Studio sui parametri dimensionali e finanziari delle aziende di

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Studio sui parametri dimensionali e finanziari delle aziende di
Studio sui parametri dimensionali e finanziari delle aziende di
capitale nei settori innovativi della Regione Lazio
Roma, Giugno 2006
INDICE
Premessa ................................................................................................................................................................. 2
1.
le imprese del Lazio ad alto contenuto innovativo:.......................................................................................... 3
1.1
1.2
1.3
1.4
I settori individuati............................................................................................................................... 3
l’’ universo di riferimento ..................................................................................................................... 4
Il fatturato .......................................................................................................................................... 5
Le dimensioni di impresa..................................................................................................................... 7
2.
gli indici finanziari e di redditività considerati ................................................................................................ 9
3.
il posizionamento indici finanziari nei settori innovativi ................................................................................ 12
1.
studio del panorama delle PMI laziali innovative attraverso l’ACP e la Cluster Analysis ................................ 20
4.1.
4.2.
4.3.
4.4.
4.5.
4.6.
4.7.
4.8.
4.9.
Il settore audiovisivo ......................................................................................................................... 21
Il settore biochimico.......................................................................................................................... 22
Il settore editoria............................................................................................................................... 23
Il settore informatica ......................................................................................................................... 24
Il settore manifattura high tech........................................................................................................... 25
Il settore pubblicità ........................................................................................................................... 26
Il settore servizi alle imprese.............................................................................................................. 27
Il settore telecomunicazioni ............................................................................................................... 28
Sintesi sul comportamento dei settori innovativi nella gestione d’impresa............................................... 29
5.
benchmarking: un’analogia con Greater London........................................................................................... 30
6.
conclusioni................................................................................................................................................... 44
7.
metodologia.................................................................................................................................................. 46
8.
appendice statistica: istogrammi di frequenza degli indici in ogni settore..................................................... 50
9.
appendice statistica: i box-plot come benchmarking tra settori..................................................................... 82
1
Premessa
L’importanza sempre crescente della produzione di innovazione tra le aziende del Lazio consente al
sistema nel suo insieme di non perdere competitività. Il contributo delle aziende ad alto contenuto
innovativo (di processo, di prodotto, organizzativo) rappresenta una quota molto importante della
crescita complessiva regionale ed è diventato un obiettivo definito di sviluppo. E’ per questo motivo che
un focus di particolare rilievo è stato dedicato proprio alle società di capitali appartenenti a settori ad
alto contenuto innovativo.
L’analisi è stata considerata in funzione delle prestazioni in termini di redditività e di indici finanziari, che
consente di offrire un quadro generale e di descrivere come questi settori si muovono nel proprio
mercato di riferimento.
Il quadro generale che riassume le prestazioni di questa tipologia di imprese, è stato completato
attraverso l’interpretazione dei valori caratteristici degli indici analizzati.
Due sono stati i passi fondamentali:
il primo ha riguardato la valutazione dei singoli valori;
il secondo passo è stato quello di un’analisi multivariata della situazione finanziaria complessiva.
Nell’evoluzione economica attuale lo sviluppo di idee, processi e prodotti ad alto contenuto innovativo
sono destinati ad avere un valore economico sempre più rilevante, a tal punto che si parla oggi di
“economia innovativa”, intendendo con questo termine uno specifico ramo dell’economia che
comprende alcuni particolari settori in grado di generare nuova ricchezza e “proprietà intellettuale”
(brevetti, diritti d’autore, marchi di fabbrica, design registrato) sostenendo così anche lo sviluppo di
settori economici tradizionali.
Per contestualizzare ancora meglio lo sviluppo e le caratteristiche dimensionali finanziarie delle PMI
laziali ad alto contenuto innovativo è stato realizzato un benchmarking con le aziende della regione del
Greater London nel Regno Unito.
2
1.
le imprese del Lazio ad alto contenuto innovativo:
1.1
i settori individuati
Nell’ambito della presente indagine, particolare attenzione è stata dedicata alle piccole e medie imprese
della Regione Lazio attive nei settori ad alto contenuto innovativo. Questa scelta è motivata
dall’importanza crescente che tali imprese rivestono all’interno dell’economia regionale .
Per distinguere al meglio le diverse tendenze presenti all’interno di ciascun macrosettore, è stata
adottata una classificazione funzionale agli scopi dell’indagine.
Sono stati considerati i settori di attività di particolare rilievo per le caratteristiche innovative:
audiovisivo
biochimico
editoria
informatica
manufatturiero high tech
pubblicità
servizi alle imprese
telecomunicazioni.
Ciascuno dei settori è stato in seguito confrontato con l’equivalente codice di classificazione utilizzato
dall’ISTAT (sono stati presi in considerazione i primi 3 digiti della classificazione ATECO), come
illustrato dalla tabella seguente.
Tabella 1: corrispondenza tra i settori dell’indagine e la classificazione ISTAT
Settore
Codice
ATECO
Descrizione ATECO
Audiovisivo
92.2
Attività radiotelevisive
Biochimico
24.1
Fabbricazione di prodotti farmaceutici e di prodotti chimici e botanici per usi medicinali
Editoria
22.1
Editoria
Informatica
Manufatturiero High Tech
Pubblicità
72
Informatica e attività connesse
30.0
Fabbricazione di macchine per ufficio, di elaboratori e sistemi informatici
32.2
Fabbricazione di apparecchi trasmittenti per la radiodiffusione e la televisione e di apparecchi
per la telefonia
33.1
Fabbricazione di apparecchi medicali e chirurgici e di apparecchi ortopedici
74.4
Pubblicità
Servizi alle imprese
74
Telecomunicazioni
64.2
Attività di servizi alle imprese
Telecomunicazioni
Fonte: ISTAT (2002)
3
1.2
l’ universo di riferimento
Le aziende considerate sono quelle caratterizzate come Piccole e Medie (al di sotto di 250 addetti e
sotto i 50 M.euro di fatturato), che nel suo insieme rappresentano il 49,70% del totale elle aziende
“innovative” della Regione.
Tabella 2: la numerosità dei settori
n° imprese
% su PMI
innovative
Audiovisivo
69
2,17%
Biochimico
48
1,51%
Editoria
308
9,69%
Informatica
798
25,10%
Manifatturiero high-tech
194
6,10%
Pubblicità
238
7,49%
1.466
46,12%
58
1,82%
Totale PMI settori innovazione
3.179
100,00%
Totale imprese settori innovazione
6.396
Settori Innovazione
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
% su imprese
innovative Lazio
49,70%
Fonte: elaborazione Ideactiva su dati AIDA (2006)
Si può notare la grande percentuale sul totale del settore dei servizi alle imprese, pari al 46,12% delle
imprese; altro settore molto numeroso è quello informatico, che rappresenta un quarto del totale delle
imprese. Un elemento da evidenziare è la percentuale di PMI di capitale dei settori innovativi sul totale
delle imprese ad alto contenuto innovativo nel Lazio: quasi una impresa su due rientra nei criteri di PMI.
4
Grafico 1: La numerosità dei settori
Audiovisivo
2,17%
Biochimico
1,51%
Telecomunicazioni
1,82%
Editoria
9,69%
Servizi alle imprese
46,12%
Informatica
25,10%
Pubblicità
7,49%
Manufatturiero hightech
6,10%
% di imprese
Fonte: elaborazioni Ideactiva (2006)
1.3
il fatturato
I parametri per la suddivisione in classi di fatturato utilizzati sono quelli stabiliti dalla Commissione
Europea1, che definiscono Micro le imprese con fatturato minore di 2 milioni di €, Piccole le imprese con
fatturato compreso tra 2 e 10 milioni di € e Medie le imprese con fatturato maggiore dei 10 milioni di €
ma che non superano la soglia dei 50 milioni di €.
Si può notare l’altissima percentuale di imprese micro, in tutti i settori maggiore del 50% tranne nel
settore biochimico, che si caratterizza per una distribuzione abbastanza equilibrata nelle tre classi,
quindi anche per le piccole e le medie imprese. Gli altri settori invece hanno una minima parte di
imprese rientranti nella categoria medie imprese.
Raccomandazione della Commissione del 6 Maggio 2006 relativa alla definizione delle microimprese, piccole e medie
imprese [notificata con il numero C(2003) 1422] (2003/361/CE).
1
5
Grafico 2: Suddivisione delle imprese per classi di fatturato – fatturato (f)
Telecomunicazioni
Servizi alle imprese
Pubblicità
Manifatturiero High Tech
Informatica
Editoria
Biochimico
Audiovisivo
0%
% di imprese
10%
20%
30%
40%
50%
60%
2M €< f ≤ 10M €(imprese picco le)
f ≤ 2M €(imprese micro )
70%
80%
90%
100%
10M €< f ≤ 50M €(imprese medie)
Fonte: elaborazioni Ideactiva (2006)
Di seguito sono riportati i valori assoluti e le percentuali di riferimento del grafico 2:
Tabella 3: Suddivisione delle imprese per classi di fatturato – fatturato (f)
imprese micro
imprese piccole
imprese medie
n° di
imprese
n° imprese
f ≤ 2M€
% sul tot
n° imprese
2M€ < f ≤ 10M€
% sul tot
n° imprese
10M€ < f ≤ 50M€
% sul
tot
Audiovisivo
69
41
59,42%
23
33,33%
5
7,25%
Biochimico
48
19
39,58%
14
29,17%
15
31,25%
Editoria
308
212
68,83%
77
25,00%
19
6,17%
Informatica
798
560
68,71%
196
24,05%
42
5,15%
Manifatturiero High Tech
194
126
64,95%
55
28,35%
13
6,70%
Pubblicità
238
156
65,27%
68
28,45%
14
5,86%
1.466
1.029
68,33%
362
24,04%
75
4,98%
58
31
53,45%
22
37,93%
5
8,62%
3.179
2.174
67,16%
817
25,24%
188
5,81%
Settori Innovazione
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
Totale
Fonte: elaborazione Ideactiva su dati AIDA (2006)
6
1.4
le dimensioni di impresa
Anche in questo caso i parametri considerati sono quelli individuati dalla Commissione Europea, e le
classi di dipendenti per la distinzione in Micro, Piccole e Medie imprese sono rispettivamente da 0 a 9,
da 10 a 49 e da 50 a 249 addetti.
Tabella 4: Distribuzione delle imprese per classi di addetti – addetti (d)
imprese micro
imprese piccole
imprese medie
n° di
imprese
n° imprese
d < 10
% sul tot
n° imprese
10 ≤ d < 50
% sul tot
n° imprese
50 ≤ d < 250
% sul tot
Audiovisivo
69
39
56,52%
20
28,99%
10
14,49%
Biochimico
48
17
35,42%
18
37,50%
13
27,08%
Editoria
308
195
63,31%
92
29,87%
21
6,82%
Informatica
798
425
52,15%
264
32,39%
109
13,37%
Manifatturiero High Tech
194
103
53,09%
76
39,18%
15
7,73%
Pubblicità
238
170
71,13%
60
25,10%
8
3,35%
1.466
877
58,23%
435
28,88%
154
10,23%
58
32
55,17%
23
39,66%
3
5,17%
3.179
1.858
57,40%
988
30,52%
333
10,29%
Settori Innovazione
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
TOTALE
Fonte: elaborazione Ideactiva su dati AIDA (2006)
Ancora una volta il settore Biochimico è quello con la distribuzione delle imprese nelle tre classi più
equilibrata, presentando meno del 40% di micro imprese, quasi il 40% di piccole imprese e quasi il 30%
di medie. Negli altri settori invece praticamente un’impresa su due è micro (con punte di due su tre nel
settore Pubblicitario), solo una bassissima percentuale di imprese rientra nella categoria delle medie
imprese.
7
Grafico 3: Suddivisione delle imprese per classi di addetti – addetti (d)
Telecomunicazioni
Servizi alle imprese
Pubblicità
Manifatturiero High Tech
Informatica
Editoria
Biochimico
Audiovisivo
0%
% di imprese
10%
20%
30%
d < 10 (imprese micro )
40%
50%
60%
10 ≤ d < 50 (imprese picco le)
70%
80%
90%
100%
50 ≤ d < 250 (imprese medie)
Fonte: elaborazioni Ideactiva (2006)
settori innovazione
Audiovisivo
Biochimico
Editoria
Informatica
Manifatturiero High Tech
Pubblicità
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
TOTALE
n° aziende
69
48
308
798
194
238
1466
58
3179
addetti
1.620
1.781
4.724
16.695
3.285
2.425
28.348
1.068
59.946
fatturato
238.756
374.187
863.724
2.030.497
540.352
746.290
3.674.360
227.788
8.695.954
media
addetti
media fatturato fatt/addetti
3.460
23,48
147,38
7.796
37,10
210,10
2.804
15,34
182,84
2.544
20,92
121,62
2.785
16,93
164,49
3.136
10,19
307,75
2.506
19,34
129,62
3.927
18,41
213,28
2.735
18,86
145,06
8
2.
gli indici finanziari e di redditività considerati
Per analizzare com’è caratterizzata la realtà laziale delle PMI innovative sono stati presi in
considerazione alcuni indici finanziari e alcuni di redditività.
Tra i primi si trovano:
l’Indice di liquidità,
il Tasso di Indebitamento (o Leverage),
l’Indice di Indipendenza Finanziaria,
il Margine di Tesoreria,
il Margine di Struttura,
il Capitale Circolante Netto,
tra quelli relativi alla redditività:
l’indice di Redditività sugli Investimenti (ROI),
l’indice di Redditività sulle Vendite (ROS),
l’Indice di Redditività sul Capitale (ROE).
L’indice di Liquidità:
Questo indice mette in evidenza il rapporto tra le liquidità immediate e le liquidità differite con le
passività scadenti entro l'anno, ed è calcolato mediante il rapporto tra le Liquidità (immediate e differite)
e le passività correnti:
Valore dell’indice
Interpretazione
Liquidità < 0,33
Squilibrio finanziario
0,33 ≤ Liquidità < 1
Situazione soddisfacente
1 ≤ Liquidità < 2
Situazione di tranquillità finanziaria
Liquidità ≥ 2
Situazione di eccessiva liquidità
È necessario tenere presente che tale indice non esprime compiutamente la situazione finanziaria
dell'azienda, in quanto il valore potrebbe essere falsato da valori stagionali o dal fatto che esso fa
riferimento solo alle entrate e alle uscite a breve scadenza e rispondenti alle operazioni in corso alla
data di chiusura.
Il Tasso di Indebitamento (Leverage)
Il Leverage consente di valutare la proporzionalità fra mezzi finanziari che comportano un vincolo di
remunerazione e mezzi finanziari la cui remunerazione è legata alla discrezionalità dei titolari
dell'Azienda; più in particolare esprime il rapporto tra il Capitale investito e il Capitale proprio:
I valori chiave per l’interpretazione di tale indice:
Valore dell’indice
Interpretazione
Leverage ≤100
Assenza di capitale di terzi
100 < Leverage < 200
Buon rapporto tra capitale proprio e di terzi (quest’ultimo entro il 50%)
Leverage ≥ 200
Indebitamento aziendale, crescente al crescere dell’indice
9
Indice di Indipendenza Finanziaria
L’indice indica in che percentuale l'attività d'impresa è garantita da mezzi propri, cioè dal capitale
apportato dai soci. Si calcola attraverso il rapporto tra patrimonio netto (cioè il capitale più le riserve) e il
totale delle attività al netto delle disponibilità liquide.
Valore dell’indice
Interpretazione
Indipendenza finanziaria < 33
Debolezza finanziaria
33 ≤ Indipendenza finanziaria < 55
Situazione da seguire
55 ≤ Indipendenza finanziaria < 66
Tranquillità finanziaria
Indipendenza finanziaria ≥ 66
Possibilità di espansione
Margine di Tesoreria
Questo indicatore misura, in termini assoluti, la liquidità netta dell'impresa, prescindendo dagli
investimenti economici delle rimanenze. È dato dalla differenza fra disponibilità a breve e passività a
breve termine. Nella corretta gestione dell'azienda è opportuno che questo indicatore tenda a zero; in
questo modo si mantiene solo il livello di liquidità necessario a fronteggiare i propri debiti a breve
termine.
Valore dell’indice
Interpretazione
Margine di tesoreria > 0
Situazione di equilibrio finanziario
Margine di tesoreria < 0
Situazione di crisi di liquidità
Margine di Struttura
Il valore di questo indice è dato dalla differenza fra capitale netto e immobilizzazioni nette.
Quando questo indicatore è positivo, significa che l'azienda è in grado di crescere ulteriormente con i
propri mezzi. Le attività immobilizzate sono state finanziate con fonti proprie. Il capitale permanente
finanzia interamente le attività fisse e in parte quelle correnti. Possono esserci le premesse per un
ulteriore sviluppo degli investimenti. Quando è negativo il capitale permanente finanzia solo in parte le
attività immobilizzate per cui la differenza è coperta anche da passività correnti.
Valore dell’indice
Interpretazione
Margine di struttura > 0
L’azienda può crescere con i propri mezzi
Margine di struttura < 0
Le attività immobilizzate sono coperte da passività
Capitale Circolante Netto
Questo indice, calcolato in valore assoluto, è dato dalla differenza fra attività a breve termine e le
passività a breve termine. L'azienda è in equilibrio quando questa differenza tende a zero perché
significa che le attività a breve vengono finanziate con fonti anch'esse a breve termine. Se l’indice è
positivo la situazione è in equilibrio in quanto indica quanto in più delle risorse si verrà a trasformare in
denaro nel breve periodo rispetto agli impegni in scadenza nello stesso periodo. Se il Capitale circolante
10
netto è negativo la situazione finanziaria e patrimoniale dell'azienda è negativa, in quanto solitamente
rileva la copertura di investimenti fissi con fonti di finanziamento a breve termine.
Valore dell’indice
Interpretazione
Capitale Circolante Netto > 0
Indica la parte delle risorse che si trasformeranno in denaro nel breve termine
Capitale Circolante Netto < 0
La situazione finanziaria è negativa
Redditività sugli Investimenti (ROI)
È un indice percentuale che permette la valutazione sintetica della redditività del capitale investito in
una impresa, cioè il rendimento aziendale collegato alla sola gestione caratteristica e rapportato
all’intero capitale investito (proprio e di terzi).
Si calcola dividendo il reddito operativo e il capitale investito totale.
Più elevato è il risultato di questo indice, maggiore è la capacità reddituale dell’azienda.
Rendimento sul Fatturato (ROS)
Tale valore indica la percentuale del fatturato convertita in utile di esercizio lungo l’esercizio di gestione;
misura la redditività delle vendite, cioè il reddito operativo conseguito in relazione ai ricavi di vendita
ottenuti; tale indice influenza direttamente il ROI e permette di esprimere un giudizio sulle politiche di
vendita effettuate dall’azienda.
Si calcola dal rapporto tra reddito operativo lordo e ricavi lordi sottratti gli abbuoni, i ribassi, ecc.
Per poter valutare il suo risultato occorre confrontarlo con quello realizzato in anni precedenti oppure
paragonarlo a quello di aziende operanti nello stesso settore.
Redditività del Capitale Netto (ROE)
È un indice di redditività globale ed evidenzia la remunerazione del capitale di rischio investito dai soci;
offre un'indicazione della remunerazione che l'Azienda è in grado di generare con la propria attività
rispetto al capitale investito. Si ricava dal rapporto tra l'utile netto e i mezzi propri (patrimonio netto) della
società.
In caso di perdita, il ROE è negativo. Questo significa che lo squilibrio economico è così grave da
erodere i mezzi propri.
Interpretazione degli indici di redditività:
Per tali indici è stato preso in considerazione come valore limite lo 0, mettendo in evidenza i valori
positivi e negativi.
Questa forma grafica esprime la diretta correlazione tra gli indici e la capacità reddituale dell’impresa: a
parità di condizioni, a valori maggiori degli indice corrispondono maggiori redditi dell’impresa.
ROI, ROS, ROE
-
CAPACITA’ REDDITUALE DELL’IMPRESA
+
11
3.
il posizionamento indici finanziari nei settori innovativi
Verranno ora presi in considerazione tutti gli indici finanziari e di reddito considerati, disaggregando i
valori per singolo settore, che permetteranno alcuni confronti interessanti tra le diverse attività
commerciali, iniziando un Benchmarking che verrà poi completato con alcuni documenti relativi alla
regione di Londra.
L’Indice di Liquidità
Tabella 5: L’indice di liquidità
Squilibrio
finanziario
Situazione
soddisfacente
Tranquillità
finanziaria
Eccessiva
liquidità
n°
imprese
settore
n° imprese
liq<0,33
%sul tot
settore
n° imprese
0,33≤liq<1
% sul tot
settore
n° imprese
1≤liq<2
% sul tot
settore
n° imprese
liq≥2
% sul tot
settore
Audiovisivo
68
7
10,29%
26
38,24%
26
38,24%
9
13,24%
Biochimico
47
3
6,38%
29
61,70%
10
21,28%
5
10,64%
Editoria
302
29
9,60%
136
45,03%
106
35,10%
31
10,26%
Informatica
792
36
4,55%
358
45,20%
311
39,27%
87
10,98%
Manifatturiero High Tech
192
9
4,69%
112
58,33%
54
28,13%
17
8,85%
Pubblicità
236
19
8,05%
96
40,68%
99
41,95%
22
9,32%
1.445
88
6,09%
597
41,31%
591
40,90%
169
11,70%
56
6
10,71%
31
55,36%
14
25,00%
5
8,93%
3.138
197
6,28%
1.385
44,14%
1.211
38,59%
345
10,99%
Settori Innovazione
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
Totale
Fonte: elaborazione Ideactiva su dati AIDA (2006)
I settori caratterizzati dalla più alta percentuale di imprese con valori dell’Indice di Liquidità minori di
0,33, situazione definita di Squilibrio Finanziario, sono l’Audiovisivo e le Telecomunicazioni, con oltre il
10% sul totale del settore.
L’audiovisivo è però un settore abbastanza omogeneo nelle classi (infatti ha la percentuale di imprese
più alta anche nella classe definita di “eccessiva liquidità”), mentre quello delle Telecomunicazioni ha
una grande percentuale di imprese con valori dell’indice intermedi, mentre percentuale molto bassa per
valori dell’indice alti.
12
Grafico 4: L’indice di liquidità
Telecomunicazioni
Servizi alle imprese
Pubblicità
Manifatturiero High Tech
Informatica
Editoria
Biochimico
Audiovisivo
0%
20%
% di imprese
40%
60%
80%
100%
liq<0,33 Squilibrio finanziario
0,33≤liq<1Situazio ne so ddisfacente
1≤liq<2 tranquillità finanziaria
liq≥2 eccessiva liquidità
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
L’indice di Indipendenza Finanziaria
Tabella 6: L’indice di Indipendenza Finanziaria
Debolezza finanziaria
Settori Innovazione
n° imprese
settore
n° imprese % sul tot
IF <33
settore
Da seguire
n° imprese % sul tot
33≤IF<55
settore
Tranquillità
Espansione
n° imprese % sul tot
55≤IF<66
settore
n° imprese % sul tot
IF≥66
settore
Audiovisivo
67
38
56,72%
14
20,90%
4
5,97%
11
16,42%
Biochimico
48
33
68,75%
5
10,42%
4
8,33%
6
12,50%
Editoria
303
237
78,22%
36
11,88%
16
5,28%
14
4,62%
Informatica
788
630
79,95%
92
11,68%
26
3,30%
40
5,08%
Manifatturiero High Tech
189
149
78,84%
22
11,64%
6
3,17%
12
6,35%
Pubblicità
232
193
83,19%
27
11,64%
6
2,59%
6
2,59%
1.447
1.131
78,16%
181
12,51%
54
3,73%
81
5,60%
53
39
73,58%
8
15,09%
2
3,77%
4
7,55%
3.127
2.450
78,35%
385
12,31%
118
3,77%
174
5,56%
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
Totale
Fonte: elaborazione Ideactiva su dati AIDA (2006)
13
Secondo i valori di questo indice le PMI dei settori innovativi sono caratterizzate da debolezza
finanziaria: quattro imprese su cinque nel settore pubblicitario, poco meno nei settori editoria,
informatica, manifattura e servizi alle imprese.
L’Audiovisivo e il Biochimico sono invece quelli che rispetto agli altri, anche se con percentuali di
imprese intorno al 10-15%, hanno più imprese con possibilità di espansione, e la percentuale più bassa
di imprese nella classe più bassa. Il grafico evidenzia in maniera ancora maggiore la situazione
descritta.
Grafico 5: L’indice di Indipendenza Finanziaria
Telecomunicazioni
Servizi alle imprese
Pubblicità
Manifatturiero High Tech
Informatica
Editoria
Biochimico
Audiovisivo
0%
10%
% di imprese
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
IF <33 debolezza finanziaria
33≤IF<55 da seguire
55≤IF<66 tranquillità
IF≥66 in espansione
100%
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
14
Il Tasso di Indebitamento (Leverage)
Tabella 7: Il Tasso di Indebitamento (Leverage)
attività finanziate
con capitale proprio
50% delle attività
finanziate da terzi
indebitamento, attività
finanziate da terzi
n° imprese
settore
n° imprese
L<100
% sul totale
settore
n° imprese
100<L<200
% sul totale
settore
n° imprese
L>200
% sul totale
settore
Audiovisivo
67
4
5,97%
18
26,87%
45
67,16%
Biochimico
48
1
2,08%
10
20,83%
37
77,08%
Editoria
278
21
7,55%
36
12,95%
221
79,50%
Informatica
753
39
5,18%
83
11,02%
631
83,80%
Manifatturiero High Tech
187
14
7,49%
20
10,70%
153
81,82%
Pubblicità
230
18
7,83%
15
6,52%
197
85,65%
1.360
91
6,69%
171
12,57%
1.098
80,74%
54
7
12,96%
8
14,81%
39
72,22%
2.977
195
6,55%
361
12,13%
2421
81,32%
Settori Innovazione
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
Totale
Fonte: elaborazione Ideactiva su dati AIDA (2006)
Il settore che presenta la percentuale di imprese con Leva finanziaria più favorevole è quello delle
telecomunicazioni, con circa il 13% di imprese che hanno la maggior parte delle proprie attività
finanziate dal proprio capitale. I
I settori maggiormente indebitati sono, nell’ordine, il pubblicitario, l’informatico, il manifatturiero, il
terziario e l’editoria, con percentuali intorno 80% delle imprese indebitate nei confronti di terzi.
Il settore che riesce a mantenere il miglior equilibrio tra attività finanziate dal proprio capitale e quelle
finanziate da capitali terzi è l’audiovisivo (circa il 27% delle imprese del settore audiovisivo riesce a
finanziare la metà delle attività con il capitale proprio).
15
Grafico 6: Il Tasso di Indebitamento (Leverage)
Telecomunicazioni
Servizi alle imprese
Pubblicità
Manifatturiero High Tech
Informatica
Editoria
Biochimico
Audiovisivo
0%
10%
20%
30%
40%
leverage<100
% di imprese
50%
60%
70%
80%
100<Leverage<200
90%
100%
Leverage≥200
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Il Margine di Tesoreria
Tabella 8: Il Margine di Tesoreria
Crisi liquidità
Tranquillità finanziaria
n° imprese
settore
n° imprese
MT<0
% sul tot
settore
n° imprese
MT≥0
% sul tot
settore
Audiovisivo
69
57
82,61%
12
17,39%
Biochimico
48
39
81,25%
9
18,75%
Editoria
308
249
80,84%
59
19,16%
Informatica
798
644
80,70%
154
19,30%
Manifatturiero High Tech
194
166
85,57%
28
14,43%
Pubblicità
238
181
76,05%
57
23,95%
1.466
1.154
78,72%
312
21,28%
58
51
87,93%
7
12,07%
3.179
2.541
79,93%
638
20,07%
Settori Innovazione
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
Totale
Fonte: elaborazione Ideactiva su dati AIDA (2006)
16
La situazione dei settori rispetto a questo indice è abbastanza omogenea, le uniche lievi differenze
riguardano il settore pubblicitario e quello dei servizi alle imprese. Se infatti negli altri settori più di 4
imprese su 5 sono in crisi di liquidità (poiché il valore del margine di struttura è negativo) per i due
settori in considerazione (pubblicitario e terziario) la percentuale si abbassa lievemente. La situazione
generale comunque è in linea con gli altri indici, con alte percentuali di imprese con problemi finanziari.
Il Margine di Struttura
Tabella 9: Il Margine di Struttura
Il capitale finanzia parte
delle immobilizzazioni
L’impresa può crescere
con i propri mezzi
n° imprese
settore
n° imprese
MS<0
% sul tot
settore
n° imprese
MS≥0
% sul tot
settore
Audiovisivo
64
31
48,44%
33
51,56%
Biochimico
47
25
53,19%
22
46,81%
Editoria
273
136
49,82%
137
50,18%
Informatica
744
392
52,69%
352
47,31%
Manifatturiero High Tech
177
82
46,33%
95
53,67%
Pubblicità
217
102
47,00%
115
53,00%
1.328
649
48,87%
679
51,13%
51
27
52,94%
24
47,06%
2.901
1.444
49,78%
1.457
50,22%
Settori Innovazione
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
Totale
Fonte: elaborazione Ideactiva su dati AIDA (2006)
Il margine di struttura e il Capitale Circolante Netto (prossimo indice) prendono in considerazione le
attività immobilizzate, ossia gli investimenti fissi attuati dalle imprese, per una chiave di lettura
leggermente diversa rispetto ai precedenti indici.
La distribuzione delle imprese in questo indice è decisamente più equilibrata. Circa un’impresa su due
ha le capacità per crescere con i propri mezzi, poiché il capitale copre tutte le attività fisse, mentre l’altra
metà necessita di capitale di terzi per coprire le proprie immobilizzazioni.
17
Il Capitale Circolante Netto
Tabella 10: Il Capitale Circolante Netto
Investimenti fissi finanziati
a breve termine
Le risorse divengono liquidi
nel breve periodo
n° imprese
settore
n° imprese
CCN<0
% sul tot
settore
n° imprese
CCN≥0
% sul tot
settore
Audiovisivo
69
32
46,38%
37
53,62%
Biochimico
48
23
47,92%
25
52,08%
Editoria
308
128
41,56%
180
58,44%
Informatica
798
334
41,85%
464
58,15%
Manifatturiero High Tech
194
81
41,75%
113
58,25%
Pubblicità
238
110
46,22%
128
53,78%
1.466
607
41,41%
859
58,59%
58
30
51,72%
28
48,28%
3.179
1.345
42,31%
1.834
57,69%
Settori Innovazione
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
Totale
Fonte: elaborazione Ideactiva su dati AIDA (2006)
Il settore delle telecomunicazioni è l’unico che presenta una percentuale di imprese minore del 50%
considerando l’indice del Capitale Circolante Netto positivo. Questo vuol dire che più di una impresa su
due negli altri settori riesce a produrre liquidità dal proprio capitale, che non è impiegato completamente
negli investimenti fissi.
18
Gli Indici di Redditività: ROI, ROS e ROE
Tabella 11: Gli Indici di Redditività: ROI, ROS e ROE
% ROI>0 sul totale
settore
% ROS>0 sul totale
settore
% ROE>0 sul totale
settore
Audiovisivo
67,80%
76,36%
74,60%
Biochimico
62,50%
61,36%
56,52%
Editoria
70,98%
73,13%
70,00%
Informatica
80,11%
81,46%
72,22%
Manifatturiero High Tech
79,89%
81,71%
76,30%
Pubblicità
78,13%
79,72%
75,00%
Servizi alle imprese
79,18%
80,77%
75,81%
Telecomunicazioni
59,18%
56,25%
57,45%
TOTALE
77,76%
79,41%
73,68%
Settori Innovazione
Fonte: elaborazione Ideactiva su dati AIDA (2006)
In tutti i settori ad alto contenuto innovativo più di una impresa su due ha indici di redditività positivi.
Per quanto riguarda la redditività sugli investimenti, nel settore informatico e nella manifattura la
percentuale di imprese con reddito positivo raggiunge addirittura l’80%, mentre nel settore delle
telecomunicazioni e nel biochimico risulta circa il 60% di imprese con redditività positiva.
Questa differenza settoriale si riscontra anche nel ROS e nel ROE.
19
1. studio del panorama delle PMI laziali innovative attraverso l’ACP e la Cluster
Analysis
In questa fase sono state analizzate simultaneamente tutte gli indici finanziari e di reddito con l’obiettivo
di fornire un quadro generale di caratteristiche e attitudini delle PMI a carattere innovativo.
Gli indici sono considerati come variabili quantitative, concettualmente correlate tra loro. L’Analisi in
Componenti Principali dà l’opportunità di individuare poche dimensioni o componenti, concettualmente
interrelate con le variabili di partenza, che verranno definite dopo uno studio di interpretazione delle
variabili stesse usate per la loro estrazione. Le componenti estratte rendono possibile l’interpretazione
complessiva dell’informazione contenuta nell’insieme di indici finanziari attraverso lo studio di due sole
nuove variabili.
Tabella 12 - Le dimensioni estratte: lista delle variabili
1° dimensione: Redditività d’impresa
2° dimensione: Capacità finanziaria
Redditività sugli investimenti (ROI)
Indice di Indipendenza Finanziaria
Redditività sulle vendite (ROS)
Indice di Liquidità
Redditività sul capitale (ROE)
Tasso di Indebitamento (Leverage)
Valore Aggiunto pro capite
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Una volta individuate le dimensioni, si è proceduto con la Cluster Analysis, per ridurre il gruppo di
imprese a pochi gruppi omogenei all’interno e il più possibile eterogenei tra di loro. Questi gruppi sono
caratterizzati da alcune peculiarità derivanti dal contributo delle singole variabili. Sono stati individuati 4
gruppi di imprese in ogni settore.
20
4.1. Il settore audiovisivo
Grafico 7: Distribuzione delle imprese del settore audiovisivo rispetto alla redditività e alla capacità finanziaria
2,5
Capacità finanziaria
2
Cluster 1
12,50%
1,5
1
0,5
Redditività d’impresa
0
Cluster 2
-0,5
14,58%
Cluster 4
4,17%
Cluster 3
-1
68,75%
-1,5
-4
-3
-2
-1
0
1
2
3
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Quasi il 70% delle imprese appartenenti al settore audiovisivo non si distinguono per capacità
particolare relativamente alle due dimensioni studiate. Due gruppi costituiti da oltre il 10% delle imprese
di settore però presentano prestazioni interessanti. Il primo cluster racchiude il 12,5% e presenta un’alta
capacità finanziaria, di gran lunga superiore alle altre imprese del settore; l’altro gruppo interessante, il
cluster numero 2, consta del 15% delle imprese di settore e può vantare di alta redditività.
Sono comunque poche le imprese che hanno basse prestazioni nei due ambiti proposti (quarto cluster).
21
4.2. Il settore biochimico
Grafico 8: Distribuzione delle imprese del settore biochimico rispetto alla redditività e alla capacità finanziaria
Capacità finanziaria
2
Cluster 1
17,07%
1,5
1
Cluster 2
41,46%
0,5
0
Redditività d’impresa
-0,5
Cluster 4
9,76%
Cluster 3
31,71%
-1
-1,5
-2,5
-2
-1,5
-1
-0,5
0
0,5
1
1,5
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
La maggior parte delle imprese di settore, appartenenti in questo caso al secondo cluster, possono
vantare un’alta redditività, anche se non si distinguono per capacità finanziaria particolare. Il terzo
cluster, secondo in ordine di grandezza, è caratterizzato da alto tasso di indebitamento. Una cospicua
parte di imprese, il primo cluster in questo grafico, ha alta capacità finanziaria, ma capacità reddituale
medio-bassa.
22
4.3. Il settore editoria
Grafico 9: Distribuzione delle imprese del settore editoria rispetto alla redditività e alla capacità finanziaria
Capacità finanziaria
2
Cluster 1
1,5
14,41%
1
Cluster 2
36,49%
0,5
Cluster 4
12,16%
0
Redditività d’impresa
-0,5
Cluster 3
-1
36,94%
-1,5
-2,5
-2
-1,5
-1
-0,5
0
0,5
1
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Le imprese appartenenti a questo settore hanno, a parte un piccolo gruppo corrispondente al 12% del
totale, redditività positiva, anche se di poco. Il secondo cluster presenta la redditività migliore, pur non
presentando capacità finanziarie autonome rilevanti. Il primo e il terzo hanno capacità finanziarie
opposte, molto positive rispetto alla medie del settore il primo, molto negative il terzo.
Complessivamente il settore si presenta forte sul fronte della redditività, un po’ meno sulla capacità
delle imprese di produrre liquidità.
23
4.4. Il settore informatica
Grafico 10: Distribuzione delle imprese del settore informatica rispetto alla redditività e alla capacità finanziaria
Capacità finanziaria
2,5
Cluster 1
2
10,32%
1,5
1
Cluster 2
19,35%
0,5
Redditività d’impresa
0
Cluster 4
Cluster 3
12,74%
-0,5
57,58%
-1
-2,5
-2
-1,5
-1
-0,5
0
0,5
1
1,5
2
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Il settore dell’informatica, in maniera molto simile a quanto avviene nel settore dell’audiovisivo, è
caratterizzato da un vasto gruppo di imprese tutto sommato neutre nelle caratteristiche analizzate,
anche se in questo caso il terzo cluster ha la leva finanziaria leggermente sfavorevole rispetto al settore
dell’audiovisivo. Gli altri si posizionano con caratteristiche ben precise nel grafico: il primo cluster ha alta
capacità finanziaria ma redditività non positiva, il secondo cluster ha alta redditività, al contrario del
quarto cluster, caratterizzato da basse prestazione in tale ambito.
24
4.5. Il settore manifattura high tech
Grafico 11: Distribuzione delle imprese del settore manifattura rispetto alla redditività e alla capacità finanziaria
Capacità finanziaria
7
6
Cluster 1
0,64%
5
4
3
2
Cluster 2
Cluster 4
1
22,44%
12,18%
Redditività d’impresa
0
Cluster 3
-1
64,74%
-2
-3,5
-3
-2,5
-2
-1,5
-1
-0,5
0
0,5
1
1,5
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Il primo cluster risulta un po’ avulso dal resto delle imprese, e nello specifico è caratterizzato da
altissima liquidità finanziaria, ma bassa redditività. Il terzo cluster è invece abbastanza equilibrato
rispetto alle due dimensioni, presentando una redditività leggermente positiva, con capacità finanziaria
non di rilievo. Il secondo cluster presenta discrete prestazioni, sia per quanto riguarda le risorse
finanziarie, sia per la capacità di produrre reddito.
25
4.6. Il settore pubblicità
Grafico 12: Distribuzione delle imprese del settore pubblicità rispetto alla redditività e alla capacità finanziaria
Capacità finanziaria
5
Cluster 1
1,06%
4
3
2
Cluster 2
19,15%
Cluster 3
29,79%
1
Redditività d’impresa
0
-1
Cluster 4
50,00%
-2
-4
-3
-2
-1
0
1
2
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Il 30% delle PMI del settore pubblicitario presentano una buona redditività. Redditività non positiva
contraddistingue gli altri cluster individuati all’interno del settore: il secondo cluster ha una leva
finanziaria positiva, mentre il 4°, che rappresenta il 50% del settore, presenta indebitamento nei
confronti di terzi. Il primo cluster invece,anche se comprende solo l’1% delle imprese di settore, ha
caratterizzazioni molto forti, sia nella capacità finanziaria, poiché presenta alta liquidità, sia nella
redditività, anche se tale parametro risulta negativo.
26
4.7. Il settore servizi alle imprese
Grafico 13: Distribuzione delle imprese del settore servizi alle imprese rispetto alla redditività e alla capacità finanziaria
Capacità finanziaria
2
Cluster 1
1,5
19,29%
1
Cluster 2
0,5
22,17%
Cluster 4
9,74%
0
Redditività d’impresa
-0,5
Cluster 3
48,79%
-1
-2,5
-2
-1,5
-1
-0,5
0
0,5
1
1,5
2
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Il settore dei servizi alle imprese presenta una grande percentuale di imprese con leva finanziaria
negativa, quindi con necessità di reperire capitali di terzi. Gli altri gruppi individuati si distinguono per
caratteristiche abbastanza evidenti, sia per livello finanziario, il 1° cluster ha liquidità elevata, sia per
redditività, positiva per il cluster n° 2, negativa per il 4°.
27
4.8. Il settore telecomunicazioni
Grafico 14: Distribuzione delle imprese del settore telecomunicazioni rispetto alla redditività e alla capacità finanziaria
Capacità finanziaria
2,5
Cluster 1
13,89%
2
1,5
1
Cluster 2
0,5
47,22%
Cluster 4
19,44%
0
-0,5
Redditività d’impresa
Cluster 3
-1
19,44%
-1,5
-2
-2
-1,5
-1
-0,5
0
0,5
1
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Larga parte del settore delle telecomunicazioni ha indici di redditività positivi (2° cluster). Inoltre il 1°
gruppo presenta anche una solida e buona liquidità, mentre il 19% delle imprese del settore
(corrispondente al 3° cluster) presenta la leva finanziaria sfavorevole.
28
4.9. Sintesi sul comportamento dei settori innovativi nella gestione d’impresa.
Grafico 15: Distribuzione dei gruppi maggiormente rappresentativi dei settori rispetto alla redditività e alla capacità finanziaria
Capacità finanziaria
0,4
Editoria
Biochimico
0,2
Redditività d’impresa
0
Audiovisivo
Telecomunicazioni
-0,2
-0,4
Informatica
Manifattura High Tech
Pubblicità
-0,6
Servizi alle
imprese
-0,8
Editoria
-1
-0,6
-0,4
-0,2
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
In questo grafico sono stati riportati i cluster più rappresentativi di ogni settore2, ovvero quelli che
racchiudono la maggior percentuale di imprese. In questo modo si può ottenere un confronto immediato
tra i settori innovativi, per capire a grandi linee la tendenza dominante all’interno delle attività.
I settori che si distinguono per la maggiore capacità di ottenere reddito sia dalle vendite, sia dagli
investimenti e sia dal capitale, sono l’editoria, il biochimico e le telecomunicazioni.
Le caratteristiche della maggior parte delle imprese del settore pubblicitario sono redditività medio bassa e leva finanziaria leggermente sfavorevole, che significa bassa liquidità e presenza di capitale di
terzi. Gli altri settori invece si distinguono maggiormente per bassa liquidità, e la capacità di produrre
reddito non è eccezionale.
Per il settore dell’editoria sono stati considerati due cluster in quanto ognuno di questi è composto da circa il 36% di
imprese.
2
29
5. benchmarking: un’analogia con Greater London
E’ stato realizzato un confronto a livello europeo sulle principali variabili economiche delle imprese di
capitali ad alto contenuto innovativo. Il territorio scelto per il confronto è la Regione di Greater London
(Regno Unito), paragonabile alla Regione Lazio per le seguenti caratteristiche:
presenza di una metropoli capitale del paese;
peso all’interno dell’economia nazionale;
diffusione del settore terziario (all’interno del quale operano le imprese ad alto contenuto
innovativo).
Di seguito sono presentati alcuni dati utili per contestualizzare le due realtà locali all’interno dei rispettivi
paesi.
Tabella 13: Regione Lazio e Greater London a confronto
Regione Lazio
Superficie kmq
% superficie nazionale
Popolazione
% popolazione nazionale
PIL (m €)
% PIL nazionale
PIL pro capite regionale (€)
Greater London
17.203
1.579
5,7%
0,6%
5.269.972
7.420.600
9,0%
12,4%
123.460
298.657
10,1%
18,7%
23.427
40.247
Fonte: elaborazione Ideactiva su dati Eurostat (2006)
Entrambe le Regioni hanno una quota di popolazione simile rispetto a quella nazionale (9% per la
Regione Lazio, 12,4% per Greater London). Le dimensioni sono invece molto diverse: la Regione Lazio
ha una superficie di oltre 17.000 kmq (quasi il 6% del totale nazionale), mentre Greater London si
estende per poco più di 1.500 kmq (meno del 1% del totale nazionale).
La Regione Lazio ha un PIL di oltre 123 milioni di Euro, pari al 10,1% del PIL nazionale. Il PIL della
Regione di Greater London è di quasi 300 milioni di Euro3, pari a quasi il 19% del PIL nazionale. Gli
abitanti della Regione Lazio hanno un PIL pro capite di 23.427 euro, mentre nel Greater London è di
40.247 euro4.
E’ stata effettuata una comparazione tra le forme giuridiche previste dalla normativa inglese e quelle
previste dalla normativa italiana. Le corrispondenti inglesi delle imprese di capitali (S.p.A., S.r.l.,
Il tasso di conversione euro-sterlina britannica utilizzato nell’indagine è 1€=0,6903 GBP, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale
n. 87 del 13/04/2006.
4 Il PIL pro capite del Greater London è calcolato a parità di potere d’acquisto secondo la metodologia Eurostat (PPS:
Purchasing Power Standard).
3
30
S.c.a.r.l.) sono cinque. L’indagine considera esclusivamente le società appartenenti a una delle
seguenti forme giuridiche:
Limited Liability Partnership
Private limited
Public AIM
Public Quoted OFEX
Unlimited
Tabella 14: confronto forme giuridiche – Italia e Regno Unito
Forma giuridica nel
Descrizione
Regno Unito
Forma organizzativa che combina gli elementi di un partenariato e di
una corporazione. E’ spesso usata nell’ambito dell’attività
Limited Liability Partnership
professionale (avvocati, commercialisti, architetti, ecc…). I profitti di
una LLP sono distribuiti tra i soci a fini fiscali.
Private limited
Public AIM
Public Quoted OFEX
Unlimited
Forma giuridica
equivalente in Italia
Società a responsabilità limitata.
Società quotate in un mercato separato per le piccole imprese con
capitalizzazione compresa tra 2 e 100 milioni GBP (2,9 – 145 milioni
€).
Società quotate in un mercato separato, indipendente e autoregolato.
Capitalizzazione compresa tra 250.000 e 500.000 GBP (360.000 –
730.000 €).
forma esistente nel Regno Unito, i soci sono responsabili per tutte le
azioni della società.
S.c.a.r.l.
S.r.l.
S.p.A.
n/a
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
I settori considerati sono quelli ad alto contenuto di innovazione, descritti nel paragrafo 3.1.
Sono state selezionate le imprese che soddisfano i criteri stabiliti dalla Commissione Europea per
l’individuazione delle piccole e medie imprese.
31
Per poter comparare il fatturato, espresso in due valute distinte (euro e sterlina britannica), è stata
applicata la seguente metodologia:
il fatturato delle imprese inglesi è stato convertito in euro al tasso di cambio del 14/04/2006,
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale,
il risultato, espresso in milioni di euro, è stato moltiplicato per il rapporto tra il PIL pro capite delle
due regioni riferito alla media europea (UE25=100).
In questo modo, i fatturati delle imprese possono essere comparati tra loro5.
In base ai criteri stabiliti dall’indagine (forma giuridica, addetti e fatturato, settori di attività) sono state
individuate, nella Regione di Greater London le imprese da comparare con quelle della Regione Lazio
(selezionate con gli stessi criteri). Dal campione originale di 3.179 imprese laziali, sono state
selezionate le imprese per le quali sono disponibili tutte le informazioni necessarie. Il benchmarking è
stato quindi compiuto sulle seguenti imprese:
11.547 della Regione di Greater London,
2.946 della Regione Lazio.
Le fonti utilizzate per l’individuazione delle imprese sono le seguenti:
Banca dati AIDA (Analisi Informatizzata Delle Aziende), per la Regione Lazio
Banca dati FAME (Financial Analysis Made Easy) per la Regione di Greater London.
Il benchmarking ha riguardato, in primo luogo, la distribuzione delle imprese negli otto settori di attività
considerati.
Tabella 15: distribuzione delle imprese per settori di attività
Regione Lazio
Greater London
Settore
n° imprese
% sul tot.
n° imprese
% sul tot.
Audiovisivo
64
2,17%
323
2,79%
Biochimico
43
1,46%
25
0,22%
Editoria
289
9,81%
284
2,46%
Informatica
751
25,49%
2.203
19,08%
Manifatturiero High Tech
178
6,04%
46
0,40%
Pubblicità
222
7,54%
594
5,14%
1.342
45,55%
7.909
68,49%
57
1,93%
163
1,41%
2.946
100,00%
11.547
100,00%
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
Totale
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
5
Nelle tabelle verrà indicata la sigla PPS, Purchasing Power Standard.
32
In entrambe le regioni, è il settore dei servizi alle imprese a registrare la numerosità maggiore. Esso
comprende quasi la metà delle imprese della Regione Lazio e oltre i 2/3 di quelle di Greater London
(45,55% e 68,49%).
Segue, per entrambe le regioni, il settore informatico, al quale appartengono, rispettivamente nel Lazio
e nel Greater London, il 25% e il 20% delle imprese.
Al terzo posto troviamo, nel Lazio, l’editoria (9,81% delle imprese) e, nel Greater London la pubblicità
(5,14% delle imprese).
Un dato interessante emerge dalla distribuzione delle imprese per settore: l’innovazione è
concentrata in pochi settori. I primi tre comprendono, infatti, il 81% delle imprese innovative nel caso
del Lazio e oltre il 90% nel caso di Greater London.
E’ stata studiata la distribuzione delle imprese secondo il numero degli addetti, adottando la
classificazione UE che individua 4 tipologie di PMI: micro impresa fino a 9 addetti, piccola impresa tra
10 e 49 addetti, media impresa tra 50 e 249 addetti.
La realtà produttiva della Regione Lazio è costituita da imprese con pochi addetti (in media 19). Nel
Greater London la media degli addetti è più alta (34).
Tabella 16: distribuzione delle imprese per classi di addetti
Regione Lazio
Greater London
Addetti (d)
n° imprese
% sul tot.
n° imprese
% sul tot.
1.728
58,66%
5.012
43,41%
Piccole imprese (10≤d<50)
913
30,99%
3.903
33,80%
Medie imprese (50≤d<250)
305
10,35%
2.632
22,79%
2.946
100,00%
11.547
100,00%
Micro imprese (d<10)
Totale
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Il seguente grafico mostra la distribuzione delle imprese per numero di addetti. Oltre la metà delle
imprese innovative della Regione Lazio hanno meno di 10 addetti e si classificano, quindi, come micro
imprese. Nel Greater London, invece, le imprese sono distribuite quasi equamente tra le tre classi, con
una leggera prevalenza delle micro imprese, seguite dalle piccole e dalle medie.
33
Grafico 16: distribuzione delle imprese per numero di addetti – Regione Lazio e Greater London
Regione Lazio
Greater London
0%
10%
20%
% imprese
30%
40%
d<10 (micro impresa)
50%
60%
70%
10≤d<50 (picco la impresa)
80%
90%
100%
50≤d<250 (media impresa)
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
La presenza di micro, piccole o medie imprese non è uniforme in tutti i settori innovativi. Sono state
studiate le caratteristiche proprie di ogni settore, per rilevare la tipologia di impresa più diffusa in
ciascuna attività.
Il grafico illustra la distribuzione delle imprese della Regione Lazio per settore e classi di addetti.
34
Grafico 17: distribuzione delle imprese per settore e classi di addetti – Regione Lazio
Audiovisivo
Biochimico
Editoria
Informatica
Manifatturiero High Tech
Pubblicità
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
0%
10%
% imprese
20%
30%
40%
d<10 (micro impresa)
50%
60%
70%
10≤d<50 (piccola impresa)
80%
90%
100,00%
50≤d<250 (media impresa)
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Il settore più “equilibrato” da un punto di vista della distribuzione delle imprese nelle tre classi è il
biochimico (35% di micro imprese, 39% di piccole imprese, 26% di medie imprese). Gli altri settori sono
caratterizzati da un’alta percentuale di imprese micro, con punte del 72% (pubblicità).
Nella tabella seguente, si illustra, per ciascun settore, la media degli addetti per impresa.
Tabella 17: Media degli addetti per settore – Regione Lazio
Settore
Media degli addetti per impresa
nei settori
Audiovisivo
19
Biochimico
36
Editoria
15
Informatica
21
Manifatturiero High Tech
17
Pubblicità
10
Servizi alle imprese
19
Telecomunicazioni
19
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
La distribuzione delle imprese per classi di addetti all’interno dei settori è diversa nel Greater London
rispetto alla Regione Lazio, come illustrato dal grafico seguente..
35
Grafico 18: distribuzione delle imprese per settore e classi di addetti – Greater London
Audiovisivo
Biochimico
Editoria
Informatica
Manifatturiero High Tech
Pubblicità
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
0%
% imprese
20%
d<10 (micro impresa)
40%
60%
10≤d<50 ( piccola impresa)
80%
100,00%
50≤d<250 ( media impresa)
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Le tre classi sono equamente presenti in tutti i settori, benché vi sia una maggiore presenza delle
piccole imprese (10-49 addetti). In alcuni settori la distribuzione è invertita rispetto alla Regione Lazio,
con una maggiore presenza di medie imprese (ad esempio, nel settore biochimico e nell’editoria).
36
La media degli addetti per impresa, distribuite nei settori, è illustrata nella tabella seguente.
Tabella 18: media degli addetti per impresa dei settori – Greater London
Settore
Media degli addetti per impresa
nei settori
Audiovisivo
28
Biochimico
61
Editoria
57
Informatica
33
Manifatturiero High Tech
49
Pubblicità
39
Servizi alle imprese
34
Telecomunicazioni
41
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Nessun settore rientra nella classe di impresa micro, due (biochimico e editoria), rientrano nella classe
di impresa più grande (media), con oltre 50 addetti in media.
Il grafico seguente illustra i dati riferiti alle due regioni, Lazio e Greater London, con la media degli
addetti per impresa nei vari settori. In questo modo, è possibile rilevare le differenze e le similitudini.
37
Grafico 19: distribuzione delle imprese per settore e classi di addetti – confronto Regione Lazio – Greater London
Audiovisivo Lazio
Audiovisivo Londra
Biochimico Lazio
Biochimico Londra
Editoria Lazio
Editoria Londra
Informatica Lazio
Informatica Londra
Manufatturiero High Tech Lazio
Manufatturiero High Tech Londra
Pubblicità Lazio
Pubblicità Londra
Servizi alle imprese Lazio
Servizi alle imprese Londra
Telecomunicazioni Lazio
Telecomunicazioni Londra
0%
10%
% imprese
20%
30%
40%
d<10 (micro impresa)
50%
60%
70%
10≤d<50 (piccola impresa)
80%
90%
100,00%
50≤d<250 (media impresa)
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
I settori che presentano la distribuzione delle imprese per classi di addetti più simili tra le due Regioni
sono l’audiovisivo e i servizi alle imprese. Grandi differenze si riscontrano invece tra i settori biochimico,
editoria e pubblicità.
Le imprese sono state analizzate anche dal punto di vista del fatturato, prendendo in considerazione i
criteri adottati dalla Commissione Europea per l’individuazione delle PMI, qui richiamati:
fatturato inferiore a 2 milioni di euro: micro impresa,
fatturato compreso tra 2 e 10 milioni di euro: piccola impresa,
fatturato compreso tra 10 e 50 milioni di euro: media impresa.
38
Tabella 19: distribuzione delle imprese per classi di fatturato – Regione Lazio e Greater London (M€ in PPS)
Regione Lazio
Greater London
Fatturato (f)
n° imprese
% sul tot.
2.028
68,84%
5.960
51,61%
Piccola impresa (2 M€ < f ≤ 10 M€)
744
25,25%
3.771
32,66%
Media impresa (10 M€ < f ≤ 50 M€)
174
5,91%
1.816
15,73%
2.946
100,00%
11.547
100,00%
Micro impresa (f ≤ 2 M€)
Totale
n° imprese
% sul tot.
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Il grafico illustra graficamente tale distribuzione. Nel Lazio quasi il 70% delle imprese hanno un fatturato
inferiore a 2 milioni di euro, percentuale che si riduce al 50% nel caso del Greater London.
Grafico 20: distribuzione delle imprese per fatturato – Regione Lazio e Greater London (M€ in PPS)
Regione Lazio
Greater London
0%
10%
20%
30%
f ≤ 2M€ (imprese micro)
40%
50%
60%
2M€< f ≤ 10M€ (imprese piccole)
70%
80%
90%
100%
10M€ < f ≤ 50M€ (imprese medie)
% imprese
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Le 2.946 piccole e medie imprese ad alto contenuto innovativo della Regione Lazio hanno un fatturato
medio di 2,7 milioni di euro.
Il grafico seguente riporta la distribuzione delle imprese per classi di fatturato all’interno dei singoli
settori.
39
Grafico 21: distribuzione delle imprese per settore e classi di fatturato – Regione Lazio (M€ in PPS)
Audiovisivo
Biochimico
Editoria
Informatica
Manufatturiero High Tech
Pubblicità
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
0%
10%
% imprese
20%
30%
f ≤2M€ (imprese micro)
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100,00%
2M€< f ≤10M€ (imprese piccole) 10M€ < f ≤50M€ (imprese medie)
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Le presenze delle classi di fatturato è simile in quasi tutti i settori; la maggioranza di imprese ha un
fatturato inferiore a 2 milioni di euro (micro imprese), seguono le piccole imprese (fatturato compreso tra
2 e 10 milioni di euro) e le medie imprese (fatturato compreso tra 10 e 50 milioni di euro).
Le eccezioni a questa distribuzione sono rappresentate dai settori biochimico e servizi alle imprese.
Nel primo le imprese con un fatturato oltre i 10 milioni di euro sono il 32,56% del totale. Il fatturato
medio di questo gruppo di imprese è di 7,8 milioni di euro.
Il settore dei servizi alle imprese presenta, invece, la maggioranza delle imprese nella classe di fatturato
inferiore (il 87% ha un fatturato inferiore a 2 milioni di euro). Il fatturato medio è di 2,5 milioni di euro (il
più basso tra i settori).
Il grafico seguente evidenzia la distribuzione delle imprese per settore e classi di fatturato (milioni di
euro in PPS) nel Greater London.
40
Grafico 22: distribuzione delle imprese per settore e classi di fatturato – Greater London (M€ in PPS)
Audiovisivo
Biochimico
Editoria
Informatica
Manufatturiero High Tech
Pubblicità
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
0%
% imprese
10%
20%
30%
f≤2M€ (imprese micro)
40%
50%
60%
2M€<f≤10M€ (imprese piccole)
70%
80%
90%
100,00%
10M€<f≤50M€ (imprese medie)
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Come nel caso della Regione Lazio, anche per il Greater London, il settore a più alta presenza di medie
imprese è il biochimico (32,56% delle imprese ha un fatturato compreso tra 10 e 50 milioni di euro), il
cui fatturato medio è di 12,8 milioni di euro.
Le imprese con il fatturato medio più basso (4,3 milioni di euro) si trovano invece nel settore dei servizi
alle imprese, dove maggiore è la presenza di microimprese (55,74%).
Il grafico seguente illustra i dati delle imprese (distribuite, all’interno dei settori, per classi di fatturato)
relativi alle due regioni, Lazio e Greater London. In questo modo, è possibile rilevare le differenze e le
similitudini.
41
Grafico 23: distribuzione delle imprese per settore e classi di fatturato – confronto Regione Lazio – Greater London (M€ in PPS)
Audiovisivo Lazio
Audiovisivo Londra
Biochimico Lazio
Biochimico Londra
Editoria Lazio
Editoria Londra
Informatica Lazio
Informatica Londra
Manifatturiero High Tech Lazio
Manifatturiero High Tech Londra
Pubblicità Lazio
Pubblicità Londra
Servizi alle imprese Lazio
Servizi alle imprese Londra
Telecomunicazioni Lazio
Telecomunicazioni Londra
0%
% imprese
10%
20%
30%
f≤2M€ (imprese micro)
40%
50%
60%
2M€<f≤10M€ (imprese piccole)
70%
80%
90%
100,00%
10M€<f≤50M€ (imprese medie)
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Comparando le classi di fatturato di appartenenza delle imprese, i settori che presentano similitudini tra
le due regioni sono l’informatica e, in misura minore, i servizi alle imprese. Le imprese dei settori
biochimico, editoria e telecomunicazioni appartengono invece alle classi di fatturato in percentuali
diverse.
42
Nell’ambito dei settori innovativi, le piccole e medie imprese delle due regioni presentano alcuni tratti
comuni:
l’innovazione è concentrata in pochi settori (servizi alle imprese e informatica)
prevale il settore servizi alle imprese, caratterizzato da micro imprese con meno di 10 addetti e un
fatturato inferiore a 2 milioni di euro
prevalgono le imprese micro, a cui seguono le piccole e le medie.
il settore biochimico è costituito, in gran parte, da imprese di medie dimensioni (fatturato oltre i 10
milioni di euro) e più di 50 addetti
43
6. conclusioni
Tra le imprese dei settori ad alto contenuto innovativo, analizzate dal punto di vista finanziario e di
reddito, i settori più diffusi sono i servizi alle imprese (46,13% del totale delle imprese), l’informatico
(25,1% delle imprese studiate) e l’editoria (9,69% del totale).
Le aziende del settore si caratterizzano per la forte presenza di aziende con meno di 10 addetti, il
57,4% del totale delle aziende analizzate ha una media di dipendenti sotto la soglia minima (micro
imprese). Dal punto di vista del fatturato il 67,2% fatturano meno di €2 milioni. Questi indicatori possono
essere interpretati come la presenza di una dinamica imprenditoriale molto giovane - il 16% delle
aziende ha meno di 5 anni, e il 10% meno di dieci anni- ma in continuo sviluppo.
Le aziende nel suo insieme occupano una media di 19 addetti, con un fatturato medio annuale di
145.000 euro/addetto. Le aziende di dimensione maggiore sono nel settore biochimico (37
addetti/azienda), le più piccole sono nel settore della pubblicità (10 addetti/azienda), il settore della
pubblicità invece è quello che presenta i valori medi di fatturato/addetto più significativo: 307.000
euro/addetto. Il settore della informatica invece ha il rapporto più basso: € 121.000/addetto
La caratteristica dominante nei settori innovativi è la grande capacità delle imprese di produrre
reddito:
per quanto riguarda il reddito sugli investimenti (ROI), il settore informatico presenta
l’80,11% delle imprese con tale indice positivo. Anche altri settori, quali il manifatturiero high
tech (79,89% delle imprese), i servizi alle imprese (79,18% delle imprese), e la pubblicità (il
78,13% del totale), sono caratterizzati da imprese con alti ricavi sugli investimenti. Sono molte
meno le imprese con ROI positivo nel settore delle telecomunicazioni: il 59,18% del totale
delle imprese ha una capacità reddituale alta.
il ROS, indice di redditività sulle spese sostenute, permette di valutare le politiche di vendita
effettuate da un’azienda. I settori informatico, manifatturiero high tech e servizi alle
imprese sono quelli che attuano le politiche migliori, in quanto presentano rispettivamente
l’81,46%, l’81,71% e l’80,77% di imprese con ROS positivo. Il settore biochimico (il 61,36% del
totale delle imprese ha l’indice positivo) e delle telecomunicazioni (il 56,25% del settore
presenta valori positivi) non riescono invece ad avere le stesse prestazioni.
i settori che hanno maggior capacità di creare reddito dal capitale di rischio investito (ROE)
sono il manifatturiero high tech, caratterizzato dal 76,3% di imprese con tale indice positivo, i
servizi alle imprese, 75,81% di imprese, e la pubblicità, con il 75% delle imprese con redditi
positivi. Ancora una volta il settore del biochimico e delle telecomunicazioni non riescono ad
eguagliare i risultati positivi degli altri settori, presentando il 56,52% e il 57,45% delle imprese
con valori del ROE positivi.
Riassumendo, i settori in cui si riscontra una maggior capacità di produrre reddito sono il
manifatturiero high tech, i servizi alle imprese, l’informatico e il pubblicitario. I settori del
biochimico e delle telecomunicazioni hanno invece qualche difficoltà in più.
A queste percentuali però fanno riscontro la forte presenza di imprese che hanno situazioni
finanziarie non proprio rosee: si può distinguere tra difficoltà nella disponibilità risorse, individuata da
44
indici quali indice di liquidità o il margine di tesoreria, e presenza di capitali da parte di terzi, rilevata da
indici quali il leverage o l’indice di indipendenza finanziaria:
le imprese del settore audiovisivo e telecomunicazioni presentano la percentuale più
significativa di imprese in crisi di fondi nell’indice di liquidità, (rispettivamente il 10,29% e il
10,71% delle imprese si presentano in crisi di risorse finanziarie) e forniscono le prestazioni
peggiori anche nel margine di tesoreria, da cui è evidente che l’82,71% del settore
audiovisivo e l’87,93% del settore delle telecomunicazioni non ha disponibilità necessaria per
finanziare la propria attività.
i settori caratterizzati da imprese che dispongono di una quota rilevante di capitali forniti da
terzi sono il pubblicitario, l’informatico, il manifatturiero high tech e i servizi alle imprese,
come risulta evidente dall’indice di leverage: oltre l’80% delle imprese in questi settori
presentano valori di leverage che indicano indebitamento rispetto a terzi.
Da un confronto dei risultati prodotti dai due gruppi di indici, finanziari e reddituale, si evince che gli
stessi settori che presentano indici di reddito più alti, manifatturiero high tech, pubblicitario,
informatico e i servizi alle imprese, sono anche quelli che presentano imprese con alta quota di
investimenti da parte di terzi. Questo si può interpretare come un chiaro segnale per cui ci sono tanti
soggetti disposti a finanziare le imprese di questi settori, poiché le prospettive di ricavo sono ottime.
D’altra parte le imprese appartenenti alle categorie innovative hanno bisogno di investimenti di terzi per
finanziare le proprie attività.
Queste caratteristiche sono emerse anche nell’analisi dei Cluster: Questo tipo di analisi
multidimensionale, considera contemporaneamente tutti gli indici presi in considerazione, e dà la
possibilità di confrontare le prestazioni dei gruppi più rappresentativi dei settori attraverso un confronto
grafico di interpretazione immediata (grafico 15 a pagina 34).
Alcuni settori, tra cui audiovisivo, informatica e manifattura, presentano bassi valori negli indici
finanziari, affiancati a buona capacità reddituale.
Per i settori innovativi è stato proposto anche un confronto tra la Regione Lazio e la Regione di Greater
London, per capire quali possono essere le differenze in termini di dimensioni delle aziende, ma anche
per capire l’importanza dei settori nel panorama delle PMI innovative. Le imprese della regione inglese
si caratterizzano per una minore presenza di imprese micro rispetto alla regione Lazio, a tutto vantaggio
delle imprese medie.
In entrambe le regioni si riscontra la massiccia presenza di imprese nel settore servizi reali (45% nel
Lazio e addirittura il 68% nel Greater London) e informatico (25% nel Lazio e 19% nel Greater London).
45
7. metodologia
universo di riferimento e criteri di scelta dal data base:
Il punto di partenza è il data base completo delle imprese della Regione Lazio, a cui sono stati applicati i
seguenti criteri che hanno portato all’individuazione dei nominativi su cui basare l’indagine:
Società di Capitale;
N dipendenti addetti minore di 250;
Fatturato minore o uguale a 50 milioni di €;
Stato giuridico “Ditta attiva”;
Codice ATECO: settori innovazione, come specificato nella tabella seguente:
Tabella 20: corrispondenza tra i settori dell’indagine e la classificazione ISTAT
SETTORI INNOVAZIONE
CODICE
ATECO
Audiovisivo
92.2
Biochimico
24.4
Editoria
22.1
Informatica
72
30.0
Manifatturiero high-tech
32.2
33.1
Pubblicità
74.4
Servizi alle imprese
Telecomunicazioni
74
64.2
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
definizione e descrizione dei box-plot:
Grafici Boxplot: grafico per lo studio della distribuzione;
Il box-plot (o scatola a baffi) è un particolare tipo di diagramma che permette di rappresentare
graficamente la posizione dei quartili, mediana ed outlier di una distribuzione, e valutare la
concentrazione e la dispersione della stessa.
I quartili sono tre valori che suddividono la distribuzione studiata in quattro parti uguali, ognuna delle
quali contenente il 25% dei casi. La mediana corrisponde al secondo quartile e divide la distribuzione in
due parti uguali. Gli outlier sono dei valori presi in considerazione poiché particolarmente esterni ai due
limiti, inferiore e superiore, definiti baffi.
Il grafico prodotto si presenta nel modo seguente:
46
Il rettangolo (o scatola) visibile nell’immagine contiene il 50% centrale della distribuzione, dal 1° al 3°
quartile. La riga in mezzo rappresenta la mediana. I punti agli estremi rappresentano gli outlier.
Per disegnare un box-plot i passi da seguire sono:
1) ordinare i dati;
2) calcolare mediana, quartile inferiore (25°percentile) e quello superiore (75° perc.);
3) calcolare il range interquartile;
4) calcolare due particolari limiti:
- limite inferiore = Quartile Inferiore - (1,5 x Range Inter Quartile)
- limite superiore = Quartile Superiore + (1,5 x Range Inter Quartile)
5) Trovare le prime osservazioni dentro i due limiti;
6) Individuare gli outlier, cioè quei valori che stanno fuori dei due limiti.
47
In alcuni casi gli estremi inferiori e superiore sono individuati rispettivamente dal 1° e dal 99° percentile.
Come interpretare un box-plot: se il box-plot è simmetrico anche la distribuzione che rappresenta
sarà simmetrica e viceversa. Se la scatola appare asimmetrica rispetto alla mediana, ciò indica
l’asimmetria della distribuzione verso i valori più bassi o più alti.
Può diventare utile affiancare i box-plot di più variabili per consentine il confronto delle distribuzioni. Ad
esempio i box-plot delle ipotetiche domande da 10.2 a 10.5 di un questionario sono stati messi a
confronto. Si può notare come il valore mediano della 10.2 sia uguale a quello della 10.3, ma la forma
della distribuzione sia diversa: più dispersiva la prima, meno la seconda. Altro elemento che si può
notare è che la distribuzione della domanda 10.5 è relativa a valori decisamente più bassi rispetto a
quelle delle altre domande.
Con questi grafici si ottiene un confronto immediato tra le diverse distribuzioni, non individuando dei
valori assoluti con cui confrontare prestazioni o valori delle variabili, ma rendendolo relativo al contesto
di riferimento.
48
Analisi delle Componenti Principali e Cluster Analysis
Analogamente all’Analisi delle Corrispondenze Multiple, anche l’Analisi in Componenti Principali è una
tecnica di analisi multivariata che va oltre che un’analisi dei dati “tradizionale” fondata su un approccio
descrittivo delle singole variabili, ed ha la capacità di poter sintetizzare le informazioni desumibili
dall’intera matrice dei dati. A differenza dell’ACM, questa tecnica si applica a variabili quantitative, ma lo
scopo è lo stesso, ovvero individuare le componenti soggiacenti alla struttura dei dati, per riassumere
l’intreccio delle relazioni di “interdipendenza” tra le variabili in un ristretto numero di variabili (dimensioni
dell’ACP).
Il primo passo compiuto è la scelta delle variabili che vanno a costituire la struttura multidimensionale da
analizzare; la selezione delle variabili è, in genere, guidata da un quadro di ipotesi formulate sul
contesto esaminato. Inoltre le stesse variabili saranno utilizzate nella seconda fase dell’analisi, ovvero
l’interpretazione delle componenti estratte.
Sulla base dei fattori individuati con l’ACP, è stata applicata una Cluster Analysis con lo scopo di
ottenere una ripartizione delle imprese intervistate in classi omogenee al loro interno e il più possibile
eterogenee tra di loro rispetto al campo di variazione delle variabili d’interesse.
In tal modo si è potuto studiare il comportamento delle imprese intervistate rispetto alle dimensioni
precedentemente estratte attraverso un grafico a dispersione in cui sono riportati i gruppi individuati. Per
ogni gruppo poi sono specificate le principali caratteristiche individuate grazie al contributo delle singole
variabili analizzate.
49
8. appendice statistica: istogrammi di frequenza degli indici in ogni settore
in riferimento al capitolo 3, si riportano i grafici che riguardano le frequenze delle imprese negli indici
finanziari e di reddito considerati, disaggregati per settore di appartenenza. Tali grafici sono simili ai box
plot, poiché dallo studio degli istogrammi si capisce come si comporta la distribuzione. In questo caso
però non ci sono valori di riferimento, come erano i quartili o la mediana nelle scatole a baffo, ma si può
confrontare come la distribuzione si comporta rispetto alla curva tipo della distribuzione “normale”, o di
Gauss6.
Il settore dell’Audiovisivo
Grafico 24: istogramma di frequenza nell’Indice di Liquidità
16
14
12
10
8
6
4
Std. Dev = ,89
2
Mean = 1,21
N = 68,00
0
0,00
1,00
,50
2,00
1,50
3,00
2,50
4,00
3,50
5,00
4,50
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Tale curva rappresenta la distribuzione degli errori accidentali commessi nelle misure ripetute di una medesima grandezza.
Per definizione, considerando l’apice della curva, corrispondente alla media, nell’intervallo di più o meno uno scarto tipo (nel
grafico è definito “std dev”) ricade il 68% dei casi, nell’intervallo di più o meno due scarti tipo il 95%, nell’intervallo di tre scarti
tipo il 99%. Si può in tal modo studiare come si comporta la distribuzione in esame rispetto a questa curva.
6
50
Grafico 25: istogramma di frequenza nel Tasso di Indebitamento
30
25
20
15
10
5
Std. Dev = 976,47
Mean = 650
N = 67,00
0
-2000
-1000
-1500
0
-500
1000
500
2000
1500
3000
2500
4000
3500
4500
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 26: istogramma di frequenza nell’Indice di Indipendenza Finanziaria
12
10
8
6
4
2
Std. Dev = 26,31
Mean = 31,6
N = 67,00
0
-5,0
15,0
5,0
35,0
25,0
55,0
45,0
75,0
65,0
95,0
85,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
51
Grafico 27: istogramma di frequenza nell’indice ROI
14
12
10
8
6
4
Std. Dev = 10,31
2
Mean = 3,2
N = 59,00
0
-27,5
-17,5
-22,5
-7,5
-12,5
2,5
-2,5
12,5
7,5
22,5
17,5
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 28: istogramma di frequenza nell’indice ROS
20
15
10
5
Std. Dev = 11,88
Mean = 4,9
N = 55,00
0
-30,0
-25,0
-20,0
-10,0
-15,0
0,0
-5,0
10,0
5,0
20,0
15,0
30,0
25,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
52
Grafico 29: istogramma di frequenza nell’indice ROE
20
15
10
5
Std. Dev = 36,92
Mean = 6,9
N = 63,00
0
-110,0
-70,0
-90,0
-30,0
-50,0
10,0
-10,0
50,0
30,0
90,0
70,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 30: istogramma di frequenza nell’indice Valore Aggiunto Pro Capite
20
15
10
5
Std. Dev = 78,22
Mean = 56
N = 65,00
425
350
375
400
275
300
325
200
225
250
125
150
175
50
75
100
-25
0
25
-50
0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
53
Il settore del Biochimico
Grafico 31: istogramma di frequenza nell’Indice di Liquidità
16
14
12
10
8
6
4
Std. Dev = ,85
2
Mean = 1,01
N = 47,00
0
0,00
,50
,25
1,00
,75
1,50
1,25
2,00
1,75
2,50
2,25
3,00
2,75
3,25
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 32: istogramma di frequenza nel Tasso di Indebitamento
30
20
10
Std. Dev = 1495,54
Mean = 873
N = 48,00
0
-500
500
0
1500
1000
2500
2000
3500
3000
4500
4000
5500
5000
6500
6000
7500
7000
8000
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
54
Grafico 33: istogramma di frequenza nell’Indice di Indipendenza Finanziaria
14
12
10
8
6
4
Std. Dev = 26,14
2
Mean = 30,8
N = 48,00
0
-10,0
10,0
0,0
30,0
20,0
50,0
40,0
70,0
60,0
90,0
80,0
100,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 34: istogramma di frequenza nell’indice ROI
14
12
10
8
6
4
Std. Dev = 9,93
2
Mean = 1,8
N = 48,00
0
-25,0
-15,0
-20,0
-5,0
-10,0
5,0
0,0
15,0
10,0
25,0
20,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
55
Grafico 35: istogramma di frequenza nell’indice ROS
16
14
12
10
8
6
4
Std. Dev = 14,45
2
Mean = -1,6
N = 44,00
0
-45,0
-35,0
-40,0
-25,0
-30,0
-15,0
-20,0
-5,0
-10,0
5,0
0,0
15,0
10,0
25,0
20,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 36: istogramma di frequenza nell’indice ROE
30
20
10
Std. Dev = 28,74
Mean = -3,9
N = 46,00
0
-140,0
-100,0
-120,0
-80,0
-60,0
-20,0
-40,0
20,0
0,0
60,0
40,0
80,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
56
Grafico 37: istogramma di frequenza nell’indice Valore Aggiunto Pro Capite
16
14
12
10
8
6
4
Std. Dev = 72,64
2
Mean = 72
N = 46,00
0
-25
25
0
75
50
125
100
175
150
225
200
275
250
325
300
375
350
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
57
Il settore dell’Editoria
Grafico 38: istogramma di frequenza nell’Indice di Liquidità
100
80
60
40
20
Std. Dev = ,82
Mean = 1,09
N = 302,00
0
0,00
1,00
,50
2,00
1,50
3,00
2,50
4,00
3,50
5,00
4,50
6,00
5,50
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 39: istogramma di frequenza nel Tasso di Indebitamento
100
80
60
40
20
Std. Dev = 1770,78
Mean = 1253
N = 278,00
0
-1500
500
-500
2500
1500
4500
3500
6500
5500
8500
7500
9500
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
58
Grafico 40: istogramma di frequenza nell’Indice di Indipendenza Finanziaria
70
60
50
40
30
20
Std. Dev = 23,45
10
Mean = 18
N = 303,00
0
-45
-25
-35
-5
-15
15
5
35
25
55
45
75
65
95
85
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 41: istogramma di frequenza nell’indice ROI
60
50
40
30
20
10
Std. Dev = 9,04
Mean = 2,7
N = 286,00
0
-25,0
-15,0
-20,0
-5,0
-10,0
5,0
0,0
15,0
10,0
25,0
20,0
30,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
59
Grafico 42: istogramma di frequenza nell’indice ROS
70
60
50
40
30
20
Std. Dev = 11,13
10
Mean = 1,3
N = 268,00
0
-47,5
-37,5
-42,5
-27,5
-32,5
-17,5
-22,5
-7,5
-12,5
2,5
-2,5
12,5
7,5
22,5
17,5
27,5
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 43: istogramma di frequenza nell’indice ROE
80
60
40
20
Std. Dev = 37,07
Mean = 3
N = 260,00
0
-140
-100
-120
-60
-80
-20
-40
20
0
60
40
100
80
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
60
Grafico 44: istogramma di frequenza nell’indice Valore Aggiunto Pro Capite
100
80
60
40
20
Std. Dev = 62,85
Mean = 55
N = 300,00
0
-50
50
0
150
100
250
200
350
300
450
400
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
61
Il settore dell’Informatica
Grafico 45: istogramma di frequenza nell’Indice di Liquidità
400
300
200
100
Std. Dev = ,99
Mean = 1,22
N = 792,00
0
0,00
1,00
,50
2,00
1,50
3,00
2,50
4,00
3,50
5,00
4,50
6,00
5,50
7,00
6,50
8,00
7,50
8,50
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 46: istogramma di frequenza nel Tasso di Indebitamento
300
200
100
Std. Dev = 1681,27
Mean = 1279
N = 753,00
0
-2000
-1000
0
2000
1000
4000
3000
6000
5000
8000
7000
9000
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
62
Grafico 47: istogramma di frequenza nell’Indice di Indipendenza Finanziaria
200
100
Std. Dev = 21,86
Mean = 18,5
N = 788,00
0
-45,0
-25,0
-35,0
-5,0
-15,0
15,0
5,0
35,0
25,0
55,0
45,0
65,0
75,0
95,0
85,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 48: istogramma di frequenza nell’indice ROI
160
140
120
100
80
60
40
Std. Dev = 8,99
20
Mean = 4,5
N = 744,00
0
-30,0
-20,0
-25,0
-15,0
-10,0
0,0
-5,0
10,0
5,0
20,0
15,0
30,0
25,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
63
Grafico 49: istogramma di frequenza nell’indice ROS
200
100
Std. Dev = 9,39
Mean = 3,3
N = 728,00
0
-50,0
-40,0
-45,0
-30,0
-35,0
-20,0
-25,0
-10,0
-15,0
-5,0
0,0
10,0
5,0
20,0
15,0
30,0
25,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 50: istogramma di frequenza nell’indice ROE
300
200
100
Std. Dev = 33,52
Mean = 3,9
N = 702,00
0
-150,0
-110,0
-130,0
-70,0
-90,0
-50,0
-30,0
10,0
-10,0
50,0
30,0
90,0
70,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
64
Grafico 51: istogramma di frequenza nell’indice Valore Aggiunto Pro Capite
400
300
200
100
Std. Dev = 47,02
Mean = 48,4
N = 791,00
0
-50,0
50,0
0,0
150,0
100,0
250,0
200,0
350,0
300,0
450,0
400,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
65
Il settore della Manifattura High Tech
Grafico 52: istogramma di frequenza nell’Indice di Liquidità
100
80
60
40
20
Std. Dev = 1,24
Mean = 1,17
N = 192,00
0
0,00 1,00 2,00 3,00 4,00
,50
5,00 6,00 7,00 8,00 9,00
1,50 2,50 3,50 4,50
5,50 6,50 7,50 8,50 9,50
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 53: istogramma di frequenza nel Tasso di Indebitamento
60
50
40
30
20
10
Std. Dev = 1651,29
Mean = 1146
N = 187,00
0
-1500
500
-500
2500
1500
4500
3500
6500
5500
8500
7500
9500
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
66
Grafico 54: istogramma di frequenza nell’Indice di Indipendenza Finanziaria
40
30
20
10
Std. Dev = 22,97
Mean = 19,7
N = 189,00
0
-45,0
-25,0
-35,0
-5,0
-15,0
15,0
5,0
35,0
25,0
45,0
55,0
75,0
65,0
95,0
85,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 55: istogramma di frequenza nell’indice ROI
40
30
20
10
Std. Dev = 8,90
Mean = 4,3
N = 184,00
0
-30,0
-20,0
-25,0
-10,0
-15,0
0,0
-5,0
10,0
5,0
20,0
15,0
25,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
67
Grafico 56: istogramma di frequenza nell’indice ROS
40
30
20
10
Std. Dev = 10,10
Mean = 3,8
N = 175,00
0
-35,0
-30,0
-25,0
-15,0
-20,0
-5,0
-10,0
5,0
0,0
15,0
10,0
25,0
20,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 57: istogramma di frequenza nell’indice ROE
60
50
40
30
20
10
Std. Dev = 25,88
Mean = 6,7
N = 173,00
0
-100,0 -80,0 -60,0 -40,0 -20,0
0,0
20,0
-90,0 -70,0 -50,0 -30,0 -10,0 10,0
40,0
60,0 80,0
30,0 50,0
70,0
90,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
68
Grafico 58: istogramma di frequenza nell’indice Valore Aggiunto Pro Capite
80
60
40
20
Std. Dev = 46,39
Mean = 49,2
N = 193,00
0
-40,0
0,0
40,0
-20,0 20,0
80,0 120,0 160,0 200,0 240,0 280,0 320,0
60,0 100,0 140,0 180,0 220,0 260,0 300,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
69
Il settore della Pubblicità
Grafico 59: istogramma di frequenza nell’Indice di Liquidità
120
100
80
60
40
20
Std. Dev = ,92
Mean = 1,12
N = 236,00
0
0,00
1,00
,50
2,00
1,50
3,00
2,50
4,00
3,50
5,00
4,50
6,00
5,50
7,00
6,50
7,50
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 60: istogramma di frequenza nel Tasso di Indebitamento
80
60
40
20
Std. Dev = 1755,95
Mean = 1420
N = 230,00
0
-1500
500
-500
2500
1500
4500
3500
6500
5500
8500
7500
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
70
Grafico 61: istogramma di frequenza nell’Indice di Indipendenza Finanziaria
60
50
40
30
20
10
Std. Dev = 20,74
Mean = 15,6
N = 232,00
0
-45,0
-25,0
-35,0
-5,0
-15,0
15,0
5,0
35,0
25,0
55,0
45,0
75,0
65,0
95,0
85,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 62: istogramma di frequenza nell’indice ROI
50
40
30
20
10
Std. Dev = 9,37
Mean = 4,2
N = 224,00
0
-30,0
-20,0
-25,0
-10,0
-15,0
0,0
-5,0
10,0
5,0
20,0
15,0
25,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
71
Grafico 63: istogramma di frequenza nell’indice ROS
50
40
30
20
10
Std. Dev = 9,04
Mean = 3,7
N = 217,00
0
-40,0
-30,0
-35,0
-20,0
-25,0
-10,0
-15,0
0,0
-5,0
10,0
5,0
20,0
15,0
25,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 64: istogramma di frequenza nell’indice ROE
60
50
40
30
20
10
Std. Dev = 33,99
Mean = 11,4
N = 212,00
0
-150,0
-110,0
-130,0
-70,0
-90,0
-30,0
-50,0
10,0
-10,0
30,0
50,0
90,0
70,0
130,0
110,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
72
Grafico 65: istogramma di frequenza nell’indice Valore Aggiunto Pro Capite
80
60
40
20
Std. Dev = 68,81
Mean = 62,3
N = 231,00
0
-50,0
50,0
0,0
150,0
100,0
250,0
200,0
350,0
300,0
450,0
400,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
73
Il settore dei Servizi alle Imprese
Grafico 66: istogramma di frequenza nell’Indice di Liquidità
800
600
400
200
Std. Dev = 1,06
Mean = 1,24
N = 1445,00
0
0,00
2,00
1,00
4,00
3,00
6,00
5,00
8,00
7,00
10,00
9,00
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 67: istogramma di frequenza nel Tasso di Indebitamento
500
400
300
200
100
Std. Dev = 1669,83
Mean = 1170
N = 1360,00
0
-2000
-1000
0
2000
1000
4000
3000
6000
5000
8000
7000
10000
9000
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
74
Grafico 68: istogramma di frequenza nell’Indice di Indipendenza Finanziaria
300
200
100
Std. Dev = 23,10
Mean = 19,3
N = 1447,00
0
-50,0
-30,0
-40,0
-10,0
-20,0
10,0
0,0
30,0
20,0
50,0
40,0
70,0
60,0
90,0
80,0
100,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 69: istogramma di frequenza nell’indice ROI
300
200
100
Std. Dev = 8,96
Mean = 4,6
N = 1364,00
0
-30,0
-20,0
-25,0
-15,0
-10,0
0,0
-5,0
10,0
5,0
20,0
15,0
30,0
25,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
75
Grafico 70: istogramma di frequenza nell’indice ROS
300
200
100
Std. Dev = 9,78
Mean = 3,6
N = 1326,00
0
-45,0
-35,0
-40,0
-25,0
-30,0
-15,0
-20,0
-5,0
-10,0
5,0
0,0
15,0
10,0
25,0
20,0
30,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 71: istogramma di frequenza nell’indice ROE
500
400
300
200
100
Std. Dev = 33,76
Mean = 8,5
N = 1290,00
0
-150,0 -110,0
-130,0
-70,0
-90,0
-30,0
-50,0
10,0
-10,0
50,0
30,0
70,0
90,0
130,0
110,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
76
Grafico 72: istogramma di frequenza nell’indice Valore Aggiunto Pro Capite
600
500
400
300
200
100
Std. Dev = 60,63
Mean = 56,5
N = 1427,00
0
-50,0
50,0
0,0
150,0
100,0
250,0
200,0
350,0
300,0
450,0
400,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
77
Il settore delle Telecomunicazioni
Grafico 73: istogramma di frequenza nell’Indice di Liquidità
20
10
Std. Dev = ,62
Mean = ,98
N = 56,00
0
,25
,75
1,25
,50
1,00
1,75
1,50
2,25
2,00
2,75
2,50
3,00
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 74: istogramma di frequenza nel Tasso di Indebitamento
20
10
Std. Dev = 1161,24
Mean = 785,4
N = 54,00
0
-500,0
500,0
0,0
1500,0
1000,0
2500,0
2000,0
3500,0
3000,0
4500,0
4000,0
5000,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
78
Grafico 75: istogramma di frequenza nell’Indice di Indipendenza Finanziaria
14
12
10
8
6
4
Std. Dev = 25,71
2
Mean = 24,7
N = 53,00
0
-20,0
0,0
-10,0
20,0
10,0
40,0
30,0
60,0
50,0
80,0
70,0
100,0
90,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 76: istogramma di frequenza nell’indice ROI
14
12
10
8
6
4
Std. Dev = 11,57
2
Mean = -,3
N = 49,00
0
-30,0
-20,0
-25,0
-10,0
-15,0
0,0
-5,0
10,0
5,0
20,0
15,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
79
Grafico 77: istogramma di frequenza nell’indice ROS
14
12
10
8
6
4
Std. Dev = 14,32
2
Mean = -2,8
N = 48,00
0
-40,0
-30,0
-35,0
-20,0
-25,0
-10,0
-15,0
0,0
-5,0
10,0
5,0
20,0
15,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Grafico 78: istogramma di frequenza nell’indice ROE
20
10
Std. Dev = 38,62
Mean = -4,6
N = 47,00
0
-100,0
-60,0
-80,0
-20,0
-40,0
20,0
0,0
60,0
40,0
100,0
80,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
80
Grafico 79: istogramma di frequenza nell’indice Valore Aggiunto Pro Capite
16
14
12
10
8
6
4
Std. Dev = 76,73
2
Mean = 51,7
N = 55,00
0
-50,0
0,0
-25,0
50,0
25,0
100,0 150,0 200,0
75,0
125,0 175,0
250,0 300,0
350,0
225,0 275,0 325,0
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
81
9. appendice statistica: i box-plot come benchmarking tra settori
Il box-plot7 (o scatola a baffi) è un particolare tipo di diagramma che permette di rappresentare
graficamente la posizione dei quartili, mediana ed outlier di una distribuzione. Attraverso questi valori si
può comprendere e valutare quanto la distribuzione in esame sia concentrata o meno, ed è possibile
confrontare immediatamente diverse distribuzioni affiancando i box-plot.
L’Indice di Liquidità
Grafico 80: L’indice di Liquidità
4
2
0
-2
N=
68
47
302
792
192
236
1445
56
audio
biochi
biomed
editoria
informat
manifatt
pubblici
servizi
telec om
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Le distribuzioni risultano abbastanza simili nei diversi settori, elemento che non sempre si ritroverà negli
altri indici. La differenza più evidente riguarda il valore della mediana nel settore biochimico, che
presenta un valore minore degli altri settori, quindi il 50% delle imprese con i valori più bassi in questo
indice è molto concentrato. Altro elemento che si può considerare è la presenza di outlier solo nella
Per la spiegazione dettagliata dei Box-plot si rimanda alla metodologia (pag. 78) In questa sede si ricorda che per il
confronto tra i settori si considererà principalmente la scatola grigia, che racchiude il 50% centrale dei valori della
distribuzione, dal primo al terzo quartile. Altro elemento interessante ai fini del confronto posto in evidenza nel grafico è la
mediana della distribuzione, che rappresenta il valore che occupa la posizione centrale: attraverso questi valori si cercherà di
capire se i settori studiati sono caratterizzati da maggiore concentrazione o maggiore dispersività. Una maggiore
concentrazione significa che il settore ATECO allo studio presenta un comportamento più omogeneo rispetto agli settori
considerati. Una maggiore dispersione significa il contrario, ossia le aziende del settore tra di loro hanno un comportamento
o presentano dei valori meno omogenei rispetto alle aziende degli altri settori.
7
82
parte relativa a valori molto alti: nei settori ci sono imprese che hanno eccessiva liquidità. Da questo
indice però non si può capire che fonte abbiano tali liquidità.
L’Indice di Indipendenza Finanziaria
Grafico 81: L’indice di Indipendenza Finanziaria
150
100
50
0
-50
-100
N=
67
48
303
788
189
232
1447
53
audio
biochi
biomed
editoria
informat
manifatt
pubblici
servizi
telec om
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Gli elementi interessanti che emergono da questo confronto sono i seguenti:
• La posizione e la configurazione dei settori audiovisivo e biochimico sono leggermente diverse
rispetto agli altri settori;
• Alta concentrazione del 50% centrale in 5 settori, ma con alta presenza di outlier, soprattutto
per valori molto grandi.
I settori audiovisivo e biochimico presentano una configurazione diversa rispetto agli altri, sia nei quartili,
che hanno valori maggiori rispetto ai corrispondenti negli altri settori, sia nella dispersività, risultando le
scatole più grandi delle altre. Questi risultati possono essere interpretati come migliori prestazioni dei
primi due settori nell’indice – a valori maggiori dell’indice corrisponde una maggiore indipendenza
finanziaria – ma anche una maggiore dispersività nei valori – quindi si possono trovare imprese con
valori anche molto differenti tra loro all’interno dello stesso settore.
La forte presenza di outlier nei settori informatica e servizi è in parte dovuta all’alto numero di imprese
che compongono il settore (sono i due settori più numerosi) ma in parte anche alla forte variabilità di
valori riscontrati. La situazione si può riassumere dicendo che in sostanza il 50% centrale della
83
distribuzione dei settori editoria, informatica, manifattura, pubblicità e servizi è molto concentrato, a
differenza del rimanente 25% inferiore e del 25% superiore, che invece risultano caratterizzati da
dispersione molto alta.
Il Tasso di Indebitamento (Leverage)
Grafico 82: Il Tasso di Indebitamento (Leverage)
8000
6000
4000
2000
0
-2000
-4000
N=
67
48
278
753
187
230
1360
54
audio
biochi
biomed
editoria
informat
manifatt
pubblici
servizi
telec om
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
I settori che differiscono maggiormente dagli altri nel Tasso di Indebitamento sono ancora l’audiovisivo e
il biochimico, in misura leggermente inferiore quello delle telecomunicazioni, ma questa volta le
differenze sono di natura inversa rispetto all’Indice di Indipendenza Finanziaria, com’è ovvio, visto
l’inversa informazione fornita dai due indici: i due settori in questione, più quello delle telecomunicazioni,
presentano una concentrazione fortemente maggiore rispetto agli altri, anche se con presenza di
qualche valore estremo. La maggiore dispersione degli altri settori è rafforzata anche dalla presenza di
molti outlier, valori che per definizione sono molto lontani dai valori centrali.
• i capitali dei settori editoria, informatica e pubblicità, che presentano valori per l’Indice di Liquidità
relativamente alti, sono presumibilmente forniti da terzi, poiché presentano valori nel Leverage più
alti rispetto agli altri settori.
• Inversamente, il settore audiovisivo, che presenta imprese con valori nell’Indice di Liquidità più alti
rispetto agli altri settori, è composto maggiormente da imprese che investono capitale proprio,
poiché i valori nel Leverage sono relativamente più bassi, se confrontati con gli altri settori.
Il Margine di Tesoreria
84
Grafico 83: Il Margine di Tesoreria
8000
6000
4000
2000
0
-2000
-4000
-6000
-8000
-10000
N=
69
48
308
798
194
238
1466
58
audio
biochi
biomed
editoria
informat
manifatt
pubblici
servizi
telec om
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Gli elementi interessanti sono diversi:
• la peculiarità del settore biochimico;
• la forte omogeneità di tutti gli altri settori, in particolar modo per i valori simili della mediana e
del terzo quartile (rispettivamente linea centrale e “lato” superiore della scatola).
Il settore biochimico presenta la variabilità maggiore per questo indice: la dispersione dei valori di
questo settore è fortemente più alta di tutti gli altri, e si può considerare tale variabilità anche molto
omogenea in tutta la gamma di valori: la totale assenza di outlier per questo settore indica che non ci
sono valori particolarmente alti o bassi rispetto alla distribuzione, come invece accade negli altri.
Altro elemento evidente è l’uniformità degli altri settori, sia per l’ampiezza dei box-plot, quindi
dispersione molto simile, sia per la posizione delle scatole rispetto alla variabile considerata, che indica
quindi omogeneità nei valori: questi due elementi acquistano significato se si considera che la
numerosità dei settori è molto diversa.
85
Il Margine di Struttura
Grafico 84: Il Margine di Struttura
8000
6000
4000
2000
0
-2000
-4000
-6000
-8000
N=
64
47
273
744
177
217
1328
51
audio
biomed
biochi
editoria
informat
manifatt
pubblici
servizi
telec om
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Lo stesso discorso fatto per il Margine di Tesoreria in precedenza può essere applicato anche a questo
indice: il settore biochimico presenta una forte variabilità, mentre gli altri presentano imprese con valori
nell’indice molto più vicini. L’aspetto particolarmente schiacciato delle scatole nei settori è dato
graficamente dalla conformazione della scatola del settore biochimico (come si può notare infatti gli
estremi di questo settore variano tra -6.000 e +6.000, mentre gli altri sono contenuti tra -2.000 e
+2.000).
86
Il Capitale Circolante Netto
Grafico 85: Il Capitale Circolante Netto
8000
6000
4000
2000
0
-2000
-4000
-6000
-8000
N=
69
audio
48
biochi
biomed
308
798
194
238
1466
58
editoria
informat
manifatt
pubblici
servizi
telec om
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
La forte dispersione dei valori per le imprese del settore biochimico riscontrata nei precedenti due indici
è presente anche considerando il Capitale Circolante Netto, con l’aggiunta di tre outlier oltre l’estremo
superiore, e di una impresa con valore molto inferiore all’estremo inferiore: non è possibile riscontrare
per tale settore una tendenza generalizzata delle imprese. Le distribuzioni degli altri settori sono molto
simili tra loro.
87
Gli Indici di Redditività: ROI, ROS e ROE
Grafico 86: Gli Indici di Redditività: il ROI
40
30
20
10
0
-10
-20
-30
-40
N=
59
audio
48
biochi
biomed
286
744
184
224
1364
49
editoria
informat
manifatt
pubblici
servizi
telec om
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Le differenze riscontrate nell’indice di Redditività sugli Investimenti sono decisamente di entità minore
rispetto a quanto successo negli altri indici. Il settore biochimico è ancora una volta quello caratterizzato
dalla minore concentrazione ed il valore della mediana della distribuzione è minore di quelle degli altri
settori. La presenza di tanti valori estremi in quasi tutti i comparti è indicativa del fatto che è difficile
parlare di omogeneità di settore.
88
Grafico 87: Gli Indici di Redditività: ROS
40
20
0
-20
-40
-60
N=
55
44
268
728
175
217
1326
48
audio
biochi
biomed
editoria
informat
manifatt
pubblici
servizi
telec om
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Nell’Indice di Redditività sulle Vendite (ROS) le principali differenze riscontrate sono:
• il differente posizionamento della scatola relativa al settore audiovisivo, verso valori
decisamente più alti;
• la generale concentrazione delle distribuzioni nei settori, ad esclusione del biochimico e
telecomunicazioni.
Si sono riscontrati nelle imprese dell’audiovisivo valori maggiori nell’indice preso in considerazione,
anche se la dispersione della distribuzione nel settore appare più alta rispetto agli altri: sia la mediana,
sia la scatola complessivamente considerata, come risulta evidente confrontando le posizioni dei
boxplot.
L’altro elemento rilevante è la forte concentrazione di 5 settori, editoria, informatica, manifattura high
tech, pubblicità e servizi rispetto ai settori del biochimico e telecomunicazioni. In particolare la forte
concentrazione riguarda soprattutto i valori inseriti verso il centro della distribuzione, data la
compattezza della scatola e l’alta presenza di outlier, a differenza del biochimico e delle
telecomunicazioni, che presentano la scatola più ampia senza praticamente valori estremi.
89
Grafico 88: Gli Indici di Redditività: ROE
150
100
50
0
-50
-100
-150
N=
63
audio
46
biochi
biomed
260
702
173
212
1290
47
editoria
informat
manifatt
pubblici
servizi
telec om
Fonte: elaborazione Ideactiva (2006)
Considerando la distribuzione delle imprese rispetto al ROE, si noterà che:
• il settore che maggiormente differisce rispetto agli altri è quello delle telecomunicazioni, con
scatola più ampia e posizionata leggermente più in basso;
• sostanziale uniformità dei rimanenti settori, anche del biochimico, che invece ha sempre
presentato caratteristiche peculiari negli altri indici.
Interpretando i risultati, si può intuire che le imprese del settore delle telecomunicazioni sono
caratterizzate da una forte diversità in quanto a redditività sul capitale, mentre le prestazioni delle
imprese degli altri settori sono più simili, sia all’interno del proprio settore, sia relativamente agli altri
settori considerati.
90