alberto da vercelli

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alberto da vercelli
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ALBERTO AVOGADRO DEI CONTI DI SABBIONETA
nato da una famiglia francese di origine nobiliare
nel 1149 a Castel Gualtieri - forse odierna Gualtieri
o Castrum Gualterii (corte del Gualtirolo) nella
diocesi di Parma è venerato come santo dalla
Chiesa cattolica
canonico regolare di SANT'AGOSTINO della
chiesa di Santa Croce a Mortara, di cui fu priore,
per un anno vescovo di Bobbio e dal 1185 al 1205
a Vercelli, dove fu MEDIATORE PER LA PACE nel
1194 tra Pavia e Milano e tra Parma e Piacenza
nel 1199, dal 1205 PATRIARCA DI GERUSALEMME.
Come vescovo si impegnò in materia di legislazione ecclesiastica e formulò lo statuto
per i Canonici di Biella e la regola degli Umiliati. Nel 1205 da papa Innocenzo III
nominato Patriarca di Gerusalemme, dovette risiedere a San Giovanni d'Acri, capitale di
Outremer da quando Gerusalemme era stata riconquistata da Saladino. Si impegnò
attivamente per la pacifica convivenza tra le confessioni cristiane presenti nella regione e
tra queste e il mondo islamico. Gli eremiti del monte Carmelo, tra il 1206 e il 1214,
chiesero ad Alberto di scrivere la loro formula vitae, poi approvata prima da papa Onorio
III nel 1226 e confermata definitivamente come vera e propria Regula da papa Innocenzo
IV il 1º ottobre 1247, con la bolla Quae honorem Conditoris (cf. Reg. Vat. 21, fol. 465v466r). Il 14 settembre 1214 durante la processione per l'Esaltazione della Santa Croce fu
assassinato da un altro religioso, il Gran Maestro dell'Ospedale del Santo Spirito, che egli
aveva rimosso dall'incarico per cattiva condotta.
Dizionario Biografico dell’Enciclopedia TRECCANI
ALBERTO DA VERCELLI
Nacque da nobile famiglia nel territorio della diocesi parmense. I necrologi cosiddetti eusebiani, la
migliore fonte narrativa su A., precisano che nacque "de Castro Gualterii", a cui possono
corrispondere oggi con eguale probabilità le due località di Gualtieri nella diocesi di Guastalla o di
Gualtirolo nella diocesi di Reggio Emilia (cfr. Rationes Decimarum Italiae. Aemilia, a cura di A.
Mercati, E. Nasalli-Rocca, P. Sella, Città del Vaticano 1933, pp. 363, 382), mentre non è
documentata la sua appartenenza agli AVOGADRO che gli è attribuita con il nome.
Dopo studi letterari e giuridici entrò fra i canonici regolari di S. Croce nel convento di
Mortara, di cui divenne priore verso il 1180. Eletto, ma non consacrato vescovo di Bobbio,
fu subito trasferito alla sede di Vercelli nel 1185. In questa città, dopo aver ottenuto dal
papa Urbano III che prendesse la diocesi sotto la sua protezione, assunse un notevole
rilievo per i buoni rapporti che riuscì a stabilire con Enrico VI (come del resto aveva fatto
con Federico Barbarossa a Bobbio), da cui il 30 novembre 1191 vide confermati i beni
della propria Chiesa. Accanto all'imperatore rimase anche più tardi, sottoscrivendo un
DIPLOMA IMPERIALE PER LA CHIESA DI NOVARA il 9 agosto 1196 e seguendolo poi
subito dopo nell'Italia meridionale, a Taranto, ove Enrico VI andava ammassando uomini e
mezzi per una crociata. Durante questo viaggio ebbe da Enrico VI l'importante incarico di
guidare un'ambasceria di alti dignitari, con pieni poteri per trattare ed eventualmente
concludere un ACCORDO SU TUTTE LE QUESTIONI TRA PAPATO ED IMPERO.
L'ambasceria, che fu inviata, secondo quanto sembra più probabile, verso il marzo del
1197, non giunse però a conclusione per l'insurrezione nel Mezzogiorno d'Italia, e poi per
la malattia e la morte di papa Celestino III e dello stesso imperatore. Tornato a Vercelli nel
novembre del 1197, A. fu attivo nel governo e nell'amministrazione della diocesi, fissando
nel 1185 il cerimoniale per il primo ingresso dei vescovi in Vercelli e tenendo nel 1191
un sinodo diocesano. Numerosi documenti lo indicano abile e accorto nel disbrigo degli
affari, con cui riuscì a ricuperare molti beni alienati malamente dai predecessori, e
ricordano la sua decisione di mantenere nel capitolo tre maestri che insegnassero
gratuitamente - un teologo, un grammatico ed uno "scriptor".
Incaricato da Innocenzo III di varie e delicate mansioni, A. vide pienamente riconosciuti i
propri meriti quando, in sostituzione di Soffredo, cardinale del titolo di S. Prassede e legato
pontificio, i canonici regolari del S. Sepolcro lo elessero PATRIARCA DI GERUSALEMME.
Confermata la sua elezione da Amalrico II, re di Gerusalemme e da Pietro, patriarca di
Antiochia, fu consacrato il 17 febbraio 1205, ricevendo il pallio e la nomina a legato
pontificio per quattro anni e altre facilitazioni per il migliore svolgimento della missione, tra
cui l’esenzione dalla visitatio ad limina. Giunse in Terrasanta nei primi mesi del 1206 e,
poiché Gerusalemme dal 1187 era in mani turche, pose residenza a S. GIOVANNI D'ACRI.
Validamente sorretto da Innocenzo III, acquistò ben presto un grandissimo rilievo, anche
per i suoi meriti di uomo di chiesa e di diplomatico: si sforzò prima di tutto di mantenere la
pace fra i principi crociati, spingendoli anche ad un'unione coi principi locali e,
secondo quanto aveva chiesto il papa con lettera del 13 febbraio 1208 intervenne presso
Boemondo IV, conte di Tripoli, per la liberazione del patriarca d'Antiochia, Pietro.
Nel 1211 agì perché la scomunica contro il re d'Armenia Leone II per le sue azioni
contro i templari fosse rigorosamente rispettata in Palestina (ottenendo anche
l'approvazione del papa, che intervenne presso il patriarca d'Antiochia e gli altri prelati di
Terrasanta), su incarico del papa esaminò la regolarità dell'elezione dell'arcivescovo di
Nicosia e agì per riconciliare tra loro Ugo I di Cipro e Gualtieri di Montbéliard,
connestabile del Regno di Gerusalemme.
Nei primi mesi del 1213 si occupò di ottenere la liberazione dei
cristiani prigionieri ad Alessandria e, alla morte dell’unica erede
del Regno di Gerusalemme - Maria di MONFERRATO che aveva
unito in matrimonio con Giovanni di BRIENNE il 14 settembre 1210,
riuscì ad ottenere che i principi crociati rimanessero uniti intorno a
Giovanni e sua figlia Jolanda - Regina di Gerusalemme, che nel
1225 sposa Federico II e nel 1228 muore partorendo Corrado IV (*).
Mentre si disponeva a ritornare in Italia per prender parte al concilio ecumenico indetto da
Innocenzo III per il novembre 1215, ove si doveva discutere anche la grave situazione
della Terrasanta, dopo aver vanamente tentato la restituzione di Gerusalemme mediante
negoziati e una delegazione da Seif-ed-Din Malik al-Muazzam, il 14 settembre 1214
durante le celebrazioni nella chiesa di S. Croce a S. Giovanni d'Acri venne assassinato
da un chierico (probabilmente piemontese, di Caluso d’Ivrea) che aveva deposto per
indegnità dalla carica di maestro dell'ospedale dello Spirito Santo.
A. scrisse la REGOLA PER GLI EREMITI AL MONTE CARMELO
(confermata da Onorio III il 30 gennaio 1226), da cui ebbe origine
il monachesimo carmelitano, che considera perciò a ragione
Alberto da Vercelli suo legislatore. Controversa è la data della
compilazione:
il
1171
come
riportato
sul
documento
è
insostenibile, poiché Alberto giunse in Terra Santa solo nel 1206,
perciò gli studiosi la collocano appunto tra il 1206 ed il 1209.
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 Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés,I, coll. 1564-1567.
Assai antico nell'ordine carmelitano, il
culto di A. venne approvato dalla
Congregazione dei riti il 20 giugno 1609. Il
patriarcato latino di Gerusalemme ne
celebra l'ufficio il 26 settembre. La diocesi
di Vercelli celebra la sua festa l'8 aprile, in
ricordo della consegna della regola
come
nella
originale
tradizione
carmelitana, data recentemente trasferita
al
16
settembre
per
i
monaci
dell'osservanza e per i carmelitani scalzi al
25 dello stesso mese.
(*) MOGLI e AMANTI e figli di
FEDERICO II ( Jesi, 1194 - Fiorentino foggese, 1250)
 nel 1209 matrimonio con COSTANZA D’ARAGONA - madre di Enrico VII (1211-1242) e
morta nel 1222;
 da data imprecisata relazione con ALAYTA VON URSLINGEN E DI MARANO (1200-1267,
figlia di Corrado di Urslingen conte di Assisi, duca di Spoleto e signore di Marano - forse in
Valpolicella o Tirolo) - madre di Enzo di Sardegna (Re Enzo) e Caterina (sposata a
Giacomo del Carretto, conte di Finale Ligure, marchese di Savona e signore di Alessandria)
 nel 1225 nozze con JOLANDA DI BRIENNE e marchesa del
MONFERRATO - madre di Margherita e di Corrado IV
(1228-1254 / Duca di Svevia, Re di Germania, Re di Sicilia e
imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Gerusalemme,
marito di Elisabetta di Baviera e padre di Corradino), morì di
parto nel 1228;
 dal 1225 relazione con BIANCA LANCIA del
MONFERRATO, sposata nel 1250 al proprio capezzale per
legittimare alla discendenza i figli - Costanza (1230-1307,
sposata a Giovanni III Ducas Vatatze, imperatore d'Oriente ),
forse Violante di Svevia (1233-1264, sposata a Riccardo
Sanseverino conte di Caserta) e Manfredi (1232-1266, Re di
Sicilia e dal 1254 al reggente del Sacro Romano Impero come
tutore del nipote Corradino - Re di Gerusalemme, nato nel
1252 e dal 1254 orfano di Corrado IV)
 nel 1235 nozze con ISABELLA D’INGHILTERRA - madre di Enrico ‘Carlotto’ che non
sopravvisse all’infanzia e nel 1241 una neonata deceduta per le complicazioni del parto,
letale anche per la puerpera