pulcinella don giovanni - parco sociale ventaglieri

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pulcinella don giovanni - parco sociale ventaglieri
Associazione Culturale
ASSESSORATO AL TURISMO
E AI BENI CULTURALI
PULCINELLA DON GIOVANNI
LEGGENDE, DONNE E LUOGHI DELLA STORIA DI NAPOLI
Dicono?
Non dicono?
Fanno?
Non fanno?
Perché
Tutto è
Dimenticano.
Hanno detto.
E' fatale
E’ uguale
aspettare
sognare
Ferdinando Pessoa,Lisbona
UNO SPETTACOLO PER I RAGAZZI DAGLI
8 AI 14 ANNI E PER LE FAMIGLIE
CON
GUIDO PRIMICILE CARAFA
RENATA WROBEL
MARGHERITA VICARIO
REGIA E DRAMMATURGIA
ANTONIO CALONE
Molte sono le identità nascoste dietro la maschera di Pulcinella. Le sue origini popolari, legate a
tradizioni rurali, quelle mitologiche, legate ai culti pagani, quelle più recenti legate all’apporto delle
grandi famiglie di commedianti, capocomici e drammaturghi che si sono cimentati raccogliendo la
tradizione e arricchendola del loro sapere teatrale, e delle influenze dei generi che di epoca in epoca
andavano per la maggiore.
In questo senso Pulcinella è uno specchio di Napoli, delle stratificazioni della sua storia, delle molteplici
culture che ne costituiscono l’identità odierna.
Pulcinella è una figura mitica. Nutrita da molteplici tradizioni appartenenti a epoche e culture diverse.
Come mito va al di là della maschera di commedia dell’arte e diventa figura trasversale, capace di uscire
dai confini, di incrociarsi con altre storie e con altri miti, come quello di Don Giovanni.
Pulcinella e Don Giovanni sono due facce di un bisogno di rivolta tutto umano, rivolta contro quella
religione e quella morale che sanno solo opprimere, rivolta contro i limiti dell’essere umano, e cinica
esaltazione dei suoi bisogni terreni: la fame insaziabile di Pulcinella e il desiderio incessante di Don
Giovanni sono insieme culto e disprezzo della vita, uno sfidare a duello la morte.
Da due punti di vista opposti, quello del plebeo e quello del nobile, le storie di Pulcinella e Don Giovanni
ricordano agli uomini e ai ragazzi di tutti i tempi che la realizzazione non è andare oltre se stessi, ma
Sede legale: Via Vincenzo Vitale 105 80126 Napoli - tel/fax 0039 8158 87 563
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scoprire e riconoscere la propria natura. L’esuberanza del corpo lo spirito di rivolta che essi incarnano, è
assimilabile a quella della pubertà e dell’adolescenza.
Le donne che Don Giovanni rincorre vengono strappate al corso della loro vita tutta regole e
imposizione. In Don Giovanni più o meno coscientemente esse riconoscono una via di fuga da quello che
la società si aspetta da loro, per poi ritrovarsi abbandonate e impossibilitate a rientrare nell’ordine.
Don Giovanni, figura della grande illusione, ingannatore e ingannato, diventa burlesco modello di un
Pulcinella eterno adolescente che non ha il coraggio di affrontare la vita.
Grandi attori-autori del passato, come Petito, avevano colto quest’aspetto universale della maschera
napoletana, mettendo Pulcinella in rapporto con altri personaggi, attraverso arditi e comicissimi
deguisements basati sulle storie più popolari delle loro epoche e fondendo le tradizioni teatrali napoletane
al gusto del romanzo d’appendice e dell’opera lirica.
Il nostro tentativo va in questo senso. Cercando di accomunare Pulcinella a Don Giovanni in un gioco di
travestimenti e di racconto nel racconto che coinvolge alcuni luoghi e personaggi della storia napoletana,
senza dimenticare che è proprio nel palazzo reale di Napoli che Tirso da Molina fa cominciare la sua
storica pièce.
La cifra stilistica del lavoro è improntata al contrasto tra i toni forti e drammatici e la leggerezza portata
da Pulcinella, cercando di trasmettere di Napoli l’atmosfera e le contraddizioni. La semplicità della
musica dal vivo sarà il collante d’insieme del lavoro, e il punto di forza per il ritmo e l’impatto dello
spettacolo.
Riferimenti bibliografici:
Molière - Don Juan
Antonio Petito - Don Fausto, J. W. Goethe - Faust
Aleksander Blok - Il Baraccone dei Saltimbanchi
Matilde Serao - Leggende Napoletane
Antonio Calone Nasce nel 1978 a Napoli dove vive e lavora. Dopo una formazione musicale e gli studi
universitari in drammaturgia e regia a Parigi, arricchisce la sua esperienza partecipando a stages e seminari
(recentemente con Yoshi Oïda, Marco Baliani, Renata Molinari) e affiancando come aiuto regia Renato Carpentieri.
Collabora stabilmente con la compagnia Libera Scena Ensemble. In particolare partecipa come regista a diverse
edizioni di MUSEUM, Sale teatrali per un museo mentale, consacrando un’attenzione particolare all’approccio
teatrale di testi narrativi. Dall’incontro con le opere di Brecht e Heiner Müller nasce lo spettacolo La Misura del
Cambiamento presentato a Napoli nel 2005. Dal 2006 insieme a Nicola Laieta dà vita ad un gruppo di lavoro
(Margherita Vicario, Guido Primicile Carafa, Luca Di Tommaso, Oscar Valsecchi, Gloria Bazzocchi, Francesco
Manna) consacrato all’intervento teatrale e pedagogico per le giovani generazioni. Da questa esperienza nascono gli
spettacoli Tanikò la favola della grande legge (vincitore del Premio Scenario Infanzia nel 2006 e rappresentato a
tutt’oggi in tutta Italia per più di 100 repliche) e Kali Yuga, la scuola per diventare cattivi (in tournée nazionale nel
2009/10), e prendono vita percorsi laboratoriali nelle scuole della periferia napoletana. In particolare è tra le guide di
Arrevuoto, il progetto di intervento a Scampia e nelle altre periferie curato da Marco Martinelli, Maurizio Braucci e
Roberta Carlotto per il Teatro Stabile di Napoli. Per la produzione de La Piccionaia, teatro stabile d’innovazione di
Vicenza, partecipa a Parole per la Terra, un progetto di Carlo Presotto per il Teatro Festival Italia 2009, con La
Missione, spettacolo ispirato alle opere di P. Dick, J. Ballard e H. Müller, di cui è scenografo e co-autore con Nicola
Laieta.
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