Gazzetta del Sud_15 novembre 2012

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Gazzetta del Sud_15 novembre 2012
Giovedì 15 Novembre 2012 Gazzetta del Sud
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Spettacoli
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Stasera alle 21 anteprima-evento di “Appartamento ad Atene”, pluripremiata pellicola di Ruggero Dipaola
Ha girato il mondo. Oggi è a Reggio
Weekend al cinema
A presentare l’opera il regista e il tredicenne attore di origini calabresi Vincenzo Crea
Eleonora Delfino
REGGIO CALABRIA
Ha girato il mondo. 55 festival e
31 premi. “Appartamento ad
Atene” il film di Ruggero Dipaola con Laura Morante, arriva in
riva allo Stretto con una “anteprima-evento” con cui il regista
(premio Opera Prima) ha voluto salutare la città natale del
giovane Vincenzo Crea, il tredicenne di origini reggine che interpreta Alex, il figlio della famiglia Helianos costretta ad
ospitare negli anni della guerra
un ufficiale tedesco.
Il regista e il giovane attore,
che ha già interpretato una parte nel serial televisivo “Distretto
di polizia”, (avrebbe dovuto esserci anche la Morante, impegnata però in una tournée teatrale) incontreranno, questa sera, alle 21, il pubblico reggino al
multisala “Lumière” per raccontare l’essenza di una pellicola
tratta dal bestseller “Apartment
in Athens” di Glenway Wescott.
Una sceneggiatura di Heindrun
Schleef, Ruggero Dipaola e Luca De Benedittis che immagina
un finale diverso rispetto al libro. Diverse anche alcune scelte
di regia come lo stesso Dipaola
sottolinea: «La madre, Zoe Helianos, interpretata da Laura
Morante, è una donna più forte,
decisa, in cui emerge una più
marcata forma di protezione
per i figli. Anche la bambina che
nel libro è ritardata nel film ha
un’aria sognante, svagata, frutto di un brutto trauma subito da
piccola per aver assistito a dei
brutali fatti di sangue».
Ruggero Dipaola sul set di “Appartamento ad Atene” e sotto il regista con il giovane attore Vincenzo Crea
Ma in fondo a queste scelte,
all’idea di raccontare questa
storia c’è sedimentata nell’esperienza del regista qualcosa di
autobiografico che Dipaola ha
riconosciuto solo dopo. La storia si svolge ad Atene, dove un
appartamento viene requisito
per ospitare un ufficiale tedesco. Nell’appartamento vivono
gli Helianos, un tempo editori
benestanti, hanno due figli, una
bambina di 13 anni e un ragazzo di 12, che la situazione rende
ribelle e vendicativo.
L’arrivo del capitano Kalter
(Richard Sammel) metodico,
ascetico, crudele, rivoluziona la
vita e le abitudini della famiglia. «Intendevo esplorare l’am-
biguità dei rapporti umani,
spesso fonte di logiche imprevedibili e spietate. Confinando il
conflitto all’interno delle mura
domestiche – spiega Dipaola –
desideravo oltrepassare il contesto storico, trasformare la
narrazione in qualcosa di universale e senza tempo, privilegiando l’indagine del legame
tra vittima e carnefice». «Qualcuno – prosegue – ha voluto leggere nel film i riferimenti alle
ultime vicende di politica internazionale, alle divergenze tra la
Germania e la Grecia, ma la sceneggiatura è stata scritta prima».
Un inciso per poi proseguire
a scavare tra le pieghe del film,
guidati dallo stesso regista. «È
una storia di resistenza, di libertà spirituale e morale, in cui si
manifestano anche il sarcasmo
e l’ironia, grazie ad un personaggio, il figlio, orgoglioso e
sprezzante». Il bambino che ha
il volto espressivo del giovane
Vincenzo Crea, il tredicenne
che dà voce all’ambizione di poter «continuare a lavorare nel
mondo del cinema» e al sogno
confessato «di lavorare a fianco
del mio mito, Maryl Streep».
«Dopo aver scritto la sceneggiatura – conclude Dipaola – sono riaffiorati in me i ricordi di
mia madre che mi raccontava,
quando ero bambino, di come la
sua famiglia fosse stata costretta ad ospitare un soldato tedesco. Probabilmente quando ho
letto il libro da cui è tratto il
film, mi è sembrato di riconoscere qualcosa che credevo di
aver dimenticato». I tre comici in “Ammutta muddica” che debutterà il 30 a Pavia e andrà in scena a Catania in aprile
Satira sociale con Aldo, Giovanni e Giacomo
Marisa Alagia
MILANO
L’alternativa al titolo era “desciulati” che in dialetto milanese significa su per giù “datti una mossa”, “svegliati”. Aldo, il non nordico del trio, ha invece proposto
“Ammutta muddica”, che in dialetto siciliano vuol dire quasi la
stessa cosa (“spingi la mollica”,
“avanti datti da fare”), e in una votazione più o meno regolare ha
vinto. «Una specie di “primarie
per il titolo”, la raccontano così
Aldo Giovanni e Giacomo, che ieri
hanno presentato a Milano il loro
nuovo spettacolo teatrale. Il trio
torna dunque sul palcoscenico a
sei anni da “Anplagghed” e dopo il
successo cinematografico de “La
banda dei babbi Natale”.
«Abbiamo lasciato passare tanto tempo per aspettare lui... lui
che è sempre in giro per il mondo», hanno scherzato ieri. Lui è il
regista dei loro spettacoli, Arturo
Brachetti, il grande attore trasfor-
mista, genio della visual performing art. Chi meglio di lui, capace
di cambiarsi in cento personaggi
nell’arco di una serata di spettacolo, poteva ancora una volta aiutare Aldo, Giovanni e Giacomo ad
allestire la nuova carrellata di
sketch. Ecco quindi i tre comici,
più Silvana Fallisi, moglie di Aldo,
proporre una serie di situazioni
della vita di tutti i giorni, dai malati in un ospedale, alla presa in
giro di alcune mode, come quella
dei tatuaggi. «In uno sketch ci ri-
troveremo anche prigionieri di
Equitalia – hanno raccontato Aldo, Giovanni e Giacomo – e tutto a
causa di una multa non pagata».
Situazioni molto attuali, che
potrebbero anche fornire lo spunto per una virata nella satira politica. Ma il trio ha ribadito ancora
una volta che non è quella la sua
strada. Lo spettacolo debutterà il
30 novembre a Pavia e girerà per i
teatri fino ad aprile. Un tour che
toccherà, solo il Nord e il Centro
del Paese (con una puntata anche
fuori, a Lugano), spingendosi solo per l’ultima tappa a Sud, a Catania. Consapevoli di lanciare una
grande sfida, in un momento in
cui è sempre più difficile riempire
i teatri e il pubblico preferisce la tv
o Internet. «Ci riteniamo comunque fortunati, sono anni che lavoriamo – ammettono –. Adesso ci
sembra che tutto sia finalizzato a
una fama molto veloce e temporanea: un’apparizione di cinque minuti in televisione, poi subito una
spettacolo e basta».
Martedì uscirà il nuovo album del cantautore emiliano che a dicembre sarà in concerto anche a L’Avana
Zucchero: ecco la mia versione cubana
Carlo Mandelli
MILANO
Zucchero il cubano, dall’Emilia fino all’isola caraibica, per
un album che sa di sigari e svela la sua personale versione latina. S’intitola infatti “La sesion cubana” il nuovo progetto firmato Adelmo Fornaciari,
che uscirà in tutto il mondo
martedì con una serie di classici della carriera di Zucchero,
rivestiti per l’occasione con
una nuova pelle musicale, e
sette brani nuovi, tra cui due
inediti e alcune cover.
«Mi piace inseguire i sogni –
racconta Zucchero che ieri ha
convocato la stampa in un ristorante milanese – e quello di
realizzare un progetto cubano
è nato subito dopo il mio concerto al Cremlino, ventidue
anni fa».
Zucchero suonò l’8 dicembre nel salone del palazzo del
potere moscovita e ha scelto lo
stesso giorno anche per il concerto gratuito con il quale presenterà l’album direttamente
a l’Avana. «Quando sono sceso
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La cover del nuovo album di Zucchero Sugar Fornaciari
dal palco a Mosca – ricorda
Fornaciari – dissi subito che la
prova successiva sarebbe stata
a Cuba, anche perché allora
aveva un senso preciso. Poi ho
dovuto rinunciare per tanti
anni a causa di motivi organizzativi. Mettere in piedi un
grande evento sull’isola è un
percorso ad ostacoli». Scartata l’ipotesi di un live direttamente sul Malecon, ovvero il
lungomare dell’Avana, per via
di un recente divieto di organizzare manifestazioni in contesti non delimitati, il concer-
to, che sarà trasmesso in tv anche in Italia, in differita e in
prima serata da Rai o Mediaset, si svolgerà con tutta probabilità nel parco all’interno
dell’Istituto superiore dell’arte.
Sul fronte della musica suonata, il nuovo capitolo discografico è un viaggio nella storia musicale di Zucchero e in
quella dei ritmi cubani, contaminati dalle origini dei suoni
americani, quelli del soul, del
tex mex e del blues. «Non volevo fare un album solamente
cubano – ci tiene a dire Fornaciari – che avrebbe corso il rischio di sembrare un progetto
da night club».
Registrata in uno studio degli anni Sessanta nel corso di
un mese di permanenza
all’Havana, “La sesion cubana” di Zucchero, nella sua versione italiana, contiene anche
le collaborazioni con Bebe
(«sono innamorato della sua
voce da strada») che ha messo
lo zampino in “Pana”, e con la
star brasiliana Djavan sulle
note di “Ave Maria no Morro”.
«Del popolo cubano amo la
purezza di spirito e quella nostalgia di fondo che assomiglia tanto alla mia. Quando facevo l’istituto chimico a Carrara – ricorda – Cuba e la sua
storia erano gli argomenti di
cui si leggeva e si discuteva. A
Buenos Aires sono andato a visitare la casa di Che Guevara
ed è stato un po’ come visitare
quella di Jimi Hendrix».
La registrazione dell’album,
in un certo senso, ha coinvolto
indirettamente anche i Rolling Stones. Il produttore
dell’album, Don Was, che è
volato all’Avana con Zucchero
e che è lo stesso che ha lavorato con gli Stones al greatest
hits “Grrr!”, uscito ieri in Italia, per terminare il lavoro con
Fornaciari ha fatto attendere
per due giorni Jagger e soci.
Zucchero, emiliano, classe
1955, nella sua carriera ha
venduto cinquanta milioni di
dischi e ha pubblicato finora
più di venti album. È anche
uno tra gli artisti italiani che
ha venduto il maggior numero
di dischi.
Una scena da “The Twilight Saga: Breaking Dawn Parte 2”
Ultimo capitolo della saga “Twilight”
Ora Edward e Bella
hanno una bimba
ma sono a rischio...
Giorgio Gosetti
ROMA
L’uragano degli adolescenti
vampiri (e licantropi), ovvero
l’ultima puntata della fortunata saga “Twilight” è da ieri nelle
sale dopo aver suscitato scene
di divismo inatteso (mancavano i protagonisti) al Festival di
Roma. Ma le contro-proposte
vengono da un cinema di buona qualità e ci sarebbe da gioire
per i cinque film italiani schierati in una volta sola al cinema
da oggi se non rischiassero di
cannibalizzarsi tra loro.
THE TWILIGHT SAGA –
BREAKING DAWN 2 di Bill
Condon con Kristen Stewart,
Robert Pattinson, Taylor Lautner, Dakota Fanning, Maggie
Grace, Peter Facinelli. Quando
la felicità della nuova famiglia
vampira sembra al culmine
(Bela ha dato alla luce una bimba ed è entrata a pieno titolo nel
suo nuovo mondo), per Edward e Bella si riaccendono antichi timori: forze oscure minacciano il nuovo ordine e un
rischio mortale li attende. Chi
non sia esperto di tutti i risvolti
della saga non tema: il nuovo (e
ultimo film) può essere visto e
goduto anche da solo, a condizione di dare per acquisiti alcuni presupposti in cui gli specialisti si sono accaniti a leggere
ogni tipo di simbolo e interpretazione socio-comportamentale.
ACCIAIO di Stefano Mordini con Michele Riondino, Vittoria Puccini, Anna Bellezza, Matilde Giannini, Francesco Turbanti, Massimo Popolizio. In
una Piombino dominata dal
mito della “fabbrica” (l’acciaieria Lucchini molto esplicitamente citata), crescono da
amiche in cerca d’identità le
adolescenti Anna e Francesca,
intimidite dai primi amori, rassicurate da un’intimità ai limiti
dell’attrazione. In casa di Anna
il fratello maggiore Alessio
(operaio ferito da un amore impossibile) cerca di tenere unita
la famiglia dopo la “fuga” del
padre che cerca di rifarsi una vita. Destini che si incrociano, vi-
te che maturano o si spezzano.
Alla fine dell’estate tutto sarà
diverso per le due ragazze.
LA SPOSA PROMESSA di
Rama Burshtein con Hadas Yaron, Yiftach Klein, Irit Sheleg,
Chaim Sharir. In casa di Shira,
la figlia più giovane di una famiglia di ebrei osservanti a Tel
Aviv, l’eccitazione è alta: la ragazza andrà in sposa a un coetaneo che le piace molto. Arriva
la festa di Purim e la disgrazia si
abbatte inattesa: la sorella
maggiore Esther muore di parto. Il matrimonio viene rimandato ma quando si comincia a
discutere di trovare una nuova
moglie al vedovo Yochai, la madre di Shira propone che la prescelta sia proprio la ragazza.
7 PSICOPATICI di Martin
McDonagh con Colin Farrell,
Woody Harrelson, Abbie Cornish, Sam Rockwell, Christopher Walken, Olga Kurylenko.
Lo sceneggiatore Marty vorrebbe terminare il suo nuovo
lavoro ma non sa che sta per
precipitare in un’odissea che gli
cambia la vita. Il suo migliore
amico, Billy, si è infatti messo
in società con il religioso Hans,
ex criminale, per alimentare un
lucroso affare di furti di cani.
Peccato che i due mettano le
mani sull’adorato cagnetto del
gangster Charlie che farà di tutto per punire i colpevoli e se la
prenderà proprio con Marty.
ALÌ HA GLI OCCHI AZZURRI di Claudio Giovannesi con
Nader Sarhan, Stefano Rabatti,
Brigitte Apruzzesi, Marian Valenti Adrian. Sul lungomare di
Ostia, un’ora prima di entrare a
scuola l’egiziano Nader (nato
in Italia) e il suo amico Stefano
rubano un motorino, fanno
una rapina e poi ritornano ragazzi normali. L’esito è sorprendente, più vero del vero,
tanto da consolidare il dibattito
sui confini tra realtà e finzione
nel miglior cinema italiano
d’autore. Escono anche il nobile Il sole dentro di Paolo Bianchini, l’esoterico V.i.t.r.i.o.l di
Francesco Afro De Falco, il romantico Quell’estate di Guendalina Zampagni con Alessandro Haber, Pamela Villoresi.
In studio il neopresidente Crocetta
Le sfide siciliane
oggi a “Uno Mattina”
ROMA. Le tante sfide che at-
tendono il nuovo presidente
della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, saranno al centro della puntata di “Uno
Mattina”, condotta da Elisa
Isoardi e Franco Di Mare, in
onda oggi.
Il governatore siciliano,
eletto nelle recentissime
consultazioni nell’Isola, sarà
presente in studio dalle 9.35
per parlare della costituzione della nuova giunta e di
una delle cose più importanti
del suo programma, alla luce
del momento di profonda
crisi economica ed etica: i tagli dei costi della politica da
lui annunciati.
Si discuterà di mafia e del
ponte sullo Stretto di Messina, un progetto quest’ultimo
che sembra riprendere vita
per l’interesse dei capitali cinesi. Interverranno anche
Felice Cavallaro del “Corriere della Sera” da Palermo,
Francesco Anfossi di “Famiglia Cristiana” da Milano e,
in collegamento da Catania,
Lino Morgante, direttore
editoriale della “Gazzetta del
Sud”.