Peterzano scheda
Transcript
Peterzano scheda
Simone Peterzano (ca.1535-1599) e i disegni del Castello Sforzesco La mostra “Simone Peterzano (ca.1535-1599) e i disegni del Castello Sforzesco” è dedicata ai disegni del ‘Fondo Peterzano’, uno dei nuclei più complessi ed emblematici della raccolta del Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco.Il ‘Fondo’ proviene dalla fabbriceria del santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso e fu acquistato nel 1924 dal Comune di Milano, entrando a far parte della civica Raccolta dei Disegni delle Raccolte del Castello Sforzesco; il nucleo è quindi un grande contenitore comprendente anche molte opere di altri artisti e botteghe diverse. Attraverso un percorso di 132 opere tra disegni e fotografie storiche – oltre a un dipinto proveniente dalla Quadreria Arcivescovile di Milano – la mostra vuole raccontare la storia del ‘Fondo’ legato al nome di Simone Peterzano, artista di formazione veneziana (allievo di Tiziano, come si firmava lui stesso) che fu maestro di Caravaggio a Milano, dal 1584 al 1588, approfondendo la figura di Simone Peterzano nel suo contesto culturale di riferimento. Il percorso approfondisce, tra gli altri, il tema della funzione e della pratica del disegno all’interno di una bottega artistica tardo cinquecentesca, addentrandosi nell’universo dei procedimenti disegnativi della bottega di Simone Peterzano, tra il 1572 e il 1590 circa. Simone Peterzano fu uno degli esponenti del tardo manierismo lombardo. Bergamasco di origine, fece la sua comparsa a Milano con gli affreschi della controfacciata della chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore (1573) dove traspare la sua formazione veneta, in particolare con richiami all'arte di Paolo Veronese e Tintoretto. Lo stesso anno l'artista dipinse due affollate tele con Storie dei Santi Paolo e Barnaba per la chiesa di San Barnaba, sempre a Milano. Risalgono allo stesso periodo anche la bella Pietà, conservata in San Fedele e la Pentecoste già in San Paolo Converso e oggi nella basilica di Sant’Eufemia. Tra il 1578 e il 1582 Peterzano eseguì gli affreschi del presbiterio e del coro della Certosa di Garegnano, uno dei vertici della sua arte, dal cromatismo ricco e sontuoso, in cui l'educazione veneta si coniuga con i modelli di Melozzo da Forlì e con l'imponenza e la severità richiesti dalla chiesa milanese negli anni di San Carlo Borromeo. Tra le sue ultime opere, caratterizzate da una fredda ed ascetica monumentalità, si segnalano le Storie di Sant’Antonio di Padova per la chiesa di Sant’Angelo e la pala con Sant’Ambrogio con i Santi Gervasio e Protasio (1592), un tempo nel Duomo di Milano e oggi conservata alla Pinacoteca Ambrosiana. Museo dei Mobili e delle Sculture Lignee L’esposizione nelle Sale Ducali al primo piano del Castello presenta i mobili dal Quattrocento al Novecento secondo un itinerario cronologico e per grandi sezioni tematiche. Le opere sono tutte inserite in "quinte" architettoniche con caratteristiche di veri e propri ambienti: in alcuni casi si ricompongono arredamenti originari, più spesso l'ambientazione fa rivivere l'idea di un luogo o la suggestione di un'epoca. Sulle pareti sono disposti numerosi affreschi strappati e trasportati su tela, sacri e profani, dal XIV al XVI secolo, provenienti da luoghi di culto soppressi e da dimore milanesi. All'interno della sala XVII si incontra ancora la Camera di Griselda, ricostruita con affreschi quattrocenteschi staccati riproducendo le proporzioni che aveva nel suo luogo di origine, il Castello di Roccabianca nel territorio parmense. La sezione dei "maestri di stile" propone un'accurata rappresentanza di opere di grandi artefici dell'arredamento, da Maggiolini a Sottsass, che sono stati determinanti per lo sviluppo di uno stile fortemente originale nel loro tempo. La Pinacoteca La Pinacoteca, costituita da 1508 dipinti, oltre ad accogliere alcune antiche collezioni della città, come quella della casata dei Trivulzio, acquistata per sottoscrizione cittadina nel 1935, è arricchita da donazioni di cittadini illustri, patrioti, studiosi, collezionisti e amatori, oltre che dai prestigiosi depositi regionali e dagli acquisti, fatti dall'amministrazione comunale, da Antonello da Messina, al Canaletto e al Bellotto. Nel percorso espositivo fatto di sequenze, accostamenti e confronti che esaltano i capolavori, le scuole, gli autori, si possono ammirare 230 opere, tra cui i capolavori di Mantegna, Antonello da Messina, Foppa, Cesare da Sesto, Procaccini, Cerano e molti altri. Innovativa è la presenza di opere di "genere diversi dai dipinti": medaglie, bassorilievi lignei, sculture in terracotta e marmo, accostati e confrontati ai dipinti.