«Sono le donne il segreto del Whitney»

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«Sono le donne il segreto del Whitney»
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Domenica 17 marzo 2002
CORRIERE EVENTI
L’album di famiglia
Gertrude scultrice
Gertrude
Vanderbilt Whitney
mentre lavora alla
scultura «Spirit of
life» nel 1938.
L’opera, l’anno
successivo, sarà
esposta al World’s
Fair di New York.
Per Gertrude l’arte
era al centro della
propria vita.
Invece di lasciarsi
andare alle
comodità e agli
agi della ricchezza
della sua classe
sociale decise di
diventare scultrice
e di fondare un
nuovo museo
Le date
1907
Gertrude Vanderbilt
Whitney organizza una
mostra dei lavori di
giovani artisti americani.
L’anno successivo
acquista quattro dei
sette dipinti venduti alla
mostra degli «Otto», un
gruppo di artisti
rivoluzionari che ritrae
gente e luoghi ordinari
della vita urbana.
1908
Apertura del Whitney
Studio, spazio espositivo
e circolo sociale per i
giovani artisti progressisti.
1918
Il 15 maggio si inaugura
il Whitney Studio Club e
viene istituita
l’esposizione annuale
non competitiva delle
opere dei soci.
1928
Nascono le Whitney
Studio Galleries, allo
scopo di mettere a
disposizione degli artisti,
soprattutto dei giovani,
uno spazio in cui
esporre le loro opere.
1929
Juliana Force, da anni
assistente della
Whitney, contatta il
Metropolitan per offrire
al museo le oltre 500
opere della collezione.
Il direttore del
Metropolitan, Edward
Robinson, rifiuta
l’offerta.
1931
Il 15 maggio apre al
pubblico il Whitney
Museum of American
Art nella sede di West
Eighth Street nel
Greenwich Village. Nel
1954 il Museo si sposta
sulla 54esima Strada.
1966
Il 27 settembre
Jacqueline Kennedy,
presidente del
Whitney’s National
Committee, inaugura la
nuova sede del Museo
(quella attuale). Gli
anni Sessanta
registrano una
significativa
espansione degli
interessi e del raggio
di azione del Museo.
1980
Per il cinquantesimo
anniversario del Museo
vengono acquisite opere
di Calder, Gorky, Hopper
e Sloan e il dipinto
«Three Flags» di Jasper
Johns. Le ultime
acquisizioni, «The
Islands» di Martin e
«Cocktail» di Murphy.
2002
Fanno parte della
collezione 11.000 opere,
tra dipinti, sculture,
stampe, disegni e foto
per un totale di 1.700
artisti rappresentati. La
Biblioteca include più di
30.000 volumi. I visitatori
sono circa 400.000
all’anno.
LA STORIA
L’apertura del Whitney Museum of American Art (1931)
La Collezione permanente del Museo era costituita dalle
seicento opere appartenenti a Gertrude Vanderbilt Whitney
e comprendeva tra gli altri dipinti di Benton, Hopper e Davis
Con Jackie
È il 27 settembre
del 1966. Una
raggiante Flora
Whitney Miller
inaugura, insieme
con Jacqueline
Kennedy (a
sinistra), la nuova
sede del Whitney
Museum al numero
945 di Madison
Avenue, all’incrocio
con la 75esima
strada. L’edificio,
progettato da
Marcel Breuer e
Hamilton Smith
con la consulenza
di Michael Irving,
ospita tuttora il
museo
La visita del sindaco Koch
Edward Koch, sindaco di New York (al centro), durante una
visita nel 1982 ammira «Circus» di Alexander Calder. L’opera
era stata lasciata in deposito al Museo dall’artista nel 1970
L’INTERVISTA IL DIRETTORE RACCONTA I 70 ANNI DELL’ISTITUZIONE: «STRAORDINARI COME LE NOSTRE TRE LADY»
«Sono le donne il segreto del Whitney»
Alessandra Farkas
erché siamo diversi da tutti succedeva in Italia durante il Rinascimen- re arte cosiddetta «patriottica»?
gli altri musei al mondo? to. Però non gli diciamo mai che cosa «Al contrario. Mentre il governo federale e
Chiedetelo alle nostre stra- fare».
l’amministrazione Bush sostengono di esseordinarie ladies». Alla vigi- È vero che la Biennale possiede un re gli unici giudici degli avvenimenti, noi
lia della grande mostra al Palazzo Reale di dinamismo intrinseco che cattura la riteniamo che di fronte ad Al Qaeda non c’è
Milano, il direttore del Whitney Museum mobilità dell’America più di qualsiasi nulla di più importante della libertà di paroof American Art, Maxwell L. Anderson, altra mostra d’arte?
la e di dissenso. Siamo patrioti se difendiariflette sulla storia matriarcale, il presente «Il dinamismo sta nella natura rischiosa di mo il diritto di criticare il nostro governo».
e il futuro di un’istituzione che dirige, solo ogni Biennale, che lancia perfetti scono- È critica l’arte dell’ultima Biennale da
uomo tra tante donne appassionate e lungi- sciuti, al contrario delle altre biennali, da poco inaugurata?
miranti.
San Paolo a Istanbul a Venezia, tutte con «E’ ironico che il nostro curatore sia tornato
«Gertrude Whitney fondò il museo nel ’30 artisti già affermati e con uno sbocco com- il 10 settembre dalla sua odissea di sei mesi
per contrastare la politica europeista del merciale. La nostra energia, il dinamismo per cercare le opere per l’attuale mostra.
MoMa e del Guggenheim, che allora cele- e la freschezza derivano dalla novità».
Ma l’attacco alle Torri non ha cambiato
bravano Bauhaus e Modernismo francese Eppure anche il Whitney ha creato nulla. Gli artisti non sono giornalisti e han— racconta Anderson —, lei, donna ed molte star.
no bisogno di tempo per assorbire i fatti e
artista, fu la prima ad intuire l’importanza «Certo. Abbiamo lanciato Edward Hopper, pensarci sopra. Premesso questo, stiamo già
di creare un luogo dedicato al talento degli Georgia O’Keefe, Jasper Johns, Cindy Sher- organizzando un’importante esposizione che
artisti americani emergenti. Settant’anni di man e in tempi più recenti Keith Haring e riguarda proprio questo aspetto di contestacultura femminile ci hanno resi immuni Ellisworth Kelly. Oltre a Chuck Close, che zione. Verrà inaugurato nell’estate 2003 e
alla identità corporativa maschile da stan- oggi è uno dei consiglieri del museo. E dal sarà intitolato The American Scene. Prometza dei bottoni al testosterone che certamen- ’32 ad oggi abbiamo partecipato a ogni te di essere una mostra molto critica e
te non abbiamo neppure oggi».
nuovo movimento, fra cui il più significati- controversa».
La partecipazione femminile continua vo è stato forse il Minimalismo. L’architet- Qualche anticipazione?
ancora?
«Presenteremo opere d’arte
«Una delle nostre più imporcreate fuori dagli Usa, ma che
tanti sponsor è Melva Buck- «Con la Biennale abbiamo creato molte star e
parlano dell’America a una disbaum che ha regalato due
mensione, quella del "dopo 11
milioni di dollari per garanti- facciamo mecenatismo». «Non riceviamo fondi
settembre", sventolante di banre l’omonimo premio a un statali e quindi possiamo agire come ci pare».
diere ma scollata e isolata dal
nuovo artista di ciascuna
resto del mondo. Sarà un imBiennale. Ci sono ancora don- «L’11 settembre? Non ha cambiato nulla.
portante esame nazionale e
ne molto forti alla guida del Prepariamo per il 2003 una mostra critica»
un’autocritica di noi stessi».
museo. Donne che sono un
Come direttore del museo,
faro e un esempio per tutti.
quali sono le difficoltà più
La nipote di Gertrude, Flora Miller Biddle, tura stessa del Museo, di Marcel Breuer, è grandi in questo momento della sua stoè una dei nostri membri onorari mentre considerata sotto molti aspetti il tempio ria?
sua figlia Fiona è amministratrice, quindi del Minimalismo».
«Sono preoccupato dal pericolo del commerla famiglia è tutt’ora attivissima».
In che senso?
cialismo che incombe sui musei d’arte. DiChe cos’è la Biennale del Whitney e «Le nostre mostre degli anni ’60 di artisti fendere l’indipendenza decisionale da consiperché è nata?
quali Carl Andre, Donald Judd e Dan Fla- derazioni di profitto è sempre più difficile. TRE GENERAZIONI Flora Whitney Miller e Flora Miller Biddle nel 1950. Alla parete
«La nostra Biennale ha debuttato nel ’32, vin esibivano opere determinate dalle di- Specialmente negli Usa dove non esistono il ritratto della fondatrice del museo, Gertrude Vanderbilt Whitney
con lo scopo di far conoscere al pubblico mensioni stesse del Whitney, che con il sovvenzioni governative e dove non abbial’opera di nuovi artisti americani, e sotto suo soffitto di tre metri al quarto piano non mo più neppure il sostegno delle corporaquell’aspetto non è cambiata. Essa offre trova riscontro in alcun altro museo in tion come negli anni ’80 e inizio ’90».
una sorta di foto istantanea dell’arte conce- America. Ciò ha permesso agli artisti di Come fate ad andare avanti?
pita in Usa in un determinato periodo. pensare su scala più ampia, creando opere «Per promuovere la nostra visione artistica
L’altro aspetto importante è che sovvenzio- di proporzioni sempre più vaste nel corso dipendiamo sempre più dal finanziamento
Gertrude, la fondatrice del
navigazione (New York-Boston e
na gli artisti durante la creazione dell’ope- dell’ultima parte del ventesimo secolo».
di ricchi contribuenti individuali. Tutto ciò
museo, era una Vanderbilt, figlia
New York-Le Havre) americane. Il
ra. La maggior parte di loro riceve assegni Che altro vi differenzia dagli altri mu- va bene, ma comporta anche tentazioni opdi Cornelius II, fondatore della
marito di Gertrude, Harry Payne
come anticipo sulla commissione. A Bien- sei d’arte contemporanea?
portunistiche ed enormi pressioni che poco
Pan America world airways e
Whitney, proveniva invece da
nale finita, i lavori entrano nella collezione «Noi non abbiamo mai preteso di rappre- hanno a che fare con l’arte».
uomo tra i più ricchi degli Stati
un’agiata e assai colta famiglia di
permanente del Whitney Museum».
sentare un canone. Mentre le altre istituzio- Ricevete anche pressioni politiche?
Uniti. Nipote, a sua volta,
avvocati anch’essi investitori nel
Avete voce in capitolo nella creazione ni del settore tendono ad influenzare i «Visto che non riceviamo un centesimo dal
dell’artefice della fortuna di
settore dei trasporti cittadini
dei lavori?
gusti e a dettare legge su cosa è arte e cosa governo federale, possiamo tranquillamente
famiglia, Cornelius I, che già a
(Broadway street railway). La
«L’artista ci presenta una proposta su ciò non lo è, noi non ci siamo mai posti come fare quello che ci pare. Questo ci permette
metà dell’Ottocento possedeva le madre di Harry, Flora Payne, era
che intende produrre e noi, se lo riteniamo arbitri».
di essere i veri paladini della libertà di
più importanti linee ferroviarie
proprietaria della compagnia
meritorio, gli forniamo i fondi necessari Dopo gli attentati dell’11 settembre espressione ed artistica. Un privilegio cui
(New York-Chicago) e di
petrolifera Standard Oil.
alla produzione dell’opera, un po’ come avete ricevuto pressioni per presenta- non rinuncerei per tutto l’oro del mondo».
«P
Due dinastie di magnati e avvocati
IL MATRIARCATO LA FAVOLA DELL’EREDITIERA DEI VANDERBILT CHE HA FONDATO IL MUSEO. DOPO DI LEI, LA GUIDA ALLA FIGLIA E ALLA NIPOTE
La ribelle Gertrude, pioniera dell’arte contro la noia della ricchezza
uesta è la favola di una giovane ereditiera straordinariamente ricca e irrequieta che — stufa di
passare i pomeriggi a bere tè con biscotti insieme alle vacue e noiose rampolle delle grandi dinastie
newyorchesi — decide di diventare scultrice ed inventare un nuovo museo. Museo che verrà ereditato dalla
figlia e poi dalla nipote e pronipote, trasformandosi nel più straordinario matriarcato della storia delMostrava un
l’arte. La ragazza si chiama Gertruintuito misto
de Vanderbilt Whitney e il museo
a un’etica
è il Whitney Museum of American
pre-femminista Art di New York, tempio indiscusso dell’arte contemporanea a stelle
e strisce. Quando Gertrude si ribella allo stile di vita ingessato e tutto convenzioni
dell’aristocrazia «wasp» al potere allora in Usa, in
Europa spiravano già i venti della prima guerra mondiale. Mentre i musei americani allestivano solo mostre di artisti europei, lei scolpiva già per ricchi
committenti non solo in patria ma anche in Europa.
Q
Per colmare ciò che considerava «un’imperdonabile anteposto il museo alla famiglia — spiega la Biddle
lacuna», nel 1914 Gertrude trasforma il suo atelier nel libro autobiografico Le donne del Whitney e il
nel Greenwich Village in uno spazio d’esposizione museo che hanno creato — ero decisa a fare la
permanente per i giovani artisti sconosciuti del quar- moglie-madre perfetta nella mia tenuta in Connectitiere, alcuni dei quali suoi amancut».
ti. Il resto è storia.
Ma le ci volle poco a cambiare
«Mia nonna non era certo la donidea. «Capii che oltre a trascendena tipica per quei tempi. Era una
re la mediocrità, mia nonna aveva
pioniera e un’antesignana in tutti
avuto anche un impatto profondisi sensi», spiega Flora Miller Biddsimo sull’arte mondiale — spiega
le, 73 anni, che ha ereditato il
— e accettai la sfida offerta dal
museo dalla madre, Flora Whitmio pedigree». Mentre gli uomini
ney Miller, passando a sua volta
della famiglia pensavano a costrulo scettro alla figlia Fiona Donoire l’impero ferroviario e di spedivan, oggi uno dei membri di punzioni, le donne si dedicavano alta del consiglio di amministrazio- ARCHITETTURA L’attuale sede
l’arte. Il loro intuito tutto femminine. Pur essendo destinata a contile misto a un etica pre-femmininuare con la figlia di lei e così via di seguito, ad un sta alla girl power, ha finito per impartire un’impronta
certo punto questa catena di comando matriarcale ha particolarissima al museo. «Abbiamo allevato e coccorischiato di interrompersi. «Mi sentivo moralmente lato i nostri artisti più sconosciuti come madri farebbesuperiore a mia madre e a mia nonna, che avevano ro con un figlio, senza calcolo o doppi fini», racconta
la Biddle. Cy Twombly, Jasper Johns, Edward Hopper, Georgia O’Keefe, Keith Haring, Chuck Close,
tanto per menzionarne alcuni, nascono dal nulla, solo
perché una delle donne Whitney crede in loro.
Le celebrità fanno a gara per andare ai loro vernissage. I gossip columnist e i paparazzi gli corrono dietro.
E così «Robert Rauschenberg si esibisce ubriaco
fradicio». «Jackie O taglia il nastro della nuova sede
sulla Madison». «Georgia O’Keeffe flirta con un assistente molto più giovane». Ma insieme ai titoli sulle
prime pagine arrivano le critiche. Come quella di
«antisemitismo» quando, nel 1981, al figlio di Laurence Tisch, (il ricchissimo ebreo accettato di malavoglia
nel consiglio di amministrazione del museo, da sempre rigorosamente composto da bianchi protestanti)
viene rifiutato l’acquisto di un appartamento nel complesso dove abita Tom Armstrong, allora direttore del
Whitney. O quando, nel ’75, il museo invita Arnold
Schwarzenegger ad esibirsi in costume da bagno «per
aiutare il pubblico a capire la figura umana nell’arte».
A. Far.