«La fabbrica del mondo» dal Rinascimento alla felicità tipo Will Smith

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«La fabbrica del mondo» dal Rinascimento alla felicità tipo Will Smith
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Venerdì 9 aprile 2010
CULTURA&SPETTACOLI
FILM «BLASFEMI»
Paul Bettany e Audrey
Tautou in chiesa, nel
thriller «Il Codice da
Vinci» del regista
americano Ron Howard
(2006). In basso, Willem
Dafoe in «L’ultima
tentazione di Cristo» di
Martin Scorsese (1988).
A sinistra, lo scrittore
Philip Pullman, oggi
al centro delle polemiche
IL SAGGIO DI LUIGI DE LUCA POLITICA ED ECONOMIA DELLA CULTURA GLOBALE, RIPENSANDO A DE MARTINO
MOLTI LIBRI PER L’OSTENSIONE
«La fabbrica del mondo»
dal Rinascimento
alla felicità tipo Will Smith
Sindone
nuove
pagine
sul mistero
di GLORIA INDENNITATE
percorso nel quale si manifesta una sorta di «tensione universalistica» che appare condivisa sia dai
maggiorenti cinquecenteschi, sia dagli urbanisti
olitica ed economia della cultura
dell’età moderna, sia dai manager contemporanei. Il
nell’epoca della globalizzazione». Tefilo conduttore che li unisce è quello dell’economia
ma da ascrivere al massimo dei sicui in seguito si aggiunge quello della tecnologia.
stemi, ponendolo in un periodo stoLa fabbrica del mondo dunque si pone come un
rico in cui «disordine» e «metastasi mediatiche»
«serbatoio di conoscenze» dove interprete principale
sembrano prendere il sopravvento sui contenuti.
è la natura della creatività. Le fanno da sponda i
Luigi De Luca, sindaco per alcuni anni di Cursi, la
mondi reali o possibili che prendono corpo nelle
«città della pietra» salentina, una robusta esperienopere degli artisti, nei copioni teatrali e cinemaza alle spalle nei gangli decisionali del settore cultografici e, in particolare, nella rete dei nuovi media.
tura alla Provincia di Lecce, attuale direttore
Non ultimi i consumi culturali e la ricerca della
dell’Istituto di Culture Mediterranee, ha intrapreso
felicità (ricordate il film con Will Smith diretto da
un lungo e approfondito lavoro scientifico-letterario
Gabriele Muccino?) creano miti ai quali è difficile
per fornire risposte al quesito se esista o meno la
sfuggire e non dimentichiamo che di «apocalisse culpossibilità di costruire un nuovo umanesimo in queturale» aveva già parlato a suo tempo Ernesto De
sto mare magnum che mette in discussione l’esiMartino.
stenza del mondo reale.
«Dal punto di vista etnologico - osserva De Luca Arti, letteratura, scienza e pensiero sono stati per
la risposta alla colonizzazione occidentale del monlui materia di studio e d’analisi, trasformandosi neldo è stata la nascita di movimenti apocalittici che
la pulsione che ha fatto nascere La fabbrica del monriflettono, insieme alla perdita dell’indipendenza,
do, libro edito da Lupo. In 228 pagine, l’autore anaproprio il crollo del sistema di vita tradizionale».
lizza il contesto storico e la genesi del processo creaProblema centrale diviene anche la conoscenza di
tivo, utilizzando le leve di una ricerca che mette a
una «antropologia della cybercultura» per capire
confronto, oltre ai capisaldi dell’universo letterario
più a fondo quanto la rivoluzione tecnologica copiù aggiornato, anche la sua personale esperienza
stituisca «il discrimine
sul campo. Inoltre, in antra vecchio e nuovo in
ni di forte «spaesamencampo culturale tra il seto» e decadenza, in cui
condo ed il terzo millencittà ideali e biblioteche
nio».
hanno ceduto il passo a
«La fabbrica del mondo. Politica ed ecoInfine, condizione necyber spaces,
nomia della cultura nell’epoca della globalizcessaria
e sufficiente è
De Luca rilancia la
zazione» di Luigi De Luca (Lupo ed.) viene preuscire dall’equivoco
funzione etica dell’arte,
sentato oggi alle 19.30 nell’ex fabbrica tabacdell’«industria culturail ruolo rivestito dall’inchi di Cursi (Lecce). Con l’autore e con l’editole», definizione di comtellettuale nella contemre Cosimo Lupo, interverranno Pier Giorgio
plessa esplicazione - pur
poraneità e l’esigenza di
Giacchè, Giovanni Albanese e Silvio Maselli.
consacrata dall’Unesco nuove regole per porre
visto che racchiude un
rimedio allo «spaesaqualcosa che non esiste.
mento», termine coniato
«La produzione culturale
da Ernesto De Martino
- dice de Luca - appartie«per descrivere la nuova
ne alla quotidiana rapcondizione della cultura
presentazione della vita
occidentale di fronte agli
degli uomini».
appuntamenti della stoE, aggiunge l’autore,
ria».
«l’industria culturale
La ricerca della «fabnon è altro che l’uso che
brica» - parola evocativa
il capitale fa della cultura
di eroiche lotte operaie e
per affermare il suo dodi attuali dispute politiminio sul mondo e sulla
che - parte da lontano, da
coscienza degli uomini».
quel Rinascimento che
L’orizzonte (conclusivo?)
la cultura dell’ovest del
è quello del multiculturamondo ha posto come
lismo, della difesa e del
pietra angolare per raprafforzamento delle culpresentarlo nella sua forture «altre», vere «fabbrima più perfetta. Così, De
che» di cultura e bellezza
Luca attinge a numerose
che vivono ancora fuori
fonti specialistiche e le
dai «cancelli dei ciberintreccia cavalcando i
secoli per dar vita ad un
ERNESTO DE MARTINO Parlò di «apocalisse culturale» spazio» (Jeremy Rifkin).
«P
avuto semplicemente un delirio onirico. Si riprende
e consuma sulla croce la sua passione canonica.
Quando nel 1988 Martin Scorsese diresse il film
tratto dal romanzo di Kazantzakis, L’ultima tentazione di Cristo, frange cristiane fondamentaliste organizzarono picchetti davanti alle sale cinematografiche per impedire l’accesso degli spettatori. Il
dibattito fu aspro e, spesso, privo di fondamenta. Si
gridò allo scandalo ed alla blasfemia senza constatare che il romanzo ed il film non intaccavano la
verità evangelica su Gesù. Semplicemente, ne esploravano sul piano del sogno la possibilità di un’alternativa al martirio.
Meno scalpore ma altrettanto sconcerto quelli suscitati dal film del 1975 Povero Cristo, diretto da Pier
Carpi. Quest’ultimo aveva raggiunto una qualche
notorietà come scrittore del genere horror, poi finito sugli elenchi degli iscritti alla P2. Nella pellicola citata appariva nientemeno che Mino Reitano. A lui, il ruolo di Giorgio Cavero, aspirante detective privato, cui uno sconosciuto prospetta una
ricompensa di cento milioni se troverà le prove
dell’esistenza di Gesù. L’ironia dissacrante della vicenda non turbò la Chiesa, i cui rappresentanti affermarono: «Ottimo per dibattiti, il film merita interessamento». Da ricordare che la moglie di Pier
Carpi, Franca Bigliardi, scrisse il romanzo Il ventre
di Maria, ritenuto blasfemo quanto la pellicola che
ne trasse Memè Perlini nel 1992. È la storia della
natività ricostruita fra gli isterismi della puerpera e
il comportamento disturbato del figlio. Tutti esempi
di reazioni artistiche all’incombere di un concetto,
quello della divinità, ritenuto inconoscibile ed accettabile soltanto per fede.
C’è chi stigmatizza perché
la carta andrebbe riciclata.
Ma soprattutto i documenti
al rogo non portano bene
supplizio» di Damiens, l'attentatore
del re Luigi XV, giustiziato a Parigi
nel 1757: Damiens fu smembrato da
sei cavalli dopo essere stato lungamente torturato, e, ancora vivo, fu
poi gettato sul rogo. In quel libro il
grande intellettuale francese ha dimostrato che attraverso il sapere (sui
corpi) le classi dirigenti hanno potuto fondare un potere molto più razionale e penetrante volto a tenere
sotto controllo classi subalterne e
soggetti pericolosi e, più in generale,
a regolare la produzione e assicurare
le condizioni dello sfruttamento (nelle manifatture e nelle fabbriche).
Ci si poteva aspettare che il pro-
Oggi la presentazione a Cursi
Vetrina
cedere della storia avrebbe portato ad
un superamento anche dell’uso spregiudicato del sapere e del potere (così
come era stata superata la logica del
rogo). Ma più che ad una evoluzione
si assiste ad un tornare indietro caratterizzato dal totale disinteresse
per gli apporti della conoscenza (e
per il suo possibile uso distorto). La
regressione al rogo inquieta, anche
solo come simbolo. È una implicita
rinuncia al progresso e alla ragione.
Non c’è desiderio di orientare al meglio quest’ultima. Solo un ricorso alla
semplificazione: quella del pensiero,
non quella normativa.
E non c’è neanche da stupirsi: ciò
che sembra tenerci insieme come comunità non è più il riconoscerci nella legge regolante l’agire di tutti
nell’interesse di tutti, quanto il riconoscerci nella trasgressione della
legge e nella sua sospensione.
UNA RICERCATRICE STUDIA MISTERIOSE PROFEZIE LEONARDESCHE
«Nel Cenacolo un apostolo mascherato da donna»
n Nel Cenacolo di Leonardo «si nascondono un apostolo mascherato da donna, una profezia sulla fine del mondo e alcuni simboli satanici». Lo sostiene in un’intervista a «Panorama» la ricercatrice Sabrina Sforza Galizia, che ha trascorso anni a setacciare i manoscritti vinciani ed ha avuto
la possibilità di studiare un arazzo custodito in Vaticano, copia esatta del
Cenacolo murale di Leonardo. La ricercatrice, in un libro edito dalla Libreria editrice vaticana, è giunta a ricostruire le corrispondenze tra calcoli matematici-astronomici e simboli disseminati nei dipinti, trovando
infine la chiave per interpretare le informazioni che Leonardo da Vinci ha
lasciato nei suoi capolavori. Come la data del Diluvio universale e straordinarie coincidenze con i calcoli astronomici dei Maya.
OLTRE 300 TOMBE ANCORA INTATTE, UN DOCUMENTO ECCEZIONALE
Scoperta una grande necropoli in Georgia
n Una grandissima necropoli, con oltre 300 tombe a tumulo ancora intatte,
che coprono un enorme arco temporale, identificato tra il IV millennio a.C.
e il III secolo d.C.. È l'incredibile scoperta fatta in una valle della Georgia, la
mitica terra del Vello d’Oro, da un archeologo dell’Università di Ferrara,
Livio Zerbini, in collaborazione con il collega georgiano Licheli.
L
a Sindone, il lenzuolo
che, secondo la tradizione, porta impresso il corpo di Cristo,
attira migliaia di persone nel
duomo di Torino da oltre quattro secoli e lo continuerà a fare nei giorni dell’Ostensione
dal 10 aprile al 23 maggio prossimi, custodisce un mistero su
cui tanti autori continuano ad
indagare.
In occasione della prossima
Ostensione nuovi volumi arrivano in libreria. L’editoria
cattolica da sempre ne fa uno
dei temi privilegiati, come è
ovvio, ma anche altri editori
hanno in uscita dei testi. La
ricercatrice dell’Archivio Segreto Vaticano Barbara Frale
è autrice del libro La sindone
di Gesù Nazareno edito dal
Mulino, uscito a febbraio. Da
Utet è appena uscito Passio
Christi passio Hominis a cura
di Gian Maria Zaccone e Bruno Barberis in cui viene analizzato il lenzuolo funerario,
nel quale secondo tradizione
fu avvolto il corpo di Gesù dopo la deposizione dalla croce,
dopo che le straordinarie riprese fotografiche ad altissima definizione realizzate da
una società di Novara hanno
reso possibile un livello di
chiarezza mai raggiunto prima.
Accompagna il volume un
video con più di due ore di
filmati, commentate da cinque
dei massimi esperti degli studi sulla Sindone, che ne danno
una chiave di lettura rispettivamente religiosa (monsignor Giuseppe Ghiberti), storica (Gian Maria Zaccone), di
storia della fotografia (Nello
Balossino), anatomo-patologica (Pierluigi Baima Bollone) e
fisico-chimica (Bruno Barberis). La stessa Utet ha pubblicato Sindone, un volume di
pregio a tiratura limitata realizzato con il Patrocinio del
Comitato della Solenne Ostensione della Sindone 2010.
Da Mattioli 1885 sta uscendo
La sindone e le altre reliquie
celebri in cui il giornalista
Emanuele Roncalli (pronipote
di Giovanni XXIII) compie un
viaggio nella storia delle reliquie e nella venerazione dei
frammenti corporei di santi,
beati, apostoli, martiri. Partendo dalla Sindone si racconta di sacri reperti, intrisi di
mistero, proposti alla devozione popolare.
La San Paolo ha in uscita
La Sindone, un nuovo saggio
dell’esperta Emanuela Marinelli che sul sacro lenzuolo ha
già scritto tre libri ed è stata
la coordinatrice del comitato
organizzatore del congresso
mondiale Sindone del 2000. C'è
poi anche un libriccino di
Bruno Barberis e Massimo
Boccaletti in cui si parla del
Sacro Telo pezzo per pezzo. Gli
stessi autori hanno scritto anche Il caso Sindone non è chiuso, anche questo in uscita. Ci
sono anche vari titoli Elledici,
molti orientati ai ragazzi.
[r. c.]