corso di sceneggiatura

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corso di sceneggiatura
CORSO DI SCENEGGIATURA
Docenti:
MAURIZIO PASETTI, LUCA RASTELLO
Durata: (2 settimane) a partire dal 3 Dicembre 2008
Il corso è modulare, il partecipante può optare per una scelta della parte prettamenre relativa alla
tecnica della sceneggiatura o a quella più letteraria. Partecipazione minima una settimana.
Luogo: Trieste, Microarea di Rozzol Melara, Via Pasteur/ Sede The Movie Company, via San Spiridione 1
Requisiti del candidato: Il candidato deve avere un interesse professionale all’ambito della scrittuta
cinematografica in particolare e in generale essere a contatto con ambienti di tipo giornalistico,
saggistico, letterario.
VEDERE LE PAROLE
Il processo di costruzione di una sceneggiatura secondo uno schema “biologico”
La finalità di questa attività di formazione è far comprendere che la costruzione di una sceneggiatura
per film è un processo che si articola attraverso l’ascolto condiviso e l’osservazione non superficiale
della realtà utilizzando la memoria come metodo sperimentale e creativo.
INTRODUZIONE
Quello che funziona oggi nella comunicazione audiovisiva è una cultura in cui ognuno confeziona le proprie
idee sulla realtà e continua a utilizzarle, fino a creare uno stereotipo. Si hanno delle idee su come
funziona il mondo e si usano come verità assodate nelle sceneggiature, nei film, nei programmi televisivi.
Si sta praticamente estinguendo la volontà e la capacità di andare a far ricerca su qualcosa di sconosciuto,
verso il quale muoversi e indagare a fondo per far nascere nuove idee o modificare le vecchie. La
necessità di un metodo di ricerca nella comunicazione audiovisiva nasce dunque dal disagio che proviamo
di fronte agli attuali mezzi di comunicazione televisivi e filmici. Lo si potrebbe riassumere in uno slogan:
la comunicazione ha distrutto la comunicazione. Quindi il problema è: come tornare alla
comunicazione, ovvero a immagini che contengano verità, che ritornino a comunicare, che riscoprano le
proprie ragioni d’essere? Si tratta di riconoscere l’urgenza del comunicare autentico e metterla a nudo di
fronte alla realtà esterna. La metodologia dell’Ascolto Condiviso ha questo come primo intento:
riconoscere il nucleo poetico sotteso ad ogni urgenza di comunicare, intendendo per poetico l’intero
complesso degli aspetti che coinvolgono l’Uomo nella sua esistenza. Da qui la necessità di assumere
questa metodologia come ‘criterio permanente’, come esercizio a spostare costantemente la propria
attenzione a quello che viene ‘prima del cinema’.
Cerchiamo di capire qual è l’aspirazione a comunicare.
NELL’AMBITO DELLA COMUNICAZIONE AUDIOVISIVA ASCOLTO CONDIVISO SIGNIFICA VOLER DIVENTARE
ACUTI OSSERVATORI PRIMA CHE ‘SCRITTORI’ O ‘REGISTI’.
La metodologia dell’Ascolto Condiviso ci invita a coltivare lo spazio critico, nel senso di percorrere e
accettare la crisi che prende l’autore quando esercita, senza barare e con umiltà, le sue facoltà di
pensatore libero. Quando si ha il coraggio di accettare la sfida del mettersi in gioco che la realtà intesa
come sfera della vita nella sua complessità ci pone di fronte. In questo senso il metodo ha un ruolo
dialetticamente negativo, è l’invito all’azzeramento, alla non-azione, a ritrovare quella capacità al
silenzio e all’ascolto che è la forza intrinseca di ogni azione. Memoria non significa solamente archivio o
recupero del passato. Questo metodo è tutt’altro che un procedimento storiografico. Concepisce piuttosto
la memoria come pensiero sperimentale, creativo e modellante l’esistenza e il presente. La scrittura o il
mezzo tecnico di ripresa in questo caso diventano gli strumenti d’ascolto del proprio rapporto con il
mondo. I frammenti raccolti nell’osservazione attenta restituiscono non solo quello che ho osservato, ma
anche ciò che sono io in quanto osservatore in rapporto alla realtà osservata. Non è un gioco di parole.
Questi materiali formeranno il patrimonio di una Memoria di volti, situazioni, gesti, “drammaturgie”
infinitamente poetiche che saranno utilizzate nel momento della costruzione della sceneggiatura la quale,
dunque, risulterà essere l’esito (senza paradossi) di quello che io ho concepito e della realtà che mi ha
concepito per scrivere e realizzare il film.
Lo schema lineare classico: Scrittura Film
Idea tematica >> Soggetto >> Scaletta >> Trattamento >> Pre-sceneggiatura >> sceneggiatura tecnica >>
FILM
Lo schema “biologico” dell’Ascolto Condiviso
Osservazione, ascolto della realtà
in senso relazionale:
chi osserva
chi agisce
Confronto e ulteriore sviluppo attraverso
Analisi delle osservazioni compiute facendo
attenzione ai nuclei tematici, contenutistici,
emotive, poetici presenti nelle osservazioni
stesse
Sviluppo di questi punti-forza per sviscerare e
approfondire i nuclei portanti del racconto
Elaborazione della struttura narrativa,
rispettando i tempi naturali della drammaturgia
osservata in rapporto ai propri intenti
comunicativi
OBIETTIVI
1.Comprendere attraverso l’osservazione della realtà (anche con l’uso della videocamera) che è
possibile percepire temi, contenuti e situazioni che si possono enucleare in idee, racconti,
suggestioni, emozioni.
2.Costruire una sceneggiatura coerente in cui siano chiari presupposti e motivi del tema scelto e che
contenga una drammaturgia convincente creata attraverso: la successione degli avvenimenti, gli
ambienti e le ambientazioni, i personaggi, le connessioni a vario livello tra gli elementi in gioco.
PROPOSTE OPERATIVE
riflessioni sul rapporto scrittura-realtà-cinema: guardare il mondo/vedere il mondo  cinema di
finzione e cinema di non-finzione: una distinzione dissolta dal principio di non contraddizione
esempi e chiarimenti:
•i documentari di Dovzenko, Flaherty, Ivens
•“Rashomon” di Kurosawa
•Pasolini: soggettiva libera in diretta
• “I recuperanti” di Olmi
• “Il posto delle fragole” di Bergman
• la (sur)realtà visionaria di Buñuel
•il cinema trascendente di C.T. Dreyer
•Metafisica della realtà nel cinema di Andreij Tarkovskij
•il film “F for Fake” di O. Welles
•la poetica di Takeshi Kitano: favolose realtà
la metodologia dell’Ascolto Condiviso: cenni essenziali  il film “Il Giorno del Falco”
gruppi di lavoro: riprendere immagini liberamente
visione dei materiali e discussione: osservazione e ascolto; drammaturgia e micro connessioni del
reale  il racconto intrinseco alla realtà
riconoscere e scegliere i temi, i contenuti e le drammaturgie portanti nei materiali prodotti secondo
una visione razionale, emotiva, poetica
gruppi di lavoro: riprendere nuove immagini seguendo la direzione delle scelte operate in
precedenza: approfondimento dei temi, allargamento dei contenuti, precisazione della qualità
poetica ed emotiva delle immagini
dalle immagini alla scrittura: drammaturgia “naturale” e montaggio delle scene come flusso
“naturale” degli avvenimenti
visione materiali prodotti: l’emergere dei temi e delle chiavi poetiche  sviluppare e scrivere un
soggetto di stampo visivo e non letterario a partire dalle scelte tematiche, contenutistiche e
poetiche compiute analizzando i materiali ripresi. Nel racconto devono apparire chiaramente:
intenzioni del comunicare, stile della comunicazione, successione degli avvenimenti, carattere
essenziale dei personaggi, precisazione degli ambienti, intreccio generale delle vicende e microconnessioni, sottolineature emotive e poetiche
dalle immagini alle parole alle immagini  trasformazioni intercomunicanti: codificare secondo i
parametri formali della scrittura per film (sceneggiatura) il soggetto redatto: numerazione e
indicazione delle scene, descrizione degli ambienti, dei personaggi, delle azioni, dialoghi
esercizi di scrittura visiva  trasformare parole in immagini e immagini in parole: videohaiku
cenni critici sulla sceneggiatura tecnica
MODALITA’ DI LAVORO
Le attività proposte sono principalmente operative e pratiche e vengono realizzate e verificate dal e in
gruppo. Il confronto, la discussione e la condivisione nel gruppo sono procedure strutturali e intrinseche
al metodo dell’Ascolto Condiviso. Gli essenziali aspetti teorici proposti durante le varie fasi di svolgimento
e sviluppo delle attività serviranno unicamente allo scopo di presentare e chiarire, di volta in volta, il
quadro concettuale di riferimento della metodologia seguita. E’ previsto durante il corso l’intervento
qualificato di sceneggiatori e giornalisti la cui esperienza risulta altamente significativa per le finalità e gli
obiettivi di questa attività di formazione.
MEZZI
Una videocamera digitale consumer ogni 2-3 partecipanti.
Un televisore per visionare i materiali prodotti.
Un lettore Dvd.
Macchina fotocopiatrice per duplicare materiali cartacei e dispense.