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Par a l l a x
Architettura e percezione
di Steven Holl
postmedia books
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Acquerello iniziale realizzato a Helsinki, 10 ottobre 1992.
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In Intertwining, the Chiasma, Merleau-Ponty scrive: “Attraverso le
connessioni interne del suo toccante e del suo toccabile, i suoi
movimenti si incorporano nell’universo che investigano”. Il corpo
incorpora e descrive il mondo. La motilità e il soggetto corpo sono gli
strumenti per misurare lo spazio architettonico. Gli studi
fenomenologici materiali sono inefficienti quanto una fotografia
troppo grandangolare e dai colori distorti. Solo il corpo che attraversa
lo spazio (come le correnti elettroniche connettive) può unire spazio,
corpo, occhio e mente.
| STEVEN HOLL | INCROCI
Il Museo d’Arte Contemporanea di Helsinki, il Kiasma, dimostra
come il corpo sia la vera misura dello spazio sovrapposto. L’incrocio
tra il concept dell’edificio e l’intrecciarsi del paesaggio, della luce e
della città segnano molte strade attraverso il museo, implicano
spostamenti del corpo e la parallasse di spazi che si aprono. Il corpo
diventa una misura spaziale viva, in movimento, attraverso la
prospettiva estesa e sovrapposta. Lo spazio circostante forma una
via di fuga dai binomi corpo/oggetto e uomo/natura in un gioco di
raddoppiamenti e intersezioni. La geometria si ripiega su se stessa
per trascendere la relazione corpo/persona o spazio/oggetto.
Schizzo di una rampa aggiunta dopo il concorso.
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Roma è una città di ombre dove la luce, nello splendore del mezzogiorno,
mostra il presente immoto. Nel 1969 studiavo all’Università di
Washington e stavo pensando di andare a Roma per un anno. Il
professore Hermann Pundt mi diede questa citazione di Goethe:
“Roma è una città dove si può trascorrere una vita intera in silenzio
pitagorico senza neanche saperlo”.
Nel 1970 mi trasferii a Roma. Abitavo dietro al Pantheon in via de’ Nari 6.
Ogni giornata iniziava con una visita a questo luogo magnifico; ogni
giorno la luce e l’ombra erano estremamente diverse. Il Pantheon è
un grande maestro, un laboratorio di luce con umbra dinamica.
Quando, nel 1999, ci hanno invitato a partecipare al concorso per il
Centro per le Arti Contemporanee di Roma, l’idea di meditare di
nuovo su Roma, a cominciare dall’Arte Povera, mi ha entusiasmato.
Il sito del concorso (un’area con grandi capannoni d’acciaio con luce
da nord precedentemente adibiti a stabilimento per la produzione di
auto prima e a uso militare poi) sembrava adatto al centro. La nostra
ipotesi urbana per l’ibrido di nuovo e antico connetteva il “tridente”
della maglia urbana con un passaggio di attraversamento aperto
ventiquattrore su ventiquattro.
Disegno delle gallerie del Centro per le Arti Contemporanee di Roma.
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Concetto costruttivo: circuiti alternati in tre luci spettrali.
Disegno delle gallerie del Centro per le Arti Contemporanee di Roma.
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Parete rotazionale nell’appartamento XYZ. MoMA Tower, New York 1985.
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SPAZIO A CERNIERA
(dall’autonomo all’interattivo)
Oltre lo spazio autonomo, articolato in stanze, si trova lo spazio
interattivo, dove dei “muri partecipanti” riordinano gli ambienti
domestici. Lo spazio regolabile diventa vivo, in particolare negli spazi
domestici di Manhattan o di Tokyo, dove ogni metro quadro è un
universo. A differenza degli ingombranti sistemi a “mobili divisori”
degli anni Sessanta, i muri partecipanti sono un ibrido di muri fissi e
a cerniera. Lo spazio diventa dinamico e contingente.
A Fukuoka, in Giappone, abbiamo realizzato ventotto appartamenti
con spazio a cerniera. Sono tutti diversi l’uno dall’altro e si
incastrano come in un sistema di scatole cinesi attorno a quattro
corti acquatiche “vuote”. La dinamica dello spazio a cerniera
consente una riforma interattiva dell’intero spazio domestico. Gli
spazi degli appartamenti sono organizzati in diversi tipi di spazi a
cerniera. In alcuni casi, è tutto l’angolo di una stanza a scomparire
attraverso il meccanismo delle pareti rotanti. La vita domestica varia
con lo spazio secondo cicli diurni, perpetui ed episodici.
| STEVEN HOLL | SPAZIO A CERNIERA
Nel 1983 abbiamo cominciato a sperimentare lo spazio a cerniera in
una serie di progetti di appartamenti a Manhattan (appartamento
Cohen, appartamento XYZ alla MoMA Tower, Theological
Apartment). La polemica allora attuale sulla “decostruzione”
portava altri architetti a creare griglie distorte, spigoli e pieghe
forzate. Una volta realizzate, quelle geometrie davano luogo a uno
spazio che risultava congelato in una caricatura di dinamismo. I
nostri tre appartamenti cercavano di creare uno spazio
caratterizzato dal movimento e dal dinamismo suggeriti dalle
tendenze in voga nel decostruzionismo. Invece di muovere le
geometrie che poi rimanevano statiche nella realizzazione, erano le
stesse geometrie a muoversi alterando le esperienze dello spazio, a
cambiare in parallasse.
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La nuova città, invece di porsi come un’acropoli (che poi si trasforma
in necropoli), agisce da “catopoli”, un catalizzatore della cultura
galiziana del passato, del presente e del futuro. La produzione di
opere culturali è alimentata dal motore della ricerca e dalle aree
educative. Un elemento fondamentale del nostro principio di
“motore della cultura”, la torre studio, contiene loft residenziali per
scrittori, studiosi, compositori e artisti. Questi studi rappresentano
una struttura direttamente finalizzata a dare nuovo vigore alla
cultura galiziana. In questa torre di vetro centrale, le diverse
discipline (che in altre istituzioni sarebbero di norma separate)
risultano integrate. Nella parte inferiore la torre si collega con la
Biblioteca, l’Istituto del Suono e dell’Immagine, il Museo della
Galizia e il Museo d’Arte Contemporanea, mentre nella parte
superiore si innalza in una Cappella del Cielo rivolta verso Santiago.
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Abbiamo immaginato un’architettura di vetro bianco chiaro e semitrasparente che emerge dalla pietra verde galiziana. Le doppie pareti
vetrate riciclano l’aria calda d’inverno e l’aria fresca d’estate. Pur
non essendo lucenti, risplendono in modo invitante nel buio della
notte. Le finiture interne sono ricche di materiali locali e articolano
anch’esse il concetto della fusione: l’acciaio fuso con il legno
(acustica), la pietra con la seta (caffetteria), il gel con l’acciaio inox
(sedute), il vetro con il cemento (struttura).
La nuova città non si articola come una serie di oggetti sul paesaggio,
ma come un paesaggio in sé. È un nuovo terreno che fonde acqua,
cielo e giardini. Lungo i fiumi, al contrario, passerelle in pietra e
percorsi verdi conducono a zone botaniche aperte dove la vegetazione
è rigogliosa. La nuova città avrà un’architettura unica: un’espressione
dinamica di fusione con un centro aperto, un motore di cultura.
| STEVEN HOLL | STORIA DI UNO STRANO ATTRATTORE
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L’espansione incontrollata (sprawl) è diffusione spontanea della
democrazia o accumulo politico di un’ignoranza senza precedenti?
La libertà di espressione di un’economia forte può prendere molte
altre forme. Per mantenere le aree rurali a bassa densità e le aree
urbane ad alta densità pur riducendo la proliferazione delle fasce
suburbane, è necessario che le nuove strategie partano
dall’educazione pubblica. Un nuovo studio su duecentoquarantacinque specie in pericolo o recentemente estinte in tutto il
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mondo dimostra che una popolazione prossima all’estinzione non
reagisce contraendosi verso l’interno. La distruzione dell’habitat e
l’inquinamento provocati dall’uomo prevale sulla tendenza che una
popolazione ha naturalmente di contrarsi verso l’interno; i
sopravvissuti si raccolgono ai margini, nelle zone ad alta quota o in
sacche isolate. I paesaggi periferici potrebbero essere i luoghi nei
quali in futuro mantenere in vita le specie.
Rappresentazione del traffico distribuito sul territorio nel 1930, quando gli autoveicoli negli
Stati Uniti erano 26.749.853; attualmente sono 250 milioni.
| STEVEN HOLL
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RESIDENZA UNIVERSITARIA, MIT
Cambridge, Massachusetts 2001
Siamo partiti dal principio di porosità per immaginare la residenza
universitaria da 350 posti letto come parte sia della forma del campus
che della forma della città. È una fetta verticale di città alta 10 piani e
lunga 100 metri. Questo principio urbano rende disponibili agli studenti
attrattive come un teatro da 125 posti e un caffè serale. La mensa delle
residenze si trova a livello della strada, così come un ristorante
affacciato all’esterno, con uno speciale tendone e tavoli all’aperto. I
corridoi larghi oltre 3 metri che distribuiscono alle camere sono come
le strade che si percorrono nelle esperienze urbane. Come la Baker
House di Alvar Aalto che si trova al di là dell’area verde, l’atrio di
ingresso in questo caso è, più che un semplice spazio di accesso, è
una sorta di spazio pubblico, un’area di sosta.
La struttura in “PerfCon” della residenza è una caratteristica
progettuale unica che consente massimi livelli di flessibilità e
interazione. Tutte le camere singole del dormitorio hanno nove
finestre apribili di 60 cm di lato. Il notevole spessore del muro esterno
consente di schermare la luce solare d’estate e di attirarla all’interno
durante l’inverno.
| STEVEN HOLL | PROGETTI
Il principio della porosità dà alla nuova residenza, attraverso una
serie di funzioni programmatiche e biotecniche, una morfologia
simile a quella di una spugna. Nella sua massa complessiva l’edificio
presenta cinque aperture a grande scala approssimativamente
corrispondenti agli ingressi principali, ai corridoi panoramici e alle
terrazze principali per attività all’aperto del dormitorio, che sono
collegate a strutture come la palestra. Un secondo ordine di aperture
(un sistema a superficie reticolata liberamente connesso alla trama
della spugna trasferita dalla pianta alla sezione) introducono
nell’isolato anche una porosità verticale. Queste aperture ampie e
dinamiche (più o meno corrispondenti alle “case” nel dormitorio)
sono i polmoni dell’edificio che portano la luce naturale verso il
basso e fanno muovere l’aria verso l’alto attraverso la sezione.
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