Bando di partecipazione al Casting
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Bando di partecipazione al Casting
Esercitazioni di regia del 2° anno corso regia La Scuola Paolo Grassi cerca un attore e un'attrice Il piano didattico del 2° anno di corso regia trova il suo centro nella messinscena da parte di ciascun allievo del corso di un breve atto unico della drammaturgia contemporanea, allo scopo di mettersi alla prova nel lavoro con gli attori e gli altri strumenti della regia in forma possibilmente compiuta. Considerando fondamentale poter misurarsi con risposte attoriali attendibili si ritiene importante il coinvolgimento di attori già formati. L’esercitazione prevede 4 settimane di lavoro, incluse 3 repliche interne alla Paolo Grassi. Macbetto di Giovanni Testori regia Giovanni Ortoleva tutor Sofia Pelczer Periodo di lavoro, comprese repliche: 4 - 30 aprile 2016 E’ prevista retribuzione. Saranno prese in considerazione solo candidature di attori diplomati presso accademie riconosciute o con esperienza professionale equiparabile. Tempistiche casting Il casting si svolge in 3 fasi: - selezione preliminare sarà fatta in base al materiale inviato : entro il 21 febbraio invio materiale, entro il 23 febbraio comunicazione delle convocazioni per la prima selezione; - prima selezione su convocazione (7 - 9 marzo) : ai candidati verrà inviato il materiale da preparare per il provino insieme alla convocazione. - selezione finale (17 - 18 marzo) : un blocco di lavoro su parte. Gli interessati devono spedire la loro candidatura, corredata di curriculum e due foto (1 primo piano e 1 figura intera) ed eventuali link video a [email protected] entro il 21 febbraio. Inoltre, si chiede di indicare la propria disponibilità di giorni e fasce orarie per i giorni del 7, 8, 9 marzo. Profilo Attori Si cercano un attore per interpretare Macbet e un’attrice per interpretare Ledi Macbet e la Strega. Si prediligono attori, in special modo per il ruolo maschile, con fisicità e fisionomie particolari, non convenzionali, strane. E’ richiesta qualche conoscenza del dialetto lombardo o familiarità con la lingua Testoriana, oppure facilità nel manipolare lingue vernacolari. Si richiedono inoltre capacità canore e disposizione al lavoro fisico. E’ possibile che venga inserito nello spettacolo un nudo integrale di entrambi gli attori. La Ledi è quella che porta i pantaloni. E’ lei la mandante e l’artefice della sua/loro scalata ge rarchica; lei la generalessa, la mandante, lui l’esecutore. La Ledi compie di fatto una presa di comando anche nei confronti del marito e del genere maschile tutto, a vendicare la condizione di sottomissione e maltrattamento subita dalle donne. (Mò la vendetta ‘riva / per te, morte sconciata, / e per tutta la servilesca / e sottomessa figheria. II, 3) Macbet dal canto suo vive una trasformazione molto forte; da generale vittorioso a fantoccio, da maschio a partoriente. Il suo genere è più volte messo in discussione, così come viene raccontata la sua passione per l’amico Banco. Durante l’opera le sue forze vengono dissipate riducendolo quasi in stato terminale. La Strega non compare mai in scena assieme alla Ledi. Macbet la partorisce dopo aver ingeri to delle pillole di fuca somministrategli dalla moglie; questo personaggio sovrannaturale sembra un’emanazione diretta della Ledi, forse esistente solo nell’immaginazione di Macbet. GIOVANNI TESTORI Nato nel 1923, è stato uno degli autori più rilevanti della seconda metà del novecento milane se. Ha scritto per teatro, poesia, prosa, facendo spesso convergere i linguaggi specifici di questi generi. Omosessuale e cattolico, ha scritto testi fortemente imbevuti di tematiche spirituali e religiose, creando spesso un acceso dibattito attorno alla loro pubblicazione o rappresenta zione. Insieme a Franco Parenti, Andree Ruth Shammah fonda il Salone Pier Lombardo che di venterà poi il Teatro Franco Parenti. Per l’attore siciliano Testori ha scritto molti dei suoi testi teatrali. Dal suo Il ponte della Ghisolfa Luchino Visconti ha tratto la sceneggiatura di Rocco e i suoi fratelli. Giovanni Testori è morto nel 1993 a Milano. MACBETTO (1974) Riscrittura infedele dell’opera shakespeariana, largamente ispirata al libretto realizzato da Piave per l’opera di Verdi, è il secondo capitolo della “Trilogia degli scarrozzanti”. Testori riduce drasticamente le dramatis personae del testo shakespeariano, limitandole a Macbet (sic), Ledi Macbet (ri-sic) e la Strega, ma introduce un coro cui è affidato il racconto di grande parte dell’azione drammatica. Macbetto propone una contaminazione del dialetto lombardo con altri dialetti italiani, elementi di inglese, francese, latino; mischiando a piacimento registro alto e basso, tematiche spirituali e fatti corporali, il maschile e il femminile, il potere e la merda. Il linguaggio fortemente espressivo e dialettale si fonde con la struttura poetica e il registro tragico, più vicino al teatro greco che a quello moderno. APPUNTI DI REGIA Tutto ciò che di istintuale e di atavico e di primitivo e di degradato, sino al confine dell’animali tà, io voglio esprimere, in termini di dialogo, su un palcoscenico, non potrei farlo passare attraverso l’italiano normale. […] ho parlato prima del risucchio. Il risucchio, la grande fenditura di cui la donna è emblema, da cui tutto è uscito e in cui tutto rientra, l’uomo e la natura, è anche il luogo di germinazione delle parole che questo caos descrivono. Bisogna andarle a prendere lì. (Giovanni Testori) Macbeth è un testo sanguinario, Macbetto un’opera corporale. Macbet e la Ledi estraggono dai propri intestini le armi per il loro privato colpo di stato, partoriscono il male e ne vengono deturpati e stremati. Il maschile diventa femminile, la donna supera il potere (anche copulativo) dell’uomo acquisendo il poteràz. La tragedia li attraversa e li trasforma. L’azione drammatica dovrà quindi interessare anche tematiche e dinamiche di genere, come la problematizzazione della dominanza maschile e il suo ribaltamento. La didascalia iniziale non lascia scampo riguardo all’ambientazione e a una delle sue principali tematiche: il sacro e il suo disfacimento. Tutto il dramma ha luogo in una chiesa distrutta che è già luogo di teatro, il generale diventa baritono operale, la sacra rappresentazione diventa rappresentazione. In questo senso Macbetto contiene un discorso sul teatro, che voglio affrontare attraverso la dissacrazione. Ho scelto di fare questo lavoro per affrontare la tragedia, misurandomi con una lingua creata ex-novo per restituire vita a un genere drammatico considerato estinto. Vorrei arrivare alla tragedia seguendo un percorso diverso da quello delle rappresentazioni tradizionali di essa; questo sta già nella scelta di un testo non puro ma bastardo, ricco com’è di tratti grandguignoleschi e ironici. Terrò quindi conto della diversità di generi che quest’opera riunisce, esplicitan do le sue componenti operistiche ed espressioniste.