Lumezzane, storia della Bal «Divisi si cresce meglio

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Lumezzane, storia della Bal «Divisi si cresce meglio
ECONOMIA
GIORNALE DI BRESCIA GIOVEDÌ 26 MARZO 2015
UBI FIDUCIARIA
PATRIMONI E FAMIGLIA
Fisac: lavoratori
«espulsi» dal gruppo
Sei Consulting
ha fatto
da advisor
LUMEZZANE Per
individuare le scelte
migliori per entrambi i rami
della famiglia, i Becchetti si
sono affidati alla Sei
Consulting, società
bresciana di consulenza
strategica, molto attiva
anche a Mantova e
Cremona. Nella foto: a
sinistra Ivan Losio,
amministrate unico di Sei, e
Marco Becchetti.
Lumezzane, storia della Bal
«Divisi si cresce meglio»
Marco Becchetti racconta come, d’intesa coi cugini, si è deciso
di imboccare nuove strade. Per la Mariani mette sul tavolo 2 milioni
LUMEZZANE Non è una storia proprio rara, non usuale magari, ma rara
no. E’ semmai raro che ci si decida di
raccontarla, che in qualche modo ci
si "esponga" a dire come e perchè
una famiglia, pur allargata per i tanti
rami che una storia aziendale secolare comporta, ad un certo punto decida di prendere strade separate, distinte. Senza rompere - ed è un’altra
rarità nella rarità - i rapporti fra i diversi rami.
La storia è quella della Bal di Lumezzane e la racconta Marco Becchetti,
figlio di Piero e nipote di Luigi e del
"Cinto", gran patron valgobbino. Bal
è una storia più che secolare. La prima traccia risale al 1882 con la lavorazione di ottonami, ma è nel 1907 che
Angelo Becchetti fonda quella che è
la Bal di oggi. Lumezzanese al midollo, con stabilimento dietro la parrocchiale di Sant’Apollonio, Bal produce maniglie, «un articolo che più maturo non si può», come ammette lo
stesso Becchetti. Nel 1963, i Becchetti danno vita alla Industria Metalli di
Bedizzole che opera nella pressofusione di leghe ed alluminio: un modo
per diversificare i mercati oltre che
dare ruoli e funzioni ai membri della
famiglia. E così si è andati avanti fino
a poco tempo fa: due famiglie, due
aziende ma di fatto una unica gestione.
Certo, si poteva anche andare avanti
così. Ma qualche acciacco lo si sentiva. Serviva una sterzata, «da parte
mia avvertivo la necessità di sentirmi
pienamente coinvolto nell’assetto
societario visto che di fatto gestivo la
parte operativa», commenta Marco
Becchetti. E poi c’erano le nuove generazioni (la quarta) pronte ad entrare in azienda, com’è nel caso della figlia Elisa, 23 anni, che oggi si occupa
di amministrazione. E quindi, per far
sintesi: inderogabilità di nuove scelte strategiche per crescere sul mercato, necessità di avere chiare responsabilità operative e imprenditoriali,
opportunità di predisporre al meglio
l’ingresso della nuova generazione.
Qui entra in scena Ivan Losio della
Sei Consulting, fra le maggiori società di consulenza strategica e direzionale bresciane (e della Lombardia
Orientale) che ha gestito - dice Becchetti - «il delicato riassetto societario delle quote della nostra famiglia,
a fronte di un rapporto pluriennale
con le società operative di famiglia».
«Godere della fiducia di tutte le parti
e conoscere le realtà sul tavolo ha agevolato il nostro lavoro - commenta
Losio, amministratore unico della
Sei. Anche se - continua - non è stato
facile gestire ad un tempo la partita
economico-finanziaria con gli aspetti emotivi e le storie delle famiglie.
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Ma oggi - conclude Losio - credo che
entrambe le società, la Bal e la Industria Metalli, potranno godere degli
effetti di una governance più definita, auspicabile in un contesto in cui è
necessario reagire rapidamente ad
un mercato discontinuo».
Una conferma di questa ultima necessità è l’operazione che chiude al
meglio questa storia e ne pare un’altra. L’altro ieri, Marco Becchetti ha
firmato davanti al giudice l’acquisizione della Mariani-Rivadossi srl di
Agnosine, storica maniglieria con 16
addetti, che la Bal ha rilevato dopo
due anni di affitto mettendo sul tavolo oltre 2 milioni di euro.
«E’ una delle cose di cui vado orgoglioso, dice Becchetti: aver salvato
un marchio storico e dei posti di lavoro. Con la Mariani, ben posizionata
all’estero, contiamo di rafforzare il
fatturato complessivo». Fatturato
che, lo diciamo alla fine, non è esattamente quello di un colosso: Bal e Mariani, insieme fanno 25 addetti e 3 milioni e mezzo di ricavi per il 70%
all’estero. Archiviata questa partita, Becchetti e Losio sono impegnati
in quella che s’annuncia essere una
sorta di sfida impossibile: mettere valore nelle maniglie, caricare di innovazione tecnologica quella che è «essenzialmente una leva». E pensano
ad un format inconsueto: dieci-venti
tecnici, ricercatori, docenti cui si sottoporrà il quesito: cosa possiamo inventarci?
E’ una storia che rimanda ad un’altra
puntata.
Gianni Bonfadini
g.bonfadini@ giornaledibrescia.it
■ Non si è trovato alcun
accordo tra organizzazioni
sindacali e Ubi Fiduciaria in
merito alla cessione del
ramo d’azienda a Unione
Fiduciaria che ha sede a
Milano. L’operazione
interessa 14 dei 17
dipendenti. «L’azienda si è
dimostrata irremovibile a
qualsiasi altra soluzione da
noi proposta e alla fine i
lavoratori vengono espulsi
dal gruppo e dal loro
contratto di riferimento - ha
spiegato Pedroni della Fisac
Cgil -. Alcuni di loro si
troveranno costretti a
scegliere tra lavoro e
famiglia». La volontà di Ubi
conclude Pedroni «è quella
di affermare il principio che
chiunque può essere
venduto».
CROMODORA
Rinnovo Rsu: una
a Fim e due a Fiom
■ Elezioni per il rinnovo
delle Rsu alla Cromodora di
Dello, che produce cerchi in
lega. Alla Fiom sono stati
attribuiti due delegati, alla
Fim uno. Il sindacato dei
metalmeccanici della Cisl
segnala un incremento dei
consensi pari al 3%.
INNSE CILINDRI
Firmato in Regione
l’accordo per la cassa
■ Un anno di cassa
integrazione straordinaria
per i 121 dipendenti della
Innse Cilindri di Brescia.
L’accordo è stato firmato
ieri in Regione dai vertici
dell’azienda - che è entrata
in amministrazione
straordinaria perché legata
a doppio filo con l’Ilva di
Taranto - e dai
rappresentanti sindacali.
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Caseifici Zani, primo
sciopero in 40 anni
Iveco, sulle elezioni
opinioni discordanti
BRESCIA Primo sciopero in 40 anni di vita della Caseifici F.lli Zani ieri a Cigole,
indetto unitariamente da Flai e Fai per le
preoccupazioni dei 46 addetti dopo la notizia della scissione e della creazione della
Top working con le perplessità che questa
operazione ha suscitato, soprattutto per
la possibilità di staccare dei lavoratori
presso terzi. Nel pomeriggio c’è stato un
incontro in Aib tra l’azienda e i sindacati
che è stato definito «interlocutorio». «Il
prossimo 2 aprile - spiega Cavalleri della
Fai - faremo unassemblea al caseificiodove cercheremo di elaborare una proposta
sindacale da presentare con le garanzie
per tutelare i lavoratori, per trovare una
conciliazione sull’operazione». «Prepareremo un documento - aggiunge Nozza
Biellidella Flai -in cuipresenteremo le nostre proposte all’azienda». Da qui al 2 aprile sono sospese tutte le attività di protesta.
Iveco Due distinte elezioni. Due valutazioni diverse dei risultati in Iveco. Ieri si è
concluso lo spoglio dei seggi di Fim, Fismic e Uilm. In precedenza c’era stato
quello della Fiom che ha ottenuto 838 voti. Fismic ne ha ottenuti 618, Fim Cisl 314
e Uilm Uil 225. Diversa è però l’attribuzione delle Rsa. Secondo il segretario della
Fiom Bertoli, al sindacato dei metalmeccanici della Cgil andrebbero 10 Rsa, alla
Fismic 7, alla Fim 4 e alla Uilm 3. Decisamente diversa la lettura data dalle altre organizzazioni sindacali che hanno firmato
il contratto aziendale Fiat: allaFismic vanno 13 Rsa, alla Fim 6 e alla Uilm 5, mentre
solo 8 alla Fiom.
Infine ieri è stato firmato l’accordo per la
mobilità dei sette dipendenti del Toys
centerdellePiazze di Orzinuovi.Le serrande si abbasseranno definitivamente il 4
aprile,anche se gli addetti resteranno a lavorareall’interno finoal 20. L’incentivo alla mobilità ha registrato un leggero incremento, inoltre nell’intesa siglata
dall’azienda e dai tre sindacati unitariamenteè inserita una sorta di diritto di precedenzaallachiamatadi questi dipendenti nel caso di assunzioni in altri Toys della
dz
provincia.
Crisi, nel dossier della Cgil tutte le sofferenze della provincia
Ieri il presidio della Camera del lavoro e della Fiom davanti alla Prefettura, poi l’incontro
BRESCIA È un chaier des doleance il dossier
che la Cgil ha redatto e consegnato al capo di
gabinetto della Prefettura, Fabrizia Triolo, ieri mattina dopo un presidio nel cortile di palazzo Broletto promosso dalla Camera del lavoro e dallaFiom per protestare contro le misure del governo in materia di lavoro. Alta poi
l’adesione allo sciopero indetto dalla Fiom.
Sul selciato del cortile sono stesi gli striscioni
di alcune delle aziende che stanno soffrendo,
comeStefana,Trw,Bonvini.Matrailavoratoripresenticisonoanchequellidell’Iveco,della Invatec per i quali l’azienda ha annunciato
242 esuberi a breve, quelli della Mercatone
Unocheproseguonoadoltranzadaseigiorni
losciopero(l’1aprilese neterràuno nazionale indetto unitariamente dai tre sindacati) e accantoaloro-quellicheinvecehannoincrociato le braccia per la prima volta in 40 anni,
come gli addetti della Caseifici F.lliZani di Cigole. E ancora i dipendenti della Dolce Forno
di Rovato, cui l’azienda ha trasformato i contrattidatempoindeterminatoatempodeterminato, per poi arrivare a chiudere di punto
inbiancolostabilimento(anchesesièinattesa di una futura riapertura prima dell’estate).
E non mancano le voci di chi rappresenta i
lavoratoriedili,imetalmeccanicieipensionati.
Facendoscorrerelepaginedeldossier«Lacrisi a Brescia» si leggono dati raggelanti. Se il
2014èstatounannoorribile,il2015potrebbe
esserlo ancora di più. «Le persone in mobilità
nel 2014 sono state oltre 3mila; nei primi due
mesi del 2015 sono più di 1.200». Alla fine
dell’annoscorsoidisoccupatiegliinoccupati
hanno raggiuntoquota 142mila. A record negativo si aggiunge un altro record negativo:
51milionidioredicassaintegrazioneautoriz-
zate contro le 50 dell’anno prima. Un aspetto
sul quale punta il dossier è anche quello
dell’evasione fiscale che, nella nostra provincia, ammonta a 2 miliardi e mezzo. «A fronte
diunPil provincialedicirca35 miliardi -spiega il segretario della Camera del lavoro, Damiano Galletti-,il nero complessivo è dicirca
7,conunlivelloditasseevasenonlontanodai
2,5 mld. E anche se il 57% delle aziende controllate presenta irregolarità, va sottolineato
chel’Inpsnonhaispettorisufficientipereffettuareleverifichenecessarie.Cosachediremo
al nuovo presidente Boeri il 7 aprile quando
verrà a Brescia». Nell’analisi delle situazioni
di crisi dei diversi comparti, spicca l’industria
con 19 aziende attualmente in cassa integrazione per 1.500 lavoratori coinvolti, un centinaioquellein cassaordinaria con3mila coinvolti mentre 58 sono quelle con contratto di
solidarietàper5.400lavoratori.NelCommercioeturismosiassistesemprepiùdifrequente alle revisioni delle condizioni contrattuali,
con situazioni difficili al Verola Center o alla
Mercatone Uno e alla Semeraro.
Nell’edilizialacontaèancorpiùdrammatica:
dai15milaaddettidel2011sièpassatiai10miladel2014.L’agroindustriahaperso400posti
dilavoro,ilcompartobancariocontamilleposti di lavoro in meno. Un settore in fase di trasformazioneè quello dellaPubblica amministrazione e in particolare della Provincia con
almeno 400 persone coinvolte. La dottoressa
Triolo ha apprezzato il quadro allargato di
analisi su tutte le categorie e si è impegnata a
trasmettereildossierallaPresidenzadelConsiglio, dicendosi disponibile, sui singoli capitolipiùcritici,adapriretavolidiconfrontoistituzionale.
Daniela Zorat
Il presidio di Cgil e Fiom in Broletto ieri mattina (foto Reporter)