La redazione Il Sostegno On-Line del Progetto Prevenzione

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La redazione Il Sostegno On-Line del Progetto Prevenzione
La redazione
Il Sostegno On-Line del Progetto Prevenzione dell’abbandono minorile, sviluppo della salute e
promozione dell’inclusione socio-educativa per bambini disabili a Rabat -Marocco
anno I I I-numero 29- aprile 2005
Ovvero siate i
benvenuti tra noi
Newsletter di aggiornamento sul progetto di Amici dei Bambini e
OVCI in Marocco…e non solo
Marhaba Bicum ovvero siate i benvenuti tra noi.
Se l’idea riscontra il Suo interesse e desiderasse
nostra redazione estera, che entra direttamente
comunichi la Sua e-mail all’indirizzo di posta
Eccovi il un nuovo numero dell’anno 2005, dalla
nelle vostre case per tenervi aggiornati su quanto
si sta facendo in loco anche grazie al vostro aiuto
e sostegno.
Ricordiamo ancora che Marhaba Bicum potrà
arrivarvi
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affinché possa ricevere i prossimi numeri del
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La newsletter è comunque disponibile anche sul
sito Internet di Amici dei Bambini, all’indirizzo
www.aibi.it nelle pagine dedicate al progetto
“Centro Lalla Meriem”.
messaggio all’indirizzo sottostante e verrete
cancellati dal nostro indirizzario generale.
Sommario
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4.
Aggiornamento del progetto UE Amici dei Bambini e OVCI
Congresso di Casablanca « Marche et Infirmite’ motrice cerebrale »
L’arrivo di una nuova amica: Chiara
Non si vive di solo progetto...
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1. Aggiornamento del progetto UE Amici dei Bambini e OVCI
Aprile, mese di grandi attività. Una nuova amica è arrivata e dopo l’incontro con i francesi
Laurence, Julien e Sophie e le italiche Deborah e Loredana, il nostro progetto si arrichisce della
presenza di Chiara, stagista che resterà con noi per ben un anno. Il mese è poi cominciato con un
momento molto emozionante: la partecipazione al Congresso di Casablanca organizzato dalla
Somaref, Société Marocaine de Rééducation de Médecine Physique et Réadaptation. Quest’anno il
tema dell’icontro era proprio la presa in carico dei bambini con paralisi cerebrale infantile e con
grande piacere siamo stati invitati per esporre il nostro progetto.
2. Congresso di Casablanca « Marche et Infirmite’ motrice cerebrale »
Siamo contentissime di aver partecipato al Congresso di Casablanca che si é tenuto sabato 2 e
domenica 3 aprile. Certo è stata un po’ una faticaccia svegliarsi alle 6 :30 durante il weekend, ma
ne è valsa la pena. L’equipe al completo ha partecipato ( tranne la psicologa Fatiha bloccata a letto
da una forte bronchite), ed è stato un momento che ci ha uniti e gratificati al momento stesso.
La giornata di sabato è stata dedicata all’esposizione di diversi argomenti che riguardano la presa
in carico dei bambini IMC da diversi punti di vista : la riabilitazione, la chirurgia, l’utilizzo di alcuni
farmaci, gli ausili..
Purtroppo uno degli argomenti che più interessava l’equipe socio-educativa : l’annuncio della
notizia alle famiglie, è stato trattato malissimo, lo psichiatra che è intervenuto ha letto la sua
esposizione, che era esclusivamente teorica e senza alcun riferimento alle famiglie incontrate, a
situazioni reali.
Erano presenti la maggior parte dei medici fisiatri del Marocco e alcuni Primari francesi, tra i quali
abbiamo molto apprezzato il Dottor GF. PENNECOT, (Primario presso l’Ospedale Robert Debré di
Parigi, reparto Chirurgia Ortopedica Infantile)
che ci ha conquistati con il suo linguaggio
chiarissimo e la sua passione nell’esporre i contenuti.
Non erano presenti molte associazioni perché nello stesso momento il Secretariat d’etat chargé de
la famille, de solidarite et de l’action sociale aveva organizzato un « festival della disbilità » aperto
alle associazioni marocchine attive nel campo.
I responsabili della Somaref ci hanno dato la possibilità di tenere uno stand informativo dove
abbiamo distribuito depliant del progetto e delle nostre associazioni. Proprio di fianco a noi si
trovava lo stand di una impresa di ausili di Casablanca che fabbrica gli stessi ausili che prepariamo
per i nostri bambini : attelle de verticalisation, coquille-siege… Ovviamente abbiamo chiesto i
costi e la dottoressa (orto-protesista) che gestisce l’impresa ci ha riferito : « la visita con me non
costa nulla, gli ausili variano da 10.000 – 12.000 DH in su. »
La mattinata di domenica è stata dedicata all’esposizione di esperienze concrete che si occupano
di bambini IMC. Grande spazio è stato dato al Centro NOOR di Casablanca, che rappresenta la
prima vera esperienza in Marocco di centro polivalente per i bambini IMC ma che nonostante l’idea
di partenza di essere aperto a tutti sta adesso rivelandosi una realtà accessibile da pochi eletti che
possono permettersi di pagare gli alti costi del servizio.
E’ seguita l’esposizione di un medico dell’Ospedale pediatrico di Casablanca che ha presentato un
progetto che l’ospedale sta studiando dal 2001. Ha esposto i contenuti del progetto, con delle
splendide diapositive e i contenuti sono identici a quelli del nostro intervento :
consultazioni multidisciplinari, sedute di fisioterapia e attività socio-educative, ausili, sostegno
alle famiglie. Il suo intervento è concluso con questa frase: siamo nel 2005 e ancora NULLA è
stato fatto per realizzare questo progetto.
Ed è a questo punto, con un tempismo perfetto, che il Dottor Benkhlafa ha preso la parola e ha
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presentato il nostro progetto aiutandosi con il power point che abbiamo preparato con tante
energie durante queste ultime due settimane.
Dobbiamo ammettere che vedere il nostro caro medico al centro dell’aula magna dell’università e
girare le spalle e vedere l’equipe super elegante schierata che prendeva tutta una fila di sedie ci ha
dato un gran senso di orgoglio e di contentezza.
L’esposizione è andata benissimo. Dottor Benkhlafa ha interessato tutti. E’ stato chiaro e
convincente, ha presentato obiettivi, attività, risultati, statistiche, abbiamo anche mostrato alcune
foto e alla fine i presenti ci hanno omaggiato di un bel applauso.
Il Congresso è terminato con un commento del Dottor Pennecot che ha sottolineato come i due
ultimi interventi fossero complementari : quello che si sarebbe potuto fare e quello che invece è
stato fatto.
Hai poi detto che il nostro budget è « piccolo e realistico » per poter fare qualcosa di utile.
Ha suggerito alle diverse realtà presenti in Marocco di unirsi per elaborare un protocollo unico di
presa in carico che possa essere semplice, condiviso e praticabile da tutti per il bene di questi
bambini.
Infine ha messo in rilievo l’importanza dei genitori definendoli come gli unici che possono davvero
essere promotori di un cambiamento politico per il governo. Li ha incoraggiati ad incontrarsi,
unirsi ad organizzarsi, spiegando che anche in Francia tante cose sono state fatte proprio grazie
all’impegno e al lavoro dei genitori
3. L’arrivo di una nuova amica: Chiara
Ciao a tutti voi, prima di raccontarvi il come e il perché ma soprattutto il cosa faccio in questa
Terra splendida piena di luce e di colori ma soprattutto ricca dei tanti sorrisi che ogni giorni i
nostri bambini del Centro Lalla Meriem ci regalano, credo sia doveroso ed opportuno raccontarvi
qualcosa di me.
Mi chiamo Chiara, sono una ragazza di Roma da febbraio laureata in psicologia all’Università “La
Sapienza” di Roma.
La mia avventura in Marocco è iniziata circa un anno fa quando mia madre si è trasferita a Rabat
per motivi di lavoro.
Nel mio cuore ho sempre sperato che un giorno avrei potuto raggiungerla, che un giorno avrei
potuto anche io vivere in quest’immenso continente africano che da quando avevo visitato all’età
di 17 anni mi era sempre rimasto nel cuore e che da allora avevo considerato la mia grande culla.
Presto però questo sogno sembrò cambiare forma diventando sempre più reale e concreto.
Il mio professore di antropologia culturale accettò come soggetto della mia tesi di laurea una
ricerca su “ Le camerette dei giovani marocchini” ed io finalmente potevo trasferirmi a Rabat.
Nel mese di Ottobre scorso, grazie ad un amico, sono riuscita a mettermi in contatto con
Alessandra, il mio “capo progetto”.
Ricordo ancora la prima volta che l’ho incontrata, mi ha accolto come se fossi stata una sua cara
amica. Questa è stata di certo la prima grande emozione da me provata entrando in contatto per la
prima volta con l’organizzazione Ovci –la Nostra Famiglia, attraverso la splendida persona che è
Alessandra.
Mentre preparavo la tesi mi interessavo anche a tutta la parte burocratica noiosa e spesse volte
scoraggiante per inoltrare la mia domanda di tirocinio presso l’organizzazione Ovci-la Nostra
Famiglia. E sì, perché una volta laureata il mio secondo grande sogno da realizzare era quello di
riuscire a fare il praticantato proprio qui a Rabat presso il Centro Lalla Meriem. Mi aspettava un
anno di tirocinio seguito da un tutor psicologo, che attualmente è rappresentato dalla Dott.ssa
Stefania Lauri che mi segue dall’Italia e dalla Dott.ssa Fathia Belaid che mi segue da Rabat, al
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termine del quale dover sostenere un esame di stato per poter poi diventare a tutti gli effetti
psicologo.
Credetemi non è stato facile, le molteplici difficoltà incontrate sulla mia strada mi hanno messo
spesse volte davanti alla triste realtà che forse avevo osato troppo, che forse non ero in grado di
portare avanti due cose così importanti ed impegnative allo stesso tempo.
Ma finalmente grazie anche all’appoggio di tutti coloro che ho incontrato in questa grande
famiglia che è l’Ovci, sono riuscita a realizzare i miei due grandi sogni di una vita giovane ma
intensa.
La laurea è arrivata a febbraio ed il 7 marzo ero già in partenza per Casablanca; il 15 marzo avrei
finalmente iniziato il mio tirocinio al Centro Lalla Meriem.
Sono ormai quasi due mesi che lavoro quotidianamente al Centro, in questo periodo sto seguendo
il lavoro delle educatrici osservando alcuni dei bambini che loro stesse hanno in carico. In questi
primi due mesi ho lavorato la mattina presso l’antenna periferica di Salè con Zineb. Educatrice che
oggi non considero più una persona con cui passare qualche ora lavorativa durante la giornata ma
una vera e propria amica. Il pomeriggio invece lo trascorro al Centro Lalla Meriem rielaborando il
lavoro svolto durante la mattinata, sotto lo sguardo dolce e sorridente di Zakia, sotto il vigile
controllo ma sempre gentile e cordiale della mia tutor, la psicologa Fathia Belaid, sotto il caloroso
abbraccio delle educatrici Housna e Yamna, o gli affettuosi saluti delle Kinesiterapiste e di
chiunque si possa incontrare nel cortile o per i corridoi del Centro.
Ma soprattutto le mie giornate passano veloci e senza fatica grazie al dono che ogni giorno ricevo
da quei teneri sorrisi, sguardi, gesti pieni di amore e di calore che ogni bambino grande o più
piccolo che sia, con cui si lavori direttamente o che si incroci nei corridoi è sempre e comunque in
grado di darti.
La realtà del centro Lalla Meriem non è una realtà facile, anzi.
Si potrebbe facilmente pensare che entrando in un luogo come questo la sofferenza ed il dolore
siano un dato costante. Io questo non ve lo so dire, credo che si tratti di emozioni del tutto
soggettive, ma di una cosa sono certa, che nessuna sofferenza, nessuna tristezza trapela dagli
occhi di questi bambini ma solo tanta ricerca di amore e tanta voglia di ricevere un sorriso.
Ogni giorno che supero il cancello del Centro ringrazio Dio per l’opportunità che mi ha dato,
perché credetemi non c’è regalo più grande che entrare in un luogo dove per un sorriso che si dà
si riceve in cambio un ’immenso dono d’amore, basta solo saperlo osservare…..
4. Non si vive di solo progetto...
Per concludere vi facciamo partecipi di un viaggio davvero entusiasmante che abbiamo vissuto
approfittando di due giorni di festa nazionale. Il Marocco é una terra da scoprire, e un paese dai
mille paesaggi. La destinazione è stata Ouarzazate, piccola città famosa perché è stata scelta da
molti registi come set ideale per alcuni film molto importanti come “Lawrence d’Arabia” o “ il
Gladiatore”.
La città in sé non ha molto da offrire ma rappresenta la prima tappa per raggiungere uno dei posti
piu’ affascinanti e misteriosi al mondo: il deserto! Effettivamente da Ouarzazate bisogna ancora
affrontare 280 Km di taxi, il nostro era un bel Mercedes occupato da 7 persone: 4 dietro e 3
davanti, incluso l’autista, naturalmente.
La tappa seguente si chiama Ouladdris, un nome un po’ difficile dove già puoi fare una
passeggiata sulle dune e dove abbiamo alloggiato in un campeggio di tende berbere. Inutile dirvi il
caldo soffocante, ma fortunatamente verso le 4 del pomeriggio già si comincia a respirare ed è
stato a questo punto che siamo partiti per raggiungere la tappa finale: un bivacco nel centro del
deserto. E sapete da chi siamo stati accompagnati? Da due splendidi dromedari, Azizi e Gasmi, alti
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alti che all’inizio hanno fatto un po’ impressione. Dopo una salita un po’ fantozziana abbiamo
preso il cammino e dopo due ore di passeggiata siamo arrivati al bivacco. Difficile descrivere il
paesaggio che si è aperto ai nostri occhi. Montagne di sabbia, pochi ma verdi alberelli e i custodi
del bivacco che ci aspettavano per offrirci un delizioso tè, vestiti con l’abito tradizionale blu che
creava un contrasto bellissimo con l’oro della sabbia.
Il silenzio era totale, il vento soffiava
dolcemente e quando è scesa la notte la luna dava una luce ancora piu’ bella al paesaggio che ci
circondava. La notte l’abbiamo passata piacevolmente sdraiati sotto le stelle ma con qualche
preoccupazione, la nostra guida ci ha avvisato che il vero problema del deserto sono i topi. Ha poi
raccontato storie di persone che sono impazzite dopo essere state toccate da un topo del deserto,
potete quindi capire la nostra inquietudine..Per fortuna non abbiamo ricevuto visite e la mattina
seguente siamo di nuovo saliti sui dromedari, con un po’ piu’ di scioltezza e abbiamo intrapreso il
nostro ritorno verso Rabat.
Christine, Alessandra, Chiara
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