano
Franchi
.
fc'
vero
cono fchiertamentc Franceii
C
a
»
ma
ciò
ciò è piurtorto perchè fono continor
vamente imbevuti di belle iftorielle
ri
da quei Franteli , che per affà-r
Commercio hanno occafione
di
di dover trattare con loro
La lingua , che parlano
i
Drilli
è Araba
lata per
quella fola è par, giacché
tetra la Soria indiflinrar
tutti quei Popoli
Drufi quando fanno orazioMofchéc , non ifdegnano
punto 5 che i Criftiani entrino dentro per ouervarli, anzi fi mettono
allora ad orare con modeftia maggiore , e più fervore , per comparire
a gli occhi noftri più favj , e devoti ;
Turil che non è permeffo tra
i
mente da
I
ne
nelle
chi, fe non per grazia fpeciale, ciò
per altro fuòri Tempre del tempo
delle preghiere.
* 7 n£
Un
fi, !
eintszìa-
1 Drufi
fono uomini fortì
!
ben formati, e di beli' afpetto, al
che molto vi contribuifee la loro
educazione. Sono allùefatti fin da
piccoli alle fatiche , ed a gli ftenti.
Le madri allorché pongono i
lo-
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lor
}7
in culla . in vece di por*
guanciale fono il capo»
bambini
re ad
elfi il
è coita me fra noi
come
le reni,
tono folto
niera, che
il
,
glielo
met-
facendo in ma-
capo rertiloro fempro
ciondoloni Dip^i legandoli , e fafeiando le gambe infieme , fanno
toccare polpa zon polpa , reftando
colla punta de' piedi interamente
.
infuori, dal che è originato
portamento della lor vita
il
bel
.
Sono quefti di naturai fincero , e fedeli Amano i foreiHeri Europèi , e fon capaci di ogni umanità verfo di loro , e di difenderli
.
Aborrifcono l*
ufura, e perciò non poffono foffrire
Ì Turchi per l' avanic , nè gli Ebrei
in ogni incontro
per
1*
avarizia
I
.
_
•
'
Drufi hanno
i
particolari, chiamati
loro
Principi Go J
J*"*
i quali
p,.^,
Emiri,
ed hanno tutti un cofteffo Paefe. Quella
però di Capi) che fpefiò
diviii di fentimentì i
fi trovavano
gli ha fatti effere in contino ve di-
folio fette,
mando
nello
diverfirà
C
j
vi-
villani
c
,
più anni
dillurbi
ma
;
per
accortili
corfu di
finalmente
il
de' pregiudizi di tacita divilione
della quale avrebbe potuto preva-
Porta Ottonianna peri'otto-
lerli la
met torli interamente
fono cjuattr'
anni, che unitili in un C on ligi io deliberarono, clie uno falò di loro doveffe avere ÌÌ lupremo comando , in;
titolandolo Grande Emir o iia gran
Principe Gli altri fono Principi , i
nel Coniglio , ma
,
.
quali entrano
folo
di
Grande Emir ha
il
deliberare
loro
tal
fur:
morto
Polliede
.
poterla
la
ideilo
tra
un certo Emir Man-
dignità
continuerà
il conella fua famiglia, mancanquale fubentrerà uno degli alEmiri, la dignità de' quali
elfo
mando
do
tri
Ja
foi
feguita ad andare di defeendenza in
defeendenza nelle loro Cafe.
La Città di Barati, antico Bela Capitale del Paefe de i
rytus 6
Drilli, c nella quale
Cale tutte
ria
gli
Emiri,
residenza- di eifi,
hanno
ma
1'
le
loro
ordina-
Grand'
Emir,
e del
Digitizad by
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59
Ernie, è fempre nella piccola Città
Der-al-Gamar , che vale Paefe
di
della
Luna
,
nelle
Montagne
fra
Oriente , e Settentrione di Seida
Quantunque i Druii fi liana
independenti dal Gran Signore
contuttociò il loro Grand* Emir
paga ogni anno un piccol tributo
alla Porta Ottomanna, l'equivalente del quale è a beneplacito dell'
Emirj c quello è l'unico barlume
di autorità , che ha il Gran Signore fopra di tal Popolo
Le mogli de' Principi Drulì
hanno ancora elle parte nel governo, e dopo la morte del marito
refi
-
feguitano a comandare
ché vi fono
figliuoli
,
;
ma
allor-
c che fìano in
età atta al comando , lafciano ad elfi le redini del governo.
Quantunque fra elfi da per-
metta
la pluralità
delle mogli,
non
ne prendono fe non una, la quale
procurano > che iìa della nazione
mcdelima > e le altre Donne , che
tengono , fono fchjave i e concubine
t
l
L'abito de
Drufi condite in
i
una foprawclte corta
palla
ginocchio
il
lo di capra
,
*
che di poco
tortura
,
e dì lana
dì colori diverlì
pe-
di
e fatta a righe
,
Dietro le fpalle , copure davanti, principiando dal
collo, e terminando a mezza vita,
li partono alcune ftrifee lavorare
a
.
me
raggi
le
fra
,
quali vi fono tenuti
de' fili d' oro, e d' argento. Le
maniche non paflàno il gomito
.
Tengono
vefte di
fotto di
quella un'altra
,
fa quale è
tela turchina
più lunga della foprawefte,
maniche arrivano
Hanno
poi
fino
al
e
le
polfo
.
brache, che fono della (iena rela turchina
ma più Uretre , e corte di quelle , che fon confitti di portare i Levantini Le camice fono bianche e pochiffimc volte turchine. Si cingono l' una , e 1'
fé
,
.
,
altra verte fopra i fianchi con una
gran fafcia,la quale e comporta fino
di dieci , e dodici braccia di roba,
c per lo più di bordati , o li-
mili
.
In
tetta
fi
avvolgono delle
bel-
__Qiaḷgd by
Google
a ufo di turbanti di co-
belle fafee
Le loro calzature ancora fono differenti da quello degli
lori diverli
altti
.
Popoli orientali
,
mentre
lì
aflbmigliano qualche poco alle noftre (carpe, eccettuato che fono di
fommacco
rollo,
o
giallo .legati gli
orecchini con un cintolo del cuoio
vece di fibbie, e le
bocchette fono tanto alte , che avanzano molto fopra la gamba
Il taglio , la formn , ed il colore del loro abito fono talmente
medelimo
in
elfi , che fembrano un uniforme militare. Gli abiti poi de'Ioli trovano con della difii
accodano alla moda
Turca Anche il vcftire de i loro
Spirituali è differente da quello degli
vertendo femore in
altri Druli ,
abiti feuri
o neri , o bianchi fenza
armi addoifo , ed in teita tengono
eguali fra
ro Principi
ferenza , e
.
,
il quale è bianco
Le armi, che hanno i Dru.fi , fi
poflon chiamare una parte del loro
«bito, mentre in pace, ed in guer-
un gran turbante,
ra
non le abbandonano i fono quedue pillole , le quali portano
fèmpre infilzate in quella falciai che
unite • e lega le velli , ed una cui-
ta
lle
fella. Di dietro portano nella
mede lima un' accetta , una
falcia
fiafea
legno piena di polvere > e lo
fchioppo, ed una padrona con ven-
di
tiquattro cariche Tengono pochiflìmi cavalli, mentre abitando in luo.
ghi montuoli
Dame
Drifi.
ne' quali flanno for-
gli divengono perciò inutili
Gli abiti, egli ornamenti del-
tificati
riSfrtiil.
ic
,
le
,
Donne Drufe fono limili a quei
Donne Turche, eccettuato
delle
che le Drufe portano in telta un
pezzo di argento fatto a cono alto
im palmo , e fopra il quale tengono un velo , che le copre fino a mezza vita , dal quale ornamento fembra, che ne ricevano venuflà Con
quello medeiìmo velo andando per
le ftrade li coprono il vifo.
Tra i Drufi è contata per una
particolar bellezza delle Donne V
«Aere grafie , efiendo poco ftimar
.
te quelle
di
gentile
.
e
delicata
compieflionc.
Curdi fono Popoli , de i qaali
è nel CurI' ordinario foggiamo
Sono fparfi anche nel Diarri iftàn
beck, e in divcrfe Contrade delli
Sorta i ove abitano a guifa di Arabi andando con le tende da. un
luogo all'altro con pafcolare i loro
ladri
femprc
armenti. Sono quali
di profeflione , ftando poco dittanti
1
.
dalle pubbliche ftrade per auàlire T
e fpogliare i pafièggicrì . Quelli Curdi fono quegli aiìàiTini , de i quali
Guglielmo di Tiro nella fua
Guerra facra al tib. XX.
parla
fltoria della
Cap.
1
XXXI
Sono i Cardi di tre Religioni .
Alcuni Maomettani. Altri chnmanli
di
laiidi , che vale a dire feguaci
Gesù,
la
Religione de' quali è
mefcuglio di Maomerrifmo
trla
,
e
Criftianeiinio
.
,
r
-l'iÈ'nl
f^fa &
s*rU
.
P»*
1
Idola-
Adorano- arin
Dio»
j„.
jMr-
44
Dio )
Y
e
predano un culto
di
divi-
nità anche al Diavolo , adorandolo
perche lo temono come autore del
male, ed empiamente credendo nel
tempo medefìmo che un giorno deva tornare in grazia di Dio ! procu,
rano perciò , dicono elfi , di poterlo
avere allora per loro amico. Onorano la Madonna , che chiamano
Maria Madre di Gesù Quelli Curdi Iastdi fono conofeiuti nella So*
ria anche fono il nome di Nafairi.
.
La
«fi,
terza fpecie tiene la
fima credenza
lasidi
.
Sono
adorano
il
e
,
culto
mede*
come
quelli gli Sciamli
Sole
e tanto
,
gli lasidi
odiano
amano i
La
Criftiani
i
lingua di
elfi
,
,
Mufulmanni
gli
che
che
ed
,
popoli è Permana , ma quei , che abitano la colla delia Sotia parlano Arabo , e ne'
loro abiti imitano gli «fi di quei
luoghi i ove lì trovano ) come pure
tali
,
lì fottopongono a quel Governo, fia
Arabo , o Drufo, o Maomettano ,
quantunque non manchino dì avere
Dig it zed by
i
Goog le
di loro degli Sciehk, o iìano
Capi, a i quali pure preftano obbedienza , riguardandoli come Uomini
fra
di
favio
come
coniiglio, e riluttandoli
loro Religiofi
De
I
t
Mutuali,
Metuali
fono
Maomettani,
ma feguaci della Dottrina di Ali
principal fuccelfore di Maometto .
Abitano nelle Montagne fopra Y
antica Tiro» oggi Sur. Son nemici
della Religione Criftiana i e di chi
la prof ella , a fegno che le un Criftiano beve
ad una loro bardacca»
lia boccale
fatato che ha bevuto , la gettano in terra j e la fpezzano. Sono uomini di forte compleilionci e molto limile agli Arabi
de i Deferti nella loro maniera di
o
vivere
,
e vefttre
Erano prima i Meniali fotal Governo del Bafsà dì
ma fono ora.fei anni» che
preftano ubbidienza al Capo , o
Principe di Acri.
De i
.
topofti
Seida;
4*
De Cua'-Sundha'
i
In tante varie Religioni , che han-
Mao-
fondamentale
mettana , quantunque male enervata, ve n' è un'altra, lk quale chiamerei piuttofto una Congregazione
quella quella de' Cirà-Sundrà , che
hanno per mattina il libertinaggio ,
« nella quale fono ammeflì i Maomettani di ogni fetta. "Ira le altre
depravazioni, che fi fono prorotti,
no per
la
bafe
£
muniti delle Donne Diverfe volte
anno , e quando che fi troIn boom compagnia in tem.
dell'
wio
po di notte, ammettono tutte le
loro Donne in una gran fala , o
fotto una tenda di loro abitazione , e fpenti i lumi , ognuno prende quella Donna, che gli viene alle
mani , lenza fapere nò avanti , ne
dopo chi fia quella , colla quale abbia avuto che fare. Il nome di Cilà-Sondci viene dall'atto, che fmno
*
,
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no
di fpegnere
i
lumi
lignifica in Italiano tal
Db
i
*
die tanto
nome Arabo.
Turchi.
Eflendo ornai più che noti i
Turchi, m'afterròdi far quìun minuto racconto de i loro coltami.
Contuttociò per non tralafciare totalmente di parlare > almeno qualche
cola della loro Religione , mi varrò in parte di quanto dice fopra di ciò 1' intelligente Autore
delle note al Viaggio del Signor le
-
Bruyn.
E'
<-
comune opinione » che le vaTurchi fieno letama»
rie Sette de'
e fe bene li efarmnafiè,£e ne errerebbe anche un numero maggiore. Due fono le principali) che una
di quei , che lègràano la Legge di
Maometto , e l' altra dì quei , che ftifi un ano la Legge di Ali
Tutti i Turchi generalmente fono della prima fetta , ed i Perfiani
della feconda , e quelli differenti princi-
-*
8
.
.
cipj di Religione gli tendono nemici fra loro irreconciliabili
I Periiani fono talmente
attaccati alle interpe trazioni che Ali
al Tefto dell' Alcorano , che
Difccpplo il Maeììro , e credono , che fia flato meglio
,
ha date
preferifeono al
jnfpirato di quello. 1 Turchi dalla
parte loro acculano i Periiani di avere alterato il Libro della lor Legmal punteggiato
, e di averlo
Per quella caufa tutti gli Alcorani »
che furono trovati in Babilonia allorché Sultan Amurat fe ne impa-
ge
dronì
, furono trafportati a Coftan, e rinchiitli nel Serraglio , e
proibito a chi fi fofle di leggerli
tinopoli
fii
l'otto pena di cflère maledetto
L'
odio iene hanno gli uni contro gli
airi è così grande , che non fi dan.
no alcun
quartiere alla guerra , ed
i foli Schiavi Periiani non fono, ricevuti nel Serraglio , per quante buone qualità portano avere.
I
meno
Turchi ancora
odiati da
i
non fono
elfi
Perfiani
,
i
quali taj-
men-
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49
mente difprezzano i loro tre gran
Dottori Abubeker , Ofman , ed Cimar che quando fra i Perlìani
qualcheduno fi marita , efK mettono
i
le figure di detti tre
di palla
re
i
delle
Dottori
o di zucchero
Camere
loro
,
,
quei , che fono invitati
avendoli rimirati, lafcino
cattive inclinazioni
all'
t fatte
entrai-
acciocché
alla fella
,
ivi tutte le
colle quali po-
trebbero ammaliare i nuovi Spofi , e
quando tutto il Popolo è entrato»
gli fpezzano quefli fono gli articoli
più importanti , che fcparano ìq.
:
due Serte.
Inoltre
Ì
Perfiani rigettano co-*
me apocrifi alcuni verfetti dell' Alcorano
Porrano per difprezzo il
color verde anche alle loto babbuc-.
ce , il che i Turchi riguardano come, una grande empietà. Eili non
credono i che fia permeffo di lavarli
i piedi nudi
Bevono del Vino fenza
grande fcrupolo i e non fanno gran
differenza da i cibi puri a quei , che
In fine elfi fono
fono impuri
.
.
.
D
per-
pcrfuafì
,
non è neceilario
Mofchée per farvi
clic
unirli nelle
dì
le
preghiere Si trovino quelli articoli , e qualchedun altro in una fen.
tenza , che il Muphti Eefed Effendi portò contro un Governatore
del Re di Pet lìa , e che il Signor
Ricaut ha copiato eflefarncnte
Vi fono dell' altre Sette , in cui
.
fon disili i Maomettani , ma le quali
palTano fra loro per OrtodolTc La
prima è quella di Haniffe , ed è fe.
Turchi
da i Tattari
fi
chiama
Atabi fanno
che
ed ella è feli chiama Malechie )
guitata da' Maomettani di Tripoli! di Tunis, e di Algeri, e da alguitata da
di Usbek
Scafile
,
Ì
,
e
La feconda
.
della quale gli
profeffionc
.
La
terza è quella
,
altri Popoli dell'Affrica. Tra
non vi è differenza , fe
non per qualche cerimonia legale,
cuni
quelle Serte
de' loro Dottori.
Le
otdìnaric difpute di quelli
differenti Scttarj raggirami-, fopra gli
attributi di
Dio, fopta
la libertà,
la
la Predefr inazione ; fopra il merito
buone opere e Copra la maniera , nella quale Iddio farà vilibile in
Cielo fopra la Prefcienza , e fopra
molti altri punti di Teologia , e di
Metafiika, ove fpingotio laControycrlia, e la Dialettica più lontano, che
non crederebbe chi è avvezzo a riguardarli come perfone ignoranti ;
ma liccome una femplice notizia
non permette di entrare in quelle
delle
;
;
particolarità
,
li
può
confultare
ci-
il
Signor Ricaur n eli' Moria delImpero .Ottom anno , ed alcuni alViaggiatori,. che fi fono eileli fo-
tato.
l'
tri
pra qtieiìe materie.
Non fo frattanto aftenermi di
aggiugnere qui, che l'Aurore Tur-i
co, che è flato tradotto dal Signóre De la. Croix , riduce tutte
quelle Sette , a cinque principali La
,
prima , accettata dagli Uomini di
Legge , afficura , che è imponibile di
trovare la Calvezza fuori della Legge
di Maometto. La feconda,chc è quella de i Dervifci, ed altri Religioii,
.
D
i
pre-
pretendo , die la Grazia di Dio , ed
il merito delle buone opere pollano
falvare fenza la Legge
Laterza afficura i che le buone opere foie fenza
la Grazia pollano falvare. La quarta è fondata fopra la virtù morale)
per la quale tutti gli Uomini , (ìano
Maomettani , o fiano Ebrei , o (Iano
Criftiani, che facciano opere buone,
faranno falvi La quinta, ed ultima , che è feguitata da i più virtuofi fra loro , nega il lìbero arbitrio , e vuole , che tutti condotti da
un' alfolura Prede Hi nazione , non è
lafciaro all'Uomo alcun potere fopra lui fteflò.
Si può aggrugnere , che dacché
l'Alcorano comparve, fi fufeitarono, particolarmente fra gli Arabi , un
gran numero di Comenrarori ; ciò,
che produiTe dimoire opinioni differenti fopra rinrerperrazione, che
poteva darli a tatto quel , che vi era
contenuto E ficcorne i libri , che cigni giorno erano ferirti fopra di ciò,
.
.
.
andavano moltiplicandofi
all'infini-
to,
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lo
;
Mahuvias
fucceflòre
de
i
quat-
tro primi difcepoli di Maometto al
Principato de i Saracini , Uomo molto zelante per il Maomcttifmo, fece efattamente raccorre tutt'i volumi , ed uni in Damafco i più fapienti Dottori per far lavorare alla
riforma di quei Comentar) , i quali
furono allora ridotti a fei volumi
chiamati Zrmas , o Legge rinnovata ,
i quali confultano ancor oggi come
oracoli dell'Alcorano. Dopo quefta
compilazione furono gettati nel fiu-
me
tutti
no
flati
i
libri
fatti
,
che fino allora era-
ma-
fopra di quefta
Degli Ebbe*.
Due
forre di Ebrei
nella Sorla
,
naturali del Paefe
ni
-
fi
trovano
e nella Paleftina, alcu>
e altri fo-
Vi fono degli Ebrei Caraiche non (limano il Talmud Gli
altri fono Talmudifti , e dicono afj
fai male de i Caraiti , co' quali non
vos
reftieti
ti
,
,
.
D
5
+
vogliono avere in
i
comune neppure
fcpolcti
Religioni Cristiane.
Se in alcuna parte dell'Alia
fi
trova la Religione Criftiana , oltre il
Cattolicifmo, divifa in più Sette cre,
che ciò ila in Sotia. Alcuni
,
Crjftiani vi hanno ftabil permanenza , come fono i Latini , i Maroniti , i
Greci Cattolici, e gii ScifmaticL Aliti
vanno , e vengono contino vamen te
do
per vifitate i Santuarj della Padellina > che fono gli Etìopi i o Abiilìni 9
i Cofti , gii Armeni , Ì Giorgiani , e la
maggior parte
i
hanno
quali
altrove
de'
de'
Gteei
in
Gerufalemmc
Monafteri
Scifniatici
,
e
,
»
ed
delle
Chiefe.
i
l\
Criftìani Latini della Palestina
trovano nelle Città di Gerufa-
lemme di Betlemme , di Nazarer , e
di S.Giovanni in Montanis ludicie,
ed in pochi altri luoghi e quantunque iìeno nati in quei Eaeli, oflèr,
;
.
_
va-
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vano efattamente
fendo
rito
il
Latino , efPadri di
elfo da'
,
Dt ;
Maroniti fono Criiìiani Cat- Marniti,
1
tolici
in
inftruiti
Terra Santa
,
numero
ii
de' quali è
il
ìnag*
giorc fra i Crifliani della Scria, ma
particolarmenrc nelle contrada del
Monte Libano La verità di eflère
.
per
1'
lici)
addietro flati fempre Cattoha trovato del contrafto tra
gli Scrittori , come fa vedere il Sig.
De la Roque, che ne ha fatta l' Iftoria , concludendo , che fono fiati
fempre Cattolici , ed ove gli fa diteli dall' Abate S. Marone fino dal
principio del Secolo V. Fu dato loro in appretto il nome di Maroniti
come a gente intimità nella fenoli
di detto
S.
Marone
,
i
quali
hanno
fitto fempre un corpo feparato > ed
oppolìo a tutte le Sette i che tenevano divifa la Chiefa orientale Anche il Cardinal Baronio pare , che dia
.
ad
elfi
tal
Note
origine nelle
Martirologio
Romano adì
bre parlando di
D
S.
4
1
1
del
.d'Otto-
Malto Religiofo
del
del Mori altera di S. Marone Ejits
itaque Monachi vacati junt Maroniac,
.
jicut a Studio Studiiae,a Saba Sabaitae
&
ab Abrahamo Abraa DeoDiitae,
bamitae disi reper'umtur inde fortaffe nomen Maronìtarum proveitìt
Sebbene poi ne'fuoi Annali chiamò i
Maroniti come gente difcefa da un
certo Erelìarca Marone , avendo in
,
ciò feguitato il fencimento di Guglielmo di Tiro j primo Scrittore Latino, che abbia parlato de' Maroniti
,
ed
il
quale
,
inlieme col Cardi-
nal di Vitrl, fono itati facilmente
confutati nel dare quella origine a i
Maroniti , efTcndo incorfi in tale
sbaglio per avere avuto di guida Eutichio Patriarca di Alexandria . il
quale viveva nel fecolo IX. e nel X.
Scrittore
Arabo
affai
Jbfpetto
,
e fa-
volo fo
Hanno
che prende
Antiochia,
i
Maroniti un Patriarca ,
il
ritolo di Patriarca di
ma
che
ria reiidenza nel
fa la fua
Monafero
nubin nel Monte Libano.
ordinadi
Ca-
-
IGrc-
Digilized by
Googlt
I
mero
Greci Cattolici , anche il nu- °*
molto grande nel-
de' quali è
'
""
le Montagne de! Cabravano , hanno
un Patriarca col titolo di Patriarca di
Antiochia ; ed è prefentemente Teo-
dolio già Arcivescovo di Baruti , affunco a tal dignità il dì 9. di Luglio
1764. avendo poi da Roma ricevuto , me prefente in Soria , il Pallio
per le mani del Padre Domenico da
Lucca Minore Oflcrvante , nelmefe
dell'Anno 1767.
di Luglio
Sorla
In
ftabil
i
Greci Scifmatici di ne iGnd
permanenza non fono in gran-Sii/m"'»numero. La maggior parte
anno vanno per la
diffimo
dì quei) che ogni
Pafqua
de i Santuarj della
fono delle altre Provincie
alla vilita
Paleftina
,
Alia
e dì quella patte della
Turchia, che è in Europa, e della
Mofcovia Quelli tali Greci , tra i
loro Patriarchi ne hanno ancora uno
dell'
,
.
col titolo di
vrebbe fare
munemente
Gerufalemme, ove dola tua
dimora
,
ma
co-
foggiorna in Coftanti-
nopoli
Tur-
Tutti iCrilhani Orientali, che
i anziano in lingua
molto corrotta , c me, ma
abitano in Scrìa
Siriaca
Di r ii
fcolara coli'
A'™™.
Arabo.
Gli Armeni fono ancor elfi fédalla Chiefa Cattolica Ro-
parati
mana
.
Furono
riuniti
colla
detta
Chiefa nel Concìlio di Firenze nel
1439. ma poco durò la loro riunione.
Moltiflìmi Armeni fi trovano 1
i quali riconofeono per vera Chiefa
Romana,
e che profefiano la Religione Cattolica totalmente. Altri ve
là
ne fono
ne
i
,
i
quali fintantoché ftanno
loro paeli
,
lì
riconofeono chia-
ramente féguaci di tutti i loro erAllorché poi vengano quelli
parte , ove non abbiano
rito , fi fanno
una
tana Dottrina , andando a fare le
rori.
in altra
Chiefc del proprio ioro
allora conofeere per feguaci di
preghiere , e ad affiftere
Ufizj nelle Chiefe Latine
ai
,
Divini
ma non
fono per quello più Cattolici dì pri, volendo foltanto dimoflrarc di
ma
ef-
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elTerlo
colla lulìnga di
,
trovar più
credito appretto gli altri Criltiani OrUn' almi ragione di venitodolfi
.
re nelle Chiefe Latine, li £ perchè
non poltono andare nelle Chiefe
Greche Scifmatiche , edendovi fra efji
in materia di Religione una nimicizia tanto grande , che fe ori Armeno entra in una Chicli Greca,
fubito la
fanno
g!i
ribenedicono , e Y iitcflò
fe qualche Greco
Armeni
Armeni
entra in una Chiefa
buon cuore
,
c civili
iono ricchi
,
.
negozianti, e gran politici.
I Giorgiani proféflàno una
molto
licione
Hanno
dovi,
del
de
i
i
limile
loro Principe
conofeono nello
Capo
fini
,
,
,
e
eletti
il
Re-
Di
i
Greca <Strgum
de i Ve,
col voto
quale folo ri-
fpirituale per lorq
cllèndo attillato padrone ran-
,
ro per
rituale
alla
Patriarchi
quali fono
il
temporale
i
che per lo
fpi-
.
Gli Etiopi, o altrimenti Abif-Ofj/i Bri—
0 A~
fono Eretici Seguitano gli er- £" •
.
rn.
ro-
*
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GoogI
(fe-
de i Giacobiti
tori
.
Sono
circonciiì
ma con fide rano la
me un coftume
atto religiofo.
circoncifione co,
e non come un
Ufiziano in Lingua
, ma molto corrotta
Gli Emandarono Ambafciadori nel
Caldèa
tiopi
.
Concilio Fiorentino.
afri.
ICofd, Criftiani Giacobiti dell' Egitto , fanno le loro funzioni in
lingua Cofta mcfcolata con del Greco. Sono circoncilì
fini
Ricevono
.
il
come
AbifBattclimo al'
gli
lorchè hanno rrcnra, o quarant' anni
Il loro Patriarca riiiede nel Cairo , e talvolta in Alexandria , che
ferve anche per gli AbuTini
.
Chi
volelfe poi
tizia delle diverfe
ne
di
un' intera noReligioni Criftia-
Oriente, può ricorrere ai varj
, che ne hanno ferino ex-
Scrittori
.
profeffo
PE-
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Google
DESCRIZIONE
DELLA
CITTA' DI ACRI
SULL A COSTA
DELLA SORÌA
ALTRIMENTI CHIAMATA
SAN GIOVAN
D'
CAP.
ACRI.
IL
la Città di Acri folla
Colla della Saria in gradi
57. di longitud. ed in gradi
ji. 40. di latitud. Era quella un' fj'j
antica Cina della Fenici» chiama""
ta Ate, Accon, Acca, q Acre. U
nome di S. Giovan d'Acri pare,
Rtliedc
W
che
lo acquiftafle al
tempo
valieri Ofpitalarj di S.
quali
dopo
la
de'
Ca-
Giovanni
,
i
perdita di Genifa-
lem-
lemme
ritirarono in quefta Città.
fi
che lo prenderle cU
uni bella CKicfa dedicata a S. Giovanni, che era immediatamente fuori della Città dalla parte di Oriente.
Altri vogliono
Simun*
ititi
cit-
descrive
daica ci
*
,
Giufeppc Flavio Iitorico nel
Uh. ti Cap. X. della Guerra Giula
finjazbne di
quella Città, la quale è
fui
Mare,
Mez-
in una gran pianura, avendo a
zogiorno,
il
Monte Carmelo
,
ad
Oriente le Montagne della Galilea,
ed a Settentrione un Monte chiamato la Scala de Ì Tirj
Pare , che Acri appartenere alla Tribù di Afcr , ma non apparite , che fia (lata mai in potere de-
m
(hi fu
fofii&ta,
lf*lracliti
Abbjamo dal prelato Giuleppc Iitorico, che fu pofleduta dal
Re Demetrio figlio di Seleuco- Venne poi par tradimento in potere di
Aleiìàndro figlio di Antioco Epifane. In approdo Aleilàndro
gli
Ebrei l'aflediò» e
fa
poco dopo
fe
lomco ;
e
Re
de-
cedèaTone
inijjof*.
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Cleopatra
fefsò
Principe
Cap.
.
,
i
di
quefto
X1L
Cap. XXI.
Tolomei
Re
Egit-
di
hanno regnato , acquiftò il
Tolemaidej e in tal forfu poi chiamata da i Greci , coche
nome
ma
me
madre
lofepb. Ant. Imi. Lih.
&
III.
Sotto
to
vi
di
pure così trovali negli Atti deNos vere navigatioue
gli Apertoli
expkta , a Tyro defcenémta Ptolemàidem Cap. XX. num, 7.
I Perii l' hanno tenuta per qual,
.
che tempo , ed età una loro barrie, coPiame abbiamo da Strabone
kmàis magna Urbi prius Ace nominata , hae Perfae receptaculo adverGeagr.
fus Mgyptios tttebantur
Uh. XVI.
ta corneo gli Egizj di Fenicia
:
.
Tolemaideè
mana
,
Colonia Roda varie Me-
ftata
e ciò rilevali
"
daglie.
I Saracini fe ne refero padrola chiamarono nuovamente
Acca, che era uno de' fuoi primi
nomi. La tennero fino all'anno U04.
ni, e
nel
nel quale furono difcacciati dai CriL'anno 1187. Saladino Solftiani.
di Egitto !a tolte a i Criftiani
qnali la riprefero nel noi. dopo
dano
i
un
di tre anni
attedio
.
Da
detto-
lo fpazio di cent' anni
fu poffeduta in un tempo medefimo
da diciannove Sovrani , che fono
tempo per
Enrico Re di Gerufalcmme , il Re
dì Napoli) e di Sicilia, il Principe
di Antiochia » i' Conte di Giaffa
il
Conte
Galilea
di Tripoli,
il
Principe di
Legato del Papa , il
il
il Re di Ar,
Duca di Atene, i Genearmate de* Fiorentini , de'
dcgP Inglelì , e de i Geno-
,
Principe di Taranto
menia,
il
rali delle
Pifani
veli
,
di S.
,
Gran Mauro dell' Ordine,
Giovanni di Gerufalemme , il
il
Gran Maftro de Ì Templari , il
Gran Maftro de Cavalieri Teutonici
ed il Gran Maftro dell*
i
1
Ordine di S. Lazzero
Ciafcheduno di quelli vi aveva affoluta Signoria , ed antorità indipendente ne' loro particolari
quar-r
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tie ri della Città;
peri quali divertì, e
medclima in con-
vari governi era la
tinue divilioni, le quali furono la
caufa principale dell' ultima fua irreparabile caduta, che fu nel 1201,
allorché tornò nuovamente in madegl' Infedeli, che la faccheggiarono e la demolirono, né mai
più li rimette
Abbiamo nel Lib. I, Qip. XTF.
de' Maccabei , che in quella Città
no
,
vi fu
ammazzato
dal
popolo per
a>fi «•'-
città
.
tradimento di Trifone
fratello di
Gionat*
,
Giuda Maccabeo con mil-
Vcfpaliano , c Tito vi dimorarono nel tempo , che fi prepara-
vano peri' attedio
Gcrufàlemme
di
.
Vefpafianui quidem mia etim Tito filli tu Ptolemaide interim moratus ,
exerchitm ortìtnabat lofeph. de Bel!»
.
htd: Lib. Ili Cttf. IV.
Nella Città di TolemaìdcSecolo XII.
come
dice
di Tiro nella fua lltoria della
ra Sacra Lib.
XXFH.
fi
Cap.
nei*
Guglielmo
I.
Guer£a re-
nu-
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nuto un general Configtio i ove venne deliberato di attediare Damafco
al qual Conlìglio intervenne Corrado
Imperatore de i Romani , Lodovico VII.
Re
Francia
di
Balduino
,
Re
dì Gerusalemme , e molti altri
Principi, Conti) e Duchi, Vefcovi (
ed Arcivcfcovi
,
e Legati
,
un de'qua-
li Guido Bellagi di Firenze Cardinale di S. Grifogono Legato della
Sede Apoftolica , per tralafciare
molti altri Uomini Illuilri , e de i
quali l'iftetTo Guglielmo di Tiro ce.
ne deferivo i nomi
Aggiungerò come Aeri
fa vi-
da divertì Apoftoli , tra i
preda S. Paolo , che vi
Fra Ì Santi trovali un Paoe Giuliana fua forella , che
furono martirizzati fotto Va-
firata
quali
dicò
lo
vi
,
,
letiano
Al tempo de
Città
fii
i
Cri/tùni qucIU
Sede Vcfcovile fuflraganes
di quella di Tiro
Arrivato
,
Città nel 176*.
-
che
io fui
come ho
in
ella
fatto ve-
de-
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dere delT.T.
al
Cap.
XXV. fui
co» per Ilare
che vi trovai
male , ed
ftretro a reltarc rinchiufo
guardingo dalla Pcftc
regnare ; ma ceffato
,
il
aperta la cala ad ogni pratica , prinad oifervarne lo (iato
prefentCì e ad efaminarne il govercipiai allora
no
, i
colhimi
,
ed
il
commercio , delanderò dando-
le quali oflèrvazioni
ne ragguaglio.
S. Giovan d'Acri dopo
ma
l'ulti-
fua rovina reftò moiri anni de-
folata, e difabitara.
Anche
forco
f
1*
Ottomanno la Porta non
curò di metterla in miglior ordine
Nel Secolo XVII. Faccardino'
Principe de i Druli,.il quale fi era
rcfo.padcone di quali tutta la Sona,
principiò a reftaurarvì qualche fabbrica, e renderla abitata; quantunque dall' altra parte guaftaiTe il PorImperio.
fi
to,
con riempierlo, di rovine
delle
vecchie fabbriche
alle
, per impedire così
Galere del Gran Signore iJ pofondo troppo vicino alla
, e levare quel!' asilo , che po-
ter dar
Città
tè-
Digitized by
Google
teva pregiudicare alla l'uà nafeento
grandezza
Dalle veftigie di quello Porro,
quantunque piccolo fi vede , che era
flato comodo , è per renderlo ficu-,
,
ro da' venti Occidentali vi era
un
muro in forma di Molo, del
ne vede qualche avanzo.
Adelfo non poflòno entrare in erta
grotto
quale fe
fe
non
battelli
,
e
piccoli
bafiii
menti.
Dopo
la
caduta di Faccardino
la Città di Acri all' Impero.
cui ogni anno il
i per
Bafsà di Seida vi mandava un Gon
vernatore per rifeuotere i confueti
tornò
Ortomanno
appartenenti al Gran Signo-*
re. Il potere di quello Governatore
non fi cftendeva , fe non pochi pailì
fuori della Città , i contorni della
quale erano tutti abitati da Arabi
Beduini , gente ladra e che non la
rifparmiava neppure agli ftefsi Ot-_
diritti
,
^™/°
mi
m
U
t* Famigli» venne
4
Q**:
.
-
'debole
Governo di Acri
un certo
nella Famiglia .di
'
P«nàr
Di&ilized by
Go
Omàr
oriundo di un* antica Cala
di Arabi Sceniti , o Beduini , al
quale con buona maniera riuiciro era a poco per volta di allontanare da
i contorni di efia Città gli
, i quali
conofceva dover tenerteli molto amici, ma
Tempre da lonrano , giacché vedeva , che potevano pregiudicare alle
fue idee di tirare nella Piazza di
ftcfli
fuoi Beduini
Acri uri fiorito commercio i mediante i Mercanti Europei , che andavano
a ilabilirvifi , meditando egli nel tempo medeiìmo di renderli in apprettò
colle forze degli Arabi aflòluto Padrone di Acri e di tutta la Galilea
Le mifure, che andava prendendo*
non potevano cilèr migliori , ma
morì di morte naturale avanti dì
Jiotere adempire il iuo difegno La>
-,
.
ciò un fratello
e tre figliuoli , ì
quali ben intefi delle mire del. loro
,
non ómellero di prendere
,
tempo per compire ciò , che al paVenné
dre era reftato imperfetto
mano loro ; o pure fu
E ì
ton-
Padre
il
.
frattanto in
confermato negli Eredi di Omàr il
governo della Città , che il Baisi
di Seida non feppe meglio appoggiare fuorché ad una tal famiglia, mediante la quale ei riceve va maggiori
rendite dalla Città di Acri ; politica i clie ufavano i figliuoli dì Omàr
e che durò fintantoché non ebbero
perfetta amicizia coli' Emir i a
Principe degli Arabi.
Prendeva buoniflima piega tal
una
;
affare della cala d'
Omàr
;
ma
prin-
cipiò ad entrare divinone tra lo
zio , e tn i ftatclli , nè ebbe fine
fa non colla morte del zio , e di un
di loro
golare
fratelli
quali furono fatti ftranfegretamente . L' altro de i
,
i
fcappò
appacificò col
fe
n^rrf-o-
sZfc
Ca P°
Ari.frfri-oiUcoli,
/*
alla
GitìUa.fa tu tr ì
>
nè
Daher
il
fi
,
pre-
di Acri, vedutoli Tenza
cafo d'effére aflifìito
Arabi, domandò allora
e in
gii
al Bafsà di Seida
do
montagna
fuo fratello
non dopo molti anni
Daher d'omàr, che è
i fcnte
il
perpetuo coman-
della Città di Acri* e di tutta
,
j
la
Digilized by
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Il Bafsà non ne poteva diperciò informò la Porta , ed
la Galiléa
fporte
;
.
le
attere
rifpofte
le
,
quali
furono
Daher d' Omàr perpetuo
Governatore di detti luoghi , piutche contraffargliene ilpofleflò»
a rifehio che non rkonofcelìé più la
Porta neppure col confueto Miri,
o tributo annuale , che fempre paga
di lafciare
tosto
al Bafsà di Seida.
Abbaftanza conofeeva Daher
quanto poco doveva fidarli della facondefeendenza della Porta nell*
D' b " f*
cile
averlo lafciato perpetuo Governatore della Città di Acri , e di tutu
la
Galilea
gliare
perciò pensò di muraCittà, ma foltanto in
;
ella
quella parte
dell' antico
,
ove erano le muraglie
Cartello, e
farla
non
, che era al temche fu prefa a* Criftiani > ma
recinto più piccolo , e più a-
di quella eftenfione
po
,
di
un
dattato ai cali fuoi
Non
reità dell' antica
Città diK<w« <M~
Acri , che qualche imperfetto avan-'" c^"fi
1*
zo delle fabbriche del tempo de ì
E
4
f
Cri-
Digilized by
Google
Criftiani
di
eflà
li
.
Nella parte occidentale
veggono i rclìdui della gran
S. Andrea. Tre fineitro-
Chiefa di
ni di un' ala della Chiefa avanzati
de
ingiurie
alle
no una grande
i
tempi
dan-
ci
idea di quella fab-
brica.
Contiguo era il Palazzo Ve, fopra ì fondamenti del quaCapo di Acri vi ha fatta una
ia fabbricava , e che
dovile
le
il
Cafa. Quando
in alcuni luoghi dovette rifare
damenti» fece gettare in
tile
li
e bulli di
i
dei Santi,
i
marmi
elfi
i
fon-
molte
fia-
rapprefentan-
quali erano flati tro-
vati fottorerra in quelli contorni
che
alla
Furio
,
e
probabilmente appartenevano
contigua Chiefa di S. Andrea.
ti
Dj q U ; poco diflante fi veggono
MUGaitr$x 3yiml del porto delle GaleretC
,
Arfcnale.
dell'.
Contigua fi vede una
Cafltlh éi Firve. brica ormai quali dillrurta.
Palazzo
lla il
•
lieri
del
di Ferro
,
gran fabEra queed Ofpizio de' Cava-
Tempio chiamato Cartello
> come il vede per efler dal(
Digitized by
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la
dal
parte
Mare
incamiciato dì
fchiumadì ferro. In quella porzione"""*
muro è tutto in efière , come pu-
il
re alquanto del corridore , che conduceva da un quartiere all'altro
.
Il
Palazzo
ove flava
,
Maftro de' Cavalieri di
di
Gerufalemmc
,
S.
il
Gran
palazzo
Giovanni ofpizh
coli' annefTo Xoto 3?'^" 1'
,
'.
f
*
Spedale, ed Ofpizio, al prefente è*
eh.
Capo di Acri , e da tut- Hi Gnvfi.
la fui Famiglia, e da alcune del- '"«ir-
abitato dai
ta
la fuc
Truppe
Per
le
mura
di Cavalleria
fmifurata grolfezza deldi qtefli cdìtìzj buona
la
parte ne fono reftare in eflère, e
particolarmente due gran torri , e
tutti
i
fotterranci
,
ove erano de' mu-
mano e de Ì quali fe ne conferva ancora qualcheduno
In una delle fuddette gran tor-
lini a
ri il
,
Capo A' Acri vi ha
ampia Sala , in mezzo deluna gran Fontana
prefente
fatta un'
la
quale vedelì
di acque abbellita di
marmi
di di-
verte forre.
Ne' primi anni , che
io fui in
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Acri , fi vedeva porzione di un antico
Salone i del quale oggi non vi è più.
veftigio
fiate
ferc.
granito
volte fin di allora e-
le
:
rano cadute
le quali
,
li
vedeva
cf-
foftenute da colonne di
rolli),
una delle quali di bracli vede fuori
cia dodici di altezza
un follo accanto almura. Altre limili colonne mi
detto, che erano fottrterr» in
della Citta in
le
fu
quei contorni
Annetta al Palazzo nel r7(5o,
"rivedeva buon» parte della Cappella del Palazzo del Gran Maftro , la
quale era dedicata a Maria Vetrine , ma 1* anno appreflò fu in parte
disfatta , e ridotta ad efiere it Palaz-
ZAbrìa,
zo
Piazza
Alr''
di
di
un
figlio
Davanti
al
del
Capo
Palazzo del
Capo
vi
È una gran Piazza, la quale era piena di avanzi di antiche fabbriche ,
ma che fono reftate interamente demolite per rendere il luogo più fpazbfo.
M$/r,
Da Mezzogiorno
3
ós-ctit-tà accanto
alla
della piazza,
porta
di
Naza-
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Goo
ret
oflbrvano le rovine della (Glie-
fi
la, e del Monalìero di S. Chiara»
ove abitavano quelle virtuofe Verle quali allorquando fu pre,
fa la Città, ritagliarono il nafo, e
gini
sfigurarono la faccia , per non cadere in mano alla brutalità de' Barii
bari
i i
getti
j
quali non vedendo fe non ogche facevano orrore , ne fecero
un orribile feempio
pochi avanzi di quella fab-
di turre
1
brica fervono di Quartieri ad una
piccola Truppa di Soldati particolari
del
Capo
Molte
Monafìerj
no
ti
ìn
nel
,
altre delle
t
v„i,aì,.
no
in
,
e
<
.
'
f^f'
un teftamento
di
un
certo Sa-
Borghcfe di detta Città , tatto
da elio il di 16. dì Settembre iìS.]..
e rogato da Girardo Bonifani , ove
cflò lafcia una Cafa a gli Spedaltcri
liba
c
M „a
Chiefe , de t
f
> che era- fi*n
e degli Spedali
Tolcmaidc, gli trovo deferiiCodice Diplomarico del Sa~jWnwi*.
Ordine Gero foli mira-
ero Militate
gì' iflituifce Tuoi eredi univerfali
in tutti gli altri fuoi beni mobili, ed
dopo aver però foddif,
a varj legati , c fra gli alapprettò Luoghi piì
Alla
immobili
fatto
a
tri
gli
.
Chiefa dì
Lorenzo
S.
Alla Chiefa
,
A
S. Brigida
quella di S. MiProvinciale
All' altra della
Santiffima Triniti Alla Chiefa di
di
.
ta
,
.
S. Maria Maddalena
ove era un
Monaftcro di Monache dell' Ordi,
ne Ciftorcienfe. Al Monaftero, e
Monache di S. Agnefe AI Convento
.
de
de
i
Frati
i
Frati
Carmine
.
Poverine di
Predicatori
Minori
.
,
Ai
A
quello
del
Frati
Alle Convertite
Alle
S, Lazzcro. Allo Spe.
A
dale di Santo Spirito
quello
di Sani' Antonio ; e a quello dì
Santa Caterina
Oltre a* deferirti
.
.
Luoghi leggo altrove , che vi
erano in quefta Città altre quattro
magnifiche Chiefe , cioè di S. Croce (che Graia Cattedrale, ove rifedeva il Vefcovo Latino) dì S.Niccolò , di S. Saba , e di S. Margherilàgri
ta
:
,
ma
rawìfa
dì tutte quelle
più.
non
fc
-memoria alcuna , E
pc~
ne
li
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poche Chiefe i che oggi
vi efìftono di
divedi Ririi e Religioni» fono tutte
moderne
Due fono le Chiefe de' Latini
la prima , che è la Parrocchia , è dedicata a S. Giovan Badila, ed è
nel Campo delle Nazioni Europèe.
Quella c una piccola Chiefa , nella
quale ufìziano i Padri di Terra Santa , che vi hanno un comodo Ofpizio
per ricevere quei Relìgiofi, c Pelle, che di qui panano alla viiita
grini
de
i
Santuari della Galilea.
Fuori del Campo in altro quartiere della Cittì vi è una Cappella
dedicati alla Madonna , nella quale
intervengono le Donne , che fegvtitail rito Latino.
I
Greci Cattolici pofleggono ^"",Cfl
una bella Chiefa fabbricata fopra
una porzione dei dìflrurto Tempio
no
di S. Andrea, conferendo queilq
medclimo nome.
La Chiefa de
eflì
edificata
di
diverfe
i
Maroniti è da cbUfa fai
,
e adornata M*™**'marmi , che
han-
di pianta
fpccìe
di
7«
hanno
raccolti dalle diftruttc
fab-
briche della Città
, fra le quali fono
oflèrvarfi due grolle colonne di
i che foftenguno l'arco delAliar maggiore
l
i Cincia de' Greci Sdraiatici
Oitféif
erta
i li più grande, che vi lia in Acri:
Sci/mina. i materiali appartenevano
ad antiche
fabbriche disfatte
Anche gli Ebrei vi hanno una
tàuftet
da
porfido
l'
di erigerne
una maggiore
,
volendo
il Capo di Acri , che fi contentino
del terreno di una Cafa , che accor-
da ad
effi
di poflcderc
Gli Arabi Maomettani, che è
Religione dominante del Paefe
vi poflèggono tre Mofchcc , due fabla
bricate in quello fecolo dal prefente Capo di Acri Daher di Omar , ed
una, che fa eretta nel fecolo XIII.
da Seraf figlio di Malcc Meno r Sol -
dano
di Egitto
Dall' ifteflb Seraf fu anche fatto fare il prefente Campo i che è
dirimpetto allaMo!chéa> enei qua-
fi
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le in fcparati quartieri Hanno ora
le Nazioni Europèe. Le rendite di
quello luogo fervono fino ad oggi
della fuddetta
per mantenimento
Mofchéa
Le
ftrade della Città di Acri
0 ,,/<f -
.
fon tutte (ìrette , e quando per !c più
larghe vi pafla un Cammello è imponìbile, chevipoflapaffareunalrro
,
animale
fon tutte di pietre DlU'Z*f>
riquadrate , nè il martori cotto è in
Ufo negli edifizj di quella Città
, Terrazzi.
come neppure ì tetti fono ricoperti
di tegoli , e di embrici , ma anzi fono fatti piani a iìmilitudine di pavimenti , o di terrazzi , e fopra de"
Le Cafe
quali
fi
pub
palleggiare,
avendo
io
trovata la loro regola alquanto limile ai pavimenti , che ci deferive
Vitruvio. Allorachè coprono l' ultipalco, dopo mene le travi, ed
mo
i
travicelli
,
mettono fopra di
c/lì
un
folaio di tavole di ciprefio bene accorte una coli' altra , che conficca-
no
fu
i travicelli
:
detto tavolato lo
ricoprono con un altro pure di affi
pofte a traverfo , e fu queite difen-
dono del fieno . o della paglia tritata, Ìndi della calcina con delle pierruzze mcfcelate dentro , che battono con un mazzapicchio V i gettano fopra del carbon pefto, e fu
di eflb altra calcina con groffa re.
na
c finalmente mefcolatc infieme
geflò > cenere , e dell' altro
,
;
calcina
carbon petto , formano
i
terrazzi
,
fo-
pra de' quali vi paffano un cilindro
per ifpianare , e dipoi gli luftrano
Colla meftola Se tali pavimenti nel
talor dell' Eftate fanno qualche cre.
patura
cenere
che
"~"
,
»
riempiono quefta di calce
ed olio ; ed ho offervato
rciiflono a tutte le piogge
,
>
ne
,
Le incapenetra giammai l' acqua
miciarurc delle fabbriche fatte a
cupola fono coperte di ciottoli petifano
tti , e calcina , le quali pure
di luftrare con fomma
q\' intonachi interni delle
diligenza-
Maniera
iT
TSTfe
J
fono P cimi
quando è frefc*
^
fatti colla
vi
cal
Ca-
?'
0
difendono fopra
del-
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delia (loppa , o capecchio , c vi mettono poi l'ultimo intonaco) che è
comporto di geflò , il quale è dì una
tal qualità , che non rcliftercbbe fe
non avertè di fotto quel piano di
ftoppa , o capecchio
Vi fono in Acri due Balzarti , Btaufrì,
o Mercati ben forniti di tutto il ne- tsns«i, *
.
ceflario
vitto
;
;
uno per ogni genere
l'
altro dì robe ufuali, e
di jfi&Sf
'
da
'
In quclti medefìmi Balzarti vi
fono- due Bagni pubblici dì ragioneed ornati di marmi.
vole ftruttura
Molte
Calle
,
fono, anche
botteghe di
che contribuifeono a rendere
le
quelli luoghi aflai popolati
^
Sull'antico Porto di Mare vi e
r
&
un Cartello, o piuttofto una gran pZ'mV
Torre, nella quale vi fono montati
divertì
cannoni
conlìdevazionc
.
,
ma
SÌ
è luogo di poca
trovano ripofte
in efTo molte dell'antiche anni del
tempo,
ne erano padroni i Criftiani ; ed il Capo Acri vi tiene li
polvere , ed altre munizioni da gucrin cui
,
ra.
U
in
quella
fuddctro
Capo Daher d'Omàr
torre
fece ftrangolare
il
ed vn fuo fratello , che ,
,
dilli altrove , gli erano d' impedimento alla fua preferite grandezza
Fuori della moderna Città cirTom
JMtffirfMica un miglio, li veggono gli avanzi
della Torre Maladetta , che reità come angolo nella parte fettentrionale vicina al Marc ; l'opra della quafuo zio
come
.
poco fa vi è ftato fabbricato un
Mulino a venro. Fu da quella parre
che gl'Infedeli entrarono, e prefele
ro la Città ai Criftiani
Dalla prefente Città alle vec-
mura vi è
un miglio, nel
chie
la
diftanza di circa
fare
il
giro
delle
qcali foltanto dalla parte dì terra fi
occupa poco più di un' ori Dall'
.
ifieffa
parte la Città era contornata
da tre ordini di muraglie, fra le
quali vi erano due folli , uno efterno
l'altro interno, e ne* quali vi paflava l'acqua del Mafe , i quali ellén-
e
ào fiatati la maggior parte nella
pro-
pria
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perciò fe ne conferva di
pria rocca
Di fpazio in
loro qualche avanzo
fpazio vi erano delle grolle Torri,
All' intorno del recinro delle
vecchie mura, e per quella Campa,
.
veggono molte grolle , e roton, le quali avevano
ferviro
per battere la Città con macchine »
gna
de
fi
pietre
allorché
non
L' aria
tifavano
di S.
i
cannoni..
d' Acri Arì» idi*,
Giovan
è al di d'oggi poco lina , e V efpedimolrra per le gran
c'%*-
rienza ce lo
malattie , che ogni anno vi regnano
nel gran calore dell' F.ftate t provenienti
dalla
Grettezza della Città , c da alcuni ftagni di acqua i che
fono poco fuori di clli Procurano
dì andare rimediando a qucfto in.
conveniente; e per agevolarne l'efil Capo d'Acri ha regaquei terreni a chi gli afeiughce coltiverà
fettuazione)
lati
rà
,
La cura migliore , che poiFono
prendere gli Europei per guardarli
dalla malignità dell'aria,
bo moderato
,
fuggendo
F
j
è
un
ci- --,
i'-aria dclla
t
*
la notte
ma
i
che
i
ficcarne
il
non levarli pri-.
non dilegui una
il
Sole
nebbia > e guazza, che ogni mattina
abbondantemente vi cade
fino al
Giovan d A F ri a <?unque è
giorno d oggi polieduto da
Dahec
d'
&
«n»«4'
/bri.
'
,
Omàr nomo
di avanzata
età , ed il domìnio del quale fi
eftende a tutta la Galiléa. Contuttociò fi contenta di ellere ogni an-
no
invertito
re
>
da parte dei Bafsà di
a titolo di affitto delle terche pofilede ; e perciò nel tem-
Seida
i
po di tale inveflitura paga il Miri >
o fia diritto al Gran Signore , che
confine in una certa data
Quantunque
Daher
convenienze! nientedimeno
fomma
ufi
tali
è confiV
derato dalla Porta come un ribello t
che a lei conviene (offrirlo , mediante le forze, ch'egli ha, e 1' aflìftcnza , che può avere dagli Arabi fuoi
amici,
di
11 dì io. di Luglio 1 760. il Baisi
Seida fa coftretto ad invertirlo
fcprs alcuni
anche del- comanda
Popoli chiamati Metuali i che abitano le montagne fra Acri , e Sur , o fia
l'antica Tiro , i quali fpontanc amente
ii
erano dichiarati dei partito di
Daher d'Omar. Fu (coperto edere
ciò accaduto per un maneggialo dello fteflò Daher, per avere in tal forma
un Popolo , che lo difendette quandalla parte di Seida fbne (lari
ternata qualche invaiione nel terri-
do
torio di Acri
.
Da
detti Metuali può
incontro dodicimila
avere ad ogni
tomini a cavallo
I titoli-, che prende Daher d*
Omar fono Sciehk , o Ila Capo di Acri , Prìncipe de' Principi , Signore
di Nazaret , di Tiberiade , di Saffi», e Principe
Galilea
_
.
,
e
Capo di
tutta la
, o
danno di Eccel-
Gli Europèi parlandogli
Temendogli
lenza
gli
.
Oltre
ai
fuflìdj
,
che pub ave-
quello Capo dagli Arabi , tiene
pronti al fuo fervizio da cinquemila
Uomini di Cavalleria , e foli mille Uomini di Fanteria, che Iranno
re
V
i
-
fi eli»
Digitized by
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nella Città
ta al
.
La
Cavalleria è
modo Arabo
fciabola
.
monta-
di lancia
La Fanteria
,
,
e di
che è perlo-
più comporta di Uomini della Coila
di Barberia i che chiamano Mugra, fono armati di fchioppo , di pillole i dì fciabola , e di coltella , e
quelli non fi muovono di Acri, fc
bini
non quando il Capo va in perfona a
qualche fpedizione.
Per molti anni Daher d' Omàr
perfetta tranquìiha goduta
lità ,
e pace ; ma avendo avuta
una.numcrofa famigliai ed i figlioli
crefeiuti
in
età
,
hanno pretefo
ciafeheduno di avete in mano un
particolar governo, avendo perciò
.principiato a fard de' partiti di Arabi contro
te
il
il
Padre
,
il
quale più vol-
è dovuto trovare a de' fatti di
figliuoli , da' quali
arme co'medelimi
mediante il fuo valore, ne è fempre
nfcito vitroriofo , c colla fua polidea ha faputo in ogni incontro ap-
Alla
fi
Alla morte del Padre pare, che
vedranno delle fiere rcvoluzionì
in quefta Provincia
approfitterà
tempo
da
di
riacquiftare
,
e forfè in quel
Bafsà di Seiquel Paefc al
il
Gran Signore..
Il Capo di Acri governa
_
i
fuoi
popoli con giuftizìa, ciò, che in pecchi altri a lui limili fi rrova ; quantunque non vada efente ancor elio
dal comun difetto de i Principi Orientali di lafciarfi portare dall' interefic
I Miniftri della fuaCorrc fono la
lnmaggior parte Greci Cattolici
clulivamentcilfnoTefotiete, avendo
buon fcril Capo riguardo foltanto al
vizio , ed alla fedeltà , colla quale elfi
amminiflrano gli affari , fenza far differenza di Religione, ed anzi qualche parzialità di inoltrata da luiverfo i Crifiiani in qualche occafìone , è ftata la caufa principale , che
ha popolata
la Città
,
e le
campa-
SnC
'u tributo, o
F 4
ila teflatico» .al
qua-
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88
quale ha foggettati ifuoi Popoli) non
è niente alterato da quello , che aflcgna il Gran Signore in foie piaike
cinque di Levante, o iia uno Zecchino) ed un quarto di moneta FioSi
pretende, che Daher d'O-
niàr iia un gran ricco Signore Contuttociò talvolta pare , che Iia in ne.
celTità , o almeno così finge , e ricorre a' più ricchi Signori dei filo
Paefe fenza inquietare il hallo popolo, per aver danaro , fempre a titolo
d' impreftiro , e mantiene la parola ,
quando
I
il
fuo erario è pingue
delitti
gaftjgati col
maggior
rigore, e con pena capitale fono allorché qualche Uomo è Irato prefo
in familiarità indecente con qualche
Donna ; 1' Uomo è impiccato , e la
Donna
è niella in
tata in
mare.
un
facco
>
e get-
II gravillimo delitto poi contro
natura è gaftigato colJe cartonare
fotto i piedi per tre giorni a cin«juecenro per gioww , e talvolta or.
ten-
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tengono grazia con qualche sborfo di danaro
Daher d' Omar è un Uomo
fratto
pierofo verfo de' poveri, e non la- eom ajj;a.
p
icia incontri di giovare ad elfi , ove aevoti dri
fcorgc laverà neceflìtà.
dì
Il
n.di
Marzo 1760. una fieriflìma burrafca
di mare fece perdere fullc Colle del
golfo di Acri due ballimenrì , che
uno Francefe ,
e
P altro
Trieltino
, ì
avevano dugento Pellegrini
fra Greci, ed Armeni, che dall'
Arcipelago erano deftinati per Giaffa , per poi panare alla vifita de i Santi Luoghi di Gerufalemme .
Molti
quali
di quella infelice gente lì falvarono
in terra , ma alcuni villani dì quei
contorni , chiamati Gorani, perfone
difumane
li
va
c ladre
,
quei baltimenti
,
,
,
vedendo perdereorfero tulla
e principiarono ad
avanzata
al
ri-
ammazzare
tutta quella povera gente
,
che era
naufragio, rubandoli, e
fpogliandoli di quanto avevano falvato
gli fteifi due Capitani di na.
A
vi convenne foftHrc la medefima dì-
capo di
fomma
grazia, in
fole quindici per-
lì falvarono colla fuga , e vennero in Acri nel tempo , che la pemaggior fuoco
Il Capo d' Acri ragguagliato di
, mandò fubito de i
fuoi foldati fulla riva del mare , ove
non trovarono, fe non corpi morti ; e
prefi alcuni Gorani, che vennero loro alle mani , o innocenti , o colpevoli > che fonerò , gli conduflero
in Acri , ove immediatamente fenza
altro efame furono impiccati Pensò poi a dare qualche follievo a quei
quindici' Pellegrini , che fi erano fai
vati, dando ad elfi quartiere, delle robe per ricoprirli , e da mangiare ; ma
itine
itc era nel
.
quefto accidente
.
artaccaralì tra loro la pelle
,
foli
otto
Armeni ne reftarono in vita A quefti il Capo i dopo aver loro fatto pagare dal fuo Teforierc una fomma
.
di danaro
,
gli
fece continovare
il
lor viaggio in Gerufalcmme , e perchè non 6' impegnaflero per allora
nuovamente in mare , gli fece accompagnare da vctrfl-d^Jiiai- foldati *
cavallo per la vii di terra, la quale
azione cattivò a lui la benevolenIn apprcilò
za di tutto il popolo
.
quell'atto di cariti ha fruttato
poco a Daher
d'
non
Omar, mentre
quegli otto Armeni tornati al loro
Paefe, c raccontare le accoglienze del
Capo d'Acri , ne è venuto , che negli
anni dopo , molti che vanno al Pellegrinaggio di Ccrufalemme , procurano di andare in Acri , ove pagano il
loro tributo di difecfa in terra , in vece di andare in Giana ; e l'iilelìò fanai ritorno , contrattando la venmercanzie
, e compra di diverfe
no
dita
mentre
la
maggior parte dì detti
Pellegrini fon negozianti, ed alcuni fra loro anche molto ricchi.
La Città d' Acri è diftinta nei-
Religione Maomettana colla dignità di Muftì Capo della medefiIl Capo li contenta , che iia man;i;a
dato quello Miniftro dalla Porta Ottomanna , ma non ne permette l' anla
.
nual permuta
volendo , che chi
prende, qualche carica , fa continui
quan-
Agi Mia
quanto piaceri al Capo medcfìmo;
mentre in altre parti dalla Soda >
tutte le perfone , che occupano qualche dignità nel Governo , fono mutate ogni anno
L" Agà della Dogana , o ila Do-
Degana
ganicre i accudisce alle rilcoifioni del-
.
Colite Dogane ; ed ha anche un
poter limitato per gaftigare i piccoli
le
delitti
Gli altri Minifìri fubaherni delDogana fono di ogni Religione.
primo Scrivano ù un Maronita
fono Greci Cattolic Greci Scifmatici , e le Guardie
fono Arabi Maomettani, ed Ebrei.
Vtftrtdt:
Gli abiti, co' quali fi vcftono
H'dZZ'I ? U Uomini in s- Giovan d' Acri
fono interamente conformi all'ufo
fAiri.
la
Il
gli altri Scrivani
ci
,
'
Turco, cioè ampj,e lunghi, eccertnato l'ornamento della teda, che
in vece di un femplice Turbante ,
o Cauk, che è una fpecie di berrettone, fopra il quale i Turchi avvolgono un Turbante; quelli di
Acri tengono un Jljiriufc
rodò»
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un berretto, ed
intorno al medelimo avvolgono una
gran Safcia limile ad un Turbante ,
ma dì robe di feta , e cotone , di
che è fimile ad
con fiorellini di filo
e di feta limili
d' oro j d' argenro
ad una piccola ftoflà , all' eftremità
della quale attaccano due> o tre^
nappine , le quali appefe ad uà cordiverfi colori,
,
done pendono
fpalle
filile
Le Donne ancora
alla
Turca
,
e
elTe
vertono
quando vanno
fuori
dì cafa fono coperte da capo a pie-
di con
pena
fi
un panno bianco, eba apveggono loro i piedi In tut-
ta la Soria fono foggerre a queft'
ufo anche le Donne Criftianc > co-
me
pure
Europèe.
Oniàr , come uomo
le noftre
Daher
d'
accorro, allorché principio ad afior Ccnimnch.
dare il piede nel libero poflèflb di
Acri , e di rutta
la Galilea , pensi
modo d' introdurvi anche le ricchezze , rivoltandoli perciò con tut-
al
to
1'
impegno
mercio
.
Le
alla parte del
finezze
,
com-
c le huone ae_cq-
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9*
coglìenzc
,
che principiò ad ufare a i
che di Europa
,
mercanti CriiHani
andavano a
flabilirvifl
;
la
corren-
clic
tezza i e la buona giufttzia
faceva loro, richiamarono ben prclto
de' Franccii , degl' Inglcli , e degli
Olandcli ad approfittare de i van,
taggi
cio
i
di
che feoprivano nel commerAcri per i fuoi abbondanti
prodotti, e particolarmente di Cotone.
Seppe ancor diftinguerc , che
per maggiormente affezionare i Negozianti Europèi era nccclTario procurar ad elfi un abbondante Guercio
delle mercanzie de i loro paeli Per
far ciò principiò ad agevolare ì dìritti , e rendere il fuo paefe più
comodo, e più vanraggbfo a i Mercanti Turchi , ed Arabi della Cirtà di Damafco , i quali per Io avanti provvedevano turro ciò, che era
necei&rio per renere alimentato il
.
commercio
loro
Seida
nue
»
.
Ed
,
invero
nella
fi
ed abbondanti
piazza
di
fecero contile
Carovane
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Gl
dalla Città di
Damafco con
pregiu-
dizio di altee Città , che fino allora avevano fatto quel commercio.
Apri
in tal maniera la ftrada a
i
me-
delimi Europèi di avere dal di lui
paefe una efportazione maggiore di
varj capi di .Mercanzìe, c particolarmente di droghe, di telerie, e di
altre merci , che fomminiftra il' vallo
commercio
della Città di
fco. In tal forma
il
traffico
Damadi
A-
refo di qualche confiderazionc , divedi Principi Europèi
pcniatono a mandarvi i loro refpcttivi Confoli per proteggere , ed aififtere i Negozianti, e fudditi Criftiani Europei
1 Franccft vi hanno avuto per
qualche tempo un Viceconfole dependente da quello di Scida. Per
cri eflendoli
incontri
divetli
avuti
co'
Nego-
ed in luogo del
quale ogni fettimana affumc tal carica uno de' Negozianti ivi riabiliti)
dovendo però femprc dependere dal
Confole Generale di Seidi.
zianti
,
fu
tolto
,
in
Confili
A '"
•
9«
Gl'lnglclì ancori vi tengono
un Viceconfolc della loro Nazione ,
il quale depende dal Confole Generale di Aieppo Quello protegge anche gì' Imperiali , e i Tofcani con pa.
tente dell' In ternunzio Imperiale di
, ed i Veneziani con
patente del Confolc Veneziano di
Cipro. Anche i RaguEi ricorrevano
Cotto l'ifleflà protezione con ordine dalla parte del Confole di Ci-
Cottali tinopo li
pro
feguirano
e così
,
fare ora
a
quantunque in Cipro non vi iia
Confole Raguféo.
Gli Olandefi fono protetti da
un Confole particolare dependente
dal Confolc Generale di Aieppo.
Le fpefe , che occorrono alie
Sptfe pi*
fitdirtie mercanzie da fpedirli da Acri in
"Criftianitài fon regolate dal più
'al
le
meno
di
fui
Cipro
piede medeiimo di quel,
delle quali parlai nel
Tom. L Cap. XXI. ed
„
,
il
limile per
tutta la Colla della Sorla
Fintantoché
il
di Acri
Capo
(ite Acri. non ha dovuto guardarli fe
non da
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nemici di fuori, non ha tenuto altro, chs una piccola truppa, ciìendo licuro di trovare ad ogni fuo
bifogno l' alliitenza di tutti gli Arai
bi. In apprettò gli altari
tato
to,
mentre
faccia,
figliuoli
fieri
,
fattili
Arabi «no
i
hanno mufuoi
proprj
e di fpirito turbolen-
,
dalla loro
de i partiti di
hanno princi-
coli' altro,
piato ancor vivente il padre a pretendere di cflèrc prefcelti nella, Sovranirà , che ora elio gode ; il quale negandola ad ognuno , fe «li è
perciò fatti , come altrove dilli,
varie volte apertamente nemici , e
diverfe volte riconciliati. Ma conofeendo quanto poco debba di lor
fidarfi
,
gli
convenuto
è
di
rin-
forzare ìe fuc truppa a foldo
e
di qui ha principiato a decadere
qualche poco il commercio di quella Piazza , nè per quanta CTira
ed attenzione abbia, avuta , gli è
flato mai poflibile accordare, e unire 1* opulenza del fuo commercio coli' armi
...
Di:
.
.
G
98
Sicurtà
di ètri
•
.
Diverfe differenze inforte tra i
mercanti , e gli afficuratori fopra
qualche caricamento di mercanzie
fetto in Caifa in vece di Acri, o
in Acri in vece di Caifa i mi danno
motivo di dovere fpiegare la differenza, che vi è fra quelli due Luoghi , e quanto fi oflcrva ora a tal
riguardo da ì Francefi , che è la nazione prima dell' altre (labilità , e
fopra le orme della quale
camminano tutte I altre
in quello
1
I
per noleggiare
contratti
battimento
,
un
che deve andare a por-
tare, o a caricare Mercanzie in San
Giovan d' Acri fi £inno comunemente addirittura per detto Luogo
mentre ivi rifeggono i Confoli, ed
,
Negozianti , e dalia qual Piazza
foltanto ricevono i Capitani le fpe^
dizioni de i loro carichi , e de' loro battimenti per Crìflianità , o per
altrove. Contuttociò fanno bene i
Capitani , che non in Acri , ma.
in Caifa dovrebbero andare a dar
fondo all'ancorai il .qual. luogo è
i
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dittante di Acri circa otro miglia
nel
medesimo , mentre il
Acri non è recipiente di
Golfo
Porto
d'
grotti
Bastimenti
Acri
lpiaggia d'
,
li
e
ftando alla
fottopottebbeto
3 pencolare t e perderli , dovecchè
in Caifa hanno buon fondo , e buoni fpiaggia Nientedimeno per co.
modo de
caricamenti è ora riabilito da qualche anno , che da i primi dì Alaggio a tutto Settembre,
qualunque battimento , in luogo di
Caifa , vada alla fpiaggia dirimpetto
i
Porto d' Acri , ove non è fottoad alcuno inconveniente , cfquei cinque meli, ficuri da
ogni contrario vento per la ftagionc~~"—
regolata , che corre ncll' Eftate in
al
Sona ; gli altri fette meli
poi deve attòlutamente un battimento ftare alla fpiaggia di Caifa , e lì
fcarìcare , c caricare le mercanzie >
tutta la
il che li fa per mezzo de i battelli
che li mandano da Acri per farne
il
trafporio
:
e
fopra
tal
intendono ora regolate
littema
le
s*
Sicurtà
San Giovan
di
piazza
per quella
d' Acri
ove
In quella Città d'Acri fu
«yi<KOi-per la prima volta mi trovai in ocelli™» Ai j: onc dej ^^,,0 , e della Pafqua de i
Jf""
fognaci
della
Accadde db
di
Setta
nell'
Maometto.
anno 17Ó0. nel
loro
quale cadeva il principio della
giorattinenza il di 16. d'Aprile,
o
no , in cui faceva la Luna nuova
Maomettani chiamata Luna di
,
da
Ì
Ramazàn
,
che
è
uno cV
loro
mefi
la
Appena adunque, che veggono
Luna di quello mefe ne è dato
.
parte al Cadì
,
o ad
altri
Giudici
,
o
Uomini di Legge , e Religione, lepalla
condo Ì luoghi, il quae ne
un atto nella fua Cancelleria
quel
Se non veggono la Luna in
ritardano
giorno , in alcuni luoghi
il digiuno un giorno
dol
Le fortezze danno cenno
Ramazàn colprincipio del mefe di
dell'artiglieria.
lo fparo
digiuno confitte
11
loro
noi
non
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non mangiare, né bere,
riè
fumare
dal levar de! Sole lino al tramontaiicchè net corfo di quel mefe
»
fanno dì giorno notte , e di notte
re
giorno.
Le Donne gravide , e gli am) come pure quei , che fi trovano in viaggio, o in campo di
guerra, non fono obbligati al rigomalati
re. de!
digiuno
,
re flando
però ad
eili
l'obbligo di foddisfarvi in altro tem-
po , quando che non hanno più legittimi impedimenti. Se poi avendolo principiato lopraggiunge loto
qualche impedimento, allora fc fono coftrette a fofpenderlo , devono
poi continovarlo in altro tempo dal
termine che lo avevano interrotto
,
Per
ì
ragazzi principia
la
loro obbli-
gazione di anni dieci.
Continova quello digiuno per B^iram
P
un intero mefe , ed il primo del mef'fjt 'J*{
fe di Scienval , che è il decimo me- Màtmitfe del loto anno, celebrano la Fcioni,
fta
del Bairàm
fqua
,
la
,
o
fia la
loro
Pa-
quale è accennata collo fparo
j
G
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ro del cannone > e Felle per il loro
paefe j li quale viene fecondata di
tutti i Crilliani col non aprire le
Botteghe Dura quella tre giorni , i
.
quali
consumano
ni alla
moda
colatoti
in
canti
,
e Tuo-
gio, con balli , e
veggono per le piaz-
loro
che
,
fi
ze , e per i pubblici Carle I Maomettani i per celebrar la Pafqua il
primo penlìero è di riconciliarli co
che fanno pubil
1 loro nemici,
blicamente per le iliade con abbrac.
ciarli
reciprocamente allorché s'in-
contrano
Quindici, o venti giorni dopo
, „
vana u Bairam partono per la Mecca le
t tc Carovane Turche , quella di Da-mafai, quella del Cairo, e quella
.
cbf
agii a.,™
di
Aleppo
.
La Carovana
di
Dama-
i Turchi la più cofpicua
darò un breve ragmi è fla, nella maniera , che
to comunicato dal Signor Giorgio
feo è fra
e di quella io
guaglio
de' più bravi Dragomanni della Sotia , il quale oltre ad cllère
Speltos,
uno
cognito di tutta
le
Lingue Orientali ,
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li, è
anche pratico de* coltami
,
e
delle Leggi di tutt'i Maomettani,
avendogli inoltre la fua avanzata età
dato luogo di trovarli preferite a vedere per diverfe volte le loro principali Felle
Partendo adunque la Carovana
da Damafco, principiano la marcia
quaranta Deli, oliano Soldati foprannomìnati Pazzi, i quali montati a
portano ciafeheduno una
,
banderuola di fera di color verde
Sono feguitati da
o rollò
,
cavallo
giallo
tre
.
Compagnie
Segmen
di
,
i
quali
fono un altro ordine di Soldati dodi elfi ne vengono diverfe altre Compagnie di Spahìs , che fono
Soldati a cavallo
Dopo di quelli
viene una truppa di Soldati Barberefehi, che chiamano Mugrabini, ed
i quali fono a piedi , guardando fei
pezzi di cannoni da campagna. Sono
i medeiimi feguitati da i Soldati del
Cartello di Damafco, i quali fono
armati di maglia di ferro , che vengono feguiri da due Compagnie dì
:
po
.
C
4
Gian-
104
Giannizzeri
,
Agà
co' loro
tutti a
dopo di loro V Agà
Corte del Bafsà, o come di-
cavallo- Viene
della
remmo
il
Maggiordomo
.
Le
tre co-
de di cavallo periate in cima dì tre
precedono il Bafsà . il quale
fi
vede accompagnato da tutta la
fua Corte, e dopo di lui lei cavalli da maneggio ornati con tutafte
to lo sfarzo.
Dopo
il
Mahnial
do
ne fegue
che è un grande Stendar, il quale è portato da
qucfti fei cavalli
,
dì fera nera
uno
de' più bei Cammelli ornato
nella maniera più bizzarra con pen-
ne
,
con
,
fonagli
e
,
con collane
di ve-
tro dì varj colori
Il
Mahmai
è
contornato di più
frange d'oroj
oro
,
fregiato di palle d'
e tutto ciò è fatto in coniìde-
razior.c dell'Alcorano
.
il
quale è co-
perto da quefto Stendardo. L'Alcorano poi è accompagnato da un
tappeto nuovo , che lo invia il Gran
Signore ogni anno per coprire il
Sepolcro di Maometto , e riportano
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in tuo luogo
le
il
vecchio
,
per
il
qua-
hanno un' eilrema coniiderazio-
ne i nè credono , che vi iia teforo
Mondo , che polla metterli in
paragone con quello
Il Cammello , che ha fervilo in
nel
.
quello trafporto
,
è efente di porta-
re in avvenire alcun pefo
Quello Mahmal , o ih Stendardo è feguiraro nella Marcia da
.
Compagnie
di Soldadopo molti
carichi di prowilioni , ed
robe appartenenti al Bafsà , e
diverfe
altre
tefea
Ne
.
vengono
Cammelli
altre
fua Corte
Tutti quei Maomettani , che
vogliono andare a quello Pellegrinaggio, lì unifeono con tal Carovana > che fono femore in gran
quantità
nome
di
,
i
quali
Haggì
,
poi acquillano
o Pellegrini
no in gran conlìderazione
tri
,
il
e fo-
fra gli al-
-
Maomettani.
come^
Quella gran Carovana ,
ancora quella del Cairo, e dì
po> devono
eflérc alla
fl
*^j;
Mep-'^'/jJ'
Mecca
il
pri-
dì
Sacrifizio.
primo, o fecondo della Luna di
Zulhidgè , che è il terzo Mefe dopo
Pafqua, ed il dì li. di effo tanil Corbàn Bairàm , che vuol di-
la
no
re Pafqua del Sacrifizio
,
il
qual Sa-
non è altro , che formare
una gran quantità di Montoni , le
crifizio
carni de' quali fono diftribuite per
dare a mangiare ai poveri , e continova per tre giorni fulle montagne
di Arafar.
In Mecca non fi trattengono le
Carovane , fe non fili dieci giorni , e
poi nuovamente partono per tornare
ciafeheduna di dove venne
La
Carovana dì Damafco è obbligaro
ad andare a incontrarla il Bafsà di
Tripoli di Soria , il quale le porrà
,
e vettovaglie, andando lontano venti giorni da Da.
de' rinfrefehi
mafco
Per intelligenza dell'anno Turco, e de i fuoi meli , di alcuni de'
quali ho fopra parlato, bifogna falere , che l'Anno 621. dell' Era Crifliana , è il principio dell' Egira , che
.
-1
-.
è la
Digitizeé-by
Google.
è U loro Epoca , dalla quale principiarono a conrare il lor anno, che
è di trecento cinquantaquattro gior, i quali follo divilì in dodici me-
ni
che tengono V ordine
fi ,
,
che
fe-
gue
Muharrèm
Sefer
di giorni 30.
20.
Giamzil-EuvelGiamzil-Afalr
Redgcb —
Zutkaadè Zulhidgè -giorni 3J4.
Il Muharrèm , che è il primo
Mete, anticipa ogni anno undici giorni , e dodici quando noi V abbiamo
bifeftile
Da-
vo a " a P° r[ 3 di dover temere il di
lui potere in Soria , ed in panico] are p er ]• amicizia , che palla fra cfi Bafsà di
' 0 d'' Ara bi ; e perciò
Seida, di Damafco , e di Trìpoli di
Soria hanno ordine di non fate a
detto Daher cofà da difpiacerli.
S
Ncl to,alc fP°§ lio ignito n el
J*!i'J°£ù
o'^-jm/ 1 757- nc l Deferto, delia gran Caduo, folti-
n
dilla
fpugiio di
jjssi
diT/a
Mma.
*iia
Miaaiovim di Damafco , che tornava dalla Mecca , vogliono , che Daher d'
Omar Capo di Acri molto vi contribuiire col fuo configlìo. Enendo
flato un fjtto memorabile , e di
grande flrcpìto
mi
,
lo deferiverò
come
fa raccontato nella mia perma-
nenza
in Acri
E' necellàrio fapere
vendo
le
,
che do-
Carovane di Damafco in-
k
traprendere il viaggio per
Mecca ; il Bafsà conduttore , che è quello di Damafco , contratta il paffaggio
per il Deferto con gli Arabi , per ren-
dere
liberi
i
paiTÌ
>
e per poter eflè-
rc feortato da qualche partita di lo-
ro
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Por ottener ciò convengoItefli
di uno sborfo , il quale è pagato
in due rate , cioè all' andare % ed al
tornare della Carovana.
In detto anno non li trovarono d' accordo del prezzo , che fuol
effér contrattato per render libero
.
no
ro
Gli Arabi ricor-
pailàggio.
tal
rerò al
Capo di Acri , come
diatore appreilb
il
loro
Bafsì di
me-
Dama-
per la
; il quale ne ptovò piacere
buon' amicìzia , che panava anchefra elio, ed il detto Bafsài ma inutili furono tutte le fue premure , e
niente di più potò ottenere da
render contenti gli Arabi del Defeo
ferto
.
11
Bafsà rifiutò perciò ogni
e felicemente arrivò con
,
Carovana a Medina , a
il voto del
fuo Pellegrinaggio
Gli Arabi inranto difgufiati ;
divertì Sciehk , o Capi di loro vennero in Acri , e fecero palefi a Dahcr d'Omar l'intenzione, che ave-
feorta
rutta la fua
compire
.
.
vano
.
vano di aflalire > e fpogliare la Carovana, al ritorno, che doveva fare
dalla
Mecca U Capo di Acri difgueflb di non efiere riu.
ftato ancor
feito nella fua
mediazione, approvò
la loro refoluzione.
Seguito che
folle lo fpogiio di
detta Carovana , iiccome farebbe confluito in cofe , delle quali gli Arabi
non ne fanno ufo , come fono gio-
balfami , legni aloè . e
molta altre robe cicche delle Indie t
che fono contrattate alla Mecca reftava foro da fapere > ove averebbero
ie
,
telerie
,
;
potuto vendere tante robe
,
mentre
in ogni, altro Paefe marittimo della
Soria, ove fono Bafsà , e fedeli fudditi del
be
Gran Signore
flato permeffo loro
,
non
fareb-
vendere roba
tubata i e particolarmente Io fpogiio
di una Carovana , che i Turchi tanto
confi derano
Il Capo di Acri gli levò da quello dubbio offerendoli il fuo Paefe
per ficuro afilo , ove potevano portare tutto a vendere
ne dava
,
che
elio gb'c-
la libertà
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Il colpo ad elfi ritifcì i e fra le
U Mahmal , che , codì/li piufopra in quello Capito, è il gtande Stendardo i che riportano ogni anno da Medina in
Coftantinopolì , offendo flato Cui Sepolcro di Maometto, riponendolo
altre prede vi fu
me
lo
poi nel Regio teforo .
Fu grande la preda , che fe, e tutto vennero a
vendere in Acri, e per la Galilea.
La poca cognizione, che avevano gli
Arabi de'Deferti , del merito di quelle robe , faceva loro dare il turto per
vihffimo prezzo , premendo ad elfi
folo di liberarfida quell'impacci, e
prender danari-
cero gli Arabi
In tal incontro
cri dello fece delle
Capo
il
di
A-
compre conlide-
e tutti quei
che erano nel
,
paefe, fepperoapproflttarfi. di quella
ricevè la
occalìonc
I cavalli gli
maggior parte in regalo Daher d'Omàr , il quale gli dii Iribuì tra gli altri
Capi delle Campagne a lui fottoporabili
,
.
iìc
,
e tra
i
tuoi foldati
.
Uno di quo
fìì
j
medefimi Cavalli della prima raz-
za dell'Arabia Perrea , V niellò Capo di Acri nel 1760. lo donò ad un
certo Signor Ottavio Watfon , dal
quale poi nel 1761. fu venduto in
Firenze al Signor Guido da Bagnano , c per contraflegno del vero
il
detto Cavallo aveva nella cofeia
la
finifìfa
ta
una
cicatrice di
lancia-
avuta nel fiero combattimento
ehe ebbero
contro
gli
,
Atabi in quell'in-
.
Daher d' Omàr ebbe gravi lamenti dalla Porta e da tatti i Baf,
sà per l'accoglienza,
che faceva a
quegli Arabi , e per la permilTione
che dava loro di vendere le robe
rubate
:
al
che rifpofe
bi erano troppo fuoi
,
che gli Arabuoni amici
per non aififterli , e proteggerli
quando ricorrevano a lui , e iì rifugiavano nelle fue Terre , e che di più
farebbero pronti a difenderlo , fe
eh' ci potcrte efiere
infaftidito , e moleftaro nel fuo proprio Paefe ; e che anzi gli aveva
conofccflcro
,
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pronti ad unirli con eflb,. fe. averte
dimoftrata la minima volontà di eftendere le fue conquide
.
Rimandò
contuttociò il Mahmal al Gran Signore , fcrivendo al Gran-Vilir , per
mezzo del quale ebbe dulia Porta
molti ringraziamenti.
Al Bafsàdi Damato ». che-con-
duceva
la
Carovana
della
Mecca,
gli
fii poi tagliata la telta in una Città
dell'Alia minore , in un bagno , nel
tempo, che andava a Collantìnopoli.
Nel Mele
trovai in
refoluzione
Greco
gione
di Agoflo i?fio..
mi
Acri prefenre alla mala
prefa da un Criftiana
Scifmatico
,
ed
di
Zf^.
Biga
.
mutar Relila Muful-
abbracciare
Formata sì
andò da Muftì ,
fui intenzione
idea
fatta
al
fe
ne
quale efpofc la
dal Giudice gli furon fatte diverfe interrogazioni fopra i motivi, che lo indicevano a
:
rinnegare la fua Fede
Qualunque
fodero , ne retto immediatamente paf.
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fato l'atto in Cancelleria, efenzaiftruìtlo della nuova Religione , che
riferbanfi a farlo dopo, lo fecero ca-
valcare Copra
verde
altri
i
un cavallo
,
veftito di
ed accompagnato da molti
a cavallo . ed a piedi
Uomini
fa condotto per la Città fra le acclamazioni del popolo infedele) che
lo accompagnava con fuoni di (frumenti , e canti di allegria . Finita
che fu quella cavalcata
dotto in una cafa , ove
,
venne conaveranno
gli
fatta fare la folira profeffione di Fetagliandoli il prepuzio con quelle
formalità defcritre nel T.L al Cap.VL
de ,
nel!' articolo
della circonciiione
;
e
reftò ammetto nella Religione Maomettana.
Notili , che fe un Ebreo vuol
farli Maomettano , bifogna prima ,
così
che
confetti di credere nel Meflia
altrimenti
non
è accettato
talora in Levante
Criftianì Cartolici qual-
Non manca
nche
tra
i
che fconiigliato , e male accorro,
che ricorra a volere abbracciare la
legge di Maometto
Ss queulì fono perfone, che godano
falfa
fti
.
della protezione di qualche
(i prefcntano al
j allorché
le
o
altra perfona Religiofa
Mufulmanni , la
avvili immediata mente
fatti
il
quale
ne
Confole,
della fua
per cfaniinarc
,
il
è obbligato a mandare
primo Dragomanno
zione
ConfoMuftì,
per effe*
,
Giultizia
egli
:
il
Na-
medefi-
mo
la verità, e fopra di che fa-lc
dovute interrogazioni a quello , chi:
dite di volere rinnegare ; avendo libertà di metterli anche in vjfta Ì
vantaggi della Rcligion Criftiana,
lènza però parlare di quella di Mao-
metto
fe
dopo varie 'domande
perfide quell'Apoflata nella fua mal:
nata intenzione; allora
il
Drago-
manno data parre al Confole del feguìto , ne forma un certificato , il
quale è dipoi regiftrato negli Atti
pubblici della Cancelleria
Alcuno
fi
abbandona ad ab-
bracciare la Religione
Maomettana
Culla falfa fperanza di
poter godere
jn
Hi
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in
Mondo ricchezze
ma ben prefto fi avvede
quello
onori
;
difgraziato
e4
t
quanto
tal
fallaci iiano ftate
fue lufinghe , mentre li trova
finalmente abbandonato nelle magmiferie , e deprezzato dagli
Itefii Maomettani , i quali , per quanto (Sano attaccati alla lor Religione , non hanno poi confid erazione 4i
le
giori
la loro
, che mutano
propria credenza : oltre di che le
difprezzano riguardandole come tanti baftardi della Religione Mufulmanna E* vero che fi è veduto
qualcheduno arrivare a poffedere
nel Governo qualche pofto di con-
quelle Perfone
.
fiderazione
di
,
ma
fono fenomeni , che
radimmo comparilcono fono
Ottomanno
ciclo
VIAG-
il
11?
VIAGGIO DA ACRI
A L
MONTE CARMELO.
CAP- III.
Partendo
Carmelo
te
ta de'
ti
da Acri per
fi
il
MonPor-
palla dalla
Mugrabini
,
o altrimen-
detta Porta di Nazaret
Ufciti fuori delia Città a O- gji*
^
(i veggono le rovine di una s. gjo. fun.
riente,
grandiflìma Chiefa
,
che fu dedicata
a S. Giovanni j e dalla quale, come
accennai al Capitolo IL vogliono
*"*
"
™
"
1
che la Città prendane la denominazione di Sin Giovanni d* Acri So.
no pochi anni j che
avanzi
affai
diftinguere
ne vedevano gli
grandi , e da poter ben
V ampiezza di quelto
Tempio ma il
i
fe
prefente
H
3
Capo
di
A*
cri
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cri
fi
rifare
è fcrviro di quei materiali per
le mura delia Città , ed è
ora tanto demolito , che appena fc
ne vede qualche fotterraneo
L' antica Città li eltcndeva
fuori
i
-umt Bt-
/«.
di quella Porta ancor per
un
quarto di miglio.
Seguitando fempre la riva del
Mare alla volta di Mezzogiorno,
dopo dugencinquanta palli, o due
ftaàj > come dice Giufeppe Iftorico ,
diftanre dalle rovine dell'antica
To-
lenuide , fi trova il Fiume Belus
de! quale Plinio £ii. V. Cap. XIX. Rivai Pagida , five Belus , vitri fertites
arenai parvo Stori mijcens
tore fletto al Ztf.
_— dimofira
la
.
L'Au-
XXXVLCap. XXVI.
prima origine, che da
quelle arene ha arato il verro
Si pub ofiervare quanto
fu
quello fiume parli anche Giufeppe
Iftorico , dopo avere ferino delolemaidc Ab ea BUla Città di
T
.
temUrbe àìflms diwbus fladìis priteterlabìtur Fluvhlus , quem -ovcant
ìieieiim, ex'iguus prorfui, cuipr'ipè efi
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fepulcrum Memnonìs
,
babau juxt»
/e centum fere cubitorum fpatium ,
fid admìratione dtgnifiìmum ; efl e-
emittens arenam
>
quam cum exhau-
ferìnt multile Naves parìter accedente! , focus idem rarfiis impletur
De
Bello lud. Lib.
II.
Cap. IX.
Prefentemente
alcuni
Bache vengono a quelle
,
ttimenti
fpiagge
prendono di detta rena
,
,
e ciò più di ogni altro
Veneziani , ed i Ragufei
fervendofcne tuttavia per ufo di fir
vetro ma dirò dì più , che non falò la rena , che è vicino al lido del
Belus j ma tutta quella che fi trova fopra quefla fpìaggia> ed anche
per quanto fi eftendc il lido da Tiro fino a Giana , è al cafo per ricavarfene molto vetro ; non è però utile
11 prenderne di più > che iia il Info-
per zavorra
10 fanno
i
.-
,
gno di zavorra.
Vicino al detto Fiume Belus
come fi oiìcrva per la teftimonianza
fopra referita del medefimo Iltorico
H
4
Giù-
—
Giufcppe
,
Mcnnone
,
ne è
vi era il fepolcro di
del quale adeltò non ve
vefligio
Difcende qucflo Fiume , che e
, da i Monti del-
di piccoliflimo corfo
la Tribù di Afer
11 Fiume Belus fi chiama pte-fenremenre dagli Arabi Kardane.e
'
palla a guado vicino al Mare Vi
fu Copra di elfo un bel Ponte , che
Saracel' avevano fatto fabbricare i
fi
.
ni)
ma
è ora di (frutto.
il fuddetto
Panato
Fiume
>
in
diftanza di circa nove miglia da Afi arcri Tempre fui lido del Mare
riva
Fiumara Nahr-el- Me-
alla
diana.
Le molte arene
,
che fono in
quelli contorni, allorché nell' Efiate
fon follcvate da i venti , ferrano I*
imboccatura di quella Fiumara , e non
potendo fgorgare in Mare le acque
li
allarga
,
come una
c forma più dentro terra
fpecie di Iago. Laddove
Inverno ò talmente piena , che
vi clfenè pericolofa a paflarfi , non
nell'
do alcun ponte
.
U
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Ildì io. di Febbraio 1761.
manno
il
Sì-
Cavacco
Drago-
Britannico volendo
traver-
gnor Coftantino
a cavallo, perde la vita anne-
farla
gar! doviii
.
Quella Fiumara Nahr-el-Me- Turni*
chatta è il Torrente Cifon > nel cìjoa.
quale furono condoni dal Popolo >
ed ucciii i quattrocencinquanra falallorché il Sanlì Proferi di Baal)
Profeta
Elia fece conofeere agli
ro
Isdraeliti quale era il vero Dio ,
che meritava le loro adorazioni
Tabor
zioni.
,
e prende due diverfe direè per Oriente t che
La minore
ricevendo
le
acque
Monte Tabor,
mon
Lago
,
,
che cadono dal
e dal
Monte Her-
va nel Mare di Galilea
di Tiberiade. L'altro
,
o
lia
ramo mag-
giore feorre preflò di Naim , e parlando da quelle pianure riceve tutte I'
acque , che vengono dal Monte Efraim , dalla Sammaria , dal Campo Maggedo , e di Efdrelon , e feorren«
altre
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Cooglt
rendo le radici del Carmelo , fcaturifce nel Mare Mediterraneo a Settentrione di Caìfa
Una limile accurata detenzione ce l'ha laicista
l'Adricomio nel fuo Teatro di Terra Santa; e tanto è flato oflervato
da' più moderni Viaggiatori , avendo ancor io ocularmente riconofeiuta tal verità Alcuni Scrirrori però vogliono ( che ilCìfon sbocchi in
.
.
Mare , non
al
non faranno
,
Monma for-
Settentrione del
te Carmelo»bensì all'Anita))
fè
detti luoghi
elfi flati
prefenti in
ed averanno dovuto
preftar fede alla relazione
ro da Oflervatori
(fermi.
Lontano dal
fatta lo-
meno accorti,
Maro un miglio,
o due fra il fiume Belus, ed il Torrente Cifòn ftanno fpeflo accampati certi
Popoli
,
che fono
ivi chia-
mati Corani , i quali per altro non
fono fe non una fpecie di Curdi
Daher d'Omar, che ha fapuro in
turto
il
fuo Paefe reprimere le inin gran
, tiene
anche quello piccolo
folenze degli Arabi
Ibggezione
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Popolo vagabondo , che ha per meU rubare , ne vi è ora peri-
fticro
colo > che un Viandante andando
verib il Carmelo , benché folo , lìa infastidito
.
Incirca tre
dalia
fi
miglia
Fiumara Nahr -el
di diftanza ca^/à «io- Mcchatra
sa.
arriva a Caifa nuova
fiata per diverli
co
bricato
i
, la quale è
anni un Calale fab-
materiali
delle
rovi*
ne dell' antica Città di Caifa > della
quale parleremo andando avanti.
Al prelente dalla parte di Terra è
tutta muragliata in forma di Città i
ed appartiene
al
Capo d' Acri il
fare un Caftcllo »
,
quale vi ha fatto
e melTi una Dogana
In quella nuova Città niente vi
.
è da ofiervariì di particolare , clfendo fabbricata di piccole Cafe fenz'
ordine
rabo
.
E' governata da un Signore AGli
> che è l'ilteflo Doganiere
Greci Cattolici , Gre.
abitanti fon
ci
Scifmatici, e Maomettani,
Quei
,
che vogliono andare a
vili-
vifitare li Chicli della Madonna *
che è nel Monte Carmelo , qui Ìli
Caifa nuova pagano un Cafarro , o
fia il Paflàggio , che è a ragione di
paoli cinque per tefta di no/tra mo-
neta ben è vero i che nitri gli Europèi che fanno la loto permanenza nella Cirtà d'Acri , non fon fog:
,
gettì a quello aggravio
,
reftringcn-
doii ai Foreftieri.
Poco
dì/tante
da Caifa nuova
,
da Acri è ì* antica
Città di Caifa , conofeiuta oggi col
nome di Caifa vecchia.
tempo
de' CrifKani fu chiamata anche Porfira , ed era Chiefa Vefcovìlc fuffrarica di quella di Tiro. Fudiltrurta
Saladino ; nè fi veggono in elfo altro, che le rovine della Chiek Cattedrale , della quale ne refta tuttavia
qualche avanzo
Le Cafe fono tute miglia tredici
A
.
te demolite , infieme con quelle »
che vi furono fabbricate pofteriormente da' Maomcrtani i avendo
Ognuno abbandonato quel luogo pct
andare ad abitare in Caifa nuova
Secondo qualche Geografo
particolarmente
,
e
Claudio Tolomeo
Ada
C
^'f'^^
mu
ta s^„
'
XV. Tav.
che Caifa vecchia poflà efSicaminon Tal conpuò tirare con qualche
ragione» quando fioflèrvi, che tra
Tolemaide , ed il Carmelo non vi à
alrro Luogo , che quello ,_ove fi vegIV. dell'
Lìb. V. Cap.
lembra
,
j
ferc la Citta di
gettura
.
fi
ga qualche probabilità di enervi fiata una Città , eflendo le altre parti
fenza la minima aptutte arcnofe
parenza di enervi Hate fabbriche al,
Città
, tanto meno di
L' Adricomio nel Teatro T. S.
ci deferive Caira come
3J.
fabbricata da Caifa FonForfè il prefente nome lo
tefice
ha trovato adattato per dare un
Fondatore a detta Città , la quale è
ftata anche chiamata F.pha, Hepha
cune
.
pag-
una Città
_
a ftì
C'fi
jj
•
.
e Kepha, Capha, c Gaba, i quali
nomi hanno diveriì altri lignificati,
che comprovano quanro poco li debba dar dietro all' etimologia
.
Wi torna
Dìfintta
qui in acconcio l' av- 4* Avi
« ca ,p
ver .
.
Iltì
venire un groflo sbaglio, clic fi legge nel Dizionario Biblico del CsJmct ; il quale Autore , fecondo le
, lo attinfe di Adriano
Relando; ed è, che andando pervia
Acri a Caifa vi fanno
fue citazioni
di Terra da
miglia trenta di diilanza , e miglia
quindici andandovi per Mare ; le
quali certamente non fon tante,
come più di una volta ho fperimentato io medelìmo per ambedue le ftradc , mentre ho trovato
non eflere più di miglia otto per linea retta ( o ila traverfando il feno
per Mare da una Città all' altra
e fole tredici miglia andando per
terra corteggiando Tempre il lido del
Mare Lo sbaglio poi del Relando
.
nafee per efferfi egli ferviro della
detenzione Geogràfica di Scierif
Ibn-ldriS) il quale o nota le dette
miglia con diverta mifura della noftra, o pure erra.
La fpiaggia davanti Caifa vecchia era quella, ove davano fondo
ancora i Battimenti ; ma di preall'
fen-
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ferite è neceflario ai
Capitani di ef-
i che il vero porto è dirimpetto a Caifa nuova, ove il fondo
del Mare è buoniilìmo, e le gomene non fon fottopofte a (offrirà
danno alcuno i ove che dirimpetta
a Caifa vecchia eflèndo il fondo tut-
ferc inceli
to ripieno di grolle pietre , quelle
fegano le gomene, e mettono 1 Battimenti in procinto di perderfi .
Più avanti di Caifa vecchia
fulla punta , che chiamali del Car-
melo , che e una lingua di terreno
che fporge in Mare , vi è un piccolo
Cartello fatto fabbricare dal Gran
Signore per impedire ai Corfari Cri-
andare a sbarcare in quel, ed a contrattare la ven-
ftiani di
la
1
"piaggia
dita de' Battimenti
Turchi
prefe aì
,
,
il
e Mercanzie
che facevano
fenza timore, comportandolo- il Capo d'Acri per vantaggio delle fue
Dogane
.
Alla guardia di fletto Ca-
rtello vi rta
un
Caflellano
Turco,
il
quale fa piccola figura
11
Capo
di Acri fpeflò fpoglia
con
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con
prepotenza
il
detto Cartello
audelle lue poche Artiglierie , ed
delle medefime il mo di
fabCaifa nuova Quefto Cartello è
menta
.
Tor-
bricato felle rovine di una
piena tutta
re antica, delle quali è
fin dal rerapo
Ja Corta della Soria
che quelli Paeli erano dominati da'
Tali Torri fervevano per
Criftiani
.
dare avvili in qualche
fcgnali di fuochi
con
occorrenza
Arrivati alle falde del Monte
voglia afeendere
è bene fmontar da cavallo
Carmelo chiunque
l'opra
,
effendo
la
ftrada
molto ripida
,
e
feoicefa
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DEL MONTE CARMELO
SUOI CONTORNI.
CAP. IV.
Principiando
a
falice
il
Monte^^,
f
.._,
Carmelo da quella parte , che fina <tj„.
come un Promontorio fi fpor- Ur fai
ge in mare
,
s'
incontra a
niltra della tlrctta
rinchiufo da
dal quale
quadrata
un
ilrada
mano
li-
un Orto-
debolilìimo
muro
,
entra in una Grotta ria forza di fcarpello Da
fi
quella full»
.
mano
liniftra
grelTo in un'altra più.
li
dà l'ìn-
La
pìccola.
prima averi circa braccia ventiquattro di lunghezza, braccia diciotto
di larghezza , e otto di altezza La
più piccola Grotta è molto irre.
golare
.
nù parvemi i che poteflè
ef-
M"
,tr ~
maggiore eflcnfione di bracdi lunghezza , e quattro
fere di
otro
cia
di larghezza.
Sono tenute quefte Grotte in
gran venerazione da i Maomettani
ilimandolc come 1' ordinario ioggiorno del Profeti Elia , e perciò
le riguardano qual Mofchéa f
nominandola EI-Kader, cioè la Verde , alla cura della quale vi ila un
Dervifc
co
j
il
,
forta
Tur-
di Rcligiofo
quale colla fua Famiglia abi-
un contiguo tugurio.
ta in
Si vuole
mero
,
che
un nu-
ivi flette
> i qualuogo per levarli dalle moleflie , che ricevevano
dagli Arabi , unendo rroppo vicini
alla Arada maeltra.
li
di Rcligìofi Carmelitani
abbandonarono
tal
Lafciata quella Grotta, nella
quale mediante qualche piccola mollerà è permeilo di entrare i
per
una
ftrada ripida
i
e
ftretta
in qualche parte nella
tagliata
Rocca
a for-
ma
di fcala , prima di arrivare alia
tumulti del Monte li trova il Con-
ven-
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Googl
, ove Jknno prefentememe \
Padri Carmelitani Scalzi , cuilodj di
quello Santo Monte
E' ammirabile U fin» tura di
Convento, nel quale vi fo-
vento
quello
no
tutte
le
neccllàrit:
ilan/e
officine, alcune Celle, e
U
,
orJ
/
e le £•"•*»<
Chicfa
'""*
medclima, il tutto accomodato nelGrotte naturali, che quì
le diverte
fi
trovano. Rcliano quelle
dice del
Monte*
che guarda
4
F'rancefì
in
lulla
quella
pen-
parte,
mare. G|i fcprji anni
Negozianti di Acri vi
il
fabbricarono una lfanza ,
della
quale li fervono per toro comodo
vanno ivi per pafiare qualche tempo ; come pure vi fono (fatallorché
te aggiunte alcune piccole Csìlcttc
per comodo di ricevere un maggior
numero di Rehgiolì.
Nella Chiefa fi ha I' entratura
per due buche della Grattai ridotte
a porte collo fcarpello , una , che
corrifponde nella Piazzetta avanti
il Convento» e l'altra neil' interno
del Convento medclìmo La Chier l
fa,
.
Dfcjilized
by
Google
fa, che è irregolare, è lunga circa
braccia quindici, e larga braccia fei.
fono due Altari , il maggiore de-
Vi
dicaro alla
e
Madonna
del Carmine
,
l'altro a S. Elia.
Efcmplare
è la vita
>che fanno
in quello luogo due Sacerdoti , a
due Laici Carmelitani Scalzi , ftando
fempre in orazione, e a lavorare un
piccolo Orticello, che hanno contiguo
al
Convento.
Vivono
quei Religiofi, e
man-
tengono la Chiefa di carità, cho
raccolgono fino da i Maomettani
da i quali fono molto ftimari per
la vita penitente , che gli veggono
fare.
Quefto Convento . e ftioì Refono fotto la protezione del
ligiofi
Confole Ftancefe di Scìda
,
c
per
fotto il Cpnfolato di Acri ,
giacché tutto quefto Monto appara
tiene ora al comando del Capo di
Acri, al quale devono pagare ogni
anno un piccolo tributo per poter
celiare tranquilli pofleffori di quel
eflò
Digitized Jay
Google
Santuario Tutte lo Feite dell' anno battono Copra il Convento la
.
Bandiera di Francia.
Se devono quei Reìigìofi
fare
qualche annual provvilìone per la
loro Chiefa , e piccolo Convento t
vanno in Acri > ove vi è un Ospizio di loro appartenenza» ma nel
quale nefluno vi abita, fe non per
qualche bifogno Le alrre provviiìoni giornaliere per il vitto bifogna
.
che vadano a farle a Gufa nuova,
che è dittante dal Convento tre
p^,,
miglia, e mezzo.
E
m
devozione , che han- <?„
30 .
no i Maomettani per la piccola mittani
Chiefa del Monte Carmelo , che B '".9J':
nelle loro maggiori neceflità , e particolarmente per qualche malattia,
fu biro
tale la
ricorrono
Immagine
che
fi
S. Flia
a
di quella
1'
fupplicare
S.
Vergine
»
venera in detta Chiefa , e di
farà fpecie a chi
, cofa , che
conlìdera
la
proibizione)
eh'
elfi
hanno di preftar culto alle Immagini. Tal loro fervore l'ho oilcrvato
1
3
an»
134
fra
in quaranta giorni , dia
Settembre, c Ottobre del i 7 6a.
mi
trattenni in
ancori io
compagni» di quei
Religioli
? 53-
" ^*P°
Acri,
Carne-
avendo Guerra
co' fuoi
figliuoli,
è fpa-
alcuni
1
Convento
.fri
h
^l'A
e ' ra *i*'
Ambi Beduini (ì approfitrarono della ^ua lontananza per aflàlire
il Convento, ove abitano quelli pochi Religioli Carmelitani , il quale
lo fpogliarono di tutte quelle povere fuppel letti li i e commefiibili , che
vi erano. I Religioli fe ne lappa-
rono
in
Acri, ed uno, che ve ne
Sedate le
, non fu Arapazzaro
turbolenze tra il Capo, ed i figli ;
reflò
i
detti
lor
.
Religioli
Convento
,
fi
reilituirono
al
rimettendolo in or-
dine nella miglior forma, che ad
permeile il loro (tato
Cijltrne
In tutto lo fpazìo contenuto
fin» «'-dalla pendice del Monte fra le GrotP
Convento , fi vegM,t".' te El-Kader, ed il
gono diverfe Cifterne fatte per ricevere negli antichi tempi le acque
piovane. Fui curiofo di farmi cakelfi
%
.
re in una di eflc , che trovai molto
grande, ed offérvai , che non era al, che una Grotta
naturale rive-
tro
un tenaciffimo intonaco, ma
tempo , e corralo in mol-
Ititadi
guaito dai
nè capace farebbe a mio
,
l' acqua
In poca diftanza per 1" Auftro
da ove è di preferite il Convento de i
Religiofi, li vede una Grotta, che
chiamano la Grotta di Eliféo , fui
fuppofto che hanno quei Popoli
Orientali , che folle il Ritiro di quel
te parti
parere di ritenere
.
C-otta fi
Profeta.
Arrivati finalmente alla fommi- Oavnti
tà del Monte , prima di tutto fi ve- * * Slide una gran fabbrica demolita , che
tefla precifamente fopra il piccolo
Convento
rovine di
Chiefa
,
Sono quelle le
un gran Monaftcro , e
deferitto.
che
al dire dell'
vi aveva fino fabbricare
Carmelum prommtorium ,
Ha lem
Adriconiio
S. Elena
ubi Santfa
Ecclefiam conftruxtx
in Tbeat. T. S.
.
Adric.
E' tale la «abilita, colla quale
fu costrutta quefìa fabbrica , che fembrano piutto/ro muraglie di un Cartello
La prima volta , che io fui
in tal luogo nel 1760. il muro )
che guarda il mare , era ancor più
alto, ma i buoni Religiolì Carmelitani , che poco fotto vi hanno il
lor Convento, temendo, che per
qualche accidente non vernile a cadere porzione di quella gran muraglia fopra di loro , ne demolirono
per l'altezza di fei braccia, il che
non incontrò 1* approvazione di
ogniuno, fui reflenb eli un pezzo di
antichità , che li veniva a diftruggere. Anche Niceforo Callilto nella
Sua Ifloria a! Ut. Vili. Qip. XXXI.
parla di quelF antico , e gran Momftero , che già a fuo tempo era
.
quali diftrutto
Poco dittante dalle rovine di
quella Chiefa , e Monaftero vi ù
una piccola Grotta, la quale ferve
di Cappella, ed è dedicata alla
Ma-
donna, con Cimitero appreflb de i
Religio/i In quefta medeiima Gap.
.
pel-
pella
ufiziarc qualche volGreci Scamatici , I
i
particolar devoziovenerano co, che ivi
luogo, ove elio fi ritirava
extrema parte
Propbetae
refpicìt
vanno ad
ta fra l'anno
quali
ne a
hanno una
S.
me un
Elia
a fjrc orazione. In
jttgi
,
qua mare
,
Eliae fpelunca fpetiattir Nkeph. CaiCip- XXXI.
lift. Ub. Fili.
Dirimpetto a detre Grotte vì
fono due Cifterne, fatte nella for.
fopra
detenne , in una delle quali nelT
Inverno li conferva qualche poco
di acqua ) che ferve per ufo del vicino Convento de i Religioii Car-
ma medelìma
melitani
delle altre più
.
Dinante un mezzo miglio dal- Conventi
Grotta, feendendo un d'^\ Jb"
£
poco dalla parte di Ponente , fi veggono le rovine del Convento di
S. Angelo , il quale Umilmente era
la deferitta
i Padri Carmelitani , ed in quecontorno vi era un Villaggio
chiamato S. Angelo , ma non ve ne
de
llo
reftanodi 1
pre fonte memorie alcune-
n„_
1)8
Dopo
£7%™
ìn
cinque
miglia
arrivi
fi
una Valle » oVe Èuna focgcntedi
j0 0 rfi * clI lla detta comunemente laFontaMargbc-ni di S. Elia SÌ veggono qui vicino
de i buoni avanzi di un gran Convento , che chiamali oggidì il Convento di S. Broccardo , in confidcrazione , che qui abitava detto Santo
allorché chìefe le Regole Carmelitane a S. Alberto Patriarca di Gc,
s.
.
"'<*
rufilemme , e fin di quei rempi di
l'empiici perfone (olitane , ed anacorete divennero Ccnobiti. Quefto
medelìmo è il Monaftcro di Santa
Margherita Vergine , del quale ne
pari* nella Tua Storia Orientale Iacopo di Vitrì Uù. I Gip. MI. Dirimpetto a tal fabbrica vi è una
Dalla capace di ricevere dodici Cavalli
,
degna di
oilèrvarli per
tutta fcavata a forza
di
eflere
ferro
nel
maflb.
L'acqua, che cade
tigua Fontana
della Valle in
la
Rocca
,
,
dalla
(correva pe'l
un canale
con-
mezzo
fatto
nel-
ed in poca diiìanza dal
ma-
Digitized by
Google
139
mare ferma per girare le more dì
un Mulino , che è ora tutro dìftrutto. L'acqua, che perfetdifima tutviene da quei Monti, va a
perderli in mare, fenza che ira fi»
tavia
più ricavato utile neflùno.
Poco più baffo nella Valle fìefdi
fa vi è un' altra buona fingente
acqua
,
e
fi
naioli del
fervono di quella
i
Carmelo, quando
Eftate l afeiutta la
Cinema
Sopra della Fontana di
Re«eli*
vicina
Convento.
al lot
S.
Campati
Elia Co mlTÌ
un Campo , domandato il Campo de i Cocomeri, trovandofi in
refta
detto terreno molte pietre rotonde
di varie grettezze, le quali al didentro fono ingombrate di materia criItallinaaUomigliantealla midolla del
Cocomero
.
Diverti ridicoli raccon-
da quella gente
li fentono fatti
fopra di tali pietre , fino a confidcrarle come effetto di una maledi-
ti
data
zione
F.Ua
,
allora
Campo
gli
dal
Santo
Proto
quando dal Padrone del
negato rpalvenne
J
Gheduno
dì quei
frefcarii
ma
^—-*
;
Cocomeri per
fono ben quelli
rin-
efiérti
fchetzi naturali. Si trovano ancho
altre pierruzze
,
che molto
li
gliano a varie forte di frutte
alìòniì,
e del-
ne trovano in altri luoghi monruofi della Soria.
Tutte le fabbriche , che fono
le limili fe
Fabbriche
C
*ó "nmò
dìfiragC'«<lofi,
1 uef* a P atte del Monte Carmelo
Offrono con tino vamente della muazione per opera degli Arabi, che
t
le
disfanno
,
fervendoti
di quelle
Damismancando elfa
grolle pietre per portare in
ta per fabbricare
,
di pietre
t*ar» iti
Statfinn.
Ott0 migli"
dittante dal
Pto-
montorio del Carmelo, inoltrandoli
per Oriente , li arriva ad un luogo
fopra 1* iltelTo Monte , che guarda
1' Occidente, chiamato
dagli Arabi
Manfut, e dagli Europèi il luo-
go del Sjctifaio
di
Elia
;
in
me-
moria di quanto confeguì da Dìo
S.
il
Profeta, allorché fece conoscere
il vero Dio , dal qua-
a gli Ifdraeliti
le
ottenne
con fiamma
ccleflc
la
con-
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co nlu inazione del fuo Sacrifizio ; ove
talli Profeti di Baal rcftati
Ì
che
efauditi nel Sacrifizio
loro, furono poi condotti nel torrente Cifon , ed ivi ucciil, comedi
tutto ciò fe ne ha dirtelo ragguaglio
nel tib. III. Cap. XVIII. 4e' Rè
In quefto contorno fi veggono
fino al numero di quaranta Grotte
inficine, le quali vi è tutta la proba-
fenza eiìcr
, che fieno
Anacoreti.
fiati Ritiri
bilità
Monte Carmelo
Il
Fenicia
e
,
apparteneva
,
dì Santi
refta nella
la
Meridionale
parte
Manaflc
.
ta miglia
go
di
Eliféo
Ha
.
;
a quella di
un' eftenfione di tren-
Fu quefto Monte
il
luo-
Profeti Elia , ed
e rinomatiffimo non meno
ritiro
de
i
è ftato nelle Sacre Carte per V ab*
bondanza delle fue produzioni , e
per la bontà de i fuoi frutti
ma
:
non è
cosi ora
,
j^Muùt
fecondo U canuto
Calmar, alla Tribù dì Afer, e dal-
efièndo tutto oc-
cupato da bofeaglie.
Si riconofee per altro
la falli-
tami
,
brità del fuo terreno dalla quintili
, che aafeono in quel
fuoloicome falvia , aflenzio , ruta,
timoi perda, uTopo, e fpigo , che
naturalmente vi vengono lenza cul-
delle varie erbe
rura alcuna , come pare i fiori giacinti , giunchiglie, tazzette, anemoli
tulipani, e ranuncoli.
Alcuni anni fono vennero Copra quello Monte due Alemanni,
quali efpreflàmente vi fi trattenne-
i
ro per raccorre, e riconofeere l'erbe più rare, che vi nafeonp , e partirono molto contenti delle feoperte , ed «nervazioni quivi di loro
fette.
Amemiiimo
è
il
Monte Carme-
lo, e vantaggiato per il divertimento della caccia , abbondante tli varia
forte di volatili , e quadrupedi, fra
i quali: ancho delle Tigri.
Dappoiché rimane tal Monte
l'otto il comando di Daher d' Omar
Capo di Acri , è anche libero dagli
Arabi Beduini, che qui continovamentc foggìornsvano , i quali vi
ave-
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avevano anche un Capo particolare
clic
abitava per lo più nel piano.
Sopra
flato
un
"'
il
Monte Cafmelo vi
n'^'/m
nome iraw"*!
è,
Cartella dello Hello
chiamato una volta Ecbatanc , Ne
abbiamo la reilimonianza di PUnid
al Lib. V. Cap. XiX. PrQutButorium
Carmelnm-, tir in Moine Qpprdunt
eodem nomine , quondam Eeùalaw di3um . In detto Ecbatane, come.fi ha
da Erodato
LXIV. MoRe di.Perfia
Lib. Ili Cap.
ri Cambi/e Figlio dì Ciro
Pitagora fpollò andava folo fapta quello Monte , e foio iì «atteneva in quel Tempio
iefwj»
t« Toì.ìà > qu^yifat «tri
fcju,
:
M«
^
lamblicus in viia Pytbagarae
.
Vefpafìano ancora vi è quìlìa-*
to per confortare l'Oracolo del
£«•
melo, ma dice Tacito, che non vi
era nè Simulacro, nè Tempio, ina
folo l'Ara, e la venerazione.
S. Luigi
Re
di Francia trovali*
doli prefentc fopra quello
Morite
1"
anno 11J4. ottenne dal Superiore
de i Carmelitani, che fei de iJiioi
Re-
cariati*.
Religiofi andailèro feco in Francia ,
da i quali hanno avuta origine i
Carmelitani in detto Regno AvenGuglielmo di Sanvico
il Lczana negli Annali Carmelitani Tomo IV. all'anno 1254.
Alquanti anni prima era già
venuta quella Religione dalla Sona.
doli ciò da
appreflò
Tofcana , mentre Ja troviamo
nel Contado Pifano nel 1240. per
un Documento , che è nel Convento
anzi abbiamo notizie per un
-in
di Pila
altro
,
Documento
poteffe
ivi efiitente,
eflère fino del
che vi
124}. Paca-
rono poi i Padri in Firenze circa il
1 168. mentre in dett' anno adì 30. di
Giugno fu gettata la prima pietra
Convento del Carmine, come ii
legge in una cartapecora originale
eiiftente nell' Archivio del medefimo
....
Si vede bene, che Copra dì
del
.
quello Monte vi fono fiate antichifiime i e belle fabbriche , come oflcrvali per i materiali , che fon ferviti
ad altre fattevi pofteriormcnte.cioè
a quelle medefime fabbriche , che
oggi li veggono diltruggere , e andae per le belle Colon,
re in rovina
graniteli/a orientale
ne
di
no
quivi fparfe
Giacché
ii
,
,
che" To-
o male impiegate.
Colonne, è
parla di
da oflcrvaf li ne i tempi di mezzo
quanta gran barbarie fi folle intradotta in luogo del buon guflo- de i
Colo„ af
a,,,"*,
Fabbri.
tempi addietro > mentre per tutta
la Soria , e particolarmente- neHc
Città marittime , Il vede eflete (tare
adoprare male a propolìto per ripieno di muri, e dì fondamenti Colonne belliifime di marmi, e granidiverti le gnali fenza dubbio alcuno erano fcrvite prima per fabbricheanteriori ,. e di ottima architettura .
Se dopo, un guflo barbaro li
fono nuovamente introdotte nella
noflra Europa/ Je idée di grande»
non è. flato, però così in Levante
ed in particolare nelle Città della
Soria , ove fotterrano giornalmente tutti quei marmi , che per la loro groflezza non tanno neppure mati
,
r.
.
neggiare.
K.
GÌ-
_"?!
GITA DA ACRI
A L
.:
CASTELLO DI GEDDÌN,
AL VILLAGGIO
E
LORO CONTORNI.
CAP.
tbi
.
1
DI ZIB,
1
mJM
V.
Acri entrando in ftrada per
h parte di Tramontana , in
mezzo miglio dalla Citun poco verfo Oriente , fi arriva
diftanza di
tà
a Bohattebè , luogo- lituato in piccola eminenza j ove fi veggono le rovine di un" antica Chiela che dalla fina coftruzione moftra, che appartenere una volta a' Criftiani di
Rito Latino , ed in altri tempi è
anche (tata Mofchéa Turca.
Po,
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Pochi pafli dittante vi è una
piccola Mofchéa , ed appretto un
pozzo delta migliore acqua
che fi
,.
trovi ne
i
conrorni della Città di
Acri Fra quella Mofchéa , e là
Ghiefa deferitta evvi un Cimiteril
per i Maomettani , ove fono moltifi
.
limi Depolìti di quegli
li ,
che morirono già
ftefli
Infede-
nell' affedio
di Acri.
Prendendo nuovamente
la
Ara- *'**"'*
da, che va per Setrentrione, fi entra
nella pianura di Acri, fertile perle
molte coltivazioni di grant,.di erzi , dì legumi , e di cotoni, e memorabile per la morte di Folco I.
Re'di Gerufalcmme , Corite diGantè, genero di Baldulno HI., il qua?
ie nel 1 142. correndo, dietróad una
Lepre cadde da GavallbVcà 3 pò*
mo
della fella fpeezarali là tetta
,
* *™-
.
fe
morì poi H di' io. Novembre
di dett' anno, appunto tre giórni
ne
dopo la caduta
to racconto di
mo
di
.
Ci
fa cìrcoftanzìii-
r
.
:
"
'
tal fliccefio
'
Gùgliet»
Tirò '-nella fin lite™ dèlia
K i
Guer-
'fcgr* Uh. XV. Cp. XXFTf.
Scorto per la. pianura fei.iiii-
Gwcia
'
Ab„tìh:a
& m-
glia
*"*
'
la collina per'
prende
fi
le Orienrale
ibùd,iS Sciita
il
,
h
par-
ove giunti fi lancia 3
Abuffinàn, il
Villaggio di
di cotoni
e
molto
prendendo nuova direzione per TraT
montana fi arriva al Villaggio, di
fertile
quale è
.
\
Kuicliàd luogo di .poca rendita , come pure è quello di Anca poco
dittante
CtpiloU
cadi».
,
Pallate tre
-
-
7
•
':.
miglia por
quella
co n; na) e ffi ra nuovamente per Orienre , .e filendo in un Colle più
eminente, per cattive fi-rade fi giugne dopo due miglia al Cartello di
, il quale è dittante da hai
poco più di unìici miglia. E' governato da un particolare Sciclik , o
Geddìn
.
per altro
il quale
fottopofto a quello di Acri
Capo Arabo,
è
buon trattamento , che mi fedetto Sciehk di Geddìn mi
Il
Z7'Tr';- ce
il
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fenza che
ave/Te
ei
conofcenza di
ine, fece prepararmi varj
all'
rinfrefchi
ufo loro dandomi comodo quarcura del
i e Facendo prender
e de i Cavalli:
L' iftefla fera fui tramontai,
tiere
Servirore
;
che quello Capo
in compagnia di altri trenta Arabi
del Sole
oflèrvai
,
accomodò
li
fu dettò
giorno
il
,
a
ravolà
egli
faceva
:
;,
Còme mi
irt
quél
maggior trattamento
dell'
,
ivi-
anno eflendo il dì 13. Luglio 17011
che cadeva appunto in tal giorno
la feconda fetta del loro Baìrim
è
Pafqua
Ne qui farà fuor di
propofìto j che ió raccónti la (riameall' ufo degli
Arabi
Signori s e di quei , che ahitano per
ié Città
che è poco dtffimile dal
• toftùme de i Turchi
Gli Arabi , avendo dirteli irt Ma»Ur*
tetra var j- tappéti ì mettono nelftie»
zo una lunga tavola, la quale non
è alta da terra , fe iion un palmo , «
fìa
.
rà di mingiate
-,
'•
larga
un
-
K
-"
mezzo , fenza al-
braccio , a
cuna copertura di tovaglia,
j
o
altra
ra-
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roba .-Djilribuifcono fopra la mcdeftjni diverti, graffi" piatti, di Pilau , o lìa
rifo cotto aliai afciutto , mettendo nel
_mezzo un gran Montone cotto lena
tutto intiero, la pancia del quale è
tipienad» un'altra forre_di Pilau.Se
jl ninnerò de i Comniénfali è maggiore, dv trenta perfone , ne pongo.110 di detti animali ancor più d^uno.
Tra quelli piatti principali frappongono molti altri tondini» ne iqua.
li vi fono diverfe forte di erbe cotte, e carne fatta .in .varie forme,
frammifchiandoyi .molte ciotole: di
latte rapprefo, ma fatto agro apporta col lievito; elfi chiamano tal piatr
Vi
to Leben, ed i Turchi Iagùrt
è anche preparato il pane, che è
'""mia specie di focacce mal cotNon vi fono in
te , ed aliai fonili
_
.
.
tavola nè
cultclli.,: ne,.
" nè jondinii nè
chieri
,
4111
dUfloyo
Còsi
nè
bic r
foltanto qualche cucchiaio
di legno.
„
accqnwdar»
la
Abbono
tutti quei, :ch&
'
;
-a
forchette,
falviette,
tavola
,
andare a
man-
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mangiare tì lavano diligentemente
mani, e lafciate le loro babbuciiano le pianelle fuori della
, o
ti pre fontano turti
davanti
il Capo invocan, ed
Iddio , gli altri facendo Io lìeflo «
gettano tutti infieme a federefopra quei tappeti, colle gambe in
croce Uno de i Servitori difende
una gran tovaglia fuile ginocchia di
tutti) la quale contorna interamente la tavola, e fenza altri compii-,
menri principiano a mangiare
le
ce
tavola;
la medeiinva
do
fi
.
.
Quantunque vi fieno icucchiaj,
poco fe ne fervono , ma. addirittura mettendo le mani nel Pilàtt
ne prendono tanto da empire la
palma della mano, e formatane come una polpetta così la mangiano
prendendo qualche volra mefcolato
iniieme or di una.cofa , ed or dell'altra
Da bere , che £ fempre acquai;
lo
i fervitori , che fono
bevendo ordinariamente in,
odi cocco, e dirado
chieggono a
vicino
i
tazze di terra:,
in bicchieri di vetro.
K
4
Bc=-
Breviilimo è
il
tempo
t
che
ii
a tavoli; e da quella
lì alzano ringra-
trattengono
un tempo
tutti in
ziando Dio
>
e lavateli colli diligen-
paliano da quella ad un'altra tavola, la quale è ripiena di frutte, e
di dolci , ove ii accomodano Gufia.
te che abbiano parcamente di quelle robe è levata la tavola , e lenza
moverli dal loro pollo, bevono il
,
cafle
i
e
fumano » facendo qui un lun-
go crocchio.
Intanto panano a mangiatagli
avanzi della prima tavola i dependenti del Padron della Cafai e do:
po
di
elfi
Ì
ragazzi
e in fine tra-
;
ìportati i relìdui della prima , e della
feconda tavola nelle ftanze del riti-
ro delle Donne , rocca a loro a clìèl' ultime a fervirli , ed anche al-
re
le
Padrone
ancor
e(fe
il
di
Cafa
;
bevendo poi
fumando co-
caffè, e
1
'"binTi
^oh"
fatino, che per
JUtomata- zion& dell' Alcorano
ni.
i
difpofi-
Maomettani
non
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non poflbno mingi are
male
,
che
lia
di nefiunani*
proibito agli Ebrei nel
Teftimento vecchio , come impuro
Ma non fari forfè a cognizione di
ognuno , che la proibizione di ber
vino non l' hanno per precetto dell*
Alcorano i ma bensì per autorità
v
del Taalìm,cheè unó de i lor«.Li-
—
;
bri Santi, e chi- trafgrediffe
quella
legge, e folle fcoperto , farebbe fot>''topofto a gravi gaftighiv
-L'aótora del Taalìm fondi
la
ragione di tal proibizione fòpra un'
lltoria, o idirei piuttofto fopra una
Parabola doliti quali i Maomettani
fi fervono niolro frequentemente ne
,
i
loro
erano
non
re fra
.
:
(tati prefcelti
Mondo,
di
Dice adunque * che
duo Angeli) mio chiama-^
e' l'altro Marot, i quali
difcorli
vi furono
to Aror,
per governare il
colla proibizione per 'altro
poter:
una
her vino. Eflandona*
betliiTìma
Donna
;ed
il
fuo niariro alcune ditteriJnze domeniche , la Donna-, che aveva defidcrio di edere in buoni armoni» col
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conforre
,
pensò per
comodamento
facilitare
1-
d' interporre gli
acufi-
quelli due Angeli , e perciò
ad andare infua Cala, ove
furono diftintamente accolti , e fu
lord prefentjto del vino a bere , che
non feppero ricufare , ma anzi trovatolo buono , ne bevvero un può
troppo Ribaldati , c: quali inebriati
zj di
gì' invitò
,
principiarono a
quella
.
voler
trattare
Donna con maniere
con
alquan-
to libera, Ut quale trovandoli confuti » ed impicciata , rkorfe ad un'
altuzia
domandando ad
e(Ti
di quali
quando volevano
Cielo i ed eglino per compiacere a lei , gliene, jnfegnarono
edinarasdiatamente prevalendotene»
difrrarve.daloro,ed andò in Cielo,
ove avendo efpofte le fue fupplìche
al Trono di Dio » ella fu Cubito convertita, in. una Stella , ed i due Ari-
parole
andare
fi
fetvivano.
al
geb prevaricatori furono condannati
Giudi-
di li ite fino al giorno del
zio attaccali
peri piedi a delle-
catene di fèrro ne
chiamati Babìl.
grofle
i
pozzi
Do-
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.
Domandando però
mag-
alla
gior parte de ì Maomettani, ifna
particolarmente ad i più idioti , per
qtul ragione Ila lqr prpibito .il vi-
no; raccontano Colo, che Maometto paiìindo. un giorno per un Villaggio , vcdde , che li faceva in elfo
grande allegria i in occalione , che ivi
ceicbravanli alcune nozze
.
e ?eden-
do , che il vino era (a cauta maggiore di quella vivacità concepì della (lima per elio , trovandolo così
,
proprio a rallegrare lo fpiciro . La
mattina confecntiva ripafsò. Maometto per l' iilelfo luogo , e vedendo
terreno in varie parti afperfo di
fanguc j domandò qual folle di ciò
il
,
e fentendo , che quelle
la cagione
la fera antecedente
aveva egli vedute sì ajlegje , rifcaldatc
«oppa :dal Vino erano venuteava,
iteffe genti ,.cbe
rte difpjjrc
i
c
1
finalmente;- elfcndafi
; alcune erano- .flate morte_,
altre ferite , e che .perciò era
quel fuolo; afperlo di fangue. Maometto deprezzò Cubito il vino, quaft-
battute
ed
:
tunque 1'avefle lodato
i
fuoi feguaci a
II
Capo
,
e Cofiiìgiiò
non berne più
.
dì Gcddi'n la fera rtef-
fa un' ora dopò il tramontar del
Sole volle venire a vedermi mariigiare, -piacendoli, che io fecondai
;
li
gli
il
fuo coftume delle
quali
cofe
Arabi molto
eflendonii
fi
compiacciono,
dovuto attenere dal ber
vino per non darli
1
minima om-
la
bra di difpiaccre , né difgufio nella
propria Caia , fapendo edere a loro
proibito di farne ufo Utile mi fu
di aver procurato d' incontrare il
fuò genio ,. giacché fui da elio con
.
numerofa- compagnia mandato a ve>
quelli condere diverli luoghi di
-<
La mattina
'tàtrì. -
*
•
-'
]
i
,
>' -:._:.
confecutiva ouer-^
vai tjuefro Cartello di Geddìn, che
è in qualche parte reftacrato folle
rovine -dell" antico Cartellò Indìn,
che fu già de i Cavalieri Tentoni'
ci. Vi fono in quello contórno, diverte abitazioni di Arabi. Maomettani dependenti dal Capo tnedeiìmo.
Ri-
Digitized by
Google
Cartello
Rilìede quefto
"57
ne
i
Monte Saron verfo Oriente, egodedi bella fituazione , avendo fono di fe varie colline, l'amena, c fertile campagna di Acri,c4
confini del
il
mare,
DtiMmn
Monte Saron,iopra del qua- S«w.
Il
--
poco mi tratterrò, delcrivendonc alcuni luoghi , è nella Tribù di Afcr. .
)e alcun
Dopo
.
Geddìn
in
offervaro
il
Cartello
j£-s
di cuMia.
compagnia di dieci, 0
dodici perfone il Capo mi mandò a
vedere un fuo giardino , o fia un grand'
Orto chiamato Gcddòn , al quale lì
arriva dopo aver fatte fei miglia per
cattivùTime ftrade mpnruofc , e fcofcefe
ri.
,
ma
rivettile
di piccoli
L'Orto diGeddòn
è in
albe-
una fpa-
ziofa Valle, la quale per diverfe
miglia è rivettila di alberi fruttiferi , ma particolarmente di ulivi, di
:
mandorli, di pcfchi, di albicocchi,
e di fichi, U rerreno, che da ogni
parte riceve le acque , che Corro-
no
dalle diverfe forgenti del
Mon-
Digitizedby
te
,
produce molti cotoni
.
Ornano
quella Valle diverfe conferve d' acqua,' per la quale gli Arabi hanno
paflìoJie grandrllìma. Appretto ad una
;_.
.'_:.
>--
di quelle vafche , ed ali" ombra degli
alberi fu preparata una buona colatkftte y tornando di li , e per la ftra-
dà medefima
Villaggio
Ii'iftcfio
al Cartello di
Geddin.
giorno quàttr' ore a-
J
r
'Jj '. vanti
il tramontar del
Sole, prefi
congedo dal Capo di Geddìn, mio
generofo ofpite ; ed incamminar^
dòmi verfo Oriente , arrivai dopo
féi ridglìa al
Andai
mo
a'
Villaggio di Terfcià
ripofare
Scrivano del
in
Cafa del
Capo
di
pri-
Geddin
,
if quale il detto Capo mi aveva
date delle lettere di raccomandazione. Quella none prefi ivi ripofo in
per
una Capanna ricoperta
giacché
il
di frafche
calore della ftagione
»
non
permetteva ih quel luogo di (rare
in cala, mentre quanrunqué il Villaggio réftì fópra 1' irteflb Morite
Saron , ha conturtociò inforno di fé
alcune maggiori eminen^, clm rin-
Digitized by
Google
w
una valchiudendolo quali come
rendono nel tempo di Eftatc
un foggiorno molto incomodo
Gode anche quefto Villaggio
che
delle abbondantiflime acque ,
le, lo
.
fcorrono da rette le parti del Monte Saron , per cui è renile dicotoi
ni , e di ogni fotte di frutti- a
prodotto de i
tabacchi , che fe non fono di tutcolpa
ta la perfezione , è piuttofto
quali
aggiugne
fi
il
degli agricoltori, che, raccolti che
quelle digli abbiano , non ulano
ligenze
,
che mettono in pratica
quegli delle
Montagnedi Gibeletto.
vm*gg'>*
trova
£ M/m
Partendo da Tertcia,
a
Tramontana cento
ftrada
il
fi
.
palli fuori di
Villaggio di Malia; ove è
vi
, e nella quale
un' antica Chiefa
anziano qualche volia i Greci Cit"
Quello Villaggio quantuntolici
que li* or* rinterro > nientedimeno
efière llato ne i tempi
fi dilìingue
.
\
__OiSÌiÌ£e*i-k£GoogIe
i6o
Valle, fin.dal principio della quale
trovano divedi Mulini.
Le acque , che vengono dalle
partì più alte del Monte Saron , in
quella valle , e che fanno andare i
derti Mulini fon ricevute in grandi
fi
.
-
conferve dì buona coftruzione fatte
addila di torri tonde, le qua li pie-
ne che fieno
,
tramandino
acqua
1*
filile ruote di più
ciTe, e l'acque mepoi in altre fimili
che fono a qualche diftanmaniera fteffa fan-
per alcuni canali
Miteni 0 piè di
pallano
deiiroe
conferve
za
no
.
.
,
,
le quali nella
girare altri Mulini,
Scendendo
j fi
•;
j
abbailo
Vafla verfo Ponente
quefta
di
trovano di, che
Mulini
verfe altre fabbriche
antiche
fembrano
altri
eilère
fiati
forma , ma di
preferite lafciati in abbandono
L' acqua che in abbondanza
feotre nel mezzo della Valle , forma
un piccolo Eiuniej abbondante di
fabbricati in
altra
•
pefei,
il
quale va a perderiì. fra
divedi Orti, e
i
Campi, che fono
nel-
Digilized by
Google
t&l
nella pianura d' Acri fino
durli in
Le
a
con-
Mare
Colline circoltanri alla Val-
fono ricoperte di bofcaglie ; nel
fondo poi) ove pattai* acqua, vi fopiantati da una parte , e dall' altra tutti platani , che per la loro,
grettezza fanno ben distinguerò qiian^
le
no
to vecchi pollano ellère > rendendo
quefto luogo ben deljziofo.
mezzo di quella Valle lem-
A
mulini ^ a
tano quattro miglia
da.
man
una gran Chie-
lìniftra
trovali
i
JJM,™!;
gufto Gotica tutta fabbricata
di pietre. Rellai invero forprefo di
fa di
trovare in quello luogo una fabbrica tanto bella, e refa ricettacolo
degli armenti", che fon condotti a
pascolare in quei contorni-. Contiguo alla Chiefa vi è anche un quartiere fabbricato colla folidità mede-
fembra poter elfere flato
, che
l'abitazione pcriMinillri della ftefsima
Chiefa ; ne altro potei rilevare
da qualche Crilliano, fe non che
Hata anticamente dedicata al-,
fa
elTere
L
la
Digitized by
Google
Madonna; come
la
ed a
S.
ftiani
alla
Madonna»
Giorgio Cogliono dire
orientali
,
i
Cri-
di cflère dedicate
noa
hanno altra poi iti va notizia.
Tal defcritta ChieCa è limata
alle radici di un altro antico Catutte quelle ChieCe, delle quali
Ca]ttlh fi
Mtuttfur-
"
ftello
de
i
Cavalieri Teutonici chia-
mato Mqnteforte . al quale fi aCcende rampiconi per una difficile ftrada ) e col Coftegno degli
alberi
,
che
fono Copra la pendice.
Gli Arabi lo nominano ora
il. Cartello incantato. Non fono ivi
fe non ammali! di pietre ,CaCe dìflrurtc i e qualche avanzo di gran: nè faprei
fe quello
un luogo anche
Teutonici i vedendovi-
dìoCa fabbrica
polla
ftato
eflere
anteriore da
i
de ì marmi , e delle colonne di lavopili antico de i loro tempi Quel-
fi
ro
lo
.
,
no
che rende ftupore è , come padaeiTete
flati
li
trafportati
,
non
meno
e he tutti gli altri materiali
non euendovi ftrada alcuna ; o bifogna fupporre > che lìa quefta
Digilized by
Googll
rtata guaftata, ciò
che non appare,
lo quali azzarderei didire, che il parto
più comodo per arrivare al Cartello
era per
i
levatoio
il
,
mezzo
di
un ponte
quale, andartè
a
a potare
fulla cima di un altro vicino Monte, che gli è dirimpetto , Culla parte
Mezzogiorno
>di
,
ove
è
comoda
, la quale oflervai ,che aveva
anticamente avuta una voltata verfo del Cartello di Monteforte , fcguitando la quale fi caderebbe ora
in un profondo precipizio) che. è
ftrada
due Monti.
Alcuni Arabi mi dittero , che
una ftrada. fot-
tra querti
dalla Chiefa vi era
terranea , che conduceva alla cima
del Cartello, ma in oggi è ripiena,
come veramente ne
che
oilèrvai qual-.
veftigio
il Cartello di Montee difeeiì dal Monte Saron
, traverfando-
Labiato
forte
,
dl
M"
'
nella pianura di Acri
la
pcrandarc verfo Ponente,
vano divedi luoghi
ni
de
i
quali
diftnirti,
li
tro-
alcu-
dimoftrano di effere
'Li
fta-
Digitized by
Google
Irf
4
Aite graffo Terre colle loro Chiefe
Tra
quefti vi è
Bcdar
Territori»
Bsdumus
Àcon
1.
,
Munici-
già
pio. Bedar Matncipium
,
fittati
in
quoti cut» Juis agrìs
Rex krufalem
Bstbelee-
mitì Epifcopo eum haereditarh jare èim dedit. Adricomtus in Tè. T.
S.pag. i. Guglielmo di Tiro parla
di ral donazione nel liù. XI. Cap.
XII. della Tua Iftoria
g™p
rrr "
'
della
Guerra
Sacra
Traverfata che fi abbia da Le^
vanta a Ponente la Pianura di Acri
poco più larga dì feì miglia , fi perviene alla riva del mare ad una graffa Terra chiamata Zib, ove fono
dei vecchi edifizj diltrutti > non refìandovi fe non un Caftello di non
mcmor-abila antichità , che è guardato da pochi Soldati del Capo
di Acri, a cui appartiene.
Zib è già cognito nelle Sacre
Carte, lofue Cap. XII.
Cap. XIX. forto i nomi di Achfaph , e Àchziba \ il
Re del qual luogo fu combattuto ,
c vinto da Giofuè
Plinio Lib. V.
Cip. XIX.
&
.
Digitized by
Cooglt
taf. XIX. lo
chiama Oppóniti Ee~
tòppa
Dal deferito luogo alla Cirtà
nove miglia di di-
d* Acri vi fono
ftanza.
L
;
VlAG-
166
VIAGGIO DA ACRI
A NAZARET
CITTÀ DELLA GALILÉA.
CAP.
tranquillo
VI
governo
di
Dahet
ILd" Omar Scichk.oCapodi Acri,
e la fui vigilanza per tener lontani gli Arabi Beduini da tutto il
Paefe
ha
,
refa
che è Cotto
la
il
Galiléa
Provincia, per
la
fuo
una
quale
comando
iicuriflìma
ognuno può
fenza timore di cattivo
evento
intraprendere qualunque viaggio
Un tal buon incontro ne i tempi
appunto i che io mi trovava in Acri
iccemi nafeere il deliderio di dare
.
una
per quei Paefi più celebri della Galiléa , principiando dalla
fcorl'a
Città dì Nazaret
fa-
sci
by
Google
Informatomi della maniera i che
doveva tenere per adempire quemia brama , trovai t che un fem.uomo » che mi fofle di guida
io
lla
plice
per
ma
le Arade > era fufficientiffimo >
pure trovato da unirmi con al-
buona compagnia > il
di Gennaio dell'anno 1761.
da Acri dalla Porta chiamaNazaret verfo Oriente .
fuori di Acri , al princifi vede un monticcllo > che
fi
vuole effer quivi
{tato alzato da i Maomettani , che ci
tre perfone di
di
2.
partii
ta di
Poco
piar della Pianura
fi
fortificarono
allorché
volta attediarono
,
ultima
1*
e prct'ero la Cit-
tà dì Acri
fi
) nel qual luogo veggonlotto di eflb alcuni avanzi di più
antica fabbrica.
Traverfata
nura di Acri,
la
fi
fertiliffima
arriva ad
un
Pia- rifagli
altro
piccolo Monte chiamato Telkifsàn (
fu cui era già un Villaggio di queIlo nome In poca diftanza fi veggono i Villaggi di Miàr edi Damùrt
.
,
L
4
Bit-
ài
J/'j^,*'
,'jì ó„-'
ari*
•
Casèllo
Panati tali luoghi fi entra fra
cerre deliziofe , e piccole Valli tutadorne di alberelli falvaticì
iAbtiia. te
.
Dal fondo di
elTe
fi
veggono
dìveriì
Villaggi , e fra elìì Ticrì , che potrebbe piuttofto chiamarli una grofTerra ; rollando a delira in una
&
eminenza il Caflello di Abelìn
con un groiló Calale contiguo , ove
bella
comanda
il
fratello del
fottopolìo.
Capo lufeph
Capo d'Acri,
d'
Omar
a cui
è
.
Retta quello circa otto midillante da Acri , e qualche
antica fabbrica t e gl'imperfetti avanzi di una Chicfa farebbero congetturare eflcrc fiato quello un luogo riguardevole i e forfè la Città di
glia
Zàbulon , che deve eflèrc nella Tribù dì Afer , che vien polla vicino
a Tolemaide ; e fe così folle , farebbe ivi appunto » ove morì , e venne
fepoito
Ahialon
Giudice
del
Cittì di
Digitizéò by
Google
ed incendia^
de i Roman
,
Monco
quali
formalizza che
fi
fi
incendiata quella Città tanto bella
e.
particolarmente
,
per le fue Cafe
edificate a lìmilitudine di quelle di
Tiro
,
di
Sidon
,
e
di Berito
.
h-
fipb. de BtthJud. Lib. Il Cap. XXII.
ri 3Ì £?u, tal Toi jhuijtafov Ki/LÀIIit
ÌXfit
rÌK
altlac
ófigfut
Zil&ri é Bifput-i
Tali
ÌtJafujf(ftJi
i:
Tópu
$
Mirpitnr
Quella Città fu in appceflb Sedo Vefcovile, ed Eliodoro Vefcodi cfla l'anno 315. intervenne
al Concilio Nicéno.
Ufcitida quelle Valli fi entra
in un* altra maggior Vallata chia-
vo
Campo di Zàbulon > che è
due migliai e lunga ledici, la
quala è fertile , e tutta coltivata
E' quella dittante per fei miglia da
Abelin Si veggono in efta i Villagmata
larga
fjJJL
viii*xgi
di
7^/.
.
gi di
Benedie
,
e
Tabùl
Sulla parte delira
fi
parta
da
F°«t'
&
una Fontana chiamata la Fonte dì ZaM"»Zàbulon , contiguo alla quala vi è
nn
miferabile ricovero per
gieri
,
i
Paffèg-
e particolarmente per le vet-
Da qaefta Fonte alla Città di
Nazaret ti fono fei miglia ; ed ordinariamente tutto il Viaggio da
fi fa a
Cavallo in
fette ore
Acri a Nazaret
DEI.-
Digitrzed-by
Googli
DELLA
CITTÀ DI NAZARET
Qy/NTO
CA OSSERVARE IH (SSA
VI e'
NE' SUOI
C A
CONTORNI
Città
Tribù
nella
^
,
.
V IL
P.
'Azarer
della
di
Galilea
Zàbulon, È
-1 *
fituata in gradi 53. 15. di
long, e 31. 30. di latit.
Il gran
Miftero dell' Incarnazione del Divin Verbo feguito qui
ci perfuade abbaftanza dell' eccellenza di quefto luogo, e della ftima,
in cui deve efiere appretto il Mon-^
do Criftiano
.
Noftro Sonore fu quivi educato
,
Lue. Cap. IV.
ver. 16. e vi fece
la fua ordinaria
dimora , allorché per
trentatrè anni
trattenne qui in ter-
fi
Na-
Nazaret ha tenuto
tra
rto
il terzo poquattro Città Vefcovill
le
Metropolitane Cotto
di
il
Patriarcato
Gcnifalemme . Tettati Metropolieft Nazarenui unum filum ba-
tams
beiis
fiigragaìieum , Tyberiadenfent
Epifiopum . laeab. a Vttr. Li'b. I.
Cip. IVI.
v'"f v\:
Al tempo de
1
la»™/ nov ° 1 uciìa
.
*
dagli Ebrei
,
Romani
i
Citta ad e
^
contiabitata
e fino all'Impero di
Co-
Magno . Dipoi i Saracini
cdiCriiìiani l'hanno avuta alternativamente Trovali ora Cotto il Dominio Arabo di Daher d'Omàr Capo di Acri , e Principe di tutta la
flantino
.
Galilea.
stam prt.
La
Città di Nazaret dopo lo
«hime he calamità
Ìww 'do
furono
Ccaccìati
cidentali
dalla
fofrerte
,
i
quan-
CrifHani oc-
Terra Santa, è
ta per moltiffimo
tempo un
fia-
mifera-
bit luogo , comporto di poche CaCe
e quelle abitare dagli Arabi , aven-
done loro difinitte tutte le fabbriche
che vi erano , e particolarmente le
"
Chicle.
Na'
Digitized by
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Ne'primi inni dello fcorfo fecolo riprincipiò quella Città a refpiraro
alquanto i allorché dall'Emlr Faccar-
dino Principe dc'Druli, del quale avrò
luogo di parlare altrove, il di ndel mefe di Settembre dell' Anno
comò abbiamo dal Waddingo
de i Minori Oflérv. fu
concetto ai Padri di Terra Santa >
Minori Oflcrvanti di riftabih'rvi la
Chiefa dell' Annunziazione , e allora principiò nuovamente a popò-,
1S10.
negli Annali
lari!.
Dopo
la
debolezza del coman-
do
di detto Principe in quelle parti
della Galiléa , e la fua morte , ricadde quello Paefe fotto le tiran-
nie degli
le
Ottomanni, ed efpofto
al-
conrinove feorrerie degli Arabi
E' riforto finalmente in quello
fecolo fotto
Daher
d'
Omar
,
di cui
ho più volte fatto menzione ; i!
quale tutto rivolto allo feopo del
Commercio
.
non pensò
fe
non
.a
rendere maggiormenre libere le principali Città de'la Galiléa da tutte
b incurfioni
degli Arabi
e agevola-
,
re ad ognuno di venire a nuovamente popolarle : per ciò fare le vi-
etava fpeliò
,
e prefcelfe la Città di
Nazaret per un luogo di fua Villeggiatura , ove fi tratteneva diverli
Meli dell' anno amminiftrandovi
buona
giuftizia
Oflèrvò i che il numero maggiore delle nuove genti , che andavano
ad abitarla? erano Cri/i uni , (pinti a
qui venire, in confiderazione di una
Città a loro tanto cara Gli accettò volentieri , ed aumentati gli abitatori , e le cafe , fi è di nuovo ridotto un paefe , al quale non disdice il nome di Città
.
Ritiratoli
Daher
d*
Omàr
di
qui i non
ha laicia rp , fc non il fuo
Palazzo > nel quale foltanto qualche
volta l' anno vi va per pochi giorni
vi
a diporto
In appretto
il
detto
Capo ha
rilafciate tutte le rendite di quefta
Città , e delle Campagne adiacenti
ai Padri di Terra Santa , i quali
pen-
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penfano inoltre a rifquotere tutt'i
diritti » che fi pervengono al Capo
Daher , a cui pagano un' annua ionima di danaro a guiià dì un affìtto.
Le Cafc della preferire Cuti
fono tutte fabbricate di pietra , fopra parte de' Monti» che la circondano i i quali fono tutti Aerili , e
falfoli
Li flrada principale i che divide la Cktà , ha u fuo corto da Tramontana a Mezzogiorno.
0
Oriente della Città fi vede
la bella Chicfa dell' Annunzialo- zuzioat.
ne S. Elena fcbbricò qui un bel
.
^™*
A
.
Tempio
tìttis
,
Inde orienta* verjus defeex-
.
Nazareth perveiùt
,
Domo
Dei Genitrici permoenum
Angelicite
t alianti
Templum, Nùepb.
Vili. Cap.
Fu
Callift.
$r Salw
reperta-,
exeitavit
LO.
IJi-
XXX,
quella in appretto difìrutta
da' Saraceni
,
e
riedificata
come
dilli
nel 1620. dai Padri di Terra Santa!
I
hanno
quali
dipoi
in
più
volte vi
fonerei diverti travagli
.
Sono
ora
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ora circa anni trenta > che hanno
fatta mutare intieramente di faccia >
e conftruzione quefta Chiefa, aven-
dola rimeflà in miglior ordine
Prima di entrare in Chiefa fi
trova davanti una Piazzetta, che
rende ornamento maggiore alla facciara, che quantunque iìa fabbrica
, non lafcia di avere
qualche buon ornamento.
La Chiefa è di tre navate divìfe da diverfi Pilaftri di pie-
di Paefi barbari
tre
.
In quella di
mezzo
1'
riliede
Aitar maggiore dedicato all' Arcangelo Gabbriello , al quale fi afeende per due fcalc , i balaultri delle
quali fon dì ferro . eccellente lavoro d' uno dei medefimi Padri , abiliilimo in quella protelìione > che
morì poi dì Pelle in Acri V Anno
1760. Dietro all' Altare vi è U Coro per i Religiofi , e fotto ad elfo
e fòtto all' Altare refta la grotta,
la Cappella dell' Annunziazione
Si fcende a quefta Cappella
.
OffM,
«w-JS^per una
ct.
---
belliflima fcala di fini
marmi
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mi comporta dì quindici fcalini la
quale rcfta fra le due leale , che
conducono all'Aliar maggiore, effondo finiata in una maniera molro
,
Chiefa del no-
fintile alla bclliffima
ftro S.
Miniato
Cattedrale
al
Monte
dell' antica
,
o
alla
Città di Fie-
fole.
Scefa
la
detta feala
fi
venera
il
luogo.» ove Maria Santiflima fu an-
nunziata dall' Angelo.
Si oflerverà in quello fotterraneo due colonne dì graniteli bigio Orientale
,
e
non
di porfido rof-
come
dice lo Zuallardo. nel Uh.
W- del fno viaggio di Gerufa-lemme. Effe colonne , fembra , chepoffo
fano effere qui fiate polle per foftenere, o aificurare la volta della
Grotta. Una di eflc è rotta, e mancante di circa un braccio nella parte, che dovcrebbe toccar terra ;contuttociò ii foilkne il rimanente fofpefo alla volta, che fuppongo per.
ellèrc aflìcurara fino dal
pio con
Aio princiqualche pernio; quanrun-
M
que
I
7 fi
que da' Criftiani di quella Cini fia
con lì dento come efletto di un miracolo
>
a confuiìoiie di alcuni
Mao-
mettani i che la ruppero , non iaprei fe per difprczzo , o fìvvcro , come altri dicono > filila fperanza di
trovarvi forto
un
teforo
,
come
loro
era flato fuppoflo
L' Altare dell' Annunziazìonc >
che tiene in quella Grotta ii primo
pollo* è bene adornaro di Marmi , e
di arredi , non mancandovi in quello Santuario un competerne numero di lampane di argenro-, doni di
diverfi Principi Criftiani . Si vede a
mano manca entrando in quelle
Grotte un altro altare dedicato all'
Arcangelo Gabbriello.
Rimontando dalla Grotta oflervafì dirimpetto) corri fpond ente fopra la porta) un organo con un'orcheftra , che quantunque piccola
rende del finimento agli altri ornamenti della Chiefa
Nella navata , che refla in corti» Efifiolae
,
fi
trova a
man
delira
un
un Altare dedicato a S. Antonio di
Padova) ed in fronte. della navata
un altro Altare a'SantiGiovacchinO)
ed
Anna
Culla iiniftra del quale vi
,
è una porta
,
per cui
li
entra nella
Sagrcllìa ricca di (acri arredi
Nella navata iiniilra vi è 1"
Altare di S. Franccfco d'Affili , ed
in fronte vi è quello di S.
pe
Giukp-
adorni di belle Tavole
tutti
Per
le
giori dell'
Solennità
anno
i
,
e Fcfìe
mag-
Religioii parano
tutta la Chiefa dì Arazzi
%
ove fono
efpreffi diverii Miller; della vita di
Maria
tatto
magnifico dono
pietà di Cala d' Au-
Vergine
dalla
,
lirla
La Chiefa. dì Nazaret è liticaogni genere con tutto il decoro, al. pari di qualunque altra
Chiefa Cattolica dì Europa
ta in.
.
Ogni
Compieta ,
fera
dopo
unitili tutti
cantata li
i Religio-
e molti de' Cattolici di Nazafanno una Pnxelfione per la
,
Chiefa cantando divedi Inni; vifitano
t
ii »
ret
M
tano in primo luogo la Grotta i e
cintando il verietto Verb'um
caro, vi aggiungono bìc , dicendo
b'te Vefbitm caro faélmn ejl. Dopo
padano all' Altare di S. Giufeppe >
a quello di S. Giovacchino , e finalmente all' Aitar maggiore
11 Padre Ambrogio Myìler di
CmvtBta ài
Nazavtt. Fulda, che era allora Guardiano di
quello Santo Luogo , dopo foddisfatta la noftra devozione nella vinta della Chiefa , ebbe la bontà di
far vedere tutto il Convento, dentro il recinto del quale è iituata la
già de(cnrta Chiefa'.
Oflervai offer quefto grande , a
fpazioiiflimo i le mura del quale ,
non meno che la porrà , che è di
ferro , è farto rutto in forma di Cartello , e ben gii è flato a quei Religiofi Padri di edere cosi fortificati per liberarli talvolta da quaU
che attentato degl' Arabi , eflendò
pur corredato di Mulini , di Spezie ria , di Officine, di Giardini, e
quivi
d'Orti,
f
-
Digitized by
Googll
Il
numero de' Religiofi , che
qui fogliono (larvi, è di' dodici a'
quindici » ma per lo più fe ne trovano Tempre in maggior numero
quando li coniiderino i Pellegrini, o
Vifitatori, che vi vanno
Fra loro vi fono due Padri , Ì
quali colla perfetta cognizione dell' Arabo fervono di Curatisi Cattolici della Citta ; vi è in «lire nn
Macftro per
infegna
l'
Italiano
a' figliuoli
de
, che
Nazzareni
lingua
,
i
'
unitamente alla lettura del Latino*
ammaeilrando loro anche nel canto
fermo per fervido della Cliiefa
-Gli abitatori di Nazaret fono Akhtitri
due terzi Cartolici , qualche -Greco rf; Min>"•
Scifmatico, c pochi Maomettani
E' particolare fentirc qualmente in
queihi Città tutti padana !' Italiano , eflèndoli introdotta quella Lin.
-
.
.
:
gua quali di padre in figlio , facilità» che de veli ti ferire alla Squola ,
chp hanno * come dilli, i Padri nel
lor Convento , ed
no andare tutti. i
M
3
alla quale
piccoli
devo-
ragazzi»
ovt
ove imparano anche tutte le opere
diCtilliani pietà. Il Popolo di Nazaret è (lato in ogni tempo comporto
di cattiva gente , comurtocìò negli
anni prefenti fe ne può dire diverfamentc .
1 Gceci Scialatici vi hanno in
-Nazaret una piccola Chiefa forterranea dedicata all' Arcangelo GabbriellQ,ove fi' ritirano per farvi le
—
.
C6
a"J'.'
loro funzioni.
«#»;«•*
ar
«<
ili
.
dm- ra
.
jj on mi ellcnderò nella manicdeferirete gli abiti degli Uo-
*
Na- mini- di Nazaret , giacché fono mol.
to limili a quegli degli Arabi:, de'
sarti,
quali
pure
difeorlì
le
Donne
ti gli altri
già
al
Cap.
I.
,
ma
diflèrenziano da tut-
Paefi della Galilea.
Vertono indotto una camicia
le maniche della quale
turchina,
fono rno Irò larghe, e lunghe, che
arrivano tinoia toccar terra. La tela delle maniche è-lavorara a rtrifee per lo più turchine , rofle , c
.
bianche
.
Quando fono Spofe
,
quella
Digitized by
Google
camicia l'hanno bianca, c le
maniche ornate a ftrifce di vatj
, con qualche rozzo ri-
ftefTa
colori allegri
Sopra della camicia portano
che è della roba medefiche li cingono alla vita con
una
ma
una
no
di
,
velie,
,
larga cintola di cuoio.
brache lunghe fino
le
Tengopie-
a'
e quelle pure fono a righe di dì-
;
e poche fono quelle i che
qualche volta ufino le babbucce
Portano in reità una fpecie di
berretto fchiaceiaro, con una gran
Safcia , o fia una fafeia a più doppj
di tela turchina , con ftrifce di fe-
fcalze
ra rolla
,
li
fafeiano la
fronte
,
le-
gandola dietro la tetta con due
cocche , una delle quali lardano
cadere
altra
lì
fpalle
dietro alle
coprono
il
,
mento
e coli'
j
e la
bocca.
Maomettani in Nazaret non vi
hanno Mofchéa, quanrunque iia luogo dì loro dominio ; non vi tengono
I
aailtrn ,
,
Digitized by
Google
Miniitri né di Religione
to
,
me
, ni: di Stadi quello luogo , coPadri di Terra Santa una
ed il
godendone
dilli
i
i
rai quale fpecie dì Sovranità
:
Capo
di Acri non ifdcgna di dare
Guardiano di Nazaret il titolo di
Capo di Nazarer.
Capfiila
A Tramontana di Nazaret difi«o r7 fonte dal Convento dell' Annunz az ' onc fl oflcrva una piccola CapCafaiì s
Omfitpi.fcfìz di proprietà dc'medclimi Paal
'
dri
di.
di Terra Santa
Cab
di
S,
fotto
Giufeppc
fabbricata nel luogo
>
il
titolo
Quella è
ove era prima
.
una gran Chiefa, della quale non
ne avanza altro , che un pezzo di
muro, come
Ohfi
in-
titolata la
smagiga.
fi
oflérva dietro alla
detta Cappella
Nella Parre Occidentale della
Città vi è una Chiefa , nella quafo i 0 quache volta l'anno vanno
ad ufiziarvi i Padri di Terra Santa
E' qnefta un' antica Chiefa di
una fola navata , che fu dedicata ai
quaranta Martiri
che vogliono
fabbricata ove era la Sinagoga , nella
ic
,
;
id by
Google
quale noftro Signore dinioltrò , che
nella fua Perfona era compita la
Profezia di Ija. Cap. LX1. ver. ì.e
a.
riguardante la fua miflione S. Lue.
Cap. IV. ver. 18. e io.
E' flato quello Luogo per del
tempo
cattivi/fimo
in
fervilo per
ma
è ora
ftalla
,
» ed è
armenti ;
flato
di vili
reftaurato
e rimetto in
full' Altare del quale vi è rapprefenraro in un quadro
Noftro Signore,allorchè fi trova fpiegando la fudderta Profezia
Di quì poco dittante vi è una
Fontana abbondante dì acqua la
buona forma ,
.
quale ferve per
ufo degli abitanti
Paefc
E quella chiamata la
Fontana della Madonna , perchè con
buona congettura fembra , che efla
poflà efferli fcrvita dell' acqua di
quefta Fonte, come prorTìma alla
fui Cafa , e quali 1' unica % che quì
1
del
.
follò di vìva (ergente.
Un'
rabi
1 che ve n' era più a
che chiamavano gli Acioè Fontana nuova,
altra
Occidente
,
Aìn -gedide »
/^""^
la
m*ì—-
«a.
vaimi
dittero
tani' anni
cafionc di
che
,
»
che
che erano più di otera feccata in oc-
fi
un gagliardo Terremoto
Ove
,
Città
(offèrte quella
era quella Fonte
,
vi è
un
gran malli) fatto in forma rotonda,
rovefeiatolì in occafione dello ftelìb
Terremoto> è chiamato queftomaffo . Menfa Chrifti , e gli abitanti di
Nazaret hanno della, venerazione per quella pietra , considerandola come un luogo > fopra il quale
Noftro
Signore abbia
mangiar o
qualche volta co i fuoi Apoftoli
devota congettura per la quale non
mancano di bruciarvi d' intorno de,
gl*
-
'.
fiZZ
.
incenfi
Circa un miglio dinante dalla
Città di Nazaret nella parte Meridionale i rimane il Monte detto dagli Arabi Scin , e da quei di Nazaret la Montagna del Precipizio dalla quale i Nazareni volevano precipitare Noftro Signore, dalle mani
de' quali ci difparve S. Lue. Cap. IP.
ver. zo. e ;o.
Qae-
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Quefto Monte ha il fuo corfo
Mezzogiorno a Tramontana,
alla cima di citò > che è alto i ed incomodo a (alido, li trova
una Grotta ridotta in forma di un
piccolo Tabernacolo col fuo Altare > in memoria di quanto era qui accaduto Si vede i che era flato anche dipinto , ma non fe no conofee
ora altro , che qualche tratto di
da
Quali
.
Nella fommìtà poi del Monte
una gran Chiefa , ed un Mo-
vi era
nastero
,
ma è
ora tutto
diil rutto
>
te-
ttandovi folo alcune Oliarne , le qua-
ricevevano le acque per ufo del
Monaftero medefimo.
Dirimpetto alla Montagna del
Precipizio , nella parte Orientale ne
refla un' altra non meno afpra * che
li
un
quella deferitta, alla diflanza di
tiro di balestra
Sono
.
quelle
due Montagne di-
vite da un torrente , che feorre foltanto qualche volta nell' Inverno t
ricevendo tutte le aeque de
i
con-
tor-
/la la rtrada
duce
,
che comunemente con-
nella gran Pianura della
Ga-
lilea.
Il
Monte Sein , o altrimenti
il Monte del Precipizio ,
come ho detto altrove lon-
chiamato
eflèndo
,
,
tano dalla prefentc Città di Nazaret
circa un miglio, ha dato perciò luogo
a vatj dubbj, & P°"a e Tcr e veramente quello , dal quale i Nazatenj
volevano precipitare Noftro Signore mentre , fecondo le Sacre Carte
,
Cini
la
di
fabbricata
Nazaret vi dev'
fopra
.
eflèr
Et fttrrexerttm
&
ìlimm extra Gvitatem
& dttxerunt Uhm
ad
ejecerttnt
«fatte
1
,
fttperci-
iittm Mantis , fttper quem tìvttas iiiorum erat aedificata-, ut precipitare^
rum
S.
.
lue. Cip. IV. ver. 20.
irteflb pano dì & Luca ci afqualmente , ejecermit iilum
extra Gvitatem , onde fi vede , che
certamente fu menato fuori della
medefìma E' vero , che dice , che
lo condu lièto nella fòmmità del
L'
fittirà
.
Mon-
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Monte ,
Copra del quale la Città era
, per precipitarlo i ma ciò
polla beniìiìmo conciliar-
fabbricata
panni, che
qualora li oflèrvi , che il Monte
Scin non è altro che un Monte medefimo con quello, dove è anche oggi
fabbricata la Città di Nazaret, e così pare, che l'abbia intefa il S. Evanti
,
geli JU
.
Scendendo la Montagna delj£Precipizio dalla parte, ehevaverfo
Nazarer li trovaTÌo nella parte di
Ponente moire rovine , le quali appartengono ad un Monafterodi Monache , e ad una Chiefa , che già altre
volte vi fu
,
intitolata S.
Maria del
Timore
Dittante tre miglia da Nazaret
fra Ponente , e Mezzogiorno , fi trova Sana , Iafà , o Santa Città della
Tribù di Zàbulon , Patria di Zebedeo , padre di S. Iacopo maggiore
e di S. Giovanni Evangeliìla i In
quorum mtivìtatis loco palerà vifitur
Ecciefia; ma di quella Chiefa, della
quale ne fa menzione 1' A4ricomia
,
**ff*
•
Tbeat.
iti
T.
poflà
ellervi
Convento
pag.
S-
fene fcorgono
appena
141.
Pare , che
fimilmente un
gli Arabi di-
le pietre
(lato
giacche
»
.
rtingaono
quello
Luogo anche
nome
Deir
che vale a
di
Monaftero
Adelfo
un
,
Safta
piccob'flìmo
non
è altro
Borgo,, che
un Campo
fi
vede
,
,
col
dire.
,
che-
rilìede
in una Collinetta, ben coltivata
.
In
e fra le viri medeiime
ove era la-Chiefa
,
un Alta-
re Copra cui per la Fella de i Santi
Apoitoli i Padri di Nazaret vanno
a celebrarvi
la
Meflà
VIAG-
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DA NAZARET
A CANA DI GALILÈA
E T1BERIADE.
CAP. VI IL
VIAGGIO
A
Settentrione di Nazaret Cammino facendo per diverfe
Colline
>
e Fianuie
(
D'""
*
M>
dopo
quattro miglia digradai lì arriva »
di Galilea, o altrimenti dipìnta col Nome di
minore
Città della Tribù di Zàbulon.
Noftro Signore diftinfe qne-^,*^
Cam
Cam
Città con farvi il fuo primo rni-,^
racolo di convertire l'acqua in vino in occafìone delle Nozze , che
Ita
ivi
furono fatte ,
Cltri,
alle quali v'inter-
venne inlìeme colla fua Santiflima
Madre ed i fuoi Difcepoli , come
più ampiamente in S. Gio. Of. //.
ver. i. a it.
Tor-
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la
Tornando No/tro Signore dalGiudea nella Galiléa , venne nuoe in quella Città
,
e qui al-
un certo Principe
il
di lui figliuolo, che era
in Cafarnao infermo) e vicino a
morire , e quello fu il fuo fecondo
Miracolo. Hoc forum fietmdum file preghiere di
guarì
gunm fccit
dea
lefits
,
Galikam
in
cum vemjjet a
.
Ioan.
Iti-
IV,
Cap.
ver. J4-
Fu anche illnnre la Città di
Cana per enere fiata Patria dell'
Apoftolo S. Simone, perciò detto
Cananèo ,di S. Marrco Apoftolo , ed
Evangelica, e del Difcepolo Naranaello da alcuni creduto S. Barro"ftwrfwJntt
di
*'
'
Cana di Galiléa non è ora , fe
non Ufl mifcrabil Villaggio i che
conferva 1' antico nome. Rifiede
in una Collina , la quale è contornata da una huona Campagna fertile per le produzioni di Grani, e
di Orzi Quefto , non meno che tut;
.
ti
gli altri
luoghi della Galiléa
,
fo-
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no governati da divertì Agì , o Signori Arabi, ma tutti folto il codi Daher d'Omar Capo di
mando
Acri j e da cuo dependenti
Arrivato in quello luogo fui Caa „
da _
cortefemente accolto da un povero ibi abitata.
Prete GrecoCartolico, il quale aveva qui una piccola Cafa Da elio fui
informato, che quel Villaggio era
abitato la maggior parte da Greci
di varie Serte , e da pochi Arabi
Maomettani. Mi conduile a vedere
un luogo diftrurto , il quale voleva
il buon uomo , che fóffe la Sala , nella
quale fegu) il Miracolò di convertire 1* acqua in vino , ma fon però
quivi !e rovine di quella €hiefa>
-
che vi aveva- fatta fabbricare -la pia
S. Elena in memoria di quanto accadde in quella Gina Et in Cuna
.
Galilaeae Y ubi Simonis Cananaei »«ftiae celebratole , aì'tant quoque aedem
aedificavìt. Nicepb. CaliisJ. 150. Iti.
Via
Gap.
XXX.
Fu quella Chiefà convertita in
Mofchéa , ma venne in apprelfo ds-
N
ma-
molita da un tremoto , e ridotta poi
in una fta'H ; e per nuove rovine Sofferte fu lafciata finalmente in abban-
dono
fi
alle ingiurie
vede ora ,
rche
fe
de
i
tempi
non il femplice
mura , c
braccia delle
.
Non
fuolo
>
le ba-
delle colonne di marmo , dalle
quali era foftenuta. Qualche volta
Prete Greco celebra la Mefla fra quelle rovine ,
avendo prefo la cuftodia dì quel
luogo , che fu già una. volta con-
dell'anno
l'ifteflb
;
facelo a Dio
W„.
,
-
A Ponete di Cana, e poco da
fi vede
in cima di un
Monte nna fabbrica j divenuta oggi
una Mofchéa , che fu già una piccola Chiefa fabbricata nel luogo , ove
dicono efiere flato fepolto Giona.
,,
effa dittante
Qtjus ftpulchrum tempore Hìeronymi
4dricemius
adhuc ibi oHendrbatfir
.
vi Tbeal, T. S.pag. 14°- SÌ chiama
Trìàn,
M'f"
-
£
*
Lafciata
fo Oriente
ton-tepf. di
Traan
>
s'
Canai
c andando veril Villaggio
Ma °"
incontra
ove abitano Arabi
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mettani ( e de'Criftiani, e dipoi il Villaggio di Alefca diftrutto , c fenza
abitanti i trovandoli poco dopo il
Villaggio di Lupi , e l' altro chiamato
Kan-Lupi, i quali due ultimi non
mancano
di abitanti
ni de' quali fono
reno
il
,
le
occupazio-
lavoro del
ter-
.
Dopo
otto
miglia da
Cana
vi Campa
ti un luogo
chiamato Campo delle''
Spighe Tra quei Criftìani è tradizione , che qui feguilfc il fatro narratoci da S. Matteo al Caj> XII. ver.
i. che gli Apoftoli in giorno di Sabato avendo fame, nè avendo da
mangiare coglionerò qui delle fpighe di Grano per cibarli , per cai i
Farifei fe ne dolfero col Signore
per aver quelli ciò fatto in giorno di
fol-
spighe.
.
Sabato.
Alcune
quel contorno
fono in
i che
fanno fupporre eneruna Chiefa
rovine
r
vi (lata già anticamente
fabbricata in
memoria
di tal farro,
ragione forfè perla quale
no fra
i
iì confervapochi Criftiani di quelle Pro-
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vincie tali ricordanze di Sacra Moria
Dal Campo delle Spighe , e di-
cS-*
1
da e(To da otto per le novo
miglia incontrali altro luogo t che il
ftante
Quarcfmio
Liù. VII. Cap.
I.
chiama
Meiifa Cbrtfit ì ed oggi Tavola della moltiplicazione, ellèndo qui flato operato da Noftro Signore il Miracolo di faziare cinquemila pedone con cinque Pani , e due Pefci S.
Mattb. Cap. XIV. ver. 17.
In quefto luogo S. Elena aveva fatta fabbricare la Chiefa de_ i
Dodici Troni , che chiamavate in
Greco r\ JsJfUtt&pam
Duodecim
Throimrim Tcmplnm flottiti , qm.
.
qiunque hominttm milCallifi. Lib. Vili
loca Cbrijbts
pavit
ita
.
Nicepk
Cap. XXX..
Moni' <W-
Circa un miglio fuori di ftrada
a Tramontana fi vede il Monte delle
Beatitudini , ri come altri dicono
delle Felicità
,
eflendpvi tradizione
-,
che qui Noftro Signore infognane
la
,
ed il ReMattk. Gap. V.
perfe?ione Crifliana
gno
de' Cicli
.
S.
Re-
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Retta quello Monte quafi ifo->
una Pianura , e da elio dovegii vedere in dillanza fui Ma-
tato in
vasi
rc dì Tiberiade le Città di Betfai-
da di Cafarnao , di Corozain , ma
fon ori diftruttc
Vcdcfi la Città dì Betulia chiamata oggi di Saffét , la quale è go*
vernata da un figliuolo del Capo di
Acri La maggior parte degli Abitanti di quella Città fono Ebrei , i
,
.
Belali»
'SS*
.
hanno Tempre abitato in
buon numero , quantunque fc ne iia
riflretta la popolazione dopo i fiequali
vi
riflimi
tremoti, che
foffri
quella Città
nel 1759. ove moltiifimi di loro re-,
ftarono opprefli fotro le rovine.
Scefi dal
dini
,
Monte delle BeatituCampagna fi ar-
c riprefa la
»
riva al diftrurto Villaggio di
Maven
fituato foptl il Monto a piede del
quale è la Città di Tiberiade» che
è diftante da Mtnfa Chrìftì circa
quattro miglia.
In quelii contorni , i quali non
fono molto coltivati, fi trovano in ab*
N
3
faon-
t
bori danza degli
anima!!
fai va ridi i, tan-
to volatili, che quadrupedi, c fra quelli
molte Gazzelle
,
che fono una
fpccie di pìccoli Caprioli
c;,ti ji
TtberjaSi .
La
Tribù
di
Città
di
Tiberiade nella
Zàbulon è dna
cipali Cittì della
delle prin-
Decapoli
lontana
,
da Nazaret circa ventiquattro miglia. Fu fabbricata da Erode Antipa
Tetrarca della Galilea ad onore di
Tiberio Auguilo , e dal nome del
H>» 1
la chiamò Tiberiade
quale
i
fa
.
*i S UTfifffftt
T,fiefiu tp,M
,
Irl
M
féya yàf
b
'?
ÙKsìopsìTt, ai-
in iritupn airi! Tipep^J»
Mtìq. ud. m. xvm, cap.
.
Jtjipb
m
E'quefta fabbricata fulla riva
Occidentale , verfo la parte Meridionale del Lago di Genezareth ; TiC(j»«»
rifui rjc f sitisi
Aifivj,
,
a-f'm
Tij
Fitncifinh
Ut'itS» èì Cara [Vfùìw.
Sttft.
j>ag. idi.
Le antiche mura fi ellendevano quali per tre miglia verfo Mezzogiorno, delle quali anche diprefentc fe ne veggono alcuni avanzi
In
.
lar-
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larghezza poi poco fi edcndevano
avendo da una patte il Lago dì Gc-
nezareth
e dall' altra
i
i
Monti
Si refe qucfta Città a Vcfpafia-
no. Dopo la deitruzione di Gerufalemme fotto Tito gli Ebrei rimafero ad abirarla fino al Secolo IV.
dell' Era Criftiana
'
.
-La prefero i GrifUani nel
lieo, fotto Goffredo Buglione, e
nel n8<5. fu da loro perfa per tradi Raimondo III. Conte di
dimento
Tolofa
.
Allorché regnavano in quelle
patti
i
Rè
Crifliani di
Gerafalemme
Vefcovilc fuffraganea del
lac ob. a Vitr
tu Città
Vefcovado di Nazarer
Lik l Cip. 5°"-
La Città
.
prefente è
affai
più
piccola dell'antica, non avendo fe
non un circuito di circa un miglio
La fua forma tende al quadrato , e
le
mura
giorni
fi
,
che
fi
veggono
ai noftri
dice effere fiate fabbricate
da una Donna Ebrea.
In effa fono due Porte , una Oc*
N
4
«-
»*» **r
cidentale, d'altra a Mezzogiorno,
che è la più piccola , e per la quale
li entra , ed elee
eflèndo i' altra
murata.
L'apparenza elterna della Città è maninconica per le lue mura,
,
le quali fono fabbricate delle
mede-
lime pietre dì quei Monti > i quafono di color nero , e di color
li
ferreo
Entrati nella Città non
de altro, che dcfolazione
antico
ta
,
ma
.
iì
ve-
Anche
in
tempo è Hata poco popolaora non (ì è ridotta , fe non
ad
ellcre abitata da pochi Ebrei, da
pochi Greci Scifmatici , e da qualche
iniienienon
Maomettano, che
tutti
afeenderanno a cento perfone
Le poche fabbriche che eraCittà, turano demolite dal
tremoto del 1750. e fra elle anche
rio nella
un gran Palazzo , che vi aveva fatto
fabbricare poco avanti il Capo Selébi figlinolo dì Daher d' Omar Capo
d'Acri,
fuo
il
figlio il
quale ha ceduto a detto
dì quella Città
q overno
Co-
gptizeò by
Google^
Come
fi
ha
dall' Iltorico
Gu-
glielmo di Tiro Uè. IX. Cip. XIII,
vi aveva fabbricare , ed
alcune Chiefe , delle quali
fe ne veggono leveitigie.
Reità ben in ellere nella parte
Se ttant rionale della Città Culla riva
Tancredi
ornate
appena
del
Lago una grande
a
„
.
s.'pietre.
e antica Chic-
,
una fola navata) dedicata a S.
Pietro Apollolo , che fembra poter
clTere quella, della quale parla Nicefb. Callifl. Hifi. Ub. Vili. Cip. XXX.
EU' ò fiata molto tempo per
ufo di nulla, c non fono molti anfa di
ni che furifeattata da iCriftìani,
ai
il Capo di Acri ben volentieri
concedè dando loro cosi coraggio
quali
la
di andare, ad abitare
una Città del
tutto abbandonata.
I Foreftieri viaggiatori
vanti a dover pernottare
Città
,
la
ricovero
pofo.
,
in quella
Chiefa fuddetta è
nella quale
Nel tempo che
po
cho tro-
,
di Acri
Dahcr
il
d'
il
prendono
loto
ri?
prefenre Ca^
Omar
andava
eden-
tYc*7
dì
Acri-
DigrtjzHd by
Google
eflendendo
lle
le fue
conquide in que-
parti della Galiléa,
ii
refe pa-
drone anche deila Città diTiberiade fenza renitenza, e fi ritirò in effa con poche Truppe, per enervare
prenderebbe il Bafsà di
effondo Città, che apparteneva alla giurifdizione del fuo
quali pafsi
Damafco,
Comando
Non andò guari , che il detto
Bafsà venne fotto la Città con ottomila Uomini
ove avendo perfo
inutilmente qualche niefe , gli con,
venne lafciar V imprefa , e ritirarli
abbandonando anche quello Pacfc al
fortunato Daher Non è per quello
che il luogo fia inelpugnabile , ma
.
il
non
averlo allora prefo
,
fu
un ef-
fetto dell' ine fperca miniera di guerreggiare di quella gente
Fuori dell, Otti nell, par.»
sette ntriona le li veggono le rovine
/Sftfc.
atti,
un
che reità
fopra un Monte) che più d'ogni aldi
fortiflimo Cartello
,
tro domina la Città di Tiberiade
forfè
quivi
anticamente
,
coftruiro
per impedire ai nemici di fortificarli
un polio troppo fvanraggiofo alla
Per quante ingiurie averte
Forte, ii era confer-
in
Città
fofìerre quello
varo
la
maggior parte in
ne* medeiimì
che
le
tremoti
dillruflèro ie
Mofchce
Cafe
II
,
della Città
di andare in
finì
Mare
ertere
del
ma
,
1759.
Chiefe , e
ancor elio
le
,
rovina
,
e
non
fe
non mucchi
di grolla Torre .
o Lago dcrro anche
ne diftinguono ora
di farti , ed un pezzo
,
fe
Oggi dì Tiberiade ha avute varie de-
nominazioni,
Mare
Lago
,
'j'
r'ibetiaife
chiamato
trovandoli
di Galilea
e talora
Mare
j
c
di Genczareth , così detto per
una Città di tal nome» che eiifteva
fulla fua riva nella parte Settentrio-
nale del
tali
,
Lago
nella
Tribù
di
Ncph-
, e Cafarnao
fuc acque, che fono dolci
.°^f'7
fra Betfaida
Le
e tanto perfette, che di quefte fole
fi
fervono
vengono
Dan
gli abiranti di
dalle
J
rAmafa.
Tiberiade
forgenti di Jor
,
e
porte alle radici dell' Antiliba-
no, ove fu poi Paneade, chiamara
Digitized by
Google
fn appretto Ccfarea dì Filippo
.
Di
queilo i-ago entrano net Fiume
Giordano , e vanno finalmente a
sboccare nel Mar Morto.
La lunghezza del Lago da Ponente a Levante è dì circa fei miglia
e dieiorto in
,
tentrione
lunghezza da Set-
all'Allibo.
lìa quello
Quantunque
un
reci--
piente di poca efìenlìone, è [oggetto
a foffrire delle burrafohe , porendofene attribuir la caufa ai Monti da i
quali è contornato)
ove
i
Venti tro-
vando contralto» mettono
un
il
Lago in
moto.
n'ero
Sopra quello Mare , o Lago j che
vogliam dire , non vi naviga alcun
Battello. Trent' anni fono dicono,
che ve ne fofse -qualcheduno , perchè ì luoghi circonvicini erano più
popolati
'
.
j
Varie memorabili Città erano
torno di quello Lago > allo quali
all' in
non
fe oc veggono fe non imperfetti
fra' quali
furono Cafar,
nao , Betfaida , Betfan , Gadara » TaRij Gorozain.
veftigj
richea
Rinomati Aimo è il Mare di
Galilea nelle fiere Carré, per efiere
ftaro molto frequenraro da Noftro
Signore , come pure rinomati fono
quei conrorr.i, che ha
la
illultrati
fua Divina Dottrina
Prodigj
avendo
,
,
e
col-
con de'
di più qui fatti di
Complici Pefcarori diveriì
A portoli,
Mattfi. Cap. IV. Ver. 18.
A
Settentrione di Tiberiadc , e
circa un miglio dittante dalle mura
della prefente Città vi era un Bor-
go chiamato Ammaus
iiano aveva
poflo
,
B<"'S a
Ji
*'
ove Vefpa-
fuo accampa-
i!
mento quando andò contro Tiberiadc
&
wiMut
Oùirrariaioi
lofeph.
Bello Ind.
di
Ora
veftigia
Ammaus
do
prefa
ral
3ì
ari
ìifM
t3(
Uh. IV. Q,p. T. De
del fuddetro Borgo
Ammaus nqn
poche
ti
veggono
fe
,
non
Ttfm
,
^
lignifica
Torma
aven-
denominazione dalle
acque calde , che vi fono , idonee a
curare varie malattie; fufaffHff«nffAm
ÌÌ
A>pai«, J
W4
Xfyur'
&
Jf. yì,t
t
,
Bugni
<j*
>£
Ji
Aam ""-
h
«ùrf
Digilized by
Google
io6
air) rqyìl SiffiSt iiàrav rflc aulirti
irrìfcu, Jofepb, Uh. IV. Caf. L De
Bello Ind.
Le acque fcaturifcono Tempre
abbondimi
dalle radici del
Monte
Ma-
nella diilanza di pochi palli dal
^el rigoletto , per onon l- polTibile prendere
pietra un palmo fott' acqua i
tanto è il ìor calore
Da elio entrano in una Manza , ove fono due
piccole Vafche per prendervi quei
bagni. Gli Arabi Te ne approfittano con vantaggio della lor fallite Da dette Vafche 1' acque vanno
addirittura a perderli nel Lago di
Tiberiade
•Vi è tutta la probabilità, che
tali Bagni follerò anticamente bene
in ordine , e corredati di buone
fabbriche , e comodi ma ade0b il
fono reli un- miferabile luogo , alla
cuftodia de! quale neppure vi Ila
alcuno Il piccolo ricovero che vi
è f lo fece il Capo di Tiberiade,
perchè fu corretto per qualche in-
re di Galilea,
ye paflano
,
una
.
.
.
i
.
,
Digitized by
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comodo a prendere quelle acque
Quefto Bagno è pubblico > e fenaa
fpeia
Le acque ibnozulfuree,
e (ala-
te, c le loro efalazioni d'ingrato odorcj lafciando per ove panano, un
fedimento di color di marrone
VIAG-
VIAGGIO DA UBERI ADE
AL MONTE TABOR,
E
DI
QUIVI
ALLA. CITTÀ DI NAIM,
E RITORNO IN
CAP.
Ttftior
NAZARET.
IX.
TNtraprend end o viaggio dalla Tibe-
¥i*tt.
I "ade per Ponente il arriva a Einet-Tefgiar, o Campo de i Mercanti, che è contornato da un muro tutto ornato dì marmi. Qui ripofano le Carovane , che partano
per andare al Gran -Cairo ci fi ferma anche il Bafsà di Da ninfeo
quando tutti gli anni va in Gcrufalcmme. Calivi pure ciafehedun Lunedì dell' anno vi è una Fiera t o
Mercato di Beftiami , ove concorre
:
mot-
molta gerire da diverte pairti; come
ebbi luogo di oftervarc io fteflò trovandomi ivi appunto in un tal giorno , e notai , che oltre al beftiame
contrattano, anche altre diverfe robe
per vitto
j
e .veftwo.
Dirimpetto
>i
:
al detto
Kan, è
il
csfieih di
Caftello di Finelìar, ove motti in- Fkcfitr.
addìcrro pugavafi un Cafarro
ni
o Ita diritto per il pauaggio »' la
metà del quale andava al Bafsà di
Damafco , e 1' altra metà agli Arabi
Beduini,
di',
quelle Contrade
;
ma
ora eflendo quelli luoghi lotto il Capo di Acri;,_.non fi paga pia niente , ed è libero il tranlito.:
Vicino aqueifo Caftello ewi Sùb hfif
un luogo, che le genti del. Paefe/ C<ft"**
chiamano Siub-Juscf; cioè Cifterna* 0 ''-/'^di Giufeppe, credendo, cher in-edà
foffe meilò- Giufeppe
e poi vendu1
i
,
to da'fuoi fratelli agi' Ifniae liti , che
andavano in Egitto Seciò fofleS bifcgnerebbe j che Dothàin , ove ciò
fucceflc , non foue di qui troppo
lontana, laddove S. Girolamo U
met.
O
mette dodici miglia difcofta da Sebafte
.
Dotha'tfi
,
ubi inventi lajepbfra-
tres fmt ftcara rwjientes> qui <ùr
*foue badie in duodecima a Sebafte
miliari» cantra Aquilonis piagata efienditur. S- Hiermym. Dejìtu, et
nominiiiu ttnr. Hthr. -Dal che ii
deduce , che Y opinione prelente
non fufTìfle, mentre da ove era una
volta Sebalre al Cartello Finciìar,; ed
alla prètefa Cifterna vi farebbero
fi
attende beniflimo a cavallo, per
Zia flato detto il contra-
quanto ne
*
Con varj nomi .è flato dtftinchiail Monte Tabor , trovandoti
mato -itabyrium Itabyrion , e Ta-
ilo da qualche Scrittore
.
!j
,
"tò
.
byriutn
,
e prefentemente dagli Aia-
blGebel-a-Tor.
Que-
, D igiliz ad
by
Google
Quello 'bel. Monte riiiede nel S>****>«>*
mezzo, del Campo della Galilea;*' T4itr Thabar: mani efi ptltberrìmus
me»
ilojhiiikeae Campo , mira-mwaSta*
te ex amai parie qeqwhter jìmim
m
-.
Mnf-m
qu?l
»c(ff„
Campo,
T,
S-
pag._i±i.
della Galilea
il -..
.
è.andtt
^
conofciiito l'orto la denoniinazwniB
di Piano di Esdrelon, di Valle: di ,H
Jezfael, e- di. Campo Maggedo, e
~>
dagli: Arabi -fatto q uello, di -Mirge *
ehn.- Aanier,; cioè di Prato- de 1=- Fi-
glio
di
Aamer:il Tabor
Tribù d'iiracar
-nolb.
ai
è
(ituato
confini di'
2abulsn ». èTdi^ Nephrali. 0. r:b "' ~
Le antiche Crifliane Tradizio^iar '"«f
«M.Ié.trihmcwarize dc'Sanrf Pattò
*
rraf
confermare, dalla Chiefa pare', cht^-Z'T
'
ci^vjno.di dubbio vchc>ìl Monte Ta-bor è vera'iienté ii luògo , òvaJBg.J la Trasfigura/ione di Nonro Signore,, prefenri Si 'Pierro,
Jaco:
'
&
Giovanni; Evangelica ; éd
ove comparvero Mose, ed Ella. 8Tak
Mattb. Cip. XVII ver. i. i. x.
po,;' c
.
<>
r
Giulcppc Flavio Gówfoarore.7*"
O
i
del-
A
Gi-frpp.
Digilized by
Google
v
'''
;
della GalUca in quaranta giorni fece contornare di un muro la cima
di quello Monte per la circonfe-
renza di venti ftadii , o liano due
'''
miglia, e mezzo.' ''A
'•
Taber
Agli
refi-
abitanti del
Tabor
.«fòt.
venute a mancare l' acque , fi die*
Granale dero a compolizione a Placido Ge*
neralc Acli > Armata di Vcfpafiano'.
ti ìi èTi^'f»' **«* *apj»«f, fTi^Asf-
jf a p/nriJodo
•(I W.aire'K
>1
CJuf
,
tÓm
fya»; *ai
Txyftott J hfiph.
lad. Lib IV: Gap. IV, - -;
Elena. Madre dell'Impera»
Coftantino vi edificò varie
Niceforo Itterico Lik Vili
parlando di una Chieta.»
che fece detta Santa in, Tiberiade,
foggiugne , che altra limile ne fece
-nel Monte Tabor in quel luogo , o.ve credei! da alcuno fenza buon fondamento > che Melchifedech ofleriiTe
il fuo facrifizio al Signore , e che Abramo ricevelfe da elio la benediziotf&Jt «itile Vf\a%ièa
VeBelIo
ahftfet
Tàbir
.
:.
,j
S.
ore
:
Oliere
Gip.
.
XXX
Ghiefa con Monaftero nel luogo delTrasfigurazione > chiamala la
la
Chiefa de' tre Tabernacoli , fabbricaia in memoria di quanto avrebbe
defiderato S. Pietro i allorché in occailone della Trasfigurazione dille
aNofìro Signore : Domine , bonum eji
wùs hic effe fi vis , faeiamus hic
trìa Tabernacula , tibì unum , Mayfi
unum ,
EHae unum S- Matth. Cap.
XVII. ver. 4.
L' iileffa S. Elena lafciò inoltre a quello Monaftero molto danaro per aflegnamento di quelli, che
abirailero quel luogo Ih ipjò autem
iransformatitnis loco, qui fplendo;
&
.
.
rem illum mìrificum cottjpexere', Airibus pukberrimam extrtt-
poflolis
xit.
Ecckfiami quo beo multarli epecuniam in fiibfìd'tum
ibi mauerent , locumque ipfum
t'tam re/iquit
eis
,
qui
excoloretit
Gap.
.
Nicepk
Callijl. Lib. Vili.
XXX,
Trovali eziandio enervi
Jlatì fui
Tabor due Monafterj , uno di S.
Mose di Monaci di Rito Latino dell'
O j
Or-
Digilized by
Google
Ordine di S. Benedetto , e 1" altro di
El'u de i Monaci di Rito Greco
&
dell'Ordine di S. Baiìlio , i quali avevano i loro rerpetrivi Abati.
Bonìfaz'o De perenni cuhu T.
S. dite ellèrvi lìato anche un Monafrero ben dotato da' Rè di Ungheriai nei quale mantenevano gran
q ;intirà di Alonaci Ungiieri dell'
Ordine di S. Paolo primo Eremita .
...
.
V
Il Tabjr è flato un Vefcovado
dépsmlénte dal Patriarcato di Gerufalcmme
Allorché nel 1099, £u prefo
Monrc da Goffredo di Bu,
elfo vi riftabilì le Chicle »
Zl m qaefto
Ttbtr /offoglìonc
'
f"
che
°#""-ti
erario già fiate per l'avari*
& Elena.
Sotto Balduino I. i Saracini lo
ammazzarono i Reliche vi erano Anno Domini
cttm Turtaè , qui krofilymam
vi
fcbbricate da
riprefero) ed
giolt
1 1
1
3
,
captati
.
adveneram
»
re
i'
feaa
recef-
Jtjjent Moiiflfter'uim Ckrifiiatiorum in
&
MonaMonte Tabor everr-rant ,
che* omnts occidera?it,,......Er*nt
ijn
Digitized
ìjlì Saninomi Vtrì germina Cllinhfr
tenjitimi vitae reiigìofae eifervamìfi
QMtefmm Lik VÌI Cèfi IL
Jntù
Pereg. /K
.
Tornò queAo Monte
in
mano
de i Cristiani ma venne poi l' anno
1187. in potere di-Saladino, che rovinò tutte Je Chiefc
I
Crifthni lo ripresero nel
;
12JÌ. e vi rifabbricarono, e reftaurarono Varie Chiefe . Papa Aleffandro IV. lo diede ai Templari,
e fu nuovamente fortificato.
Finalmente nel i 290. il Soldino di igftto dìirruile, e devaftò
quello luogo » jiè da allora in poi è
flato mai più abitato, nè mai fono
fiate relìaUrate alcune delle vecchia
fabbriche.
-
1
...
,
Nel mele di Gennaio dei 17 Si.
tempo ebbi il piacere di a-
f*
nel qnal
fccndere a quello Monte r lo ritrovai delizioio , quale io lo aveva trovato deferitto da varj Iftorici
La fua formai per fervinni della £->fe comune di aleunairto, che
O
4
tit
Digitized by
Google
ne ha parlato , è fìntile ad un pan
di zucchero
è di piccoli
che dal fonda lo rivedo,
no lino alla cima ; ove arrivati
veggono bene gli avanzi delle
fi
grolle mura , dalie quali ne era contornata la cima , e forfè porzione dì quelle medclime, che Giufeppe Governatore della Galilea vi
alberi
fece fabbricare
degli avanzi di
Dentro
.
al circuito
mura vi
tali
è una pia-
nura di circa due miglia di giro i nel
mezzo della quale non femori i che
vi
mai delle fabbriche.
iìano ftate
Oflèrvafi però) che qualora
Monte era
quello
abitato, lecafe erano ra-
mura.
veggono le rovine
fente alle
Si
fe tutte,
la
che
vi
erano,
delle
ma
Chie-
di quel-
Trasfigurazione non eiìfte
che i tre Tabernacoli , che vi
della
altro
i
furono fabbricati in memoria di
quanto qui fucccfle
Vi fono fparfe in quà , e in là diverfe Cifterne
,
le
quali
fervivano
Digitized by
Google
non
piovane»
Munte
eflèndovi
in quello
acque.
altre
La pianura , benché fuflìmo in
tempo d' Inverno , la trovai abbondante di
fiori
e di erbe
,
odorofe
.
E'
quella frequentata da branchi delle
Pecore,
fittate
Armenti per approun ottimo pattalo i che
e dagli
di
fomminillra tal luogo.
Fuori di detta pianura nella
parte Auftrale vi età un gran Bagno
del quale fe ne veggono de i buoni
avanzi di edilizio , ma rellando fopra una pendice i e cadendoli con-
tinovameme della terra dal terreno fupcriore, va perdendofenc ti
memoria , c reitera in poco tempo
tutto ricoperro
ftri
>
e naicofto ai no-
poderi.
Prima
lì
vedevano ancora
al-
tre rovine di Torri , e Palazzi , ma
ora fono ancora quelle perdute , nà
ne feorgono velligj alcuni , o affai
imperfetti per giudicate di ciò , che
fodero una volta Ilari Broccardo , in
fe
.
tempo
del quale elicevano
,
dice
che in dette rovine ci fi ricoveraffcro Leoni , ed altre beitie Sum irt
to adhuc rutilai varine patatiorum,&
Utrrium t quae badie funi laùbula
Leonum , jy aliafunt bejtiaruni Brotardus in Defiript. T. S. Parte t Cap.
Bifogna che allora vi fonerò in
quelle patti de' Leoni, ma prefentcmtnte non fe ne trovano ; ben è
Vero i che vi fono delle Tigri , e mol.
.
VI
ti
tu'p'rr'li.
w
,
Cinghiali
Fu
militato quefto
ée Girolamo, da
poi da S. Luigi
ìb«i<i vi-
Stat* il
a j tre fantCl
r-
S.
Paola
Rè
Monte da
Romana
di Francia
,
S,
,
e
e da
c devote Perfone, che
vi andavano a venerare
il
Miftero
della Trasfigurazione.
giorno d'oggi non lamolto frequentato da i
"''''^"'Criftiani Orientali, ma parrìcolarmenie da i Gre;i si Cattolici, che
Scifmatici , e da i Padri di Terra Santa Minori Ofièrvanti , i quali ogni
anno nel giorno della TrasfigurazioICrifiìanì
Fino
al
frtqatma- fc i a di elTer
„
,
f'J*
ne vanno a celebrarvi la fella
SÌ vede dal Tabor la bella Pi».
,
JrtTahr.
Digilized by
Google
«ora di Esdrelon, che è nna vathfCampagna ben coltivata di
, orzi , e cotoni
Si veggono pulima
grani
re le
boe
,
tréa.
Sre
.
montagne
di
Hermon
,
di
Gel-
di Samaria , e dell' Arabia PeIra Ponente, c Auftro lì fcoanche qualche poco del Alare
lediterraneo
il
Monte» fi troviavanzi di una piccola Chie-
Scendendo
no
gli
fa , eretta in memoria dell' ordine»
che diede Noflto Signore a gli A portoli , che lì trovarono prefenti alla
Trasfigurazione
di
>
non
di
dir niente
quanto avevano veduto . Et deillis de Monte , praecepit
IefitS , dktns . Nemini dixeritis
fiendentibus
eh
dome Fi/ius homìnìs a mortttit refurgat , S. Mattb. Cap. XVII. ver. &
Scefo ii Monte a pie del me- K'f'f^' *
defimo ii trovano! grotti Villaggi di ^ahl'-ì.
Saad, e di Tabu ri
poco abitati,
ma con delle rovine di antiche fabbriche, CtielIodìTaburi, vi è apparenza , che polla enere fiato l' amica
Citta del Tabor . Vicino al Villag,
gio
gio di Taburi fi veggono le rovine
della Chiefa de' nove
A portoli,
in
memoria dei nove Apoftoli, che
ivi quando Noftro Signore
rimafero
Tabor.
Debora ordinò
afccfe al
Il
Tabtr
ctitbre
«/Dio
d' Ifdraelle
a
dalla
parie di
Barac hglio di
viubh
Abinoem di condurre nel
''"""""""diecimila Soldati parte della
Tabo*
Tribù
di Nephtali , e parte della Tribù di
Zàbulon , che gli avrebbe meno nelle mani Sifara Generale di Jabin.
Itti.
Gip. IV. ver. 6.
7.
In divari! altri luoghi del
chio Teltamcnto
il
ti
Monte Tabor ma
,
Vec-
trova nominato
nel Nuovo Te-
ftamento non n' è parlato giammai»
anzi quando S. Matteo al Cap. XVII.
Trasfigurazione) e che Noftro Signore fcco
condufle S. Pietro > S. Iacopo , e S.
ver.
parla
1.
Giovanni
»
dice
della
fola chtxit
ìllos
in
Moment excelfum
DtiiaGttà
N
"'
m
'
A
due miglia dal Villaggio Taburi, limata già, come dì/Ti, appiè
del Monte Tabot , ed a Mezzogior-
ni gitiz ed by
Google
no di detto Monte lì trova Naim
Città della Tribù d' Ifioar , fituata
fotto del
Monte Hermon
te Settentrionale.
nella par-
'.
'
Vicino alle porte di quefta Città Noftro Signore refufeitò il figlio
unico della Vedova. S. Luca Cap.
In efla abitava Simon
Fariféo, in cafa del quale S. Maria
Maddalena andò a' piedi del Signore, ove per la'fua fede ottenne U
perdono de i fuoi peccati. S. Lue.
VII. ver. li.
Cap.
.
"
'
*
t
VII ver. 44. a ;o. Reftò Città
tempi di S. Girolamo PerCtvìlas
ufque ad tempora
fino ai
.
manjit
m
Hieronytni Adrieom.
Tbeat.'T. S.
T'
*
pag. 37.
Prefentemente Naim non è altro , che un piccolo Villaggio , ove
fono pochi avanzi di antiche Fabbriche
E' abitato da Criftiani , da
.
Stai» fri
f™"^
.
Maomettani, e da Ebrei.!
Il
torrente Cifon
;-
di cui par- Torrenti
cifon.
paflà
d' apprclTo
,
Cap. III.
e feorrendo per la Pianura
*li Efdrsion t fi divìde in due rami
r- che
lai
al
-Naim,
DigitÌ2e<M>y
Google
che uno va a
diterraneo, e
7
(caricarti nel
1'
altro,
noi
Mar Me-
Lago
di Ti?
beriadc
Appretto quello Torrente nel
di Efdrelon Si farà Generale
delie 1 ruppe di Jabin. Rè di Cana-
Campo
con tutto,
IQ.daBarac.
jwp
i.-La,
il
fuo. efercito fu vin.
Pianura di Efdrelon ,.ch"a-
f'" tìr'",i nma. mtha Maggedo> e Valle
^r r"*'
di
:
Jezrael è lunga venti miglia, e larga
dodici. Varj fatti memorabili fono
In ella fur0 i,o, disfatti
qui feguiti
e losla Rè. d; Ifdraelie ,.1'
,tmo da Jchu, e l'altro da Faraone
ite <H.Egi"0- Ub. IV..&g.Cap.lX..
ver. i-i-.e Cap. XIII. ver.iy..
; pa Naiin tornando a. Nazaret,
.
-Pco?'i4:,
0-. :
:
>
jchc.èdiftan^
rocchio per quelle
vertir
mc Campagne, che
le,«
lilea.
,
lì
che di-
aroenifli-
fono.le.pifi bel-
lc;più ferrai. di tutta
-
non
otto,- miglia,,
..prefenta altra di particolare
-
la
Ga-
Tj
Tra
i
Compagni
trapreà d» Acri
U,
,,
co' quali indell»
Viaggio
Ga-
Digitized by
Google
rrovavafi il Procuratore
,
Chiela Greca di Acri , il
fu pregato a trattenerli in
Galilea
della
qmale
Nazaret ancor qualche giorno pei?
trovarli ad uno fporalizio di u-*
na fanciulla Greca . Tutti dell»
Compagnia ci trovammo dtfpofti ad
approfittare di quello, incontro
.
Gii
anche in Cipro ho veduti varia
volte degli fpolalizj fecondo l'ulàn^
za Greca , ma avendo trovati anche
quei della Sorta efeguìti nelle formf
medelime
guaglio,
»
voglio
dame qui un Rag:
Convenute ambe le partì dì spofiiiih
contrarre Matrimonio , il che più Gr/f».
delle volte faccede fenza che icontraenti fi (ìano mai veduti; U
giorno precedente allo fpofalizio » Je
parenti » ed amiche conducono 1»
Spofa al Bagno i e nel tempo della
lavanda li trattengono cantando
delle
Canzoni, Ibpra
che
la futura. feli-
cità
,
pra
altri iìmiìi foggetti
il
ella farà per
godere « e Co.
-
giorno-dopo » fitto un invito
di
Digitized by
Google
di nitri gli amici) fi radunano nella
della Spola. » e ciò dopo mezzo
ah
in cui fra loro ho
, tempo
èmpre veduto celebrare gli fponfacoftume di andare
, nè è fempre
Scorno
li
nella Chiefa per darli 1' anello
La Spoli frattanto vcftita degli
migliori , e adorna di gioie
fecondo il fuo flato , Te ne Ila così
accomodata nel mezzo di una ftan»
za i fcnza proferir parola, o quelle
poche fotto voce , e con modefìia
grande Intanto vanno Uomini ,. e
abiti
.
Donne
facendole
complimenti,
la
modefìia
poche
,
i
degli
anticipati
quali gli accetta col-
niedciizna
,
o punte parole
.
e
rifponde
In
Sork pe-
Uomini non fono ammelTÌ a
complimenti come lì uk
comunemente in Cipro.
Venuta V ora dello fpofalizio
rò
gli
fare
tali,
,
>
la
nel
l'ala
ove
vi è eretto un Altare
Bifogna qui fapcre ,. che i Greloro fponfali fanno un Com-
Spola è condotta nella
,
mezzo
ci ne'
pare
>
ed una Comare
>
V incombenza
za de
in
li
delle funzioni, e d'irtruir-
tempo che
]\'el
necellario
il
Comare fanno
li
aiMcre a gli Spofi
quali è di
i
tempo
de' loro futuri doveri
rano
devono
Spoli
,
le quali
merà
d'
rolfa
c nel
;
le
il
,
Ulivo
i
Preti prepa-
Compare
Corone .
e la
,
colle qua-
inghirlandati
clìcre
gli
fon compofte di ralegate
e
j
tempo
che
,
con
feta
le tallono
tutte le altre Donne della converfazionc cannano delle Canzoni adattate alla
funzione.
Terminate
condotti
Preti
,
i
le
Ghirlande fono
Spoii
gli
in
préfenza de'
quali fon
vcftiri de i loro
Donna dà la manall' ufo Greco
;
Oriente ancora, il pri-
Paramenti. La
ritta all'
Uomo ma
c di tutto
mo
1'
porto
è
parte
la
manca
la Spofa adunque cosi reftando
ceve la manritta dall' Uomo
Stando
te
replicate
,
in quella (ìtuazione,
Diacono comincia
le quali vengono
dal
il
alternativamen-
Papas,
P
:
ri-
delle preghiere
o Prete,
e in-
e inrcrrotte dagli alianti
con contì-
nui Kyrie Efctfon , e Amiti , fpeffo
incenfando or lo Spofo, ad or la
Spofa.
mentre eflendo già
Ghirlande , il Compauna Copra il capo della
In quello
benedette
re tiene
le
l'
Spola , e la Comare I' altra fopra
Benedetto anche 1' Anello Spofo
lo nuziale , il Sacerdote lo mette
prima nel dito mignolo della ma.
no
delira dell'
lo
della
Uomo
Spofa
> e poi in quelfacendo così tre
,
volte.
Terminata quella funzione , i
due Spofi accompagnati da i loro
Padrini girano tre volte intorno alPreti
l' Altare > cantando frartanro i
delle Laudi , e i Parenti gettano per
aria de i pugni di Grano * indican-
do
a
così
gli
profperità
Spofi
>
e
alle
Terminate
i
ed abbondanza
loro Cale
le tre girate,
il
Sa-
pane
zuppato nel vino, bevendo anche
cerdote dà a
quello,
gli
Spofi del
e dipoi gettano la
in-
Tazza
Digitizsd by
Google
e la fpezzano Finite così
che appartengono alla
Chicfa ; lo Spofa balla colla Sponon ballano più per
, ed elfi poi
quel giorno ; continovando la fella
gì' invitati . i quali fono ferviti di
rinfrefchi confidenti in caffè, vino
di Cipro , liquori , e palle lavorate in
in terra
.
i
le finzioni,
r
la
diverfe guife
.
peterne fono
mente
Venuta un' ora comgli.
Spo/i lafciati final-
in libertà per quella fera
.
E' ufo comune in tutto il Leche la mattina confecotiva
,
vante
debbano
effer
meilì alla v'fta de'pa-
renti, e de i più intimi amici iconttillegni del compito Iminéo ; co*
quali quella idiota gente feioccamente fuppone di far palefe la verginità della novella Spofa
Soggiugnerò qui , che anche i
- Jereus , o fi dica Preti
polfono prender moglie , quando
fono arrivati ad eflèr Diaconi, che
è circa gli anni trenta di loro età i
Kofmicus
e la lor
Papadia
Donna prende
,
il
nome
di
quali voglia dire Pretcffa
diftinra
con
tal
nome
,
folo perchè fe
un Prete
non poflòno
riconofciuta per moglie di
morra per altro queita
prendere altre mogli
,
:
PAR-
Digitized by
Google
PARTENZA
DA
NAZARET
PER SAFFURI, SCIEFÀMER,
E RITORNO IN ACRI.
C A
P.
X.
P
Arrendo da Nazaret alla volta di Settentrione , dopo poco tratto' di ftrada indirizzando il cammino per la parte di Ponente , fi arriva in una Pianura-, ove
forge una Monragnetta , la quale è
dittante da Nazaret citea fei miglia.
Sopra di erta vi e un Villaggio
%"?f&'ri
chiamato Saffùri , ma fu elfo ben ìbeì eln^
altro in antico tempo , che un Vii- tkt Cifri
faggio
tà
.
più
;
perciocché coiHtuìva
di Sepphoris
forte
Città
la
Cit-
Metropoli, e
di
tutta" la-
Seppia-
la
Ga-
4
Digilizad by
Google
a 3"o
Tribù
nclk
lilii
A6«i
Trovo
<E
Stfpbùrìs.
con
Zàbulon
di
defcritra
diverli altri
qucfta
nomi,
dì
.
Cini
Saftbra,
Fippori, C fu finalmente
Diocefaréa , come
Serfbra,
chiamata anche
abbiamo
in
S.
Epifanio Adv. bae-
jejès Zìi. I pag.
Safiùri
tempo
dì
Romani
era
ìjó".
un
già
Cartello a
Gabìnio Generale de ì
uno de i cinque con-
e fu
,
appellati luridica Converta
greffi
Antigono
figlio di
farrofene padrone
Erode
il"
fu
Grande,
-
Ariftobqlo
da
Ànti-
fcacciaro
figlio di
patro
Qualche anno dopo fe ne impadronì un certo Giuda , capo di
molte mafnade di ladri
Varo Prenderne della Galiléa
la riprefe,
e conduffe
i
Abitanti.
la fortificete
e la bruciò
fchiav'i rutti gli
Erode Anripa
la
fece
principale
fortezza
Galiléa.
della
.
Ceftio Gallo Governatore dèlia
Sona , volendo
gailigare
la
ri-
bel-
Digitized by
Google
bellione degli Ebrei ,v' inviòCcfennio Gallo ed appena arrivato folto la Città, gli abitanti lì referofenza reliftenza.
Sentito i Safforiti l' arrivo di
Vefpaliano in Tolemaide, li dettero
volontariamente ad elfo , il quale
i
alle loro richiede vi
mandò
feimi-
la Uomini, e mille Cavalli . Potendoli raccogliere tutto ciò dalle An-
tichità
,
e Guerre Giudaiche fcritte
dall' lllorico
Fu
no 319.
Giufeppe
.
in appreilb dillrutta
1' andell'Era ^Crilliana per una
indizione de i Cittadini , Anno ae-
(Ariftianae
rati
dvflructa
ejl
Urbs Sepphoris oò feditionem Civium
Hadrian. Re/and, Ub. 1IL
Più rinomata
.
poi è quella Città di :SafFùri, per efiere ftara Patria
-de
S,
i
Genitori di 'Maria Verginei
Giovacchino, e
Saffùri
non
È
Anna.
ora come
S.
,
dilli,
-fenonun
%"
teraplice Villaggio ,depen- uffkri.
dente dal Capo di Acri , e stimo
.da Arabi Maomettani, e da qual:
P 4
che
che Criìliano. Si vede bene elTervi
una Città , come ledìmoibano
diverfe rovine; e al tempo de ì
Latini , quando elfi regnavano in Palcrtina , parrebbe,
che avellerò q:jì avuta qualche Fortezza, mentre alcune muraglie di
ella non dimoftrano antichità maggiore di quei tempi.
Refta fem P rC Ìn elTerC la artc
P
0r en " lc > ove era la Tribuna magI AiWrf
Aims. giorc di una bella Chicli, che qui
-vi era fabbricata in onore de i t>H.
Giovacuhino , ed Anna , e da i pochi avanzi fi olFerva quanto magnifico ,
e
bel
Tempio doveva
fiata
le
Crilliant
SiGh
'
i>fli-
.
eficre. E' fiato quello per più
anni
Mofchca Maomettana, ma rovinala maggior parte , hanno lafciarane
ro a
_
i
Criftiani di potervi celebra-
re la Mefia , come fanno ancor prefenremenre alcuni Greci , che non
potei allora rinvenire fc erano Car-tolici, o Scifmatici Si veggono ancora fparfì in quei contorni molti
capitelli di marmo , e de i pezzi di
.
co-
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colonne di
e
capirclli
marmo G reco fcannelì ite,,
di
ordine Corintio
,
le
quali per altro ii vede affai bene,
che non fon fervile per ufo della
Chiefa , ma che fono avanzi di monumenti molto più antichi:
:,,
Da Safl'ùri levandomi dalla diritta ftrada , che conduce, a San
Giovan d'Acri, Aimai bene di andare a vedere quelle Campagne , che
refrano fra la detta Città di Aeri,
ed il Monte Carmelo , che invero
trovai ben coltivate per Grani , Cotoni, ed Orzi, ed ogni altro com.
meftibile
.'
-
i-j
.
r
j
e
.
:
.
Dopo eiTcr palTato per alcune yiih^^is
Pianure, ed avere afeeie diverfe Col- * Sciifé.
line, che fon ripiene di Ulivi, fi ar--""
>
riva al Villaggio di Scietamer, il
quale è lìtuato in Collina, e Je fuc
Cafe fon fabbricate in pendio rivolte a Polente , avendo davanti
la veduta del Golfo di S. Giovan
d'Acri.,: di dove giudicai edere dinarite dodici miglia
'.
-
.
.
.Ollcrvai
in
..
,_
eflb varj
Edifi/j
che mi fecero credere di
tempi piurtofto
Terra» che un iempliec
Qui fi veggono le rovine
diftruttij
elfcre
una
flato in altri
grotta
Villaggio
.
di una Chicfa pìuttolto grande
antica ftruttura
nata follante
,
,
di
e della quale è rovi-
mi difiero
San Foca Mar-
volta:
la
eflere ftata dedicata a
tire.
luogo è qucfto»
e gli abitanti fono la maggior parte Greci Cattolici. Appartiene al
dominio del Capo di Acri , ma il
quale ne dà in affitto tutte le renPopolatillìmo
uno
di quelle principali ca-
fe Criftianc
Cattoliche , dandogli an-
dite a
che
titolo di Sciehk
il
,
o Capo
I migliori Cotoni, che produCernì /i
fàrfàmtr. cxna tutte le Campagne della Galilea , fono quei de i contorni di Scie-
fimer
,
fuperando di gran lunga tur-
te le altre qualità
come
tutti
deferitti
gli
luoghi
referifeono al
:
e
altri
della
tanto quelli
prodotti de i
Galilea > fi
Commercio
di
Aori
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Lafciare quelle amene Coltine
nella Pianura) che è fra
ed il Mate In tale occàliohe
arriva
fi
elle
,
pallai
.
predò
donde ha
lus
Palude Cendcvia , PaIgJt
il Fiume Be- Ctnémi**
al Gap. 111.
la
fua origine
del quale parlai
i
finalmente feci ritorno in
d' Acri.
Trovai la Galilea una delizioProvincia , non folo per la fua
e
di qui
S.
Giovan
fa
bella
umazione
,
e
delle
fertilità
Campagne, quanto ancora
per le
diverte fotgentidi acqua) dalle quali è irrigata , che fempre
la fanno
verdeggiare e quantunque io in diverfe occalionì mi lìa trovato a
viaggiare per ella in quella medefi;
ma
ftagione dell' Inverno
vati
fempre i Prati ricoperti di fioche la natura ha Fparlì anche
, che fono in
ri,
;
ho
tro-
tra le piccole bofeaglie
quella regione.
La
vi
fi
1*
poi
può viaggiare
her d'
e
licutezza
Omar
aflòluto
,
dacché Da-
,
ne ha
Comando
colla quale
il
,
Governo
,
contribui-
re
fce
fo
non poco a
anche
chi
ta in quel
ben
rendere voglioè
Viaggio
flato
una vol-
di
replicarlo
,
volentieri
V1AG-
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VIAGGIO
DALL'
CIPRO
ISOLA. DI
ALLA CITTÀ
GAP.
DI TIRO.
XI.
7^7. che era
L'Anno
desinato per lafciare
da
1
giorno del Levante
re
in
Tofcana
,
rifolvei
,
il
me
Ag-
e torna-
,
prima di
la San, di andare a vilìrare
Città dì Gerufalemme , ed in
tal accattone oflervare diverfe altre Citrà della Sona, e della Pafar ciò
ta
leftina
Il
dì
io.
di
Marzo
di
detto
Anno adunque prefo congedo per
qualche niefe da i mici Amici > m'
imbarcai fopra la Nave Snow nominata S. Anna, comandata dal Capitano Onorato Chauvet Francefe
J}8
1' ane la notte medefima ) falpara
cora , ci mettemmo alla vela per la
volta di
Tiro
.
Ma
il
dì 20. giorno
confecutivo avendo, già fatto qualche miglio di cammino, li rlfvegUò
una fiera btirrafca , che ci obbligò a
tornare d'onde eramo
nalmente
tempo
,
il
ci
dì
14.
Fi-
partiti.
rafierenatofi
ponemmo
il
novamente
in viaggio, e la mattina del dì 27.
arrivò nel Porto dello Scalo di
fi
ahmJ»
si/i
Avanti d'inoltrarmi, avvertiper fempre , che tutte le
Cicca marittime mercantili del Lenre ' raa P^tico'armeate della
Soria, lì chiamano generalmente Scarò ora
it
Città del
itrf?
*
*
^
li
del
Levante
luoghi di
;
quali
comoda
vogliali
fcefa
,
dire
e diccela
PalTeggieri , che
quanto ancora
,
per le mercanzie , che quivi s' imbarcano 7 e sbarcano ; in alcuni luoghi de i quali fi fa ciò mediarne
certe fcalc piane di legno farte ia
comoda forra;» , me)'!?
Ì? u "
non tanto per i
vanno , e vengono
pic-
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CoogI
piccolo Ponte, per rendere più facile F accettò dal Mare alla Terra , e
dalle
quali
fcale
probabilmente
hanno prcfo più
Città marittime
le
nome di Scali particolarmente
il
dopo la dellruzione de buoni Por>
i
, che
aveva ciafcheduna
Città.
ti
di
effe
DEL-
DELLA
CITTÀ
TIRO
DI
OGGI SUR.
CAP.
XII.
TiroCoitaCittà
diSoria
dell'
Ada
nella
riìicde in gra-
di 54. 30. di long, e 33. di
kt. Secondo Gìofuè Cip. XIX. ver 19.
alla Tribù di Afcr, ma per
toccò
non ne ebbero il
non vedendoli , che ne fbflero mai (cacciati i Cananèi Fu già
q;icfti una celebrariflima Città della Fenicia. Fzechicllo Cip. XXVII.
altro gl'Israeliti
pofìèflò
,
.
XXVIII. ce ne deicrive diffafamente la fua nobiltà , c fplen-
e Cip
.
jl'i/it
chrA
T.».
dì
didezza.
Due fono
,,i
fìare le
Città dì Ti.
ro
to. La più antica didima col nome di Palae-Tyrus , e 1' altra fempliceniente Cittì di Tiro; l'uria li-
mata
in Terra ferma, e
1*
altra
in
Itola
La Città di Tiro , di cui parlali
in Giofuè intender deve» dell'ami a
Tiro; giacchi' quella, che Giufeppe
Iftorko nelle Antichità Giudaiche
,
Lib.
Vili. Gip.
Tempio
di
HI
dbe
ci
fàbbrica-
Salomone , farebbe fabdopo di Giofuè E
, che Giufeppe
bricata dugento
.
qui Infogna fupporrc
piutroito
Itterico voglia
parlare dì
una refluirà zione dell'antica Tiro,
o di un* aggiunta alla meddima,
mentre la nuova Città non era fabbricata neppure al tempo di Salomone
Secondo Ifaia Cap. XXTIl ver.
13. fembra , che Tiro folle fabbricata da i Sidóni , mentre egli la chia.
ma
figlia di
Sidon
Anche Giuftino
Cap. Ili vuole
,
che
ca-
Lib.
XFITI.
fofle fabbricata
do-
dopo
J'yrtif
di
Sidon
;
come
Pbocnices
Urbi
nei
Cellario
clarifwia
,
etìam ferantiqua, fofierior tamen
Sidone , littore a Sitfouiis condita .
lib. iti.
Cap. XII.
Nabucodònosor prefe » e diSono qui dubflrufle quefta Città
bi, i pareri , fe la Città devaftata da
.
ÌNabucodonofor foffe Paiae-Tyrus ,
o la nuova- Tiro , mentre-, Profeti
ne avevano predetta la rovina i ed
i>
il
V anti; ma iiccome
Città* fecondo Ezech'icHo Capver- 14. a 20. non doveva
riforgimento
ca;
XXVI
cilère rifabbricata
ci
tì,
;
i
virtuoli Inori-
,che Ji'^nno fcritro di quefta Cìr-
,
concedono !, che
allorché
i
Pro-
pafiano della dcfola/.ione totaeili dell' anle, di Tiro, intendono
predicono il riftabi, e quando
liinento 1 bifogna intendere della nuova Città) che continovi) poi ad effcr famofa, e rinomata per la navigazione , ed il Commercio
feci
tica
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Alefiàndro
Magno
conquida di Tiro
.
fi
accinfc
Era
già
di»
q.,eiìa
Città in Ifola dittante quattro dadi,
cioè mezzo miglio da Terraferma
Eilendoli riufeiro vano ogni aliro
ten> per poterla meglio
, e
fortornettere
di unirla
.
tativo , determinò
batrere
,
col Continente
,
e perciò riempiere
quello (cretto
,
che la divideva ; e
portenrofamenre efegui il fuo gran
penderò , riempiendo quello fpazio
di
mare
terra
, di pietre , di alberi
, e di
a fegno che venne ad aflòg-
,
il Mare , ed ove prima
dole acque renderlo un luogo adattato alle Tue operazioni miContuttociò vedendo Alef-
getrare
minavano
litari
.
fandro la rigorofa renitenza de i Tini anediati , (tette in forfè fc doveri continovare , o lafciare queir
imprefa nè glie ne farebbe riufdra
conquida,
;
la
fi
fe
non
dito da Pitagora
venne
in
Re
foire flato
di
af-
Cipro , che
una ri-
fuo foccorfo con
jpettabile fquadra di Navi Fu da cffo finalmente prefa il fettimo
.
CL=
mele
da
Tyrus feptimo
da che era battuta
qumn oppugnavi coept.i érat >
.
Tir,
«
i
metifs
,
capta
ejl
QJCttrtius
.
Lib. IV. Cap. IV-
Dal Dominio dc
paff*
pafsò
...j/iifivrj,
lotto
Adriano
ftt-
*"*'*
la
tropoii della Sorla
Rc
»
de
quello
remvurò
,
di Sìria
Romani,
i
c la fece
Me-
e continovi) ad
>
ciTere Città mercantile, e nobile.
L'Imperadore Severo
'"
Tiro Colaaia
ama- Colonia Romana
*"
I>cggi
•
Romane
pre fedele
la
feco
colicene le
le
ComRepubblica, ed all'
per eflère
alla
Impero Romano
co
e
,
,
allora ricca, c
e
fi
ftara
mantenne an-
fiorita
Città.
Impero Romano
7'htvifat
io mano di- nelle mani degli Arabi, che
gii Arali, nero lungamente
Dall'
venne
la
ren-
.
Nel' 1 1 il. fuaflèdìara da Baiduino I. fecondo Re di Gerusalem-
me ma dopo
,
quattro
meù
di afle-
dio fu coftrètto a lafciarla
T:ninr,-.ano éc • He nel
Fu
1 1
poi prefa Torto Balduino
ji.
dopo cinque meli
di
II.
af-
Saladino vi tenne l' attedio nel
u§8. ma inutilmente, poiché fu corretto a levarlo.
Nel
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Nel
d' Egitto
1189. la prefe
il
2+;
Soldano
dopo aver foflenuto l'inun crudclilfimò allòdio
Contro il folito della
felice Cittì
di
meli
tre
no
otfervati
J'""™''
^"
'ì
'f..
itti.
.
barbarie di q?iel Conquilìatore
i
,
furo-
patti fatti in taleòc-
calionccon quei CrifHani molti però de i quali fi ritirarono in Tolemaide, gli altri dopo la prefa ariche di qnefta Città feguita nel 1291.
abbandonarono finalmente Tiro , che
fu diftruttà , riè mai più è riforta
;
Secondo
i
Poeti
Cadmo
fu
fi-
glio di Agenore Redi Tiro. F.lifa,
o Didonc ci dice Virgilio nel Ub, 1.
che fu figlia di Bèlo
di dovè fc ne fuggì in
per libefarii dalli tirannia
fratello Pigiualioné , efié
del
le aveva ammazzato Siehéo fuo marito, ed ivi arrivata edificò la podell' F.ncidì,
Re
di
Tiro,
Affrica
fuo
tente Città di Cartagine.
Ma lafeiatO da parte quahtò
di più ce ne pofTono dire i Poeti
troveremo di iicura memoria fra
Uomini illuftri di quella Citta
a?
Re
gii
il
Vernisi
lo-
j'! ^'
n
a
US
Re Hiram amico di David, e di
Salomone, al q;ialc accordò, e diede de i Cedri del Libano, ed altro
legname nccelfarb per la colìruzione del Tempio di Gcrufalemme
ricevendone in contraccambio Grano , ed ottimo Olio Ree. Uè. III.
.
Cap. V.
Abbiamo ancora
fo Cip.
IX. che
che
terminata
fu
nel Libro i\ef-
dopo venti anni,
la
fabbrica
del
Tempio
, e
qr.clla della propria Caia di Salomone ; avendo il Re Hiram già fomminiftraro a Salomone
de i Cedri, degli Abeti, e dell'Oro
quanto era flato il fuo bifogno ; allora Salomone diede ad Hiram venti Città della Terra di Galilea , le
quali non piacquero ad Hiram , e
che perciò le chiamò Chabul ,
che vale a dire in lingua Fenicia
ciò che non piace . ttrà
ylvTTa, tÌ K àtmin cnaaim .
Ant. lud. lib. Vili. Cap. V.
,
pentiti*
Jofepb.
II
fanciullo Abdemone, che
fciogliev» con maraviglio!» fotrigliez-
za
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za tutti i problemi di Salomone fu
di Tiro, bfipb. Aut. lud. Ub. VITI.
,
Cap. Il
Ebbe
i
natali
Città
quefta
in
Apollonio Iftorico Greco, che viveva fotto V Olimpiade CLXXX. ai
tempi del Gran Pompeo
Ulpiano celebre Giureconfulto
fu egli pure di Tiro , ed afecfe all'
onore di effere Tutore, e Segretario
di Alefiandro Severo, e finalmente
Prefetto del Pretorio
mazzato da
i
;
fu
poi
am-
Soldati della Guardia
Pretoriana
Guglielmo di Tiroi cosi detto
perchè ne fu Arcivefcovo , sicura
vogliono , che foflè Francefe , altri
Tedeico , ma il fenrìmento più abbracciato è eh' ei foffe di Tiro
dove bensì
lo
,
te
.
parti
ed andò
Nel
tcranenfe
1 1
,
di
,
da pìccolo fanciul-
a ftudiare in Occiden-
79. aflìftè al Concilio
del quale ne diftefe
Lagli
Atti.. Ci ha lafciata un' efatta Ifto-
Guerra Sagra, che è molto conliderara, ed apprezzata.
fìa della
CU
Nel
i4»
Nel tèmpo delle fiere perfecuzioni, the forlrirono i Criftiani, e
particolarmente fotto Diocleziano
e Maflimiano , riceverono nella Città di Tiro la palma del Martirio
S.
Doro'éo,
no ,
ti
,
.
,
e
e
Tirannio,
S.
S. Nilio
piano
,
S.
Zanobi
4in. Barou. in
,
VabiTdTi
.
Stipa-
S.
e
S.
Ul-
nume-
quorum
colligit
.Car-
Martyr. Som.
Rinomatami furono
ogni
invenzione di
Titiì,t<hl tempo i Tini
fa città ài varie Arti, c
Tin
,
innnnierabili San-
altri
Martiri
rum filila Dei fiientìa
in
per l'
Scienze a effi attrìbuite > e celebri per la navigazione >
per il commercio , e per le ricchezze.
Carragine emula j e nemica
Città di Roma, Tebe, e Cadice
furono Colonie loro. Culmine eerte
eius pene erbe tote diffitfae funt Carthago in Africa , in Boetia Tbebae
Cades ad Occanum . Q. Curtius
lib.
IV. Cap. ÌV.
t
ne
ianno
i
Salomoche egli fe-
Tirii fervito
nella Flotta navale
,
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ce coftruire in Afiongaber preilodj
Aila;h nel Lido del Mar Rollo per
Reg. Lib. Ut
mandarla ad Olir
.
Cap. IX.
Ercole era
la
Deità de
i
1
ini
a cui avevano eretto un Tempio i
il quale Gefare fpogliò de i ric-
ed
che vi erano f Caefar )
Tyri omnia Hercuhs donaria jubftii-
chi doni
l\t
,
,
.
quod comugem ,
&
filìttm
Pom-
fuga recepìffent. Dion. HiJI.
XLIL
Vi era nella Città ancora un
Tempio eretto a Giove Olimil
; ma ai tempo di Coftantino
Grande faranno quelli fiati demolicome fu fatto di molti altri , ehe
pei! in
Lib.
altro
pio
ti ,
erano per l' Oriente dedicati a delle falfc Deità .
S. Paolo Apoftolo dopo Varie
:
navigazioni approdò in Tiro, ed
trattenne fette giorni, ove
li
ivi
trovò
Difcepoli.
altri
in .Syrìam
,
Navigabinais
£r venimas Tyrum
,
ubi
Navis expofttura era! onus
hvetitis autem D'tfiipulis maiijimui
tn'tm
ibì
dkbits feptem.
ver. 3.
4.
&
XXI.
MI
Apofi.
Cip.
11 gl'alide
Origene, che nacque in Alexandria l'Anno 185. di
Noftro Signore , morì poi 1' Anno156. nella Città di Tito, ove ebbe
fcpoltura,e la quale li vedeva ancori nel Secolo XIL Haec eadem
Origenis corpis oci ul( Tyrus )
&
tat
>
licei
jic/tt
oculata fide etiam badìe
Gag. Tyr. Lib. XIII.
mfpktre
.
Cap. I
Co/lamino Magno nel 33;. fece convocare qui un Concilio ,
nel quale fu condannato S. Atana(ìo j privato del fuo Vefcovado ) e
bandito di Alexandria.
Altro Concilio vi fu tenuto
nel 44R. ove fu affoltitD Ibas celebre Vcfeovo di Ede/fa , il quale
era flato accufaro , che fofleneva gli
errori di Neftorìo
Nel
ji8. alcuni Prelati vi ten-
nero un Sinodo ove furono confermati gli Atti legìttimi del Concilio
Coltanjinopolitano
,
La
Digitizad by
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La
Città di Tiro era Sede di
foiropofto al Pa-
un Arcivefcovo
triarcato
di
Antiochia
fotto di fe quattordici
,
ed aveva
Suffragane!
Innocenzio II. otdinò poi , che 1' Arcivefeovodi Tiro rendelìc obbedienza al Patriarca di Gerufalemme , ed
ottenellc nella Cbiefa di quella Città . la dignità medeiìma , che avevano anche i fu ai prcdcccflòri con
quella di Antiochia
Col nome di Sur è oggi conofciiita la Città di Tiro, nome per Tim,»ggi
altro antico! che deriva dall' Ebrai- Sur,
co Zot , Sor , o Tfor , dal quale i
Greci ne dcduvforo quello di Tiro
ed i Romani 1" altro di Sarra , con
cui elfi 1* hanno talvolta anche chiamata. CI. Bscharl. Geograpb. Sucr.
Part. il Ltb. Il Gip. X.
La Nave , che mi condune , pam £
diede quì fondo alla fua Ancora, I'">
dittante dalla Città mezzo miglio a
Settentrione in un Porto , guardato da Ponente da varj fcogli , che
li unifeono quafi colla Città , e
da
Orien.
Fornia J/i
la
Pnifiìa
Oriente è difefò dalla Terraferma ,
ove perciò i Battimenti trovano' un
luogo
com
> e figuro
Avanti di sbarcare enervai la
la trovai
, che
™°
.
•uri™, forma della Penifola
di figura come un' accetta i il colì' Iftmo , che 1* attacca colla Terraferma , e nella par-
lo della quale è
te più larga era fabbricata la Citta di Tiro i della quale la prefente
péto»
mi-
Città di Sur ne occupa piccoiifitmà
porzione
Andando per fccndcrc in ter-
ra con ^ ran difficoltà clltra ' coìlo
Di'rr™rf''
Schifo della Nave nel Porto inteTiro.
riore* vale a dire piuttolto in una
buona Darfena di forma circolare
che è dentro il recinto della Città
Allorché le mura, che la circondario» non avevano fofferto alcun danno, e che tuttavia elìftevano , entra
.
Vafi in quello
Porto
intcriore per
una bocca , che guarda tra Oriente ) e Tramontana , della quale vi
reità anche di prefente qualche indizio
,
che
fi
ferrane colla catena
Ora
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Ora poi
eficndq rovinate in molto
parti le muraglie
,
che lo contorna-
altre aperiì trovano varie
,
luogo per entrar, che danno
Settentrio. c particolarmente da
ne ; ma da ognuna di elle , e col
più pìccolo Schifo di una Nave
non è poflibile inoltrarli entro, fe
vano
ture
vi
non per poco
Non
le
è
tratto
folo la
-
mancanza del-
acque che impedifee d' introdurliberamente , e più oltre in queDarlena , ma fono l' ideile rovidelle muraglie , che ne hanno
e il didentro ,
,
,
viii
fla
ne
ripieno l'ingreifo
i tempi noftri continova Tempre più a guadarli
e che anche a
Oltre alle pierre delle mura dili enerva anche una quanti-
strutte,
tà di
li
Colonne
di granirelii orienta,
e di color rollò
di color bigio
e di altra forte di
no
qui
itati
marmi , che
fo-
trafportati efprellamen-
te dagli Arabi per guadare quella
Darfena, acciò in ella non pollino
rifugiarli le Galere, o altri baftir
men-
1J *
menti
proprj
da fare sbarchi
Le mura, che la circondavano
furono di una folida iìruttura, edi
.
quando
quando
in
erario guernitc
ma dagl'imperfetavanzi vedelì bene , che non Cono
di una' erande antichità, e come
feci
oficrvare
al
Cap. IV. ne
di grolle Torri,
ti
una riprova le molte , c vaColonne , clic fon fcrvite di
liano
rie
materiali per collniirlc.
^ 1TO
Tir» città
più foni
dilli so-
ria.
t uttl
1*
cra ' a Città più forte di
Soria anche negli ulrimi
tempi, che
Aveva una
di
Terra.
la
Terra
do
follò
Mare
,
cingevano
alrre grolle
e
,
;
Criitiani.
i
la
e da quelle di
coprivano tre
ed un largo ,
la
muraglie
tennero
fola Porrà dalfa parte
Due mura
dalla parte di
elfendo
profon-
fiancheggiata da
ogni banda di baluardi,
E altra la forte prefenre di
quella inclita Città. Dodici giorni
permanenza, che qui io feci, appena mi diedero luogo di rinvenirne l'antica circoli ferenz a trovai bene,
di
;
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che la preferite Città di Sur
j
non contiene fc non una pìccolìffimi parte di quel luogo j ove fu 1'
antica Città , non vedendoli nel rimanente terreno , fuorché un anine
mano
di pietre , che appena danno
luogo di potere fpafléggiarc
Le mura della Città fono la
diitrutte fino a i fonè reftata in eflèrc pordi alcune Torri , fopra le
quali ne fono fiate fabbricate altre
da i Turchi , i quali nella parte Set-
maggior parte
damenti folo
;
zione
tentrionale della
Città
hanno
vi
fatto , o rifarcito un Caftello , che è
ora abitato da una guardia di Mugrabini , o Soldati di Barberia , che
fono al fcrvizìo del prefente Capo
di Sur
Due Porte ha ora la Città , una Psrfr
accanto al Cartello > che guarda la '' c'"i '
parte
Settentrionale
>
e
altra
I'
a
Oriente fatta dal Capo Hanzer
.c*tuàrilt
Oriente della Città fi veg- rfi Tiro.
gono gli avanzi della bclliflìma
Chiefa la Cattedrale di Tiro Anche
.
A
.
'
Eufebio
clic
Panfilo
ci
dice nella
fua Iftoria Ecclcliailica Ltb. X. CipIV. che quella Chiefa forpaflàva in
bellezza tutte le altre Ctuefe della
Fenìcia
Era cfTa di tre navate , ed il
completo della fabbrica di fruito Gotico , avendo due Torri grandi , non
di facciata, ma dietro Je due ale,
alle quali li afecndeva per due fcale a chiocciola, c lì vede tuttavia
alcuna porzione di effe
L' interno fembra , che in tut.
parti non corrifpondeflè
medefimo gulto Gotico, mentre
capitelli di Colonne , che
te le fue
al
diverti
veddi
erano di ordine Corintio
Qui appretto , oltre a molti altri diverti pezzi di marmo, olTcrvai
varie Colonne di fuperbo granitaivi
lo
,
rolfo orientale
di
circa braccia
diciotto di altezza, e fra clic, due,
che fpiccano da un folo pezzo .tra-
mezzo
lo
il
alle quali occupa in triangoterzo poflo, un'altra colonna
angolate
,
cflendo formato tutto quello
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di un folo pezzo dell'
Granito, ed £ si ben lavorache /'farebbe degno di nliglior
Ho gruppo
iiinio
to
,
.
Mi fuppofi, che tutte le Colonne, die reggevano le ali di quo-
Ch icfa,
:
te
dovettero effere della fpc-
ma
cie mede-lima,
gr.iniicllo iiyìo
determinare
altre
Colonne
?'
dal,'
di
>''-
fecero piuttofto
,
che di varie
Colonne , che
aveva-/
Tempio,
moire
quello
e
devono edere forterrate,
apparifee
h f1
altre
a credere
forti fofTéro le
no ornato
ini
'
eofiie
terreno elevato, che
-1
""u
In qucftà
"
,"
1*
Ftderitol-
Anno
Cattedrale
1190. fepolro fu già 1' lmperadore jetttmn
Federico L Barbaroflà , come ii ha al "'j^'^
detto anno dalia Cronica di Pao- Tiro ,
lino di Piero Fiorentino, che fta
ora fotto i torchi di Firenze
Burbamffa
.
AlmericojVI-Rc di Gerufalcm-
me
ma
,
y™"'%
fposò nella Cattedrale nieaeii- Gerafaitm.
Maria pronipote dell' Impera- *' Jp°f«
tot Emanuello di Collanti no poli
quale fu unta
,
,
la
e coronata Regina
R
Qu-
,
^ ait $
Tir».
US
.
Tiro Uh. XX, Cap. t
v c
ma amica Chiefa di S.
qjalc reftaquali fottertaca
falTi , che le fono inquella Cliiefa iTappartcncn^a de i Gtcd (Otturici
CugCtelmo dt
aMaiis
"
ccmro dc " J
S"* el
'
*a pigolai
'é* ss
Qmgio
icatMiti. Giorgio,
la
da mucchi di
timo
r,
A-
'/io
g/< Stijhititt.
«j«
M<
ftth
.
E
^ rc;
Scifmatìci
-'
'
i
.
ma
difegna-
di larvenc
t'ab-
pianta.
y
un
s* r '
hanno alcun
i
Cjpo
Bizzarro > o .Metca'o £ K)
Sjr l'pel q aie trovati foia mente ciò,
A* è ncceilàrio al viver dell' uomo ,
ed
&
'
,
Maorr.ctt.jni fono quei,
''"
nuovo.
il
bi itare ;ina di
Dc«.ir,a
hanno
"'
é "'
.T 'CoH
P cr orj n , v
Tq.naio , p Mifchéa
clle
vi
«zzj,ro.
vi
ancora cITi vicino alla Datfena una
Chicla nuovamente fatta da loro reflajrarc, la qaalc è dedicata a S.
Cil>r
hSir
vif-«
,
fcmpli-c veilire; ed ove vi e
Bagno > ed una Botte-
al
pubbiii:-)
(, a
Dogana
e
demro
la Citta.
un
al Poeto i óve pteliede
A(jfl,o Signore Greco, riftuotcn-
vicina
do
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.
do
i
zie
o
,
lì
zer
non
.
dazj di quei generi di mercan-
che s* imbarcano dalla Città»
sbarcano in e)!à.
E da notarli, che lo Sciehk Han-
°fZ%a
non
i
Ì
partecipa effettiva mente
dazj di quelle mercanzie
,
fé
che
sbarcate che iiano, entrano nel fuo
fi
Dasìibe
pis"«o
"r *
Paefe , oppure che pattino per il
Paefe per edere imbarcate.
I Battimenti Europèi , che Coverebbero andare in Seida nel tempo d' Inverno , vanno ad ancorarli
nel Porto di Sur , e qui sbarcano
le mercanzie , che hanno condotte,
e per mezzo de i Battelli di quella Cotta le mandano in Seida»'
ricevono nella forma
medeiima
quelle , che devono caricare , e
quantunque tali sbarchi , ed imbarchi lì facciano nel Porto di Sur ,
non ottante ciò i dazj di quelle
mercanzie gli riceve il Bafsà di
fuo
Seida.
II Capo Hanzer ne va così d*
accordo per non entrare in impegni
col Bafsà ma vedendoli un giorno *
/
;
Ri
o
DÌG>itiz&d_by
GoOgI
lóo
o
non
l'alerò forte, e Iienc alleato,
vorrà
éffer
Acri, e
fi
da meno del Capo di
renderà in rurto , e per
tutto difpotico
drone
ed
,
.
Pa-
allòluto
.
Son cinque anni che anche
la
Città di Sur ad imitazione di Acri
è tòlta in uni tal cual mafi
niera dall' ubbidienza della Porta
Sciéhk Hanzer del Paefe de i
Maomettano
Arabo
Mentali
ne è fatto Capo, e
gando però al Balsà
to
il
comando
del
fe
Signore, padi
tìeida
,
lot-
quale farebbe
un Tributo a fuo
,
di doverne riconofecre il
Gran Signore riferbandoli poi per
quella Città
piacere
,
,
1
fé tutte
l
entrate
Città
della
,
e
quelle delle circonvicine Campagne
Ha dovuto quello Capo fodrire varj contraili con gì' iitellì fuoi
Paefani
,
avanti
di
poter
renderli
Signore, avendogliene per lungo tempo contrattato il pofielfo Ma l'an.
no 1766. enttaro dentro a mano
armata, dopo un'uediione da am-
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2<5l
be
qualche cento di per-
le patti di
fidie» il Città rcftò finalmente
mano
ìdi
cheggiù
i
Uanzcr
,
fpogiiando
quale
il
i
in
la fac-
miferabili abi-
che avevano .
}i Cl ,p0
EUcndo la Città di Sur aper- /ms" fi>
*
ta da ogni banda, né potendo ef- >'
s" r
fer difefa in cafo di qualche miovo attacco, Ilanzcr rclòfene Padrone principiò fopra parre de i vecchi fondamenti a farvi delle fonili
muraglie, come faceva artualmente
nel tempo della mia permanenza.
Siccome la Città dalla parte J*ó?a aij!
e
di Tramontana lì prefenta in forma '^'°"
tanti di tutto ciò
i
'
J-
di Anfiteatro nel
hogo
più elevato,
%,T ,
il Capo medefimo vi faceva coftruiro anche una Cafaper fua abitazio-
ne contigua
no
do
ca
la
alle
mura che guarda,
parte Meridionale
,
includen-
nella nuova fabbrica un' antiTorre per fervire in cafo di ncanche per fua difefa.
ceflirà.
Andai in
quella nuova abita/io- 'y,p a
f„..
yilìta a quello Ca- ta aièupo
ne per fare una
po,
il
quale trovai,
R
j
all'ufo 1oto>
*»*«
col-
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i6i
colle
gambe
incrocicchiate fra
teriali di quella fabbrica
,
i
ma-
che t'ama-
va U tabacco , avendo intorno di fe
cinqje, o fei perfone di fuo fervizio.
Volle fapere da me di qual
Paefe io era i e qual motivo mi aveva
Mi
indotto a fere qjel viaggio
fece accomodare accanto di fe, e
mi fece fcrvire di pipa , e di cafre
Mi domandò come mi piaceva quella fabbrica, e reftò contento nel
fencire approvato il fuo difegno
M' invitò di andare ogni giorno a
.
ritrovarlo
come veramente
,
a fare per
i
feguirai
pochi giorni i che
ivi
mi
Sur primi-
piaadrf-
"
'l'aie
fl.
P
trattenni.
Spopolatiffima fi era refa quea Città, mentre oltre elTere ftata
^ pacato priva di ogni forre
er
di
Commercio,
gli
abitanti
erano
anche continovamente inquietati or
da' Popoli Memali, ed or dal Bafsà.
beida, ed in ogni occorrenza
erano il berfeglio delle diflèrenze
de i loro confinanti
di
li
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11 Capo Hanzer per renderli
ananseranno ad abitarvi , da ogni aggravio , avendo per
detto tempo riiìretto anche il Co-
abitata ha efenraio per cinque
.
ni tutti quei, che
o Teftatico alla fola metà.
Inoltre perchè fi rifabbricaflero le
Cafc ha concetto- di fervidi fenza.
fpefa non fola delle pietre belle » e
riquadrate, che fono fra le rovine
del Paefc ; ma di più regala anche
il
terreno a chiunque volcffe fabbricare nuove Cafc ,
o femplici
Botteghe
Tali facilità vanno facendo
riforgere queita Città, non mai come
era una voltai ma da poter rifiorire
in qualche parte i! Commercio ; ed
è ora abitata da circa tremila pcrraggio,
fonc
.
Tre
Religioni trovaniì di pre-
fcnto. in Sur; la Maomettana, che
èia dominante, la Greca Scifmatica, che è la più. numetofa , e la Greca Cattolica ) che è comporta dt pochi,
R
4
"te
...
««'£"'»'
,
.
toPatft,
»
fe
Le Campagne di Sur fono ftaP er molli anni ' nculte > e trafan-
ammendate, ma vanno
tendolì in
di preferite rimet-
buon ordine
.
Il
Grano è
Uno de
i loro maggiori
prodotti a
fégno da poterne diftribuire a gli altri Scali circonvicini delia Socia, c
da farne de i caricamenti anche per
Criltiànìrà , come pure' fono abbondanti d' Orzi , e di Civaie
Molti Tabacchi producono le
Colline circonvicine , ed ìl commercio maggiore di quello articolo è
per Damiata.
La piantazione de i Gelfi era
abbandonata , e tornando ora a
riforgere , ben predo fari in grado
quel Pack di fom mi murare delle
Sere
,
le quali
non faranno
inferiori
a quelle di Scida per la loro lucentezza, e bianchezza.
Limitato è
il
Commercio
del-
le Mercanzie di Europa per la fcarfezza degli Abitanti, e fra quei pochi non lì e per anco inrrodorto il
luuo,e l'ambizione, come è feguito
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2(55
to nelle altre Città Marittime delia
Soria
>
ove
,
aumentato
il
col
lullo
hanno
Commercio deli Eu-
ropèi.
Tiro
Avendo io letto in Guglielmo di V't" *
0
Lib.
di Tiro
fimiim,
,
XIII. Cip. IH.
trattando
che Vitri genus ekgantifin eodem rerum genere
&
facile obtinens pr'tncìpatmn
va
,
de are
eadem piamele colligi**r * «ùrabUhet confidar qaod inde
,
,
qtìae in
ad remami etiam de/atta» provincia!
aptam
vafis mirabiiìbus
,
&
per/pì-
cua jinceritate praectpiiìs materium
praebet ;ed oucrvando nel giro delle mura
della
vecchia Città ,
nella parte Auftrale , ove lambifce il
Mare, molti pìccoli marti di vetro;
domandai ad un Arabo , che meco era , fe vi fonerò (tare in Sur
delle Fornaci di verro o fe di prefenre ve ne erano e mi rifpofc di
nò con allèrir;. che tali malli fi formavano riaturalmenre per le mate,
,
,
rie vetrine
,
delle quali fon
le arene di quelli
pingui
Lidi-
;
t'eitcr-
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i66
L' ellerno di
tali
malli
era
fi-
porcellanajed
dentro di un colore verdema, mifchiato di qualche
rn ile alle terre cotte di
il
di
re ben lucente
particella rolla
Lumnibt
trovate
'"*
,
ma
uuefta fenza lu-
cenrezza
In occafìonc che io mi trovaya ; n qUe ft a Cirtà , mi adoperai per
voice rinvenire qualcheduna delie
rinomate Porpore di Tiro , il colore delle quali era tanto frimaio fra
diligen; pure per quante
ze io mcttelfi in pratica, non mi
fu mai potàbile di trovare alcuna conchiglia, nella quale foilè il detto animaletto: ma Io iiclTo Arabo, che
mi ferviva di guida per emetti Pacfi, e che era nativo dell' iftcflà Città di Tiro , mi fece oiTervarc al Lido del Alare alcuni piccoli animali, che erano una fpecie di Lumagli antichi
che
no
la
,
alle quali
nella tefta
materia
,
,
Mi
molto lì aifomigliavaed interamente nelfoggiunfc , che tra-
mandavano quegli un liquore color
Carmst j cosi chiamando elfi U
di
Por-
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Digitized
by.GfXìglt
.
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Porpora
,
particolare
raccorlo.
ma che
bifognava aver
attenzione per Cubito
E
veramente prendendo
io diverfe di quelle
Lumache appe,
na avutele nelle mani, ch'io
me
le
trovava tinte di un bel color di
Porpora. Rimettendole nell' acqua
oflèrvai , che nuotando gettavano in
buona copia del color tnedelìnu>.
Eflèndomi quello fembrato un
particolare animale e del quale per
quanto ila a mia notizia non trovo , che ne (ia ftàra fatta menzione, ne dò perciò qui la fua Figura
in politure diverfe, iafeiando la cura di (ludiare fopra di efìo a qualche efperto Naturalifta
Tali Lumache le trovai poi
anche in Baruti vicino al Lido del
Mare , ma tanto ivi , che in Tiro >
,
non comparirono tutti i giorni ;
» che mi dicevano quele fecondo ciò
le
genti) principiano a farli vede-
re verfo la Primavera
,
e nell'Autun-
no più non fi veggono .Gli Arabi non
fanno fare alcun ufo di quelli animaletti, nè del loro colore.
Gì-
DA TIRO A
PÓZZI
I
DI RAS-ELEI N,
ED A PALl-TYRUSi
CAP. XIII.
della Porta OrientaPOcodifuori
Tiro
è un' antica Torle
re
vi
che per quanto
t
fi
può con-
anticamente
Città , e dentro di elfo vi fono divedi pozzi di perfcrtifliina acqua di
polla DÌ quefta foltanto fi fervono
ora gli abitanti di Sur ; come pure
tutti i Battimenti di ogni Nazione i
che vanno in quel Porto procurano
di farne la for piowifione a preferenza di quella di ogni altro Scalo
della Soria.
Furono tali pozzi probabilaien-
getturare
,
nella
reflava
.
~
-
-.piaìtizcd-by-Goagle..
mente fcavati dai Tini, allorché per
cinque Anni fii loro impedito dagli
All'ini di poter fervidi dell'acque,
che entravano. in Città per mezzo
dc^li ;i-qmdottÌj de' quali parlerò andando avanti .: ,,
Son fondi quindici braccia e
con cui
le fccchic, o bigoncioli,
attingono , calati che fieno , appena
;
^
reftano ricoperti dall' acqua , congetturandoli, che la fua altezza non
ila
conrurtociò
più di due palmi:
non mai vengono
ne
della
ripullula
folito fegnO
•
Mi
fu
.
efaufti
e fempre
,
nuova,
fino
al
;~
raccontato da quei di
.
ptrtitol*-
Sur una particolarità di queir' ac-'itèdii/»'qua, che trovai fpeciale Verfo if
'
primi di Ottobre diventa torbidaifl
prende un colore arancino, che cretal
do lo riceva dalle arene di
colore , che fono nel fondo de i pozzi , a fegno ebe non fe ne poffono
Allora quei
fcrvirc per alcun ufo
del Paefe prendono cinque , o fei
brocche di acqua del Mare , e la
.
un
.
get-
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gettano dentro , e di 11 a due , o tre
le aeque tornano limpidilfime , e
perfette, la qua! funzione fon coftretti a replicarla ogni anno
Non mi feppcro di ciò dare
ragione alcuna , ie non che facevano così , perchè così avevano vedu-
ore
to fate ai loro Antenati
,
e Colo feioc-
camente chiamano quefta opcrazio»
ne il matrimonio dell' acqua della
Terra , con quella del Marc .
Alcuni vecchi marinari Europe', che varie volte in
tal occaiìo-
ne li erano, trovati in quefto Potto di
Sur , mi diflero, che gli abitanti del
luogo fanno una tal funzione col
concotfo di quafi rutti quei della
Città , e che fi rrasferìfeono a i detti
pozzi fallando, e cantando; e
dopo che avevano fatto quel mefcuglio dell* acqua falata coli' acqua
dolce , tornavano colla medefinia
allegria alle cafe loro
Di lì poi a
tre ore vanno
co' loro vali ad
attignerla ,
c che veramente di
torbida che era , I' avevano vedu- .
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intornare
dura
Andando
rriolo
litmo
fa'ndro
chiara
,
e
buona.
Ti-
dalla Penifola di
che vi fece fare AlefAlagno , il quale li eflende
,
per lo fpazio di fetrecento paffì
Tyrus quondam Infitta praeaho mari
feptingentis p-jfibus divi/a ,
ra Alexandrì oppugnanti!
mmc
-ce-
operibas
Cominens Plin. làb. V- Cap. XIX.
Queflo trarrò di luogo è ripieno prefentemehte di arene, che fono trafporrare dal Mare , c da' venti', or
da una parte , ed ot dall'
.
altra
Tali arene , che occupano lo
(pazfo di quefìo Urino, fono della
fpecie mcdelima di quelle, che fi
trovano fopra rutto il Lido della
Terraferma tanto dalla parte Meridionale , che dalla Settenrrionalc
.
Arrivati
dalla
parte
oppojla
che è la Terraferma , andando verfo
Auftro , c feorrendo per una bella Pianura , dopo quattro miglia di {bada
fi arrivaaipozzi di Ras -Eléin , così
chia-
fe-
chiamati dagli Arabi , che vale Capo della fonte
Da molti Europèi Cono flati
i
Pozzi di Salomoma non trovandoli di ciò la
,
vera ragione , è meglio pillare Torto
idenzio tale opinione ; menquelli chiamati
ne
-
tre al
Rè
di
tempo di Salomone elfcndo
Tiro Hiram , ad ciìò pare piutuna tal'
tollo che deva appropriarli
opera
Tre fono
i
pozzi
il
,
maggior
de i quali ha trentaquattro braccia
di diametro , ed è di forma ottagona, elevaro quindici braccia dalla
parte di Mezzogiorno
dalle altre parti
a chi
Io.
rimira
dall'
ed un poco
,
meno
fembrando
Aulire, una
;
grolTa Torre riquadrata i mediante
un' altra fabbrica di limi! forma , nel
mezzo della quale è lìruato
Tra Oriente , e Mezzogiorno
comoda flradafarra di pietre
ma ora maltenuta per mez.
vi è una
,
,
zo della quale li afeende a cavallo
in cima di quefìo Pozzo , la
j> lino
Orar-
ftruttura del quale è ammirabile,
mentre, in vece di eflèr fabbricato
non
di pietre riquadrate,
che
un
pictte
,
mente
tutto
ti
è
altro,
comporto di piccoliflìme
e di grolla rena tanto tenace-
collegate iniieme
un
fecolì
mallo naturale
abbia gin
,
che fembra
;
e per quan-
pattati
una tale
bell'opera, non ha fofferta la minima alterazione
Le acque fono per ferrini me , e
talmente abbondanti, che fon Tempre a livello dell'orlo Difccndono,
fecondo il più comun parere , per
fotterranei meati dalle Montagne
dell' Antilibano , ie più vicine delle
quali lon dittanti circa cinque miglia
L' abbondanza di tali acque , unita all'opinione dì quei, che- come
ditti , con poca tagione attribuìfeono
.
queit 'opera a
Salomone
,
ria fatto sì,
che hanno anche applicato al Pozzo
medcfiino quelle parole della Cantica
Cap.lV.ver. 15. Puteus aquarum vivenrium, quae fiuitnt impetit de Ubano.
I
naturali
del
S
Paefe
dicono
che
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che non fi trova il fondo di quello
primo Pozzo , nè io ebbi luogo di
poterne fare la prova , mancandomi
una corda , ed un pefo adeguato per
arrivare con facilità a! fondo ; ma
£b dai Signore la Roque , che il Signore de Noìnrcl collo fcandaglio di
una Nave trovò circa trenracinque
piedi dalla fuperficie dell' acqua
„ Mon/ieur de Nointel . cillepren mier Européen , qui air fair taire
„ certe épreuve par la moyen de li
„ fonde d' un VeifTeau > jettóe cn fa
préfence dans le principal Refcr„ voir La fonde trouva le fonds en„ viron à trente-cinq pieds de la fu„ perfide de l 'cau, Monticar Gali and i
„ qui écoit prefent a certe Épreuve i
m m' cn a pluiìeur fois afluré , er j'
apprens que depuis d' autres Vola meme chofe
li yageurs ont fair
„ avec le mérne fuccés. la Reque
du Moni Liban
n Vtyage de Syrie ,
„
.
&
i,
feconde
Dal
fante.
deferitto
Pozzo
le a-;que,
fecondo l'amica ideai andavano a
Orien-
^
Digitizsd by
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Oriente per un acquidorro di circa
, in. due altri Pozzi
di forma quadra , che uno di dieci
braccia di. larghezza , e 1* altro di
quìndici braccia
braccia trenta, fatti di materiali
mili a quelli della Conferva
giore
.
Le acque , che anche
li-
magin
elfi
vengono dal fondo, reftano più biffe
due i o tre braccia dalla fuperficic ;
chiara prova della minor fecondità
delle loro polle, per cui avevano
bifogno del foccorfo dell' acque dell'
Pozzo per potere di qui en—
altro
nel grande Acquidorto , che
conduceva nella Città di. Tiro .
Gli Acquidotti , che da i Pozzi
introducevano 1' acqua fino in Tiro, .hanno il lor corto da Mezzo-
traro
le
giorno a
Tramontana
ne reftano in
effere
.
Moltiffimi
anche
a' noftri
feguitandofenc tutte le tracce per lo fpazio di tre miglia fino a
giorni
,..
dove voltano prendendo un' altra
direzione da Oriente a Ponente.
Quando
io. mi. trovai in quello
punto di ftrada, che
S 2
refta
dirimperto
né
to alla Città di Sur circa un miglio
incamminai per la Collina verfo
jn'
Antico per lo fpazio di un altro
,
ove è una Mofchéa Maopoco più fopra molte
, e
rovine > fra le quali non lì vede ordine alcuno da poter rilevare quello , che qui anticamente vi folle , e
l'
miglio
mettana
feguitano le medclime fino ad un
Villaggio, che è poco di lì dittante Certo fi è che io non feppi difbinguere altro , che gli avanzi di una Chicfa i o che almeno fembrava
di elTere fiata tale, e niente di più
patticolare , che una Torre di fab.
brica
.
palai .Tjr*i
.
non
'
antichilTima
,
Paefani non feppeto darmi al, fe non che fentito ave-
tra contezza
vano t che amicamente quello luogo li chiamane Tiro. Andai tra me
pcnlàndo fe quello poteva edere
Pa/ae-Tyrus , né faprei rifolvermi in
contrario , appoggiato anche fulla autorità di Strabene > che pone la detta Città di Pa/ae-Tyrus trenta (ladi lontana dalla nuova Tiro par Au-
Digitized by
Google
{Irò
che
,
diftanza
farebbe
all'
Strah. Lib.
.
della
incirca
nella quale io
,
tb «a^«<(
mi trovava
XVI
i„tt»>m
Da Tiro
io era andato ai de- avuti ntitt
Pozzi di Ras-Eleui in com- Campagne
* 7 "' B '
pagnia di due Francefi> che uno
ferirti
Medico , e l' altro Paffeggiere , e
con efli feguitai a tratrencrmi tutto
quel giorno.
Scorrendo
adunque
con
elfi
quelle Campagne , moiri/Timi degli
Abitanti ci venivano incontro invitandoci ad andare alle lor Cafe per
vedere
ricevere
alcuni malati
da
noi
,
fperando dì
configli,
e
medi-
E qui farò noto i che
tutti i Villaggi della Soria ho
trovato , che quella Gente crede ,
che ogni Europèo poflà avere la
Nel cafo prefente non s' ingannavano > giacché in
camenti
.
in
virtù di medicare
.
tre Pcrfonc vi era uno , che veramente profetava quell'Arte , ma
-che procurò dì tenerla celata per
•
non
c.
eifere attediato
S
3
da quei
villani
Ar-
278
Arrivati però ne' contorni di Palae*
Tyrus in una miferabil Cafa, che
reftava in una Collinetta , elfo fu copreghiere
ftretto alle
un Prete
di
Greco, che
era con noi) di entrare
, evilirare un povero Criftiache non kprci per vero dire
in
ella
no
)
dì qual Religione
,
il
quale era gra-
vamento malato Il Medico
vò immediata mente fangue>
.
gli ca-
e vol-
qualche
fe il male gli dava luogo di fomminiftrarli altri
vati. :
Era quell' infermo uno de' mele allora ivi
trattenerli per
poco per vedere
no mitratili contadini di quelle
Campagne Coricato fe ne itava fopra un monte di fterpi , fu de i quali vi era diilefo un panno lano a righe bianche > e nere , ed un coltrone copriva lui medefimo Accanto
vi era il Cammino in piana terra.
Poco più in là due Bovi In un
cantone della ftanza la Moglie turta dolente , flando colla faccia mezza coperta ; ed un piccolo iiglioletto
.
.
.
/
/
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to (lava accanto dell' infermo Padre i al quale di quando in quando
fomminiiìrava quakhe cucchiaiata
di acqua, nella quale era (temperata
della
femplke
farina
cruda
,
fenz'
altro
„
Cte pii s'affitta,
n
dt ptttt rffit ftgfio*
Nel tempo » che ivi ftavamo
trattenendoci
rimirando da quella
Collina le Campagne adiacenti i li
,
feoprì in poca diftanza una gran
quantità di Donne Arabe , che alcune (lavano lavando de' panni ad una
Fonte , ed altre , che li bagnavano in
un
recinto di acque veniente dalla
Fonte medelima Sì l*une> che le altre eraho nude : ad una tal vifta il
PalTeggierc Franccfc , che con noi
.
fua connaturai vivacità
di volere
Collina , ed inviarli verfo quel luogo , per vedere più d' appretto j diceva egli , i coftumi di quei
Popoli , ed invirò ancora me a tenerli compagnia ; ma io aveva più
era
,
pensò
colla
immediatamente
(tendere
la
•
zio
pratica che egli di tal genia da
non poterlo albe compiacere , e gli
mefli in villa nel tempo mede (imo
i
diverii pericoli
trare,
,
che poteva incon-
non tanto andando troppo
cino a quelle
Donne
,
vi-
quanto anco-
ra , fc in quel mentre , che andava
verfo di elle folle padato qualche
Arabo da quei contorni e che era
quello un piacete , ed una oilcr;
vazìone , colla quale ei poteva affoluramente mettete la vita a repentaglio ; e lo conlìgliai a reftare
pìuttoftomeco, giacche per la parte
mia io era aflblutamente determinata
di
non
volerlo feguitare
Procurò
fua il
feufa
la
allora
di
.
tirar
dalla
Medico, ma elio diede per iche non voleva per quel-
,
me?./.'
Allora
ota lafciare quel malato
noftro buon compagno
il
principiò a batter ì piedi, e rammaricarli della fua cattiva forte
aver fcco neppure una
lente , non che un cannocchiale , per
potere con tale aiuto approlfimare
per non
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gli
oggetti
>
colla Collina
come
la
fe
accollare
1'
c quafi fe la prendeva
e eolla
,
Fonte
fteflà
,
natura avene dovuto
una
più. all'altra.
Mai non mi fon trovato con un
capo così curiofo come quello a,
vendo dovuto lotiche da elio t che
genio )
privi di
ei ci chwmalle
codardi , e dì fpirito freddo : e
per verità egli dimoftrò di oliere di
men-
una cofiituzionc ben focofa
,
tre fuperati tutti gli ollacoli
che io
gli
folo
,
aveva polli davanti , fcefe folo
dilla Collina, e li avviò verfo
la Fonte.
lo flava in oflervazione di vedere qual tratramento averebbe otte-
nuto accoftandofi troppo , e reftai
quali forprefo , quando io veddi ufeire tutte le Donne dal Bagno > e
Fonte , e che tali quali come
erano fi approflimarono ad eflb j invitandolo ad avanzarli anche maggiormente > ed ei non mancò con
reverenze
mille complimenti >
e
dalla
di
dimoftrar
co
i
cenni
il
fuo
gra-
gradimento ed inoltrandoti fra loro» fu da elle ricevuto» dando fchìerate in forma di femicircolo ; ma appena credettero di poterlo avere ben
:
mezzo,
nel
li
riftnnfero in cerchio»
reftando allora dentro , gli
fallarono addoflb , chi graffiandolo ,
e chi dandoli de' pugni. Buon per
ed
egli
lui
,
che
che non
gli Trofei
li perde di animo , e
perciò di fcappare dal-
mani accompagnandolo però
per buon tratto con tirargli de'
,
i colpi de i quali non anda-
le lor
eflè
fallì
rono
tutti 3
VOtO.
Al Medico , ed a me , che di
luogo eminente eramo fpetratori , fu
motivo quefta feena di rifa » e di
coriipamone » e particolarmente allorché tornò da noi così malmenalo e reftò allora perfuafo » che in
;
Levante non bifogna deiiderarc non
con Donne , ma
neppure eiTere curiofi dì vederle» e
particolarmente quando fono più infolo di praticare
iìeme
ta
la
,
inoltrando
premura per
effe
far
allora tut-
conofeere
a»)
rifpetto , che è loro dovuto ,
quantunque non ne tengano gran
conto quando lì trovano a folo a
il
folo.
Dirò di piùi che noi' Eftate }n a f «riandando a (pailó per le Campagnejìfi'" wllr
della Soria, ho molte volte incan-s°s***
trate di quelle combriccole di
Don-
* '
'
ne vicino a qualche Fonte , che intieramente nude ftavano bagnandoEffe non lì muoli , o lavandoli
vono dalla politura , nella quale io*
noi e folcanto fi coprono con una
.
mano
vifo, confluendo tutta la lo-
il
ro vergogna nel
non
farli
conofee-
Tornando verfo Sur incontrai p'^w/'
porzione degli AcouidotriVch'ioavc- a Sur.
va lafciati attendendo alla Collina
Sono
quali
quelli
.
fa avere
tefa
Non
di lavoro
dità
,
archi-,
tre grotti
ne'
è diftinta l'arte, e poi la
fi
natura
,
La
hanno
,
minor,
foli-
di quello, che pof-
una Fabbrica
natura poi
li
la
meglio in-
è diftinta in
clH ricoprendo coli' andar del tem-
po
po quelli bei monumenti di una
verte tanto folida, che fenibrano effere piurtoflo gettati , che lavor ati
Le acque adunque , che ttaboccavano dal Canale , che pafla fopra i detti archi , e quelle , che
gemevano
,
tra le
conneflìoni delle
Pietre, unite con qualche particella
hanno col continovo co,
formato intorno intorno a det-
arenofa
lare
ti
archi tante graffe fpugne
,
e lun-
pietra limili a quei,
di cui fc ne ornano le nofttc grotte
Le quali hanno talmente ricoperto
archi , e le bali loro , che
t detti
ghi cannelli di
.
quatì
non
fe
ne veggono più
tre, colle quali fono
Nella
flati
le pie-
fabbricati
medefima an-
dirittura
dando verfo la Città fi trova il rimanente di quello bell'Acquidotto >
che traverfando l' Ifbno portava le
acque nella Città di Tito. Il canale, che paflàva fopra tutti gli archi, e per il quale (correva 1' acqua
è largo due braccia
.
Le
fabbriche degli Acquidosi,
che
a»5
veggono tuttavia l'opra l' Ifty che un' opera
che
fi
mo
din loft rerebbcro
tale foftb ftata fatta pofteriormente
ad Alcflandro Magno, come fu di
opinione il fopra nominato Signor la Roque , mentre Aleflandra
uni l' Ifola col Continente Ma abbiamo poi negli Annali de'Tirii fcritti da Menandro , che tali Acquedotti
vi erano già al tempo di Salmanafar Rè degli Affini , che viveva cir.
anni avanti
dugentoquindici
Aleflàndro Magno. Giufeppe Iftorico ci riporta le ftclfc lue parole.
ca
Rex AJsyrius{SalCujlotks ad Fluvium ,
)
qui aquam
difpojìiit ,
qw>d cum per
Tyrios probiberent
conwiuos qittnqxe annos fiere t , co-
Re-vertens dutem
&
manafar
AquaeduBus
puteis inde je fitften-
arti flint effofRs
tare
.
Auttq. Ind. Lib. IX. Cap. XIV.
Reità da accordare ciò con gli
Scrittori
,
che
ci
hanno
lafciato
me-
moria, chcTiro foiTc aflòlutamente in
Ifola t e quello rcfta ftabilito allor-
ché
lì
conllderi
,
che
gli
Acquidot-
ti potevano beni/Tulio traverfàre dal
Continente all'-Ifbla per mezzo di
un' arcovata fondata nel Mate , e
fe da quei pochilfimi relidui , che ogli veggono , potette congetturarli
che fodero di più moderna Annui. potrebbe anche darli , che de-
gi
rà
moliti
ì
primi ne fodero
itati
in ap-
pretto rifabbricati de' nuovi.
Ecco quanto
bre
,
retta della cele-
e rinomatiflìma Città di Tiro
della quale
ce ne
ha
il
>
tempo edace appena
lafciati
quelli
pochi
,
ed
imperfetti avanzi
VIAG-
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Go
VIAGGIO DA TIRO
CASTEL PELLEGRINO,
T A N T U R A,
E
NAHR- ELTEMASIEH.
E
CAP. XIV.
Rana già diverfi giorni che io
mi tratteneva nella Città di
,
Tiro per attendere qualche
Battimento, o qualche Battello, che
paflàfle alla Città di Giaffa , per ove
io doveva incamminarmi ; ma ve-
dendomi pillare il tempo inutilmente, rifolvei, come feci, di noleggiare io iitedefimo un piccolo
Battello. Reftai d'accordo di pagare al Rais
,
o
lia al
Padrone
di elfo
288
tanta di quella moneta
,
clic
leva a circa dieci de' noftri
equivafeudi;
ed
egli in compagnia di un altr' uodoveva puntare a trafportarmi
nel Porto di Giaffa , con patto di
dover navigare corteggiando la Ter-
mo
perchè io voleva tendere in tutti
i luoghi di quella Corta
che io aveflì creduto meritare ortèrvazione
Caputili
? .d' Apriledcl 1757. a ore
*^ uc
**°P 0 mczzo gi° rrl ° feci partenfra" Tira
f Acri.' za dal Porto di Tiro alla volta di
Auftro , e dopo tre ore ci trovammo dirimpetto a Scanderòn ,
che è dittante fei miglia da Tiro
Io aveva gran delìderio di principiare a mettere qui piede in terra
per oflèrvare !e rovine del Forte
che vi fu fabbricato da Aleflandro
Magno, allorché andò per cfpugnare la Città di Tiro , e che fu poi rcftaurato da Balduino I. Rè di Gerufalemme per l'effètto mcdciìmo t
ma non coli' ifterto elìto , mentre . come ii è veduto » fu Tiro conquiftata da Balduino II. dodici anni dopo.
ra
f
,
.
Digitizsd by
Googl
Dovetti cedere
ni, ed
alle ìnfìnuizio-
mìo Battellierapjirefentù quel luogo
contigli de!
ai
re, che
mi
di difficile dirtela
-,
ed inoltre effère
in quei tempi abitato da perfone
(ofpettc di ladroneccio ftàme le diffe-
renze
fra
i
,
che da qualche mefe erano
popoli di quei contorni
.
Re-
Itai ocularmente pernialo della
prima ragione , e parvemi giclta 1* algiacché era a mia notizia,
,
che pochi giorni avanti in quel contorno , palandovi un certo Sig. Martin Negoziante Francete , era flato ivi
tra
all'alito , e fpogliaro di quello
, che
aveva, avendone rifentito del danno anche la fua propria pedona
mentre gettato giù dal cavallo fi
ruppe un braccio
;
•
.
;
Preii informazione dal Battel-
Umazione di quello ForScanderòn , che mi ditte- eherc
liere della
re di
in cattivo flato
,
e
iituato
1
in
tino
ftretrilumo palio , ove vi abitava lina guardia per rifeuotcre un dazio
da
i
viandanti
T
Of-
Sutiirì»
Offerirai
(
che chiamano quello
mìkTsìim- I u °g° anche Scanderetra , per diitinitrtits e guerlo da una Città , che porta il
Sttt&iio.
nome
fieno di Scanderòn, la quale
è Tiruata
all'
eftremità del
Mar Me-
Golfo di Laiazzo.
Queftonoftro trovali in varj Scrittori nominato anche Scandali» ; i quali fono finalmente tutti nomi Arabi j che altro non vogliono lignifiditerraneo
nel
non Aleflàndrino , giacché
Scander in Arabo vuol dire Alef-
care
fe
,
£andrò
'
jMttìr
Poca più
a
oltre al detto Cartello
un luogo chiamato Anacùr, o
Nuachlr, che vale a dire Colà fat-
itoaibir. vi è
ta a forza di fcarpcllo
flrada
,
che
è fopra
chiamano la flrada
eucndomi poi ftaro
,
come
»
è la
la quale alcuni
Alcflandro
di
riferito
.-
di alcu-
ni Signori Franceli Negozianti di Sei-
molto ftretta » ed ora guafla i e che perciò eraii anche refo
un pericolofo palleggio EiH per alda
,
elìère
.
tro la giudicavano
piuttoiio opera
Romana
Con-
Continovando
un' ora
di
notte
il
cammino, td&ttBtom
pafsò
li
il
Capo
Bianco chiamato dagli antichi Geo».
grafi
nome
Album Promomorium ,
acquiftato
tra bianca
,
per una qualità di pieche li vede dalla, parre
Mare, anche
molte
miglia
Quello. Capo è dinante da
Scanderòn quattro miglia
Girato, dall' altra, banda tal
Promontorio , era, già notte avanzata quando, ci trovammo aver fatte
di
in diftanza di
.
..
,
altre tre miglia, eifendo dirimpetto
al
Villaggio di Zib
Come
aderto
,
di cui favellai al
vedremo
,
non
fu
troppo, compirò il travamento , che "
}t
fi.
ricevè dalle Guardie , che danno afitOa
nel Caftello di detto Villaggio
Il * zito.
J
.
Padrone del Battello partendo da
Tiro aveva preli feco. otto Arabi , i
pattare in Acri , al
quali volevano
che io aveva acconfenriro per non
pregiudicare al fuo intere/Te
ma
Fattoli tempo migliore , fi pensò di
,-
labiate detti Arabi in terra vicina
T
i
al
2C,Z
al
detto Villaggio di Zib , e feguitar
noi il viaggio. Quindi accollato il
Battello vicino a terra, li mene in
Mare un piccolo Schifo , che era capace di ricevere folamenre cinque
o fei perfone , c nel quale ci s' imbarcarono frattanto quattro di quegli Arabi ; ma appena fi furono quepartiti
lli
dal
diatamente
fentimmo
Battello
fenza
,
alcun
fcaricare
che immecenno ci
dal
Cartello
molte fucilate a pìccola munizione.
Principiammo tutti a gridare , efTere
noi perfone amiche , ma ciò niente fervi , mentre eflì replicarono Io
ed uno de' quattro Arabi,
che erano nello Schifo , reltò ferito
leggiermente Tornati che furono al
ftelfoj
.
Battello, ci fcaricarono anche diverfe fpingarde caricate con palle, che
coli' aiuto Divino altro non fece-
ro
,
che ftazzonare
la
vela.
Ci allon-
tanammo da terra , feguitando a navigare in qualche maggior diftanza
e dopo due miglia accollato nuovamente
il
Battello al lido,
fi
melfero
finalmente in terra le otto Perfalenza che li trovarti: reliflen,
zi alcuna.
,
Prllmnl<,
La mattina confccutiva al di rio dll '
trovammo avanzata Carmela.
3. di Aprile
ia noftra navigazione fino al Promontorio del Carmelo) che è dittante diciaflettc miglia da Zib.
ne
Montato
il
Cavo
i
cioè
a
dire
panata la Punta del Promontorio ,
li feoprì Cartel Pellegrino i ove ar, io volli feendere in terra- per
Vedere gli avanzi di quelle Fabbriche i e di quel Forte
Cartel Pellegrino) chiamato og- Gufiti
gi dagli Arabi Atlik , è lontano aal-*'**™**
la Punta del Carmelo da fette miglia. Eri quefla una Fortezza fabbricata da Raimondo figlio di un
altro Raimondo Conte di Tolofa.
Fu anche fortificato da i Templache lì fcrviflero
ri , i quali dicefi ,
rivato
*
a tal effetto del valore di un Teforo di antiche monete, che trovaro-
no
in quefto luogo
La denominazione
T
3
di
Carte!
Pel-
Digilized by
Google
Pellegrino ha dato a fupporre , che
quì> ove approdailero i Pelle-
-fotte
grini
che andavano
,
alla ritira
Santi Luoghi della PaleiUna
Galilea
ma non
>
mentre
,
de
i
e della
è ciò probabile^
la fua filiazione
farebbe (lata
fvanraggiofa per andare nell'una, e
.
Altri voglio-
nell' altra Provincia
no j che
li
fia
così chiamato per eilè-
re Irato mantenuto quel Cartello a
fpefe do' Pellegrini , o Ita co'dazj»
che pagavano allorachè Volevano
andare alla Santa Città di Gemfalemme, ed è quello il fentimento
più approvato . Secondo Guglielmo
di Tiro
mavalì
ai
Ove
rtello
,
tib.
fuoi
X.
Cap.
XXfl.
tempi Pietra
chia-
Incita
fu fabbricaro quèfto
era altre volte un'lfola
»
Ca-
come
può oflcrvare anche Oggi , che è
quali da per tutto circondato dalie
acque. Catfrum Peregrhiotum quon-
fi
dam
t&da Petra
3 7.
Marts fifa »
Adrkomius pag.
in Infoia in corde
Il
Incifa.
piccolo Porto
,
ove io sbarcai
è dalla parte Meridionale,
ma non
vi
polfono entrar altro, che pìccoli
non ftanno anche
) i quali
Battelli
troppo
gliardi
lìcuri
i
Vi
allorché
folliano ga-
venti Auftrali.
fi
vede di
prefentc qual-
che avanzo di grandi Fabbriche , che
fon tutte fatte di buone pietre , c
fra effe una , che è la più elevata > di
forma ottagona , della quale non ne
retta in eflere fuorché una porzione, che ftimai enere fiata una Chiefa
Si veggono ancora alcuni rima.
togli della Fortezza
DeUe
tuttavia
cafc ve ne farebbero
alcune dalle abitabili, ma
fono abbandonate ; e nel breve Inizio di tempo , che qui mi trattenni , non fcppi aifoiutamente vedere
in
quello
luogo
nell'una
perfona
,
nè tampoco niuna
beftia . ben è
gli Arabi quando qualche
volta vanno a pafcolare i loro armenti in quei contorni, li fervono
de i piani terreni per ricovero degli animali. Tutte le ftrade di Ca-
veto, che
rtel
Pellegrino fon vote fotto terra,
ed hanno comunicazione col Mare.,
AlBafsà di Danufco appartiene quefto luogo , inlìeme colle fue
Campagne adiacenti , le quali fon
dì grano
fertili
c,i-jo
e d'
,
orzo
Fatta nuovamente vela
'
iìi
1
al
mio
piccolo Battello , prefto arrivai al
vicino Cavo di Tantura. E' quella
una punta , fopra della quale è fab-
Torri , che
erano lungo la Coita, e particolarmente fopra i Promontori , e
fopra le lingue di Terrai che più
fporgevano in Mare , ma è quefta
bricata
una delle
quali rovinata!
folite
.
Voltato detto Cavo fi feoproin Mare cinque Ifoletre , o piuttofto cinque Scogli , che fono poco
dittanti da terra
Tramezzo de i tre
più piccoli limati per Mezzogior-
no
.
no)
può entrare con un Battello,
pur io andando a vedere
li
come
feci
Tantura
Villaggio di
11
...
cafe
,
.
Villaggio di Tantura è den-
Tantura. tro terra
v i c no
clic vi
j
à[
Mare. Le poche
fono appartengono a
gli
Ara-
Di gitiz ed by
Google
Arabi
)
vicine
che coltivano quelle circonCampagne i producenti del
grano in abbondanza, e di una qualità ottima , e preferibile a quello di
ogni altra contrada della Soda, e
della PaleiHna.
Gli Europèi , che fanno il commercio di tal commeftibile , trattano ordinariamente co' Mercanti
nazionali di S. Giovan d' Acri , e da
S. Giovan d' Acri poi lo manda-
no
a caricare co' Battelli in
Tanra-
ra a riiìuo del venditore fin tanto
che
Battèllo
il
non
è arrivato, e
(caricato in Acri.
11 Capo di
Acri Daher d' Omar, più volte per l' addietro nominato ,. aveva eftefe le fue conquiile
Marittime fino a quella Terra di
Tantura
,
ma
avendo trovata un»
forte renitenza nel Bafsà di
feo
,
tiene
arme
tarli
al
,
comando
l'
Dama-
del quale appar-
ha dovuto dopo varj
lafciarne
acquilìo
,
gior traffico de' grani
,
fatti d'
e conten-
di farvi foltanto egli
il
mag-
degli orzi
,
c
.
loft
di ogni forra dì civaie
vano
T»nt*T»
V
è
antica
D°T*
'
non meno
,
che di quel poco coione
t
che
colti-
Campagne
nelle adiacenti
,
il
quale per altro è di una molto leidente qualità
Tanrura era un' antica Città
della Terra di Chanaam chiamara
Dor , Dora , o Nephath t cioè Marittima Giofuè la conquido , e feoneilèndo toccata
fifle il Rè di eto,
poi alla Tribù di Manaffe. Iof.Cap.
XII. ver. 23.
Cap. XVII. ver. ir.
E' confiderara quella qual termine della Cotta della Fenicia) come fi può vedere nel Cellario al
lib. III. Cap. XIII. ove pure fi dice » che la Città di Dora era ancora
allora come è oggi Tanrura, vici.
&
na
al fido del
Mare
.
Non potei
qui
vedere niente di antico
11 Monte Carmelo fi eftende
Tirato
M«ae fino a quella Terra , e gli Arabi chia-
iti
sirmtie.
j^^q ta ( ellremirà di dcrto Monte Rafel - Hecel
Trifone Tiranno della Soria
che fec«
afiàflinarc il
Giovane An-
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tìoco VI- per volergli ufurpare il Refu poi attediato in quella Otti per Mare, e per Terra da Anno-
gno ,
to Sedete con centoventimila Soldati a piedi» e con ottomila Soldaa cavallo, Machab. I.ib. X Cap.
ti
XV. Trifone foggi , ma fu poi vinmorre , guiderdone
la morte data
to-) c datagli la
da tuo meritato per
all'innocente Giovane Antioco,
Al tempo de
Ì
tà Vefcovile fotto
Crii! iani era
il
.
.
Cit-J*'^™^
Metropolitano
di Cefatéa di Paleftina
dot*
.
Gugì. di Ti-
XIV. Cap. XII.
*ro Lib.
Fatte Tei miglia da Tanrura *'
incontta tthl Fiumara, che chiama- ^,àstk'~
no gli Arabi Nahr-Eltemafieh, cioè
Fiume de' Coccodrilli , de' quali ni
dilTelo
che fe ne trova qualcheduno dì piccolìflima forma, quantunque da altri fia flato ferino, che ve
n'era di una grandezza tale, che
portavano via qualche volta infino
,
i
Bovi,
Vi
un
fu già quì
maro Coccodrillo
,
Cartello chia- 0ppUam
al tempo di CmuUhm
ma
Pli-
vi era TÌmafto t fé non il
Fuìt Opp'tdtm Crocodilon , eli
PO»- Ub. V. Cap. XIX.
non
Plinio
fiume
.
flumen
.
Qui dentro
cune poche Cafe
terra
,
lino per macinare
nefizio dell' acque
vi fono
al-
e qualche muGrano col be-
il
di detra
Fiuma-
Arabi chiara Nahr-Eltemafieh. Gli
mano qucflo luogo Zercà , nome , il
quale danno talvolta anche alla medelìma Fiumara
Qui a Zercà
mio
non
Battello in terra
,
difceli
dal
mentre ave-
di trovare fra quegli
rei corfo rilìco
Arabi de i conrrafli , non efièndo
de i migliori di quelle conrraprofeguii alla volta di Ce, onde
quelli
de
faréa di Paleftina
VlAG-
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N AHR-E L TEM ASIEH
A
CESARÉADI PALESTINA.
GAP.
NAvigando
XV.
dalla
Fiumara Na~
he - Eltemalìch terra terra
>
che Copra di quel li, la quale
fegnitando il cammino j che faceva
il mio
Battello > chiamava ad alta voce , perchè andammo a sbarcaollervai
,
do adunavafi molta gente
re in quelle
Terre
.
Il
Battelliere
m'
informò, che queglierano Arabi della
Samaria , Popoli molto cattivi , e
che ciò fanno ogni volta , che navigano i Battelli troppo vicino a quei
lidi , c fe qualche incauto delle loro
retta , arrifchìerebbe d'eflere. da elfi
maltrattato , c fpogtiato ; e che gli
Arabi dell'altre Cotte, della
Sorla non s'impegnavano a feender mai in quelle (piagge i e che
molto (i riguardavano dovendo talora
e per le lor Terre Marittime,
fteifi
e
li
ftraccarono di feguitarci per
lo fpazio di due miglia , ma poi ci
abbandonarono dicendo a noi mille
iniquità
Sì pervenne finalmente dirimpetto, a Cefarói di Palcftina , che
è dittante fei miglia dal Fiume Na-.
.
hr-Eltemafieh
$
«
Ceiàréa. di Paleltìna chiamava-
.fi
ne' primi tempi
ne
*
forfè
Torre
di Strabe-
da Straberne famofo Gene-
di Dario.
Strafori* Turris eaCaefarea. Plin. Db. V. Cap. XIII.
Erode il Grande > o altrimenti
chiamato Erode l' Afcalonita f che
ral
dem
che ulrremado l' abbellì , la chiamò dipoi Ceiàrea in onore di Cefare Augufto « dal quale
aveva ricevuta la conferma del Regno della Giudèa . Oriutiifima fu
la
fabbricò
, e
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la*
quella Città di Regj , e privati Palazzi , e di altri grandiofi Edifizj , i
quali erano tutti di
marmo..
Nel mezzo della Cini vi era
un Colle , e fopra di elTo Erode fabbricò un Tempio , il quale dedicò a Ccfare
,
avendovi fopra col-
locate due flarue, che
farc tanto
Olimpia
alla
,
grande come
e
l'
Giunone
vano
altra di
di
Argo
.
una di CeGiove
d'
il
Roma limile
Non manca-
alla
magnificenza di quella
i Teatri,
nè gli Anfiteatri , i quali li rimiravano anche dì
lontano da chi veniva dal Mare.
Città né
Corredata fu inoltre di ampie fogne , per le quali entrava 1' acqua
del Mare, che allagando nell' diate le ftrade
,
le
nettava dalle
immon-
dezze . Ammirabile fu il fuo Porto
che Erode fteflb edificò con immenfa fpefa , e iatica , fimile in grandezza al porto Pitelo , che cosi chiamavafi uno de i Poni di Atene
Dopo dieci anni , dacché Erode
aveva principiata a fabbricare quefta
fta
, ne fece la Deneh' Olimpiade
maggior pompa , e
Città di Cefaréa
dita
che
i
CXCIL
feguì
colla
magnificenza
,
della
quale
vien
compita definizione dall' IftoGiufeppe Flavio nelle Antichità Giudaiche Uh. XVI.-Ga$.V.\xii**
fatta
rico
concorfero molti arMutici , Lottatori , e gran numero di Gladiatori , di bcftic feroci
e turto.ciò,che in tali fpettacoli era
in maggior con fi de razione non tanto ih Roma , che in altri efieri Paefi
L' Imperarrice Giulia volle ancor ella contribuire a quella fuperba
le occalione vi
tefici
,
Fella inviando da
Roma
tante cofe preziofe
,
che
ad Erode
loro va-
il
lore alcendèva a cinquecento talenti.
•-
-
Oltre un' infinità di Popoli*
che vi concorfe da tutte le Parti
per vedere così grandiofe Felle ,
intervennero ancora degli Ambalciatori di diverfe Nazioni , che Erode
fenza rilparmiarc fpefa alcuna gli
alloggio, e trattò fuperbamente, dan-
V
loro ogni giorno nuovi diverti,
menti, e tempre, più grandi, de' pri 7
do
mi ; avendoli per qoÌ'ì certa » ch,e Au?
, ed Agrippa dicevano fovenguilo
re, che la magnanimità di [irodc era
così fuperiorc alla tua. Corona, che
eghaverebbe meritato di regnare, [a-
pra tutta
la
Qxiiv aurii
Soria , e l'Egitto. Kal
Kxis&px., $ .4>£f*W
Tt
vakfxK.it tìttir,
«fisi
yip
iiiai
il!
i§
fc*«Wof ré
Stipisi
fyxfa
Antfjjl-,
A.'.
Uè. XVI Cip. V. Fu ftabi.
lito da Erode mcdelimo ,. che l'ir
ileliè Fette, Giuochi, e Combatti-,
t\q. Ind.
menti confacrati a Celare ,
follerò di-
poi rinnovati ogni cinque anni
Vcfpatìano avendo fatta que-r
ito
Città Coionia
Romana
,
la
chia-
mò Flavia, ab herode Rege condita
{C<wjareà)nunc Colonia prima Flavia a
Ve)pafiam
Imperami
dedutta. Plhi.
XIII,
Ccfaréa negli anni 548. di Noftro
Signore fortri una gran follevazione
Ltb. V. Cap.
-
:
V
dal-
dalla parte de i Giudèi) e de
Samaritani) i quali) a lìmilitudine delie Fazioni Verdi i e Turchine , precipitarono addoffo a i Criftianì , che vi
abitavano > uccidendone molti bruciarono ancora le Chiefe , ed ammazzarono nel Pretorio l' ifteflò Stefano , che era Prefetto delti Città
togliendo tutte le fue foftanze Hoc
i
:
.
anno ( j+8. ) JHenfi Ittita indìéftane
quarta > Itidaei ér Samaritani Caefareae Pakflinae tumultuati funi , e£*
Vsneinfiar faBionum Prafinae ,
tae in Cbriftianos in ea Urbe babìttrntes irrtterunt
oceiderunt
,
-,
^
Ecckjias
multos rerum
cremarmi
>
Ste-
fbanum Gvitatis Praefiélum inPraetorio interfecerunt
àiriptterunt
ed
.
eum ,
& bona eiui
Theophanes in Cbron.
an». 548. Imp. luftìntanì
Sotto l' Impero di Eraclio
anno
ebbe Cefaréa
l'
1*
infelice
forte di tutte le altre Città della
Sona di cadere nelle mani di Omar
terzo fuccefiore del Regno , e degli
Errori di
Maometto.
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Fu
riprefa colla forza a
i
Sara-
Balduino L Rè di Gerufal' anno
vidi.. affittito da'
Gcnovelì , i quali molto contribuirono alla prefa di quella Città. Fu
cino da-
lemme
perciò a loro aiTegnata
te
la
terza par-
delle fpoglie, che furono quivi
fatte
,
fra le quali
toccò ad
forie per una. grolla
elfi
in
fomma un Ca-
tino di color verde,
il
varo in una Mofchéa
,
quale.fu tra-"-—
che
ri
diedero
a credere eflere di. Smeraldo > c fu
perciò da elfi portato a. Genova per
:
una, rarità degna di quella Città.
Confervali tuttavìa quello Catino
nella Chiefa Cattedrale di S. Lorenzo , in una Cappelleria in Cbrmt
Evfiiigeiii > moftrandplì Colo a i Gran
Pcrfgnaggi , quando vi iia.un Decreto
Al tempo, iteilb dì
dì Tiro lo moftravano a'
Nobili Foreftieri , che panavano per
di quel Senaró
.
Guglielmo
quella Città,, quali per
un mira-
colo ; perniali dal colore che ha
che forfè veramente Smeraldo Eccone rifteflè fue parole. In hoc eo.
V
z
dem
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!
dei» Oratorio repertum etf vai cokris viriatffìmi , in modum paropfidis
fermatura j quod praedìHi Ianucnfes
Sivaragdum reputante! , prò multa
Jumma pecunia? in fortem recipiente s , Ecclefiae fuse prò excelienti obtnferunt ornata , unde
ufque badie
tranfeuntibus per tos magnatibits vas
idem quafi prò miraculo fiìent offendere perjuadentes quod -verejìt id,
&
-,
quod
color effe indicai finaragdinus
Guigi. Tyr. Lib. X. Cap.
XVI.
Allorché efìb Balduino I. prete li
, nel luogo più eminente di effemore il Tempio, che
Città
fa
eiifteva
ad onor di Cetare vi aveva fabbricato Erode > ma era allora una Mofchéa
e in ella elTcndoii rifugiati
,
multulìmì degli abitanti della Città
fu perciò ivi fattala maggiore uccisone a fegno , che i foldati Crìftiani (guazzavano nel fangue fino alla
noce de i piedi. Diftefa relazione
abbiamo di quelli fatti dall' iftelfp
Guglielmo. Lib. X. Cap. XV. e XVI
I
Criftiani perfero
nuovamente
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Città di Cefarea l'anno
n87.fotto ilfàmofo Saladino; la ri1 191. e nuovamente per-
te quefta
prefero nel
la racquiftarono l'anno iiji.
S. Luigi IX. Rè di Francia,
da cui fu reitaurata , e fortificala ;
finalmente nel 1164. cadde
duta,
fono
ma
di
nuovo
mani
nelle
degl' Infede-
ne mai più è riforta
Fui a ritrovare il filo, ove era
il Tempio dedicato a Cedei quale ne refla in eflére
,
qualche muraglia, come pure dì uri
Caftclio, the gli era conriguo. Si
veggono eziandio alcune fogne ,
delle quali più fopra parlai , ma la
maggior parte ricoperte, e ripiene
dalle rovine. OfTervai in quella defolata Città molte colonne di varie
forte di marmi , e vidi bene , che
molte di quelle fabbriche erano fiali ,
fabbricato
S*<>'t>Pr *~
'
fare
te
refi
rivenite di
neri
giurie de*
no
marmi
bianchi
dall' antichità
,
,
ma
e dall' in-
tempi, che non fi pollb,
nè conliderare per
diflinguere
tali fe
non
d' anprelTo
V
ì
.
Del
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F
ejarea.
tr"if
3
061 famofo Port0 > chevi k°*
YxoÀa-, non potei ravvìfarne memoria alcuna ) onde fcmbra, che in quello lavoro non vi riufciflc felicemente, o che foflè di poca durata
come pare , che ciò ci venga avvifato
ro
anche da Guglielmo di TiUb. X. Cap. XV. il quale a
rempo fuo
la
dcfctiife
Città fenzit
Porco
A
chi
( fc
Cefaréa
è
nella
gìurifdizione
partiti, feì Bafsà di Damafco, dalla quale,
CrfaréaAi eflcndo interamente
abbandonata,
Ftiiejima.
vant aggio alcuno.
Erode Agnppa dando udienza
Kotizit rim'nribeveirìXi Cefaréa ai Tini , ed a i Sidonii
dcih G«.i. c he domandavano ad eflo la pace,
•vt6àto& degli abiti Reali, ed afeefo
In Trono parlò ad efiicon grande al-
non ne
r j c j ra
, e ricevendo con compiacenza
popolo i fu qui perAngelo del Signore, e fptrò concimato da' vermi. Aéi. Apift.
terigia
le adulazioni del
colici dall'
Cap. XII. a ver. 2- ad 23.
Dopo la deltruzione della Città di Gerufalenime fatta da
Tito,
tu-
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GoogI
furono in
furono
Città portate tutoflili, ed i prigioni, ed ivi
cwìodire, mentre offen-
qiiefla
te le fpoglie
farti
do Inverno non potevano navigare
alla volta di
Roma.
Tiio celebrò qui con gran
llo la natività del luo
fratello
ta-
Do-
miziano, magnificandola in gran parte coli' oppreffione de' prigioni
1
neli acquifto
ti
di
fat-
Gerufalemme
,
menile duemilacinquecenro furono
quei i ebe morirono combattendo
colle Fiere
ro
,
,
e lottando fra di lo-
e confumati dalle fiamme.
Cornelio Centurione della Coorte i che chiamava!! Italica i Uomo
giufto , rcligiofo , ed elemoiìnìero
era in quella Cirtà , allorché meritò
per le fue virtù di eflèr chiamato
da Dio alla Fede, ed enere poi battezzato da S. Pietro . AB. Apoft. Cap.
X. Secondo S. Girolamo vedovali a
fuo tempo ridotta in Chiefa la Cafs del detto Centurione
In qua
(Cae/area) Cornelu domain Cèri/li
vitSt Ecclefiam. S. IBcrmy*. i* Epi.
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tapb. Psuloe Maltis
ginem
;
San Filippo
i
:
ad Euftocb. V,r-
.
uno de fette pri*
mi Diaconi aveva Gafa qui in Cefa,
i
,
ov' erano quattro Fanciulle Pro*
,• che
facevano profefiione di
; nella
qual Cafa S. Paolo
vi alloggiò qualche giorno, allorché
réa
,
i'ctdlc
Verginità
tornava da' fuoi viaggi dellaGreciai
p dì altre parti dell'" Alia per paifare in Gerufalemme , ed in tal occàlione Acabo gli profetizzò, che
in
Gerufalemme farebbe
(lato pcr-
Ebrei, e meffo
.^tf. Apoft. Cap. XXI.
fcgLiitato dagli
ri
a' fer-
Verificatali la profezia di
bo ,
Aca-
Paolo tornò quivi prigione t
Prendente Felice difpurò conrro Tertullo Oratore. Fello Porcio Proconfole i c Pre-
ove
5.
in prefenza dei
fidente della Giudea dopo di Feli, elTendo venuto di Gerufalemme
ce
in Ceiaréa
fece qui condurre S.
,
Paolo pereiTere giudicato al fuo Tri-
bunale
,
ma egli
a Ccfare,
fi
eìléndofene appellato
ivi finché non
trattenne
'
Digitized by
Goog
condotto
Fu
Cip. XXIII.
Roma
a
&
KXlV.
.
AB.
Apoff.
XXV.
Eiièndo Cefarea di Palertina li
rcfidcn/a del Prelidcnte della
dea
erano
,
giudicati
quella
colarmente fotto
no,
Prelidentì
i
e Firmiliano in
tempo
Orna-
delle fie^
Gallieno Mallidi Diocleziano, e di Vale-
re perfecu/ioni
di
miano
vano. Moltillìmi
,
Giu-
condotti affine
i
più de i CriProvincia, e parti-
quivi
d'ellére
ftìani di
e
,
quali
innume-
furono i Criiliani , che ri (ofil Martirio
Di quarantaquatelfi ce ne diltingue i nomi il
Cardinal Baronio i fra i quali li conta S. Reparata Protettrice della Città di Firenze, e Titolare di quella
Chiefa maggiore.
Il famo/b Origene t'ornando da
Atene inCcfai'ca terminò in queito
luogo l'efpOiL«onc della Cantica,
che aveva già principiata in "Are-i
He Incboiivit autem {Atheurs) expafiiiowtn in Cauticum Canthoritm ,
qnam ail qui'iluta ufyue librum ibiraliili
frirono
.
tro di
1
.
dem agens produxit . Delude Caefaream revertens , opus illud decem emHÌne Itbris comprebenjum ad exitum
perduxit
Enfiò. Pampb. Ecciejtafl.
Hitt. Ub. VI. Cap. XXXIL
Molti Perlonaggi di un merito grande , c raro lì contano fra gli
Arcivcfcovi , e Vefcovi di Cefaréa ,
delle azioni , c virtù de i quali ne
fon piene le Iflorie Eccleliaftiche
Teofilo Ardvefcovo di comando di
S. Vittore Papa nel!' anno 1 96. di
.
N. Sig, convocò in quefta Città un
Concilio , nel quale furono condannati quei , che facevano la Feda di
Pafqua con gli Ebrei il dì ì+.della Luna di Marzo Agricolao li trova , che
lì fottofcrijlc negli Atti del Concilio
di Ancira 1' anno
314. Eufebio
Panfilo fortofcrìllè nel Concilio di
Nicéa l'anno }jf. come ancora nel
Concilio di Tiro tenuto l' anno 3 3 j
contro S, Aranafio. Quello Eufebio
fu uno de i più celebri perfonaggi
del fuo fccolo per le Scienze , e per
Letteratura. Hliruì una famofa
.
U
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Scuola in quella Cefaréa di PaleM-
na
.
Moltiffime Opere
abbiamo di
quello Autore ripiene di fpiriro, e
di eloquenza. Fu accettammo, e benaffetto all'Imperatore Coftantino
l'anil Grande, al quale > correndo
no trentèlimo
del fuo Impero
,
fece,
quella belliflìma Orazione , che troAcacio
vali fra le altre fuc Opere
ìottofcrilfe nel Concilio di Scteucia
.
l'anno ìSy. Talaflìo nel Concilio
Coftantinopolitano l' anno 38 1. Eu*
logio nel Concilio Dìofpolirano l*
anno 415. Glicone noi Concìli»
Calcedonenfe l'anno 451- D'Ire-
neo
è fatta
menzione negli
At-
Concilio Calcedonenfi fottofctilTe nel Concìlio
Gcrofolimitano l'anno 5ì6- e Giovanni nel Concìlio Coftantinopolitano l'anno ssì-
ti dell' ideilo
fe. Ella
A
tempo
dì
Guglielmo
di
Ti-
ro aveva Cefaréa di Paleftìna venti
Suffraganei fotto di fé , i nomi de'
quali gli abbiamo dallo Scrittore fteffo Uh, XIV. Cap.
XII
Ec-
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Ecco che quefta celebre Cirrà
onorata già colla prefenza de i Re
e degl'Imperatori , Reiidenza del
Prendente della Giudèa , Metropoli
della Paleftina , e Sede di tanti inlìgni perfonaggi ; fuperba per i lempj , per le Piazze , per i Teatri , per
gli Anfiteatri
,
e per
i
Palazzi
nalmente famofa in pace
guerra
nè
;
è ora del tutto
,
^fied
in
f popolata
vi fono in efia altro i che pochi
, ed
rimanente un difordinaro ammaf, le quali , nel tempo che
imperfetti avanzi di Fabbriche
il
fo di pietre
danno una certa tiprova di quel ,
ella fu una volta, ci rammenta-
ci
che
no
altresì,
che
Papi»
noftri triónfi, e mfire pompe;
pajfano i Regni
Ogni cofi mortai tempo interrompe.
Paffuti le Signorie
.
.
.
',
Pitrar. Tr. del
:
Tempo.
«Murata
VIAG-
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\
in
VIAGGIO
D A
CESARÈ A DI PALESTINA
A R S Ù R
AD
e
di
lì
GIAFFA.
A
CAP. XVI
LAfdara Cefaréa di Paleftina
,
e
corteggiando Tempre la terra
s' incontrano fulla fpiaggia alcune rovine , che mi fembraronu effere avanzi di una Torre, contigua
alla
quale vi
fonerò
Di qui poco
parti
che
alcune
dittante
abi-
alquanti
dentro terra vi è un Cafale
gli
la
^fi1'
'
,
Arabi chiamano Arsùr,ove
una Mofchéa, al-
è un Cartello, ed
*
'
cs
"^"fì
Air.j
la cuftodia della quale vi ila
i
jitir,
uno de
Santoni Maomettani.
^' 1ucico luogo dittante venti
ove trovo > che
a miglia da Celarci
Salomone fabbricane la Città dì A-
Cittì di
a
.
,.
Apuli»-
*»•
sòr» Afsùr, o Arsìd, la quale lanciato il fuo proprio nome fu poi
chiamata Apollonia , della quale
fanno menzione Tolomeo al Lib. V.
Cap. XVI. e Plinio al Lib.
V- Cap..
XIII.
dalle
Guerre , venne
riftabìlita, e ria-
bìtata per comando di. Aulo Gabinio Governatore della Soria, e della
Giudèa.
Itfepb.
De Bella, Lib.
I.
Cap.
Fu attediata da Goffredo- Buglione dopo la prefa di Gerufalemme , ma trovandola ben preiidiata i
ne potendole impedire il foccorfo
ne abbandonò V
,
Imprefa , rìferbandoiì ad altro tempo
delle vettovaglie
a poterne efeguire la conquifta ; ma
prevenuto della morte , fu adempito
il fuo deuterio l'anno dopo dal fuo
fuc-
t
Digitized
fey
Googll
Balduina l che
fucceflbre
nuovamente , e
de i Genovefi
Lib. IX. Cap.
Tornò
l'
attediò
prefe coli' aiuto
1»
Guglielmo di Tiro
XIX. e Lib. X. Cap. XVI.
degl' Infedeli l' an.
mano
in
no iz6$. ed cfli tuttavia la poffeggono , non eilendo però ora , come
già ditti , fe non un piccolo Calale
.
Da varj Scrittori è fiato con- Artir mm
, che Arsùr fotte la Città di
Antiparrìde, già fiata fabbricata da tr,i,.
Erode il Grande in onore di AntiAlcuni viaggiatopatro fuo padre
getrurato
.
ri
to
hanno ricevuto l'
, e pongono Amipatride al luogo
Adriano Relando al Lib.
di Arsùr
iiteflb fentiroen-
.
Ili della fua Paleftina Illuftrata fa
vedere con buone ragioni, che gli
avanzi , che fono ad Arsùr di una
Città , fono quei d'Apollonia , e non
di Amipatride i la qual Città deve
reftarc molto più dentro terra fra
Lidda , e Cefaréa 11 Cellario pure
fa folranto menzione di Apollonia
foggiungendo
Quando id tiomen
nafta fit incertum efi , nee vero du.
:
bium a Mitcedonhis , ve! Syriae , vd
Hi enim
/Egypti Regibus accepijfe
Ma marhima ora inter je arma
aecertavcritiit
Celfarius Qeograpb.
III Gap- XIII Defcrivenpoi il luogo ftcflb la Città di An.
de
.
Aut.
Uh
do
tipatride
va d'accordo colli luna-
zione datale dal Relanda
Jtrript in
Giaffa, vi
,
'
.
Dal Cafalc Arsùr fino a Giada
fono cinque miglia, ove arrivai il
dì 8. dì Aprile dell'anno 17157. un|
ora avanti notte.
Subito sbarcato andai a ritrovare il Signor Giovanni Damiano t
quale agifee in quello Scalo in
il
qualità di Vice Confole Imperiale , e.
.
accoife con tuti il quale mi
gentilezza nella propria Cafa. Ad
Tofcano
ta,
e(To cfpoti la
mia brama di trasferirin Gcrufalem-
mi immediatamente
me
alfine di
prima del dì
trovarmi in detta Città,
di Aprile . che era
1
Domenica delle Palme, per efletempo di andare al Fiume Giordano colla gran Carovana , che partir
doveva da Gerufalemmc la notre di
Io
quella Domenica.
la
re a
Digilized
all'
Io Capevi di dovermi prefentare
Ofpizio , che hanno nella Città
i Reverendi Padri di Ter-
di Giaffa
ra Santa , per dar parie a quel Procuratore del viaggio , che io era per
intraprendere ; ma il Signor Damia-
no s'incaricò egli di far le mie veci
co n ligi and orni a ftarmene riguardato in fua Cafa , e a non rendermi
troppo palefe alle genti del Paci'c, per
poter panare con maggior sicurezza
per le ifrade della Giudèa lenza dare
a gli Arabi alcuna ombra , o fofpetto di cilér io una perfona Europèa
Ì
.
In quella
ilclla
fera sborfaì al
Procuratore di Terra Santa in
Giaffa, che è tempre un Rcligiofo
Spagnuolo
del
,
cento
cinque zecchini
mi diede una
la
piaftre di
moneta
Gran Signore, che fanno
fomma
,
ed
venti-
egli all'incontro
ietterà di credito del-
ftelìà, l'opra la
Procura di
Gerufalemmc
Qucfto è un depolito , che eiafchedun Pellegrino focolare è obbligato a fare quando da Giaffa parte
per
X
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-
_L_
Google
per Gcrufalemme , e quei danari
fervono per le fpefe » che fon neceliaric
verti
andando
alla videa
de' di-
Santuarj della Paleftina. Comentre
è tal ufanza
niodifllma
>
non li penfa più a niente fino al ritorno in Giatfà , elTendo cura della
Procura dì Gcrufalemme il fare tutte le fpefe
Se taluno
trovane appretto
fi
di fe una fomnia maggiore
,
li
può
lalciare in Giaffa ancor quella , ed
è prudenza il farlo per non
fottoporli per le ftrade a qualche
inconveniente
dalla
degli
parte
Arabi predatori . Di quella pure
ne danno una Cambiale , fopra 1'
ifteffa Procura di Gcrufalemme , la
quale allorché li torna in Giaffa dà
una lettera, nella quale vi è il conto di ciò , che ha pagato la Caifa , e
fe vi è avanzo , il Procuratore di
anzi
Giaffa lo reftiruifee
5. di
ti
.
La mattina vegnente, cioè il dì
Aprile murai gli abiti , e lafcia-
quei di Europèo
,
io
mi
velili
da
ca-
Digitized by
Google
capo a pie all'Araba, avendo già
da qualche
fatte crefcere
bafctre
;
nè in
forma
altra
re quel viaggio
,
non
tempo le
può fanon
fi
folo per
conofeerc dagli Arabi , clic poffono rifcontrarlì per iftrada, quanto
ancora perchè non è permeilo entarli
Gerufalemmc Tettiti all' Europèa, fenon con un Comando del
Gran Signore o in compagnia e
fono la protezione del Bafsà di Datrare in
,
mato) .
Erano
nè
,
,
.
io*
dieci ore della mattina,
io fapeva
tiva della
cafo
mi
il giorno , nè l' ora polimia partenza , nel qual
fon trovato molte altre
volte in apprettò
giacché bìfogna
,
prendere i tempi rotti , e ne' quali li
crede , che le Aride pofiano ellcre
più licurc ; e per non far penetrare
Arabi il momenro) che parte
qualche Pellegrino lo era a tavola
verfo il mezzo giorno, allorché mi
fu intimato « che fra mezz' ora io
dovetti ettère pronro par partire,
agli
.
Come
fegul
Le poche ore , che io reftai
Giana non mi dettero luogo di
oflemre ; onde mi rifcrbcrò
il mio
da Gerufalemme in quella
Città, ove mi trattenni alquanti
in
poterla
a parlarne allorché deferiverò
ritorno
giorni
FINE
DEL SECONDO TOMO
D.igitized.by
Googll
INDICE
DE
I
CAPITOLI,
Che
contiene
il
quelli
E
MATERIE
Secondo
Viaggi
Tomo
di
Capitolo,:.
t~\ei diversi popoli, che abit ano la soria, e la paleSTINA,
pag.
lj
Degli Arabi.
Ambi,
Origini degli
e
i.
.
2.
3,
Stilata, e completane degli Arabi, e
ro naturali .
Gli Arabi per
una Mugli,
più non tengono, fenun
4.
Divertimenti degli Arabi
.
.
di acendarfi.
Ritcbizzc digli Arabi.
Forse degli Arabi, e hro Armi.
Dilli Donne Arabe,
Cibi , , bevande degli Arabi .
L' omicidio tra gli Arabi non i mai
àina lo
.
lo).
lo
.
Abiti degli Uomini Arabi
Maniera
i,
1.
nomi divtrfi
Principi Arabi .
Religione degli Arabi.
j.
8.
9.
10.
in
1
s.
{tr1».
Ofpittlità i« grande fi ima fra gli Arabi. 19.
Digilized by
Google
In che tempo gli Arabi fina
mani
in St-
il.
ria , ed in Pattfona.
Degli Arabi, chi abitane le Città della
11.
Sarla.e delia Pallina.
Ricetto, Ibe hanno gii Arabi per la Barba - n.
De
Cavalli Arabi
Di
i
Ove abitane
i
Reiterane de
i
1J.
.
Diusi.
19.
Drufi .
Orafi.
i93°-
Ajcèndenza de i Drufi.
Ih
Naturale de i Dmfi , e loro eMatianr . }ó.
Governa di i Drufi.
J74°Abiti de i Drufi.
4»'
.
Vefiire ielle Dame Drafe .
De
Di
1
Curdi.
4!-
tre Religioni fino ' Cardi di Sorta. 4!-
O'i-di
4)4).
44454"-
Maomettani.
Curdi ìafidi.
Cardi Siiamfi.
Dl
Db
[
1
MlTUiLli
CiU'-SoiiiiiV.
Religioni Cristiane.
De
i
Latini
De
i
De
Ì
Maroniti.
Greci Cattatili
De i Greti Slamatici.
Degli Annerii.
De i Giargiani.
DegrF.tìopì, 0 Abifiini
CA-
Digilized by
Google
CAPITOLO
II.
descrizioni- dflla citta- ni
ACRI SULLA COSTA DELLA SORIA. ALTRIMENTI CHIAMATA
SAN GIOVAN
rumi
V,ir'\
Da
chi
Ccfr
ACRI
itti* Città di
6±
A,
Airi
6»,
fu ùoffrtkta.
mimfSmjS
qufjia città
ag
.
jjjS Città di Airi
WAcri nrlU Famiglia di Oaàr ,6S.
Dabtr fornir fi Ja Sigmrt ii Ai
Siala
fnf""
.
di
i Sfitielt
i di f. Ciò,
Cappella di
Varie Olirli
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g
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i
CfliaT
Gtrvfelcmmì
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S.
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Pa/qn.j del \«
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Credete filitele
ÌoS.
m
CAPITOLO
VIAGGIO
DA ACRI
CARMELO.
(Uffa
di S. Gin.
AL
dilla
III.
MONTE
...
fuori ititi aura
.
ii7»
117-
Digilized by
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CAPITOLO
CONTORNI
Divini/m
ile i
IV.
12 „
.
Urtile CUe Jono al jaltr
te.
119.
Musar
del Carmelo
Convento del Carmelo r fogli*
0
'Sìdagli
}(•
m.
Crolla di FMfìo.
Convento di S- Elena.
limita dt i blia
H(.
.16.
'Ì1-
iberna.
HI.
Campo ne t uocom/ri
Ftbbricbt del Carmelo
Ijp.
dtfirug^
g'ndofi
luogo del
titutawit
Sacrifizio
del
1
Manu
Matti
Carmelo
Carmelo.
140.
14I1
4L
Digilized by
Cooglt
Mnlt
Alcune ufi memorabili del
.
Cér.
mr(t.
141.
Colonne di Attuili tallìritlH
•4*
.
CAPITOLO
V.
GITA DA ACRI AL CASTELLO DI
ZIB. E
LORO CONTORNI.
14S.
,AÌ.
Cbitja ii ktiuutthì
Pianata
di
Acri.
147.
Villaggio di Abnffinin, di
Kahbad
.
1
di Anct.
I48.
Capello diQeiiìn.
I48.
Trattamento Mutata dal Capi di
Geidìn
1
4 I.
Maniera Smmeiart air Araba
[4».
Vm, e bevande fruibile a i Mtumit
Captila di hiìn .
Dtl Monte San*.
urto
j 5
6.
M7.
UUtMHf,
rWétgt, diieriia.
Vithfgw d. Matta
MI.
Valle di Kirfin.
Me £ Keriin
WJHB*
iella
di Monte
Urti .
Municipio di Sedar.
«1 gngk
lerra.
.
i6x.
té,.
ttà.
CA-
DÌ gitiz ed by
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CAPITOLO
VI.
VIAGGIO DA ACRI A NAZARET
lòfi.
CITTA" DELLA GALILEA
Villaggi di Tetti/là*
,
di
Miir
,
r di
Dt -
Cittì di Zabaloa
Campo di Zàbulon, Villaggi diBtwidit,
*
, di Tabul .
Fatti di
Z fiuti».
(I
CAPITOLO
DELLA CITTA'
QUANTO
VI
VII.
NAZARET
DI
,
W DA OSSERVARE
IN ESSA, E NE' SUOI CONTORNI
'7'-
.
Varia vitande di Nazaret,
ffr.
jjS.
17).
Slato prefente di Natane.
Cbiefa dell' Annanziazìone .
17&
tafpilla dtlt Amamiazioat
"So.
Convento di Nozartt.
Abitatori di Nazaret.
Cbìtfa da i Greti.
Uanitra di
vrjìirt delle
Capptllt lotto
<**»••
il
ritti»
"*
tal.
pongt
di
il
Na-
Cefa di
S-
nJ."*
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ttitoltita
della
U
Siatgbgt
1*4.
,
Madonna.
IStì.
:
i
Ho.
a iti Timori
? r
t o
t
o
Fatti memorabili in efft Cittì
Stato fri fette
Cani.
viti.
.
£
Malta
,
VtlUttiJì Trikn,
di
Mtf'a,
di
Lupi
mirìade acquilUtt A.il C
Bggfa [«ori Me Città.
Tomi,
o
Bagni
di
Ammutii.
CA-
_DÌQÌ IiZ6d
tw-Googlt
3JJ
CAPITOLO
IX.
VIAGGIO DA TI BERI Ali E AL MONTE T ABOR E DI QUIVI ALLA
CITTA' DI MA1M E RITORNO IN
,
NAZARET.
Ilo
ì
iti.
Fmtk
luogo
itila
I
Traifigmuxinu
Ab
mure da aia.
—
ICrifliani frtóÉHrttn» il Tébor.
Cìh ftTJTmà dal 7V/W.
i di Saatl. e di Tthtr
Dillo Cilti di
Slam prtfritte
di
lift,
ìli.
Naim
Haim
.
di
by
Google,
CAPITOLO
X.
PARTENZA DA NAZARET
SAFFURI, E SCIEFAMER, E
TORNO
PER
RI-
IN ACRI.
Villaggio di Siffén cbt t l' dntica Otti
di Sepptorlt.
j,
Bbtrfi man di Sepphorij,
>|o.
SlMt, infinti dì Seffiri.
Ciiefs il i Sunti dimettimi, ti
M
CAPITOLO
XI.
VILLAGGIO DALL' ISOLA DI
PRO ALLA CITTA' DI TIRO,
CI .
Pinti
Ut -
jt
ilnamaw
torti! di Stria~.
Scali
,
le
Città de!
ij?
y»
CAPITOLO
XII.
DELLA CITTA' DI TIRO
,
OGGI
SUR.
U
foào Bau
i X
Tiro erifa da /.
D»t
cittì
£
Tira
Stai™ Maf no.
Uro p4h daii Rr s>rj tu i Roman
Calana Romana.
• ira
144.
lira vita/ in mano dtfli Ariti.
gfe
lire in nana Ai i RI di Qtrmjélem-
Tiro taraa in mane Aigr Inflitti
turni* agra
145.
t:«jt mtm„rab,l, Ai i Tini, e itila città
Tira.
t.
Stata prtjenittdi Tira oggi Sur.
i%t.
m Tgg
U
g
Forma
itti,,
Fedina
Pnifila
tiTin .
Bariarejq Utterrtn mila ÓHttdrqli di Tiro.
jfl
Almerico: V. Re di Gtnfaltmmi Sfafa Maria mila Cattedrali ài Tira. 157
Chiifa dì S. Ghfh di i Cattolici.
158
Già"t'O^S'J Scamatili
I.
Pjg
gj
Bogana
Ai Sur
.
Digilized by
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OJfervaaeBI fiprs
Diti
ì
ibi
fi
pagana
MO,
tfuev*
abitatimi! del Capo di Sur
Vifita fatta al cape
Sor prmiipta ad
Predetti
«ti
Hanzrr.
tflir
ritbitato
CAPITOLO
'
i£i.
,a,.
.
patir, t (.'Mummia.
XIII.
GITA DA TIRO A I POZZI DI HASE - ELEIN
ED A PAI.AE- TYRUS.
.
6
Atqmt
Tire.
-.6».
PaitiieiorltA di qutjit Aiqut,
iltmPoiz,
211.
di
It>tontri
H
Rmi-EUì».
Avuti nella
ìli.
Campai**
Ai
m.
eie
unfifit
1*
vtrgoga» d'Ut
Atquidetti pregimi t Sur
ArsMj.
alt.
CA-
Digiiized by
Google
ai
CAPITOLO
XIV.
VIAGGIO DA TIRO A CASTEL
PELLEGRINO
TANTURA E
,
,
NAHR-ELTEMAStEH.
Cajlilhdi Scavdtrha fra Tiro, e Ai
Scarnitr'oa chiamala ambe
Scandir
l
Si. ;„!.,!,<,
AMiitr,
a
.
Nuicblr.
ama m
CAPITOLO
o^ss
XV.
VIAGGIO DA NAF1R- ELTEMASIEH
A CESAREA D[ PALESTINA, tu,
Cfiria
di
PskfliM*
.
j 01 .
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Parlo di Cifiri*
.
Aiti apparlitnt Ct/trfa
PilrjHu.
Ji
Netizir rimartbtmli d'Ita Cini
CAPITOLO
VIAGGIO DA CESAREA
ili
j
Ci-
XVL
TÌT
PALF .
FINE
DILL' INDICE DSL IBCOHDO
TOMO
Jì9
SPIEGAZIONE DELLA
Che
I.
TAVOLA
trovali collocata a pag. 166.
Tomo
di quello fecondo
Lumaca
lori
di Tiro co' firn proprj conel tempo che Ha ferma in
,
Mare
e fpecìalmente ove najce la
,
Corallina
a"
0
,
Jopra gli fogli a fior
acqua
Quando
II.
nuota per
vendo le ali
Veduta dalla parte
III.
della
l'
acqua
mo-
di fitto, ofia
panda
A. Cernetti
,
0 occhi della
Lumaca ,
quali anche toccandoli non
ì
li riti-
ra afe.
B.
Due piccole eferefeenze , falle quafono due macchie dì colore furo, e di forma tonda Tra dette ef-
li
.
erefienze vi è un' apertura
la bocca di que/lo
C. Due
eferefeenze
,
0
fa
Animale
immollili
tanto
dalla parte fuperiore , che dalla
parte inferiore dell'Animale.
Digilized by
Google
D. Ove principiano
Due
E.
due
le
membranacee
ali
ali
E
col moto
ondo/o delle quali nuota
F. Vefckbetta
G. Apertura
U
,
ove è
,
per
colore
il
cui
getta fuori
colore
H.
Incanalatura formata dall' ejlremità delle due ali, per la quale
il colors , eòe è già pagato
dell' apertura
paga
G
I.
Colore al naturale
,
V
che getta
animale
L. Sono
cbìufe
due ali E Jòprappo&e e
quando CAnimale è in ripo-
le
,
fo come al
MI.
M. Due membrane
riore dell'
nella parte infe-
Animale
,
che fi parto-
O
no dati; e terminano in
, che
fono una Jpecie di al'tette , ma le
quali non fi allargano dì più dì
quello Jpazio
,
che è nella figura
FIRENZE MDCCLXIX.
NELL A
STAMPERIA
dm
Utenza
di'
DI
S.
A.
R.
Superim i
Digitized by
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r
t
Digitized by
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Digitizsd by
Google
Adi
14.
Maggio
17*»-
fede ptr me infrafcritto Cancelliere
Sacra Accademia Fiorentina , come
annatilce l* aonrefló
Faffi
della
fri el' Atti veelianti
„ Ad)
11.
Maggio i;6p.
„ Noi fottofiritti Oh/sii in
„ fpofizìone de i Capitali ,
„
noflra
,,
veduto
,,
ma
„
I
Accademia
,
ordine alla die Sfatati orila
Fiorentina
abbiamo
1 ben canfdtrato
il
Stando 1V-
Alt* Offra intitolata Viaggi per V
di Cipro, per la Saria, e per li
loia
„ Pale lì ina fatti da Giovanni Mari» Fio„ Tentino dall' Anno 1760. all' Anno
„ 17ÉS. tompofia ptr darfi in luci dai
„ ditto Giovanni Mariti nofiro Accadimi„ 10 e I' abbiano ritrovata degna di tf„ fir data alle Jìampe , ti ptr la lingua ,
,
„
{
7
tomi antera ptr la materia 1 E ptr fair della verità ne (aitiamo la prtjinte
„ Attefiaàont,
„ Maggio I7«p.
atejlo
fipraddem
di
11.
alo Conte Fiero Piernccl uno de'Cenfori.
= Io Luigi Bernardo Rodi Dottore dell' una
=e
dell'altra
Legge, ed uno
de' Cenfori
Io Michel' Angelo Cecchertlli Cancelliere.
i
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