Le cinque giornate di Chiaiano

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Le cinque giornate di Chiaiano
7.000
Organo ufficiale
d’informazione
della Federazione
dei Verdi
Anno V - n. 40
sabato 21
febbraio 2009
euro. è la differenza
tra i salari medi
percepiti dagli
immigrati e quelli
dei lavoratori italiani
Sped. in Abb.
Post. - D.L.
353/2003
(conv. in L.
27/02/2004 n. 46)
art. 1 comma 1
DCB - Roma
Sotto
lo scacco di Mosca
Matteo Cazzulani*
La scandalosa sentenza con la
quale sono stati assolti i sospettati dell’assassinio di Anna Politkovskaja dimostra ancora una
volta il vero volto della Russia
di Putin/Medvedev: un’autocrazia dalle forti tendenze imperialiste che, calpestando ogni diritto
della persona, minaccia l’Europa e il mondo democratico. Anna era una coraggiosa giornalista che coi suoi articoli sulla Novaja Gazeta - uno dei pochi mezzi di informazione liberi nella Federazione Russa - testimoniava
una verità scomoda al Cremlino,
documentando le ripetute violazioni dei diritti umani perpetrate dall’esercito russo in Cecenia e
nel Caucaso. Ma in Russia chi osa
scoperchiare realtà scomode paga con la vita o, alla meglio, con
la detenzione. Così è stato, oltre
che per Anna, anche per Stanislav Markelov - avvocato attivista
del movimento per i diritti umani, difensore della giovane cecena Elza Kungaeva, stuprata e uccisa da un colonnello russo - e
Anastasia Baburova, giornalista
della Novaja. A moltissimi altri
giornalisti “scomodi” è toccata la
medesima sorte. Dinnanzi a tale
situazione, il silenzio assordante
dell’Occidente è ora inaccettabile. I Paesi Ue non possono più restare inermi per non compromettere accordi vantaggiosi sull’importazione del gas e di carburante, per i quali dipendono in larga
parte dal gigante. In Italia sarebbe opportuno porre fine alla cronica incapacità di condannare le
malefatte di Mosca, preferendo
mantenere un rapporto privilegiato con Putin e Medvedev per
non compromettere la solida alleanza Eni-Gazprom. L’aggressione alla Georgia, l’ennesima crisi
del gas con l’Ucraina, gli omicidi di Markelov e Baburova e, giusto ieri, l’assoluzione degli accusati dell’omicidio di Anna Politkovskaja - dopo sole tre ore di riunione, nonostante la cospicua
presenza di prove - sono l’ennesima dimostrazione della natura
autoritaria del Cremlino. Se l’Ue
si ritiene davvero garante della
democrazia e dei diritti umani è
bene che inizi a richiedere il loro rispetto nel mondo ex sovietico senza alcun timore dinnanzi al gigante russo. Noi dell’associazione Annaviva diciamo basta
a questa Russia, killer delle libertà fondamentali. Ci appelliamo a
tutte le istituzioni comunitarie, ai
singoli governi europei, ai partiti,
alle associazioni e ai singoli cittadini del mondo democratico affinché insieme si possa condannare l’inaccettabile condotta delle autorità moscovite. Si tratta di
un impegno civico e morale che
chiama ciascuno di noi a impegnarsi per tale fine. Se è vero che
“l’unione fa la forza” - o, come sostenevano gli arancioni in Ucraina, “Razom nas bagato” (insieme
siamo tanto) - è una sfida che si
può e si deve vincere. Insieme.
*Presidente Annaviva
PRIMO PIANO Dal 17 febbraio la discarica è entrata in funzione. E i cittadini scendono in piazza
Le cinque giornate di Chiaiano
L’apertura della discarica nel
quartiere napoletano continua
a provocare la rivolta della cittadinanza e delle istituzioni locali.
Dalla notte del blitz le dimostra-
zioni e i cortei non si sono mai
fermati e le ragioni del dissenso
sono tante. L’impianto si trova
in un’area in frana e in grava dissesto idrogeologico, il suo invaso
contiene amianto, la tossicità dei
rifiuti causa tumori maligni e inquinamento ambientale. Mentre
Comune e Regione proseguono
nella loro politica autoritaria e
coloniale, gli europarlamentari
in visita alla super-cava chiedono l’intervento di Bruxelles.
Servizi alle pagine 4 e 5
Se Hillary la tigre
cavalca il dragone
© Wenig/LaPresse
Dittature
Fonte: Cnel
Il segretario di Stato Usa vola a Pechino. Le tematiche ambientali,
le economie collegate e la politica estera saranno al centro delle prove
di dialogo. In attesa dell’incontro tra Obama e Jintao
Tosatti a pagina 3
L’intervista
2
Claudio Fava, coordinatore
di Sd, spiega le ragioni della
sconfitta del Pd ed esprime
la sua idea sulla sinistra
del futuro. Uniti verso le
europee, ma con coerenza:
non c’è solo Rifondazione
Medicina
Le associazioni di pazienti
infertili sollevano il caso
Meropur. Avvertenze
incomplete sui rischi di
patologie virali. Il farmaco
rischia la sospensione
dal commercio
6
I rifiuti radioattivi diventano un affare globale
Scorie da esportazione
Diego Carmignani
V
entimila tonnellate di rifiuti nucleari da smaltire per l’Italia, un miliardo di dollari da incassare per
lo Utah. Il giro del mondo del
nostro scomodo fardello sembra fermarsi negli States, grazie a una società specializzata
che avrebbe convinto il roccioso
Stato americano ad accettare le
scorie: il pesante deficit economico ha annullato ogni scetticismo. L’operazione, la più grande
mai avvenuta negli Usa, ha pe-
rò dei chiari rischi, legati al percorso che il delicato carico dovrà affrontare. Via nave fino alla Carolina del Sud, poi in Tennessee per la lavorazione, infine
lo stoccaggio. Intanto, in tema
di controllo sul trasporto nucleare, il Consiglio dei ministri ha
approvato ieri il decreto che recepisce la direttiva comunitaria
Euratom per l’istituzione di un
sistema di sorveglianza sui trasferimenti di rifiuti e di combustibile esaurito, allo scopo di garantire la protezione di lavoratori, popolazione e ambiente. 
2
Italia
sabato 21 febbraio 2009
Pesca
L’intervista
Non c’è solo Rifondazione
Come si supera allora lo sbarramento?
Si supera con le forze che stanno mettendo insieme energie e intenzioni per un
processo politico più ambizioso: il gruppo
di Niki Vendola, che è uscito da Rifondazione, i Verdi, i Socialisti.
Rocco Vazzana
«U
Non si rischia un intasamento a sinistra
del Pd?
Al contrario, si costruisce la sintesi. C’è
semplificazione e un po’ più di verità.
n partito che non sceglie mai è
un partito destinato a distruggersi rapidamente, ancor prima dei partiti che scelgono male, almeno
quelli scelgono», ha le idee chiare Claudio
Fava, coordinatore nazionale di Sinistra
democratica, sui motivi della sconfitta
elettorale del Pd.
Fava, è fallito un progetto politico?
Sì, ma è fallito prima delle dimissioni di Veltroni. Era già fallito nelle sue premesse. Il Pd
è nato come un danno irreparabile già in sé.
Ha messo insieme ceti e culture politiche,
senza costruire un’idea nuova, con un progetto che non è sintesi ma soltanto somma.
A parte i riti liberatori delle primarie ha dimostrato una debolezza complessiva.
Cosa accadrà adesso a sinistra?
Gli spazi ci sono, ma non è giusto e non è
bene ritenere che aumentino sulle sventure
degli altri. Ci sono a prescindere. Il Pd non
può certo rappresentare conflitti, vertenze,
ragioni e passioni che hanno bisogno di
avere forme di rappresentanza più chiare,
più rigorose, più convinte, più a sinistra.
Giordano ha detto che c’è bisogno di
unità a sinistra, almeno per le elezioni
europee. Lei è dello stesso avviso?
Penso che l’unità sia cosa buona e giusta
ma che necessita di un po’ di coerenza, va
costruita nel solco di un percorso condiviso. Un progetto valido solo per una lista elettorale si chiama cartello, ha il solo
obiettivo di superare sbarramenti o di
eleggere alcuni parlamentari, e il giorno
dopo è già un’esperienza conclusa.
Quindi lei dice no alla proposta di una
lista che includa anche la sinistra comunista?
Non sono io che dico no. La risposta è già
arrivata dalla direzione di Rifondazione
Ma ci saranno ben due liste che rappresentano la stessa cultura uscita con le
ossa rotte dalle ultime politiche.
Forse siamo usciti con le ossa rotte proprio perché abbiamo cercato di tenere insieme culture che in realtà rappresentano
due diverse prospettive politiche. Il fatto
di proporre agli elettori due prospettive
rappresentate in modo diverso è un esercizio di correttezza. È questo quello che
vuole la nostra comunità. Non ci chiede di
superare il 4 per cento ma di fare qualcosa
che abbia un senso politico anche dopo le
elezioni.
Cambiamo discorso, che ne pensa del
ddl sul testamento biologico?
Penso tutto il peggio possibile, credo che
sia giusta la richiesta di andare a un referendum. L’istituto referendario serve anche a correggere le allucinazioni, le frettolosità o le miserie del Parlamento. 
in fondo Intimidazione in casa o sul lavoro e violenza fisica non si combattono creando un etno-nemico
Leggi che stuprano l’intelligenza
Stalking a parte,
questo ennesimo
provvedimento
del governo presenta
più ombre che luci
e non risolve un
problema più ampio
Paola Balducci*
G
li eventi di queste ultime
settimane hanno riportato in primo piano quello che, da tempo, costituisce un
problema fortemente avvertito
nel nostro Paese: la violenza sulle
donne, un fenomeno sociale sul
quale molto si è scritto e discusso per cercare di comprenderne
le ragioni più profonde e, quindi,
arrivare a contrastarne le cause.
Spesso si dimentica che la violenza esercitata sulle donne può essere di vario genere: si passa da
quella di natura psicologica attuata, attraverso varie forme di
intimidazione, di solito in famiglia o sul lavoro, alle molestie insistenti (il cosiddetto stalking), fino a giungere alla violenza più
bruta, sia essa fisica o sessuale.
Da alcuni anni si cercava, ad
esempio, di introdurre nel nostro ordinamento una norma pe-
nale diretta a punire severamente
gli atti persecutori realizzati dagli
stalker (di solito ex patner).
Peraltro, la norma elaborata dal
governo non fa altro che riprendere il contenuto della fattispecie di reato già elaborata in seno
alla commissione Giustizia della Camera nella legislatura precedente. Stalking a parte, questo
ennesimo decreto del governo
presenta più ombre che luci. La
violenza sulle donne è un fenomeno sociale complesso, che un
Organo ufficiale d’informazione della Federazione dei Verdi
Registrazione Tribunale di Roma n. 34 del 7/2/2005
Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma
Direttore responsabile: Pino Di Maula
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Vicedirettore: Vincenzo Mulè
Caporedattore: Valerio Ceva Grimaldi
decreto legge, per quanto ispirato da ragioni di urgenza, difficilmente può cogliere nelle sue sfumature più varie. Dovrebbe rammentarsi, del resto, come riportato in uno studio Istat del 2007,
che nella quasi totalità dei casi
le violenze non vengono denunciate dalle vittime e che, spesso,
questi fatti si verificano all’interno delle mura domestiche. Non
è quindi colpevolizzando gli stranieri che il problema può essere
risolto. Né può accogliersi la de-
cisione di allungare fino a sei mesi i tempi di permanenza degli
stranieri presso i centri di identificazione: oltretutto, si rischierebbe di trasformare la permanenza prolungata in una misura punitiva nei confronti di persone non necessariamente pericolose per l’incolumità pubblica.
C’è poi il tema dei controlli: ai
cittadini occorre dare una risposta chiara attraverso una maggiore presenza delle forze di polizia
sul territorio, mentre sono molto
perplessa, anzi preoccupata, della scelta governativa di legittimare il ricorso da parte dei sindaci
alle “ronde” formate da cittadini
volontari, anche se non armati.
Positiva è certamente l’estensione del gratuito patrocinio a tutte le vittime dei reati di violenza sessuale, perché rappresenta
un modo concreto da parte dello Stato di offrire una adeguata
assistenza legale anche alle vittime meno abbienti. Non basta però questa previsione a cambiare
la valutazione sul decreto.
Credo, infatti, sia profondamente sbagliato cercare soluzioni
sull’onda emozionale di fatti pur
gravissimi, mentre il governo
sembra aver imboccato - ancora
una volta - la strada più facile (e
sbagliata), cavalcando il senso di
insicurezza dei cittadini. 
*Responsabile Giustizia Verdi
Editore: undicidue srl, via del Porto Fluviale, 9/a - Roma
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Multa salata
dall’Europa
L’Italia deve rimborsare
7,7 milioni di euro all’Ue
per pesca illegale. L’azione
della Commissione mira
alla restituzione immediata dei fondi relativi ai
contributi elargiti per la
dismissione e riconversione delle spadare. «Se
l’Italia non si conformerà
a quanto richiesto dalla
Corte, - dichiarano gli
ambientalisti - il nostro
Paese rischierà una multa
per mancato adempimento degli obblighi imposti».
Partiti
© Scrobogna/LaPresse
comunista, che ha deciso all’unanimità
di andare alle elezioni col proprio simbolo, aprendo la propria lista anche ad altre
candidature. Ma Rifondazione comunista
non è l’unica sinistra.
Il coordinatore di Sinistra
democratica lancia la
sfida per le europee: «Con
Vendola, Verdi e Socialisti
supereremo lo sbarramento»
I Radicali
a congresso
Da venerdì 27 febbraio a
domenica primo marzo
si terrà a Chianciano il
VII congresso italiano del
Partito radicale. Senza
competenze deliberative,
il congresso offre un’occasione di dibattito, ricerca
e confronto che prescinde
dalle importanti scadenze
elettorali europee e amministrative. Il pericolo, per
i Radicali, è che vengano
soffocate le vere urgenze
dell’Italia nell’ambito della
crisi globale.
Decreto
© Merlini/LaPresse
CLAUDIO FAVA
Diritto
di ronda
Il Consiglio dei ministri ha
approvato, tra le misure
del decreto legge in materia di sicurezza e contrasto alla violenza sessuale,
la norma che consente
ai sindaci di avvalersi di
associazioni di cittadini
non armati, in coordinamento con i prefetti. Le
ronde diventano, dunque,
legali. «Io mi fido dei sindaci perché so che a loro
sta a cuore la tutela del
territorio», ha dichiarato il
ministro Maroni.
Stampato su carta ecologica
La testata fruisce dei contributi di cui alla legge 7/10/ 1990 n. 250
Chiuso in tipografia alle ore 20.30
Esteri
Scudo spaziale
a rilento
Gli Usa stanno rivedendo
il progetto di installazione
dello scudo missilistico
americano in Polonia e nella Repubblica Ceca. E chiedono ai polacchi di «avere
pazienza». Lo ha riferito
il ministro della Difesa
polacco Bogdan Klich al
termine di un incontro con
Robert Gates, segretario
della Difesa Usa. «Ho detto
a Gates che gli accordi
firmati lo scorso anno dovranno essere rispettati»,
ha precisato il ministro. Gli
Stati Uniti hanno firmato
un’intesa con Varsavia e
Praga che prevede, tra le
altre cose, l’impianto di
dieci intercettori in Polonia
per contrastare eventuali
minacce nucleari.
© TODRAS-WHITEHILL/LaPresse
Israele
Governo
senza Kadima
Il presidente israeliano
Shimon Peres ha affidato
al leader del Likud Benyamin Netanyahu l’incarico
di formare un nuovo esecutivo. Lo ha annunciato
l’ufficio presidenziale dopo
che Tzipi Livni, leader di
Kadima, aveva dichiarato
di non voler entrare in un
governo da lui guidato.
«Non sarò una pedina di
un governo che è contro
i nostri ideali, senza una
visione e privo di valori:
abbiamo bisogno di un
esecutivo fondato sulla
soluzione di due Stati»,
ha dichiarato la Livni. Il
leader del Likud ha ora a
disposizione sei settimane
di tempo per formare il
nuovo governo.
Pakistan
Attentato
contro sciiti
Circa trenta morti e più di
cinquanta feriti. È il bilancio di un attentato suicida
avvenuto ieri mattina a
Dera Ismail Khan, nel nord
ovest del Pakistan. La zona
è un baluardo delle forze
talebane vicine ad al Qaeda. Una bomba è esplosa
al passaggio di un corteo
funebre nel quale centinaia
di persone accompagnavano il feretro di Sher
Zaman, un leader sciita
locale ucciso recentemente. Poco dopo l’esplosione
della bomba, avvenuta nel
centro della città, i partecipanti alle esequie si sono
scagliati contro la polizia,
accusandola di non aver
saputo pianificare controlli
per evitare la strage.
La sfida cinese
di Hillary
diplomazia
Al via il difficile
dialogo tra Pechino
e Washington: i due
colossi sono in cerca
di un nuovo equilibrio
strategico
Paolo Tosatti
D
opo Tokyo, Giacarta e
Seul, Hillary Clinton raggiunge la tappa più difficile del suo tour asiatico: Pechino.
Di fronte alla crisi internazionale dei mercati, il dialogo tra Stati Uniti e Cina rappresenta infatti
un punto di equilibrio essenziale: i due colossi ne sono consapevoli e vedono nell’altro un interlocutore necessario, ma al tempo
stesso scomodo. «Qualcuno crede che la Cina sia per definizione
un avversario», ha dichiarato la
Clinton alcuni giorni fa davanti all’Asian society di New York.
«Al contrario, noi crediamo che
Washington e Pechino possano
trarre beneficio l’una dall’altra. È
nel nostro interesse lavorare duramente per costruire un’intesa
comune». «Speriamo di approfondire le relazioni sino-americane, discutere di crisi finanziaria e di altri argomenti di interesse comune» ha replicato la portavoce del ministero degli Esteri
Jiang Yu. Ma la Cina non ha ancora dimenticato la Conferenza
mondiale delle donne del 1995,
quando, a Pechino, l’allora first
lady Clinton si scagliò contro gli
arresti arbitrari e la limitazione
della libertà di espressione praticati dal Paese ospitante. Dietro il
linguaggio ammiccante della diplomazia e le rituali promesse di
intesa si nasconde il pericolo di
un’insanabile frattura su alcuni
temi: ambiente, economia e politica estera. Washington e Pechino sono oggi i principali responsabili delle emissioni di anidride carbonica e il capo della diplomazia Usa sa bene che la collaborazione in tema ambientale potrebbe consentire il trasferimento alla Cina della tecnologia Usa per il risparmio energetico, avviando anche una possibi-
le intesa sul nucleare. Non è detto però che la Cina sia pronta ad
accettare le condizioni americane. Anche sul versante economico il confronto non sarà indolore: i due Paesi, che da soli producono la metà del Pil del mondo, hanno sistemi produttivi e finanziari fortemente interconnessi, ma non del tutto cooperativi. Qualche giorno fa il neoeletto segretario al Tesoro Tim Geithner ha accusato il partner commerciale di manipolare deliberatamente lo yuan e Pechino ha risposto puntando il dito contro il
protezionismo di Washington.
C’è infine il problema della politica estera: oltre alle note questioni di Tibet e Iran, esiste anche quello dei rapporti con Taiwan, con l’esecutivo cinese pronto a chiedere garanzie alla Casa
Bianca affinché non riprenda la
vendita di armi a Taipei. Le relazioni tra Pechino e l’ex Formosa
sono andate migliorando nell’ultimo periodo, ma il dragone considera la vendita di armi all’isola
un incoraggiamento alle mai del
tutto sopite tendenze indipendentiste. 
Capo Verde non decolla
Nucleare
Allarme Aiea
sull’Iran
Gli ispettori dell’Agenzia
internazionale per l’energia
nucleare (Aiea) non hanno
dubbi: l’Iran ha già iniziato
ad arricchire una quantità
di uranio sufficiente per
alimentare una testata
nucleare. I rapporti degli
esperti rivelano che il Paese ha accumulato nello
stabilimento di Natanz più
di una tonnellata di uranio
poco arricchito. Da questo
potrebbero essere ricavati
più di 20 chili di materiale
altamente arricchito, abbastanza per una bomba
atomica. La stessa fonte
denuncia che da diversi
mesi Teheran ha interrotto
ogni forma di cooperazione, non mostrandosi
favorevole al dialogo.
Canada
Aria pulita
al confine Usa
Il recente viaggio di Barack Obama in Canada ha
portato novità anche nel
campo della cooperazione
ambientale, in particolare
sulla possibilità di definire
una strategia comune sul
fronte dei cambiamenti
climatici. Fonti della Casa
Bianca rivelano che il
presidente americano e il
primo ministro canadese
Harper annunceranno
un accordo per lavorare
insieme sull’utilizzo e lo
sviluppo di tecnologie pulite nel settore energetico.
L’intesa sarebbe incentrata
sulla limitazione di emissioni nell’atmosfera e sulla
modernizzazione della rete
elettrica al confine tra i
due Paesi.
SVILUPPO
La fragilità
economica stuzzica
il turismo di massa,
che porta a una
cementificazione
selvaggia dell’isola
Bruno Picozzi
P
ochi giorni fa Capo Verde ha festeggiato un anno dalla sua cancellazione
dalla Ldc, la Lista dei Paesi meno sviluppati stilata dall’Onu. Le
dieci isole dell’arcipelago, un paradiso di spiagge bianchissime e
valli rigogliose al largo della costa occidentale africana, hanno
ottenuto questo obiettivo grazie
al giudizio positivo ottenuto su
due dei tre fattori che definiscono lo sviluppo nell’ambito delle Nazioni unite: possibilità di
guadagno pro capite superiori
in media a 900 dollari all’anno e
indicatori umani quali alfabetizzazione, alimentazione e sanità.
Grazie al miglioramento di questi fattori l’aspettativa di vita dei
capoverdiani è di 69 anni, la più
alta dell’Africa. Purtroppo non
è altrettanto incoraggiante il terzo fattore di sviluppo, la stabilità
economica misurata tramite indicatori quali la produzione agricola e l’esportazione di beni. La
ragione principale di questo limite è la desertificazione del territorio causata dalle attività portate avanti dai colonizzatori portoghesi nei secoli passati: la conquista di queste terre si accompagnò a deforestazione e agricoltura intensive, che si tradussero in
una cronica siccità a partire dalla metà del Settecento. Già nel
XIX secolo le carestie dovute alla
siccità uccisero quasi completamente la popolazione dell’epoca,
3
© Dharapak/LaPresse
Stati Uniti
sabato 21 febbraio 2009
nell’immobilità totale della madrepatria portoghese per la quale queste isole erano solo la base
del commercio di schiavi e nulla
più. Col tempo la tratta degli esseri umani diminuì, anche se la
siccità causata dalla deforestazione continuò e cominciò a trasformare il territorio che fu colpito da una progressiva desertificazione. Le varie massicce ondate di emigrazione nel nord degli Stati Uniti e in Europa testimoniano l’impossibilità da parte
della popolazione di provvedere ai propri bisogni. Per dirla con
parole semplici, l’insostenibilità
dell’economia coloniale ha causato danni apparentemente irreversibili che pesano ancora oggi
come un macigno sullo sviluppo di questa giovane Repubblica. La mancanza di stabilità economica rischia di affossare tutti i progressi fatti negli altri campi, costringendo la popolazione
a una nuova emigrazione e a uno
sfruttamento incontrollato delle
risorse. Oggi solo il 10 per cen-
to del territorio vulcanico è coltivabile, mentre un quarto della popolazione non ha accesso
all’acqua potabile. Come conseguenza i capoverdiani hanno subito una diaspora di proporzioni
bibliche che ha portato all’estero quasi i due terzi degli abitanti dell’isola. Oggi l’economia del
Paese dipende per un quarto dalle rimesse dall’estero e in buona
parte dai programmi di sviluppo
delle Nazioni unite. Questa fragilità strutturale stuzzica gli appetiti multimilionari legati al turismo
di massa, che porta ricchezza ma
anche cementificazione selvaggia e distruzione delle risorse naturali. Capo Verde è a una svolta:
potrà scegliere un modello di sviluppo sostenibile ricostruendo le
capacità produttive del territorio
oppure lasciarsi andare al moderno colonialismo industriale e turistico, i cui danni irreversibili saranno visibili tra qualche decennio, quando l’attuale classe politica non potrà più rispondere
delle sue scelte. 
Unione europea
Croazia
a rischio
Il commissario europeo
per l’Allargamento Olli
Rehn ha dichiarato, nel
corso di una conferenza
stampa, che l’adesione
della Croazia è a rischio.
Secondo il funzionario,
il Paese, che dovrebbe
completare i negoziati
nel 2009 per entrare
nell’Unione europea un
anno dopo, deve trovare al
più presto una soluzione
alla controversia sulla
questione dei confini con la
Slovenia. La contesa non è
mai stata risolta dal 1991,
da quando i due Paesi hanno ottenuto l’indipendenza.
Attualmente Lubiana ha
posto il veto al progresso
di adesione di Zagabria
alla Ue.
4
5
Primo piano
sabato 21 febbraio 2009
Con la discarica
frane e malattie
«L’invaso contiene
amianto, il sottosuolo
è compromesso e nelle
immediate vicinanze
ci sono decine di
sversatoi abusivi»
Valerio Ceva Grimaldi
L’
individuazione di una discarica da parte del governo nella zona di Chiaiano,
quartiere periferico di Napoli al
confine con i comuni di Mugnano
e Marano, ha, dal primo momento,
trovato la ferma opposizione non
solo dei cittadini e delle istituzioni locali, ma anche di uno stuolo
di accademici e tecnici di alto profilo che hanno più volte segnalato
pericoli di frana, rischi di inquinamento delle falde e, nel complesso, la totale inidoneità dell’invaso.
La discarica, infatti, si trova nel bel
mezzo di un territorio altamente
urbanizzato, a poche centinaia di
metri dalla zona ospedaliera e possiede una rete di viabilità estremamente inadeguata al transito quo-
tidiano di alcune decine di camion
che andranno a scaricare immondizia. In un documento inviato al
Commissariato per l’emergenza e
reso noto anche in Parlamento attraverso un’interrogazione, il geologo Giovanbattista De’ Medici
denunciava che «la zona prescelta
era stata classificata da precedenti studi e caratterizzazioni dell’amministrazione comunale di Napoli
come area in frana e in grave dissesto idrogeologico. Una precedente
stratigrafia aveva già evidenziato
l’esistenza di inquinamenti nel terreno che avrebbero dovuto essere specificatamente indagati e caratterizzati. Ovemai ciò fosse stato
fatto, si sarebbe messo in evidenza ciò che invece è stato successivamente scoperto, e cioè l’esistenza ad appena 40 metri di distanza dalla cava di una estesissima discarica abusiva con materiali di amianto altamente nocivi e inquinanti. Il rinvenimento di discariche abusive e occultate nella zona di interesse del Commissariato
richiederebbe, secondo le normative vigenti, un vero e proprio Piano di bonifica». Ma non finisce
qui. Il professor Franco Ortolani,
ordinario di Geologia all’università Federico II di Napoli, lo scor-
so 9 febbraio ha effettuato, con altri tecnici e rappresentanti istituzionali, un sopralluogo nella cava, a seguito del quale è stata ancora denunciata «la persistenza
del rischio idrogeologico per allagamento e per frane. La cosiddetta messa in sicurezza delle pareti di cava, per evitare frane di sedimenti sciolti, si è rivelata inadeguata come evidenziato dai dissesti verificatisi il 20 gennaio e nella prima metà di dicembre 2008. I
rifiuti con amianto hanno giaciuto per anni sul terreno di riempimento della cava adiacente a quella del Poligono (circa 20 metri di
distanza) e gli inquinanti si saranno trasferiti nel sottosuolo. L’argilla che deve garantire l’isolamento
della vasca, da colmare con i rifiuti, non è stata messa in opera come
prescritto. Ciò è premessa per l’inquinamento della falda. La discarica è, quindi, in uno stato di dissesto e deve essere assolutamente rifatta in gran parte: la sua attivazione nelle condizioni attuali può solo provocare un disastro ambientale». I cittadini di Chiaiano, ora
più che mai, continuano a chiedere chiarezza e misure a tutela del
diritto costituzionalmente garantito alla salute. 
«L’Ue deve intervenire»
POLITICA
SALUTE
Una ricerca
dell’ospedale Monaldi
di Napoli conferma
il sospetto che in
Campania si muore
per colpa dei rifiuti
U
L’urlo di Chiaiano
non si spegne
Blitz notturno per sversare
duecento tonnellate di rifiuti
nella super-cava, e migliaia
di cittadini scendono in piazza
Due europarlamentari
visitano il sito e si
rivolgono a Bruxelles.
Per la Frassoni:
«Irregolarità
documentate»
Simone Di Meo
L
Alessandro De Pascale
S
ei eurodeputati, tra cui la
presidente del gruppo dei
Verdi al Parlamento europeo Monica Frassoni, hanno inviato una lettera al commissario
all’Ambiente Stavros Dimas, invitando la Commissione europea a
intervenire pubblicamente e con
urgenza sul ritrovamento di 10mila tonnellate di amianto e altri rifiuti tossici nelle vicinanze della discarica di Chiaiano. Al commissario hanno anche sottolineato l’aggravante del decreto governativo, che di fatto con l’istituzione del segreto di Stato impedisce
agli amministratori e alle Ong locali di ottenere informazioni e accedere ai siti di smaltimento dei rifiuti. «Una preoccupazione - sottolinea Monica Frassoni - alla quale si aggiungono le deroghe decretate dal governo in materia di trasporto di rifiuti pericolosi e di individuazione per i medesimi delle aree di stoccaggio». Per provare
a rassicurare i cittadini sul rispetto,
da parte delle autorità italiane, delle normative europee in materia, il
6 febbraio scorso gli eurodeputati Monica Frassoni e Vincenzo Aita hanno visitato la cava in cui il
governo ha realizzato la discarica.
Un’occasione per permettere l’ingresso nel cantiere anche a due geologi, Franco Ortolani e Giovanbattista De Medici dell’università
Federico II di Napoli, impegnati
Nella foto
in alto una
manifestazione
di protesta
degli abitanti
di Chiaiano
e dei comuni
limitrofi contro
la discarica
Monica Frassoni, capogruppo dei Verdi al Parlamento europeo
da numerosi anni nel monitoraggio del lavoro del Commissariato
per l’emergenza rifiuti. Il 16 febbraio è stata aperta la prima vasca
dell’impianto con una capienza di
200 tonnellate al giorno di rifiuti
raccolti esclusivamente nella zona.
I primi camion, tra le proteste dei
residenti, hanno iniziato a scaricare la notte stessa. «Con quest’ultima dimostrazione di forza - denuncia la Frassoni - il governo
Berlusconi ci pone di fronte al fatto compiuto di una discarica, localizzata, approntata e aperta nella più totale illegalità, in spregio
delle normative nazionali ed europee in materia di tutela ambientale, trasparenza e salute dei cittadini». Il piano del governo intanto
prosegue spedito. Alla Fibe, socie-
tà sotto inchiesta per la realizzazione dei cinque impianti campani di
Cdr (Combustibile da rifiuto), sono state requisite sulla stessa collina della discarica altre due cave
che probabilmente ospiteranno le
ceneri provenienti dal termovalorizzatore di Acerra, che entrerà in
funzione ai primi di marzo. «La
Commissione europea - conclude la capogruppo dei Verdi a Strasburgo - nonostante sia stata costantemente informata dell’evolversi della situazione non ha mai
voluto agire in modo rapido e visibile alle evidenti e documentate
irregolarità. Se vi saranno i temuti danni alla salute e all’ambiente,
oltre al governo andrà considerata responsabile per la sua inazione
anche Bruxelles». 
a resistenza passiva del popolo anti discarica sta tutta nelle parole del sindaco
di Marano, un comune della provincia di Napoli confinante con il
quartiere di Chiaiano, dove è stato
aperto lo sversatoio su decisione
prima del commissario Gianni De
Gennaro e poi del sottosegretario
Guido Bertolaso: «Provo amarezza e un senso forte di sfiducia nelle istituzioni. Siamo davanti a una
forzatura inutile. Sono stati anche sordi al mio appello di aspettare il 25 febbraio, quando è attesa
la pronuncia del Tar del Lazio sul
nostro ricorso. È un’accelerazione che non porta da nessuna parte
ma crea solo tensioni. Medito sulle dimissioni». La lunga “nottata”
eduardiana inizia proprio con il favore delle oscurità, il 17 febbraio
scorso, quando i primi dieci autocompattatori entrano nell’area e
scaricano 200 tonnellate di rifiuti
nel sito allestito dalla Protezione
civile in circa sei mesi. La discarica ha una capienza di circa 700mila metri cubi (divisi in due vasche
principali). All’alba, i primi manifestanti iniziano a radunarsi nel
piazzale Rosa dei venti, noto come
“piazzale Titanic”, avamposto della protesta nei mesi bollenti della
scorsa primavera - risale al 20 aprile 2008 la prima manifestazione di
migliaia di cittadini - e parte il corteo. È ancora Perrotta a parlare: «I
problemi sono stati messi sotto il
tappeto, oggi assistiamo a uno stupro del territorio». Ma sono i cittadini, gli abitanti di quelle alture dove si trova un bellissimo parco
naturale e fioccano le produzioni
agricole tipiche della zona come
le ciliegie - a ribellarsi: «Quello
© Fenderico/LaPresse
I TECNICI
Un’epidemia ignorata
che uccide nel silenzio
che succede a Marano e Chiaiano
riguarda tutta la città e la regione.
È il futuro della democrazia e del
diritto alla salute a essere messo in
gioco dal trionfo di questo modello di potere autoritario con la gente e supino ai grandi committenti
economici.
Napoli e la Campania sperimentano ancora una volta un modello di governance quasi coloniale.
Cosa significano - si domandano
i rappresentanti dei comitati civici, che continuano la mobilitazione - 200 tonnellate al giorno nella cava di Chiaiano? E per soli 20
giorni? Niente per la gestione dei
rifiuti… Ma i parametri di ragionamento delle istituzioni non sono questi, serve solo dare un segnale simbolico contro una esperienza di resistenza che per quasi un anno ha costruito un ambito
di democrazia dal basso, spiegando che le alternative esistono e sono boicottate, per garantire i profitti nella gestione delle discariche
e, poi, nell’assalto ai fondi pubbli-
ci che spingono a calpestare il diritto alla salute, come dimostra la
gestione dei ritrovamenti di centinaia di tonnellate di amianto nella
cava di Chiaiano e la finta bonifica
fatta». «Oppure - proseguono - è
soltanto la preparazione per l’altro scandalo che si profila, e cioè
affidare l’appalto per un inceneritore a Napoli alla stessa azienda
che dovrebbe fare la differenziata (l’Asìa di Napoli, ndr) e quindi non la farà mai? In queste settimane si vuole vincere la “guerra psicologica” per poi realizzare il
piano vero: la realizzazione di una
megadiscarica e, se servirà, di altri
invasi nelle cave a fianco, che sono state acquistate dal sottosegretariato all’Emergenza, regalando a
Fibe (ex proprietaria) i cosiddetti
fondi per le compensazioni come
parziale buonuscita dall’affare rifiuti. Uno scandalo nello scandalo
che riguarda l’azienda plurinquisita per il disastro ambientale perpetrato in Campania». Al Tar del
Lazio la prossima decisione. 
Le bonifiche
della vergogna
Quartiere Colli Aminei,
boom della differenziata
Le altre discariche
della Campania
In Campania sono quasi 4.000 i siti contaminati
in attesa di bonifica. Un business che vale due miliardi di euro. Il comparto, inoltre, è in forte odore
di criminalità organizzata, che tenta di bonificare i
siti legali. Lo scorso 18 luglio il governo ha stanziato
526 milioni di euro per gli impianti di trattamento
dei rifiuti di 37 comuni. Al momento l’unica bonifica
fatta è stata un flop: 970 milioni di euro stanziati
nell’area dell’ex Italsider per abbattere, secondo le
analisi dell’Arpac, sulle sabbie dell’arenile solo il 10
per cento della quantità degli inquinanti. Nuovi fondi
sono in arrivo. Lo scorso 19 febbraio il governo ha
stanziato quasi tre milioni di euro per la bonifica,
sempre a Bagnoli, delle acque di falda. Il tutto per
costruire un centro commerciale Auchan.
Ai Colli Aminei, quartiere di 26mila abitanti di Napoli, non lontano dal luogo dove è stata individuata
la discarica nell’ex cava del Poligono, in 40 giorni di
raccolta differenziata porta a porta si è raggiunto il
74 per cento. Un risultato significativo per l’iniziativa partita il 15 luglio scorso, che colloca il quartiere
napoletano tra i comuni più ricicloni della Campania.
E sebbene manchi un dato di partenza (cioè scorporato quartiere per quartiere dal 14 per cento che
è il dato complessivo di differenziata fatta in tutta
Napoli), il risultato è senza dubbio positivo. Anche
se, accanto al buon esito del porta a porta e all’entusiasmo nella risposta dei residenti, permangono
alcune criticità di gestione. Ma la strada intrapresa
sembra essere quella giusta.
Secondo il piano pubblicato in Gazzetta ufficiale, e
predisposto dall’ex commissario Gianni De Gennaro, la lista delle dieci discariche previste in Campania è la seguente: Savignano Irpino nell’avellinese,
Sant’Arcangelo Trimonte nel beneventano e Terzigno nell’area vesuviana del napoletano, alle quali si
aggiungono un’altra cava a Terzigno, Andretta in
provincia di Avellino, Ferrandelle a Santa Maria la
Fossa, Cava Mastroianni in località Torrone in provincia di Caserta, Serre in provincia di Salerno e,
appunto, Chiaiano a Napoli. Su alcune di esse, come
Terzigno, le procedure sono rallentate a causa di
lungaggini burocratiche. Si tratta, comunque, di una
lista “formale”: nei fatti, in alcuni di questi luoghi non
c’è ancora chiarezza sull’effettiva individuazione.
n minerale che uccide
in silenzio e lascia poco scampo. Nel napoletano non si muore di amianto per cause professionali, come nel resto d’Italia, ma a causa
dell’abbandono incontrollato di
rifiuti tossico-nocivi. Ne sono
convinti i ricercatori dell’azienda ospedaliera Monaldi di Napoli, che hanno esaminato attentamente le cartelle cliniche
di 335 pazienti. Una raccolta di
dati epidemiologici dagli esiti
sconcertanti che porta i ricercatori ad avere «il fondato sospetto di un rapporto causale tra discariche tossiche e il mesotelioma pleurico». Il mesotelioma è
un gravissimo tumore maligno
con una sopravvivenza, a cinque anni dalla diagnosi, del due
per cento. «Dai dati raccolti spiega il dottor Gerardo Ciannella, del servizio di medicina
preventiva del Monaldi - emerge una diminuzione degli esposti professionali pari al 60 per
cento a fronte di un aumento di
quelli ambientali del 98 per cento». Gli effetti diretti sull’uomo
di queste sostanze si vedono dopo almeno venti anni dall’inizio
dell’esposizione e i ricercatori
ritengono che purtroppo «siamo solo all’inizio».
Dal 1997 al 2001 all’interno
dell’ospedale sono stati rilevati
142 casi di mesioteliomi pleurici. Di questi solo 39 riconoscevano un’esposizione professionale, mentre per ben 103 i medici ipotizzano «un’esposizione ambientale da inquinamento
selvaggio di rifiuti tossici». Ancora più impietosi i numeri degli ultimi quattro anni (dal 2002
al 2006): 213 casi di cui solo 15
imputabili a cause di lavoro. Volendo esaminare la provenienza dei malati, il collegamento
con l’inquinamento ambientale è presto fatto. «Per quanto riguarda la città di Napoli - scrivono i ricercatori - l’aumento significativo si è evidenziato nelle
zone di Pianura-Soccavo, Fuorigrotta-Bagnoli e Barra-Ponticelli». Tutte aree in cui l’inquinamento ambientale è più marcato che altrove: a Pianura con
le discariche abusive, a Bagnoli per la presenza dell’ex Italsider, uno dei cinque siti campani da bonificare di interesse nazionale. 
a.d.p.
È l’ora dell’etica
per la nostra Terra
IL LIBRO
Come risanare
il pianeta di Anne
Gouyon e Maximilien
Rouer. L’ecologia
per tutti raccontata
“chiavi in mano”
U
n altro modo per affrontare la questione ambientale. Come risanare il pianeta è un saggio, appena uscito
nelle librerie. Non di ambientalismo apocalittico ma un vero e
proprio “ricettario”. La sua originalità sta proprio nell’impostazione pratica e ottimista. Non si
propone di arginare il degrado
ambientale ma di innescare un
processo etico che ne inverta le
condizioni e la linea di tendenza. Per intenderci: invece di salvare i Sioux chiudendoli in una
riserva, gli autori propongono
di renderli parte attiva del meccanismo economico.
Come risanare il pianeta (La
Lepre edizioni) è un’opera alla portata di tutti, che affronta i
problemi più gravi del XXI secolo e propone altrettante soluzioni: ristabilire un equilibrio
nel clima, rinnovare le fonti di
energia e renderle più sicure, ricreare le materie prime e bonificare l’acqua e i terreni, conquistare un rapporto vivibile con la
salute. La novità di questo saggio è nell’impostazione pratica, si potrebbe dire addirittura “chiavi in mano”, con la quale gli autori affrontano le sfide
poste dal clima e dall’ambiente.
Proteggere l’ambiente non è più
sufficiente, bisogna riparare ciò
che è stato distrutto. E noi possiamo. Con uno sguardo, naturalmente, rivolto alle generazioni future, che possono essere tutelate e sostenute solo incentivando una vera rivoluzione ecologica in grado di incidere davvero sui nostri comportamenti quotidiani. Innescare un
circolo virtuoso aiuterebbe non
solo a non depauperare le risorse naturali, non infinite, ma anche a indirizzare una informazione più attenta, non ondivaga
e scientificamente provata.
Il libro, a cura di Anne Gouyon, agronoma e rappresentante di alcune Ong nel mondo, e
di Maximilien Rouer, biologo
e presidente di Becitizen, ospita la prefazione di Massimo Serafini. 
v.c.g.
6
Medicina
sabato 21 febbraio 2009
salute
Le avvertenze
del Meropur sono
incomplete. Dal 2006
le associazioni
di pazienti infertili ne
chiedono la modifica
Quel bugiardino
di nome e di fatto
Federico Tulli
è
uno dei farmaci più utilizzati nelle terapie per l’infertilità, ma è anche il più
“chiaccherato”. Il Meropur, prodotto dalla casa farmaceutica
Ferring, è da quasi tre anni al centro di una sorta di intrigo internazionale per via delle informazioni
riportate nel foglietto illustrativo
del medicinale venduto in Italia.
Foglietto che, secondo quanto
denunciano sin dal giugno 2006
le associazioni italiane dei pazienti infertili, manca dell’avvertenza per chi lo assume del rischio (“remoto”) di contrarre patologie virali. Informazione, questa, riportata sul bugiardino dello
stesso prodotto venduto in Francia (con il nome di Menopur).
E ci troviamo di fronte a un caso di avvertenza incompleta anche mettendo il Meropur italiano a confronto con quello britannico. Come notizie verdi ha avuto
modo di scoprire, il bugiardino
d’Oltremanica avverte i pazienti
che «in caso di assunzione prolungata il farmaco può rendere il
trattamento (contro l’infertilità,
ndr) inefficace». In pratica, anche se “in casi rarissimi”, l’assunzione del medicinale, prescritto
per produrre ovociti, comporta il
rischio di arrivare a non produrne più. Pericolo che i pazienti italiani non sanno di correre se leggono il bugiardino del Meropur
venduto qui da noi. Normalmente in casi come questi si potrebbe
pensare che il foglietto illustrativo sia in via di aggiornamento.
Oppure che l’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, ne abbia decretato (o lo stia per fare) la sospensione dal commercio. Purtroppo
nessuno dei due casi corrisponde alla realtà attuale. Per capire il
Un trattamento contro l’infertilità
perché occorre ricostruire la storia facendo un lungo salto indietro al giugno del 2006. A quando
cioè le associazioni (Amica cicogna, Cerco un bimbo, Un bambino.it, L’altra cicogna) hanno iniziato a sollecitare gli enti competenti - il ministero della Salute, l’Aifa, l’Istituto superiore di
sanità (Iss) e l’Agenzia europea
per i medicinali (Emea) - per far
completare il bugiardino italiano
con la dicitura riportata sull’avvertenza della confezione francese. Dopo due anni, le istanze
dei pazienti infertili sono arrivate pure in Parlamento italiano
con una interrogazione presentata nel maggio scorso dai senatori
radicali del Pd, Donatella Poret-
La ricetta Usa per gli sprechi
Nell’ambito del piano da 787 miliardi di dollari di stimoli all’economia approvato dal Congresso Usa, 1,1 miliardo è destinato a
ricerche indipendenti che per la prima volta comparino l’efficacia
dei diversi trattamenti per le stesse patologie, con l’obiettivo di
evitare inutili spese per farmaci e apparecchiature costosi e inefficaci. L’industria è preoccupata, perché ciò potrebbe indurre il governo e le assicurazioni a non coprire i trattamenti più dispendiosi,
intromettendosi nei protocolli medici.
La Glaxo sconta il mal d’Africa
Crisi di coscienza della seconda multinazionale farmaceutica mondiale, che un decennio fa denunciò insieme ad altri il governo del
Sud Africa che voleva vendere farmaci anti Aids a basso prezzo.
L’ad di GlaxoSmithKline (Gsk), Andrew Witty, ha annunciato che
la compagnia ridurrà i prezzi dei propri medicinali nei 50 Paesi
più poveri, portandoli al 25 per cento di quelli dei Paesi sviluppati.
Inoltre, Gsk userà il 20 per cento profitti annui provenienti da quei
50 Paesi (circa 43 milioni di dollari) per costruire ospedali.
Pillola amara per la Pfizer
Una giuria Usa ha condannato la casa farmaceutica Pfizer al pagamento di 9 milioni di dollari perché la sua divisione Pharmacia
ha frodato per più di 1,4 milioni di volte il sistema sanitario pubblico Medicaid dello Stato del Wisconsin, che assiste i più poveri, fornendo dati falsi sul prezzo medio di vendita dei propri farmaci al
fine di ottenere maggiori rimborsi. Pfizer, che acquistò Pharmacia
nel 2003 e che ricorrerà in appello, potrebbe essere condannata a
restituire decine di milioni di profitti ottenuti tramite le frodi.
L’Aifa
potrebbe
decidere
di sospendere
il commercio
del farmaco
ti e Marco Perduca. «Poiché assumere il Meropur espone al rischio di patologie virali come la
variante umana del morbo della mucca pazza, e poiché non c’è
obbligo per la Ferring di riportare l’avvertenza nel bugiardino», i
due senatori hanno chiesto al ministro Sacconi se «intendeva sospendere il farmaco» fino a una
«nuova registrazione con idonee avvertenze integrative». In
quelle stesse settimane la presunta pericolosità del medicinale fu
contestata da Ferring che, in un
incontro con le associazioni, dichiarò che non avrebbe aggiornato di propria iniziativa il foglio
illustrativo, ritenendo che non vi
siano rischi concreti. Peraltro i
vertici della casa farmaceutica assicurarono l’adeguamento delle
avvertenze nel caso in cui l’Emea
lo avesse chiesto.
La risposta del ministro è invece arrivata il 2 dicembre scorso
ed è stata negativa. Il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio
ha ricordato che dal 2007 l’Italia ha chiesto due volte all’agenzia del farmaco danese l’inserimento delle avvertenze mancanti nel bugiardino del Meropur, ricevendo però un diniego. Il ruo-
lo delle autorità di Copenaghen
è decisivo perché il medicinale,
approvato in Danimarca, è stato adottato nel nostro Paese con
la procedura del “mutuo riconoscimento” e quindi l’Emea e anche l’Aifa non possono obbligare
Ferring a modificare il bugiardino se prima non viene modificato quello danese. Vincolo che potrebbe comunque essere “aggirato” se l’Agenzia italiana decidesse
di sospendere il commercio del
Meropur in attesa di buone notizie dal Nord Europa. In tal caso
i pazienti italiani in cura per l’infertilità non rischierebbero certo di rimanere senza medicinali
adeguati. Anzi. La stessa casa farmaceutica che produce il Meropur ne ha nel suo listino uno simile, il Menogon. Che tra l’altro
nelle avvertenze riporta la corretta informazione sui rischi di infezioni virali. Inoltre entrambi i farmaci sono etici di classe A, possono cioè essere venduti solo dietro presentazione di ricetta medica, e possono essere dispensati in regime assistenziale dal Servizio sanitario nazionale. Per tutti e due il principio attivo è la menotropina, ma il Meropur contiene meno residui umani (estratti
da urine di donne in menopausa). Quest’ultimo costa 17 euro
per unità, mentre il Menogon ne
costa solo 5.
In ogni caso le associazioni di pazienti infertili non si spiegano come mai l’intera classe di gonadotropine da urinari sia ancora in
commercio, visto che a disposizione dei pazienti che fanno la
Pma ci sono farmaci sintetici che,
essendo ricombinanti, non presentano il rischio di far contrarre
patologie virali. 
Sesso a caro prezzo
concorrenza sleale
Accusate di cartello
dall’antitrust elvetico,
Pfizer, Eli Lilly e Bayer
rischiano una multa
milionaria per Viagra,
Cialis e Levitra
Beniamino Bonardi
L
a segreteria dell’Antitrust
svizzera ha accusato le case farmaceutiche Pfizer,
Eli Lilly e Bayer di aver costituito un cartello illegale sui prezzi dei loro prodotti contro l’impotenza: Viagra, Cialis e Levitra. L’Antitrust elvetica ha verificato che i prezzi di vendita raccomandati dai tre produttori sono molto simili tra loro e vengono applicati da gran parte delle farmacie, coinvolte anch’esse
nell’indagine, iniziata nel 2006,
insieme a grossisti e medici. In
Svizzera, i tre farmaci contro la
disfunzione erettile non sono
rimborsati dalle casse malattia
dell’assicurazione obbligatoria e
quindi non esistono prezzi massimi a cui attenersi. Nonostante
ciò, le tre aziende raccomandano
dei prezzi di vendita al pubblico,
a cui la gran parte delle farmacie
si attiene, trasformandoli in prezzi fissi e sopprimendo ogni concorrenza, a danno dei consumatori. Dopo aver sentito le ragioni degli accusati, l’Antitrust svizzera deciderà se seguire la raccomandazione della sua segreteria
e punire i protagonisti dell’accordo verticale sui prezzi. Intanto, il
mercato dei farmaci legati al sesso è in gran fermento, nonostante l’emergere di nuovi rischi. Negli Usa, lo scorso anno, la Food
and drug administration (Fda)
ha fatto inserire nelle avvertenze
dei tre farmaci contro l’impotenza il rischio di una temporanea
perdita di memoria e incapacità
di memorizzare nuove informazioni. In precedenza erano state
aggiunte informazioni sul rischio
di disturbi visivi e uditivi. Invece,
Eli Lilly parla solo di mal di testa e mal di stomaco, come possibili effetti collaterali della nuova versione del Cialis lanciata
in Gran Bretagna, il “Cialis one
a day”, che deve essere assunto ogni giorno, garantendo l’erezione quando c’è bisogno, senza
doverla programmare. La nuova
pillola gialla sarà distribuita gra-
tuitamente dal servizio sanitario
britannico a chi soffre di diabete, sclerosi multipla, Parkinson,
cancro alla prostata o poliomelite. Gli altri dovranno pagare circa
60 euro per 28 compresse. Intanto, il business farmaceutico del
sesso registra un’altra new entry,
questa volta per combattere l’eiaculazione precoce. Svezia e Finlandia sono i primi due paesi ad
aver autorizzato il nuovo farmaco di Johnson&Johnson contro
questo disturbo, che nei prossimi
mesi potrebbe avere il via libera
anche in Italia. La pillola si chiama Priligy e ha una storia particolare. Infatti, ha come principio
attivo la Dapoxetina, che appartiene alla famiglia degli antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina (Ssri), come
il Prozac, il Paxil, lo Zoloft e altri. Nel 2005, l’Fda negò l’autorizzazione al commercio del Priligy negli Usa, senza rendere note le motivazioni. Alcuni hanno
osservato come il parere negativo dell’Fda fu dato quando imperversava la polemica sui rischi
di suicidio connessi agli antidepressivi Ssri. Le previsioni dicono di vendite annue del Priligy,
dal 2011, pari a 575 milioni di
dollari. 
Sport
sabato 21 febbraio 2009
7
Sci
Occhi puntati
su Max
Basket
La coppa
in un week end
Un week end a tutto
basket per gli appassionati di sport. Domani si
assegna la Tim Cup final
eight, secondo trofeo
della stagione dopo la Tim
Supercoppa italiana vinta
dal Montepaschi Siena. Tra
oggi e domani al Futurshow station di Casalecchio di Reno (Bologna) si
giocheranno le due semifinali e la finale della Coppa
Italia di basket maschile.
Prime squadre ad aver
conquistato l’accesso alle
ultime fasi del torneo sono
La fortezza Bologna e il
Bancatercas Teramo.
Ciclismo
Arriva la prima
classica
Si disputa oggi in provincia di Savona il trofeo
Laigueglia di ciclismo. Una
gara dura, lunga quasi 180
chilometri e ricca di salite,
primo appuntamento
importante della stagione
e che vede la partecipazione dei migliori corridori
italiani. Sul percorso che
nel passato ha visto vincere leggende come Eddie
Merckx, Johan Museeuw
e Lance Armstrong, si
sfideranno il campione del
mondo Alessandro Ballan,
già vincitore dell’edizione
del trofeo nel 2006, e
Davide Rebellin.
© TROVATI/LaPresse
Un week end di grande
sci sulle piste di Sestriere.
Dopo i mondiali in Val
d’Isere, appuntamento
oggi con la coppa del
mondo di slalom gigante.
Ai blocchi di partenza
occhi puntati sull’italiano
Max Blardone quarto in
classifica di specialità e
favorito insieme all’altro
azzurro Manfred Moelgg.
Domenica invece è il turno
della supercombinata. Tra
i favoriti gli svizzeri Silvan
Zurbriggen e Carlo Janka.
A Tarvisio invece appuntamento con la discesa e il
supergigante femminile.
Al Dall’Ara la sfida
senza bandiere
Calcio
Oggi si gioca InterBologna, la prima
da ex per Mihajlovic
e senza i due
calciatori storici
Bulgarelli e Facchetti
L’olandese
volante
Quattordici partite senza
subire gol per un totale di
1.302 minuti a reti inviolate. è il record di Edwin
Van der Sar, portiere del
Manchester united ed ex
della Juventus, che non subisce gol dall’8 novembre
scorso. Oggi la squadra
inglese incontra il Blackburn e se il portiere dei
Red devils supera indenne
questi novanta minuti
manda in cantina il record
di imbattibilità europeo
detenuto dal settembre del
1990 dall’estremo difensore dell’Fc Bruges, Dany
Verlinden.
Alessio Nannini
B
ologna contro Inter si gioca nel ricordo di chi non
c’è più. Per la prima volta
mancheranno i calciatori più rappresentativi dei due club, Giacinto Facchetti e Giacomo Bulgarelli. Entrambi erano in campo in
un pomeriggio di quarantacinque anni fa, quando sul neutro di
Roma le squadre giocarono l’unico spareggio per lo scudetto nella storia del campionato italiano
di calcio. Con una marcatura per
tempo, autorete dello stesso Facchetti e raddoppio di Nielsen allo
scadere, il Bologna si laureò campione per la settima volta. L’ultima, prima di un declino che portò i rossoblù a giocare nei campetti di Serie C. Era l’epoca di Helenio Herrera e Fulvio Bernardini,
del calcio offensivo e, novità nostrana, dell’attacco al portatore di
palla. In quella stagione i felsinei
diedero il meglio dell’esperienza quadriennale con Bernardini,
esprimendo un calcio brillante e
corsa a tutto campo. Anche troppo, a sentir qualcuno. Nel marzo,
come ad avvalorare certi sospetti, cinque calciatori del Bologna
risultarono positivi al controllo
antidoping e squalificati, assieme al medico e all’allenatore, e
il club fu penalizzato di tre punti. Le controanalisi però scagionarono gli atleti, e il Bologna tornò in vetta con l’Inter di Moratti padre, chiudendo il torneo a 54
punti. I rappresentanti delle due
società si incontrarono a Milano per decidere data e stadio dove giocare. Moratti insistette per
spostare la sfida di qualche settimana ma Renato Dall’Ara fu inamovibile. Le cronache non ufficiali raccontarono di un confron-
Portieri
Golf
Sandro Mazzola e Giacomo Bulgarelli nel 1964
to animato; Dall’Ara fu colto da
infarto e morì davanti ad Angelo
Moratti. La Federcalcio propose
un rinvio, ma i rossoblù rifiutarono per onorare la memoria del
presidente che aveva dato alla città quattro scudetti e un trofeo internazionale. Tre giorni dopo, il
7 giugno, Bulgarelli e Facchetti si
sarebbero affrontati all’Olimpico
di Roma. La partita dello scudetto accentrò l’attenzione di tutto
il Paese. Indro Montanelli scrisse in questi termini di Helenio
Herrera: «In questo Paese dove si parla tanto di “organizzazione”, ma in realtà non si crede che
ai miracoli, mancava l’uomo che
potesse farne qualcuno. Più che
chiamato da Moratti, Herrera fu
evocato da questo bisogno nazionale». Ma i miracoli di Herrera si erano esauriti il 27 maggio sul Praterstadion di Vienna,
con i nerazzurri freschi campioni d’Europa per un 3 a 1 inflitto
ai madrileni del Real. E lo spareggio finì come detto.
Oggi gli interpreti di questa partita, che vale tre punti e nulla
più, sono altri e altre le cronache che li raccontano. è la capolista contro la quintultima, il primato contrapposto alla lotta per
non retrocedere, con un personaggio al centro dell’attenzione: Sinisa Mihajlovic, che a novembre lasciò proprio i nerazzurri per sedersi sulla panchina
del Bologna. Ultranazionalista
serbo, estimatore di Milosevic e
del comandante Raznatovic: un
corpo estraneo alla realtà bolognese, ma con le idee ben chiare:
«Quando sarà finito il campionato e ci saremo salvati andremo
tutti insieme a cena e parleremo
di politica». 
La tigre torna
a ruggire
Dopo otto mesi di stop
Tiger Woods torna a calcare i prati e la prossima
settimana parteciperà
al torneo di Tucson in
Arizona. Era dal 16 giugno
2008 quando vinse gli Us
Open che il grande golfista
non scendeva in campo.
Un problema al ginocchio
aveva imposto il blocco a
ogni attività. Nel frattempo Woods è diventato
papà per la seconda volta.
Grande gioia anche per gli
sponsor che in questi mesi
hanno registrato un calo
di partecipazione da parte
degli appassionati.
L’informazione
ecologista
cambia volto.
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