Il respiro nella formazione - Formazione
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Il respiro nella formazione - Formazione
Il respiro nella formazione esperienziale di Alessandro D’Orlando – luglio 2008 Premessa La formazione non può non tenere conto delle nuove pratiche sempre più diffuse tra la popolazione: mi riferisco allo yoga, alla meditazione, alle arti marziali, alle medicine cosiddette “dolci”, alle pratiche energetiche come l’agopuntura o la pranoterapia, alle pratiche mistiche e spirituali di altre epoche e culture, che in comune hanno sempre un’attenzione particolare per un apparentemente semplice elemento, la respirazione appunto. L’uso della respirazione offre quindi al formatore la possibilità di entrare in una vivace relazione con l’aula su un piano di conoscenza sempre più conosciuto ed oggetto di indagini, curiosità, adesioni, o discussioni. Il respiro come approccio olistico Dal punto di vista olistico, l’essere umano è un tutt’uno e come tale va trattato. Fare formazione olistica significa quindi occuparsi non solo di atteggiamenti o comportamenti, o del piano emotivo o dei pensieri, ma di tutti contemporaneamente, con un occhio attento e discreto al piano dell’anima e al piano spirituale: così, i cinque elementi che le tradizioni vedono come costitutive dell’essere umano - ossia la sfera del corpo, delle emozioni, della mente, dell’anima e dello spirito - sono tutte coinvolte e stimolate. Il respiro, chiamato dalle tradizioni antiche “il grande integratore”, è lo strumento ideale in questo senso. A livello corporeo esterno, il respiro allenta le tensioni muscolari, soprattutto toraciche e cervicali, con grande beneficio anche delle cartilagini, le quali sono sollevate proporzionalmente all’elasticità dei muscoli. A livello fisico interno, l’azione ritmica di compressione/decompressione esercitata dal diaframma, migliora considerevolmente l’attività cardiaca e sanguigna in genere, quella linfatica ed immunitaria, quella escretoria e secretoria, il livello di nutrizione dei tessuti e del cervello in particolare. Su un piano chimico, il respiro permette l’eliminazione dell’80% delle tossine del corpo e mantiene il pH del corpo a livelli ottimali - con ricadute positive enormi per la salute. A livello di energie, il respiro assicura l’equilibrio elettrico/elettromagnetico del corpo, ponendo le basi per uno stato psicofisico ottimale, grazie ad una sorta di shekeraggio legato all’immissione massiccia e rapida di elettroni dall’atmosfera attraverso le vie respiratorie. A livello emotivo la respirazione consente la scarica di energie emozionali che altrimenti possono compromettere la salute del corpo e la scoperta di emozioni più “sottili”, ossia più delicate, più leggere e più appaganti. Ciò consente anche ai più affezionati ai drammi, alle emozioni forti, alle passioni (per esempio per il potere, il conflitto, il denaro), di trovare uno spazio interiore dove tutto ciò appare come un 1 www.formazione-esperienziale.it [email protected] pallido riflesso di una pace ed una felicità più grande ed importante, e soprattutto interiore e meno foriera di nefaste conseguenze - come la passione per i conflitti ed il predominio potrebbe avere. A livello mentale la respirazione consente di aumentare in maniera considerevole la memoria e la concentrazione, attraverso diversi meccanismi, tra cui: 1) l’aumento dell’ossigeno nel corpo; 2) la progressiva diminuzione dei pensieri disturbanti. Inoltre il respiro, anche solo dopo cinque minuti di pratica, regala una meravigliosa sensazione di mente libera: tale stato meditativo, rilevabile attraverso la maggiore sincronizzazione tra emisfero destro e sinistro, può inoltre stimolare interessanti processi creativi. Rispetto a tutto ciò, il dono più grande del respiro è quello di accrescere la consapevolezza del proprio corpo, delle proprie emozioni, dei propri pensieri, di ciò che sta nel profondo della psiche, di ciò che di più luminoso c’è nel proprio essere. Ciò avviene perché soprattutto la mente si placa, si rilassa, i processi fisiologici come la respirazione si amplificano e le energie del corpo - leggi “emozioni” per la bioenergetica - e le dimensioni profonde dell’essere, possono manifestarsi dagli angoli reconditi della coscienza, grazie ad una migliore irrorazione cerebrale, ad una diversa e più potente circolazione elettrica ed altri ancora non ben noti meccanismi. La consapevolezza consente di andare oltre il concetto di “volontà”, “sforzo”, “scelta” perché quando qualcosa è percepito come importante e vitale, ci si impegna immediatamente per raggiungerlo e lo sforzo è sostituito dall’impegno, la volontà dall’entusiasmo, la scelta dalla chiarezza dell’unicità di ciò che vale veramente a livello soggettivo. La consapevolezza è l’affinamento delle percezioni e porta sempre ad una azione anche impegnativa, anche oggettivamente faticosa, ma mai percepita con un senso di sforzo, o come qualcosa per la quale occorre “volontà”. Se occorre scegliere, se occorre volontà o sforzo, allora non è ancora chiara l’importanza della strada da percorrere: in questo caso bisogna fare un passo indietro e affinare le percezioni e ascoltare non solo ciò che dice la mente, ma anche le reazioni del corpo e delle emozioni. La consapevolezza consente anche di lasciarsi alle spalle l’attaccamento ai risultati, al futuro o al passato, a ciò che dicono gli altri, a ciò che sono i propri giudizi distruttivi su sé stessi e sul mondo. Si scopre l’importanza dell’impegno, senza fare del risultato una questione di vita o di morte, e la grandezza del prendere con leggerezza i fatti della vita - dato che esiste un centro da cui guardare con calma lo spettacolo: e quel centro è appunto lo spazio che si scopre respirando, fatto di calma, attenzione, pace. In questo senso il respiro è quindi più che un ottimo mezzo di gestione dello stress e di riduzione dei comportamenti conflittuali ed intrapsichici. Ancora di più, la capacità di non farsi coinvolgere nei conflitti è fondamentale per sviluppare la creatività perché l’uomo di genio, come affermava A. Einstein, si distingue dall’uomo comune proprio per saper tenere assieme gli opposti per più tempo. Inoltre l’attenzione a ciò che è, al presente, contribuisce ad incrementare la creatività, che è sempre oltre il pensiero, perché frutto di un insight, di una rivelazione, di una visione che prima non c’era. Il pensiero è semplicemente figlio del passato, di qualcuno, delle abitudini, in poche parole “del vecchio” -, e il presente, che è sempre nuovo, ha bisogno perennemente di una soluzione diversa attimo dopo attimo. Nessun modello, nessuna teoria può aiutare se non una consapevolezza che porta a comprendere e rispondere adeguatamente istante per istante: e la respirazione è un mezzo per mantenere questa attenzione e la capacità di risposta al presente (non a caso il termine “ispirazione” rimanda a quello di “inspirazione”). 2 www.formazione-esperienziale.it [email protected] Il respiro nelle relazioni Gli individui possono esprimere il proprio massimo potenziale solo comunicando efficacemente tra loro: la vera libertà viene dal costruire assieme una realtà senza più delegare in bianco agli esperti e ciò può avvenire solo se se le informazioni che fanno la differenza circolano davvero. La formazione deve dare quindi alle persone la possibilità di incontrarsi e di andare oltre alle maschere, le etichette, i giudizi, perché possa nascere un clima di fiducia e di scambio che porti all’effettivo incontro e confronto. Solo tra persone che si rispettano, che vanno oltre le superficialità del giudizio, possono fluire i flussi comunicativi e creativi. Anche da questo punto di vista il respiro può dare importanti contributi, attraverso alcune tecniche descritte in seguito. La capacità di comunicare meglio, assieme alla capacità di vivere al di là degli schemi della mente e dei giudizi (si deve fare così, non si deve fare così), consente di operare anche ai margini o fuori ai modelli operativi tradizionali, in quell’incertezza in cui anche i CEO delle grandi multinazionali riconoscono di “navigare a vista”, e solo nella comunicazione veloce e il più possibile estesa, così tipica degli esseri viventi, è possibile una risposta più efficace e aggiornata agli imprevisti costanti di oggi. Il respiro migliora la comunicazione tra le persone perché contribuisce ad ammorbidire ciò che le tradizioni spirituali descrivono come l’Ego, ossia quell’insieme di difese che nascono come protezione della nostra essenza luminosa e che finiscono con il tempo di diventare la sua gabbia. La tecnica del respiro circolare Un breve ciclo di rilassamento – cinque minuti in genere -, e realizzato portando semplicemente l’attenzione al respiro - alle sensazioni che dà nella punta del naso, o nel movimento che induce nel centro del petto -, precede la seduta di respiro. Il corpo viene messo in uno stato di quiete e ciò permette: a) di percepire al meglio il proprio corpo e le sue variazioni di temperatura, tensione e così via; b) di lasciare andare le perturbazioni energetiche ed emotive: solo se il respiro arriva nelle zone contratte e tese le emozioni possono essere rilasciate e andandosene, lasciare un senso di maggiore leggerezza. La respirazione si può fare tanto ad occhi aperti quanto ad occhi chiusi. Quest’ultima ha una maggiore profondità, perché il tracciato elettroencefalografico passa più rapidamente in stato alpha, tipico del dormiveglia e degli stati di estremo rilassamento in cui la mente si rigenera. Nel respiro circolare il canale è sempre lo stesso – se si inspira dal naso si espira dal naso e se si inspira dalla bocca si espira dalla bocca –, senza pausa tra le due fasi – ossia all’inspiro segue immediatamente l’espiro, e viceversa –. La continuità del respiro rimanda a quella del ciclo delle stagioni, del percorso del sole e delle stelle nel cielo, di tutto ciò che vive: mai un’interruzione, solo armonia. Attraverso questa modalità di respirazione, è quasi come se l’essere umano entrasse in contatto con le forze dell’universo, ricevendone sostegno, un senso di unione, di pace, di armonia, come in effetti può accadere anche dopo soli cinque minuti di respiro circolare. La profondità e la velocità dello stesso dipenderanno dal tipo di intenzione: sarà veloce e profondo se l’obbiettivo è entrare in uno stato di ricettività, attenzione, calma 3 www.formazione-esperienziale.it [email protected] mentale; sarà veloce e superficiale se la sensazione del momento è dolorosa, permettendole così di fluire attraverso il corpo ed impedendo che essa ed il respiro, si blocchino (come accade quando non si vuole sentire il male di una martellata sul dito). Se la sensazione del momento è piacevole oppure interessante e si vuole espanderla, allora il ritmo lento e profondo è più opportuno – infatti, tale modalità si attiva in modo naturale e spontaneo in stati di calma ed euforia. L’ultimo caso, quello del respiro lento e superficiale, non interessa qui, perché porta al sonno ed è comunque comune, in una certa misura, anche negli stati di vegli ordinari, in cui si sta quasi in perenne apnea! La scelta del naso o della bocca è lasciata alla sensibilità individuale. Se la persona è inesperta e se lo scopo è quello di muovere molte emozioni, preferisco ricorrere alla bocca, perché muove molte emozioni e permette di agire più profondamente a livello di meccanismi psicosomatici; quando il respiro serve per affinare la percezione o per calmare la mente, o se si vuole muovere poche emozioni, consiglio la respirazione con il naso. Profondità del Respiro +superficiale + lento Velocità del Respiro + veloce + profondo Respiro lento e superficiale (perdita di consapevolezza; non utile in questa tecnica) Respiro lento e profondo (per espandere le sensazioni) Respiro veloce e superficiale (per far fluire velocemente il dolore) Respiro veloce e profondo (per prendere energia) Colui che respira avrà consapevolezza dei dettagli e sarà vigile nei confronti delle più piccole variazioni a livello fisico. Portare prima l’attenzione ai propri pensieri oppure alle proprie emozioni può distogliere dalla consapevolezza del qui ed ora: per evitare distrazioni, l’attenzione primariamente rimane al corpo. Inoltre, non si cerca di eliminare una sensazione di tensione, dolore, prurito, attraverso un tentativo di massaggiarsi, grattarsi, o muovere gambe e schiena. Dietro un formicolio, un tremito, una qualsiasi sensazione potrebbe nascondersi un’emozione, un’immagine o un ricordo importante: bisogna quindi andare oltre la tentazione, usando l’energia del disagio per incrementare la respirazione - un buon trucco per riuscirci è immaginare di prendere aria nel punto del corpo che richiama l’attenzione e tutto il resto viene da sé. Per sostenere l’emergere di ricordi ed emozioni, è importante sviluppare un atteggiamento mentale positivo. Si parte da un’ottica che agevola l’integrazione, ossia l’accettazione e la comprensione, di ciò che è “indigesto”, secondo il principio che non esiste mai nulla di assolutamente negativo. La paura ed il dolore connessi con quanto percepito può quindi diminuire e ciò permette di incrementare la profondità del respiro. 4 www.formazione-esperienziale.it [email protected] Mentre si respira occorre anche tener conto dell’assenza di giudizio, cioè stare di fronte a tutto ciò che si manifesta tramite il respiro con rispetto e attenzione: non si paragona nulla di ciò che si sta vivendo con le aspettative, i desideri, i ricordi o i principi. Tutto è così com’è, aldilà del bene e del male, del giusto o dello sbagliato, dell’utile o dell’inutile, del piacevole o dello spiacevole, del buono e del cattivo. Il Respiro nelle aziende Dato che il respiro rende le persone più disponibili all’attenzione, all’innovazione ed al cambiamento, esso può essere parte integrante della formazione di chi voglia migliorare il proprio modo di lavorare, di pianificare, di creare, di comunicare. Svolgere il lavoro sul respiro in più giornate, fuori dell’azienda, permette di creare rapidamente un legame tra persone che forse nemmeno si conoscono, o che alle volte si detestano, favorendo un grado di intimità che consente di “lasciarsi andare”, fare amicizia, sentire uno spirito di gruppo. La sera del primo giorno sarà dedicata alla parte teorica, con spiegazioni circa gli effetti del respiro, la tecnica da utilizzare, l’importanza delle emozioni, il legame tra mente, emozioni e corpo. Le due giornate successive sono invece rivolte all’apprendimento del respiro circolare, in un luogo dove le persone possano muoversi con libertà in abiti comodi e l’aria sia il più possibile pulita. Ginnastica dolce e musica adeguata nelle mattine, preparano corpo e mente alle sessioni prolungate di respiro del pomeriggio, ove uno o più formatori – considerando che almeno uno ogni cinque persone è bene che sia presente durante le sessioni - aiuteranno le persone a seguire le tecniche indicate. Altri strumenti che si possono usare sono gli autocasi ed il role-playing, per calare più nel reale le possibili applicazioni del respiro, sostenendo l’apprendimento tramite una attività di coaching. Infine, dopo uno o due mesi, sono utili delle presentazioni di casi concreti in cui si è dimostrato di saper affrontare una situazione complessa, attraverso gli strumenti appresi. I managers sono i professionisti che più spesso riconoscono l’importanza della formazione individuale per ottenere elevate prestazioni lavorative. Hanno in genere la disponibilità a confrontarsi con le esperienze anche “estreme” e quindi possono usare il respiro circolare per un tempo prolungato. Due esercizi possono perciò essere loro proposti: il primo si basa sul respiro circolare da distesi per venti - trenta minuti, l’altro sull’uso del respiro ad occhi aperti seduti in cerchio. Nell’esercizio da distesi, i partecipanti possono fare diverse esperienze: 1) liberarsi dallo stress di lunga data; 2) sperimentare una tecnica che possono impiegare anche a casa; 3) imparare a conoscere le emozioni che possono emergere; 4) entrare in uno stato di particolare calma. Nell’esercizio in cerchio, si porta la consapevolezza sulla respirazione circolare mentre ci si guarda l’un l’altro, prestando attenzione alle emozioni che ciò può muovere. Ognuno è libero di guardare chi vuole, basta che scelga qualcuno che possa anche ricambiare lo sguardo: dopodiché il contatto visivo continua fino a che uno dei due sente di aver integrato tutte le emozioni emerse. Le funzioni di questa tecnica sono molteplici. Serve a far capire che: 1) ogni singola presenza dentro il cerchio muove stati d’animo e fisici diversi. 2) Ci sono degli aspetti che non vogliamo vedere in noi e per questo preferiamo “attaccare” agli altri, ove è più semplice prenderne atto (meccanismo della proiezione). 3) Le sensazioni ed emozioni sono legate alla simpatia 5 www.formazione-esperienziale.it [email protected] ed all’antipatia provate per quella persona. 4) Con il respiro e l’attenzione, simpatia ed antipatia si riducono a sensazioni che fluttuano e scompaiono. 5) Il respiro aumenta la consapevolezza delle proprie reazioni emotive e quindi non verbali nella relazione con l’altro. 6) Si può sviluppare la capacità di percepire il linguaggio non verbale dell’interlocutore, se ci si permette di guardarlo senza giudicare. Dato che anche questo esercizio può risultare forte per qualcuno, è meglio svolgerlo in forma “soft”: la durata è limitata nel tempo e c’è anche la possibilità di chiudere gli occhi. Ovviamente l’atteggiamento andrà poi analizzato individualmente, se c’è la disponibilità da parte del partecipante. Per gli impiegati, i quadri ed i managers che vogliono apprendere tecniche in grado di aumentare la qualità della comunicazione e la gestione delle emozioni, senza però mettersi troppo in discussione e giungere ad una profondità sentita come inappropriata rispetto agli obiettivi o al contesto aziendale, possono essere usati esercizi di respiro circolare più semplici da praticare seduti, in una semplice aula, in cinque minuti, fino a quando non percepiscono un’emozione o un suo correlato fisico. Quando la sensazione che provano è per loro abbastanza intensa, possono fermarsi ad ascoltarla nelle sue manifestazioni cognitive – i pensieri - e somatiche – gli stati fisici che emergono. Può seguire una discussione di gruppo molto interessante: gli esempi concreti dei partecipanti offrono l’opportunità per il conduttore di portare l’attenzione alle manifestazioni della paura – esempio il freddo -, o dello stress – tensione alle mandibole. La respirazione in aula fa inoltre comprendere concretamente come non servono momenti di isolamento totale per rigenerarsi – bastano cinque minuti di respiro! Nell’impossibilità di muoversi, anche qualche respiro profondo davanti al computer fa bene e può sostituire, almeno parzialmente, la tendenza a tenersi svegli consumando eccitanti di ogni sorta. L’aula è anche la sede ideale per evidenziare strategie cognitive “carta e penna” per trasformare le credenze e le emozioni che ne conseguono. Sempre a titolo esemplificativo, soffermiamoci ancora sugli esercizi concretamente applicabili in aula con il respiro, prendendo un’area di intervento importante come quella della comunicazione… Il Respiro per comunicare meglio Un esempio credo interessante di errore nella comunicazione, è dato dal fatto che in molte aziende ci si parla molto ma ci si ascolta poco; in particolare, due errori ho avuto occasione di osservare: • chi ascolta risponde prima ancora di aver sentito le opinioni dell’altro; • chi parla non guarda negli occhi chi ascolta, non ricerca il suo contatto visivo. Chi ascolta spesso non riesce a reggere le emozioni che l’altro, mentre parla, gli muove dentro. L’ansia, la rabbia, il timore di essere disapprovati o criticati, la sensazione di essere messi sotto pressione, l’entusiasmo frustrato delle idee rigettate in tutto o in parte, l’eccitazione per le proprie nuove idee che esigono attenzione a dispetto di quelle che sono comunicate dall’interlocutore, sono tutte forze che rendono il tacere insopportabile. Per imparare ad ascoltare, un ottimo esercizio è quello di stare in coppia, uno di fronte all’altro, in cui A parla di una situazione che gli pesa, personale o professionale, a B 6 www.formazione-esperienziale.it [email protected] che ascolta nell’assenza di giudizio, senza chiedere chiarimenti e senza interrompere per dire la sua, perché lo scopo è quello di avere una comunicazione empatica. Inoltre B userà il respiro circolare per percepire I) le emozioni di A mentre parla; II) l’effetto che esse muovono in lui come ascoltatore; III) dove esse si rispecchiano nel corpo. Dopo che A ha parlato, B comunica le sue osservazioni; infine, A e B condividono cosa hanno appreso da questo esercizio. Le emozioni nel corpo potrebbero dare le sensazioni più diverse: di caldo, di freddo, un formicolio, una fitta o anche il semplice movimento dei piccoli muscoli del viso, attorno alla bocca ed agli occhi. Imparando ad osservare ciò, si diventa più consapevoli del linguaggio non verbale proprio ed altrui, e si impara a ritardare i tempi della risposta migliorando così l’ascolto. Ciò non significa che interrompere l’altro sia una abilità da eliminare, ma certo non deve essere l’unica! Chi parla dimentica spesso l’importanza dei riconoscimenti incondizionati, che danno il senso di appartenenza ad una organizzazione e di valore ad un individuo. Una forma di riconoscimento incondizionato è guardare negli occhi le persone mentre parliamo loro o semplicemente di sorridere mentre le salutiamo. Spesso una difficoltà proveniente dal guardarsi, è data dalla possibilità che l’altro possa leggere le emozioni ed i pensieri che proviamo, o che noi possiamo leggere in lui emozioni - come rabbia o tristezza -, senza saper come affrontarle adeguatamente. L’esercizio idoneo è allora quello di guardarsi negli occhi per cinque minuti, mentre si respira in maniera circolare e si percepiscono le emozioni che si provano nel guardare e nell’essere guardati: potrebbero emergere imbarazzo, vergogna, durezza, senso di sfida, timore del giudizio e così via. Come conclusione, segue una discussione a due sulle emozioni emerse dopo l’esercizio a coppie. Il Respiro e lo sviluppo dell’intelligenza emotiva Come si è appena visto, il respiro è un mezzo incredibilmente efficace per accrescere le abilità dell’intelligenza emotiva, che possiamo intendere anche come la capacità di essere: • • • • • • • • consapevoli delle proprie ed altrui emozioni in un determinato momento; abili nell’usare le emozioni, anziché combatterle, per conoscere la realtà (chiedendosi ad esempio: -“Cosa mi rende triste?”-, anziché: -“Non devo essere triste”-); abili nel riconoscere immediatamente le emozioni che tolgono energia; in grado di passare dalla demotivazione alla motivazione, dal pessimismo all’ottimismo; allenati a vedere l’aspetto positivo in ogni situazione, senza farsi travolgere dagli eventi; in grado di indirizzare l’emozione del momento verso mete costruttive (per es. trasformando la rabbia in determinazione, per affrontare la meglio la situazione frustrante); attenti a scaricare l’energia emozionale in eccesso, in maniera che non porti alla classica azione impulsiva; sensibili agli effetti che il proprio modo di comunicare e le proprie emozioni hanno sugli stati d’animo altrui. 7 www.formazione-esperienziale.it [email protected] Per esempio la respirazione aiuta a regolare gli stati di rabbia durante eventuali conflitti interpersonali: porta infatti a focalizzarsi su un elemento che non c’entra con la situazione – la respirazione appunto - e ad acquistare la calma necessaria affinché l’interlocutore si senta ascoltato e considerato e chi parla si senta più tranquillo. Un possibile esercizio per la gestione dei conflitti è il seguente: A recita il ruolo di chi fa una critica e B di chi l’ascolta, mentre entrambi, respirando in maniera circolare, percepiscono le sensazioni legate al fare e ricevere osservazioni. Successivamente si scambiano di posto. Infine entrambi, a turno, assumeranno la terza posizione (C), ossia guarderanno dall’esterno quanto è avvenuto nella scena. In questo caso, si scoprirà che l’uso del respiro consente di percepire più intensamente le emozioni in gioco, di empatizzare più rapidamente con l’altro, e di lasciare che rabbia, rancore, risentimento, tristezza scivolino via più velocemente. Il respiro: altre applicazioni aziendali Di seguito presento alcuni prospetti riepilogativi di un possibile uso del respiro in azienda per sviluppare la leadership e migliorare alcuni problemi lavorativi. Il respiro e la leadership La respirazione determina: Rilassamento Ossigenazione del corpo Più consapevolezza corporea Ciò consente di: Gestire lo stress del cambiamento Migliorare la memoria Percepire l’effetto delle proprie emozioni nel corpo Rispetto alla leadership, ciò è utile per: Saper gestire anche lo stress del gruppo Gestire più informazioni Regolare la comunicazione in base agli stati d’animo personali e altrui Accettare le emozioni del gruppo senza temerle L’insorgere delle proprie emozioni e la loro conoscenza Il fluire delle emozioni Imparare ad accettare tutte le emozioni Stati di espansione della coscienza Provare emozioni di benessere e di attenzione per tutto ciò che vive Avere molte idee originali Trovare nuove e migliori soluzioni Il contatto con la propria parte intuitiva Lo sblocco del diaframma Senso di unione con gli altri Rallentamento della mente Attenuarne la carica Modificare la propria voce e renderla più profonda Farsi attraversare dalle emozioni del gruppo senza contrastarle e senza perdere la calma Prendersi cura del gruppo Giudicare molto meno Usare una tonalità che sia in grado di avvolgere e conquistare la sala Essere vicino ai collaboratori Osservare da vicino i propri pensieri Individuare e rimuovere le credenze limitanti 8 www.formazione-esperienziale.it [email protected] Il respiro ed i malesseri lavorativi Malesseri Il malessere si attenua o scompare respirando perché… Mal di testa … la pressione sanguigna si regola ed i muscoli cervicali si rilassano Stanchezza … il corpo viene ricaricato dal punto di vista elettrico cronica Disturbi digestivi … l’apparato digerente viene massaggiato e le secrezioni gastriche sono regolarizzate tramite l’azione rilassante sul sistema neurovegetativo Mal di schiena … le vertebre si espandono, le cartilagini trovano sollievo Abbassamento … il sistema immunitario, strettamente legato all’equilibrio del sistema sistema nervoso, è protetto grazie alla riduzione dello stress percepito immunitario Allergie ... l’allergico è, dal punto di vista psicosomatico, una persona che sopporta poco le limitazioni della realtà; il Respiro di conseguenza, ampliando sul piano psichico le capacità di accettazione, riduce le forme allergiche Affaticamento ... chi si rilassa respirando non ha bisogno di passare troppo tempo davanti della vista a tv o letture varie per dimenticare i sovraccarichi di lavoro Conclusioni La respirazione, dalle potenzialità così ampie, può rientrare nel bagaglio del formatore che voglia far propri alcuni atteggiamenti e strumenti di questi ultimi tempi, contribuendo così alla diffusione di conoscenze che, seppur efficaci nel rendere le persone sempre più sane, equilibrate, sensibili, autonome, attente al mondo circostante ed a sé stesse, non trovano ancora adeguata trattazione nei media attuali e nelle agenzie più importanti nel panorama formativo moderno. Il formatore può così manifestare in forme ancora più efficaci il suo impegno per una organizzazione ed una comunità più rispettose dell’essere umano e dell’ambiente in cui vive e lavora, e soprattutto per un individuo che usi con più consapevolezza le proprie immense potenzialità di crescita umana e professionale. Note sull’autore Alessandro D’Orlando, psicologo clinico, si occupa anche di formazione e consulenza alle imprese con un’attenzione particolare ai temi dell’etica e agli approcci innovativi come la meditazione in azienda. Autore del libro “Intelligenza Emotiva e Respiro”, ed. Amrita 2007, è esperto in Formazione Manageriale, Outdoor Training , consulenza sistemica, tecniche di crescita personale come la respirazione ed i lavori sistemici di Hellinger. [email protected] 9 www.formazione-esperienziale.it [email protected]