«La fabbrica del mondo» dal Rinascimento alla felicità tipo Will Smith
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«La fabbrica del mondo» dal Rinascimento alla felicità tipo Will Smith
27 Venerdì 9 aprile 2010 CULTURA&SPETTACOLI FILM «BLASFEMI» Paul Bettany e Audrey Tautou in chiesa, nel thriller «Il Codice da Vinci» del regista americano Ron Howard (2006). In basso, Willem Dafoe in «L’ultima tentazione di Cristo» di Martin Scorsese (1988). A sinistra, lo scrittore Philip Pullman, oggi al centro delle polemiche IL SAGGIO DI LUIGI DE LUCA POLITICA ED ECONOMIA DELLA CULTURA GLOBALE, RIPENSANDO A DE MARTINO MOLTI LIBRI PER L’OSTENSIONE «La fabbrica del mondo» dal Rinascimento alla felicità tipo Will Smith Sindone nuove pagine sul mistero di GLORIA INDENNITATE percorso nel quale si manifesta una sorta di «tensione universalistica» che appare condivisa sia dai maggiorenti cinquecenteschi, sia dagli urbanisti olitica ed economia della cultura dell’età moderna, sia dai manager contemporanei. Il nell’epoca della globalizzazione». Tefilo conduttore che li unisce è quello dell’economia ma da ascrivere al massimo dei sicui in seguito si aggiunge quello della tecnologia. stemi, ponendolo in un periodo stoLa fabbrica del mondo dunque si pone come un rico in cui «disordine» e «metastasi mediatiche» «serbatoio di conoscenze» dove interprete principale sembrano prendere il sopravvento sui contenuti. è la natura della creatività. Le fanno da sponda i Luigi De Luca, sindaco per alcuni anni di Cursi, la mondi reali o possibili che prendono corpo nelle «città della pietra» salentina, una robusta esperienopere degli artisti, nei copioni teatrali e cinemaza alle spalle nei gangli decisionali del settore cultografici e, in particolare, nella rete dei nuovi media. tura alla Provincia di Lecce, attuale direttore Non ultimi i consumi culturali e la ricerca della dell’Istituto di Culture Mediterranee, ha intrapreso felicità (ricordate il film con Will Smith diretto da un lungo e approfondito lavoro scientifico-letterario Gabriele Muccino?) creano miti ai quali è difficile per fornire risposte al quesito se esista o meno la sfuggire e non dimentichiamo che di «apocalisse culpossibilità di costruire un nuovo umanesimo in queturale» aveva già parlato a suo tempo Ernesto De sto mare magnum che mette in discussione l’esiMartino. stenza del mondo reale. «Dal punto di vista etnologico - osserva De Luca Arti, letteratura, scienza e pensiero sono stati per la risposta alla colonizzazione occidentale del monlui materia di studio e d’analisi, trasformandosi neldo è stata la nascita di movimenti apocalittici che la pulsione che ha fatto nascere La fabbrica del monriflettono, insieme alla perdita dell’indipendenza, do, libro edito da Lupo. In 228 pagine, l’autore anaproprio il crollo del sistema di vita tradizionale». lizza il contesto storico e la genesi del processo creaProblema centrale diviene anche la conoscenza di tivo, utilizzando le leve di una ricerca che mette a una «antropologia della cybercultura» per capire confronto, oltre ai capisaldi dell’universo letterario più a fondo quanto la rivoluzione tecnologica copiù aggiornato, anche la sua personale esperienza stituisca «il discrimine sul campo. Inoltre, in antra vecchio e nuovo in ni di forte «spaesamencampo culturale tra il seto» e decadenza, in cui condo ed il terzo millencittà ideali e biblioteche nio». hanno ceduto il passo a «La fabbrica del mondo. Politica ed ecoInfine, condizione necyber spaces, nomia della cultura nell’epoca della globalizcessaria e sufficiente è De Luca rilancia la zazione» di Luigi De Luca (Lupo ed.) viene preuscire dall’equivoco funzione etica dell’arte, sentato oggi alle 19.30 nell’ex fabbrica tabacdell’«industria culturail ruolo rivestito dall’inchi di Cursi (Lecce). Con l’autore e con l’editole», definizione di comtellettuale nella contemre Cosimo Lupo, interverranno Pier Giorgio plessa esplicazione - pur poraneità e l’esigenza di Giacchè, Giovanni Albanese e Silvio Maselli. consacrata dall’Unesco nuove regole per porre visto che racchiude un rimedio allo «spaesaqualcosa che non esiste. mento», termine coniato «La produzione culturale da Ernesto De Martino - dice de Luca - appartie«per descrivere la nuova ne alla quotidiana rapcondizione della cultura presentazione della vita occidentale di fronte agli degli uomini». appuntamenti della stoE, aggiunge l’autore, ria». «l’industria culturale La ricerca della «fabnon è altro che l’uso che brica» - parola evocativa il capitale fa della cultura di eroiche lotte operaie e per affermare il suo dodi attuali dispute politiminio sul mondo e sulla che - parte da lontano, da coscienza degli uomini». quel Rinascimento che L’orizzonte (conclusivo?) la cultura dell’ovest del è quello del multiculturamondo ha posto come lismo, della difesa e del pietra angolare per raprafforzamento delle culpresentarlo nella sua forture «altre», vere «fabbrima più perfetta. Così, De che» di cultura e bellezza Luca attinge a numerose che vivono ancora fuori fonti specialistiche e le dai «cancelli dei ciberintreccia cavalcando i secoli per dar vita ad un ERNESTO DE MARTINO Parlò di «apocalisse culturale» spazio» (Jeremy Rifkin). «P avuto semplicemente un delirio onirico. Si riprende e consuma sulla croce la sua passione canonica. Quando nel 1988 Martin Scorsese diresse il film tratto dal romanzo di Kazantzakis, L’ultima tentazione di Cristo, frange cristiane fondamentaliste organizzarono picchetti davanti alle sale cinematografiche per impedire l’accesso degli spettatori. Il dibattito fu aspro e, spesso, privo di fondamenta. Si gridò allo scandalo ed alla blasfemia senza constatare che il romanzo ed il film non intaccavano la verità evangelica su Gesù. Semplicemente, ne esploravano sul piano del sogno la possibilità di un’alternativa al martirio. Meno scalpore ma altrettanto sconcerto quelli suscitati dal film del 1975 Povero Cristo, diretto da Pier Carpi. Quest’ultimo aveva raggiunto una qualche notorietà come scrittore del genere horror, poi finito sugli elenchi degli iscritti alla P2. Nella pellicola citata appariva nientemeno che Mino Reitano. A lui, il ruolo di Giorgio Cavero, aspirante detective privato, cui uno sconosciuto prospetta una ricompensa di cento milioni se troverà le prove dell’esistenza di Gesù. L’ironia dissacrante della vicenda non turbò la Chiesa, i cui rappresentanti affermarono: «Ottimo per dibattiti, il film merita interessamento». Da ricordare che la moglie di Pier Carpi, Franca Bigliardi, scrisse il romanzo Il ventre di Maria, ritenuto blasfemo quanto la pellicola che ne trasse Memè Perlini nel 1992. È la storia della natività ricostruita fra gli isterismi della puerpera e il comportamento disturbato del figlio. Tutti esempi di reazioni artistiche all’incombere di un concetto, quello della divinità, ritenuto inconoscibile ed accettabile soltanto per fede. C’è chi stigmatizza perché la carta andrebbe riciclata. Ma soprattutto i documenti al rogo non portano bene supplizio» di Damiens, l'attentatore del re Luigi XV, giustiziato a Parigi nel 1757: Damiens fu smembrato da sei cavalli dopo essere stato lungamente torturato, e, ancora vivo, fu poi gettato sul rogo. In quel libro il grande intellettuale francese ha dimostrato che attraverso il sapere (sui corpi) le classi dirigenti hanno potuto fondare un potere molto più razionale e penetrante volto a tenere sotto controllo classi subalterne e soggetti pericolosi e, più in generale, a regolare la produzione e assicurare le condizioni dello sfruttamento (nelle manifatture e nelle fabbriche). Ci si poteva aspettare che il pro- Oggi la presentazione a Cursi Vetrina cedere della storia avrebbe portato ad un superamento anche dell’uso spregiudicato del sapere e del potere (così come era stata superata la logica del rogo). Ma più che ad una evoluzione si assiste ad un tornare indietro caratterizzato dal totale disinteresse per gli apporti della conoscenza (e per il suo possibile uso distorto). La regressione al rogo inquieta, anche solo come simbolo. È una implicita rinuncia al progresso e alla ragione. Non c’è desiderio di orientare al meglio quest’ultima. Solo un ricorso alla semplificazione: quella del pensiero, non quella normativa. E non c’è neanche da stupirsi: ciò che sembra tenerci insieme come comunità non è più il riconoscerci nella legge regolante l’agire di tutti nell’interesse di tutti, quanto il riconoscerci nella trasgressione della legge e nella sua sospensione. UNA RICERCATRICE STUDIA MISTERIOSE PROFEZIE LEONARDESCHE «Nel Cenacolo un apostolo mascherato da donna» n Nel Cenacolo di Leonardo «si nascondono un apostolo mascherato da donna, una profezia sulla fine del mondo e alcuni simboli satanici». Lo sostiene in un’intervista a «Panorama» la ricercatrice Sabrina Sforza Galizia, che ha trascorso anni a setacciare i manoscritti vinciani ed ha avuto la possibilità di studiare un arazzo custodito in Vaticano, copia esatta del Cenacolo murale di Leonardo. La ricercatrice, in un libro edito dalla Libreria editrice vaticana, è giunta a ricostruire le corrispondenze tra calcoli matematici-astronomici e simboli disseminati nei dipinti, trovando infine la chiave per interpretare le informazioni che Leonardo da Vinci ha lasciato nei suoi capolavori. Come la data del Diluvio universale e straordinarie coincidenze con i calcoli astronomici dei Maya. OLTRE 300 TOMBE ANCORA INTATTE, UN DOCUMENTO ECCEZIONALE Scoperta una grande necropoli in Georgia n Una grandissima necropoli, con oltre 300 tombe a tumulo ancora intatte, che coprono un enorme arco temporale, identificato tra il IV millennio a.C. e il III secolo d.C.. È l'incredibile scoperta fatta in una valle della Georgia, la mitica terra del Vello d’Oro, da un archeologo dell’Università di Ferrara, Livio Zerbini, in collaborazione con il collega georgiano Licheli. L a Sindone, il lenzuolo che, secondo la tradizione, porta impresso il corpo di Cristo, attira migliaia di persone nel duomo di Torino da oltre quattro secoli e lo continuerà a fare nei giorni dell’Ostensione dal 10 aprile al 23 maggio prossimi, custodisce un mistero su cui tanti autori continuano ad indagare. In occasione della prossima Ostensione nuovi volumi arrivano in libreria. L’editoria cattolica da sempre ne fa uno dei temi privilegiati, come è ovvio, ma anche altri editori hanno in uscita dei testi. La ricercatrice dell’Archivio Segreto Vaticano Barbara Frale è autrice del libro La sindone di Gesù Nazareno edito dal Mulino, uscito a febbraio. Da Utet è appena uscito Passio Christi passio Hominis a cura di Gian Maria Zaccone e Bruno Barberis in cui viene analizzato il lenzuolo funerario, nel quale secondo tradizione fu avvolto il corpo di Gesù dopo la deposizione dalla croce, dopo che le straordinarie riprese fotografiche ad altissima definizione realizzate da una società di Novara hanno reso possibile un livello di chiarezza mai raggiunto prima. Accompagna il volume un video con più di due ore di filmati, commentate da cinque dei massimi esperti degli studi sulla Sindone, che ne danno una chiave di lettura rispettivamente religiosa (monsignor Giuseppe Ghiberti), storica (Gian Maria Zaccone), di storia della fotografia (Nello Balossino), anatomo-patologica (Pierluigi Baima Bollone) e fisico-chimica (Bruno Barberis). La stessa Utet ha pubblicato Sindone, un volume di pregio a tiratura limitata realizzato con il Patrocinio del Comitato della Solenne Ostensione della Sindone 2010. Da Mattioli 1885 sta uscendo La sindone e le altre reliquie celebri in cui il giornalista Emanuele Roncalli (pronipote di Giovanni XXIII) compie un viaggio nella storia delle reliquie e nella venerazione dei frammenti corporei di santi, beati, apostoli, martiri. Partendo dalla Sindone si racconta di sacri reperti, intrisi di mistero, proposti alla devozione popolare. La San Paolo ha in uscita La Sindone, un nuovo saggio dell’esperta Emanuela Marinelli che sul sacro lenzuolo ha già scritto tre libri ed è stata la coordinatrice del comitato organizzatore del congresso mondiale Sindone del 2000. C'è poi anche un libriccino di Bruno Barberis e Massimo Boccaletti in cui si parla del Sacro Telo pezzo per pezzo. Gli stessi autori hanno scritto anche Il caso Sindone non è chiuso, anche questo in uscita. Ci sono anche vari titoli Elledici, molti orientati ai ragazzi. [r. c.]