05/2008 Rivista Recycling

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05/2008 Rivista Recycling
demolizioni cantiere
La demolizione dei serbatoi
parco nafta centrale Torrevaldaliga
Nord di Civitavecchia
o
Ivan Poroli
Il cantiere
Ci occupiamo i questo articolo di un
intervento di demolizione all’interno di
uno dei più grandi cantieri attualmente
attivi in Italia, si tratta del cantiere relativo alla conversione a carbone della
centrale termoelettrica di Torrevaldaliga Nord. Il cantiere di demolizione
è stato ubicato all’interno del parco
nafta un imponente deposito costituito da grandi serbatoi di stoccaggio
del tipo a tetto galleggiante, 3 unità
della capacita di 50.000 e 4 unità della
capacità di 100.000 mc. Dopo l’intervento di demolizione, le aree lasciate
libere saranno in parte riconvertite a
parco naturale e in parte riutilizzate
per ospitare gli impianti della nuova
centrale a carbone.
I serbatoi erano ubicati in bacini di
contenimento realizzati in terrapieno
battuto con argilla impermeabile.
L’area di cantiere specifica è stata
ricavata all’interno dei bacini di contenimento di ogni singolo serbatoio,
man mano che essi venivano attaccati
dalla demolizione, utilizzando gli argini
in terra battuta come perimetrazione;
il centro operativo di cantiere è stato
ubicato invece in prossimità del cancello di uscita della recinzione del parco
serbatoi, ove si sono installate tutte
le principali utilities necessarie alla
corretta esecuzione dei lavori (uffici
spogliatoi box officina ecc.).
Per facilitare le operazioni di pesata
degli automezzi in ingresso e in uscita
del cantiere si è installata una pesa a
ponte per bilici di tipo “trasportabile”
realizzata in carpenteria metallica con
celle di carico e dispositivo video e
stampa per le pesate collegato direttamente al box ufficio.
Ogni bacino interessato dalla demolizione è stato inoltre dotato di un impianto
per il taglio ossipropanico di tipo fisso
con serbatoi verticali di stoccaggio
ossigeno e gruppi di pressurizzazione
dedicati; per queste installazioni si sono
eseguiti specifici progetti.
I serbatoi
I serbatoi oggetto dell’intervento di
demolizione sono tra le più grandi apparecchiature per lo stoccaggio di nafta
pesante realizzate in Italia, essi sono
stati dimensionati per alimentare sia la
centrale di Torrevaldaliga Nord che la
vicina centrale di Montalto di Castro
tramite un oleodotto dedicato.
I serbatoi sono di costruzione Belleli
S.p.A. e Lollini S.p.A. e sono stati realizzati su due taglie differenti 50.000
mc e 100.000 mc.
I serbatoi da 50.000 mc presentano un
diametro di circa 67 metri e una altezza di circa 15 metri; le lamiere che ne
costituiscono il fasciame del mantello
hanno spessori variabili da 10 millimetri
sulla sommità fino a 25 millimetri in
prossimità del fondo.
Il peso totale stimato è di 1.200 ton per
ciascuna apparecchiatura.
I serbatoi da 100.000 mc hanno invece un diametro di circa 86 metri,
un’altezza di circa 19 metri e spessori
del fasciame variabili da 10 millimetri sulla sommità e 34 millimetri in
prossimità del fondo. Il peso totale
stimato è di 2.200 ton per ciascuna
apparecchiatura.
La tipologia costruttiva dei serbatoi è
quella a “tetto galleggiante”.
Questa tecnologia prevede la realizzazione del corpo del serbatoio di forma
cilindrica e la copertura invece che di
tipo fisso con mantello di lamiere su
arcareccio è invece costituita da cassoni stagni realizzati sempre in lamiere
spessore 6 millimetri e nervati con
profilati di carpenteria.
Ogni cassone è dotato di passo d’uomo per poter effettuare le verifiche di
tenuta interne. Il tetto ha la funzione
di galleggiare sul prodotto ed assume
diverse posizioni all’interno del mantello cilindrico del serbatoio in funzione
del quantitativo di prodotto presente.
Per impedire la fuoriuscita di vapori o
l’ingesso di acqua meteorica all’interno
del serbatoio, il tetto è dotato di una
guarnizione realizzata in neoprene e
gomma imbullonata su tutto il perimetro del tetto galleggiante e tenuta
premuta contro il mantello tramite delle
piattabande in acciaio armonico.
A serbatoio vuoto il tetto galleggiante
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si mette nella cosiddetta posizione “a
riposo” e non aderisce al fondo ma
viene tenuto alla distanza di circa 1,5
m da una serie di puntoni disposti sul
fondo del serbatoio stesso.
I serbatoi da demolire ci sono stati
consegnati bonificati in stato gas-free
e completamente scoibentati dalla lana
di roccia che li ricopriva su tutto il
mantello esterno.
La preparazione
La prima difficoltà incontrata è stata
mutuata dalla caratteristica dei bacini di
contenimento in quanto essendo realizzati in argilla impermeabile, il sistema
di drenaggio dell’acqua piovana non è
sempre efficace al 100% determinando,
a causa della presenza di numero pozze
di acqua, serie difficoltà per l’accesso
e la movimentazione dei mezzi d’opera. Per ovviare a questo problema si è
provveduto a installare alcune pompe
di sentina con lo scopo di drenare il
bacino in caso di forti precipitazioni
meteoriche.
Questo sistema ha permesso la piena
fruibilità delle aree di cantiere per tutta
la durata dei lavori.
Prima di approcciare alla demolizione di
un serbatoio e soprattutto quando questo
ha contenuto prodotti infiammabili, è
necessario eseguire tutta una serie di
operazioni preliminari che hanno lo
scopo di preparare il manufatto alla
demolizione in completa sicurezza.
Per prima cosa occorre eliminare tutte
le interconnessioni del serbatoio sia
dal punto di vista dell’impiantistica
che dal punto di vista strutturale, si è
quindi proceduto alla demolizione delle
tubazioni perimetrali e delle passerelle
di comunicazione del serbatoio con il
resto dell’impianto.
Si è optato per effettuare questa operazione con taglio meccanico a freddo
utilizzando un escavatore allestito con
cesoia oleodinamica, la scelta è stata
dettata sia da una maggiore velocità di
intervento che da un maggiore livello
di sicurezza per la significativa riduzione di fonti di innesco per eventuali
incendi (possibile presenza di sostanze
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Serbatoio ancora coibentato e con presenza di acqua nel fondo del bacino
infiammabili). La certificazione gas
nizione per le sua caratteristiche costrutfree è infetti condizione necessaria
tive non può essere testata con i normali
ma non sempre sufficiente a garantire
esplosimetri, per cui la sua condizione
la sicurezza degli interventi a caldo,
risulta a priori ignota. La guarnizione
infatti soprattutto nel caso di prodotti
una volta rimossa è stata riposta in
“pesanti” ci possono si possono verifibig bags e avviata alle procedure di
care sacche di gas infiammabili causate
caratterizzazione e smaltimento come
da evaporazione del prodotto sottoposto
previsto dalla vigente normativa.
a temperature elevate.
L’ultima operazione prima della demolizione vera e propria, è stata quella di
La demolizione
rimuovere manualmente la guarnizione
La tecnica scelta per l’esecuzione di
che circonda il tetto galleggiante.
Questa operazione risulta necessaria questa demolizione è stata mutuata
per due motivi, il primo perché essendo
costruita in materiale
infiammabile che costituisce un pericolo
per lo sviluppo di incendi durante le fasi
di taglio del mantello,
il secondo, ancora più
importante, perché durante l’esercizio è possibile che il materiale
spugnoso contenuto
al suo interno, a causa
di micro fessurazioni
della gomma esterna,
può essersi intriso di
prodotto con evidenti
rischi di incendio e/o Configurazione del serbatoio per l’accesso e la demolizione del etto
di esplosione; la guar- galleggiante
Preparazione del varco
da diversi fattori. Fondamentale nella
scelta è stato l’obbiettivo di recuperare
il maggiore quantitativo possibile di
lamiere che costituiscono il fasciame del
serbatoio; per questo risulta necessario
procedere ad una sorta di smontaggio
in opera delle singole lamiere tramite
taglio ossipropanico effettuato lungo i
cordoni di saldatura. Un altro aspetto
che ha influenzato la tecnica di demolizione sono anche stati i tempi richiesti
dalla committente che prevedevano 45
gg solari consecutivi per i serbatoi da
50.000 mc e 55 giorni solari consecutivi
per i serbatoi da 100.000 mc.; per cui
è stato necessario organizzare meticolosamente il cantiere di ogni singolo
serbatoio con più fronti di demolizione aperti garantendo in ogni caso la
non interferenza delle lavorazioni per
assicurare le necessarie condizioni di
sicurezza.
Altri fattori che hanno influenzato sensibilmente le tecniche di demolizione e
le scelte progettuali sono stati ad esempio le condizioni atmosferiche tipiche
del luogo con presenza di forte vento
per diversi giorni dell’anno, la scarsa
ispezionabilità del fondo dei serbatoi
per cui non si sono potute escludere a
priori sacche di prodotto al di sotto del
fondo dovute a possibili perdite. Per
Apertura del varco come da progetto
questo motivo e su richiesta specifica
della Committente, è stato necessario
mettere a punto una tecnica particolare
di demolizione del fondo che minimizza
il rischio di incendio o esplosione.
La principale dotazione del cantiere per
l’esecuzione della demolizione di ogni
serbatoio è stata la seguente:
• n. 2 escavatori dotati di cesoia oleodinamica con il compito di sezionare
il tetto galleggiante e il fondo del serbatoio secondo le tecniche che saranno
più avanti illustrate;
• piattaforma elevatrice altezza utile
Esempio di utilizzo del bilancio con le funi di guida
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Avanzamento fronti di demolizione (prima fase)
26 m;
• autogrù da 65 o 45 ton in funzione
dei serbatoi da demolire (altezza e pesi
stimati delle lamiere);
• semovente con polipo caricatore per
la movimentazione del rottame;
fork lift portata 120 ton per la movimentazione delle lamiere sezionate;
• Presso cesoia semovente per la
Avanzamento fronti di demolizione (seconda fase)
riduzione dimensionale del rottame
proveniente dalla demolizione del tetto
e del fondo.
Prima di procedere alla demolizione di
ogni serbatoio si sono effettuate tutte
le prove di esplosività necessarie a
garantire la sicurezza degli operatori
ed in particolare si sono testati:
• l’intercapedine tra fondo e tetto gal-
Organizzazione del cantiere con contemporanea demolizione del fondo e del mantello
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leggiante a riposo
• i cassoni stagni del tetto galleggiante.
La prima fase della demolizione vera
e propria è stata quella dell’apertura
di varco nel mantello di larghezza sufficiente al transito dei mezzi d’opera.
L’apertura del varco è stata una operazione molto delicata in quanto doveva
essere effettuata in condizioni tali da
mantenere la stabilità
del mantello anche se
sottoposto alla azione
di vento.
L’apertura del varco è
stata realizzata quindi
in posizione strategica
rispetto ai venti dominanti e con un profilo
specifico per limitare
l’incidenza del vento
sul mantello.
successivamente si è
proceduto a aprire più
fronti dei lavoro contemporanei, demolizione tetto, demolizione virole pianificando
le attività in maniera
tale ad evitare pericolose interferenze.
Il sezionamento delle
lamiere destinate al
recupero è stato effettuato tagliando il mantello in corrispondenza
escavatori dotati di cesoia oleodinamica.
Per velocizzare le operazioni si sono
utilizzati due escavatori che movendosi in maniera sincronizzata potevano
asportare grandi superfici di lamiera del
fondo evitando qualsiasi lavorazione a
caldo in zono non ispezionabili.
Una volta strappata la lamiera di fondo
questa veniva sezionata secondo la tecnica classica del taglio ossipropanico
in zone dedicate del cantiere.
In questo modo si è potuto operare in
piena sicurezza individuando tempestivamente le sacche di prodotto e provvedendo alla loro messa in sicurezza.
I risultati ottenuti
Sequenza della demolizione del fondo a freddo
dei cordoni di saldatura, per evitare
fenomeni di piegamento durante il sollevamento delle lamiere si è utilizzato
per la loro imbracatura uno specifico
bilancino.
Le operazioni demolizione del tetto
galleggiante si sono invece effettuate
con la classica tecnica di demolizione
meccanica utilizzando due escavatori
allestiti con cesoie oledinamiche.
Operando secondo questa organizzazione del cantiere si è potuto effettuare la
demolizione di serbatoi in condizioni
di sicurezza e rispettando i tempi
previsti.
Per la demolizione finale del fondo
del serbatoio si è dovuto tenere conto
delle possibili situazioni di incendio
esplosività determinate dalla presenza
di eventuali sacche di prodotto formate
tra fondo e il terreno sottostante. Per
questo motivo si è optato per eseguire
la demolizione del fondo del serbatoio
“strappando” a freddo le lamiere con
Il cantiere si è concluso con la completa demolizione di serbatoi oggetto
dell’appalto per un totale di circa 12.500
tonnellate di materiale ferroso demolito
e avviato alle operazioni di recupero.
Un grande contributo alla velocizzazione dei lavori e alla ottimizzazione
dei carichi di rottame è stato dato
dall’utilizzo della presso cesoia mobile
che ha permesso la veloce riduzione
dimensionale del rottame particolarmente voluminoso proveniente dalla
demolizioni meccaniche.
Al termine dei lavori le aree sono
state restituite alla committente per le
successive operazioni finalizzate alla
riconversione della Centrale di Torrevaldaliga Nord.
L’impegno di risorse umane, mezzi
e organizzazione ci ha permesso di
rispettare i tempi previsti e gli elevati
standard qualitativi e di sicurezza richiesti dalla Committente.
Vista aerea con il cantiere in avanzamento all’80%
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