Il Sole 24 Ore -_21-12
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Impresa & territori 19 Il Sole 24 Ore Mercoledì 21 Dicembre 2016 - N. 349 Infrastrutture. Dopo anni di studi e polemiche il Parlamento ha ratificato il progetto dell’alta capacità ferroviaria che passerà in Val Susa L’ANALISI C’è l’ok definitivo alla Torino-Lione Francesco Antonioli Un’opera che investe sul futuro del territorio Domani è prevista l’approvazione finale dell’opera anche da parte dei deputati francesi PIEMONTE Alessandro Arona pVia libera definitivo della Ca- mera, a larga maggioranza, alla legge di ratifica dei trattati internazionali sulla linea internazionale della Torino-Lione (nuova ferrovia ad alta capacità). Su 391 deputati presenti, 285 hanno votato a favore, la maggioranza PdNcd ma anche Forza Italia e Lega Nord, 103 contrari, Movimento 5 Stelle e Sel, 3 astenuti. Dopo il via libera del Senato il 16 novembre, la Camera ha approvato (in via definitiva) il disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell'accordo ItaliaFrancia del 24 febbraio 2015 a Parigi sulla Torino-Lione (sezione transfrontaliera da 8,6 miliardi di euro) e del Protocollo addizionale firmato a Venezia l'8 marzo 2016 che decide l'avvio dei lavori per lotti costruttivi, con annesso regolamento antimafia approvato dal promotore pubblico italo-francese Telt il 7 giugno 2016 a Torino. «Il processo di ratifica - fa sapere la società italo-francese Telt, responsabile per progetti e appalti - procede positivamente anche in Francia, dove il provvedimento sarà il 22 dicembre al voto dell'Assemblée nationale». GLI SCHIERAMENTI A favore hanno votato i partiti di maggioranza, Forza Italia e Lega Nord, mentre contro si sono espressi 5 Stelle e Sel I cinquestelle hanno tuonato contro il provvedimento, in aula e sul blog di Beppe Grillo. Tuttavia parlare di «un'opera che sventra una valle, prosciuga i corsi d'acqua, sparge polvere di amianto su tutto il territorio» (blog di Grillo) o «con costi stimati per 26 miliardi di euro» (post su Facebook di Luigi Di Maio) sembra far riferimento al vecchio progetto dei tempi del governo Berlusconi e del ministro delle "grandi opere" Pietro Lunardi, quello attaccato dai No Tav dal 2003 in poi e ancora in pista fino al 2011. Per la parte in territorio italiano prevedeva un costo di 8,99 miliardi di euro, di cui 4.563 per la parte italiana della tratta internazionale (12,2 km di tunnel di base, che in tutto è lungo 57, e 23 km di nuova tratta in Italia, tra cui i 19,2 km del tunnel dell'Orsiera a rischio amainato), e 3.027 milioni per la tratta interamente italiana (altri 27 km di nuova tratta Av in Val di Susa, 14,5 km del tunnel di Sant'Antonio e i 4,9 della galleria artificiale di Rivalta di Torino). Un costo totale di 8,99 miliardi di euro, che però la project review condotta su input del ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, negli ultimi due anni ha dimezzato a 4.500 milioni. Come? La parte italiana della tratta comune si è ridotta di tracciato (operazione Monti 2012) scendendo di costo da 4.563 a 2.600 milioni. Ma soprattutto la parte italiana, da Bussoleno a To- rino, sarà nei nuovi progetti per 23,5 km un potenziamento in sede della linea storica, eliminando il tunnel dell'Orsiera, e riducendo i tunnel sotto la collina morenica di Torino da 14,5 a 8,9 km. Il costo si abbassa da 3.027 a 1.700 milioni. In sostanza, il costo lato Italia è sceso da 8,99 a 4,5 miliardi, mentre gli oneri a carico dello Stato italiano da 8,82 a 4,95 miliardi (3,055 per la parte internazionale, tutti già stanziati, e 1,7 per la parte italiana, da stanziare). «L'opera - ha commentato il commissario di governo Paolo Foietta, presidente dell'Osservatorio - serve a ridurre i gas serra nel trasporto merci e passeggeri, e crea le condizioni per l'obiettivo Ue del 50% di trasporto merci su ferrovia, togliendo oltre un milione di Tir dalla strada». «Ogni anno - ha ricordato il capogruppo Pd Ettore Rosato, sostenendo l'opera - 40 milioni di tonnellate di merci attraversano le Alpi per essere trasportate tra Italia e Francia, e il 91% viaggia su strada (quasi 2,6 milioni camion l'anno)». © RIPRODUZIONE RISERVATA L’alta capacità ferroviaria tra Italia e Francia IL TRACCIATO Annecy FRANCIA Saint-Exupéry ITALIA LIONE Aosta Albertville Avressieux Bourgoin-Jallieu Chambéry Montméllan TUNNEL DI BASE Saint-Didier de-la Tour Ivrea 57,5 km Caselle Grenoble Saint-Jeande-Maurienne Modane Susa Bussoleno Avigliana Bardonecchia Valence Sezione transfrontaliera Settimo Torinese Chiusa San Michele Orbassano TORINO IL COSTO DELLA SEZIONE TRANSFRONTALIERA Francia Italia Europa 25% 35% 40% 8,6 miliardi Fonte: Telt I lavori lungo la linea. Entro fine gennaio il progetto definitivo per l’accesso al cantiere principale, poi la gara per le aree di interscambio Conto alla rovescia per le opere preliminari Filomena Greco TORINO pLa scadenza numero uno è consegnare entro fine gennaio il progetto definitivo del nuovo accesso al cantiere principale della Torino-Lione sul territorio nazionale. Da Chiomonte, utilizzando l’attuale tunnel geognostico della Maddalena in fase di completamento, la fresa scaverà verso Susa, dove sarà realizzata la futura stazione internazionale, “gemella” di quella in territorio francese, a Saint Jean de Maurienne. Collegato a questo passaggio, c’è la gara da 30 milioni per allestire 23 zone di interscambio all’interno della galleria di Chiomonte, funzionali agli scavi per il tunnel di base. Secono possibile step nel L’AVANZAMENTO Al momento si sta scavando sia in Val Susa sia in Francia, a Saint Martin La Porte; attesa a regime un’occupazione di circa 3mila addetti 2017 sarà la gara per il lavori di ingegneria sul versante italiano e per la realizzazione dello svincolo per Chiomonte lungo la A32. Attualmente, oltre che in Valsusa, si sta scavando in Francia, a Saint Martin La Porte. In questo secondo caso lo scavo è in asse con il futuro tunnel di base e i 9 chilometri di tunnel in fase di realizzazione nei prossimi mesi rappresentano la prima parte della tratta internazionale. In totale 57 chilometri di percorso sotto la montagna che in realtà saranno 162 chilometri di galleria tra tunnel di base a doppia canna – ognuna per un senso di marcia – discenderie e bypass. Tutte le gare per i 12 lotti, da cui scaturiranno un centinaio di contratti, saranno internazionali. Il tema delle ricadute sul territorio, in termini di occupazione e di lavoro per le aziende del settore, resta in primo piano e nasconde qualche insidia come sottolinea Stefano Esposito, senatore del Pd: «La suddivisione del lavoro in lotti facilita il sistema, ma è impor- Media. Da Agcom «Focus sui bilanci 2011-2015» - Per le Tlc -20% del giro d’affari Editoria, in 5 anni -30% di ricavi MILANO pGli effetti della lunga crisi si vedono tutti nel Focus sui bilanci 2011-2015 redatto dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e riguardante il settore, allargato, dei media. In cinque anni, dal 2011 al 2015, quella che emerge dall’analisi dell’Agcom è la fotografia forse anche di una mancata trasformazione resa necessaria proprio da crisi e nuove tecnologie, ma evidentemente non colta da operatori ed editori. Nello specifico, i dati dell’Authority indicano forti contrazioni dei ricavi nel quinquennio, con una perdita pari al 30% per l’editoria quotidiana e periodica e di oltre il 20% per il settore delle telecomunicazioni. Aggregando tutti i settori d’interesse di Agcom – editoria, servizi postali, telecomunicazioni, servizi media audiovisivi – l’Autorità ha messo nero su bianco anche una decisa riduzione dei livelli di profittabilità, con il margine operativo lordo sceso mediamente dal 31,9% al 23,8% nel periodo di riferimento. Nello specifico, a mancare all’appello nel settore editoria sono circa due miliardi di ricavi nel quinquennio. Quelli ottenuti in Italia (3,86 miliardi nel 2015), hanno registrato una flessione del 31,2 per cento. Su base annua i ricavi totali nel 2015 mostrano una flessione del 4,8% (-3,8% quelli domestici) mentre il margine operativo lordo - mediamente pari al 10,8% nel 2011 - scende al 7,3% nel 2015, in flessione di un punto rispetto all'anno precedente VERSANTE LAVORO Forte riduzione nel periodo per i livelli occupazionali nei servizi postali (-6mila) e fra gli addetti (-5.200) delle telecomunicazioni Relativamente al settore televisivo, nel periodo considerato i ricavi delle principali imprese si riducono di 940 milioni di euro, una flessione principalmente dovuta alla contrazione degli introiti pubblicitari. Anche la redditività è in calo: il margine lordo (Ebitda) passa dal 28,7% del 2011 al 20,1% del 2015 e il margine net- to (Ebit) scende dal 5,4% a - 0,7 per cento. Sostanzialmente stabile risulta invece la patrimonializzazione (intesa quale rapporto tra patrimonio netto e passività complessive), che scende in misura consistente nel 2012 per tornare nel 2015 vicina ai livelli di inizio periodo. I livelli occupazionali complessivi mostrano tra il 2011 e il 2015 una diminuzione di 14.200 addetti. Il calo ha interessato in particolare il comparto dei servizi postali (-6mila) e delle telecomunicazioni (-5.200). Per quanto riguarda il settore Tv, l’occupazione complessiva (21mila nel 2015) rimane invece sostanzialmente stabile rispetto al 2011 grazie alla crescita – sottolinea Agcom – degli addetti di Sky e dei nuovi players quali Discovery, Qvc Italia, e Viacom che compensa la riduzione dei dipendenti di Rai e Mediaset e delle imprese a diffusione locale. Gli effetti della crisi hanno maggiormente colpito il settore dell'editoria che ha visto una contrazione occupazionale del 16% (circa 2.800 unità). A. Bio. © RIPRODUZIONE RISERVATA VISION DISTRIBUTION Cinema, intesa fra Sky Italia e produttori pÈ stata costituita Vision Distribution. L’azienda che si occuperà di distribuzione cinematografica è frutto dell’accordo tra il Gruppo Sky Italia e cinque tra le principali società di produzione indipendenti italiane: Cattleya, Indiana, Lucisano Media Group, Palomar, Wildside. Il cda della società – composto da Andrea Scrosati (presidente), Margherita Amedei, Luisa Borella, Carlo Degli Esposti, Mario Gianani, Benedetto Habib, Domenico Labianca, Federica Lucisano, Nicola Maccanico, Luca Sanfilippo, Riccardo Tozzi – nella sua prima seduta ha nominato amministratore delegato Nicola Maccanico. Farmaceutica. Acquisita la tecnologia per rilevare le cellule tumorali nei pazienti Menarini, shopping hi-tech negli Usa TOSCANA Silvia Pieraccini FIRENZE pMenarini fa shopping in Usa e si prepara a chiudere l’anno con una crescita dei ricavi superiore al 6%a3,5miliardidieuro.Perilgruppo farmaceutico fiorentino che fa capoallafamigliaAleotti,sitrattadi un consolidamento della presenza industriale negli Stati Uniti, dove già possiede laboratori di ricerca a San Diego, in California. Ora Menarini acquisisce dall’americana Janssen Diagnostics il business CellSearch Ctc, unica tecnologia approvata dalla Fda (Food and drug administration) per rilevare lecelluletumoralicircolantineipazienti oncologici. L’operazione – il cui valore non è stato reso noto, e che avviene attraverso Menarini Silicon Biosystems – comprende anche il passaggio dello stabilimentoproduttivoedellaboratorio per la diagnosi oncologica che si trovanovicinoaFiladelfia,incuilavorano una trentina di persone. «Questa acquisizione è un traguardo importante per Menarini SiliconBiosystems–spieganoifratelli Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, presidente e vicepresidente del gruppo Menarini – che conterà ora anche su uno stabilimento produttivo negli Usa e si arricchirà del know how di scienziati statunitensi operanti ad altissimo livello nel settore della diagnostica oncologica». La tecnologia americana di CellSearch Ctc estrae dal sangue le cellule tumorali circolanti con una metodologia già approvata dalla Fda. Fino a oggi il processo si fermava qui ed era possibile solo “contare” tali cellule, ma non analizzarle. Ora interverrà la tecnologiaitalianaDeparraydicuidispone Menarini, che è in grado di isolare quelle cellule, già certificate come tumorali,unaaduna,cosìdaanalizzarneilgenomaelemutazionisenza contaminazioni e trovare il farmacopiùadattoaciascunpaziente, una terapia “cucita addosso” per una medicina personalizzata e di precisione. L’abbinamento delle due tecnologie CellSearch e Daparray, secondo Menarini, con- sentiràdieffettuaredaunsemplice prelievo di sangue la mappatura del genoma e delle mutazioni tumorali di ciascun paziente, oltre cheunaprognosipiùrigorosaeuna valutazione del rischio di ricorrenza della malattia con una precisione senza precedenti. © RIPRODUZIONE RISERVATA NECROLOGI La direzione e la redazione del Sole 24 Ore partecipano con affetto al dolore della collega Silvia Sperandio per la scomparsa della mamma Leda Ficini Milano, 20 dicembre 2016 IL NUMERO 162 Km di scavi per la Torino-Lione Tanti saranno i chilometri di gallerie tra tunnel di base a doppia canna, discenderie e bypass che saranno realizzati nei prossimi anni. Attualmente si scava in Valsusa, per realizzare il tunnel geognostico della Maddalena, e sul fronte francese la fresa è al lavoro a Saint Martin La Porte per i primi chilometri di scavo in asse con il futuro tunnel di base tante non farsi trovare impreparati, le aziende devono attrezzarsi con possibili aggregazioni in vista degli appalti e qualificarsi per giocare un ruolo anche sul fronte dei subappalti. Allo stesso modo le istituzioni, in particolar modo la Regione, devono giocare un ruolo per ottimizzare le ricadute sul territorio». Per valore dell’opera e per il carattere internazionale dei bandi, i lavori per la Torino-Lione possono rappresentare una occasione di sviluppo per il territorio, con ricadute stimate in circa 3mila addetti, a regime, nei cantieri. «Parliamo di cifre assai significative in un periodo di scarsi investimenti pubblici – sottolinea Chiara Borio, vicepresidente del Collegio edile di Torino che la settimana scorsa, accanto al sistema confindustriale, Ance Piemonte, Confapi, Api Torino e altre sigle ha sottoscritto un documento di sostegno all’opera – e le nostre imprese guardano con grande interesse agli appalti di taglio più piccolo, dai 5 ai 50 milioni. Per questo puntiamo a sostenere politiche di aggregazione e promuoviamo la nascita di consorzi stabili tra le nostre imprese. Ci auguriamo inoltre che l’idea di una tutela, per quanto morbida, del ruolo delle imprese locali possa trovare una applicazione concreta». © RIPRODUZIONE RISERVATA S i parte. La nuova linea ferroviaria Torino-Lione va. Ma ha ragione il presidente del Piemonte Chiamparino: iter troppo lungo, popolazioni interessate dall’opera che vanno coinvolte fin dall’inizio del progetto (non dopo) e, da subito, massima attenzione alle ricadute economiche e corresponsabilità nel controllo della legalità (dal rispetto dei tempi e dei costi alle infiltrazioni). Detto ciò, i numeri in democrazia dicono che il Tav si fa: si può essere contrari, ma le scelte si rispettano (esiste una subdola, violenta filigrana delle logiche nimby) e non si fanno sabotaggi (comunque sia andata la vicenda dello scrittore Erri De Luca, è inquietante legittimare chi li auspica). Troppi scontri in questi anni. L’opposizione non violenta è sempre un buon ingrediente (non tutti, sia chiaro, in Valle di Susa, sono “no Tav”). Cosicché la scelta della sindaca di Torino Chiara Appendino di sfilarsi dall’Osservatorio non è proprio condivisibile. Appaga la sua vociante base pentastellata, ma avrebbe potuto continuare, per offrire dall’interno delle istituzioni critiche documentate e intelligenti. O è meglio strizzare l’occhio alle logiche sovversive? (un film già visto in altri periodi storici...). Ora, come hanno sottolineato tutte le associazioni imprenditoriali, su le maniche per il bene del territorio e dell’Italia. TorinoLione (e Terzo Valico) investono sul futuro. Gli sprechi sui quali risparmiare sono altri, e tanti: a partire da certe stanze della politica. @FAntonioli © RIPRODUZIONE RISERVATA 20 Impresa & territori Il Sole 24 Ore Mercoledì 21 Dicembre 2016 - N. 349 LAVORO In breve TLC Zte assume, Ericsson verso i tagli I cinesi di Zte si aggiudicano la gara per occuparsi delle nuova rete mobile della nascente Wind-3 Italia e si preparano a nuove assunzioni. L’intesa è ormai praticamente raggiunta e Zte si occuperà dell’implementazione, gestione e upgrade della rete della nuova società. Come riportato sul Sole 24 Ore del 18 dicembre, Zte ha ora in programma 2.500 assunzioni in Italia e prevede di realizzare nel Mezzogiorno un centro ricerca, in aggiunta alle attuali sedi di Torino, Milano e Roma. Alla gara per aggiudicarsi un contratto valutato fra 800 e 900 milioni hanno preso parte big come Ericsson, Huawei e Nokia. E proprio ieri l’agenzia Bloomberg ha rilanciato sulle contromosse di Ericsson: taglio di mille posti di lavoro in Italia, circa un quarto del totale dei dipendenti. Ericsson gestisce il network di Ck Hutchison in Italia e una parte di quello di Wind. Proprio la perdita della commessa, secondo Bloomberg, sarebbe alla base della valutazione del colosso svedese. C’è ora da capire quale sarà l’impatto finale, visto che anche in Italia potrebbe replicarsi quanto accaduto in Germania dove Zte, dopo essersi aggiudicata la fornitura della rete di EPlus, ha assunto 750 dipendenti del precedente fornitore Alcatel-Lucent portando la sua forza lavoro nel Paese a oltre 900 unità. Rinnovi. Dopo sette anni dalla scadenza, siglata l’intesa per il nuovo contratto che riguarda seimila addetti Anas, 118 euro in busta paga Prevista un’una tantum per la vacanza contrattuale di 250 euro Cristina Casadei pA 7 anni dalla scadenza, è stato rinnovato il contratto di Anas (il gestore della rete stradale ed autostradale italiana). Filt Cgil, Fit Cisl, Uilpa-Anas, Sada, Snala e Ugl hanno sottoscritto l’ipotesi di rinnovo del contratto collettivo nazionale 2016-2018 che riguarda circa 6 mila lavoratori e prevede un incremento retributivo di 118 euro al livello medio con una una tantum per il periodo di vacanza contrattuale di 250 euro. Il blocco del rinnovo contrattuale per le società pubbliche e per tutto il pubblico impiego ha fatto sì che la parte normativa del contratto Anas sia rimasta ferma dal 2009 ad oggi. A maggior ragione oggi le novità introdotte appaiono di particolare importanza. In particolare, secondo quanto spiega una nota sindaca- le, l’istituzione del premio di risultato, l’introduzione della clausola sociale in caso di cambio appalto mantenendo i diritti precedenti all’applicazione del Jobs Act, l’estensione e l’integrazione del contributo aziendale per la I PUNTI QUALIFICANTI Introdotta la clausola sociale in caso di cambio appalto con i diritti pre-Jobs Act e previdenza complementare estesa a tutti previdenza complementare a tutti i dipendenti con un contributo aggiuntivo dello 0,50%, l’assunzione dell’accordo confederale sulla violenza di genere, con introduzione di una procedura a tutela delle donne vittime di vio- lenza, la fruibilità in forma oraria dei congedi parentali e l’introduzione di un sistema di solidarietà tra dipendenti sulle ferie ed i permessi non goduti e il riferimento all’applicazione contrattuale della norma sulle unioni civili». Infine sul fronte delle relazioni industriali l’accordo favorisce la partecipazione del sindacato, accrescendo i compiti dei comitati paritetici salute e sicurezza e dei comitati pari opportunità e attraverso la costituzione di un ente bilaterale. Il nuovo contratto «agisce e fornisce risposte su un’ampia tastiera di materie e offre una prospettiva ad interessanti sviluppi di unificazione del lavoro che opera nella viabilità», osserva il segretario generale della Filt Cgil Alessandro Rocchi. La segretaria nazionale della Filt Tatiana Fazi aggiunge che «l’alline- L’ACCORDO 118 L’aumento Il nuovo contratto di lavoro Anas che sarà valido per il triennio 2016-2018 prevede un aumento di 118 euro. Prevista anche una una tantum di 250 euro 7 La scadenza Il rinnovo è arrivato a 7 anni dalla scadenza del precedente contratto 6mila Gli addetti L'intesa raggiunta con i sindacati riguarda i 6mila collaboratori di Anas amento al 2018 della scadenza di questo contratto con quello delle Autostrade conferma la prospettiva di unificazione, già dal prossimo rinnovo, nel contratto unico della viabilità». «Per la prima volta - dice Antonio Piras, segretario generale della Fit-Cisl si stipula un contratto a livello di gruppo che prevede un sistema di relazioni industriali strutturato a livello nazionale e aziendale, che consente da un lato il rilancio dell’azienda, mantenendo dall’altro garanzie importanti per i lavoratori». «Sul piano normativo - prosegue il segretario nazionale di Ugl Viabilità e Logistica, Paola Avella - è importante la garanzia offerta dalla clausola sociale per la continuità del rapporto di lavoro. Da segnalare anche l’istituzione del Fondo di sostegno e di solidarietà». © RIPRODUZIONE RISERVATA Arredamento. Dei 215 addetti in esubero, in 70 si presentano alle selezioni per la società che lavorerà il poliuretano Newco Natuzzi, solo 30 accettano il posto PUGLIA Vincenzo Rutigliano pSono solo 30 gli operai in esu- bero strutturale licenziati a luglio da Natuzzi, che hanno accettato di essere ricollocati nella “New.comfort srl ”, la new.co costituita per internalizzare il taglio del poliuretano per le imbottiture dei salotti e consentire, così, con investimenti per 5 milioni, anche la riapertura del sito di Ginosa. Oggi pomeriggio a Bari, in regione, sarà chiuso l’accordo con i sindacati e l’azienda e, per i 30 disponibili, verrà formalizzata la ri- chiesta di cig in deroga necessaria all’avvio della new.co 100% Natuzzi. I 30 disponibili all’assunzione, e dunque al ricollocamento, sono la metà quasi esatta dei 70 che, in queste ultime settimane, avevano accettato di ascoltare le condizioni del ricollocamento, ovvero «le stesse clausole normative del contratto di assunzione in Natuzzi» e prospettive di inserimento stabile in linea con il piano industriale. Altri 140 lavoratori invece, quasi i due terzi dei 215 lavoratori licenziati a metà luglio e per i quali Natuzzi aveva proposto, nei mesi scorsi, il ricollocamento appunto nella new.co distinta dal gruppo, non hanno semplicemente risposto alle convocazioni. Una scelta che, di fatto, ha posto nel nulla la parte dell’accordo quadro con il quale, il 15 novembre, le parti avevano stabilito cig in deroga nelle more della riassunzione nella società a costituirsi per dare prospettive agli ultimi 215 lavoratori in esubero, dopo che in oltre 100 avevano accettato esodi incentivati, fino a 60.000 euro, proposti dall’azienda. A spiegare il no anche solo agli incontri, e quindi al ricollocamento e al lavoro attivo, potrebbero esserci molte ragioni. In primo luogo il paletto posto dal gruppo di Santeramo di voler procedere all’assunzione nella new.co dei lavoratori che «avranno già definito il contenzioso con Natuzzi spa», o che vi avrebbero rinunciato per effetto di una transazione economica, garantendo così «uno sviluppo armonico del nuovo rapporto di lavoro, superando fattori pregressi». La transazione, con successiva assunzione, è stata proposta anche nel caso di una pronuncia di primo grado, mentre in assenza di volontà a definire consensualmente il contenzioso Natuzzi «si rimetterà alle decisioni della magistratura al termine dell’iter giudiziario». Forse questi paletti hanno avuto il loro peso oppure, semplicemente, a 12 anni dai primi provvedimenti di cig molti operai si sono strutturati in questa condizione, ovvero «rifiutano il lavoro», come dice Silvano Penna, segretario regionale Fillea-Cgil. Cioè preferiscono i 3 anni di mobilità a carico dell’Inps con, a conti fatti, una manciata di denaro in meno – poco meno di 1.000 euro nette - rispetto al trattamento salariale previsto dalla “New.comfort”. In ogni caso il processo non si ferma. «La tempistica non va modificata - avverte Penna - . L’azienda parta con questi 30, li formi e se ad aprile 2017 non ci saranno altre disponibilità tra gli ex-Natuzzi si andrà ai disoccupati di lunga durata». Altra novità è l’annuncio che a gennaio – grazie alle nuove aperture di negozi nel mondo e al rientro, in Puglia, dall’estero, dell’ultima tranche di produzioni della gamma Editions – gli operai delle fabbriche, oggi in solidarietà, incrementeranno l’orario di lavoro giornaliero a 6 ore. © RIPRODUZIONE RISERVATA Call center. Tavolo a oltranza al ministero Almaviva, si tratta per evitare 2.500 esuberi Andrea Biondi pTrattativa a oltranza nella vertenza Almaviva Contact. Dopo una giornata di discussioni al Ministero dello Sviluppo economico – poi sfociate anche in incontri separati – a tarda sera sindacati e azienda, sotto la regia del viceministro allo Sviluppo Economico Teresa Bellanova, si sono riuniti per una sorta di tempo supplementare atto a evitare in extremis il baratro di 2.511 licenziamenti, e la chiusura delle sedi di Roma e Milano per il gigante dei call center italiano, del gruppo Almaviva. A quanto risulta al Sole 24 Ore, l’incontro chiesto per le 21.30 dai sindacati aveva all’ordine del giorno una proposta in arrivo proprio dalle organizzazioni. «Stiamo provando ad andare avanti a oltranza alla ricerca spasmodica di un accordo che eviti assolutamente il licenziamento di 2.511 persone», ha spiegato Pierpaolo Mischi (Uilcom Uil). Alla base della proposta uscita dai sindacati c’era una sorta di congelamento degli scatti. La trattativa, purtroppo, sembra avere imboccato un piano inclinato che spinge dritto verso il fallimento, anche se le dimensioni della vertenza (2.511 esuberi), il settore (quello dei call center) e il fatto che i licenziamernti siano previsti fra Centro e Sud Italia rendono evidente come sull’esito finale giocheranno vari fattori esterni di un certo rilievo. Certo è che la giornata – la penultima per trovare un accordo prima che arrivi la deadline della mezzanotte di oggi per la scadenza della procedura – non è iniziata nelle condizioni migliori dopo il fallimento dell’altroieri dell’ultimo tentativo fatto dal ministro Carlo Calenda e dal vi- ceministro Bellanova: un lodo non negoziabile. L’ipotesi è stata rispedita al mittente dai sindacati, mentre i manager di Almaviva, pur accogliendo la disponibilità del governo, hanno sottolineato che «non potranno accettare proposte sprovviste di azioni e strumenti capaci di garantire un piano di risanamento economicamente sostenibile». Dopo circa un’ora dall’inizio dell’assemblea plenaria al Mise, la riunione è stata sospesa perché su richiesta dei sindacati si è deciso di procedere con una serie di riunioni ristrette. IN STALLO Le parti restano lontane e la giornata è andata avanti con riunioni ristrette Per trovare un’intesa c’è tempo fino alla mezzanotte Ieri a tarda sera la proposta sindacale e la trattativa a oltranza. Intanto, che l’esecutivo stia fornendo il massimo supporto lo conferma anche Giorgio Serao, segretario nazionale Fistel Cisl, specificando però che nonostante le parti siano state invitate a trovare un accordo, questo «sembra sempre più improbabile». La trattativa «è molto difficile e ancora lontana da una possibile intesa, ma continuiamo a provarci», ha commentato anche Marco Del Cimmuto, segretario nazionale della Slc Cigl. Intanto il tempo è agli sgoccioli. Senza un accordo dopo la mezzanotte di oggi potranno partire le lettere di licenziamento. © RIPRODUZIONE RISERVATA STILI&TENDENZE In breve RETAIL Dolce&Gabbana apre a Saint Barth Pitti Uomo. A gennaio la sfilata nella Sala Bianca, che ospitò il debutto di Armani Stefano Ricci ottimista: «Tornano i clienti russi» Distretti. Le richieste di Assocalzaturifici Per le calzature cruciale il sostegno di banche e partner Ilaria Vesentini Tappa caraibica per Dolce&Gabbana, grazie alla prima boutique sull’isola delle Antille francesi Saint Barthelemy, meglio nota come Saint Barth e meta del turismo di fascia alta. Il negozio è disposto su due piani e supera i 300 metri di superficie; il progetto, curato dall’architetto statunitense Steven Harris, fonde lo stile tipico dei Caraibi, le atmosfere e i colori del Mediterraneo e il marmo, che rimanda agli interni delle residenze degli anni 50 in Italia. Al piano terra, nel giardino tropicale circondato da palme, c’è un Martini Bar, che si rifà al binomio boutique-bar che Dolce&Gabbana ha creato a Milano in corso Venezia. HOTELLERIE Altagamma premia wine resort Venissa Il wine resort Venissa della famiglia Bisol, nella Laguna di Venezia, è stato premiato come “miglior progetto di hotellerie” nella seconda edizione del “Premio giovani imprese-Believing in the Future” della Fondazione Altagamma, a cui fanno capo i più grandi marchi del made in italy www.moda24.ilsole24ore.com Schmidt, direttore degli Uffizi: presto a Firenze una «galleria dedicata» Sull’Arno. Al centro, Claudia e Stefano Ricci. A sinistra e destra i figli Filippo e Niccolò Giulia Crivelli pOggi può suonare strano, ma le affinità elettive tra Germania e Italia esistono, eccome. L’elenco di tedeschi che hanno capitolato davanti alla bellezza e al fascino caotico (per i loro standard) del nostro Paese è lunghissimo. A cominciare da Goethe, appunto. Ora a rafforzare questo legame c’è Eike Schmidt, 48 anni, tedesco di Friburgo, che dall’agosto 2015 è il direttore delle Gallerie degli Uffizi, il più visitato museo italiano (circa 2 milioni gli ingressi dello scorso anno). Schmidt parla inglese, tedesco, francese e... latino: proprio così, lo parla, perché per diventare storico dell’arte ha letto ogni tipo di testo antico. Dall’incontro del direttore degli Uffizi con Stefano Ricci, stilista e imprenditore fiorentino, è nata l’idea di riaprire alla moda la Sala Bianca di Palazzo Pitti, che insieme al Giardino di Boboli ricade sotto la responsabilità di Schmidt. L’11 gennaio, secondo giorno di Pitti Uomo 91, la grande manifestazione dedicata alle collezioni maschili di fascia alta, Stefano Ricci sfilerà nella Sala Bianca, chiamata così per gli stucchi e le decorazioni voluti, nel 1775, dal Granduca Pietro Leopoldo Asburgo Lorena. «Sono emozionato, forse un po’ spaventato. Ma soprattutto orgoglioso – spiega Stefano Ricci nel suo showroom milanese, una “foresta di radica” e oggetti preziosi all’interno del- l’hotel Principe di Savoia –. Noi fiorentini abbiamo la fortuna di crescere circondati da un patrimonio artistico senza uguali nel mondo, la sua bellezza diventa anche la nostra quasi per osmosi. Entrare nella storia degli Uffizi è un riconoscimento al lavoro fatto in tutti questi anni. Abbiamo preservato il know how artistico degli artigiani, mi si perdoni il bisticcio di parole, e siamo diventati ambasciatori del made in Italy nel mondo». Stefano Ricci esporta oltre il 90% della produzione e nel 2016 il fatturato sarà di circa 145 milioni, in linea con l’anno precedente. Per il 2017 l’imprenditore è cautamente ottimista: «Nel 2016 il rallentamento dell’Asia ha penalizzato tutti i marchi del lusso, già “orfani” dei clienti russi – spiega l’imprenditore –. Ma negli ultimi tre mesi abbiamo notato segnali positivi sia nel negozio di Milano, dove si sono visti, di nuovo, clienti dalla Russia, sia nelle boutique locali. Credo che la crisi economica si vada risolvendo e Eike Schmidt lo può confermare». «Là dove fallisce la diplomazia tradizionale, può avere successo quella culturale: nel 2016 abbiamo portato una mostra su Raffaello al Puškin di Mosca e il suc- Anteprima. Total ook Stefano Ricci per l’autunnoinverno 2017-18 La borsa è in coccodrillo cesso è stato tale da far prolungare gli orari al museo, per la prima volta nella sua storia, fino alle 22 – racconta Schmidt –. In Italia si deve venire per lo shopping, la cultura, il divertimento; scegliere solo una di queste tre cose sarebbe un peccato. Abbiamo smarrito l’insegnamento dei latini: utile dulci miscere, uniamo l’utile al dilettevole, diceva Orazio». Il ritorno della moda in Sala Bianca è anche l’occasione per parlare del nuovo progetto di Schmidt: «Prendendo spunto dal Fashion Institute del Metropolitan o del Lacma di Los Angeles e dal V&A di Londra, daremo vita a una vera Galleria del costume, che non avrà rivali al mondo». Dilettevole (anche) l’11 gennaio sarà certamente: alla sfilata Stefano Ricci ha invitato clienti e buyer da tutto il mondo, che vedranno le collezioni dell’autunno-inverno 2017-18 e faranno i loro ordini. Ma soprattutto assisteranno a uno spettacolo unico, grazie al contrasto tra affreschi rinascimentali e stile contemporaneo dell’eleganza maschile. «Un anno e mezzo fa abbiamo lanciato la linea junior e nella Sala Bianca vedremo sfilare anche alcuni bambini – svela Stefano Ricci –. Poi parteciperemo al Pitti Bimbo, la più importante fiera del settore. È un progetto molto interessante per mercati come Russia, Medio Oriente, ma pure per la Corea, dove i clienti sono sofisticati quasi quanto i giapponesi». © RIPRODUZIONE RISERVATA SAN MAURO PASCOLI (FC) pServono banche più attente alle specifiche esigenze delle imprese calzaturiere che hanno cambiato profondamente pelle in questi sette anni di crisi e di selezione verso l’alto del mercato, pur restando saldamente radicate nei distretti. E servono imprenditori più aperti a partner finanziari e a capitali esterni che potrebbero accompagnare meglio del debito bancario strategie di crescita dimensionale e competitiva. Sono le due sfide lanciate ieri in occasione del convegno sulla finanza straordinaria per il made in Italy calzaturiero “Io ci credito”, organizzato da Assocalzaturifici, Unindustria ForlìCesena e Studio Tremonti Romagnoli Piccardi e Associati a Villa Torlonia, nel cuore del distretto di San Mauro Pascoli. Il tema della finanza diventa dunque cruciale per la crescita di un comparto come quello calzaturiero – 5mila imprese, 77mila addetti, 14 miliardi di euro di giro d’affari – che dal 2008 al 2015 ha perso il 21% delle imprese e il 14% della produzione, ma ha aumentato del 25% l’export valorizzando del 34% il prezzo del “made in”. Oggi l’85% del business si fa oltreconfine. «Le nostre aziende vogliono banche più attente e maggiore attenzione all’economia reale – afferma Annarita Pilotti, presidente di Assocalzaturifici –. Oggi siamo obbligati a investire sempre di più per essere competitivi, ma le aziende da sole non riescono a sostenere il progressivo crescere dell’impegno economico richiesto per restare sul mercato. Ecco perché il rapporto con banche e investitori è diventato fondamentale». È una mano tesa quella che gli imprenditori calzaturieri porgono alle banche, ma che le banche faticano a stringere. «I dati di bilancio confermano la proprietà transitiva tra dimensione aziendale, patrimonializzazione, internazionalizzazione e facilità di accesso al credito», spiega l’economista Alessandro Grasso dell’Università di Macerata a conferma del fatto che i soldi delle banche vanno alle imprese più solide e strutturate. «Spesso a separare i due mondi – aggiunge – è anche un deficit di managerialità 3% Aziende aperte a capitali esterni C’è forte resistenza a perdere il controllo da parte delle Pmi 70% Imprese soddisfatte della banca L’indagine campionaria rileva però molte richieste disattese e cultura economico-finanziaria delle imprese, incapaci di comunicare con trasparenza bilanci e piani di investimento». Lo Shoe Report 2016 di Assocalzaturifici-Ermeneia rileva che sebbene 7 imprese su 10 del settore siano soddisfatte del rapporto con gli istituti bancari, sono in molte a chiedere criteri di valutazione più evoluti e completi per aiutare le Pmi meno capitalizzate ma con più potenziale di crescita; e solo il 3% degli imprenditoriconsideralapossibilità di aprire il capitale a investitori esterni, seppur consapevoli della necessità di sviluppare sistemi di finanza extra-bancaria. © RIPRODUZIONE RISERVATA Tessile Cotton Usa, le aziende chiedono tracciabilità pDa sempre impegnata nel- la valorizzazione dell’industria del cotone, americana e non solo, l'associazione Cotton Usa è attiva anche in Italia, dove si trovano molte aziende che utilizzano il cotone statunitense, tra i migliori al mondo. L’ultima iniziativa in ordine di tempo di Cotton Usa nel nostro Paese è un’indagine condotta a dicembre su un panel di aziende del tessile-moda e dell’arredamento-casa. Molto chiari e incoraggianti per tutti i produttori di cotone i risultati: il 59% degli intervistati considera il cotone la fibra più versatile e adatta a seguire i trend della moda, grazie alla sua qualità e sostenibilità, tema sempre più importante anche per i consumatori finali. Per il 63% delle aziende interpellate da Cotton Usa, l’aspetto più rilevante nella scelta di un fornitore è la tracciabilità della filiera, seguito dal rispetto dei lavoratoti (59%). Secondo la percezione delle aziende, i consumatori italiani, rispetto a 7-8 anni fa, sono più attenti alle caratteristiche del cotone e per il 40% degli intervistati gli italiani sono persino più esigenti della media europea in materia di qualità delle fibre. © RIPRODUZIONE RISERVATA Piantagioni. La coltivazione del cotone è diffusa in molti Stati Usa Impresa & territori 21 Il Sole 24 Ore Mercoledì 21 Dicembre 2016 - N. 349 EDILIZIA Infrastrutture/1. Operativi in questi giorni, dopo un lungo iter, gli Addendum 2015 e 2016 del Contratto Rfi In breve Piani ferroviari per 18 miliardi CONGIUNTURA Istat: produzione cantieri in calo Alle grandi opere il 58%, il resto nodi urbani, linee regionali, upgrading Ottobre nero per le costruzioni. Gli ultimi dati sull'attività edilizia diffusi dall'Istat certificano una nuova caduta della produzione. La flessione riguarda sia il dato mensile che il bilancio dei primi dieci mesi dell'anno. A ottobre la produzione è scesa dello 0,9% rispetto a settembre (dato destagionalizzato) . Ancora più pesante il confronto su base annua. Rispetto a ottobre 2015, la flessione della produzione raggiunge il 5,5% (dato grezzo) e il 2,2% nell'indice depurato dagli effetti di calendario. Anche il bilancio dei primi 10 mesi è negativo, facendo registrare un calo dell0 0,6% del dato grezzo e dello 0,3% del dato corretto dagli effetti di calendario rispetto allo stesso periodo del 2015. Alessandro Arona pNel giro di un mese, tra no- vembre e dicembre, si sono sbloccati programmi di investimento sulle ferrovie nazionali per 17,9 miliardi di euro, interamente finanziati. I due "Aggiornamenti", 2015 e 2016, del contratto Stato-Rfi (Gruppo Fs), parte Investimenti, sono diventati operativi dopo un lungo iter (documenti scaricabili dal sito di "Edilizia e Territorio", Il Sole 24 Ore). L'Addendum 2015 (8.971 milioni di euro di nuove risorse), firmato nel novembre 2015 e vistato dal Cipe il 23 dicembre 2015, dopo la pubblicazione in Gazzetta il 28 aprile e i pareri parlamentari è stato approvato con decreto Mit-Mef il 9 settembre scorso, registrato dalla Corte dei Conti il 2 novembre. Molto più rapido invece l'iter dell'Aggiornamento 2016 (8.934 milioni). Approvata la legge di Stabilità, il documento è stato de- finito tra Mit e Rfi nel luglio scorso e "vistato" al Cipe il 10 agosto. Poi, per accelerare un iter ancora fermo ai pareri parlamentari, il governo Renzia ha approvato per legge l'Addendum 2016 con la conversione del decreto legge Fiscale, in vigore dal 2 dicembre. BANDI E CONTRATTI Rfi prevede che opere per il 72% del valore totale possano andare a bando (o a general contractor) entro la fine del 2017 È la "cura del ferro" messa in campo da due anni dal Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. La spesa effettiva per investimenti di Rfi, dopo aver toccato il minimo di 2,9 miliardi di euro nel 2014, è risalita a 3,6 miliardi lo scorso anno ed è prevista in ulte- riore crescita quest'anno a 4 miliardi, per salire nei prossimi anni (nelle previsioni Rfi) fino a 4,8/5 miliardi all'anno. I due Addendum contrattuali sbloccati in queste settimane servono proprio a dare benzina a questa crescita. Considerandoliinsieme(17.905 milioni di euro), il 58% delle nuove risorse sono destinate alle "grandi opere". Sono 10.401 milioni. Tra queste il Terzo Valico dei Giovi (2.230 milioni in tutto), il tunnel del Brennero (2.140 milioni nei due Addendum), tutti già anticipati dal Cipe. Poi, nell'aggiornamento 2015, 1.500 milioni per la Brescia-Verona Av e 1.364 per la Verona-Padova, per la Napoli-Bari in tutto 500 milioni (345 per il primo lotto funzionale della Frasso Telesino-Vitulano e 155 per il 1° lotto costruttivo della Apice-Orsara). Poi ci sono 1.450 milioni per il primo lotto VeronaBrennero e 826 milioni per il primo lotto della Giampilieri-Fiu- mefreddo (Messina-Catania). Poi ci sono altre "nuove opere", ma dedicate a "Potenziamento e sviluppo delle linee regionali", per 2.327 milioni (il 13% del totale). Tra queste un tratto di velocizzazione della SalernoReggio Calabria (ferroviaria), per 190 milioni, il raddoppio Ponte S. Pietro-Bergamo-Montello (64 mln), un lotto del Nodo di Novara (81 mln), il raddoppio della Empoli-Granaiolo. Il resto dei due programmi (5,177 miliardi, il 29% del totale) va a Sicurezza e ammodernamenti. Per il Piano sicurezza 1.848 milioni (antisismica, opere anti-dissesto, piano binari, sicurezza gallerie, tecnologie per la circolazione, eliminazione passaggi a livello, etc...). Poi 829 milioni per Tecnologie circolazione ed efficientamento, 1.139 mln per Upgrading delle aree metropolitane (120 milioni per il Nodo di Torino, 206 per Mi- lano, 40 per Venezia, 185 per Roma, più altri diffusi. Altri 742 andranno all'Upgrading corridoi viaggiatori (lunga percorrenza), tra cui 63 mln per Genova-Ventimiglia, 137 mln per la Roma-Napoli Av e convenzionale, 65 mln per la velocizzazione della Torino-Genova (1° fase), 50 mln per il potenziamento della Milano-Genova (1° fase). Infine 619 milioni per i corridoi merci, interventi di adeguamento di sagome (gallerie), peso, lunghezza dei treni (aree di manovra), per renderli capaci di reggere il traffico merci con standard europei. Secondo Rfi il 65% dell'Addendum 2015 è "cantierabile" entro un anno (bandi di gara o affidamento ai general contractor), quello 2016 all'80%. Questo significa che, nelle previsioni, 12,9 miliardi di euro su 17,9 andranno sul mercato entro la fine del 2017. © RIPRODUZIONE RISERVATA Infrastrutture/2. Via libera al piano da 155 milioni per ridurre i consumi energetici, opere assegnate con bandi di accordo quadro Nuova luce in 708 gallerie stradali Alessandro Lerbini ROMA Nuova luce all'interno di oltre 700 gallerie gestite dall'Anas. Al via un piano da 155 milioni con interventi che saranno assegnati tramite bandi di accordo quadro. Il Consiglio di Amministrazione di Anas ha approvato il progetto #greenlight che si pone l'obiettivo di ridurre i consumi energetici per l'illuminazione nelle gallerie della rete stradale di competenza. Il progetto prevede la sostituzione dei corpi illuminanti obsoleti con Led di ulti- QUOTIDIANO EDILIZIA E TERRITORIO Investimenti ferroviari per 18 mld: i documenti Sul web i testi integrali degli Aggiornamenti 2015 e 2016 dei contratti Rfi: i patti tra Mit e società, tutte le opere finanziate. www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com ma generazione con regolazione puntuale e monitoraggio dei consumi. L'obiettivo del piano riguarda non solo la riduzione dei consumi e la migliore gestione degli impianti di illuminazione, ma anche l'innalzamento dei livelli di sicurezza IL PROGRAMMA Il piano sarà attuato in due step: la prima tranche di investimenti (45 milioni) sarà realizzata entro il 2019, poi scatterà la fase 2 all'interno delle stesse gallerie, potenziando la visibilità e la qualità di diffusione delle luci artificiali. Oltre la metà dei tunnel avrà una nuova illuminazione: su un numero complessivo di 1.300 gallerie in gestione, Anas ha individuato 708 gallerie su cui intervenire prioritariamente con il piano. Le gallerie interessate dagli interventi di efficientamento energetico sono presenti su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle nuove macro-aree Anas: 39 in Sardegna, 49 in Sicilia, 92 nel Nordovest, 65 nel Nordest, 145 al Centro, 112 nell'area Tirrenica, 89 nell'area Adriatica, 117 in Calabria. Il piano si articolerà in due fasi. Una prima tranche di investimenti per circa 45 milioni di euro, con cui si realizzeranno interventi su circa 200 gallerie nel triennio 2017-19. Una seconda tranche per 110 milioni di euro da attivare successivamente. L'illuminazione delle gallerie è la primaria voce di costo della spesa energetica Anas. Con il programma #greenlight è stimato un risparmio che consentirà ad Anas di rientrare dell'investimento iniziale in circa 7 anni, al netto dei previsti ribassi in fase di gara. «L'Italia – ha spiegato il presidente di Anas, Gianni Vittorio Armani –per la sua particolare orografia, è il paese europeo con il più alto numero di gallerie che ora potranno contare anche su sistemi di illuminazione moderni ed efficienti. Il piano - ha sottolineato Armani - è un importante investimento che dimostra non solo una nuova attenzione e sensibilità ai temi dell'ambiente e del risparmio delle risorse energetiche, ma anche un ulteriore concreto impegno di Anas nel migliorare i livelli di sicurezza». © RIPRODUZIONE RISERVATA MERCATI IN ITALIA di Alessio Romeo entre proseguono a ritmo sostenuto gli acquisti di grano tenero da parte dei paesi nordafricani (con l'apertura di una nuova asta in Egitto), le Borse merci nazionali si sono stabilizzate su valori vicini ai minimi per il frumento duro, la cui ripresina autunnale si è già sgonfiata. Restano comunque bassi anche i prezzi del grano tenero, dove l'offerta supera abbondantemente la domanda. Prosegue a ritmi elevati anche l'exportdigranidalMarNero,checontribuisce a tenere basse le quotazioni. Ieri alla Granaria di Milano non c'è stata nessuna variazione per l'intero comparto dei frumenti, mentre va segnalata l'ulteriore crescita dei prezzi della soia estera geneticamente modificata, giunta a ridosso dei 430 euro a tonnellata, con un aumento secco di 9 euro nella seduta di ieri. Invariato il mais; tra i cereali minori aumenti diffusi in Europa per orzo e avenachepartonoperòdalivellimoltobassi. © RIPRODUZIONE RISERVATA INDICI CONFINDUSTRIA Indici dei prezzi delle merci aventi mercato internaz., (34 prodotti) ponderati sul commercio mondiale (Usd) e sul commercio italiano (º) Euro correnti (base 1977=100) Ott16 Set16 Ott15 Ott16 Set16 Ott15 117,66 99,25 158,03 83,15 177,27 343,46 206,11 291,97 461,22 386,61 244,39 322,76 119,04 97,32 154,10 92,53 173,75 347,45 200,01 304,81 460,48 356,11 247,24 307,23 132,67 76,16 178,02 138,43 141,65 327,90 176,41 343,89 380,63 364,95 242,24 309,85 121,78 102,65 163,55 86,14 183,45 355,54 213,18 302,38 477,37 400,30 252,98 334,15 121,07 98,91 156,72 94,18 176,68 353,43 203,28 310,20 468,33 362,32 251,48 312,55 134,71 77,26 180,72 140,66 143,77 332,96 178,96 349,35 386,42 370,64 245,98 314,67 BORSA ELETTRICA Prezzo unico nazionale del 21.12.2016 ¤/MWh Ore ¤/MWh Ore 55,567940 70,150000 09.00 01.00 53,000000 70,690000 10.00 02.00 50,230000 68,508780 11.00 03.00 49,000000 65,607370 12.00 04.00 49,000000 62,445120 13.00 05.00 50,000000 62,541510 14.00 06.00 55,798090 64,706740 15.00 07.00 67,490000 64,632330 16.00 08.00 CEREALI Olio di oliva Listino dei prezzi all'ingrosso rilevati da apposita Commisione consultiva nominata dalla Camera di Commercio di Milano e resi noti dall'Associazione Granaria (euro/tonn., vagone o autotreno o cisterna completi, per pronta consegna e pagamento, escluso imballaggio e Iva per merce sana, leale e mercantile). I prezzi si intendono per merce resa franco Milano. 13.12.16 Grani Nazionali teneri: frumento di f.za (A) p.s. 79/80 panificabile sup. (A) p.s. 77/78 panificabile (A) p.s. 74/76 biscottiero (A) p.s. 74/76 altri usi Esteri teneri: Comunit. senza caratt. int. Comunitario biscott. Comunitario panif. Comunitario pan. sup. Comunitario di forza Altre origini Canada W.R.S. n.2 (pr. 14%) Northern S. n.2 (pr. 14%)(A) Nazionali duri: Pr. Nord-Italia fino p.s. 78/79 B. mercantile p.s. 77/78 Mercantile p.s. 76/77 Pr. Centro-Italia fino p.s.78/79 B. mercantile p.s. 77/78 Mercantile p.s. 76/77 Pr. Sud-Italia fino Esteri duri: Comunitari Non Comunitari ¤/MWh 66,282480 73,901170 79,775980 75,582770 73,424390 69,904650 62,221440 60,790080 DIAMANTI Valori Best - Average, in dollari Usa per carato. I prezzi indicati si intendono per la vendita all'ingrosso e all'origine nei Paesi di produzione, al netto di spese, valore aggiunto e imposte. Brillanti da 0.50 - 0.69 carati Colore Qualità Valori al 23.11.2016 D (bianco extra eccezionale +) if 5440 - 6783 E (bianco extra eccezionale) vvs1 3520 - 4464 E (bianco extra eccezionale) vvs2 2729 - 3376 F (bianco extra +) vs1 2348 - 2998 G (bianco extra) if 3380 - 4095 G (bianco extra) vvs1 2880 - 3558 H (bianco) vvs2 2280 - 2752 H (bianco) vs1 2196 - 2724 I (bianco sfumato) vs2 1594-2096 J (bianco sfumato) if 1782 - 2466 J (bianco sfumato) vvs1 1538 - 2008 K (bianco leggermente colorito) vvs2 1288 - 1604 K (bianco leggermente colorito) vs1 1298 - 1605 Valutazione riferita a pietre corredate da certificazione di validità internazionale, tagliate a «brillante», di buone proporzioni di taglio, esenti da particolarità naturali indesiderate. Fonte: Rapaport, New York (Internet: www.diamonds.net) 20.12.16 222-240 198-208 183-185 183-185 177-180 222-240 198-208 183-185 183-185 177-180 177-178 — 181-184 194-199 218-241 194-0 283-287 280-284 177-178 — 181-184 194-199 218-241 194-0 283-287 280-284 214-219 — — — 217-222 — — 214-219 — — — 217-222 — — — 299-309 — 299-309 Tipo 00 - W 380-430 prot. ss min. 14 Tipo 00 - W 280-330 prot. ss min. 13 Tipo 00 - W 180-200 555-585 455-485 380-400 555-585 455-485 380-400 Semola con car. di legge Semola car. sup. min. legge semola rimacinata semolato Farina per panificazione 345-350 460-465 505-525 305-310 227-232 345-350 460-465 505-525 305-310 227-232 Farinaccio rinfusa Farinaccio sacco pm Tritello rinfusa Tritello sacco pm Crusca e cruschello rinfusa Crusca e cruschello sacco pm Cubettato nazionale Cubettato estero Germe (C) 156-158 — 126-127 — 118-119 — 124-125 110-0 470-600 156-158 — 128-129 — 120-121 — 124-125 112-0 470-600 Farinetta Farinaccio Tritello e cruschello (D) Cubettato 192-207 140-142 117-119 124-125 192-207 140-142 119-121 124-125 Alimentare (Regg. UE) Naz. Zootecnico (c.103) Afl. B1<5 ppb Nazionale ibrido (c.tto 103) Comunitario Non comunitario Bioenergetico 194-195 183-185 176-177 185-187 189-190 — 194-195 183-185 176-177 185-187 189-190 — Sfarinati di grano tenero Sfarinati di grano duro Sottoprodotti lavorazione grano tenero Sottoprodotti lavorazione grano duro Granoturco Derivati lavorazione del granoturco Farina bramata Farina integ. per mangime Spezzato degerm. ibrido Glutine (prot. 57% s.t.q.) Farina glutinata Farinetta Corn gluten feed Germe (b. 20% grassi s.t.q.) Distillati prot. gr. 30-32% Cereali minori e sostitutivi Ore 17.00 18.00 19.00 20.00 21.00 22.00 23.00 24.00 Mauro Salerno ROMA pPerde quota, anche se non è ancora stata del tutto accantonata, l’ipotesi di una proroga della scadenza del 19 aprile per varare il primo decreto correttivo al codice degli appalti. Mentre si delinea un cronoprogramma più preciso delle tappe che la cabina di regia insediata a Palazzo Chigi intende seguire per arrivare in tempo al traguardo. L’obiettivo dei tecnici al lavoro nella commissione è quello di arrivare con il provvedimento pronto per il primo passaggio in Consiglio dei ministri a inizio febbraio. Come è noto, infatti, l’iter di approvazione del correttivo è identico a quello seguito per il varo del nuovo codice. Ci sono, cioè, trenta giorni per un passaggio al Consiglio di Stato, alla Conferenza unificata e, in contemporanea, alle commissioni parlamentari. In caso di parere negativo, poi, il Governo rimanda indietro il testo alle commissioni, dandogli altri 15 giorni. In tutto quindi tra un passaggio e l’altro servono più o meno due mesi tra la prima e la seconda approvazione in Consiglio dei ministri. Il primo passo della cabina di regia è stato quello di provare a ottenere direttamente alla fonte informazioni sulle criticità incontrate dalle amministrazioni in questi primi mesi di applicazione del Dlgs 50/2016. Venerdì scorso è stato inviato a decine di migliaia di Rup al lavoro nelle stazioni appaltanti di tutta Italia un questionario mirato a far emergere le difficoltà. Le risposte dovranno arrivare entro il 16 gennaio. Da qui arriverà la prima base di lavoro per la commissione. Altri spunti ar- riveranno dalla raccolta dei verbali delle audizioni che in questi ultimi mesi sono state convocate in Parlamento proprio in vista del correttivo. Quanto ai contenuti, la cabina di regia si sta concentrando non solo sulle ipotesi di modifica al codice. Da questo punto di vista vengono confermate le indiscrezioni delle ultime settimane. Con l’attenzione molto focalizzata sui punti di maggiore criticità rilevati in questi primi mesi di applicazione del codice: dal subappalto (tetto del SCADENZE Il decreto deve essere varato entro il 19 aprile, ma non è ancora del tutto accantonata l'ipotesi di una proroga 30% legato all’intero importo e terna dei subappaltatori) all’estensione del periodo di riferimento per la qualificazione delle imprese di costruzione. Oltre alle correzioni di merito ci saranno ovviamente correzioni di tipo formale e modifiche puntate a raccordare meglio le disposizioni che hanno dato difficoltà di interpretazione. Mentre altri punti potrebbero essere trattati con circolari o comunicati congiunti con l’Anac. Nel correttivo, oltre alle richieste avanzate dall’Anticorruzione sulle modifiche da apportare alle norme sui commissari di gara e sul rating di impresa, dovrebbe poi trovare spazio anche un chiarimento definitivo sul valore (più o meno) cogente delle linee guida emanate dall’Authority presieduta da Raffaele Cantone. © RIPRODUZIONE RISERVATA SULLE ALTRE PIAZZE A MILANO Prodotti M Alimentari (tot.) Bevande Cereali Carni Grassi Non alimentari (tot.) Fibre Vari industriali Metalli Combustibili (totale) Totale (escl. combust.) Totale generale Decreto correttivo sul codice appalti verso l’ok a febbraio Edizione domenicale su www.ilsole24ore.com/indicienumeri A Milano cresce ancora la soia Ogm Dollari correnti (base 1977=100) Contratti. Cabina di regia al lavoro Segale Orso Nazionale Leggero p.s. 52/57 Nazionale Pesante p.s. 59/62 Orzo comunitario Avena naz. p.s. 40/45 Avena estera Triticale Sorgo nazionale (E) Pellets/fettucce di manioca (F) Pisello proteico 407-412 407-412 207-208 207-208 277,50-278 277,50-278 830-850 830-850 153-158 153-158 158-162 158-162 154-156 154-156 204-215 209-220 — — — 151-154 165-168 170-185 164-185 215-230 165-169 177-180 — 259-271 — 151-154 165-168 0-185 164-185 215-230 165-169 177-180 — 264-281 Frumento tenero Frumento duro Mais Orzo Risone Semi di soia 395-408 315-325 335-355 296-306 870-900 600-620 395-408 315-325 335-355 296-306 870-900 600-620 Semi di soia nazionali Semi di soia esteri m Integrali tostati m 390-394 416-418 421-423 390-394 425-427 430-432 Di semi di arachide Di semi di girasole Di germe di mais m Di soia delecitinato m Di semi di colza m Di lino industriale — 775-785 — 830-835 — — — — — 830-835 — — 1810-1820 895-900 — 890-895 — 980-985 — 1800-1810 895-900 — 890-895 — 1000-1005 — Agricoltura biologica Semi oleosi Oli vegetali grezzi Oli vegetali raffinati alimentari Di semi di arachide Di semi di girasole Di germe di mais m Di semi di soia m Di semi di colza m Di palma raffin. bifrazion. 64 Di semi vari m Extra vergine nazionale Extra vergine comunitario Rettificato Di sansa rettificato Panelli 5800-6100 3700-3950 3480-3530 1970-1990 5800-6100 3700-3950 3500-3550 1980-2000 di germe di mais (L) di lino 250-270 370-405 255-275 370-405 di colza (U) m di cotone (M) di girasole integrale di girasole decorticato di germe di mais naz. (T) di soia nazionale m di soia estera m di soia decorticata naz.le m di soia decorticata estera m 249-252 — 167-179 217-227 165-167 372-373 372-373 382-392 378-392 249-254 — 167-179 217-227 165-167 377-378 377-378 387-397 383-397 756-758 761-763 729-731 694-696 687-689 734-736 699-701 692-694 1633-1643 1653-1663 1855-1880 1623-1633 1643-1653 1835-1860 — 205-210 156-158 98-100 166-170 182-184 — 222-247 170-225 95-107 95-107 120-150 68-75 155-159 — 205-210 156-158 98-100 166-170 182-184 — 222-247 170-225 95-107 95-107 120-150 68-75 157-161 — — 910-915 850-855 — 1060-1065 910-915 980-990 930-935 — 414-415 — 484-485 478-480 — — — 930-935 850-855 — 1080-1085 910-915 980-990 930-935 — 419-420 — 489-490 483-485 — 376-378 369-370 330-365 243-253 163-173 84-85 105-106 68-70 376-378 369-370 330-365 243-253 163-173 84-85 105-106 68-70 395-435 290-335 285-335 410-435 355-380 315-335 270-290 290-310 290-310 450-500 — 275-295 270-285 255-265 320-335 395-435 290-335 285-335 410-435 355-380 315-335 270-290 290-310 290-310 450-500 — 275-295 270-285 255-265 320-335 920-970 695-745 750-800 850-900 650-680 750-780 650-680 650-680 750-780 1155-1215 — 650-680 660-700 1020-1070 920-970 695-745 750-800 850-900 650-680 750-780 650-680 650-680 750-780 1155-1215 — 650-680 660-700 1020-1070 Farine di estrazione Grassi e farine animali Sego uso zootecnico (2-3 FFA-MIU 1%)-FAC 7-9 Grasso uso zootecnico: acidità 4% MIU 1% max ac. 7% FFA-MIU 3% max ac. 10% FFA-MIU 3% Farina pesce: Peruviana faq Cilena steam dried Danese standard Foraggi erba medica disidrat. extra erba medica disidrat. 1 qlt erba medica disidrat. 2 qlt sfarinato erba medica integ. melasso barbabietole canna polpe ess.barbabietole rinf. carrube pellettate frantumate erba medica disidr. balloni fieno maggengo pressato fieno agostano pressato fieno di erba medica pressato paglia pressata Bucce di soia Prodotti convenzionali Semi di soia esteri semi di soia integr. Tostati olio grezzo germe di granoturco olio grezzo semi di soia delecit. olio grezzo semi di colza olio raff. di germe granoturco olio raff. di semi di soia olio raff. di semi di colza olio raff. di semi vari farina estr. colza farina estr. soia nazionale farina estr. soia estera farina estr. soia dec nazion. farina estr. soia dec estera bucce di soia Sottoprodotti lavorazione del riso Corpettone Corpetto Mezzagrana Grana verde Farinaccio Pula di riso (max 2,5% c.) Pula vergine (max. 1,7%) Lolla di riso Risoni (H) Volano, Arborio - resa: 53/57 Roma 57/61 Baldo 55/59 Carnaroli e similari 53/58 Augusto 56/61 Loto, Nembo 54/60 Luna CL, Dardo 60/63 Sant' Andrea 52/58 Thai Bonnet e similari 59/63 Vialone nano 49/53 Padano - Argo 60/64 Lido, Crono e similari 59/64 Balilla 59/63 Sole Selenio 60/64 Risi Arborio-Volano Roma Baldo Parboiled Baldo Ribe/Loto e similari Parboiled Ribe Sant'Andrea Thaibonnet Parboiled Thaibonnet Vialone nano Padano Argo Lido e similari Originario e similari Carnaroli (A) I prezzi si riferiscono al grano con Falling Number minimo 220 (Reg. Cee nº 689/92).- (B) Per i corrispondenti tipi 0 le quotazioni vanno ridotte di L.1.000 al quintale.- (C) Il prezzo minimo si riferisce allo zootecnico, il massimo a quello per alimentazione.- (D) Il prezzo minimo è riferito al cruschello, il massimo al tritello. (E) Il prezzo minimo si riferisce al sorgo rosso, il massimo al Bianco.- (F) Il minimo è riferito al prodotto thailandese, il massimo al cinese o similari.(G) Il prezzo minimo è riferito al prodotto in fette, il massimo a quello in pellets alla rinfusa.- (H) Esclusi i diritti E.N.R. di #/tonn.- (I) Partenza centro raccolta Lombardia. (L) Il massimo si riferisce a prodotto con prot. inferiori a 21%.- (M) Il minimo è riferito a merce col 37/38% proteine + grassi, il max col 46/47%.(N) Il minimo si riferisce a Melasso di bietole, il max a Melasso di canna.(T) Il prezzo è riferito a prodotto con porteine inferiori al 23%.- (U) Il prezzo minimo è riferito a provenienza India. Bari Rilevazione della Borsa merci di Bari del 20/12/2016. Prezzi al netto dell'Iva, prezzi in ¤. Frutta secca Mandorle sgusciate massa dolce originaria f.co magazzino Bari la tonnellata 5800-5900; massa amara 5600-5700. Oli commestibili Olio di oliva (grezzo alla prod.) extra vergine acidità max 0,4% 5,706; acidità max 0,8% 5,10-5,30; tracciato ISO acidità max 0,4% 6,20; Biologico 6,30-6,60; Dop terra di Bari 5,80-6,05; Vergine non quot.; Lampante 2,95; Raffinato 3,40; di sansa di oliva raffinato ac. fino 0,3% 1,95; di oliva estratto con solvente (esano) ac. 3-5% non quot.; ac. 5-10% 1,52; ac. 1015% non quot.; ac. 15-20% non quot.; ac. 20-25% non quot.; ac. 25-30% non quot.; ac. 30-35% non quot.; ac. 35-40% non quot.; ac. 40-45% non quot.. acidi di raffinazione (oleine): da lampante 0,55; da esanolo non quot.; da semi 0,45; sanse verigini : da impianti continui non quot.; Oli di semi alimentari raffinati (da raffineria a grossista f.co arrivo Bari): di arachide 1,78; di soia 0,85; di girasole 0,88; di mais 1,05; di semi vari non quot.. Cereali Grano duro naz. F.co camion partenza (Puglia-Lucania): fino p.s. 80 210215; buono mercantile p.s. 79 200-205; mercantile p.s. 77 190195; mandorlato p.s. 76 non quot.; slavato p.s. 71/72 non quot.; di importazione nazionalizzato f.co porto Bari: comunitario non quot.; extracomunitario non quot.. Grano tenero naz. F.co arrivo Puglia: speciale n. 1 p.s. 80 248-253; fino p.s. 78 201-205; di importazione nazionalizzato f.co porto Bari: comunitario non quot.; extracomunitario non quot.. Granoturco naz. F.co camion arrivo Bari 203-205; di importazione nazionalizzato Bari: comunitario non quot.; extracomunitario non quot.. Orzo naz. Bari e provincia qual. Media 159-164; rinfusa di importazione nazionalizzato Bari: comunitario non quot.; extracomunitario non quot.. Avena naz. Bari e provincia qual. Media 133-143; di importazione nazionalizzata Bari: comunitaria non quot.; extracomunitaria non quot.. Farina tipo 00 telata f.co partenza Puglia: W min 300 335-340; tipo 00 305-310; tipo 0 305-310; tipo 00 arrivo Bari prod. Italia centro settentrionale 300-305. Cruscami di grano duro e tenero f.co camion partenza Puglia:; crusca larga di tenero, cruschello sacco carta 149-154; cruscame di tenero cubettato rinfusa 94-95; tritello di duro rinfusa 88-89; cruscame di duro cubettato rinfusa 94-95; 123 107-113; sacco carta 144-148; di tenero in sacchi carta 156-161. Semola telata rimacinata per panif. f.co partenza Puglia cen. 82/84 380-385; telata ceneri 82/84 350-355; telata ceneri 88/90 320325; semolato non quot.. Risi prod. Nazionale f.co arrivo Bari e provincia: fino Ribe 730-780; superfino Arborio 1010-1060; fino parboiled Ribe 800850; fino parboiled Roma 1050-1100. Lenticchie pr. Nazionale 810910; prod. estera Eston (piccole) 1170-1220; Large 12501300. Fagioli produzione nazionale non quot.; prod. estera cannellini 12401290; tondini 1100-1150; borlotti 1520-1570; piattelli 12101260. Ceci nazionali massa neri non quot.; nazionali massa bianchi 930980; provenienza Messico 2000-2050; esteri calibro 31-32 1540-1590; esteri calibro 29-30 1400-1450. Piselli prod nazionale non quot.; prod. Estera marrowfats 900-950. Fave nazionali e d'importazione naz. franco arrivo Bari intere (Cottoie) 1550-1600; favino bianco 204-209; favino nero 220225; estere sgusciate 1560-1610. Lupini nazionali non quot.; produzione estera non quot.. di legge 330-335; semola rimacinata per panificazione sacco carta 390-410; in confezione da 1 kg. 500-550; farina di duro (f.co arrivo rinfusa) non quot.. Cruscami Di grano tenero crusca 165-175; cruschello 165-175; farinaccio 190195; prod. della vagliatura e pulitura dei cereali (escl. riso) non quot.. Di grano duro cruschello-tritello cubettato 118-119; in sacchi non quot.; farinaccio rinfusa 133-135; in sacchi 160-165; farinetta zootecnica non quot.; prod. vagliatura e pulitura dei cereali non quot.. Pasta Franco compr. Campania, caratteristiche di legge: in confezione da kg. 5 non quot.; in confezione da kg. 1 670-920; in confezione da kg. 0,5 700-950; scarti della lavorazione e/o rottami di pasta non quot.. Risi Franco camion arrivo compr. Campania: superfino Arborio 10501150; superfino Baldo 700-800; superfino Thai 620-700; superfino Ribe 650700; semifino Roma non quot.; comune 580-630; parboiled fino Ribe 720800; parboiled superfino Thai 700-800; in confezione da kg. 5, maggioraz. euro/t 70; in confezione da kg. 1, maggioraz. euro/t 80; in confezione da kg. 1, maggioraz. Sottovuoto 160. Farine proteiche Farine proteiche: di soia estera rinfusa 44% 365-375; est. rinf. 47% 375376; girasole estera proteica naz 35-38% non quot.; soia naz. rinf. Adriatica 44% non quot.; soia naz. rinf. Adriatica 47% (fr. arrivo) non quot.; Farine di pesce Perù Cile 70% non quot.; naz. 60/65% non quot.. Leguminose Fagioli naz. Lamon non quot.; cannellini argentini 1200-1300; bruni olandesi 1250-1300; tondini Nord America 1100-1150. Lenticchie verdi piccole 1200-1300; verdi regular 1030-1040; verdi giganti 1020-1030; rosse 1020-1030. Ceci crivello 29/30 1200-1300; crivello 31/32 14001500; Messicani 1800-1900. Fave estere nazionalizzate: Quinghai non quot.; Quindongu non quot.; Jangsu non quot.; Gansu non quot.; Ningbo non quot.; favino comunitario 225-230. Carrube Latina/Campania non quot.; frantumate t.m.arr. non quot.. Imperia Rilevazione della CdC di Imperia del 20/12/2016. Prezzi riferiti a vendite da produttore a grossista, f.co Imperia, Iva e provvigioni escluse, pronta consegna e pagamento. Oli commestibili (quotazione max riferita a vendita diretti a consumatori finali) Produzione locale - Olio di oliva taggiasca: extra vergine ac. max 0,5% D.O.P. "Riviera dei Fiori" 10-13; extravergine di oliva, ac. O,8% 9-11; Olive taggiasche da olio D.O.P. 1,44-1,68; da olio 1,36-1,52; da salamoia 1,60-2; in salamoia 3,50-4,30. Produzione nazionale - Olio di oliva extra vergine ac. max 0,8% 5,80-6,30; vergine ac. 2% non quot.. Olio di oliva raffinato ac. 0,5% 3,403,50; lampante ac. 3/5 3,10-3,20; ac. 5/8 3-3,10; di sansa raffinato ac. 0,5% 1,85-1,90; di sansa e di oliva 1,85-1,90; di sansa grezzo ac. base 5/10 non quot.. Olio di semi (raffinati): arachidi 1,80-1,85; mais 1-1,10; girasole 0,900,95; soia 0,90-0,95; soia grezzo non quot.. Produzione estera - Olio di oliva: Spagna extra vergine di oliva "Borjas" ac. 0,2/0,3% 3,80-4,10; lampante ac. max 2% 2,75-3; Grecia: extra vergine di oliva "Kalàmata" ac. 0,2,/0,3% 44,20. Napoli Reggio Emilia Rilevazione della Borsa Merci di Napoli del 20/12/2016. (Prezzi per tonnellata, base rinfusa, esclusa Iva e arrivo). Suini Cereali Frumenti teneri naz. min. 79 ps. varietà speciali non quot.; min. 78 ps fino non quot.; min. 76 ps misto non quot.; min. 72 ps mercantile non quot.. Frumenti teneri esteri (EXTRA C.E.E.): Northern Spring Usa 1/2 278280; canadian W.R.S.(Manitoba) n.1/2 282-283; lituano std. 11,5 prot 76/78 non quot.; lettone prot 14% Prot.- p.s. 78/80 non quot.; ucraino 11.5% prot. min. non quot.; ucraino 15% prot. min. non quot.; estero p.s. 78 (moldavo) non quot.; Russo/ 15,00% prot. S.s. P.S.79/80 non quot.; estero p.s. 76 Serbo 182183. Frumenti duri naz. f.co arr.: fino 79/80-13-20/25-2 230-233; b. mercantile 77/40/13/2 220-233; mercantile 74/12/2 slavato non quot.. Frumenti duri esteri: Cwad 2/1 non quot.; Cwad 3/4 non quot.; Spagna 79/89 13% non quot.; Graco 79/80 13% non quot.; 2/3 HAD non quot.; Turco non quot.. Farine Farina (F.a. panificatore) tipo 00 Granito (sacco carta/cotone) 395-445; tipo 00 con caratt. min. di legge 325-335; tipo 00 W 180/200 min. Prot. S.S. 11,5% 335-345; tipo 00 W 250/300 min. Prot. S.S. 12,5% 365-415; tipo 00 pacchi 1/5/10 kg 340-380; tipo 0 Mantinoba W 350/380 465-565; tipo 0 con caratt. min. di legge 325-335. tipo integrale 325-335; Semole di frumento duro (f.co past. rinf): con caratt. di legge 305-310; con caratteristiche superiori ai minimi Rilevazione della Camera di Commercio di Reggio Emilia del 20/12/2016. Capi d'allevamento: DOT marchiati 6 Kg. 6,65; 15 kg. 3,95; 25 kg. 2,79; 30 kg. 2,52; 40 kg. 2,16; 50 kg. 2,02; 65 kg. 1,72; 80 kg. 1,58; 100 Kg. 1,46. Capi da macello a peso vivo: magri da macelleria 90/115 kg. 1,69. Grassi 115/130 kg. 1,54; 130/144 kg. 1,57; 144/156 kg. 1,59; 156/176 kg. 1,65; 176/180 kg. 1,65; 180/185 kg. 1,62; oltre i 185 kg. 1,56. Scrofe I qual. 0,67; II qual. 0,59. Capi da macello a peso morto: 115/125 kg. 2; 125/140 kg. 2,06; 140/145 kg. 2,06; 145/150 kg. 2,01; oltre i 150 kg. 1,92. Bovini Da macello a peso vivo: vacca I qualità 0,96-1,10; II qualità 0,530,81; scarto 0,36-0,44; Tori (entro i 24 mesi) 1,16-1,27; Vitelli extra (razze da incroci da carne) 3,20-3,40; polacchi I qualità 2,90-3,10; I qualità 2,202,25; II qualità 2-2,15; Capi da macello a peso morto: vacca di I qualità 22,30. II qualità 1,20-1,85; scarto 0,90-1,10; Tori (entro i 24 mesi) 2,102,30; Manzette (scottone) e giovenche non quot.. Da allevamento e da riproduzione: vitelli bleu belga 5,10-5,80; II categoria 3,40-4,10; da latte I qualità bianchi e neri 1,30-1,50. II qualità 40-60 kg. non quot.. Cereali Frumento tenero var. spec.panificabile di forza W>300 p/l 0,6 non quot.; naz. panificabile var. spec. W250 179-181; naz. panificabile tenero fino ps 78 175-177; b. mercantile ps 74/76 168-170; mercantile ps <74 non quot.; Granoturco naz. ibrido comune 166-168; mais verde base 25 non quot.; est. naz. non quot.. Orzo nazionale kg/hl 65/66 159-161; 63/64 154156; 61/62 149-151; est. pesante non quot.. Sorgo nazionale (franco partenza) non quot.; rosato 154-156. Risone Ribe 280-290; riso Ribe 550650; risone comune 290-310; comune 570-670; risone Arborio 430-450; riso Arborio 860-960; risone Roma Baldo 280-330; riso Roma Baldo 650750. Farina di frumento: tipo 00 475-525; tipo 0 448-488; semola di grano duro con caratt. di legge 586-590; con car. sup. min. legge 601-610; Farina integrale di granone sacco carta 214-216; Crusca e cruschello di grano tenero naz. rinfusa autotr. compl. 118-119; part. fraz. 138-139; sacco carta autotr. compl. 158-159; sacco carta part. fraz. 182-183. Cruscame di grano tenero cubettato naz. rinfusa 122-123; cubettato di grano duro rinfusa 122123. Farinaccio rinfusa aut. compl. 155-156; rinfusa part. fraz 183-188; di grano tenero sacco carta 178-182. Sottoprodotti del riso: corpetto 365370; mezzagrana 335-360; grana verde 220-240; farinaccio 135-137; pula vergine 113-119. Mangimi Farina di estrazione di girasole (prot. 28%) non quot.; di soia tostata (partite fraz. rinfusa motrice) 396-397; naz. rinfusa 392-393; est. rinfusa (prot. 44%) 372-373; estera rinfusa pellets non quot.; di pesce (prot. 72% s.t.q.) non quot.; (prot. 64% s.t.q.) non quot.; Polpe di bietola secche 167-168. Caseari Zangolato di creme fresche per la burrificazione 2,65; siero f.co caseificio (per 100 kg) 0,15-0,32. Parmigiano reggiano qualita' scelta 12% fra 0-1 per lotti di partita Produzione minimo 30 mesi e oltre 11,70-11,90; Produzione minimo 24 mesi e oltre 10,60-10,85; Produzione minimo 18 mesi e oltre 1010,25; Produzione minimo 12 mesi e oltre 9,35-9,70. Treviso Rilevazione della Borsa merci di Treviso del 20/12/2016. Prezzi in ¤. Vini Alla prod., al grado/100 lt. Rossi Merlot: IGT Marca Trevigiana gr.10/12 5,606; DOC Venezia 6,50-7; DOC Piave non quot.; DOC Montello e C. Asolani non quot.; Cabernet IGT Marca Trevigiana gr.11/13 6-6,50; DOC Venezia (Sauvignon/Franc) 7-7,50; DOC Piave non quot.; DOC Montello e C. Asolani non quot.. Pinot nero IGT Marca Trevigiana gr.10,5/12 0,90-1. Raboso: IGT rosso Marca Trev. gr.9/11 6,50-7; IGT rosato Marca Trev. gr.9,5/11 6,50-7; DOC Venezia rosato 7,30-7,80; DOC Piave non quot.. Bianchi IGT Marca Trevig. gr.10.5/12 4,50-5; DOC Venezia bianco non quot.. Tai (Tocai Friulano) IGT Marca trevig. gr.10.5/12.5 5,50-6; DOC Piave non quot.. Verduzzo IGT Marca trevig. gr.10/12 6-6,30; DOC Piave non quot.. Pinot Bianco IGT Marca trevig. gr.9.5/12.5 7,50-8; Pinot Grigio IGT Marca trevig. gr.12/12.5 0,95-1,05; v.n.f. (atto a Igt M.T.) non quot.; DOC Venezia non quot.. Chardonnay IGT Marca trevig. gr. 9.5/12.5 7,20-7,80; DOC Piave 7,50-8; DOC Venezia 7,508. Incrocio Manzoni 6.0.13 IGT Marca trevig. gr. 11/12.5 0,90-1. Sauvignon IGT Marca trevig. gr. 10/12 7-9; Glera IGT Marca trevig. gr. 9/10 non quot.; IGT colli trevig. gr.9/10 non quot.. Prosecco Doc 1,80-2; v.n.f. (atto a Prosecco Doc) gr. 9/10 non quot.; DOCG Conegliano-Valdobbiadene 2,40-2,60; DOCG Superiore di Cartizze non quot.; DOCG Asolo 2,15-2,25; Pinot e Chardonnay (atti al taglio con DOCG) 1,90-2,10. Vino Novello rosso gradi 12 0,900,95. Mosti conc. (gr. Fehling in peso x0.6x100kg) conc. Rosso non quot.; concentrato rettif. naz. 2,90-3,10. Vercelli Rilevazione della Borsa merci di Vercelli del 20/12/2016 (escluse mediazioni, Iva e per i Risoni i diritti di contratto per l'Ente Nazionale Risi), Cereali Prezzi intesi per pagamento a 60 gg. data contratto. per i Risi f.co riseria, su mezzo trasporto o p.za tela merce. Risoni Balilla, Centauro e similari 275-285; Sole CL 250-260; Selenio e similari 320-335; Tipo Ribe 275-285; Loto e similari 322-337; Augusto 370380; S. Andrea e similari 305-315; Roma e similari 285-335; Baldo e similari 310-335; Arborio e Volano 385-435; Carnaroli e similari 385-435; Thaibonnet e similari 295-305. Sottoprodotti del Riso corpetto 355-365; mezzagrana 335-355; risina, risetto 330-340; risetto parboiled 245-295; grana verde 220230; pula max 1 % di silice 105-120; pula 92-102; lolla 3138; Frumento panificabile non quot.; altri usi non quot.. Orzo naz. leggero p.s. min. di 60 non quot.; naz. pesante p.s. magg. di 60 non quot.. Granoturco ibrido <5 ppb 167-170; ibrido <20 ppb non quot.; verde base 30% umidita' <20 ppb non quot.. Leguminose soia nazionale 370-380; Risi>TH>lavorati: Originario (comune) 500-550; Selenio 620-680; S.Andrea 570-620; Roma 610660; Baldo 610-660; Ribe 560-590; Augusto 630-680; Arborio 9351035; Carnaroli 1000-1100; Thaibonnet 530-580. Risi Parboiled Ribe 660690; Baldo 710-760; Thaibonnet 630-680. Leguminose fagioli tipo Saluggia 2000-2200. Avena naz. non quot.. Farina frumento panif. 300 W prot. 13 600610; frumento panif. max 220 W 510-530; di granoturco integrale 220240. Crusca 170-180. Tritello 160-170. Foraggi fieno di erba medica nazionale 150-160; fieno maggengo di prato 90-100; fieno agostano non quot.. Paglie di frumento, segale e orzo 100-110; di riso 40-50. BRASILE GLOBAL REPORT Barriere. A penalizzare le imprese italiane i pesanti dazi applicati a numerose categorie di merci upagina 23 MERCOLEDÌ 21 DICEMBRE 2016 WWW.ILSOLE24ORE.COM Arredo e design. Pesa l’insicurezza della classe media ma la ripresa è prevista per il prossimo anno upagina 23 Automotive. Continua la richiesta di componentistica italiana upagina 23 America Latina. La politica non garantisce la stabilità del passato - Anche l’attuale presidente Temer a rischio impeachment INTERVISTA Rio in bilico tra ripresa e stallo La stagnazione del gigante sudamericano potrebbe protrarsi anche nel 2017 Roberto Da Rin SAN PAOLO. Dal nostro inviato pÈ già svaporato l’entusiasmo per la ripartenza del Brasile; l’avvio del mandato di Michel Temer, presidente ad interim dopo l’impeachment che ha destituito Dilma Rousseff, avrebbe dovuto istillare un po’ di fiducia tra gli operatori economici e magari eliminare alcune incrostazioni burocratiche e partitiche, ascrivibili alla lunga permanenza al governo del Pt (partito dei lavoratori). Invece niente. Corruzione e stagnazione economica sembrano matasse difficili da dipanare. L’economia non riparte e il ciclone “mani pulite” brasiliane non si arresta: molti di coloro che avevano gioito delle accuse ai funzionari di partito vicini a Lula e a Rousseff , ora rischiano di finire invischiati negli stessi capi di imputazione. «Sa cosa si dice qui? - mi chiede una anziana donna di colore alla fermata dell’autobus quando un bianco corre sta facendo jogging, quando corre un nero sta scappando dalla polizia». Poi una risata compiaciuta, di chi ha spiegato un pezzo di Paese a uno straniero. «Ora però scappano anche i bianchi, dalle indagini della polizia e soprattutto dai giudici». Mani pulite brasiliana Il Pmdb (partito del movimento democratico brasiliano), è un partito centrista, coeso solo dalla convergenza di interessi. Temer ne è il presidente, negli ultimi dieci anni ha appoggiato Rousseff e poi l’ha pugnalata, cavalcando un processo per impeachment che vari costituzionalisti hanno giudicato improprio. «Ora il rischio di patire la stessa fine è elevato – spiega José Luiz Del Roio, storico italobrasiliano, già senatore in Italia – dato che le accuse mosse dai vertici di Odebrecht, (grande gruppo industriale del Paese) sono schiaccianti: si parla di tangenti destinate direttamente a Temer». Insomma, se cadesse anche lui, si confermerebbe la maledizione del Pmdb: i due presidenti che il partito ha dato al Brasile, José Sarney (19851990) e Itamar Franco (1993-1994) furono nominati rispettivamente in seguito alla morte e all’impeachment del presidente in carica. L’operazione anticorruzione denominata “Lava Jato”, autolavaggio, è stata avviata due anni e mezzo fa e ha già consentito l’incarcerazione di molti imprenditori brasiliani oltre a vari politici di spicco. Nessun politico è ancora andato a giudizio; la legge brasiliana prevede che sia solo la Corte Suprema l’organo competente a giudicare ministri e parlamentari in carica. I tempi si allungano e la “mani pulite” brasiliana rischia di protrarsi a lungo, con danni gravi. Crisi senza fine o luce in fondo al tunnel ? La congiuntura degli ultimi tempi non depone a favore dell’ottimismo. Il Paese si è aggiudicato l’organizzazione della Coppa del Mondo del 2014 e le Olimpiadi del 2016, ma non è stato in grado di trasformare il boom economico del 2010, trainato dalle materie prime, in una crescita sostenibile. Nel 2015 il Paese è sprofondato in una recessione con il Pil che ha perso quasi il 4% e il 2016 sembra essere un anno altrettanto difficile, con I LIMITI E LE OPPORTUNITÀ Bassa produttività e scarsa competitività sono i talloni d’Achille del Paese ma per le Pmi c’è grande spazio per gli investimenti di lungo periodo una flessione del 3,5 per cento. Nel 2017 gli analisti prevedono una inversione di tendenza, con un Pil in crescita dell’1%, ma c’è chi intravede note pessimistiche anche per l’anno prossimo. Un report dell’Ufficio studi di Sace spiega che il Brasile ha aumentato i consumi negli ultimi decenni ma non è stato in grado di incrementare la produttività. Gli investimenti in rapporto al Pil sono bassi (inferiori al 18%) e il Paese si è classificato 123° su 189 Paesi nella classifica Doing Business 2017 della Banca Mondiale. Tra il LA PAROLA CHIAVE Lava Jato 7L’operazione denominata “Lava Jato”, autolavaggio, è un’operazione anticorruzione avviata due anni e mezzo fa e ha già consentito l’incarcerazione di molti imprenditori brasiliani oltre a vari politici di spicco. Nessun politico è ancora andato a giudizio; la legge brasiliana prevede che sia solo la Corte Suprema l’organo competente a giudicare ministri e parlamentari in carica. L’operazione è stata avviata dalla polizia federale il 17 marzo 2014 per portare alla luce un sistema di tangenti all’interno dell’azienda petrolifera statale Petrobras. Un giro di tangenti del valore di 10.000 milioni di real brasiliani. Secondo le forze dell’ordine è la più grande operazione anti-corruzione nella storia del Brasile e rischia di protrarsi a lungo. FOTOLIA 1950 e il 2014 la produttività del lavoro brasiliana è aumentata del 197%, un risultato modesto se paragonato alla Corea del Sud o alla Cina che hanno registrato, rispettivamente, un +1.605% e un +2.176%. Bassa produttività e scarsa competitività sono i talloni d’Achille del modello economico brasiliano. Sia chiaro, ci sono anche dei punti di forza nel modello economico di Lula e poi di Rousseff. Per Giorgio Trebeschi, economista della Banca d’Italia, «è impossibile negare che nei 13 anni del Pt il Brasile abbia vissuto un profondo mutamento sociale: l’estrema povertà è stata ridotta del 63%, il reddito medio da lavoro è aumentato del 25%, il tasso di scolarizzazione è cresciuto, il numero dei laureati raddoppiato, la sanità pubblica è migliorata, così come l’accesso al credito e ai servizi finanziari, anche tra i meno abbienti. E la fame è stata debellata». La scommessa Qui! Group: il lancio delle card in favela Roberto Da Rin SAN PAOLO. Dal nostro inviato pIl Brasile vive una crisi Le pmi in Brasile Le imprese che intendono operare nel Paese non devono sottovalutare alcune debolezze strutturali: una carenza di manodopera qualificata, un basso livello di produttività, un inadeguato livello di istruzione, eccessive politiche protezionistiche, l’incertezza giuridica in materia economica. Eppure nel triennio 2017-2019 le previsioni Sace lasciano intravedere opportunità interessanti, con un tasso di crescita medio annuo dell’export italiano vicino al 3 per cento. A fare da traino c’è il settore della meccanica strumentale (impiegata nel settore alimentare, tessile, abbigliamento, packaging, lavorazione di metalli, vetro e plastica), dei mezzi di trasporto, del tessile e abbigliamento e dei prodotti chimico-farmaceutici. Un altro settore che dà prospettive interessanti è quello fotovoltaico. Ci crede il management di Convert, società operativa nella fornitura di componenti per la movimentazione dei pannelli. Giuseppe Moro è il fondatore della società che nel 2016 ha fatturato 42 milioni di euro (di cui l’80% all’estero). Convert do Brasil è stata costituita nel gennaio 2016; solo nello Stato di Bahia sono in fase di avvio due parchi fotovoltaici con potenza oltre 100 e oltre 200 MW. Solo il primo impianto, quello da 100 MW, prevede una commessa di 24milioni di dollari. Spazio ce n’è quindi, per una base produttiva (quella brasiliana) diventata vecchia, nella quale si possono inserire le pmi italiane più dinamiche: infilarsi in quel varco stretto tra le grandi opportunità del Paese e le inefficienze del sistema industriale interno. Gregorio Fogliani San Paolo. La capitale economica del Brasile Criticità e prospettive L’ECONOMIA LA POLITICA LE PREVISIONI Il Brasile ha aumentato i consumi negli ultimi decenni ma non è stato in grado di incrementare la produttività. Gli investimenti in rapporto al Pil sono bassi (inferiori al 18%) e il Paese si è classificato 123° su 189 Paesi nella classifica Doing Business 2017 della Banca Mondiale.Tra il 1950 e il 2014 la produttività del lavoro brasiliana è aumentata del 197%, un risultato modesto se paragonato alla Corea del Sud o alla Cina che hanno registrato, rispettivamente, un +1.605% e un +2.176% Il Pmdb (partito del movimento democratico brasiliano), è un partito centrista, coeso solo dalla convergenza di interessi. Temer ne è il presidente, negli ultimi dieci anni ha appoggiato Rousseff e poi l’ha abbandonata, cavalcando un processo per impeachment che molti hanno giudicato improprio. Se cadesse anche Temer, si confermerebbe la maledizione del Pmdb: i due presidenti che il partito ha dato al Brasile, José Sarney (1985-1990) e Itamar Franco (1993-1994) furono nominati rispettivamente in seguito alla morte e all’impeachment del presidente in carica Nel triennio 2017-2019 le previsioni Sace lasciano intravedere opportunità interessanti, con un tasso di crescita medio annuo dell’export italiano vicino al 3 per cento. A fare da traino c’è il settore della meccanica strumentale (impiegata nel settore alimentare, tessile, abbigliamento, packaging, lavorazione di metalli, vetro e plastica), dei mezzi di trasporto, del tessile e abbigliamento e dei prodotti chimico-farmaceutici. Un altro settore che dà prospettive interessanti è quello del fotovoltaico © RIPRODUZIONE RISERVATA politica ed economica di notevole intensità. C’è chi posticipa i progetti di investimento e chi li annulla. Ma anche chi li ha avviati e non torna indietro. Gregorio Fogliani, 58 anni, genovese, è presidente di Qui! Group, società italiana leader in Italia nel settore dei titoli di servizio, dei sistemi di pagamento e dei programmi di fidelizzazione a beneficio del dipendente. «Abbiamo vinto lo scudetto e ora vogliamo giocare in Champion», dichiara Fogliani al Sole-24Ore. Non vi preoccupa la crisi del Brasile ? Ne seguiamo gli sviluppi, ovvio. Ci sono spazi, eccome, anche con la crisi. Questo è un Paese geograficamente immenso, con 200 milioni di abitanti, molti giovani. Operiamo nel settore delle carte per il welfare aziendale e sociale, abbiamo saputo superare indenni il ciclo economico più difficile dal Dopoguerra. E abbiamo deciso di sbarcare in Brasile, con un investimento di 20milioni di euro, effettuato nel 2015. Una scommessa, certo. Ma abbiamo ottime ragioni per guardare con ottimismo. Ci aspettiamo i primi frutti già nel 2017. Come pensate di vincere la scommessa? Il vostro sbarco in Brasile che tipo di filosofia aziendale abbraccia? La stessa che in Italia. Ci muoviamo con una piattaforma adattabile da Paese a Paese Ci rivolgiamo, per esempio, ai milioni di brasiliani non bancarizzati, senza conto corrente. La strada da seguire in Brasile è quella già tracciata da Olivetti e Pirelli, con un occhio alla tecnologia. Il futuro è quello del secondo Welfare, la tecnologia può semplificare la vita delle persone. La nostra piattaforma è quella di ampliare il mercato dei voucher elettronici. Nel 2015 abbiamo firmato un protocollo di intesa con Anci, Associazione nazionale dei comuni italiani per innovare e digitalizzare il welfare pubblico degli enti locali. I vostri numeri in Italia? Abbiamo 20 milioni di utenti, 180mila esercizi convenzionati e abbiamo chiuso il 2015 con 650 milioni di fatturato. Siamo partiti 25 anni fa con i “buoni pasto”, l’intuizione è stata quella di preve- Presidente. A capo di Qui! Group «L’idea è offrire un secondo welfare con il ritorno detassato dei buoni pasto» dere spazi di crescita ulteriori. L’innovazione e la tecnologia sono stati i fattori su cui abbiamo puntato per aprire una vera e propria «autostrada dei servizi». In altre parole una piattaforma su cui inserire qualsiasi tipo di buono. Il Brasile è senz’altro un Paese di opportunità, ma anche di rischi. Ci sono ancora decine di milioni di poveri, evidentemente difficili da intercettare con delle card. Chi usufruisce dei nostri servizi può trarre grandi vantaggi da una card. Le dirò di più: riteniamo di avere spazi di crescita interessanti proprio tra i non-ricchi.Persino nelle favelas, dove comunque c’è capacità di spesa e dinamismo. Le aree su cui puntiamo sono comunque tre: San Paolo, Rio de Janeiro, nord e sud del Brasile. Il cash back, uno dei vostri cavalli di battaglia, come funziona? Un utente paga 100 e ti ritorna il 10 o il 15% detassato. Se un utente usasse solo la carta per il pranzo di mezzogiorno, avrebbe un “salario” a fine anno. La piattaforma My Welfare, mirata alla gestione dei flexible benefit, garantisce l’abbattimento dei costi per l’azienda che la sottoscrive e la massima libertà ai dipendenti che la utilizzano. Liberi di scegliere tra varie opzioni: rimborso dei libri di scuola dei figli, assistenza sanitaria integrativa, asili o baby sitter on demand. © RIPRODUZIONE RISERVATA Occasioni perse. I Giochi hanno portato più trasporto pubblico e urbanizzazione ma le emergenze sociali e economiche restano Il miracolo mancato delle Olimpiadi Maria Luisa Colledani pDopo il banchetto olimpi- co, a base di medaglie, samba, alegria e record, e turisti (in numero inferiore alle attese, per la verità), il Brasile è alle prese con fastidiose emicranie, se non proprio con un'indigestione. Il Paese, che ha ospitato primo in Sud America - i Giochi 2016, vive a temperature polari. Eppure è già estate nell'emisfero australe. I fondamentali, come negli ultimi anni, sono un rosario di segni meno, anche se in lieve miglioramento. Il Pil del 2016 dovrebbe segnare un -3,4 (meglio del -3,7% previsto a metà anno), la produzione indu- striale è sempre sott'acqua (-7,3%, ma a marzo andava peggio -11,3%), la disoccupazione è all'11,8%. Insomma, l'Olimpiade non ha fatto cambiare passo al Paese, il ritmo rimane lento, ma neppure ci si aspettava un miracolo dai cinque cerchi. È già stato un miracolo che Rio de Janeiro e il Brasile abbiano saputo garantire 16 giorni di SEGNI MENO Il Pil 2016 segnerà un -3,4%, la produzione industriale resta sott’acqua (-7,3%), mentre la disoccupazione è all’11,8% competizioni regolari, senza eventi traumatici, senza proteste nelle piazze, senza morti ammazzati nelle strade (come invece è successo poi: negli ultimi mesi sono stati uccisi tre italiani). La sintesi è del Cio, il Comitato olimpico internazionale: «Sono stati i più perfetti dei Giochi imperfetti» e pensare che, ad inizio agosto, proprio il Cio, di fronte al fallimento dello Stato federale di Rio, al villaggio olimpico da completare, aveva dovuto aprire i cordoni della borsa per dare una parvenza di normalità. Poi, dopo la cerimonia del 5 agosto, il Brasile ha risposto: né Zika, né l'inquinamento della baia di Guanabara, né la violenza hanno rovinato la festa. In cattedra è salito lo sport con i suoi eroi, Michael Phelps, Simone Biles, Usain Bolt con un Triplete da leggenda, e nessuno ha più pensato ai miliardi spesi (la cifra esatta non si saprà mai) per organizzare il banchetto olimpico. Quello sarà un confronto – doloroso, temiamo – con il quale il Brasile avrà a che fare a lungo, considerata la situazione congiunturale e visti i precedenti poco illustri di Paesi che hanno pagato per decenni l’organizzazione di un’Olimpiade (su tutti il Canada dopo Montreal 1976). Per ora i brasiliani si godono il meglio dei Giochi: a Losanna, sede del Cio, si pronuncia legacy (lascito), l'imperativo categorico delle future Olimpiadi per renderle sostenibili. A Rio sono nuove linee di trasporto pubblico (prima del 2016 solo il 18% dei carioca aveva un bus o una metro vicino a casa, ora il 63%), riurbanizzazione di aree del centro in stato di abbandono da anni (la zona portuale, in particolare), nuove strutture sportive smontate a Rio e ricollocate ai quattro angoli del Paese. «In città – dice Fabio Palma, direttore dello Ied che ha sede a Rio – si respira un’aria nuova, pur fra le tante emergenze sociali che conosciamo. La Linha AFP Vermelha della metro, il tram che va dall’aeroporto cittadino fino alla stazione dei bus hanno alleggerito il traffico in centro. Questa nuova rete favorisce fermento, l’avvio di start up creative, innovative; porta giovani in città e il porto è di nuovo vitale». L’operazione Lava Jato, la tangentopoli in salsa brasiliana, continua; la corruzione è un male endemico; lo Stato federale è al collasso; i cittadini hanno bocciato il sindaco Eduardo Paes, vero faro dei Giochi, e hanno eletto Marcelo Crivella, leader conservatore e vescovo evangelico, ma la vita continua: «L’economia creativa – conclude Palma – salverà Rio e i Giochi hanno ridato fiducia al Paese». Che forse è ancora più preziosa di milioni di real.a © RIPRODUZIONE RISERVATA I Giochi Olimpici 2016 di Rio de Janeiro. La cerimonia di apertura Brasile 23 Il Sole 24 Ore Mercoledì 21 dicembre 2016 - N. 349 Occasioni di business. Opportunità nel tessile e meccanica strumentale Continua il muro dei dazi ma il potenziale resta Cresce la domanda per imballaggi e macchine agricole Laura Cavestri pAl traino dei due principali eventi sportivi – la Coppa del Mondo del 2014 e le Olimpiadi del 2016 – la prospettiva, per le imprese, sembrava legata a una crescita dei prezzi delle materie prime cui si legavano sia una lunga lista di progetti di investimento in infrastrutture, sia un aumento della domanda di consumi interna. Ma se, ancora nel 2013 il Pil era salito del 3% rispetto all’anno prima, portando l’export italiano alla cifra record di 5 miliardi di euro, nel 2015 è bruscamente crollato al -3,8 per cento (quest’anno è ancora negativo, -3,3%, ma è previsto in crescita l’anno prossimo). Di pari passo ha fatto l’export italiano: che nel 2014 ha perso terreno (-7,6%, pari a 4,6 miliardi) e l’anno scorso ha fatto-17,5% sull’anno precedente (ovvero 3,8 miliardi). Troppo poco per un Paese che ha 200 milioni di abitanti, una classe media dai gusti emancipati e chiare origini italiane, ma – da sempre – un enorme “muro difensivo” alla frontiera: dazi tra i più alti alle importazioni di prodotti finiti. Un arrocco protezionistico a tutela dell’industria nazionale che non sembra aver portato particolari anticorpi alla manifattura locale. Dazi. Ma non solo Si tratta di una realtà stratificata. Che parte da dazi alle importazioni quasi sempre a due cifre, cui, in base alle tipologie di prodotto, spesso si sommano barriere non tariffarie (come requisiti tecnici, sanitari, ambientali, restrizioni quantitative, quote, prezzi minimi). Sul fronte dazi, negli anni, le cose non sono sostanzialmente cambiate. Si va da un’imposizione media tra il 4 e il 10% per i prodotti in pelle al 35% sull’abbigliamento. Dal 45% sui costumi da bagno al 3540% delle macchine utensili standard (che se però sono riconosciute ad alto valore aggiunto possono rientrare in un dazio minore attorno al 12-14 per cento). Particolarmente penalizzato, per altro, il legno-arredo, su cui gravano dazi che possono arrivare all’80% del valore della merce. Ma non basta. Oltre alle imposte federali, i singoli Stati decidono quelle sul valore aggiunto, che possono variare dal 4 al 25% e, oltre a generare una “guerra fiscale” tra gli Stati per attrarre investimenti, hanno effetti sui prezzi finali e quindi sulla domanda interna. Ciliegina sulla torta, da 3 anni, è in vigore anche un prelievo del 4% sulle operazioni economiche e la circolazione dei prodotti tra gli Stati brasiliani. cia, secondo per la soia e derivati, quarto per la carne suina. «C’è quindi – ha proseguito Terzulli – domanda potenziale per i nostri macchinari agricoli, alimentari e imballaggi, macchine per la lavorazione dei metalli, vetro, plastica, pietre naturali, macchine per fonderie, macchine per calzature e concerie. L’industria locale ha bisogno di trasferimenti di knowhow e di continui aggiornamen- LE PROSPETTIVE Il Brasile è il quinto maggior produttore tessile mondiale e il secondo maggior produttore e il terzo maggior consumatore di denim al mondo LO SCENARIO Made in Italy e prospettive Al netto di ciò, secondo Sace, c’è però luce in fondo al tunnel. Il Brasile è il quinto maggior produttore tessile mondiale dopo Cina, India, Stati Uniti e Pakistan; è il secondo maggior produttore e il terzo maggior consumatore di denim al mondo ed è il quarto maggior produttore di abbigliamento mondiale dopo Cina, India e Turchia. «Vi sono dunque – ha sottolineato Alessandro Terzulli, chief economist di Sace – opportunità nel settore del tessile e abbigliamento e nella meccanica strumentale. Il Brasile è inoltre un Paese ricco di materie prime». È il primo produttore mondiale di caffè e di cellulosa, secondo per etanolo, ferro e bauxite, terzo per la frutta, quinto per i cereali. È anche il primo esportatore mondiale di carne bovina e pollame, zucchero e succo d’aran- Meccanica. Ma le esportazioni sono ai livelli del 2006 Gli indici Sace Export Opportunity Index è l'indicatore elaborato da Sace che misura le potenzialità del Brasile in relazione all’export italiano. 54/100 Investment Opportunity lndex è il nuovo indicatore, sempre di Sace, che serve ad aiutare le imprese italiane ad orientare le strategie d’investimento in Brasile. Si intendono, così, i Paesi che possono rivelarsi ottimi contesti di sviluppo o piattaforme ideali per le nostre aziende Gli investimenti Il flusso d’investimenti diretti netti dall’Italia verso il Brasile nel 2015 è stato di circa 964 milioni di euro, concentrato per oltre il 30% nei servizi e nelle telecomunicazioni e per un altro 30% nel settore dei mezzi di trasporto ti delle tecnologie già esistenti, per poter aumentare la sua produttività, oltre a pezzi di ricambio o servizi post-vendita». La presenza italiana nel Paese registra oltre 900 filiali e stabilimenti produttivi operanti, ha generato occupazione per oltre 140 mila addetti e un fatturato di circa 30 miliardi. Tra le grandi società si annoverano, tra le altre, nel settore dei trasporti, il gruppo Finmeccanica, Alitalia, Azimut Benetti, Iveco, Fca; nell’alimentare e bevande Barilla, Campari, Ferrero, Lavazza; nel settore delle costruzioni, Ghella, Salini Impregilo. Nel settore energetico Enel ed Eni. Nell’occhialeria, Luxottica e Safilo. Perchè sul fronte degli investimenti diretti esteri (Ide), il Brasile, pur tra la tempesta di questi anni, rimane ancora oggi il primo beneficiario in America Latina e la quinta destinazione al mondo. Dopo il boom del 20092011, i flussi verso il Brasile sono andati rallentando nel tempo fino a raggiungere i 65 miliardi di dollari nel 2015 (nel 2011 erano 96 miliardi). I settori più attrattivi, le attività finanziarie e assicurative, l’estrattivo, le telecomunicazioni e l’automotive. Il flusso d’investimenti diretti netti dall’Italia verso il Brasile nel 2015 è stato di circa 964 milioni di euro, concentrato per oltre il 30% nei servizi e nelle telecomunicazioni e per un altro 30% nel settore dei mezzi di trasporto. «Se da una parte c’è una buona presenza delle nostre imprese – ha concluso Terzulli – dall’altra, per chi vuole affacciarsi per la prima volta nel Paese, le opportunità sono ancora tante. Bisogna però saperle cogliere e soprattutto proteggersi da eventuali rischi». © RIPRODUZIONE RISERVATA Agroalimentare. Piattaforme per lanciare i prodotti Scambi commerciali INTERSCAMBIO COMMERCIALE CON L’ITALIA Valori in milioni di euro 2009 COSA IMPORTIAMO DAL BRASILE Valori in milioni di euro 2.416 2.693 IMPORT EXPORT SALDO TASSO DI CRESCIDA DEL PIL Prezzi costanti. Var. % Ortofrutta 480 278 3,9 4 Carta/Cartone 2010 3.314 3.877 IMPORT EXPORT SALDO 563 397 Minerali/Metalli 233 2011 IMPORT EXPORT SALDO 4.148 4.782 IMPORT EXPORT SALDO 3.402 4.994 Cuoio/Pelletteria 187 634 Carne 2012 2013 1,1 2 0 -2 -4 154 11 12 13 14 3.209 5.075 IMPORT EXPORT SALDO 1.865 COSA ESPORTIAMO IN BRASILE TASSO DI DISOCCUPAZIONE Valori in milioni di euro Valori in percentuale Macchine da impiego generale 15,0 12,5 331 2014 2015 Gen/Ago 2016 15 16* 17** 1.592 3.101 4.691 IMPORT EXPORT SALDO 1.591 3.202 3.869 IMPORT EXPORT SALDO 12,5 Macchine di impiego speciale 228 2.166 2.067 5,9 Prodotti chimici e farmaceutici 667 IMPORT EXPORT SALDO 10,0 225 Autoveicoli 5,0 218 -99 7,5 (*) Stime; (**) Previsioni 11 12 13 14 15 16* 17** Fonte: Osservatorio Economico Mise Design. Si paga l’incertezza della classe media Automotive. Nel Paese il 3% dell’export del comparto Know-how italiano Nel food avanzano Arredo, ripresa Componentistica, nel settore ceramica le partnership locali prevista per il 2018 la richiesta è alta Luca Orlando pLa “saudade” questa volta è tutta nostra, o meglio delle nostre imprese. Un nostalgico rimpianto comprensibile per il Brasile che fu, non troppi anni fa peraltro, dove la meccanica tricolore incontrava un crescente successo. Lo stop dell’economia di Brasilia e la pesante svalutazione del real, rientrata solo in parte, hanno abbattuto il potere d’acquisto locale, con effetti evidenti anche per il comparto meccanico. In alcuni settori, in particolare nei macchinari, dove le commesse hanno anche valenza pluriennale, gli effetti più duri si evidenziano soprattutto ora, come testimoniato 699 milioni Primi nove mesi del 2016 Export meccanico giù del 36% con cali diffusi a più comparti dalle statistiche Istat. La voce macchinari e attrezzature, che spazia dai robot al valvolame, dai tubi ai macchinari, dai rubinetti alle presse, si conferma prima area di esportazione del nostro paese, con una quota nell’ordine del 35%, ma i valori assoluti sono oggi drasticamente ridimensionati. Per la meccanica tricolore nei primi nove mesi del 2016 le vendite oltreconfine dirette verso il Brasile si sono ridotte del 36% a quota 699 milioni di euro. Proiettando il trend a fine anno, in assenza di cambiamenti, la stima è di un mercato inferiore ai 900 milioni di euro, esattamente la metà rispetto a quanto realizzato appena nel 2014. Il che riporterebbe in valori correnti le lancette dell’export al lontano 2006 (839 milioni di vendite della meccanica) mentre tenendo conto dell’inflazione si dovrebbe tornare ancora più indietro. La crisi è pesante e dif- fusa, con drastici cali di commesse che coinvolgono ogni settore. Nelle macchine da dosatura e confezionamento il mercato dei primi nove mesi si riduce del 40%, per le macchine utensili del 55%, per gli apparati da sollevamento e movimentazione del 57%. Anche se il Brasile, gravato da pesanti dazi e ostacoli rilevanti all’export, non è mai stato l’Eldorado per la nostra meccanica, ancora pochi anni fa, nel 2013, il paese rappresentava per i nostri costruttori il 2,8% delle vendite totali, esattamente allo stesso livello della Polonia. Oggi la quota del Brasile sull’export meccanico è precipitata all’1,26% mentre la Polonia, nel frattempo (e per fortuna) ha incrementato gli acquisti di oltre il 15% e vale due volte e mezza Brasilia. Difficoltà evidenti anche per le imprese nazionali presenti in Brasile con siti produttivi, come capita al gruppo Rossini, 60 milioni di ricavi, attivo negli equipaggiamenti per macchine grafiche. «Per la domanda interna spiega il presidente Felice Rossini - è stato un anno difficilissimo. Di fatto abbiamo lavorato sulla ricambistica, perché il mercato delle macchine grafiche è completamente fermo. Noi ce la siamo cavata anche grazie all’export, con qualche ordine in arrivo da paesi vicini come Argentina, Cile o Colombia». Il fondo, tuttavia, potrebbe essere vicino e per alcune imprese le commesse stanno ripartendo, ad esempio nei macchinari per ceramica. «Abbiamo nuove commesse in arrivo - spiega l’ad di Siti B&T Fabio Tarozzi e in generale mi pare che nel paese il peggio sia alle spalle. Alcuni investitori stranieri hanno rilevato aziende, che ristrutturano inserendo nuove tecnologie. Noi stessi stiamo rilanciando in Brasile con una nuova sede, anche produttiva». © RIPRODUZIONE RISERVATA Emanuele Scarci pSi sgonfia il miraggio del Brasile. Il nuovo grande mercato per l’agroalimentare italiano non ha retto ai colpi della crisi, ma rimane un Paese con oltre 200 milioni di consumatori. Secondo i dati elaborati dall’ufficio studi di Federalimentare, nei primi nove mesi del 2016 l’export tricolore è scivolato del 12,5% a 110 milioni mentre l’import dal Brasile ha tenuto, consolidandosi a 768 milioni, appena il 3% in meno. Il saldo commerciale è rimasto in profondo rosso per la bilancia agroalimentare italiana: 665 milioni. L’import tricolore è molto focalizzato sulle materie prime, e in particolare sul caffè che -12,5% Scivolone Il calo dell’export verso il Brasile nei primi nove mesi del 2016 rappresenta metà del valore complessivo: 330 milioni (-16%, nonostante le scorte di caffè siano ai minimi dal 2011). Ma anche i semi oleosi e le carni fanno la parte del leone con, rispettivamente, 176 milioni (+62%) e 123 milioni (-9,5%). L’export italiano è invece inciampato sul vino (-15% a 18 milioni), la pasta (-9% a 16 milioni) e il dolciario (-49% a 10 milioni). Federalimentare lega la recessione brasiliana anche alla profonda depressione dei prezzi delle materie prime, fondamentali per molti Paesi in via di sviluppo. In effetti l’export verso Brasilia è sempre stato modesto, ma, con il boom dei Paesi Bric, diverse imprese si erano convinte a puntarci, cercando un partner per la distribuzione, o addiritturaainvestiredirettamentesuimprese locali. Come, per esempio, avevano progettato Barilla e Granarolo. Il gigante della pasta e del dolciario continua il lavoro di penetrazione con l’export e mediante partnership locali mentre Granarolo, la scorsa primavera, ha acquisito la società brasiliana Yema distribuidora de alimentos, specializzata nella produzione e distribuzione di caseari, con due stabilimenti e 12 milioni di ricavi. A 9 mesi dall’investimento qual è il giudizio di Granarolo? «Sapevamo delle difficoltà del Brasile - risponde il presidente Gianpiero Calzolari ed è per questo che ci siamo insediati nell’area di San Paolo, a forte concentrazione urbana, dove abbiamo trovato un partner estremamente pro-attivo. Nonostante tutto però siamo ottimisti e contiamo di arrivare a 21 milioni di ricavi entro il 2019. Senza escludere altre acquisizioni in Brasile». L’export di caseari italiani è quasi inesistente (5 milioni nel 2015) mainBrasileoperailgruppoParmalat (controllata da Lactalis) con 17 stabilimenti e 1.300 addetti; nel 2016 ha acquisito altre società consolidando le quote di mercato in un Paese dove, nei primi 9 mesi dell’anno, continua ad essere in recessione, ma si cominciano a vedere segnali positivi che ha spinto alla ripresa della valuta locale, dopo il forte deprezzamento del 2015. La produzione di latte si è ridotta, -3% nel 2016, che segue il -2,9% del 2015: il forte deprezzamento della valuta locale ha fatto scattare i prezzi dei mangimi che hanno costretto gli allevatori a ridurre la dimensione degli allevamenti, con riduzione di produzione e aumento del costo del latte. «Sì, è vero, in questa fase sottolinea Calzolari - ci sono difficoltà sul reperimento della materia prima latte e i prezzi sono in crescita. Questo però non impedisce di realizzare il nostro modello di business: produrre in Brasile prodotti locali, realizzando una piattaforma per il Sudamerica per i nostri prodotti tipici. Rivolti a una comunità di 25 milioni di consumatori di origine italiana». © RIPRODUZIONE RISERVATA Giovanna Mancini pFino a un paio di anni il Brasile era una meta irrinunciablie per i marchi del design made in Italy, perlomeno di quelli posizionati sull’alto di gamma. Difficile certo – perché dazi sulle importazioni fino all’80% vogliono dire “confinare” i prodotti del legno-arredo made in Italy alla fascia del lusso – ma irrinunciabile. Affinità di gusti, presenza di architetti e designer in stretto contatto con le imprese italiane, una classe media e colta in rapida crescita: tutto questo ha spinto le aziende di arredamento a investire in questo Paese. Alcune di esse, dopo aver aperto negozi e showroom nelle vie principali di San Paolo, Rio de Janeiro, Santos 80% Il freno dei dazi I dazi sull’import di arredo dalla Ue arrivano fino all’80% o Salvador de Bahia, cominciavanoanchearagionaresullapossibilità di aprire stabilimenti in loco, per aggirare il problema delle tariffe doganali in entrata. Oggilasituazioneècambiatae tra gli imprenditori italiani prevale la cautela: la crisi politica ed economica del Paese ha impoverito la classe media e creato un’incertezza generale che colpisce anche i consumi di design made in Italy. Secondo il centro studi di FederlegnoArredo, in due anni le vendite di mobili italiani in Brasile si sono quasi dimezzate, invertendo il trend di crescita che aveva invece caratterizzato le esportazioni dal 2009 al 2014. Dai 17,6 milioni di euro di sette anni fa, nel 2014 l’export ha raggiunto i 48 milioni. Un record rapidamente perduto: il 2015 ha chiuso con esportazioni per 38,4 milioni, in ulteriore discesa quest’anno, con vendite per 22,06% tra gennaio e settembre (-25,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). È chiaro che il problema non sono (solo) i dazi, già esistenti negli anni in cui le vendite correvano, quanto la crisi economica. Anche se, spiega l’economista Enrico Cietta di Diomedea, società di consulenza per le aziende italiane in Brasile, «la crisi del mercato brasiliano è istituzionale e politica, prima che economica». Una crisi che ha colpito soprattutto la classe media e non a caso il Governo ha varato di recente alcune misure per sostenere questa parte della popolazione, soprattutto nell’accesso al credito per la casa. Gli effetti di ciò sulle importazioni in Brasile di arredamento italiano non saranno tuttavia immediati, prevede Cietta: «la classe di reddito più alta non è stata frenata dalla crisi economica, quanto dall’incertezza. Per questo, anche se una ripresa è prevista nel 20172018, la riattivazione completa dei consumi dell’arredamento italiano in Brasile potrebbe avvenire con un certo ritardo e solo alla fine del 2018». Il Brasile resta però un mercato su cui non si può non essere presenti, anche se per il momento può essere più strategico mantenere le posizioni che investire per rafforzare la propria presenza. Ne è convinto Giulio Cappellini, designer e imprenditore che con l’azienda di famiglia (parte del Poltrona Frau Group), da anni frequenta questo Paese: «I dazi elevati e la crisi sono sicuramente un problema che ha frenato il mercato in questi ultimi due anni – ammette –. Ma il Brasile è talmente grande e popoloso che le persone in grado di acquistare design made in Italy ci sono». Una strategia – osserva – potrebbe essere avviare in loco piccole produzioni: «Noi ci stiamo pensando, con una selezione di prodotti che qui potrebbero avere maggiore mercato – spiega –. Ma si tratta di un processo lungo perché è essenziale trovare produttori e partner di elevata capacità e qualità. © RIPRODUZIONE RISERVATA Filomena Greco pIrischidiunpaesechestaregi- strando cali importanti nella produzione e nel mercato automotive. Le opportunità di una realtà che assorbe il 75% dell’export di componentistica made in Italy diretta al Sudamerica. Se l’interscambio di veicoli e automobili con il Brasile è irrisorio, i componentistiitalianihannoesportatoin Brasile prodotti per un valore complessivo pari a 570 milioni di euro, il 3% delle esportazioni del comparto, circa i tre quarti dell’export verso l’intero Sud America, con una bilancia commerciale in positivo per oltre 470 milioni. «Quellobrasilianoèunodeipiù consistenti mercati al mondo per il comparto automotive e rappre- 570 milioni Il valore dell’export Della componentistica automotive italiana in Brasile senta una scelta strategica – sottolinea Giuseppe Barile, presidente del Gruppo Componenti Anfia, associazione nazionale delle imprese della filiera Automotive – per le aziende del settore che intendano internazionalizzare investendo direttamente nel paese. Nonostante stia attraversando un periodo di crisi, la presenza sul mercato brasiliano di quasi tutti i costruttori e, contemporaneamente, l’applicazione di elevate barriere commerciali all’import, rendonolalocalizzazioneproduttiva un elemento strategico per guadagnarequotedimercato».La presenza di Fiat Chrysler in Brasile, con due stabilimenti operativi, rappresenta un elemento chiave per i principali gruppi della componentistica italiana, da Brembo a Fiamm,manelpaesesonopresentiancherealtàpiùdinicchia,come FocacciaGroup,aziendadiCervia attiva nell’allestimento di veicoli speciali e nella produzione di componentisticaperleautodesti- nate a forze dell’ordine e al trasportodeidisabili,con21milionidi fatturato e 150 addetti 30 dei quali inSudamerica.«DopolaSvizzera, il Brasile ha rappresentato la nostra seconda sede produttiva all’estero, grazie ad una joint-ventureconunoperatorelocale»spiega il responsabile dell’azienda Riccardo Focaccia. La situazione nel paese è complicata, afferma, «ma il mercato c’è, in un anno abbiamo raggiunto il milione di fatturato conallestimentisullevetturedella polizia locale». Tornando ai numeri del Brasile, il paese ha registrato nel 2015 unafortecontrazionedellaproduzione di autoveicoli (2,4 milioni di unità, in calo del 22,8% rispetto al 2014), un trend che caratterizza ancheil2016,conipriminovemesi dell’anno che fanno segnare una produzione a quota 1,56 milioni di unità, il 17,9% in meno rispetto all’anno prima. Il calo nella produzionediautoveicoliinBrasileèdovuto soprattutto alla contrazione nella domanda interna, con un mercatoaquota2,57milionidiunità l’anno scorso, meno 26,6% rispetto all’anno prima. Le elevate barriere commerciali esistenti nel paese rendono le imprese fortemente dipendenti dal mercato interno, un fattore al momento limitanteperilBrasile.Cheperòvanta, tralesuepeculiarità,unasignificativa quota di mercato detenuta da veicolialimentatiabenzinaedetanolo. Una opportunità importante per aziende che hanno investito su questa tecnologia. È il caso del Gruppo Mossi e Ghisolfi che proprio in Brasile ha progettato il primo stabilimento di produzione con tecnologia Proesa e che oggi è in trattativa, attraverso le sue controllate Beta Renewables e Biochemtex «con diverse aziende locali - dice una nota - interessate a produrre bioetanolo di seconda generazioneapartiredabiomassa lignocellulosica grazie alla tecnologia proprietaria innovativa, sviluppata in Italia, che consente un aumentoproduttivodicircail30% di bioetanolo per ogni ettaro coltivato con canna da zucchero». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Sole 24 Ore Mercoledì 21 Dicembre 2016 - N. 349 24 CONTOsuIBL IL CONTO DEPOSITO CHE RENDE PER DAVVERO. L'OFFERTA SCADE IL 31/12/2016 Libero OFFERTA VALIDA PER I NUOVI CLIENTI FINO AL 31/12/2016. TASSO LORDO GARANTITO FINO AL 30/06/2017. Vincolato RENDIMENTO ANNUO LORDO SULLE SOMME VINCOLATE PER 36 MESI, CON INTERESSI TRIMESTRALI. 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Per conoscere l’ubicazione degli oltre 1.200 sportelli automatici delle banche aderenti al circuito WeCash sul territorio nazionale si invita a consultare il sito wecash.it Politica e società 25 Il Sole 24 Ore Mercoledì 21 Dicembre 2016 - N. 349 Il dilemma che agiterà il 2017: referendum sul lavoro o legge elettorale N el calendario parlamentare del prossimo anno sono già cerchiati in rosso due appuntamenti, due “patate bollenti” per i partiti. La prima è la legge elettorale che sarà discussa dopo la sentenza della Consulta – il 24 gennaio - e che sarà il fattore decisivo per determinare la data del voto e quindi il “destino” del 2017. La seconda è il referendum sul Jobs act: anche su questo dovrà esprimersi la Corte (l’11 gennaio) e pure questa decisione condizionerà la scadenza della legislatura perché – come ha detto il ministro Poletti – se si va alle urne si potrà rinviare un test popolare molto temuto da Governo e Pd. Test che appare a maggior ragione a ri- POLITICA 2.0 Economia & Società di Lina Palmerini 40% Soglia fissata dall’Italicum per il ballottaggio Il meccanismo è uno dei punti della legge elettorale su cui dovrà esprimersi la Consulta schio dopo l’altra gaffe del ministro del Lavoro sui giovani, di cui dovrà riferire al Senato il 10 gennaio, data decisa ieri. «Conosco chi è andato via e sta bene dove sta, l’Italia non soffrirà a non averli più tra i piedi», questa è la frase “incriminata” di Poletti sui ragazzi che emigrano e mai parole così sciatte si sarebbero potute ascoltare in anni in cui il lavoro era il cuore della politica. È da un po’, invece, che i governi trattano il dossier-welfare come fosse il Mattarellum o il Consultellum: una corsa alle regole senza un’analisi sociale e uno spessore culturale, un terreno arato solo dal punto di vista normativo. La sensazione è che negli ultimi anni, il lavoro sia diventato uno dei luoghi di applicazione del cosiddetto “vincolo esterno”, cioè della necessità di adeguarsi a uno standard legislativo europeo, a quei suggerimenti scritti nella lettera della Bce del 2011. Si può discutere se sia una linea teorica giusta o sbagliata – e per molti è giusta – ma questo ha trasformato una materia viva come il lavoro in un campo arido. Un recinto di leggi e numeri, di cavilli statistici mentre in molte parti d’Italia si aprivano conflitti salariali su 5 euro all’ora per giovani precari. E tanto più si apriranno nuovi fronti in un momento in cui globalizzazione e rivoluzione digitale stanno travolgendo mestieri e professioni livellando Caos Roma. La sindaca sul suo fedelissimo arrestato: «Marra non mi ricattava, non temo ciò che dirà ai magistrati» No dei revisori al bilancio, altra grana per Raggi «Spazi di finanza non sufficienti» - Ora il preventivo triennale dovrà essere modificato Andrea Marini Manuela Perrone IMAGOECONOMICA pNon c’è pace per la giunta Rag- gi. Ieri è arrivata una ulteriore tegola: l’Oref, l’Organo di revisione economico-finanziaria del Comune, ha dato parere non favorevole alla proposta di bilancio di previsione del Campidoglio per il 2017-2019. La notizia è arrivata proprio quando l’iter di approvazione della manovra si stava avviando a conclusione: dopoilvialiberadellagiunta(ametà novembre)edellacommissioneBilancio (la scorsa settimana) l’obiettivo del M5S era quello di avere l’ok definitivo dell’Aula entro il 31 dicembre. Un colpo inaspettato, che ha lasciato di sasso la sindaca e l’assessore al Bilancio Andrea Mazzillo. Perché con lo stop dell’Oref l’iter dovrà ricominciare, con una nuova delibera di giunta. Il Campidoglio ha comunque tempo fino al 28 febbraioprimachescattil’iterdelcommissariamento. LagiornataerainiziataconRaggi che aveva annunciato l’avvio di verifiche sugli atti dell’ex direttore del personale Raffaele Marra, interrogato ieri in carcere dai pm. «Non temo né le parole di Marra né l’esposto di Raineri», l’ex capo di gabinetto, ha aggiunto la sindaca. Nel pomeriggio, poi, dopo una sospensione di quasi 4 ore, in Assemblea il presidente M5S Marcel- Sindaca di Roma. Virginia Raggi L’ITER DEL BILANCIO Ok della Giunta A metà novembre la Giunta Raggi aveva approvato lo schema del bilancio di previsione del Comune di Roma per il 20172019 Il parere dei revisori Proprio quando il bilancio era giunto in Assemblea per l’ok definitivo, è arrivato lo stop dei revisori : ora servirà una nuova delibera di giunta lo De Vito ha comunicato la bocciaturadell’Oref,primavoltaperunbilancio previsionale. I revisori nei loro rilievi non hanno indicato cifre. Tuttavia le conclusioni sono chiare: è «necessario un incremento nell’arco del triennio degli stanziamenti del fondo passivitàpotenziali»esonoritenuti «non conseguibili i saldi di finanza pubblica previsti». «Riguardo le entrate – prosegue l’Oref – non si riscontra un adeguato e specifico programma di recupero delle entrate tributarie e patrimoniali. Inoltre non trovano riscontro le raccomandazioni del ministero dell’Economia e le previsioni del piano di rientro in riferimento alla razionalizzazione e/o alienazione delle partecipazioni in società che non svolgono attività per il raggiungimento di fini istituzionali». I revisori «ribadiscono la necessità di effettuare, a cadenze trimestrali, la verifica delle entrate per recupero di evasione tributaria, Imu, Tasi, Tari, trasferimenti di enti o privati, contributo per rilascio permesso di costruire, sanzioni per contravvenzione al codice della strada, dividendi da società partecipate». L’organo di revisione «ritiene non sufficienti gli spazi di finanza pubblica necessari al rispetto dell’equilibrio finanziario», con «una non corretta previsione degli ingenti e imminentioneriderivantidaidebiti fuori bilancio, dalle passività derivanti dalla gestione delle partecipate, dalla realizzazione della linea metropolitana C e dell’ammodernamento di quelle esistenti». In serata è arrivata la reazione di Mazzillo: «Valuteremo le prescrizioni e le osservazioni dell’Oref, in modo che la giunta possa adottare alpiùprestounnuovoschemadibilancio. I revisori sono stati particolarmente rigorosi e noi vogliamo raccogliere questa sfida». L’assessore non ha però rinunciato a far notare che «analoghi rilievi effettuatidall’Orefinpassatononhanno maiprodottoparerinegativielevalutazioni espresse oggi sono riferibili non al bilancio corrente ma a criticità ereditate dalle passate amministrazioni». All’attacco l’opposizione: «Non era mai successo, è una bocciatura clamorosa», ha sottolineato la capogruppo Pd Michela Di Biase. «Un mese senza assessore al Bilancio, ricambio ai vertici della Ragioneria e incapacità di gestire i rapporti con l’Oref: questo è il risultato», ha aggiunto Valeria Baglio, consigliera Pd. Stefano Fassina di Si-Sel, si è appellato a Beppe Grillo: «Valuti se ci sono le condizioni per proseguire». Fdi-An con Fabrizio Ghera ha invocato le dimissioni di Raggi. Scarpellini ammette: «Ho dato i soldi a Marra perché era dirigente» Ivan Cimmarusti re la verità. Quella tangente da 367mila euro data dall’imprenditore edile Sergio Scarpellini al dirigente di Roma, Raffaele Marra, doveva «passare come un prestito». Incastrato dalle intercettazioni ambientali, il palazzinaro ha ammesso: Volevo una persona al ComunediRoma»e«hodatoisoldi a Marra perché è un dirigente». Ruoterebbe attorno a una presunta questione di «potere» la mazzetta che nel 2013 Scarpellini concede a Marra, denaro passato con due assegni circolari usati per acquistare un appartamento di proprietà dell'Enasarco nel quartiere Prati Fiscali, a Roma. I due sono stati sottoposti a interrogatorio di garanzia dal sostituto procuratore Barbara Zuin e dal procuratore aggiunto Paolo Ielo. Dopo l’iniziale esitazione, Scarpellini ha vuotato il sacco. Ha raccontato che aveva necessità che qualcuno, «nell’Amministrazione», tutelasse i suoi interessi. Qualcuno che avesse potere. In un primo momento sia Marra sia Scarpellini avrebbero negato la corruzione. Entrambi avrebbero assicurato che quel denaro era «un prestito». Tuttavia gli inquirenti hanno contestato esclusivamente all’imprenditore edile una intercettazione ambientale OGGI MURARO INTERROGATA Oggi l’interrogatorio dell’ex assessore all’Ambiente Muraro Aperto un fascicolo per la nomina di Renato Marra alla direzione Turismo registrata nel suo ufficio. Una discussione di Scarpellini con la propria segretaria, in cui quest’ultima affermerebbe: «Ricorda di dire che quel denaro è un prestito». È stato allora che il palazzinaro ha ammesso la corruzione. Un’ammissione di colpevolezza che ora rischia di far precipitare ulteriormente la posizione di Marra, il quale fino alla fine ha negato che quel denaro fosse una tangente. La posizione dell’ex braccio destro della Raggi potrebbe presto aggravarsi ulteriormente. La Procura, infatti, ha un secondo procedimento. Un fascicolo senza indagati né ipotesi di reato è stato aperto sulla base dell’esposto di Codacons, che chiede una «verifica approfondita della procedura che avrebbe condotto Renato Marra, fratello del capo del personale del Comune di Roma Raffaele Marra, al vertice della neonata Direzione del Turismo». Stando alla denuncia, sulla quale i magistrati stanno cercando di fare chiarezza, dietro questa assunzione ci potrebbero essere presunti «profili di illegittimità», come fa notare la denuncia a firma dell’avvocato Giuseppe Ursini, del collegio di presidenza dell’associazione. In particolare - è la loro ipotesi - si «potrebbe delineare non solo la violazione dell’articolo 7 del Codice di Comportamen- Gianni Trovati Rilievi da accogliere, non è più tempo di altri rinvii R to dei dipendenti pubblici («il dipendente si astiene dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado»), ma anche responsabilità penalmente rilevanti, quali il reato di abuso d’ufficio». Oggi invece è previsto l’interrogatorio dell’ex assessore all’Ambiente, Paola Muraro, iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di violazione del Testo unico in materia ambientale. L’imputazione fa riferimento alla sua precedente carica di consulente Ama, la municipalizzata dei rifiuti di Roma, con delega Aia (Autorizzazione integrata ambientale) degli impianti Tmb (Trattamento meccanico biologico) a Rocca Cencia e in via Salaria, nella Capitale. La posizione dell’ex assessore, però, è al centro di ulteriori verifiche per le sue presunte ingerenze in Ama. In particolare i magistrati stanno svolgendo accertamenti sulla procedura di approvazione della nuova Macrostruttura della municipalizzata, un restyling aziendale che sarebbe stato fatto con presunte pressioni sulla dirigenza. egole alla mano, la bocciatura decisa dai revisori dei conti per il preventivo del Campidoglio non è definitiva. La giunta, spiega l’articolo 239 del testo unico degli enti locali, può anche decidere di non accogliere le obiezioni dei controllori, a patto che sia in grado di «motivare adeguatamente» questa scelta. E qui arrivano i problemi. A leggere il referto dei professionisti, per rispettare il pareggio di bilancio nel 2017 al Campidoglio servono due miracoli. Bisogna far impennare le entrate, tra l’altro spesso una tantum, anche con una lotta all’evasione di cui non si intravede lo «specifico e adeguato programma di recupero» più volte invocato senza successo dai revisori. E nelle uscite bisogna evitare sorprese dalle tante pentole in ebollizione rappresentate dai debiti fuori bilancio, dalla pioggia di ricorsi che pendono sul Campidoglio e dalle garanzie rilasciate negli anni scorsi nell’operazione sui «punti verde qualità», vera e propria summa di come non si devono gestire i soldi di una comunità. Proprio quest’ultima operazione, nata nel lontano 1995 per creare centri sportivi e ricreativi nelle periferie e trasformatasi di giunta in giunta in una generosa concessione di garanzie pubbliche senza controllo, mostra però che anche molte opposizioni, negli anni scorsi al governo della Capitale, non hanno esattamente le carte in regola per fare lezioni. Più della polemica politica, allora, sarà il caso di ascoltare le parole dei revisori, abbandonando l’idea di puntellare un bilancio con il fiato corto mentre strade, trasporti ed edifici pubblici della Capitale spiegano fin troppo chiaramente che il tempo dei rinvii è scaduto. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Il presunto voto di scambio. Per avere l'elenco dei sindaci presenti all'incontro nella campagna per il referendum Caso De Luca, blitz Gdf in regione Campania pInduzione al voto di scambio. È l’ipotesi di reato per il governatore Vincenzo De Luca a cui lavora l’inchiesta della Procura di Napoli che ieri ha inviato la Guardia di Finanza nella sede della Regione Campania per acquisire l’elenco dei sindaci che parteciparono all’incontro durante la campagna per il sì alla riforma. Si tratta dell’incontro con oltre 300 sindaci della Campania che si svolse all’Hotel Ramada durante il quale De Luca invitò con un linguaggio colorito ad impegnarsi attivamente per il voto. Per quell’audio pubblicato dal Fatto quo- tidiano De Luca è stato iscritto nei giorni scorsi nel registro degli indagati della procura partenopea per l’ipotesi di induzione al voto di scambio. La Finanza ha eseguito un provvedimento firmato dal pm Stefania Buda, titolare dell’inchiesta, coordinata L’ESITO DELLE VERIFICHE I finanzieri non avrebbero trovato la lista dei nomi e per questo il Pm avrebbe ascoltato quattro membri dello staff del governatore dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Gli inquirenti intendono individuare i sindaci che parteciparono all’incontro per poter poi eventualmente verificare se vi siano state promesse e pressioni per convincerli a impegnarsi nella campagna referendaria per il sì. A quanto si è appreso, il blitz dei finanzieri è stato infruttuoso: negli uffici della Regione non era custodito infatti alcun elenco. Per tale motivo il pm ieri ha ascoltato, in qualità di persone informate dei fatti, quattro esponenti dello staff del governatore. In un primo momento il fascicolo - contenente anche una denuncia presentata dal consigliere regionale del M5s Valeria Ciarambino - era stato registrato al modello 45 tra le notizie di fatti non costituenti reato. In seguito il fascicolo è stato trasmesso al modello 21, con l’iscrizione di De Luca nel registro degli indagati: un passaggio tecnico - spiegarono gli inquirenti - necessario per poter procedere all’interrogatorio di alcuni testimoni. «Blitz e contro blitz non mi fanno né caldo né freddo», è stato ieri il commento di De Luca. © RIPRODUZIONE RISERVATA VATILEAKS Papa dà libertà condizionale a Vallejo Balda pPapa Francesco ieri ha concesso la libertà condizionale a monsignor Vallejo Balda, già segretario della Prefettura per gli Affari economici, che stava scontando nella caserma della Gendarmeria la sua pena detentiva. Il prelato era stato coinvolto e condannato nel caso Vatileaks II. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA APPROFONDIMENTO ONLINE «Politica 2.0 - Economia & Società» di Lina Palmerini www.ilsole24ore.com Sala ritorna in Comune: «Sono certo di essere innocente» Sara Monaci pDopo5giornidiautosospensio- L’ANALISI re un’altra debacle di consensi sarà quella che - in modo un po’ sprovveduto - ha detto il ministro Poletti: fare un accordo sulla legge elettorale e andare al voto anticipato per evitare il referendum. Se quindi la Consulta darà il via libera ai quesiti, il paradosso sarà che si sentirà parlare ancora più di legge elettorale per correre a elezioni ed evitare un dibattito pubblico sul lavoro. Che è diventata la spina nel fianco del Pd. Milano. Dopo l’autosospensione per l’accusa di falso nell’inchiesta sulla piastra di Expo MILANO L’inchiesta. Per i Pm l’ex braccio destro di Raggi e il costruttore si sarebbero messi d’accordo per definire la tangente un «prestito» pUn «accordo» per nasconde- con il criterio della precarietà lavori intellettuali e colletti blu, senza più riparo per nessuno. Né basterà la ricetta del reddito di cittadinanza dei 5 Stelle a un mondo che richiede percorsi formativi nuovi, un ripensamento dei modelli d’impresa e non solo sussidi e assistenza. I più giovani hanno già punito Matteo Renzi – come ha lui stesso ammesso – bocciando la sua riforma costituzionale ma quell’ascolto che il leader del Pd ha promesso appare complicato. Soprattutto dopo aver scelto come interlocutori del mondo giovanile due ministri – all’Istruzione e al Lavoro – protagonisti di una gaffe dopo l’altra. Alla fine, l’unica strategia per evita- ne,dopoaversaputodiessereindagato dalla Procura generale, il sindaco di Milano Giuseppe Sala rientraalsuoposto.Lohaannunciatoieri usando un canale insolito: una lettera sul suo profilo Facebook indirizzataatuttiicittadini. Per gli aspetti formali si dovrà aspettareoggipomeriggio,quando parlerà in consiglio comunale a PalazzoMarino,doveripartiràapieno regime l’attività con la giunta che finora lo ha sostenuto, insieme alla maggioranzadicentrosinistra. Lalettera Scrive Sala: «Ho scelto una via diversa, irrituale. Ho deciso di autosospendermi poiché su un punto non si può transigere: un professionista, un uomo d’azienda e, tanto più, un amministratore pubblico hanno nell’integrità morale l’elemento insostituibile della propria credibilità. Ne va della dignità personale e della concreta possibilità di agire nell’esclusivo interesse dei cittadini». Quanto alle indagini, il sindaco spiega di aver parlato tramite il suo legale con la Procura generale, che lo accusa di falso ideologico e materiale per l’appalto del 2012 per la piastra di servizi di Expo, quando era amministratore delegato. Ringrazia dunque di aver fatto verifiche che «hanno chiarito sufficientemente il merito dell’indagine e l’inesistenza di altri capi di imputazione». E per questo torna a fare il sindaco. Nessuna nota ufficiale, nemmeno dall’ufficio comunicazione di Palazzo Marino. Ieri Sala ha usato solo le vie ufficiose. E del resto anche lo strumento dell’autosospensione è stato pionieristico: tecnicamente non esiste, formalmente si tratta di “assenza tempo- ranea”. È stato adottato in modo simbolico, senza chiari contorni istituzionali, per dare un’immagine di trasparenza, dopo aver appresodiessereindagatodallaProcurageneraleperfalsoideologico e materiale nell’inchiesta avviata nel 2014 sull’appalto per la piastra dei servizi di Expo, di cui era all’epoca amministratore delegato (e in seguito commissario unico). La scelta è stata invece criticata dalle opposizioni per essere una formula poco chiara, e ritenuta un «ricattoallamagistratura»dalleaderdi“Energieperl’Italia”Stefano Parisi,suoavversarioalleammini- VERIFICHE IN PROCURA Oggi la relazione al consiglio: «Le verifiche hanno chiarito l’inesistenza di altri capi di imputazione» strative,cheperòierisièdettocontento del suo rientro. L’autosospensione ha invece rafforzato il sindaco all’interno della sua area di riferimento politico, visto che nessuno-dalPdfinoaSel-havacillato di fronte alle accuse degli inquirenti, invitando il sindaco a rientrare a Palazzo Marino. Sala su Facebook ha spiegato di non voler dare una risposta «normaleescontata»,epolemicamente ha sottolineato che non è normale che il sindaco di Milano apprenda di un’indagine dalla stampa. «Non posso negare il mio stupore nell’aver appreso la notizia dalla stampa. Mi direte, non è certo la prima volta. Vero, ciò nondimeno dobbiamotuttiinsiemefareunosforzo per non considerare la cosa “normale”.NonloèseriguardauncittadinoenonloèseriguardailSindaco diMilano,conleresponsabilitàche porta verso la collettività». Leindagini L’inchiesta in Procura generale intanto prosegue. L’accusa nei confronti di Sala è di aver retrodatato due verbali per permettere la sostituzione rapida di due membri della commissione appaltatrice. Non è tuttavia scontato che ci sarà una proroga delle attività di indagine di altri6mesi. L’inchiesta è stata sfilata dalla Procura generale alla Procura della Repubblica, che invece avrebbe voluto l’archiviazione non ravvisando il dolo. Ora, dopo un primo mese di indagine, il gip deve decidere se concedere o menoulterioretempoagliinquirenti. Altri indagati hanno deciso di chiedereunostopallarevoca.L’avvocatoLucaTroyer,difensoredell’ex manager di Expo Angelo Paris ha chiesto al gip Lucio Marcantonio di rigettare l’istanza avanzata dalla Procura generale. Anche lui, che ha già patteggiato all’interno di un altro filone di inchiesta su Expo, è indagato nella vicenda dell’appaltoperlapiastradeiservizi,insieme al manager Antonio Acerbo (che ha anche lui patteggiato). La decisione del gip è attesa per la prima settimana di gennaio. Il sindaco Sala ha intanto spiegato di rispettare le indagini. E dice: «Non ho alcun motivo di polemizzare con la magistratura, di cui rispettoillavoro,tantoessenzialenel funzionamento di un sistema democratico. Né ho motivo di lamentarmi per le inchieste che riguardano Expo 2015. Io ho sempre agito nell’unicointeressediportareExpo 2015 al successo, con tutte le opere pronte il giorno dell’inaugurazione». Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha chiamato il sindaco esprimendo apprezzamento perladecisioneditornarealavoro. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’agenda. A inizio anno anche la delibera sulla cessione del 4% di A2a dal comune di Brescia Dalla sicurezza al bilancio, i dossier urgenti per il sindaco MILANO pIeri il sindaco Giuseppe Sala è tornato a Palazzo Marino, per una riunione con i suoi assessori e per avere un riepilogo delle questioni urgenti da affrontare entro il 31 dicembre. La questione sicurezza, dopo i fatti drammatici di Berlino, torna una priorità per i prossimi giorni anche per Milano. Poi sul tavolo ci sono anche il bilancio previsionale 2017 e il voto in consiglio comunale per la riqualificazione urbanistica dell’area di Cascina Merlata, vicina al sito di Expo. Il primo incontro è stato con il prefetto di Milano Alessandro Marangoni e con l’assessora alla Sicurezza Carmela Rozza, a cui ha partecipato anche il console tedesco Peter von Wesendonk. Nei prossimi 15 giorni si dovranno garantire misure di sicurezza antiterroristiche e al tempo stesso il normale decorrere delle festività, con tanta gente che si riversa nelle strade del centro della città. Ci sono 800 uomini dell’esercito a Milano, che in questo periodo verranno riorganizzati e concentrati nelle vie principali. Nelle zone delle passeggiate e dei mercati natalizi ci saranno delle barriere per evitare che entrino camion o auto tra le persone. Inoltre aumenteranno i pattugliamenti nelle vie adiacenti a piazza Duomo. Allerta particolarmente alta durante la notte di Capodanno, per il concerto in piazza. Il bilancio previsionale del Comune, su cui si è appena iniziato a discutere, verrà probabilmente redatto negli ultimi giorni di dicembre. Ci sarà una delibera di giunta, che poi dovrà iniziare l’iter in consiglio comunale. È il primo vero bilancio che porterà la firma di Giuseppe Sala sindaco e del suo assessore al Bilancio Roberto Tasca. Infine: in questi giorni ci sarà il voto in consiglio sulla riqualificazione dell’area di Cascina Merlata, a Nord Ovest della città, dove c’è un progetto di costruzione di abitazioni libere e in housing sociale da realizzare nei prossimi dieci anni, per un miliardo di euro di investimenti. La delibera ha già superato l’ostacolo degli emendamenti, ma ora deve essere votata definitivamente entro il 24 dicembre, prima che il documento scada. A inizio anno verrà infine valutata la delibera sulla cessione del 4% della multiutility A2a da parte del Comune di Brescia, che insieme a Milano è l’azionista di controllo. Anche Palazzo Marino deve dare l’ok all’operazione. «SISTEMA TANGENTI» E il Pm chiede il commissariamento di Fiera Milano pIlPmdiMilanoPaoloStorari S.Mo. ha chiesto il commissariamento ditutteleattivitàdiFieraMilano, non solo della partecipata Nolostand, già commissariata pochi mesi fa a seguito di un’indagine sulle infiltrazioni criminali sugli allestimenti di alcuni padiglioni di Expo. Dopo le indagini ci sono state 11 misure di custodia cautelare, tra cui quelle nei confronti di Giuseppe Nastasi e Liborio Pace, legati alle famiglie siciliane di Pietraperzia e Partanna, che con il consorzio Dominus erano riusciti ad accaparrarsi i subappalti della Nolostand. Secondo il pm l’amministrazione giudiziale disposta nei mesi scorsi non è riuscita ad azzerare la contaminazione delle infiltrazioni e si sospetta un sistema di tangenti negli appalti. Per questo ha chiesto la sostituzione del cda sia di Fiera Milano che di Nolostand. La richiesta è stata formulata in mattinata davanti al Tribunale di Sorveglianza che ha, nel frattempo, concesso la proroga di sei mesi per il commissariamento di Nolostand. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 26 Politica e società Il Sole 24 Ore Mercoledì 21 Dicembre 2016 - N. 349 Quirinale. Il capo dello Stato allo scambio di auguri con le istituzioni - «No all’odio nella dialettica politica» Il «freno» di Mattarella al voto «Serve prima una riforma omogenea e con ampio consenso» - Pieni poteri al Governo Sistema di voto. Salvini insorge: basta un mese e mezzo per il Mattarellum Asse Pd-M5S-Fi, slitta la legge elettorale Berlusconi: ritorno al proporzionale Emilia Patta Lina Palmerini pUn appuntamento tradizio- nale, quello dello scambio di auguri con le alte cariche, ma il discorso di ieri di Sergio Mattarella è stato tutt’altro che rituale. Perché alla formalità dell’occasione ha contrapposto la sostanza di alcune affermazioni che hanno convinto la platea dei politici di una conclusione: che prima della fine di giugno non si vota. Una deduzione tutta politica, che il capo dello Stato mai si sognerebbe di dire o pensare, ma il fatto di aver messo paletti ben precisi alle forze politiche ha in qualche modo proiettato anche un arco temporale. Per esempio, l’aver detto esplicitamente che prima di andare alle urne serve una riforma che renda «omogenee e non inconciliabili tra loro» le leggi elettorali. Dunque, la prima missione è fare una riforma, ma farla anche con un consenso più largo del solo perimetro Pd più partito di Alfano. «È augurabile che, sulle regole elettorali, si registri in Parlamento un consenso auspicabilmente generale, comunque più ampio di quello della maggioranza di governo». Ecco, già questo traguardo oggi appare molto complicato da raggiungere nell’arco di poche settimane o un paio di mesi. Se infatti la sentenza della Consulta arriverà a fine gennaio (come pensano i più ottimisti), solo da quel momento le Camere si metteranno a lavorare, proprio come hanno deciso ieri i partiti e come ha comunicato il presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera, Andrea Mazziotti (gruppo Civici e Innovatori). Dunque non si entrerà nel vivo prima di febbraio. Ma il capo dello Stato ha anche spiegato che proprio il vuoto legislativo sulle regole elettorali ha sorretto «l’esigenza di un Governo nella pienezza delle sue funzioni, senza la quale il Parlamento non potrebbe procedere all’approvazione di alcuna normativa elettorale». Una stoccata l’ha riservata a quei partiti - Lega e 5 Stelle - che continuano a parlare di Esecutivi non espressi dal popolo: la Costituzione va rispettata nella sua interezza - ha detto - e nella Carta non c’è l’elezione diretta. Dunque chi ha fatto la battaglia referendaria a difesa della Costituzione dovrebbe ricordarne anche le norme. Ma il vero punto che ha acceso l’attenzione dei politici è quando ha affidato al Governo Gentiloni «il compito e il dovere» di IMPEGNI INTERNAZIONALI Il Colle insiste sui due impegni internazionali da onorare, a cominciare dal G7. Un “paletto” alle urne che arriva fino alla fine di giugno RENZI E BERLUSCONI Assente il leader del pd, tornato il Cavaliere. Unica dei 5 stelle la Raggi. Mattarella ringrazia Renzi per i tre anni di lavoro affrontare una serie di dossier impegnativi: «dall’avvio della ricostruzione del terremoto alla condizione economica del paese, dalla sicurezza del risparmio affidato al sistema bancario, all’occupazione, dalla gestione del complesso fenomeno migratorio ai rilevanti impegni internazionali dell’Italia». Temi che hanno fatto pensare alla fine naturale della legislatura, nel febbraio 2018. Anche qui, insomma, è scattato il riflesso della politica sull’orologio delle urne. Infine, anche l’insistenza sugli impegni internazionali da onorare, ha portato a una data per le elezioni: non prima della fine di giugno. Tra l’ingresso nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, alle celebrazioni a Roma - a fine marzo - dei 60 anni dei Trattati di Roma, per concludere a fine maggio, a Taormina, con la riunione del G7 sotto la presidenza italiana, si arriva a estate inoltrata. «Impegni europei e internazionali - ha detto Mattarella - in cui sono in gioco il ruolo e il prestigio dell’Italia». Una campagna elettorale nel pieno di questa impegnativa sessione internazionale appare difficile agli occhi del Quirinale. Il cuore del suo discorso, però, quello a cui ha dedicato più spazi di riflessione (e non solo perché anche lui ne è stato vittima) è il clima di odio che attraversa politica e social. «È un appello che desidero rivolgere a tutti gli ambienti del nostro Paese, particolarmente a quello politico, a quello dei mezzi di comunicazione, a quello dei social. Chi suscita e diffonde sentimenti di odio agisce contro la comunità e si illude di poterne orientare la direzione. L’odio che penetra in una società la pervade e si rivolge in tutte le direzioni, verso tutti e ciascuno». All’appuntamento di ieri c’è stato il debutto di Paolo Gentiloni e l’assenza di Matteo Renzi al quale il capo dello Stato ha rivolto un ringraziamento «nell’opera prestata al servizio del Paese in quasi tre anni di intenso impegno». Vera star l’ex premier Silvio Berlusconi che dopo tante assenze (lo scorso anno non c’era) e dopo il disgelo con Mattarella, ieri è apparso completamente a suo agio anche a disegnare scenari politici e non solo aziendali. Presente anche una solitaria Virginia Raggi che è stata l’unica dei 5 Stelle ma mentre era al Colle è arrivata la notizia della bocciatura del bilancio di Roma. Un esordio non felice. © RIPRODUZIONE RISERVATA IMAGOECONOMICA ROMA pUna partita cruciale, quella Scambio di auguri. Il capo dello Stato Sergio Mattarella (a destra) con il premier Paolo Gentiloni DOPO LE PAROLE DEL MINISTRO Alla Camera mozione M5S contro Poletti pMozione di sfiducia M5S a Montecitorio contro il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Un’iniziativa (prima firmataria Tiziana Ciprini) che arriva dopo le affermazioni sui giovani che hanno deciso di lasciare l’Italia (in alcuni casi «un bene non averli più tra i piedi»). Ad annunciarlo il blog di Beppe Grillo. «Basta falsa solidarietà e basta scuse. Vedremo chi sta con lui e chi sta con i giovani» si legge nel post firmato M5S Cameradal titolo “#IoSfiducioPoletti, chi sta con i giovani voti la sua sfiducia». «Se c’è uno che non soffriremmo ad avere tra i piedi è lui» sottolineano. Mentre il ministro è tornato ancora ieri a scusarsi con un video su Facebook: «Non ho mai pensato che sia un bene per l’Italia il fatto che ci siano giovani che se ne vanno, volevo solo sottolineare che qui ci sono dei giovani bravi, che ci sono giovani competenti, impegnati e che a questi giovani bisogna dare questo riconoscimento». I giovani che vanno all’estero, ha detto Poletti «sono una risorsa importante». Intanto Sinistra italiana chiede la calendarizzazione a gennaio in Senato della propria mozione di sfiducia per cui sta già raccogliendo le firme. © RIPRODUZIONE RISERVATA della legge elettorale, che però comincerà solo a tempo debito. E cioè dopo il pronunciamento della Corte costituzionale sui ricorsi contro l’Italicum atteso per il 24 gennaio. Da una parte la spada di Damocle della Consulta, dall’altra le parole di Sergio Mattarella sulla necessità di tornare al voto solo dopo aver approvato leggi elettorali omogenee alla Camera (per la quale è al momento in vigore il maggioritario Italicum) e al “sopravvissuto” Senato(per il quale vige invece il proporzionale Consultellum). Leggi elettorali omogenee,è il monito del Capo dello Stato, e il più condivise possibile. In questo scenario qualsiasi tentativo di “blitz” in Parlamento nasce già morto. E lo dimostra la giornata di ieri alla Camera, con la Lega di Matteo Salvini attivissima a rilanciare il Mattarellum proposto domenica scorsa dal segretario Matteo Renzi all’assemblea nazionale del Pd. Da una parte la mozione leghista che intendeva accelerare sulla legge elettorale facendo lavorare il Parlamento anche durante le feste è stata “respinta” nella Capigruppo («un nostro provvedimento per tornare al Mattarellum c’è già, una legge non si fa con le mozioni», taglia corto il capogruppo del Pd Ettore Rosato); dall’altra la richiesta di Sinistra italiana di avviare subito la discussione sulla legge elettorale in commissione Affari costituzionali, sempre a Montecitorio, è stata stoppata da un inedito asse tra i partiti più grandi: Pd, M5S e Forza Italia («è opportuno attendere il pronunciamento della Consulta sull’Italicum», è la spiegazione del capogruppo dem in Commissione Emanuele Fiano). La chiosa, naturalmente propagandistica, è di Salvini: «Troppa gente vuole tirare a campare alle spalle degli italiani, è uno schifo». In verità Salvini non è il solo a voler ritornare alle urne il prima possibile: lo vuole anche il Movimento 5 stelle e lo vuole anche Renzi, al netto delle resistenze di parte dei gruppi parlamentari del Pd. Ma la proposta del Mattarellum partiva già in salita, visto che solo Salvini e la leader dei Fratelli d’Italia Giorgia Meloni sono favorevoli. Contrari i grillini, che temono di uscire perdenti nel confronto dei collegi che premia la qualità dei candidati e il loro radicamento nel territorio, e contrario Silvio Berlusconi, che i collegi li ha sempre odiati e che proprio ieri ha fatto il suo rientro in scena al Quirinale per lo scambio FI E IL GOVERNO Il Cavaliere tende la mano a Gentiloni: non siamo pronti per il voto. La capigruppo dice no all’accelerazione: sistema elettorale dopo la Consulta LE POSIZIONI Pd Renziharilanciatoil Mattarellum,ancheper compattareilPd.Mal’obiettivoè tornarealvotoprimapossibile:o conilMattarellumoilsistemache usciràdallaConsulta M5S Contrariaicollegi,chiedonodi tornaresubitoalvotoconlalegge cheusciràdallaConsulta,estesa alSenato Fi Berlusconi è da sempre contrario ai collegi del Mattarellum: l’obiettivo è il proporzionale con sbarramento Lega e FdI Solo la Lega e FdI sono favorevole al ritorno al Mattarellum di auguri tra le alte cariche dello Stato riproponendo con molta chiarezza il suo schema: sistema proporzionale e, dopo il voto, grande coalizione con il Pd. «Dobbiamo sederci attorno a un tavolo - diceva salutando tutti tranne il presidente emerito Giorgio Napolitano -. Il Mattarellum ha funzionato in un sistema che era bipolare. Adesso il sistema è tripolare e non funziona più». Alla contrarietà di Berlusconi va poi aggiunta quella dei centristi di Angelino Alfano, principale alleato del Pd al governo. Ed è chiaro che i voti della Lega non possono sostituire quelli di Alleanza popolare, politicamente e anche numericamente. Il rilancio del Mattarellum è servito piuttosto a Renzi a blindare il Pd su una posizione internamente condivisa in vista del pronunciamentodellaConsulta.PerchénelloschemadelleaderdelPd non ci sono vie di mezzo, che servirebbero solo a prolungare la legislatura: o Mattarellum, salvando quel po’ di maggioritario che si puòsalvare,oilsistemacheuscirà dalla sentenza della Consulta. Quello che sta a cuore a Renzi è non superare la dead line delle urne a giugno. Anche per questo il leader Pd, che oggi sarà a Roma per riunire i segretari regionali e provinciali, nelle prossime settimanesiterràindispartedalPalazzo.Comeperaltrohafattoierinon partecipando all’appuntamento quirinalizio. La vera partita sarà sulla data del voto, più che sul modello elettorale, e inizierà solo a fine gennaio. Non a caso ieri Berlusconi,chealvotoanticipatononci vuole andare, sottolineava cin soddisfazionel’ariachesirespirava al Colle: «È giusto che si allonti la data del voto. Non siamo preparati assolutamente, e poi deve arrivare una legge elettorale condivisa». Ed è Gianni Letta, anche lui al Quirinale, a chiosare per l’ex premier: «Qui prima di ottobre non si va a votare». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Sole 24 Ore Mercoledì 21 Dicembre 2016 - N. 349 27 Informazione Pubblicitaria SWISS PATENTS CH 693 816 CH 705 713 LABO SPECIAL COSMETICS FOR PHARMACIES. Switzerland • USA • Canada • Brazil • United Kingdom • Italy • Russia • South Korea • Hong Kong • Singapore • India • Australia • Indonesia Philippines • Malaysia • Vietnam • U.A.E • Qatar • Kuwait • Lebanon • Greece • Cyprus • Portugal • Norway • Denmark • Sweden • Ukraine • Bosnia i Herzegovina • Montenegro • Romania 28 Il Sole 24 Ore Mercoledì 21 Dicembre 2016 - N. 349 AGRIGENTO – Farmacia Comunale Baldacchino Via Delle Egadi 1; Farmacia Nuara Via Manzoni 28; Farmacia Nicoletti Viale Della Vittoria 114 Canicattì; Farmacia Amorelli Largo S. Giuseppe 4, Casteltermini; Farmacia Centrale San Caloiru Via Vittorio Emanuele 29, Favara; Farmacia 3bVS^d_ESddXű[_9NbXPN[RX ?XQNdNͺFarmacia Li Volsi Via Michelangelo 78, @S^űͺFarmacia Di Gangi Via Roma 100, Porto Empedocle; Farmacia FQX]_^S[[XCXNkkNH]PSbd_<FͶ3^VS[_@ehNb_ͺFarmacia 5ec]N^_5_bc_IXdd_bX_7]N^eS[S FQXNQQNͺ ALESSANDRIA – Parafarmacia Lal Via Dante 48; ANCONA – Farmacia Capponi Piazza Delle Arti e Dei Mestieri 9/10, Camerata Picena; Farmacia Giuseppucci Piazzale Matteotti 20, 8NPbXN^_ͺ8Nb]NQXNIX[[S?ͶIXNCeV[XS8N[Q_^NbN@NbXddX]NͺAQUILA – Farmacia Centrale Piazza Vittorio Veneto 14, Sulmona; AREZZO – Parafarmacia S. Donato Via Kennedy ώώ ͺ8Nb]NQXN@XQQWXIXN7Ͷ8Sb]Xώ3?NdSbX^Nͺ8Nb]NQXN9N[NbRXIXN6SX@_^dSTS[db_FN^cS`_[Qb_ͺASCOLI PICENO – Farmacia Lauri Via Voltattorni 64/B, S. Benedetto Del Tronto; AVELLINOΠCNbNTNb]NQXN6bͶ9N[[eQQXIXNCScQNd_bXώ ͺCNbNTNb]NQXNϕA_RX6X4S^SccSbSIXN@NddS_ddXͺ8Nb]NQXN6S[6NX^_IXNCSbb_ddS[[Xͺ8Nb]NQXNGbX[[_3]N[XN CXNkkNFͶ?S_^NbR_6X5N`eN4NV^_[X<b`X^_ͺ8Nb]NQXN6S[FcͶFN[fNd_bSIXN6S[5_bc_@_^dS[[Nͺ8Nb]NQXN3PNdSIXN[S6SV[X3cdb_^NedXώ @_^dS]X[Sdd_ͺBARI – Farmacia EePX^_IXN@NV^N9bSQXNͺ8Nb]NQXN6͜6CWNb]NIXNCNcePX_ͺ8Nb]NQXN5N[ƧIXN@N^k_^X ͺ8Nb]NQXN6S9XV[X_IXN@NbNd_^Nͺ8Nb]NQXN@SRXQN]S^IXN@S[_ͺ 8Nb]NQXN6S[[NC_cdNIXNAXQ_[NXώ3ͺCNbNTNb]NQXNH]PSbdX^NIXNFN[fNd_bS5_V^SddXͺ8Nb]NQXN6S[[Α3SbN5_bc_IXdd_bX_7]N^eS[S3[PSb_PS[[_ͺ8Nb]NQXN3PPNdS3^d_^X_ CXNkkN FͶ @NbXN 6S[ 8_^dS 5NbP_^NbNͺ CNbNTNb]NQXN 8Nb]NhX]N IXN[S ?XPSbdĪ 5NcN]NccX]Nͺ 8Nb]NQXN 6X IXN @NddS_ddX 6bͶ @e^Sb_dd_ IXN @NddS_ddX 5NcdS[[N^N 9b_ddSͺ CNbNTNb]NQXN CN[]N IXN @Ͷ 6_VN[X C_[XV^N^_ N @NbSͺ 8Nb]NQXN 6S[ C_`_[_ 5_bc_ 5NXb_[X EedXV[XN^_ͺ CNbNTNb]NQXN IXdNPX_c 5_bc_ 5NbNTN Eef_ RX CeV[XNͺ 8Nb]NQXN 6NRRNPP_ 5_bc_ IXdd_bX_ 7]N^eS[S FN]]XQWS[S RX 4NbXͺ CNbNTNb]NQXN 6S[ 5_bc_ IXN 8Ͷ ASddX FN^dSbN]_ X^ 5_[[Sͺ CNbNTNb]NQXN ENVecN IXN 9bN]cQX GebXͺ BARLETTA/ ANDRIA/TRANIΠ8Nb]NQXNFͶ3^d_^X_IXN@NddXNCbSdX3^RbXNͺ8Nb]NQXNCNRbSCX_IXN@_kNbd ώ3^RbXNͺ8Nb]NQXN3RbXNdXQNIXNCN[]XdSccN ώ 4Nb[SddNͺ8Nb]NQXN8_^dƧIXN CNVN^X^X 4Nb[SddNͺ8Nb]NQXN5NcdS[[N^_CXNkkNIXdd_bX_7]N^eS[S4XcQSV[XSͺ8Nb]NQXNCN^XQ_CXNkkNES`ePP[XQNGbN^XͺBELLUNOΠ8Nb]NQXN<^dSb^NkX_^N[S5_bc_<dN[XN 5_bdX^N6Α3]`Skk_ͺBENEVENTOΠ8Nb]NQXN9SbNbR_@XV^_^S5_bc_9NbXPN[RXͺ8Nb]NQXNCNRbSCX_?NbV_FN^dΑ3[T_^c_6SΑ?XVe_bX3Xb_[NͺBERGAMO – Farmacia Sangalli Via GͶGNcc_ͺ8Nb]NQXN4_bV_CN[Nkk_IXN4_bV_CN[Nkk_ ͺ8Nb]NQXNIX[[NIXNKK<I@NVVX_ͺCNbNTNb]NQXNE_^Q_[XIXN5NΑ4becN`_bd_ͺ8Nb]NQXN6bͶccN4SddX^N@NV^XIXN @NbQ_^X5N[ecQ_6Α3RRNͺ8Nb]NQXNFͶMS^_^SIXN@NkkX^X 5XcN^_4SbVN]NcQ_ͺCNbNTNb]NQXN6Α3cQNbXIXNE_]NAS]Pb_ͺ8Nb]NQXNIN^_^QX^XIXNIXdd_bX_IS^Sd_FͶ B]_P_^_<]NV^NͺBIELLA – Farmacia Ponderano Via Mazzini 22, Ponderano; BOLOGNA – Farmacia Comunale Centrale Piazza Maggiore 6; Farmacia S. Anna Via Don Minzoni 1/B; 8Nb]NQXN5__`SbNdXfNIXN@NbQ_C_[_ ͺ8Nb]NQXNBPSbRN^IXN3[dNPS[[Nͺ8Nb]NQXNFͶ?_bS^k_IXNHͶ4NccXͺ8Nb]NQXNFcͶGbX^XdĪIXNFͶFdSTN^_ͺCNbNTNb]NQXN@SbNfX[[SIXN 5Nb^NQX^Xͺ8Nb]NQXNF_[XIXNC_bbSddN^N5NcN[SQQWX_RXES^_ͺ8Nb]NQXN;SbPNcN[ecIXN9bN]cQX5NcdS[@NVVX_bSͺ8Nb]NQXN5_^dSRX^XIXNANcXQNώ5NcdS^Nc_ͺ8Nb]NQXN ?N^k_^XIXN5N[N^Q_ώ36_kkNͺ8Nb]NQXN@NbkNP_dd_IXNC_bbSddN^NA_bR@NbkNP_dd_ͺ8Nb]NQXNFVNbPXIXN@NkkX^X@_[X^S[[Nͺ8Nb]NQXN9be``X_^XIXNC_^dS?_QNdS[[_CXN^ RXFSddNͺCNbNTNb]NQXN@NbQ_^XIXN[S>S^^SRiFNcc_@NbQ_^XͺCNbNTNb]NQXNG_`IXN4N[kN^X ώ4M_[NCbSR_cNͺBOLZANO – Farmacia Madonna Via Portici 17; Farmacia Di Corte C_bdXQX@X^_bX4bSccN^_^Sͺ8Nb]NQXN5WXS^ScIXNCecdSbXN 5WXS^Scͺ8Nb]NQXNCeQSIXN>S^^SRi?NXfScͺ8Nb]NQXN3[5NcdS[[_4NbeQWS[[_CXNkkNFͶ@NbVWSbXdN@_^VeS[T_ͺ BRESCIAΠ8Nb]NQXN5N`_^NdX5_bc_9NbXPN[RXώ6ͺ8Nb]NQXNCN[Scdb_5_bc_CN[Scdb_ώ5ͺ8Nb]NQXNFQWXNf_IXNGbXScdSͺ8Nb]NQXN9bNkX_[XIXNCb_fX^QXN[S3Rb_ͺ8Nb]NQXN @X^S[[XIXN@NkkX^X4bS^_ͺ8Nb]NQXN5_]e^N[S6X5N`bX_[_CXNkkN@SbQNd_ 5N`bX_[_ͺ8Nb]NQXN5N`_[NdSbbNIXN@NbQ_^X6ScS^kN^_6S[9NbRNͺ8Nb]NQXN5NfN[[XCXNkkN<I A_fS]PbS8[Sb_ͺ8Nb]NQXN3^d_^S[[XIXNCSbNQQWXNώ59eccNV_ͺ8Nb]NQXN9WXRX^XIXNMN^NbRS[[X @NbQWS^_ͺ8Nb]NQXNEXkkXIXNANkX_^N[Sώ4AXNbR_ͺBRINDISI – Farmacia 3TbXQNBbXS^dN[SIXN6SGSbbXPX[Sͺ8Nb]NQXN3]XQNIXN@NbdXbX3bRSNdX^SͺCAGLIARIΠ8Nb]NQXNFͶ@NbQ_IXN6SXIXcQ_^dXͺ8Nb]NQXNFN[ekIXNFͶ@Ͷ5WXNbN ͺ8Nb]NQXN?N 8Nb]_dSZNIXNFNbRSV^N ώ33ccS]X^Xͺ8Nb]NQXNIXbRXcIXN?N]`SRecN5N`_dSbbNͺ8Nb]NQXN7bSRX5_bc_IXdd_bX_7]N^eS[S 8ebdSXͺ8Nb]NQXN6X@NbQ_@ebNIXNFͶ<cXR_b_ <cX[Xͺ 8Nb]NQXN 5Nb[N 8[_bXc IXN FS^SQN ώ4 @_^cSbbNd_ͺ 8Nb]NQXN CXcN^_ 5_bc_ <dN[XN AebbXͺ CNbNTNb]NQXN >iR_c IXN[S 5_[_]P_ DeNbde FͶ 7[S^Nͺ 8Nb]NQXN ?_cdXN IXN 6N^X]NbQNDeNbdeFͶ7[S^Nͺ8Nb]NQXN5N^QSRRNIXNFeS[[XDeNbdeQQXeͺ8Nb]NQXN8Nb]N_^SIXN3bX_cd_FS[NbVXecͺCALTANISSETTA – Farmacia Bonasera Via De Amicis 61; 8Nb]NQXN 4ecQS]X IXN[S @NbX_ 9_bX AXcQS]Xͺ 8Nb]NQXN 3PS[N CXNkkN 9NbXPN[RX FͶ 5NdSbX^N IX[[Nb]_cNͺ 8Nb]NQXN @NRbXQS IXN 6eQN FSbbNRXTN[Q_ͺ CAMPOBASSO – Parafarmacia Pharma Natur Corso Nazionale 180, Termoli; CASERTAΠ8Nb]NQXN4bXV^_[NIXN7ͶEeVVXSb_ ͺ8Nb]NQXNFͶ@XQWS[SCXNkkNFͶ@XQWS[S 5NcNVX_fSͺCNbNTNb]NQXN CNbNTNb]NQ_IXN4_[_V^N5NcNVX_fSͺ8Nb]NQXN5_``_[NIXNAe_fN5NcdS[I_[deb^_ͺ8Nb]NQXNCNccNbS[[XIXN6SV[XB[SN^RbX5NcdS[I_[deb^_ͺ8Nb]NQXN@NbX^_6bͶFcNGSbScN IXNEͶ@ec_^S@NbQXN^XcSͺCNbNTNb]NQXN3dS^NIXN9X_[XddXFͶAXQ_[N?NFdbNRNͺ8Nb]NQXN@XQQ_Bb^S[[NENůNS[[NIXNANkX_^N[SFͶC_dXd_FN^^Ͷͺ8Nb]NQXN5S^dbN[S6bͶ Pozzuoli Piazza Giovanni KK<<<, 1 Sparanise; Parafarmacia Amica Di Marrandino Teresa Via Luigi Sturzo 8, Teano; CATANIA – Farmacia Croce Rossa Via Etnea 274; Parafarmacia Gea IXN<]PbXN^Xͺ8Nb]NQXNFN^9X_fN^^XIXN3Ͷ@ecQ_ώ33QX5NcdS[[_ͺ8Nb]NQXNC͜C5ώ57d^N`_[XcFdbNRNCb_fX^QXN[S4S[`Ncc_ͺ8Nb]NQXNGbNfSbcNIXN3bQ_[S_5N[dNVXb_^Sͺ 8Nb]NQXN9e[XkXNCXNkkNH]PSbd_EN]NQQNͺ8Nb]NQXN4ecQS]XIXN5Nf_ebEX`_cd_ͺ8Nb]NQXNFQWXbƧIXN6S[[NESVX_^Sώ3FN^9X_fN^^X?NCe^dNͺCATANZARO – Farmacia 3fSbcNIXN[S4XkN^dX^XͺCNbNTNb]NQXN6_ddͶ9XN^[eQNIXN3ͶCSbeVX^X?N]SkXNGSb]SͺCNbNTNb]NQXN>Ne[_^IXNKKFSddS]PbS?N]SkXNGSb]Sͺ8Nb]NQXN6XNQ_5_bc_Ae]XcdbN^_ ?N]SkXNGSb]Sͺ8Nb]NQXNFQNfS[[X5_bc_9NbXPN[RXF_fSbXN@N^^S[[XͺCHIETI – Parafarmacia Parafarmasan Via F. Salomone 70; La Parafarmacia Simaed Via Gramsci 4, Atessa; 8Nb]NQXN8SRS[8Nb]NIXNCNRbS3[SccN^Rb_IN[XV^N^X5WXSdXFQN[_ͺ8Nb]NQXN6SV[XF`SkXN[XIXN6Α3kSV[X_ώ3ώ4ώ5FN^9X_fN^^XGSNdX^_ͺ8Nb]NQXN9bXT_^SIXN6S[[_F`_bd San Salvo; COMOΠ8Nb]NQXNBbcS^XV_IXNAN``NͺCOSENZAΠCNbNTNb]NQXNCWNb]NbSRIXN3ͶFSbbNͺCNbNTNb]NQXN5_^T_bdXCXNkkNMe]PX^Xͺ8Nb]NQXN9N[[_IXN4be^_ BQQWXed_5NccN^_<_^X_ͺ8Nb]NQXN4[N^RXIXNCNRbSCX_5Ncdb_fX[[NbXͺ8Nb]NQXNFN`_bXdXIXN3]N[ű5SdbNb_@NbX^Nͺ8Nb]NQXNEXkk_FSbS^NIXN8_^dN^S[[S 5_bXV[XN^_FQN[_ͺ 8Nb]NQXN?XQebcXIXN@NbVS[[X^N8ecQN[R_ͺ8Nb]NQXN4_ccX_5_bc_3Ͷ@_b_@NbX^N6XG_bd_bNͺ8Nb]NQXN6S?_bS^k_IXNGbXScdS@_^dN[d_HůeV_ͺ8Nb]NQXN6bͶ3[SccX_9bSQ_ IXNAXQ_[N8NbNVN[[X@_^dN[d_HůeV_ͺ8Nb]NQXN3]Nd_5_bc_@e^XQX`N[S @_b]N^^_ͺ8Nb]NQXNB[XfSbX_IXNE_]NFͶ9X_fN^^XX^8X_bSͺCROTONE – Farmacia As. G. Ec. Dr. 8bN^QScQ_5N`bXNIXN<^dSb^N@NbX^Nͺ8Nb]NQXNFQXV[XN^_IXNFQN[NbSdd_5XbƧ@NbX^NͺCUNEOΠ8Nb]NQXN4SNd_3^VS[_5_bc_AXkkNͺ8Nb]NQXN<^dSb^NkX_^N[S5_bc_?N^VWS 3[PNͺENNAΠ8Nb]NQXN6S[5S^db_<^VbNcQX_ddNIXNE_]N ͺCNbNTNb]NQXNG͜45_bc_9NbXPN[RX4NbbNTbN^QNͺCNbNTNb]NQXNGͶ@Ͷ5_bc_H]PSbd_ ?S_^T_bdSͺCNbNTNb]NQXN @Ͷ3ͶFͶ5_bc_H]PSbd_?S_^T_bdSͺ8Nb]NQXNFN[S]XIXN@NbQ_^X CXNkkN3b]SbX^Nͺ8Nb]NQXNGSbbN^_fNIXN9XN^ű[X``_<^VbNccXNESVN[Ped_ͺFERRARA – Nuova Farmacia ?_RX5_bc_<c_^k_ͺ8Nb]NQXNFS]`bSfXfNCXNkkNGbS^d_GbXScdSͺ8Nb]NQXNG_]NX^XIXNFNbNQS^_ͺ8Nb]NQXNCNcdXCXNkkN9NbXPN[RX 4_^RS^_ͺ8Nb]NQXNFͶCXSdb_IXN5NbReQQX ώ3 5_``Nb_ͺ 8Nb]NQXN 5_bc_ IXN @NbdXbX <_[N^RN FNf_XNͺ 8Nb]NQXN 6bͶ 9XN^QNb[_ IXN 5WXScN FͶ @NbdX^_ͺ FIRENZE Π 8Nb]NQXN 6S[ 5_bc_ IXN 6S[ 5_bc_ ώEͺ 8Nb]NQXN <^dSb^NkX_^N[S CXNkkN ES`ePP[XQN ώEͺ CNbNTNb]NQXN 4_bV_ ?N 5b_QS 4_bV_ ?N 5b_QS Eͺ CNbNTNb]NQXN CWNb]N 8[_bS^QS IXN @NScdb_ <cNQQ_ ͺ 8Nb]NQXN 6S[ 5Nb]X^S CXNkkN CXNddS[[X^NώώE_cc_ͺ8Nb]NQXNFͶ9X_bVX_IXNIXV^NAe_fNώEͺ8Nb]NQXN3cdbeNIXN@NbdS[[X ώEͺ8Nb]NQXN6S[5X^VWXN[SCXNkkN@SbQNd_Ae_f_ώEͺ8Nb]NQXN6_^NdS[[_IXN6SV[X 3bdXcdXώ3ͺ8Nb]NQXN6XEXTbSRXCXNkkN6N[]NkXNώEͺ8Nb]NQXN@_[dS^XIXN5N[kNXe_[XώEͺ8Nb]NQXN3[[Α<^cSV^N6S[@_b_CXNkkNFͶ9X_fN^^XώEͺ8Nb]NQXNCeQQX^XCXNkkNCeQQX^X ͺ 8Nb]NQXN@_RSb^NIXN[S6_^@X^k_^XώEͺ3^dXQN8Nb]NQXNB]S_`NdXQNIXN4N^QWXώEͺCNbNTNb]NQXN9eN[dXSbX?NbV_4bN]PX[[N 5NbSVVXͺ8Nb]NQXN5_]e^N[SAͶIXNEXR_[ű 3^VͶIXNGScdNTSbbNdN5NcdS[ű_bS^dX^_ͺ3^dXQN8Nb]NQXN5WXNbeVXIXN9XV[X_ώ7]`_[Xͺ8Nb]NQXN4Sb^NbRXCXNkkN@Ͷ8XQX^_8XV[X^SIN[RNb^_ͺ8Nb]NQXNFdSQQWXIXN4NddXcdX 9bSfS<^5WXN^dXͺ8Nb]NQXN6X?NcdbN3FXV^NIXNKK<I@NVVX_ ώ?NcdbN3FXV^Nͺ8Nb]NQXN6S[C_^dSIXNCScdN[_kkXώ3FQN^RXQQXͺ8Nb]NQXN@XY^_IXNE_]N FXV^NͺFOGGIA – 8Nb]NQXNFN]S[SIXNBcdSbXN6eQN[S5SbXV^_[Nͺ8Nb]NQXNFdbNű[SIXNE_]N5SbXV^_[Nͺ8Nb]NQXNFͶ@NbXN6S[[S9bNkXSIXNENůNS[[_F^Q?eQSbNͺ8Nb]NQXNFN^dNEXdNIXN Belmonte 61, S. Severo; FORLÌ CESENAΠ8Nb]NQXN<_[X5_bc_9NbXPN[RX5ScS^NdXQ_ͺ8Nb]NQXN4b_QQ_[XIXNFͶE_QQ_9NddS_ͺFROSINONE – Parafarmacia Villa Comunale Piazza 3Ͷ6S5ebdXcͺ8Nb]NQXN@Scc_bSIXNCb_fX^QXN[S 3ec_^XNͺ8Nb]NQXN@ebNV[XNIXNCSdbNbQNF_bNͺGENOVAΠ8Nb]NQXNFͶMXdNIXNFͶMXdNώEͺ8Nb]NQXNCN]]Nd_^SCXNkkN C_bd_bXNώEͺ8Nb]NQXN5N^SfNbXIXN5N^SfNbXώEͺ8Nb]NQXNCXfNIXN4SbdeQQX_^X ώ3ώEͺ8Nb]NQXN5NfX4Sbd_[RXIXN3ebS[XN5NfX?NfNV^NͺGORIZIAΠ8Nb]NQXN6ΑHRX^SCXNkkN FͶ8bN^QScQ_ͺGROSSETOΠCNbNTNb]NQXNFN[edSCXǐIXN[S7eb_`N ͺ8Nb]NQXN5_]e^N[SAͶ IXN6SX@X[[Sώ3ͺCNbNTNb]NQXN7eb_`NIXN[S7eb_`N ώ ͺCNbNTNb]NQXN6bͶccN Garofalo Strada Provinciale Del Padule Lotto 7 C.C. La Paduline, Castiglione Della Pescaoa; IMPERIAΠCNbNTNb]NQXN7^SbVXNS4S^SccSbSIXN4[S^VX^_3b]N6XGNVVXNͺ8Nb]NQXN 4NcQXN^S[[X CXNkkN @NddS_ddX 6_[QSNQaeNͺ 8Nb]NQXN Aef_[_^X IXN AͶ 4XhX_ EXfN ?XVebSͺ 3^dXQN 8Nb]NQXN CN^XkkX IXN CN[Nkk_ FN^bS]_ͺ CNbNTNb]NQXN CNbN`WNb]N 5_bc_ @_]PS[[_FN^bS]_ͺ8Nb]NQXNMXd_]XbcZXIXN5_[Ͷ3`b_cX_IN[[SQb_cXNͺLA SPEZIAΠ8Nb]NQXN4NbNQQWX^XCXNkkN9NbXPN[RXͺ8Nb]NQXN6S[[Α3aeX[NIXN5WX_R_ͺ8Nb]NQXN 8X[X``XIXN3ebS[XNBbd_^_f_ͺLECCEΠCNbNTNb]NQXN8Nb]NQX͜4S^SccSbSIXN@SbX^Sͺ8Nb]NQXN@NbdX^NIXN4XNcQ_ͺ8Nb]NQXN8Sb_QX^_CXNkkNFͶBb_^k_ͺCNbNTNb]NQXN ?Α7bPN]SRXQNIXN@NbXN^N3[PX^N3[SkX_ͺCNbNTNb]NQXN6XCS[[SΑIXN6S[5S^dN^NbX_ 5N[X]SbNͺ8Nb]NQXNFX^RNQ_IXNE_]N5_[[S`Ncc_ͺ8Nb]NQXN4X_BNcXIXNEePXVWX @_^dSb_^X6X?SQQSͺ8Nb]NQXNFQbX]XSbXIXNEX]S]PbN^kNF_V[XN^_5Nf_ebͺLECCO – Farmacia Centrale Via Cavour 19; Farmacia Belledo Via T. Da Belledo 8; Farmacia Pontiggia IXN[S6N^dSͺ8Nb]NQXNCScQNbS^XQ_5_bc_@NbdͶ?XPSbNkX_^S ͺ8Nb]NQXN6X5N[Q_IXN9NbXPN[RX5N[Q_ͺ8Nb]NQXNCN^kSbXIXNCb_fX^QXN[SCbX]N[e^NͺLIVORNO – Farmacia ?SF_bVS^dXIXN6_^^X^Xͺ8Nb]NQXN5NcdS[[XIXN5NXb_[X ͺ8Nb]NQXNE_R_[T_5XN^XIXNESRXͺ8Nb]NQXN5S^dbN[SIXNCNcePX_ 5SQX^NͺLODI – Farmacia Del Centro Via Marsala ͺ8Nb]NQXN9N^R_[űIXNA_fNcQ_^X5NcdXV[X_^S6Α3RRNͺ8Nb]NQXNAe_fNCXNQS^dX^XΝ4S[[_^XIXN9X_fN^^XCbS]_[X@NccN[S^V_ͺLUCCA – Farmacia Giannini Piazza S. Frediano ͺ8Nb]NQXN5WXN``NIXNCNcQ_[X4NbVNͺCNbNTNb]NQXNFe`Sb]NbZSdEVIXNAS^^X 3^VIXN9Ͷ4ͶIXQ_8_bdS6SX@Nb]Xͺ8Nb]NQXN6X5X_[_IXN5NbReQQX8_bdS6SX@Nb]Xͺ Farmacia Di Ciolo Via Mazzini 41, Forte Dei Marmi; Farmacia Giannini Via Pescantina 60, Lunata; MACERATA Π 8Nb]NQXN CSdbNQQX IXN CXNfS ͥ3^VͶ 6_^ 4_cQ_ ͦͺ 8Nb]NQXN CNQQNQSbaeN4_bV_FT_bkNQ_cdNͺ8Nb]NQXNF_[X]N^XCXNkkNH^XdĪG_[S^dX^_ͺMASSA CARRARA – Farmacia Biso Eredi Nicolai Piazza Accademia 1, Carrara; Antica Premiata Farmacia Clementi Via Roma 111, Fivizzano; MATERA – Parafarmacia Dr.ssa Mazzone Via Conversi 9; Parafarmacia Toma Via Dei Peucezi 24/B; Parafarmacia Muliero Via San Giovanni 4_cQ_ ώ3 @NbQ_^XNͺ CNbNTNb]NQXN 3bdS]XcXN IXN 3[[S^RS C_[XQ_b_ͺ CNbNTNb]NQXN DeNbN^dN IXN 9X_fN^^X KK<<< FQN^kN^_ =_^XQ_ͺ 8Nb]NQXN 5N]NbR_ IXN E_]N GebcXͺ MESSINAΠ8Nb]NQXN3]]S^R_[XNIXN@NVVX_ώͺCNbNTNb]NQXN?_YNQ_^_IXN9NbXPN[RX ͺ8Nb]NQXNFͶ9X_fN^^XIXNBbcN@NVVX_bS@X[Nkk_ͺ8Nb]NQXN@NQQWXNCXQ_^S IXNANkX_^N[SE_]SddN@NbSNͺ8Nb]NQXNCXQQX_[_IXNFͶDeNcX]_R_IX[[NTbN^QNGXbͺMILANOΠCNbNTNb]NQXNCNbNcW_`<dN[XN5_bc_4eS^_c3XbScͺ8Nb]NQXNFͶ5S[c_IXN 5b_QSűcc_ͺ8Nb]NQXN?NbV_3eVecd_Bbd_[N^?NbV_3eVecd_ͺ8Nb]NQXN@_^dSASb_IXN[S@_^dSASb_ͺ8Nb]NQXNE_^RƧ8NbX^XCXNkkN[S@NQXNQWX^Xͺ8Nb]NQXNENfXkkNCSfXN^X Via Marghera 18; Farmacia Farini Via Arnaldo Da Brescia 1; Farmacia Umanitaria Via Maiocchi 14; Farmacia Ponte Vittoria Via Visc. Di Modrone 1; Farmacia Senato Via Senato 2; 8Nb]NQXN<VSNIXN9Ͷ@_RS^Nͺ8Nb]NQXNBbX_CXNkkNI<8SPPbNX_ͺ8Nb]NQXN8_b]NVVXN5_bc_4eS^_c3XbScͺ8Nb]NQXN4S^NddXIXNFͶ9X_fN^^Xce[@eb_ͺ8Nb]NQXNG_[cd_XIXN Il Sole 24 Ore Mercoledì 21 Dicembre 2016 - N. 349 29 30 Commenti e inchieste Il Sole 24 Ore Mercoledì 21 Dicembre 2016 - N. 349 Lettere DIRETTORE RESPONSABILE Le risposte ai lettori MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ SABATO Roberto Napoletano VICEDIRETTORI: Edoardo De Biasi (VICARIO), Alberto Orioli, Salvatore Padula, Alessandro Plateroti CAPOREDATTORE CENTRALE: Guido Palmieri (responsabile superdesk) CAPO DELLA REDAZIONE ROMANA: Giorgio Santilli UFFICIO CENTRALE-SUPERDESK: Daniele Bellasio (responsabile web), Luca Benecchi, Fabio Carducci (vice Roma), Giuseppe Chiellino, Franca Deponti, Federico Momoli, Alberto Trevissoi (vice superdesk) Segretario di redazione: Marco Mariani INFORMAZIONE NORMATIVA E LUNEDI: Mauro Meazza SUPERVISIONE E COORDINAMENTO AREA FINANZA: Christian Martino SUPERVISIONE E COORDINAMENTO AREA IMPRESA: Lello Naso UFFICIO GRAFICO CENTRALE: Adriano Attus (creative director) e Francesco Narracci (art director) RESPONSABILI DI SETTORE: Luca De Biase, Jean Marie Del Bo, Attilio Geroni, Laura La Posta, Armando Massarenti, Francesca Padula, Christian Rocca, Fernanda Roggero, Stefano Salis, Giovanni Uggeri SOCIAL MEDIA EDITOR: Michela Finizio, Marco lo Conte (coordinatore), Vito Lops e Francesca Milano PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 Ore S.p.A. PRESIDENTE: Giorgio Fossa VICE PRESIDENTE: Carlo Robiglio AMMINISTRATORE DELEGATO: Franco Moscetti Il «disastro di Trump» e le note di Krugman G entile Dr. Galimberti, sono un affezionato lettore del suo quotidiano, che da sempre si distingue per equilibrio e imparzialità. Sono rimasto colpito dall’articolo pubblicato a pag. 26 del 23 novembre u.s., titolato “II disastro di Trump? Ci sarà, anche se non subito”, a firma di Paul Krugman. Mi chiedo come sia possibile che un Premio Nobel possa esprimersi con toni così aspri, e persino livorosi, nei confronti di un Presidente eletto dal popolo della democrazia piu grande e rappresentativa della Terra. È incredibile e inaccettabile che questo signore, pieno di sussiego e autoreferenzialità («Su Brexit avevo ragione io», «e naturalmente non Gianfranco Fabi Fabrizio Galimberti Guido Gentili Adriana Cerretelli Salvatore Carrubba Le lettere vanno inviate a: Il Sole-24 Ore "Lettere al Sole-24 Ore" Via Monte Rosa, 91 20149 Milano email: [email protected] includere per favore nome, indirizzo e qualifica ma capisco come sia necessario, per il momento, dare un’apertura di credito al Presidente-eletto. Ci sarà tempo per criticare quello che farà, quando e come lo farà. Per il momento non è molto utile profetare sfracelli. Ciò detto, ci andrei piano a parlare di suffragio universale. Se l’America credesse davvero al suffragio universale, il Presidente sarebbe Hillary Clinton, che ha ottenuto, secondo i risultati definitivi, circa 2 milioni e 600mila voti in più rispetto a Trump. Su questo punto la rimando alla risposta data al lettore Donato su questa rubrica del 23 novembre scorso. dimenticare mai chi è dalla parte della ragione»), possa ergersi non solo a giudice di un Presidente in fieri non ancora messo alla prova dei fatti, ma anche a profeta di immani sventure e calamità che si abbatteranno sugli Stati Uniti e sul «mondo intero», nel corso del suo mandato presidenziale. Tutto questo perché il risultato elettorale non ha dato ragione alla previsione auspicata dal Prof. Krugman? Appartiene anche lui a quelle illuminate élite che vorrebbero vedere soppresso il suffragio universale? Andrea Donti La firma esatta Caro Donti, è vero, Paul Krugman è uno che non le manda a dire e i suoi toni sono spesso aspri, ma a un premio Nobel si può perdonare questo fare ispido. Le confesso che nonostante tutto Krugman mi sta simpatico (e Trump mi sta antipatico), Nella lettera pubblicata ieri e indirizzata a Gianfranco Fabi i firmatari erano Lorenzo De Grandi e Claudio Zamagni (Co fondatori Choralia). Per un banale errore tipografico un nome era sbagliato. Ce ne scusiamo con gli interessati. Domenico Rosa L’INCHIESTA Dietro l’euro, lo scudo dell’oro Gli investimenti urgenti per rafforzare l’Europa Negli ultimi anni, migliaia di tonnellate di lingotti sono rientrate nell’Eurozona dagli Usa L’EDITORIALE di Alessandro Plateroti di Alberto Quadrio Curzio u Continua da pagina 1 u Continua da pagina 1 L a ragione è che Juncker ha un programma politico e strategico presentato nel luglio 2014 al Parlamento europeo che lo ha eletto mentre il Consiglio europeo è molto condizionato dall’opinione degli elettori dei singoli stati. Juncker è più proattivo e il Consiglio è più frenante. Difesa e industria. Il tema della difesa e dalla sicurezza è stato trattato dal Consiglio anche con riferimento agli investimenti industriali e in ricerca e sviluppo. Qui è importante la Comunicazione della Commissione indirizzata a fine novembre a tutte le altre istituzioni europee con un “Piano d’azione per la difesa europea”. Sul tema Juncker si era spesso espresso chiarendo il principio che la Ue, pur essendo principalmente un “soft power”, non potrà svolgere a lungo questo ruolo senza capacità integrate di difesa. Quindi nel suo discorso sullo “Stato dell’unione del 2016” ha annunciato il varo di un Fondo europeo per la difesa per supportare l’innovazione nell’industria europea. Non si tratta di un generico intendimento perché il Fondo prefigura due “finestre di opportunità” complementari per l’industria della difesa. La prima riguarda le collaborazioni nella ricerca per sviluppare tecnologie innovative nella elettronica, nei metamateriali, nei software criptati, nella robotica ecc. Molte di queste ricerche sono utili anche alle applicazioni civili. Nel budget europeo 2017 sono previsti 25 milioni per il fondo con la previsione di salire a 90 fino al 2020 e a 500 milioni annui nel quadro finanziario poliennale successivo. La seconda “finestra” è l’utilizzo del fondo per incentivare gli Stati membri ad acquisti e investimenti in pool. I Paesi membri della Ue sommati sono i secondi al mondo per spese in difesa, ma si stima che la mancanza di cooperazione tra di loro costi da 25 e 100 miliardi annui. Un enorme risparmio sarebbe quindi possibile con l’effetto di spostare risorse altrove con aumenti di efficienza. Gli statual-nazionalismi frenano questa messa in comune, in tal modo aumentando le spese e riducendo l’efficacia delle stesse. Tutto ciò ha trovato positiva ma cauta accoglienza nel Consiglio europeo che ha chiesto alla Commissione di presentare un Programma dettagliato per la costituzione del fondo e alla Bei di sostenere gli investimenti in ricerca per la difesa. Migrazioni e investimenti. Il Consiglio ha trattato della dimensione interna (riallocazione e integrazione) e della dimensione esterna con riferimento sia alla guardia di frontiera e costiera sia a varie tipologie di partenariato con Paesi di origine e di transito delle migrazioni. Interessiamoci qui dei partenariati per lo sviluppo sostenibile nei Paesi di provenienza dei migranti considerando due eventi: il “migration compact” italiano e il piano europeo per gli investimenti esterni. Il “migration compact” del Governo italiano, inoltrato alla commissione europea in aprile, mantiene una chiara proposta per la quale la Ue offre ai principali Paesi di provenienza supporti economici e operativi chiedendo loro controllo delle frontiere, cooperazione in materia di rimpatri, contrasto al traffico di esseri umani. L’Alto Rappresentante per la politica estera e per la sicurezza europea, Federica Mogherini, ha presentato al Consiglio alcuni risultati conseguiti nelle iniziative già intraprese. Il “Piano investimenti esterni” della Commissione europea supera precedenti iniziative di aiuti allo sviluppo e punta con forza su precisi partenariati finanziari, tecnici e di governance. Due sono i pilastri principali: finanziamenti e investimenti. Il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (Efsd) con un potenziale di 88 miliardi di euro di cui 44 mobilitabili da investitori pubblici e privati garantiti da 3,35 miliardi del bilancio europeo e i rimanenti mobilitabili se analoga garanzia sarà data dagli Stati membri. La destinazione degli investimenti privilegia le infrastrutture e lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese, con particolare attenzione alla creazione di posti di lavoro. I rapporti tra Ue e l’Africa sono attualmente fondati sull’accordo di Cotonou del 2000 e spaziano teoricamente a 360 gradi ma sulla loro incisività si possono nutrire vari dubbi. Ben vengano dunque nuove iniziative di investimenti europei “a fronte” dei quali stanno aumentando molto quelli cinesi. Per noi sarebbe utile una collaborazione con la Cina perché il problema africano è troppo grande per la Ue da sola anche per il crescente squilibrio demografico tra Africa ed Europa. L’Europa in Italia nel 2017. L’anno prossimo si celebrano i 60 anni dei Trattati di Roma sulla cui prospettiva storica va incardinata una rinnovata Europa forte e concreta nella solidarietà per lo sviluppo interno e per nuove cooperazioni esterne: due politiche di pace inscindibili. © RIPRODUZIONE RISERVATA P erché a distanza di sei mesi, e malgrado la cortina di riservatezza, emerge chiaramente che quel trasferimento aereo di 30 tonnellate di lingotti, più che il tassello di un «giallo» è la punta di un iceberg la cui massa sommersa si muove da quasi otto anni al riparo dagli occhi del mercato e sulla spinta di «correnti» più geopolitiche che di ordinaria gestione di attività finanziarie strategiche. Con l’aggiunta di quelle 30 tonnellate di «metallo giallo» ritirate dagli Stati Uniti, un gruppo ristretto di Stati europei ha riportato in patria – e solo negli ultimi 18 mesi – la cifra record di oltre 400 tonnellate d’oro da New York e da Londra, le due capitali finanziarie mondiali che dal 1945 custodiscono più della metà del «tesoro aureo sovrano» di almeno 100 nazioni. Prove certe non esistono, ma sono in molti a sospettare che dietro lo scudo dell’euro si stia creando uno scudo fatto d’oro. Ma non per tutti. Un riposizionamento strategico Sulla base dei piani su cui nessun governo ha fatto grande pubblicità ma la cui esistenza è stata confermata nei rispettivi parlamenti, Germania, Olanda, Belgio e Austria – il blocco delle nazioni-guida dell’Europa Centrale e della stessa eurozona – si avvia a riportare sotto la propria gestione diretta più del 50% delle riserve auree totali nazionali tra il 2018 e il 2020: anche prendendo in considerazione solo i quattro «big» dell’eurosistema (reimpatri non dettagliati di lingotti sono in corso anche da parte della Francia, della Romania e della Polonia tra i Paesi Ue, a cui si può aggiungere la Svizzera che avrebbe in programma di riportare nei Cantoni fino a 500 tonnellate d’oro custodite tra Londra e New York). In questo puzzle da centinaia di miliardi di euro, va poi inserito un altro tassello non meno rilevante per avere una visione d’insieme del fenomeno: dietro il rimpatrio dell’oro, comincia a delinearsi infatti un più vasto riposizionamento strategico dell’intero stock delle riserve sovrane europee, e non solo di quelle. A rilevarlo è stato lo stesso World Gold Council, la fonte ufficiale di studi e statistiche per l’intero mercato mondiale dell’oro: nel suo ultimo rapporto mensile (dicembre 2016) le rilevazioni indicano chiaramente che dopo quasi 15 anni in cui l’incidenza dell’oro sul totale delle riserve sovrane nazionali medie (oro, valuta e titoli) è scesa costantemente in quantità (ma cresciuta enormemente in valore grazie all’aumento dei prezzi), il trend degli ultimi 24 mesi evidenzia l’avvio di un ribilanciamento a favore del metallo giallo, nuovamente percepito dai governi come l’asset-rifugio più stabile e sicuro. «Le nazioni-guida dell’eurozona, come la Germania, la Francia o l’Olanda – dice Koos Jansen, analista di punta di Bullionstar, la borsa digitale dei metalli preziosi con sede a Singapore – e quelle che presentano al contrario le maggiori fragilità e criticità economiche, finanziarie e politiche (come l’Italia, il Portogallo e la Grecia) hanno riserve in oro pari in media al 60% di quelle totali. La novità è che chi era sceso sotto PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A. © Copyright Il Sole 24 ORE S.p.A. SEDE LEGALE - DIREZIONE E REDAZIONE: via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano - Tel. 023022.1 - Fax 0243510862 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici o meccanici quali la fotoriproduzione e la registrazione. 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La nascita dell’eurozona, da quanto sembra, aveva dato un po’ a tutti una apparente certezza di sicurezza finanziaria e valutaria, spingendo molti Paesi a lasciare inalterate le scorte di oro all’estero, riducendo però lo stock nazionale. Almeno fino all’amaro risveglio. Dopo la crisi, la corsa al rimpatrio Dal 2009, anno di avvitamento della recessione e della crisi del debito sovrano in Europa, dei salvataggi bancari e delle bancarotte nazionali (Grecia, Portogallo, Irlanda e Cipro furono salvate dai prestiti di Fmi, Bce e Commissione Ue, la cosiddetta Troika), è cominciata una vera e propria corsa al rimpatrio dell’oro sovrano: tra Asia ed Europa, la stessa Federal Reserve di New York ha calcolato in oltre 7mila tonnellate la quantità di lingotti riportati a casa in gran segreto sia dai Paesi sulla sponda opposta del Pacifico che su quella dell’Atlantico: nel dettaglio, lo stock di lingotti custoditi nel sottosuolo di Manhattan dalla Federal Reserve è crollato dalle oltre 12.500 tonnellate del 2008 a poco più di 5.200 tonnellate. Dove siano finite precisamente non è noto, anche se tutti sono convinti che gran parte sia stata rimpatriata da Cina, Russia e India, oltre che naturalmente dall’Europa. «Ogni Paese sembra avere buone ragioni per riprendersi l’oro finora affidato ad americani e inglesi – conclude l’esperto del metal exchange di Singapore – ma è chiaro che esiste un comune denominatore: l’incertezza. Nessuno può dire con certezza quale sarà l’andamento dei cambi valutari e dei tassi di interesse, quali saranno gli effetti della Brexit sulle relazioni economiche e finanziarie in Europa a processo di uscita del Regno Unito ultimato, quali relazioni geopolitiche e quali instabilità commerciali emergeranno dall’America di qui ai prossimi quattro anni con Donald Trump al timone degli Usa. L’oro, soprattutto in fasi di aspettative in caduta libera come questa, diventa il miglior paracadute finanziario e psicologico per le nazioni». Nel caso dell’Eurozona, la corsa al rimpatrio dell’oro sovrano si inserisce certamente tra queste problematiche latenti, ma con la solita specificità: la diffidenza strutturale nelle relazioni politiche e finanziarie tra Stati. Anche se l’imponente QE della Bce ha riportato sotto controllo l’andamento dei tassi di interesse e gli spread nazionali, il denaro non ricuce né la fiducia reciproca, né le vecchie ferite mai rimarginate: anzi, a giudicare dal travagliato cammino della legge italiana di Stabilità, lo scontro tra rigoristi ed espansionisti resta da 8 anni con le stesse formazioni: la Germania, l’Olanda, l’Austria e il Belgio da una parte, l’Italia, la Grecia, la Spagna e il Portogallo dall’altra. Beh, sapere che la squadra dei «Goldfinger» accumula munizioni d’oro per averle pronte all’uso in caso di emergenza, mentre quella dei «Piigs» annaspa nei debiti e nel rigore, non è certamente rassicurante per chi già guarda con preoccupazione al dicembre 2017, quando la Bce dovrebbe terminare gli acquisti straordinari di titoli di Stato che hanno permesso all’europeriferia di tenere ai minimi i rendimenti dei propri bond. «Nel caso specifico – spiega l’econo- MODALITÀ DI ABBONAMENTO AL QUOTIDIANO: prezzo di copertina in Italia ¤1,50 dal martedì al venerdì, ¤2 per le edizioni di sabato e domenica e lunedì. Abbonamento Italia 359 numeri del quotidiano in versione cartacea e digitale: ¤400,00 comprensivo di contributo spese di consegna (postale o in edicola). L'abbonamento Italia non comprende i magazine “IL – Intelligence in Lifestyle” e “How to spend it”. Per l'abbonamento estero Europa, rivolgersi al Servizio Abbonamenti (tel. 02.30.300.600 oppure [email protected]). 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Il metallo giallo e l’economia mondiale IL RIMPATRIO DELL’ORO Il rimpatrio dell’oro I depositi d’Oro stranieri presso la Frnby 7.800 7.600 La «fuga» dei lingotti italiani 7.400 7.200 7.000 6.800 6.600 6.400 6.200 6.000 G ‘99 O ‘00 L ‘02 A ‘04 G ’06 O ‘07 L ‘09 A ‘11 G ‘13 M ‘14 Fonte: Frbny LE RISERVE AUREE Dati aggiornati a dicembre 2016 Tonnellate 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 8.133,5 3.377,9 2.814,0 2.451,8 2.435,8 1.842,6 1.583,1 1.040,0 765,2 612,5 Stati Uniti Germania IMF Italia Francia Cina Russia Svizzera Giappone Paesi Bassi % sul totale riserve 75,3% 69,5% n.d. 68,4% 66,2% 2,3% 16,3% 6,1% 2,5% 64,1% Fonte: World Gold Council mista di una grande banca d’affari – se anche l’euro saltasse o si dovesse decidere di “sdoppiarlo” in due valute con diverso valore, poter contare sulla protezione delle riserve in oro può fare la differenza». La discrezione di Francoforte Come giudicare, insomma, la corsa ai rimpatri dei lingotti europei e il boom di prenotazioni sui «cargo della speranza» in viaggio dall’America? Qui non si tratta più di giudicare i comportamenti di un manipolo di speculatori senza scrupoli, ma di accettare passivamente la buona fede di comportamenti che per quanto legittimi, approfondiscono il solco, le asimmetrie e la diffidenza tra cittadini e istituzioni nazionali e sovrannazionali. Una riflessione e un esempio che potrebbero partire proprio dal ruolo-guida della Bce, visto che la stessa Eurotower volle inserire a fine anni 90 una quota significativa di lingotti d’oro sovrani (il 30% della quota di riserve nazionali conferite dai Paesi membri)a garanzia della solidità di Eurotower. Pochi ricordano infatti che a garanzia del bilancio della Bce (ma non dell’euro) i soci dell’euroclub hanno versato nel complesso 767 tonnellate d’oro sovrano, una montagna di lingotti su cui l’Europa sembra avere però una gestione e una visione quasi bipolare: se da un lato è riconosciuto dalla stessa Banca centrale come un asset-chiave per la sicurezza del C.A.P. /LOCALITÀ / TELEFONO e FAX/EMAIL. Altre offerte di abbonato sono disponibili su Internet all'indirizzo www.ilsole24ore.com/offerte. Non inviare denaro. I nuovi abbonati riceveranno un apposito bollettino postale già intestato per eseguire il pagamento. La sottoscrizione dell'abbonamento dà diritto a ricevere offerte di prodotti e servizi del Gruppo Il Sole 24 ORE S.p.A. Potrà rinunciare a tale diritto rivolgendosi al Database Marketing de Il Sole 24 ORE. Informativa ex D.Lgs. n. 196/03 - Il Sole 24 ORE S.p.A. Titolare del trattamento tratta i dati personali liberamente conferiti per fornire i servizi indicati. Per i diritti di cui all'art. 7 del D.Lgs. n. 196/03 e per l'elenco di tutti i Responsabili del trattamento rivolgersi al Database Marketing, via Carlo Pisacane 1 - 20016 Pero (MI). I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all'amministrazione e potranno essere comunicati alle società del Gruppo per le medesime finalità della raccolta e a società esterne per suo bilancio, dal lato della sua gestione e custodia non sembra attribuirgli di fatto tale ruolo. La grande trasparenza con cui diffonde dati, informazioni e dettagli su ogni atto della vigilanza (compresi quelli di carattere legale) e soprattutto la precisione con cui elenca ogni mese tutte le varie operazioni monetarie straordinarie con cui ha salvato finora le sorti dell’Eurozona, la Bce non parla mai volentieri del modo in cui conserva e gestisce l’oro dei cittadini europei. L’unica cosa certa, è che a Francoforte non solo non è depositato neanche un lingotto delle 504 tonnellate d’oro che la Bce ha dichiarato di possedere a fine 2015, e che meno della metà di questo tesoro - bene rifugio, indicatore di fiducia e riserva di valore per eccellenza - è ai confini dell’Eurosistema, cioè a Roma (Banca d’Italia) e Lisbona (Banca del Portogallo). Al contrario, più del 50% dei lingotti Bce, secondo le stime degli analisti di BullionStar, è “curiosamente” affidato alla custodia (e in parte si dice alla gestione) di due banche centrali che con l’Eurozona e con l’euro non hanno nulla a che fare, la Fed di New York da un lato e la Bank of England a Londra dall’altro. Anche tralasciando il fatto (peraltro non positivo) che la Bce non conduce neppure un audit, o anche la più semplice verifica contabile fisica sull’oro custodito in America e Regno Unito, resta sul tavolo l’ennesimo paradosso: come si spie- la spedizione del quotidiano e per l'invio di materiale promozionale. SERVIZIO ABBONAMENTI: Tel. 02.30.300.600 (con operatore da lunedì a venerdì 8:30-18:00) - Fax 023022.2885 - Email: [email protected]. SERVIZIO ARRETRATI PER I NON ABBONATI: (non disponibili le edizioni cartacee più vecchie di 24 mesi dalla data odierna): inoltrare richiesta via email all'indirizzo [email protected] oppure contattare telefonicamente il numero 02 30.300.600 allegando la fotocopia della ricevuta di versamento sul c.c.p. 519272 intestato a Il Sole 24 ORE S.p.A. oppure via fax al numero 02 opp 06 3022.2519. Il costo di una copia arretrata è pari al doppio del prezzo di copertina del giorno richiesto. Non verranno rimborsate le istanze relative ad edizioni più vecchie di 24 mesi dalla data odierna. E scendendo verso Sud, si arriva fino all’Italia, che con 2.400 tonnellate d’oro – pari a un valore di 105 miliardi di euro(più o meno 5 volte la manovra contenuta nella Legge di Stabilità per il 2017 – si colloca nella quarta posizione della graduatoria mondiale delle riserve auree nazionali e nella prima per fedeltà al metallo giallo. Ma pochi sanno che l’enorme patrimonio in lingotti d’oro (degli italiani) che il Governo conferì a Bankitalia con la privatizzazione del 2014, è rimasto solo per metà nei confini italiani: oltre 1.000 tonnellate sono infatti volate in America in custodia della Fed di New York: gli altri due depositi importanti sono a Londra e in persino in Svizzera, presso la Bri e la banca centrale cantonale. Alle riserve in lingotti dichiarate formalmente da Bankitalia come proprie si aggiungono poi altre 150 tonnellate di oro custodite per conto della Bce. Con un apprezzabile sforzo di trasparenza (certamente superiore alla media di quanto fatto dagli istituti centrali di altri Paesi europei), Bankitalia ha infatti pubblicato nel 2014 un documento di 3 pagine (Le riserve auree della Banca d’Italia) ha fornito per la prima volta informazioni-chiave per dare una visione di massima del proprio patrimonio in oro sovrano. Tra le novità, due restano ancora rilevanti: la prima riguarda l’oro della Bce, la seconda, come detto,la mappa del tesoro e l’assenza di strategia sui rimpatri. A questo proposito, è interessante notare la linearità della banca nelle strategie sulle proprie riserve auree, soprattutto in confronto agli zig zag di molti partner europei: Palazzo Koch, che ha oltre il 68% delle proprie riserve strategiche rappresentate dall’oro, non solo è tra le pochissime banche centrali che non ne hanno venduto un grammo anche quando ne hanno avuta la possibilità in base agli accordi internazionali (2014 e 2015), ma non figura neppure tra le istituzioni intenzionate a medio termine a cederne una parte o a rimpatriarne quote più o meno significative come scelto da altre banche centrali europee. Detto questo, è ora di affrontare altre due questioni: quanti voli carichi d’oro sono stati tracciati da BullionStar verso l’Europa, per quali capitali e quali Paesi sono più attivi nel ponte aereo transatlantico? E che cosa dichiarano i governi a tale proposito? Ma soprattutto: c’è forse in disegno preciso che spinge tante nazioni a rimpatriare centinaia di tonnellate d’oro? E infine: la fortuna dell’oro è la “sfortuna” del mondo, oppure nel futuro del metallo giallo è in incubazione un ruolo-guida nella rivoluzione finanziaria del denaro virtuale e delle Blockchain? Insomma, siamo alla vigilia di un nuovo Gold Standard 2.0? Prima di due puntate © RIPRODUZIONE RISERVATA STAMPATORI: Il Sole 24 ORE S.p.A., via Busto Arsizio 36, 20151 Milano e via Tiburtina Valeria, Km 68,700, Carsoli 67061 (AQ) - Etis 2000 S.p.A., 8ª strada, 29 zona industriale, 95100 (CT) - Stampa quotidiana S.r.l., via Galileo Galilei 280/A, località Fossatone, 40059 Medicina (BO) - Stampa quotidiana Srl - Zona industriale Predda Niedda, strada 47 n. 4 - 07100 Sassari (SS) - B.E.A. Printing, Rue de Bosquet 16, Zona Ind. 1400 Nivelles (Belgio). 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