Ccnl, serve una svolta
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Ccnl, serve una svolta
34 Martedì 27 Settembre 2016 Fismic Confsal Le posizioni in merito alla trattativa tra sindacati e Federmeccanica Ccnl, serve una svolta Spazio alla contrattazione di II livello di Sara Rinaudo M etalmeccanici e pubblico impiego, due categorie che si approssimano a giornate decisive per un rinnovo di Ccnl che segnerà probabilmente una svolta nel sistema di relazioni sindacali italiani e che rinnoverà profondamente i comportamenti negoziali di tutte le parti sociali. Non è un caso che Unsa Confsal e Fismic Confsal abbiano avanzato in tempi utili e non in dirittura d’arrivo due proposte innovative per sbloccare i rispettivi rinnovi contrattuali fermi da troppo tempo quello degli statali e quello dei meccanici che rischia anch’esso il blocco temporale. Al di là del merito, vogliamo qua sottolineare l’approccio innovativo che hanno dato i due sindacati appartenenti alla quarta Confederazione sindacale del Paese. Il segretario generale Fismic Confsal: «Noi meccanici della Fismic Confsal chiediamo che si passi dai proclami ideologici contrapposti e si dia spazio alla contrattazione di secondo livello, come è giusto che sia, dando comunque aumenti contrattuali correlati all’andamento dell’indice IPCA nel 2017 e 2018, anche grazie alla bassa inflazione dovuta al troppo lungo rallentamento dell’economia». Si riaprirà mercoledì 28 settembre la trattativa tra Federmeccanica e sindacati. Riparte quindi la trattativa per il contratto nazionale dei metalmeccanici dell’industria e dell’installazione d’impianti. Da nove mesi, più o meno, i metalmeccanici si battono per il rinnovo del contratto nazionale. Federmeccanica intende avanzare nuove proposte. Il nodo da sciogliere è e resta quello del salario i cui incrementi, per Federmeccanica, avrebbero dovuto essere legati esclusivamente alla produttività lasciando la possibilità di un recupero dell’inflazione nel contratto nazionale solo per le buste paga al di sotto del minimo di garanzia. Una platea che calcolata in questo modo non avrebbe raggiunto una troppa bassa percentuale dei lavoratori del settore. La Fismic Confsal non ha partecipato a «inutili scioperi» come sottolinea il segretario generale Roberto Di Maulo. Gli scioperi stanno diventando solo una tassa aggiuntiva sul salario dei lavoratori e la Fismic Confsal ha sempre sostenuto che serve un sindacato che abbia voglia di negoziare. Inoltre come già detto in passato la proposta avanzata da Federmeccanica e Assistal una buona strada di partenza, sicuramente da migliorare ed è proprio questo che il sindacato Fismic Confsal auspica per l’incontro del 28 settembre, per poi concludere in maniera rapida il negoziato. Sull’adeguamento retributivo la Fismic Confsal ritiene che alla proposta di Federmeccanica- Assistal auspica che Federmeccanica-Assistal preveda finalmente un aumento della retribuzione correlato all’indice Ipca che vada a tutti i lavoratori per l’anno 2017-2018, alla luce dell’inflazione che in questo periodo è prevista particolarmente bassa. La Fismic Confsal ritiene che si renda necessario chiudere al più presto il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici per dare un segnale di fiducia al Paese. La nota della settimana scorsa del segretario generale Fismic Confsal spiega: «La lunga trattativa ha portato a una sostanziale intesa tra le parti su tutta la normativa del contratto, con innovazioni importanti che riguardano il welfare previdenziale e assistenziale, la formazione professionale e la classificazione professionale dei lavoratori. Su questi temi si potrebbe già firmare un accordo mentre resta ancora aperta la discussione sugli incrementi della retribuzione. Su questo serve uno sforzo e uno slancio positivo da entrambe le parti. Si potrebbe ipotiz- zare che l’incremento della retribuzione parta da luglio 2017 determinato dall’indice IPCA e questo incremento deve essere destinato a tutti i lavoratori. La stessa cosa potrebbe avvenire nel luglio 2018, si determinerebbero quindi degli incrementi re- Una proposta della federazione Unsa P.a., incrementare orari e stipendi La Federazione Unsa ha inviato alla ministra per la Pubblica amministrazione e la semplificazione Marianna Madia un documento propositivo per il rinnovo dei contratti e per un nuovo modello organizzativo. Il documento analizza le criticità di questi ultimi sei anni, comprese le norme sulla licenziabilità del dipendente pubblico e, anche in risposta ai duri attacchi ricevuti dai lavoratori pubblici e dal sindacato, ci spinge a promuovere e proporre responsabilmente modelli utili a recuperare credibilità e produttività, fino a formulare ipotesi che comprendano un aumento dell’orario di lavoro settimanale. Si tratta di un’ipotesi di lavoro da trattare con tutte le accortezze possibili, e con una premessa imprescindibile: all’incremento dell’orario deve corrispondere un incremento dello stipendio, strutturale e corrispondente al valore economico delle ore aggiuntive, oltre agli incrementi che saranno portati dal contratto nazionale del 2016-2018. È una proposta che ha importanti risvolti economici per i lavoratori senza voler essere un baratto, ma va oltre poiché consente di pensare a modelli organizzativi più articolati attraverso i quali fornire più servizi ai cittadini. Proporre una modifica dell’orario di lavoro, per esempio da 36 a 38 ore settimanali, è un argomento molto delicato che presenta delle criticità (percezione dei lavoratori, costi, eccetera) e, per chi lo propone, una forte assunzione di responsabilità. Una proposta coraggiosa, innovativa e anche dirompente nell’alveo di una ditributivi annuali destinati a tutti i lavoratori e questo potrebbe essere facilitato dal periodo di bassa inflazione che stiamo vivendo, con riscontri economici sopportabili per le aziende. Questo lascerebbe degli spazi economici più importanti alla contrattazione aziendale, dove potrebbe essere redistribuita la ricchezza derivante dagli incrementi di produttività. Una conclusione di questo genere contribuirebbe in maniera significativa alla crescita dell’economia del Paese soprattutto se accompagnata dalla decontribuzione degli aumenti della scussione generale che rischia di essere asfittica, tesa per lo più al recupero di quanto perso in questi ultimi sei anni o a riproporre ricette già vecchie; elaborata da un sindacato, l’Unsa, autonomo dalla politica e da condizionamenti ideologici, desideroso di veder migliorare la pubblica amministrazione, di ridare credibilità al lavoro pubblico e ai suoi dipendenti, con- sapevole che servono nuovi stimoli e input per aumentarne la produttività. I costi della proposta sarebbero finanziati in parte da risorse già utilizzate, cioè la spesa per compensi da lavoro straordinario che a oggi per l’intera P.a. ammonta a circa 2,5 miliardi di euro, e in parte da una migliore organizzazione del lavoro. Il modello avrebbe il pregio di cointeressare tutti: i lavoratori con un incremento stabile delle retribuzioni, le amministrazioni con una migliore organizzazione degli uffici attraverso una maggiore disponibilità di tempo/uomo e il sistema economico, con aumento della produttività di settore, e i cittadini con più servizi. Massimo Battaglia, Segretario generale Confsal-Unsa retribuzione legati alla produttività anche per gli anni 2017-2018, come speriamo che lo stesso governo preveda.» L’obiettivo è quello di realizzare una trattativa in grado di produrre, in tempi rapidi, un’intesa capace di qualificare il Ccnl ed estendere la contrattazione aziendale migliorando le condizioni di vita e di lavoro dei metalmeccanici, facendo ripartire gli investimenti e rilanciando la competitività e l’occupazione delle imprese e del settore metalmeccanico. Per quanto riguarda il settore pubblico l’Unsa Confsal, guidata con perizia dal segretario generale Massimo Battaglia, mette in evidenza con chiarezza che il vero nodo per sbloccare, dopo molti anni, i contratti è quello della bassa produttività degli uffici pubblici e, con la rivoluzionaria proposta di allungamento dell’orario di lavoro settimanale, getta un guanto di sfida al ministro Madia, ma anche allo stesso intento innovatore più volte sbandierato dal governo Renzi. Due proposte concrete e semplici. Come l’uovo di Colombo ma che, come quella intuizione cambiò la storia dell’umanità diventando decisiva nel finanziamento della spedizione colombiana, speriamo che anche queste due proposte possano, in scala molto più modesta, cambiare il corso delle relazioni sindacali di questo Paese rendendole fattore di crescita economica del Paese, come è giusto e necessario che siano oggi considerate. Fismic via delle Case Rosse 23 00131 ROMA Tel: 06/71588847 - Fax: 06/71584893 www.fismic.it