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La Piccola Compagnia del Piero Gabrielli presenta Woyzeck da Georg Buchner adattamento Attilio Marangon musica Roberto Gori scena Paolo Ferrari costumi Tiziano Iuno regia Roberto Gandini Lavorando alla messa in scena di Woyzeck, mi è tornato in mente ciò che sentii dire una volta da un Rabbino sulla Torah: “Rispetto al Pentateuco dobbiamo chiederci ciò che la scrittura vuole dire e ciò che la scrittura può dire”. Allo stesso modo un testo come “Woyzeck” di Georg Buchner, ci pone continuamente queste domande: da lettori, da attori e da spettatori. Le risposte possono essere definitive o temporanee, durano l’arco di un’improvvisazione o l’intera rappresentazione. Il teatro, come diceva il critico Nicola Chiaromonte è “ragionante”; il senso di una storia varia secondo il momento in cui la si racconta. E' chiaro che se racconto del naufragio di Ulisse dopo i tragici fatti di Lampedusa avrò, da parte del pubblico, un’attenzione e dei riferimenti emotivi profondi, che condizioneranno la ricezione della storia. Allo stesso modo se racconteremo dell’uccisione della povera Maria, da parte del suo convivente Franz Woyzeck, i riferimenti al così detto “femminicidio “ saranno automatici e noi del Gabrielli, rappresenteremo sulla scena, oltre alle nostre convinzioni personali, anche quelle del pubblico e le risposte che avremo trovato durante le prove, saranno verificate emotivamente con quelle del pubblico. Dopo lo spettacolo organizzeremo una discussione tra il pubblico e gli attori della Piccola Compagnia del Piero Gabrielli, sul tema ”Esiste un nesso tra il gesto di Woyzeck e la violenza di cui sono vittime le donne oggi ?” E’ ovvio che le domande che scaturiscono durante l’analisi di questo fenomeno sono moltissime: esiste il “femminicidio” o è un’invenzione dei media? Quali sono i meccanismi che lo determinano? E’ risolvibile? Se si, cosa possiamo fare per risolvere questo problema? Quanto pesano le difficoltà dei maschi contemporanei? Fare teatro è un’esperienza che cambia! Attori e pubblico. La triste vicenda del soldato Franz Woyzeck, sfruttato dalla “Scienza” e dal “Potere”, che ammazza Maria, madre di suo figlio, che risposte ci darà? Riusciremo a renderci più consapevoli della drammatica reazione che si innesca umiliando un debole? Riusciremo ad avere verso i fatti di cronaca nera, un atteggiamento meno morboso e più solidale? Per avere risposte giuste occorre fare domande giuste. Il teatro, o meglio l’umanità tramite di esso lo fa da 2500 anni. La storia di Woyzeck Franz Woizeck è un povero soldato semplice che arrotonda lo stipendio facendo da cavia per uno scienziato cinico e sbarbando il suo capitano. Accecato dalla gelosia uccide la sua compagna Maria, che gli ha dato un figlio e alla quale dà tutto il denaro che riesce a racimolare, pugnalandola e abbandonandola accanto ad uno stagno. E' convinto che Maria l'abbia tradito col Tamburmaggiore, il quale le ha anche regalato degli orecchini d'oro. Ma oltre alla gelosia, una spirale di follia, che lo porta a sentire delle voci, ha ormai avvolto il soldato Woizeck facendogli perdere di vista la realtà tanto che il tradimento di Maria forse, non è nemmeno avvenuto.