agosto 99 - Periodico per i siciliani nel mondo
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agosto 99 - Periodico per i siciliani nel mondo
S UNIVER Anno XI - N. 8 AGOSTO 1999 Sped. in abb. postale - Art. 2 comma 20/C - Legge 662/96 Autorizzazione Direzione Provinciale E.P.I. - Filiale di Catania Periodico Mensile dell’INPAL per i Siciliani nel Mondo TAXE PERÇUE TASSA RISCOSSA ICILIA Direzione, redazione e Amministrazione: Ufficio Zona INPAL - 95031 Adrano - Piazza Mercato, 72 - Tel. (095) 7692946 - Fax (095) 7602814-7253840 - E-Mail [email protected] Adrano: Comune senza avvenire di Vincenzo Castiglione Alla luce degli ultimi recenti avvenimenti amministrativi, ancora una volta ci troviamo di fronte una situazione politica di mortificante squallore di cui è difficilie riscontrare precedenti vicende politiche accostabili ai fatti attuali. Il risultato negativo del superficiale tentativo di una parte del Consiglio Comunale di sfiduciare il Sindaco Bertolo non poteva non avere effetti dirompenti sul piano della prospettiva e dell'affidabilità di possibili aggregazioni future in un polo di attrazione in grado di scuotere le coscienze e porre le condizioni minime capaci di sradicare l'intreccio di interessi particolari cui una presunta classe politica ritiene di gestire senza scrupoli. Le dimissioni di Piero Trovato dalla carica di Presidente del Consiglio rappresentano l'amara ammissione dell'ingovernabilità del Consesso cittadino, organo definitivamente spompato e quindi incapace di esprimere una maggioranza a favore o contro l'Amministrazione. Il Consiglio, ormai esprime una sorta di assemblearismo piatto ed indefinito sul piano politico, culturale ed ideologico; un luogo nel quale si parla in continuazione fino al punto di affermare tutto ed anche il suo contrario. Il Consiglio Comunale assomiglia sempre di più al palcoscencio di una nota trasmissone televisiva dove gli ospiti riscuotono applausi da parte di un pubblico pronto ad accogliere tutte le tesi rappresentate. Anche questo è un vecchio modo di fare i furbi, valga per tutti l'esempio degli elettori che entrano in cabina con due, tre schede e nello stesso istante votano per due, tre partiti diversi . Lo dimostra chiaramente il risultato elettorale delle elezioni del giugno scorso. Le incertezze del Consiglio Comunale, nei confronti del'Amministrazione riflette, in pratica, la confusione esistente nei gruppi che dicono di sostenere il Sindaco senza condividerne l'operato. Sono note le lotte infinite nell'ambito dei D.S. divise in fazioni Il castello Normanno di Adrano gruppi e sottogruppi di cui qualche esponente si è persino indignato dello spettacolo offerto dal gruppo di quel partito nel corso dell'elezione del nuovo Presidente del Consiglio. Per il resto ci limitamo a segnalare che i Verdi con 34 voti raccolti nelle elezioni europee hanno amministrato con due Assessorati nella Giunta Bertolo. Per finire segnaliamo il caso dei Popolari, i quali cronicamente divisi al proprio interno, sono stati sempre presente, nell'amministrazione con almeno due assessori e in fasi alterne hanno occupato la carica di Presidente del Condsiglio. La nuova Miss Italia nel mondo è Etiope La nuova bellissima star delle italiane nel mondo si chiama Ambra Gulla figlia di un oriundo calabrese e la madre di origine sarda. Ambra ha 20 anni e possiede tutte le doti di una perfetta Miss. La manifestazione è stata trasmessa da RAI 1 la sera del 28 agosto riproponendo una tradizione che ha riscosso grandi successi in Italia e all'estero. Alla neo eletta Miss Italia nel mondo auguriamo un mondo si successi. Angelo Russano Insomma ci siamo trovati difronte un vergognoso malcostume politico che Bertolo ha utilizzato trasformandolo in un colossale malgoverno amministrativo che gli permette di stare a quel posto anche a costo di essere contro tutta la cittadinanza. Tutto questo gli sta bene ai sostenitori del sistema presidenziale e gli sta bene pure a coloro che hanno inteso, con l'elezione diretta del Sindaco, dare stabilità e trasparenza all'esecutivo senza che la nuova normativa consentisse ai Consiglieri una concreta possibiltà di esercitare un controllo serio sugli atti della pubblica Amministrazione Qualità della vita nelle città Italiane: Il rapporto di Legambiente Come si vive nelle città italiane? Come si sopravvive, soprattutto, allo smog ed all’inquinamento? In Italia è la Lombardia a guidare la classifica della qualità della vita compilata dall’associazione ambientalista Legambiente nel rapporto “Ecosistema urbano 1998”. Tra i 103 capoluoghi di provincia monitorati, Mantova, Bergamo e Como hanno conquistato i gradini più alti del podio. Ma, è il dato più significativo, anche le regioni del Sud guadagnano posizioni e si restringe la forbice con il Nord. La ricerca, presentata nei giorni scorsi a Roma, ha messo sotto esame le grandi città italiane in base a tre indicatori ambientali: “di qualità” (smog, rumore, inquinamento idrico e malattie dell’apparato respiratorio), “di pressione” (aziende a rischio, rifiuti, densità di motorizzazione e consumi di acqua, carburante ed elettricità) e infine, indicatori “di gestione” (verde pubblico, trasporti, raccolta differenziata e monitoraggio dell’inquinamento). Dall’analisi di Legambiente sono uscite indicazioni generali sulla situazione italiana, alcune buone altre meno. Diminuiscono i passeggeri del trasporto pubblico: ogni italiano prende l’autobus 88 volte l’anno contro le 92 rilevate dal rapporto 1997. L’inquinamento atmosferico sale, dopo un anno di miglioramento: la media delle concentrazioni di biossido d’azoto nell’aria passa da 127 a 149 microgrammi per metro cubo. Crescono anche i consumi di carburante, di acqua (da 316 a 343 litri per abitante al giorno) e di elettricità (da 983 a 1001 kilowatt all’anno per abitante). In aumento la produzione di rifiuti: da 490 a 507 chili di spazzatura all’anno per abitante. Buone notizie invece sul versante depurazione (passa dal 61,95 al 70,4%) e raccolta differenziata (dal 6,27% all’8,5%). Avanzamenti, retrocessioni e qualche sorpresa nella classifica generale della qualità della vita compilata da Legambiente. L’exploit della Lombardia (oltre alle capoliste, troviamo Lodi al 5° posto e Pavia al 9°) è andato a discapito della Toscana, dove Prato e Arezzo (l’anno scorso 2° e 3°) sono precipitate rispettivamen- Il gergo dei politici, tra vele e barche a remi ROMA - Una nuova “moda” si aggira tra le aule del Palazzo: quella di “costruirsi” un proprio gergo, espressioni che i mass media immediatamente colgono e riprendono a caratterizzare questo o quel leader politico. In testa, naturalmente, D’Alema e Berlusconi. Se il leader del Polo ha coniato frasi ormai “storiche”, nuova di zecca è l’esortazione di D’Alema a “non affondare la barca”. Una frase che si colloca accanto a un’altra espressione-simbolo dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, analoga per spirito e per spunto. Anche il Cavaliere si affidò, infatti, al mondo della marineria per criticare quanti “remavano contro” il suo governo, slogan entrato nel dizionario del perfetto ‘azzurro’. Sfogliando l’album delle citazioni si può peraltro constatare quanto il fascino di onde e scafi (in un momento in cui questi tristemente fanno parlare di loro) sia forte tra i più illustri protagonisti di un Palazzo che, non per niente, ruota intorno ad un corridoio chiamato “Transatlantico”. Notoriamente velista appassionato, elogiato anche dal Pellaschier di ‘Azzurra’, D’Alema ha condito di metafore tolte dal mondo delle regate i primi te al 45° e al 25° posto. Anche se, fa notare Legambiente, Mantova ha ottenuto il maggior punteggio senza aver brillato mai in nessun parametro, ma per avere fatto registrare buone performance in tutte le categorie. Roma perde il primato tra le grandi città (è al 14° posto) a vantaggio di Torino, che balza al 4° posto , grazie soprattutto al suo impianto di trattamento degli scarichi (il migliore tra le città esaminate), ai buoni dati su raccolta differenziata e isole pedonali. Scendono anche Bologna (dal 4° a 9° posto) e Napoli (dal 57° precipita all’85° posto): il capoluogo partenopeo sembra aver risentito di un maggiore inquinamento atmosferico, pur avendo migliorato i dati su trasporto pubblico e verde urbano. Buone notizie però vengono tuttosommato dal Sud: Matera è al 13° posto, Salerno 17°, Foggia 22° e Cosenza 24°. Maglia nera invece al capoluogo sardo, Cagliari, che viene bacchettata da Legambiente non solo perché risulta sprovvista di qualsiasi strumento di tutela ambientale, ma addirittura perché “non interessata all’ecosistema urbano”. Buona la valutazione generale di momenti dopo il suo arrivo a palazzo Chigi. E così ecco le cronache politiche riempirsi di ‘strambate’, ‘bolina’ e via citando. Quando si è tra i flutti si può tutt’al più litigare su chi debba reggere il timone, concede oggi D’Alema mentre Berlusconi confessava che, contrariamente a ciò che si attendeva, arrivato al governo non aveva trovato “il volante” del Paese. Diversi per motivi politici, ovviamente, ma anche per inclinazioni marinare, i due leader: D’Alema preferisce la vela, Berlusconi i potenti motoscafi d’altura. Le uniche immagini da velista per il Cavaliere sono quelle, notissime, a bordo del ‘Barbarossa’ di Cesare Previti. Per pratica diretta o per semplice comodità di citazione, la barca ha riscosso discreta fortuna nel mondo politico. Bettino Craxi rendeva omaggio a Fellini quando spiegava che “la nave va”, Forlani tributava a suo modo onore a Cino Ricci quando paragonava Giovanni Spadolini “allo spinnaker di ‘Azzurra’”. Poi il genere è entrato in rimessa per qualche tempo: fino a quando Carlo Azeglio Ciampi venne immortalato ai remi di un pattino e il Ccd decise di nascere identificandosi con ‘la Vela’. A.V. legambiente. Non tanto sui risultati quanto sui progressi registrati. Merito, secondo il movimento ecologista, del “potere della buona politica”. Dove ci sono amministrazioni che lavorano per migliorare gli standard di qualità urbana, spiega Legambiente, “i risultati cominciano a vedersi”. Ma non ha colore la buona politica. “Ai primi 15 posti ci sono città governate dal centro-sinistra e dal centrodestra”. N.C. Il Siciliano Modica è argento nella maratona mondiale La Sicilia sale sul podio con un grande campione degno di partecipare alle prossime Olimpiadi. Vincenzino Massimo Modica, 28 anni, 1,68 di altezza, 53 chilogrammi, è nato a Mistretta un centro situato fra Cefalù e Messina, ha dimostrato di essere un atleta capace di misurarsi con i grandi dell'atletica leggera. L'Argento vinto da Vincenzino Modica ci fa gioire assieme ai numerosi siciliani che in questo momento hanno appreso la notizia in tutto il mondo. Congratulazioni da Universo Sicilia. A.R. 2 AGOSTO 1999 UNIVERSO SICILIA Turismo religioso, la mappa della apparizioni Con l’avvicinarsi del Duemila, lo spirito mistico in Italia sembra essersi notevolmente rafforzato. Ma i dubbi nascono quando la legittima devozione di migliaia di fedeli si trasforma in bussiness. Apparizioni, fenomeni soprannaturali, messaggi divini, tutto fa brodo: il mercato del turismo religioso, con i suoi fatturati da capogiro, fa gola a molti imprenditori senza scrupoli, pronti a strumentalizzare tutto, anche la fede. Chi opera nel settore da sempre come Pietro Montero, fondatore di una rivista, “Il segno del soprannaturale”, attiva da dieci anni con 12 mila copie vendute, di una casa editrice che vanta oltre 80 libri stampati, e di un’agenzia che organizza pellegrinaggi in tutta la penisola, si dichiara estremamente preoccupato dalla pubblicità che i mass media fanno a veggenti e luoghi di culto: il peri- colo che qualche furbo sfrutti il sentimento religioso delle masse per il proprio tornaconto economico è altissimo. E’ per questa ragione che il Vaticano è sempre più restio ad avvalorare i fenomeni soprannaturali che, soprattutto negli ultimi anni, hanno invaso l’Italia. Esiste una veria propria mappa delle apparizioni. Dalle Alpi alla Sicilia, l’Italia delle madonnine piangenti è una realtà molto omogenea: le visioni interessano per lo più gente umile, legata alle tradizioni popolari e in particolare a quel culto mariano radicatissimo nelle nostre campagne. Il nostro viaggio alla riscoperta del misticismo religioso parte da Civitavecchia, località Pantano, oggi meta di migliaia di devoti ogni anno. Qui, il 2 febbraio 1995, la piccola Jessica vide piangere la madonnina che il parroco le A ra n c i a Ro s s a di Sicilia Un prodotto ineguagliabile sulle mense di tutta Europa Il disciplinare di produzione dell’Arancia Rossa di Sicilia ha classificato all’art. 3 le aree geografiche protette per ottenere un prodotto di ineguagliabile qualità capace di onorare le mense di tutto il mondo. L’art. 3 del disciplinare recita cosi: “ La zona di produzione del’”Arancia Rossa di Sicilia” comprende il territorio idoneo della Sicilia Orientale per la coltivazione dell’Arancia ed e così individuato: Provincia di Catania - Territorio delimitato in apposita cartografia 1:25.000 dei seguenti Comuni: Catania, Adrano, Belpasso, Biancavilla, Caltagirone, Castel di Iudica, Grammichele, Licodia Eubea, Mazzarone, Militello Val di Catania, Mineo, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Palagonia, Paternò, Ramacca, Santa Maria di Licodia, e Scordia. Provincia di Siracusa - Territorio delimitato in apposita cartografia 1:25.000 dei seguenti comuni: Lentini, Francofonte, Carlentini, Buccheri, Melilli, Augusta, Priolo, Siracusa, Floridia, Solarino, Sortino. Provincia di Enna - Territorio delimitato in apposita cartografia 1:25.000 dei comuni: Centuripe, Regalbuto, Catenanuova. care Non fate man ense dalle vostre m a s s o R a i c n a r A ’ l di Sicilia. i Un prodotto udalità q ineguagliabile aveva riportato da Medijugorie, luogo archetipo dei miracoli mariani (insieme a Lourdes e a Faima). Le lacrime di sangue, che rigarono il piccolo volto di gesso altre 13 volte, sono oggi ancora sotto osservazione: il Vaticano ha incaricato una commissione scientifica per verificare l’autenticità del miracolo prima di pronunciarsi. Le titubanze della Chiesa non hanno certo frenato i pellegrini che da più di quattro anni ormai fanno code lunghissime pur di visitare la madonnina. Dal Lazio alla Sicilia, andiamo a Viagrande, il paesino del catanese diventato famoso, sempre nel ‘95, per l’inspiegata lacrimazione di una statuina di marmo nascosta in un aiula. In quell’occasione fu un netturbino a dare il via all’afflusso mistico. Stesso anno, stesso prodigio, dal giorno di Pasqua del ‘95 Volpiano in provincia di Torino è una tappa obbligata per i fedeli di Maria. Qui nel cortile della scuola un bimbo di passaggio vide una madonnina piangere, l’istituto scolastico divenne d’un tratto un santuario e il direttore preferì affidare la statuina alla magistratura. Agosto 1997 Sannicola, Lecce, una “Madonna dei fiori” in cartapesta pianse lacrime vere, trasperenti e salate: il miracolo non è ancora accertato, ma le file di pellegrini alla parrocchia di S. Pietro sono già chilometriche. Dodici anni fa, la “Signora del Messaggio” di Monte Casale, nei pressi di Ponti sul Pincio, scelse un ex-vigile urbano per affidargli il suo messaggio: realizzare una “Via Crucis”. Completata solo nel marzo 97, la via della passione oggi accoglie migliaia di pellegrini: fiori di plastica, figurine di Padre Pio e S.Rita, un alberello natalizio, grotticine simil-Lourdes adornano ogni tappa. Lo scorso 8 dicembre erano oltre 5000, i fedeli giunti da ogni parte pur di incontrare Salvatore Caputa, l’ex-vigile, ormai veggente a tempo pieno. Risale al ‘66 l’apparizione della “Vergine delle Fontanelle” di Montechiari nel bresciano: Pierina Grilli, un’exinfermiera, già visitata dalla Madonna altre sette volte, racconta di aver visto Maria “con gli occhi pieni di lacrime, una veste violetta e il manto bianco fermato da tre rose, simbolo della Trinità”. I pellegrini in visita a Mon- techiari affrontano una lunga serie di riti purificatori, dal passaggio (nell’acqua, non sull’acqua) nella fonte santa alla salita in ginocchio della scala di roccia, prima di accedere alla piccola cappella. Ma quelli citati sono solo alcuni delle centinaia di santuari sparsi in tutta la penisola. Legati al culto mariano ci sono ancora i frequentatissimi San Martino di Schio (Vicenza), San Damiano nel Piacentino, Borgo Meduna (Pordenone), Balestrino (Savona), le Ghiaie di Bontade (Bergamo); le frequentissime apparizioni di Cristo hanno reso famosi molti luoghi del Piemonte, dove si narra che vi siano addirittura le Sue impronte, e della Ciociaria, dove nel vetro di una finestra sono rimaste stampate le ombre della Sacra Sindone; sparse in tutta Italia vi sono poi più di cento croci (Molte tra Verona, Padova e Treviso) collegate al fenomeno di Dozulé, in Normandia, dove Cristo chiedeva attraverso Madeleine Aumont (depositaria di una cinquantina di messaggi) che fosse innalzata una croce di 738 metri, i cui bracci dovevano misurare 123 metri, che avrebbe liberato l’umanità da Satana; non si contano poi i veggenti: Ferdinando Baron a S. Martino di Schio (Vicenza), Rosario Belpasso, sulle pendici dell’Etna, Silvana Orlandi di Ostina in Toscana, Giuseppe Auricchia di Avola (Siracusa), che ha ricevuto le stimmate, e tanti, tanti altri. Vittorio Messori, noto scrittore cattolico, commenta il progressivo aumento del misticismo in Italia, affermando che in questi ultimi decenni “con la caduta di tutti gli indicatori cattolici, i santuari, i pellegrinaggi hanno preso il posto della messa domenicale e della frequenza ai sacramenti”. Non si sa se questa crescita vertigionosa di madonnine piangenti e dei pellegrini adoranti possa essere attribuita alle carenze della Chiesa o a un’oggetiva paura dell’ignoto, oggi ancor più stressante che in passato, un fatto però è certo, purché non si trasformi in una truffa ai danni degli ingenui fedeli, un po’ di spiritualità in più non farà certo male, anzi, in alcuni casi, si è rivelata un’ottima terapia contro le sofferenze che la vita riserva. Angelico Caltanissetta dallo zolfo all’amaro di Mario Sicilia L’industria nissena tra passato remoto e futuro prossimo letta attraverso la lente di ingrandimento d’un uomo il cui nome è indissolubilmente legato a questa terra che ha portato Caltanissetta nel mondo. Emilio Averna, “il Presidente”, ha oggi novantaquattro anni. Con il lavoro suo e dei suoi fratelli lo stabilimento di contrada Xiboli a prima consolidato la propria posizione sul mercato e, poi, e definitivamente decollato sino a divenire leader del settore. Attraverso i suoi ricordi lunghi un secolo abbiamo provato a ricomporre lo specchio della memoria mettendone assieme i pezzi. “Ad inizio secolo e sino alla fine degli anni cinquanta - ricorda Averna - le categorie forti dell’impreditoria locale erano quelle dei mugnai e pastai da una parte e degli esercenti le miniere di zolfo dall’altra. Bastava fare un buco per terra e dal sottosuolo di queste campagne veniva fuori il minerale giallo”. Già, lo zolfo, strumento di vita e di crescita per la nostra gente ma anche di morte. Immagini, pochi flash che affiorano alla memoria: “ ricordo - dice l’anziano imprenditore - della fabbrica ed il mio sguardo di bambino andava verso la zona dei giacimenti. Un giorno, era di sera, ci fu uno scoppio di grisou in miniera e vedevo madri, mogli sorelle urlare a gran voce il nome dei propri cari. Un ricordo straziante, una presa di contatto lacerante con il mondo del lavoro. Ed ero solo ancora un bambino”. La fine degli anni cinquanta è il periodo più critico del settore zolfifero guidato da una generazione di imprenditori probabilmente poco lungimiranti. È il preludio per la graduale cessione delle miniere a quello che poi diventerà l’ente minerario siciliano. D’altra parte comincia ad avere il fiato grosso anche il settore della molitura. Pure lo storico stabilimento della Piedigrotta poco alla volta cigola, vacilla e cede. “Era una fabbrica dalla quale venivano fuori prodotti di grande qualità - dice sempre Averna - e non riesco ancora a comprendere a distanza di anni, come possa essere andata in rovina”. Di contro, lo stabilimento dell’amaro siciliano, completamente in controtendenza rispetto a quanto accadeva in provincia, faceva sempre passi in avanti , mentre in contrada calderaro, timidi nascevano i primi insediamenti. “Con i miei fratelli - ricorda ancora il presidente, sorridendo sornione - capimmo che la “mula tirava” e decidemmo di fare il grande salto di qualità. Un operazione che però necessitava di grandi innovazioni tecnologiche per stare al passo coi tempi e di cospicui investimenti di capitali. C’era, fondamentalmente, di rinnovare una catena d’imbottigliamento e devo dire che, per questo, una grossa mano d’aiuto ci venne fornita dall’Irfis. Il resto è storia più recente, dei nostri giorni e l’azienda, adesso è saldamente in mano alla quarta generazione di Averna che hanno pensato anche di diversificare ed a consolidare l’azienda di famiglia, acquisendo prima la “Villa Frattina” (spumanti, vini e grappe di qualità prodotti a Prata di Pordenone) e, poi, la “Pernigotti” la celebre azienda del settore dolciario con sede a Novi Ligure. Inseguendo i ricordi va lontano lo sguardo di Emilio Averna. Va oltre la grande finestra che separa la sala riunioni dallo stabilimento dal passaggio color ocra che c’è tutto intorno a Xiboli. È vecchio il “Presidente” ma non è un “Gattopardo” e sa guardare al passato ed al futuro della sua città in maniera critica ma propositiva. Del passato preferisce ricordare le tante battaglie vinte, il futuro cerca di guardarlo e di immaginarlo con gli occhi di chi ci sarà. “Fino ad ora - conclude vedo la mancanza di una educazione all’impresa che solo adesso sta cominciando a venir fuori timidamente e che spero possa esser di buon auspicio per chi verrà dopo di noi”. I miracoli religiosi indagati da un antropologo Dalle lacrimazioni mariane alle ampolle che conservano inalterato il sangue dei santi, dalle traslazioni dei corpi di martiri all’impronta del volto di Cristo. Il complesso e affascinante campo della miracolistica religiosa, identificato nelle sue varie tipologie, forme ed espressioni viene affrontato da un antropologo culturale, studioso del sacro, Stefano Rizzitelli in un libro dato alle stampe in questi giorni, “I segreti del sacro” (ed. Newton Compton). Il libro delinea un percorso analitico in cui si intrecciano antropologia, scienza, religione ufficiale e devozione popolare, l’autore non mette però in contrapposizione la visione fideista con quella razionale ma ricerca piuttosto una sintesi conoscitiva delle diverse esperienze. Si affrontano così i grandi capitoli della storia della fenomenologia cristiana come la Sacra Sindone, il sangue di San Gennaro, le piaghe sulle mani e sul costato di Padre Pio, l’Ostia santa di Lanciano. Ma si affrontano anche i tanti miracoli e misteri che costellano il nostro paese dalle Alpi alla Sicilia e sono oggetto spesso di un culto fideistico fortemente radicato nel tempo. Fenomeni che la tradizione religiosa considera miracolosi, che la scienza tenta di analizzare e che l’opinione popolare interpreta come eventi inspiegabili degni di nota, di attenzione, spesso di vera e propria adorazione. Il pregio del libro di Rizzitelli, che ha studiato a fondo i fenomeni popolari legati alle reliquie del cristianesimo, risiede nel fatto che non si propone come un itinerario soltanto religioso o soltanto scientifico, che non pretende di dare risposte ma che desidera soprattutto far riflettere sulla profonda necessità di sacro insita nella natura umana, su quella “potenza della sacralità” che sottende tanto le manifestazioni di devozione personale, quanto quelle collettive. E dati i tempi che si vivono, il proliferare di fenomeni para-religiosi legati alla fine del millennio ed alle celebrazioni del Giubileo che hanno preoccupato e preoccupano le massime gerarchie cattoliche, un invito alla riflessione ed all’analisi in questo territorio viene quanto mai attuale ed utile. Può essere intuitivo a questo proposito riflettere su quanto scrive l’autore su S. Giuseppe da Copertino: “Era il 4 ottobre del 1630, giorno della festa di San Francesco, quando una forza sconosciuta staccò Fra Giuseppe dal pavimento e lo portò più alto del pulpito, al di sopra di un agitato mare di teste e di un tumulto di voci. I suoi occhi rimasero aperti senza vedere, perse l’udito e tutto il corpo diventò rigido e insensibile. A nulla servì percuoterlo, pungergli le mani o i piedi. Soltanto la voce del superiore ebbe il potere di svegliarlo dall’estasi. Tanti aneddoti riguardano la vita di questo santo un po’ reietto e un po’ osannato, considerato dai pontefici il “santo delle estasi e dei voli” o il “santo dei mistici voli”. Come San Giuseppe da Copertino hanno levitato Santa Teresa d’Altavilla, San Francesco d’Assisi, San Filippo Neri, Veronica Giuliani, ma anche la rozza, volgare e bugiarda maga napoletana Eusapia Paladino, oggetto di perenne osservazione scientifca da parte del mondo positivista di fine Ottocento, e quell’uomo di mondo, scozzese e burlone, che fu D.D. Home”. Insomma per chi abbia voglia di studiare più che di giudicare, c’è abbondanza di materia. Alfio Pettinà UNIVERSO SICILIA AGOSTO 1999 UN TRENO CARICO DI... CULTURA Parte in questi giorni la grande idea dell’Ente per il Turismo Siciliano: da aprile a ottobre, basterà un solo biglietto ferroviario per attraversare in lungo e in largo la splendida isola del Mediterraneo. Unico inconveniente il tempo a disposizione: il biglietto vale una sola settimana è perciò fondamentale stabilire già da prima un itimerario ragionato, per godere appieno di ciò che la Sicilia può offrire. Prima di tutto decidete quale dei mille volti siciliani vi interessa: natura, divertimento o tradizioni? Dovendo viaggiare col treno ed essendo quindi legati all’ubicazione delle stazioni ferroviarie, il nostro consiglio è di puntare sulla Sicilia storica che trova in particolare nella architettura la sua espressione più interessante. Le mete da privilegiare? Ovvio Catania, Ragusa, Siracusa e Palermo. Partiamo dunque da Catania, città incantevole, in cui per una vacanza all’insegna della cultura c’è solo l’imbarazzo della scelta. Vi consigliamo di andare a riscoprire la Catania Barocca, fatta di bizzarria e sfarzo, una Catania che, sia pur avvolta da un lusso antico, non lascia mai adito a rimpianti nostalgici. Palazzo Biscari, l’opera più significativa di Antonio Amato, il più noto artefice della rinascita della città nel XVIII secolo, e la sontuosa fac- ciata di Sant’Agata di Giovan Battista Vaccarini sono sicuramente gli esempi più significativi di quell’arte siciliana del primo ‘700 apprezzata da critici di tutto il mondo. Lasciatevi travolgere dall’imponenza delle strutture e dal candore dei marmi, e Catania vi resterà per sempre nel cuore. Il treno fischia, è ora di partire per Ragusa anche qui barocco e anche qui una sfavillante bellezza. Visitate quanto più potete (la chiesa settecentesca di San Bartolomeo a Scicli vi lascerà estasiati: gli stucchi, gli affreschi e sculture che la decorano valgono da soli l’intero viaggio), ma non perdetevi assolutamente la splendida Cattedrale di San Giovanni Battista, eretta tra il 1706 e il 1760, su progetto di Mario Boscarini e Rosario Spada. Si tratta di un duomo austero, meno ricco rispetto ad altre architetture barocche dell’isola, ma non per questo meno grandioso, come mostra l’enorme colonnato corinzio che sostiene i tre portali. Di nuovo alla stazione per andare nella storica Siracusa, terra d’artisti e tradizioni, dove sarà ancora una volta il barocco a farla da padrone. L’antica Cattedrale era in origine un tempio dorico, già celebrato da Cicerone per la sua grandiosità, in epoca bizantina divenne un chiesa e da allora in poi ha subi- to una lunga serie di ristrutturazioni, fino all’ultima della metà del ‘700. Ignazio Marabitti, scultore palermitano, nel 1746 impreziosì il duomo con le sue spettacolari opere in marmo dedicate alla Madonna, a S. Lucia e a S. Marziano. Ultima tappa Palermo, la splendida signora che da secoli incanta chiunque si fermi ad ammirarla. Calcolate almeno due o tre giorni di permanenza, le bellezze del capoluogo richiedono tempo e attenzione: vi preparate a fare un tuffo in una storia antica di più di ottocento anni. La meravigliosa Cattedrale della città è una sosta obbligatoria. Fatta erigere nel 1184 durante il regno Normanno di Guglielmo II dall’arcivescovo Gualtiero Offamilio con lo scopo di sostituire la moschea musulmana con una chiesa cristiana, la Cattedrale mostra visibilmente i segni che la storia le ha affidato: il portale trecentesco dai battenti bronzei e il portico in stile gotico catalano del ‘400, sotto il quale si apre un portale molto ornato di Antonio Gambarra del 1426, sono due gioielli dell’arte italiana in generale. La maestosa Cattedrale veglia sul sonno etrno di molti grandi del passato, da Ruggero II a Enrico IV di Svevia, da Costanza d’Altavilla a Federico II di Svevia. Fra le numerose cappelle ritroviamo anche quella di Santa Ro- salia, dove, in un’urna in argento del 1631, sono custodite le ceneri della Santa Patrona della città. La Palermo delle origini non finisce con la Cattedrale, una visita al Castello della Zisa, la più alta realizzazione dell’arte arabonormanna, mostra quanto ancora il capoluogo ha da offrire agli amanti del bello. Voluto da Guglielmo I nel 1165 e completato sotto Guglielmo II, oggi il castello e’ adibito a Museo dell’Islam e raccoglie le testimonianze del mondo Arabo in Sicilia. Un ultimo consiglio per apprezzare le bellezze architettoniche palermitane: non perdetevi la famosissima Villa Igiea, progettata da Ernesto Basile e decorata da E. De Maria Bergler. Qui, gli amanti del Liberty troveranno i più suggestivi esempi italiani di questo stile. Ancora Liberty e ancora tanta eleganza a Villa Tasca, dimora di Valdesi, nota soprattutto per le suggestive vetrate del Bevilacqua. Poco più in là lo stabilimento balneare di Valdesi, le cui terrazze sul mare, stile primo ‘900, offrono una veduta da sogno. Un po’ di relax e magari una gita all’Isola delle Femmine con bagno alla Grotta dell’Olio saranno il finale perfetto per la vostra breve, ma intensa, passeggiata tra le bellezze della Sicilia. Fabrizio Frega Aspromonte, dove la storia diventa leggenda Quando si pensa alla Calabria vengono subito in mente il mare cristallino e le coste frastagliate, eppure questa splendida regione del sud Italia, incastonata tra lo Ionio e il Tirreno, è molto di più che il solito paradiso dei bagnanti. L’Aspromonte (Reggio Calabria), con la sua natura selavaggia e la sua storia tra mito e Risorgimento, lo dimostra in modo lampante. Ultimo rilievo a sud del “Continente”, orrido e dirupato, l’Aspromonte s’innalza come una colossale piramide fino a duemila metri sullo stretto di Messina a occidente e sul capo Spartivento a levante. A catturare il cuore del turista dapprima sono i “piani”, gli antichissimi terrazzamenti prodotti dall’erosione delle rocce uscite dal mare cinquanta milioni di anni fa, quando l’Aspromonte era una isola; e poi sono i vertigionosi strapiombi della Costa Viola, i crinali, le gole dove irrompono le grandi fiumare - Melito, Amendolea, Laverde, Buonamico - rimbalzando di salto in salto verso gli sbocchi nel mar Ionio. Si aggiungono poi le “pietre”, misteriosi monumenti di granito modellato dall’acqua e dal vento in forme paurose e bizzarre, come quelli che incombono sugli abitati di Canolo, di Antonimina, di Ciminà e di San Luca: i Tre Pizzi, gli Smalidetti, le Rocche di san Pietro, la Sfinge di Cappa. E ancora il verde, tanto quanto nessuno può immaginare, da quello della fittissima macchia mediterranea, alle quote più basse, a quello dei faggi, dei pini larici e dei roveri che si affollano sugli altipiani. E infine le migliaia di fiori: ovunque profumano le viole, i narcisi, gli oleandri e le orchidee, e ancora il mirto, sacro a Venere, e l’asfodelo degli Inferi, caro a Proserpina. Ma nonostante tutto ciò, l’Aspromonte non è solo natura, è anche mito e leggenda. Qui crescevano le erbe miracolose che tramutarono Glauco, pastore della Beozia, in un dio marino. Qui Scilla, la bellissima ninfa amata da lui, fu raggiunta dalla furia vendicatrice della maga Circe, che la trasformò nell’orrido mostro che, nello stretto di Messina, attirava e divorava i naviganti. E sempre qui qualche secolo dopo (XII sec.) è stata ambientata la “Chanson d’Aspremont”, il poema epico francese che narrava la battaglia tra Carlo Magno e Agolante, il re dei Saraceni. L’Aspromonte è anche terra di tradizioni popolari, umili e bonarie, che accompagnano da secoli la sua storia. Si racconta che una volta San Paolo stava predicando sulle pendici dell’Aspromonte, quando uno sciame di cicale lo circondò facendo un chiasso così assordante da impedire ai fedeli di ascoltare il sermone: dopo la maledizione di San Paolo tutte le cicale della Calabria persero la voce. Di questa storia si legge anche nei “Diari di viaggio in Calabria e nel Regno di Napoli” pubblicati nel 1825 dallo scrittore e illustratore inglese Edward Lee. Non sorprende però che già ai tempi di Lee si facesse fatica a crederci: non solo le cicale, forse perdonate, frinivano regolarmente, ma anche la tradizione agiografica ne smentiva la veridicità: San Paolo, infatti, rimase in Italia solo il mese di marzo, un periodo ancora troppo freddo per le cicale, amanti della canicola estiva. Parlando dell’Aspromonte, non si può certo dimenticare il ruolo da protagonista che questa terra ebbe in epoca risorgimentale. Correva l’anno 1862, quando Garibaldi, passato lo stretto di Messina con i suoi Mille, si stava preparando a marciare su Roma. A Santo Stefano, però, un antico borgo dell’Aspromonte, le camicie rosse furono bloccate dalle truppe del Generale Cialdini, mandato tempestivamente da Vittorio Emenuele II per far credere a Napoleone III, tutore dello stato pontificio, che i Savoia non erano d’accordo con l’impresa garibaldina. In quell’occasione Garibaldi fu ferito alla gamba e fu fatto prigioniero, per poi essere liberato un mese dopo e continuare la sua guerra contro i borboni. Ancora oggi sono molti i turisti che ogni anno si recano a Santo Stefano per ricordare l’eroe dei due mondi: ma purtoppo, si sa, la memoria spesso svanisce nell’indifferenza, e la storia gloriosa di un giorno passa in secondo piano di fronte alla millenaria bellezza della natura. Garibaldi, però, non si offende, come non si è mai offeso l’Aspromonte, terra di ninfe e maghi, talmente bella da essere chiamata dai suoi antichi abitanti “monte di luce” (dal greco àspros, chiaro e lucente), che la maggior parte dei turisti che arrivano in Calabria ignora, interessata, inevece, solo agli stabilimenti balneari della costa, con bikini e jubox. Santoianni 3 SEGUENDO LA VIA EMILIA, LA STRADA VOLUTA DAI ROMANI Per chi sta cercando un intinerario nuovo, ma non per meno interessante, per visitare l’Emilia Romagna, ecco quello che fa per voi: saltate in macchina e ripercorrete da Piacenza a Rimini la Via Emilia, la moderna superstrada che ricalca l’antico percorso voluto dai romani nel II secolo avanti Cristo per collegare quattordici centri urbani, distanti al massimo venti chilometri l’uno dall’altro, di primaria importanza per i commerci capitolini. L’antichità degli insediamenti umani, la posizione a lato di una delle principali arterie di comunicazione dell’intera penisola, la stratificazione secolare della cultura non vi lasceranno delusi. Il nostro viaggio dal Po al mare parte come abbiamo detto da Piacenza, città nota a tutti i pellegrini che durante il medioevo partivano dal nord per raggiungere Roma: i flussi giubilari verso la città sacra avevano in Piacenza una tappa obbligata, unico punto di attraversamento del “grande fiume”. Qui ad accogliere i fedeli c’era la grande basilica di Sant’Antonino, punto di riferimento indiscusso per tutta la Cristianità del nord Italia, ma non solo; monasteri, chiese (San Giorgio a Vigoleto) e abbazie (la cistercense Chiaravalle della Colomba) animavano, e animano tutt’ora, il silenzio dei colli e delle vallate del piacentino. Ma le meraviglie di Piacenza non finiscono qui: la splendida città emiliana offre decine e decine di castelli, rocche e torri da ammirare e visitare. Per secoli queste sentinelle di pietra furono testimoni e protagoniste di invasioni, battaglie e assedi che segnarono per sempre il destino di queste terre. Passando per Fidenza, dove assolutamente non potete perdervi una visita alla cattedrale di epoca medievale (XII secolo), si raggiunge Parma, qui a testimoniare l’imponenza della grandissima architettura romanica troneggiano il Duomo e il Battistero. Un una particolare attenzione meritano poi il Parco e il Palazzo Ducale, esempi spettacolari del fasto rinascimentale italiano. Non è esclusa una sosta anche nella vicina Salsomaggiore, la località leader italiana nel settore delle cure termali; dal wellness all’elioterapia, la patria di Miss Italia accontenta tutti, anche i più sofisticati. Per gli amanti della cultura è consigliato un itinerario nel LIberty, con una visita alle terme Berzieri e a molti palazzi della zona. Il territorio parmense consente anche di gustare prodotti gastronomici d’eccellenza, dal Prosciutto di Parma al Culatello, al Salame di Felino. Senza trascurare il Parmigiano Reggiano, unico al mondo, che ci accompagna anche a Reggio Emilia: qui il consiglio è lasciatevi affascinare dalla “padanità” di questa provincia, portici, biciclette, giovialità sono il suo biglietto da visita. Per gli appassionati dell’arte, questa è la città che fa per voi, preparatevi ad affrontare la meraviglia degli affreschi e delle pale della basilica della Ghiara con il capolavoro della “Crocefissione” del Guercino: l’estasi è assicurata. Andiamo a Modena, arte e ancora arte con il Duomo e il Palazzo Comunale, ma anche le mitiche “rosse” Ferrari: vale la pena arrivare fino a Maranello, per visitare il Museo Ferrari con auto d’epoca e di campioni. Altre deviazioni interessanti: Sassuolo, con il Palazzo Ducale del 1364 e Nantola, con la sua Abbazia benedettina ricostruita in stile romanico nel 1100. Ed eccoci finalmente a Bologna, la “Capitale Europea della Cultura” per il 2000: qui, allo spettacolo visivo delle Torri degli Asinelli, le più alte d’Europa, si affianca il grande spettacolo dei sapori, dal “turtellen” ai bolliti è l’ora di dire basta alla dieta. Da Bologna si parte per una delle deviazioni più interessanti. In mezz’ora si raggiunge Ferrara, città degli Estensi e di mostre (da marzo è di scena Rubens). Sulla via Emilia ci sono ancora Imola e Faenza, con ceramiche artistiche e industriali. Forlì e le sue colline profumano di vino (Albana e Sangiovese), che si sposa magicamente con la gastronomia della zona, che ebbe uno dei suoi padri in Pellegrino Artusi. Ravenna e i suoi mosaici meritano una deviazione di mezz’ora. Ancora sulla direttrice principale, Cesena, “capitale della frutta”, con un appuntamento fieristico di livello mondiale. E’ anche la città in cui nel ‘400 nacque la Biblioteca Malatestiana. Tappa d’arrivo è Rimini, capitale del turismo, ma anche della cultura, con la Sagra Malatestiana, e dell’arte con il Tempio Malatestiano e l’Arco d’Augusto. N.C. LA PIETÀ “È IL MOTIVO DOMINANTE NELLA PITTURA E SCULTURA DEL CRISTIANESIMO” La rappresentazione più patetica, drammatica e tragica del Cristianesimo è senza dubbio “La Pietà” con il gruppo commovente della Vergine Madre e il cadavere del Figlio, appena sciolto e deposto dalla Croce. Patetica è la “Crocifissione”, oppure non meno drammatica è la “Flagellazione”, episodi della “Passione di Cristo”, che hanno fortemente colpito e ispirato da oltre mille anni gli artisti del pennello e dello scalpello, quanto “La Pietà”. Fra le molte tele ad olio, fra i disegni e fra le sculture esposti nella Pinacoteca comunale e nella Galleria dell’arte contemporanea (con sede nel Castello Normanno), la “Pieta”, espressa nel “GRUPPO DI MARIA E CRISTO” è presente con opere eseguite in epoche diverse. Le precedenti rappresentazioni della “Deposizio- ne” e della “Pietà”, molto note in Europa e in italia, a partire dal Medioevo (da Cimabue e Giotto a Raffaello e alla “SCULTURA” michelangiolesca del Vaticano), sono divenuti canoni, ai quali disegnatori, pittori e scultori si sono ispirati. Risale al 1981 il disegno di Luigi Grasso su cartone di colore nero: la tecnica si può definire “cubistica”, eseguita con pastello pluricolorato - Le vesti di Maria sono di colore blu, mentre le carni e i lineamenti di Maria e Figlio sono un misto di cromature di marrone, bianco e viola. La “Stampa” di primo Novecento dei fratelli palermitani “Antonino e Vincenzo D’Angelo”, con la rappresentazione dolorosamente patetica del volto di Maria, raffigura il gruppo della “Pietà” ai piedi di una grande croce e di una scala, creando così una scena quasi immediata della “Deposizione”. Un quadretto, con pittura ad olio su tela, di “Scuola bolognese” (Secolo XVII°-XVIII°), presenta una composizione originale della “Pietà”: infatti il Divino Cadavere, disteso a terra, poggia la schiena e il corpo sopra le gambe di una donna piangente: un’altra donna, chinata a sinistra, bacia i piedi di Gesù Morto; Maria inginocchiata nella parte centrale del dipinto, è drammaticamente protesa sul Figlio. Si può parlare, per questa pittura, di un vero capolavoro d’arte. L’unica scultura in legno della “Pietà”, esposta nella Pinacoteca comunale adranita (IV° piano del Castello Normanno - II° settore), risale forse al secolo XIV°. Osservando attentamente l’opera, è difficile precisare se lo scalpello adoperato sia stato nelle mani di un bravo artigiano, oppure di un “maestro”, ma certamente una scultura di alto livello, una fattura geniale. Il legno, che in un primo momento era esternamente colorato (si notano ancora tracce di colore bianco nei due personaggi dvini) e che necessita di un buon intervento di esperto restauratore per non deteriorarsi maggiormente, è artisticamente scolpito nei vestiari, nel volto e nelle membra senza vita di Gesù; ma dove l’autore ha superato se stesso è nella capacità di rappresentare nel volto della Madonna (contrariamente alla PIETA’ del Vaticano) il profondo dolore materno di una donna che regge sulle sue gambe il cadavere martoriato: dolore umano, comune a tutte le madri terrene e mortali, e non soltanto a Chi piange sconsolatamente sul Golgotà. Saro Franco 4 AGOSTO 1999 UNIVERSO SICILIA Cerimonie, feste e riti religiosi All’inizio dell’era cristiana l’unica festa era la domenica, cui fece subito seguito la celebrazione della Pasqua (resurrezione di Cristo) e, poco dopo, il triduo pasquale (Giovedì, Venerdì e Sabato santo) e il periodo dei cinquanta giorni dopo la Pasqua, concluso dalla Pentecoste (discesa dello Spirito santo sopra gli Apostoli e Maria Vergine). Al IV secolo risalgono invece probabilmente la Quaresima e la Settimana santa, così come la solennità dell’Ascensione. La celebrazione delle varie festività cristiane infatti è cominciata in modo graduale, e l’insieme delle feste che caratterizzano oggi l’anno liturgico si è sviluppato nel corso del tempo, senza che vi fosse un disegno iniziale complessivo. D’altra parte, l’importanza dell’anno liturgico nella vita della Chiesa si spiega con la necessità, da parte della Chiesa stessa, di perpetuare la memoria della vita di Cristo, anzi, di trasmettere la sua stessa presenza nel corso dei secoli. Le principali ricorrenze religiose si accompagnano sempre a cerimonie, feste e riti che cambiano da regione a regione - pur nella stessa tradizione nazionale memori di una storia antica fatta di mescolanze e intrecci culturali. Nella settimana santa per esempio interi paesi scendono in piazza, alzando il sipario di un dramma sacro che prende diverse e suggestive forme: interminabili processioni, percorrono le strade al lume delle fiaccole; si indossano costumi medievali, ci si nasconde il viso sotto i cappucci, si va a piedi scalzi, ci si incatenano le caviglie, si indossano cilici, si cammina ondeggiando così da rendere più faticoso il cammino; in alcuni casi si arriva a ferirsi con schegge di vetro o a frustarsi con corregge di cuoio. Un senso di mortificazione e penitenza destinato a sciogliersi nella gioia del giorno della resurrezione, quando tutto è un volo di colombe, uno scoppiar di mortaretti, uno scroscio continuo di campane. Vengono portati in processione gruppi statuari di legno, di gesso, di cartapesta ideati appositamente per questa funzione e che, nel loro contesto d’origine, diventano immediatamente comprensibili, come dovevano essere un tempo. La città che mantiene le usanze più antiche è Taranto, dove i riti della Settimana Santa ricordano le tradizioni del dominio spagnolo. Nel borgo medievale, dalla chiesa di San Domenico, costruita nel 1300 a cui venne aggiunta, in epoca barocca, una splendida scalinata, esce a mezzanotte la processione dell’Addolorata. Avanza con un passo dondolante, la “nazzeccata”, il dondolio. Per 15 ore il corteo sfila tra città vecchia e città nuova al suono delle marce funebri e alla luce delle candele, per poi tornare a San Domenico verso le 13 del Venerdì. Alle 11 esce di nuovo dalla chiesa del Carmine, nel cuore del borgo, la Processione dei Misteri. La prima edizione venne organizzata tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento dal nobile tarantino Diego Calò. I simulacri sono 8, portati a spalla da chi è riuscito a vincere all’asta, la Domenica delle Palme, questo onore massacrante. Pesano infatti i Misteri, pesa la statua del Gesù Cristo Morto e della Santissima Addolorata. La processione procede così lentamente che sembra ferma, accompagnata da tre bande musicali che eseguono marce funebri composte da autori tarantini. Per festeggiare l’Ascensione invece, basta cambiare l’abito alla veste della Madonna che abbandona il suo manto luttuoso e appare nello splendore di una veste bianca e celeste, mentre si fanno scoppiare mortaretti e si lanciano al cielo le colombe. A Firenze si accende addirittura il “fuoco sacro”. Si narra infatti che, durante la prima crociata, nel 1906 il cavaliere fiorentino Pazzino de’ Pazzi, cavaliere fiorentino al seguito di Goffredo da Buglione, piantò per primo il vessillo della Croce sugli Spalti di Gerusalemme. In ricompensa, ebbe alcuni frammenti di pietra del Santo Sepolcro. Tornato a Firenze, quei frammenti vennero usati per accendere il fuoco sacro del Sabato Santo. La famiglia Pazzi decise di rendere la cerimonia più suggestiva costruendo un carro che, riccamente addobbato, portava il sacro fuoco per le vie della città. Oggi questa tradizione continua la domenica di Pasqua. Con l’Assunzione, si è cele- RAGUSA, FRA GIOIELLI DEL BAROCCO E SPIAGGE INCONTAMINATE Per gli amanti delle vacanze originali, lontane dagli itinerari classici dei villaggi e delle gite organizzate, la Sicilia può offrire assai piacevoli sorprese. Una zona tutta da scoprire, che si presenta come un “mondo a parte” rispetto al resto della regione è la città di Ragusa con i suoi dintorni: autentici gioielli del barocco, una dolce catena di monti, la vista sul mare e una costa ancora selvaggia. Posta su una roccia calcarea fra due valloni, a Ragusa si incrociano le storie di due città: una moderna detta Superiore e un nucleo più antico chiamato Ibla. Ibla fu fondata dall’antico popolo dei Siculi, dei quali restano i locali funerari visibili nella valle del Gonfalone, lungo la strada che porta a Modica. Del periodo greco restano invece alcune necropoli: la più importante è quella del Monte Rito. Sia Ibla sia Ragusa Superiore conservano opere d’arte di grande valore. Quando il terremoto del 1693 distrusse gran parte degli edifici, la ricostruzione della città brato il compimento della Resurrezione, l’assunzione del mondo nel corpo glorioso di Gesù. La Pentecoste porta a compimento il mistero della incarnazione: il vero angelo del Signore, che è lo Spirito Santo, scende sugli Apostoli e sulla Vergine Maria. Anche per la Pentecoste non esiste un “festeggiamento ufficiale”, piuttosto ogni parrocchia segue propri usi e costumi. Nella cittadina umbra di Orvieto, per esempio, il 23 maggio si è svolta la Festa della Palombella, un festa propiziatoria per la città istituita nel secolo XV per volere della famiglia dei Monaldeschi. Il giorno della Pentecoste, sul tiburio della Chiesa di San Francesco, di fronte al Duomo, si colloca un’edicola raffigurante l’Empireo in cui si vede una colomba legata per le ali mentre sulla gradinata del Duomo è collocato un tabernacolo gotico raffigurante il Cenacolo. A mezzogiorno, dall’Empireo partono fuochi artificiali, mentre la colomba scende verso il tabernacolo lungo una corda metallica. Scop-Tach FUORI DALLA COSTITUZIONE LA PENA DI MORTE La Camera ha approvato in prima lettura a grandissima maggioranza (362 sì, un no e 4 astenuti) la proposta di legge costituzionale che cancella dalla Costituzione la pena di morte, anche nei casi previsti dalle leggi militari di guerra. “È un momento storico - ha detto il primo firmatario della pdl Rino Piscitello, dei Democratici - un atto fondamentale con il quale il nostro paese entra di diritto tra quelli totalmente abolizionisti”. “Viene eliminata afferma Giuliano Pisapia, ex presidente della Commissione giustizia - la contraddizione presente nell’articolo 27 della Costituzione”, che non ammette nel nostro paese la pena di morte “se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra”. L’Italia, patria di Cesare Beccaria, fu uno dei primi paesi al mondo ad abolire la pena capitale per i crimini comuni, il 1° gennaio 1890, quando entrò in vigore il Codice Penale di cui fu padre Giuseppe Zanardelli. Il Fascismo la reintrodusse: prima, nel 1926, per i delitti politici; poi, nel 1930, anche per i reati comuni. Caduto il regime, la pena di morte fu di nuovo soppressa nel 1944 e sostituita dall’ergastolo. Ma restò applicabile in caso di guerra in base ai Codici militari. Gli eventi politici internazionali degli ultimi anni, però, hanno creato un fatto nuovo. Soldati italiani si sono trovati sempre più di frequente in zone di guerra, sotto le bandiere dell’Onu, della Nato o di altre forze multilaterali, ma comunque soggetti alle leggi italiane, compreso il Codice militare di guerra. Quindi teoricamente passibili della pena di morte, in caso di gravi violazioni. È successo per le due missioni in Libano nel 1982 e 1984, per la Guerra del Golfo, per la spedizione in Somalia ed ora per la crisi del Kosovo. Negli ultimi anni il Parlamento aveva per questo dovuto approvare provvedimenti ad hoc per escludere l’applicabilità del Codice di guerra. L’Italia è il 54° paese al mondo ad aver del tutto bandito la pena capitale e, nella Unione Europea, va ad aggiungersi a Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Olanda e Portogallo. Il Parlamento, il 5 ottobre 1994, infatti ha già cancellato la pena di morte anche dal Codice Penale militare di guerra, estromettendola di fatto dall’ordinamento giuridico italiano, prima ancora della pdl di modifica costituzionale approvata dalla Camera. V.C. si estese verso la zona alta. I due centri furono divisi nel 1865 nei comuni di Ragusa Superiore e Ragusa Inferiore; quest’ultimo riprese successivamente il nome di Ibla. Nel 1926 le due cittadine vennero riunite in un’unica municipalità. Ibla ha sempre vissuto in una condizione di marginalità che, se da un lato l’ha salvata da un’indiscriminata edificazione, dall’altro l’ha tenuta in condizione di profondo degrado. Tuttavia la ricchezza delle architetture barocche e la suggestione creata dagli edifici più antichi scampati al sisma ne fanno uno dei centri di maggior interesse storico e artistico dell’intera Sicilia. Fra questi spicca la chiesa di San Giorgio, uno degli edifici sacri più belli del barocco siciliano del ‘700 (finito nel 1775), e la chiesa di San Giuseppe. Ma dal centro si può seguire corso XXV aprile fino al verde antico della Villa Comunale, detta anche Giardino Ibleo, da cui si ammira una splendida panoramica dei monti Iblei e della sottostante valle del fiume Irminio. A Ragusa Superiore invece La cattedrale di Ragusa. si trova l’imponente cattedrale dedicata a San Giovanni Battista, eretta tra il 1706 e il 1760 su progetto di Rosario Boscarino e mario Spada. Meno ricca rispetto ad altre architetture barocche dell’isola, è nondimeno austera e grandiosa. Per gli amanti della natura invece, da non perdere, lungo il litorale compreso tra Marina di Ragusa e Donnalucata, la riser- va naturale “Macchia foresta del Fiume Irminio” istituita nel 1989, ricca di vegetazione tipica (ginepri e lentischi secolari) e avifauna ( airone, garzetta, , tarabusino e varie specie di palmipedi). Costituisce l’ultima testimonianza di come le coste siciliane si presentavano storicamente: un sistema di dune sabbiose che si estende per circa un chilometro. A. Di Quattro Dalle colonne del quotidiano “La Sicilia” In riferimento all’articolo pubblicato sul vostro quotidiano di venerdì 16 Luglio 1999 dal titolo ADRANO - Il Comune inviterà i gruppi locali ad esibirsi - Pochi soldi per l’”Estate” si punta sul “volontariato” vorrei esprimere e rendere pubblica la mia opinione e posizione in merito all’appello espresso fra le righe dall’assessore. Appello rivolto a noi gruppi locali quasi a convincerci che se ad Adrano avviene tutto ciò non è colpa dei suoi amministratori, ma del lupo cattivo. Ebbene No! Cari amministratori, non attacca! Voi siete responsabili per quello che succede ad Adrano. Per le omissioni, per l’insensibilità e per le prevaricazioni perpetrate nei confronti delle classi deboli. Colpevoli del degrado delle Coscienze e della disaffezione a questa splendida città. Nessun tentativo di impietosire può ripulire la Vostra coscienza, nessuna “Sindrome di Stoccolma” può aver luogo nei Vostri confronti. Ritengo invece, utile ed opportuno: sia in qualità di cittadino, sia quale rappresentante di un locale e nutrito gruppo di Cittadini, che il Sindaco e l’Assessore diano una pubblica spiegazione del perché il Bilancio (già Commissariato) strumento essenziale per la programmazione e la gestione amministrativa del Comune, sia stato presentato in ritardo. Credo, pur non essendo un tecnico, che il Bilancio doveva essere presentato per l’approvazione del consiglio agli inizi dell’anno e non a metà anno. Alfredo Torrisi Presidente Associazione Le Muse di Adranon Associazione Siciliana Produttori Vitivinicoli Piazza S. Maria di Gesù n. 3 - 95124 - CATANIA La viticoltura siciliana ha da sempre assunto una importanza non secondaria nell’intera economia isolana. Le migliaia di aziende vitivinicole hanno bisogno una puntuale e competente assistenza per conseguire risultati in termini di qualità e tipicità dei prodotti. L’Associazione dei produttori vitivinicoli con i suoi punti di riferimento organizzativo è a disposizione dei produttori per una utile assistenza a favore dei produttori. Per ricevere utili informazioni potete scrivere a A.S.Pro.Viti. Piazza S. Maria di Gesù - 95124 CATANIA. UNIVERSO SICILIA AGOSTO 1999 L’eredità di Maria Montessori Il suo volto è stampato sui nostri biglietti da mille lire, ma la maggior parte degli italiani ignora del tutto chi fu e che cosa fece. Eppure Maria Montessori è stata una protagonista culturale di spicco, tra le più innovative del ‘900. A lei dedicano un ritratto Anna Bravo e Lucetta Scaraffia nel volume “Donne del ‘900” (Liberal-Libri), che racconta il nostro secolo attraverso le sue protagoniste femminili più significative, proprio mentre in Italia vengono nuovamente pubblicate tutte le sue opere. Bravo e Scaraffia, docenti di storia rispettivamente a Torino e a Roma, hanno dato vita a 50 ritratti dal taglio narrativo, che ricordano non solo l’importanza storica e l’operato delle protagoniste, ma anche la loro realtà umana. Il ritratto della Montessori comincia proprio con una descrizione della sua femminilità: “Bella, elegante e molto femminile, Maria era dotata di una forte personalità carismatica: vestita di pizzi e piume, sembrava smentire ogni sospetto di mascolinizzazione intorno alla donna emancipata”. Nell’opera della Montessori morta in Olanda nel 1952 e nata a Chiaravalle (Ancona) nel 1870 - dopo la laurea in medicina e lo studio rivolto ai bambini minorati, trovarono una sintesi molte delle conoscenze psicologiche e scientifiche del tempo. E prima di scrivere la Montessori si dedicò concretamente all’educazione dei bambini tra i 3 e i 7 anni, per i quali aprì nel 1904 a Roma la sua prima “Casa dei bambini”. Esce nel 1909 il suo “Metodo della psicologia scientifica”, seguito da “L’autoeducazione nelle scuole elementari”, ma i suoi libri più importanti verranno vari anni dopo. In cosa consiste il suo metodo lo sintetizzava la stessa Montessori: “E’ un sistema di difesa della perso- nalità umana che inizia dall’infanzia”. Tra i principi nuovi che introdusse ci fu quello dell’utilizzo di strumenti e materiale didattico creato dall’osservazione scientifica del comportamento infantile, unito alla libertà lasciata al fanciullo di usarlo per una sua personale scoperta del mondo, all’interno di una interrelazione con i coetanei. “Uomini che hanno mani e non teste e uomini che hanno teste e non mani, sono egualmente fuori posto nella comunità moderna”, scriveva in nome di un’autonomia reale della persona. Scoprì così che il bambino era irrequieto a scuola e tra gli altri se abbandonato a se stesso, mentre si concentrava allegramente operoso quando riceveva stimoli giusti e si sentiva guidato con mezzi a lui idonei. Della Montessori, Garzanti ha riproposto in economica tre dei suoi titoli più significativi: “La mente del bambino” , “Il segreto dell’infanzia” e “La scoperta del bambino” , mentre Il Mulino sta per pubblicare una sua biografia, “Maria Montessori” di Marjan Schwegman che ne rileva anche l’impegno per un ruolo nuovo della donna. Nella sua biografia la Schwegman la segue dai primi corsi relativi al suo metodo, al 1925 quando nacque l’Opera Nazionale Montessori col patrocinio di Mussolini, per un errore di valutazione del fascismo che non tardò a divenire intollerante verso una scuola così antiautoritaria, che educava alla libertà di pensiero e d’ essere. Maria Montessori fu così praticamente costretta a emigrare e dal ‘34 lavorò sul campo, come sua abitudine, prima in Belgio, poi in Inghilterra e in India, dove divenne celebre come “The Mother” (la madre). A.C. 5 TUTTI I NUMERI FUMO: “CATTIVI MAESTRI” DEI RAPPRESENTANTI IL 26% DEI MEDICI DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO Sedici alla Camera e otto al Senato. Questi i numeri dei parlamentari in rappresentanza degli italiani all’estero che si andranno ad aggiungere agli attuali 630 deputati e 315 senatori se, come sembra, l’aula della commissione Affari Costituzionali accoglierà nei prossimi giorni la proposta del comitato ristretto per la modifica degli articoli 56 e 57 della Costituzione. La riunione del comitato ristretto avrebbe dovuto aver luogo il 14 aprile scorso a Montecitorio, ma è stata rinviata, per motivi tecnici, alla settimana successiva. Le proposte in campo, sul numero dei rappresentanti eletti nella Circoscrizione estero, erano varie. Alla fine è stato il relatore del provvedimento, Vincenzo Cerulli Irelli, a trovare la mediazione che ha sucitato il consenso della maggioranza del comitato ristretto (tra la proposta dell’onorevole Mirko Tremaglia per 20 deputati e 10 senatori e quella del deputato dei Democratici di sinistra Marco Pezzoni, che proponeva il numero di 12 deputati e 7 senatori). Contrari restano i Verdi, Rifondazione Comunista, la Lega, il Partito dei Comunisti Italiani di Armando Cossutta e i Socialisti Italiani. E’ stata eliminata invece l’ipotesi di stabilire il numero dei parlamentari in base alla quota percentuale del due per cento: nel caso di un “taglio” del numero complessivo dei parlamentari,infatti, gli eletti dalle circoscrizioni estere sarebbero diventati troppo esigui. “Credo che abbiamo trovato la via giusta - ha detto Cerulli - in sintonia con il Consiglio degli Italiani all’estero, per chiudere questa annosa partita”. Dopo il voto della commissione, nei prossimi giorni il provvedimento potrebbe passare in aula e per i primi di giugno potrebbe essere approvato in prima lettura. Nel frattempo al Senato va avanti l’esame dell’articolo 48 (l’istituzione della Circoscrizione Estero) in seconda lettura. “Io penso, quindi - conclude Cerulli Irelli - che prima delle ferie estive potrebbe essere approvato quest’ultimo in terza e ultima lettura alla Camera, e gli articoli 56 e 57 in prima lettura sia alla Camera che al Senato in modo da consentire agli italiani all’estero di usufruire del loro diritto già dalle prossime elezioni”. U.S. Proprio tra i camici bianchi si nascondono gli “inquinatori” più ostinati (e insospettabili) di ospedali pubblici e studi privati. All’esercito dei fumatori regolari si iscrive infatti di diritto il 32% degli operatori ospedalieri e il 26% dei medici di famiglia: il 77% dei primi fuma anche nei diversi reparti, infischiandosene allegramente dei divieti, il 26% dei secondi non rinuncia alla sigaretta nemmeno in presenza dei propri pazienti.Secondo l’Associazione pneumologi e la Federazione dei medici di famiglia, i camici bianchi, oltre ad essere cattivi discepoli, sono anche maestri distratti: tra gli operatori ospedalieri, il 23% non affronta mai il problema fumo con i propri pazienti mentre il 26% consiglia di smettere solo in presenza di malattie direttamente legate all’abuso di nicotina. Più intraprendenti, ma nemmeno tanto, i medici di base: poco più della metà (il 54%) parla degli effetti del fumo con i propri pazienti, ma appena il 37% ammette di raccogliere in modo particolareggiato notizie sul loro comportamento di consumo e solo il 24% agisce realmente a livello terapeutico. Sono diverse, le strategie per affrontare il problema. Nell’ultimo anno Federfarma, Aipo e Fimmg hanno attivato dei corsi di aggiornamento per i medici: “l’obiettivo - ha spiegato Fiorenzo Corti, coordinatore nazionale del Progetto fumo di Fimmg - è portare i medici ad affinare gli strumenti di diagnosi di dipendenza da nicotina, insegnandogli anche un nuovo approccio con il paziente. Non più minaccioso o paternalistico, ma attento alle esigenze della persona e alle difficoltà enormi che questa incontra durante il processo di disassuefazione”. L’Aipo, su indicazione dell’Oms, ha deciso invece di promuovere la rete di “Ospedali senza fumo”, un network di 60 strutture ospedaliere in cui il tabacco è off-limits. P.T. UNA RICERCA D’AVANGUARDIA SULLA SCOMPARSA DELL’ANTI-MATERIA È appena partita una ricerca sperimentale italiana d’avanguardia, che punta a scoprire la causa della scomparsa dell’antimateria nel nostro universo: più precisamente, gli scienziati dei Laboratori Nazionali di Frascati dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) hanno avviato Dafne e Kloe, rispettivamente l’acceleratore ed il rivelatore di una classe particelle subnucleari, i mesoni K, il cui comportamento ci aiuterà a chiarire il meccanismo fisico responsabile dell’asimmetria di materia ed anti-materia nel cosmo. A differenza dei personaggi mitologici richiamati dal loro nome, Dafne e Kloe sono felicemente sposati e lavorano insieme con risultati che promettono già molto: Dafne è l’acronimo di Double Anular F-factory for Nice Experiments (produttore a doppio anello di particelle Fi per esperimenti di precisione), mentre Kloe sta per K-Long Experiment (esperimento con il mesone K-l, ossia K lungo). Non ha per ora spiegazioni plausibili l’enigma della scomparsa dell’anti-materia dell’universo, la cui creazione iniziale è appurata dalla cosmologia già da mezzo secolo, mentre per tutto questo tempo è stata inutilmente cercata dagli astrofisici anche nello spazio profondo. Eppure, i modelli cosmologici costruiti sulla base dei dati in nostro possesso indicano che all’inizio del tempo materia ed antimateria si equivalevano, in quantità. Oggi, invece, a parte quelle esigue quantità di anti-materia create artificialmente negli acceleratori dei laboratori di fisica nucleare, si è riusciti a trovarne quantità esigue ed estremamente effimere in natura solo nei raggi cosmici, dove la loro produzione è dovuta ad eventi accidentali. Come funziona questa nuova ricerca italiana? Lo hanno spiega- to i responsabili scientifici nel Laboratorio di Frascati, diretto da Paolo Laurelli: Gaetano Vignola, responsabile del progetto Dafne, e Paolo Franzini, responsabile del progetto Kloe. Si lavora sulla misurazione della violazione della simmetria di CP (ossia: carica e parità). Vale a dire che per alcune particelle dalla vita effimera è possibile la trasformazione da materia in anti-materia (cioè, quelle particelle diventano se stesse rovesciate come in uno specchio, ossia anti-particelle identiche, ma con carica elettrica invertita), mentre la trasformazione speculare inversa da antimateria in materia avviene in modo sbilanciato. I mesoni K sono fra queste particelle dall’inversione asimmetrica. E nel laboratorio di Frascati si osserva, in particolare, la trasformazione del Ks (“s” sta per short, ossia dalla vita breve) nel mesone Kl (“l” sta per long, dalla vita lunga. Ma tutto è relativo: il Ks decade subito, mentre il Kl percorre alcuni metri alla velocità della luce). Il fatto è che il decadimento dei due tipi di mesone K, dopo l’annichilazione, non corrisponde alla teoria: quello che si vuole fare, pertanto, è misurare la violazione di simmetria CP, e di trarne le deduzioni del caso. Le macchine con le quali l’esperimento viene svolto sono estremamente complesse e ad altissima precisione, ma stavolta l’Italia procede da sola nell’impegnativa ricerca. E i fisici di Frascati non nascondono la fierezza di inserirsi in una tradizione che vede l’Italia sempre all’avanguardia in questa scienza. E, una volta tanto, vantano anche il buon funzionamento della macchina dello stato, il cui finanziamento di 200 miliardi (120 miliardi è costata la macchina di Dafne, e 55 quella di Kloe) è andato a buon fine, perfino con il risparmio di qualche miliardino. Taità Dal 26 Settembre al 5 Ottobre Nell'occasione della ”Settimana Culturale Siciliana”, organizzata dalla ”THE SICILIAN CULTURAL SOCIETY OF CANADA”, l'INPAL di Palermo coadiuvata dalla Presidenza Regionale, unitamente alla testata UNIVERSO SICILIA, esporranno le riproduzioni in formato gigante di fotografie d'epoca di alcune località dell'Isola. Alla Manifestazione parteciperanno esponenti dell'INPAL, del Mondo dell'emigrazione, della Cultura e del Sindacato. 6 AGOSTO 1999 UNIVERSO SICILIA LA RIFORMA DEI SERVIZI SEGRETI Il governo ha approvato, su proposta del vice presidente del Consiglio Sergio Mattarella, il disegno di legge di riforma dei servizi segreti. Una riforma attesa da oltre sei anni e che porrà gli 007 italiani alle dirette dipendenze del presidente del Consiglio che potrà essere affiancato da una autorità di governo delegata per decentrare le responsabilità su un ministro o su un sottosegretario. Nelle sole mani del premier resterà invece il delicato potere di decidere sul segreto di Stato che di regola durerà 15 anni, aumentabili di altri 15 per notizie che possono mettere in pericoli le fonti ma anche gli agenti e lo stesso Stato. Il governo potrà contare, quale suo braccio operativo, su una nuova struttura, il Digis, il Dipartimento governativo delle informazioni per la sicurezza, che va di fatto a sostituire il Cesis, l’organo di coordinamento delle due strutture di “intelligence”, ossia il Sismi (gli 007 militari) e il Sisde (quelli civili). Il Sismi diventerà l’Aisi - agenzia per la sicurezza interna -, il Sisde si chiamerà Aise - agenzia per la sicurezza esterna. Entrambi avranno funzioni strettamente operative, ossia raccoglieranno e trasmetteranno informazioni al Digis che avrà il compito di rielabo- rarle tenendo costantemente aggiornata l’autorità politica sulle emergenze e sui pericoli più gravi per la sicurezza nazionale. Aise e Aisi gestiranno queste notizie solo per il periodo di tempo operativamente necessario prima di inviarle al Digis e comunque, entro un anno, dovranno distruggerle. Sarà quindi il Digis a detenere tutti i segreti degli 007 in un unico cervellone. Al presidente del Consiglio spetterà nominare i direttori delle due agenzie di intelligence, quali uomini di sua stretta fiducia, e che quindi non verranno più scelti, come accaduto finora, dai ministri dell’Interno e della Difesa. Direttori che, quale grande novità, decadranno dall’incarico quando, alla nascita di un nuovo governo, ci sarà il voto di fiducia del Parlamento. Un’altra novità riguarda le garanzie funzionali degli 007. Dopo la preventiva autorizzazione dell’autorità politica, gli agenti segreti non potranno più essere puniti se, per ragioni di servizio, sono costretti ad infrangere la legge. Le “barbe finte” certamente non avranno “licenza di uccidere” ma godranno di una maggiore copertura. “Era ora, ce n’era davvero bisogno” ha commentato il presidente della Commissione Stragi Giovanni Pellegrino secondo il quale “il nuovo clima politico ha consentito e accelerato la soluzione di un problema da affrontare necessariamente in maniera diversa”. “Fino all’inizio degli anni ‘90 - ha ricordato Pellegrino - si è corso il rischio che i detentori del potere si potevano avvalere dei servizi nella competizione interna. Era quasi nelle cose. Quindi era naturale un pregiudizio democratico”. Il presidente del Comitato di Controllo sui Servizi, Franco Frattini di Forza Italia ha annunciato invece battaglia in Parlamento. “Non sarà questa la riforma che diventerà legge” ha tuonato. Secondo l’esponente del Polo due sono gli aspetti che necessitano di un approfondimento. Da una parte serve maggiore chiarezza sul rafforzamento dei poteri riferiti al Presidente del Consiglio, dall’altra un ripensamento sui poteri del comitato di controllo. “La stanza delle decisioni - spiega Frattini non può essere solo quella del Presidente del Consiglio. Il Premier deve attuare le scelte e non formarle. L’elaborazione delle decisioni deve spettare all’organo collegiale, il comitato interministe- riale presieduto da Presidente del Consiglio e composto dai ministri dell’Interno, della Difesa e degli Esteri. Il capo del Governo non può essere il solo a decidere, deve previlegiarsi, insomma, il principio della collegialità”. Per quanto riguarda il comitato di controllo, Frattini rileva una carenza nella attribuzione dei poteri. “Al Comitato manca l’attribuzione del potere ispettivo. Non ha la possibilità di vedere le carte, di esercitare realmente un controllo”. “Un potere dice ironicamente l’esponente di Forza Italia - che ha il Garante sulla Privacy e non ha il Comitato parlamentare di controllo. Questo aspetto mi lascia molto perplesso”. Inoltre Frattini sottolinea l’importanza delle garanzie funzionali per alcune ipotesi di reato. In particolare si riferisce alle intercettazioni ambientali e telefoniche. “Già nel nostro Paese il ricorso a quelle legittime è maggiore che non in altri Paesi Europei. Se poi questa materia può essere regolata anche da una legge ordinaria, mi chiedo che valore ha la norma costituzionale che in merito alle intercettazioni recita che devono essere autorizzate dal magistrato”. Taità In cammino verso la Conferenza mondiale degli italiani all’estero di G. Tassello Nel febbraio del 1999 l’editorialista di “Friuli nel Mondo” commentava sul logoramento del rapporto tra gli italiani nel mondo ed il paese di origine: uno stato d’animo derivante da “brucianti delusioni”. Occorre pertanto ristabilire contatti creativi tra le due realtà, aumentando il desiderio di partecipazione nelle comunità italiane residenti all’estero ed assegnando un significato preciso alla loro valenza culturale, economica e politica. Prima di celebrare la Conferenza Mondiale degli italiani all’estero si rivela quanto necessario chiarire la fisionomia reale degli italiani all’estero ed analizzare, nel frattempo, i motivi del perdurante disinteresse per la terra di origine nei confronti dei figli lontani: una descrizione strappalacrime che non ha prodotto molti risultati innovativi sul piano pratico. Non è, tuttavia, solo colpa di uno stato assenteista o della incapacità dell’associazionismo regionale o nazionale se non sono sempre state individuate strategie più idonee o se alla propositività si preferiscono i facili amarcord. Le tante delusioni, che si cerca di tamponare con frasi ad effetto, l’incompetenza o la non volontà di cambiare (vedi la necessità del voto per corrispondenza e il funzionamento dell’AIRE; vedi i disguidi e i ritardi denunciati da decenni e che non sembrano scalfire alcuni settori dell’amministrazione) si abbinano ai progetti culturali e assistenziali accantonati solo perché non portano la griffe dei partiti di turno al potere. Il male oscuro dell’emigrazione è la mancanza di una democrazia reale che sappia e voglia coinvolgere tutti, mettendosi in ascolto delle aspirazioni di ogni settore della comunità. L’atteggiamento di chi ritiene di conoscere le soluzioni e gestisce la politica senza un reale coinvolgimento di tutti stanca, delude e porta al disinteresse. Emigrato ha perciò imparato a gestire la sua vita da solo o attraverso una straordinaria rete informale per cui non sente più il bisogno di emigrare da se stesso ed operare a livello solidale. Questo individualismo asociale procede parallelamente alle riflessioni e alle attività di clubs per pochi iniziati: i salotti bene dell’emigrazione. Associazione Siciliana Produttori Olivicoli È l’Associazione capace di assicurare la necessaria assistenza per una: — corretta coltivazione olivicola; — buona conoscenza delle tecniche di produzione dell’olio; — professionalità per la conservazione dell’olio prodotto; — migliore resa nella commercializzazione dei prodotti olivicoli. Per tutto questo l’ASPO conta una capillare rete di uffici sempre a disposizione dei produttori. Per informazioni rivolgersi all’ASPO - Piazza Mercato 72 - 95031 ADRANO Vi è anche chi punta su un reale inserimento soci-politico dell’emigrato nella società di arrivo, senza rinnegare le proprie radici culturali da cui anzi trae ispirazioni di novità. Ma chi ravviva queste sue aspirazioni ? La conferenza deve significare un momento di ascolto di una base dal volto multiforme che intende confrontarsi, riconciliarsi con una terra di origine alquanto restia al dialogo e mettersi alla ricerca di strategie che diano un senso compiuto a quelle parole che sono sulla bocca di tutti - “risorsa migratoria” - ma sono così poco credute. A RUOTA LIBERA di Pasqualino Sangiorgio Siamo tornati dalle vacanze Come dire da una bella avventura e l’abbiamo scampata bene; siamo usciti indenni, non finiti tra le centinaia di morti e, per fortuna, le migliaia di feriti. Non siamo incappati nelle asfissianti colonne, lunghe anche trenta chilometri, nei trafori dall’aria irrespirabile. Non abbiamo fatto la coda negli aeroporti e nei porti. C’è andata, tutto sommato, bene. Ora il conto alla rovescia è finito: siamo a casa, ripreso il lavoro, deplorato quando è in atto, sospirato nel momento in cui ne siamo lontani. E riprendiamo la normale routine, la monotonia di sempre con le sue modeste sorprese e novità. Bilancio Se guardiano i giornali di questi giorni e li compariamo a quelli dell’anno scorso e ai precedenti, sembra che non sia successo nulla di nuovo: esodi infiniti, milioni di macchine in movimento e spesso quasi ferma, spiagge così piene che il mare calpestato sembra lontanissimo come un miraggio, stanchezza , sudore, incendi tali che sembra un miracolo che ci sia ancora qualcosa da bruciare e poi alla fine la grande soddisfazione: sono stato in vacanza, torno a casa felice per tanti motivi non ultimo che sia finita e le tasche sono vuote. Bello il turismo, viaggiare, vedere cose nuove, ma tutto si paga ed anche caro. A testa in su C’è stata una bella novità, quella dell’eclisse, il sole oscurato dalla luna, che abbiamo visto per qualche secondo con un vetrino da saldatore e che per la verità non c’è parso niente di straordinario, un punto nero nel cielo in pieno giorno. Poi dovevamo vedere gli aerei di un partito che ci annunciava i suoi messaggi, ma non c’è ne siamo accorti o che forse non sono venuti dalle nostre parti. Nel periodo ferragostano non c’è stata alcuna tregua della tensione politica non s’è smesso di parlare di pensioni, argomento misterioso e pauroso perché tutti temiamo di perdere qualche cosa. Così abbiamo appreso che illustri personaggi godono di un trattamento previdenziale vicino al miliardo annuo lordo e di altre cifre parimenti strepitose che auguriamo ai privilegiati di godersi purché ci lascino in pace nei nostri modesti compensi. Solleone In Sicilia il caldo ci ha fatto particolarmente soffrire perché, se non altissimo per le temperature, forte e continuato; ora respiriamo una certa frescura nella nostra Catania ove al ponentino è subentrato il fresco levante che ci consente di goderci la città, se non deserta, alleggerita di uomini e di macchine, bella nel riacquistato silenzio che sembra un sogno da gustare ad occhi aperti nel poco tempo che resterà IL RESTAURO DELL’ASSUNTA SCOPRE CRIPTA DEL ’600 E’ stata una inattesa sorpresa quella che ha portato alla luce, durante un’operazione di restauro, la cripta della chiesa dell’Assunta a Palermo, nota a tutti come scuola Daita. Nessuno immaginava che la cripta potesse avere il suo ingresso in un angolo del monastero. Poi, mentre si lavorava alla liberazione del loggiato, a sua volta ricomparso sotto il tufo e il cemento all’entrata dell’edificio, è apparsa la cavità. Una scala ancora rivestita di antiche maioliche, è stata la guida all’ingresso di una cripta coperta dalla terra ma ancora visbile in tutta la sua semplicità e bellezza. Gli ambienti finalmente ritrovati avevano luogo sotto l’altare maggiore della chiesa seicentesca. Ancora intatte la croce sul Monte Carmelo nel vestibolo e un’altra più grande nella stanza principale. La storia del convento torna indietro nel tempo di quasi quattrocento anni. Nacque per volere di uno dei grandi casati di Sicilia, quello dei Moncada di Paternò. O meglio della duchessa di Montalto Giovanna della Cedra, che si convinse con il marito ad abbandonare i fasti mondani per un’esistenza di preghiera dando vita al monastero delle Carmelitane Scalze, che si conserva ancor oggi insieme alla chiesa e a poche altre testimonianze (quasi tutte scoperte durante il restauro in corso) comprese nel blocco che racchiude la chiesa dell’Assunta e la scuola elementare Daita. “A cantiere aperto abbiamo trovato anche un loggiato vicino al portale di via Maqueda - spiega Mario Li Castri dell’ufficio centro storico - e un brano di una corte interna”. Piccoli pezzi di storia secentesca accompagnati da una serie di volte a crociera. Tutto dovrà essere riportato a vista, anche se l’operazione dovesse significare una modifica e un al- lungamento del progetto. D’altra parte si tratta di un restauro che ha già avuto un percorso difficile e non privo di ostacoli. Rimase fermo due anni dal ‘95 per un ricorso finito al Consiglio di giustizia amministrativa ed ora l’appalto è nelle mani delle imprese associate Grassetto di Tortona e Di Vincenzo di Caltanissetta, per sei miliardi di lavori. Il complesso presenta ancora i danni di una sbagliata ri- strutturazione risalente al 1905, quando arrivò la prima scuola al posto del monastero già sciolto molto tempo prima. In più negli anni Cinquanta si è aggiunto il cemento armato, producendo un notevole appesantimento dell’intera struttura. Si tratta dunque di recuperare il profilo originario togliendo tutto ciò che lo ha snaturato. Mentre già riaffiora la pagina più antica e dignitosa del monumento che manterrà la sua destinazione a complesso di scuole. Ci sarà una biblioteca laddove è ricomparsa la loggetta. Le ampie celle riservate alle monache aristocratiche verranno trasformate in aule. E’ sopravvissuto anche un tetto con capriate di tanti secoli fa tornato intatto grazie al restauro e la Curia arcivescovile ha restituito alcuni locali che aveva in uso. A.T. UNIVERSO SICILIA AGOSTO 1999 VOTO: LA SODDISFAZIONE DI TREMAGLIA “Debbo dire la mia soddisfazione ed anche la mia commozione per questo evento importante che riguarda milioni di italiani all’estero”. Sono le parole di Mirko Tremaglia dopo il voto del 30 giugno alla Camera. “La Camera in seconda lettura ha approvato la proposta di legge per la istituzione della “circoscrizione estero” che dà la possibilità ai nostri connazionali di eleggere direttamente i loro rappresentanti nel Parlamento Italiano - ricorda Tremaglia - Il provvedimento ha ottenuto 389 voti a favore e 17 contrari. I Comunisti non hanno partecipato alla votazione, la Lega si è astenuta ed i Verdi hanno votato contro; per diventare definitiva questa legge deve ottenere il sì definitivo del Senato. Ho sottolineato che si tratta di una proposta di legge costituzionale a carattere unitario perchè vi sono, oltre al mio, i nomi dei componenti del Comitato parlamentare degli italiani all’estero Di Bisceglie e Giovanni Bianchi, Urbani, Amoroso, Fronzuti, Sbarbati, il relatore Cerulli Irelli; Occhetto Presidente della Commisioni Esteri e degli affari costituzionali Maccanico, i Presidenti dei Gruppi Parlamentari che l’hanno sottoscritta Mussi, Pisanu, Tatarella, Soro, Manzione e Manca. Ancora una volta abbiamo spiegato che i milioni di italiani che vivono nel mondo costituiscono una grande risorsa e una grande ricchezza, sotto l’aspetto culturale, politico, morale ed economico e nelle relazioni internazionali. Ho ringraziato il Presidente della Repubblica che ha esaltato nel suo discorso di insediamento “la voce delle comunità italiane diffusa nel mondo, in fiduciosa attesa di più diretta via di partecipazione politica, sempre pronta a dare alla Madre Patria una ricchezza di cultura, di riconoscenza e conoscenza”. Ho ringraziato Violante che a Buenos Aires ha dichiarato che le prossime elezioni saranno le prime in cui gli italiani all’estero potranno votare. Dopo la Camera vi sarà il voto del Senato. Possiamo dire di essere nella dirittura Mirko Tremaglia d’arrivo. Questa è una grande riforma, è un atto di giustizia e di democrazia, è un atto di riparazione che segna certamente un grande successo dell’ Unità Nazionale. Nella stessa giornata di oggi (30 giugno, ndr) la Commissione degli affari costituzionali ha approvato la proposta di riforma degli artt. 56 e 57 fissando il numero di 16 deputati ed 8 senatori rappresentanti al parlamento gli Italiani all’estero”. U.S. Tutti gli appuntamenti dell'estate romana Se ancora molti comuni delle maggiori regioni italiane non hanno diffuso il programma estivo degli spettacoli, per l’estate romana qualche anticipazione è già arrivata. Il programma, che spazia dalla musica classica al jazz, dalla lirica alle serate di cinema in piazza del Popolo, comincerà il 15 giugno con la kermesse di cantanti rock allo Stadio Olimpico con la Woodstock col meglio della canzone italiana per il Kosovo: da Vasco Rossi a Renato Zero, che porterà uno spettacolo dove la ballerina Carla Fracci danzerà alcune sue canzoni. L’estate nella Capitale si presenta così ricca di appuntamenti, novità e manifestazioni già note che, visto il successo ottenuto negli anni scorsi, vengono nuovamente riproposte. Tornano quindi i grandi concerti di musica jazz a Villa Celimontana, uno splendido spazio che darà vita a serate con i più grandi musicisti internazionali, Joshua Redman Quartet, Bill Frisell, David Sanborn sono alcuni nomi, che dal 18 giugno fino al 28 agosto ani- IL VIAGGIO DI FASSINO IN CANADA “La potenzialità di sviluppo e di intensificazione dei rapporti economico-commerciali tra Italia e Canada sono particolarmente ampie. Le complementarietà tra le nostre economie sono fortissime ed un ruolo importante può essere svolto dalla comunità d’affari canadese di origine italiana che rappresenta uno straordinario ponte tra i nostri due paesi”. Lo ha dichiarato il ministro del Commercio Estero Piero Fassino nel corso della sua visita in Canada, dal 18 al 23 giugno scorso. Obiettivo del viaggio: “Favorire il radicamento delle nostre imprese in Canada, così come attrarre investimenti canadesi in Italia. Vogliamo creare con i nostri partner canadesi legami solidi sia a livello di grande industria che di piccole e medie imprese”. I settori potenzialmente interessati sono i più diversi e vanno dalla lavorazione del legno all’agroalimentare, dai new medias alla avionica e all’elicotteristica. La prima tappa è stata il British Columbia di Vancouver, dove Fassino ha approfondito le principali aree su cui sviluppare la cooperazione tra Italia e Canada: lavorazione del legno, collaboraIl ministro del Commercio Estero Piero Fassino. zione con l’aeroporto di Vancouver, collaborazione nel settore della rilevazione satellitare, ricerca nel settore della fisica nucleare con possibilità di applicazione in campo medico. Il Ministro Fassino ha rilevato il grande interesse delle autorità del British Columbia che intende diversificare i propri rapporti economici e commerciali, indirizzandoli maggiormente verso l’Unione Europea e verso l’Italia. A Vancouver il Ministro ha inoltre incontrato un gruppo di giovani imprenditori italiani che stanno sviluppando forme di collaborazione industriale con controparti canadesi nel settore del packaging, della ricerca satellitare, dell’alta tecnologia e dei servizi. Il viaggio è proseguito a Montréal, dove fassino ha incontrato il vice primo ministro del Québec responsabil dell’Economia Landry ed il ministro dei Lavori Pubblici Alfonso Gagliano. “Le intese raggiunte tra imprese italiane e canadesi nel settore dei new media costituisce un concreto esempio delle possibilità di collaborazione tra i nostri due paesi nell’ambito del partenariato rafforzato sancito lo scorso anno - ha dichiarato Fassino - Per la complementarietà delle nostre economie, per l’alto livello di sviluppo economico e grazie anche alla significativa presenza di una collettività di origine italiana fortemente integrata nel tessuto politico e sociale canadese, i nostri due paesi sono partners privilegiati sia sul piano dei rapporti bilaterali che su quello delle relazioni multilaterali nell’ambito del Nafta (North America Free 7 Trade Association, ndr) e dell’Unione europea”. Fassino ha proseguito la visita a Ottawa dove ha incontrato il vice primo ministro Gray, il ministro degli Esteri Axworthy ed il ministro federale dell?Agricoltura Lyle Vanclief. Al centro dei colloqui lo sviluppo dei rapporti bilaterali, le possibilità di rilanciare il dialogo transatlantico tra Europa e Canada e le prospettive della Conferenza ministeriale dell’OMC a Seattle che lancerà Millennium Round. L’ultima tappa della visita è stata Toronto, dove Fassino ha incontrato il ministro federale del Commercio Estero Sergio Marchi, il ministro del Commercio dell’Ontario Palladini, nonchè una folta delegazione di imprenditori canadesi di origine italiana da tempo attivi nell’Ontario. “Con il ministro Marchi abbiamo convenuto sull’opportunità di realizzare l’impegno previsto dalla “Dichiarazione di partenariato rafforzato” di raddoppiare il volume degli scambi italo-canadesi entro i prossimi tre anni - ha dichiarato Fassino - A tal fine favoriremo la costituzione di un “business council” che dovrà fornire proposte concrete per lo sviluppo delle relazioni commerciali e soprattutto imprenditoriali, favorendo al tempo stesso programmi di formazione di giovani manager”. “Abbiamo anche deciso - ha proseguito Fassino di concludere un “memorandum d’intesa tra i ministeri del commercio estero che preveda consultazioni regolari tra le amministrazioni, su temi sia d’interesse bilaterale che multilaterale e abbiamo infine concordato di siglare un accordo di cooperazione tra ICE e SIMEST da un lato e le Agenzie di promozione e sostegno agli investimenti esteri canadesi dall’altro”. I due ministri hanno inoltre condiviso la necessità dell’Unione Europea di rafforzare le proprie relazioni con il Canada, all’interno di un dialogo più strutturato con il Nafta. Infine, quanto all’OMC, è stata concordata la necessità di lanciare un round comprensivo che copra oltre i temi già tradizionalmente in agenda anche nuovi aspetti come quelli sociali e ambientali. Inform Piazza Navona. meranno le serate dei romani. E torna anche “Fiesta!” la più grande e prestigiosa manifestazione dell’estate ca- pitolina dove musica (prevalentemente latinomaricana ma non solo), con concerti dei più conosciuti cantanti internazionali ogni sera, spettacoli e intrattenimenti si mescoleranno per un “villaggio” del divertimento e della cultura (si festeggerà anche il centenario di Hemingway) che avrà sede, come sempre, all’ippodromo delle Cap- pannelle. Per quanto riguarda il cinema poi, ci saranno sei serate-evento, qualcuna in piazza del Popolo, dove sarà allestito un maxi-schermo e dove si potrà (gratuitamente e seduti) assistere alla proiezione con l’intervento dei pro- tagonisti, da Alberto Sordi a Peter Ustinov. Ma il cinema all’aperto ci sarà anche alla Garbatella e in Piazza Vittorio, mentre al Palazzo delle Esposizioni torna il Fantafestival. Riproposte, inoltre, le altre manifestazioni come “La voglia matta” al Parco San Sebastiano, improntata sulla musica degli anni Sessanta con i concerti di Gino Paoli, Bruno Lauzi, Peppino Di Capri, Don Backy, Enzo Jannacci e Franco Califano per dirne alcuni e Testaccio Villagge”, con musica e concerti rock, e altre manifestazioni sempre a Testaccio, come la Biennale dei giovani artisti italiani. La musica classica poi torna alla grande con i consueti concerti di alto livello del Santa Cecilia, mentre allo Stadio Olimpico ci sarà la Turandot di Puccini. Ma il grande e primo appuntamento con l’estate romana rimane la rassegna di della “Festa della musica”, che inizierà il 21 giugno, in occasione del solstizio d’estate: una straordinaria kermesse musicale in cui si esibiranno grandi artisti e giovani talenti dalla mattina fino a notte inoltrata, per 150 appuntamenti nelle piazze e nelle vie di Roma: ospite d’onore Celine Dion. E, allora, che l’estate abbia inizio! Tarcisio SULLA RISERVATEZZA DEI DATI PERSONALI Ai sensi della legge n. 675/96 il trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione sono utilizzati al solo fine della spedizione in abbonamento postale di Universo Sicilia. Ai sensi dell’art. 13 della stessa legge i destinatari possono richiedere l’aggiornamento o la rettifica dei dati, salvo il diritto per motivi legittimi di opporsi a tale utilizzo dandone comunicazione. La redazione UNIVERSO SICILIA Direttore responsabile:Vincenzo Castiglione Vice Direttore: Nunzio Nasca Hanno collaborato: Anna Costanzo - Saro Franco - Fabrizio Mele Alfio Pettinà - Angelo Russano - Pasqualino Sangiorgio Mario Sicilia - Alfredo Torrisi - Giuseppe Tassello Chiuso in redazione il 20 agosto 1999 Amministratore: Piero Trovato ABBONAMENTO ANNUALE A “UNIVERSO SICILIA” — per l’Italia L. 20.000 — per l’Europa L. 25.000 — per le Americhe e l’Australia L. 30.000 Quote benemerite di sostegno alla pubblicazione: — sottoscrittore Onorario L. 200.000 — sottoscrittore Benemerito L. 150.000 — sottoscrittore Sostenitore L. 100.000 Per le inserzioni di ricorrenze ed annunci basta contattare la redazione telefonando allo 095/7692946 o inviando un fax al 095/310750. “Universo Sicilia” periodicamente raggiunge un numero ragguardevole di nostri conterranei e concittadini residenti nei cinque continenti. In atto viene spedito in: Australia, Argentina, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Olanda, Spagna, Gran Bretagna, Irlanda, Ungheria, Brasile, Stati Uniti, Luxembourg, Venezuela. Le inserzioni riportate nelle pagine di questo periodico costituiscono servizio senza corrispettivo ai sensi dell’art. 3, primo comma, del D.P.R. 26/10/72 n. 633. Associato al FUSIE Federazione Unitaria della Stampa Italiani all’estero Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana Stampa: Tipo-Lito Placido Dell’Erba 95033 Biancavilla (CT) - Via Imperia, 15 - Tel. 095.985167 - Fax 095.985414 Segreteria editoriale: 95124 Catania - Piazza S. Maria di Gesù, 3 Tel. 095.311547 - Fax 095.310750 Abbonamento e sottoscrizioni volontarie di sostegno: Versamento C.C.P. N. 14577951 intestato a ”Universo Sicilia” - Adrano - Tel. 095.769.29.46 Iscrizione al N° 748 del registro stampa del Tribunale di Catania del 28/3/1989 8 AGOSTO 1999 UNIVERSO SICILIA Il calendario 1ª giornata - 29/08/1999 Bologna Fiorentina Inter Juventus Lazio Lecce Perugia Piacenza Venezia Torino Bari Verona Reggina Cagliari Milan Parma Roma Udinese 28ª giornata - 02/04/2000 Gli scontri e le date di tutta la stagione di serie A Fiorentina Bari Juventus Venezia Parma Verona Inter Perugia Roma Bologna Cagliari Lazio Lecce Milan Piacenza Reggina Torino Udinese 2ª giornata - 12/09/1999 29ª giornata - 09/04/2000 Bari Cagliari Milan Parma Reggina Roma Torino Udinese Verona Piacenza Milan Udinese Bologna Torino Lazio Lecce Reggina Cagliari Lazio Juventus Perugia Bologna Fiorentina Inter Venezia Piacenza Lecce Bari Fiorentina Inter Juventus Parma Perugia Roma Venezia Verona 3ª giornata - 19/09/1999 8ª giornata - 31/10/1999 13ª giornata - 12/12/1999 18ª giornata - 23/01/2000 23ª giornata - 27/02/2000 30ª giornata - 16/04/2000 Bari Bologna Fiorentina Inter Juventus Lazio Perugia Piacenza Venezia Fiorentina Inter Juventus Lecce Parma Roma Udinese Venezia Verona Bologna Juventus Lazio Lecce Milan Piacenza Reggina Udinese Venezia Torino Bari Verona Reggina Cagliari Milan Parma Roma Udinese Parma Reggina Cagliari Bologna Juventus Bari Lazio Inter Perugia Roma Inter Fiorentina Bari Torino Perugia Cagliari Verona Parma Milan Reggina Verona Parma Udinese Torino Cagliari Lecce Roma Torino Lazio Piacenza Perugia Bari Cagliari Reggina Bologna Milan Roma Inter Fiorentina Bari Torino Perugia Cagliari Verona Parma Bologna Fiorentina Inter Juventus Lazio Lecce Perugia Piacenza Venezia Fiorentina Lecce Milan Piacenza Roma Torino Udinese Venezia Verona Bologna Juventus Lazio Lecce Milan Piacenza Reggina Udinese Venezia 4ª giornata - 26/09/1999 9ª giornata - 07/11/1999 14ª giornata - 19/12/1999 19ª giornata - 30/01/2000 24ª giornata - 05/03/2000 31ª giornata - 22/04/2000 Cagliari Lecce Milan Parma Reggina Roma Torino Udinese Verona Bologna Cagliari Lazio Lecce Milan Perugia Piacenza Reggina Torino Bari Cagliari Fiorentina Lazio Milan Parma Perugia Torino Verona Lazio Juventus Perugia Bologna Fiorentina Inter Venezia Piacenza Lecce Juventus Verona Udinese Milan Lecce Venezia Fiorentina Parma Roma Inter Lecce Juventus Piacenza Reggina Roma Bologna Udinese Venezia Venezia Juventus Bologna Lazio Piacenza Perugia Inter Fiorentina Bari Inter Fiorentina Verona Udinese Venezia Bari Parma Roma Juventus Inter Lecce Juventus Piacenza Reggina Roma Bologna Udinese Venezia Bari Cagliari Milan Parma Reggina Roma Torino Udinese Verona Bari Bologna Cagliari Inter Lazio Perugia Piacenza Reggina Torino Bari Cagliari Fiorentina Lazio Milan Parma Perugia Torino Verona 5ª giornata - 03/10/1999 10ª giornata - 21/11/1999 15ª giornata - 06/01/2000 20ª giornata - 06/02/2000 25ª giornata - 12/03/2000 32ª giornata - 30/04/2000 Bari Bologna Cagliari Fiorentina Inter Juventus Lazio Parma Perugia Bari Fiorentina Inter Juventus Parma Roma Udinese Venezia Verona Bologna Inter Juventus Lecce Piacenza Reggina Roma Udinese Venezia Milan Reggina Verona Parma Udinese Torino Cagliari Lecce Roma Torino Lazio Piacenza Perugia Bari Cagliari Reggina Bologna Milan Cagliari Perugia Verona Fiorentina Milan Torino Bari Parma Lazio Udinese Lecce Torino Roma Piacenza Venezia Milan Verona Reggina Reggina Perugia Lecce Milan Cagliari Lazio Bologna Piacenza Torino Cagliari Perugia Verona Fiorentina Milan Torino Bari Parma Lazio Bari Bologna Fiorentina Inter Juventus Lazio Perugia Piacenza Venezia Fiorentina Inter Juventus Lecce Parma Roma Udinese Venezia Verona Bologna Inter Juventus Lecce Piacenza Reggina Roma Udinese Venezia 6ª giornata - 17/10/1999 11ª giornata - 28/11/1999 16ª giornata - 09/01/2000 21ª giornata - 13/02/2000 26ª giornata - 19/03/2000 33ª giornata - 07/05/2000 Fiorentina Lecce Milan Piacenza Roma Torino Udinese Venezia Verona Bologna Cagliari Lazio Lecce Milan Piacenza Reggina Torino Udinese Bari Cagliari Fiorentina Lazio Milan Parma Perugia Torino Verona Venezia Juventus Bologna Lazio Piacenza Perugia Inter Fiorentina Bari Inter Fiorentina Verona Udinese Venezia Bari Parma Roma Juventus Venezia Piacenza Inter Bologna Roma Juventus Udinese Lecce Reggina Parma Reggina Cagliari Bologna Juventus Bari Lazio Inter Perugia Fiorentina Bari Juventus Venezia Parma Verona Inter Perugia Roma Venezia Piacenza Inter Bologna Roma Juventus Udinese Lecce Reggina Cagliari Lecce Milan Parma Reggina Roma Torino Udinese Verona Bologna Cagliari Lazio Lecce Milan Perugia Piacenza Reggina Torino Bari Bari Fiorentina Lazio Milan Parma Perugia Torino Verona 7ª giornata - 24/10/1999 12ª giornata - 05/12/1999 17ª giornata - 16/01/2000 22ª giornata - 20/02/2000 27ª giornata - 26/03/2000 34ª giornata - 14/05/2000 Bari Bologna Cagliari Inter Lazio Perugia Piacenza Reggina Torino Bari Fiorentina Inter Juventus Parma Perugia Roma Venezia Verona Bologna Inter Juventus Lecce Piacenza Reggina Roma Udinese Venezia Udinese Lecce Torino Roma Piacenza Venezia Milan Verona Reggina Reggina Perugia Lecce Milan Cagliari Lazio Bologna Piacenza Torino Bari Cagliari Perugia Parma Torino Lazio Verona Milan Fiorentina Juventus Verona Udinese Milan Lecce Venezia Fiorentina Parma Roma Piacenza Milan Udinese Bologna Torino Lazio Lecce Reggina Cagliari Bari Cagliari Perugia Parma Torino Lazio Verona Milan Fiorentina Bari Bologna Cagliari Fiorentina Inter Juventus Lazio Parma Perugia Bari Fiorentina Inter Juventus Parma Roma Udinese Venezia Verona Bologna Inter Juventus Lecce Piacenza Reggina Roma Udinese Venezia