Golfo: necessari i marinai di leva
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Golfo: necessari i marinai di leva
Rognoni risponde al quesito sollevato dai politici e dal «sindacato in stellette» sulla composizione del contingente nella forza multinazionale «Golfo: necessari i marinai di leva» Il destino dell'ammiraglio Buracchia e i bambini strateghi della Terza rete di SAVERIO VERTONE La Terza rete Rai ha intervistato i bambini di una scuola elementare della Magliana per avere lumi sulla guerra. Ne è venuto fuori un quadro esauriente e meditato dei problemi morali, politici, diplomatici e militari che tengono il Mondo con il fiato sospeso. La guerra, dicono i bambini, è sporca di petrolio; non ci sono guerre giuste e questa non bisognava farla; adesso si dovrà cercare una mediazione politica che la abroghi al più presto con un cessate il fuoco unilaterale; era sensato dar tempo all'embargo ed evitare accuratamente ogni ultimatum; e intanto sarà bene ritirare le navi dal Golfo, buttar via i soldatini di piombo e non giocare mai più con i carri armati di plastica, anche per ottemperare all'appello di padre Balducci che ha invitato i giovani a disertare. La Rai non ha ancora intervistato i frequentatori degli asili-nido, ma è probabile che anche i bambini piccoli rivelino la stessa maturità dei più grandicelli, i quali non si dimostrano meno riflessivi e informati di Lucio Magri o di Occhetto. Nella medesima trasmissione l'onorevole Capanna ha difeso il contrammirar1 glio Buracchia, «testa pensante» della Marina, sacrificato dagli alti comandi e dal governo a una concezione dell'Esercito che riduce ufficiali e truppa a «macchine esecutive». Capanna ha ragione. Nella società medianica è impossibile distinguere una coscienza da un altoparlante. Lui, ad esempio, non ci riesce. E anche nelle dissertazioni dei bambini, nelle quali si cerca disperatamente la vox Dei, la voce di Dio che parla attraverso il linguaggio dell'innocenza, resta difficile sceverare il responso del Mario Buracchia Padre eterno dal pensiero delle maestre. Sul contrammiraglio Buracchia e sul suo destino bisogna però dire qualcosa di più. La vicenda non poteva concludersi in modo diverso da come si è conclusa. Capanna non ha capito che gli altoparlanti vanno bene negli studi televisivi, ma non sulle navi da guerra. E il contrammiraglio si è dimenticato che Da Stallone alla McLaine si può pensare benissimo anche in silenzio, tanto più quando si deve rispondere della vita di altre persone e quando si dispone di canali riservati e privilegiati per esprimere i propri dubbi. Tuttavia poiché ha pagato secondo giustizia, ora la giustizia impone che sia restituito il rispetto che merita. Mario Buracchia è forse la prima vittima di una cultura ricattatoria, disposta a tollerare i generali solo a patto che si esprimano come le Figlie di Maria. Costretto a fare il p.r. di se stesso, e cioè a intrattenere .relazioni pubbliche con un pacifismo che io avrebbe trattato da macellaio (ma pare che i macellai adesso si offendano) o da criminale (si offenderanno anche i criminali) se solo avesse parlato da ammiraglio, ha sbagliato per inesperienza professionale. Nessuno gli aveva insegnato a fare il p.r., e lui lo ha fatto malissimo. Anche una società complessa come la nostra, anzi proprio una società complessa, esige che le funzioni restino distinte. La storia di Papa Leone I che fermò Attila è una favole lontana e inattendibile. E quel che sta succedendo nel Golfo dimostra che purtroppo c'è ancora bisogno dei contrammiragli. Il giorno in cui scoprissimo che a fermare un eventuale Annibale alle porte (può ahimè accadere) venissero spediti padre Balducci, Capanna e le maestre della Magliana avremmo tutte le ragioni di temere non solo una resa ma una carneficina. Alle obiezioni sugli equipaggi delle quattro navi in zona d'operazioni, il ministro della Difesa ha replicato: «Se avessimo utilizzato solo militari di carriera o volontari non avremmo potuto mandare le nostre unità» - Il personale dell'Aviazione è tutto di mestiere - «Risarcimenti per feriti o caduti» ROMA —Il ministro della Difesa, Virginio Rognoni, ha deciso che non è possibile accogliere la richiesta, avanzata in sede politica, di inviare nel Golfo solo volontari. Il personale dell'Aeronautica presente nella zona di guerra è tutto di carriera. Le quattro unità della Marina militare nel Golfo imbarcano, invece, equipaggi misti: dei 1600 marinai, 300 sono di leva. Nei giorni scorsi anche il Cocer, l'organo paraslndacale dei militari di leva e di carriera, ha chiesto ufficialmente al ministro di precisare se il nostro contingente è formato solo da volontari o se i suoi componenti sono scelti d'autorità dai rispettivi comandi. Rognoni ha risposto che non è possibile ricorrere solo a volontari. Quindi il nostro contingente continuerà a essere «misto». Secondo il senatore socialista Gino Giugni, «padre» dello Statuto dei lavoratori, il contingente italiano dovrebbe essere formato esclusivamente da militari di carriera. Giugni ricorda che secondo l'articolo 52 della Costituzione i militari di leva hanno il dovere di difendere il territorio nazionale, ma non sono tenuti a partecipare a missioni di «polizia internazionale», come è stata definita ufficialmente la guerra nel Golfo. «Pertanto — precisa Giugni—per questa specifica azione è solo ammissibile l'impiego di militari di carriera o di volontari». A questa obiezione, rivoltagli in Senato, Rognoni ha risposto che «nella Marina è impossibile operare distinzioni tra militari di professione e giovani di leva perché gli equipaggi hanno struttura mista». Rognoni ha comunque In casi particolari un comandante ha tuttavia la possibilità di sbarcare quei marinai che, per motivi validi, chiedono di non partecipare alla missione. Salvatorelli precisa che la maggior parte dei 300 marinai di leva nel Golfo sono imbarcati su unità che hanno compiti logistici. I rappresentanti del Cocer sostengono che, trattandosi di una operazione di polizia internazionale, le famiglie" di eventuali vittime non avrebbero diritto alla pensione, o rischiano di percepire pensioni molto misere. «A noi non risulta — risponde Salvatorelli —. Ricordo però che le famiglie dei militari feriti, o uccisi, nella spedizione nel Libano sono state risarcite sulla base di una assicurazione che lo Stato stipulò in quella circostanza». Gli inviati italiani nel Golfo si lamentano per la fitta cortina di segretezza che circonda le nostre operazioni militari. «A differenza di altri Paesi alleati — risponde Salvatorelli — noi non possiamo sottoporre a censura i servizi inviati dal Golfo, perché in Italia non abbiamo nessuna legge che ci consenta di imporre la censura. Quindi GOLFO PERSICO — Una esercitazione con bazooka a bordo della fregata «Libeccio» noi diamo solo le informazioni che possiamo dare, precisato che, di fatto, il mestiere delle armi, ma si torelli, capo del servizio per non compromettere le principio della volonta- trovasse in zona di opera- pubblica informazione del operazioni in corso». II caso Buracchia non rietà risulterebbe sostan- zioni a svolgere un compi- ministero della Difesa: zialmente applicato to che non ha mai ritenuto «Chiunque porta le stellet- potrebbe indicare che la poiché le poche domande fosse suo dovere svolgere». te è tenuto ad obbedire, spedizione nel Golfo rapper il nostro condi sbarco che sono state Ribatte Rognoni: «Se sia che si tratti di un mili- presenti, tingente, una guerra poco inoltrate sono state «quasi non avessimo potuto uti- tare di leva o di carriera. sentita? I militari italiani tutte» accolte. lizzare i militari di leva non Gli equipaggi; a bordo del- sono realmente disposti a «Ma il problema—obiet- avremmo potuto spedire le navi, sono misti (parte morire per Kuwait City? ta Giugni — è proprio in le navi nel Golfo». di leva e parte di carriera) «Non parlerei proprio di quel quasi. U Paese sarebLa stessa risposta è sta- e seguono la loro unità in guerra poco sentita, anche be traumatizzato se un so- ta data, ieri, ai rappresen- tutte le sue avventure. Se perché molti marinai hanlo giovane di leva dovesse tanti del Cocer interforze, la nave va in addestramen- no rinviato il congedo per cadere dove è stato man- il «sindacato» dei militari. to, il suo equipaggio la se- rimanere a bordo delle nadato non per sua scelta, né Spiega il capitano di va- gue, e lo stesso accade se vi». per le conseguenze di un scello Mario Saverio Salva- viene inviata nel Golfo». Gian Franco Ballardin a Sinatra a Nureyev rinunce ai viaggi all'estero per timore di attentati Saluti dal fronte: i nostri marinai a Telemontecarlo ROMA — «Mamma, sto bene. Non preoccuparti»: saluti e baci dal Golfo, via etere, per alcuni dei nostri marinai imbarcati sulla nave «Audace», questa mattina dalle 8 alle 9 e domani, domenica 3 febbraio, dalle 8 alle 23.00. L'iniziativa è di Telemontecarlo che, nel corso del programma «Speciale Golfo», trasmetterà i video-messaggi realizzati in questi giorni dall'inviato Bruno Sondilo, a bordo del cacciatorpediniere italiano. Un modo diverso di comunicare a chi sta seduto in poltrona, nella tranquillità di casa, le emozioni di coloro che, invece, vivono la guerra in prima persona. «Sono il sergente Corona—dice uno di loro — saluto Cagliari, la Sardegna e tutta l'Italia che sono sicuro che è vicina a noi in questo momento». Soncillo ha raccolto circa un centinaio di «telesaluti» tra l'equipaggio dell'«Audace». Tra tutti, anche quello del tenente di vascello Mario De Vico che giorni fa aveva appreso di essere diventato papà. Sul piccolo video arriveranno dunque messaggi d'amore, saluti malinconici e anche i volti di familiari lontani, come il soldato Giovanni Di Maso, che dice al fratello: «Anto, come vedi sono vivo e vegeto. Sono tranquillo. Saluta mamma e papà». tris |V Paura di Saddam: Rambo diserta Cantami e attori USA hanno disdetto le tournee in Italia ROMA — L'invincibile Rambo ha paura di Saddam Hussein. Abituato a combattere sul set, Silvester Stallone preferisce evitare i rischi della guerra vera e per paura degli attentati rinuncia all'annunciata settimana bianca sulle Alpi. Aveva prenotato una suite a Sankt Moritz; andrà, probabilmente, a sciare ad Aspen, nel Colorado. Non sembra un'azzeccata gestione dell'immagine, ma negli Stati Uniti, in questi giorni, non c'è attoré o cantante che sia disponibile ad attraversare l'Oceano. E così si annullano tournée annunciate, si rimandano concerti o serate organizzate da anni. Come la special evening che avrebbe ripresentato sullo stesso ring i quattro grandi pesi massimi della storia della boxe: Joe Frazier, Mohamed Ali, Larry Holmes, George Foreman si sarebbero ritrovati — non in calzoncini e guantoni, ma in smoking — davanti a un maxischermo a rivedere le bordate di pugni che avevano abbondantemente preso e distribuito negli anni in cui erano ai vertici delle classifiche mondiali. «Annullato. Anche questo è stato annullato», dice mestamente Pier Quinto Carriaggi, non impresario ma creatore di eventi. Tutto quello che ha costruito o inventato in quest'ultimo periodo gli si sta sbriciolando tra le mani. Shirley McLaine doveva arrivare in Europa per presentare il suo film più recente, «Cartolina dall'inferno», del quale è protagonista insieme con Meryl Streep. In Italia, la McLane aveva fissato quattro date, oltre a due apparizioni in televisione come ospite straordinaria del Festival di Sanremo, nel corso delle quali avrebbe cantato le due canzoni del film. «Annullato anche questo — ripete Carriaggi — come la tournée di Frank Sinatra, fissata per maggio e spostata a settembre». Stallone in «Rambo III»: anche lui come molti artisti Usa ha rinunciato a viaggi In Europa Apre il rubinetto dei ricordi, Carriaggi, per cercare di spiegare quello che sta succedendo: «Il 15 dicembre ero a New York, al compleanno di Sinatra. Già si sapeva la scadenza dell'ultimatum, ma si continuava a fissare date e a fare programmi, forse perché nessuno pensava che la guerra sarebbe davvero scoppiata. Però, fino a una settimana fa, molti agenti di Los Angeles hanno continuato a propormi affari, come una tournée di Rudolf Nureyev o un tour di Whitney Houston: adesso tutto è cancellato». E aggiunge: «Ci sono precisi ordini di scuderia: credo proprio che gli americani sappiano qualcosa, dell'Irak e di Saddam Hussein, che noi non conosciamo». I pacifisti protestano oggi a Camp Darby Turismo: Italia «meta sicura» per gli europei «Dice menzogne» E Formigoni querela La Malfa LIVORNO — L'appuntamento è per le 14 a San Piero a Grado, davanti alla base USA di Camp Darby. La manifestazione organizzata per oggi dai movimenti pacifisti della Toscana si segnala anche per le defezioni, n Pei si è dissociato (ma sono numerose le adesioni individuali di dirigenti) come pure i «verdi» toscani; Dp ha confermato l'adesione. I pacifisti scenderanno di nuovo in piazza il 12 febbraio, a Roma. Lo ha annunciato padre Angelo Cavagna, responsabile del Comitato per l'approvazione della nuova legge sull'obiezione di coscienza. ROMA — L'Italia delle vacanze punterà sull'Europa per far fronte alla crisi di arrivi da USA e Giappone determinati dalla guerra del Golfo. Questa la «ricetta» dell'Enit per rilanciare il turismo nel nostro Paese. Si cercherà dunque di stimolare i viaggiatori europei a scegliere il Belpaese, «una meta ancora sicura», per le loro vacanze o il turismo d'affari. «Inoltre — dice Marino Corona, presidente dell'Enit — in occasione della Borsa internazionale del turismo di Milano, si getteranno le basi di un nuovo pool per la promozione turistica». ROMA — Roberto Formigoni, vicepresidente del parlamento europeo e leader del Movimento popolare, ha dato mandato ai suoi legali per querelarsi nei confronti del segretario del Pri La Malfa. «Da giorni — ha affermato Formigoni — La Malfa sputa veleno e menzogne contro i cattolici, nel tentativo ignobile di stravolgere la loro limpida posizione contro la guerra. Ieri — ha continuato — ha diffuso una dichiarazione calunniosa e infamante contro di me, falsificando un mio intervento. E* giunto il momento che qualcuno lo fermi». Non è soltanto il viaggio in Italia a preoccupare gli americani, ma gli spostamenti verso tutta l'Europa. Clint Eastwood ha rifiutato l'invito della Bbc per partecipare a uno show a Londra. Inoltre, la Marta Graham Dance Company ha cancellato l'esibizione all'Opera di Parigi. A Roma due produzioni statunitensi hanno disdetto gli studi di Cinecittà già prenotati e la De Laurentiis ha dovuto rimandare le riprese del rifacimento di «Crimen» perché Jim Belushi e John Kandy, i protagonisti del film, hanno preferito non muoversi dagli States. Anche i concorsi di bellezza soffrono per la guerra del Golfo: Enzo Mirigliani, patron di Miss Italia, sta pensando di rinviare al prossimo anno «Miss Italia in the World», la manifestazione che avrebbe dovuto eleggere la più bella ragazza di origine italiana, con almeno un nonno nato fra Aosta e Trapani, che vive in una delle comunità italiane sparse nel mondo. L'American Airlines, infine, gigante del traffico aereo, avrebbe dovuto inaugurare il Roma-MilanoChicago. Per il primo volo era previsto un «megaevento» con 60 vip ospiti a bordo, trenta italiani e trenta americani. Le conferme già arrivate erano quelle di Jessica Lange, accompagnata da madre, padre e fratello, di Kim Novak, con marito e sorella, di Charlton Heston con il suo clan, sei persone in tutto. Con i primi Scud sono cominciate ad arrivare anche le disdette e la compagnia americana ci ha ripensato: «Con profondo rammarico — ha detto il vicepresidente europeo Conrad Jacoby —, ma l'improvvisa caduta del traffico transatlantico non ci ha lasciato possibilità di scelta». Volo rimandato, dal 2 aprile al 24 maggio. Una data storica, almeno per l'Italia: 76 anni fa, si attraversava il Piave. Corrado Buggeri « 5 tu g 3 z u g R | 3 g Questo marchio sulle bottiglie di Lambnisco di Sorbara, Lambnisco Grasparossa di Castelvetro e Lambnisco Salamino di S. Croce garantisce la qualità dei tre Lambnischi DOC della provincia di Modena. Il Consorzio di Tutela verifica infatti la provenienza dalle zone di produzione e la corrispondenza alle caratteristiche tipiche dei Lambnischi DOC. Controlla inoltre la qualità con prelievi effettuati nella fase di imbottigliamento dei vini, che sottopone ad una analisi chimica e ad una successiva valutazione organolettica molto rigorosa. Solo dopo aver superato questo doppio esame i Lambnischi DOC possono fregiarsi del marchio numerato del Consorzio. Un ulteriore controllo, con un prelievo a campione, viene effettuato anche dopo la distribuzione del prodotto sul mercato. Fanno parte del Consorzio 20 soci che rappresentano l'85% della produzione di Lambnisco DOC della provincia di Modena. DEL LAMBRUSCO DOC Consorzio Tutela del Lambrusco Modena Viale Martiri della Libertà, 28 - Tel. (059) 235005 - Telefax (059) 221832 •V. , A*« I !