Le cinque giornate di Chiaiano
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Le cinque giornate di Chiaiano
7.000 Organo ufficiale d’informazione della Federazione dei Verdi Anno V - n. 40 sabato 21 febbraio 2009 euro. è la differenza tra i salari medi percepiti dagli immigrati e quelli dei lavoratori italiani Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma Sotto lo scacco di Mosca Matteo Cazzulani* La scandalosa sentenza con la quale sono stati assolti i sospettati dell’assassinio di Anna Politkovskaja dimostra ancora una volta il vero volto della Russia di Putin/Medvedev: un’autocrazia dalle forti tendenze imperialiste che, calpestando ogni diritto della persona, minaccia l’Europa e il mondo democratico. Anna era una coraggiosa giornalista che coi suoi articoli sulla Novaja Gazeta - uno dei pochi mezzi di informazione liberi nella Federazione Russa - testimoniava una verità scomoda al Cremlino, documentando le ripetute violazioni dei diritti umani perpetrate dall’esercito russo in Cecenia e nel Caucaso. Ma in Russia chi osa scoperchiare realtà scomode paga con la vita o, alla meglio, con la detenzione. Così è stato, oltre che per Anna, anche per Stanislav Markelov - avvocato attivista del movimento per i diritti umani, difensore della giovane cecena Elza Kungaeva, stuprata e uccisa da un colonnello russo - e Anastasia Baburova, giornalista della Novaja. A moltissimi altri giornalisti “scomodi” è toccata la medesima sorte. Dinnanzi a tale situazione, il silenzio assordante dell’Occidente è ora inaccettabile. I Paesi Ue non possono più restare inermi per non compromettere accordi vantaggiosi sull’importazione del gas e di carburante, per i quali dipendono in larga parte dal gigante. In Italia sarebbe opportuno porre fine alla cronica incapacità di condannare le malefatte di Mosca, preferendo mantenere un rapporto privilegiato con Putin e Medvedev per non compromettere la solida alleanza Eni-Gazprom. L’aggressione alla Georgia, l’ennesima crisi del gas con l’Ucraina, gli omicidi di Markelov e Baburova e, giusto ieri, l’assoluzione degli accusati dell’omicidio di Anna Politkovskaja - dopo sole tre ore di riunione, nonostante la cospicua presenza di prove - sono l’ennesima dimostrazione della natura autoritaria del Cremlino. Se l’Ue si ritiene davvero garante della democrazia e dei diritti umani è bene che inizi a richiedere il loro rispetto nel mondo ex sovietico senza alcun timore dinnanzi al gigante russo. Noi dell’associazione Annaviva diciamo basta a questa Russia, killer delle libertà fondamentali. Ci appelliamo a tutte le istituzioni comunitarie, ai singoli governi europei, ai partiti, alle associazioni e ai singoli cittadini del mondo democratico affinché insieme si possa condannare l’inaccettabile condotta delle autorità moscovite. Si tratta di un impegno civico e morale che chiama ciascuno di noi a impegnarsi per tale fine. Se è vero che “l’unione fa la forza” - o, come sostenevano gli arancioni in Ucraina, “Razom nas bagato” (insieme siamo tanto) - è una sfida che si può e si deve vincere. Insieme. *Presidente Annaviva PRIMO PIANO Dal 17 febbraio la discarica è entrata in funzione. E i cittadini scendono in piazza Le cinque giornate di Chiaiano L’apertura della discarica nel quartiere napoletano continua a provocare la rivolta della cittadinanza e delle istituzioni locali. Dalla notte del blitz le dimostra- zioni e i cortei non si sono mai fermati e le ragioni del dissenso sono tante. L’impianto si trova in un’area in frana e in grava dissesto idrogeologico, il suo invaso contiene amianto, la tossicità dei rifiuti causa tumori maligni e inquinamento ambientale. Mentre Comune e Regione proseguono nella loro politica autoritaria e coloniale, gli europarlamentari in visita alla super-cava chiedono l’intervento di Bruxelles. Servizi alle pagine 4 e 5 Se Hillary la tigre cavalca il dragone © Wenig/LaPresse Dittature Fonte: Cnel Il segretario di Stato Usa vola a Pechino. Le tematiche ambientali, le economie collegate e la politica estera saranno al centro delle prove di dialogo. In attesa dell’incontro tra Obama e Jintao Tosatti a pagina 3 L’intervista 2 Claudio Fava, coordinatore di Sd, spiega le ragioni della sconfitta del Pd ed esprime la sua idea sulla sinistra del futuro. Uniti verso le europee, ma con coerenza: non c’è solo Rifondazione Medicina Le associazioni di pazienti infertili sollevano il caso Meropur. Avvertenze incomplete sui rischi di patologie virali. Il farmaco rischia la sospensione dal commercio 6 I rifiuti radioattivi diventano un affare globale Scorie da esportazione Diego Carmignani V entimila tonnellate di rifiuti nucleari da smaltire per l’Italia, un miliardo di dollari da incassare per lo Utah. Il giro del mondo del nostro scomodo fardello sembra fermarsi negli States, grazie a una società specializzata che avrebbe convinto il roccioso Stato americano ad accettare le scorie: il pesante deficit economico ha annullato ogni scetticismo. L’operazione, la più grande mai avvenuta negli Usa, ha pe- rò dei chiari rischi, legati al percorso che il delicato carico dovrà affrontare. Via nave fino alla Carolina del Sud, poi in Tennessee per la lavorazione, infine lo stoccaggio. Intanto, in tema di controllo sul trasporto nucleare, il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il decreto che recepisce la direttiva comunitaria Euratom per l’istituzione di un sistema di sorveglianza sui trasferimenti di rifiuti e di combustibile esaurito, allo scopo di garantire la protezione di lavoratori, popolazione e ambiente. 2 Italia sabato 21 febbraio 2009 Pesca L’intervista Non c’è solo Rifondazione Come si supera allora lo sbarramento? Si supera con le forze che stanno mettendo insieme energie e intenzioni per un processo politico più ambizioso: il gruppo di Niki Vendola, che è uscito da Rifondazione, i Verdi, i Socialisti. Rocco Vazzana «U Non si rischia un intasamento a sinistra del Pd? Al contrario, si costruisce la sintesi. C’è semplificazione e un po’ più di verità. n partito che non sceglie mai è un partito destinato a distruggersi rapidamente, ancor prima dei partiti che scelgono male, almeno quelli scelgono», ha le idee chiare Claudio Fava, coordinatore nazionale di Sinistra democratica, sui motivi della sconfitta elettorale del Pd. Fava, è fallito un progetto politico? Sì, ma è fallito prima delle dimissioni di Veltroni. Era già fallito nelle sue premesse. Il Pd è nato come un danno irreparabile già in sé. Ha messo insieme ceti e culture politiche, senza costruire un’idea nuova, con un progetto che non è sintesi ma soltanto somma. A parte i riti liberatori delle primarie ha dimostrato una debolezza complessiva. Cosa accadrà adesso a sinistra? Gli spazi ci sono, ma non è giusto e non è bene ritenere che aumentino sulle sventure degli altri. Ci sono a prescindere. Il Pd non può certo rappresentare conflitti, vertenze, ragioni e passioni che hanno bisogno di avere forme di rappresentanza più chiare, più rigorose, più convinte, più a sinistra. Giordano ha detto che c’è bisogno di unità a sinistra, almeno per le elezioni europee. Lei è dello stesso avviso? Penso che l’unità sia cosa buona e giusta ma che necessita di un po’ di coerenza, va costruita nel solco di un percorso condiviso. Un progetto valido solo per una lista elettorale si chiama cartello, ha il solo obiettivo di superare sbarramenti o di eleggere alcuni parlamentari, e il giorno dopo è già un’esperienza conclusa. Quindi lei dice no alla proposta di una lista che includa anche la sinistra comunista? Non sono io che dico no. La risposta è già arrivata dalla direzione di Rifondazione Ma ci saranno ben due liste che rappresentano la stessa cultura uscita con le ossa rotte dalle ultime politiche. Forse siamo usciti con le ossa rotte proprio perché abbiamo cercato di tenere insieme culture che in realtà rappresentano due diverse prospettive politiche. Il fatto di proporre agli elettori due prospettive rappresentate in modo diverso è un esercizio di correttezza. È questo quello che vuole la nostra comunità. Non ci chiede di superare il 4 per cento ma di fare qualcosa che abbia un senso politico anche dopo le elezioni. Cambiamo discorso, che ne pensa del ddl sul testamento biologico? Penso tutto il peggio possibile, credo che sia giusta la richiesta di andare a un referendum. L’istituto referendario serve anche a correggere le allucinazioni, le frettolosità o le miserie del Parlamento. in fondo Intimidazione in casa o sul lavoro e violenza fisica non si combattono creando un etno-nemico Leggi che stuprano l’intelligenza Stalking a parte, questo ennesimo provvedimento del governo presenta più ombre che luci e non risolve un problema più ampio Paola Balducci* G li eventi di queste ultime settimane hanno riportato in primo piano quello che, da tempo, costituisce un problema fortemente avvertito nel nostro Paese: la violenza sulle donne, un fenomeno sociale sul quale molto si è scritto e discusso per cercare di comprenderne le ragioni più profonde e, quindi, arrivare a contrastarne le cause. Spesso si dimentica che la violenza esercitata sulle donne può essere di vario genere: si passa da quella di natura psicologica attuata, attraverso varie forme di intimidazione, di solito in famiglia o sul lavoro, alle molestie insistenti (il cosiddetto stalking), fino a giungere alla violenza più bruta, sia essa fisica o sessuale. Da alcuni anni si cercava, ad esempio, di introdurre nel nostro ordinamento una norma pe- nale diretta a punire severamente gli atti persecutori realizzati dagli stalker (di solito ex patner). Peraltro, la norma elaborata dal governo non fa altro che riprendere il contenuto della fattispecie di reato già elaborata in seno alla commissione Giustizia della Camera nella legislatura precedente. Stalking a parte, questo ennesimo decreto del governo presenta più ombre che luci. La violenza sulle donne è un fenomeno sociale complesso, che un Organo ufficiale d’informazione della Federazione dei Verdi Registrazione Tribunale di Roma n. 34 del 7/2/2005 Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - Roma Direttore responsabile: Pino Di Maula Direttore editoriale: Giovanni Nani Vicedirettore: Vincenzo Mulè Caporedattore: Valerio Ceva Grimaldi decreto legge, per quanto ispirato da ragioni di urgenza, difficilmente può cogliere nelle sue sfumature più varie. Dovrebbe rammentarsi, del resto, come riportato in uno studio Istat del 2007, che nella quasi totalità dei casi le violenze non vengono denunciate dalle vittime e che, spesso, questi fatti si verificano all’interno delle mura domestiche. Non è quindi colpevolizzando gli stranieri che il problema può essere risolto. Né può accogliersi la de- cisione di allungare fino a sei mesi i tempi di permanenza degli stranieri presso i centri di identificazione: oltretutto, si rischierebbe di trasformare la permanenza prolungata in una misura punitiva nei confronti di persone non necessariamente pericolose per l’incolumità pubblica. C’è poi il tema dei controlli: ai cittadini occorre dare una risposta chiara attraverso una maggiore presenza delle forze di polizia sul territorio, mentre sono molto perplessa, anzi preoccupata, della scelta governativa di legittimare il ricorso da parte dei sindaci alle “ronde” formate da cittadini volontari, anche se non armati. Positiva è certamente l’estensione del gratuito patrocinio a tutte le vittime dei reati di violenza sessuale, perché rappresenta un modo concreto da parte dello Stato di offrire una adeguata assistenza legale anche alle vittime meno abbienti. Non basta però questa previsione a cambiare la valutazione sul decreto. Credo, infatti, sia profondamente sbagliato cercare soluzioni sull’onda emozionale di fatti pur gravissimi, mentre il governo sembra aver imboccato - ancora una volta - la strada più facile (e sbagliata), cavalcando il senso di insicurezza dei cittadini. *Responsabile Giustizia Verdi Editore: undicidue srl, via del Porto Fluviale, 9/a - Roma Stampa: Rotopress, via E. Ortolani, 33 - Roma Redazione: via del Portofluviale, 9/a - 00154 Roma tel. 06.45.47.07.00 - fax 06.42.01.31.31 - [email protected] Multa salata dall’Europa L’Italia deve rimborsare 7,7 milioni di euro all’Ue per pesca illegale. L’azione della Commissione mira alla restituzione immediata dei fondi relativi ai contributi elargiti per la dismissione e riconversione delle spadare. «Se l’Italia non si conformerà a quanto richiesto dalla Corte, - dichiarano gli ambientalisti - il nostro Paese rischierà una multa per mancato adempimento degli obblighi imposti». Partiti © Scrobogna/LaPresse comunista, che ha deciso all’unanimità di andare alle elezioni col proprio simbolo, aprendo la propria lista anche ad altre candidature. Ma Rifondazione comunista non è l’unica sinistra. Il coordinatore di Sinistra democratica lancia la sfida per le europee: «Con Vendola, Verdi e Socialisti supereremo lo sbarramento» I Radicali a congresso Da venerdì 27 febbraio a domenica primo marzo si terrà a Chianciano il VII congresso italiano del Partito radicale. Senza competenze deliberative, il congresso offre un’occasione di dibattito, ricerca e confronto che prescinde dalle importanti scadenze elettorali europee e amministrative. Il pericolo, per i Radicali, è che vengano soffocate le vere urgenze dell’Italia nell’ambito della crisi globale. Decreto © Merlini/LaPresse CLAUDIO FAVA Diritto di ronda Il Consiglio dei ministri ha approvato, tra le misure del decreto legge in materia di sicurezza e contrasto alla violenza sessuale, la norma che consente ai sindaci di avvalersi di associazioni di cittadini non armati, in coordinamento con i prefetti. Le ronde diventano, dunque, legali. «Io mi fido dei sindaci perché so che a loro sta a cuore la tutela del territorio», ha dichiarato il ministro Maroni. Stampato su carta ecologica La testata fruisce dei contributi di cui alla legge 7/10/ 1990 n. 250 Chiuso in tipografia alle ore 20.30 Esteri Scudo spaziale a rilento Gli Usa stanno rivedendo il progetto di installazione dello scudo missilistico americano in Polonia e nella Repubblica Ceca. E chiedono ai polacchi di «avere pazienza». Lo ha riferito il ministro della Difesa polacco Bogdan Klich al termine di un incontro con Robert Gates, segretario della Difesa Usa. «Ho detto a Gates che gli accordi firmati lo scorso anno dovranno essere rispettati», ha precisato il ministro. Gli Stati Uniti hanno firmato un’intesa con Varsavia e Praga che prevede, tra le altre cose, l’impianto di dieci intercettori in Polonia per contrastare eventuali minacce nucleari. © TODRAS-WHITEHILL/LaPresse Israele Governo senza Kadima Il presidente israeliano Shimon Peres ha affidato al leader del Likud Benyamin Netanyahu l’incarico di formare un nuovo esecutivo. Lo ha annunciato l’ufficio presidenziale dopo che Tzipi Livni, leader di Kadima, aveva dichiarato di non voler entrare in un governo da lui guidato. «Non sarò una pedina di un governo che è contro i nostri ideali, senza una visione e privo di valori: abbiamo bisogno di un esecutivo fondato sulla soluzione di due Stati», ha dichiarato la Livni. Il leader del Likud ha ora a disposizione sei settimane di tempo per formare il nuovo governo. Pakistan Attentato contro sciiti Circa trenta morti e più di cinquanta feriti. È il bilancio di un attentato suicida avvenuto ieri mattina a Dera Ismail Khan, nel nord ovest del Pakistan. La zona è un baluardo delle forze talebane vicine ad al Qaeda. Una bomba è esplosa al passaggio di un corteo funebre nel quale centinaia di persone accompagnavano il feretro di Sher Zaman, un leader sciita locale ucciso recentemente. Poco dopo l’esplosione della bomba, avvenuta nel centro della città, i partecipanti alle esequie si sono scagliati contro la polizia, accusandola di non aver saputo pianificare controlli per evitare la strage. La sfida cinese di Hillary diplomazia Al via il difficile dialogo tra Pechino e Washington: i due colossi sono in cerca di un nuovo equilibrio strategico Paolo Tosatti D opo Tokyo, Giacarta e Seul, Hillary Clinton raggiunge la tappa più difficile del suo tour asiatico: Pechino. Di fronte alla crisi internazionale dei mercati, il dialogo tra Stati Uniti e Cina rappresenta infatti un punto di equilibrio essenziale: i due colossi ne sono consapevoli e vedono nell’altro un interlocutore necessario, ma al tempo stesso scomodo. «Qualcuno crede che la Cina sia per definizione un avversario», ha dichiarato la Clinton alcuni giorni fa davanti all’Asian society di New York. «Al contrario, noi crediamo che Washington e Pechino possano trarre beneficio l’una dall’altra. È nel nostro interesse lavorare duramente per costruire un’intesa comune». «Speriamo di approfondire le relazioni sino-americane, discutere di crisi finanziaria e di altri argomenti di interesse comune» ha replicato la portavoce del ministero degli Esteri Jiang Yu. Ma la Cina non ha ancora dimenticato la Conferenza mondiale delle donne del 1995, quando, a Pechino, l’allora first lady Clinton si scagliò contro gli arresti arbitrari e la limitazione della libertà di espressione praticati dal Paese ospitante. Dietro il linguaggio ammiccante della diplomazia e le rituali promesse di intesa si nasconde il pericolo di un’insanabile frattura su alcuni temi: ambiente, economia e politica estera. Washington e Pechino sono oggi i principali responsabili delle emissioni di anidride carbonica e il capo della diplomazia Usa sa bene che la collaborazione in tema ambientale potrebbe consentire il trasferimento alla Cina della tecnologia Usa per il risparmio energetico, avviando anche una possibi- le intesa sul nucleare. Non è detto però che la Cina sia pronta ad accettare le condizioni americane. Anche sul versante economico il confronto non sarà indolore: i due Paesi, che da soli producono la metà del Pil del mondo, hanno sistemi produttivi e finanziari fortemente interconnessi, ma non del tutto cooperativi. Qualche giorno fa il neoeletto segretario al Tesoro Tim Geithner ha accusato il partner commerciale di manipolare deliberatamente lo yuan e Pechino ha risposto puntando il dito contro il protezionismo di Washington. C’è infine il problema della politica estera: oltre alle note questioni di Tibet e Iran, esiste anche quello dei rapporti con Taiwan, con l’esecutivo cinese pronto a chiedere garanzie alla Casa Bianca affinché non riprenda la vendita di armi a Taipei. Le relazioni tra Pechino e l’ex Formosa sono andate migliorando nell’ultimo periodo, ma il dragone considera la vendita di armi all’isola un incoraggiamento alle mai del tutto sopite tendenze indipendentiste. Capo Verde non decolla Nucleare Allarme Aiea sull’Iran Gli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia nucleare (Aiea) non hanno dubbi: l’Iran ha già iniziato ad arricchire una quantità di uranio sufficiente per alimentare una testata nucleare. I rapporti degli esperti rivelano che il Paese ha accumulato nello stabilimento di Natanz più di una tonnellata di uranio poco arricchito. Da questo potrebbero essere ricavati più di 20 chili di materiale altamente arricchito, abbastanza per una bomba atomica. La stessa fonte denuncia che da diversi mesi Teheran ha interrotto ogni forma di cooperazione, non mostrandosi favorevole al dialogo. Canada Aria pulita al confine Usa Il recente viaggio di Barack Obama in Canada ha portato novità anche nel campo della cooperazione ambientale, in particolare sulla possibilità di definire una strategia comune sul fronte dei cambiamenti climatici. Fonti della Casa Bianca rivelano che il presidente americano e il primo ministro canadese Harper annunceranno un accordo per lavorare insieme sull’utilizzo e lo sviluppo di tecnologie pulite nel settore energetico. L’intesa sarebbe incentrata sulla limitazione di emissioni nell’atmosfera e sulla modernizzazione della rete elettrica al confine tra i due Paesi. SVILUPPO La fragilità economica stuzzica il turismo di massa, che porta a una cementificazione selvaggia dell’isola Bruno Picozzi P ochi giorni fa Capo Verde ha festeggiato un anno dalla sua cancellazione dalla Ldc, la Lista dei Paesi meno sviluppati stilata dall’Onu. Le dieci isole dell’arcipelago, un paradiso di spiagge bianchissime e valli rigogliose al largo della costa occidentale africana, hanno ottenuto questo obiettivo grazie al giudizio positivo ottenuto su due dei tre fattori che definiscono lo sviluppo nell’ambito delle Nazioni unite: possibilità di guadagno pro capite superiori in media a 900 dollari all’anno e indicatori umani quali alfabetizzazione, alimentazione e sanità. Grazie al miglioramento di questi fattori l’aspettativa di vita dei capoverdiani è di 69 anni, la più alta dell’Africa. Purtroppo non è altrettanto incoraggiante il terzo fattore di sviluppo, la stabilità economica misurata tramite indicatori quali la produzione agricola e l’esportazione di beni. La ragione principale di questo limite è la desertificazione del territorio causata dalle attività portate avanti dai colonizzatori portoghesi nei secoli passati: la conquista di queste terre si accompagnò a deforestazione e agricoltura intensive, che si tradussero in una cronica siccità a partire dalla metà del Settecento. Già nel XIX secolo le carestie dovute alla siccità uccisero quasi completamente la popolazione dell’epoca, 3 © Dharapak/LaPresse Stati Uniti sabato 21 febbraio 2009 nell’immobilità totale della madrepatria portoghese per la quale queste isole erano solo la base del commercio di schiavi e nulla più. Col tempo la tratta degli esseri umani diminuì, anche se la siccità causata dalla deforestazione continuò e cominciò a trasformare il territorio che fu colpito da una progressiva desertificazione. Le varie massicce ondate di emigrazione nel nord degli Stati Uniti e in Europa testimoniano l’impossibilità da parte della popolazione di provvedere ai propri bisogni. Per dirla con parole semplici, l’insostenibilità dell’economia coloniale ha causato danni apparentemente irreversibili che pesano ancora oggi come un macigno sullo sviluppo di questa giovane Repubblica. La mancanza di stabilità economica rischia di affossare tutti i progressi fatti negli altri campi, costringendo la popolazione a una nuova emigrazione e a uno sfruttamento incontrollato delle risorse. Oggi solo il 10 per cen- to del territorio vulcanico è coltivabile, mentre un quarto della popolazione non ha accesso all’acqua potabile. Come conseguenza i capoverdiani hanno subito una diaspora di proporzioni bibliche che ha portato all’estero quasi i due terzi degli abitanti dell’isola. Oggi l’economia del Paese dipende per un quarto dalle rimesse dall’estero e in buona parte dai programmi di sviluppo delle Nazioni unite. Questa fragilità strutturale stuzzica gli appetiti multimilionari legati al turismo di massa, che porta ricchezza ma anche cementificazione selvaggia e distruzione delle risorse naturali. Capo Verde è a una svolta: potrà scegliere un modello di sviluppo sostenibile ricostruendo le capacità produttive del territorio oppure lasciarsi andare al moderno colonialismo industriale e turistico, i cui danni irreversibili saranno visibili tra qualche decennio, quando l’attuale classe politica non potrà più rispondere delle sue scelte. Unione europea Croazia a rischio Il commissario europeo per l’Allargamento Olli Rehn ha dichiarato, nel corso di una conferenza stampa, che l’adesione della Croazia è a rischio. Secondo il funzionario, il Paese, che dovrebbe completare i negoziati nel 2009 per entrare nell’Unione europea un anno dopo, deve trovare al più presto una soluzione alla controversia sulla questione dei confini con la Slovenia. La contesa non è mai stata risolta dal 1991, da quando i due Paesi hanno ottenuto l’indipendenza. Attualmente Lubiana ha posto il veto al progresso di adesione di Zagabria alla Ue. 4 5 Primo piano sabato 21 febbraio 2009 Con la discarica frane e malattie «L’invaso contiene amianto, il sottosuolo è compromesso e nelle immediate vicinanze ci sono decine di sversatoi abusivi» Valerio Ceva Grimaldi L’ individuazione di una discarica da parte del governo nella zona di Chiaiano, quartiere periferico di Napoli al confine con i comuni di Mugnano e Marano, ha, dal primo momento, trovato la ferma opposizione non solo dei cittadini e delle istituzioni locali, ma anche di uno stuolo di accademici e tecnici di alto profilo che hanno più volte segnalato pericoli di frana, rischi di inquinamento delle falde e, nel complesso, la totale inidoneità dell’invaso. La discarica, infatti, si trova nel bel mezzo di un territorio altamente urbanizzato, a poche centinaia di metri dalla zona ospedaliera e possiede una rete di viabilità estremamente inadeguata al transito quo- tidiano di alcune decine di camion che andranno a scaricare immondizia. In un documento inviato al Commissariato per l’emergenza e reso noto anche in Parlamento attraverso un’interrogazione, il geologo Giovanbattista De’ Medici denunciava che «la zona prescelta era stata classificata da precedenti studi e caratterizzazioni dell’amministrazione comunale di Napoli come area in frana e in grave dissesto idrogeologico. Una precedente stratigrafia aveva già evidenziato l’esistenza di inquinamenti nel terreno che avrebbero dovuto essere specificatamente indagati e caratterizzati. Ovemai ciò fosse stato fatto, si sarebbe messo in evidenza ciò che invece è stato successivamente scoperto, e cioè l’esistenza ad appena 40 metri di distanza dalla cava di una estesissima discarica abusiva con materiali di amianto altamente nocivi e inquinanti. Il rinvenimento di discariche abusive e occultate nella zona di interesse del Commissariato richiederebbe, secondo le normative vigenti, un vero e proprio Piano di bonifica». Ma non finisce qui. Il professor Franco Ortolani, ordinario di Geologia all’università Federico II di Napoli, lo scor- so 9 febbraio ha effettuato, con altri tecnici e rappresentanti istituzionali, un sopralluogo nella cava, a seguito del quale è stata ancora denunciata «la persistenza del rischio idrogeologico per allagamento e per frane. La cosiddetta messa in sicurezza delle pareti di cava, per evitare frane di sedimenti sciolti, si è rivelata inadeguata come evidenziato dai dissesti verificatisi il 20 gennaio e nella prima metà di dicembre 2008. I rifiuti con amianto hanno giaciuto per anni sul terreno di riempimento della cava adiacente a quella del Poligono (circa 20 metri di distanza) e gli inquinanti si saranno trasferiti nel sottosuolo. L’argilla che deve garantire l’isolamento della vasca, da colmare con i rifiuti, non è stata messa in opera come prescritto. Ciò è premessa per l’inquinamento della falda. La discarica è, quindi, in uno stato di dissesto e deve essere assolutamente rifatta in gran parte: la sua attivazione nelle condizioni attuali può solo provocare un disastro ambientale». I cittadini di Chiaiano, ora più che mai, continuano a chiedere chiarezza e misure a tutela del diritto costituzionalmente garantito alla salute. «L’Ue deve intervenire» POLITICA SALUTE Una ricerca dell’ospedale Monaldi di Napoli conferma il sospetto che in Campania si muore per colpa dei rifiuti U L’urlo di Chiaiano non si spegne Blitz notturno per sversare duecento tonnellate di rifiuti nella super-cava, e migliaia di cittadini scendono in piazza Due europarlamentari visitano il sito e si rivolgono a Bruxelles. Per la Frassoni: «Irregolarità documentate» Simone Di Meo L Alessandro De Pascale S ei eurodeputati, tra cui la presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo Monica Frassoni, hanno inviato una lettera al commissario all’Ambiente Stavros Dimas, invitando la Commissione europea a intervenire pubblicamente e con urgenza sul ritrovamento di 10mila tonnellate di amianto e altri rifiuti tossici nelle vicinanze della discarica di Chiaiano. Al commissario hanno anche sottolineato l’aggravante del decreto governativo, che di fatto con l’istituzione del segreto di Stato impedisce agli amministratori e alle Ong locali di ottenere informazioni e accedere ai siti di smaltimento dei rifiuti. «Una preoccupazione - sottolinea Monica Frassoni - alla quale si aggiungono le deroghe decretate dal governo in materia di trasporto di rifiuti pericolosi e di individuazione per i medesimi delle aree di stoccaggio». Per provare a rassicurare i cittadini sul rispetto, da parte delle autorità italiane, delle normative europee in materia, il 6 febbraio scorso gli eurodeputati Monica Frassoni e Vincenzo Aita hanno visitato la cava in cui il governo ha realizzato la discarica. Un’occasione per permettere l’ingresso nel cantiere anche a due geologi, Franco Ortolani e Giovanbattista De Medici dell’università Federico II di Napoli, impegnati Nella foto in alto una manifestazione di protesta degli abitanti di Chiaiano e dei comuni limitrofi contro la discarica Monica Frassoni, capogruppo dei Verdi al Parlamento europeo da numerosi anni nel monitoraggio del lavoro del Commissariato per l’emergenza rifiuti. Il 16 febbraio è stata aperta la prima vasca dell’impianto con una capienza di 200 tonnellate al giorno di rifiuti raccolti esclusivamente nella zona. I primi camion, tra le proteste dei residenti, hanno iniziato a scaricare la notte stessa. «Con quest’ultima dimostrazione di forza - denuncia la Frassoni - il governo Berlusconi ci pone di fronte al fatto compiuto di una discarica, localizzata, approntata e aperta nella più totale illegalità, in spregio delle normative nazionali ed europee in materia di tutela ambientale, trasparenza e salute dei cittadini». Il piano del governo intanto prosegue spedito. Alla Fibe, socie- tà sotto inchiesta per la realizzazione dei cinque impianti campani di Cdr (Combustibile da rifiuto), sono state requisite sulla stessa collina della discarica altre due cave che probabilmente ospiteranno le ceneri provenienti dal termovalorizzatore di Acerra, che entrerà in funzione ai primi di marzo. «La Commissione europea - conclude la capogruppo dei Verdi a Strasburgo - nonostante sia stata costantemente informata dell’evolversi della situazione non ha mai voluto agire in modo rapido e visibile alle evidenti e documentate irregolarità. Se vi saranno i temuti danni alla salute e all’ambiente, oltre al governo andrà considerata responsabile per la sua inazione anche Bruxelles». a resistenza passiva del popolo anti discarica sta tutta nelle parole del sindaco di Marano, un comune della provincia di Napoli confinante con il quartiere di Chiaiano, dove è stato aperto lo sversatoio su decisione prima del commissario Gianni De Gennaro e poi del sottosegretario Guido Bertolaso: «Provo amarezza e un senso forte di sfiducia nelle istituzioni. Siamo davanti a una forzatura inutile. Sono stati anche sordi al mio appello di aspettare il 25 febbraio, quando è attesa la pronuncia del Tar del Lazio sul nostro ricorso. È un’accelerazione che non porta da nessuna parte ma crea solo tensioni. Medito sulle dimissioni». La lunga “nottata” eduardiana inizia proprio con il favore delle oscurità, il 17 febbraio scorso, quando i primi dieci autocompattatori entrano nell’area e scaricano 200 tonnellate di rifiuti nel sito allestito dalla Protezione civile in circa sei mesi. La discarica ha una capienza di circa 700mila metri cubi (divisi in due vasche principali). All’alba, i primi manifestanti iniziano a radunarsi nel piazzale Rosa dei venti, noto come “piazzale Titanic”, avamposto della protesta nei mesi bollenti della scorsa primavera - risale al 20 aprile 2008 la prima manifestazione di migliaia di cittadini - e parte il corteo. È ancora Perrotta a parlare: «I problemi sono stati messi sotto il tappeto, oggi assistiamo a uno stupro del territorio». Ma sono i cittadini, gli abitanti di quelle alture dove si trova un bellissimo parco naturale e fioccano le produzioni agricole tipiche della zona come le ciliegie - a ribellarsi: «Quello © Fenderico/LaPresse I TECNICI Un’epidemia ignorata che uccide nel silenzio che succede a Marano e Chiaiano riguarda tutta la città e la regione. È il futuro della democrazia e del diritto alla salute a essere messo in gioco dal trionfo di questo modello di potere autoritario con la gente e supino ai grandi committenti economici. Napoli e la Campania sperimentano ancora una volta un modello di governance quasi coloniale. Cosa significano - si domandano i rappresentanti dei comitati civici, che continuano la mobilitazione - 200 tonnellate al giorno nella cava di Chiaiano? E per soli 20 giorni? Niente per la gestione dei rifiuti… Ma i parametri di ragionamento delle istituzioni non sono questi, serve solo dare un segnale simbolico contro una esperienza di resistenza che per quasi un anno ha costruito un ambito di democrazia dal basso, spiegando che le alternative esistono e sono boicottate, per garantire i profitti nella gestione delle discariche e, poi, nell’assalto ai fondi pubbli- ci che spingono a calpestare il diritto alla salute, come dimostra la gestione dei ritrovamenti di centinaia di tonnellate di amianto nella cava di Chiaiano e la finta bonifica fatta». «Oppure - proseguono - è soltanto la preparazione per l’altro scandalo che si profila, e cioè affidare l’appalto per un inceneritore a Napoli alla stessa azienda che dovrebbe fare la differenziata (l’Asìa di Napoli, ndr) e quindi non la farà mai? In queste settimane si vuole vincere la “guerra psicologica” per poi realizzare il piano vero: la realizzazione di una megadiscarica e, se servirà, di altri invasi nelle cave a fianco, che sono state acquistate dal sottosegretariato all’Emergenza, regalando a Fibe (ex proprietaria) i cosiddetti fondi per le compensazioni come parziale buonuscita dall’affare rifiuti. Uno scandalo nello scandalo che riguarda l’azienda plurinquisita per il disastro ambientale perpetrato in Campania». Al Tar del Lazio la prossima decisione. Le bonifiche della vergogna Quartiere Colli Aminei, boom della differenziata Le altre discariche della Campania In Campania sono quasi 4.000 i siti contaminati in attesa di bonifica. Un business che vale due miliardi di euro. Il comparto, inoltre, è in forte odore di criminalità organizzata, che tenta di bonificare i siti legali. Lo scorso 18 luglio il governo ha stanziato 526 milioni di euro per gli impianti di trattamento dei rifiuti di 37 comuni. Al momento l’unica bonifica fatta è stata un flop: 970 milioni di euro stanziati nell’area dell’ex Italsider per abbattere, secondo le analisi dell’Arpac, sulle sabbie dell’arenile solo il 10 per cento della quantità degli inquinanti. Nuovi fondi sono in arrivo. Lo scorso 19 febbraio il governo ha stanziato quasi tre milioni di euro per la bonifica, sempre a Bagnoli, delle acque di falda. Il tutto per costruire un centro commerciale Auchan. Ai Colli Aminei, quartiere di 26mila abitanti di Napoli, non lontano dal luogo dove è stata individuata la discarica nell’ex cava del Poligono, in 40 giorni di raccolta differenziata porta a porta si è raggiunto il 74 per cento. Un risultato significativo per l’iniziativa partita il 15 luglio scorso, che colloca il quartiere napoletano tra i comuni più ricicloni della Campania. E sebbene manchi un dato di partenza (cioè scorporato quartiere per quartiere dal 14 per cento che è il dato complessivo di differenziata fatta in tutta Napoli), il risultato è senza dubbio positivo. Anche se, accanto al buon esito del porta a porta e all’entusiasmo nella risposta dei residenti, permangono alcune criticità di gestione. Ma la strada intrapresa sembra essere quella giusta. Secondo il piano pubblicato in Gazzetta ufficiale, e predisposto dall’ex commissario Gianni De Gennaro, la lista delle dieci discariche previste in Campania è la seguente: Savignano Irpino nell’avellinese, Sant’Arcangelo Trimonte nel beneventano e Terzigno nell’area vesuviana del napoletano, alle quali si aggiungono un’altra cava a Terzigno, Andretta in provincia di Avellino, Ferrandelle a Santa Maria la Fossa, Cava Mastroianni in località Torrone in provincia di Caserta, Serre in provincia di Salerno e, appunto, Chiaiano a Napoli. Su alcune di esse, come Terzigno, le procedure sono rallentate a causa di lungaggini burocratiche. Si tratta, comunque, di una lista “formale”: nei fatti, in alcuni di questi luoghi non c’è ancora chiarezza sull’effettiva individuazione. n minerale che uccide in silenzio e lascia poco scampo. Nel napoletano non si muore di amianto per cause professionali, come nel resto d’Italia, ma a causa dell’abbandono incontrollato di rifiuti tossico-nocivi. Ne sono convinti i ricercatori dell’azienda ospedaliera Monaldi di Napoli, che hanno esaminato attentamente le cartelle cliniche di 335 pazienti. Una raccolta di dati epidemiologici dagli esiti sconcertanti che porta i ricercatori ad avere «il fondato sospetto di un rapporto causale tra discariche tossiche e il mesotelioma pleurico». Il mesotelioma è un gravissimo tumore maligno con una sopravvivenza, a cinque anni dalla diagnosi, del due per cento. «Dai dati raccolti spiega il dottor Gerardo Ciannella, del servizio di medicina preventiva del Monaldi - emerge una diminuzione degli esposti professionali pari al 60 per cento a fronte di un aumento di quelli ambientali del 98 per cento». Gli effetti diretti sull’uomo di queste sostanze si vedono dopo almeno venti anni dall’inizio dell’esposizione e i ricercatori ritengono che purtroppo «siamo solo all’inizio». Dal 1997 al 2001 all’interno dell’ospedale sono stati rilevati 142 casi di mesioteliomi pleurici. Di questi solo 39 riconoscevano un’esposizione professionale, mentre per ben 103 i medici ipotizzano «un’esposizione ambientale da inquinamento selvaggio di rifiuti tossici». Ancora più impietosi i numeri degli ultimi quattro anni (dal 2002 al 2006): 213 casi di cui solo 15 imputabili a cause di lavoro. Volendo esaminare la provenienza dei malati, il collegamento con l’inquinamento ambientale è presto fatto. «Per quanto riguarda la città di Napoli - scrivono i ricercatori - l’aumento significativo si è evidenziato nelle zone di Pianura-Soccavo, Fuorigrotta-Bagnoli e Barra-Ponticelli». Tutte aree in cui l’inquinamento ambientale è più marcato che altrove: a Pianura con le discariche abusive, a Bagnoli per la presenza dell’ex Italsider, uno dei cinque siti campani da bonificare di interesse nazionale. a.d.p. È l’ora dell’etica per la nostra Terra IL LIBRO Come risanare il pianeta di Anne Gouyon e Maximilien Rouer. L’ecologia per tutti raccontata “chiavi in mano” U n altro modo per affrontare la questione ambientale. Come risanare il pianeta è un saggio, appena uscito nelle librerie. Non di ambientalismo apocalittico ma un vero e proprio “ricettario”. La sua originalità sta proprio nell’impostazione pratica e ottimista. Non si propone di arginare il degrado ambientale ma di innescare un processo etico che ne inverta le condizioni e la linea di tendenza. Per intenderci: invece di salvare i Sioux chiudendoli in una riserva, gli autori propongono di renderli parte attiva del meccanismo economico. Come risanare il pianeta (La Lepre edizioni) è un’opera alla portata di tutti, che affronta i problemi più gravi del XXI secolo e propone altrettante soluzioni: ristabilire un equilibrio nel clima, rinnovare le fonti di energia e renderle più sicure, ricreare le materie prime e bonificare l’acqua e i terreni, conquistare un rapporto vivibile con la salute. La novità di questo saggio è nell’impostazione pratica, si potrebbe dire addirittura “chiavi in mano”, con la quale gli autori affrontano le sfide poste dal clima e dall’ambiente. Proteggere l’ambiente non è più sufficiente, bisogna riparare ciò che è stato distrutto. E noi possiamo. Con uno sguardo, naturalmente, rivolto alle generazioni future, che possono essere tutelate e sostenute solo incentivando una vera rivoluzione ecologica in grado di incidere davvero sui nostri comportamenti quotidiani. Innescare un circolo virtuoso aiuterebbe non solo a non depauperare le risorse naturali, non infinite, ma anche a indirizzare una informazione più attenta, non ondivaga e scientificamente provata. Il libro, a cura di Anne Gouyon, agronoma e rappresentante di alcune Ong nel mondo, e di Maximilien Rouer, biologo e presidente di Becitizen, ospita la prefazione di Massimo Serafini. v.c.g. 6 Medicina sabato 21 febbraio 2009 salute Le avvertenze del Meropur sono incomplete. Dal 2006 le associazioni di pazienti infertili ne chiedono la modifica Quel bugiardino di nome e di fatto Federico Tulli è uno dei farmaci più utilizzati nelle terapie per l’infertilità, ma è anche il più “chiaccherato”. Il Meropur, prodotto dalla casa farmaceutica Ferring, è da quasi tre anni al centro di una sorta di intrigo internazionale per via delle informazioni riportate nel foglietto illustrativo del medicinale venduto in Italia. Foglietto che, secondo quanto denunciano sin dal giugno 2006 le associazioni italiane dei pazienti infertili, manca dell’avvertenza per chi lo assume del rischio (“remoto”) di contrarre patologie virali. Informazione, questa, riportata sul bugiardino dello stesso prodotto venduto in Francia (con il nome di Menopur). E ci troviamo di fronte a un caso di avvertenza incompleta anche mettendo il Meropur italiano a confronto con quello britannico. Come notizie verdi ha avuto modo di scoprire, il bugiardino d’Oltremanica avverte i pazienti che «in caso di assunzione prolungata il farmaco può rendere il trattamento (contro l’infertilità, ndr) inefficace». In pratica, anche se “in casi rarissimi”, l’assunzione del medicinale, prescritto per produrre ovociti, comporta il rischio di arrivare a non produrne più. Pericolo che i pazienti italiani non sanno di correre se leggono il bugiardino del Meropur venduto qui da noi. Normalmente in casi come questi si potrebbe pensare che il foglietto illustrativo sia in via di aggiornamento. Oppure che l’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, ne abbia decretato (o lo stia per fare) la sospensione dal commercio. Purtroppo nessuno dei due casi corrisponde alla realtà attuale. Per capire il Un trattamento contro l’infertilità perché occorre ricostruire la storia facendo un lungo salto indietro al giugno del 2006. A quando cioè le associazioni (Amica cicogna, Cerco un bimbo, Un bambino.it, L’altra cicogna) hanno iniziato a sollecitare gli enti competenti - il ministero della Salute, l’Aifa, l’Istituto superiore di sanità (Iss) e l’Agenzia europea per i medicinali (Emea) - per far completare il bugiardino italiano con la dicitura riportata sull’avvertenza della confezione francese. Dopo due anni, le istanze dei pazienti infertili sono arrivate pure in Parlamento italiano con una interrogazione presentata nel maggio scorso dai senatori radicali del Pd, Donatella Poret- La ricetta Usa per gli sprechi Nell’ambito del piano da 787 miliardi di dollari di stimoli all’economia approvato dal Congresso Usa, 1,1 miliardo è destinato a ricerche indipendenti che per la prima volta comparino l’efficacia dei diversi trattamenti per le stesse patologie, con l’obiettivo di evitare inutili spese per farmaci e apparecchiature costosi e inefficaci. L’industria è preoccupata, perché ciò potrebbe indurre il governo e le assicurazioni a non coprire i trattamenti più dispendiosi, intromettendosi nei protocolli medici. La Glaxo sconta il mal d’Africa Crisi di coscienza della seconda multinazionale farmaceutica mondiale, che un decennio fa denunciò insieme ad altri il governo del Sud Africa che voleva vendere farmaci anti Aids a basso prezzo. L’ad di GlaxoSmithKline (Gsk), Andrew Witty, ha annunciato che la compagnia ridurrà i prezzi dei propri medicinali nei 50 Paesi più poveri, portandoli al 25 per cento di quelli dei Paesi sviluppati. Inoltre, Gsk userà il 20 per cento profitti annui provenienti da quei 50 Paesi (circa 43 milioni di dollari) per costruire ospedali. Pillola amara per la Pfizer Una giuria Usa ha condannato la casa farmaceutica Pfizer al pagamento di 9 milioni di dollari perché la sua divisione Pharmacia ha frodato per più di 1,4 milioni di volte il sistema sanitario pubblico Medicaid dello Stato del Wisconsin, che assiste i più poveri, fornendo dati falsi sul prezzo medio di vendita dei propri farmaci al fine di ottenere maggiori rimborsi. Pfizer, che acquistò Pharmacia nel 2003 e che ricorrerà in appello, potrebbe essere condannata a restituire decine di milioni di profitti ottenuti tramite le frodi. L’Aifa potrebbe decidere di sospendere il commercio del farmaco ti e Marco Perduca. «Poiché assumere il Meropur espone al rischio di patologie virali come la variante umana del morbo della mucca pazza, e poiché non c’è obbligo per la Ferring di riportare l’avvertenza nel bugiardino», i due senatori hanno chiesto al ministro Sacconi se «intendeva sospendere il farmaco» fino a una «nuova registrazione con idonee avvertenze integrative». In quelle stesse settimane la presunta pericolosità del medicinale fu contestata da Ferring che, in un incontro con le associazioni, dichiarò che non avrebbe aggiornato di propria iniziativa il foglio illustrativo, ritenendo che non vi siano rischi concreti. Peraltro i vertici della casa farmaceutica assicurarono l’adeguamento delle avvertenze nel caso in cui l’Emea lo avesse chiesto. La risposta del ministro è invece arrivata il 2 dicembre scorso ed è stata negativa. Il sottosegretario al Welfare Ferruccio Fazio ha ricordato che dal 2007 l’Italia ha chiesto due volte all’agenzia del farmaco danese l’inserimento delle avvertenze mancanti nel bugiardino del Meropur, ricevendo però un diniego. Il ruo- lo delle autorità di Copenaghen è decisivo perché il medicinale, approvato in Danimarca, è stato adottato nel nostro Paese con la procedura del “mutuo riconoscimento” e quindi l’Emea e anche l’Aifa non possono obbligare Ferring a modificare il bugiardino se prima non viene modificato quello danese. Vincolo che potrebbe comunque essere “aggirato” se l’Agenzia italiana decidesse di sospendere il commercio del Meropur in attesa di buone notizie dal Nord Europa. In tal caso i pazienti italiani in cura per l’infertilità non rischierebbero certo di rimanere senza medicinali adeguati. Anzi. La stessa casa farmaceutica che produce il Meropur ne ha nel suo listino uno simile, il Menogon. Che tra l’altro nelle avvertenze riporta la corretta informazione sui rischi di infezioni virali. Inoltre entrambi i farmaci sono etici di classe A, possono cioè essere venduti solo dietro presentazione di ricetta medica, e possono essere dispensati in regime assistenziale dal Servizio sanitario nazionale. Per tutti e due il principio attivo è la menotropina, ma il Meropur contiene meno residui umani (estratti da urine di donne in menopausa). Quest’ultimo costa 17 euro per unità, mentre il Menogon ne costa solo 5. In ogni caso le associazioni di pazienti infertili non si spiegano come mai l’intera classe di gonadotropine da urinari sia ancora in commercio, visto che a disposizione dei pazienti che fanno la Pma ci sono farmaci sintetici che, essendo ricombinanti, non presentano il rischio di far contrarre patologie virali. Sesso a caro prezzo concorrenza sleale Accusate di cartello dall’antitrust elvetico, Pfizer, Eli Lilly e Bayer rischiano una multa milionaria per Viagra, Cialis e Levitra Beniamino Bonardi L a segreteria dell’Antitrust svizzera ha accusato le case farmaceutiche Pfizer, Eli Lilly e Bayer di aver costituito un cartello illegale sui prezzi dei loro prodotti contro l’impotenza: Viagra, Cialis e Levitra. L’Antitrust elvetica ha verificato che i prezzi di vendita raccomandati dai tre produttori sono molto simili tra loro e vengono applicati da gran parte delle farmacie, coinvolte anch’esse nell’indagine, iniziata nel 2006, insieme a grossisti e medici. In Svizzera, i tre farmaci contro la disfunzione erettile non sono rimborsati dalle casse malattia dell’assicurazione obbligatoria e quindi non esistono prezzi massimi a cui attenersi. Nonostante ciò, le tre aziende raccomandano dei prezzi di vendita al pubblico, a cui la gran parte delle farmacie si attiene, trasformandoli in prezzi fissi e sopprimendo ogni concorrenza, a danno dei consumatori. Dopo aver sentito le ragioni degli accusati, l’Antitrust svizzera deciderà se seguire la raccomandazione della sua segreteria e punire i protagonisti dell’accordo verticale sui prezzi. Intanto, il mercato dei farmaci legati al sesso è in gran fermento, nonostante l’emergere di nuovi rischi. Negli Usa, lo scorso anno, la Food and drug administration (Fda) ha fatto inserire nelle avvertenze dei tre farmaci contro l’impotenza il rischio di una temporanea perdita di memoria e incapacità di memorizzare nuove informazioni. In precedenza erano state aggiunte informazioni sul rischio di disturbi visivi e uditivi. Invece, Eli Lilly parla solo di mal di testa e mal di stomaco, come possibili effetti collaterali della nuova versione del Cialis lanciata in Gran Bretagna, il “Cialis one a day”, che deve essere assunto ogni giorno, garantendo l’erezione quando c’è bisogno, senza doverla programmare. La nuova pillola gialla sarà distribuita gra- tuitamente dal servizio sanitario britannico a chi soffre di diabete, sclerosi multipla, Parkinson, cancro alla prostata o poliomelite. Gli altri dovranno pagare circa 60 euro per 28 compresse. Intanto, il business farmaceutico del sesso registra un’altra new entry, questa volta per combattere l’eiaculazione precoce. Svezia e Finlandia sono i primi due paesi ad aver autorizzato il nuovo farmaco di Johnson&Johnson contro questo disturbo, che nei prossimi mesi potrebbe avere il via libera anche in Italia. La pillola si chiama Priligy e ha una storia particolare. Infatti, ha come principio attivo la Dapoxetina, che appartiene alla famiglia degli antidepressivi inibitori della ricaptazione della serotonina (Ssri), come il Prozac, il Paxil, lo Zoloft e altri. Nel 2005, l’Fda negò l’autorizzazione al commercio del Priligy negli Usa, senza rendere note le motivazioni. Alcuni hanno osservato come il parere negativo dell’Fda fu dato quando imperversava la polemica sui rischi di suicidio connessi agli antidepressivi Ssri. Le previsioni dicono di vendite annue del Priligy, dal 2011, pari a 575 milioni di dollari. Sport sabato 21 febbraio 2009 7 Sci Occhi puntati su Max Basket La coppa in un week end Un week end a tutto basket per gli appassionati di sport. Domani si assegna la Tim Cup final eight, secondo trofeo della stagione dopo la Tim Supercoppa italiana vinta dal Montepaschi Siena. Tra oggi e domani al Futurshow station di Casalecchio di Reno (Bologna) si giocheranno le due semifinali e la finale della Coppa Italia di basket maschile. Prime squadre ad aver conquistato l’accesso alle ultime fasi del torneo sono La fortezza Bologna e il Bancatercas Teramo. Ciclismo Arriva la prima classica Si disputa oggi in provincia di Savona il trofeo Laigueglia di ciclismo. Una gara dura, lunga quasi 180 chilometri e ricca di salite, primo appuntamento importante della stagione e che vede la partecipazione dei migliori corridori italiani. Sul percorso che nel passato ha visto vincere leggende come Eddie Merckx, Johan Museeuw e Lance Armstrong, si sfideranno il campione del mondo Alessandro Ballan, già vincitore dell’edizione del trofeo nel 2006, e Davide Rebellin. © TROVATI/LaPresse Un week end di grande sci sulle piste di Sestriere. Dopo i mondiali in Val d’Isere, appuntamento oggi con la coppa del mondo di slalom gigante. Ai blocchi di partenza occhi puntati sull’italiano Max Blardone quarto in classifica di specialità e favorito insieme all’altro azzurro Manfred Moelgg. Domenica invece è il turno della supercombinata. Tra i favoriti gli svizzeri Silvan Zurbriggen e Carlo Janka. A Tarvisio invece appuntamento con la discesa e il supergigante femminile. Al Dall’Ara la sfida senza bandiere Calcio Oggi si gioca InterBologna, la prima da ex per Mihajlovic e senza i due calciatori storici Bulgarelli e Facchetti L’olandese volante Quattordici partite senza subire gol per un totale di 1.302 minuti a reti inviolate. è il record di Edwin Van der Sar, portiere del Manchester united ed ex della Juventus, che non subisce gol dall’8 novembre scorso. Oggi la squadra inglese incontra il Blackburn e se il portiere dei Red devils supera indenne questi novanta minuti manda in cantina il record di imbattibilità europeo detenuto dal settembre del 1990 dall’estremo difensore dell’Fc Bruges, Dany Verlinden. Alessio Nannini B ologna contro Inter si gioca nel ricordo di chi non c’è più. Per la prima volta mancheranno i calciatori più rappresentativi dei due club, Giacinto Facchetti e Giacomo Bulgarelli. Entrambi erano in campo in un pomeriggio di quarantacinque anni fa, quando sul neutro di Roma le squadre giocarono l’unico spareggio per lo scudetto nella storia del campionato italiano di calcio. Con una marcatura per tempo, autorete dello stesso Facchetti e raddoppio di Nielsen allo scadere, il Bologna si laureò campione per la settima volta. L’ultima, prima di un declino che portò i rossoblù a giocare nei campetti di Serie C. Era l’epoca di Helenio Herrera e Fulvio Bernardini, del calcio offensivo e, novità nostrana, dell’attacco al portatore di palla. In quella stagione i felsinei diedero il meglio dell’esperienza quadriennale con Bernardini, esprimendo un calcio brillante e corsa a tutto campo. Anche troppo, a sentir qualcuno. Nel marzo, come ad avvalorare certi sospetti, cinque calciatori del Bologna risultarono positivi al controllo antidoping e squalificati, assieme al medico e all’allenatore, e il club fu penalizzato di tre punti. Le controanalisi però scagionarono gli atleti, e il Bologna tornò in vetta con l’Inter di Moratti padre, chiudendo il torneo a 54 punti. I rappresentanti delle due società si incontrarono a Milano per decidere data e stadio dove giocare. Moratti insistette per spostare la sfida di qualche settimana ma Renato Dall’Ara fu inamovibile. Le cronache non ufficiali raccontarono di un confron- Portieri Golf Sandro Mazzola e Giacomo Bulgarelli nel 1964 to animato; Dall’Ara fu colto da infarto e morì davanti ad Angelo Moratti. La Federcalcio propose un rinvio, ma i rossoblù rifiutarono per onorare la memoria del presidente che aveva dato alla città quattro scudetti e un trofeo internazionale. Tre giorni dopo, il 7 giugno, Bulgarelli e Facchetti si sarebbero affrontati all’Olimpico di Roma. La partita dello scudetto accentrò l’attenzione di tutto il Paese. Indro Montanelli scrisse in questi termini di Helenio Herrera: «In questo Paese dove si parla tanto di “organizzazione”, ma in realtà non si crede che ai miracoli, mancava l’uomo che potesse farne qualcuno. Più che chiamato da Moratti, Herrera fu evocato da questo bisogno nazionale». Ma i miracoli di Herrera si erano esauriti il 27 maggio sul Praterstadion di Vienna, con i nerazzurri freschi campioni d’Europa per un 3 a 1 inflitto ai madrileni del Real. E lo spareggio finì come detto. Oggi gli interpreti di questa partita, che vale tre punti e nulla più, sono altri e altre le cronache che li raccontano. è la capolista contro la quintultima, il primato contrapposto alla lotta per non retrocedere, con un personaggio al centro dell’attenzione: Sinisa Mihajlovic, che a novembre lasciò proprio i nerazzurri per sedersi sulla panchina del Bologna. Ultranazionalista serbo, estimatore di Milosevic e del comandante Raznatovic: un corpo estraneo alla realtà bolognese, ma con le idee ben chiare: «Quando sarà finito il campionato e ci saremo salvati andremo tutti insieme a cena e parleremo di politica». La tigre torna a ruggire Dopo otto mesi di stop Tiger Woods torna a calcare i prati e la prossima settimana parteciperà al torneo di Tucson in Arizona. Era dal 16 giugno 2008 quando vinse gli Us Open che il grande golfista non scendeva in campo. Un problema al ginocchio aveva imposto il blocco a ogni attività. Nel frattempo Woods è diventato papà per la seconda volta. Grande gioia anche per gli sponsor che in questi mesi hanno registrato un calo di partecipazione da parte degli appassionati. L’informazione ecologista cambia volto. Non missione. Contribuisci anche tu a rinnovare Notizie Verdi. Scegli sul sito il nuovo nome L’informazione sostenibile www.notizieverdi.it