IN COMUNIONE Barlassina
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IN COMUNIONE Barlassina
OTTOBRE 2013 IN COMUNIONE Barlassina Il fuoco della Missione di don Sandro Carissimi, Tanti sono i richiami alla Missione che ci vengono sia dal mese missionario di ottobre, sia dalla lettera pastorale del nostro Arcivescovo, per cui siamo invitati a vivere con particolare attenzione la sottolineatura della Missione nella nostra parrocchia. quando una persona é contenta lo si vede dal volto. Quando questa letizia nasce dall'aver scoperto qualcosa che corrisponde ai tuoi desideri e alle tue esigenze più profonde, allora questo stato d'animo non si può non comunicare nelle nostre azioni. "C'era nel mio cuore come un fuoco ardente, chiuso nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo ma non potevo". La Missione si manifesta come questo fuoco che desidera comunicarsi. La Bibbia dice che: "La bocca parla dalla pienezza del cuore”. Anche a noi é capitato, come é accaduto a Matteo o a Zaccheo, ai pubblicani, o come ad Andrea e Giovanni, agli apostoli, di avere incontrato Gesù. Un sacerdote che mi ha educato mi ha detto una volta: "Ti auguro di non stare mai tranquillo" in questo bisogno di comunicare la fede. Attraverso l'Eucarestia che celebriamo o leggendo brani della Sacra Scrittura o nel silenzio della preghiera o incontrando lo sguardo e la testimonianza di qualcuno, come é stata quella di Mons. Adelio Dell'Oro, Vescovo in Kazakhstan, ci siamo accorti che quello che era capitato a quegli uomini é accaduto anche a noi: Gesù é veramente nostro contemporaneo! Da questo desiderio é nata la proposta di una Missione Parrocchiale con i Padri Oblati di Rho nell'ottobre 2014. Dieci anni fa abbiamo già vissuto questa esperienza che ha dato i suoi frutti e ha lasciato un buon ricordo nel cuore di tutti. Perché questa azione pastorale abbia efficacia, occorre mobilitarsi prima per potere preparare le persone ed in particolare gli animatori dei gruppi di ascolto. Spero proprio di trovare tante persone, magari inaspettate, che desiderano coinvolgersi in questo cammino. La nostra prospettiva di vita cambia, il nostro sguardo sulle cose che accadono cambia; alla fine ci sentiamo diversi. Questo fenomeno, umanamente inspiegabile, lo riconosciamo come un incontro con Gesù vivo e il nostro cambiamento ne dimostra l'evidenza, è la prova della Sua Presenza. Questo ci ha riempito e riempie di una gioia tale che non possiamo non comunicarla. Quanta gioia colgo quando, di fronte ad una proposta, la si accoglie con curiosità e simpatia; al contrario quanta amarezza quando sento una tiepidezza in tanti cristiani nel comunicare la fede. Chiediamo al Signore di aiutarci a vivere l’entusiasmo della fede come all’inizio del nostro cammino! La Missione non é altro che la comunicazione e la testimonianza nella gioia di questo sguardo sulla vita. 1 Indice Vita in parrocchia: Pag.3-5 A Tutto Campo Festa dell’Oratorio di Sara Schiavetto Pag.6-7 Dalla terra di origine di Papa Francesco al mondo Fiaccolata 2013 a cura di alcuni giovani Pag.9 Auguri don! Facciamo gli auguri a don Andrea, don Claudio e don Fabrizio che festeggiano quest’anno importanti anniversari di sacerdozio a cura della Redazione Pag.11 Lunga vita all’Oratorio! di Antonietta Porro Rubrica “Scrigno della Memoria” Pag.13 Pronti, partenza, via! Due giorni III Media a Erba di Mariangela Corbetta Pag.14 –17 Racconti di Missione Alcune testimonianze per aiutarci a vivere al meglio l’Ottobre Missionario di Suor Daniela Serafin, Stefania Famlonga e Savina Nanni Un aiuto ad un giudizio: Pag.18– 19 Il “no” dei cristiani Per riflettere su omofobia, famiglia e dintorni Pag.20 Anagrafe parrocchiale 2 a cura di M. Cristina Arienti Festa dell’Oratorio Vita in Parrocchia A Tutto Campo di Sara Schiavetto Domenica 6 Ottobre si è svolta nella nostra parrocchia la Festa dell’Oratorio. Quest’anno abbiamo ricordato due avvenimenti importanti: il quinto anno di sacerdozio di Don Andrea e il cento decimo anniversario della fondazione del nostro Oratorio. La giornata è iniziata con la celebrazione della S. Messa delle ore 10.00, dove nell’omelia don Andrea ha ricordato il tema che guiderà le attività di quest’anno :“A Tutto Campo”, tema che prende spunto dalla parabola del buon seminatore. Il don ha ricordato che Dio semina bene, che quindi in ciascuno c’è un seme di bene e che dunque compito dell’Oratorio, di tutta la comunità educante (perché non è solo il prete che ha la responsabilità dell’educazione dei ragazzi!), è aiutare i bambini, i ragazzi, i giovani a far germogliare questo seme di bene. Dopo la celebrazione della Messa, resa particolarmente bella dalla presenza dei ragazzi di seconda media di tutta l’UPG che concludevano la loro due-giorni di convivenza nel nostro oratorio, e il pranzo, noi animatori abbiamo organizzato dei giochi a stand. L’ambientazione degli stand era legata al tema di questo anno oratoriano: ogni stand era un negozio di Barlassina e l’Oratorio rappresentava il nostro paese; in ogni stand si faceva quindi un gioco riguardante il negozio riprodotto. A metà pomeriggio abbiamo fatto, come ogni anno, il lancio dei palloncini e la premiazione di quelli che lo scorso anno sono arrivati più lontani. Infine sono stati premiati i vincitori dello stand dedicato a Don Andrea, di cui bisognava indovinare il peso e la circonferenza. Nonostante il maltempo la festa è stata bella e divertente e ci ha permesso di iniziare con gioia il nuovo anno oratoriano. 3 Vita in parrocchia Festa dell’Oratorio 4 Festa dell’Oratorio 5 Vita in Parrocchia Vita in parrocchia Fiaccolata 2013 Dalla terra d’origine di Papa Francesco al mondo A cura di alcuni giovani La fiaccolata di quest’anno ha portato un numeroso gruppo di giovani affiancati da parecchi adulti nelle terre d’origine della famiglia di papa Francesco. La sera di venerdì 7 settembre abbiamo incontrato il Card. Sodano che ci ha brevemente introdotti alla conoscenza del passato del Papa. Il giorno successivo ha avuto inizio la fiaccolata vera e propria da Portacomaro Stazione, paese d’origine dei Bergoglio, preceduta dalla celebrazione eucaristica e dalla testimonianza di una cugina del pontefice. Dopo chilometri e chilometri di pedalate e allegria siamo arrivati a Fagnano Olona, dove abbiamo potuto condividere una serata comunitaria, impreziosita dalla testimonianza canora de “I ReAle”, una coppia di giovani coniugi ex tossicodipendenti che ci hanno raccontato le loro esperienze di vita prima e dopo l’incontro con Cristo avvenuto tramite suor Elvira. Sulla scia dell’entusiasmo per quest’incontro molti di noi si sono trovati nell’auditorium all’aperto a cantare fino a tarda notte canzoni sacre. Il giorno successivo la sveglia è suonata inesorabile di primissima mattina e con un po’ di fatica, ma tanta gioia nel cuore, siamo ripartiti per percorrere l’ultimo tratto di strada che ci separava dall’Oratorio di Barlassina, dove siamo giunti per l’accensione del braciere alla presenza del Vicario Episcopale, dei nostri tre preti e della comunità. Alla breve processione verso la chiesa e alla solenne celebrazione della S.Messa in occasione della Madonna della Cintura è seguito un altro momento comunitario con l’accensione del braciere e il pranzo all’Oratorio di Lentate. Davvero l’esperienza della fiaccolata aiuta a concretizzare e percepire l’appartenenza a una comunità più ampia che è nel piccolo la nostra UPG Lentate-Barlassina e nel grande la Chiesa Universale! 6 Fiaccolata 2013 7 Vita in Parrocchia 8 Anniversari sacerdotali Vita in parrocchia Auguri don! A cura della Redazione Abbiamo celebrato domenica 6 ottobre la Festa dell’Oratorio e non possiamo non ricordare alcuni sacerdoti che sono stati coadiutori nella nostra parrocchia e festeggiano quest’anno importanti “traguardi” di ordinazione sacerdotale: oltre a don Andrea che guida attualmente l’UPG Lentate-Barlassina e che abbiamo festeggiato per i cinque anni di ordinazione, festeggiano rispettivamente il 25° e il 20° di Ordinazione don Claudio Perfetti (coadiutore dal 1996 al 1999) e don Fabrizio Valtolina (coadiutore dal 1993 al 1996). A loro a nome di tutta la comunità i nostri auguri, l’affetto e la riconoscenza per il tanto lavoro fatto con i nostri giovani nei loro anni di permanenza a Barlassina e il ricordo nella preghiera. Ad multos annos! 9 10 Lo scrigno della memoria Vita in parrocchia Lunga vita all’Oratorio! Tra queste persone un posto speciale lo occupa chi ci ha mostrato, con le parole e con l'esistenza, che si può spendere la propria vita per Cristo: parlo di don Giorgio, il prete che allora ci accompagnava. Nello scrigno della memoria conservo un ricordo particolare a suo riguardo: quando don Giorgio era già da diversi anni parroco di Induno Olona, andai a trovarlo e con qualche sorpresa vidi esposto in bella mostra in casa sua un biglietto, che forse accompagnava a suo tempo un regalo e che recava le firme di tanti miei amici, alcuni dei quali da tempo lontani dall'oratorio. Pensai che, pur dopo tanto tempo e qualunque fosse stata la loro storia personale, essi stavano ancora lì, davanti agli occhi e dentro il cuore di don Giorgio, come lui – certamente – stava indelebilmente nel loro e compresi che, ovunque essi fossero in quel momento, gli anni dell'oratorio non potevano essere per loro passati invano. Vorrei che tutti potessero fare una esperienza del genere, sentire che ci sono, nella loro vita, punti fermi così solidi che nulla li può cancellare. Punti di riferimento, appunto. Quelli che oggi mancano sempre di più, per i giovani e per i meno giovani. Potrà l'oratorio svolgere ancora questo ruolo? Qualcuno pensa che questa istituzione ormai abbia fatto il suo tempo, ma a me pare che il nostro oratorio, con il gran numero di bambini e di ragazzi che lo popolano, porti molto bene i suoi 110 anni, i quali – anzi – potrebbero avere su di lui l'effetto che il passar del tempo esercita sul vino buono. A qualche condizione, però. Occorrerà, forse, saper guardare a questo luogo con lo sguardo che hanno avuto coloro che lo hanno "inventato", sentendolo come la loro casa ma non sentendosene i padroni, avvertendolo come un luogo da amare e servire e non da possedere, aprendo le sue porte a tutti con la disponibilità a collaborare fraternamente. Chiunque vi entri dovrà sentirsi accolto con calore, come un amico, non osservato con circospezione come un estraneo: solo così, a distanza di anni, dovunque sarà, potrà ripensare a quel luogo come a un punto fermo della sua vita, a un punto di riferimento, e vorrà accompagnarci i suoi figli e i suoi nipoti, perché facciano la stessa esperienza. di Antonietta Porro Devo ammettere che quando ero bambina non andavo molto volentieri all'oratorio. I miei genitori, cresciuti all'oratorio e fermamente convinti della sua importanza nell'educazione di una persona, mi sollecitavano molto calorosamente a farlo, ma confesso di aver opposto loro più di qualche resistenza: ero molto timida, e poi non avevo grande successo nei giochi di squadra, così preferivo di gran lunga la compagnia di un'amica o due all'inserimento in gruppi numerosi di coetanei. Mi rifeci tuttavia alla grande una volta diventata adolescente: ci furono anni in cui non c'era bisogno che qualcuno mi dicesse «Vai all'oratorio!» perché lo facessi spesso, volentieri e a lungo… All'oratorio avevo i miei amici; con loro imparai a fare mia la fede cui ero stata educata in casa; con loro quel Gesù che avevo imparato a pregare da bambina divenne sempre più una presenza reale nella mia vita, il centro dei miei affetti, la ragione che mi spingeva a impegnarmi in quello stesso contesto, nell'educazione dei più piccoli, o negli altri ambienti, come la scuola, in cui passavo le mie giornate. Gli anni della mia adolescenza non furono anni facili, perché il mondo era attraversato da fermenti non sempre controllabili, i cui effetti imprevedibili si registravano anche negli ambienti ecclesiali. Persino all'oratorio non era semplice far convivere la tradizione con le novità, i frequentatori di vecchia data coi nuovi arrivati. Furono anni di "lotte", come ho sentito dire anche di recente da don Giorgio, di grandi passioni, che non potevano non lasciare qualche segno nella nostra vita di giovani. Questi segni non furono per tutti dello stesso tipo e non ebbero sempre le stesse conseguenze, ma sono fermamente convinta che tutti quelli che passarono dall'oratorio in quegli anni non lo fecero senza che la loro vita ne fosse permanentemente segnata. Così mi colpisce ogni volta vedere che anche quelli fra i miei amici che hanno cambiato strada non hanno dimenticato quel tratto del loro cammino; mi commuove accorgermi che alcune persone, incontrate lì, rivestono ancora oggi un ruolo importante nei loro affetti. 11 DONAZIONI 2013 Barlassina 2 giugno 1 settembre 1 dicembre Se vuoi collaborare o diventare uno dei sostenitori del giornale di vita parrocchiale “In Comunione”, puoi farlo nei seguenti modi: Invia una e-mail all’indirizzo: [email protected] Telefona direttamente al numero: 0362 / 566.750 12 2 giorni III Media a Erba Vita in parrocchia Pronti, partenza, via! di Mariangela Corbetta “Pronti, partenza, via!” è il titolo della due giorni vissuta dai ragazzi di terza media sabato 14 e domenica 15 settembre, con la quale è ripreso il loro cammino nel gruppo pre-ado. Siamo stati ospiti dell’Oratorio Casa della Gioventù di Erba e abbiamo vissuto due giornate intense di vita comunitaria. Momenti di gioco e di svago si sono alternati a momenti di preghiera e di riflessione; l’animazione della S. Messa domenicale nella Parrocchia che ci ospitava è stata un’esperienza bella di Chiesa viva che ha visto i ragazzi protagonisti. Un grande dono che abbiamo ricevuto è stata la possibilità di visitare l’Eremo San Salvatore accompagnati da una guida “speciale”, Alessandro: un giovane che sta per completare il lungo percorso per entrare nell’Istituto maschile fondato da Giuseppe Lazzati. Con parole semplici e profonde Alessandro ha saputo coinvolgere i ragazzi, raccontando loro non solo la storia del luogo, ma anche la vita e la personalità del prof. Lazzati e i motivi che lo hanno spinto a ristrutturare quegli edifici così isolati per farli tornare in vita, rendendoli disponibili a chiunque necessiti di un momento di “deserto” e silenzio, lontano dai rumori della città e dai tanti impegni che a volte soffocano il nostro spirito. I ragazzi, seduti in cerchio, hanno ascoltato a lungo (alcuni a bocca aperta), hanno posto delle domande, alle quali Alessandro ha risposto donandoci qualcosa di sé. Nel pomeriggio, dopo il pranzo al sacco, i giochi sul pratone fuori dall’Eremo, la discesa all’Oratorio, la merenda e il gioco libero, ci siamo radunati per un momento di riflessione a partire dalla parabola del grano e della zizzania, icona biblica dell’anno oratoriano “A tutto campo” che sta per cominciare. Tanti gli spunti offerti e interessante il confronto nei gruppi, dal quale sono emersi degli impegni concreti che i ragazzi stessi hanno individuato a partire dalla loro esperienza. Per tutti l’impegno di saper riconoscere il tanto bene che il Signore ha seminato in noi, nella nostra vita e nel mondo, il riconoscere che c’è anche del male, ma non lasciarsi scoraggiare dalla sua presenza o rimanere indifferenti. Colui che semina il buon seme vigila su di noi, ci ama fino in fondo e ci sostiene sempre. Certi del Suo amore, possiamo sconfiggere il male coltivando il bene, in noi, tra noi e nel mondo. Vogliamo essere grano nel mondo e portare frutto. Che il cammino di quest’anno, che avrà come meta finale la Professione di Fede, sia davvero per ciascuno un’occasione di crescita del e nel Bene! 13 Vita in parrocchia Ottobre Missionario Racconti di Missione Per aiutarci a vivere meglio questo Ottobre Missionario abbiamo chiesto delle brevi testimonianze a tre nostre amiche: Suor Daniela Serafin, barlassinese, missionaria comboniana; Stefania Famlonga, Memores Domini della Fraternità di Comunione e Liberazione, che negli anni giovanili ha frequentato il nostro Oratorio e che ora è in Ecuador; Savina Nanni, laica della nostra comunità che qualche tempo fa ha fatto una breve esperienza di servizio e missione in Libano Lettera di Suor Daniela: “Sulle strade del mondo” Carissimi don Sandro, don Dante, don Andrea, Suore e comunità parrocchiale: eccomi di nuovo a voi in occasione dell'ottobre missionario. Quest’anno celebriamo la Giornata Missionaria Mondiale mentre si sta concludendo l’Anno della Fede. Papa Francesco nel suo messaggio in occasione di questa giornata ci ricorda che “la fede è dono prezioso di Dio, il quale apre la nostra mente perché lo possiamo conoscere ed amare. Tutti dovrebbero poter sperimentare la gioia di sentirsi amati da Dio, la gioia della salvezza! La solidità della nostra fede, a livello personale e comunitario, si misura anche dalla capacità di comunicarla ad altri, di diffonderla, di viverla nella carità, di testimoniarla a quanti ci incontrano e condividono con noi il cammino della vita”. Spesso, nella nostra realtà quotidiana vediamo che sono la violenza, la menzogna, l’errore ad essere messi in risalto, proposti e vissuti. Sento che è urgente far risplendere nel nostro tempo la vita buona del Vangelo con l’annuncio e la testimonianza. Ogni giorno di più mi accorgo che c'è bisogno di umanità negli incontri, nei rapporti interpersonali. Come Suore Missionarie Comboniane a Torre Annunziata viviamo accanto a persone che hanno profonde ferite e, in questo tempo ancora più complicato perchè segnato, come scrive papa Francesco, dalla crisi che tocca vari settori dell'esistenza, non solo quello dell’economia, della finanza, della sicurezza alimentare, dell’ambiente, ma anche quello del senso profondo della vita e dei valori fondamentali che la animano, ci sentiamo chiamate ad essere comunità accogliente, a sederci accanto alla gente per ascoltare e camminare nelle periferie della storia manifestando la nostra ministerialità come espressione dell’amore materno di Dio. Per noi, seguire l'invito di San Daniele Comboni a “far causa comune” significa stare in mezzo a questo popolo in modo tale da essere toccate dalle loro situazioni e divenire ponti nell’incontro tra Dio e il popolo. Volto di Dio che si manifesta nei bambini, molti dei quali hanno genitori in carcere o agli arresti domiciliari, giovani disoccupati che si dedicano allo spaccio della droga, alla delinquenza... (immagino abbiate seguito i fatti dello scorso mese di agosto)... Sentiamo che questa Chiesa locale è soggetto della missione. In tutta questa realtà, è per noi motivo di gioia e gratitudine condividervi anche che in questo mese missionario, come Famiglia Comboniana, celebriamo il 10° anniversario della canonizzazione di San Daniele Comboni, avvenuta il 5 ottobre 2003. 14 Ottobre Missionario Vita in parrocchia Comboni invitava i suoi missionari e missionarie a crescere in una relazione intima e costante con il Buon Pastore, la cui ferita si rende visibile nei poveri, negli oppressi e negli emarginati. Abbiamo accolto l'invito del Papa a dare rilievo alla dimensione missionaria nei programmi pastorali e formativi. Il Progetto Pastorale Parrocchiale di quest'anno ci porterà ad uscire dal nostro ambiente di Chiesa per andare incontro alla gente più lontana sia geograficamente che in ordine alla fede. In questo cammino, non possiamo però dimenticare le tante tensioni e conflitti che provocano insicurezza e fatica di trovare la via per una pace stabile. Pensiamo alla Siria, all'Egitto, alla Repubblica Centrafricana, al Pakistan... Insieme, chiediamo a Gesù missionario del Padre che ci aiuti ad essere strumenti di pace sulle strade della storia. Vi ricordo nella mia preghiera e mi affido alla vostra. Buona missione a tutti/e sr. Daniela Serafin mc Per chi volesse scrivermi: [email protected] Lettera di Stefania: Carissimi, oggi sono 10 anni trascorsi qui in Ecuador e sono molto grata per tutto quello che il Signore mi dá! Quando circa 30 anni fa nei corridoi dell’Oratorio di Barlassina ho sentito per la prima volta parlare di Cristo e mi batteva il cuore non avrei mai immaginato tutto quello che ne sarebbe venuto fuori. Pochi giorni fa ci ha visitati qui all’opera in cui lavoro a Quito don Julian Carron, attualmente la guida di Comunione e Liberazione. In un’ora di dialogo tra le 40 persone che lavoriamo nell’opera e lui, é venuto fuori in un modo impressionante la grandezza e la bellezza della fede che é ció che piú di ogni altra cosa mi fa battere il cuore e mi fa contenta di stare qui in Ecuador. Catalina, di 42 anni, 3 figlie e una storia famigliare drammatica alle spalle, educatrice dei genitori dall’inizio dell’opera (9 anni fa) ha aperto il dialogo dicendo “La cosa piú affascinante per me nel lavorare qui in questi anni é che mi hanno tolto le bende dagli occhi. La mia famiglia era cattolica peró non praticante, andavamo a Messa una volta all’anno ma da quando ho iniziato a lavorare qui ho scoperto cosa significa innamorarsi di Cristo e questo ha fatto sí che io iniziassi a perdonare. Due anni fa é morto il mio patrigno di cancro ed era una delle persone che piú mi ha fatto soffrire da quando ero un’adolescente e durante la sua malattia con i seminari e la formazione che Stefi ci dava i lunedí, a me mi si é aperto il cuore e mi sono detta “chi sono io per giudicare l’altro?” per questo adesso voglio insegnare alle mamme questo del perdono, per essere felici. Ma come si fa ad insegnare a perdonare?” e don Carron rispondendogli: “C’é una solo forma per insegnare il perdono che é vivendolo noi. La cosa piú bella é sentirti dire quello che ha significato per te stare insieme tra di voi in questi anni, dire non Cristo come lo dicevi prima quando andavi a Messa una volta all’anno ma non cambiava la vita, ma come lo dici adesso cioé come aiuto per vivere le tue ferite con le persone che ti hanno fatto male cosí come per iniziare a regolarizzare la tua situazione e sposarti e poi ancora risvegliando in te il desiderio di partecipare a un bene con gli altri. Non c’é una forma piú bella per dire per che cosa é venuto Cristo che venire qua e vedere che a voi Cristo vi é arrivato come a noi ci é arrivato cioé iniziando a toccare la vita, e a uno gli si allarga il cuore. 15 Vita in parrocchia Ottobre Missionario Cosí c’é solo da far partecipi tutti come ti hanno fatto partecipare a te di un luogo dove sei abbracciata indipendentemente da quello che fai perché sei amata prima. Se partecipiamo di un luogo cosí saremo capaci di perdonare noi stessi e perdonare gli altri perché solo possiamo dare quello che riceviamo, siamo tanto piccoli che solo possiamo dare quello che riceviamo. Non é una strategia tua, come per te ad un certo punto ti é venuto quasi normale perdonare. L’importante é rimanere in questo luogo dove poco a poco ti si tolgono le bende dagli occhi. Questo é il Cristianesimo.”. Nei quartieri in cui lavoriamo la violenza, l’odio, l’egoismo e la vendetta sono all’ordine del giorno. Ma stare con persone come Cati che poco a poco cambiano lo sguardo su di sé e sugli altri é un grande respiro ogni giorno. Quest’ultimo anno é stato anche dettato dalla sempre maggiore responsabilitá che le persone del posto si stanno assumendo nell’opera. Adesso come non mai é bello stare qui, servendo dal basso e stando a guardare i frutti di ció che il Signore ha permesso in questi anni qui in Ecuador. Vi racconteró. A presto, Stefania Famlonga Catalina 16 Ottobre Missionario Vita in parrocchia Testimonianza di Savina: Da oltre 40 anni l’Associazione I M O - IMPEGNO MEDIO ORIENTE di Milano – Onlus – ente benefico, opera con dei campi di lavoro in questi Paesi. Lo spirito dell’IMO è racchiuso: in 4 idee pilastro: povertà, disponibilità, corresponsabilità e lavoro e in 3 passioni di base: preghiera, comunità e Parola di Dio Così con un gruppo di altri 3 volontari sono partita anch’io per questa Associazione il 2 luglio scorso per il Libano. L’invito era giunto da SUOR SOPHIE BOUERI delle FILLES DE LA CHARITE delle Suore di San Vincenzo de Paoli del FOYER SAINTE CECILE – Centro Ospedaliero di BHANNES, un paese a 1000 metri di altitudine, distante circa 40 Km. da Beirut. In questo centro ho visto oltre che Suore anziane e inferme anche donne anziane abbandonate, senza più parenti, casa, senza qualsiasi mezzo di sostentamento. Si è collaborato con alcuni operai-profughi Curdi rifugiati a Homs in Siria e poi in Libano per opere di ripristino e manutenzione di una parte di questo FOYER, per permettere una maggiore e migliore accoglienza ai più disagiati. Anche il Libano è colpito dalla drammatica situazione della vicina Siria. I profughi arrivano a migliaia generando preoccupazioni e difficoltà per la sicurezza e l’ordine pubblico. Il Libano, terra ricca sotto ogni punto di vista, ha una popolazione di circa 4 milioni e mezzo di abitanti e si stima che i profughi siriani arrivati lì siano circa 1 milione e mezzo. I più fortunati, pochissimi per la verità, vengono accolti da amici o parenti che dispongono già di un lavoro e di una casa, ma i più sono allo sbando. I Libanesi da parte loro stanno già vivendo da parecchi anni il problema relativo ai rifugiati palestinesi, raccolti in campi -profughi alla periferia di Beirut e la convivenza a volte non è delle più pacifiche. Proprio durante la mia permanenza è scoppiata un’auto-bomba a Beirut con numerosi feriti e la tensione è decisamente a livelli alti. E’ stata un bella esperienza di lavoro e conoscenza che mi auguro di poter ripetere in futuro. Savina Suor Sophie 17 Un aiuto ad un giudizio Omofobia, famiglia e dintorni Il “no” dei cristiani a cura di M.Cristina Arienti … Benedetto XVI “La lotta dei cristiani consisteva e consiste non nell’uso della violenza, ma nel fatto che essi erano e sono tuttora pronti a soffrire per il bene, per Dio. Consiste nel fatto che i cristiani, come buoni cittadini, rispettano il diritto e fanno ciò che è giusto e buono. Consiste nel fatto che rifiutano di fare ciò che negli ordinamenti giuridici in vigore non è diritto, ma ingiustizia. La lotta dei martiri consisteva nel loro “no” concreto all’ingiustizia: respingendo la partecipazione al culto idolatrico, all’adorazione dell’imperatore, si sono rifiutati di piegarsi davanti alla falsità, all’adorazione di persone umane e del loro potere. Con il loro “no” alla falsità e a tutte le sue conseguenze hanno innalzato il potere del diritto e della verità. Così hanno servito la vera Pace. Anche oggi è importante per i cristiani seguire il diritto, che è il fondamento della pace. Anche oggi è importante per i cristiani non accettare un’ingiustizia che viene elevata a diritto” (Benedetto XVI, Omelia nella Santa Messa del Crisma, 1 aprile 2010) … Papa Francesco ” Si parlava della lobby gay. La Chiesa si è già espressa perfettamente su questo. …Credo che quando uno si trova con una persona così, deve distinguere il fatto di essere una persona gay, dal fatto di fare una lobby, perché le lobby, tutte, non sono buone. Quello è cattivo. Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla? …Il problema non è avere questa tendenza, no. Il problema è fare lobby di questa tendenza: lobby di avari, lobby di politici, lobby dei massoni, tante lobby. Questo è il problema più grave” (Papa Francesco ai giornalisti sull’aereo al ritorno da Rio, agosto 2013) …Barilla e le lobby omosex (Da “Avvenire”, “Il Sussidiario”, “Il Fatto Quotidiano”) Intervistato a "La zanzara" su Radio 24, il presidente del gruppo Barilla così si era espresso: «Io non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale, non per mancanza di rispetto ma perché non la penso come loro: la nostra è una famiglia classica dove la donna ha un ruolo fondamentale». E ancora: «Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla famiglia gay: per noi il concetto di famiglia sacrale rimane un valore fondamentale dell’azienda». La pasta, però, la consumano pure i gay, ha rintuzzato il conduttore, e Barilla «va bene: se a loro la nostra pasta e la nostra comunicazione piace la mangeranno, altrimenti mangeranno un’altra pasta. Uno non può piacere sempre a tutti». E infine: «Sono favorevole al matrimonio gay, non all’adozione, da padre di più figli credo infatti sia molto complesso tirare su dei bambini in una coppia dello stesso sesso». Parole che si possono condividere oppure no, ma che mai offendono. Barilla ha espresso la sua idea di famiglia, che poi corrisponde alla realtà concreta delle famiglie italiane nella stragrande maggioranza, nulla più. Eppure questo è bastato per sollevare un delirio di minacce scomposte, mentre a mo’ di valanga si deformavano le sue parole e le si commentava anche senza averle lette…. 18 Omofobia, famiglia e dintorni Un aiuto ad un giudizio ….ci si è schierati pro e contro la dichiarazione di un imprenditore che ha il diritto "sancito dalla Costituzione" di manifestare liberamente la propria opinione, senza recare danno all'altrui persona, così come è altrettanto libero chiunque voglia rendere noto il suo dissenso. Questo avviene nelle comunità civili e nelle società democratiche. È dunque – potremmo dire – innanzitutto una questione di libertà e democrazia. Ma potremmo anche commentare facilmente quanto accaduto ieri parlando della capacità impositiva di una certa parte dell'opinione pubblica (tecnicamente, si chiama lobby ) di veicolare un pensiero "unico". E su questa scia mi verrebbe da chiedere: e se qualcuno avesse attaccato la famiglia, vi sarebbe stata la stessa levata di scudi? Qualcuno avrebbe parlato di "reato" contro la famiglia? “ Le parole di Barilla sugli omosessuali scatenano le associazioni Lgbt. “…rilanciamo con una campagna di boicottaggio di tutti i suoi prodotti.” L’appello è subito raccolto da Arcigay: “Stiamo organizzando azioni di volantinaggio davanti ai supermercati per informare i consumatori.” Ma c’è anche chi difende Barilla. La conduttrice di RaiSport, portavoce dell’ Osservatorio nazionale bullismo e doping, dichiara: “Ormai affermare che si crede solo nella famiglia sacrale, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, diventa addirittura una espressione, un esempio di omofobia. Ogni giorno, ormai, le associazioni gay tentano di far passare l’assunto che manifestare posizioni o opinioni in contrasto con quelle da loro sostenute, sia da condannare e sia un atteggiamento omofobo”. Sulla stessa linea d’onda il Moige, il movimento dei genitori. «…Barilla è solo reo di essere a favore della famiglia tradizionale. Ciò conferma come in Italia la libertà di opinione sia minacciata da poche ma potenti lobby dell’ideologia gender: a legge sull’omofobia approvata, Barilla sarebbe stato denunciato». «È un minimo assaggio di ciò che succederebbe : un libero cittadino non può esprimere la sua visione della vita e scegliere la linea comunicativa della sua azienda? Mi chiedo se siamo ancora in un Paese libero». «… ormai ci vuole coraggio a difendere la famiglia formata da un uomo e una donna». 19 ANAGRAFE PARROCCHIALE di Settembre 2013 BATTESIMI 30 SOZZI ALBERTO di MAURO e GRASSO ANGELA 31 TAGLIABUE LUCREZIA di FABIO e PELLIZZARI MONICA FUNERALI 34 BALCONI LUIGIA anni 84 35 CATTAI ADELINO anni 62 36 ARBO MARIA anni 91 37 OTTOLINA MARIA anni 82 MATRIMONI 04 GALBIATI IVANO CAMBIANICA ILARIA NADIA OFFERTE BATTESIMI € 150,00 RIONE POLENTA E PAIREOU € 50,00 FUNERALI € 300,00 RIONE CASCINA S.MARIA € 30,00 MATRIMONI € 150,00 RIONE MONTOEU € 20,00 OFFERTE AMMALATI € 120,00 VARIE € 50,00 ABBIAMO CONSEGNATO A MONS. ADELIO DELL’ORO € 700,00 PER LA SUA DIOCESI IN KAZAKHSTAN Segreteria Parrocchiale c/o casa parrocchiale Via Don Speroni, 6 - Barlassina Servizi offerti Prenotazioni di SS.Messe Richiesta di Certificati Raccolta abbonamenti ad “Il Segno” ed “In Comunione” Iscrizione al Corso per fidanzati Iscrizioni ad altre iniziative parrocchiali Orari di apertura: INFO: 366 / 715.36.86 Mercoledì 09.30 ÷ 11.00 (attivo solo negli orari di apertura della Segreteria) Sabato: 09.30 ÷ 11.30 20