Allarme slot machine, in provincia

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Allarme slot machine, in provincia
IL SECOLO XIX
savona / provincia
I DATI DELL’ASL 2 SULL’AZZARDO
DOMENICA
6 OTTOBRE 2013
17
LE TESTIMONIANZE
Allarme slot machine,
in provincia
20 mila malati di gioco
Negozi chiusi per crisi ma proliferano le macchinette
ANDREAS UZZAUTO
SAVONA. Spuntano dappertutto
come funghi. Dove prima c’erano un
bar,unamacelleria,unatabaccheria,
un negozio di elettrodomestici,
adessoc’èunasalagiochi.Savonacome Las Vegas: se non è proprio così
poco ci manca. Accade in tutta Italia,
ma la Liguria negli ultimi anni ha saputo ritagliarsi un posto di notevole
rilievo nella classifica del gioco d’azzardo.LasolacittàdiGenovasitrova
al quinto posto – dopo Roma, Milano, Napoli e Torino – nell’ordine dei
capoluoghi italiani per numero di locali (legali) dedicati al gioco d’azzardo.
Animamaliardadiquestilocalisono le slot-machine, le macchinette
mangiasoldi presenti anche in molti
bar e locali pubblici, divenute totalmente legali nel 2009; un fatturato tologici non credono di essere malain continua crescita, eppure la cui ti, pensano che sia solo un vizio, di
tassazione, proprio in questi anni di poter smettere quando vogliono».
«L’età dei malati varia dai 25 ai 50
governi tecnici e di servizio che non
hanno risparmiato pesanti tagli ai anni; conosciamo in prevalenza uoComuni, ha continuato a calare: dal mini, ma non vuol dire che le donne
29% nel 2005 si è arrivati ora a una sianomenocolpite,anzi:ilfattoèche
tassazionedell’8,9%(ildatopiùecla- le donne hanno più ritegno ad affitante è quello dei Casinò e Poker darsiallenostrecure:discorsovalido
online:malgradosianoipiùprofitte- anche per altre dipendenze, come
voli per i gestori, pagano solo lo 0,6% per l’alcol. Qualcuno di rado salta da
ditasse,unquintodiquellasulpane). una dipendenza a un’altra, dall’alcol
Con il proliferare di queste mac- al gioco per esempio, se si tratta di
chinettesistadiffondendoinmanie- una personalità essenzialmente inra allarmante una grave forma pato- cline alle dipendenze. Ma quella da
logica di gioco compulsivo, detta “lu- gioco compulsivo è una dipendenza
dopatia”. Nella sola provincia di Sa- in cui chiunque può incappare: il novona si stimano circa ventimila stro riscontro è che può capitare a
persone affette. «I dati sono quelli di qualunque livello sociale, con un’aluna malattia epidemica» spiega Ni- taincidenzaanchetraigiovanissimi.
coletta Conio, psicologa del Sert Ci sono alcuni casi di dipendenza da
(Servizio tossicodipendenze) del- giochi come Gratta e vinci o lotto
l’Asl 2 savonese, in via Santa Lucia, istantaneo, in passato alcuni avevaesperta in patologie legate alla di- no la mania delle scommesse all’ippendenza: «Le persone di cui ci podromo, ma la dipendenza da slotprendiamo cura stabilmente a Savo- machine oggi è senz’altro quella che
miete più vittime:
na sono una sessane insieme alla ditina, un centinaio a
pendenza da droGenova e una trenL’EMERGENZA
ghe pesanti è queltina nel finalese; ma
le cifre aumentano
«I dati sono quelli la che reca più danni in termini ecoin modo esponendi una malattia
nomici. Ci sono
ziale se contiamo i
malati patologici
epidemica - dicono persone che hanno
venduto appartache non si vogliono
all’Asl - I pazienti
menti di proprietà,
sottoporre a cure:
dai racconti dei no- in cura oggi sono 60» si sono rivolti alle
finanziarie, c’è stastri pazienti ci rento pure il caso di un
diamo conto che
ciascuno conosce a sua volta molte signore che ha finto un furto in casa;
persone affette da gioco compulsivo; noi non siamo qui per giudicare: sapci sono decine di familiari che si ri- piamo che a un certo punto è la mavolgono a noi per convincere il pa- lattia a prendere il sopravvento su
rente malato a sottoporsi alle cure, tutto il resto. Per colpa della dipenma invano: tantissimi giocatori pa- denza da gioco d’azzardo c’è chi si è
RADUNO DI CAMPIONI DI MOTO A PAROLDO
«Dai Lollo»
gara di solidarietà
per il motociclista
Lorenzo Damiano
Il ricavato della vendita di foto
e magliette sarà destinato alla famiglia
rovinato,riempitodidebiti,ridottoa
dormire in macchina».
«Un’altra triste realtà che molti
pazienti raccontano sono gli strozzini presenti in alcune sale giochi, che
prestanosoldiachinehabisognoper
giocareimponendointeressiiperbolici, che il malato spera di pagare vincendoalgioco,cosachenaturalmente non avviene: così vengono le minacce, e sappiamo di casi di persone
cheleripetuteminaccehannoindotto al suicidio. Da subito – ben prima
di arrivare a questi punti – la prima
cosa che consigliamo è la terapia di
gruppo, che è davvero la medicina
più efficace, e si concentra sul lavoro
psicologico: il lavoro in ambulatorio
consiste per lo più nel somministrare i farmaci opportuni al caso. Lo
scorsomarzo,conilpreziosoaiutodi
un ex dirigente genovese di nome
Gianmarco, malato compulsivo, siamoriuscitiamettereinsiemeilgruppoGiocatoriAnonimidiSavona,sulla falsariga di quello di Genova, che
esiste da anni: da allora il gruppo sta
già aiutando moltissime persone di
Savona e provincia».
JOLE, 54 ANNI:
«NON GIOCO PIÙ»
LUCA, 22 ANNI:
«HO PERSO TUTTO»
ANNA, 42 ANNI:
«ERA UN’AGONIA»
IL GIOCO era padrone della mia vita, ero convinta che fosse vizio ma
mi stavo rovinando e non potevo
smettere. Da tre mesi frequento G.
A. e come per miracolo sono riuscita a non giocare più. Ora conosco
tanti colpiti dalla mia stessa malattia che pure hanno smesso; il gruppo mi aiuta a continuare “un giorno alla volta” a proseguire nel recupero. Sono tornata la persona
solare che ero prima di ammalarmi
di ludopatia e proseguo nella mia
battaglia giornaliera per tenere a
bada il gioco.
SOFFRO da tre anni di questo male infido, che colpisce senza sintomi preventivi. Mentivo ai miei genitori e alla mia ragazza, dicevo di
studiare ma le tante, troppe ore
anche notturne davanti al computer non erano dedicate allo studio. Ho perso tutto, la fiducia dei
miei e l’Amore della mia ragazza.
Ho capito che la ludopatia si può
tenere sotto controllo ma non si
guarisce. La cura migliore è il
gruppo. Da 50 giorni non gioco e
voglio continuare così per riprendermi la vita e la dignità.
Ho una figlia e sono separata. Mi
sono avvicinata alle slot-machine
per passare qualche minuto, affascinata dai suoni argentini e le luci
colorate. Subito giocavo pochi euro, poi il gioco si è insinuato nella
mia mente, era un pensiero fisso
cui dedicavo ogni momento libero,
lo sognavo anche la notte. Trascuravo i miei doveri, non ero più io.
Era divenuta un’agonia. Ormai so
che non si può guarire e combatto
dicendo ogni mattina «Oggi non
devo giocare» e potendo dire la
sera «Oggi non ho giocato».
PARLA GIANMARCO, FONDATORE DEL GRUPPO SAVONESE DEI GIOCATORI ANONIMI
«COMBATTERE LA PROPRIA BATTAGLIA
SENZA MAI PENSARE DI ESSERE GUARITI»
IL COLLOQUIO
SAVONA. Cheladipendenzadaslot-machinee
da gioco d’azzardo in generale sia un fenomeno
in preoccupante aumento e nel contempo che
la terapia di gruppo sia il mezzo migliore per affrontarlalodimostrailfattocheintuttaItaliasi
stanno formando gruppi più o meno indipendenti di “Giocatori Anonimi” (G. A.), persone
affettedagiococompulsivochesiritrovanosettimanalmente per parlare del loro problema,
affrontando di petto un morbo che lasciato a se
stessoècapace,comeraccontano,di«impadronirsi della tua vita». «È dura perché il gioco è
sempre presente e ti aspetta, aspetta un momento di debolezza per riprendersi la tua vita»,
raccontaunasignoradelgrupposavonese,nato
lo scorso marzo: «È dura ma ci si può riuscire, e
io ci sto riuscendo come tutte le persone che insieme a me partecipano alle riunioni di G. A.»
Il gruppo di Savona è nato grazie all’impegno
di Gianmarco, ex dirigente genovese malato
compulsivo, che insieme alla direzione del Sert
èriuscitoaritagliareunospaziodedicatoatutti
i malati di dipendenza da gioco di Savona e pro-
SAVONA. Una corsa alla solidarietà
nel mondo del motocross locale, e
non solo, per raccogliere fondi da destinare ai familiari in attesa che lui si
riprenda. Per sostenere la famiglia di
Lorenzo Lollo Damiano, il motociclista di Celle protagonista di un grave incidente in pista a Sassello, gli
amici dei vari motoclub e frequentatori di crossodromi del savonese, in
particolare tra Celle, Sanda e Sassello, si sono mobilitati. Corse, gare,
magliette e foto.
Il ricavato di vendite e iscrizioni
sarà destinato alla famiglia di Lollo
che è ancora in prognosi riservata in
unlettodell’ospedaleSanMartinodi
Genova,conpiccolisegnalidimiglioramento, dopo essere finito in coma
e in rianimazione dopo un incidente
a Sassello lo scorso 21 settembre.
Lollo risponde alle cure mediche, reagisce.Lieviisegnidimiglioramento
vincia, che si riuniscono tutti i giovedì sera alla
“Casa dell’Auto Mutuo Aiuto” di via Crispi, a
Lavagnola.LasettimanascorsaaSampierdarenaèstatoapertoaddiritturaunsecondoG.A.,al
quale si sono già iscritte 5 persone.
«La terapia è semplice – spiega Gianmarco –
consiste soprattutto nel parlare del problema;
lafilosofiaèquelladicombatterelapropriabattaglia giorno per giorno, non bisogna mai pensare di essere guariti, perché la verità è che un
giocatorecompulsivononguarisce.Iol’hodefinita “la peste di questo secolo” ma è molto peggio, perché è una malattia che non dà nessun
preavviso e non esistono medicine; ci sono persone che se ne sono andate pensando di aver risolto il problema, poi sono tornate peggio di
prima. A Genova alcune persone non giocano
DOPO TRE ANNI
«L’ultima giocata l’ho fatta
nel 2010. Ma ancora adesso
continuo a frequentare
il gruppo ogni settimana»
per Lorenzo Damiano, il motociclista di 48 anni. «Stiamo preparando
una maglia per ricordare l’ evento
chesiterràaParoldoil20ottobreper
Lollo . Tutte le maglie verranno vendute all’ asta . Ci saranno anche delle
maglie con le firme dei campioni di
motocross». È stato l’annuncio degli
amici del crossodromo “Andrea Timossi” di Sanda (Celle). «Il ricavato
verrà dato alla famiglia di Lollo». Un
aiutoeconomicoperlafamigliainattesa che Lollo e la moglie sempre al
suo capezzale possano ritornare a lavorare. La gara di solidarietà dovrebbe tenersi presso il crossodromo Gamellona- Paroldo. Anche il ricavato
dalla vendita delle foto scattate ai piloti sarà devoluto alla famiglia.
Lorenzo “Lollo” Damiano, 48 anni, originario di Celle, ma residente a
Stella, è rimasto ferito in un incidente sulla pista da motocross di Sassel- Lorenzo Lollo Damiano
da 12 anni eppure continuano a frequentare G.
A., questo perché la vera cura consiste nel riuscire a entrare in simbiosi col gruppo, che diventa parte di te come tu stesso ne sei parte integrante. Io sono entrato nel 2010 nel G. A. di
Genova e non ho più giocato un euro; ma ovviamente continuo a frequentare il gruppo: tre anni non sono un traguardo, ma una tappa. Chi fa
parte del G. A. si trova tra persone malate come
lui, che lo capiscono e non lo giudicano».
«Ilgiocofausciredallarealtà,diventareparanoici:leslotfannoungiroogni4secondi,facendo perdere un euro a ogni giro: quindi la spesa
minimaèdi15euroalminuto.Ilmalatononvede altro che il gioco, spende tutti i risparmi,
contrae debiti, vende tutto quello che ha o su
cui riesce a mettere mano, si rivolge alle finanziarie o agli strozzini, finché arriva al punto di
non ritorno: senza G. A. probabilmente io stesso sarei finito vittima degli strozzini: questa è
una malattia pari se non peggiore a una dipendenzadaalcolodroghe».IlgruppoG.A.diSavona si ritrova tutti i giovedì sera dalle 18.30 alle
20.30 nella sede della “Casa dell’Auto Mutuo
Aiuto” di via Crispi, 22; le riunioni sono saltuariamente aperte anche al pubblico. Qui sopra
riportiamo alcune testimonianze.
A. U.
lo. Stava facendo un giro di allenamento con la sua Honda 250 quando
ha perso il controllo e, una volta disarcionatodisella,ècadutobattendo
violentementelatesta.Lasituazione
clinica è stata definita dai sanitari
“stazionaria”. Lorenzo Lollo Damianononavrebbepiùfebbreecontinua
ad essere sotto sedativi con il monitoraggio costante dell’evoluzione
dell’ematoma alla testa. La prognosi
resta ancora riservata. All’origine
della caduta stando agli esami clinici
non ci sarebbe stato un malore. Intanto negli ambienti degli appassionati di motocross è scoppiato l’allarme per i furti di moto da gara. L’ultimo caso nelle settimane scorse
quando è stata rubata da un box una
Honda 450 e l’attrezzatura da motocross.Sufacebookl’appelloconlefoto per ritrovarla.
A. P.