gerusalemme (2014)

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gerusalemme (2014)
GERUSALEMME
sol
la
fa#-
si-
E vidi un cielo nuovo e limpido
sol
la
re
do
sopra una terra nuova e rigogliosa.
sol
la
fa#-
si-
Quello che c’era prima non c’è più
mi-
la
re
perché il futuro inizia qui.
La vidi all’orizzonte scendere
svelata dolcemente dalle nubi.
Come una sposa per lo sposo suo,
una bellissima città.
sol
re
la
si-
re
la
la
si-
Gerusalemme, tenda di Dio
sol
si-
che ha scelto di restare qui fra noi.
sol
re
Gerusalemme, tenda di Dio;
sol
re
sol
la
la
si-
un Dio che abita qui in mezzo a noi,
re la re
un Dio per noi, un Dio con noi!
E vidi un fiume d’acqua viva che
sgorgava limpido e cristallino.
Poi nella piazza vidi un albero,
l’albero della vita.
Nella città non c’era un tempio, no,
ma c’era Cristo, agnello onnipotente.
Non vidi lampade né il sole ma
un Dio che tutto illumina.
Gerusalemme...
Tutte le cose faccio nuove Io,
non ci sarà più lacrima versata.
Chi ha sete venga a stare qui con Me,
(2014)
Con le parole del cap. 21 dell’Ap è
annunciato il rinnovamento completo e
definitivo dell’umanità e di tutta la
creazione grazie all’opera rigenerante di Dio,
come dono dall’alto (cf. Is 66, 22). «Se uno è
in Cristo, è una nuova creatura; le cose
vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di
nuove» (2Cor 5, 17). Nella nuova creazione,
inaugurata dalla Pasqua di Cristo e
destinata a compiersi alla fine dei tempi, non
c’è più posto per l’abisso inquietante e
caotico del male, ma solo armonia e
prosperità di vita.
Questo futuro definitivo è prospettato
in termini nuziali, come una nuova
amorosa convivenza tra Dio e gli uomini e
degli uomini tra loro, la nuova
Gerusalemme, la riunione e la
convocazione definitiva del popolo di
Dio: l’umanità sposa e alleata del suo
Signore. Alle sue fondamenta l’amore del
Signore che aveva accompagnato il
popolo d’Israele nel deserto
presentandosi nella tenda del convegno
(cf. Lv 26,11-13) e in Gesù Cristo sceglie
di dimorare definitivamente tra gli
uomini.
L'albero della vita è simbolo sapienziale e
profetico (cf. Ez 47,12) che rimanda al
giardino dell'Eden di Genesi 2,9: una vita
di armonica comunione con Dio, come
inizio della storia umana; l’albero qui è un
nuovo inizio di vita dato in dono
all'umanità che con il peccato era uscita
dal giardino delle relazioni felici. La
salvezza, come rinnovata appagante
armonia con Dio e tra gli uomini, è
simboleggiata dal fiume d'acqua che dà
acqua di vita Io darò.
Porto con Me il salario che darò
ad ogni uomo e ad ogni donna nuova,
e Regnerò per tutti i secoli,
per sempre Resterò con voi.
sol
re
la
si-
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la
Gerusalemme, tenda di Dio
sol
si-
che ha scelto di restare qui fra noi.
do
sol
re
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Gerusalemme, tenda di Dio
do
sol
re
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che ha scelto di restare qui fra noi.
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Gerusalemme, tenda di Dio;
do
sol
do
re
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mi-
un Dio che abita qui in mezzo a noi,
sol do sol
un Dio per noi, un Dio con noi!
gratuitamente e abbondantemente
vita. «Un fiume e i suoi canali rallegrano
la città di Dio, la più santa delle dimore
dell'Altissimo. Dio è in mezzo ad essa:
non potrà vacillare» (Sal 46, 5-6).
Il tempio vivo da cui sgorga per sempre
l’acqua della vita libera dalla morte (cf.
Ez 47,1-12), è l’Agnello immolato che ha
preso su di sé il male che distrugge, Gesù
Cristo Risorto (cf. Gv 2, 21; 7, 38) che
invita a sé. È Lui la luce del mondo che
rischiara il cammino di ogni popolo, di
ogni donna e ogni uomo, verso la riunione
definitiva dove si vive alla presenza e
nella comunicazione con Dio. È questo il
salario, la ricompensa offerta a tutti:
partecipare al Regno di Dio che è
«giustizia, pace e gioia nello Spirito
Santo» (cf. Rm 14, 17).
Testi: P. Altin, M. Dandri, P. Favotti
Consulenza al testo e commento: don S. Frausin
Musiche: M. Dandri, P. Favotti
Arrangiamenti: P. Favotti