Il Comune di Badia Polesine

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Il Comune di Badia Polesine
COMUNE DI BADIA POLESINE
PROVINCIA DI ROVIGO
CONSIGLIO COMUNALE
Seduta del 1 febbraio 2015
Consiglio comunale di Badia Polesine
1 febbraio 2015
Indice generale
COMUNICAZIONI DEL SINDACO E DELLA GIUNTA COMUNALE IN MERITO A
SENTENZE CORTE DEI CONTI RELATIVE A REALIZZAZIONE NUOVI IMPIANTI
SPORTIVI DI VIA MARTIRI DI VILLAMARZANA
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La seduta inizia alle ore 10,15.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALESSANDRO LEOPARDI
PRESIDENTE. Prima dell’appello passo la parola al Sindaco per un saluto al nuovo
Presidente della Repubblica.
SINDACO. Sono felice e onorato di annunciare, cosa che saprete senz’altro, ma anche in
quest’aula all’apertura dei lavori, l’elezione del nostro primo italiano, Sergio Mattarella, al quale
invio ogni augurio nell’interesse di tutta la nostra nazione, e spero che sia accompagnato dalla
solidarietà di tutti gli italiani. Bravo Presidente!
(Applausi)
Il Presidente invita il Segretario Generale a procedere all’appello nominale dei Consiglieri.
Raggiunto il numero legale di presenze necessarie per l’inizio dei lavori, il Presidente dichiara
aperti i lavori della seduta.
COMUNICAZIONI DEL SINDACO E DELLA GIUNTA COMUNALE IN MERITO A
SENTENZE CORTE DEI CONTI RELATIVE A REALIZZAZIONE NUOVI IMPIANTI
SPORTIVI DI VIA MARTIRI DI VILLAMARZANA.
PRESIDENTE. L’argomento all’ordine del giorno riguarda le sentenze della Corte dei
Conti. Avremo un’introduzione da parte del Sindaco e poi i vari Assessori faranno una
spiegazione delle sentenze e i vari commenti.
La parola al Sindaco.
SINDACO. Grazie Presidente. In apertura devo dare una notizia di una lettera ricevuta per
certi aspetti, perlomeno a me, un po’ incomprensibile. Ve ne leggo il testo. È arrivata il giorno 28
con posta certificata. “Spettabile Comune di Badia Polesine, scrivo la presente per chiedere
cortesemente a codesta Amministrazione di effettuare la registrazione del Consiglio comunale in
seduta pubblica convocato per domenica 1 febbraio 2015, come risulta da notizie apparse nel
quotidiano Il Gazzettino. Ringraziando per la cortese attenzione, invio i più cordiali saluti.
Avvocato, professor Carola Pagliarin”. Al momento non riuscivo assolutamente a rendermi
conto del perché di questa richiesta, visto anche che i nostri Consigli sono tutti registrati. Poi il
nome non mi era nuovo, sono andato a vedermi le sentenze di cui parleremo oggi, e la dottoressa
Pagliarin è stata difensore avanti la Corte dei Conti di due coinvolti, dei signori Tiengo e Bendin.
La cosa mi ha lasciato – scusate il termine – perplesso. Per non pensare male, anche se qualcuno
diceva che pensar male qualche volta si può sbagliare, ma qualche volta si indovina, ho
trasmesso gli atti al signor Procuratore della Repubblica e al Consiglio dell’Ordine degli avvocati
di Padova. Volevo dirvi questo in apertura.
“Non sussistono quindi dubbi sulla censurabilità della condotta dei convenuti per avere
avallato le due perizie, determinando un ingente danno per il Comune di Badia Polesine”, questo
il giudizio espresso dalla Corte dei Conti a pagina 73 della sentenza n. 224 del 16 dicembre
2014. Simile a quello delle altre due. Non provo soddisfazione alcuna nell’aver avuto ampia
conferma, seppur dopo anni, delle affermazioni da me fatte durante la campagna elettorale del
2009, e poi dopo il mio insediamento quale Sindaco. Non solo non provo soddisfazione, ma
provo invece profonda amarezza nel trovare in più sentenze acclarata dalla Magistratura
contabile la conferma della violenza subita da questa nostra Badia.
All’indomani del mio insediamento, quando ho potuto accertare che le peggiori previsioni
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della vigilia erano superate da verità inquietanti, dalla constatazione dell’inversione di ruolo tra
funzionari, politicamente potenti, e amministratori remissivi, da un disastro finanziario senza
precedenti e temporaneamente occultato da bilanci chiusi con avanzi poi accertati inesistenti,
vedi il 2007. Visto tutto questo, avrei per davvero preferito essermi sbagliato.
Nei giorni scorsi è arrivata anche l’ultima delle tre sentenze della Corte dei Conti relativa
ai procedimenti che si sono svolti il 24 settembre scorso, concludendo almeno in primo grado le
udienze volte all’accertamento delle responsabilità per danni erariali provocati al nostro
Comune, per i quali sono stati chiamati a rispondere Bendin Iginio, capo dell’Ufficio tecnico
comunale, ora in aspettativa, Tiengo Gianfranco, Segretario e Direttore Generale ora in
quiescenza, Stocchi Ivan, tecnico allora subordinato al Bendin, ora responsabile dell’Ufficio
lavori pubblici, Zerbinati Claudio Maurizio in veste di membro della Commissione di
aggiudicazione dell’opera, Boldrin Edo, Sindaco dal 1999 al 2004, Meneghin Paolo, Sindaco dal
2004 fino al commissariamento del 26 marzo 2009, Aguzzoni Renzo Assessore ai Lavori
Pubblici dal 2004 fino al commissariamento anzidetto, Rigobello Paolo Vicesindaco e Assessore
all’Urbanistica dal 2004 fino al commissariamento anzidetto, Ferreri Marcello Assessore allo
Sport, Commercio, eccetera dal 2004 fino al commissariamento anzidetto, Tesin Cristina
Assessore al Bilancio dal 2004 fino al commissariamento anzidetto, Cabassa Mario Assessore
all’Ambiente, eccetera dal 2004 fino al commissariamento, Barbieri Giulio Assessore ai Servizi
sociali dal 2004 fino al commissariamento del 26 marzo 2009, Veronese Silvia Assessore alla
Cultura, Pubblica Istruzione eccetera, dal 27 aprile 2007 fino alle sue dimissioni del 29 gennaio
2009.
Gli unici coinvolti in tutti e tre i procedimenti sono il geometra Bendin e il dottor Tiengo.
L’unica che, vista la breve presenza in Giunta e anche per le referato ricoperto non credo abbia
potuto avere piena coscienza delle vicende degli impianti sportivi, è la signora Veronese, alla
quale penso non siano da contestare responsabilità su questo argomento.
Queste sentenze giustificano anche la scelta di candidarmi nel 2009, nonché quella di
insistere nel 2012 nonostante la profonda amarezza e delusione per il tradimento di alcuni della
mia ex maggioranza, reso pubblico avanti notaio Wurzer il 13 giugno 2011. Tradimento non
tanto nei miei confronti, ma in quelli di questa città, seguito da un lungo commissariamento che
ovviamente ha provocato ulteriori inerzia e danni. Ancor più perché tradimento scientemente
consumato in sinergica collaborazione con i Consiglieri reduci dalla precedente
Amministrazione e che qui oggi vedremo come e perché siano stati in mutua simbiosi con i
funzionari coinvolti responsabili dello sfacelo finanziario, politico e morale di Badia, come la
Corte in più occasioni evidenzia.
Ho ancora provato sgomento allora, quando il segretario provinciale della Lega Nord,
Antonello Contiero, aveva definito l’Amministrazione di Badia un “comitato d’affari” (cfr.
Gazzettino del 14 dicembre 2008). Così, per cercare di dare ancora il mio civico contributo a
questa comunità alla quale sono legato da profondi e inattaccabili vincoli di affetto e gratitudine,
sono grato a questa città per la mia vita che qui ho trascorso, decisi di ripetere l’esperienza fatta
molti anni prima – Sindaco nel 1970, avevo ventisei anni – quale strumento del cambio
generazionale. Ora invece nella veste sia di maturo operatore ecologico, sia di restauratore della
dignità perduta. Dignità che, come le persone, anche le città hanno e che deve essere difesa e
tutelata ancor prima dell’operatività o della quantità dei servizi forniti, perché essa, la dignità
appartiene non solo ai cittadini attuali, ma anche a quelli che verranno. Badia in quei tempi era
stata totalmente spogliata della sua dignità.
Non vi è dubbio che a questa Amministrazione e soprattutto a me, corre l’obbligo anche
morale di informare i badiesi sulla censurabilità – così dice la Corte – della condotta attuata e
perpetrata alle loro spalle, e ciò anche allo scopo di smentire i gioiosi annunci di proscioglimento
dalle responsabilità per aver fruito della prescrizione giudiziale da parte dei coinvolti.
Al fine anche di spazzare via questo penoso e ingiustificato trionfalismo, illustreremo le
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sentenze, compresi i giudizi, considerazioni e valutazioni della Corte per le quali certamente
nessuna delle persone coinvolte, esclusa la signora Veronese, può menare vanto. Anzi, direi che
gli stessi dovrebbero almeno provare disagio ogni qualvolta incontreranno un qualsiasi badiese.
Se non il risarcimento dei danni, costoro presentino a questa città almeno le pubbliche scuse.
Credo che i badiesi ne abbiano diritto.
Se a qualcuno questo mio intervento potesse suonare troppo drastico e duro, voglio
ricordare che i fatti di cui si parla, e parleremo, non possono essere caritativamente dimenticati.
Fatti che non possono essere ignorati, come sembra che abbia fatto qualcuno tra i coinvolti che,
seppur non particolarmente attivo nei comportamenti censurati poi dalla Corte, si è nascosto
dietro “non era il mio settore” o peggio ancora “non sapevo”.
Non posso dimenticare a volte i glissanti comportamenti riscontrati al mio insediamento di
qualche dipendente, forse per paura di ritorsioni, o da parte di colleghi più potenti o forse da
politici sedicenti in credito magari di generose protezione. Perciò devo sottolineare con molta
franchezza e senza alcun malanimo o desiderio di epurazioni, che i fatti illegittimi acclarati erano
noti a molti tra i nostri dipendenti. Vedasi quanto più volte affermato dalla Corte. Non solo
dall’Ufficio tecnico, ma di certo anche le posizioni più alte in grado. Sicuramente noti a tutto
l’apparato di Segreteria e a quello economico-finanziario come alcuno di questi mi ha poi
lealmente confermato. Perché ci sono anche dipendenti leali.
A tal proposito, la Corte ha accertato, e più avanti ne vedremo il contesto, ripeto le parole
della Corte: “Tutta la suddetta documentazione risultava accessibile a chiunque, documenti tutti
che davano conto dell’evidente falsità e incongruenza degli atti rispetto allo svolgimento reale
dell’opera”. Questa è quindi l’occasione per una pubblica catarsi dei responsabili dei danni etici
prima ancora di quelli materiali, seppur senza il sacrificio del capro espiatorio. Nessuno vuole
sacrificare nessuno. Ma deve essere anche catarsi di ogni area politica di questa città, affinché in
futuro ciò non abbia a ripetersi mai più.
Ricordo che la teologica virtù della carità induce al perdono, ma mai all’oblio. Non
dimenticare è un obbligo delle coscienze. Se si volesse puntualizzare che trattasi di sentenze di
primo grado, per cui non passate in giudicato, devo ricordare che – ciò vale soprattutto per la
condanna di Bendin e Tiengo a 121.300,00 euro più Istat, per cui attorno a 133.000,00 euro
grosso modo – devo ricordare che l’applicazione della prescrizione giudiziale è stata invocata da
tutti e per tutte le circostanze, per cui visto che la Corte ove possibile l’ha accolta, le sentenze per
le parti in cui è stata applicata appaiono di fatto inappellabili dai beneficiari, comprese però
anche le valutazioni e le considerazioni che la Corte vi ha riportato.
Comunque sfido i coinvolti ad appellare le sentenze, ove vi sia l’applicazione della
prescrizione con la rinuncia a tale beneficio goduto al fine di ottenere un giudizio solo nel
merito. Martedì 27 scorso sono stato ospite del vice Procuratore, dottor Mingarelli della Procura
contabile a Venezia ovviamente, che ha condotto l’inchiesta e chiesto il rinvio a giudizio delle
persone anzidette coinvolte. Il dottor Mingarelli mi ha autorizzato a comunicare che appellerà
tutte e tre le sentenze.
I danni contestati dalla Procura divisi in tre gruppi oggetto di tre separate sentenze
ammontano a 1.677.000,00 e rotti. Le sentenze decretano il proscioglimento, perché il fatto, e
poi vedremo nel dettaglio, e cito ancora la Corte: “A causa di incauto comportamento” è stato
ritenuto atto dovuto per 24.000,00 euro. L’1,43%.
Le responsabilità attribuite solo nei confronti di Bendin e Tiengo per 121.300,00 più la
rivalutazione monetaria, pari al 7,23. Le responsabilità riconosciute, ma dichiarate prescritte per
1.531.895,00 euro, pari al 91,34. Questo, in sintesi, il peso di ciascuna tipologia di verdetto che
poi vedremo in dettaglio.
Purtroppo ai danni accertati dalla Corte devono essere aggiunti altri penalizzanti effetti
collaterali. Uno di questi il ricorso ai famigerati derivati, che per il loro ripiano in questo
momento siamo a circa 4,9 milioni di euro; i debiti fuori bilancio provocati dalla gestione e
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pagati con l’inesistente avanza del bilancio 2007; l’esecuzione dei locali per il terzo tempo del
rugby, qui anche coinvolgendo dei privati in una specie di follia procedurale ancora incagliata
che ci ha messo in serissima difficoltà, soprattutto per rispondere a queste persone che si sono
impegnate in proprio.
Comunque la mancanza delle elementari regole della gestione delle opere pubbliche e
purtroppo senza mai rilievi da parte di alcuno, si è ripetuta anche in altre, ad esempio Crocetta 3
che abbiamo dovuto faticare le fatidiche sette camice per sistemare le cosiddette carte. E poi,
altro ancora, l’aver distribuito ad alcuni dipendenti premi non legittimi e in generale provocato
attese non previste, generando una percepita sensazione di ostilità nei nostri confronti e di cui
ancora scontiamo le conseguenze. Abbiamo fatto la parte del cattivo, hanno detto: no, non vi
spettavano. Anche se questo ci è stato chiesto dalla Corte dei Conti.
L’illustrazione non è esaustiva purtroppo, e dopo l’intervento dell’assessore Giovanni
Rossi per l’inquadramento delle opere e dei costi, una successiva mia illustrazione nel dettaglio
delle sintesi delle sentenze, prenderanno la parola l’assessore Stroppa con il compito di
evidenziare e illustrare la partita derivati e quasi dimenticati, figli legittimi di tale
comportamento che, come definito dalla Corte – lo citerò – “del tutto sprezzante e
deliberatamente avventato nell’utilizzo e nella spendita delle risorse finanziarie appartenenti alla
collettività indistinta dei cittadini badiesi”. Proprio questo è quanto recita nel suo giudizio la
Corte dei Conti. All’assessore Bertolaso lasceremo il compito di illustrare i nuovi rapporti con le
società e le convenzioni per l’utilizzo degli impianti sportivi.
PRESIDENTE. Parola all’assessore Rossi. Prego.
ASSESSORE ROSSI. Grazie Presidente. Come ha già detto il Sindaco, il mio sarà un
intervento che cercherà di inquadrare dal punto di vista numerico, l’oggetto del Consiglio
comunale odierno affinché tutti voi possiate capire almeno di che cosa stiamo parlando e qual è
l’ordine di grandezza dei numeri dell’appalto degli impianti sportivi di via Martiri di
Villamarzana.
La prima cosa che devo dire, è che non bisogna fare mai confusione tra degli articoli che
sono presenti negli appalti affinché questo non possa generare confusione. Una cosa è l’importo
dell’appalto, una cosa è l’importo del contratto, una cosa è l’importo del quadro economico, una
cosa sono le spese di progettazione, una cosa sono le spese di collaudo per la sicurezza. Queste
voci spesso si sormontano e spesso sono separate, per cui se qualcuno ha voglia di fare un
parallelo tra quelli che sono gli atti contrattuali e le sentenze della Corte dei Conti, se non
capisce questa differenza, potrebbe incorrere in qualche confusione. Quindi per questo
cercheremo di inquadrare l’oggetto e cercare di dare il giusto nome alle cose.
Partiamo dal progetto definitivo ed esecutivo. Questo era un appalto/concorso, per cui il
Comune ha messo in appalto un progetto preliminare con una prestazionale delle cose che si
dovevano fare. I partecipanti dovevano fare un progetto definitivo ed esecutivo migliorativo
rispetto al progetto preliminare che il Comune aveva messo in gara, e il migliore di questo
progetto vinceva poi la gara. Con deliberazione di Giunta comunale n. 108 del 2 luglio 2003 è
stato approvato il progetto definitivo ed esecutivo per un importo complessivo pari ad euro
3.449.146,22 così distribuito: importo totale presunto dei lavori 3.208.007,10, oneri per la
sicurezza non soggetti a ribasso, 80.688,81, spese tecniche di progettazione 126.322,50, spese di
coordinamento per la sicurezza 34.451,59, importo a base d’appalto 3.449.470,00. Perché, come
vi avevo detto, la progettazione essendo un appalto/concorso non spettava al Comune, ma
spettava a chi eseguiva le opere. Ribasso di aggiudicazione 0,01%, pari a euro 323,78. Vi ricordo
che c’è stato un unico partecipante.
2. Contratto d’appalto. In data 1 ottobre 2003, Repertorio n. 5613, è stato stipulato il
contratto d’appalto per un importo pari a euro 3.449.146,22 più Iva al dieci per cento, per un
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totale di 3.794.060,84. Tutti voi sapete che per il Comune e per tutti gli enti pubblici l’Iva è un
costo, quindi non si può recuperare, ma è una spesa viva. Ribasso dello 0,01% con pagamento
attraverso la cessione dell’appezzamento del terreno di Ottorino Verzaro per euro 2.000.001,00,
perché quell’euro lì è l’offerta migliorativa che la ditta che ha vinto l’appalto ha fatto sulla base
d’asta che era 2 milioni. Praticamente ha offerto 1,00 euro.
3. Prima perizia di variante per prescrizioni CONI e ampliamento palestra. Per onestà
intellettuale bisogna dire che la normativa vigente sui lavori pubblici oltre ad essere di per sé
molto complessa, ha avuto in questi anni varie interpretazioni e varie successive modifiche e
ampliamenti. In più, per il Veneto per un certo periodo è stata in essere la legge regionale n.
27/2000 che spesso collideva con la legge nazionale sui lavori pubblici. Quindi la materia è di
per sé molto complessa. Le leggi fondamentali che hanno regolato i lavori pubblici, sono state la
legge Merloni (n. 109) e il Codice dei contratti che è il decreto legislativo n. 163/2006 e
successive modifiche ed integrazioni. Ribadisco, la materia è stata, ed è, molto complessa perché
ad ogni legge fondamentale poi è seguito un regolamento diverso di attuazione. C’è stato un
regolamento che è stato in essere fino al 2010 e un nuovo regolamento dal 2010 in poi. Per cui,
anche gli articoli che regolamentavano le perizie di variante, sono durante gli anni cambiate.
3. Prima perizia di variante per prescrizioni del CONI e ampliamento della palestra. Sul
prestazionale c’era scritto che le varianti seguenti alle prescrizioni del CONI dovevano essere un
onere per l’impresa e non per il Comune. Con deliberazione della Giunta comunale n. 126 del 29
settembre 2004 è stata approvata la prima perizia di variante, atto di sottomissione n. 5595 del
13/11/2004 per un importo complessivo pari ad euro 4.707.859,45 sempre più Iva al dieci per
cento. Con un aumento rispetto al contratto d’appalto originale di 1.258.713,23 più Iva al dieci
per cento, per un totale di 1.384.584,55.
4. Seconda perizia di variante migliorativa a finire. Con deliberazione di Giunta comunale
n. 123 del 19/07/2006 è stata approvata la seconda perizia di variante migliorativa a finire, atto di
sottomissione n. 5844 del 31/07/2006 per un importo complessivo pari ad euro 6.096.754,72 più
Iva al dieci per cento. Aumento dell’importo contrattuale in essere pari a 1.388.895,27 più Iva al
dieci per cento, pari a 1.527.784,79. Questa cifra è, rispetto all’atto precedente, non al contratto
d’appalto di partenza, perché ogni perizia di variante modifica lo stato dei lavori in quel
momento in cui viene eseguita.
5. Stato finale dei lavori. Lo stato finale dei lavori redatto a dicembre 2006 ammonta ad
euro 6.067.522,10 più Iva al dieci per cento, per 6.674.274,31. Pertanto con una minore spesa di
29.232,62 più Iva al dieci per cento, per un totale di 32.155,88.
6. Liquidazione impresa Sacramati per lavori extra contrattuali. Con determinazione n. 549
del 21/05/2007 è stato liquidato all’impresa Sacramati l’importo di 33.405,30 euro Iva compresa,
per lavorazioni extracontrattuali al fine di completare l’intervento di realizzazione dei nuovi
impianti sportivi di via Martiri di Villamarzana. C’è stato un risparmio di 32.000,00 euro e c’è
stato un maggiore costo di 33.000,00 euro. I commenti poi li fa il Sindaco.
7. Liquidazione adeguamento proporzionale al prezzo di cessione del terreno Ottorino
Verzaro e indennità a seguito di mancato ritorno del terreno entro il sessantesimo giorno
dall’ultimazione dei lavori. Con deliberazione n. 48 del 16/04/2008 è stato liquidato all’impresa
Sacramati l’importo di 121.131,00 euro oltre Iva al venti per cento, vedete che l’Iva cambia a
seconda dell’oggetto di cui parliamo. Sui lavori è il dieci per cento, sulle spese extra contrattuali
è il venti per cento. Prima era il diciannove, poi è diventato il ventuno e adesso sarebbe il
ventidue per cento. Per l’adeguamento proporzionale del prezzo di cessione del terreno ceduto, la
cui superficie effettiva in sede di frazionamento in Catasto Terreni risulta superiore alla
variazione tollerata del due per cento in più o in meno prevista dal contratto. Inoltre nella stessa
delibera si liquidava all’impresa Sacramati l’importo di 24.000,00 euro a seguito di mancato
ritorno del terreno entro il sessantesimo giorno della data di ultimazione dei lavori.
Sostanzialmente all’impresa Sacramati non è stata riconosciuta, o è stato certificato un
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ritardo sulla consegna dei lavori, quindi si è dovuto pagare due volte. Una volta per il maggior
costo del terreno, una volta perché alla fine il Comune si è trattenuto un bene sessanta giorni in
più e quindi ha dovuto pagare all’impresa Sacramati un danno.
8. Lavori eseguiti dall’impresa SB S.r.l. di Sinigaglia Bruno. In data 29 luglio 2014
l’impresa SB S.r.l. ha presentato una rendicontazione di lavori eseguiti presso gli impianti
sportivi di via Martiri di Villamarzana per un importo di 17.044,80 euro Iva compresa. Lavori di
cui non si era a conoscenza, ma fatti nel 2008. Sono serviti per fare il monumento e altre
lavorazioni di spostamenti di reti che nel frattempo si erano rese necessarie. Lavori fatti senza
impegno di spesa e quindi a tutti gli effetti debiti fuori bilancio. Stiamo ancora definendo la reale
consistenza di questi lavori per cercare un accomodamento con l’impresa.
9. Lavori di manutenzione. Per lavori di manutenzione relativi alla rottura di tubature negli
spogliatoi del calcio e del rugby, è stata sostenuta ad oggi una spesa di circa 15.000,00 euro.
Tutte spese regolarmente contestate alla ditta Sacramati e regolarmente respinte al mittente, in
quanto la ditta Sacramati giustifica il fatto che ha eseguito le opere così come previste dal
progetto dal collaudo e dal conto finale dei lavori.
10. Immobile del terzo tempo, impianto sportivo del rugby. Con deliberazione della Giunta
comunale n. 94 del 16/07/2008, è stato riconosciuto l’interesse pubblico all’acquisizione della
nuova struttura prefabbricata per complessivi metri quadrati centocinquanta ad uso sala riunioni,
uffici e attività ricreative del terzo tempo, vista la rendicontazione delle spese per la
realizzazione del terzo tempo del rugby da parte del responsabile del Settore tecnico dell’importo
complessivo di euro 241.080,00 Iva compresa. Con determinazione n. 737 del 22/07/2008, in
esecuzione della deliberazione di Giunta comunale n. 94 del 16/07/2008, è stato liquidato a
favore della società sportiva Rugby Badia un contributo straordinario di euro 35.000,00. Con
determinazione n. 750 del 4 agosto 2009, in esecuzione della deliberazione di Giunta comunale
n. 63 del 30/07/2009, è stato liquidato in favore della società sportiva Rugby Badia un contributo
straordinario di euro 35.000,00 finalizzato all’assolvimento della seconda rata di ammortamento
del mutuo in scadenza nel mese di luglio 2009. Questa è la rendicontazione delle spese relative al
contratto per l’esecuzione dei lavori degli impianti sportivi di via Martiri di Villamarzana.
Adesso velocemente vediamo invece la ricaduta che tutte queste spese hanno avuto sul
bilancio del Comune, perché le due cose spesso non sono identiche. Iniziamo dall’anno 2002.
Per coprire le spese degli impianti sportivi, c’è stata, come abbiamo visto, una perequazione di 2
milioni per l’alienazione dell’area dell’ex Verzaro e un impegno di spesa di 2.582.000,00 per un
prestito obbligazionario con successiva rideterminazione in 2.848.000,00 nel 2003.
Anno 2003. Euro 2.848.000,00 da prestito obbligazionario BOC, euro 152.000,00 per
alienazione area del depuratore di via Migliorini. Queste sono tutte le operazioni che il Comune
ha fatto per pagare gli impianti sportivi.
Anno 2004. Euro 600.000,00 per prestito obbligazionario, quota parte BOC 3.250.000,00.
Anno 2005. Euro 714.000,00 da mutuo Cassa depositi e prestiti.
Anno 2006. Euro 300.000,00 da mutuo. Euro 151.863,00 con proventi disinvestimento
titoli Axa, eccetera. Euro 500.000,00 da prestito obbligazionario, quota BOC 1,4 milioni. Euro
500.000,00 da proventi alienazione area da destinarsi a centro servizi.
Qui mi fermo un attimo, perché il centro servizi era previsto nel primo disciplinare di gara,
cioè con il primo importo contrattuale l’impresa si impegnava anche a costruire il centro servizi.
In realtà poi, in sede di prima e seconda perizia di variante, il centro servizi è scomparso e quindi
non era più un onere a carico dell’impresa, ma diventava un onere a carico del Comune. Però il
Comune nel frattempo ha venduto l’area dove doveva sorgere il centro servizi e ha incassato
500.000,00 euro che ha messo dentro per il pagamento degli impianti sportivi.
Anno 2007. Euro 224,00 da maggiore entrata proventi alienazione area del Verzaro a
seguito di assoggettamento Iva.
Anno 2008. Euro 199.955,00 da avanzo 2007 di euro 169.357,20, e da maggiori entrate
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alienazione aree da adibire a centro servizi a seguito di assoggettamento all’Iva per euro
30.598,00. Il totale delle spese di bilancio per l’oggetto impianti sportivi è stato di 8.190.237,30.
Alla data odierna, cioè allora quando è stata fatta la rendicontazione, avanzavano sul
capitolo circa 10.000,00 euro. Cioè i costi vivi per costruire gli impianti sportivi sono stati
8.190.237,30.
Per adesso io ho finito. Seguiranno altri interventi, poi il Sindaco farà delle conclusioni per
poi aprire il dibattito. Grazie.
PRESIDENTE. Prego, Sindaco.
SINDACO. Grazie Presidente. A me il compito, e cercherò di essere breve, di illustrarvi
alcune slide che ho compilato facendo una specie di riassunto sintetico, per quanto possibile,
dalle sentenze della Corte. Devo avvisare, perché è giusto che sia così, e vorrei dire anche
sollecitare i cittadini a chiedere copia delle sentenze, copia di quello che vi stiamo illustrando
che verrà messo a disposizione a semplice richiesta in via informatica, fatta la richiesta via email e vi saranno dati i file senza alcun problema, perché è giusto che se qualcuno vuole leggersi
personalmente le sentenze, sono un po’ lunghe, sono queste, però sono anche estremamente
interessanti.
Veniamo alla n. 191 che è quella depositata il 16/10/2014, perché comunque le udienze
sono state tenute tutte il 24 settembre. Cerco di stringere. Queste riguardano solo il dottor Tiengo
e il geometra Bendin, perché riguardano essenzialmente i premi corrisposti al personale quale
contributo di una legge che si chiamava legge Merloni, quando i progetti di opere pubbliche
vengono svolti all’interno della struttura comunale, oppure in collaborazione anche di
professionisti esterni, però dove vi sia un contributo fattivo in termini operativi.
Questo era un appalto/concorso. Cosa vuol dire? Che sulla scorta di un capitolato
prestazionale che in sostanza si dice: io voglio un’opera che abbia queste caratteristiche, a queste
condizioni. Chi mi presenta il progetto che riterrò migliore e opportuno, ivi compresi
evidentemente i costi, eccetera, verranno affidati i lavori. Per cui, non vi è stato alcuna in
assoluto partecipazione di alcun dipendente comunale.
Il capitolato prestazionale che, guarda caso poi ha anche degli altri risvolti di assoluta
illegittimità e che il sottoscritto e questa Amministrazione ha già illustrato in Consigli
precedenti, è stato steso dall’ingegner Giarola, regolarmente a lui ripagato, ripeto, senza alcun
interesse e intervento da parte del personale. Ma oltre a questo, che questi premi non erano da
riconoscere, sono stati riconosciuti addirittura prima che venisse approvato il progetto. Lascio a
voi concludere.
Il secondo punto di questa sentenza riguarda il pagamento di una fattura di 20.000,00 euro
più Iva (24.400,00) relativa al pagamento allo studio Massarente della quota del saldo della
stesura del capitolato prestazionale. Ora, l’architetto Massarente non poteva in ogni caso
stendere alcunché per il Comune, perché risultava il progettista del progetto fatto per conto della
ditta che ha presentato l’offerta, cioè Sacramati e di fatto non poteva avere incarichi dal Comune
per determinare le condizioni che avrebbe dovuto seguire la ditta, evidentemente. Ma a parte
questo e a parte il fatto che il capitolato era stato steso da solo dall’ingegner Giarola e che lo
studio Massarente assolutamente non aveva niente a che vedere. Questa sentenza riguarda, in
totale sono 66.000,00 euro, rispetto alle cifre di cui parliamo diventano quasi, come direbbe
Totò, pinzillacchere. La notizia del danno è stata data dalla Guardia di Finanza, che poi è stata la
Guardia di Finanza che ha dato la maggior parte di queste informazioni.
La Corte conclude che “essendo stato fatto l’ultimo indebito pagamento”, lo definisce
“indebito”, ma perché lo definisce poi vedremo come, e rilevando, e questo è l’oggetto, non sono
un esperto e mi scuso se dico qualche stupidaggine, ma l’oggetto del ricorso che farà il
Procuratore sulla assoluzione è il riscontro dell’atteggiamento doloso e il confine labile tra colpa
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grave accertata e dolo. Vedo che no il Consigliere, l’avvocato Rossi fa larghi cenni di consenso.
Comunque, al di là di questi atteggiamenti, di queste disquisizioni di tipo legale nei quali
assolutamente non mi inoltro, la Corte dichiara la prescrizione erariale dei convenuti, fra l’altro
chiesta. Spese. Dice siccome non sei stato assolto, non spetta al prosciolto per prescrizione, cioè
non sei stato assolto nel merito ma solo per prescrizione, non spetta il rimborso da parte
dell’Amministrazione di appartenenza, come invece vedremo poi, delle spese e onorari dei diritti
di difesa.
La slide successiva non fa altro che determinare questo. E ripete quella frase che ho già
detto: “Il comportamento dei prevenuti che il Collegio non può che definire del tutto sprezzante e
deliberatamente avventato nell’utilizzo, nella spendita delle risorse finanziarie appartenenti alla
collettività indistinta dei badiesi, non include infatti atti specificatamente volti a prevenire il
disvelamento del danno prodotto”. È interessante questo.
Cosa dice la Corte? Spero di non scivolare in un campo difficile. Cosa dice la Corte per
non applicare il dolo? Che tutti questi atti erano assolutamente accessibili da tutti, e dico io anche
degli amministratori, visto che spettava loro il controllo sugli atti. Infatti ripete la Corte: “Al
contrario della documentazione processuale emergeva in modo manifestamente inequivocabile
che gli odierni convenuti nella redazione degli atti di propria competenza – perché questi erano
atti di competenza dell’apparato burocratico – davano conto nelle premesse degli stessi atti in
modo esplicito dell’esistenza di condizioni e presupposti la cui veridicità era smentita da altri e
diversi documenti, in parte richiamati nello stesso contesto, e ugualmente pubblici”. Al di là
delle responsabilità erariali, credo che una qualche responsabilità politica, e anche piuttosto
grave, sia imputabile a qualcuno.
Dice ancora la Corte: “Affiorava in tutta la sua manifesta evidenza che l’approvazione del
progetto esecutivo era avvenuta, trattandosi di appalto/concorso, in data successiva alle
determine e ai pagamenti degli incentivi al personale in sostanza”. È quello che ho detto prima. E
poi riparla ancora di quello che vi ho illustrato un po’ più velocemente, dell’incarico
all’ingegnere Giarola e dell’estraneità della figura dello studio Massarente in tutta questa
faccenda. Si inoltra poi in aspetti anche formali, perché dice che “dalla documentazione
emergevano senza ombra di equivoci i pagamenti in eccesso”. Qua si spendeva allegramente
anche alla luce del sole in maniera illegittima. Questa è la sostanza.
Passiamo alla n. 224, la successiva. Qui è quella che da un punto di vista del danno, è
quella veramente più importante, perché l’importo contestato è di 1.083.000,00 euro e riguarda
sostanzialmente le due perizie. È qui che la Corte fa quell’affermazione molto pesante con la
quale ho aperto il mio intervento. In questo procedimento sono coinvolti Bendin, Tiengo,
l’ingegner Zerbinati in veste di membro della Commissione che ha assegnato il lavoro, Edo
Boldrin, ex Sindaco, Renzo Aguzzoni, Meneghin ex Sindaco e Stocchi, il nostro architetto
attualmente in carica.
Notizia del danno. La notizia del danno parte da un articolo apparso sulla Voce, ma
sostanzialmente la Corte poi conclude che “pur condividendo e mai smettendo alcuno degli
addebiti della Procura, ha ritenuto che la notifica degli stessi in tutti i puntualizzati capitoli
contestati risultava in modo inequivocabile decorso il termine per l’azione dell’esercizio di
responsabilità amministrativa, con riguardo all’intero danno contestato”. Anche qui viene fuori
lo stesso aspetto di carattere giuridico: “Il non atteggiamento doloso nelle responsabilità
accertate rende applicabile la prescrizione quinquennale”. Ecco il discorso. Mi pare, adesso mi
rivolgo all’unico legale che in questo momento è presente fra i Consiglieri, la differenza se viene
accertato il dolo, diventa decennale. Se invece non viene accertato, diventa quinquennale.
Ma, e mi scuso se faccio un ragionamento che può sembrare forse un po’ difficile. La
Corte dice che non c’è dolo, perché tutti questi atti erano pubblici, e ripeto ancora, se erano
pubblici, e non intendo per il primo badiese che passa per strada, se erano a disposizione,
quantomeno degli amministratori della Giunta, come mai nessuno ha mai fatto una piccola,
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piccolissima obiezione. Sulle spese siamo lì.
La sentenza dà atto delle relazioni dell’ingegner Giarola e dell’avvocato Zago da noi
incaricati al nostro insediamento. La gravità delle anomalie di tutte le fasi dell’appalto – dice
l’ingegner Giarola – l’avvocato Zago non si discosta e soprattutto conferma la illegittimità di
tutti i procedimenti. Il consulente Cacco, architetto Cacco incaricato dalla Procura contabile,
osserva anche lui “in tutti i passaggi procedurali dell’appalto era riscontrabile una violazione
della normativa di settore”. Passando avanti “riscontrando la presenza – lui quando era venuto
qua – la presenza di documenti fuori posto, la mancanza di atti e l’irregolarità degli stessi,
oppure la presenza sullo stesso documento con la stessa data, con contenuti diversi e anche atti
che contraddicevano documenti già redatti”.
Una mattina mi si presenta qui – ma l’ho già riferito a questo Consiglio – la Guardia di
Finanza e mi dice: Sindaco, abbiamo bisogno di questa delibera. Chiamo l’addetta di Segreteria e
va a prendere la delibera. La guardano e fanno: no quella, quella vera. Come – dico – quella
vera? Ce n’erano due con contenuti diversi. Ma già riferito a questo Consiglio.
Addirittura Vanzetto, l’architetto incaricato dalla Procura penale, la Procura di Rovigo,
evidenzia la presenza di gravi illeciti e responsabilità dei funzionari, e la nota informativa dei
Carabinieri assieme con la stessa perizia paventava l’esistenza di un accordo tra i responsabili –
cito quello che c’è nella perizia – “l’esistenza di un accordo tra i responsabili dell’ente e la ditta,
unica partecipante all’appalto/concorso e aggiudicataria dello stesso, volto il comportamento a
favorire le imprese appaltatrici”. Sono pesantissime queste valutazioni. Infatti la Corte lo dice.
“Non sussistono – dice la Corte – quindi dubbi sulla censurabilità della condotta dei convenuti
per avere avallato le due perizie determinando un ingente danno per il Comune di Badia
Polesine”. Le perizie potevano essere comprese fra il più venti e il meno venti per cento, perché
questo dice la legge. Sono state del settantasette per cento. E come prima vi ha illustrato
l’assessore Rossi, il progetto in sostanza da 3,5 milioni passa a 8. Definire strana questa storia è
un eufemismo. Nelle note praticamente si dà conferma di questo.
Poi passiamo all’ultima sentenza che si articola in tre punti. Ed è la sentenza, non tanto per
il contenuto economico che è la seconda, la n. 224 quella più pesante, 1.083.000,00, la terza
invece è divisa in tre punti, in tre gruppi di contestazione, nelle quali sono coinvolte persone non
sempre le stesse. Nelle tre sentenze, delle quali una riguarda il riconoscimento della somma alla
ditta Sacramati di 121.300,00 euro, la Corte ha condannato al risarcimento Gianfranco Tiengo ed
Iginio Bendin. Proscioglie invece i convenuti Meneghin, Cabassa, Ferreri, Rigobello, Barbieri,
Tesin e Veronese e a questi liquida in loro favore le spese, il cui onere è messo a carico del
Comune non tanto perché abbiamo responsabilità, ma in quanto l’Amministrazione di
appartenenza. Poi si arrangerà l’assicurazione. Ma perché? Perché sostanzialmente dice la natura
del provvedimento era di tipo tecnico, qui si giocava sul fatto della superficie catastale quella
reale, tutto un gioco che chi ha fatto la professione come me, è cosa semplice. Posso anche
capire che per qualche altro possa essere più complicato. Però sostanzialmente nell’atto di
compravendita c’è scritto che le parti davano atto che tutto era concluso e non doveva ripetersi
niente. E questa è una.
La seconda. I 24.000,00 euro che sono stati liquidati all’impresa Sacramati per il ritardo
nella consegna. Dice la Corte che comunque è stato incauto il comportamento
dell’Amministrazione che ha dato il titolo all’impresa di essere risarcita. In sostanza, è stato
rilasciato un certificato di ultimazione lavori laddove invece, e risulta chiaramente anche dalle
lettere che hanno mandato le società sportive, in particolare il rugby, che mancavano degli
elementi essenziali per svolgervi l’attività sportiva. Perché la semina non era sistemata bene,
mancavano le porte, mancavano dei pezzi di recinzione, mancava un sacco di altra roba e non era
possibile certamente. Per cui, avevano continuato e giustamente a giocare nel vecchio campo.
Però siccome dall’altra parte era stato rilasciato incautamente – dice la Corte – il certificato di
ultimazione, si è maturato anche il riconoscimento di 24.000,00 euro per il quale la Corte assolve
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tutti. Che è l’unica assoluzione.
Sul terzo, che è quello di 423.000,00 euro che è quello più consistente, riguarda la penale
non applicata in sostanza per l’ultimazione dei lavori. I periti, e la Corte stessa fa un excursus
sulle integrazioni che sono state fatte anche durante le perizie nell’aggiornamento per
l’allungamento dei termini, e i consulenti avevano certamente accertato lo sforamento che
avrebbe dovuto essere pagato mi pare con questi 423.720,00 euro che dovevano essere imputati
all’impresa, ma che invece sono andate in prescrizione, perché sembra, il solito discorso,
Consigliere nonché avvocato Rossi, parla di 359 giorni da quando decorrono i termini
contrattuali, eccetera. Non sto qui ad annoiarvi ulteriormente e vi invito eventualmente di farvi
dare da noi, dal Comune copia di tutta questa roba.
Direi che in questo caso l’applicazione della prescrizione riguarda gli stessi, pur accertando
il titolo del Comune per applicare la penale, e non è stato applicato ed era di facile constatazione,
sono decorsi i termini per il solito motivo, il proscioglimento dei convenuti.
Devo aggiungere, e lo ripeto, che l’ho detto in partenza, l’unica persona secondo me
assolutamente estranea, è la signora Veronese perché non poteva capire in un bailamme di questa
natura impegni, vicende di tipo burocratico complicate, perché non conosceva la storia. Per cui,
assolutamente, giustamente da assolvere. Per gli altri vale l’osservazione della Corte. La
assoluzione deriva da un incauto comportamento del Comune nei confronti della ditta.
Comunque l’ultimo quadro ripete in pratica quello che ho detto prima, cioè le percentuali
qui sono evidenziati e a colori in maniera evidente, 1.677.000,00 cento per cento. Danni non
riconosciuti 24.000,00. Il restante 1.653.000,00 che è il 98,5% dell’importo originario, e i danni
prescritti sono il 91,34% perché quelli attribuiti sono il sette. Questa è la sostanza.
Io qui finisco il mio intervento e lo finisco con animo non felice per questa città, l’ho già
detto prima e qui lo ripeto. Io spero che questa vicenda, al di là degli effetti, vedo anche qui
presenti fra il pubblico diverse delle persone coinvolte che ho citato, io spero che si rendano
conto in coscienza, al di là delle sentenze, in coscienza si rendano conto di quello che è stato
illustrato. Io spero che questa sia una discriminante fra una vecchia storia di Badia e una nuova
storia di Badia. Io mi sento solo strumento. Il mio compito, compito per cui mi sono candidato,
sostanzialmente finisce oggi. Lo dico con molta franchezza.
Continuerò perché la responsabilità me la sono assunta nei confronti di tutti i cittadini, e
per me la responsabilità e l’obbligo è un fatto assolutamente inderogabile. Non provo, ripeto,
felicità alcuna di aver accertato questo, ma Badia deve venire fuori da questa storia. Chiudiamola
pure, mettiamoci un coperchio sopra, facciamo una cappa di calcestruzzo come a Chernobyl.
Badiesi, impedite che per il futuro si possa ancora verificare questo. Dipende solo da voi. I nomi
e le responsabilità li potete reperire facilmente, ricordatelo. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie Sindaco.
La parola all’assessore Stroppa.
ASSESSORE STROPPA. Grazie Presidente. Prima di passare ai dati tecnici, voglio
accomunarmi con il discorso iniziale del Sindaco. Qualcuno mi chiama il comunista, ma tutti
sanno che sono… era un ex doroteo della sinistra della Democrazia Cristiana e nel 1994, quando
saltò in aria la Democrazia Cristiana e si fermò il Partito Popolare, fu uno di quelli che si oppose
a Buttiglione, il quale Buttiglione voleva portare il Partito Popolare in braccio a Silvio
Berlusconi con il famoso Polo delle Libertà. Questo è il motivo che oggi sono estremamente
contento che Sergio Mattarella sia Presidente, come uomo della sinistra della Democrazia
Cristiana che non morirà mai, sia il nostro Presidente, interprete di quel cattolicesimo
democratico di cui io mi onoro di essere ancora rappresentante, come mi onoro altrettanto di
essere un renziano convinto. La butto in politica. Sono orgoglioso di essere un renziano convinto
che ci tirerà fuori dai guai che sono stati combinati in questi vent’anni di berlusconismo
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esacerbato, soprattutto nelle menti delle persone.
Fatto questo passaggio politico, entriamo nei numeri. A me piacciono i numeri, è una
deformazione professionale che ho, nel senso che non spetta a me dare dei giudizi, sarete voi a
trarli in base ad atti e numeri concreti che vi diranno quella che è la situazione attuale finanziaria
dell’Amministrazione comunale che abbiamo ereditato. E sulla quale sul problema dei derivati,
come diceva il Sindaco prima, sono anche un po’ figli di quella che è stata la logica che ha
permeato la costruzione dell’impianti sportivi. E qui cito, a me piacciono le slide, non le ho
copiate da Renzi, le slide le facevo anche nel 2004, quando ero Sindaco in un altro Comune. Ma
credo che vi servano in maniera oggettiva per poi fotografare la situazione.
Qui ho citato una frase di Tonino Guerra che Oscar Farinetti ha riportato un po’ di tempo
fa sulla Repubblica, e dice che c’era un uomo che camminava deciso e diritto in avanti, ma
voltando spesso la testa all’indietro. Gli chiedevano perché. “Se non mi guardo indietro qualche
volta, non trovo la strada giusta in avanti”. È questo che noi vogliamo fare, non per andare in
cerca delle responsabilità, ma per capire che quello che è successo, ha delle fondamenta e noi
certi errori non vogliamo ripeterli durante l’esercizio della nostra funzione.
Quando parlo di derivati, vedrete nella relazione che andrò a fare, che ci sono due o tre
aspetti che si agganciano direttamente a quella che è la storia degli impianti sportivi. Derivati che
furono fatti nel periodo 2007, vedremo poi alcuni passi della delibera che approvò quella
convenzione sui derivati, e vedrete che mostruosità ne è venuta fuori, perché solo così i cittadini
sanno del perché siamo in questa condizione.
Quando furono fatti i derivati nel 2007, in quel Consiglio comunale l’ipotesi di lavoro era
questa proposta dalle banche. Questa è la curva delle entrate, si dovevano generare, perché c’era
un problema di liquidità, vedrete poi gli interventi che furono fatti in quella sede, c’era un
problema di liquidità per chiudere dei bilanci che altrimenti non si chiudevano come quello
dell’esercizio 2007. Dovevano generare delle entrate, queste sono quelle in blu, dal 2007-2014.
Vedremo poi in una bella slide i numeri secchi e chiari. E mentre dovevano generare delle uscite,
del ritorno, queste sono in rosso che vanno dal 2014 al 2026. Questa è una bella curva. Questa
era l’ipotesi che doveva dire: chi governa dal 2007 al 2014 riesce a fare i bilanci. Chi viene dopo,
li paga. Sarebbe stata una bella cosa se le cose fossero andate così. Ma non sono andate così, non
stanno andando così.
Questa è la bella curva. Vedete, non bisogna essere degli scienziati, né ingegneri, né
geometri, ma persone di buon senso per vedere cosa è successo. Questa è la curva in cui dal 2007
al 2010 ci sono delle entrate e dal 2010, questa è sbagliata, è sbagliato il colore perché purtroppo
il blu si ferma qua, si ferma al 2010. 2007-2010 entrate, queste rosse infatti dicevo mi date il
rosso? Lui sì che è un compagno rosso, si è dimenticato il rosso anche qua. Quindi scusate le
battute, perché ci vuole anche di svilire un po’, se no diventa una cosa troppo seria, quindi dal
2011 in avanti il rosso diventa dalle condizioni mostruose.
Noi nella fase di predisposizione del bilancio di quest’anno che stiamo avendo, abbiamo
dei numeri certi e veri per cui il profilo, il ritorno di derivati è attestato dal 2015 al 2017, per cui
2015-2016-2017 è preventivato che nel bilancio di quest’anno dovremo ritornare 342.000,00
euro. Nel prossimo 420, e nel successivo 2017 443.000,00. La fonte, perché si parla sempre di
fonte per parlare di dati oggettivi, è della Ragioneria comunale, in cui dice in data 23 gennaio di
quest’anno: “Ipotizzando la restituzione del mark-to-market al 31/12/2014 al netto delle somme
previste da rimborsare al 31/12/2017, quelle che sono state correttamente poste per la
formulazione al bilancio di quest’anno, per il Triennale, dice se prendiamo come riferimento a
rate costanti le variazioni del tasso Euribor fino alla scadenza dei contatti, supponendo cioè che
il tasso Euribor non possa modificare. Questo genererebbe quindi dal 2018 in avanti questo
profilo di restituzione.
Questo è il raffronto che abbiamo fatto dal 2007 al 2015 fra quella che era l’ipotesi in blu
proposta dalla banca, quando ha formulato l’ipotesi dei derivati, e quella che invece è la
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situazione accertata che abbiamo introitato o meno. Fino al 2010 come vedete, guardate, non
commento neanche i numeri, vi do il macrodato. Dal 2007 al 2010 abbiamo introitato 856.000,00
euro. Dal 2011 al 2015 noi torneremo alle banche 1.034.000,00 euro. E quest’anno dovremo
restituire alle banche 342.000,00 euro. 342.000,00 euro sono un punto di Tasi sulla nostra
tassazione. Ecco perché noi non riusciamo ad abbassare le tasse.
Questa comparata è la tabella di scostamento fra l’ipotesi delle banche, così come era stata
prospettata, e invece quello che in effetti noi dobbiamo restituire. Vedete che curva di
scostamento fra quella che era l’ipotesi prospettata e quello che invece noi dobbiamo dare.
Questo è il dato, cancellate tutto quello che vi ho detto, mettetevi in testa questa tabella qua
che è quella che vi entra direttamente nelle vostre tasche. In questa ipotesi le banche, questa in
blu, si dovevano generare entrate per 1.532.000,00 euro nel periodo 2007-2014 e dovevano
essere restituiti 3.172.000,00 euro. Poi vedremo il tecnicismo del perché è successo questo.
Però quello che interessa alla gente, è questo dato qua. Noi abbiamo introitato 856.000,00
euro e noi dovremo restituire fino al 2026 qualcosa come 4.986.000,00 euro. Questo è il disastro
che è stato fatto. Il resto sono dettagli. Questa è la situazione in cui noi dobbiamo rispondere
come amministratori, dobbiamo fare i miracoli per far chiudere i bilanci. Potremmo fare un
minuto di silenzio su questo e chiederci il perché.
Anticipo anche un ragionamento che farò dopo. C’è qualcuno che si diverte su Facebook e
che ci dice che siamo un’Amministrazione litigiosa, che spendiamo un sacco di soldi di avvocati.
Secondo voi, il fatto di scegliere un avvocato e di andare in Tribunale per contestare alle banche
una sorta di lotta di Davide contro Golia il discorso dei derivati, è giusto ed è legittimo spendere
con un impegno di spesa 55.000,00 euro su un danno oggettivo matematicamente accertato ad
oggi di oltre 2,5 milioni? È giusto, è opportuno o è dovuto? Perché qua tante volte si inverte sulla
storia degli avvocati che ci prendiamo, il nesso di causalità fra causa ed effetto, nel senso che è
ovvio che uno deve farsi patrocinare, se ha subito dei danni, oppure se deve difendersi da cause
di mobbing. E qua mi fermo. Che vi resti questa tabella fissa. Ma vediamo perché si è maturata
questa tabella qua, quando nel 2007, e questo è un Abstract, andate a prendervi la delibera, n.
19/2007, del 28/06/2007. Qualcuno di voi che è qua presente, potrebbe andare a rileggersela. Ma
comunque visto che se non vuole andare a rileggerla, vi faccio io qualche stralcio di quello che si
disse quella sera per provocare questo, lo chiamo, incidente di percorso per usare un eufemismo.
L’oggetto è questo, bisognava – questa è la situazione politica – creare liquidità. Non c’era
liquidità nel 2007 e quindi bisognava comprare i derivati. Il funzionario della banca, è tutto fra
virgolette, per cui leggo solo quelli che sono gli interventi di quella sera. Dice il funzionario
della banca: “L’Euribor a sei mesi viaggia oggi attorno al 4,20%. Lo stock dei mutui su cui fare
le operazioni sono circa 13,5 milioni, si liberano subito 140.000,00 euro nel primo trimestre
2007 e circa 300.000,00 nel secondo. L’operazione non è rischiosa, in quanto collateralmente si
fa un’altra operazione, dove il tasso della variabilità del nuovo contratto che andiamo a stipulare
è in un range di tassi che va da un minimo di 3,75 ad un massimo che è inferiore al debito attuale
che è del 5,27”. C’è un range che doveva viaggiare l’Euribor fra il 3,75 e il 5,27, perché dice il
funzionario: “Quindi per il Comune non è un’operazione rischiosa, in quanto la flessibilità
dell’operazione al mercato attuale deve stare in questo range e come tetto massimo non può
superare il 5,27 dei mutui che si elevano con la Cassa depositi e prestiti”. Il consigliere B1, a me
non interessa citare chi fossero i Consiglieri, chiede: “È possibile durante l’anno fare la
rimodulazione del debito?”. Il funzionario della banca dice: “Naturalmente c’è il rischio,
chiamiamolo così, del drogare i tassi nel senso che se i tassi schizzano in alto, il Comune non
vada a pagare un’operazione che è superiore a quella che ha attualmente indebitata, perché a loro
non risulta il risultato della norma. Questa operazione garantisce un tasso massimo
dell’operazione legata sempre all’Euribor a sei mesi che non deve superare il tasso fisso
dell’attuale 5,27, mentre deve scendere non oltre il 3,75. Se i tassi stanno in questo range, il
rischio non c’è. Se vanno oltre questo, non c’è nemmeno, perché c’è lo stock e si paga
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eventualmente il tasso minimo che pagate oggi”. Peccato che quell’operazione da roulette russa
presupponeva solo che i tassi andassero in alto, no che i tassi si abbassassero, perché sta tutto lì il
problema.
Questa non l’avevo inserita quella sera, perché quello che vi sto leggendo, è stato illustrato
in un Consiglio comunale del 13 ottobre 2013, quando dovemmo rispondere a delle contestazioni
che ci fece la Corte dei Conti in merito all’approvazione del bilancio dell’esercizio finanziario
2011. Adesso sono andato a riprenderla, me l’ha data il ragioniere. E qui si capisce l’arcano. Io
lo chiamo arcano. Molto semplice, nel 2007, ecco perché viene fuori il famoso range, vedo qua
Remo Previatello, ex Assessore, funzionario, direttore di banca, e qua ecco l’arcano. Nel 2007
quando si fanno i derivati, l’Euribor a sei mesi viaggia al 3,87%. Le cose vanno molto bene e
questo si giustifica, le curve che avete visto nel 2008 che è al 4,703%. Poi nel 2008 Lehman
Brothers e tutto quello che è successo lo ricordate bene, succede che l’Euribor va a picco
completamente e ad oggi l’Euribor è a 0,187%. Questo è il motivo che ha generato il disastro
che noi stiamo pagando sui derivati. Credo di essere stato abbastanza chiaro.
A voi non interessa sapere tutti i dettagli, interessa sapere i danni con cui dobbiamo fare i
conti. Il consigliere B2 quella sera dice: “Ogni tipo di operazione che porta vantaggio al Comune
è legittima. O siamo talmente masochisti che vogliamo cominciare a ridurre i servizi nella nostra
città, oppure per mantenerli dobbiamo cercare legittimamente, senza nulla togliere, anche di
reperire risorse da dove la possibilità, le normative lo consentano. È per cui politicamente questa
la cosa che va fatta”. Il consigliere P dice: “Volevo chiedere all’Assessore T come crede di
utilizzare nel semestre i famosi 140.000,00 euro di cui parlavamo”. Stiamo arrivando vicino agli
impianti sportivi, state tranquilli. L’assessore T dice: “Credo di non utilizzarli, perché è la
liquidità che ci serve”. Il Sindaco M dice: “In questo momento Badia soffre di liquidità con
responsabilità di tutti”. Dice: “Anche delle Amministrazioni recenti – che ovviamente non si
riferiva alla sua – anche di scelte fatte sempre e comunque per far crescere questo territorio”. Lui
dice i 150 o 140.000,00 euro che saranno risparmiati, vedremo come poi, in questo primo
semestre, non saranno utilizzati, serviranno a fare cassa, ad abbassare le difficoltà. Comunque –
dice – questa è una opportunità, perché dà al Comune di avere subito del cash, della liquidità di
300.000,00 euro.
Veniamo alla liquidità che invece non c’era e come si matura, che era qualche anno che
c’erano un po’ di problemi con la liquidità. Nel 2006 sempre la Amministrazione M, in un
quadro economico per le opere di urbanizzazione di Crocetta 3 mette a bilancio 357.000,00 euro
provenienti da alienazione di un lotto dell’area produttiva del Crocetta 4.1 che dovevano essere
introitati a collaudo delle opere. Quindi minimo cinque, sei anni dopo. Tanto perché si parla di
problemi di liquidità. Quindi tu metti una posta di bilancio, e dopo ponendola a residuo, su
somme che poi ti arriveranno forse cinque, sei anni dopo. Se lo attualizziamo adesso, partendo
dal 2007, quando fu stipulata la convenzione, credo che neanche nel 2017 verranno introitati i
soldi dalla Crocetta 4. In maniera saggia ed opportuna questa Amministrazione, che aveva
problemi di liquidità, ha cancellato di fatto quel credito inesigibile, si dice tecnicamente,
cancellando i 352.000,00 euro che erano a residui attivi.
Non sono un ingegnere gestionale o amministrativista, però mi piacciono questi numeri,
perché credo che nei numeri ci sta un po’ la verità di tutti i nostri atteggiamenti che abbiamo.
Anche a casa nostra credo che se non siamo…
SINDACO. Se posso fare una battuta, sei ingegnere minerario, sei abituato a scavare.
ASSESSORE STROPPA. Sempre sulla liquidità che non c’era, e qui arriviamo al punto
dolens di come erano strutturati i bilanci. Nel 2007 nel bilancio di previsione si iscrive a bilancio
un avanzo accertato di 363.000,00 euro relativi al 2004 per poter chiudere il bilancio. Se no il
bilancio del 2007 non si chiudeva. Con successiva deliberazione n. 20 del 28/06/2007, parlo del
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2007, viene approvato un rendiconto dell’esercizio finanziario 2006 che chiudeva con un minimo
avanzo di 16.000,00 euro. Qua stiamo arrivando sui derivati. Dritti dritti ci arriviamo.
Con delibera n. 30 del 7 settembre 2007 si è provveduto ad aggiornare la dotazione
dell’avanzo di amministrazione iscritta nel bilancio, approvando la relativa variazione in meno
per un importo di 346.000,00 euro, la differenza tra i 363 e i 16 dell’avanzo 2006, e
compensando la stessa – ecco perché parliamo di derivati, perché bisognava fare i derivati – e
compensando la stessa per l’importo di 280.000,00 euro con i flussi provenienti dai contratti
derivati approvati con delibera consiliare n. 19 del 28/06/2007. Abbiamo trovato l’arcano del
perché sono stati fatti i derivati, se no i bilanci non si chiudevano. La questione della liquidità.
Sulla risoluzione del contratto derivati, ve l’ho già accennata, noi abbiamo conferito già nel
2009 all’avvocato Miccoli un incarico per la ricognizione dei derivati, non entro nei tecnicismi di
questa battaglia di Davide contro Golia, sapete anche che a Milano nella causa che ha avuto con
le banche in primo grado Milano ebbe ragione, nel secondo grado di giudizio le cose furono
rovesciate. È stato detto anche che nel giugno 2011 c’era la possibilità forse di chiudere, di
transare con le banche sulla storia dei derivati. Poi andammo a casa, o ci mandammo a casa, a
seconda dei punti di vista, e quando tornammo nel 2012, non c’erano più le condizioni per
chiudere questa la negoziazione. Quindi abbiamo fatto una nuova richiesta ex articolo 700 di
sospensione dei derivati con il Tribunale, il Tribunale ha detto di no. E dico la parte finale che è
questa e poi dico i motivi delle contestazioni che abbiamo fatto da parte del nostro legale. Nel
senso che lo scorso 20 gennaio si è tenuta l’udienza per l’ammissione dei mezzi, cioè prove e
Ctu, su cui il giudice si è riservato di decidere.
In questa battaglia di Davide contro Golia, come l’ho citata, il nostro legale ha contestato i
seguenti vizi contrattuali. Vedremo poi il giudice cosa deciderà. Nullità per area unilaterale o
comunque squilibrata dei contratti, nonché per illiceità della causa; grave inadempimento da
parte della banca agli obblighi informativi afferenti le caratteristiche di profili di rischio dei
derivati, nel senso che non aveva fatto una giusta informazione di come erano strutturati i
derivati; grave inadempimento della banca alle disposizioni contrattuali normative in materia di
operazioni inadeguate, di un conflitto di interesse; annullabilità dei contratti per vizi di volontà;
nullità dei contratti per violazione ex articolo 30 del comma 6 del Tuf in materia di offerta fuori
sede e potenziale nullità per eccesso della misura del up-front rispetto al limite dell’uno per cento
del nozionale fissato dal D.M. n. 289/2003.
Vi ho già detto perché quindi siamo stati costretti a dare un incarico ai derivati, anche
perché qualcuno potrebbe bussarci e dirci: voi cosa avete fatto per non arrecare danno erariale
nei confronti del Comune? Perché questo concetto di danno erariale era un po’ lontano dalle
concezioni di qualche amministratore.
Sulla liquidità che non c’era e sulla tassazione, voi sapete che Badia ha sempre viaggiato al
massimo. Qualcuno sostiene che ha sempre viaggiato al massimo per quanto riguarda la
tassazione, perché solo così si potevano fare le opere.
Non è stata detta una cosa fondamentale prima, e voglio ridirla da parte di tutta
l’Amministrazione, noi non discutiamo che gli impianti sportivi non dovessero essere realizzati.
Questa è un’affermazione di principio. Sia chiaro, noi non contestiamo che gli impianti sportivi
che furono oggetto di querelle attorno agli anni Duemila, quasi da Guelfi e Ghibellini, noi non
contestiamo che quegli impianti dovevano essere fatti. Noi contestiamo quanto sono costati,
molto di più di quello che presumibilmente era il valore che avevano, la Corte dei Conti ha
contestato le procedure amministrative, e dovremmo domandare alle associazioni che
attualmente vivono quegli impianti come le opere siano state fatte, perché mi pare che bussino
parecchio da noi. Ma questa è una filosofia per rinegoziare i mutui. Come è stato fatto con la
Cassa depositi e prestiti, si doveva fare forse anche dei passi molto più grandi di quello che era il
consentito.
Vi ho già citato nel 2007 perché entrano i derivati, adesso guardiamo la storia degli
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impianti sportivi. Il rendiconto 2007 che viene approvato nel 2008, con la delibera di Consiglio
comunale n. 19/2008 accerta un avanzo di amministrazione di 278.000,00 euro così suddivisi:
16.000,00 vincolati, 175.000,00 da destinare a investimenti e 86.000,00 disponibili. Guarda caso
si riesce a fare un avanzo di amministrazione di 280.000,00 euro. Molto bravi.
Nella stessa seduta consiliare, guardate la consecutio temporum la chiamavano i latini,
nella stessa seduta consiliare viene approvata subito dopo una delibera in cui vi è una variazione
di bilancio che serve per pagare la posta di 170.000,00 euro per il riconoscimento alla ditta S che
aveva realizzato l’impianto sportivo. Frutto di 121.000,00 euro più Iva, più i 24.000,00. Quello
che era oggetto di contestazione da parte della Corte dei Conti.
Guardate un’altra cosa, a fronte però, quello che ha citato il collega Rossi prima, di quel
riconoscimento che era stato già fatto con precedente delibera n. 48 del 16 aprile 2008 e che in
maniera efficientissima il 17 aprile 2008 viene fatta la determina per pagare la ditta S. Il giorno
dopo, un tempismo proprio di efficienza estrema da parte dei nostri uffici. E guarda caso
entrando nel tecnicismo, la sentenza n. 1/2015 della Corte è quella che fa da riferimento del “dies
a quo” in termini tecnici della prescrizione, in quanto la prescrizione parte proprio da quella data
lì, 17/04/2008. Questa è stata fatta una variazione di bilancio. Se uno va a guardare la seduta di
quella sera, c’era chi sosteneva che quella non era una destinazione di un avanzo, ma era un
debito fuori bilancio.
Comunque al di là di questo, i soldi vennero dati. Poi questo bell’avanzo di 278.000,00
euro servì anche per pagare invece un altro debito fuori bilancio di 60.000,00 euro per il
pagamento della locazione della biblioteca accertandolo come debito fuori bilancio. Vengono
fuori degli avanzi di amministrazione in maniera magica.
Questa era una slide che avevo proposto quella sera di ottobre relativamente alla risposta
che dovevamo dare alla Corte dei Conti, perché relativamente al consuntivo 2008 aveva rilevato
la Corte dei conti che c’era un grave disavanzo di amministrazione, un mancato rispetto dei
limiti di indebitamento e un cattivo risultato del conto economico.
Vengo alle valutazioni politiche che faccio e che sono queste. Appare evidente come i
buchi che crescevano come funghi, abbiano date precise e si agganciano alla filosofia di
spendere molto più di quello che si incassava, o che si sarebbe potuto incassare, e sono dovuti
anche ad uno stock di mutui ed obbligazioni negoziati per sostenere opere utili come gli impianti
sportivi di via Martiri di Villamarzana, ma economicamente non sopportabili da bilanci in cui
tutte le tasse erano già al massimo, bloccando per gli anni a venire la possibilità di contrarre
mutui per la realizzazione di opere pubbliche come avviene dal 2009. Noi è dal 2009 che non
possiamo più sostenere 1,00 euro per fare mutui.
Allora io mi chiedo, e lo chiedo anche a chi ha amministrato prima di noi, noi saremmo
degli stupidi, degli sprovveduti a non voler fare delle opere, mentre chi c’era prima che faceva
buchi e debiti, erano bravi. Ma forse in una famiglia ai figli non si insegna così. I genitori
insegnano a lasciare un futuro o un’eredità positiva ai propri figli, non senz’altro lasciare buchi e
debiti.
Le sentenze della Corte hanno accertato irregolarità amministrative nella conduzione
dell’appalto, seppur prescritte, senza entrare nel merito dell’effettivo valore, dell’ammontare
effettivo sulla qualità delle opere realizzate, su cui ci sarebbe molto da discutere.
La penultima slide. Nel 2007 viene fuori quel magico avanzo di amministrazione di
278.000,00 euro. Lo definisco magico per i motivi che vi ho già detto. Si fanno i derivati e i
derivati servono per pagare anche pendenze che si hanno sulla storia degli impianti sportivi.
Questo è il nesso che sta in piedi di questa estrema, triste vicenda.
Poi nel 2008, 2009 ci sono dei disavanzi a fronte di debiti fuori bilancio che poi andremo a
vedere. L’unico anno politico di stabilità che è nel 2010, un anno intero in cui l’Amministrazione
Fantato resta in sella, si conclude con un avanzo di 60.000,00 euro. Fantato e noi veniamo
mandati a casa nel 2011, si conclude con un disavanzo di 222.000,00 euro e nel 2012 e 2013, ma
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anche nel 2014, praticamente chiuderemo il bilancio a zero. Questo per dire che i bilanci si fanno
seriamente e per dire che se c’è una Amministrazione politica seria, farà e fa sempre molto di più
di un Commissario prefettizio.
L’ultima slide quella sui debiti fuori bilancio. Nel 2007 ci sono di fatto, io li considero
debiti fuori bilancio per 230.000,00 euro, tecnicamente i 170.000,00 euro dell’affaire impianti
sportivi non è stato considerato un debito fuori bilancio con un artifizio secondo me, ma tale era.
Se andate a vedere quella delibera così come è stata argomentata, i Consiglieri di minoranza di
allora, il consigliere Rossetto, e voglio citarlo, diceva proprio questo, lo diceva lui. Non lo dico
io, tanto per essere chiari. E quindi qua si fanno politiche che tanto si spende, tanto poi qualcuno
paga, perché qualcuno sosteneva che una Amministrazione non può fallire. E questo l’ho sentito
dire io. E questo ha improntato le azioni che sono state fatte in questo Comune, saccheggiandolo.
Nel 2009 e nel 2010 quando arriviamo, ci troviamo con uno stock di una prima tranche nel
2009 e una richiesta di debiti fuori bilancio di 270.000,00 euro non fatti da noi naturalmente, fatti
da chi c’era prima e votati da tutti, in cui noi ne riconosciamo 127.000,00. Un’altra tranche ne
esce nel 2010, perché uno quando arriva e dice: chiedo a tutti gli uffici di darmi il resoconto di
come siamo messi come a casa vostra. Altra botta da 125.000,00 euro, di cui ne riconosciamo
28.000,00. Ma mi pare che prima il consigliere Rossi abbia dato un’altra chicca, dicendo che
sempre sugli impianti sportivi il signor Sinigaglia ci ha chiesto altre 17.000,00 euro a distanza di
sette anni. Quest’anno. No, l’anno scorso perché è stato nel luglio del 2014. Speriamo che
finisca. Cosa dite voi?
Ho chiuso proprio. Mi scuso se mi sono accalorato un po’, però ci tenevo ad accalorarmi
un po’. Noi renziani siamo fatti così. Vi invito a questa considerazione. C’era un uomo che
camminava deciso diritto in avanti, ma voltando spesso la testa all’indietro. Gli chiedevano
perché. “Se non mi guardo indietro qualche volta, non trovo la strada giusta per andare avanti”.
Credo che i badiesi debbano fare questo. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie assessore Stroppa.
La parola all’assessore Bertolaso.
ASSESSORE BERTOLASO. Grazie Presidente. Chiudo io gli interventi
dell’Amministrazione, perché come Assessore allo Sport non potevo esimermi dal dare anch’io il
mio contributo, perché quando si parla di impianti sportivi, si parla di sport, associazioni
sportive, di gestione di modalità degli stessi impianti e quindi di rapporti con le associazioni
sportive.
A memoria mia, gli impianti sportivi qui a Badia nella vita politica, ma anche nella vita
quotidiana, si parla da quasi venti, trent’anni, segno che effettivamente già allora c’era una
carenza di impianti e di strutture. Quindi ribadisco, come ha detto il vicesindaco Stroppa, questi
impianti andavano fatti e forse andavano fatti anche prima per le esigenze dei cittadini badiesi.
Nel corso di questi vent’anni ovviamente si è sempre cercato di dare risposte ai cittadini
con ovviamente interventi che poi ci siamo ritrovati anche ora a dover gestire, partendo dal
vecchio impianto del Verzaro, costruzione degli impianti, degli spogliatoi che tuttora sono là
abbandonati e anche la vecchia tribuna, i vecchi spogliatoi che sono in un degrado, che noi
abbiamo anche l’onere, che ci siamo presi anche come Amministrazione, di cercare di risolvere.
Speriamo che con il Piano degli interventi, con le perequazioni qualcosa si riesca a fare.
Passando poi a Caenazzo con la costruzione ovviamente degli spogliatoi, con la
convenzione che è stata fatta con lo stesso Istituto Caenazzo, in cui fino al 2016, fino all’anno
prossimo dovremo pagare la quota dei mutui che ovviamente si sono sobbarcati e anche l’affitto.
E poi tutta la vicenda, la querelle che si è avuta con la Sovrintendenza perché ovviamente la
concessione edilizia non ha tenuto conto del parere della Sovrintendenza. Per fortuna siamo
intervenuti, siamo riusciti a salvare questo impianto che è tuttora utilizzato dai ragazzi, dai
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bambini con il “Badia Junior” con la convenzione che abbiamo stipulato recentemente. E poi per
passare ovviamente agli ultimi impianti sportivi, in cui abbiamo dovuto con le società sportive,
attualmente c’è l’Abbazia Calcio e gli Amatori Rugby Badia, rivedere le vecchie convenzioni
perché ovviamente non più sostenibili dal punto di vista del bilancio.
Le utenze sono state poste completamente a carico delle società e questo ovviamente per
razionalizzare le risorse. Così è stato fatto con gli impianti di via Martiri di Villamarzana, con lo
stesso impianto del Caenazzo con il “Badia Junior”, con Villafora con gli Amatori Calcio. E
questa è un po’ la filosofia che abbiamo cercato di portare avanti, di responsabilizzare le società
nelle spese che ovviamente competono a loro. E il Comune interviene con i contributi minimi,
posso anche dire minimi, ma con le esigenze di bilancio che abbiamo e le difficoltà che abbiamo,
non si può attualmente fare di più, perché effettivamente fanno delle attività per la crescita non
solo sportiva, ma educativa anche dei nostri ragazzi.
Chiudo rapidamente l’intervento, dando anche un messaggio di speranza. Il Sindaco ha
detto mettiamoci una pietra sopra. Mettiamocela. Ricordiamoci gli errori del passato ma
mettiamocela e guardiamo avanti. Quindi cerchiamo con l’impegno mio, come Assessore allo
Sport, di tutta l’Amministrazione, e anche soprattutto dei cittadini e delle associazioni sportive,
di utilizzare questi impianti perché sono una risorsa del territorio, una risorsa dei cittadini
badiesi, perché possano ovviamente portare al successo delle associazioni sportive badiesi, ma
che anche per certi versi portare al rilancio anche economico di Badia, o comunque di dare un
po’ di respiro che così da vulnus, come posso definirlo, da ferita per molti cittadini badiesi,
questi impianti sportivi diventino motivo di vanto e di orgoglio. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie Assessore.
Ci sono interventi da parte dei Consiglieri, qualche commento?
Prego, consigliere Rossi.
CONSIGLIERE ROSSI. Ovviamente mi associo a quanto detto dal Sindaco e
dall’assessore Stroppa per quanto riguarda le felicitazioni per avere il nuovo Presidente della
Repubblica, averlo avuto in tempi brevissimi, il che denota forse anche l’inizio di un
cambiamento della politica italiana, e speriamo anche che sia l’inizio magari o il ritorno della I
Repubblica e poi andare avanti con una nuova Repubblica, o passare direttamente alla terza che
forse è la cosa migliore. Quindi anche il nostro gruppo ovviamente è contento di avere un
Presidente della Repubblica che sicuramente porterà, come i predecessori, vanto e orgoglio alla
nostra nazione.
Tornando invece a quelle che sono state le comunicazioni del Sindaco per quanto riguarda
gli impianti sportivi, questa vicenda è sempre stata seguita con attenzione da questa
Amministrazione precedente, sia da parte della maggioranza, sia da parte della minoranza.
Per quanto riguarda l’interessamento dell’Amministrazione sugli impianti sportivi, per
tutto quello che abbiamo sentito, per tutto quello che ha creato di disagio, di danno alla nostra
collettività, forse la minoranza, almeno la mia, penso abbia sempre dato la possibilità e quegli
strumenti minimi per arrivare a queste conclusioni. Magari se già dall’inizio, quando questa
Amministrazione ha preso l’incarico di dirigere il Comune di Badia nel 2009, fosse stata un po’
più attenta, probabilmente avremmo accelerato qualcosa e probabilmente in quello che è stato
poi il lavoro che ha fatto la Procura della Corte dei Conti e il Sindaco, perché dobbiamo rendere
onore al lavoro che ha fatto, che è stato un lavoro particolare, dove ci ha messo la faccia più
volte, dove ha tentato più volte di capire, e l’abbiamo sentito prima nelle comunicazioni,
l’avevamo già sentito in tutte le comunicazioni precedenti che aveva fatto, di dare una lettura
continuativa a quelli che erano stati tutti gli interventi in questi anni dal 2000 ad oggi. Però,
come diceva anche l’assessore Bertolaso, forse bisognerebbe tornare anche a qualche anno prima
e forse addirittura, ovviamente sempre con un bel passo nel passato e con lo sguardo dritto verso
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il futuro come dice Stroppa, citando Bertoli, dobbiamo risalire addirittura ai mondiali del 1990.
Già prima dei mondiali del 1990, nel 1985-1987 Badia aveva tentato, sempre in ritardo, di
avere dei finanziamenti particolari e si era individuata mi sembra l’area di via Rettilineo
Salvaterra come l’area adeguata per i nuovi impianti sportivi che necessitavano a Badia. C’era
un’idea, probabilmente già allora l’ingegner Giarola, e quindi dopo l’ha sviluppato proprio per
questo, perché se non sbaglio, adesso vado un po’ a memoria, ma comunque se ne parlava già
negli anni 1985-1990.
Poi ci sono stati tutti i problemi nel reperimento delle aree di gioco per quanto riguardava il
campo di rugby, per quanto riguardava il calcio che era stato nel frattempo estromesso dal campo
Verzaro per ovvi motivi, essendo la squadra di rugby nettamente più importante a livello di
federazioni, facendo campionati superiori. E da lì invece di cercare allora una soluzione che
fosse la meno indolore a livello economico, si è partiti con tanta fantasia e con tanto
pressappochismo per quanto riguardava l’individuazione e la necessità di risolvere i problemi.
Quindi più di qualche Amministrazione ha delle grosse responsabilità.
Il danno erariale è un’altra cosa. Probabilmente i nostri amministratori, e in questo
concordo con quello che è stato detto, non sono stati i vigili su quello che veniva fatto, ed è
quello che dice la Corte dei Conti semplicemente. Ritengo anch’io che il punto tra la colpa grave
e il dolo sia talmente un confine indefinito che forse la bontà dei giudici sotto Natale ha in
qualche modo aiutato qualcuno.
Io non lo so questo, perché mi trovo una novità, adesso forse mi è scappata,
l’individuazione del termine di prescrizione – vado a non perdere tantissimo tempo – mi sembra
che sia stato individuato dai giudici il 29, 30 dicembre incredibilmente, qui a Badia si lavora,
quindi non è vero che gli uffici comunali non fanno nulla, anzi. 30 dicembre 2006. Il termine
dell’aprile 2008 portato dall’ingegner Stroppa non lo so qual è il riferimento delle sentenze.
Sicuramente il vero danno erariale deve risalire a quello, e lì speriamo che eventualmente
si riesca anche a modificare la sentenza, senza con questo sperare in chissà quali entrate, in
chissà quali condanne al pagamento di quelli che sono stati i danni certificati a questo punto.
Quello che a me ha colpito veramente in tutta questa vicenda, tralascio, per quello dico mi
è piaciuto anche l’intervento finale, questo altrimenti poi ci si perde, dell’assessore Bertolaso che
da poco è investito dell’impegno di seguire lo sport, però in una lettera che io inviavo
all’Assessore dell’Amministrazione precedente, della prima Amministrazione Fantato,
l’assessore Marco Faggion, in data 5 agosto 2010, susseguente a tante altre lettere, si evidenziava
quali erano le carenze, quali erano i problemi e quali erano i motivi che avevano portato o che
sembravano avessero portato Badia al disastro. Leggo solo questo: “Caro Assessore, tu sai
benissimo quanto sia costato alla comunità badiese. Un’esagerazione. Speriamo che sia solo
un’esagerazione”. Invece abbiamo visto che c’era qualcos’altro. E poi riporta tantissime altre
cose di come dovrebbero essere gestiti gli impianti. Una parte lo si sta facendo con qualche
riserva ampia, perché è vero che ci sono problemi, però è anche vero che qualcuno è in qualche
modo aiutato, altri sono aiutati un po’ meno. Non dico a livello sportivo, dico a livello generale
per quanto riguarda l’attività dei ragazzi.
Non mi dilungo per quanto riguarda l’attività sportiva delle prime squadre, che a mio
avviso se non hanno caratteristiche particolari, quindi di autonomia economica totale, non
devono neppure essere aiutate. Ma questo è un altro discorso. L’aiuto deve andare ai giovani e
deve essere per i giovani. È un’attività che dovrebbe fare l’Amministrazione comunale, lo fanno
i volontari, però questo non può essere di penalizzazione a chi lo fa in modo corretto, serio,
professionale.
Questo è un inciso, proprio perché è l’unica roba che mi trova in disappunto, perché forse
l’Assessore voleva dire qualcos’altro, immagino, quando diceva le risorse, le spese. Perché se
tutto deve influire su chi fa l’attività, l’attività sportiva a livello agonistico cessa da oggi per
quanto riguarda una, due, tre, quattro o cinque attività. Già le federazioni pretendono dei
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capitolati, rispetto ai capitolati, particolarmente pesanti. È ovvio che se ci fosse un ulteriore
appesantimento da parte dell’Amministrazione nei loro confronti, vi trovereste degli impianti
pronti al cambiamento d’uso in brevissimo tempo, quindi avreste delle altre aree libere per fare
altre cose.
Ritorno invece a quello che mi interessa di più, che è questo, che è tutto quello che è stato
detto oggi. Io mi auguro che i cittadini capiscano veramente sia lo sforzo che è stato fatto da
questa Amministrazione per aiutare la giustizia, quindi la collaborazione, sia anche quello di dire
basta ad un certo modo di amministrare. Non so se si riferisse a questo il Sindaco, quando diceva
mettiamoci una pietra sopra, ma io l’ho interpretata in questo modo. Sicuramente vedere quello
che è stato fatto, leggere alcune delibere, quella che è stata riportata, i 170.000,00 euro che ci ha
portato sicuramente al primo grave dissesto dell’anno 2007, è antipatico per chi lo legge e
fastidioso per chi lo subisce.
Io mi ricordo, l’ho letta già nel 2009, subito dopo, e l’ho letta e riletta e vedere
un’Amministrazione supina nei confronti di una controparte, con la quale si stava definendo un
lavoro che era durato cinque, sette, otto anni, perché dobbiamo pensare che si era partiti dal
2000, era veramente brutto, deleterio. Antipatico è l’aggettivo più buono che mi viene in mente
in questo momento.
Anche allora c’era qualcuno, ed è giusto che sia stato citato, che poneva qualche problema.
C’era una minoranza, cui faceva parte mi sembra anche l’assessore Giovanni Rossi, per un
periodo quantomeno, pur essendo stato eletto nella maggioranza, se non sbaglio. Adesso non mi
ricordo. Quindi a maggior onore aveva scelto di allontanarsi da quella che era la linea, ed eravate
in quattro, mi sembra, a portare avanti un tentativo di moralizzazione della vita pubblica badiese.
Mi sembra che con tutto quello che è avvenuto per gli impianti sportivi, per i derivati,
subito non avevo capito il motivo di questo intervento, ma ovviamente le slide a volte servono
anche per spiegare e per collegare dei periodi che ormai stanno diventando lontani, perché prima,
qualche anno fa sembrava cosa di ieri, adesso è già ormai passato, che però ci coinvolgerà fino al
2025 minimo. Ma probabilmente ci sarà bisogno di fare ulteriori interventi correttivi.
Tutta questa leggerezza, e con questo penso di non rischiare, perché è anche difficile
quando si interviene, tutti pronti a sparare su quello che si dice, con tutta questa leggerezza che
c’è stata negli anni nella conduzione dell’Amministrazione badiese, probabilmente con oggi o
con la sentenza si dirà la parola fine. Non so se ci sarà un ulteriore strascico in appello, come è
stato anticipato, però probabilmente non verrà modificato di molto. Nonostante io mi auguro di
sì, perché ovviamente sarebbe il riconoscimento che tutto il lavoro che è stato fatto da parte
dell’Amministrazione e da parte anche di questa minoranza, aveva un significato.
Mi piace anche vedere il Consiglio comunale così, aperto, in grado di dare ai cittadini delle
risposte che si attendevano da anni, perché piace la storia, mi sembra quasi di rivivere nel nostro
piccolo una sorta di rivoluzione dove sono rimasti i giacobini e dove qualche girondino tenta di
sopravvivere sapendo che per fortuna non abbiamo più le forche e le ghigliottine in piazza,
altrimenti probabilmente la situazione sarebbe stata ben più chiara e ben più definitiva.
Probabilmente non avremmo aspettato tante sentenze.
Quindi è bello, perché dopo anni si vede che la civiltà porta al dialogo, alla discussione e
anche al confronto che deve esserci e che deve fare in modo che porti ad un miglioramento delle
condizioni della nostra città, perché ovviamente parliamo di Badia, ma anche di tutti gli altri.
Viviamo in un momento difficilissimo per Badia, abbiamo visto che nessuno vuole avere
rapporti con noi, più nessuno parla di soluzioni, di fusioni o di integrazione di Comuni,
probabilmente tutti pensano a questa situazione economica ed è ovvio che con questo saremmo
penalizzati per qualche altro anno.
Rivoluzioni, noi abbiamo un Consigliere provinciale, capogruppo mi sembra del gruppo
che fa parte del centrodestra, le Province stanno perdendo di giorno in giorno le loro prerogative,
i loro compiti che verranno assorbiti dalla Regione o dal Comune. E se un Comune è in grado a
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recepire, penso agli impianti sportivi provinciali, alle scuole provinciali, eccetera, quindi sarà
comunque una sfida grossa per Badia partendo da una situazione drammatica di carattere
finanziario economico. Mi auguro a questo punto che le Province durino il più possibile, anche
in uno stato comatoso, come sono adesso, però il nostro buon Renzi, il segretario del Pd e Primo
Ministro, mi sembra che abbia dato un indirizzo che porterà in brevissimo tempo alla chiusura
completa delle Province, probabilmente delle Prefetture, eccetera.
Quindi dovremo essere pronti a recepire mettendo una pietra sopra a questo infelice
capitolo della storia badiese, può darsi che ci serva a far migliorare i rapporti con tutti quelli che
hanno ancora voglia di fare politica e che hanno ancora il desiderio di far crescere questo paese,
farlo diventare città. Il mio augurio è che ci serva da lezione.
Chi deve pagare, sono i cittadini, perché oramai questo si è capito, la tassazione non è da
adesso che è al massimo, perché è dal 1994, se non sbaglio, che abbiamo sempre tutte le tariffe e
tutte le addizionali al massimo, per cui siamo anche abituati, siamo vaccinati a questo sentirsi
Amministrazione vicina a noi, talmente vicina che entra in continuazione sulle nostre tasche.
Però nessuno di noi penso abbia intenzione di fare né scioperi fiscali, né altro. Cerchiamo di
continuare a far sopravvivere questo paese. L’invito è anche però a fare qualcosa in più, cercare
che quelle pochissime risorse che ci sono, vengano date, usufruite in modo migliore. Questo è
l’invito che faccio all’Amministrazione, perché tra le pieghe si vede ancora qualcosa del vecchio,
qualche modo vecchio di agire.
Quello che poi mi trovo veramente in difficoltà, e chiudo veramente, dovermi rapportare a
questo punto ancora con qualcuno che magari mi era sfuggito precedentemente, e che invece era
stato attore principale in questa vicenda. Sapere che le sentenze sono giunte ad una conclusione
di prescrizione, il Sindaco prima fatto un passaggio, non so se è stato chiaro, ma lo vorrei
raffrontare, la prescrizione è una cosa che si chiede, non è obbligatorio. Quindi se qualcuno si
sentiva sicuramente incolpevole, poteva tranquillamente continuare a difendersi e magari
arrivare non ad una conclusione, come quella che abbiamo letto nelle tre sentenze, o nelle due
sentenze, perché poi una riguarda solo due persone, e potevano essere diverse. Magari
l’assoluzione c’era. Il Sindaco ha fatto riferimento al una persona, all’assessore Veronese che mi
sembra abbia rivestito l’incarico qualche giorno, qualche mese prima delle vicende, quindi
marginalissimamente, e la sentenza questo lo dichiara. Non lo dice invece per altri.
Mi sarebbe piaciuto anche che oggi fossimo qua presenti tutti della minoranza. Mi dispiace
per gli altri, non posso parlare per gli altri, perché ovviamente con il loro gesto, spero giustificato
e giustificabile, hanno tolto parecchio di quella che è l’importanza, la celebrità che si voleva dare
a questa comunicazione. Mi dispiace veramente, perché c’era l’opportunità per le altre
minoranze di dare un segnale preciso di rottura con un modo di agire, o eventualmente se non di
rottura, perché non tutti potevano, o possono, vantare la possibilità di dire: mi sono allontanato
da un certo modo di operare, di dire almeno come è stato scritto nelle proprie difese, non ho
capito cosa stava facendo. E non è il massimo per chi amministra.
Quello che a me ha dato veramente fastidio in tutta questa vicenda, sono stati gli interventi
nulli di tutti i Consiglieri che si sono succeduti, ad eccezione di quello che è stato dimostrato
dall’assessore Stroppa, richiamando gli interventi, che sono gli unici che sono avvenuti, durante
un periodo di sei, sette, otto anni. È una cosa, secondo me, di una pesantezza per chi fa
amministrazione, per chi vuole collaborare, di una limitatezza tale che dà il senso che tantissimi
qui venivano per alzare la mano o per tenerla abbassata per un proprio tornaconto, per una
propria sola esigenza di apparire.
PRESIDENTE. Grazie Consigliere.
Altri interventi? Assessore Stroppa.
ASSESSORE STROPPA. Una cosa solo velocissima, riagganciandomi a quello che dice
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Consiglio comunale di Badia Polesine
1 febbraio 2015
il consigliere Rossi che ringrazio del suo contributo, forse non capisco tanto di politica, dico
forse, quello che non capisco, e forse a microfoni spenti qualcuno me lo spiegherà, è
l’atteggiamento del consigliere Luchin che è seduto qua come spettatore, quando avrebbe la
possibilità di dire la sua dai banchi del Consiglio comunale. Queste cose io non le capisco.
C’è qualcuno che è stato eletto dai propri cittadini per far sentire la voce dei propri
cittadini, non per avere atteggiamenti inqualificabili, anche perché mi risulta che lui faccia parte
di una componente politica, che è la Lega, che nel 2008, il 14 dicembre, è stata quella che ha
innescato un processo praticamente di disallineamento con quel modus operandi. Senza citare
cosa ha detto il signor Contiero.
Dico un’altra cosa poi ho finito, e l’assist me lo dà Adino, ogni tanto leggo Facebook. Mi
piace non commentare, ma leggerlo sì. Adino, non abbiamo parlato di un’altra cosa di queste,
però è il caso di accennarla. Adino ha postato un commento, dicendo: se venite domenica
mattina, venite preparati, andatevi a guardare un video fatto dal Tg3 che parlava della storia degli
impianti sportivi. Cosa dice Adino, lo guardiamo? No, non lo guardiamo. Se no sembra che si
voglia troppo andare.
Dico solo due cose. Andate a vedervelo, perché è abbastanza simpatico, e lì troverete un
altro nesso non di consecutio temporum, forse qualcuno diceva delle cose vivendo in un altro
mondo, perché vi do solo qualche dato, così la chiudiamo anche su questa partita qua, per capire
chi voleva fare un qualcosa per il Verzaro e chi invece voleva cannibalizzarlo. Andatevi a vedere
il servizio del Tg3 cosa diceva. Qualche giorno dopo, difformemente da quello che si diceva in
quel servizio, fu approvata una delibera di Giunta comunale n. 13 del 4 febbraio 2009, o non so
se fosse stata fatta prima, a seconda dei punti di vista, che portava la sottoscrizione di una
convenzione con la ditta S datata 04/03/2009 per un accordo di programma che doveva
comportare – così si chiama – la cannibalizzazione del Verzaro perché dovevano essere costruiti
54 mila metri cubi in più. C’era scritto nella convenzione subordinatamente al parere della
Sovrintendenza.
Questo noi non lo sapevamo, però in campagna elettorale si era detto nel 2009 che non si
sarebbe provveduto a cannibalizzare il Verzaro. Fatto sta che la Sovrintendenza ha risolto il
problema con parere del 19/10/2009, dicendo che l’area del campo del Verzaro non poteva
essere toccata. Mi fermo qui, anche se ci sarebbe da fare un altro bel Consiglio comunale,
consigliere Rossi. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie Assessore.
La parola al consigliere Berengan.
CONSIGLIEREBBE BERENGAN. Grazie. Anch’io volevo fare un intervento simile a
quello che ha fatto il Vicesindaco, che ha rubato il mestiere al capogruppo, simpaticamente
ovviamente. Giusto perché prendiamo atto che a Badia la Lega Nord preferisce l’Aventino, si
estranea da queste questioni, però ci attacca quando è ora di parlare di sicurezza, ricordando che
in quest’aula quando tutti i gruppi consiliari hanno votato l’ordine del giorno per preservare la
caserma della Polizia di Stato di Legnago, la Lega Nord non c’era. Assente colpevole
ingiustificata. Tutto qui. Mi fermo.
PRESIDENTE. Grazie Consigliere.
Abbiamo terminato gli argomenti all’ordine del giorno. Dichiaro chiusa la seduta.
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