Resoconto MiniCampagna – Il richiamo di Cthulhu

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Resoconto MiniCampagna – Il richiamo di Cthulhu
Mini-campagna nell'ambientazione horrorinvestigativa creata dallo scrittore H.P.Lovecraft.
Narratore: Denis Fantoni
Giocatori:
Alan Di Giulio
Adam Travis Price
Alessandro Gadau
Edward Campbell
Alice Scaglia
Sophie-Anne Merryweather
I PROTAGONISTI
Sophie-Anne Merryweather
FOR 12 COS 5 TAG 9 DES 14 FAS 10 INT 16 MAN 8 EDU 16 SAN 40
28 anni. Dilettante. Dipingere 20%, Cantare 20%, Biblioteconomia 50%,
Biologia 50%, Convincere 20%, Farmacologia 60%, Latino 30%, Greco
30%, Medicina 80%, Pronto soccorso 40%, Reputazione 70%.
Sophie-Anne Evans nasce a Londra, terzogenita di una facoltosa famiglia
borghese in forte ascesa grazie al commercio con l'India. Ha due fratelli
maggiori Edmund e George dai quali è molto amata. La fortuna di famiglia
è però limitata, la dote di Sophie-Anne non sarà mai sufficientemente
appetibile per un valido candidato pertanto viene inviata in convento
affinché una volta raggiunta l'età prenda i voti e diventi suora. Allontanarsi
da Londra e vivere in un convento isolato sul mare aiuta la sua salute
precaria. Rimane piuttosto gracile ed emaciata ma le malattie stagionali
ricorrono con meno frequenza. E' una studentessa modello, anche se la sua curiosità viene spesso
rimproverata e punita dalle suore che la istruiscono. L'anno stesso in cui avrebbe dovuto prendere i voti, la
nave per l'India sulla quale si era imbarcato il fratello George affonda, abbattuta da una violenta tempesta. In
lutto ma non per questo impedito, il padre ritira la figlia dal convento riportandola a Londra, dove, dopo un
anno di nero, la fa debuttare in società presentandola a diversi possibili candidati. Non spicca in bellezza e la
sua intelligenza sembra mettere a disagio molti uomini, ma la sua dote ora piuttosto cospicua fa di lei una
preda ambita. Ad aggiudicarsela è un medico, recentemente asceso al rango di barone, Sir Benjamin
Merryweather. Lui ha quarant'anni, divorziato da una donna sterile in cerca di un erede e di fortuna, lei ha
diciassette anni e può offrirgli tutto quanto. Non è un matrimonio idilliaco, ma sarebbe potuto andare peggio
se a vent'anni Sophie-Anne non fosse stata in grado di dare alla luce il primo figlio, nonché erede, William
Merryweather. Costretta a casa, Sophie-Anne si dedica allo studio dei tomi del marito mentre una bambinaia
si occupa del pargoletto. Sir Benjamin non dimostra particolare entusiasmo per l'interesse della moglie fino a
quando non si rende conto della sua particolare attitudine in materia. Le insegna tutto quello che può, talvolta
ospitando colleghi a casa che possano offrirle una visione più ampia o invitandola ad assisterlo nelle case dei
benestanti o dei nobili che glielo permettevano. Qualche anno più tardi Sir Benjamin è nominato medico
personale del conte di Weston e all'offerta di trasferirsi con la sua famiglia in India, dove avrebbe potuto
ottenere diversi acri di terreno e una piccola fortuna in danari, non si tira indietro e porta tutti quanti con sé. I
primi anni trascorrono serenamente, Sophie-Anne oltre ad avere un secondo figlio, John Merryweather,
s'impratichisce sulle popolazioni indigene. Diventa la dama di compagnia della Duchessa di Weston dal
momento che è l'unica donna inglese nel raggio di miglia e anche la sua infermiera personale. La fortuna gira
quando sulla loro città si abbatte un'epidemia. Entrambi i figli non sopravvivono al contagio, muoiono nel giro
di poche settimane. Lord Weston ordina allora il rientro in patria ma è troppo tardi anche per Sir Benjamin
Merryweather che muore nel viaggio di ritorno. Lady Sophie-Anne Merryweather è rimasta vedova, in
possesso di un titolo e di una piccola fortuna. Non amava particolarmente il marito e in tutta onestà quel lutto
non le pesava tanto quanto quello dei figli che aveva invece sinceramente amato. Dopo due anni di lutto
ancora non smette di portare il nero, ma le pressioni di entrambe le famiglie iniziano a farsi sentire sempre più
pressanti. Da un lato il padre vorrebbe si risposasse con un candidato da lui scelto, un generale militare sulla
sessantina, dall'altro il suocero vorrebbe riacquisire le fortune del figlio dal momento che non è rimasto alcun
erede a reclamarle. Quello che non sanno e di cui solo Sophie-Anne è al corrente, è che anche lei è stata
contagiata. Non solo ha poco appetito e il suo incarnato appare più pallido del solito, ma recentemente ha
iniziato a tossire sangue. Non ha idea di quanto tempo le rimanga, i sintomi si sono sviluppati con anni di
ritardo, ma di certo non ha intenzione di passare i suoi ultimi momenti di vita nel mezzo di una lite familiare
per soldi e potere.
Adam Travis Price
FOR 15 COS 5 TAG 15 DES 11 FAS 13 INT 16 MAN 10 EDU 16 SAN 50
25 anni. Musicista. Pianoforte 70%, Canto 50%, Ascoltare 70%,
Farmacologia 40%, Tedesco 50%, Occultismo 30%, Psicologia
35%, Reputazione 65%.
Adam Travis Price nasce in Inghilterra nel 1865. Il padre, Travis,
lavorava come spazzacamino e lustrascarpe, aveva contatti con la
borghesia e voleva che suo figlio Adam, rimasto orfano da parte di
madre, avesse un futuro diverso dal suo, più simile a quello dei suoi
clienti. Purtroppo, ammalatosi di una malattia ai polmoni dovuta al
lavoro di spazzacamino, morì giovane all'età di 30 anni, lasciando
Adam da solo, all'età di 12 anni. Nei suoi primi 12 anni di vita Adam
credeva che il padre facesse il musicista per questi nobili signori e che loro fossero suoi amici. La casa ogni
giorno era sommersa dalla musica di un grammofono, canzoni del padre, o almeno cosi credette Adam fino
alla triste scoperta. Quando il padre morì e si ritrovò solo, Adam andò davanti al palazzo dove James lavorava
e, riconoscendo un signore che aveva visto salutare il padre qualche volta per strada che si faceva lucidare le
scarpe, si avvicinò, chiedendo aiuto disperatamente. Scoprì grazie a questo signore, l'avvocato Gregory
Wotton, che il padre aveva sempre lavorato come un dannato per assicurargli un futuro degno di quel nome e
che metteva soldi da parte per il suo futuro. Fu poco tempo dopo la scomparsa del padre, che Adam si ammalò
di asma. Con i soldi di Travis e un piccolo aiuto da parte dell'avvocato, Adam andò a vivere in Germania fino
ai 20 anni, sia per le cure di cui abbisognava per la sua asma, sia per diplomarsi in pianoforte in un rinomato
conservatorio. Fu una scelta che fece sia per ringraziare il padre, per ricordarlo e per coltivare quella passione
che il padre fece crescere in lui. Tornò quindi in Inghilterra, cresciuto e molto cambiato, riuscì ad avere
successo e, appena guadagnò un po’ di fortuna, andò a vivere in una casa come si deve, sempre per il padre.
Adam non ne sente il bisogno, è sempre cresciuto in un ambiente modesto. Infatti la casa da fuori è totalmente
diversa da come lo è dall'interno: se fuori è tenuta in ordine, ben dipinta e con un piccolo pezzo di giardino,
dentro è molto trasandata e con poca mobilia. Per combattere la sua asma, notando gli insuccessi della
medicina ufficiale, Adam ha sempre cercato, sia in Germania che in Inghilterra, altri rimedi sia in cure
parareligiose, che esoteriche, ma senza ottenerne alcun beneficio. La fede in Dio la perse molto presto. L'unica
cosa che interessano ad Adam sono il suo pianoforte e il grammofono del padre. La sua vita ora è dedicata a
ricordare il padre attraverso il suo lavoro e la sua arte, finché avrà vita, molto breve a parer suo, dato che
secondo il parere dei medici gli mancano altri 5 anni di vita, per morire poi alla stessa età e nello stesso modo
di suo padre. Quando suona va in una sorta di trance, la musica diviene contatto mistico con il padre, e si
rallegra di suonare per lui, che il padre lo ascolti davvero o meno. Adam è convinto che a 30 anni morirà, della
vita non gliene importa nulla, ma lotta per sopravvivere per compiacere il padre il più a lungo possibile.
Edward Wilson
FOR 11 COS 10 TAG 17 DES 11 FAS 12 INT 17 MAN 10 EDU 18 SAN 50
26 anni. Investigatore privato. Contrattare 55%, Fotografia 80%,
Individuare 85%, Legge 55%, Psicologia 85%, Raggirare 65%,
Scassinare 60%, Uso Pistola 70%, Presa 75%.
Tutto ebbe inizio in una sera di 25 anni fa, e da quel giorno la mia vita
cambiò radicalmente! Mi chiamo Edward Wilson e questa è la mia storia.
La sera del 4 dicembre 1865 i miei genitori andarono nel prestigioso
Teatro, il Drury Lane dove erano attesi per lo spettacolo di debutto della
loro compagnia, Carl Rose Opera Company. Carl Campbell e Rose
Oswald (i miei genitori) erano 2 attori affermati nelle commedie
drammatiche (e non solo) dove avevano iniziato la loro carriera. Dopo due ore di spettacolo passate con il
Corpo di Ballo del teatro la commedia finì e un'infinità di applausi scesero dalle Platee composte da 3060
spettatori. Finiti di cambiarsi mio padre chiamò una carrozza per tornare a casa, salutarono gli amici e salirono.
Era notte fonda e la mezzanotte era appena scoccata sulla Torre del Big Ben, infatti per le strade non c'era
anima viva. Il cocchiere aveva un aria molto fredda, un mantello ed un cappotto dal colletto alto quasi da
coprirgli il viso per metà. Durante il percorso verso casa, mia madre Rose si accorse che la strada percorsa
dal cocchiere non era la solita; stava affiancando la "riva" del Tamigi e allora chiese subito all'uomo il perché
di questo percorso più lungo e fin troppo silenzioso visto la vicinanza al porto. L' uomo con una voce sottile e
quasi silenziosa bisbigliò che conosceva bene questa strada per arrivare a destinazione, quindi non si doveva
preoccupare. Attraversammo la zona del porto che come si annunciava era deserta a parte 2 marinai sbronzi
coricati su una cassa di legno, quando ad un certo punto il cocchiere rallentò quasi a voler fermare la carrozza
e in un istante tirò fuori dal cappotto una pistola col
silenziatore sparò 2 colpi e con un balzo scese dalla
carrozza, andò a controllare i corpi che nel mentre
giacevano l' uno a fianco all' altro con gli sguardi rivolti al
figlio che in quel momento non poté trattenere le lacrime e
il pianto terrorizzato di un neonato. L'Assassino si avvicinò
al bambino prese la pistola e ne svitò il silenziatore,
pulendolo con cura poi dalla tasca dell'abito tirò fuori un
fiore di Plumeria, detto comunemente Frangipane, e lo posò sul bambino, insieme al silenziatore e un biglietto.
Fu proprio in quel momento che seguendo il suo istinto per risolvere un caso di sorveglianza L' Investigatore
Privato Richard Wilson sentì il pianto straziante di un bambino e vide l'uomo allontanarsi di corsa dalla
carrozza, gli urlò di fermarsi ma visto che l'Assassino non gli diede ascolto, l'Investigatore gli sparò colpendo
l'uomo in una gamba che perdendo l'equilibrio cadde nel Tamigi. Dopo essersi accertato che l'individuo non
tornò in superficie Wilson si precipitò dal bambino che trovò accanto ai 2 corpi ormai senza vita, notò subito il
fiore con il silenziatore accanto e un biglietto con una scritta "Wilson sono Tornato!". L' Investigatore mise via
gli indizi, prese il bambino e andò subito a chiamare il cugino che lavorava per Scotland Yard ed essendo
ormai notte fonda il pianto del neonato si sentiva per le vie di Londra come se fosse un eco di sofferenza e
dolore, anche se coperto da una pioggia battente. Arrivato a casa del cugino Alphonzo Cooper, Wilson bussò
incessantemente alla porta fin quando non venne aperta, entrò immediatamente e chiese a Cooper di prendere
una coperta e di alimentare il fuoco del camino in modo da riscaldare il piccolo. Cooper non fece domande e
si precipitò a prendere la legna in cantina ed una coperta, portò il tutto a Wilson che coprì il piccolo, mentre lui
corse in cucina per mettere su del thè e del latte per il piccolo. Wilson lo vide tornare con un vassoio, sopra il
thè caldo e una tazza di latte, chiese come mai aveva portato del latte e Cooper con una grassa risata disse
che non era ancora il caso di far mangiare al piccolo uova e bacon, in fin dei conti ne mangerà a bizzeffe
quando sarà cresciuto. Dopo aver dato il latte al neonato e avendogli cantato una ninna nanna Cooper lo posò
su una poltrona accanto al fuoco e con un improvvisa serietà sul suo volto che Wilson conosceva bene si mise
a chiedere al cugino che fosse successo! L' Investigatore togliendosi il cappotto ancora bagnato dalla pioggia
tirò fuori dalla tasca interna il fiore, il silenziatore e il biglietto, spiegando l'accaduto a Cooper che appena vide
quei petali e quei colori non poté non venirgli in mente i 7 casi irrisolti che avevano ricoperto Scotland Yard di
umiliazione e impotenza. Sperava di sbagliarsi ma allo stesso tempo voleva acciuffare quel bastardo più di
chiunque altro, non capì come mai il biglietto fosse indirizzato a Richard e anche il fatto di lasciare in vita il
neonato. "Forse l'Assassino ha avuto pietà?" pensò tra se e se, ma subito quest' idea venne strappata via
dalla sua mente, facendoli ricordare i cadaveri delle 7 donne uccise da quel mostro. E poi quel fiore, tanto
incantevole e ipnotico quanto diabolico nella sua bellezza da far sprofondare un uomo negli abissi
dell'inferno… L' Investigatore a questo punto decise di trovare tutte le informazioni possibili sulla mia famiglia
e di rispolverare tutti i casi in cui c'era di mezzo quel maledetto fiore, Cooper lo aiutò con le indagini anche se
in via non ufficiosa. Il mattino seguente venni portato da Wilson nel suo ufficio in modo che potesse tenermi d'
occhio tutto il tempo, aveva chiesto a Cooper di non divulgare il fatto che io fossi ancora vivo tanto da
insabbiare questo caso per il mio bene rassicurandolo che quando sarebbe arrivata l'ora mi avrebbe confidato
la verità sul mio passato. Sul Times di oggi 5 dicembre 1865 ci fu l'articolo dell'omicidio ma del bambino
nessuna traccia, tanto che la gente pensò ad un rapimento. Dissero a tutti che ero il nipotino di Cooper e che
sua sorella l'aveva affidato a lui visto che doveva partire per un viaggio di lavoro. Questo segreto rimase
nascosto per 25 anni e a parte Cooper e il mio padre adottivo Wilson nessuno ne era a conoscenza. In tutti
questi anni Richard mi aveva fatto studiare in una delle prestigiose scuole di Londra per poi entrare nella
rinnovata e famosa University College London fondata nel 1826. Ho studiato sia legge che fotografia e
partecipavo molto spesso per il tirocinio alle indagini di Scotland Yard e in più aiutavo mio padre nei suoi casi,
anche se lui molto spesso mi diceva che un giorno quell'ufficio e tutti i casi da lui risolti sarebbero passati a
me. Era molto serio a riguardo come lo è sempre stato sul lavoro e mi ricordò quel giorno di 5 anni fa in cui lui
mi raccontò del mio passato e dei miei genitori. Appena mi disse tutto mi misi a ridere perché non volevo
credere ad una storia che potesse immedesimarsi in uno dei nostri casi, ma Richard andò verso l'armadio e
lo spostò vidi la verità con i miei occhi. C'era un Murales che raffigurava ogni caso in cui era emerso come
indizio un fiore tanto angelico quanto mortale, c' erano le foto dei cadaveri delle donne uccise tutte con capelli
neri ed occhi blu inteso come lo era anche mia madre. Mi confidò che stava cercando il colpevole per sbatterlo
dentro e fargliela pagare visto che a quanto pare l'Assassino cercava di attirare la sua intenzione come se
fosse un gioco, un enigma o un rompicapo. Mio padre penso che forse aveva avuto qualche legame con quest'
uomo in un suo vecchio caso e quindi capitava molto spesso che durante la notte si metteva a rileggere
insieme a Cooper ogni fascicolo per individuare qualche indizio su quel mostro! In quel periodo della mia vita
feci conoscenza con Felicia Palmer una ragazza che frequentava il mio stesso corso di studio, mi ricordo
ancora la prima volta che ci siamo incontrati o almeno abbiamo scambiato la nostra prima conversazione. Era
il 13 settembre 1887 in una giornata autunnale ero andato ad Hyde Park per fare un po’ di foto agli alberi e
alla maestosità del parco, visto che era per una ricerca universitaria, quando all' improvviso mentre stavo per
mettere a fuoco l'immagine tra un albero secolare che si specchiava nel Long Water vidi una scena che mi
lasciò a bocca aperta. Una ragazza dai capelli rossi circondata dalla caduta di foglie dorate, mentre sorridendo
stava dando da mangiare ad uno scoiattolo... Rimasi stupefatto! Iniziai a fotografarla e mentre stavo per
scattare la 10° foto lei si girò e mi fissò quasi con uno sguardo molto profondo e magnetico, ed io preso da un
attacco di panico me ne andai con la macchina fotografica a gambe levate. Da quel giorno andai ogni settimana
ad Hyde Park per sperare di rivederla andai la un po’ prima per mettermi in una postazione migliore dove poter
inquadrare il tramonto sulla acqua in modo che rispecchiasse il suo sorriso, arrivai alla quercia ma lei a quanto
pare non era ancora arrivata. Ad un certo punto uno scoiattolo si avvicinò all' apparecchiatura della macchina
fotografica, mi avvicinai per accarezzarlo ma lui passò sotto alle mie gambe ed io lo seguii con lo sguardo
quando notai delle scarpe dietro di me; scivolai e caddi come un idiota sull' erba. Sentii una risata buffa ma
allo stesso tempo molto dolce e quando mi girai per chiedere scusa mi trovai davanti a lei, le parole non vollero
più uscire dalla mia bocca dall' imbarazzo arrossì e ha fatica feci un saluto con la mano e lei dopo aver smesso
di ridere mi chiese se stessi bene. Dissi che non mi ero fatto nulla e mi inchinai per fargli le mie scuse, lei si
stupì del gesto tanto da non farmi capire se era sorpresa dalla mia idiozia o stupefatta dalla mia educazione.
Mi fissò dicendomi che se volevo farmi perdonare gli dovevo mostrare le foto che avevo scattato ieri
pomeriggio, io rimasi spiazzato ma non so il perché gli e le mostrai senza esitazione. Di colpo si mise a
piangere ed io non sapendo cosa fare e dire mi scusai per il disagio causatogli, ma lei diventando tutta rossa
e sorridendo mi abbracciò ringraziandomi e dicendo che erano bellissime. Scoprì mentre parlavamo che
facevamo addirittura gli stessi corsi e che lei mi aveva già notato, anche se ero molto solitario, silenzioso e
riservato. Da quel giorno ci vedevamo oltre che all' università anche al parco per fare un sacco di foto e fare
lunghe passeggiate, un giorno gli presentai mio padre che subito notò il mio interesse in Felicia quindi dopo
una breve chiacchierata chiese alla ragazza se voleva diventare la sua segretaria con la scusa che stava
diventando vecchio per stare a dietro alle scartoffie. Un giorno purtroppo tutta questa serenità e felicità si
spezzò all' improvviso come quando ad un albero cadono tutte le foglie al cambio di stagione, Richard stava
seguendo un caso di spionaggio e purtroppo lo trovarono morto proprio a quel molo dove era cominciato tutto.
Scotland Yard arrestò un vecchio marinaio ubriacone visto che avevano trovato le impronte sul pugnale con il
quale ha trapassato il cuore di Richard, anche se il poveretto continuò a ribadire la sua innocenza dicendo che
non si ricordava niente della notte scorsa. Io ho avuto la conferma della sua innocenza perché sul corpo di
Richard era stato trovato da Cooper lo stesso Fiore maledetto che accompagnava la mia esistenza da ormai
26 anni. Non potei dire alla polizia che quell'uomo era innocente visto che non sapevo chi fosse il vero
responsabile, ma promisi sulla tomba di mio Padre che l'avrei catturato!!! Il Testamento di Richard stabiliva
che io avrei dovuto prendere in eredità il suo ufficio ed i suoi casi e cosi feci, per fortuna Felicia mi rimase
accanto e diventò la mia segretaria in memoria di Richard. Presi uno scantinato di fronte all' ufficio ed inizia a
occuparmi dei casi di cui mio padre si stava occupando risolvendoli grazie ai suoi consigli, ma per un certo
motivo sentii che non ero mai solo come se Richard fosse sempre accanto a me. Ma non trascurai per nessun
motivo quel Murales che portai a casa mia, lo nascosi e continuai le ricerche per trovare il vero Assassino. A
volte mi sembra di sentire la voce di mio padre, un suo consiglio sempre a indicarmi la via giusta, lo so che
sembra strano forse è perché mi manca molto ma di una cosa sono certo: Renderò alla Giustizia il Mostro di
Londra a tutti i costi!!!.
LA STORIA
--- PRIMA SESSIONE --Cena a casa Wotton
Londra, in data martedì 11 novembre 1890. Il Big Ben ha appena battuto le ore otto di sera, quando Edward
Wilson viene accolto a casa Wotton, nel quartiere di Bloomsbury. Il maggiordomo, un certo Charles
Pennyworth, lo fa accomodare in sala da pranzo. Poco dopo giunge all’abitazione Lady Sophie-Anne
Merryweather, anch’essa invitata a cena dall’ dall’avvocato Gregory Wotton. Per ultimo giunge Adam
Travis Price, il secondo più famoso pianista di tutta Londra. Questi sono i tre ospiti del loro comune amico,
l’avvocato, che finalmente li raggiunge, per poi dare inizio alla cena.
I manicaretti di certo non si sprecano, e neppure le chiacchere. Si parla dell’inaugurazione della Torre Eiffel,
avvenuta l’anno prima, del nuovo tratto sotterraneo delle ferrovie di Londra, e di altro ancora. Wotton si
scusa con i tre per essere stato assente nei loro confronti: dopo i lutti che hanno afflitto Lady Merryweather,
della perdita del padre adottivo di Wilson, e di non essersi mai recato ad ascoltare una esibizione di Price.
Wotton aggiunge poi di avere un quarto ospite, che giungerà presto.
La cena volge al termine, i commensali si recano poi nella sala del fumo, dove degustare del brandy
accompagnato da sigari o sigarette. Il maggiordomo saluta tutti, dando la buonanotte ed uscendo
dall’abitazione per la sua serata libera.
Charles Pennyworth
Gregory Wotton
Lahur Sessa
Il brahmano
Sorprendendo tutti, giunge il quarto ospite: un inquietante brahmano indù, nelle vesti tipiche del suo paese,
che si presenta con il nome di Lahur Sessa.
Tra una fumata di sigaro e una di pipa, la conversazione continua, si inizia a parlare di musica, nonché di
canto. Adam Price viene invitato a cantare, deliziando tutti i presenti. Wotton invita poi il brahmano a
cantare. Egli, con voce esotica ed antica, intona una litania ammaliante, che cattura e trascina con sé gli
altri tre ospiti con forza ipnotica.
Il risveglio
Price, Wilson e Merryweather vengono svegliati alle tre di notte dalla mano del maggiordomo Pennyworth.
Accasciati sui divanetti della sala, i tre sono indolenziti, e naturalmente straniti. Pennyworth comunica che
il signor Wotton è andato a dormire, del brahmano nessuna traccia. Dicendo questo li accompagna alla
porta di uscita.
I tre sono un po’ confusi, si dirigono a piedi verso la piazza più vicina per cercare una carrozza che li porti
a casa. Wilson, cercando nella tasca del proprio cappotto la sua bussola portafortuna, vi trova un
messaggio scritto dal maggiordomo Charles Pennyworth:
Spero che il mio messaggio non Vi turbi, signor Edward Wilson, e Vi chiedo perdono per le modalità in
cui Ve l’ho recapitato. Quando ho appreso della Vostra professione, non ho resistito. Purtroppo non ho
scelta, non sono più libero delle mie azioni, ho occhi sempre puntati su di me, e questa potrebbe essere
l’ultima occasione per chiedere aiuto.
Servo il mio padrone Gregory Wotton da dieci anni, mai avrei pensato di arrivare a questo. Molte cose
sono cambiate negli anni. Ho paura, per me, per voi.
Fu il signor William Hamblin ad aprirmi gli occhi, tre mesi fa, dopo un’accesa discussione con il mio
padrone. Litigarono infatti ferocemente, ne ignoro la causa, ma presumo per qualcosa che il signor
Wotton pretendeva e che Hamblin gli negava. Uscendo dalla nostra casa, prima di sbattere la porta,
Hamblin mi disse testualmente: “Il tuo padrone ha intrapreso una strada di malsana follia!”.
Fui alquanto offeso dalla cosa al momento, ma col tempo ne fui sempre più turbato.
Il mio signore negli ultimi tempi è cambiato, ha cambiato atteggiamenti. Nel suo sguardo colgo di tanto
in tanto una perversione che mai ho visto negli occhi di altri uomini. Vi assicuro che non è suggestione.
Spesso nei suoi discorsi è evasivo, oppure allusivo, come di persona con un segreto abnorme, di cui è
complice.
Oltre alla legge, si è sempre interessato del mondo, delle sue meraviglie, nonché degli scacchi, sua
grande passione. Ma da almeno un anno frequenta persone dall’aria inquietante, ha letture discutibili,
si interessa di esoterismo, di occultismo, ma non è solo un interesse. Pochi mesi fa non avrei mai
pensato di poter credere a queste cose, ma non posso fare altrimenti.
A volte la notte sento rumori orribili, come di litanie disumane, dall’interno di questa casa. Passi e voci.
Ombre. Gli incubi e la paranoia mi sono compagne. Sono sull’orlo di una crisi di nervi. Mantengo la mia
posizione al suo servizio, mentre l’istinto mi suggerisce di fuggire via, solo per la certezza che la fuga
mi porterebbe ad una sorte peggiore. Non so quanto resisterò.
Ho timore che voi siate caduti nella trappola del ragno, un predatore che sfugge alla nostra
comprensione. Prima di Voi il signor Wotton ha avuto altri ospiti, avete mai sentito di Margaret Whittier
o del Dottor Warren Bedford? Sicuramente avrete letto i quotidiani. Spero che la sorte non mi riservi lo
stesso destino, e parimenti lo spero per Voi e gli altri due ospiti.
So che stenterete a credermi, mi darete del pazzo. Posso capirlo. Spero di sbagliarmi, imploro Dio che
mi tolga da questo orrore, o che Voi possiate fermarlo.
In ogni caso, presto mi darete ragione. Che Dio ci aiuti.
C.P.
Dopo aver letto il messaggio, notano le luminarie pubbliche, alimentate a gas, spegnersi una ad una, nella
loro direzione. Ben presto si ritrovano nell’oscurità più completa. Lady Merryweather è molto spaventata,
ma convince gli altri a tornare da Wotton per chiedere spiegazioni.
Ritorno a casa Wotton
Il maggiordomo apre loro, irritato e spaventato dal loro comportamento. Non li può ospitare, sostiene, ma
può dar loro una lanterna per camminare nelle strade buie. Approfittando dell’assenza di Pennyworth,
l’investigatore Wilson torna alla sala da fumo, e osserva meglio l’ambiente: la scacchiera indiana poggiata
sul mobiletto, in cui ad inizio serata i pezzi erano allineati nelle posizioni di partenza, sono stati mossi, come
ad indicare una partita iniziata. Inoltre, Wilson nota che il tappeto ha un risvolto: scostandolo, nota una
botola, che decide di non aprire.
Il ritorno del maggiordomo, con la lanterna, interrompe le indagini, e i tre sono di nuovo invitati, in maniera
secca, a lasciare l’abitazione, mentre gli austeri volti nei quadri appesi nella sala da pranzo sembrano
osservarli severi.
Una notte inquieta
Di nuovo nella via, ancora immersa nell’oscurità, i tre si
avviano a piedi verso residenza Merryweather, che non
dovrebbe distare più di venti minuti di cammino. Durante
il cammino, un rumore di passi dietro di loro, e una risata
femminile inquietante, ma sembra che non vi sia
nessuno. Sono tutti molto inqueti, Lady Merryweather
decide di ospitarli per la notte a casa propria, nonostante
Grace, la sua domestica, reputi sconveniente la cosa.
Prima di recarsi a dormire, constatano sul proprio corpo
dei lividi, come da fasciature molto strette, e buchi nelle braccia, come da iniezione da una siringa dalla
punta molto larga. Si ritrovano doloranti, in tutto il corpo, le vene sono divenute molto scure. Trovano anche
tracce di fango sotto le vesti.
Dopo aver bevuto del brandy, la compagnia, esausta, si reca a dormire un sonno costellato di incubi, di cui
al mattino nessuno ricorda, tranne Lady Merryweather, che aveva la sensazione che delle mani la
tenessero brutalmente ferma a letto. L’urlo di Merryweather sveglia la casa, ma per fortuna era solo un
incubo, e una ricca colazione li accoglie nel nuovo giorno.
--- SECONDA SESSIONE --E’ mercoledì 12 novembre 1890, mattina. I tre si salutano, dandosi appuntamento per l’ora del tè presso
l’ufficio dell’investigatore Wilson. Nonostante il cielo plumbeo sovrastante Londra, deboli raggi di sole fanno
capolino tra le nubi, e i tre ne sono molto infastiditi, quasi come se avessero sviluppato un’allergia.
Le indagini di Edward Wilson
Felicia Palmer
Wilson passa dal suo ufficio, dove lo aspetta Felicia Palmer, la sua assistente, con il quale intercorrono
sguardi che segnalano qualcosa di più di un’amicizia. Felicia lo informa che, oltre ad un certo Matthew
Donovan del Times, che voleva intervistarlo a proposito dell’Assassino del Frangipane, è passato un certo
signor Jackson, un personaggio alquanto nevrotico. Wilson poi si reca verso la biblioteca centrale, per
recarsi nella sezione dell’emeroteca, per consultare i quotidiani degli ultimi tempi. Dopo alcune ore passate
sui faldoni, Wilson scopre che Margaret Whittier e il Dottor Warren Bedford sono recentemente morti suicidi,
la prima gettandosi da una finestra, il secondo con una revolverata in testa. Wilson riesce casualmente ad
ascoltare una conversazione di due dipendenti della biblioteca, venendo a scoprire che William Hamblin è
il Direttore della Biblioteca Centrale di Londra. Continuando ad origliare, scopre come Hamblin stia
rischiando il posto di lavoro, a causa della sua prolungata e ingiustificata assenza, a quanto pare per motivi
di droga. Sembra che sia sempre in un locale dell’East End, il Papavero Rosso, una fumeria d’oppio.
Adam Travis Price si reca da Gregory Wotton
Price nel frattempo giunge a casa di Wotton, dove viene informato da una domestica che l’avrebbe trovato
nel suo studio. Price sale quindi su un omnibus, carrozzone per il trasporto pubblico, e raggiunge lo Studio
Legale Wotton & soci, dove viene accolto da un giovane biondo che lo elogia come musicista. L’attesa non
è lunga, Wotton lo riceve nel suo ufficio. Price chiede spiegazioni riguardo alla cena, ma l’avvocato gli
presta poca attenzione, completamente preso da quel che sembra un manuale di scacchi. Con l’incalzare
di Price, l’avvocato nega l’esistenza di un brahmano e critica severamente il comportamento disdicevole
dei tre che si sono maleducatamente addormentati la sera prima. A Price comunque non sfugge il furbo e
malizioso sorrisetto di Wotton, ma decide comunque di lasciar perdere, andandosene.
Lady Sophie-Anne Merryweather nella casa del Signore
Padre John
Padre Damien
Henry Jackson
Lady Merryweather si reca alla chiesa di St.John, per trovare conforto. Dopo aver seguito la messa, si reca
da padre John per confessarsi e confidarsi, ma nelle vuote parole del fanatico sacerdote non trova ciò che
cercava. Abbandona seccamente il confessionale, giusto per sentire le grida di un tizio che, uscendo dal
confessionale, inveisce contro un prete e contro tutte le religioni. Un tipo nevrotico, che accendendosi una
sigaretta, nonostante sia in chiesa, si scaglia verbalmente contro il prete sostenendo che lui non potrà
aiutarlo da quel diavolo di Wotton.
Merryweather lo insegue all’uscita della chiesa, fermandolo, mentre la gente intorno li guarda sbigottiti.
Scopre che egli è Henry Jackson, e come lei anch’egli è stato ospite di Wotton. La sua sanità mentale è
compromessa, ma sembra avere spiegazioni utili alla vicenda. Merryweather cerca di trattenerlo, ma
Jackson ha molta fretta: si danno appuntamento all’ora del tè presso l’ufficio di Wilson.
La donna viene poi avvicinata da padre Damien, il sacerdote sul quale Jackson ha inveito. Merryweather
si confida, spiegandole l’accaduto. Il giovane sacerdote spiega come ultimamente, oltre a lei e Jackson,
anche un certo Hamblin si sia recato da lui. Sembra che Wotton sia al centro di una spirale dell’orrore,
padre Damien sospetta di una setta satanica dietro tutto questo, sul quale sta indagando.
L’incubo
Price, Wilson e Merryweather sono catturati dall’incubo: Price, seduto ad un pianoforte a coda, incontra
suo padre, che vuole fargli suonare una musica infernale: al diniego di Price, suo padre inveisce contro di
lui prima di dissolversi; il pianista scopre poi come sopra al pianoforte a coda vi sia legata una persona
imbavagliata, che non è altri che lui stesso. Merryweather sogna di essere legata ad una tavola dalla dea
Kalì e da un servitore incappucciato, prima di essere stuprata dal cadavere del marito defunto; i cadaveri
dei suoi figli si infilano poi dentro uno squarcio nel suo addome. Wilson sogna di essere bambino insieme
ai suoi genitori, a bordo della carrozza dove si consumò il loro omicidio; la vettura si ferma lungo il Tamigi,
il cocchiere spara poi ai suoi genitori: Wilson è di nuovo adulto, lo insegue, sparandogli ad una gamba, per
scoprire poi che la suo volto è quello di Richard Wilson, suo padre adottivo, per poi cambiare in quella di
Gregory Wotton, per poi cambiare in quella di Felicia Palmer, che alla fine gli trafigge il cuore.
Risveglio dall’incubo
Merryweather si risveglia su un divano di casa sua, attorniata dalla domestica Grace, da suo suocero
Edward Evans e da padre Damien. Quest’ultimo le spiega che al parco dove stavano passeggiando è
svenuta urlando di terrore. Sophie-Anne, spaventata, chiede al sacerdote l’aiuto di un esorcista. I borbottii
insistenti di suo suocero ricevono in risposta un posacenere, scagliatogli addosso dalla stessa SophieAnne. Poi si prepara per l’appuntamento, facendosi accompagnare in carrozza da Harry, uomo di fatica al
suo servizio.
Wilson si risveglia dai faldoni dell’emeroteca, per poi tornare al suo ufficio.
Price si risveglia stranamente nel suo appartamento, totalmente sconvolto. Piangendo e urlando si scaglia
contro il suo pianoforte a parete, strappandogli le corde come se strappasse il cuore ad un animale feroce.
Nello sfogo violento, rompe inavvertitamente un quadro con la foto di suo padre: la sua psiche provata
inizia a credere che quella foto sia veramente suo padre, e che gli parli. Si ricorda dell’appuntamento presso
l’ufficio di Wilson: dopo essersi ripulito, si benda le mani ferite dai numerosi tagli, prende il quadro di suo
padre ed esce. Sull’omnibus, la gente inizia a guardarlo come un folle, quando non cede il posto a sedere
“occupato” da suo padre ad una signora anziana.
Ora del tè
Price raggiunge Merryweather e Wilson presso l’ufficio di quest’ultimo, in tempo per bere il tè preparato da
Felicia. Parlano del caso in cui sono coinvolti, tutti notano quanto sia provato psicologicamente Price. La
conversazione è interrotta dal bussare insistente di Jackson, che li ha raggiunti. La sua demenza è palese,
e dopo aver farfugliato frasi a metà ed essersi fumato dieci sigarette in dieci minuti, dice di volersene andare
via. Merryweather lo trattiene per un braccio, ma un esagitato Jackson la butta a terra con un pugno in
faccia. Price gli si avventa contro, Jackson estrae una pistola: un proiettile saetta ad un centimetro dalla
testa del pianista. Wilson interviene, separandoli. Price si accascia su una sedia, in preda ad un attacco
d’asma. Dopo avergli sequestrato la pistola, Wilson lascia andare Jackson, che corre via nella notte.
Merryweather somministra un sedativo a Price, che velocemente si addormenta. E’ in quel momento che
si accorge di come Jackson si sia dimenticato della sua giacca: perquisendola, vi trova un taccuino.
Londra, 12 Novembre 1890
Il mio nome è Henry Jackson, 24 anni, giornalista del Morning Post.
E sono un uomo condannato.
Oramai le tenebre sono alle porte, la mia salute mentale è oramai compromessa, la mia vita è
minacciata. Sono giorni che non dormo: gli incubi attaccano famelici quando la mente è debole, non
posso più resistere. Flauti osceni e blasfemi mi trascinano sempre più verso il baratro, verso il cuore
pulsante dell’universo.
Non vi è uscita dalla trappola di Gregory Wotton, e non vi sarà lieto fine, e forse neppure una fine.
Ora, grazie a quel porco di William Hamblin, ho visto la verità, o almeno una piccola parte, ed era di
gran lungo meglio la misera menzogna con la quale definiamo la nostra civiltà. Ah, civiltà. Rido come
un pazzo a pensarvi: l’universo non ci considera, e se lo facesse, ci compatirebbe. Pensiamo di essere
dotati di intelligenza, la superbia ci ha condotto a credere di essere i padroni del mondo e della realtà,
nonché di noi stessi. Ah, il libero arbitrio: la farsa della realtà. Per un terzo della nostra vita siamo
incoscienti nel regno di Morfeo, e per il restante siano in balia di menzogne quali società, educazione,
religione e baggianate varie. Siamo pedine, solo pedine.
Voglio scrivere qui le mie ultime scoperte, almeno finché la mia mente è ancora in grado di farlo. Qui
nella penombra del Sancta Sanctorum di questa corrotta biblioteca. Voglio che chi troverà il mio
cadavere sappia, sappia tutto. Voglio che la follia non sia solo per me, l’umanità deve sapere, deve
soffrire come soffro io adesso. Maledetta sia l’umanità e maledetta sia la sua superbia!
Ho passato ore, lunghissime ore, immerso nei volumi della biblioteca centrale di questa maledetta città,
e qualcosa ho trovato, il resoconto di una leggenda.
Sembra che gli scacchi siano nati in India, migliaia e più di anni fa. La leggenda vuole che un re indù,
di nome Iadava, vinse una grande battaglia per difendere il suo regno, e che, per avere ragione del
nemico, dovette compiere un'azione strategica in cui suo figlio perse la vita.
Da quel giorno il re non si era più dato pace, perché si sentiva colpevole per la morte del figlio, e
ragionava continuamente sul modo in cui avrebbe potuto vincere senza sacrificare la vita del figlio: tutti
i giorni rivedeva lo schema della battaglia, ma senza trovare una soluzione.
Tutti cercavano di rallegrare il re, ma nessuno vi riusciva.
Un giorno si presentò al palazzo un brahmano che, per rallegrare il re, gli propose un gioco che aveva
inventato: il gioco degli scacchi. Il re si appassionò a questo gioco e, a forza di giocare, capì che non
esisteva un modo di vincere quella battaglia senza sacrificare un pezzo, ovverosia suo figlio.
Sono balzato sulla sedia a leggere il nome del brahmano: Lahur Sessa, Sissa secondo altre versioni.
Che sia sempre lo stesso? Come può un mortale aver superato i limiti umani di longevità, come può
avere più di mille anni? O piuttosto è un pazzo che si rifà alla leggenda? Ah, quel brahmano! E’ lui
l’artefice di tutto, è lui il demonio!
Il re fu finalmente felice, e chiese al brahmano quale ricompensa egli volesse: ricchezze, un palazzo,
una provincia o qualunque altra cosa. Il monaco rifiutò, ma il re insistette per giorni, finché alla fine il
brahmano, guardando la scacchiera, gli disse: «Tu mi darai un chicco di grano per la prima casa, due
per la seconda, quattro per la terza, otto per la quarta e così via». Il re rise di questa richiesta,
meravigliato del fatto che il brahmano potesse chiedere qualunque cosa e invece si accontentasse di
pochi chicchi di grano. Il giorno dopo i matematici di corte andarono dal re e lo informarono che per
adempiere alla richiesta del monaco non sarebbero bastati i raccolti di tutto il regno per ottocento anni.
In questo modo, il brahmano insegnò al re che una richiesta apparentemente modesta può nascondere
un costo enorme. In effetti, facendo i calcoli, il brahmano chiese 18.446.744.073.709.551.615 chicchi.
Il re Iadava capì, il brahmano ritirò la richiesta e divenne il governatore di una delle province del regno.
Altri testi sostengono che il re era avvilito, ma Sessa gli rispose subito: "Io ti ho detto di ‘mettere' tutti
questi chicchi sulla scacchiera: siccome questo è impossibile non pretendo nulla".
Ma secondo i Culti Innominabili la leggenda non termina in questo modo! Quali chicchi di grano? E non
si accenna a Yo-Gtha né alla lune gemelle del pianeta Yuggoth! Il passare del tempo ha celato la verità!
L’umana menzogna copre e nasconde, nasconde e copre. Istinto di sopravvivenza, credo.
I flauti si fan sempre più vicini, li sento attorno come latrati di cani pazzi.
Ho una pistola nella mia mano sinistra, spero di riuscire a spararmi alla testa prima che arrivi l’orrore.
Ma non credo che l’orrore lascerà così facilmente la sua preda. Oramai non ho controllo, l’esistenza
stessa è una gabbia per me. Come me soffriranno altri quattordici… La mia unica consolazione è che
non sarò il solo, maledetto mondo e maledetta vita, e maledetto me!
Hamblin, Hamblin… Il suo nome mi rimbomba nella testa.
Le tenebre! Le tenebre!
Le tenebre mi rimbombano nella testa.
Non è morto ciò che in eterno può attendere
e col volgere di strani eoni, anche la morte può morire.
Ia mayyitan ma qadirun yatabaqa sarmadi fa itha yaji ash-shutahath al-mautu qad yantahi.
Ia mayyitan ma qadirun yatabaqa sarmadi fa itha yaji ash-shutahath al-mautu qad yantahi.
Ia mayyitan ma qadirun yatabaqa sarmadi fa itha yaji ash-shutahath al-mautu qad yantahi.
Ia mayyitan ma qadirun yatabaqa sarmadi fa itha yaji ash-shutahath al-mautu qad yantahi.
Ia mayyitan ma qadirun yatabaqa sarmadi fa itha yaji ash-shutahath al-mautu qad yantahi.
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Ia mayyitan ma qadirun yatabaqa sarmadi fa itha yaji ash-shutahath al-mautu qad yantahi.
Ia mayyitan ma qadirun yatabaqa sarmadi fa itha yaji ash-shutahath al-mautu qad yantahi.
……….
[La stessa frase continua fino alla fine del taccuino, scritta
in maniera sempre più confusa, fino ad essere uno scarabocchio]
Wilson e Merryweather lo leggono sconvolti. Lei decide quindi di portare il signor Price a casa propria.
Harry, l’uomo di fatica al servizio di Lady Merryweather, carica il pianista addormentato sulla carrozza.
Partono tutti per la residenza di lei, passando per Hyde Park, dando un passaggio a Wilson.
--- TERZA SESSIONE --Hyde Park
La carrozza di Merryweather, guidata da Harry, si allontana nella sera londinese, minacciata da un cielo
sempre più promettente pioggia. Wilson è da solo alla Grand Entrance di Hyde Park, dove medita sugli
ultimi fatti, in cerca di ispirazione, passeggiando. Viene avvicinato da un’anziana e inquietante signora, che
lo chiama con il suo vero cognome, Campbell. Si chiama Margareth Brown. Spiega a Wilson che loro sono
nella trappola di un essere chiamato “La cosa che non dovrebbe esistere”, Yog-tha, e di come quest’essere
stia iniziando una guerra contro il Grande Antico che regna attualmente sulla Terra, approfittando del suo
magico sonno nelle profondità dell’oceano.
Grand Entrance di Hyde Park
Margareth Brown
Spiega inoltre come William Hamblin abbia un libro molto importante per fermare Yog-tha, e propone un
accordo a Wilson: se a lei sarà permesso di entrare nel luogo segreto della biblioteca, dove è conservato
il libro “Culti Innominabili”, lei dirà tutta la verità sugli omicidi dei fiori di Plumeria, o frangipane (in cui sia i
genitori di Wilson, sia il suo padre adottivo, persero la vita). Margareth Brown confida infatti che una delle
vittime era sua figlia. Si accordano su un segnale: Wilson alzerà il braccio, all’ingresso della biblioteca, e
lei scenderà dal suo appartamento, cosa che dovrà avvenire nell’arco di 12 ore.
La conversazione è interrotta dalla presenza di un enorme cane nero che sembra seguire i due. La signora,
molto spaventata, gli comunica che è un servitore delle tenebre, e questo indica che Yog-tha vuole chiudere
velocemente la partita. Gli ricorda inoltre che William Hamblin è l’unico che possa temporaneamente
proteggerli dalle tenebre. Wilson e la signora Brown escono da Hyde Park, per salire sulla carrozza di lei.
Egli viene lasciato presso casa sua, dove recupera il fascicolo sugli omicidi del frangipane. Viene scosso
dalla presenza del cane nero, appoggiato sul soffitto, come a gravità invertita, gli latra addosso: con un
colpo di pistola riesce ad ucciderlo, ed esso si dissolve. Decide quindi di muoversi velocemente verso
residenza Merryweather.
La progenie delle tenebre
Presso
residenza
Merryweather,
Sophie-Anne
esamina
il
corpo
addormentato di Price, facendogli un prelievo. Il sangue è strano, pare
scurito da una nera sostanza al suo interno. Il sangue è strano, pare scurito
da una nera sostanza al suo interno. Decide di chiuderlo in cantina, per
maggiore sicurezza. Mentre Lady Merryweather sorseggia del brandy
insieme a Grace e ad Harry, che racconta delle sue imprese di pesca, Price
si sveglia nell’oscurità più completa. Brancolando al buio, trova le scale per
fuoriuscire dalla cantina, ma percepisce al tatto anche un’enorme presenza
pelosa, un cane nero a cui si accendono gli occhi come se fossero tizzoni
ardenti. L’essere demoniaco, latrando, pronuncia il versetto: Ia mayyitan ma
qadirun yatabaqa sarmadi fa itha yaji ash-shutahath al-mautu qad yantahi. Price, urlando, si rifugia dietro
al tavolino dove era disteso poco prima. Merryweather e i domestici sentono le urla, e sentono anche il
pianoforte a coda nell’altra stanza iniziare a suonare da solo. Harry apre la botola della cantina,
Merryweather intravede il cane infernale, e scaglia la sua lanterna. Il fuoco divampa nella cantina, Price
piange rimanendo nascosto dal cane dietro al tavolino, fino a quando un essere completamente coperto
da una lacera tunica grigia gli si manifesta, fuoriuscendo dalle tenebre. Egli cerca di afferrare Price, mentre
il cane continua a latrargli addosso. Dalla sala del pianoforte nel frattempo fuoriesce un altro essere
incappucciato, che tiene con una mano il cadavere avvizzito di Grace. Merryweather lancia un’altra
lanterna, per fare un muro tra lei e il secondo essere. Price, pressato, salta attraverso le fiamme, e sale per
le scale, buttandosi poi contro l’essere con in mano il cadavere di Grace, buttandolo a terra. Merryweather
ne approfitta per scappare, Harry viene afferrato da quel che sembra un tentacolo di oscurità che fuoriesce
dalla cantina, dalla manica dell’incappucciato, che levita oltre le fiamme che si stanno espandendo. Harry
inizia ad avvizzire, ma viene subito azzannato al collo dal cane nero. Price e Merryweather fuoriescono
dalla casa in fiamme, ma lei viene afferrata dal tentacolo di oscurità. Price la libera e fuoriescono in strada,
dove Wilson è arrivato con un taxi. Una volta a bordo, dopo aver inseguito uno sconvolto signor Price,
chiedono al vetturino di viaggiare senza meta, senza mai fermarsi.
Notte senza tregua
Nel frattempo, il cielo si apre e su Londra si scatena un acquazzone. Sulla
carrozza, i tre discutono animatamente, ma i litigi non mancano. Decidono
di trovare un albergo dove passare la notte, ma ad un certo punto la
carrozza si ferma. Scoprono con orrore che il vetturino è sparito, al suo
posto vi è un incappucciato. Fuoriescono tutti, tranne Wilson che, dopo
avergli inutilmente sparato, rimane intrappolato all’interno della carrozza, a
lottare contro i tentacoli e le braccia dell’essere. Price e Lady Merryweather
corrono verso le abitazioni, per farsi accogliere, ma le porte e le finestre
vengono loro chiuse in faccia. Forti latrati di cani neri giungono da ogni
dove. Mentre Wilson spezza un braccio all’essere con la tunica che cerca
di afferrarlo, il cappuccio che copriva il suo volto scende, mostrando il
cadavere di Warren Bedford, con la testa bucata dal proiettile con cui si era suicidato. Price, accompagnato
da Merryweather, sale al posto del conducente della carrozza, e sprona i cavalli a partire. L’essere
incappucciato cade a terra, la carrozza sfreccia veloce travolgendo uno dei diversi cani neri che stavano
correndo verso di loro.
Scotland Yard
Lasciatisi alle spalle gli esseri infernali, la carrozza del gruppo si dirige a Scotland Yard, per chiedere
aiuto alla polizia. L’agente di servizio alla portineria rimane basito dagli evidenti segni di follia sui loro
volti, soprattutto su Lady Merryweather, totalmente sconvolta dagli ultimi avvenimenti, che continua a
ripetere con malsana follia la stessa frase: “Dobbiamo trovare la luce!”. Wilson continua a chiedere di
parlare con il suo amico Cooper, che purtroppo non è di servizio. L’agente della portineria chiama un paio
di colleghi con l’intenzione di farli internare, ma poi decide di chiudere un occhio, a patto che se ne
vadano.
Il segnale alla signora Brown
La carrozza dei tre, sotto consiglio di Wilson, arriva di fronte alla biblioteca centrale di Londra. Wilson fa il
segnale con il braccio, e dopo pochi minuti giunge Margareth Brown. L’anziana signora si adira
fortemente nel vedere di essere stata chiamata inutilmente: non c’è Hamblin con loro, infatti. Wilson le
chiede di poter badare ai suoi due amici, ma lei, offesa, gli ricorda il patto e se ne va. Giungono presto le
presenze incappucciate e il latrato dei cani. Wilson risale sulla carrozza, e ripartono.
A casa di William Hamblin
Giungono a casa di Hamblin. Notano subito che la posta fuoriesce dalla cassetta delle lettere,
probabilmente la casa è deserta da giorni. Decidono comunque di entrare, Wilson scassina la porta e sono
dentro. L’investigatore dà un’occhiata in giro, non trovando nulla di rilevante, a parte una chiave su una
scrivania, che decide di prendere con sé. Il gruppo è poi costretto a fuggire a causa dell’arrivo degli esseri
infernali.
Al “Papavero Rosso”
Wilson ipotizza quindi che Hamblin sia al “Papavero Rosso”, nell’East End di Londra. Giunti nel quartiere
povero, chiedono informazioni ad un ubriacone che passeggia sotto la pioggia insistente. Trovano presto
il locale, che a prima vista pare una birreria da quattro soldi. Entrando, chiedono al cinese, di nome Yang,
titolare del locale, di parlare con il signor Hamblin, richiesta accompagnata da un bel po’ di sterline sborsate
dal signor Wilson. Dopo essere stati perquisiti da un energumeno, i tre vengono portati dal cinese al piano
interrato, dove si trova un enorme salone con fumatori di oppio e prostitute. Ad un tavolo, da solo, il signor
Hamblin si sta fumando una sigaretta.
--- QUARTA SESSIONE ---
William Hamblin
Il cinese Yang
Discussione con Hamblin
Seduti al tavolo con William Hamblin, i tre si tranquillizzano molto. Hamblin spiega loro come gli incensi
accesi sul tavolo tengano lontane le forze del male, ma non sa per quanto. Spiega come egli lavorasse per
Gregory Wotton, che gli chiedeva antichi libri d’esoterismo e di occultismo, ma che litigarono fortemente
per i Culti Innominabili, che Hamblin non voleva cedergli dopo aver visto l’insana inclinazione dell’avvocato.
Spiega loro come Yo-ghta sia un Grande Antico e come Lahur Sessa sia il suo araldo. Già nell’antichità, in
India, queste forze attaccarono l’umanità, creando un regno del terrore che durò per anni, in cui i morti
camminavano fra i vivi.
Hamblin continua, spiegando come Gregory Wotton sia riuscito a creare un contatto con queste entità: egli
ha sfidato Lahur Sessa al gioco che lo stesso brahmano ha inventato, gli scacchi. Nel caso dovesse
vincere, chissà quali poteri potrebbe ricevere dal Grande Antico. Ma se dovesse perdere, come re Iadava…
Per partecipare alla partita, ha dovuto sacrificare quindici persone che egli conosceva, tra cui Price, Wilson
e Merryweather, nonché Jackson. Si scopre che quest’ultimo stava dormendo su una panca, vicino a loro.
Jackson si alza e si unisce alla conversazione.
In volo su Londra
Decidono quindi di recarsi in biblioteca, ultima possibilità di uscire da
quest’incubo. Convincono Hamblin ad unirsi a loro. Egli provvede ad
armarli tutti con delle armi da fuoco, e li conduce ad un cortiletto
interno, circondato da muri. Lì vi si trova una piccola mongolfiera,
dove il gruppo sale. Per fortuna la pioggia è finita. Il pallone
aerostatico si solleva in cielo, e il gruppo scopre con orrore che
intorno a loro non vi è neppure una luce: una Londra completamente
immersa nelle tenebre. Neppure una finestra accesa, neppure un
rumore. L’oscurità non è totale grazie a un pallore lunare che
traspare dalle nubi. Pare ci sia solo una piccola luce, sembra proprio
dove ci sia la biblioteca. Iniziano a sentire i latrati infernali, e a vedere gli occhi luminescenti dei cani, a
centinaia, correre per le vie di Londra, quasi a seguire la mongolfiera sopra di loro. Ad un certo punto una
forza invisibile sembra premere contro il pallone, che inizia a perdere quota. Price si agita, e con il fucile
inizia a sparare inutilmente alle tenebre. Price colpisce poi Jackson, che in preda alla follia rischiava di far
cadere tutti continuando a muovere le corde. Jackson precipita, ma fortunatamente riesce ad aggrapparsi
ad una delle corde esterne. Il pallone aerostatico alla fine tocca terra, il gruppo inizia a correre verso la
biblioteca.
Faccia a faccia col brahmano
Camminando rasenti alle pareti della piazza, il gruppo evita la finestra di Margareth Brown, da cui deriva
una fioca luce. Si dirigono verso una porta laterale della biblioteca, ma la voce di Lahur Sessa li blocca.
Egli chiede loro il motivo di tutta questa resistenza. Il gruppo vorrebbe proseguire, ma un esercito di esseri
incappucciati e di cani neri sembra arrivare da ogni dove.
Sull’orlo dell’Abisso
Lahur Sessa cambia
scenario: il gruppo si
trova ora sopra delle
rocce vicino all’oceano,
vicino ad un enorme
buco di cui non si vede
la fine e in cui le onde
precipitano.
Sono
insieme a Lahur Sessa,
con il quale discutono. Il
brahmano sta per offrire
loro un’alternativa alla
verità
quando
agghiacciante,
Price
e
Merryweather lo caricano, per poi precipitare insieme a lui nel baratro. L’oscurità viva, al suo interno, li
separa e poi li stritola fino a farli svenire. Lahur Sessa fuoriesce volando fuori dall’abisso, e continua il suo
discorso con Wilson e gli altri due. Il brahmano propone l’alternativa: un esilio dentro un illusione,
sicuramente meno terribile della verità. Wilson scopre come Hamblin e Jackson siano spariti, hanno già
scelto. Wilson, dopo aver sfogato il suo disprezzo per l’araldo di Yo-ghta e l’orgoglio di essere un uomo
con una coscienza e dei sentimenti, decide di farla finita, e si butta spontaneamente nel dirupo, tenendo
stretta a sé la foto di Felicia.
La verità e la fine
I tre si svegliano legati a dei tavoli di legno, con un’enorme siringa che inietta loro una sostanza scura simile
a tenebra contenuta in un cilindro di vetro e un’altra siringa, nell’altro braccio, che preleva sangue per poi
buttarlo in un pozzo. I cadaveri con la tunica sono lì ad osservarli. Lahur Sessa e Gregory Wotton stanno
giocando la loro partita a scacchi. Probabilmente sono in un sotterraneo sotto alla casa di Wotton. Lahur
Sessa sembra divertito, e spiega ai tre come ciò che hanno vissuto non sia stato un sogno, ma un altro
piano esistenziale, e come abbiano scelto alla fine la terribile verità, invece di essere esiliati nel Reame dei
Sogni. Il terribile Yo-ghta, chiamato Nyoghta quando diviene conquistatore, fuoriesce dal pozzo, come un
gigante formato da tenebre fredde e prive di logica. Ruggendo, azzanna la testa di Price, decapitandolo.
E’ poi la volta di Wilson, ma prima che il grande Antico lo divori, Lahur Sessa gli confida come il suo caro
padre adottivo, Richard Wilson, sia stato ucciso da Margareth Brown. E tutto questo per vendetta: Richard
Wilson aveva intrapreso una crociata personale contro delle streghe devote a Cthulhu, compresa la madre
di Edward. Dopo la morte di Wilson, il Grande Antico si scatena contro
Merryweather, che prima di spirare sente la voce di Wotton
pronunciare: “Scacco matto!”.
SPIEGAZIONE
Yo-ghta è un Grande Antico proveniente dalle lune del pianeta Yuggoth, ai confini del Sistema Solare. Fu
costretto, migliaia d’anni prima, all’esilio, scacciato da un altro Grande Antico di cui il nome non vi è traccia.
Scelse quindi la Terra, approfittando del magico sonno in cui Cthulhu è intrappolato, divenendo quindi
Nyoghta il Conquistatore.
Gregory Wotton, grazie alla collaborazione di William Hamblin che gli fornisce libri occulti ed esoterici,
riesce finalmente a creare un contatto con un’entità superiore, ossia Nyoghta, più precisamente con il suo
araldo, Lahur Sessa. Come il re indù Iadava nell’antichità, Gregory Wotton sfida Lahur Sessa al gioco degli
scacchi (inventati dallo stesso brahamano). Come costo, l’avvocato deve offrire in sacrificio quindici persone
(come il numero dei pezzi di uno schieramento oltre al Re) con cui abbia un certo legame e che abbiano
sufficiente intelligenza e cultura.
In caso di vittoria, Gregory Wotton potrà accedere ad un piano superiore di esistenza, divenire un essere
superiore, forse sostituire lo stesso Lahur Sessa come araldo di Nyoghta. In caso di sconfitta, Gregory
Wotton perderà naturalmente la vita, oltre a tutto ciò che ha sacrificato precedentemente.
In ogni caso, per Nyoghta è una nuova occasione per espandersi sulla Terra, come successe nell’antichità,
e spodestare il Grande Antico dormiente, Cthulhu. Nell’antichità egli fu sconfitto, ma approfittando della
diminuzione dei cultisti di Cthulhu (provocato dalle azioni di Richard Wilson) e con il favore dell’allineamento
degli astri, le probabilità sono altamente favorevoli.
I tre protagonisti sono stati quindi offerti in sacrificio a Nyoghta da Gregory Wotton. Essi non sono mai usciti
dal laboratorio in cui erano stati trascinati a cena conclusa, ma sono stati proiettati in un piano d’esistenza
differente, in cui l’incubo è tangibile come la realtà.
Essi sono stati posti di fronte alla scelta: verità e morte, oppure una vita d’illusione. Nyoghta avrebbe
preferito la seconda, avrebbe ottenuto soldati molto più forti per la sua causa, dei condottieri del male.
Scegliendo la prima, i tre protagonisti hanno dimostrato una dignità superiore, ma purtroppo i loro corpi
faranno parte della schiera della progenie delle tenebre.
Henry Jackson, anche lui sacrificato, ha scelto di entrare nel Reame dei Sogni. Sarà lui il Campione delle
Tenebre dell’esercito di Nyoghta, mentre la sua mente sarà intrappolata nel Reame dei Sogni. Insieme alla
progenie del tenebre, il Grande Antico Nyoghta inizierà un epoca di paura ed orrore.
La possibilità di vincere Nyoghta era rappresentata da Margareth Brown, seguace di Cthulhu. Solo con lei,
con l’ausilio del libro “Culti Innominabili”, ci sarebbe stato l’intervento del Grande Antico Cthulhu, e Nyoghta
sarebbe stato sconfitto. Le sorti dei tre protagonisti sarebbero rimaste comunque incerte.