definizioni tecniche per l`urbanistica e l`edilizia
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definizioni tecniche per l`urbanistica e l`edilizia
ALLEGATO SUB. A) “DEFINIZIONI TECNICHE PER L’URBANISTICA E L’EDILIZIA” ALLA DELIBERAZIONE DI C.C. N. 3 DEL 27.01.2014 DAL 28.01.2014 , IN APPLICAZIONE DELL’ART.57 , COMMA 4°, DELLA L.R. 30 LUGLIO 2013 N.15, TROVANO APPLICAZIONE LE DEFINIZIONI TECNICHE UNIFORMI DEI PARAMETRI URBANISTICI ED EDILIZI STABILITE DALLA DELIBERAZIONE DELL’ASSEMBLEA LEGISLATIVA 4 FEBBRAIO 2010 N.279. NELLE PRIME DUE COLONNE DELLA SEGUENTE TABELLA SONO RIPORTATE LE CITATE DEFINIZIONI TECNICHE UNIFORMI REGIONALI, MENTRE NELLA TERZA COLONNA SONO RIPORTATE LE ANALOGHE DEFINIZIONI RIPORTATE NELLE NTA DEL PRG VIGENTE. IN QUEST’ULTIMA COLONNA LE PORZIONI BARRATE SONO SOSTITUITE INTEGRALMENTE DALLE NUOVE DEFINIZIONI REGIONALI, RESTANO VALIDE MODESTE PRECISAZIONI RELATIVE ALL’APPLICAZIONE DEI PARAMETRI NELLE DIVERSE ZONE URBANISTICHE E SONO, ALTRESI’, RIPORTATI I COEFFICIENTI CORRETTIVI PER ASSICURARE L’EQUIVALENZA TRA LE NUOVE MODALITA’ DI CALCOLO DEI PARAMETRI EDILIZI ED URBANISTICI E QUELLE UTILIZZATE FINO AD OGGI. Parametri e indici urbanistici Oggetto 1. Superficie territoriale (ST) Definizione di cui all’Allegato A alla Delibera dell'Assemblea Legislativa n°279 del 04/02/2010 Superficie totale di una porzione di territorio, la cui trasformazione è sottoposta a strumentazione urbanistica operativa e attuativa (POC e PUA). Comprende la superficie fondiaria e le dotazioni territoriali. Nota: La superficie territoriale (ST) è la superficie di una porzione di territorio, cioè la superficie reale di un’area. Nel caso si dimostri, a seguito di nuova rilevazione, che la superficie reale non è coincidente con la superficie indicata su carta tecnica, su Data Base Topografico o su mappa catastale, si deve assumere la superficie reale come superficie territoriale. 2. Superficie fondiaria (SF) Superficie di una porzione di territorio destinata all’uso edificatorio. Rispetto alla superficie territoriale la superficie fondiaria è l’area residua al netto delle superfici per le dotazioni territoriali pubbliche. Rientrano nella superficie fondiaria le aree private gravate da servitù di uso pubblico. Per i soli casi di interventi su lotti del territorio urbanizzato, la superficie fondiaria (SF) può comprendere le eventuali superfici (di parcheggi) di dotazione territoriale pubblica che si rendono necessarie a seguito dell’intervento. Nota: La superficie fondiaria (SF) è la superficie di una porzione di territorio, cioè la superficie reale di un’area. Nel caso si dimostri, a seguito di nuova rilevazione, che la superficie reale non è coincidente con la superficie indicata su carta tecnica, su Data Base Topografico o su mappa catastale, si deve assumere la superficie reale come superficie fondiaria. 3. Densità territoriale Quantità massima di volumi o superfici realizzabili, o quantità realizzata, su una determinata superficie territoriale. La densità territoriale si esprime attraverso un Indice di edificabilità territoriale dato dal rapporto tra le quantità massime edificabili, o le quantità realizzate, e la relativa superficie territoriale. Definizione da PRG comunale vigente (Art. 7 delle NTA) Vd. Punto 58. St = Superficie territoriale La superficie territoriale è quella porzione di territorio che forma oggetto degli strumenti di attuazione del P.R.G. e comprende sia le aree di pertinenza degli edifici (Superficie fondiaria) che le aree per opere di urbanizzazione primaria e secondaria La St, sulla quale si applicano gl’indici IT ed UT va misurata al lordo della viabilità di urbanizzazione primaria eventualmente esistente o prevista internamente all'area dallo strumento urbanistico preventivo e al netto della viabilità classificata nelle tavole della Variante Generale al P.R.G. Vd. Punto 51. Sf = Superficie fondiaria Nel caso di attuazione mediante strumento urbanistico preventivo corrisponde alla differenza tra la Superficie territoriale e le superfici per opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Nel caso di attuazione edilizia diretta corrisponde all'area di intervento. La superficie fondiaria utilizzata per la realizzazione delle opere edilizie in applicazione degli indici If ed Uf di Zona Urbanistica, è asservita alle opere medesime e non può essere separata da queste. Nel caso di interventi in zona E, destinati ad usi non agricoli, si considera Sf, al fine della misurazione di Q, l'area di pertinenza dell'edificio su cui si interviene. Vd. Punto 68. Ut = Indice di utilizzazione territoriale Rappresenta il rapporto massimo consentito tra la superficie utile del o dei fabbricati (SU) e la superficie territoriale (St). L'indice di utilizzazione territoriale deve essere osservato, secondo il valore stabilito per le diverse Zone Urbanistiche o aree normative, negli interventi trasformativi e in ogni caso in cui si produca una variazione della SU. 4. Densità fondiaria 5. Ambito 6. Comparto 7. Lotto 8. Unità fondiaria Quantità massima di volumi o superfici realizzabili, o quantità realizzata, su una determinata superficie fondiaria. La densità fondiaria si esprime attraverso un Indice di edificabilità fondiaria dato dal rapporto tra le quantità massime edificabili, o le quantità realizzate, e la relativa superficie fondiaria. Parte di territorio definita dal PSC in base a caratteri propri e ad obiettivi di pianificazione, classificata e disciplinata in relazione a regole di trasformazione omogenee, attraverso parametri urbanistici ed edilizi, criteri e modalità di intervento, e norme di attuazione. Porzione di territorio in cui si opera previo PUA, con il coordinamento dei soggetti interessati. Il comparto può essere anche costituito da più aree tra loro non contigue. Porzione di suolo urbano soggetta ad intervento edilizio unitario, comprensiva dell’edificio esistente o da realizzarsi. Si definisce lotto libero, o lotto inedificato, l’unità fondiaria preordinata all’edificazione. Porzione di territorio individuata sulla base di attributi di natura giuridica o economica Sono, ad esempio, unità fondiarie: - le unità fondiarie preordinate all’edificazione, dette anche “lotti liberi” o “lotti inedificati”; - gli spazi collettivi urbani, quali i giardini pubblici, le piazze e simili; - le unità poderali, o unità fondiarie agricole, costituite dai terreni di un’azienda agricola e dalle relative costruzioni al servizio della Vd. Punto 63. Uf = Indice di utilizzazione fondiaria Rappresenta il rapporto massimo consentito tra la superficie utile del o dei fabbricati (SU) e la superficie fondiaria (Sf). L'indice di utilizzazione fondiaria deve essere osservato, secondo il valore stabilito per le diverse Zone Urbanistiche o aree normative, negli interventi trasformativi e in ogni caso in cui si produca una variazione della SU. Nel caso di edificazione successiva ad uno strumento urbanistico preventivo deve essere osservata la seguente equivalenza: Somma (Sf L x Uf L) <= St x Ut in cui: Sf L = superficie di ciascun lotto; Uf L = indice di utilizzazione fondiaria di ciascun lotto; St = superficie territoriale soggetta a strumento urbanistico preventivo; Ut = Indice di utilizzazione territoriale relativo allo strumento urbanistico preventivo. conduzione dell’azienda. 9. Superficie minima di intervento 10. Potenzialità edificatoria 11. Carico urbanistico Area individuata dagli strumenti urbanistici come superficie minima Vd. Punto 55. Sm = Superficie minima di intervento per l’ammissibilità di un intervento urbanistico-edilizio sull’area E’ la superficie territoriale minima che può formare oggetto di stessa. intervento edilizio. Nel caso di attuazione edilizia diretta non sono ammesse soluzioni di continuità dell'area di intervento. Il progetto di intervento deve essere esteso a tutti gli immobili compresi all'interno della superficie minima di intervento, in modo congruente con eventuali vincoli cartograficamente determinati dal P.R.G. Il progetto deve definire i tempi di realizzazione di tutti gli interventi: nel caso siano previsti anche interventi di riordino edilizio e di risanamento delle aree libere, solo al compimento di questi stessi potrà essere rilasciato il certificato di abitabilità/agibilità relativo agli altri immobili. Nel caso di interventi in zona E, al fine del computo della superficie minima per interventi, la S.A.U. in affitto non può superare la metà di quella complessiva dell’azienda. Quantità massima di edificazione consentita dalla completa applicazione degli indici, parametri urbanistico-edilizi ed eventuali vincoli stabiliti per quell’ area dagli strumenti urbanistici. Nota: La completa applicazione su di un’area dei parametri individuati dagli strumenti urbanistici vigenti ne esclude ogni ulteriore applicazione, nonostante intervenuti frazionamenti e/o passaggi di proprietà successivi. Fabbisogno di dotazioni territoriali e di infrastrutture per la mobilità di un determinato immobile o insediamento in relazione alle destinazioni d’uso e all’entità dell’utenza. Oggetti e parametri edilizi Oggetto 12. Area di sedime Definizione di cui all’Allegato A alla Delibera dell'Assemblea Legislativa n°279 del 04/02/2010 Superficie occupata dalla parte fuori terra di un fabbricato. Definizione da PRG comunale vigente (Art. 7 delle NTA) Vd. Punto 9. Area di sedime Area occupata da un fabbricato, nelle sue parti sia entro che fuori terra: normalmente coincide con la superficie coperta dell'edificio. 13. Superficie coperta (Sq) Proiezione sul piano orizzontale della sagoma planivolumetrica di un edificio. 14. Superficie permeabile (Sp) Porzione inedificata di una determinata superficie, priva di pavimentazione o di altri manufatti permanenti entro o fuori terra che impediscano alle acque meteoriche di raggiungere naturalmente e direttamente la falda acquifera. Nota: Rientrano nella quantificazione delle superfici permeabili anche le aree pavimentate con autobloccanti cavi o altri materiali che garantiscano analoghi effetti di permeabilità. La superficie permeabile, in questi casi, sarà computata con riferimento a specifici valori percentuali Vd. Punto 54. Sc = Superficie coperta Area risultante dalla proiezione orizzontale di tutte le parti edificate fuori terra, comprese le logge, i porticati, con esclusione delle parti aggettanti come balconi e sporti di gronda, delimitate dalle superfici esterne delle murature perimetrali. Il P.R.G. stabilisce il valore massimo che può assumere questo parametro per le diverse Zone Urbanistiche. Vd. Punto 56. Sp = Superficie permeabile La Superficie permeabile è quella di pertinenza degli edifici esistenti e di futura realizzazione, destinata a giardino, orti, camminamenti e percorsi pedonali, carrabili che garantiscono la permeabilità del suolo. A tal fine si considerano permeabili anche i percorsi pedonali e carrabili realizzati con autobloccante e/o lastre di cemento posate su letto di sabbia. Non si considerano superficie permeabile le aree verdi sovrastanti piani interrati. La superficie permeabile in ogni tipo di intervento in zone urbanistiche A, B, C, F, G, compresi quelli su edifici esistenti e fatta eccezione per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, non dovrà essere inferiore al 70% della superficie scoperta, salvo diverse prescrizioni di zona. Nella zona urbanistica D il 50% della superficie scoperta dovrà essere permeabile, fatto salvo quanto eventualmente definito per le specifiche zone urbanistiche: inoltre è ammessa la deroga al parametro sopra indicato nel caso di rispetto del disposto di cui all’art. 28 del P.T.C.P. e dell’art. 11, comma 3, lett. a1) del progetto Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità Interregionale del Bacino ConcaMarecchia (vasche di laminazione 500 mc. per ettaro).” Qualora, nella situazione esistente i limiti sopraindicati non siano rispettati, gli interventi consentiti dovranno prevedere anche la realizzazione di tutte quelle opere necessarie al raggiungimento di tali limiti. In linea di principio nelle aree permeabili delle zone urbanistiche A, B, C, dovrà essere garantita una dotazione vegetazionale di n. 2 alberi di alto fusto ogni 100 mq. di superficie scoperta oltre ad un congruo numero di arbusti. Nelle aree permeabili delle zone urbanistiche D tale parametro è definito a n.1 albero di alto fusto ogni 100 mq. Il rispetto di tale dotazione non è obbligatoria negli interventi manutentivi. Nelle aree permeabili sono ammessi modesti rimodellamenti del terreno, fino a un massimo di cm 100 dal piano di campagna originario. 15. Rapporto /indice di permeabilità (Ip) 16. Rapporto di copertura (Q) Rapporto tra la superficie permeabile (Sp) e la superficie territoriale o fondiaria. Si indica di norma come un rapporto minimo ammissibile espresso con una percentuale. Si definiscono così l’Indice di permeabilità territoriale (Sp/ST) e l’Indice di permeabilità fondiaria (Sp/SF) Rapporto tra la superficie coperta e la superficie fondiaria (Sq/SF). Vd. Punto 45. Q = Rapporto di copertura Si indica di norma come un rapporto massimo ammissibile Rappresenta il rapporto massimo ammesso tra la superficie coperta e espresso con una percentuale. la superficie fondiaria. Rapporto di copertura deve essere osservato, secondo il valore stabilito per le diverse Zone Urbanistiche, negli interventi trasformativi. Superfici Oggetto 17. Superficie lorda (Sul) denominata anche Superficie utile lorda 18. Superficie utile (Su) Definizione di cui all’Allegato A alla Delibera dell'Assemblea Legislativa n°279 del 04/02/2010 Somma delle superfici di tutti i piani fuori terra e seminterrati di un edificio, comprensiva dei muri perimetrali, delle partizioni e dei pilastri interni, esclusi i balconi, le terrazze scoperte, gli spazi scoperti a terra, le scale esterne, aperte e scoperte, e le scale di sicurezza esterne. Superficie di pavimento di tutti i locali di una unità immobiliare, al netto delle superfici definite nella superficie accessoria (Sa), e comunque escluse le murature, i pilastri, i tramezzi, gli sguinci, i vani di porte e finestre, le logge, i balconi e le eventuali scale interne. Ai fini dell’agibilità, i locali computati come superficie utile devono comunque presentare i requisiti igienico sanitari, richiesti dalla normativa vigente a seconda dell’uso cui sono destinati. Definizione da PRG comunale vigente (Art. 7 delle NTA) Vd. Punto 59. Su = Superficie utile La superficie utile dell'edificio è data dalla somma della superficie, misurata al lordo di murature interne e perimetrali, di tutti i piani. Nel computo della superficie utile, salvo diverse prescrizioni delle norme urbanistiche di zona, devono includersi : - le scale, i pianerottoli; - le scale esterne, anche se scoperte, poste a servizio dei piani superiori al piano primo; La superficie utile di una unità edilizia è data dalla somma delle superfici utili delle singole unità immobiliari che la compongono. Si computano nella superficie utile: le cantine poste ai piani superiori al primo piano fuori terra; le cantine che hanno altezza utile uguale o superiore a m 2,70; i sottotetti con accesso diretto da una unità immobiliare, che rispettano i requisiti di abitabilità di cui all’art. 2, comma 1, della LR 11/1998. Per gli immobili con destinazione d’uso non residenziale si computano altresì nella superficie utile: i locali destinati al personale di servizio e di custodia, nonché i locali adibiti ad uffici e archivi; le autorimesse, quando costituiscano strumento essenziale dell’attività economica (autonoleggi, attività di trasporto e assimilati). - gli attici e i sottotetti accessibili e non accessibili con caratteristiche diverse da quelle specificate al seguente comma; - i corpi chiusi aggettati (bow windows); - gli spazi porticati, le logge e i balconi, nei limiti specificati al seguente comma; - gli spazi seminterrati o interrati, con qualsiasi destinazione, con caratteristiche difformi da quelle specificate al comma seguente. In caso di difformità, essi vanno computati per intero. Dal computo della superficie utile sono esclusi, salvo diverse prescrizioni delle presenti norme per specifiche zone o insediamenti: a) gli spazi porticati aperti di altezza non superiore a metri 2,80 computata dal pavimento del portico a quello del primo piano, previsti al piano terreno di edifici collettivi da realizzare in attuazione di strumenti attuativi preventivi con previsioni planovolumetriche. Per edifici collettivi si intendono i blocchi di appartamenti e case a schiera di almeno 9 alloggi, i centri commerciali e gli alberghi di almeno 1.200 mq. di superficie utile. Tali spazi porticati dovranno avere lo scopo di garantire la continuità degli spazi esterni, di permettere il gioco e la sosta al coperto di bimbi e adulti. Non più del 50% dei porticati potrà essere destinato al parcheggio coperto delle auto; b) gallerie e spazi porticati di uso pubblico, di qualsiasi altezza; c) gli spazi porticati aperti su almeno due lati, fino ad un massimo di mq. 30 di superficie ogni fabbricato, con esclusione dei fabbricati di servizio, quali autorimesse, depositi, accessori agricoli; Ai fini delle presenti norme, per portico si intende quella porzione di edificio, posta al piano terra, aperto su almeno due lati e sorretto da pilastri. d) i locali interrati con altezza max di ml 2,40 destinati principalmente ad autorimessa; d1) i locali seminterrati di superficie complessiva non eccedente la Superficie coperta dell'edificio destinati a cantine, autorimesse e centrali termiche, a condizione che le altezze nette interne dei locali seminterrati non eccedano la dimensione di metri 2,50 e che il piano orizzontale passante per l'intradosso del solaio di copertura dei locali non presenti un'altezza superiore a m. 1,20 rispetto al piano orizzontale passante per il colmo della strada da cui l'edificio ha accesso; in alternativa possono essere esclusi i locali per cantine, autorimesse, centrali termiche e porticati realizzati al piano terra, a condizione che gli stessi abbiano una superficie complessiva non eccedente la Superficie coperta dell'edificio, e che le relative altezze nette interne non eccedano la dimensione di m. 2,40 per i porticati e per i locali destinati a cantina o autorimessa e di m. 2,50 per le centrali termiche e che i porticati risultino aperti per almeno il 50% del perimetro. In tutti i casi le centrali termiche non possono avere superficie inferiore a mq. 6 e superiore a 1/300 del volume dell'edificio. E’ sempre ammessa la deroga stabilita dalla Legge 122/89. e) i sottotetti non accessibili o accessibili con qualunque tipo di scala costituiti da solai sottostanti a falde di copertura che variano con continuità dalla linea di gronda a quella di colmo, che hanno pendenza non superiore al 35%, che determinano una intercapedine in cui l'altezza netta (media) interna fra l'estradosso del solaio e l'intradosso della copertura risulta non superiore a m. 1,80 con un massimo di m. 0,50 in corrispondenza dell'imposta della falda, e in cui le eventuali aperture interessanti la falda presentano la medesima giacitura del piano della falda, mentre quelle eventualmente praticate nelle pareti perimetrali sono strettamente finalizzate alla ventilazione ed illuminazione dei locali il tutto nel rispetto del rapporto di illuminazione non superiore ad 1/10; Al fine di agevolare l’utilizzo di tecniche che si richiamano alla bioedilizia, in particolare nel caso di coperture in legno, ventilate, le altezze di cui al precedente comma saranno calcolare all’intradosso delle travi portanti. f) i volumi tecnici emergenti dal piano di copertura dell'edificio, quali extra-corsa degli ascensori, canne fumarie e di ventilazione, impianti per l'utilizzo dell'energia alternativa; g) i balconi e le pensiline in genere con aggetto non superiore a ml 1,50 , e le logge , a condizione : - che la delimitazione perimetrale dei balconi risulti costituita dal solo parapetto per almeno la metà del perimetro stesso ; - che le logge risultino delimitate sul lato aperto dal solo parapetto ; - che in entrambi i casi il parapetto non ecceda l'altezza di m. 1,10. In caso di aggetto eccedente le dimensioni suddette, la superficie del balcone e delle pensiline va considerata Su per la quota corrispondente all'eccedenza di aggetto. Ai fini delle presenti norme, per loggia si intende quella porzione di edificio, posta oltre il piano terra, costituita dalla rientranza rispetto al profilo di sedime del piano inferiore, con al max 2 lati aperti e con profondità non superiore a ml 3,00. h) i vani ascensore, i vani montacarichi ed i vani per impianti tecnologici; i) le scaffalature metalliche prefabbricate in edifici con usi C3, C4, C5, C7 e P1, anche se sviluppate su più piani accessibili, facilmente smontabili e amovibili, adibite a deposito / magazzino merci, con ingombro planimetrico non eccedente il 15% della superficie utile netta di piano; l) le pensiline in edifici con usi C1 con Su>mq 1.000, A2 , C3, C4, C5, C7 e P1, con aggetto max = ml 3,00 , adibite a zona carico/scarico e rimessaggio autoveicoli: tali superfici al fine del calcolo dei parametri Q e Sp costituiscono superficie coperta ed impermeabile. Tali pensiline sono ammesse a condizione che sia rispettata la distanza minima d1=d2=d3 non inferiore a ml 1,50. Per pensilina si intende una copertura aggettante, priva di appoggio a terra nella sua porzione più esterna, dette strutture non sono ammesse in edifici di interesse storico testimoniale . m) precari ex regolamento com.le n.35/1995, chiusura balconi, portici con infissi facilmente amovibili e apribili per almeno il 50% della lunghezza del perimetro o raccoglibili tipo “Sunroon” ecc. n) lo spessore delle pareti esterne eccedente i cm 30 . Ai soli fini di agevolare l’adempimento degli obblighi previsti dalla normativa sulla certificazione energetica (D.Lgs n°192/05, così come modificato dal D.Lgs n°311/06) per il computo della Superficie Utile lo spessore delle pareti esterne è convenzionalmente fissato in cm 30. Negli edifici esistenti ai fini del calcolo della Superficie Utile non sono computabili: 1) i locali interrati esistenti di qualsiasi altezza e caratteristiche ; 2) i locali di servizio esistenti posti al piano seminterrato di qualsiasi altezza e caratteristica e quelli posti al piano terra con altezza inferiore a ml 2,70 ; 3) i sottotetti esistenti, adibilti a locali di servizio, compresi quelli con caratteristiche diverse da quanto indicato al precedente punto e); 4) lo spessore del termocappotto o altro materiale similare posato sulle pareti esterne, al fine di ottenere la certificazione energetica di cui al D.Lgs n°192/05, così come modificato dal D.Lgs n°311/06, fino ad un massimo di cm 10 . La posa sulle pareti esterne del termocappotto o altro materiale similare al fine di ottenere la certificazione energetica di cui al D.Lgs n°192/05, così come modificato dal D.Lgs n°311/06, è sempre consentita e non comporta aumento di S.U. negli interventi edilizi per i quali sia stato presentata richiesta di permesso di costruire o sia stata presentata D.I.A. prima dell’1.02.2007. Le disposizioni di cui alla precedente lett.n) e al punto n°4 , primo e secondo periodo, si applicano subordinatamente al rispetto di quanto previsto, in materia di distanze dal precedente articolo 7 - punto n°19. 19. Superficie accessoria (Sa) Superficie di pavimento degli spazi di una unità edilizia o di una unità immobiliare aventi carattere di servizio rispetto alla destinazione d’uso dell’unità stessa, misurata al netto di murature, pilastri, tramezzi, sguinci, vani di porte e finestre. Nel caso di vani coperti, si computano le parti con altezza utile uguale o maggiore a m 1,80. Per tutte le funzioni si computano, in via esemplificativa, nella superficie accessoria: spazi aperti (coperti o scoperti), quali portici e gallerie pedonali (se non gravati da servitù di uso pubblico), ballatoi, logge, balconi e terrazze; le tettoie con profondità superiore a m 1,50; le cantine poste al piano interrato, seminterrato o al primo piano fuori terra, purché abbiano altezza inferiore a m 2,70; i sottotetti che hanno accesso diretto da una unità immobiliare ma non rispettano i requisiti di abitabilità di cui all’art. 2, comma 1, della LR n. 11/1998; i sottotetti che hanno accesso dalle parti comuni di una unità edilizia, per la porzione con altezza utile maggiore o uguale a m 1,80; le autorimesse e i posti auto coperti; i vani scala interni alle unità immobiliari computati in proiezione orizzontale, a terra, una sola volta; Vd. Punto 59. lett. m) Si computano altresì nella superficie accessoria: (ai sensi del regolamento comunale approvato con delibera C.C. n.35/1995). balconi, portici… anche chiusi con infissi facilmente amovibili e apribili per almeno il 50% della lunghezza del perimetro o raccoglibili tipo “Sunroon” ecc. 20. Superfici escluse dal computo della Su e della Sa 21. Superficie complessiva (Sc) le parti comuni, quali i locali di servizio condominiale in genere, i depositi, gli spazi comuni di collegamento orizzontale, come ballatoi o corridoi (di accesso alle abitazioni o alle cantine), esclusi gli spazi comuni di collegamento verticale e gli androni condominiali. Non costituiscono né superficie utile né accessoria: i porticati o gallerie gravati da servitù di uso pubblico; gli spazi scoperti a terra (cortili, chiostrine, giardini) sia privati che comuni; le parti comuni di collegamento verticale (vani ascensore, scale e relativi pianerottoli) e gli androni condominiali; i corselli delle autorimesse costituenti parti comuni, anche se coperti, e relative rampe; le pensiline; le tettoie con profondità inferiore a m 1,50; i tetti verdi non praticabili; i lastrici solari, a condizione che siano condominiali e accessibili solo da spazi comuni; i pergolati a terra; gli spazi con altezza inferiore a m 1,80; vani tecnici e spazi praticabili che ospitano qualsivoglia impianto tecnologico dell’edificio (tra cui: le centrali termiche, i vani motori di ascensori, le canne fumarie e di aerazione, le condotte, le intercapedini tecniche). Somma della superficie utile e del 60% della superficie accessoria Si stabilisce che il coefficiente correttivo per rendere equivalente (Sc = Su + 60% Sa). il parametro della Superficie Utile (SU) definita all’art.7 p.to 59 delle NTA vigenti, con il parametro della Superficie Complessiva (Sc) definita dall’allegato “A” della Delibera dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna n°279 del 04.02.2010 è: per le zone A-B-C-F-G-H e per le zone E (limitatamente alla funzione abitativa) = 1,44, cioè: Sc = SU (Superficie utile art.7 p.to 59 delle NTA) x 1,44 per le zone D e per le zone E (limitatamente ai servizi agricoli ed a funzioni non abitative) = 1,00, cioè: Sc = SU (Superficie utile art.7 p.to 59 delle NTA) x 1,00 e comunque entro i limiti massimi edificabili previsti dal PRG vigente in applicazione dell’art.7 p.to 59 delle NTA. 22. Superficie catastale (Sca) 23. Parti comuni / condominiali 24. Superficie di vendita (Sv) Si veda l’Allegato C del DM 138/1998 recante: “Norme tecniche per la determinazione della superficie catastale delle unità immobiliari a destinazione ordinaria (gruppi R, P, T)”. Spazi catastalmente definiti come “parti comuni” in quanto a Vd. Punto 33. Parti comuni condominiali servizio di più unità immobiliari. Nel condominio degli edifici, le parti comuni sono quelle elencate all'art. 1117 del Codice Civile, e costituiscono generalmente superficie servizi. Tra i locali di servizio in comune, oltre a quelli tecnici, di collegamento e di deposito (in particolare per le biciclette), sono compresi quelli destinati al gioco dei bambini e ad altre varie attività collettive. Superficie di pavimento dell’area destinata alla vendita, compresa Vd. Punto 60. Sv = Superficie di vendita quella occupata da banchi, scaffalature e simili e quelle dei locali o La superficie di vendita di un esercizio commerciale è la misura delle aree esterne frequentabili dai clienti, adibiti all’esposizione delle aree destinate alla vendita comprese quelle occupate da banchi, merci e collegati direttamente all’esercizio di vendita. Non scaffalature, vetrine, e quelle di vani adibiti all'esposizione delle merci costituisce superficie di vendita quella destinata a magazzini, frequentabili dal pubblico, purché collegati funzionalmente e depositi, locali di lavorazione, uffici e servizi igienici, impianti direttamente all'esercizio di vendita. Non costituisce superficie di tecnici e altri servizi per i quali non è previsto l’ingresso dei clienti, vendita quella destinata a magazzini, depositi, locali di lavorazione, agli nonché gli spazi di “cassa” e “avancassa” purché non adibiti uffici ed ai servizi, ivi comprese, per le macellerie e le attività di vendita all’esposizione. di prodotti ittici (Tab. II, III, IV, V, VIII), le celle frigorifere. Non fa parte della superficie di vendita quella relativa ai locali di esposizione Per quanto riguarda gli esercizi di merci ingombranti ci si riferisce permanentemente chiusi al pubblico. Le mostre aperte al pubblico non alla DCR 26 marzo 2002, n. 344. rientranti nella definizione di cui all'art. 115 del T.U.L.P.S. 18.06.1931, n. 773 e di cui all'Art. 208 del relativo Regolamento di esecuzione, sono equiparate a tutti gli effetti ad esercizi commerciali e quindi rientrano nella presente definizione. 25. Area dell’insediamento (Ai) Fermo restando il computo dei volumi edilizi connessi con l’attività (uffici, accoglienza, spogliatoi, servizi igienici etc.), l’area dell’insediamento è la superficie di uno spazio all’aperto comprendente attrezzature scoperte destinate ad attività sportive, ricreative, turistiche o comunque di interesse collettivo, ivi comprese le superfici destinate ad accogliere gli eventuali spettatori, delimitata da opere di recinzione e/o individuata catastalmente o progettualmente. La misura dell’area dell’insediamento si utilizza per la determinazione convenzionale dell’incidenza degli oneri di urbanizzazione destinati alla realizzazione ed alla manutenzione delle infrastrutture per l’urbanizzazione degli insediamenti, alle aree ed alle opere per le attrezzature e per gli spazi collettivi e per le dotazioni ecologiche ed ambientali, e ai fini del calcolo del contributo di costruzione afferente agli oneri di urbanizzazione stessi, in applicazione delle relative Tabelle Parametriche Regionali. Sagome e volumi Oggetto 26. Sagoma planivolumetrica 27. Sagoma Definizione di cui all’Allegato A alla Delibera dell'Assemblea Legislativa n°279 del 04/02/2010 Figura solida definita dall’intersezione dei piani di tutte le superfici di tamponamento esterno e di copertura dell’edificio e del piano di campagna, compresi i volumi aggettanti chiusi e quelli aperti ma coperti (bow window, logge, porticati) e i volumi tecnici, al netto dei balconi e degli sporti aggettanti per non più di m 1,50, delle sporgenze decorative e funzionali (comignoli, canne fumarie, condotte impiantistiche), delle scale esterne aperte e scoperte se a sbalzo, delle scale di sicurezza esterne e di elementi tecnologici quali pannelli solari e termici. Proiezione su uno dei piani verticali della sagoma planivolumetrica. Definizione da PRG comunale vigente (Art. 7 delle NTA) Vd. Punto 48. Sagoma dell’edificio La sagoma di un edificio è la figura solida definita dall’intersezione dei piani delle coperture (falde, lastrici solari, coperture a terrazza) con i muri perimetrali e con il piano o più piani di campagna al netto dei balconi, di altri sporti aggettanti e di eventuali superfetazioni. 28. Volume totale o lordo (Vt) 29. Volume utile (Vu) Volume della figura solida fuori terra definita dalla sua sagoma planivolumetrica . Somma dei prodotti delle superfici utili o accessorie per le relative Vd. Punto 73. V = Volumetria altezze utili; il volume utile di un vano può risultare dalla somma di Il volume degli edifici si computa, vuoto per pieno, come sommatoria più parti con altezze diverse. dei prodotti delle superfici utili per le relative altezze lorde di piano misurate da pavimento a pavimento. Ai fini del computo, lo spessore dei solai è convenzionalmente fissato in m. 0,30. Sono esclusi dal computo dei volumi i sottotetti, il piano interrato e il piano terra che non costituiscono superficie utile. Per l'ultimo piano di ciascuna parte dell'edificio l'altezza lorda si misura dal pavimento all'intradosso della copertura. Qualora la copertura sia costituita da porzioni aventi diversa altezza si considererà ciascuna porzione separatamente. Come intradosso della copertura si considererà quello della struttura, libera da eventuali intercapedini. Per i vani della scala e ascensore e per le scale esterne si considererà l'altezza di ciascun piano servito ed attraversato con esclusione dei piani non costituenti superficie utile. Piani Definizione di cui all’Allegato A alla Definizione da PRG comunale vigente (Art. 7 delle NTA) Delibera dell'Assemblea Legislativa n°279 del 04/02/2010 Spazio delimitato dall’estradosso del solaio inferiore, detto piano di Vd. Punto 37. Piano 30. Piano di un edificio calpestio (o pavimento), e dall’intradosso del solaio superiore Spazio del fabbricato, praticabile in tutto o in parte, compreso tra due (soffitto) che può essere orizzontale, inclinato, curvo, misto. solai e collegato ad altri eventuali piani del fabbricato e/o all'esterno dello stesso. Piano di un edificio il cui pavimento si trova in ogni suo punto perimetrale a una quota uguale o superiore a quella del terreno 31. Piano fuori terra circostante, anche a seguito delle opere di sistemazione dell’area. Oggetto 32. Piano seminterrato Piano di un edificio il cui pavimento si trova a una quota inferiore (anche solo in parte) a quella del terreno circostante e il cui soffitto si trova ad una quota media uguale o superiore a m 0,90 rispetto al terreno, misurata sulla linea di stacco dell’edificio. Ai fini del computo delle superfici, i piani con quota di soffitto sopraelevata rispetto a quella del terreno circostante di una misura 33. Piano interrato 34. Sottotetto 35. Soppalco in media inferiore a m 0,90 sono assimilati ai piani interrati. Sono assimilati a piani fuori terra: i seminterrati il cui pavimento sia, almeno su un fronte, ad una quota uguale o superiore a quella del terreno circostante; i seminterrati il cui pavimento sia ad una quota media uguale o superiore a m -0,30 rispetto a quella del terreno circostante. Piano di un edificio il cui soffitto si trova ad una quota uguale o inferiore a quella del terreno circostante, intesa come linea di stacco dell’edificio. Ai fini del computo delle superfici, sono assimilati agli interrati i seminterrati con quota di soffitto sopraelevata rispetto a quella del terreno circostante di una misura media inferiore a m 0,90. Spazio compreso tra l’intradosso della copertura non piana dell’edificio e l’estradosso del solaio del piano sottostante. Partizione orizzontale interna praticabile, che non determina un ulteriore piano nell’edificio, ottenuta con la parziale interposizione di una struttura portante orizzontale in uno spazio chiuso. La superficie del soppalco non può superare il 50% di quella del locale che lo ospita; in caso contrario si determina un nuovo piano nell’edificio. Qualora tutta o parte della superficie soprastante o sottostante sia utilizzata per creare uno spazio chiuso, con esclusione del vano scala, il vano ottenuto è considerato a sé stante. Vd. Punto 52. Soppalco Si definisce soppalco la superficie praticabile aggiuntiva (rispetto ai piani dell'edificio) ottenuta interponendo un solaio orizzontale in uno spazio chiuso, quando almeno uno degli spazi così ottenuti, al di sopra o al di sotto del soppalco stesso, (se presenta altezza interna >1,80 m), risulta in tutto o in parte delimitato da partizioni interne verticali (quali pareti, infissi o protezioni). In tal caso il soppalco fa parte della SU e si aggiunge a quella preesistente. Altezze Oggetto 36. Altezza dei fronti (Hf) Definizione di cui all’Allegato A alla Delibera dell'Assemblea Legislativa n°279 del 04/02/2010 Misura ottenuta dalla differenza della quota media della linea di stacco dell’edificio con la più alta delle seguenti quote: - intradosso del solaio sovrastante l’ultimo piano che determina Su; - linea di intersezione tra il muro perimetrale e l’intradosso del solaio di copertura, per gli edifici con copertura inclinata fino a 45°; - linea di colmo, per gli edifici con copertura inclinata maggiore di Definizione da PRG comunale vigente (Art. 7 delle NTA) Vd. Punto 4. Altezza del fronte dei fabbricati E’ l’altezza media misurata sui vari fronti dell’edificio quale differenza tra le seguenti quote: a) la quota del soffitto dell’ultimo piano abitabile o della falda del sottotetto che costituisce superficie utile, misurata all’intradosso del solaio sia orizzontale che inclinato (in questo caso calcolato nel punto 45°; - sommità del parapetto in muratura piena, avente l’altezza superiore a m 1,20, per gli edifici con copertura piana; - media delle altezze dei punti più alti sull’intradosso della copertura, per le coperture a padiglione. Nella determinazione delle altezze, sono comunque esclusi: i parapetti in muratura piena al piano di copertura con altezza minore di m 1,20 o quando i vuoti prevalgono sui pieni; i manufatti tecnologici, quali extracorsa di ascensori, tralicci, ciminiere e vani tecnici particolari, fatte salve le disposizioni relative ai vincoli aeroportuali. 37. Altezza dell’edificio (H) Altezza massima tra quella dei vari fronti. medio); b) la quota della strada in mezzeria o la quota del marciapiede là dove esistente. Solo in mancanza di questi ultimi elementi ci si deve riferire alla quota del terreno circostante esistente, come, ad esempio, nel caso di edifici in zona agricola posti a distanza superiore a mt. 50 dalla via pubblica. Il piano del terreno sistemato non potrà eccedere i ml 1,00 in riporto rispetto al piano di campagna preesistente, semprechè tali sistemazioni siano necessarie e giustificate dalla configurazione originaria del terreno. In caso di riporto dei terreni, le altezze sono da computarsi così come riportato nella precedente definizione. Nel caso di autorimesse interrate o seminterrate, il percorso di accesso in trincea non viene considerato piano del terreno sistemato: in tal caso, per il calcolo della visuale libera e dell’altezza massima, si farà riferimento al terreno sistemato lungo il perimetro esterno a tale percorso carraio. Per gli edifici a schiera o a corpi di varia altezza, le altezze dovranno essere calcolate per ogni singolo corpo. Nel caso di edifici prefabbricati in zona D la quota di cui alla lettera a) si misura all’intradosso della struttura portante della copertura (travi, capriate, ecc.). Vd. Punto 3. Altezza del fabbricato E' la media delle altezze delle varie fronti (Hf). Il P.R.G. stabilisce il valore massimo (H max) che può assumere questo parametro per le diverse Zone Urbanistiche o per singoli tipi di edifici. Nei fabbricati, che abbiano altezza superiore a quella massima prescritta per la Zona Urbanistica in cui ricadono, può essere mantenuta l'altezza esistente, tranne che negli interventi di demolizione e ricostruzione. Sono esclusi dai limiti di altezza i manufatti tecnici, quali tralicci per le linee elettriche, serbatoi idrici, torri piezometriche, ciminiere, silos, extra-corsa degli ascensori, impianti per l’utilizzo dell’energia alternativa. 38. Altezza utile (Hu) 39. Altezza virtuale (o altezza utile media) (Hv) 40. Altezza lorda dei piani Altezza netta del vano misurata dal piano di calpestio all’intradosso Vd. Punto 6. Altezza interna del locale del solaio sovrastante o delle strutture sottoemergenti dal soffitto L'altezza interna del locale è la distanza netta tra il pavimento ed il (travetti), senza tener conto delle irregolarità e dei punti singolari. soffitto, misurata senza tener conto delle travi principali, delle irregolarità e dei punti singolari. Ai fini della individuazione degli spazi fruibili (ossia aventi Quando il soffitto del locale è inclinato o voltato, la misura media un'altezza utile non inferiore a m. 1,80), e di quelli non fruibili, convenzionale dell’altezza viene ricavata dal rapporto tra il volume l’altezza utile si misura senza tenere conto di eventuali netto interno del locale e la superficie del suo pavimento. controsoffitti, salvo il caso in cui gli stessi siano necessari per la L'altezza netta interna rappresenta la dimensione richiesta ai locali copertura di impianti tecnologici. abitabili ai fini del soddisfacimento del requisito della disponibilità di spazi minimi, ed in particolare della rispondenza al D.M. 5/7/1975 per Ai fini del rispetto dei requisiti cogenti in materia di altezza minima l'edilizia abitativa. dei locali, essa si misura fino all’altezza dell’eventuale controsoffitto L’altezza netta interna dei locali per cantine ed autorimesse realizzati (altezza utile netta). fuori terra non potrà in ogni caso superare m. 2,40. Rapporto tra il volume (eventualmente calcolato come somma di Vd. Punto 5. Altezza media più parti) dello spazio considerato e la relativa superficie di Rapporto tra il volume effettivo e la superficie sottesa. pavimento, con esclusione delle porzioni con altezza inferiore a m 1,80. Differenza fra la quota del pavimento di ciascun piano e la quota del pavimento del piano sovrastante. Per l’ultimo piano dell’edificio si misura dal pavimento fino all’intradosso del soffitto o della copertura. In tale misura non si tiene conto delle travi e delle capriate a vista. Qualora la copertura sia a più falde inclinate, il calcolo si effettua come per l’altezza virtuale. Distanze Oggetto 41. Distanza dai confini di zona o di ambito urbanistico Definizione di cui all’Allegato A alla Delibera dell'Assemblea Legislativa n°279 del 04/02/2010 Definizione da PRG comunale vigente (Art. 7 delle NTA) Vd. Punto 19. d2= distanza dai confini di zona Lunghezza del segmento minimo che congiunge l’edificio, E' la distanza intercorrente tra il fabbricato e il confine di zona e si compresi i suoi punti di affaccio, con il confine di zona o di ambito applica tra zone omogenee diverse. urbanistico. Negli interventi di nuova edificazione di edifici residenziali, e nell'ampliamento o sopraelevazione di edifici residenziali, si applica una distanza minima di 5 mt salvo specifiche prescrizioni definite nelle Zone Urbanistiche, nelle aree normative connesse o nelle schede relative agli usi ammessi. 42. Distanza dai confini di proprietà 43. Distanza dal confine stradale Negli interventi di ampliamento e sopraelevazione di edifici produttivi, direzionali e commerciali si applica una distanza minima di 5 mt nelle zone di completamento salvo specifiche prescrizioni definite nelle Zone Urbanistiche, nelle aree normative connesse o nelle schede relative agli usi ammessi. Negli interventi di nuova edificazione di edifici produttivi, direzionali e commerciali si applica una distanza minima di 6 mt., ad eccezione di confini zona che intercorrono tra il lotto e parcheggi pubblici o verde pubblico di arredo, se attuati come aree di cessione relative all'intervento stesso per i quali si applica una distanza minima di 5 mt. Specifiche prescrizioni ed opportunità di intervento possono essere previste dalla presente normativa nelle singole Zone Urbanistiche, così come possono essere previste dalla Disciplina Particolareggiata delle Z.T.O. "A". Vd. Punto 19. d1= distanza dai confini di proprietà Lunghezza del segmento minimo che congiunge l’edificio, E' la distanza minima intercorrente tra il fabbricato ed il confine di compresi i suoi punti di affaccio, con il confine della proprietà. proprietà, da intendersi come limite della proprietà che ricade all'interno della stessa Zona Urbanistica. Nelle nuove costruzioni, negli ampliamenti e negli interventi di demolizione e ricostruzione è prevista una distanza minima di 5 metri. Negli interventi sui fabbricati esistenti si mantengono le distanze esistenti, ad eccezione degli interventi di demolizione e ricostruzione non fedele per i quali dovranno essere rispettate le distanze fissate per singola zona urbanistica. Specifiche prescrizioni ed opportunità di intervento possono essere previste dalla presente normativa nelle singole Zone Urbanistiche, così come possono essere previste dalla Disciplina Particolareggiata delle zone omogenee "A". Vd. Punto 19. d4= distanza dalle strade Lunghezza del segmento minimo che congiunge l’edificio, Il parametro d4 determina la distanza dai confini stradali da compresi i suoi punti di affaccio, con il confine stradale, così come rispettare negli interventi di nuova costruzione, demolizione e definito dal Nuovo Codice della strada. ricostruzione, e viene definito in: d4.1 = distanza dell'edificazione dai confini delle strade; d4.2 = distanza delle recinzioni dai confini delle strade. Le distanze dai confini stradali sono definite nel rispetto di quanto indicato al successivo art. 160 e delle distanze minime previste dal Regolamento di esecuzione del Nuovo Codice della Strada. 44. Distanza tra edifici / Distacco (De) 45. Indice di visuale libera (Ivl) Vd. Punto 19. d3= distanza tra edifici Lunghezza del segmento minimo che congiunge gli edifici, E' la distanza intercorrente tra edifici prospicienti. compresi i punti di affaccio. Negli interventi di nuova edificazione, di ampliamento o sopraelevazione e negli interventi di demolizione e ricostruzione, è prevista di norma una distanza minima di 10 mt. Negli interventi su edifici esistenti si mantengono le distanze preesistenti ad eccezione degli interventi di demolizione e ricostruzione non fedele per i quali dovranno essere rispettate le distanze fissate per singola zona urbanistica. Non sono comunque ammesse nuove aperture (finestre e porte-finestre) su pareti prospicienti pareti finestrate o non, poste a distanza inferiore a 10 ml con le seguenti eccezioni e, comunque, nel rispetto delle norme in materia di “vedute” previste dal Codice Civile: 1) aperture in locali di servizio in genere finalizzate al raggiungimento del rapporto minimo di illuminazione ed areazione stabilito dalle vigenti norme igienicosanitarie; 2) modesti ampliamenti e modifiche alle aperture esistenti anche in locali di abitazione e locali in cui si svolge la vita, la permanenza e l’attività di persone, finalizzate al raggiungimento del rapporto minimo di illuminazione ed areazione stabilito dalle vigenti norme igienico-sanitarie. Specifiche prescrizioni ed opportunità di intervento possono essere previste dalla presente normativa nelle singole Zone Urbanistiche, così come possono essere previste dalla Disciplina Particolareggiata delle Z.T.O. "A" salvo specifiche prescrizioni definite nelle Zone Urbanistiche, nelle aree normative connesse e nelle schede relative agli usi ammessi. Vd. Punto 72. Vl = Visuale libera Rapporto fra la distanza dei singoli fronti del fabbricato dai confini Rappresenta il rapporto minimo che deve esistere tra il distacco delle di proprietà o dai confini stradali, e l’altezza dei medesimi fronti. varie fronti del fabbricato dai confini di zona e proprietà, dai cigli stradali, dal vertice di visuale libera di fronti prospicienti di altri edifici o dalle altre fronti dello stesso edificio (nel caso in cui su almeno una di queste si aprano finestre di vani di abitazione) e l'altezza delle fronti medesime. Per vertice di visuale libera deve intendersi il punto teorico individuato sul piano orizzontale dal distacco da osservarsi in applicazione della visuale libera dalla fronte del fabbricato. La visuale libera di un fabbricato preesistente, se inferiore al valore prescritto è da intendersi prevalente rispetto a tale valore, tranne il caso di interventi di demolizione e ricostruzione. La visuale libera deve essere osservata, nel rapporto minimo di 0,5 ml/ml, negli interventi trasformativi e nella sopraelevazione. Negli strumenti urbanistici preventivi sono ammesse, tra i fabbricati e le aree destinate ad opere di urbanizzazione primaria e secondaria interne all'area di intervento, distanze inferiori a quelle di norma, qualora ciò sia motivato dalla organizzazione funzionale degli spazi e degli edifici previsti nel progetto urbanistico, fatto salvo quanto definito nelle relative Zone Urbanistiche. Altre definizioni Oggetto 46. Volume tecnico 47. Vuoto tecnico 48. Unità immobiliare Definizione di cui all’Allegato A alla Delibera dell'Assemblea Legislativa n°279 del 04/02/2010 Spazio ispezionabile, ma non stabilmente fruibile da persone, destinato agli impianti di edifici civili, industriali e agro – produttivi come le centrali termiche ed elettriche, impianti di condizionamento d’aria, di sollevamento meccanico di cose e persone, di canalizzazione, camini, canne fumarie, ma anche vespai, intercapedini, doppi solai. Ai fini del calcolo delle superfici, sono comunque escluse le centrali termiche, i vani motori di ascensori, le canne fumarie e di aerazione, le condotte e le intercapedini tecniche; i restanti volumi tecnici sono computati a seconda che siano o meno praticabili. Camera d’aria esistente tra il solaio del piano terreno e le fondazioni, destinato anche all’aerazione e deumidificazione della struttura dell’edificio, con altezza non superiore a m 1,80. Porzione di fabbricato, intero fabbricato o gruppi di fabbricati, ovvero area, suscettibile di autonomia funzionale e di redditualità nel locale mercato immobiliare, secondo le norme catastali. Definizione da PRG comunale vigente (Art. 7 delle NTA) 49. Alloggio 50. Unità edilizia (Ue) 51. Edificio o fabbricato Unità immobiliare destinata ad abitazione. Unità tipologico-funzionale che consiste in un edificio autonomo dal punto di vista spaziale, statico e funzionale, anche per quanto riguarda l’accesso e la distribuzione, realizzato e trasformato con interventi unitari. L’unità edilizia ricomprende l’edificio principale e le eventuali pertinenze collocate nel lotto. Nel caso di un insieme di più edifici in aderenza, ciascuna porzione funzionalmente autonoma (da terra a tetto) rispetto a quelle contigue è identificabile come autonomo edificio e dà luogo a una propria unità edilizia. Costruzione stabile, dotata di copertura e comunque appoggiata o infissa al suolo, riconoscibile per i suoi caratteri morfologico – funzionali, che sia accessibile alle persone e destinata alla soddisfazione di esigenze perduranti nel tempo. Per edificio residenziale si prevalentemente ad abitazione. intende l’edificio destinato Per edificio non residenziale si intende l’edificio destinato prevalentemente ad uso diverso da quello residenziale. Rientrano tra gli edifici anche le serre fisse, i parcheggi multipiano, i chioschi non automatizzati, le tettoie autonome, le tensostrutture. Vd. Punto 2. Alloggi (= Abitazione) Insieme di vani ed accessori, situati in uno o più edifici, funzionalmente connessi tra loro e destinati ad ospitare un nucleo familiare. Vd. Punto 64. Unità edilizia Si definisce unità edilizia l’unità organica costituita da un edificio, quale oggetto dominante, nonché dall’area di pertinenza e dalle eventuali altre pertinenze. Sono pertinenze di un edificio gli immobili che, pur autonomamente individuabili, non svolgono una funzione indipendente, ma sono posti in rapporto durevole di relazione subordinata, al servizio della funzione o delle funzioni dell’edificio: area di pertinenza o lotto, corpi accessori anche staccati dall’edificio principale destinati a funzioni pertinenziali (quali garage, cantine, centrale termica, altri impianti), ed inoltre alberature, impianti ed altri manufatti di pertinenza, quali le recinzioni, ecc. Qualora l’edificio non abbia alcuna pertinenza esso coincide con l’unità edilizia. Nel caso di un insieme di più edifici in aderenza, ciascuna porzione che presenta caratteri di autonomia dal punto di vista funzionale è identificabile come autonomo edificio e dà luogo ad una propria unità edilizia. Qualora due edifici aderenti costruiti originariamente come due unità edilizie indipendenti siano state organicamente connessi dal punto di vista funzionale e distributivo, sono da considerare un’unica unità edilizia. Vd. Punto 21. Edificio e Punto 24. Fabbricato Classe di costruzioni che si qualifica come contenitore di spazi, organizzabili in funzione di particolari attività svolte o assistite dall'uomo. Nelle definizioni di “EDIFICIO” non rientrano le costruzioni di muretti di contenimento per la realizzazione di scivoli per consentire l’accesso a piani interrati e seminterrati di edifici e, pertanto, i manufatti posti in essere per tali fini possono essere installati a confine di proprietà e comunque a distanze inferiori a 3,00 ml, ed inoltre, in considerazione della specificità funzionale di siffatte costruzioni, è ammessa la loro sporgenza fuori terra fino ad un’altezza massima di cm 50 dalla quota media del marciapiede e/o piano campagna lotti confinanti. Per la parte terminale di scivolo orizzontale e cioè quella di raccordo con il piano dell’edificio, è altresì ammessa la copertura orizzontale a condizione che l’altezza netta interna non superi ml 2,40. La parte iniziale dello scivolo che si collega alla strada deve mantenere una massima pendenza del 7% per almeno ml 3,00 dal confine con la strada medesima. 52. Edificio unifamiliare/ monofamiliare 53. Pertinenza (spazi di pertinenza) 54. Balcone 55. Ballatoio Edificio singolo con i fronti perimetrali esterni direttamente aerati e corrispondenti ad un unico alloggio per un solo nucleo familiare. Opera edilizia di modeste dimensioni all’interno del lotto, legata da un rapporto di strumentalità e complementarietà funzionale rispetto alla costruzione principale. La pertinenza consiste in un servizio od ornamento dell’edificio principale già completo ed utile di per sé. Elemento edilizio praticabile e aperto su almeno due lati, a sviluppo orizzontale in aggetto, munito di ringhiera o parapetto e direttamente accessibile da uno o più locali interni. Elemento edilizio praticabile a sviluppo orizzontale, e anche in aggetto, che si sviluppa lungo il perimetro di una muratura con funzione di distribuzione (per esempio tra varie unità immobiliari), munito di ringhiera o parapetto. Vd. Punto 36 Pertinenze cortilive ( = Aree cortilive) Spazi non coperti da edificazione o eventualmente interessati da piccoli manufatti o impianti connessi funzionalmente all'edificio principale e da questi dipendenti per le forme d'uso, di organizzazione e di assetto formale. Nelle pertinenze cortilive di edifici residenziali è sempre ammessa l’installazione di: a) piccoli depositi in legno per attrezzi/legnaia, chiusi sui 4 lati, di superficie non superiore a mq 5,00 e altezza interna max = ml 2,40 ; b) pergolati o gazebo in legno o ferro battuto, aperti su almeno n.2 lati, per ricovero autovetture o spazio soggiorno all’aperto di superficie non superiore a mq 25,00 e altezza max = mq 2,40, con copertura anche impermeabile. In entrambi i casi dovranno essere rispettate i seguenti parametri: d1,d2,d3 = ml 3,00 ; d4 = come previsto dal successivo art.160. Ai fini della verifica dei parametri “Q” e “Sp” tali superfici costituiscono superficie coperta e superficie impermeabile: sono invece esclusi i pergolati con copertura e pavimentazione permeabile. 56. Loggia /Loggiato Spazio praticabile coperto, ricompreso entro la sagoma planivolumetrica dell’edificio, aperto su almeno un fronte, munito di ringhiera o parapetto, direttamente accessibile da uno o più vani interni. 57. Lastrico solare Spazio scoperto e praticabile sulla copertura piana di un edificio o su una sua porzione. 58. Pensilina Copertura in aggetto dalle pareti esterne di un edificio, realizzata con materiali durevoli al fine di proteggere persone o cose. 59. Pergolato 60. Portico /porticato Struttura autoportante, composta di elementi verticali e di sovrastanti elementi orizzontali, atta a consentire il sostegno del verde rampicante e utilizzata in spazi aperti a fini di ombreggiamento. Sul pergolato non sono ammesse coperture impermeabili. Spazio coperto al piano terreno degli edifici, intervallato da colonne o pilastri aperto almeno su due lati verso i fronti esterni dell’edificio. 61. Terrazza Spazio scoperto e praticabile, realizzato a copertura di parti dell’edificio, munito di ringhiera o parapetto, direttamente accessibile da uno o più locali interni. 62. Tettoia Copertura di uno spazio aperto sostenuta da una struttura a elementi puntiformi, con funzione di deposito, ricovero, stoccaggio e, negli usi abitativi, per la fruizione protetta di spazi pertinenziali. 63. Veranda Spazio praticabile coperto, avente le medesime caratteristiche di loggiato, balcone, terrazza o portico, ma chiuso sui lati da superfici vetrate o comunque trasparenti e impermeabili. 64. Tetto verde Copertura continua dotata di un sistema che utilizza specie vegetali in grado di adattarsi e svilupparsi nelle condizioni ambientali caratteristiche della copertura di un edificio. Tale copertura è realizzata tramite un sistema strutturale che prevede in particolare uno strato colturale opportuno sul quale radificano associazioni di specie vegetali, con minimi interventi di manutenzione (coperture a verde estensivo), o con interventi di manutenzione media e alta (coperture a verde intensivo).