Assalto ai collegi universitari senza alloggio 1.200 studenti

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Assalto ai collegi universitari senza alloggio 1.200 studenti
la Repubblica
VENERDÌ 27 SETTEMBRE 2013
CRONACA
TORINO
■ IX
Coda e tensione all’anagrafe, arrivano i carabinieri
N
L’ufficio dell’anagrafe a Barriera di Milano
ON è la prima volta che succede.
Tante persone in coda, ma pochi,
pochissimi, sportelli aperti. Il caos si
è scatenato subito dopo l’apertura dell’anagrafe di via Leoncavallo, quartiere Barriera
di Milano, tanto che ieri mattina c’è stato bisogno di richiedere l’intervento dei carabinieri per calmare gli animi. «La situazione è
ormai insostenibile», denuncia la presidente della Circoscrizione 6, Nadia Conticelli,
accorsa in municipio per porre la questione
direttamente al piano nobile di Palazzo civico. Ieri alle nove e mezza del mattino c’e-
rano in fila già 750 cittadini. Impossibile
smaltire tutto in mattinata. Con le persone
che si sentono dire di tornare l’indomani il
nervosismo sale: quando va bene devono
intervenire i vigili urbani, quando va male i
carabinieri. L’intasamento degli sportelli va
avanti da tempo, e i cittadini della zona nord
della città sono ormai esasperati. Su 9 sportelli a disposizione è raro che ce ne siano più
di 5 aperti. Manca il personale. Molti ufficiali di stato civile sono andati in pensione,
e tra chi è rimasto qualcuno ha cominciato
a chiedere il trasferimento. «Non è possibi-
le che sia costretta a chiamare la forza pubblica per mantenere aperto un servizio», dice con rammarico Conticelli. L’anagrafe ha
visto lievitare in modo esponenziale il volume dei certificati e delle pratiche burocratiche richieste, dalle 11.328 del 2011 si è passati alle 37.241 nel 2012. La situazione non è
molto diversa a Falchera: le pratiche sono
salite da 321 a 9.454. Palazzo civico sta valutando di indire un bando interno per rimediare alla scarsità di ufficiali di stato civile.
(g. g.)
Assalto ai collegi universitari
senza alloggio 1.200 studenti
L’evento
La notte della scienza con 500 studiosi
Tutti i “segreti”
della ricerca
in piazza Castello
Edisu: “Non possiamo aumentare i posti”. L’alternativa è Vercelli
JACOPO RICCA
tolinea: «Già da qualche anno abbiamo un migliaio di esclusi. Purtroppo non possiamo aumentare i posti letto, soprattutto per un
motivo: il governo Monti ha vietato agli enti pubblici di stipulare
nuovi contratti d’affitto, quindi
non possiamo espanderci».
Poi c’è il problema delle risorse, che sono sempre meno. I movimenti studenteschi Alter.Polis,
Studenti indipendenti e Borsisti
Edisu ieri mattina hanno picchettato davanti al teatro per ricordarlo. Distribuivano un volantino che raccontava «lo strano
caso della scomparsa del diritto
allo studio» in Piemonte: un’escalation di riduzioni partita nel
2010, con la copertura delle borse che è passata dal 100 al 30 per
cento degli idonei, e proseguita
nel 2013 con i nuovi criteri di merito che, secondo gli studenti, sono «l’ennesimo trucco per coprire un ulteriore taglio».
RICERCATORI scendono in
piazza, ma non sarà una protesta. Questa notte piazza Castello sarà invasa da 500 studiosi,
degli atenei e dei centri di ricerca
del Piemonte, che racconteranno
ai torinesi cosa significhi fare ricerca: ospite d’onore la neosenatrice a vita, Elena Cattaneo.
“Comunicare per condividere”
è lo slogan di questa edizione (che
vede coinvolte anche altre cinque
città piemontesi: Alessandria,
Asti, Biella, Cuneo e Verbania): in
piazza ci saranno cinquanta
stand, aperti al pubblico dalle 17,
con esperimenti ‘en plein air’ e
percorsi che raccontano il lavoro
di chi “studia per professione”, tra
cui I3P, l’Incubatore del Politecnico, dove saranno mostrate possibili applicazioni industriali dei
prodotti della ricerca.
Ma la notte non sarà solo in
piazza: prolungheranno l’apertura il Museo del Risorgimento e il
Polo Museale Scientifico di via
Giuria. Dopo un viaggio in navetta da piazza Castello, si potrà girare tra le sale e i teschi del Museo
Lombroso.
Vicino agli stand invece la Biblioteca Reale (aperta fino a mezzanotte) ospita la mostra “Lagrange un europeo a Torino, che
racconta il matematico a duecento anni dalla morte.
Per superare gli stereotipi, che
vedono solo camici bianchi e provette, i ricercatori ci metteranno
anche il volto: con l’iniziativa
“Facce da ricercatori” cercheranno di raccontare qualcosa di sé e
della propria quotidianità. Ma la
ricerca non è solo chimica e fisica,
e si potrà scoprirlo nello stand “I
mestieri dello storico” che mostra
l’altro volto degli studi universitari.
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I
STEFANO PAROLA
ADESSO che faccio?».
È una domanda che si
sono posti tanti dei ragazzi seduti nella platea del Teatro Nuovo, a Torino Esposizioni,
dove ieri mattina è andato in scena il “rito” della chiamata pubblica che assegna i posti nei collegi
torinesi alle matricole dell’Università e del Politecnico. Nel solo
capoluogo l’Edisu, l’Ente per il
diritto allo studio, gestisce 12 residenze e tre gruppi di appartamenti, per un totale di 1.750 posti
letto circa. Tra ieri e la scorsa
chiamata li ha assegnati pressoché tutti, eppure sono rimasti
fuori più di 1.200 ragazzi “idonei”, cioè che avrebbero avuto i
requisiti.
La maggior parte dei delusi si è
iscritta al primo anno e dunque
ha saputo ieri di essere stata
esclusa. Tra loro ci sono studenti
come Daniele, arrivato a Torino
da Enna per specializzarsi in Lingua e civiltà orientale, che racconta: «Ero quarto in graduatoria, pensavo di ottenere un posto
e invece mi è andata male. Cosa
farò adesso? Non ci voglio neanche pensare. Intanto torno in Sicilia, poi si vedrà». O anche come
Andrea, arrivato da Reggio Calabria con suo papà: «Ho saputo lunedì che avrei dovuto presentarmi a Torino. Così abbiamo preso
l’aereo ed eccoci qui». Più di mille chilometri per sentirsi dire che
non c’è posto: «Ora – dice il padre
di Andrea – cercheremo una casa
in affitto. Ma ho paura dei prezzi:
più ci avviciniamo all’inizio delle
lezioni e più gli affitti lievitano».
Ieri decine e decine di esclusi
se ne sono andati mestamente
dal Teatro Nuovo, alcuni trasci-
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«E
L’ATTESA
I ragazzi in attesa
dell’assegnazione degli
alloggi universitari a Torino
Esposizioni
Molti vengono dal
Sud: “Non
sappiamo che fare
gli affitti qui
sono troppo cari”
nando enormi valigie con il necessario per trasferirsi in quella
Torino che vorrebbe essere una
“grande città universitaria”. A loro l’Edisu offre due soluzioni:
possono chiedere un letto a Vercelli, dove c’è l’unica residenza
dell’ente che non è già al comple-
to, e al tempo stesso rimanere in
graduatoria nel capoluogo regionale, dove alcuni posti potrebbero liberarsi grazie a rinunce o a ragazzi che andranno all’estero per
studiare; oppure possono affittare un alloggio e chiedere la borsa
di studio con un extra di 2.500 eu-
ro per le spese di locazione.
Ecco perché Renato Viola, dirigente dei “Servizi a concorso”
dell’Edisu, non si allarma: «I
1.200 idonei senza posto diminuiranno nei prossimi giorni,
perché a inizio anno la situazione
è sempre molto fluida». E poi sot-
L’INDISCRETO
Regione, il limbo delle emodinamiche delude i presidenti
E EMODINAMICHE chiudono. O forse no.
Si riapre la querelle che da mesi inchioda
la riforma sanitaria sulla questione della
chiusura dei laboratori di Moncalieri e Orbassano. Ieri l'assessore Ugo Cavallera ha rinviato la
presentazione in commissione della relazione
di un pool di cardiologi che hanno studiato il Piemonte, paragonandolo a Lombardia e Emilia
Romagna. Lui si è giustificato dicendo che ne de-
L
ve parlare ancora con il presidente, i maligni, a
destra come a sinistra, suppongono che dietro il
rinvio ci sia la necessità di studiare una exit strategy se, come pare, la relazione dei medici, ha
dato ragione a chi chiedeva di non chiudere i
presidi. E magari di non aprirne uno nuovo a Domodossola, che è invece stato uno dei cavalli di
battaglia dei presidenti Cota e Cattaneo. (mc.g.)
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