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la Repubblica la Repubblica LA STORIA MARTEDÌ 6 MARZO 2012 ■ 40 @ MARTEDÌ 6 MARZO 2012 PER SAPERNE DI PIÙ www.museocasaenzoferrari.it www.alfaromeo.it ■ 41 il caso a cosa più incredibile in un periodo come il nostro dove tanti, tantissimi marchi, anche gloriosi come la Saab, spariscono nel nulla, è la voglia di revival: ad ogni salone assistiamo a incredibili ritorni sulla scena di marche fallite da tempo. Si va dalla Cisitalia alla De Tomaso, passando per l’Isotta Fraschini, solo per citare i “nostri”. Certo, spesso si tratta solo di semplici prototipi presentati da qualche carrozziere-designer, ma in alcuni casi, vedi ad esempio proprio la De Tomaso, c’è un grande piano industriale, ad opera ovviamente dei soliti colossi cinesi, gli unici che oggi hanno un po’ di liquidità. Per il resto è sempre la solita partita dei fondi di investimento che spesso speculano (o meglio cercano di speculare comprando e rivendendo) marchi qua e là. Spesso le cose non funzionano, ma la storia si ripete. Così sono ora proprio i fondi d’investimento turchi Brightwell Holdings a farsi sotto per Saab: sostengono di essere in grado di pre- L Enzo Fe rrari con Ingrid B ergman illes Villeneuve Enzo Ferrari con G museo MASSIMO TIBERI monianze dirette di Enzo Ferrari stesso e di tutte le persone che lo conobbero direttamente. Un record. Basterebbe questo per fare del museo una delle sette meraviglie del mondo, ma c’è dell’altro. E riguarda la struttura stessa, un enorme “cofano” (di colore Giallo Modena, la stessa tinta che fa da sfondo allo stemma del cavallino rampante, scelta dal Drake in persona per legare la Ferrari alla sua città) che poi è in realtà la copertura in pannelli di alluminio della nuova galleria che «avvolge la casa natale di Enzo Ferrari come una mano aperta» secondo le indicazioni del geniale architetto Jan Kaplický di Praga, considerato oggi uno dei più bravi al mondo (a Londra lavorò, tra gli altri, per Renzo Piano e Richard Rogers sviluppando con loro il pro- VINCENZO BORGOMEO e lo puoi sognare, lo puoi fare»: la famosa frase di Enzo Ferrari racchiude alla perfezione il colossale progetto del Museo Ferrari che sabato prossimo aprirà a Modena. Un sogno lungo nove anni a cui la Fondazione Casa Natale di Enzo Ferrari, costituita il 29 gennaio 2003, ha lavorato contro tutto e tutti. Si sa, siamo in Italia e un progetto così grande, che coinvolge diversi appalti pubblici, comune e provincia, richiede davvero una pervicacia alla Enzo Ferrari. «È una cosa bellissima, dopo «S nove anni di lavoro, vedere l’iniziativa che va in porto — spiega infatti Mauro Tedeschini, Presidente della Fondazione — perché abbiamo dovuto fare concorsi, rispettare complicate procedure per appalti. Ma, soprattutto — continua Tedeschini — perché alla fine la realizzazione è spettacolare: c’è la grandissima intuizione del cofano motore che fa da tetto e alcune idee uniche, come quella di esporre le auto come opere d’arte e quindi montarle su piedistalli. Senza contare che nella struttura è inglobata la stessa casa natale di Enzo Ferrari, proprio quella che il Drake ven- dette per realizzare la sua prima macchina da corsa». Tedeschini ha ragione: quello che va in scena nel prossimo week end è un evento raro, dove cultura e passione automobilistica si sposano con naturalezza, senza forzature. Senza tragici secondi fini commerciali. Le auto d’epoca esposte valgono infatti qualcosa come 30/40 milioni di euro e il lento, lunghissimo e complicato lavoro di recupero di materiali informativi e testimonianze, ha portato alla fine a ricostruire la storia dell’automobilismo modenese fino agli anni Sessanta e a riproporla in un gigantesco centro di documentazione, realizzato all’interno del complesso. Un kolossal, come dicevamo, e per realizzare tutto questo la Fondazione, nell’ambito del progetto interregionale “Ter- Orari e prezzi Dall’11 marzo il Museo Casa Natale Enzo Ferrari sarà aperto tutti i giorni, senza sosta ad esclusione di Natale e Capodanno, in questi orari: - dal 1 ottobre al 30 aprile: dalle ore 9.30 alle ore 18.00 - dal 1 maggio al 30 settembre: dalle ore 9.30 alle ore 19.00 Biglietti d’ingresso: intero 13 euro, ridotto 11 ra di motori”, ha ricevuto un cofinanziamento dalla Regione Emilia Romagna per acquisire in copia digitale materiale storico rarissimo. Ossia tutto quello che arebbe stato bello per una nuova Giulia nascere giusto cinquant’anni dopo la illustre progenitrice, ma il progetto più volte annunciato, e che appare e scompare nelle dichiarazioni dei dirigenti del gruppo Fiat, sembra destinato a concretizzarsi non prima di qualche anno, in sinergia tra l’altro con la Dodge Dart della Chrysler, appena presentata. Peccato, perché un omaggio, legato ad una ricorrenza tanto importante, l’avrebbe proprio meritato una vettura considerata fra le protagoniste indiscusse della storia dell’Alfa Romeo. Nel 1962 la Casa milanese è in piena fase espansiva, dopo il successo della 1900 e della Giulietta, le auto che, pur nella complessa situazione postbellica, hanno reso possibile la trasformazione di una fabbrica capace di produrre un numero limitato di sofisticate sportive, in una azienda pronta a competere sul mercato della nascente S Ferrari Un progetto faraonico lanciato nel 2003 e che ha coinvolto tutta la regione Cisitalia 202 sentare a breve un’offerta di acquisto del costruttore svedese in fallimento. Il caso va analizzato perché è una specie di schema che si ripete all’infini- to: c’è un membro del cda — in questo caso Zamier Ahmed — che arriva sulle pagine dei giornali economici di tutto il mondo con una semplice dichiarazio- © RIPRODUZIONE RISERVATA l’anniversario Enzo Ferrari agli esordi come pilota Il Grandi marchi addio il cimitero delle glorie ne (in questo caso “stiamo per completare la valutazione degli asset di Saab e di vedere esattamente la situazione in generale della società”). Come dire: spazio e notorietà regalata senza offerte formali e quindi senza nessun impegno. Una bolgia di sordide uscite su agenzie e siti web per chi è a caccia di visibilità. Non è un caso che il fondo turco aveva già fatto parlare di sè in Francia, quando aveva manifestato il suo interesse per Heuliez, società attiva nel settore equipaggiamento auto, prima di gettare la spugna. E non è un caso che sempre sul caso Saab abbiano detto le stesse cose anche il costruttore cinese Yungman o l’indiana Mahindra. Insomma, se la vostra azienda soffre un po’ di isolamento, ha qualche problema di visibilità, basta solo fare una dichiarazione: “Siamo interessati alla Saab”. Magari è solo una 9-5 usata, ma la scena in questo momento è assicurata... Il mondo dell’auto in crisi vive anche di queste miserie. (v. bo.) aveva la collezione Jacques Swaters, la più grande del mondo su Enzo Ferrari, le Raccolte Fotografiche Modenesi, il centro per l’innovazione Democenter-Sipe e quello che ha visto e sentito (vabbé, solo una parte, ovvio...) Franco Gozzi, storico braccio destro del Drake. In più alla realizzazione di questo mostruoso archivio hanno collaborato anche l’Archivio Storico del Comune di Modena, l’Istituto Storico di Modena, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ed il progetto TecnoStoria, il Centro di Documentazione Alfa Romeo, il Centro Storico Fiat e l’Istituto Luce. Alla fine si arriva ad vere a qualcosa come duemila documenti ufficiali, con un’impressionante raccolta audio e video delle testi© RIPRODUZIONE RISERVATA Il valore delle auto esposte per l’inaugurazione supera i 30 milioni di euro getto di concorso per il Centre Georges Pompidou di Parigi e fra i suoi progetti più noti ci sono il Media Centre del Lord’s Cricket Ground di Londra e il Selfridges Building a Birmingham) che vinse nel 2004 il concorso di progettazione del Museo Ferrari ma che non potrà vedere realizzata la sua opera perché morì nel 2009. Un vero capolavoro che — da solo — vale il viaggio a Modena, in Via Paolo Ferrari 85. I 50 anni della Giulia così ha sedotto l’Italia toglie il velo alla Giulia, berlina dalla fortissima personalità e dalla dinamica di eccellenza che esprime al meglio una prerogativa allora esclusiva del marchio del Biscione: saper conciliare alte prestazioni e quotidiana praticità. Si confermano in sostanza le qualità sintetizzate nello slogan coniato a suo tempo per la 1900, “l’auto da famiglia che vince le corse”. La neonata quattro porte, lunga 4,14 metri non molto più della Giulietta, stupisce anzitutto per la linea della carrozzeria, che taglia netto con le forme tradizionali per sposare gli emergenti studi aerodinamici, avvalendosi delle sperimentazioni alla galleria del vento del Politecnico di Torino. La coda tronca e le fiancate con solchi profondi suscitano perplessità, ma l’efficacia di queste scelte si misurerà in un comportamento da soddisfare palati difficili. E da questo punto di vista la Giulia non ha praticamente rivali. Al corpo vettura “disegnato dal vento”, come recita uno dei richiami pubblicitari, si unisce una meccanica, dovuta alla equipe di Orazio Satta Puliga e Giuseppe Busso già padri della 1900 e della Giulietta, che nessun altro modello della categoria è in grado di Davvero incredibili le prestazioni della berlina: era più veloce di molte sportive motorizzazione di massa in Europa e in Italia. Nel nostro Paese, in particolare, che sta vivendo gli inizi di quello che verrà definito il “boom economico”, le vendite di vetture sono raddoppiate rispetto al 1960, toccando le 650 mila unità per sfiorare poi, nel 1963, la soglia del milione. È notevole, inoltre, l’incremento delle importazioni dall’estero, mentre il ceto medio in crescita, per il quale l’auto va assumendo anche un ruolo di status, è disposto a spendere sempre di più. All’Alfa Romeo serve allora un modello intermedio tra la Giulietta 1300 che sta invecchiando, e le alto di gamma 2600 a sei cilindri, ancora elitarie. Così il 27 giugno, non a caso all’autodromo di Monza, il presidente Luraghi, alla presenza di giornalisti e ospiti d’onore come Pininfarina e Zagato, NON SOLO 4 PORTE La Giulia ha dato vita a un’incredibile genìa di sportive di razza, dalla TZ2 (in alto) alle celeberrime Gran Turismo eguagliare quanto a raffinatezza di soluzioni. Il motore di 1600 bialbero, con valvole raffreddate al sodio e accoppiato ad un cambio a cinque marce, offre 92 Cv (la potenza di una Porsche dell’epoca) e quanto ad assetto la nuova Alfa propone schemi tipicamente sportivi. Ciò, d’altra parte, non mette troppo in secondo piano esigenze funzionali, grazie ai sei posti omologati e ad un ampio vano bagagli. Semmai, sono da criticare i freni ancora tutti a tamburo (si rimedierà nel 1963 con i dischi), il comando del cambio al volante per consentire un passeggero in più (ar- Ma anche il design spigoloso e personale ebbe la sua dose di merito nel successo riverà la cloche nel 1964) e le finiture modeste rispetto ad un prezzo non certo stracciato: 1.595.000 lire. Sacrificio quest’ultimo che i clienti sopportano volentieri a fronte delle emozioni di guida che la Giulia può donare: la velocità supera i 175 km/h (20 in più in confronto ad una rivale come la Fiat 1500), l’accelerazione è sconosciuta anche a cilindrate ben maggiori e su strada il temperamento è da autentica purosangue. Un carnet tecnico che è alla base di una straordinaria longevità (uscita di scena nel 1977), sottolineata da oltre un milione di unità costruite, considerando le molte derivate che si aggiungeranno negli anni. Alla berlina, proposta anche con motore 1300 a partire dal 1964 e costantemente aggiornata negli allestimenti, fanno seguito una miriade di varianti, con carrozzerie di Bertone, Pininfarina, Zagato: coupé, cabriolet, una mitica spider come la Duetto e le gloriose TI Super, GTA e TZ da corsa. Nella storia un’unica “caduta”, la diesel del 1976 con il motore Perkins dei furgoni F, ma per fortuna se ne produrranno appena 6.000. © RIPRODUZIONE RISERVATA