IL CUORE DI MILANO PRIMATO D`I D E N T I TA

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IL CUORE DI MILANO PRIMATO D`I D E N T I TA
SABATO 30 GIUGNO 2012
Culture e Identità
laPADANIA
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La personalità religiosa, economica e storica di un popolo
IL CUORE DI MILANO
PRIMATO D’IDENTITA
Nel volume di Zardin il metodo per comprendere questa “prima della classe”
di Giuseppe Reguzzoni
Come si può difendere
l’identità lombarda, se non
se ne è consapevoli? Come
si può pensare il futuro di
una terra, se non se ne conoscono l’anima e la storia?
Secondo Goethe, chi non è
consapevole di almeno tremila anni di storia, cammina come un cieco in mezzo al buio. Qui sta tutta la
differenza tra l’improvvisazione, alla rincorsa di facili
slogan di moda e una seria
visione progettuale. La cultura lombarda è anche questo: concretezza e senso di
appartenenza a una storia
che non è mai chiusa in se
stessa, ma sa proiettarsi in
avanti.
C’è un bel libro, appena
uscito per i tipi della Rizzoli, che non può passare
inosservato a chi ama la
Lombardia o anche solo a
chi voglia comprenderla: Il
cuore di Milano. Identità e
storia di una “capitale morale”, a cura di Danilo Zardin (BUR 2012, 264 p.,
Eur. 12). Può sembrare un
paradosso, ma la capitale
“morale”, in fondo, ha poca
stima di sé, si ama poco,
perché si conosce poco. Eppure è da qui che, nel bene e
nel male, sono partite le
grandi spinte che hanno
cambiato e stanno cambiando questo Paese. Come
ricorda, nella sua Prefazione, Lorenzo Ornaghi, Rettore della Cattolica e attuale Ministro dei Beni Culturali: «Colpisce il fatto che
la milanesità non abbia mai
amato le fughe avventurose
verso il nuovo, l’esasperazione unilaterale dei conflitti, le illusioni di palingenesi rivoluzionarie (…).
La comunità sociale di Milano riflette le proprie propensioni alla paziente costruzione del domani, la
propria volontà di trattenere il meglio delle tradizioni preesistenti. Milano è
piena di realismo e di senso
pratico». Dunque, un volume collettaneo, scritto
na, questo volume è un viaggio nella consapevolezza,
quella di cui oggi c’è più che
mai bisogno.
Ci si trova a
confrontarsi
sui grandi temi
dell’identità milanese, quasi
facendo il punto su ciò di cui
non si può fare
a meno quando
si sta per aprire
una nuova fase,
dagli esiti incerti. Invano,
però, si cercherebbero nelle
sue pagine, anche nelle ultime, dedicate alla vocazione di
Milano nella
realtà dell’oggi,
dei tentativi di
inseguire la politica “p a r t i t i■ SAN CARLO BORROMEO amministra la cresima durante la peste di Milano, XVII secolo
ca ”, nelle sue
dimensioni oggi
prevalentemente da storici,
tale “coinc idenza” è sin
sempre più nauseanti e imma non solo storico, né nel
troppo evidente, come è eviproduttive. Il terreno su cui
metodo né negli intenti. Andente la profonda e spesso
si collocano i contributi di
zi, è curioso come Milano e
taciuta milanesità, di vita e
taglio economico, storicoil suo territorio finiscano
intenzioni, dell’a u t or e ,
politico e sociale è piuttosto
per confondersi: l’una è il
Alessandro Manzoni (cui è
quello del pre-politico, vale
“cu ore” dell’altro, tant’è
dedicato il bel contributo di
a dire di quel mondo di
che, nei secoli, nella storia
Rita Zama). È intorno a
grandi riferimenti reali e
diplomatica come anche in
questo “cuore” - rilevabile
ideali di cui la politica fatletteratura il “Milanese” e la
persino nella topografia
tiva non dovrebbe fare a
Lombardia sono finiti quasi
della Città - e al suo dimeno. Da questo punto di
per coincidere. Del resto,
venire reale che si confronvista, in un tempo in cui la
nei Promessi Sposi, storia
ta un gruppo di specialisti
logica del mordi e fuggi,
“milanese” del secolo XVII,
di storia e civiltà lombarda,
dell’inseguimento di indici
coordinato dal prof. Danilo
di gradimento e sondaggi
Zardin, specialista dell’età
sembra tristemente trionborromaica e dell’età della
fare sull’arte di ben goverControriforma in Lombarnare, questo è un libro codia: Annalisa Albuzzi, Daraggioso, anche solo per la
niele Bardelli, Claudio Berrichiesta di consapevolezza
nardi, Claudio Besana, Mamaggiore che esso suppone
ria Bocci, Edoardo Brese propone.
san, Aldo Carera, AlessanPer esempio, quando si
dro Colombo, Alberto Cova,
legge il bel contributo di
Marina Gazzini, AlessanAlberto Cova, dedicato al
dro Rovetta, Giulio Sapelli,
“primato” di Milano nel siRita Zama. Dalla storia postema economico preindulitica a quella economica,
striale, si capisce come e
dalla letteratura all’arte,
perché il sistema delle picdai fermenti sociali alla tracole e medie imprese sia
dizione religiosa ambrosiacosì radicato nel territorio
■ IL VILLAGGIO industriale di Crespi d’Adda
milanese e quanto lontane
mistiche e federalistiche,
nel tempo siano le sue raimpersonate da Cattaneo e,
dici. È il “caso lombardo”,
più in generale, da tutta la
di cui scrive Paola Vismara,
“scuola” del Romagnosi riper cui la costruzione
sulteranno ampiamente
dell’eccellenza produttiva è
deluse e tradite con l’inandata di pari passo con
troduzione del centralismo
quella dell’eccellenza forsabaudo e la cancellazione
mativa. La storia lombardi una tradizione di ordida, sino all’unità d’Italia, è
nata ed efficiente autonostoria più di continuità che
mia amministrativa. Miladi rottura, finanche nel
no resta però il centro di
passaggio, storiograficatutti i cambiamenti che si
mente tanto controverso,
impongono in seguito, pridal governo spagnolo al rima tra tutti la rivoluzione
formismo austriaco di Maindustriale, in tutte le sue
ria Teresa e Giuseppe II
fasi, prima della Grande
d’Asburgo. Milano e la
Guerra, durante il FasciLombardia rifuggono dalle
smo e nel secondo Doposoluzioni di continuità.
guerra. Il volume affronta,
Questa, del resto, è la quinquindi, coerentemente, il
tessenza del
tema dell’imriformismo e Colpisce il fatto
m ig r az i on e
del realismo che la milanesità
all’interno
lombardi. Gli
dei diversi
non abbia mai
storici seri
quadri dedinon cedono amato le fughe
cati allo svialla tentazio- avventurose
luppo econon e , p r o p a- verso il nuovo,
mico e indugandistica e
striale di Mil’esasperazione
poco scientilano e del
fica, di mar- unilaterale
suo territocare rotture, dei conflitti,
rio, fermandove, invece, le illusioni
dosi alle soi documenti
glie dell’età
e i fatti par- di palingenesi
presente e
lano di pro- rivoluzionarie
dei più regressione.
c e n t i c a mCosì, senza tacere il conbiamenti. Molto spazio è via
trastato contributo di Mivia dedicato alla storia e
lano e della Lombardia al
all’identità religiosa della
processo risorgimentale,
Lombardia, senza le quali
Alessandro Colombo, scridifficilmente si potrebbe
vendo del ruolo guida e di
parlare di “capitale morale”
leadership mancata di Mie, soprattutto, prescindenlano, riconosce negli anni
do dalle quali difficilmente
della Restaurazione,
questa terra potrà rimanenell’Italia pre-unitaria, un
re feconda e capace di fare
momento fortemente cosintesi tra l’antico e il nuostruttivo e sostanzialmente
vo. Milano è cresciuta e ha
positivo per l’e con om ia
preso forma “a strati”, dai
lombarda, che conosce un
Celti ai Longobardi, dai Coforte periodo di prosperità,
muni alla grande metropoli
con calo delle imposte riindustriale. La sintesi era e
spetto al sistema napoleorimane un problema di
nico e relativo rispetto delle
“cuore”, e questo è, paraautonomie. A Milano tocca
dossalmente, più vero proil ruolo difficile di “prima
prio per una città così readella classe”, anche e solistica e pragmatica come la
prattutto rispetto agli arcapitale lombarda. Senza
retrati domini dei Savoia,
richiamarsi a questo “cuocome, suo malgrado, dore” si finisce solo per precipitare nel buio.
vette riconoscere lo stesso
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Cavour. Le attese autono-