TElEfoni E inTErnET

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TElEfoni E inTErnET
ANNO XXXVIII - N °. 2 - euro 0.50
[email protected]
sabato 21 gennaio 2012
i nostri servizi:
• servizi di pulizia pubblica e privata
• servizi di pulizie professionali per uffici,
comunità ed enti pubblici
• Disinfezione
• Disinfestazione e derattizzazione
• Pulizia e trattamento pietre naturali e di
grande valore estetico
• Pulizia e trattamento pavimenti e rivestimenti in cotto
• Lavaggio grandi vetrate, vetri e finestre
• Pulizia aree verdi
“Et veritas liberabit vos”
www.ilpontenews.it
Settimanale Cattolico dell’Irpinia
come uscire dalla odierna crisi
è
principalmente economica e finanziaria,
ma ha anche profonde radici nel declino
morale, sociale e politico degli ultimi decenni.
La parola “crisi”, di origine greca, significa
separare, valutare, giudicare un fatto o una
situazione particolare in evoluzione e per questo è causa non solo di sofferenze e inconve+Luigi
nienti, ma offre anche l’opportunità di mettere
Barbarito*
ordine nelle proprie cose e stimola a trovare
soluzioni tempestive ed atte a superare la fase critica e avviare un processo di rinnovamento e di progresso. Infatti è dall’analisi e dallo studio delle cause che si può trovare rimedi e
proposte nuove per riparare gli errori e le deficienze del passato e fare così un balzo in avanti per il bene delle future
generazioni. Il cammino storico di una paese o di una società deve tener conto delle esigenze non solo della generazione presente, ma anche di quella futura in un comune impegno di responsabilità collettiva.
Dal punto di vista morale è stato spesso rilevato che il prevalere dell’interesse personale o di ceti e di categorie a spese
dell’interesse generale logora il senso della responsabilità
sociale, del decoro e dell’onestà, produce squilibri economici,
genera povertà e prepara il terreno per l’esplosione di gravi
conflitti sociali e della violenza. Ne segue anche il ristagno
nelle attività economiche e produttive, il ridursi dell’offerta del
lavoro con graduale incremento della disoccupazione soprattutto giovanile. Vengono mortificate, inoltre, le energie creative, si erode il risparmio e alla fine ci si accorge che intere
categorie sono passate da un decoroso benessere ad una
strisciante povertà, senza contare quelli che vivono già in una
stato di indigenza.
Nel recente discorso di risposta agli auguri delle amministrazioni regionale, provinciale e comunale di Roma, Benedetto
XVI ha menzionato alcuni dei mali più gravi e immediati che
oggi ci affliggono, frutto delle illusioni e della miopia della classe dirigente non solo nazionale, ma anche europea e mondiale: il difficile inserimento dei giovani nel ciclo produttivo del
lavoro e della ricerca, la speculazione e i grossi profitti eretti a
movente principale delle operazioni finanziarie, la caduta della
produttività e il restringersi dell’occupazione, la solitudine
degli anziani, il degrado delle periferie delle grandi città, l’insorgere di sentimenti razzisti e di paure nei riguardi degli emigranti in cerca di una vita più dignitosa, la tragica catena di
delitti, e soprattutto la ferocia e la crescente criminalità all’interno dei gruppi familiari e su donne e bambini. Abbiamo assistito al crollo di governi imprevidenti ed incapaci, con la politica che si è ridotta a rissa permanente e scambio di insulti e
di scandali. Constatiamo un generale decadimento della privata e pubblica moralità, oltre che dai punti di vista economico e culturale.
I rimedi che ci vengono proposti da uomini nuovi e competenti sono duri e richiedono da tutti senso di responsabilità, di
moderazione, di realismo e soprattutto di fiduciosa collaborazione e di sincera condivisione di oneri e sacrifici. I più anziani ricordano lo stato di miseria, di distruzioni e di confusione
seguito alla sconfitta della seconda guerra mondiale. Le generazioni che ne furono vittime seppero trovare il coraggio, la
determinazione e la forza di riprendersi sotto la guida di uomini onesti e capaci, che anteponevano l’amore della patria e il
bene comune ai meschini interessi di parte. Sosteneva i nostri
padri una grande forza morale, che trovava nella fede e nella
grande tradizione del passato, l’alimento alla speranza ed alla
certezza di farcela. Non a caso, si parlò nel mondo del “miracolo italiano”. Abbiano bisogno oggi dello stesso coraggio,
della stessa coerenza morale, degli stessi ideali e soprattutto
di quel sussulto di orgoglio, di dignità e onore che sanno trovare i grandi popoli nei momenti più critici della loro storia.
* Nunzio Apostolico Emerito
TElEfoni E inTErnET
L’era della comunicazione digitale
Dal sole 24 ore, autorevole quotidiano economico e finanziario, abbiamo appreso, che in una ricerca che risale a 5 anni fa
la città di Avellino risultava seconda solo alla città di Perugia per possesso di telefoni cellulari. Lo studio era realizzato dalla
Consodata che attribuiva al capoluogo irpino una percentuale del 93,83 contro una media nazionale dell’89,30. Praticamente
un telefono cellulare ad abitante. Oggi, il capoluogo irpino resta in testa alla statistica, le percentuali sono addirittura più che
raddoppiate: 2,5 telefonini a testa. Tutti oramai conoscono l’utilità dell’ ”apparecchio” che ha segnato una svolta storica nella
comunicazione. Una diffusione maggiore tra le giovani generazioni che usano il telefono non solo per conversare ma anche
per lo scambio di messaggi (SMS) e per i numerosi Servizi internet offerti dai gestori: sport, musica, tempo libero,news,
economia e finanza, gossip, meteo…
E’ un mercato che vale complessivamente oltre 60 miliardi di euro,la competizione delle aziende si è spostata dalla conquista dei clienti senza telefonino verso i Servizi che ne incentivano l’uso. I VAS, così sono chiamati i servizi a valore aggiunto,
secondo una ricerca realizzata dal Politecnico di Milano, veicolati attraverso i telefonini (giochi, loghi, suonerie, informazioni,
intrattenimento, internet…) hanno raggiunto i mille milioni di euro. Il telefonino è uno strumento utile per tutte le età: aiuta
a ritrovarsi ovunque, molto utile per le emergenze di ogni tipo, per gli anziani è uno straordinario strumento di assistenza.
Il telefonino è soprattutto uno strumento di lavoro e svago che ha cambiato la nostra vita.
iL Parere DeL MeDico
a cura di Gianpaolo Palumbo
a cura di Franco Iannaccone
pag. 3
I forum della redazione
ParcheGGiare in
città... ieri e oGGi!
pag. 6
Gli effetti fiscali
i teLeFonini
DanneGGiano della manovra del
La SaLUte?
governo Monti
pag. 4
Intervista al manager
dell’ACS (Avellino Città
Servizi), Amedeo Gabrieli
il Ponte è il primo settimanale dell’irpinia
Via Due Principati n° 22
83100 Avellino – Italia
Telefono +39 0825 756360 Fax +39 0825 768847
mail: [email protected]
“a tU Per tU
con iL FiSco”
www.sis.av.it
2 Attualità
21 gennaio 2012
il Ponte
aPPeLLo aL PreSiDente DeL conSiGLio ProFeSSor Mario Monti
“Stanno morendo cento giornali. Pluralismo bene prezioso”
Pubblichiamo il testo
dell’appello al Presidente del Consiglio, Mario
Monti, pubblicato da
circa un centinaio di
giornali in crisi, per i drastici tagli al Fondo per
l’editoria.
Ci troviamo costretti ad appellarci a
Lei per segnalare la drammatica
necessità di risposte urgenti per
l’emergenza di un settore dell’editoria rappresentativa del pluralismo
dell’informazione, un bene prezioso
di cui si ha percezione solo quando
viene a mancare. Alla data di oggi,
infatti, queste aziende non sono in
grado di programmare la propria attività, rischiano di dover a fine mese
sospendere le pubblicazioni e anzi
alcune hanno già chiuso i battenti. Si
tratta dei giornali gestiti in cooperative espressioni di idee, di filoni culturali politici, voci di minoranze linguistiche, di comunità italiane all’estero,
no profit per i quali esiste il sostegno
previsto dalla legge per le testate
non meramente commerciali, ma
per le quali oggi non ci sono garanzie
sulle risorse disponibili effettivamente per il 2012. C’è inoltre un urgenza nell’urgenza: la definizione delle
pratiche ancora in istruttoria per la
liquidazione dei contributi relativi
all’esercizio 2010 che riguarda una
trentina di piccole imprese. In assenza di atti certi su questi due punti sta
diventando pressoché impossibile
andare avanti, mancando persino gli
elementi per l’accesso documentario
al credito bancario.
Nell’ancora breve, ma intensa, attività del Suo Governo, non è mancata
occasione per prendere atto della
domanda di garanzie per il pluralismo dell’informazione, anche nella
fase di transizione verso il nuovo
quadro di interventi previsto a partire dal 2014. Siamo decisamente
impegnati a sostenere una riforma.
Con il Sottosegretario in carica fino a
pochi giorni fa, Prof. Carlo
Malinconico, era stato avviato un
percorso di valutazione delle possibili linee di iniziative. E’ indispensabile
riprendere questo dossier al più presto.
Il nostro è un vero Sos che riguarda
sia le procedure amministrative in
corso, da sbloccare, sia la dotazione
definitiva per l’editoria durante il
2012. Il Governo ha già preso atto
dell’insufficienza dello stanziamento
risultante da precedenti manovre
sulla spesa pubblica e ha, perciò,
condiviso una norma, approvata dal
Parlamento, che include l’editoria tra
i soggetti beneficiari del cosiddetto
“Fondo Letta” della Presidenza del
Consiglio dei Ministri per l’integrazione di questa somma con un prelievo
(cifra ancora indeterminata).
Ritenevamo e riteniamo che il provvedimento sulle “Proroghe”, divenuto
frattanto “proroghe”, possa e debba
contenere le misure opportune per
stabilire l’impegno finanziario dello
Stato durante il 2012. Siamo dell’avviso che sia indispensabile la destinazione da tale Fondo di una somma
non inferiore a 100 milioni di euro, al
fine di assicurare alle testate del pluralismo dell’informazione non meramente commerciale le condizioni
minime di sopravvivenza, nelle more
di un riordino del sistema di interven-
ti per il quale ci sentiamo solidamente impegnati. Si tratterebbe di operare in una linea di equità, analogamente a quanto già fatto dal
Governo per Radio Radicale, verso
l’indispensabile costruzione di un
nuovo e più chiaro modello di intervento. Condividiamo nettamente
l’idea che i contributi debbano sempre più essere misurati sulla base
dell’impiego dei giornalisti e dell’effettiva diffusione delle testate e che sia
davvero “impensabile eliminare
completamente i contributi che sono
iL 26 gennaio convegno al Palazzo Vescovile
“iL DiSaGio GioVaniLe”
L’evento organizzato dall’Unione Giuristi Cattolici di Avellino e il Rotary Club
G
iovedì prossimo, 26 gennaio
2012, si svolgerà, alla presenza del Pastore diocesano di
Avellino, Francesco Marino,
organizzato dall’Unione Giuristi
Cattolici di Avellino in collaborazione con il Rotary Club di
Avellino, un interessante convegno presso la sede della Diocesi,
avente ad oggetto il disagio giovanile ed il ruolo svolto dalla
famiglia, dalla scuola e dalla
comunità.
Ne discuteranno insieme, dopo i
saluti di rito del Delegato
dell’Unione di Avellino, l’avvocato
Pasquale Nunziata, del locale
Presidente del Rotary Club, dottor Domenico Fioretti, e del Sindaco della città, Giuseppe
Galasso, il dottor Doriano Pellecchia, psichiatra dell’A.S.L. di Avellino, la prof.ssa Angelina
Aldorasi, Dirigente scolastico del Convitto Nazionale “P. Colletta” di Avellino, ed il professor Pasquale Stanzione, ordinario di Diritto Privato presso la Facoltà di Giurisprudenza
dell’Università degli studi di Salerno.
Il convegno vuole dare il giusto risalto ad una tematica molto sentita dagli organizzatori nell’ambito di un progetto comune teso a proporre alla Comunità irpina un utile e
necessario momento di riflessione sul disagio che sta accompagnando i giovani del
nostro tempo.
Sono, purtroppo, circa 800.000 i giovani, in una fascia di età compresa tra i 15 e i 24
anni, che in Italia soffrono di depressione, spesso posta alla base del successivo suicidio,
che risulta essere la causa primaria tra i ragazzi di tale età.
Secondo un sondaggio svolto di recente, risulta che il 32% dei giovani trascorre prevalentemente il tempo libero guardando i programmi televisivi, mentre il 28% di essi ascolta la radio, il 16% naviga per molte ore del giorno in Internet e l’11% gioca o parla con
il proprio cellulare.
Nell’ambito scolastico, poi, risulta che il 5% degli studenti delle scuole superiori abbandona i propri studi prima di conseguire la maturità ed il 30% non sia in regola con il corso
di studi intrapreso; infine, 1 giovane lavoratore ogni 4 inizia la propria esperienza professionale con percorsi non del tutto regolari o precari e comunque in tarda età, mentre
il 56,7 di essi, pur lavorando e potendo pensare ad affittare un’abitazione o a contrarre
un mutuo per comprarla, preferisce ancora vivere con i propri genitori.
Di tutto questo e di tanto altro ancora parleranno gli illustri relatori nel convegno, cui
seguirà un lungo ed approfondito dibattito tra i presenti in sala.
L’addetto stampa dell’Unione
- avv. Ernesto Pastena -
il lievito di quella informazione pluralistica che è vitale per il Paese”, come
Ella ha recentemente dichiarato in
sintonia con una risposta che il Capo
dello Stato diede tre mesi fa a un
appello dei direttori dei giornali.
Grati per l’attenzione - d’intesa con
Fnsi, Sindacati dei lavoratori,
Associazioni di Cooperative del settore (come Mediacoop, Fisc e
Federcultura/Confcooperative), giornali di idee, no profit, degli italiani
all’estero, delle minoranze linguistiche Articolo21, e Comitato per la
Libertà dell’informazione - vogliamo
aver fiducia che una puntuale e tempestiva risposta eviti la chiusura di
molte delle nostre testate e la perdita di migliaia di posti di lavoro tra
giornalisti e lavoratori del nostro
sistema e dell’indotto.
Se i nostri cento giornali dovessero
chiudere, nessuna riforma dell’editoria avrebbe, ovviamente, più senso.
FNSI
(Federazione Nazionale
Stampa Italiana)
Attualità 3
il Ponte 21 gennaio 2012
T
iL teLeFonino, Uno StrUMento
Per tUtte Le eta’
teLeFono ceLLULare: Da noVità
tecnoLoGica a riFiUto SPeciaLe
anti cellulari sospesi con delle mollette colorate, come panni stesi al
sole: con questa immagine, sottolineata dallo slogan "Abbiamo tanti
progetti appesi ad un filo", è partita nel 2008 ed è tuttora attiva un'innovativa campagna di raccolta di cellulari usati, che servirà a finanziare
progetti di cooperazione e sviluppo nel Sud del mondo. L'iniziativa, la
prima in Italia in questo genere, vede impegnati più di 450 gruppi di raccolta in tutto il Paese.
Ma quanti sono ancora i telefoni cellulari che giacciono inutilizzati nelle
nostre case? Si tratta di oggetti la
cui vita media non supera i due
anni e per questo vengono dimenticati in un cassetto, anche perché
non si sa mai bene dove buttarli.
Oggi, grazie al Magis (Movimento
ed Azione dei Gesuiti Italiani per lo
Sviluppo), questi oggetti acquisiscono un nuovo valore grazie al
riuso da parte di una società specializzata che assicura un corrispettivo per ogni cellulare ricevuto
dall'Italia.
Il sito internet, a tale proposito,
fornisce molti dettagli: www.magisitalia.org/campagnacellulari.php.
Per quanto riguarda la dimensione
offline, in Campania ci sono circa
quaranta luoghi di raccolta. Nella
sola provincia di Avellino, abbiamo:
Stelf srl (Lioni), Distretto Sanitario
(Calitri),
Curia
Diocesana
(Sant'Angelo dei Lombardi).
Per maggiori informazioni è possibile inviare una email al seguente
indirizzo:
[email protected]
I
l fenomeno del cellulare, negli ultimi decenni, ha sollevato enormi polemiche, critiche, elogi e ha stimolato approfondite ricerche scientifiche. Inoltre, nell’ambito dell’opinione pubblica, esistono annose
discussioni riguardanti il rapporto tra i giovani e il telefonino; meno risalto viene dato, invece, al suo utilizzo
da parte dei meno giovani. Andando con ordine, se si
pensa che all’inizio degli anni Novanta il cellulare era
considerato un costoso “giocattolone” per adulti, è
diventato negli anni un mezzo indispensabile nella vita
quotidiana. I “brand”(marchi) hanno poi, col tempo,
attirato i giovani rendendo accattivanti i modelli fino a
trasformare uno strumento utile in un gingillo modaiolo e ludico, tanto da generare un simbolo e una
dipendenza per la maggioranza dei ragazzi.
Guardando i dati Istat, si scopre che l’uso del cellulare tra gli 11 e i 17 anni, tra il 2000 e il 2011, è passato dal 55,6% al 92,7%. Parlando , appunto, degli adolescenti, l’azione più comune è quella dell’sms, una pratica tanto comune quanto bizzarra, se si
pensa che in Giappone esistono gare per la velocità di digitazione, oppure se si considerano le
patologie alle mani “per sforzo ripetuto”che in Inghilterra interessano quasi quattro milioni di persone. è chiaro, comunque, che in ogni campo possibile gli eccessi portano inevitabilmente disagi
ma, se si mette da parte tutto ciò, ci si accorge che i vantaggi portati dal cellulare non interessano solo i giovani. Del resto, tutti gli strumenti tecnologici più comuni, dall’automobile alla televisione, sono stati criticati per i danni all’uomo e all’ambiente, ma hanno reso molto più confortevole la nostra vita, e non è poco. Infatti, anche “i grandi” usano più di quel che si pensa il cellulare, sia per lavoro, sia per svago, sia per rintracciare i figli. Una ricerca Istat del 2006, infatti, registra 7,4 milioni di abbonamenti per la telefonia fissa e 81 milioni di reti mobili attive. A questo si
aggiunge che i moderni smartphone, più vicini ai computer che ai cellulari, stanno monopolizzando il mercato della telefonia, poiché permettono di portare sempre con sé le proprie immagini, la
musica preferita, la posta elettronica, i “contatti”, insomma tutto. Non a caso, degli studi su un
campione di individui hanno dimostrato che l’assenza del telefonino per ventiquattro ore genera
ansia e tensione nella maggior parte dei soggetti. Tutto ciò per dimostrare che, a prescindere dall’età, il telefonino è diventato più vitale di un orologio, tanto da poter essere considerato un “amico
intimo”.
Francesco Varricchio
DanneGGiano La SaLUte?
il parere del medico
a cura di Gianpaolo Palumbo
’Agenzia Internazionale
L
per la Ricerca sul
Cancro, lo scorso anno ha
comunicato che le onde
radio emesse dai telefoni
cellulari
sono potenzialmente cancerogene. Nel
mondo scientifico si è accesso un
dibattito che ancora non si placa sui
generici risultati pubblicati, anche in
considerazione che era sulla via del
traguardo lo studio più corposo, nel
senso di arruolamento di soggetti, sull’argomento, e che era destinato a
tutta una serie di polemiche.
Infatti quello che si temeva è avvenuto. Sulla “Bibbia” della scienza medica,
il British Medical Journal è stato pubblicato un lavoro dell’Istituto di
Epidemiologia
dei
Tumori
di
Copenaghen che, dopo aver monitorato la salute di 358.403 persone per
18 anni, è giunto alla conclusione che
non c’è legame tra l’uso dei telefonini
ed il rischio di tumori al cervello. Ha
diretto lo studio Patrizia Frei
dell’Istituto dei Tumori danese, che ha
registrato 10.729 casi di tumore al
cervello tra il 1990 ed il 2007, con una
percentuale molto alta tra chi non ha
mai usato il telefonino.
Questa recentissima pubblicazione
taglia la testa al toro e mette definitivamente la parola fine sulla diatriba
sui rischi per l’uso del telefonino.
In Italia ci sono cento milioni di telefonini, ma la percentuale di ammalati di
tumore al cervello è bassa rispetto alla
diffusione di tali apparecchiature.
Anzi, una ricerca a cui hanno partecipati gruppo di studio italiani ha evidenziato che non esiste certezza che
l’utilizzo dei cellulari possa aumentare
il rischio di tumore al cervello.
Quest’ultima ricerca pubblicata nel
mese di dicembre scorso ha sottolineato che l’uso prolungato del telefonino potrebbe aumentare la memoria
e diminuire la fertilità, soprattutto tra
le donne.
Al giorno d’oggi si parla molto nell’ambito della prevenzione delle neoplasie
ed ecco perché la “guerra” si è solo
placata, ma i cellulari hanno creato la
scomparsa della privacy (tutti parlano
di tutto dovunque) e soprattutto problemi di sicurezza stradale.
Usare il telefonino, comporre il nume-
ro, tenere l’apparecchio in mano riduce la capacità del conducente di reagire adeguatamente ai problemi che il
traffico crea continuamente.
Molti si rifugiano dietro il fatto di utilizzare il sistema di parlare in viva voce,
ma l’Istituto Nazionale di Statistica
degli Stati Uniti ha concluso una ricerca molto capillare che ha dato come
risultato l’assoluta parità tra le probabilità di avere un incidente parlando a
viva voce o con il telefonino in mano.
Infatti le apparecchiature che consentono il “viva voce” non risolvono in
alcun modo il problema della distrazione. Parlare a telefono è più pericolso
che farlo con in passeggeri in auto.
Quest’ultimi vedono la strada sanno
parlare o tacere a secondo delle difficoltà intrinseche.
La rivista “NeuroImage” ha pubblicato
uno studio che aiuta a capire che cosa
succede nel cervello quando si è impegnati in diversi compiti. A tal proposito
si è sempre detto che le capacità dell’uomo sono infinite, come quella di
elaborare informazioni in parallelo,
anche quando sono richieste capacità
mentali distinte.
Purtroppo non è così perché un gruppo di studiosi guidati dal Prof. Just
dell’Università di Mellon negli Stati
Uniti, ha verificato con certezza assoluta che due compiti contemporaneamente non sono sbrigabili perfettamente allo stesso modo.
Just ha comminato ai volontari sani
partecipanti allo studio due tipi di compiti: parlare e riconoscere oggetti tridimensionali. Da dire anche che il parlare dipende dal lobo temporale ed il
riconoscimento dal lobo parietale.
L’attività cerebrale è stata misurata
con appositi strumenti che hanno
monitorizzato le zone di cervello impegnate nei due compiti. Queste zone
sono state chiamate “voxel” ed in
esse le cellule più attive consumano
più ossigeno e quindi sono più vitali.
Quando il cervello dell’uomo è stato
sottoposto solo al dialogo i voxel misurati sono stati ben 37. Lo stesso
numero di voxel attivi sono stati
riscontrati quando il lobo parietale ha
dovuto riconoscere gli oggetti tridimensionali.
Allorquando i due compiti sono stati
dati insieme allora i voxel attivi era soltanto 42 e non 74 come ci si poteva
aspettare. E’ successo che il cervello
dedicandosi a due compiti ha ridotto il
riconoscimento degli oggetti del 30%
e la capacità di dialogo del 50%.
Tutto ciò significa che il cervello non
funziona bene quando ha due compiti
da affrontare contemporaneamente,
per cui guidare e parlare al telefono
con o senza il viva voce è estremamente disdicevole, ma soprattutto
pericoloso per coloro i quali condividono con gli spavaldi del volante le strade pubbliche.
Flavio Uccello
Da semplici telefoni a veri computer
D
ai prossimi mesi i cellulari sempre più si popoleranno di Internet. Questa volta davvero: daranno agli
utenti non più un surrogato della grande Internet, vista
dal buco della serratura dei portali mobili degli operatori, afflitti da sindrome del walled garden (giardino recintato). Ma una Internet più simile a quella che gli utenti
hanno imparato ad apprezzare sugli schermi dei propri
computer.
Internet, telefoni e dintorni è un momento di svolta. Fino
a ieri gli operatori mobili sono stati in posizione difensiva, hanno cercato di tenere lontano da sé tutto ciò che
sulla grande Internet piace e funziona, in termini di servizi, contenuti, tariffe. Hanno infatti sposato un modello
walled garden, dove tutto è concentrato nel portale
mobile e l’utente viene scoraggiato a mettere il naso
fuori.
Ma hanno capito che non potevano più andare avanti
così, e hanno messo da parte le remore, per spingere i
consumi di Internet mobile.
Il vento delle novità ha due facce. La prima è rappresentata da accordi che gli operatori mobili stanno stringendo con i big di Internet, con i quali sono in corso accordi paralleli anche da parte dei produttori di cellulari in
Europa.
La seconda novità, in tal senso, riguarda le tariffe per
Internet mobile. Gli operatori le stanno aggiornando,
riducendole e, soprattutto, spingendo verso piani flatrate (che in un canone mensile includono illimitati servizi/ contenuti/MByte trasferiti). Da tempo Internet mobile doveva essere flat per decollare. Gli operatori però,
sperando di massimizzare i profitti, hanno insistito su
piani a consumo. Ora stanno cambiando rotta.
In una prima fase, al tempo in cui la navigazione via
Gsm era a 14 Kbps, era una possibilità trascurata dagli
operatori. Poi, dal 2002, con lo sviluppo dell’Umts, si è
passati a una seconda fase: gli operatori mobili hanno
cominciato a volere attingere dal giacimento, ancora
intatto, di profitti rappresentato dai servizi dati evoluti
(via Internet).
La Commissione Europea sta tagliando i costi di terminazione su rete mobile e quelli di roaming. La minaccia
viene anche dagli operatori di telefonia fissa, i quali stanno lavorando su servizi ibridi che mirano a strappare
quote di mercato agli operatori mobili. Per i quali diventa quindi più urgente far decollare i servizi evoluti.
Vittorio Della Sala
4 I forum della redazione
21 gennaio 2012
il Ponte
Intervista al manager dell’ACS (Avellino Città Servizi), Amedeo Gabrieli
ParcheGGiare in città... ieri e oGGi!
L’ACS è una società di diritto privato pur essendo di proprietà pubblica, per cui ci sono concessi 5 anni dallo start up per
definire il nostro organico. Abbiamo fatto richiesta di altre 13 unità dedite alla sosta, possibilmente giovani, ma non si è
ancora raggiunto un accordo, anche se un maggior controllo del traffico significherebbe maggiori introiti per le casse comunali.
Ospite della nostra redazione il
dottor Amedeo Gabrieli (foto),
amministratore unico dell’ ACS
(Avellino Città Servizi)
Dottor Gabrieli, qual è la funzione
dell’ACS e in quali condizioni si è
trovata ad operare al momento
dell’affidamento da parte del
Comune?
All’inizio del mio mandato la condizione dei parcheggi in città era di totale
abbandono, pertanto il nostro primo
compito è stato quello di delineare
delle regole. Un parametro di valutazione oggettiva è il confronto tra l’incasso antecedente l’intervento
dell’ACS, circa 300 000 euro all’anno,
e quello successivo, 2 milioni di euro
annui, che mi sembra una cifra consistente per le casse comunali.
Inoltre, le nostre tariffe sono ancora
tra le più basse d’Italia. Per fare un
confronto con una città a noi vicina,
Salerno, l’introito dei parcheggi nei
soli due mesi di festività, novembre e
dicembre, grazie anche allo spettacolo delle luminarie, è stato di 7 milioni
di euro, a fronte dei 19 milioni annui.
La città di Avellino si assesta su circa
160 000 euro al mese, che mi sembra un buon risultato.
Riguardo al personale dell’ ACS,
quali sono le condizioni attuali e
quali le prospettive future?
All’inizio mi sono trovato di fronte a
lavoratori demotivati e dubbiosi nel
passare alle dipendenze dell’ ACS,
ma oggi disponiamo di 43 dipendenti, lavoratori socialmente utili, dediti
al lavoro e su cui non ho nulla da
obiettare. È ovvio, sono rammaricato
per i 6 lavoratori contrattualizzati
che, a causa del patto di stabilità, non
è stato possibile reintegrare.
Quali sono i rapporti con l’amministrazione comunale e gli altri
enti? Cosa intende lamentare nei
loro confronti?
Personalmente, sono molto grato al
sindaco Galasso e all’amministrazione comunale per aver avuto fiducia
nell’ACS. Questo ha agevolato lo
start-up aziendale nonostante lo
scetticismo iniziale. A noi sono affidate, oltre ai parcheggi, anche le funzioni di custodia e manutenzione,
pertanto ci occupiamo di gestire tutte
le ordinanze comunali, ad oggi circa
500, dalle transenne ai dissuasori del
traffico. Durante il periodo natalizio,
grazie al noleggio delle casette di
legno al Corso Vittorio Emanuele, di
cui l’ACS ha curato l’installazione e la
custodia, nelle casse comunali sono
entrati 50 000 euro. Considerando
tutte queste attività a noi affidate,
credo che possiamo ritenerci soddisfatti della reciproca intesa con il
Comune. Con altre istituzioni ho
invece rilevato talvolta un’eccessiva
burocrazia, lamentata anche dai cittadini.
E nel rapporto con i cittadini cosa
si può rilevare?
Purtroppo, devo amaramente riconoscere che il senso civico nella
nostra città è molto carente. Spesso
siamo costretti a ricorrere ai vigili
urbani, come nel caso dell’occupazio-
ne con le auto delle strisce pedonali e
degli scivoli per i disabili. Da parte dei
cosiddetti “vigilini” c’è un’adeguata
tolleranza nei confronti degli automobilisti, ma occorrerebbe più autodisciplina da parte dei cittadini.
A tal proposito, a Corso Umberto
I c’è la pessima abitudine di parcheggiare
sui
marciapiedi
costringendo i pedoni a scendere
in strada. Perchè non vengono
fatte delle contravvenzioni?
Purtroppo occorrerebbe anche maggiore personale adibito a questi compiti, sarebbe auspicabile l’affidamento all’ACS anche della gestione della
sosta, operazione per nulla semplice
e scontata, ma con la quale sono
certo che la situazione migliorerebbe.
La villa comunale è disseminata
di escrementi dei cani, portati lì
a fare i loro bisogni. Non sarebbe opportuna una maggiore
vigilanza?
Purtroppo questa è una disputa antica … la distribuzione di buste per la
raccolta degli escrementi non è
andata a buon fine in quanto non è
stato stabilito di chi debba essere la
competenza. Inoltre, per effettuare
la sanzione bisognerebbe riconoscere a chi la applica la carica di pubblico ufficiale…
Ci giungono molte segnalazioni
da parte dei cittadini sulla mancanza delle aree libere di sosta a
fronte del proliferare di strisce
blu. Inoltre non vi è differenziazione di colore per le aree di
sosta riservate ai residenti. È
adeguata questa collocazione dei
parcheggi a pagamento?
Al centro ci sono molte strade gestite da cooperative sociali a tariffe
ridotte per agevolare i cittadini.
Inoltre le aree non a pagamento
sono collocate al di fuori della zona a
rilevanza urbanistica, come il tratto
finale di Viale Italia o piazza Cavour,
come previsto dalla delibera comunale.
È stata affidata al Professor De Luca,
della Facoltà di Ingegneria dei
Trasporti dell’Università di Salerno,
l’elaborazione di un nuovo piano parcheggi “a macchia di leopardo”, cioè
alternando posti liberi a quelli a pagamento. Per i parcheggi riservati ai
residenti, anch’essi a striscia blu per
agevolare il controllo, è stata collocata una segnaletica verticale. L’ideale,
e credo che sia in progetto, sarebbe
che i residenti muniti di pass potessero parcheggiare dappertutto all’interno della zona e non solo nello spazio riservato.
Sono previsti anche “parcheggi rosa” per le donne in
gravidanza?
Le donne in gravidanza possono
recarsi dai vigili urbani e richiedere il
pass per il parcheggio, come avviene
anche per i soggetti disabili.
Nella città di Cesena abbiamo
potuto osservare un parcheggio
a scomparsa, sotterraneo, sareb-
Con l’apertura dell’autostazione
cambierà qualcosa nel piano traffico?Mentre riguardo al parcheggio della città ospedaliera come
si potrebbe migliorare la situazione?
Non credo che con l’apertura della
stazione degli autobus cambierà
qualcosa nel piano traffico, in quanto
il parcheggio interno sarà gestito
Ad aprile ci sarà la scadenza del
suo mandato. Può delineare un
bilancio della sua attività?Ha
qualche rammarico?
L’ACS è una società di diritto privato
pure essendo di proprietà pubblica,
per cui ci sono concessi 5 anni dallo
start up per definire il nostro organico, abbiamo fatto richiesta di altre 13
unità dedite alla sosta,possibilmente
giovani, ma non si è ancora raggiunto un accordo, anche se un maggior
controllo del traffico significherebbe
maggiori introiti per le casse comunali. Ribadisco la reciproca stima e
fiducia da parte del sindaco, avvalorata, d’altronde, da dati concreti. Noi
non siamo un ente appaltante, per
direttamente dall’AIR, mentre l’area
di fronte all’autostazione è gestita da
una cooperativa sociale, pertanto
non è di nostra competenza.
Neanche il parcheggio della città
ospedaliera rientra nei nostri compiti,
quello lungo la Bonatti è un parcheggio abusivo, mentre dopo il gabbiotto è gestito da una cooperativa
sociale.
cui non gestiamo soldi, il resto sono
solo maldicenze. Il mio unico rammarico è il mancato affidamento
dello spazzamento della città, il mio
desiderio sarebbe almeno l’ “adozione” di Via Verdi, corridoio di accesso
alla città, che mi piacerebbe rendere
più accogliente, dedicandovi parte
del mio ingaggio.
Luigia Meriano
be auspicabile qualcosa del
genere anche nella nostra città?
In passato era stata individuata un’
area, quella di piazzetta Perugini,
dove poter collocare un silos adibito a
parcheggio, ma poi il progetto non è
stato sviluppato.
il Ponte
SPrecoPoLi
Alfonso
Santoli
D
Politica 5
21 gennaio 2012
La maxiretribuzione dei dipendenti delle camere
La busta paga di uno stenografo (290mila euro) è
superiore a quella del Presidente della repubblica
ed è uguale a quella del re di Spagna Juan carlos
a diverse settimane si va avanti con il
tormentone delle tasse imposte, per
necessità dal Presidente Monti per risanare
il bilancio dello Stato.
Fino a questo momento, però la casta è
stata risparmiata dalla scure, perché la
Commissione incaricata dal Presidente
Monti per “alleggerire il portafoglio dei parlamentari” non ha concluso nulla.
Prendiamo in esame le retribuzioni medie
dei dipendenti della Camera (131mila
euro) e riscontriamo che è oltre il triplo
del collega di Londra.
Le meraviglie non finiscono qui. Dal
Bilancio della Camera riscontriamo che
uno stenografo al massimo livello
retributivo sfiorerà uno stipendio lordo
annuo di 290mila euro; 2 mila euro in
meno di quanto lo stato spagnolo dà al
Re Jaun Carlos di Borbone e 50mila
euro in più di quanto guadagna al
lordo (239.181 euro) il nostro
Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano.
Gli esempi eclatanti, sfogliando i bilanci
delle Camere, appaiono sempre più evidenti.
Ad esempio, un commesso o un barbiere possono arrivare a percepire 160mila
euro lordi l’anno; un coadiutore,
192mila euro; un segretario, 256mila,
un consigliere, 417mila. A queste
somme vanno aggiunte anche le indennità in base al grado.
Un commesso del Senato, assunto con
la terza media, andato in pensione nel
2010 a 58 anni, riceve la pensione mensile lorda di 9.300 euro (pari a 18 milioni e 60mila delle vecchie lire) per 15 mensilità, cifra superiore allo stipendio del
primo collaboratore del Presidente
deli Stati Uniti, Obama, il più pagato.
Un consigliere parlamentare può andare in
pensione a 53 anni con un’anzianità contributiva teorica di 38 anni, percependo
300mila euro (pari a 600 milioni delle
vecchie lire) lordi l’anno, pari all’85% dell’ultima retribuzione.
Leggendo attentamente il bilancio del
Senato riscontriamo che, anche quì, gli
sprechi della casta non conoscono limiti.
Ad esempio, nel documento contabile c’è
una voce relativa al personale “non
dipendente”
(consulenti
delle
Commissioni e collaboratori addetti
alle meglio non precisate “Segreterie
particolari”) per i quali è stata assegnata
una spesa, salita, nonostante i tagli, nel
2011 da 13 milioni 520 mila euro a 14
milioni 990 mila euro.
Potremmo continuare per dimostrare, dati
sconcertanti alla mano, che i problemi degli
sprechi sono anni luce lontani dal loro
mondo dorato. Beati loro…
La questione dell’articolo 18 sullo Statuto dei Lavoratori
E
’ indispensabile oramai fare prima delle considerazioni preliminari, perché il cortese lettore possa venire a conoscenza, con pienezza d’intenti, dei contenuti effettivi
del problema in esame.
Si assiste oggi, infatti, specialmente in questi ultimi tempi, che l’intellettualismo dominante, caro da tempo immemorabile a taluni ambienti politici del nostro Paese, continua, come dire, ad “irrigidirsi” su aristocratiche posizioni, a parafrasare concetti semplici e facilmente accessibili con terminologie oscure alla massa della brava gente. Ciò
Mario
perchè si è influenzati dalla cattiva intenzione di far capire poco e di non consentire il
Di Vito pieno apprendimento dei concetti, che sono alla base delle speciali espressioni inglesi,
quali per l’appunto sono ad esempio i termini, oggi in voga, trattando dell’attuale crisi
economica, di “spread” e di “rating”, che ricorrono spesso, di continuo, su tanti conosciuti quotidiani e servizi televisivi.
Così, si sta operando analogamente da parte di siffatto “intellettualismo” anche sull’altro grave problema, quello più storico del famoso art.18, che tanta importanza ha assunto nei tempi contemporanei nella disciplina normativa dei rapporti nel mondo del lavoro.
In verità, su questo argomento lo scrivente ha già espresso in passato suoi personali chiarimenti,
che hanno voluto solo tentare di cogliere il vero significato delle soluzioni prospettate dalla dottrina,
per assicurare sempre, nei tempi futuri, la protezione del lavoro in tutte le sue forme, così com’è
prescritto dall’art. 35 della Costituzione, a cui fa eco anche l’art. 2060 ancora vigente del Codice
Civile, quando sancisce che il lavoro, soprattutto quello subordinato o dipendente, deve essere sempre tutelato in tutte le sue forme organizzative, esecutive, intellettuali e manuali.
Si coglie così intuitivamente la costante, reale portata dell’odierno rapporto di lavoro tra il lavoratore dipendente e l’imprenditore, ossia il datore di lavoro, portata questa che implica ancora oggi la
piena consapevolezza da parte di tutti di agire in perfetta coscienza di classe, che oggi significa particolarmente libera, ma doverosa solidarietà agli interessi di tutte le categorie interessate, sia dei
lavoratori, sia degli stessi imprenditori.
Nel corso dei tempi, il mondo del lavoro si è, infatti, arricchito di una duratura e migliorativa legislazione sociale e principalmente della costituzione di valide associazioni di difesa degli interessi dei
lavoratori, cioè degli odierni ed acclamati sindacati.
La storia del pensiero, dal 1800 in poi, è tutta impregnata della prestigiosa testimonianza degli imponenti contributi degli illustri filosofi, dati e consacrati nel patrimonio culturale del nostro Paese. Fra
tante meravigliose innovazioni e scelte apportate all’ordinamento, ispirate tutte all’effettivo consolidamento delle conquiste raggiunte con enormi sacrifici, va menzionato specialmente lo Statuto dei
diritti dei Lavoratori (legge 20 maggio
1970 n.300), che costituisce la sacra
volontà della nostra gente di assicurare perennemente, per sempre, ai lavoratori i loro diritti fondamentali, sia
nella quotidianità dei loro impegni, sia
soprattutto in materia di esercizio dei
diritti politico-sindacali, relativi al lavoro e nel lavoro o meglio nei locali e
nella fabbriche di lavoro e durante le
ore di lavoro. Orbene, il discusso art.
18 del citato Statuto prescrive che i
licenziamenti dovranno avvenire solo
per “giusta causa o per giustificato
motivo” e che i lavoratori licenziati,
senza il verificarsi di tale presupposto
dovranno essere immediatamente
reintegrati ed anche risarciti con sentenza del Magistrato.
Si professa per questo articolo, che ha
prodotto e produce tuttora tanto
“potere” all’azione dei Sindacati, negli ambienti culturali più accreditati, l’intendimento che è necessario migliorarlo, adeguandolo alle esigenze moderne e sopravvenute, forse anche per favorire la
tanto auspicata crescita economica, che, come si sa, langue in una paludosa stagnazione per la
completa inattività ed inoperosità degli imprenditori, che non vogliono più intraprendere iniziative
economiche, né più assumere personale a tempo indeterminato e forse anche per sconfiggere definitivamente il lavoro precario, da pochi anni imperante nella nostra Comunità.
Forse, la migliore modifica da apportare all’art.18 non riguarda tanto la sua effettiva applicazione
solo in quelle aziende con un organico di dipendenti superiore al numero, come oggi si propone,
invece di quindici, di cinquanta unità, ma va valutato nei suoi concreti contenuti di norma cosiddetta in bianco, cioè proprio nell’espressione normativa di “giusta causa”, dando alla stessa figurazioni
chiare e precise, se si vuole anche nel contempo rinsaldare gli antichi e veri valori dei lavoratori laboriosi della nostra storia patria, quali quelli ad esempio dell’abnegazione, della fedeltà, della presenza, della costruttiva collaborazione, dell’intelligente professionalità e dell’encomiabile attaccamento
al dovere e al servizio.
il ponte
Settimanale cattolico dell’Irpinia associato alla Fisc
Proprietà Diocesi di Avellino
fondazione “Opus solidarietatis pax onlus”
Editrice “Coop. Il Ponte a.r.l.”
Direttore responsabile
Mario Barbarisi
Redazione:
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dicembre 1975
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legge 662/96 Filiale P.T. Avellino
6 Fisco
21 gennaio 2012
“A TU PEr TU Con il fiSCo”
il Ponte
a cura di Franco Iannaccone
GLi inaSPriMenti FiScaLi DeLLa ManoVra Monti
PER FAR QUADRARE I CONTI MOLTE SONO LE MISURE CONTENUTE
NELLA LEGGE N. 214 DEL 22.12.2011
L
a manovra del Governo Monti,
nell’ottica di procurare nuove
entrate per l’erario, contiene molte
misure mirate a tale scopo. Dopo
quelle esaminate nel numero precedente del giornale con il passaggio
dall’ICI all’IMU, con il ritorno alla tassazione dell’abitazione principale e
l’aumento dei moltiplicatori delle rendite catastali, esaminiamo ora le
altre misure che vanno ad incidere
più concretamente sulle tasche degli
italiani.
• AUMENTO DELL’ADDIZIONALE REGIONALE ALL’IRPEF
ALL’1,23%.
La manovra Monti, tra i tanti inasprimenti fiscali, ha previsto, con applicazione già a decorrere dall’anno
d’imposta 2011, l’aumento dell’aliquota base dell’addizionale
regionale all’IRPEF che passa
dallo 0,9% all’1,23% (art.28,
comma 1), ciò in barba a quanto
previsto dall’art.3 dello Statuto del
contribuente (legge n.212 del 2000)
che sancisce il principio dell’irretroattività delle disposizioni tributarie.
Pertanto per lavoratori dipendenti e
pensionati, l’effetto dell’aliquota
maggiorata si vedrà già a partire dai
primi mesi di quest’anno (tra gennaio e marzo), allorquando il sostituto
d’imposta comincerà a prelevare
dalle retribuzioni o dai ratei della pensione, in quote mensili da concludersi al massimo entro novembre, l’addizionale all’Irpef dovuta per l’anno
2011. Per tutti i restanti contribuenti,
l’appuntamento avverrà in sede di
compilazione della dichiarazione dei
redditi UNICO 2012, al momento di
versare il saldo.
• ADDIZIONALE COMUNALE
A SCAGLIONI.
Due sono le novità previste in
materia di addizionale comunale
all’IRPEF (art.13, comma 16).
Per poter applicare già in fase di
acconto le aliquote decise per l’anno
successivo, i Comuni hanno una
decina di giorni in meno per far inserire sul sito delle Finanze la delibera
con la variazione: la pubblicazione
del documento, infatti, dovrà avveni-
re entro il 20 dicembre e non più
entro il 31 dicembre. In caso contrario, l’acconto va determinato tenendo
conto dell’aliquota e delle eventuali
soglie di esenzione in vigore nell’anno precedente.
L’altro intervento riguarda la facoltà
riconosciuta ai Comuni stessi di stabilire aliquote differenziate. E’ stato
puntualizzato, infatti, che tale possibilità è sfruttabile utilizzando esclusivamente gli stessi scaglioni di reddito previsti dalla legge statale. In altre
parole, le Amministrazioni locali che
vogliono seguire la strada della differenziazione, devono necessariamente adottare, all’attualità, cinque aliquote, quante sono oggi previste per
la tassazione ordinaria IRPEF, in corrispondenza dei cinque scaglioni reddituali nazionali.
• DA OTTOBRE SALE L’IVA DI
DUE PUNTI PER GARANTIRE
GLI OBIETTIVI DI BILANCIO.
Liete notizie
Gli 80 anni di Bruno Davide sono l'occasione per dichiarargli tutto l’amore e la gratitudine per quello che ha
saputo insegnare ai figli eleonora e Paolo e per ciò che
ha dato alla famiglia in termini di affetto, tempo,
esempio e tante altre cose
bellissime, ma soprattutto
per la sua testimonianza di
una fede grande e solida in
cristo. auguri dalla moglie
Maria, dai nipoti, Flavio,
Danilo e Maria, dal genero
Mimmo e dalla nuora
Gabriella. auguri da tutta
la redazione de iL Ponte.
Il decreto “salva Italia” (art.18), ha
modificato la cosiddetta clausola di
salvaguardia introdotta dal D.L.
n.98/2011, che prevedeva tagli nella
misura del 5% nel 2012 e del 20% a
decorrere dal 2013, a tutte le agevolazioni fiscali e ai regimi di favore presenti nell’ordinamento tributario
ovvero, in alternativa, modifiche alle
aliquote delle imposte dirette. Tutto
ciò sempre che, entro il 30 settembre
2012, non venisse attuata la tanta
auspicata riforma fiscale ovvero non
venissero adottati provvedimenti
legislativi in materia fiscale ed assistenziale tali da determinare risparmi
per le casse dello Stato di almeno 4
miliardi di euro per il 2012 e di 20
miliardi annui a partire dal 2013.
Adesso è invece stabilito che per conseguire quegli obiettivi monetari (tra
l’altro modificati in 13.119 milioni di
euro per il 2013 e in 16.400 milioni
all’anno a decorrere dal 2014), si farà
leva sull’IVA. Infatti dal 1° ottobre
prossimo, l’aliquota ordinaria,
già innalzata dal 20 al 21% a
decorre dal 17 settembre scorso,
e quella ridotta del 10% cresceranno rispettivamente di due
punti percentuali e, quindi, attestandosi rispettivamente al 23%
e al 12%, cui, a far data dal 2014,
andrà aggiunto un ulteriore 0,5%.
Esclusi dall’inasprimento resteranno i
beni assoggettati all’aliquota minima
del 4%, ossia quelli considerati di più
largo consumo, come i prodotti agricoli e gli alimenti di prima necessità
(pane, latte, burro, formaggio, latticini, olio, eccetera), i giornali, la prima
casa (se viene acquistata direttamente dall’impresa costruttrice).
Se, però, entro la data del 30 settembre saranno entrati in vigore gli
annunciati provvedimenti di riordino
del Fisco e della spesa sociale tali da
produrre i risultati economici attesi,
l’aumento di due punti percentuali
dell’Iva non verrà confermato per
l’anno 2013 e la sua applicazione
resterà limitata soltanto agli ultimi tre
mesi del 2012.
• LE ACCISE SUI CARBURANTI CRESCERANNO ANCORA.
In una manovra finanziaria alla ricerca di soldi, non poteva mancare il
tradizionale “regalo” offerto agli automobilisti: l’innalzamento delle accise
sui prodotti energetici. Il primo
aumento è già scattato il 7 dicembre
scorso, il giorno successivo all’entrata in vigore del DL. n.201. Ma
con la lungimiranza di “vecchi
politici”, è già stato programmato un ulteriore ritocco a partire
dal 1° gennaio 2013 (Art.15).
• IMPOSTA DI BOLLO: COLPITI ANCHE BUONI E
LIBRETTI POSTALI.
E’ una delle varie misure di imposizione patrimoniale contenute nel
“decreto Monti”. Vengono colpite, in
questo modo, un po’ tutte le forme di
risparmio e di investimento, anche i
libretti postali ed i buoni fruttiferi
(art.19, comma da 1 a 5). Per il
momento restano esclusi i conti di
deposito, i fondi pensione e quelli
sanitari.
Prima di tutto bisogna dire che
scompare il superbollo progressivo
sui depositi titoli (che prevedeva l’applicazione di una tariffa fissa diversificata per scaglioni di valore), introdotta l’estate scorsa con il
D.L.98/2011, e che colpiva soltanto i
titoli con l’obbligo di deposito, come
obbligazioni e titoli di Stato. Al suo
posto, a decorrere dal 1° gennaio 2012,è stato introdotto un prelievo proporzionale - pari allo
0,1% quest’anno e allo 0,15% a
partire dal 2013 – esteso a tutti i
prodotti finanziari. Finiscono, pertanto, nel calderone, tra gli altri,
anche,i buoni postali, i fondi comuni
d’investimento mobiliari ed immobiliari (per espressa previsione normativa, si salvano come detto i fondi
pensione e quelli sanitari), le polizze
assicurative a contenuto finanziario
ed i pronti contro termine.
L’imposta proporzionale è dovuta per
le comunicazioni relative ai prodotti e
strumenti di investimento che le banche e gli altri intermediari inviano
alla clientela con cadenza periodica
(mensile, trimestrale o annuale); se
la periodicità è inferiore all’anno, il tributo da pagare è rapportato al periodo rendicontato. La comunicazione si
considera inviata almeno una volta
nel corso dell’anno, anche per quei
rapporti in cui l’obbligo non sussiste
e, di fatto, l’invio non avviene; in tali
ipotesi, pertanto, l’imposta resta
comunque dovuta. Sono fissati un
importo minimo di 34,20 euro
annui, che corrisponde al minimo
dell’imposta di bollo che si pagava sul deposito titoli, ed un
importo massimo di 1.200 euro,
quest’ultimo, però, esclusivamente per il 2012; dall’anno prossimo tali importi possono variare “ a
piacimento” da parte del governo.
Graziati da detto prelievo i buoni
postali fruttiferi che hanno un
valore di rimborso complessivamente non superiore a 5.000
euro; fino a quest’importo saranno esenti.
Per quanto riguarda, invece, i
conti correnti, agli estratti conto
inviati alle persone fisiche si continua ad applicare un’imposta di
bollo annuale di 34,20 euro. La
tassazione, però, viene estesa, nella
stessa misura, anche ai rendiconti
dei libretti di risparmio, compresi
quelli postali. Anche in questo caso
si applica la soglia di esenzione
laddove il valore medio di giacenza annuo del conto non supera,
complessivamente, i 5.000 euro.
Per le imprese e le persone giuridiche, l’imposta viene arrotondata da 73,80 a 100 euro.
il Ponte
Cultura e Vangelo 7
21 gennaio 2012
Quale economia non la distrugge, quale politica non la avvelena e, infine, quale Chiesa locale, tessuto prezioso
di laici e presbiteri, può agevolmente attraversare il terreno fecondo dell’impegno che diventa testimonianza
e della testimonianza che diventa crescita comunitaria secondo il progetto salvifico di Cristo Redentore?
riScoPrire La noStra UManità «BUona»
Il “laboratorio di cittadinanza”, delineato in una mia precedente riflessione, avrà senso e approdo fecondo
se ci mette in cammino come popolo di Dio, sui sentieri che il tempo e la storia quotidiana ci assegna, purché
non restiamo fermi senza avere il senso di marcia e la consapevolezza di un cammino da compiere.
L
’inizio del nuovo
anno è sempre
tempo di elaborazione progettuale,
di ricerca di senso,
di interrogativi: è
Gerardo
un momento forte
Salvatore* per domandarci se
siamo pronti per non
estraniarci più da noi stessi, dalla
nostra umanità, dalla nostra appartenenza al popolo di Dio. Un momento in
cui, più sicuri della nostra identità e del
significato della nostra esistenza, ci
sentiamo in cammino per costruire
una comunità in cammino, pronta ad
incontrare altre identità ed altre storie.
Solo chi non ha paura sa essere accogliente e può costruire, con pazienza e
saggezza, un cammino che aiuta a
vincere la paura, come singoli e come
società. Il “laboratorio di cittadinanza”
,delineato in una mia precedente
riflessione, avrà senso e approdo
fecondo se ci mette in cammino come
popolo di Dio, sui sentieri che il tempo
e la storia quotidiana ci assegna, purché non restiamo fermi, senza avere il
senso di marcia e la consapevolezza di
un cammino da compiere. E’ necessario, pertanto, non dimenticare e non
oscurare la domanda di senso che sta
nel nostro cuore. Ritorniamo, allora,
alle domande profonde, alla ricerca del
senso autentico dell’esistenza umana
e della nostra vita personale. Ma ciò
esige di «custodire la dimensione dell’interiorità», di comprendere l’importanza di un «silenzio abitato» che consente di scendere in profondità, di
riscoprire la nostra umanità «buona»,
di capire chi siamo, e se lo vogliamo,
nella libertà piena, trovare Dio e affidarci a lui, lungo l’itinerario che avevamo in precedenza individuato, invocando luce diffusa e direzione di marcia certa, che ci conduce alla meta
auspicata. Questa ansiosa ricerca di
Dio, certo, vale per ciascuno di noi. Ma
vale anche per la città e la comunità
che vogliamo costruire come primo
approdo concreto di un viaggio che va
oltre la città degli uomini e delle donne.
Questo impegno nella costruzione
della città dove abitiamo è anche
attenzione all’interiorità che non
vogliamo oscurare, perché l’interiorità
ha pure una valenza civile: persino
una società lontana da Dio è diversa se
ricca di dimensione interiore rispetto
ad una società votata alla superficialità. C’è da chiedersi allora: quale
modello di città consente l’interiorità,
quale modello di società non la traduce, quale cultura la incontra, quale
economia non la distrugge, quale politica non la avvelena e, infine, quale
Chiesa locale, tessuto prezioso di laici
e presbiteri, può agevolmente attraversare il terreno fecondo dell’impegno
che diventa testimonianza e della
testimonianza che diventa crescita
comunitaria secondo il progetto salvifico di Cristo Redentore? L’interiorità
restituisce l’anima alla città: l’interiorità costruisce il nostro futuro. Non è
pensabile ipotizzare una risposta più
credibile.
* Dirigente Nazionale ACLI
La liturgia della Parola: ii Domenica del tempo ordinario
Gesù era sceso da Nazareth di Galilea verso il fiume Giordano, per ricevere il battesimo di Giovanni e, successivamente, dopo essere stato
dichiarato pubblicamente figlio di Dio dalla voce tonante del Padre, vive, con l’ausilio dello Spirito Santo, la lunga tentazione nel deserto.
I
n questa brevissima pagina
del Vangelo di
Marco, vengono
ripresi tutti i personaggi
che
compaiono proprio all’esordio
Stefania
del
Vangelo stesDe Vito
so. Proviamo a
ricordare le parole con cui l’evangelista ha aperto il
suo scritto: “Inizio del vangelo di
Gesù, Cristo, figlio di Dio” (cfr. Mc
1,1). E, poi, nei versetti immediatamente successivi, viene presentato
Giovanni, il Battezzatore, come
colui che precede Gesù, nel cammino di salvezza, per preparargli la
strada. Gesù era sceso da Nazareth
di Galilea verso il fiume Giordano,
per ricevere il battesimo di Giovanni
e, successivamente, dopo essere
stato dichiarato pubblicamente
figlio di Dio dalla voce tonante del
Padre, vive, con l’ausilio dello
Spirito Santo, la lunga tentazione
nel deserto. Gesù, dunque, forte di
queste due esperienze, che di certo
segnano la sua persona e la sua
relazione con Dio, risale in Galilea,
nel luogo della sua ordinarietà.
Dunque, Gesù discende verso il
fiume Giordano per risalirvi verso la
Galilea. Ora, è proprio questo movimento del discendere e del salire,
che caratterizza questo primo viaggio umano di Gesù, è davvero singolare, soprattutto se lo collochiamo nello spazio geografico del
Giordano. In ebraico, il nome di
questo fiume significa proprio “colui
che discende” e, in effetti, questo
grosso percorso d’acqua subisce
delle variazioni altimetriche, sino a
correre, per un lungo tratto, sotto il
livello del mare e a sfociare nel Mar
Morto, che è il punto più basso della
terra, circa 400 m sotto il livello del
mare. Dunque, Gesù, immergendosi nelle acque del Giordano, tocca
“il fondo della terra”, quel fondo
che, da iniziale fonte di ricchezza,
diventa sterile fino a procurare, con
il Mar Morto, la morte di ogni essere vivente. Gesù affonda i suoi piedi
proprio in questa realtà umana, qui
una colomba discende su di lui e
una voce, che viene dal cielo, lo
proclama “il figlio, l’Amatissimo”.
Ecco, dunque, condensata, in questa immagine di vita e di morte, la
proclamazione della divinità e dell’umanità di Gesù. Questi, perciò,
dopo aver toccato con mano la fragilità dell’uomo, la porta con sé nel
suo viaggio dalla Galilea verso
Gerusalemme, per poterla risanare
e santificare, proprio come aveva
fatto per le acque del Giordano. E il
primo passo, in questo processo di
risanamento, è la predicazione del
vangelo di Dio: “Convertitevi e credete”. Ma è singolare che, in questa
dinamica di guarigione, Gesù sceglie di non essere solo; lungo il
mare di Galilea, lago molto pescoso
e fonte di benessere per la popolazione galilaica, chiama dietro di sé,
alla sua sequela, quattro uomini,
quattro ricchi pescatori, ai quali
promette una ricchezza che sovrasta quella umana. Con l’espressione “vi farò pescatori di uomini”,
Gesù pronuncia parole di benedizione e di promessa; rende questi
quattro uomini suoi amici, consente loro di condividere la sua ricchezza, la figliolanza divina, e trasforma
la loro storia. La loro ordinarietà è
assunta da Dio, tanto da trasformarla in straordinarietà. Ciò è detto
non nel passo marciano, ma nel
brano della liturgia tratto dal libro
del profeta Giona: questo profeta,
che pure era scappato alla sua
vocazione, procurando, con il suo
gesto folle, la morte di alcuni uomini, rientra in sé e in Dio, facendosi
portatore della Sua Parola. E ciò è
evidente dal fatto che le parole,
proclamate da Giona, procurano la
conversione del cuore della comunità di Ninive e l’esperienza della
misericordia di Dio. Perciò, anche
noi, chiamati a essere pescatori di
uomini, possiamo riuscire nella
nostra vocazione, proprio perché
essa appartiene a Dio che, nel
Figlio, l’ha assunta, insieme a tutta
la nostra miseria.
Dal Vangelo secondo Marco (1,14-20)
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il
tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in
mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella
barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
8 Ecclesia
21 gennaio 2012
il Ponte
Monteforte Irpino - Ricordata la figura del Venerabile Padre Antonio Vincenzo Gallo
irPinia terra Di Santi e teStiMoni DeLLa FeDe
L
a manifestazione che si è
svolta a Monteforte irpino,
alla presenza del nostro vescovo Francesco e di numerose
autorità religiose, civili e militari, per ricordare la figura del
venerabile Antonio Gallo, sacerdote di origini irpine prematuramente scomparso, rappresenta
una bella pagina di fede e di cultura della nostra terra.
Chi dimostra con i fatti di rispettare la memoria e le figure del
passato che hanno operato il
bene svolge un'azione di educazione e di formazione che ha
valore per le generazioni presenti e future.
Il valore dell'in-formazione
assume, specie oggi, una
dimensione da riscoprire e proporre in una giungla di messaggi e modelli devianti che circolano nella società contemporanea
colpendo, talvolta in modo letale, le nuove generazioni sempre
bisognose di avere riferimenti
certi e inconfondibili.
Dobbiamo essere grati agli
organizzatori dell'evento che ha
contribuito a rendere ancora più
ricca la nostra diocesi. E' giusto
e doveroso ricordare l'opera
svolta dal nostro illustre conterraneo e collaboratore di questa
testata, Sua Eccellenza Luigi
Barbarito, nunzio apostolico
emerito, autore di varie pubblicazioni, nelle quali vengono
ricordate le Sante vocazioni
provenienti nelle varie epoche
storiche dalla terra d'irpinia, in
cui,
tra
i
santi
Patroni
Modestino,
Fiorentino
e
Flaviano, di cui si è celebrato di
recente l'anno giubilare, Il
beato Paolo Manna,il più recente Giovanni Palatucci, è ricordata anche la straordinaria figura
di don Antonio Gallo. Tutti
costoro ci ricordano il buon
esempio e la strada da seguire
per imitare il loro difficile cammino di fede.
Mario Barbarisi
L’interVento DeL VeScoVo
I
FeSta Di MUSica Per iL VeneraBiLe
antonio VincenZo GaLLo
Il 14 gennaio a Monteforte la Chiesa parrocchiale di San
Nicola di Bari era stracolma di fedeli – spettatori del concerto “Chiamato dal Signore” in onore del Venerabile
Padre Antonio Vincenzo Gallo. Ad eseguire i brani contenuti nell’omonimo CD musical: la Corale Duomo di Avellino,
con le soliste Romilda Festa (Soprano) e Rosanna
Lombardi (Contralto), il gruppo vocale W Voce (Bruno
Fontana, Grazia De Girolamo, Guido Maria Aquino, Priscilla
Lauretano) con l’intervento recitato di Bruno Prezios; l’orchestra composta da Maurizio Severino (Organo);
Sabatino Moschiano (Chitarra classica); Maria Rosaria
Rainone (Flauto traverso); Gianluca Marano (Sassofono);
Francesco Napolitano (Oboe); Gianluca Marino (Chitarra
elettrica); Enzo De Somma (Basso elettrico); Lorenzo
Petruzziello (Percussioni) e i violini di Vittorio Fusco,
Nunzio Tartaglia, Erminio Polcaro e Yuko Okano. Direttore
il M° Carmine Santaniello, guida del Conservatorio
Domenico Cimarosa di Avellino. Ha presentato i canti
Enrico Russo, diacono.
La presenza del Postulatore della Causa di Beatificazione
padre Enzo Pinto scj e del vescovo di Avellino S.E. mons.
Francesco Marino, oltre alle tante autorità, al sindaco di
Monteforte Antonio De Stefano e i rappresentanti dell’amministrazione e delle associazioni territoriali e tanti amici
provenienti da tutta l’Irpinia, ha fatto del concerto una
festa di musica e spiritualità che si è conclusa con la preghiera per la glorificazione di Padre Gallo, condotta dal
vescovo. Animatore della serata il parroco Antonio Testa
che ha accolto gli ospiti con affetto.
iL SaLUto DeL PoStULatore
PaDre enZo Pinto ScJ
I
l Signore Padre Gallo ce l’ha fatto intravedere attraverso la sua vita, ma credo che adesso ce lo faccia
vedere meglio, perché abbiamo la possibilità di leggere la storia e di riflettere sugli eventi. Il suo è un messaggio di santità veramente molto efficace per tutti
quanti noi, perché credo che l’aspetto più importante
della santità del nostro Venerabile sia senz’altro l’obbedienza. Lui ci ha dato l’esempio di come attuare quell’espressione del Padre Nostro “Sia fatta la tua volontà
come in cielo così in terra”. Ci ha insegnato a fare la
volontà di Dio nel silenzio, nel sacrificio e ci ha dato
anche un grande esempio di bontà e di accoglienza
soprattutto per i ragazzi. Bella la fotografia in cui è
stato ritratto in mezzo a 35 chierichetti, cui insegnava
a servire la messa e non solo si interessava della liturgia, perché a quei ragazzetti insegnava pure la buona
educazione e la voglia di studiare. E, quando qualcuno
si ammalava, lui andava al capezzale e lo confortava.
Grande esempio, la sua accettazione della malattia,
portata avanti nel silenzio senza farla pesare su nessuno, né sui suoi parenti né sui suoi confratelli.
Veramente credo che anche questa vostra presenza
qui sia una grazia del Signore che dobbiamo sapere
valutare. Questa presenza è una grazia di Dio che dobbiamo sapere accogliere con gratitudine e riconoscenza e quello che noi abbiamo provato qua, ascoltando
questi canti, queste parole, dobbiamo essere capaci di
proferirlo pure agli altri, a quelli che noi conosciamo e
a coloro che noi incontriamo imitando Padre Gallo che,
nonostante le traversie che lui ha dovuto subire durante tutta la sua vita, è andato avanti, riproducendo in se
stesso l’Amore di Cristo.
nnanzitutto devo esprimere i complimenti a Antonio che è il vero animatore di tutte queste belle cose e esprimo il mio apprezzamento per
la bravura e la capacità di cogliere la testimonianza di vita del Venerabile
Antonio Vincenzo Gallo che gli autori dei canti che sono stati presentati
stasera, la Corale e i giovani, hanno dimostrato. Padre Antonio Vincenzo
Gallo è uno di quegli uomini che veramente ha incarnato quanto il Beato
Giovanni Paolo II , che da papa ha riconosciuto le sue virtù, ha voluto
indicare per tutta la Chiesa per tutti noi, cioè quella santità di vita che è
straordinaria nella vita ordinaria. Il Signore ha disposto, nella vita di
Padre Antonio, tanti avvenimenti con un percorso di esistenza, quel che
si dice un life -motiv, di sofferenza, non soltanto fisica ma anche interiore, derivante da tante vicende. La più profonda è stata il dover rinunciare alla professione dei voti, cui lui teneva tanto, nell’Istituto dei Padri
Dehoniani. Il Signore l’ha provato fino in fondo, nell’intimo della sua stessa esperienza di fede. Pensiamo ad altre esperienze di questo genere
fatte da grandi santi, come Santa Teresa D’Avila, ma anche alla stessa
Santa Teresa di Calcutta della quale, dopo la sua morte, si è venuto a
sapere che ha vissuto anni e anni di profonda aridità interiore. Lei, che
era una donna di fede e di carità, avvertiva una sorta di lontananza da
Dio, nella notte del dolore anche spirituale che, però, purifica e fa vivere di puro Amore. E il riconoscimento delle virtù è un esempio per noi,
perciò, la Chiesa le riconosce affinché noi possiamo imitarle. Quindi, se
è nella volontà di Dio, chiediamo le grazie necessarie per intercessione
di Padre Gallo, perché nell’iter del processo canonico c’è anche il riconoscimento di un miracolo. Allora, se ciò è per la gloria di Dio e per il bene
della Chiesa, sia riconosciuto e glorificato anche Padre Gallo. Preghiamo
il Signore che questo avvenga.
Una raccoLta Di Brani
ne ceLeBra Le VirtU’
Abbiamo chiesto ad Antonio Ercolino, autore dei brani composti in
onore di Padre Antonio Vincenzo Gallo cosa ha l’ha ispirato e il perché
di quest’ impegno nei confronti della figura del Venerabile. “Il CD, che
abbiamo registrato con la Corale Duomo, i W Voce e i cari amici strumentisti, nello studio di Marco Ruggiero, sono sgorgati dal cuore negli
anni. “Chiamato dal Signore” risale al 1994, quando celebravamo il
60° della scomparsa del sacerdote; “Fiamma viva”, “T’appartengo da
sempre” e” Padre Antonio” risalgono tutti al 1999; mentre l’ultimo
“Amare è donare” è del 2009. L’idea di farne un CD mi è venuta perché ho creduto che, in questo modo, il mio lavoro potesse essere utile
per diffondere la conoscenza delle virtù del Venerabile, cui mi sentivo
legato da sempre, come fosse per me un fratello maggiore, avendo
preso parte all’organizzazione dei festeggiamenti per la traslazione del
corpo del Venerabile da Roma a Monteforte, nel 1972. Mi ha sempre
attirato come figura di sacerdote e ho sentito sempre viva la sua testimonianza, tornando a riflettervi spesso durante il servizio di animazione del canto cui in parrocchia mi dedico da tanto tempo. Non ci
sarei mai riuscito, però, senza l’appoggio del parroco che ha anche
contribuito alla raccolta musicale offrendo due canti composti da lui,
in gioventù, per Padre Gallo “Il segreto della sua bontà” e “Vita interiore” e del maestro Carmine Santaniello, che mi è stato vicino nella
stesura degli arrangiamenti e nell’organizzazione del concerto. Per il
resto, credo che sia stato Padre Antonio Gallo ad ispirarmi, anzi lo
spero. E spero che diventi santo prestissimo”.
i “W Voce” e iL ricorDo Di PaDre VincenZo GaLLo
Padre Gallo voleva che il popolo cantasse. Riuscì con dedizione a formare una discreta schola cantorum di fanciulli che seguivano litanie
e semplici mottetti. Ma Padre Gallo aveva dato all’arte il senso giusto. Aveva capito che oltre a nobilitare l’animo, l’arte può aggregare.
La cospicua partecipazione al concerto- evento, tenutosi in suo onore, da parte dell’intera comunità di Monteforte Irpino ne è la prova.
I W Voce, gruppo polifonico di cui faccio parte insieme a Priscilla Lauretano, Guido Maria Aquino e Bruno Fontana, ha avuto l’onore di
essere presente nella serata interamente dedicata alla sua memoria. Ma ha fatto anche di più: ha cantato per lui. Insieme abbiamo collaborato alla realizzazione dell’opera a lui dedicata da Antonio Ercolino dal titolo “Chiamato dal Signore”, CD del quale abbiamo registrato ed eseguito dal vivo, lo scorso sabato, i brani “Il segreto della sua bontà” e “ Vita interiore”, composti dal parroco don Antonio Testa.
Un’esperienza nuova per noi, avvezzi ad un repertorio diverso e anche ad una prassi esecutiva diversa. Insieme, solitamente, eseguiamo a cappella brani di diverso genere musicale, sempre in cerca dell’interpretazione giusta da dare a una frase, ad un inciso, ad un
accordo, all’armonia. Armonia è la parola chiave dell’esperienza che abbiamo vissuto, è l’unione delle forze e delle qualità di ognuno
capace di rendere omaggio al ricordo di un uomo che ha saputo stare in armonia con se stesso, con la sofferenza e con Dio.
Dall’atmosfera ovattata della sala registrazioni all’esecuzione dal vivo, supportata dall’orchestra, abbiamo avuto modo di maturare la convinzione che le parole di quei brani comunicassero un messaggio limpido e incisivo: una testimonianza d’amore. L’amore di Padre Gallo
per la vita nella sua pienezza. Fu forse questo ciò che gli permise di custodire, fino alla fine dei suoi giorni, quella energia e quella voglia
di fare che solo i giovani hanno ed è certo questo ciò che lo avvicina a noi e rende così viva e preziosa la memoria del suo vissuto. I “W
Voce” escono senz’altro arricchiti da una parentesi fruttuosa, non solo in senso artistico, ma che va soprattutto ad accrescere il loro
bagaglio di umanità.
Grazia Di Girolamo
il Ponte
9
21 gennaio 2012
l'angolo del Sociologo
a cura di Paolo Matarazzo
Strutture di eccellenza e territorio
il Crom di Mercogliano
T
roppe sono le brillanti intelligenze che
abbandonano la terra d'Irpinia, perché
non c'è lavoro, perché non si è capaci di
costruire posti di lavoro, che in prospettiva
costituirebbero progresso, civiltà, conquiste
nel campo del sapere, in particolare della
salute.
L'attuale momento di crisi economica, che
investe tutti i campi della produttività intellettuale e materiale, richiede altissime dosi di
coraggio individuale e collettivo, spirito di
abnegazione, sacrificio e partecipazione attiva. Penso al Crom di Mercogliano alto Centro
di eccellenza per la lotta e la prevenzione delle
malattie oncologiche. I suoi 23 ricercatori profondono il massimo delle proprie energie, con
contratti da cifre mensili molto modeste
rispetto ai risultati che raggiungono: lottano e
si impegnano per la creazione di farmaci efficaci per diagnosi e terapie anticancro.
E' fondamentale che l'Irpinia tutta si mobiliti,
unitamente ai suoi rappresentanti politici e
alle amministrazioni locali, per far sentire
autorevolmente la propria voce e la propria
adesione morale ed intellettuale alle prestigiose attivita scientifiche di questo Centro.
Come garantire una sempre piu costante e
prioficua attività di ricerca? Con investimenti
coraggiosi da parte di enti, banche, fondazioni locali e soggetti privati, le cui vedute siano
molto ampie rispetto al presente e al futuro
dell'uomo. Cosi come la comunità avellinese
e i suoi alti imprenditori hanno dato linfa ad
una straordinaria squadra di basket, lo stesso
si ponga in essere da parte di fondazioni, enti,
banche o soggetti privati, capaci di permettere l'acquisto di nuove tecnologie, con le quali
i ricercatori vadano ad interfacciarsi per la
conquista di nuovi saperi e nuove scoperte.
Chi crede profondamente in questa terra
d'Irpinia, chi crede nell'uomo, ha il dovere di
partecipare al suo sviluppo e agli effetti benefici che questo produce nelle presenti e future generazioni.
È
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K
Trattoria Pizzeria
Menù Di Terra
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10 Scuola
21 gennaio 2012
il Ponte
AVELLINO - ISTITUTO TECNICO ECONOMICO STATALE "LUIGI AMABILE"
cento anni Di cULtUra e ProFeSSionaLita’
di Enrico Petruzzo *
ProGraMMa
centenario
“a M a B i L e”
1) Il nuovo look dell’Istituto
“Amabile”
dopo
la
riforma
“Gelmini”
Incontro
conferenza
presso
l’Auditorium “Minniti” dell’Istituto.
Invitati: Autorità regionali e provinciali.
Presiede la Dott.ssa
Rosa Grano
(Dirigente USP di Avellino)
Sabato 25 febbraio 2012 – ore 17;
… Mi sono iscritto all’Istituto
Amabile di Avellino nell’anno del
centenario, indirizzato dai miei
genitori perché erano felici di
essere stati, nel passato, alunni
preparati ed orgogliosi. Una
pagina di “storia scolastica” che
potrebbe essere scritta, ricordata ed incorniciata da un alunno che entro il 20 febbraio
2012, con l’iscrizione, anche on-line, opta di
frequentare questo storico Istituto. Ovvia,
metteteVi comodi… Scegliere la scuola
superiore non sempre è facile e indolore. Ci
sono ragazzi che, come sopra, sono già orientati dai genitori e sanno di avere le attitudini
per farlo, ma sono la minoranza. Per la maggior parte la scelta dell’Istituto superiore apre
una serie di interrogativi, che alle volte sfociano in vera e propria ansia. E’ normale essere
disorientati di fronte ad una scelta come questa, soprattutto se si pensa che viene a porsi
in un momento delicato come quello compreso tra i 12 e i 14 anni, in cui tutto è in formazione e viene messo in discussione, dal fisico
alla propria identità. I ragazzi sono chiamati
ad interrogarsi sul loro futuro e sulle loro attitudini, sono costretti a chiedersi che cosa
piace e che cosa vogliono fare, senza il più
delle volte avere una risposta chiara in testa.
Cosa si può fare per aiutarli in un momento
così difficile? La scuola risponde con l’Openday, porte aperte a tutti con il POF. Il piano
dell’offerta formativa è il documento fondamentale dell’identità progettuale e culturale di
ogni istituto scolastico e rappresenta lo strumento operativo per realizzare in termini unitari lo sviluppo efficace delle capacità di ogni
alunno, nel rispetto degli obiettivi generali stabiliti dallo Stato e dalle esigenze degli studenti. Sabato 14 gennaio, con grande partecipazione, si è svolto l’Open-day dell’Istituto
Tecnico Economico “Luigi Amabile” di Avellino.
Un anno particolarmente importante perché,
quest’anno si celebra il centenario. Ricco il
programma delle celebrazioni che sono state
presentate, nell’apertura dell’open-day, dalla
Dirigente scolastica Nicolina Silvana Agnes,
presso l’aula Minniti dell’Istituto Amabile.
Articolato ed interessante il progetto illustrato
con genitori e giovani presenti nell’auditorium
insieme ad ex alunni come il Cav. Rag.
Angelo Trunfio. Ecco la scaletta. Si parte a
febbraio, incontro-conferenza “Il nuovo look
dell’Istituto Amabile” con la partecipazione
della Dott.ssa Rosa Grano, Dirigente
dell’Ufficio scolastico provinciale, sarà l’occasione per riflettere attraverso dibattiti e confronti sulla riorganizzazione degli Istituti
Tecnici Commerciali dopo la riforma Gelmini,
sul ruolo svolto dall’Istituto Amabile nella storia degli “Economisti” passati e nella formazione della futura classe dirigente. Il 24 marzo,
interessante appuntamento sul personaggio
“Luigi Amabile” con protagonisti del panorama culturale irpino. A raccontare il deputato
Amabile saranno: il Prof. Francesco Barra
dell’Università di Salerno, l’ex Preside Avv.
Paolino Salierno all’attivo 33 anni di servizio
come docente e Preside dell’Amabile e il pronipote dottor Luigi Amabile di Verona. La storia dell’Istituto Amabile rivivrà anche nel
periodo di Pasqua, con una mostra fotografica, presso il circolo della stampa di Avellino,
“Ciack: Rivediamoci Amabil…mente”
Raccolta inedita: 100 foto per i 100 anni a
cura del Prof. Enrico Petruzzo. In programma
anche due incontri con gli ex alunni per rievocare gli eventi scolastici vissuti tra i banchi
dell’Istituto. In programma anche concerti e
spettacoli
come
“Sotto le stelle
dell’Amabile” e sabato 29 settembre, ore
21, “Cin, cin… Amabilmente in musica”
con l’obiettivo di coinvolgere, proprio davanti
all’Istituto, la cittadinanza irpina. Quanto
amore professionale e sacrifici sono stati
necessari
perché
l’Istituto
Tecnico
Commerciale “Luigi Amabile” sorgesse e
fosse una forza viva per il progresso culturale
e professionale della nostra provincia…Ma la
volontà e la passione non hanno limiti. Il Prof.
Alberto Salvagni è stato il primo Preside che
con abnegazione ha diretto, nell’antica sede
del convento di San Francesco di Avellino, con
il contributo gratuito di grandi docenti, la
prima classe di 14 alunni il 25 gennaio 1909.
Era tanto tempo fa; la sua nascita giuridica:
29 settembre 1912 che divenne governativo
con Regio decreto N. 1341, grazie al grande
impegno dell’irpino On. Francesco Tedesco.
Notizie riportate nel libro in allestimento,
“Amabilmente riscriviamo.. l’Amabile”.
Da quel lontano 1912 ad oggi l’Amabile ha
svolto un ruolo importante e decisivo nella
formazione professionale e culturale di migliaia di giovani “preparati con intelletto d’amore
agli uffici della vita” ed agli studi universitari.
Fra i docenti dell’Istituto anche il grande giurista Alfredo De Marsico. Fra gli studenti uomini come Federico Amodeo, docente universitario, negli anni cinquanta o ancora Pellegrino
Capaldo, illustre docente di Ragioneria
all’Università di Roma, ma anche dirigenti
nazionali e docenti universitari, avvocati ecc.
ancora in servizio –sarebbe lunga la lista, per
elencarli tutti.
Ordinario - Socio Accademia Italiana
“Giuseppe Aliprandi” Informatica,
Multimedialità della scrittura
e dell’informazione – Firenze
2) LUIGI AMABILE: “Il carattere
del personaggio, la scuola ed il
territorio”.
Convegno studi - Sede da definire:
Auditorium Banca della Campania,
Aula “Grasso” Amm.ne Provinciale –
Piazza Libertà o Auditorium “Minniti”
Istituto Amabile.
Invitati:
Dott.ssa
Rosa
Grano
(Provveditore agli studi - Dirigente
USP di Avellino), Presidente della
Provincia, Sen. Cosimo Sibilia, Dott.
Girolamo Giaquinto - Assessore
all’Istruzione, Prof. F. Barra (Università
di Salerno), Preside Paolino Salierno (
vanta 33 anni di servizio come docente prima e Preside dopo all’Istituto
Amabile). Preside Franco Festa, altri
Presidi disponibili.
Esclusivo ospite: il Dott. Luigi
Amabile (pronipote).
Sabato 24 marzo 2012 – ore 17;
3) Avellino - Circolo della stampaCorso V. Emanuele, 6
“Ciack: Rivediamoci Amabilmente…”
Raccolta inedita: 100 foto per i 100
anni dalla fondazione dello storico
Istituto. Mostra fotografica a cura del
Prof. Enrico Petruzzo. Periodo 3 – 6
aprile 2012;
4) Incontro spirituale in ricordo del
Dott. Luigi Amabile che, in ricorrenza
della sua nascita, verrà celebrata una
messa dal Vescovo di Avellino S.E.
Francesco Marino, alla presenza di
autorità e rappresentanti dell’Istituto.
Sabato 28 aprile 2012 - ricorrenza
della nascita – ore 11;
6) “Come eravamo…” Incontro con
gli ex alunni per raccontare gli eventi
scolastici
vissuti
tra
i
banchi
dell’Istituto
“Amabile”
sede
Auditorium Minniti a cura del Cav. Rag.
Angelo Trunfio (Poeta ed ex alunno
dell’Amabile).
Giovedì 3 e venerdì 4 maggio 2012 –
ore 17;
7) “Sotto le stelle dell’Amabile”
Serata musicale e spettacolo davanti
all’Istituto
(possibilmente chiusura
traffico Via De Concilii) dedicata agli
ex alunni e docenti.
Sabato 2 giugno 2012 – ore 21;
8) “Cin Cin… Amabilmente in musica”
- serata (possibilmente chiusura traffico Via De Concilii) dedicata ai 100 anni
dalla fondazione dell’ Istituto.
Sabato 29 settembre 2012 – ore 21.
il Ponte
Ambiente 11
21 gennaio 2012
riSoLLeViaMo L’aMBiente
Cinque idee-progetto degli studenti del Suor Orsola per la tutela ambientale della Campania
Condanna della Corte di Strasburgo, emergenza tumori, complicata solidarietà interistituzionale. E’ duro
riaccendere speranza, rispetto e senso civico in
Campania. Ci provano gli studenti del Laboratorio di
Comunicazione ambientale del corso di laurea in
Scienze della Comunicazione dell’Università Suor
Orsola Benincasa di Napoli che giovedì 19 gennaio alle
ore 12.00
presenteranno presso la Sala Villani
dell’Ateneo cinque progetti di marketing ecologico.
Si tratta di 5 idee-intervento no profit facilmente
realizzabili, finanziabili a costi contenuti e strutturate
secondo la metodologia dell’evento-intervento Albero
Vagabondo®. Indirizzati alla tutela e difesa delle risorse ambientali, in un’ottica di riduzione degli sprechi i
progetti, di proprietà dei singoli gruppi di lavoro, intercambiabili operativamente in base alle necessità,
saranno disponibili agli enti ed organizzazioni interessate tramite il sito www.alberovagabondo.it, nella
sezione marketing ecologico.
«I lavori presentati - spiega Virginiano Spiniello,
docente del laboratorio di Comunicazione ambientale e
marketing ecologico - hanno lo scopo di sensibilizzare
la popolazione e sfatare i luoghi comuni riguardo l’indifferenza dei Campani alle proprie condizioni di salute. Si conta di aumentare la partecipazione attiva e
concreta dei più grandi al fine di mostrare ai più piccoli che, unendo le forze, si possono migliorare le condizioni in cui si vive. Infatti il pay off della locandina è
“Uniamo i nostri poteri” e il visual rappresenta cinque
“supereroi” che rappresentano i cinque progetti e invitano alla riflessione e a mantenere viva la speranza
di cambiamento e miglioramento».
In ordine di fattibilità e in base all’impegno dimostrato, i progetti che verranno presentati saranno: La
Fortezza delle Tartarughe (Castelvolturno), Fatt’ a
Rota (Terra dei fuochi), I girasoli (Acerra), Mostra il
tuo rifiuto (Napoli), PulezzammanCElla! (Reggia di
Caserta).
Nel corso dell’incontro saranno presentati i risultati del
viaggio dell’Albero Vagabondo®, il Guardiano della
Montagna, iniziativa di arte nel sociale che invita a
considerare la situazione critica delle microdiscariche
in montagna nei Monti Picentini (serbatoio idrico naturale del 35% della popolazione meridionale peninsulare) focalizzandosi sull’esperienza degli orti biologici
didattici, in particolare quello di Santo Stefano del
Sole, sviluppata attraverso l’Associazione culturale
AGS. Sarà, inoltre, l’occasione per presentare progetti e idee di decrescita dolce come quella del
Comune
di
Bagnoli
Irpino,
premiato
dall’Associazione dei Comuni Virtuosi nel 2011 per il
coinvolgimento della popolazione locale nella gestione
sostenibile delle risorse territoriali e i laboratori di
autoproduzione ecosostenibile di Alternativa naturale (Napoli e provincia).
I progetti sono stati elaborati nell’ambito della terza
edizione del Laboratorio “Piano di comunicazione
ambientale, elementi di marketing ecologico” di
Virginiano Spiniello all’interno della Facoltà di Scienze
della Formazione dell’Università Suor Orsola
Benincasa.
La comunicazione è stata gestita da allievi ed ex allievi del Laboratorio con la supervisione di Roberto
Conte, responsabile dell’Ufficio Stampa dell’Università
e di Antonello Petrillo, delegato del Rettore alla
Comunicazione dell’Ateneo.
INFO
Progetto Albero Vagabondo® a cura dell’Ass. Cult. AGS
Web:
http://www.alberovagabondo.it.
Atterraggio dolce - marketing ecologico
Sezione
Media Partner:
www.ilcambiamento.it (Portale italiano della decrescita)
www.periferiamonews.it (Portale di informazione
regionale), www.scaput.it e www.ammaliato.it (Blog
dalla Terra di Lavoro)
Tesori d’Irpinia Tv, Il Mattino di Avellino,
Settimanale Il Ponte news (Media Irpinia)
Sintesi dei Progetti
La fortezza delle tartarughe. Le tartarughe sono una specie in via di estinzione e a poche associazioni
sta a cuore il problema, proprio per questo il gruppo propone un’azione per tutelarle. L’idea consiste nella
recinzione dei nidi attraverso un gioco che coinvolgerà i bambini sulle spiagge sede di nidificazione. Per
ogni nido i bambini saranno invitati a realizzare dei castelli di sabbia nel minor tempo possibile, colui che
vincerà avrà in dono una maglietta dell’associazione “Turtle Point”, associazione nata proprio per la tutela
di questo bellissimo animale. Approfondimenti su http://www.alberovagabondo.it/?p=1445
Fatt a rota. L’intento è quello di informare i meccanici dei possibili riusi dei pneumatici, la cui combustione nella Terra dei Fuochi crea seri problemi ambientali. Con l’aiuto di persone operanti nel settore, il gruppo propone un’azione divisa in tre fasi: la supervisione nelle aziende, un’intervista ai gommisti e la realizzazione di uno stand nella quale si danno informazioni e dimostrazioni pratiche del riutilizzo dei copertoni.
Approfondimenti su http://www.alberovagabondo.it/?p=1531
I girasoli. Le sostanze nocive provenienti dalla discariche abusive nelle campagne di Acerra producono un
aumento esponenziale dei casi di tumori nella zona. Il gruppo propone, con la tecnica della Bio-remediation, la bonifica del territorio. Con dei bambini di una scuola elementare si andranno a coltivare dei girasoli per bonificare nuovamente queste terre grazie alle loro qualità di assorbimento delle sostanze nocive.
Mostra il tuo rifiuto. Il gruppo invita i cittadini a partecipare ad una gara in cui ognuno può esibire delle
opere artistiche create con materiali riciclati e rifiuti. I 5 più significativi saranno poi esposti in una mostra
organizzata per protestare contro il palese malfunzionamento del servizio di raccolta differenziata e sensibilizzare i cittadini napoletani sulla tematica.
PulezzammanCElla!. Il piano di comunicazione prevede la sensibilizzazione dei cittadini di Caserta attraverso l’ istituzione di una giornata ecologica presso i giardini della Reggia. Il gruppo, con l’aiuto di una classe di bambini travestita da giullari, inviterà i passanti a partecipare alla giornata creando una rete di informazione attraverso il gioco.
12
21 gennaio 2012
il Ponte
SoLiDarietà SenZa conFini
Festività Beato Padre Paolo Manna
16 gennaio
D
opo la celebrazione, in Cattedrale, del X^ anniversario della beatificazione del beato
Padre Manna con la benedizione della statua riprendiamo il cammino attraverso le
testimonianze dei nostri missionari che ogni giorno offrono la propria vita per annunciare il Vangelo in terre lontane. Oggi parliamo della missione di Padre Raffaele Cefalo
nativo di Fontanarosa, missionario comboniano, che da oltre 30 anni lavora in Africa.
“Trovo molto significativo e incoraggiante – scrive Padre Cefalo nella sua lettera che mi
è pervenuta – che l’inizio di ogni nuovo anno è preceduto dalla Solennità del Santo
Natale. Il 2011 è stato un anno tremendo: in tanti parti del mondo tsunami, terremoti, guerre, massacri; in Italia e in Europa crisi morale e crisi economica, qui da noi nella
Pasquale
regione del Turkana in Kenya siccità ed emergenza fame. Come sarà il 2012 ?
de Feo
Risolveremo le nostre crisi? C’è da scoraggiarsi? C’è da disperarsi? Il compito principale di noi missionari è quello di seminare speranza. Non una speranza fasulla, fatta di parole ma una speranza concreta, reale perché crediamo in Dio fatto uomo. Il Figlio di Dio di è “incarnato”, è diventato
membro della nostra famiglia umana, ha voluto condividere tutto con noi: gioie e dolori, successi ed
insuccessi. All’inizio di dicembre del 1961 i primi due missionari arrivarono per la prima volta in questa
regione del Turkana in Kenya. Trovarono un vero deserto, un distretto enorme, tribù di più di mezzo
milione di abitanti, mancanza assoluta di tutto, neanche una scuola, neanche un dispensario, neanche
un pozzo, neanche un cristiano. Sembrava una missione impossibile. Invece “Colui che è potente ha
fatto grandi cose” (Luca,1:49). In soli 50 anni tanto è stato realizzato anche grazie alla vostra generosità e solidarietà. Vi sarò sempre tanto grato. Accogliamo Cristo che è venuto ad abitare in mezzo a noi,
in ciascuno di noi. Quel Cristo che può operare meraviglie, che può cambiare il mondo. “Ecco io sto alla
porta e busso, se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, entrerò presso di lui e cenerò con lui e
lui con me” (Apocalisse,3:20). Il Beato Giovanni Paolo II fin dall’inizio del suo Pontificato continuava a
ripeterci: “Aprite, spalancate le porte a Cristo”. E anche Benedetto XVI fin dall’inizio del suo Pontificato
continua a ripeterci: “Chi fa entrare Cristo non perde nulla, assolutamente nulla di ciò che rende la vita
libera, bella, grande. Cristo non
toglie nulla e dona tutto”. Questo
vuol essere il mio augurio e la mia
preghiera per ciascuno di voi per il
nuovo anno. Dopo la bella riflessione
che Padre Raffaele Cefalo ci ha inviato non possiamo che unirci a lui e al
suo lavoro, nella vita quotidiana della
sua missione, attraverso la preghiera costante. Il Missionario, scriveva P.
Manna, è l’uomo scelto da Dio per
continuare sulla terra la vita, l’opera
e la passione di Gesù Cristo.
riceViaMo e PUBBLichiaMo
TENDAIDEA
di Eduardo Testa
Tendaidea di Eduardo Testa è da sempre
Sinceri auguri di buon anno 2012 ai lettori e alla redazione, i
collaboratori, giornalisti. Grazie per la comunicazione elettronica, e la lettura settimanale. il giornale il Ponte è il nostro
preferito, lo seguiamo da parecchi anni. riconoscete la foto
accanto a me? È Sua eccellenza Monsignor Francesco alfano
in visita negli Stati Uniti, nostro ospite!!!! cordiali ossequi.
Vostra lettrice Maria Libera Dipaolo.
La SeGnaLaZione
Vorrei dalle pagine di questo giornale dare un suggerimento alle competenti autorità.
C'è in via Conti, accanto allo stazionamento dello 055, un vallone che per il suo
abbandono contrasta con le nuove graziose costruzioni e con il decoro di tutto il
nuovo quartiere.
Si potrebbe riempire di alberi, belli a vedersi e certamente graditi a tutti gli abitanti, persone civili e quindi molto sensibili ad un ambiente sano e pulito.
Potrebbe essere anche un'occasione di guadagno per qualche lavoratore.
Buon anno a tutti
Maria de Gennaro
Gentile lettrice,
sono anni che scriviamo di una città sempre meno
verde. Il cemento sta mangiando quel poco rimasto. Speriamo in
un serio ravvedimento di chi ha competenza in materia.
Mario Barbarisi
sinonimo di qualità dei prodotti, attenzione al
design, ricerca continua di nuove soluzioni. La
nostra esperienza e i nostri lavori costituiscono una qualità
che dura per sempre.
Scegliere Tendaidea significa non accontentarsi di una semplice tenda, ma volere la tenda per eccellenza.
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il Ponte
Cultura 13
21 gennaio 2012
avellino - il conservatorio “Domenico cimarosa” ha celebrato 40 anni di attività
VerSo Mete ancora Più aLte
inConTro Con il DirETTorE CArMinE SAnTAniEllo
di Eleonora Davide
PEr Un ConSErVATorio Al PASSo Con i TEMPi
I
A
bbiamo incontrato il Direttore del
Conservatorio Domenico Cimarosa per
chiedergli cosa rappresenta per la città la
celebrazione del Quarantennale dell’istituto
musicale alla luce del grande successo dello
spettacolo di inaugurazione che sabato 14 è
stato seguito al Teatro Gesualdo da un pubblico numeroso ed entusiasta, che ha affollato sia la galleria che la platea.
“Il Quarantennale è l’occasione per ricominciare rilanciando la struttura e per raggiungere mete più alte” ha affermato deciso
Carmine Santaniello, convinto del fatto che
l’istituto è giustamente considerato il fiore
all’occhiello della città dal punto di vista culturale, ma che non tutti sono ancora consapevoli di questa realtà. “E’ per questo motivo– ha continuato – che abbiamo deciso di
riaprire il Conservatorio alla città, restituendo
l’agibilità all’Auditorium che dal 2008 è stato
chiuso al pubblico da un’ordinanza sindacale.
Sono convinto che per la seconda data delle
celebrazioni, il 24 febbraio in occasione del
concerto del maestro Francesco Nicolosi, saranno completati gli ultimi ritocchi che competono al Comune,
proprietario dello stabile, e alla Provincia, gestore dello
stesso. Per quel che ci riguarda, abbiamo già provveduto a mettere a norma quanto di nostra competenza.
Ora siamo fiduciosi che la storia dell’Auditorium avrà il
suo felice epilogo”.
E c’è davvero da aspettarsi che abbia ragione vista la
determinazione che caratterizza il suo impegno e che
ha permesso già tante volte al Conservatorio in questi
anni, in cui il maestro ricopriva l’incarico di vice direttore, di realizzare con successo grandi eventi al fianco del
direttore Carmelo Columbro. Ricordiamo le aperture di
stagione del Teatro Gesualdo, che hanno segnato la
storia del Civico e hanno infiammato il pubblico, coinvolto più che mai dalle produzioni di casa. Ma anche la
partecipazione dell’Orchestra del Cimarosa a manifestazioni di prestigio, grazie alla grande capacità organizzativa e artistica propria di Santaniello.
Il direttore, primo irpino ad assumere la guida dell’istituto, vi insegna da dieci anni, dopo aver ricoperto inca-
PArolE D’orDinE: SToriA E innoVAZionE
richi in diversi conservatori italiani ma, già poco dopo il
suo arrivo, divenne un riferimento prezioso e irrinunciabile, sia per la sua capacità di guardare all’insieme
delle cose, sia per la grande dedizione al lavoro, sia per
la passione per il bello, da tradurre sempre in un’attiva
ricerca della qualità in tutto. Un’altra passione è stata
sempre per lui la Banda, quale retaggio di una tradizione musicale popolare da conservare nella sua essenza
primitiva di strumento di comunicazione della cultura
musicale, ma anche il Coro cui ha dedicato trenta anni
di impegno dirigendo la Corale Duomo e portandola ad
esibirsi in tutta Europa. Al lavoro e alle passioni ha
affiancato da anni la presenza nel Consiglio di
Amministrazione del Teatro Gesualdo, incarico che, da
esperto, assolve con uguale bravura, promuovendo e
consolidando il legame tra questa istituzione e il
Conservatorio, cosa da cui stanno nascendo frutti vantaggiosi per la città e per il suo buon nome. Oggi,
affiancato dal maestro Antonio Di Palma, eccellente
pianista e uomo di grande sensibilità e competenza,
pensa al rilancio, all’apertura del Cimarosa alla città e
all’utilizzo più proficuo delle potenzialità ancora sottostimate, che certamente sarà capace di far emergere e
far crescere nella ricerca della qualità
superiore.
l Conservatorio Domenico Cimarosa di
Avellino accoglie oggi 1600 allievi
distribuiti tra il primo e il secondo livello
di studi. Negli anni, molti musicisti diplomatisi in questo istituto hanno raccolto il
successo fuori dalla propria provincia o
all’estero portando in giro, con la loro
arte, il patrimonio culturale della nostra
provincia. Sono tanti, ma fare qualche
nome farebbe torto agli altri tanti e prestigiosi musicisti che compongono la
rosa di docenti attualmente in organico
all’istituto.
L’organizzazione del piano di studi prevede corsi preaccademici per consentire
l’accesso agli studi universitari, corsi ex
ordinamentali e corsi di laurea triennale
e magistrale. Da qualche anno il
Conservatorio promuove il progetto di
Orientamento in Itinere che prevede
corsi di specializzazione per la formazione di nuove professionalità di cui c’è
grande richiesta sul mercato. In particolare, queste riguardano: Digitalizzazione
dei materiali musicali; Registrazione
digitale del suono in ambiente lavorativo
professionale;
Editoria
musicale;
Formazione e gestione di eventi musicali. Frutto di questo lavoro è, per esempio, il CD dell’esecuzione dei “Carmina
Burana” di Carl Orff, per soli coro e
orchestra del Conservatorio Domenico
Cimarosa, direttore Carmelo Columbro,
avvenuta per l’apertura di Stagione
2007-2008 al Teatro Carlo Gesualdo di
Avellino (tra gli esecutori anche la Corale
Duomo) e che è stato distribuito in occasione del concerto inaugurale del
Quarantennale. Anche la Web Radio di
Ateneo rientra nelle novità di un
Conservatorio al passo con i tempi,
mentre in questi giorni è stato riaperto il
sito web dell’istituto dopo un restyling
che lo ha reso più fruibile.
La Storia Dei Direttori
Vincenzo Vitale
Dopo aver iniziato gli studi musicali a Napoli, si diplomò in pianoforte nel 1932
all' École Normale de Musique di Parigi.Fu direttore del Conservatorio di Avellino
dal 1971 al 1972 . Insieme a Paolo Denza, che fu suo collega al Conservatorio
di Napoli, è considerato il più eminente rappresentante della cosiddetta "moderna scuola napoletana".
Pietro Carella
Diresse il Conservatorio di Avellino dal 1972 al 1973.
Aladino Di Martino
Nacque il 13 novembre 1908 a San Pietro Avellana, in provincia di Isernia.
Diresse i conservatori di Reggio Calabria e di Avellino dal 1973 al 1974, per poi,
passare al conservatorio di Napoli. Riccardo Muti lo definì: ”Un compositore
eccellente, grande insegnante, un uomo di bontà infinita”.Morì nel 1989, ancora nel pieno della sua attività.
Bruno Mazzotta
Nato a Follina in provincia di Treviso, ancora giovanissimo si stabilì a Napoli, che
sarebbe diventata sua patria d'adozione, per seguirvi contemporaneamente gli
studi universitari presso la facoltà di medicina e chirurgia, in seguito abbandonati, e quelli musicali presso il Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli.
Diresse il Cimarosa dal 1974 al 1979.
Filippo Zigante
Direttore ad Avellino dal 1979 al 1989. Ma è stato anche direttore dei
Conservatori di Musica di Potenza e Napoli; direttore artistico del Teatro San
Carlo di Napoli, del Teatro di tradizione “Pergolesi” di Jesi.
Vincenzo De Gregorio
Il maestro Monsignor De Gregorio è nato a Capri. Nel Pontificio Istituto di
Musica Sacra ha studiato con Alessandro Santini e Vieri Tosatti. Prete nella
Arcidiocesi di Napoli e Abate Prelato della Real Cappella del Tesoro di S. Gennaro
è, dal 1988, Organista e Maestro di Cappella del Duomo. Già Direttore del
Conservatorio Statale di Musica di Avellino per 11 anni, dal 2000 al 2008 è stato
Direttore del Conservatorio "S. Pietro a Majella" di Napoli.
Gaetano Panariello
Nato a Portici nel 1961, ha insegnato nei conservatori di Bari, Potenza, Salerno,
Napoli. E’ stato componente del Consiglio di amministrazione dell’OSPA –
Orchestra Sinfonica Provincia di Avellino. Ha diretto il Conservatorio dal 2000 al
2005.
Carmelo Columbro
Napoletano, si è diplomato al Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella”.
Maestro del Coro al Teatro “Giuseppe Verdi” di Salerno nella stagione 19981999 e al Teatro di San Carlo di Napoli dal 2005 al 2011, è stato Direttore del
Conservatorio di Avellino nello stesso periodo.
Carmine Santaniello
E’ stato eletto Direttore a novembre 2011. Ha studiato presso il Conservatorio
“ Domenico Cimarosa “ di Avellino ed ha contestualmente coltivato con rigore
la Strumentazione per Banda, la Musica Corale e la Pedagogia della Musica. E’
autore di molte composizioni di musica sacra e revisioni di brani destinate ai
Complessi di Fiati eseguite con successo da prestigiosi complessi. E’
Componente dell’Assemblea Nazionale della S.I.A.E. E’ membro del C.d. A. del
Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino dal 2005 e dirige la “Corale Duomo” di
Avellino dal 1981.
Luigia Meriano
L’incanto DeL MaeStro ciccoLini
V
enerdì 13 gennaio, presso il Teatro Carlo Gesualdo di
Avellino, si è tenuto il concerto inaugurale delle celebrazioni in onore del 40° anniversario del Conservatorio
Domenico Cimarosa di Avellino.
La manifestazione ha ottenuto il patrocinio del Presidente
della Repubblica e della Presidenza del Senato della
Repubblica e della Presidenza della Camera dei Deputati.
A testimoniare, inoltre, l’importanza che nel corso della sua
attività, è venuta ad assumere
l’Istituzione musicale della nostra
città è stato anche il conferimento di
una medaglia di riconoscimento da
parte
del
Presidente
della
Repubblica, Giorgio Napolitano.
Il concerto inaugurale ha magnificamente rappresentato quanto è oggi,
per impegno e competenza, il
Conservatorio di Avellino.
L’Orchestra del Conservatorio, diretta dal Maestro Carmelo Columbro
ha eseguito musiche di L. Mozart,
W. A. Mozart e F. Liszt ed ha accompagnato, nella prima parte del concerto, un gradissimo Aldo Ciccolini al
pianoforte, che si è poi esibito come
solista nella seconda.
Quest’ultimo, interprete della musica francese e del repertorio romantico, nonché ultimo grande testimone del pianismo storico del ‘900,
famoso in tutto il mondo per le sue
esecuzioni, ha letteralmente incantato il pubblico del gremito teatro.
Una serata all’insegna della passione per la musica che
meglio non poteva celebrare il luogo in cui essa prende vita
grazie allo studio e all’impegno quotidiano di insegnanti e
allievi.
Maria Paola Battista
reDaZione cULtUra, SPort e SPettacoLi
coorDinatrice eleonora Davide
[email protected]
14 Rubriche
21 gennaio 2012
La BiBLiocLaSSiFica SettiManaLe
a cura di Claudia Tucci
il Ponte
Passa... tempo
C
ome ogni settimana, eccoci al consueto appuntamento con
l’osservatorio dei libri più acquistati ad Avellino, più precisamente nella libreria Mondadori sita in Piazzale Amedeo
Guarino.
Come ad ogni sua nuova uscita, a dominare la classifica troviamo il nuovo lavoro di Camilleri, di cui ci siamo occupati la scorsa settimana, seguito dall’ultimo romanzo di Volo e da una
nuova entrata: lo splendido spaccato ironico di due donne italiane, simbolo di due epoche completamente diverse che tracciano un divertentissimo ma, quanto mai reale, spaccato del
ruolo dell’Uomo e della Donna a partire dagli anni Trenta fino
ad oggi. E’ “L’educazione delle fanciulle”, scritto a quattro mani dall’irriverente Luciana Littizzetto
e dalla pungente Franca Valeri, due eccellenze della satira italiana.
Buona lettura!
AVELLINO –
LA CLASSIFICA MONDADORI
DI QUESTA SETTIMANA
1 Il Diavolo, certamente - A.
Camilleri
2 Le prime luci del mattino - F.
Volo
3 L'educazione delle fanciulle L.Littizzetto F. Valeri
4 Un diamante da Tiffany - K.
Swan
5 Non si direbbe che sei napoletano - A. Siani
6
Hanno tutti ragione -
P.
Sorrentino
7 Amore , Zucchero e Cannella - A.
Bratley
8 Il sarto di Ulm - L. Magri
9 L'amico ritrovato - F. Uhlman
10 Il giorno in piu' - F. Volo
oPen DaY aLL’itc FortUnato Di aVeLLino
La scuola apre ai visitatori. Sabato 21 gennaio l’Istituto Tecnico Commerciale
“G.Fortunato” di Avellino accoglierà studenti e famiglie per presentare loro le
proposte dei piani di studio e dell’offerta formativa dalle 9 alle 13 e dalle 16
alle 19. Per l’occasione, sarà anche possibile visitare una mostra fotografica
originale dei campi di sterminio nazisti, visto l’approssimarsi del giornata
della memoria della Shoà, che verrà celebrata il 27 gennaio. Il dirigente
Michele Pippo, nell’invitare i visitatori, ha sottolineato l’importanza di queste
iniziative perché i giovani sappiano.
MESTiEri E fiGUrE SCoMPArSE nEl TEMPo
a cura di antonietta Urciuoli
“o’ Ferraro”
I
n gergo viene chiamato “’ o ferraro “, nella lingua italiana è il fabbro, termine
che deriva dal latino “faber” ed è colui che crea oggetti di ferro o di acciaio. E’
un mestiere antichissimo che più delle volte si tramandava di padre in figlio e chi
lo svolgeva lo faceva con passione, abilità e, soprattutto, tanto talento e creatività. “O Ferraro” in passato riusciva a realizzare gli attrezzi che servivano ai contadini e ai boscaioli: zappe, falci, asce, accette, forche e così via. Costruiva i “tre
piedi di ferro”, dove veniva poggiata la pentola da mettere sotto il camino, le catene per apprendere i paioli, le “fornacelle”, i bracieri (‘ e vrasere) dove si mettevano i carboni che, una volta accesi, riscaldavano le nostre case e i cavalletti di ferro sui quali si
poggiava il letto. “’O masto- ferraro” sapeva lavorare il ferro attraverso varie fasi come saldatura, chiodatura, fasciatura e realizzava lavori artistici molto spesso unici nel loro genere. In passato, lavoravano sulla porta della bottega arroventando pezzi di ferro grezzo sulla “forgia” che
manteneva grazie a delle pinze dal manico lungo. Per poter forgiare un pezzo, la temperatura
ideale doveva essere giallo- arancione e, in quel caso,
poteva iniziare la forgiatura. Con un grosso martello,
battendo il ferro sull’incudine, aveva inizio il modellamento. Al ferro incandescente dava la forma che desiderava. Il “masto- ferraro” costruiva arnesi che gli
venivano richiesti come grosse chiavi per i portoni e
soprattutto blocca porte che erano delle sbarre di ferro
pesante che di sera venivano messe dietro i portoni per
stare più sicuri perché, a quei tempi, non esistevano “
serrature casseforti “ come oggi. Costruiva anche chiodi antiscivolo per scarponi e ferri per il cavallo. Quando
doveva creare oggetti di precisione e verificare l’esatto
colore del metallo, lavorava nel buio della sua officina. Gli attrezzi che adoperava “o‘ ferraro” per
il suo mestiere erano : martelli di varia grandezza, stampi, squadre, forgia, pinze di varie forme
e grandezza, seghe a mano con lame in ferro, la morsa e tanti altri arnesi che negli anni hanno
facilitato il suo lavoro. Indispensabile, oltre ai martelli e al fuoco, era l’incudine che veniva sempre adoperata battendo il ferro contro i due corni oppure contro la faccia piana o usandone il lato
appuntito. Tanti e tanti anni fa “‘o ferraro” era molto richiesto perché realizzava cancellate, inferriate, porte e anche oggetti in ferro battuto che arredavano le case e gli amanti di quest’ arte
commissionavano letti, consolle, portaombrelli. Per le famiglie facoltose costruivano sui portoni
dei loro palazzi dei pezzi di ferro disposti a raggiera molto elaborati con le proprie iniziali.
Soluzione della settimana precedente
15
il Ponte 21 gennaio 2012
orario Sante MeSSe
Parrocchie aVeLLino
“cinetica”
U
L’inDUStriaLe
n film di grande attualità è presente in questi giorni nelle nostre sale cinematografiche: “L’industriale” di Giuliano Montaldo con Pierfrancesco Favino
e Carolina Crescentini. L’attualità di questo film è data dal racconto della crisi
economica da parte di un imprenditore sull’orlo di un fallimento finanziario.
Nicola, infatti, ha quarant’anni ed è proprietario di una fabbrica ereditata da suo
Shantala padre. L’attività è sull’orlo del fallimento, ma Nicola non si scoraggia e, seppur
strangolato dai debiti e dalle banche, è deciso a risolvere i suoi problemi senza
farsi scrupoli, esattamente come le finanziarie che lo vorrebbero al tappeto. Da tale atteggiamento scaturiranno una serie di cambiamenti repentini nella sua vita, anche con riferimento
agli aspetti che lui ritiene essere più solidi.
Pierfrancesco Favino riesce ad interpretare nella maniera migliore la figura di questo industriale in crisi amorosa ed economica, così come la coprotagonista femminile Carolina Crescentini.
Il tutto ambientato in una città come Torino, non più considerata all’apice del suo sviluppo economico, ma raccontata alle prese con un crisi che mal si adegua alle abitudini di vita che questa società ha imposto.
L’ambientazione risulta, quindi,
glaciale e priva di colore, perfettamente in linea con le situazioni vissute dai personaggi.
La protagonista indiscussa di
questo film è, tuttavia, la crisi
economica raccontata in maniera precisa e coinvolgente, anche
in virtù del forte impatto che la
stessa sta avendo nella nostra
società. Il racconto di un
momento negativo della società
è, tuttavia, una buona occasione
per mettere in discussione i
punti cardini dell’economia mondiale e cominciare così a costruire una società alternativa, nella
quale la ricchezza di pochi non è
frutto della povertà di molti.
L’internaUta - Guida al web
MoMenti Di BeneSSere
N
ata da un progetto del Dott. Rocco Fusco, la Tenuta Ippocrate si presenta
come una moderna azienda agricola, in grado di accogliere i suoi ospiti in
una delle dieci lussuose minisuite, o nell’elegante sala-ristorante, dove le
sapienti mani degli chef d’eccellenza trasformano in piatti prelibati i prodotti
tradizionali della terra, coltivati direttamente nei quindici ettari della Tenuta.
Ispirata al padre della medicina, la Tenuta Ippocrate si presenta come una
novità assoluta nel panorama regionale della ristorazione e del benessere.
Il territorio irpino è ricchissimo da vari punti di vista e ha delle caratteristiche
Vittorio
specifiche che lo rendono adatto proprio a creare una struttura degna di accoDella Sala
gliere al meglio tutti quelli che vogliono vivere un’emozione, un ritorno alla
natura, alla terra, e non semplicemente ritornando a quelle che sono le abitudini di una volta, ma anche validandole secondo studi scientifici che hanno dimostrato come
un ambiente e un’alimentazione sani, sono veramente la strada maestra della prevenzione e
dello star bene.
Chi andrà a visitare i locali della Tenuta Ippocrate, promette il sito che la presenta, gusterà prodotti biologici, perché si tratta di un’azienda biologica certificata che, nei quattro ettari di vigneto, produce il Fiano DOCG, l’Aglianico, lo Sciascinoso, il Greco di Tufo, il Piedirosso, poi tutta
una linea di ortaggi, sempre biologici, quindi senza concimi, senza diserbanti, e una parte zootecnica, che è in fase di allestimento, al fine di trasformarla proprio in una fattoria didattica.
Un buon motivo per gustare le ricette di Tenuta Ippocrate può essere senz’altro il trovare un
ambiente per rilassarsi e per passare una giornata o qualche giorno in completo stato di benessere e di riconciliazione con la natura. La Tenuta Ippocrate è sita in Via Bosco Magliano 62C a
Montefredane. www.tenutaippocrate.it
BaS K e t
( a cUra DeLLa reDaZione SPortiVa)
C
on una partita giocata con il cuore, anche se non con un
alto livello tecnico a detta del coach Vitucci, domenica
scorsa la SIDIGAS AVELLINO ha superato la UMANA
VENEZIA, di tanti ex, con il punteggio finale di 84 a 63.
Con questa vittoria, la Sidigas Avellino ha centrato un primo
obiettivo della stagione 2011-2012 e cioè la qualificazione
per disputare la FINAL EIGHT che si svolgerà a Torino a
partire dal 16 febbraio e che la vede impegnata il giorno 17
contro la squadra di Cantù.
In attesa di questo importante evento, domani inizia il girone di ritorno che vede impegnata la
squadra, sul parquet amico, contro il Montegranaro che ci costò la prima sconfitta in avvio di stagione.
Inizia,così, la seconda fase del campionato che ci vede proiettati, una volta assicurata la salvezza, verso la disputa finale dei play-off, obiettivo del tutto auspicabile e raggiungibile.
Dal punto di vista societario, la situazione finanziaria, dopo la decisione del Consiglio Regionale
che ha vietato la sponsorizzazione di società sportive e che ha fatto venire meno, di conseguenza, il contributo dell’Air Autotrasporti, si è appianata con l’aumento del contributo della SIDIGAS (con ulteriori 500mila euro) e con l’ingresso di un nuovo sponsor: la MICROGAME
di Benevento (con un contributo di 150mila euro).
A tale risultato ha giocato un ruolo fondamentale l’iniziativa degli ORGINAL FANS che
hanno organizzato, venerdì 13 gennaio scorso, presso il Paladelmauro, un’assemblea di tutti i tifosi, membri del Consiglio di Amministrazione, sponsor vecchi e nuovi ed autorità politiche cittadine, per sensibilizzare tutto l’ambiente che ruota attorno alla squadra in questo delicato momento per le casse della società.
CHIESA
ORARIO
Cuore Immacolato della B.V.Maria
Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 18.00 (19.00)
Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)
Maria SS.ma di Montevergine
Festive: 09.00, 11.00
Feriali:17.00 (18.00)
S. Alfonso Maria dei Liguori
Festive: 08.00, 10.00, 11.15
Feriali: 08.00, 18.00 (19.00)
S. Ciro
Festive: 08.00, 10.00, 11.00, 12.30, 18.00 (19,30)
Feriali: 09.00, 18.00 (19,00)
Chiesa S. Maria del Roseto
Festive: 09.00, 11.30, 18.00
Feriali: 09.00, 18.00
S. Francesco d'Assisi
Festive: 08.30, 11.00
Feriali:18.00 (19.00)
S. Maria Assunta C/o Cattedrale
Festive: 08.00, 10.00, 12.30, 18.00 (18.30)
Feriali:18.00 (18.30)
Chiesa dell'Adorazione perpetua
(Oblate)
Festive: 09.00, 11.30
Feriali: 09.00, 19.30 (19.00)
San Francesco Saverio (S.Rita)
Festive: 11.00
Feriali: 09.00
Santa Maria del Rifugio (Sant'Anna) Venerdì ore 10.00
S. Maria delle Grazie
Festive: 08.30, 10.00, 12.00, 18.00 (19.00)
Feriali: 07.30, 18.00 (19.00)
S. Maria di Costantinopoli
Festive: 12.00
Feriali: 17.30 (18.30)
SS.ma Trinità dei Poveri
Festive: 09.00, 11.00,
Feriali:18.00 (19.00)
SS.mo Rosario
Festive: 08.30, 10.30, 12.00, 19.00
Feriali: 08.00, 10.30, 19.00
Chiesa Santo Spirito
Festive: 09.00
Chiesa S. Antonio
Feriali: 07.30
Festive: 11.30
Fraz. Valle
S. Maria Assunta in Cielo
Festive: 08.00, 10.00 (centro caritas),
11.30 (Feriali:18.00 (19.00)
Rione Parco
Festive: 10.30
Chiesa Immacolata
Festive: 12.00
Contrada Bagnoli
Festive: 11.00
Ospedale San Giuseppe Moscati
Città Ospedaliera
Festivo ore 9.00 - Feriali:ogni mercoledì ore 9.00
Festive: 10.00 Feriali: 11.00
Clinica Malzoni
Festive: 08.00
Feriali: 07.30
Villa Ester
Festive: 09.00
Feriali: 07.00
Casa Riposo Rubilli (V. Italia)
Festive: 09.30
Feriali: 09.00
Casa Riposo Rubilli (ctr S. Tommaso)
Festive: 10.00
Feriali: 08.00
Cimitero
Festive: 10.00, 16.00 (17.00)
Il primo Sabato di ogni mese adorazione Eucaristica
notturna presso la Chiesa delle Oblate di Avellino
inizio ore 21,00 santa messa ore 24,00
Numeri utili
Emergenza Sanitaria 118
Vigili del fuoco 115
Carabinieri 112
Polizia 113
Guardia di Finanza 117
Guardia medica
Avellino
0825292013/0825292015
Ariano Irpino 0825871583
Segnalazione Guasti
Enel 8003500
Alto Calore Servizi 3486928956
Sidigas Avellino 082539019
Ariano Irpino 0825445544
Napoletana Gas 80055300
Farmacie di Turno
città di Avellino
dal 23 al 30 gennaio 2012
servizio notturno
Farmacia Forte
Via Tedesco
servizio continuativo
Farmacia Cardillo
Via Due Principati
sabato pomeriggio e festivi
Farmacia Fiore
Via Perrottelli
16
21 gennaio 2012
il Ponte