agosto 99 - Periodico per i siciliani nel mondo

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agosto 99 - Periodico per i siciliani nel mondo
S
UNIVER
Anno XI - N. 8 AGOSTO 1999
Sped. in abb. postale - Art. 2 comma 20/C - Legge 662/96
Autorizzazione Direzione Provinciale E.P.I. - Filiale di Catania
Periodico Mensile dell’INPAL
per i Siciliani nel Mondo
TAXE PERÇUE
TASSA RISCOSSA
ICILIA
Direzione, redazione e Amministrazione: Ufficio Zona INPAL - 95031 Adrano - Piazza Mercato, 72 - Tel. (095) 7692946 - Fax (095) 7602814-7253840 - E-Mail [email protected]
Adrano:
Comune senza avvenire
di Vincenzo Castiglione
Alla luce degli ultimi recenti
avvenimenti amministrativi, ancora una volta ci troviamo di fronte
una situazione politica di mortificante squallore di cui è difficilie
riscontrare precedenti vicende
politiche accostabili ai fatti attuali.
Il risultato negativo del superficiale tentativo di una parte del
Consiglio Comunale di sfiduciare il
Sindaco Bertolo non poteva non
avere effetti dirompenti sul piano
della prospettiva e dell'affidabilità
di possibili aggregazioni future in
un polo di attrazione in grado di
scuotere le coscienze e porre le
condizioni minime capaci di sradicare l'intreccio di interessi particolari cui una presunta classe politica
ritiene di gestire senza scrupoli.
Le dimissioni di Piero Trovato
dalla carica di Presidente del Consiglio rappresentano l'amara
ammissione dell'ingovernabilità
del Consesso cittadino, organo
definitivamente spompato e quindi incapace di esprimere una
maggioranza a favore o contro
l'Amministrazione. Il Consiglio,
ormai esprime una sorta di
assemblearismo piatto ed indefinito sul piano politico, culturale ed
ideologico; un luogo nel quale si
parla in continuazione fino al punto di affermare tutto ed anche il
suo contrario. Il Consiglio Comunale assomiglia sempre di più al
palcoscencio di una nota trasmissone televisiva dove gli ospiti
riscuotono applausi da parte di un
pubblico pronto ad accogliere tutte le tesi rappresentate.
Anche questo è un vecchio
modo di fare i furbi, valga per tutti
l'esempio degli elettori che entrano in cabina con due, tre schede e
nello stesso istante votano per
due, tre partiti diversi . Lo dimostra
chiaramente il risultato elettorale
delle elezioni del giugno scorso.
Le incertezze del Consiglio Comunale, nei confronti del'Amministrazione riflette, in pratica, la confusione esistente nei gruppi che
dicono di sostenere il Sindaco
senza condividerne l'operato.
Sono note le lotte infinite nell'ambito dei D.S. divise in fazioni
Il castello Normanno di Adrano
gruppi e sottogruppi di cui qualche
esponente si è persino indignato
dello spettacolo offerto dal gruppo
di quel partito nel corso dell'elezione del nuovo Presidente del Consiglio.
Per il resto ci limitamo a
segnalare che i Verdi con 34 voti
raccolti nelle elezioni europee
hanno amministrato con due
Assessorati nella Giunta Bertolo.
Per finire segnaliamo il caso
dei Popolari, i quali cronicamente
divisi al proprio interno, sono stati
sempre presente, nell'amministrazione con almeno due assessori e
in fasi alterne hanno occupato la
carica di Presidente del Condsiglio.
La nuova Miss Italia
nel mondo è Etiope
La nuova bellissima star delle italiane nel mondo si chiama
Ambra Gulla figlia di un oriundo calabrese e la madre di origine
sarda. Ambra ha 20 anni e possiede tutte le doti di una perfetta
Miss.
La manifestazione è stata trasmessa da RAI 1 la sera del 28
agosto riproponendo una tradizione che ha riscosso grandi successi in Italia e all'estero.
Alla neo eletta Miss Italia nel mondo auguriamo un mondo si
successi.
Angelo Russano
Insomma ci siamo trovati
difronte un vergognoso malcostume politico che Bertolo ha utilizzato trasformandolo in un colossale
malgoverno amministrativo che gli
permette di stare a quel posto
anche a costo di essere contro tutta la cittadinanza.
Tutto questo gli sta bene ai
sostenitori del sistema presidenziale e gli sta bene pure a coloro
che hanno inteso, con l'elezione
diretta del Sindaco, dare stabilità e
trasparenza all'esecutivo senza
che la nuova normativa consentisse ai Consiglieri una concreta possibiltà di esercitare un controllo
serio sugli atti della pubblica
Amministrazione
Qualità della vita nelle città
Italiane:
Il rapporto di Legambiente
Come si vive nelle città italiane? Come si sopravvive, soprattutto, allo smog ed all’inquinamento? In Italia è la Lombardia a guidare la classifica della qualità della vita compilata dall’associazione
ambientalista Legambiente nel
rapporto “Ecosistema urbano
1998”. Tra i 103 capoluoghi di provincia monitorati, Mantova, Bergamo e Como hanno conquistato i
gradini più alti del podio. Ma, è il
dato più significativo, anche le
regioni del Sud guadagnano posizioni e si restringe la forbice con il
Nord.
La ricerca, presentata nei giorni scorsi a Roma, ha messo sotto
esame le grandi città italiane in
base a tre indicatori ambientali: “di
qualità” (smog, rumore, inquinamento idrico e malattie dell’apparato respiratorio), “di pressione”
(aziende a rischio, rifiuti, densità di
motorizzazione e consumi di
acqua, carburante ed elettricità) e
infine, indicatori “di gestione” (verde pubblico, trasporti, raccolta differenziata e monitoraggio dell’inquinamento).
Dall’analisi
di
Legambiente sono uscite indicazioni generali sulla situazione italiana, alcune buone altre meno.
Diminuiscono i passeggeri del trasporto pubblico: ogni italiano prende l’autobus 88 volte l’anno contro
le 92 rilevate dal rapporto 1997.
L’inquinamento atmosferico sale,
dopo un anno di miglioramento: la
media delle concentrazioni di
biossido d’azoto nell’aria passa da
127 a 149 microgrammi per metro
cubo. Crescono anche i consumi
di carburante, di acqua (da 316 a
343 litri per abitante al giorno) e di
elettricità (da 983 a 1001 kilowatt
all’anno per abitante). In aumento
la produzione di rifiuti: da 490 a
507 chili di spazzatura all’anno per
abitante. Buone notizie invece sul
versante depurazione (passa dal
61,95 al 70,4%) e raccolta differenziata (dal 6,27% all’8,5%).
Avanzamenti, retrocessioni e
qualche sorpresa nella classifica
generale della qualità della vita
compilata da Legambiente. L’exploit della Lombardia (oltre alle
capoliste, troviamo Lodi al 5°
posto e Pavia al 9°) è andato a
discapito della Toscana, dove
Prato e Arezzo (l’anno scorso 2° e
3°) sono precipitate rispettivamen-
Il gergo dei politici, tra
vele e barche a remi
ROMA - Una nuova
“moda” si aggira tra le
aule del Palazzo: quella
di “costruirsi” un proprio
gergo, espressioni che i
mass media immediatamente colgono e riprendono a caratterizzare
questo o quel leader
politico. In testa, naturalmente, D’Alema e Berlusconi.
Se il leader del Polo
ha coniato frasi ormai
“storiche”, nuova di zecca è l’esortazione di D’Alema a “non affondare la
barca”. Una frase che si
colloca accanto a un’altra espressione-simbolo
dell’allora presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi, analoga per spirito e per spunto. Anche il
Cavaliere si affidò, infatti, al mondo della marineria per criticare quanti
“remavano contro” il suo
governo, slogan entrato
nel dizionario del perfetto ‘azzurro’. Sfogliando
l’album delle citazioni si
può peraltro constatare
quanto il fascino di onde
e scafi (in un momento in
cui questi tristemente
fanno parlare di loro) sia
forte tra i più illustri protagonisti di un Palazzo
che, non per niente, ruota intorno ad un corridoio
chiamato “Transatlantico”. Notoriamente velista appassionato, elogiato anche dal Pellaschier di ‘Azzurra’, D’Alema ha condito di
metafore tolte dal mondo delle regate i primi
te al 45° e al
25° posto. Anche se, fa notare Legambiente, Mantova ha
ottenuto
il
maggior punteggio senza
aver
brillato
mai in nessun
parametro, ma
per avere fatto
registrare buone performance in tutte le
categorie. Roma perde il primato tra le
grandi città (è
al 14° posto) a
vantaggio di
Torino,
che
balza al 4°
posto , grazie
soprattutto al
suo impianto di
trattamento
degli scarichi (il
migliore tra le
città esaminate), ai buoni
dati su raccolta
differenziata e
isole pedonali.
Scendono
anche Bologna (dal 4° a 9°
posto) e Napoli (dal 57° precipita all’85°
posto): il capoluogo partenopeo sembra
aver risentito di
un maggiore
inquinamento
atmosferico,
pur
avendo
migliorato i dati
su trasporto
pubblico e verde urbano. Buone
notizie però vengono tuttosommato dal Sud: Matera è al 13° posto,
Salerno 17°, Foggia 22° e Cosenza 24°.
Maglia nera invece al capoluogo sardo, Cagliari, che viene bacchettata da Legambiente non solo
perché risulta sprovvista di qualsiasi strumento di tutela ambientale, ma addirittura perché “non interessata all’ecosistema urbano”.
Buona la valutazione generale di
momenti dopo il suo arrivo a palazzo Chigi. E
così ecco le cronache
politiche riempirsi di
‘strambate’, ‘bolina’ e via
citando. Quando si è tra i
flutti si può tutt’al più litigare su chi debba reggere il timone, concede
oggi D’Alema mentre
Berlusconi confessava
che, contrariamente a
ciò che si attendeva, arrivato al governo non aveva trovato “il volante” del
Paese. Diversi per motivi politici, ovviamente,
ma anche per inclinazioni marinare, i due leader:
D’Alema preferisce la
vela, Berlusconi i potenti
motoscafi d’altura. Le
uniche immagini da velista per il Cavaliere sono
quelle, notissime, a bordo del ‘Barbarossa’ di
Cesare Previti. Per pratica diretta o per semplice
comodità di citazione, la
barca
ha
riscosso
discreta fortuna nel
mondo politico. Bettino
Craxi rendeva omaggio
a Fellini quando spiegava che “la nave va”, Forlani tributava a suo
modo onore a Cino Ricci
quando
paragonava
Giovanni Spadolini “allo
spinnaker di ‘Azzurra’”.
Poi il genere è entrato in
rimessa per qualche
tempo: fino a quando
Carlo Azeglio Ciampi
venne immortalato ai
remi di un pattino e il Ccd
decise di nascere identificandosi con ‘la Vela’.
A.V.
legambiente. Non tanto sui risultati quanto sui progressi registrati.
Merito, secondo il movimento ecologista, del “potere della buona
politica”. Dove ci sono amministrazioni che lavorano per migliorare
gli standard di qualità urbana,
spiega Legambiente, “i risultati
cominciano a vedersi”. Ma non ha
colore la buona politica. “Ai primi
15 posti ci sono città governate dal
centro-sinistra e dal centrodestra”.
N.C.
Il Siciliano Modica è argento nella
maratona mondiale
La Sicilia sale sul podio con un grande campione
degno di partecipare alle prossime Olimpiadi.
Vincenzino Massimo Modica, 28 anni, 1,68 di
altezza, 53 chilogrammi, è nato a Mistretta un centro
situato fra Cefalù e Messina, ha dimostrato di essere un atleta capace di misurarsi con i grandi dell'atletica leggera. L'Argento vinto da Vincenzino Modica ci fa gioire assieme ai numerosi siciliani che in
questo momento hanno appreso la notizia in tutto il
mondo.
Congratulazioni da Universo Sicilia.
A.R.
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AGOSTO 1999
UNIVERSO SICILIA
Turismo religioso, la mappa della apparizioni
Con l’avvicinarsi del Duemila, lo spirito mistico in Italia sembra essersi notevolmente rafforzato. Ma i dubbi nascono quando la legittima devozione di
migliaia di fedeli si trasforma in
bussiness. Apparizioni, fenomeni soprannaturali, messaggi divini, tutto fa brodo: il mercato del
turismo religioso, con i suoi fatturati da capogiro, fa gola a molti imprenditori senza scrupoli,
pronti a strumentalizzare tutto,
anche la fede. Chi opera nel settore da sempre come Pietro
Montero, fondatore di una rivista, “Il segno del soprannaturale”, attiva da dieci anni con 12
mila copie vendute, di una casa
editrice che vanta oltre 80 libri
stampati, e di un’agenzia che
organizza pellegrinaggi in tutta
la penisola, si dichiara estremamente preoccupato dalla pubblicità che i mass media fanno a
veggenti e luoghi di culto: il peri-
colo che qualche furbo sfrutti il
sentimento religioso delle masse per il proprio tornaconto economico è altissimo. E’ per questa ragione che il Vaticano è
sempre più restio ad avvalorare
i fenomeni soprannaturali che,
soprattutto negli ultimi anni,
hanno invaso l’Italia.
Esiste una veria propria
mappa delle apparizioni. Dalle
Alpi alla Sicilia, l’Italia delle
madonnine piangenti è una
realtà molto omogenea: le visioni interessano per lo più gente
umile, legata alle tradizioni
popolari e in particolare a quel
culto mariano radicatissimo nelle nostre campagne. Il nostro
viaggio alla riscoperta del misticismo religioso parte da Civitavecchia, località Pantano, oggi
meta di migliaia di devoti ogni
anno. Qui, il 2 febbraio 1995, la
piccola Jessica vide piangere la
madonnina che il parroco le
A ra n c i a
Ro s s a
di Sicilia
Un prodotto ineguagliabile sulle mense di tutta Europa
Il disciplinare di produzione dell’Arancia Rossa di Sicilia ha
classificato all’art. 3 le aree geografiche protette per ottenere un
prodotto di ineguagliabile qualità capace di onorare le mense di
tutto il mondo. L’art. 3 del disciplinare recita cosi: “ La zona di
produzione del’”Arancia Rossa di Sicilia” comprende il territorio
idoneo della Sicilia Orientale per la coltivazione dell’Arancia ed e
così individuato:
Provincia di Catania - Territorio delimitato in apposita cartografia 1:25.000 dei seguenti Comuni: Catania, Adrano, Belpasso, Biancavilla, Caltagirone, Castel di Iudica, Grammichele,
Licodia Eubea, Mazzarone, Militello Val di Catania, Mineo,
Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Palagonia, Paternò,
Ramacca, Santa Maria di Licodia, e Scordia.
Provincia di Siracusa - Territorio delimitato in apposita cartografia 1:25.000 dei seguenti comuni: Lentini, Francofonte, Carlentini, Buccheri, Melilli, Augusta, Priolo, Siracusa, Floridia, Solarino, Sortino.
Provincia di Enna - Territorio delimitato in apposita cartografia 1:25.000 dei comuni: Centuripe, Regalbuto, Catenanuova.
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aveva riportato da Medijugorie,
luogo archetipo dei miracoli
mariani (insieme a Lourdes e a
Faima). Le lacrime di sangue,
che rigarono il piccolo volto di
gesso altre 13 volte, sono oggi
ancora sotto osservazione: il
Vaticano ha incaricato una commissione scientifica per verificare l’autenticità del miracolo prima di pronunciarsi. Le titubanze
della Chiesa non hanno certo
frenato i pellegrini che da più di
quattro anni ormai fanno code
lunghissime pur di visitare la
madonnina.
Dal Lazio alla Sicilia, andiamo a Viagrande, il paesino del
catanese diventato famoso,
sempre nel ‘95, per l’inspiegata
lacrimazione di una statuina di
marmo nascosta in un aiula. In
quell’occasione fu un netturbino
a dare il via all’afflusso mistico.
Stesso anno, stesso prodigio,
dal giorno di Pasqua del ‘95 Volpiano in provincia di Torino è
una tappa obbligata per i fedeli
di Maria. Qui nel cortile della
scuola un bimbo di passaggio
vide una madonnina piangere,
l’istituto scolastico divenne d’un
tratto un santuario e il direttore
preferì affidare la statuina alla
magistratura. Agosto 1997 Sannicola, Lecce, una “Madonna
dei fiori” in cartapesta pianse
lacrime vere, trasperenti e salate: il miracolo non è ancora
accertato, ma le file di pellegrini
alla parrocchia di S. Pietro sono
già chilometriche. Dodici anni fa,
la “Signora del Messaggio” di
Monte Casale, nei pressi di Ponti sul Pincio, scelse un ex-vigile
urbano per affidargli il suo messaggio: realizzare una “Via Crucis”. Completata solo nel marzo
97, la via della passione oggi
accoglie migliaia di pellegrini:
fiori di plastica, figurine di Padre
Pio e S.Rita, un alberello natalizio, grotticine simil-Lourdes
adornano ogni tappa. Lo scorso
8 dicembre erano oltre 5000, i
fedeli giunti da ogni parte pur di
incontrare Salvatore Caputa,
l’ex-vigile, ormai veggente a
tempo pieno. Risale al ‘66 l’apparizione della “Vergine delle
Fontanelle” di Montechiari nel
bresciano: Pierina Grilli, un’exinfermiera, già visitata dalla
Madonna altre sette volte, racconta di aver visto Maria “con gli
occhi pieni di lacrime, una veste
violetta e il manto bianco fermato da tre rose, simbolo della Trinità”. I pellegrini in visita a Mon-
techiari affrontano una lunga
serie di riti purificatori, dal passaggio (nell’acqua, non sull’acqua) nella fonte santa alla salita
in ginocchio della scala di roccia, prima di accedere alla piccola cappella.
Ma quelli citati sono solo
alcuni delle centinaia di santuari
sparsi in tutta la penisola. Legati al culto mariano ci sono ancora i frequentatissimi San Martino
di Schio (Vicenza), San Damiano nel Piacentino, Borgo Meduna (Pordenone), Balestrino
(Savona), le Ghiaie di Bontade
(Bergamo); le frequentissime
apparizioni di Cristo hanno reso
famosi molti luoghi del Piemonte, dove si narra che vi siano
addirittura le Sue impronte, e
della Ciociaria, dove nel vetro di
una finestra sono rimaste stampate le ombre della Sacra Sindone; sparse in tutta Italia vi
sono poi più di cento croci (Molte tra Verona, Padova e Treviso)
collegate al fenomeno di
Dozulé, in Normandia, dove Cristo chiedeva attraverso Madeleine Aumont (depositaria di una
cinquantina di messaggi) che
fosse innalzata una croce di 738
metri, i cui bracci dovevano
misurare 123 metri, che avrebbe
liberato l’umanità da Satana;
non si contano poi i veggenti:
Ferdinando Baron a S. Martino
di Schio (Vicenza), Rosario Belpasso, sulle pendici dell’Etna,
Silvana Orlandi di Ostina in
Toscana, Giuseppe Auricchia di
Avola (Siracusa), che ha ricevuto le stimmate, e tanti, tanti altri.
Vittorio Messori, noto scrittore cattolico, commenta il progressivo aumento del misticismo in Italia, affermando che in
questi ultimi decenni “con la
caduta di tutti gli indicatori cattolici, i santuari, i pellegrinaggi
hanno preso il posto della messa domenicale e della frequenza
ai sacramenti”. Non si sa se
questa crescita vertigionosa di
madonnine piangenti e dei pellegrini adoranti possa essere
attribuita alle carenze della
Chiesa o a un’oggetiva paura
dell’ignoto, oggi ancor più stressante che in passato, un fatto
però è certo, purché non si trasformi in una truffa ai danni degli
ingenui fedeli, un po’ di spiritualità in più non farà certo male,
anzi, in alcuni casi, si è rivelata
un’ottima terapia contro le sofferenze che la vita riserva.
Angelico
Caltanissetta
dallo zolfo all’amaro
di Mario Sicilia
L’industria nissena tra passato remoto e futuro prossimo
letta attraverso la lente di
ingrandimento d’un uomo il cui
nome è indissolubilmente legato
a questa terra che ha portato
Caltanissetta nel mondo.
Emilio Averna, “il Presidente”, ha oggi novantaquattro anni.
Con il lavoro suo e dei suoi fratelli lo stabilimento di contrada Xiboli a prima consolidato la propria posizione sul mercato e, poi,
e definitivamente decollato sino
a divenire leader del settore.
Attraverso i suoi ricordi lunghi un secolo abbiamo provato a
ricomporre lo specchio della
memoria mettendone assieme i
pezzi.
“Ad inizio secolo e sino alla
fine degli anni cinquanta - ricorda Averna - le categorie forti dell’impreditoria locale erano quelle
dei mugnai e pastai da una parte e degli esercenti le miniere di
zolfo dall’altra. Bastava fare un
buco per terra e dal sottosuolo
di queste campagne veniva fuori il minerale giallo”.
Già, lo zolfo, strumento di
vita e di crescita per la nostra
gente ma anche di morte. Immagini, pochi flash che affiorano
alla memoria: “ ricordo - dice
l’anziano imprenditore - della
fabbrica ed il mio sguardo di
bambino andava verso la zona
dei giacimenti.
Un giorno, era di sera, ci fu
uno scoppio di grisou in miniera
e vedevo madri, mogli sorelle urlare a gran voce il nome dei propri cari. Un ricordo straziante,
una presa di contatto lacerante
con il mondo del lavoro. Ed ero
solo ancora un bambino”.
La fine degli anni cinquanta è il
periodo più critico del settore zolfifero guidato da una generazione
di imprenditori probabilmente
poco lungimiranti. È il preludio per
la graduale cessione delle miniere
a quello che poi diventerà l’ente
minerario siciliano. D’altra parte
comincia ad avere il fiato grosso
anche il settore della molitura.
Pure lo storico stabilimento della
Piedigrotta poco alla volta cigola,
vacilla e cede. “Era una fabbrica
dalla quale venivano fuori prodotti
di grande qualità - dice sempre
Averna - e non riesco ancora a
comprendere a distanza di anni,
come possa essere andata in rovina”.
Di contro, lo stabilimento dell’amaro siciliano, completamente
in controtendenza rispetto a quanto accadeva in provincia, faceva
sempre passi in avanti , mentre in
contrada calderaro, timidi nascevano i primi insediamenti.
“Con i miei fratelli - ricorda
ancora il presidente, sorridendo
sornione - capimmo che la
“mula tirava” e decidemmo di
fare il grande salto di qualità. Un
operazione che però necessitava di grandi innovazioni tecnologiche per stare al passo coi tempi e di cospicui investimenti di
capitali. C’era, fondamentalmente, di rinnovare una catena
d’imbottigliamento e devo dire
che, per questo, una grossa
mano d’aiuto ci venne fornita
dall’Irfis. Il resto è storia più
recente, dei nostri giorni e l’azienda, adesso è saldamente in
mano alla quarta generazione di
Averna che hanno pensato
anche di diversificare ed a consolidare l’azienda di famiglia,
acquisendo prima la “Villa Frattina” (spumanti, vini e grappe di
qualità prodotti a Prata di Pordenone) e, poi, la “Pernigotti” la
celebre azienda del settore dolciario con sede a Novi Ligure.
Inseguendo i ricordi va lontano lo sguardo di Emilio Averna.
Va oltre la grande finestra che
separa la sala riunioni dallo stabilimento dal passaggio color
ocra che c’è tutto intorno a Xiboli.
È vecchio il “Presidente” ma non
è un “Gattopardo” e sa guardare
al passato ed al futuro della sua
città in maniera critica ma propositiva.
Del passato preferisce ricordare le tante battaglie vinte, il futuro cerca di guardarlo e di immaginarlo con gli occhi di chi ci
sarà. “Fino ad ora - conclude vedo la mancanza di una educazione all’impresa che solo adesso sta cominciando a venir fuori
timidamente e che spero possa
esser di buon auspicio per chi
verrà dopo di noi”.
I miracoli religiosi indagati da un antropologo
Dalle lacrimazioni mariane
alle ampolle che conservano inalterato il sangue dei santi, dalle traslazioni dei corpi di martiri all’impronta del volto di Cristo. Il complesso e affascinante campo della
miracolistica religiosa, identificato
nelle sue varie tipologie, forme ed
espressioni viene affrontato da un
antropologo culturale, studioso
del sacro, Stefano Rizzitelli in un
libro dato alle stampe in questi
giorni, “I segreti del sacro” (ed.
Newton Compton). Il libro delinea
un percorso analitico in cui si
intrecciano antropologia, scienza,
religione ufficiale e devozione
popolare, l’autore non mette però
in contrapposizione la visione
fideista con quella razionale ma
ricerca piuttosto una sintesi conoscitiva delle diverse esperienze. Si
affrontano così i grandi capitoli
della storia della fenomenologia
cristiana come la Sacra Sindone, il
sangue di San Gennaro, le piaghe
sulle mani e sul costato di Padre
Pio, l’Ostia santa di Lanciano. Ma
si affrontano anche i tanti miracoli
e misteri che costellano il nostro
paese dalle Alpi alla Sicilia e sono
oggetto spesso di un culto fideistico fortemente radicato nel tempo.
Fenomeni che la tradizione religiosa considera miracolosi, che la
scienza tenta di analizzare e che
l’opinione popolare interpreta
come eventi inspiegabili degni di
nota, di attenzione, spesso di vera
e propria adorazione. Il pregio del
libro di Rizzitelli, che ha studiato a
fondo i fenomeni popolari legati
alle reliquie del cristianesimo,
risiede nel fatto che non si propone come un itinerario soltanto religioso o soltanto scientifico, che
non pretende di dare risposte ma
che desidera soprattutto far riflettere sulla profonda necessità di
sacro insita nella natura umana,
su quella “potenza della sacralità”
che sottende tanto le manifestazioni di devozione personale,
quanto quelle collettive. E dati i
tempi che si vivono, il proliferare di
fenomeni para-religiosi legati alla
fine del millennio ed alle celebrazioni del Giubileo che hanno
preoccupato e preoccupano le
massime gerarchie cattoliche, un
invito alla riflessione ed all’analisi
in questo territorio viene quanto
mai attuale ed utile.
Può essere intuitivo a questo
proposito riflettere su quanto scrive l’autore su S. Giuseppe da
Copertino: “Era il 4 ottobre del
1630, giorno della festa di San
Francesco, quando una forza sconosciuta staccò Fra Giuseppe dal
pavimento e lo portò più alto del
pulpito, al di sopra di un agitato
mare di teste e di un tumulto di
voci. I suoi occhi rimasero aperti
senza vedere, perse l’udito e tutto
il corpo diventò rigido e insensibile. A nulla servì percuoterlo, pungergli le mani o i piedi. Soltanto la
voce del superiore ebbe il potere
di svegliarlo dall’estasi. Tanti
aneddoti riguardano la vita di questo santo un po’ reietto e un po’
osannato, considerato dai pontefici il “santo delle estasi e dei voli” o
il “santo dei mistici voli”. Come
San Giuseppe da Copertino hanno levitato Santa Teresa d’Altavilla, San Francesco d’Assisi, San
Filippo Neri, Veronica Giuliani, ma
anche la rozza, volgare e bugiarda
maga napoletana Eusapia Paladino, oggetto di perenne osservazione scientifca da parte del mondo positivista di fine Ottocento, e
quell’uomo di mondo, scozzese e
burlone, che fu D.D. Home”.
Insomma per chi abbia voglia di
studiare più che di giudicare, c’è
abbondanza di materia.
Alfio Pettinà
UNIVERSO SICILIA
AGOSTO 1999
UN TRENO CARICO DI... CULTURA
Parte in questi giorni la grande idea dell’Ente per il Turismo
Siciliano: da aprile a ottobre,
basterà un solo biglietto ferroviario per attraversare in lungo e
in largo la splendida isola del
Mediterraneo. Unico inconveniente il tempo a disposizione: il
biglietto vale una sola settimana
è perciò fondamentale stabilire
già da prima un itimerario ragionato, per godere appieno di ciò
che la Sicilia può offrire.
Prima di tutto decidete quale
dei mille volti siciliani vi interessa: natura, divertimento o tradizioni? Dovendo viaggiare col
treno ed essendo quindi legati
all’ubicazione delle stazioni ferroviarie, il nostro consiglio è di
puntare sulla Sicilia storica che
trova in particolare nella architettura la sua espressione più
interessante. Le mete da privilegiare? Ovvio Catania, Ragusa,
Siracusa e Palermo. Partiamo
dunque da Catania, città incantevole, in cui per una vacanza
all’insegna della cultura c’è solo
l’imbarazzo della scelta. Vi consigliamo di andare a riscoprire la
Catania Barocca, fatta di bizzarria e sfarzo, una Catania che,
sia pur avvolta da un lusso antico, non lascia mai adito a rimpianti nostalgici. Palazzo Biscari, l’opera più significativa di
Antonio Amato, il più noto artefice della rinascita della città nel
XVIII secolo, e la sontuosa fac-
ciata di Sant’Agata di Giovan
Battista Vaccarini sono sicuramente gli esempi più significativi
di quell’arte siciliana del primo
‘700 apprezzata da critici di tutto
il mondo. Lasciatevi travolgere
dall’imponenza delle strutture e
dal candore dei marmi, e Catania vi resterà per sempre nel
cuore.
Il treno fischia, è ora di partire
per Ragusa anche qui barocco e
anche qui una sfavillante bellezza. Visitate quanto più potete (la
chiesa settecentesca di San Bartolomeo a Scicli vi lascerà estasiati: gli stucchi, gli affreschi e
sculture che la decorano valgono da soli l’intero viaggio), ma
non perdetevi assolutamente la
splendida Cattedrale di San Giovanni Battista, eretta tra il 1706 e
il 1760, su progetto di Mario Boscarini e Rosario Spada. Si tratta
di un duomo austero, meno ricco
rispetto ad altre architetture barocche dell’isola, ma non per
questo meno grandioso, come
mostra l’enorme colonnato corinzio che sostiene i tre portali.
Di nuovo alla stazione per
andare nella storica Siracusa,
terra d’artisti e tradizioni, dove
sarà ancora una volta il barocco
a farla da padrone. L’antica Cattedrale era in origine un tempio
dorico, già celebrato da Cicerone per la sua grandiosità, in
epoca bizantina divenne un
chiesa e da allora in poi ha subi-
to una lunga serie di ristrutturazioni, fino all’ultima della metà
del ‘700. Ignazio Marabitti, scultore palermitano, nel 1746
impreziosì il duomo con le sue
spettacolari opere in marmo
dedicate alla Madonna, a S.
Lucia e a S. Marziano.
Ultima tappa Palermo, la
splendida signora che da secoli
incanta chiunque si fermi ad ammirarla. Calcolate almeno due o
tre giorni di permanenza, le bellezze del capoluogo richiedono
tempo e attenzione: vi preparate
a fare un tuffo in una storia antica
di più di ottocento anni. La meravigliosa Cattedrale della città è
una sosta obbligatoria. Fatta erigere nel 1184 durante il regno
Normanno di Guglielmo II dall’arcivescovo Gualtiero Offamilio
con lo scopo di sostituire la moschea musulmana con una chiesa cristiana, la Cattedrale mostra
visibilmente i segni che la storia
le ha affidato: il portale trecentesco dai battenti bronzei e il portico in stile gotico catalano del
‘400, sotto il quale si apre un portale molto ornato di Antonio
Gambarra del 1426, sono due
gioielli dell’arte italiana in generale. La maestosa Cattedrale veglia sul sonno etrno di molti grandi del passato, da Ruggero II a
Enrico IV di Svevia, da Costanza
d’Altavilla a Federico II di Svevia.
Fra le numerose cappelle ritroviamo anche quella di Santa Ro-
salia, dove, in un’urna in argento
del 1631, sono custodite le ceneri della Santa Patrona della città.
La Palermo delle origini non finisce con la Cattedrale, una visita
al Castello della Zisa, la più alta
realizzazione dell’arte arabonormanna, mostra quanto ancora il capoluogo ha da offrire agli
amanti del bello. Voluto da Guglielmo I nel 1165 e completato
sotto Guglielmo II, oggi il castello
e’ adibito a Museo dell’Islam e
raccoglie le testimonianze del
mondo Arabo in Sicilia.
Un ultimo consiglio per
apprezzare le bellezze architettoniche palermitane: non perdetevi la famosissima Villa Igiea,
progettata da Ernesto Basile e
decorata da E. De Maria Bergler. Qui, gli amanti del Liberty
troveranno i più suggestivi
esempi italiani di questo stile.
Ancora Liberty e ancora tanta
eleganza a Villa Tasca, dimora
di Valdesi, nota soprattutto per
le suggestive vetrate del Bevilacqua. Poco più in là lo stabilimento balneare di Valdesi, le cui
terrazze sul mare, stile primo
‘900, offrono una veduta da
sogno. Un po’ di relax e magari
una gita all’Isola delle Femmine
con bagno alla Grotta dell’Olio
saranno il finale perfetto per la
vostra breve, ma intensa, passeggiata tra le bellezze della
Sicilia.
Fabrizio Frega
Aspromonte, dove la storia diventa leggenda
Quando si pensa alla Calabria
vengono subito in mente il mare
cristallino e le coste frastagliate,
eppure questa splendida regione
del sud Italia, incastonata tra lo
Ionio e il Tirreno, è molto di più che
il solito paradiso dei bagnanti. L’Aspromonte (Reggio Calabria), con
la sua natura selavaggia e la sua
storia tra mito e Risorgimento, lo
dimostra in modo lampante.
Ultimo rilievo a sud del “Continente”, orrido e dirupato, l’Aspromonte s’innalza come una colossale piramide fino a duemila metri
sullo stretto di Messina a occidente e sul capo Spartivento a levante.
A catturare il cuore del turista dapprima sono i “piani”, gli antichissimi
terrazzamenti prodotti dall’erosione delle rocce uscite dal mare cinquanta milioni di anni fa, quando
l’Aspromonte era una isola; e poi
sono i vertigionosi strapiombi della Costa Viola, i crinali, le gole dove
irrompono le grandi fiumare - Melito, Amendolea, Laverde, Buonamico - rimbalzando di salto in salto
verso gli sbocchi nel mar Ionio. Si
aggiungono poi le “pietre”, misteriosi monumenti di granito modellato dall’acqua e dal vento in forme
paurose e bizzarre, come quelli
che incombono sugli abitati di
Canolo, di Antonimina, di Ciminà e
di San Luca: i Tre Pizzi, gli Smalidetti, le Rocche di san Pietro, la
Sfinge di Cappa. E ancora il verde,
tanto quanto nessuno può immaginare, da quello della fittissima
macchia mediterranea, alle quote
più basse, a quello dei faggi, dei
pini larici e dei roveri che si affollano sugli altipiani. E infine le migliaia
di fiori: ovunque profumano le viole, i narcisi, gli oleandri e le orchidee, e ancora il mirto, sacro a
Venere, e l’asfodelo degli Inferi,
caro a Proserpina.
Ma nonostante tutto ciò, l’Aspromonte non è solo natura, è
anche mito e leggenda. Qui crescevano le erbe miracolose che
tramutarono Glauco, pastore della
Beozia, in un dio marino. Qui Scilla, la bellissima ninfa amata da lui,
fu raggiunta dalla furia vendicatrice della maga Circe, che la trasformò nell’orrido mostro che, nello stretto di Messina, attirava e
divorava i naviganti. E sempre qui
qualche secolo dopo (XII sec.) è
stata ambientata la “Chanson d’Aspremont”, il poema epico francese che narrava la battaglia tra Carlo Magno e Agolante, il re dei
Saraceni.
L’Aspromonte è anche terra di
tradizioni popolari, umili e bonarie,
che accompagnano da secoli la
sua storia. Si racconta che una
volta San Paolo stava predicando
sulle pendici dell’Aspromonte,
quando uno sciame di cicale lo circondò facendo un chiasso così
assordante da impedire ai fedeli di
ascoltare il sermone: dopo la
maledizione di San Paolo tutte le
cicale della Calabria persero la
voce. Di questa storia si legge
anche nei “Diari di viaggio in Calabria e nel Regno di Napoli” pubblicati nel 1825 dallo scrittore e illustratore inglese Edward Lee. Non
sorprende però che già ai tempi di
Lee si facesse fatica a crederci:
non solo le cicale, forse perdonate, frinivano regolarmente, ma
anche la tradizione agiografica ne
smentiva la veridicità: San Paolo,
infatti, rimase in Italia solo il mese
di marzo, un periodo ancora troppo freddo per le cicale, amanti della canicola estiva.
Parlando dell’Aspromonte,
non si può certo dimenticare il ruolo da protagonista che questa terra ebbe in epoca risorgimentale.
Correva l’anno 1862, quando
Garibaldi, passato lo stretto di
Messina con i suoi Mille, si stava
preparando a marciare su Roma.
A Santo Stefano, però, un antico
borgo dell’Aspromonte, le camicie
rosse furono bloccate dalle truppe
del Generale Cialdini, mandato
tempestivamente da Vittorio Emenuele II per far credere a Napoleone III, tutore dello stato pontificio,
che i Savoia non erano d’accordo
con l’impresa garibaldina. In quell’occasione Garibaldi fu ferito alla
gamba e fu fatto prigioniero, per
poi essere liberato un mese dopo
e continuare la sua guerra contro i
borboni.
Ancora oggi sono molti i turisti
che ogni anno si recano a Santo
Stefano per ricordare l’eroe dei
due mondi: ma purtoppo, si sa, la
memoria spesso svanisce nell’indifferenza, e la storia gloriosa di un
giorno passa in secondo piano di
fronte alla millenaria bellezza della natura. Garibaldi, però, non si
offende, come non si è mai offeso
l’Aspromonte, terra di ninfe e
maghi, talmente bella da essere
chiamata dai suoi antichi abitanti
“monte di luce” (dal greco àspros,
chiaro e lucente), che la maggior
parte dei turisti che arrivano in
Calabria ignora, interessata, inevece, solo agli stabilimenti balneari della costa, con bikini e jubox.
Santoianni
3
SEGUENDO LA VIA
EMILIA, LA STRADA
VOLUTA DAI ROMANI
Per chi sta cercando un intinerario nuovo, ma non per
meno interessante, per visitare
l’Emilia Romagna, ecco quello
che fa per voi: saltate in macchina e ripercorrete da Piacenza a
Rimini la Via Emilia, la moderna
superstrada che ricalca l’antico
percorso voluto dai romani nel II
secolo avanti Cristo per collegare quattordici centri urbani,
distanti al massimo venti chilometri l’uno dall’altro, di primaria
importanza per i commerci capitolini. L’antichità degli insediamenti umani, la posizione a lato
di una delle principali arterie di
comunicazione dell’intera penisola, la stratificazione secolare
della cultura non vi lasceranno
delusi.
Il nostro viaggio dal Po al
mare parte come abbiamo detto
da Piacenza, città nota a tutti i
pellegrini che durante il medioevo partivano dal nord per raggiungere Roma: i flussi giubilari
verso la città sacra avevano in
Piacenza una tappa obbligata,
unico punto di attraversamento
del “grande fiume”. Qui ad accogliere i fedeli c’era la grande
basilica di Sant’Antonino, punto
di riferimento indiscusso per tutta la Cristianità del nord Italia,
ma non solo; monasteri, chiese
(San Giorgio a Vigoleto) e abbazie (la cistercense Chiaravalle
della Colomba) animavano, e
animano tutt’ora, il silenzio dei
colli e delle vallate del piacentino. Ma le meraviglie di Piacenza
non finiscono qui: la splendida
città emiliana offre decine e
decine di castelli, rocche e torri
da ammirare e visitare. Per
secoli queste sentinelle di pietra
furono testimoni e protagoniste
di invasioni, battaglie e assedi
che segnarono per sempre il
destino di queste terre.
Passando per Fidenza, dove
assolutamente non potete perdervi una visita alla cattedrale di
epoca medievale (XII secolo), si
raggiunge Parma, qui a testimoniare l’imponenza della grandissima architettura romanica troneggiano il Duomo e il Battistero. Un una particolare attenzione meritano poi il Parco e il
Palazzo Ducale, esempi spettacolari del fasto rinascimentale
italiano. Non è esclusa una
sosta anche nella vicina Salsomaggiore, la località leader italiana nel settore delle cure termali; dal wellness all’elioterapia,
la patria di Miss Italia accontenta tutti, anche i più sofisticati.
Per gli amanti della cultura è
consigliato un itinerario nel
LIberty, con una visita alle terme
Berzieri e a molti palazzi della
zona.
Il territorio parmense consente anche di gustare prodotti
gastronomici d’eccellenza, dal
Prosciutto di Parma al Culatello,
al Salame di Felino. Senza trascurare il Parmigiano Reggiano,
unico al mondo, che ci accompagna anche a Reggio Emilia:
qui il consiglio è lasciatevi affascinare dalla “padanità” di questa provincia, portici, biciclette,
giovialità sono il suo biglietto da
visita. Per gli appassionati dell’arte, questa è la città che fa per
voi, preparatevi ad affrontare la
meraviglia degli affreschi e delle
pale della basilica della Ghiara
con il capolavoro della “Crocefissione” del Guercino: l’estasi è
assicurata.
Andiamo a Modena, arte e
ancora arte con il Duomo e il
Palazzo Comunale, ma anche le
mitiche “rosse” Ferrari: vale la
pena arrivare fino a Maranello,
per visitare il Museo Ferrari con
auto d’epoca e di campioni.
Altre deviazioni interessanti:
Sassuolo, con il Palazzo Ducale
del 1364 e Nantola, con la sua
Abbazia benedettina ricostruita
in stile romanico nel 1100.
Ed eccoci finalmente a Bologna, la “Capitale Europea della
Cultura” per il 2000: qui, allo
spettacolo visivo delle Torri
degli Asinelli, le più alte d’Europa, si affianca il grande spettacolo dei sapori, dal “turtellen” ai
bolliti è l’ora di dire basta alla
dieta.
Da Bologna si parte per una
delle deviazioni più interessanti.
In mezz’ora si raggiunge Ferrara, città degli Estensi e di mostre
(da marzo è di scena Rubens).
Sulla via Emilia ci sono
ancora Imola e Faenza, con
ceramiche artistiche e industriali. Forlì e le sue colline profumano di vino (Albana e Sangiovese), che si sposa magicamente
con la gastronomia della zona,
che ebbe uno dei suoi padri in
Pellegrino Artusi. Ravenna e i
suoi mosaici meritano una
deviazione di mezz’ora. Ancora
sulla direttrice principale, Cesena, “capitale della frutta”, con un
appuntamento fieristico di livello
mondiale. E’ anche la città in cui
nel ‘400 nacque la Biblioteca
Malatestiana.
Tappa d’arrivo è Rimini, capitale del turismo, ma anche della
cultura, con la Sagra Malatestiana, e dell’arte con il Tempio Malatestiano e l’Arco d’Augusto.
N.C.
LA PIETÀ “È IL MOTIVO DOMINANTE NELLA PITTURA E SCULTURA DEL CRISTIANESIMO”
La rappresentazione più patetica, drammatica e
tragica del Cristianesimo è senza dubbio “La Pietà” con
il gruppo commovente della Vergine Madre e il cadavere del Figlio, appena sciolto e deposto dalla Croce.
Patetica è la “Crocifissione”, oppure non meno
drammatica è la “Flagellazione”, episodi della “Passione di Cristo”, che hanno fortemente colpito e ispirato da oltre mille anni gli artisti del pennello e dello
scalpello, quanto “La Pietà”.
Fra le molte tele ad olio, fra i disegni e fra le sculture esposti nella Pinacoteca comunale e nella Galleria dell’arte contemporanea (con sede nel Castello
Normanno), la “Pieta”, espressa nel “GRUPPO DI
MARIA E CRISTO” è presente con opere eseguite in
epoche diverse.
Le precedenti rappresentazioni della “Deposizio-
ne” e della “Pietà”, molto note in Europa e in italia, a
partire dal Medioevo (da Cimabue e Giotto a Raffaello e alla “SCULTURA” michelangiolesca del Vaticano), sono divenuti canoni, ai quali disegnatori, pittori e
scultori si sono ispirati.
Risale al 1981 il disegno di Luigi Grasso su cartone di colore nero: la tecnica si può definire “cubistica”,
eseguita con pastello pluricolorato - Le vesti di Maria
sono di colore blu, mentre le carni e i lineamenti di
Maria e Figlio sono un misto di cromature di marrone,
bianco e viola.
La “Stampa” di primo Novecento dei fratelli palermitani “Antonino e Vincenzo D’Angelo”, con la rappresentazione dolorosamente patetica del volto di
Maria, raffigura il gruppo della “Pietà” ai piedi di una
grande croce e di una scala, creando così una scena
quasi immediata della “Deposizione”.
Un quadretto, con pittura ad olio su tela, di “Scuola bolognese” (Secolo XVII°-XVIII°), presenta una
composizione originale della “Pietà”: infatti il Divino
Cadavere, disteso a terra, poggia la schiena e il corpo
sopra le gambe di una donna piangente: un’altra donna, chinata a sinistra, bacia i piedi di Gesù Morto;
Maria inginocchiata nella parte centrale del dipinto, è
drammaticamente protesa sul Figlio.
Si può parlare, per questa pittura, di un vero capolavoro d’arte. L’unica scultura in legno della “Pietà”,
esposta nella Pinacoteca comunale adranita (IV° piano del Castello Normanno - II° settore), risale forse al
secolo XIV°.
Osservando attentamente l’opera, è difficile precisare se lo scalpello adoperato sia stato nelle mani di
un bravo artigiano, oppure di un “maestro”, ma certamente una scultura di alto livello, una fattura geniale.
Il legno, che in un primo momento era esternamente colorato (si notano ancora tracce di colore
bianco nei due personaggi dvini) e che necessita di
un buon intervento di esperto restauratore per non
deteriorarsi maggiormente, è artisticamente scolpito
nei vestiari, nel volto e nelle membra senza vita di
Gesù; ma dove l’autore ha superato se stesso è nella
capacità di rappresentare nel volto della Madonna
(contrariamente alla PIETA’ del Vaticano) il profondo
dolore materno di una donna che regge sulle sue
gambe il cadavere martoriato: dolore umano, comune a tutte le madri terrene e mortali, e non soltanto a
Chi piange sconsolatamente sul Golgotà.
Saro Franco
4
AGOSTO 1999
UNIVERSO SICILIA
Cerimonie, feste
e riti religiosi
All’inizio dell’era cristiana l’unica festa era la domenica, cui fece
subito seguito la celebrazione della Pasqua (resurrezione di Cristo)
e, poco dopo, il triduo pasquale
(Giovedì, Venerdì e Sabato santo)
e il periodo dei cinquanta giorni
dopo la Pasqua, concluso dalla
Pentecoste (discesa dello Spirito
santo sopra gli Apostoli e Maria
Vergine). Al IV secolo risalgono
invece probabilmente la Quaresima e la Settimana santa, così
come la solennità dell’Ascensione. La celebrazione delle varie
festività cristiane infatti è cominciata in modo graduale, e l’insieme delle feste che caratterizzano
oggi l’anno liturgico si è sviluppato
nel corso del tempo, senza che vi
fosse un disegno iniziale complessivo. D’altra parte, l’importanza
dell’anno liturgico nella vita della
Chiesa si spiega con la necessità,
da parte della Chiesa stessa, di
perpetuare la memoria della vita di
Cristo, anzi, di trasmettere la sua
stessa presenza nel corso dei
secoli. Le principali ricorrenze religiose si accompagnano sempre a
cerimonie, feste e riti che cambiano da regione a regione - pur nella
stessa tradizione nazionale memori di una storia antica fatta di
mescolanze e intrecci culturali.
Nella settimana santa per
esempio interi paesi scendono in
piazza, alzando il sipario di un
dramma sacro che prende diverse
e suggestive forme: interminabili
processioni, percorrono le strade
al lume delle fiaccole; si indossano
costumi medievali, ci si nasconde
il viso sotto i cappucci, si va a piedi
scalzi, ci si incatenano le caviglie,
si indossano cilici, si cammina
ondeggiando così da rendere più
faticoso il cammino; in alcuni casi
si arriva a ferirsi con schegge di
vetro o a frustarsi con corregge di
cuoio. Un senso di mortificazione
e penitenza destinato a sciogliersi
nella gioia del giorno della resurrezione, quando tutto è un volo di
colombe, uno scoppiar di mortaretti, uno scroscio continuo di
campane. Vengono portati in processione gruppi statuari di legno,
di gesso, di cartapesta ideati
appositamente per questa funzione e che, nel loro contesto d’origine, diventano immediatamente
comprensibili, come dovevano
essere un tempo. La città che
mantiene le usanze più antiche è
Taranto, dove i riti della Settimana
Santa ricordano le tradizioni del
dominio spagnolo. Nel borgo
medievale, dalla chiesa di San
Domenico, costruita nel 1300 a cui
venne aggiunta, in epoca barocca, una splendida scalinata, esce
a mezzanotte la processione dell’Addolorata. Avanza con un passo dondolante, la “nazzeccata”, il
dondolio. Per 15 ore il corteo sfila
tra città vecchia e città nuova al
suono delle marce funebri e alla
luce delle candele, per poi tornare
a San Domenico verso le 13 del
Venerdì. Alle 11 esce di nuovo
dalla chiesa del Carmine, nel cuore del borgo, la Processione dei
Misteri. La prima edizione venne
organizzata tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento dal nobile tarantino Diego Calò. I simulacri
sono 8, portati a spalla da chi è riuscito a vincere all’asta, la Domenica delle Palme, questo onore
massacrante. Pesano infatti i
Misteri, pesa la statua del Gesù
Cristo Morto e della Santissima
Addolorata. La processione procede così lentamente che sembra
ferma, accompagnata da tre bande musicali che eseguono marce
funebri composte da autori tarantini. Per festeggiare l’Ascensione
invece, basta cambiare l’abito alla
veste della Madonna che abbandona il suo manto luttuoso e appare nello splendore di una veste
bianca e celeste, mentre si fanno
scoppiare mortaretti e si lanciano
al cielo le colombe. A Firenze si
accende addirittura il “fuoco
sacro”. Si narra infatti che, durante
la prima crociata, nel 1906 il cavaliere fiorentino Pazzino de’ Pazzi,
cavaliere fiorentino al seguito di
Goffredo da Buglione, piantò per
primo il vessillo della Croce sugli
Spalti di Gerusalemme. In ricompensa, ebbe alcuni frammenti di
pietra del Santo Sepolcro. Tornato
a Firenze, quei frammenti vennero
usati per accendere il fuoco sacro
del Sabato Santo. La famiglia
Pazzi decise di rendere la cerimonia più suggestiva costruendo un
carro che, riccamente addobbato,
portava il sacro fuoco per le vie
della città. Oggi questa tradizione
continua la domenica di Pasqua.
Con l’Assunzione, si è cele-
RAGUSA, FRA GIOIELLI DEL BAROCCO E SPIAGGE INCONTAMINATE
Per gli amanti delle vacanze
originali, lontane dagli itinerari
classici dei villaggi e delle gite
organizzate, la Sicilia può offrire
assai piacevoli sorprese. Una
zona tutta da scoprire, che si
presenta come un “mondo a
parte” rispetto al resto della
regione è la città di Ragusa con
i suoi dintorni: autentici gioielli
del barocco, una dolce catena di
monti, la vista sul mare e una
costa ancora selvaggia.
Posta su una roccia calcarea fra due valloni, a Ragusa si
incrociano le storie di due città:
una moderna detta Superiore e
un nucleo più antico chiamato
Ibla.
Ibla fu fondata dall’antico
popolo dei Siculi, dei quali restano i locali funerari visibili nella
valle del Gonfalone, lungo la
strada che porta a Modica. Del
periodo greco restano invece
alcune necropoli: la più importante è quella del Monte Rito.
Sia Ibla sia Ragusa Superiore
conservano opere d’arte di
grande valore.
Quando il terremoto del
1693 distrusse gran parte degli
edifici, la ricostruzione della città
brato il compimento della Resurrezione, l’assunzione del mondo
nel corpo glorioso di Gesù. La
Pentecoste porta a compimento il
mistero della incarnazione: il vero
angelo del Signore, che è lo Spirito Santo, scende sugli Apostoli e
sulla Vergine Maria. Anche per la
Pentecoste non esiste un “festeggiamento ufficiale”, piuttosto ogni
parrocchia segue propri usi e
costumi. Nella cittadina umbra di
Orvieto, per esempio, il 23 maggio
si è svolta la Festa della Palombella, un festa propiziatoria per la città
istituita nel secolo XV per volere
della famiglia dei Monaldeschi. Il
giorno della Pentecoste, sul tiburio
della Chiesa di San Francesco, di
fronte al Duomo, si colloca un’edicola raffigurante l’Empireo in cui si
vede una colomba legata per le ali
mentre sulla gradinata del Duomo
è collocato un tabernacolo gotico
raffigurante il Cenacolo. A mezzogiorno, dall’Empireo partono fuochi artificiali, mentre la colomba
scende verso il tabernacolo lungo
una corda metallica.
Scop-Tach
FUORI DALLA COSTITUZIONE
LA PENA DI MORTE
La Camera ha approvato in
prima lettura a grandissima maggioranza (362 sì, un no e 4 astenuti) la proposta di legge costituzionale che cancella dalla Costituzione la pena di morte, anche
nei casi previsti dalle leggi militari di guerra. “È un momento storico - ha detto il primo firmatario
della pdl Rino Piscitello, dei Democratici - un atto fondamentale
con il quale il nostro paese entra
di diritto tra quelli totalmente
abolizionisti”. “Viene eliminata afferma Giuliano Pisapia, ex presidente della Commissione giustizia - la contraddizione presente nell’articolo 27 della Costituzione”, che non ammette nel nostro paese la pena di morte “se
non nei casi previsti dalle leggi
militari di guerra”.
L’Italia, patria di Cesare
Beccaria, fu uno dei primi paesi
al mondo ad abolire la pena
capitale per i crimini comuni, il
1° gennaio 1890, quando entrò
in vigore il Codice Penale di cui
fu padre Giuseppe Zanardelli. Il
Fascismo la reintrodusse: prima, nel 1926, per i delitti politici;
poi, nel 1930, anche per i reati
comuni. Caduto il regime, la
pena di morte fu di nuovo soppressa nel 1944 e sostituita dall’ergastolo. Ma restò applicabile
in caso di guerra in base ai
Codici militari. Gli eventi politici
internazionali degli ultimi anni,
però, hanno creato un fatto nuovo. Soldati italiani si sono trovati
sempre più di frequente in zone
di guerra, sotto le bandiere dell’Onu, della Nato o di altre forze
multilaterali, ma comunque soggetti alle leggi italiane, compreso il Codice militare di guerra.
Quindi teoricamente passibili
della pena di morte, in caso di
gravi violazioni. È successo per
le due missioni in Libano nel
1982 e 1984, per la Guerra del
Golfo, per la spedizione in
Somalia ed ora per la crisi del
Kosovo. Negli ultimi anni il Parlamento aveva per questo dovuto approvare provvedimenti ad
hoc per escludere l’applicabilità
del Codice di guerra.
L’Italia è il 54° paese al
mondo ad aver del tutto bandito
la pena capitale e, nella Unione
Europea, va ad aggiungersi a
Danimarca, Francia, Germania,
Irlanda, Lussemburgo, Olanda e
Portogallo. Il Parlamento, il 5
ottobre 1994, infatti ha già cancellato la pena di morte anche
dal Codice Penale militare di
guerra, estromettendola di fatto
dall’ordinamento giuridico italiano, prima ancora della pdl di
modifica costituzionale approvata dalla Camera.
V.C.
si estese verso la zona alta. I
due centri furono divisi nel 1865
nei comuni di Ragusa Superiore
e Ragusa Inferiore; quest’ultimo
riprese
successivamente
il
nome di Ibla. Nel 1926 le due
cittadine vennero riunite in un’unica municipalità. Ibla ha sempre vissuto in una condizione di
marginalità che, se da un lato
l’ha salvata da un’indiscriminata
edificazione, dall’altro l’ha tenuta in condizione di profondo
degrado. Tuttavia la ricchezza
delle architetture barocche e la
suggestione creata dagli edifici
più antichi scampati al sisma ne
fanno uno dei centri di maggior
interesse storico e artistico dell’intera Sicilia.
Fra questi spicca la chiesa
di San Giorgio, uno degli edifici
sacri più belli del barocco siciliano del ‘700 (finito nel 1775), e la
chiesa di San Giuseppe. Ma dal
centro si può seguire corso XXV
aprile fino al verde antico della
Villa Comunale, detta anche
Giardino Ibleo, da cui si ammira
una splendida panoramica dei
monti Iblei e della sottostante
valle del fiume Irminio.
A Ragusa Superiore invece
La cattedrale di Ragusa.
si trova l’imponente cattedrale
dedicata a San Giovanni Battista, eretta tra il 1706 e il 1760 su
progetto di Rosario Boscarino e
mario Spada. Meno ricca rispetto ad altre architetture barocche
dell’isola, è nondimeno austera
e grandiosa.
Per gli amanti della natura
invece, da non perdere, lungo il
litorale compreso tra Marina di
Ragusa e Donnalucata, la riser-
va naturale “Macchia foresta del
Fiume Irminio” istituita nel 1989,
ricca di vegetazione tipica (ginepri e lentischi secolari) e avifauna ( airone, garzetta, , tarabusino e varie specie di palmipedi).
Costituisce l’ultima testimonianza di come le coste siciliane si
presentavano storicamente: un
sistema di dune sabbiose che si
estende per circa un chilometro.
A. Di Quattro
Dalle colonne
del quotidiano “La Sicilia”
In riferimento all’articolo pubblicato sul vostro quotidiano di venerdì 16 Luglio 1999 dal titolo
ADRANO - Il Comune inviterà i gruppi locali ad esibirsi - Pochi soldi per l’”Estate” si punta sul “volontariato” vorrei esprimere e rendere pubblica la mia opinione e posizione in merito all’appello espresso
fra le righe dall’assessore. Appello rivolto a noi gruppi locali quasi a convincerci che se ad Adrano
avviene tutto ciò non è colpa dei suoi amministratori, ma del lupo cattivo.
Ebbene No! Cari amministratori, non attacca! Voi siete responsabili per quello che succede ad
Adrano. Per le omissioni, per l’insensibilità e per le prevaricazioni perpetrate nei confronti delle classi
deboli. Colpevoli del degrado delle Coscienze e della disaffezione a questa splendida città. Nessun
tentativo di impietosire può ripulire la Vostra coscienza, nessuna “Sindrome di Stoccolma” può aver
luogo nei Vostri confronti.
Ritengo invece, utile ed opportuno: sia in qualità di cittadino, sia quale rappresentante di un locale e nutrito gruppo di Cittadini, che il Sindaco e l’Assessore diano una pubblica spiegazione del perché il Bilancio (già Commissariato) strumento essenziale per la programmazione e la gestione amministrativa del Comune, sia stato presentato in ritardo. Credo, pur non essendo un tecnico, che il Bilancio doveva essere presentato per l’approvazione del consiglio agli inizi dell’anno e non a metà anno.
Alfredo Torrisi
Presidente Associazione Le Muse di Adranon
Associazione Siciliana
Produttori Vitivinicoli
Piazza S. Maria di Gesù n. 3 - 95124 - CATANIA
La viticoltura
siciliana ha da
sempre assunto
una importanza
non secondaria
nell’intera economia isolana.
Le migliaia di
aziende vitivinicole
hanno
bisogno
una
puntuale e competente
assistenza per conseguire risultati
in termini di
qualità e tipicità
dei prodotti. L’Associazione dei produttori vitivinicoli con i suoi punti di riferimento organizzativo è a disposizione dei produttori per una utile assistenza a
favore dei produttori. Per ricevere utili informazioni potete scrivere a
A.S.Pro.Viti. Piazza S. Maria di Gesù - 95124 CATANIA.
UNIVERSO SICILIA
AGOSTO 1999
L’eredità
di Maria Montessori
Il suo volto è stampato sui
nostri biglietti da mille lire, ma la
maggior parte degli italiani ignora del tutto chi fu e che cosa
fece. Eppure Maria Montessori
è stata una protagonista culturale di spicco, tra le più innovative
del ‘900. A lei dedicano un ritratto Anna Bravo e Lucetta Scaraffia nel volume “Donne del ‘900”
(Liberal-Libri), che racconta il
nostro secolo attraverso le sue
protagoniste femminili più significative, proprio mentre in Italia
vengono nuovamente pubblicate tutte le sue opere.
Bravo e Scaraffia, docenti di
storia rispettivamente a Torino e
a Roma, hanno dato vita a 50
ritratti dal taglio narrativo, che
ricordano non solo l’importanza
storica e l’operato delle protagoniste, ma anche la loro realtà
umana. Il ritratto della Montessori comincia proprio con una
descrizione della sua femminilità: “Bella, elegante e molto
femminile, Maria era dotata di
una forte personalità carismatica: vestita di pizzi e piume, sembrava smentire ogni sospetto di
mascolinizzazione intorno alla
donna emancipata”.
Nell’opera della Montessori morta in Olanda nel 1952 e nata
a Chiaravalle (Ancona) nel 1870
- dopo la laurea in medicina e lo
studio rivolto ai bambini minorati, trovarono una sintesi molte
delle conoscenze psicologiche e
scientifiche del tempo. E prima
di scrivere la Montessori si
dedicò concretamente all’educazione dei bambini tra i 3 e i 7
anni, per i quali aprì nel 1904 a
Roma la sua prima “Casa dei
bambini”. Esce nel 1909 il suo
“Metodo della psicologia scientifica”, seguito da “L’autoeducazione nelle scuole elementari”,
ma i suoi libri più importanti verranno vari anni dopo. In cosa
consiste il suo metodo lo sintetizzava la stessa Montessori: “E’
un sistema di difesa della perso-
nalità umana che inizia dall’infanzia”.
Tra i principi nuovi che introdusse ci fu quello dell’utilizzo di
strumenti e materiale didattico
creato dall’osservazione scientifica del comportamento infantile, unito alla libertà lasciata al
fanciullo di usarlo per una sua
personale scoperta del mondo,
all’interno di una interrelazione
con i coetanei.
“Uomini che hanno mani e
non teste e uomini che hanno
teste e non mani, sono egualmente fuori posto nella comunità moderna”, scriveva in nome
di un’autonomia reale della persona. Scoprì così che il bambino
era irrequieto a scuola e tra gli
altri se abbandonato a se stesso, mentre si concentrava allegramente operoso quando riceveva stimoli giusti e si sentiva
guidato con mezzi a lui idonei.
Della Montessori, Garzanti
ha riproposto in economica tre
dei suoi titoli più significativi: “La
mente del bambino” , “Il segreto
dell’infanzia” e “La scoperta del
bambino” , mentre Il Mulino sta
per pubblicare una sua biografia, “Maria Montessori” di Marjan
Schwegman che ne rileva
anche l’impegno per un ruolo
nuovo della donna.
Nella sua biografia la
Schwegman la segue dai primi
corsi relativi al suo metodo, al
1925 quando nacque l’Opera
Nazionale Montessori col patrocinio di Mussolini, per un errore
di valutazione del fascismo che
non tardò a divenire intollerante
verso una scuola così antiautoritaria, che educava alla libertà di
pensiero e d’ essere. Maria
Montessori fu così praticamente
costretta a emigrare e dal ‘34
lavorò sul campo, come sua abitudine, prima in Belgio, poi in
Inghilterra e in India, dove
divenne celebre come “The
Mother” (la madre).
A.C.
5
TUTTI I NUMERI
FUMO: “CATTIVI MAESTRI”
DEI RAPPRESENTANTI
IL 26% DEI MEDICI
DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO
Sedici alla Camera e otto al
Senato. Questi i numeri dei parlamentari in rappresentanza degli italiani all’estero che si andranno ad
aggiungere agli attuali 630 deputati e 315 senatori se, come sembra,
l’aula della commissione Affari
Costituzionali accoglierà nei prossimi giorni la proposta del comitato
ristretto per la modifica degli articoli 56 e 57 della Costituzione.
La riunione del comitato
ristretto avrebbe dovuto aver luogo il 14 aprile scorso a Montecitorio, ma è stata rinviata, per motivi
tecnici, alla settimana successiva.
Le proposte in campo, sul
numero dei rappresentanti eletti
nella Circoscrizione estero, erano
varie. Alla fine è stato il relatore del
provvedimento, Vincenzo Cerulli
Irelli, a trovare la mediazione che
ha sucitato il consenso della maggioranza del comitato ristretto (tra
la proposta dell’onorevole Mirko
Tremaglia per 20 deputati e 10
senatori e quella del deputato dei
Democratici di sinistra Marco Pezzoni, che proponeva il numero di
12 deputati e 7 senatori).
Contrari restano i Verdi,
Rifondazione Comunista, la Lega,
il Partito dei Comunisti Italiani di
Armando Cossutta e i Socialisti
Italiani.
E’ stata eliminata invece l’ipotesi di stabilire il numero dei parlamentari in base alla quota percentuale del due per cento: nel caso di
un “taglio” del numero complessivo dei parlamentari,infatti, gli eletti
dalle circoscrizioni estere sarebbero diventati troppo esigui.
“Credo che abbiamo trovato la
via giusta - ha detto Cerulli - in sintonia con il Consiglio degli Italiani
all’estero, per chiudere questa
annosa partita”.
Dopo il voto della commissione, nei prossimi giorni il provvedimento potrebbe passare in aula e
per i primi di giugno potrebbe
essere approvato in prima lettura.
Nel frattempo al Senato va
avanti l’esame dell’articolo 48 (l’istituzione della Circoscrizione
Estero) in seconda lettura.
“Io penso, quindi - conclude
Cerulli Irelli - che prima delle ferie
estive potrebbe essere approvato
quest’ultimo in terza e ultima lettura alla Camera, e gli articoli 56 e
57 in prima lettura sia alla Camera
che al Senato in modo da consentire agli italiani all’estero di usufruire del loro diritto già dalle prossime
elezioni”.
U.S.
Proprio tra i camici bianchi si
nascondono gli “inquinatori” più
ostinati (e insospettabili) di ospedali pubblici e studi privati. All’esercito dei fumatori regolari si
iscrive infatti di diritto il 32% degli
operatori ospedalieri e il 26% dei
medici di famiglia: il 77% dei primi fuma anche nei diversi reparti,
infischiandosene allegramente
dei divieti, il 26% dei secondi
non rinuncia alla sigaretta
nemmeno in presenza
dei propri pazienti.Secondo l’Associazione
pneumologi e la Federazione dei medici di famiglia, i camici bianchi, oltre
ad essere cattivi discepoli,
sono anche maestri distratti: tra gli
operatori
ospedalieri, il
23% non affronta mai il
problema fumo
con i propri pazienti mentre il
26% consiglia di smettere solo in
presenza di malattie direttamente legate all’abuso di nicotina.
Più intraprendenti, ma nemmeno
tanto, i medici di base: poco più
della metà (il 54%) parla degli effetti del fumo con i propri pazienti, ma appena il 37% ammette di
raccogliere in modo particolareggiato notizie sul loro comportamento di consumo e solo il
24% agisce realmente a livello
terapeutico. Sono diverse, le
strategie per affrontare il problema. Nell’ultimo anno Federfarma, Aipo e Fimmg hanno attivato
dei corsi di aggiornamento per i
medici: “l’obiettivo - ha
spiegato Fiorenzo Corti,
coordinatore nazionale
del Progetto fumo di
Fimmg - è portare i medici
ad affinare gli strumenti di
diagnosi di dipendenza da nicotina, insegnandogli anche un
nuovo
approccio con il
paziente.
Non più minaccioso o paternalistico, ma
attento alle esigenze della persona e alle difficoltà enormi che
questa incontra durante il processo di disassuefazione”. L’Aipo, su indicazione dell’Oms, ha
deciso invece di promuovere la
rete di “Ospedali senza fumo”,
un network di 60 strutture ospedaliere in cui il tabacco è off-limits.
P.T.
UNA RICERCA D’AVANGUARDIA SULLA
SCOMPARSA DELL’ANTI-MATERIA
È appena partita una ricerca
sperimentale italiana d’avanguardia, che punta a scoprire la
causa della scomparsa dell’antimateria nel nostro universo: più
precisamente, gli scienziati dei
Laboratori Nazionali di Frascati
dell’Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare (Infn) hanno avviato
Dafne e Kloe, rispettivamente
l’acceleratore ed il rivelatore di
una classe particelle subnucleari, i mesoni K, il cui comportamento ci aiuterà a chiarire
il meccanismo fisico responsabile dell’asimmetria di materia
ed anti-materia nel cosmo.
A differenza dei personaggi
mitologici richiamati dal loro
nome, Dafne e Kloe sono felicemente sposati e lavorano insieme
con risultati che promettono già
molto: Dafne è l’acronimo di Double Anular F-factory for Nice Experiments (produttore a doppio anello di particelle Fi per esperimenti di
precisione), mentre Kloe sta per
K-Long Experiment (esperimento
con il mesone K-l, ossia K lungo).
Non ha per ora spiegazioni plausibili l’enigma della scomparsa dell’anti-materia dell’universo, la cui
creazione iniziale è appurata dalla
cosmologia già da mezzo secolo,
mentre per tutto questo tempo è
stata inutilmente cercata dagli
astrofisici anche nello spazio
profondo.
Eppure, i modelli cosmologici
costruiti sulla base dei dati in
nostro possesso indicano che all’inizio del tempo materia ed antimateria si equivalevano, in quantità. Oggi, invece, a parte quelle
esigue quantità di anti-materia
create artificialmente negli acceleratori dei laboratori di fisica
nucleare, si è riusciti a trovarne
quantità esigue ed estremamente
effimere in natura solo nei raggi
cosmici, dove la loro produzione è
dovuta ad eventi accidentali.
Come funziona questa nuova
ricerca italiana? Lo hanno spiega-
to i responsabili scientifici nel
Laboratorio di Frascati, diretto da
Paolo Laurelli: Gaetano Vignola,
responsabile del progetto Dafne,
e Paolo Franzini, responsabile del
progetto Kloe.
Si lavora sulla misurazione
della violazione della simmetria di
CP (ossia: carica e parità). Vale a
dire che per alcune particelle dalla
vita effimera è possibile la trasformazione da materia in anti-materia (cioè, quelle particelle diventano se stesse rovesciate come in
uno specchio, ossia anti-particelle
identiche, ma con carica elettrica
invertita), mentre la trasformazione speculare inversa da antimateria in materia avviene in
modo sbilanciato. I mesoni K sono
fra queste particelle dall’inversione asimmetrica. E nel laboratorio
di Frascati si osserva, in particolare, la trasformazione del Ks (“s”
sta per short, ossia dalla vita breve) nel mesone Kl (“l” sta per long,
dalla vita lunga. Ma tutto è relativo:
il Ks decade subito, mentre il Kl
percorre alcuni metri alla velocità
della luce). Il fatto è che il decadimento dei due tipi di mesone K,
dopo l’annichilazione, non corrisponde alla teoria: quello che si
vuole fare, pertanto, è misurare la
violazione di simmetria CP, e di
trarne le deduzioni del caso. Le
macchine con le quali l’esperimento viene svolto sono estremamente complesse e ad altissima
precisione, ma stavolta l’Italia procede da sola nell’impegnativa
ricerca. E i fisici di Frascati non
nascondono la fierezza di inserirsi
in una tradizione che vede l’Italia
sempre all’avanguardia in questa
scienza. E, una volta tanto, vantano anche il buon funzionamento
della macchina dello stato, il cui
finanziamento di 200 miliardi (120
miliardi è costata la macchina di
Dafne, e 55 quella di Kloe) è andato a buon fine, perfino con il risparmio di qualche miliardino.
Taità
Dal 26 Settembre al 5 Ottobre
Nell'occasione della ”Settimana Culturale Siciliana”, organizzata
dalla ”THE SICILIAN CULTURAL SOCIETY OF CANADA”,
l'INPAL di Palermo coadiuvata dalla Presidenza Regionale, unitamente alla testata UNIVERSO SICILIA, esporranno le riproduzioni
in formato gigante di fotografie d'epoca di alcune località dell'Isola.
Alla Manifestazione parteciperanno esponenti dell'INPAL, del
Mondo dell'emigrazione, della Cultura e del Sindacato.
6
AGOSTO 1999
UNIVERSO SICILIA
LA RIFORMA DEI SERVIZI SEGRETI
Il governo ha approvato, su
proposta del vice presidente del
Consiglio Sergio Mattarella, il
disegno di legge di riforma dei servizi segreti. Una riforma attesa da
oltre sei anni e che porrà gli 007
italiani alle dirette dipendenze del
presidente del Consiglio che potrà
essere affiancato da una autorità
di governo delegata per decentrare le responsabilità su un ministro
o su un sottosegretario. Nelle sole
mani del premier resterà invece il
delicato potere di decidere sul
segreto di Stato che di regola
durerà 15 anni, aumentabili di altri
15 per notizie che possono mettere in pericoli le fonti ma anche gli
agenti e lo stesso Stato.
Il governo potrà contare, quale
suo braccio operativo, su una nuova struttura, il Digis, il Dipartimento governativo delle informazioni
per la sicurezza, che va di fatto a
sostituire il Cesis, l’organo di coordinamento delle due strutture di
“intelligence”, ossia il Sismi (gli
007 militari) e il Sisde (quelli civili).
Il Sismi diventerà l’Aisi - agenzia
per la sicurezza interna -, il Sisde
si chiamerà Aise - agenzia per la
sicurezza esterna. Entrambi
avranno funzioni strettamente
operative, ossia raccoglieranno e
trasmetteranno informazioni al
Digis che avrà il compito di rielabo-
rarle tenendo costantemente
aggiornata l’autorità politica sulle
emergenze e sui pericoli più gravi
per la sicurezza nazionale.
Aise e Aisi gestiranno queste
notizie solo per il periodo di tempo
operativamente necessario prima
di inviarle al Digis e comunque,
entro un anno, dovranno distruggerle. Sarà quindi il Digis a detenere tutti i segreti degli 007 in un
unico cervellone.
Al presidente del Consiglio
spetterà nominare i direttori delle
due agenzie di intelligence, quali
uomini di sua stretta fiducia, e che
quindi non verranno più scelti,
come accaduto finora, dai ministri
dell’Interno e della Difesa. Direttori che, quale grande novità, decadranno dall’incarico quando, alla
nascita di un nuovo governo, ci
sarà il voto di fiducia del Parlamento. Un’altra novità riguarda le
garanzie funzionali degli 007.
Dopo la preventiva autorizzazione
dell’autorità politica, gli agenti
segreti non potranno più essere
puniti se, per ragioni di servizio,
sono costretti ad infrangere la legge.
Le “barbe finte” certamente
non avranno “licenza di uccidere”
ma godranno di una maggiore
copertura.
“Era ora, ce n’era davvero
bisogno” ha commentato il presidente della Commissione Stragi
Giovanni Pellegrino secondo il
quale “il nuovo clima politico ha
consentito e accelerato la soluzione di un problema da affrontare
necessariamente in maniera
diversa”. “Fino all’inizio degli anni
‘90 - ha ricordato Pellegrino - si è
corso il rischio che i detentori del
potere si potevano avvalere dei
servizi nella competizione interna.
Era quasi nelle cose. Quindi era
naturale un pregiudizio democratico”.
Il presidente del Comitato di
Controllo sui Servizi, Franco Frattini di Forza Italia ha annunciato
invece battaglia in Parlamento.
“Non sarà questa la riforma che
diventerà legge” ha tuonato.
Secondo l’esponente del Polo due
sono gli aspetti che necessitano di
un approfondimento. Da una parte serve maggiore chiarezza sul
rafforzamento dei poteri riferiti al
Presidente del Consiglio, dall’altra
un ripensamento sui poteri del
comitato di controllo. “La stanza
delle decisioni - spiega Frattini non può essere solo quella del
Presidente del Consiglio. Il Premier deve attuare le scelte e non
formarle. L’elaborazione delle
decisioni deve spettare all’organo
collegiale, il comitato interministe-
riale presieduto da Presidente del
Consiglio e composto dai ministri
dell’Interno, della Difesa e degli
Esteri. Il capo del Governo non
può essere il solo a decidere, deve
previlegiarsi, insomma, il principio
della collegialità”. Per quanto
riguarda il comitato di controllo,
Frattini rileva una carenza nella
attribuzione dei poteri. “Al Comitato manca l’attribuzione del potere
ispettivo. Non ha la possibilità di
vedere le carte, di esercitare realmente un controllo”. “Un potere dice ironicamente l’esponente di
Forza Italia - che ha il Garante sulla Privacy e non ha il Comitato parlamentare di controllo. Questo
aspetto mi lascia molto perplesso”.
Inoltre Frattini sottolinea l’importanza delle garanzie funzionali
per alcune ipotesi di reato. In particolare si riferisce alle intercettazioni ambientali e telefoniche. “Già
nel nostro Paese il ricorso a quelle
legittime è maggiore che non in
altri Paesi Europei. Se poi questa
materia può essere regolata
anche da una legge ordinaria, mi
chiedo che valore ha la norma
costituzionale che in merito alle
intercettazioni recita che devono
essere autorizzate dal magistrato”.
Taità
In cammino verso la Conferenza
mondiale degli italiani all’estero
di G. Tassello
Nel febbraio del 1999 l’editorialista di “Friuli nel Mondo”
commentava sul logoramento
del rapporto tra gli italiani nel
mondo ed il paese di origine:
uno stato d’animo derivante da
“brucianti delusioni”. Occorre
pertanto ristabilire contatti creativi tra le due realtà, aumentando il desiderio di partecipazione
nelle comunità italiane residenti
all’estero ed assegnando un
significato preciso alla loro
valenza culturale, economica e
politica.
Prima di celebrare la Conferenza Mondiale degli italiani
all’estero si rivela quanto necessario chiarire la fisionomia reale
degli italiani all’estero ed analizzare, nel frattempo, i motivi del
perdurante disinteresse per la
terra di origine nei confronti dei
figli lontani: una descrizione
strappalacrime che non ha prodotto molti risultati innovativi sul
piano pratico.
Non è, tuttavia, solo colpa di
uno stato assenteista o della
incapacità dell’associazionismo
regionale o nazionale se non
sono sempre state individuate
strategie più idonee o se alla
propositività si preferiscono i
facili amarcord. Le tante delusioni, che si cerca di tamponare
con frasi ad effetto, l’incompetenza o la non volontà di cambiare (vedi la necessità del voto
per corrispondenza e il funzionamento dell’AIRE; vedi i disguidi e i ritardi denunciati da decenni e che non sembrano scalfire
alcuni settori dell’amministrazione) si abbinano ai progetti culturali e assistenziali accantonati
solo perché non portano la griffe
dei partiti di turno al potere. Il
male oscuro dell’emigrazione è
la mancanza di una democrazia
reale che sappia e voglia coinvolgere tutti, mettendosi in
ascolto delle aspirazioni di ogni
settore della comunità. L’atteggiamento di chi ritiene di conoscere le soluzioni e gestisce la
politica senza un reale coinvolgimento di tutti stanca, delude e
porta al disinteresse. Emigrato
ha perciò imparato a gestire la
sua vita da solo o attraverso una
straordinaria rete informale per
cui non sente più il bisogno di
emigrare da se stesso ed operare a livello solidale. Questo individualismo asociale procede
parallelamente alle riflessioni e
alle attività di clubs per pochi iniziati: i salotti bene dell’emigrazione.
Associazione Siciliana Produttori Olivicoli
È l’Associazione capace di
assicurare la necessaria
assistenza per una:
— corretta coltivazione olivicola;
— buona conoscenza delle
tecniche di produzione
dell’olio;
— professionalità per la conservazione dell’olio prodotto;
— migliore resa nella commercializzazione dei prodotti olivicoli.
Per tutto questo l’ASPO conta una capillare rete
di uffici sempre a disposizione dei produttori.
Per informazioni rivolgersi all’ASPO - Piazza Mercato 72 - 95031 ADRANO
Vi è anche chi punta su un
reale inserimento soci-politico
dell’emigrato nella società di
arrivo, senza rinnegare le proprie radici culturali da cui anzi
trae ispirazioni di novità. Ma chi
ravviva queste sue aspirazioni ?
La conferenza deve significare un momento di ascolto di
una base dal volto multiforme
che intende confrontarsi, riconciliarsi con una terra di origine
alquanto restia al dialogo e mettersi alla ricerca di strategie che
diano un senso compiuto a quelle parole che sono sulla bocca di
tutti - “risorsa migratoria” - ma
sono così poco credute.
A RUOTA LIBERA
di Pasqualino Sangiorgio
Siamo tornati dalle vacanze
Come dire da una bella avventura e l’abbiamo scampata
bene; siamo usciti indenni, non finiti tra le centinaia di morti e, per
fortuna, le migliaia di feriti.
Non siamo incappati nelle asfissianti colonne, lunghe anche
trenta chilometri, nei trafori dall’aria irrespirabile. Non abbiamo
fatto la coda negli aeroporti e nei porti. C’è andata, tutto sommato, bene. Ora il conto alla rovescia è finito: siamo a casa, ripreso
il lavoro, deplorato quando è in atto, sospirato nel momento in cui
ne siamo lontani. E riprendiamo la normale routine, la monotonia
di sempre con le sue modeste sorprese e novità.
Bilancio
Se guardiano i giornali di questi giorni e li compariamo a quelli dell’anno scorso e ai precedenti, sembra che non sia successo
nulla di nuovo: esodi infiniti, milioni di macchine in movimento e
spesso quasi ferma, spiagge così piene che il mare calpestato
sembra lontanissimo come un miraggio, stanchezza , sudore,
incendi tali che sembra un miracolo che ci sia ancora qualcosa
da bruciare e poi alla fine la grande soddisfazione: sono stato in
vacanza, torno a casa felice per tanti motivi non ultimo che sia
finita e le tasche sono vuote. Bello il turismo, viaggiare, vedere
cose nuove, ma tutto si paga ed anche caro.
A testa in su
C’è stata una bella novità, quella dell’eclisse, il sole oscurato
dalla luna, che abbiamo visto per qualche secondo con un vetrino da saldatore e che per la verità non c’è parso niente di straordinario, un punto nero nel cielo in pieno giorno.
Poi dovevamo vedere gli aerei di un partito che ci annunciava i suoi messaggi, ma non c’è ne siamo accorti o che forse non
sono venuti dalle nostre parti.
Nel periodo ferragostano non c’è stata alcuna tregua della
tensione politica non s’è smesso di parlare di pensioni, argomento misterioso e pauroso perché tutti temiamo di perdere
qualche cosa. Così abbiamo appreso che illustri personaggi
godono di un trattamento previdenziale vicino al miliardo annuo
lordo e di altre cifre parimenti strepitose che auguriamo ai privilegiati di godersi purché ci lascino in pace nei nostri modesti compensi.
Solleone
In Sicilia il caldo ci ha fatto particolarmente soffrire perché, se
non altissimo per le temperature, forte e continuato; ora respiriamo una certa frescura nella nostra Catania ove al ponentino è
subentrato il fresco levante che ci consente di goderci la città, se
non deserta, alleggerita di uomini e di macchine, bella nel riacquistato silenzio che sembra un sogno da gustare ad occhi aperti nel poco tempo che resterà
IL RESTAURO DELL’ASSUNTA
SCOPRE CRIPTA DEL ’600
E’ stata una inattesa sorpresa
quella che ha portato alla luce,
durante un’operazione di restauro, la cripta della chiesa dell’Assunta a Palermo, nota a tutti come
scuola Daita. Nessuno immaginava che la cripta potesse avere il
suo ingresso in un angolo del
monastero. Poi, mentre si lavorava alla liberazione del loggiato, a
sua volta ricomparso sotto il tufo e
il cemento all’entrata dell’edificio,
è apparsa la cavità. Una scala
ancora rivestita di antiche maioliche, è stata la guida all’ingresso di
una cripta coperta dalla terra ma
ancora visbile in tutta la sua semplicità e bellezza. Gli ambienti
finalmente ritrovati avevano luogo
sotto l’altare maggiore della chiesa seicentesca. Ancora intatte la
croce sul Monte Carmelo nel
vestibolo e un’altra più grande nella stanza principale. La storia del
convento torna indietro nel tempo
di quasi quattrocento anni. Nacque per volere di uno dei grandi
casati di Sicilia, quello dei Moncada di Paternò. O meglio della
duchessa di Montalto Giovanna
della Cedra, che si convinse con il
marito ad abbandonare i fasti
mondani per un’esistenza di preghiera dando vita al monastero
delle Carmelitane Scalze, che si
conserva ancor oggi insieme alla
chiesa e a poche altre testimonianze (quasi tutte scoperte
durante il restauro in corso) comprese nel blocco che racchiude la
chiesa dell’Assunta e la scuola
elementare Daita. “A cantiere
aperto abbiamo trovato anche un
loggiato vicino al portale di via
Maqueda - spiega Mario Li Castri
dell’ufficio centro storico - e un
brano di una corte interna”. Piccoli pezzi di storia secentesca
accompagnati da una serie di volte a crociera. Tutto dovrà essere
riportato a vista, anche se l’operazione dovesse significare una
modifica e un al- lungamento del
progetto.
D’altra parte si tratta di un
restauro che ha già avuto un percorso difficile e non privo di ostacoli. Rimase fermo due anni dal
‘95 per un ricorso finito al Consiglio di giustizia amministrativa ed
ora l’appalto è nelle mani delle
imprese associate Grassetto di
Tortona e Di Vincenzo di Caltanissetta, per sei miliardi di lavori. Il
complesso presenta ancora i danni di una sbagliata ri- strutturazione risalente al 1905, quando
arrivò la prima scuola al posto del
monastero già sciolto molto tempo
prima. In più negli anni Cinquanta
si è aggiunto il cemento armato,
producendo un notevole appesantimento dell’intera struttura.
Si tratta dunque di recuperare
il profilo originario togliendo tutto
ciò che lo ha snaturato. Mentre già
riaffiora la pagina più antica e
dignitosa del monumento che
manterrà la sua destinazione a
complesso di scuole. Ci sarà una
biblioteca laddove è ricomparsa la
loggetta. Le ampie celle riservate
alle monache aristocratiche verranno trasformate in aule. E’
sopravvissuto anche un tetto con
capriate di tanti secoli fa tornato
intatto grazie al restauro e la Curia
arcivescovile ha restituito alcuni
locali che aveva in uso.
A.T.
UNIVERSO SICILIA
AGOSTO 1999
VOTO: LA SODDISFAZIONE DI TREMAGLIA
“Debbo dire la mia soddisfazione ed anche la mia commozione per questo evento importante che riguarda milioni di italiani all’estero”. Sono le parole di
Mirko Tremaglia dopo il voto del
30 giugno alla Camera. “La
Camera in seconda lettura ha
approvato la proposta di legge
per la istituzione della “circoscrizione estero” che dà la possibilità ai nostri connazionali di eleggere direttamente i loro rappresentanti nel Parlamento Italiano
- ricorda Tremaglia - Il provvedimento ha ottenuto 389 voti a
favore e 17 contrari. I Comunisti
non hanno partecipato alla votazione, la Lega si è astenuta ed i
Verdi hanno votato contro; per
diventare definitiva questa legge
deve ottenere il sì definitivo del
Senato. Ho sottolineato che si
tratta di una proposta di legge
costituzionale a carattere unitario perchè vi sono, oltre al mio, i
nomi dei componenti del Comitato parlamentare degli italiani
all’estero Di Bisceglie e Giovanni Bianchi, Urbani, Amoroso,
Fronzuti, Sbarbati, il relatore
Cerulli Irelli; Occhetto Presidente della Commisioni Esteri e
degli affari costituzionali Maccanico, i Presidenti dei Gruppi Parlamentari che l’hanno sottoscritta Mussi, Pisanu, Tatarella,
Soro, Manzione e Manca. Ancora una volta abbiamo spiegato
che i milioni di italiani che vivono
nel mondo costituiscono una
grande risorsa e una grande ricchezza, sotto l’aspetto culturale,
politico, morale ed economico e
nelle relazioni internazionali. Ho
ringraziato il Presidente della
Repubblica che ha esaltato nel
suo discorso di insediamento “la
voce delle comunità italiane diffusa nel mondo, in fiduciosa
attesa di più diretta via di partecipazione politica, sempre pronta a dare alla Madre Patria una
ricchezza di cultura, di riconoscenza e conoscenza”. Ho ringraziato Violante che a Buenos
Aires ha dichiarato che le prossime elezioni saranno le prime
in cui gli italiani all’estero potranno votare. Dopo la Camera vi
sarà il voto del Senato. Possiamo dire di essere nella dirittura
Mirko Tremaglia
d’arrivo. Questa è una grande
riforma, è un atto di giustizia e di
democrazia, è un atto di riparazione che segna certamente un
grande successo dell’ Unità
Nazionale. Nella stessa giornata
di oggi (30 giugno, ndr) la Commissione degli affari costituzionali ha approvato la proposta di
riforma degli artt. 56 e 57 fissando il numero di 16 deputati ed 8
senatori rappresentanti al parlamento gli Italiani all’estero”.
U.S.
Tutti gli appuntamenti dell'estate romana
Se ancora molti comuni delle
maggiori regioni italiane non hanno diffuso il programma estivo
degli spettacoli, per l’estate romana qualche anticipazione è già
arrivata. Il programma, che spazia
dalla musica classica al jazz, dalla
lirica alle serate di cinema in piazza del Popolo, comincerà il 15 giugno con la kermesse di cantanti
rock allo Stadio Olimpico con la
Woodstock col meglio della canzone italiana per il Kosovo: da
Vasco Rossi a Renato Zero, che
porterà uno spettacolo dove la
ballerina Carla Fracci danzerà
alcune sue canzoni. L’estate nella
Capitale si presenta così ricca di
appuntamenti, novità e manifestazioni già note che, visto il successo ottenuto negli anni scorsi, vengono nuovamente riproposte. Tornano quindi i grandi concerti di
musica jazz a Villa Celimontana,
uno splendido spazio che darà
vita a serate con i più grandi musicisti internazionali, Joshua Redman Quartet, Bill Frisell, David
Sanborn sono alcuni nomi, che
dal 18 giugno fino al 28 agosto ani-
IL VIAGGIO DI FASSINO IN CANADA
“La potenzialità di sviluppo e di
intensificazione dei rapporti economico-commerciali tra Italia e
Canada sono particolarmente
ampie. Le complementarietà tra le
nostre economie sono fortissime
ed un ruolo importante può essere
svolto dalla comunità d’affari
canadese di origine italiana che
rappresenta uno straordinario
ponte tra i nostri due paesi”. Lo ha
dichiarato il ministro del Commercio Estero Piero Fassino nel corso
della sua visita in Canada, dal 18
al 23 giugno scorso.
Obiettivo del viaggio: “Favorire il radicamento delle nostre
imprese in Canada, così come
attrarre investimenti canadesi in
Italia. Vogliamo creare con i nostri
partner canadesi legami solidi sia
a livello di grande industria che di
piccole e medie imprese”. I settori
potenzialmente interessati sono i
più diversi e vanno dalla lavorazione del legno all’agroalimentare,
dai new medias alla avionica e
all’elicotteristica.
La prima tappa è stata il British
Columbia di Vancouver, dove
Fassino ha approfondito le principali aree su cui sviluppare la cooperazione tra Italia e Canada:
lavorazione del legno, collaboraIl ministro del Commercio Estero
Piero Fassino.
zione con l’aeroporto di Vancouver, collaborazione nel settore della rilevazione satellitare, ricerca
nel settore della fisica nucleare
con possibilità di applicazione in
campo medico. Il Ministro Fassino
ha rilevato il grande interesse delle autorità del British Columbia
che intende diversificare i propri
rapporti economici e commerciali,
indirizzandoli maggiormente verso l’Unione Europea e verso l’Italia. A Vancouver il Ministro ha inoltre incontrato un gruppo di giovani
imprenditori italiani che stanno
sviluppando forme di collaborazione industriale con controparti
canadesi nel settore del packaging, della ricerca satellitare, dell’alta tecnologia e dei servizi.
Il viaggio è proseguito a Montréal, dove fassino ha incontrato il
vice primo ministro del Québec
responsabil dell’Economia Landry
ed il ministro dei Lavori Pubblici
Alfonso Gagliano. “Le intese raggiunte tra imprese italiane e canadesi nel settore dei new media
costituisce un concreto esempio
delle possibilità di collaborazione
tra i nostri due paesi nell’ambito
del partenariato rafforzato sancito
lo scorso anno - ha dichiarato Fassino - Per la complementarietà
delle nostre economie, per l’alto
livello di sviluppo economico e
grazie anche alla significativa presenza di una collettività di origine
italiana fortemente integrata nel
tessuto politico e sociale canadese, i nostri due paesi sono partners privilegiati sia sul piano dei
rapporti bilaterali che su quello
delle relazioni multilaterali nell’ambito del Nafta (North America Free
7
Trade Association, ndr) e dell’Unione europea”.
Fassino ha proseguito la visita
a Ottawa dove ha incontrato il vice
primo ministro Gray, il ministro
degli Esteri Axworthy ed il ministro
federale dell?Agricoltura Lyle
Vanclief. Al centro dei colloqui lo
sviluppo dei rapporti bilaterali, le
possibilità di rilanciare il dialogo
transatlantico tra Europa e Canada e le prospettive della Conferenza ministeriale dell’OMC a Seattle
che lancerà Millennium Round.
L’ultima tappa della visita è
stata Toronto, dove Fassino ha
incontrato il ministro federale del
Commercio Estero Sergio Marchi, il ministro del Commercio
dell’Ontario Palladini, nonchè
una folta delegazione di imprenditori canadesi di origine italiana
da tempo attivi nell’Ontario.
“Con il ministro Marchi abbiamo
convenuto sull’opportunità di
realizzare l’impegno previsto
dalla “Dichiarazione di partenariato rafforzato” di raddoppiare il
volume degli scambi italo-canadesi entro i prossimi tre anni - ha
dichiarato Fassino - A tal fine
favoriremo la costituzione di un
“business council” che dovrà
fornire proposte concrete per lo
sviluppo delle relazioni commerciali e soprattutto imprenditoriali,
favorendo al tempo stesso programmi di formazione di giovani
manager”. “Abbiamo anche
deciso - ha proseguito Fassino di concludere un “memorandum
d’intesa tra i ministeri del commercio estero che preveda consultazioni regolari tra le amministrazioni, su temi sia d’interesse
bilaterale che multilaterale e
abbiamo infine concordato di
siglare un accordo di cooperazione tra ICE e SIMEST da un
lato e le Agenzie di promozione
e sostegno agli investimenti
esteri canadesi dall’altro”.
I due ministri hanno inoltre
condiviso la necessità dell’Unione
Europea di rafforzare le proprie
relazioni con il Canada, all’interno
di un dialogo più strutturato con il
Nafta. Infine, quanto all’OMC, è
stata concordata la necessità di
lanciare un round comprensivo
che copra oltre i temi già tradizionalmente in agenda anche nuovi
aspetti come quelli sociali e
ambientali.
Inform
Piazza Navona.
meranno le serate dei romani. E
torna anche “Fiesta!” la più grande
e prestigiosa manifestazione dell’estate ca- pitolina dove musica
(prevalentemente latinomaricana
ma non solo), con concerti dei più
conosciuti cantanti internazionali
ogni sera, spettacoli e intrattenimenti si mescoleranno per un “villaggio” del divertimento e della
cultura (si festeggerà anche il centenario di Hemingway) che avrà
sede, come sempre, all’ippodromo delle Cap- pannelle. Per quanto riguarda il cinema poi, ci saranno sei serate-evento, qualcuna in
piazza del Popolo, dove sarà allestito un maxi-schermo e dove si
potrà (gratuitamente e seduti)
assistere alla proiezione con l’intervento dei pro- tagonisti, da
Alberto Sordi a Peter Ustinov. Ma
il cinema all’aperto ci sarà anche
alla Garbatella e in Piazza Vittorio,
mentre al Palazzo delle Esposizioni torna il Fantafestival. Riproposte, inoltre, le altre manifestazioni come “La voglia matta” al
Parco San Sebastiano, improntata sulla musica degli anni Sessanta con i concerti di Gino Paoli, Bruno Lauzi, Peppino Di Capri, Don
Backy, Enzo Jannacci e Franco
Califano per dirne alcuni e Testaccio Villagge”, con musica e concerti rock, e altre manifestazioni
sempre a Testaccio, come la
Biennale dei giovani artisti italiani.
La musica classica poi torna alla
grande con i consueti concerti di
alto livello del Santa Cecilia, mentre allo Stadio Olimpico ci sarà la
Turandot di Puccini. Ma il grande e
primo appuntamento con l’estate
romana rimane la rassegna di della “Festa della musica”, che inizierà il 21 giugno, in occasione del
solstizio d’estate: una straordinaria kermesse musicale in cui si esibiranno grandi artisti e giovani
talenti dalla mattina fino a notte
inoltrata, per 150 appuntamenti
nelle piazze e nelle vie di Roma:
ospite d’onore Celine Dion. E, allora, che l’estate abbia inizio!
Tarcisio
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UNIVERSO SICILIA
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Chiuso in redazione il 20 agosto 1999
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8
AGOSTO 1999
UNIVERSO SICILIA
Il calendario
1ª giornata - 29/08/1999
Bologna
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Parma
Roma
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28ª giornata - 02/04/2000
Gli scontri e le date di tutta la stagione di serie A
Fiorentina
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Bologna
Cagliari
Lazio
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2ª giornata - 12/09/1999
29ª giornata - 09/04/2000
Bari
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Roma
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Udinese
Verona
Piacenza
Milan
Udinese
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3ª giornata - 19/09/1999
8ª giornata - 31/10/1999
13ª giornata - 12/12/1999
18ª giornata - 23/01/2000
23ª giornata - 27/02/2000
30ª giornata - 16/04/2000
Bari
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Venezia
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Bologna
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Lecce
Milan
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Reggina
Udinese
Venezia
4ª giornata - 26/09/1999
9ª giornata - 07/11/1999
14ª giornata - 19/12/1999
19ª giornata - 30/01/2000
24ª giornata - 05/03/2000
31ª giornata - 22/04/2000
Cagliari
Lecce
Milan
Parma
Reggina
Roma
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Bologna
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5ª giornata - 03/10/1999
10ª giornata - 21/11/1999
15ª giornata - 06/01/2000
20ª giornata - 06/02/2000
25ª giornata - 12/03/2000
32ª giornata - 30/04/2000
Bari
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Perugia
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Venezia
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Roma
Udinese
Venezia
6ª giornata - 17/10/1999
11ª giornata - 28/11/1999
16ª giornata - 09/01/2000
21ª giornata - 13/02/2000
26ª giornata - 19/03/2000
33ª giornata - 07/05/2000
Fiorentina
Lecce
Milan
Piacenza
Roma
Torino
Udinese
Venezia
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Lazio
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Milan
Piacenza
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Torino
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Bari
Bari
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Milan
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7ª giornata - 24/10/1999
12ª giornata - 05/12/1999
17ª giornata - 16/01/2000
22ª giornata - 20/02/2000
27ª giornata - 26/03/2000
34ª giornata - 14/05/2000
Bari
Bologna
Cagliari
Inter
Lazio
Perugia
Piacenza
Reggina
Torino
Bari
Fiorentina
Inter
Juventus
Parma
Perugia
Roma
Venezia
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Inter
Juventus
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Venezia
Udinese
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Reggina
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