Perizia medico-legale - Verità privata del Moby Prince

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Perizia medico-legale - Verità privata del Moby Prince
Perizia medico-legale
PERIZIA MEDICO-LEGALE SULLE CAUSE DELLA MORTE DEL PERSONALE DI BORDO E
DEI PASSEGGERI DEL TRAGHETTO MOBY PRINCE
Effettuata da:
Prof. Angelo Fiori
Ordinario di Medicina Legale
Prof. Marcello Chiarotti
Associato di Tossicologia Forense
Facoltà di Medicina A.Gemelli - Roma
Università Cattolica del Sacro Cuore
Per conto di:
Procura della Repubblica di Livorno
In data:
Nell’interesse di:
alcune parti civili* (in particolare i marittimi) e tra di esse la FILT-CGIL
Parti civili* difese da:
Avvocati Galasso e Neri
Perizia effettuata su:
viene presa in esame la documentazione medico-legale relativa alla morte delle 139 persone
rinvenute cadavere a bordo del traghetto MOBY PRINCE alle ore 15 circa dell’11 aprile 1991.
Documentazione presa in esame:
sono stati utilizzati e interpretati i dati contenuti nelle due relazioni di consulenza per il
Procuratore della Repubblica di Livorno redatte da una équipe diretta dal Prof. Marino
Bargagna (RELAZIONE COLLEGIALE) e, per la parte chimico-tossicologica, dal Prof. Mario
Giusiani (RELAZIONE TOSSICOLOGICA). Questi dati sono stati correlati con quelli
necroscopici riportati nelle schede diligentemente compilate dal Collegio dei Consulenti del
P.M., tenendo conto del luogo di rinvenimento di ciascun cadavere e infine integrando tutti gli
elementi di giudizio con le complesse nozioni generali in tema di lesioni e morte da incendio.
Scopo essenziale della perizia:
è di stabilire, in rapporto alle cause della morte del personale di bordo e dei passeggeri, il
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TEMPO DI SOPRAVVIVENZA delle vittime che può desumersi tenuto conto di:
• dati circostanziali
• dati delle indagini medico-legali
• conoscenze scientifiche in materia
Problemi riscontrati:
• La natura stessa dell’evento e il fatto che i soccorsi siano giunti soltanto dopo 16 ore non
forniscono elementi necroscopici medico-legali di diretta osservazione che consentano un
definitivo giudizio crono-tanato-diagnostico, cioè che permettano – prendendo come punto di
repere finale le ore 15 dell’11 aprile – di accertare quante ore prima ciascuna delle persone
rinvenute cadavere fosse morta e quando si fosse comunque trovata in stato di incapacità alla
fuga.
• Solo in possesso di tali dati infatti si sarebbe ottenuta una indicazione sulla base
dell’abituale metodologia che la medicina legale impiega per datare la morte. Occorre
riconoscere che lo stato di carbonizzazione di quasi tutti i cadaveri non avrebbe fornito alcun
valido elemento di giudizio a carattere crono-tanato-diagnostico.
• In mancanza di questi dati indispensabili per una tradizionale crono-tanato-diagnosi
medico-legale è giocoforza ricorrere alla utilizzazione e interpretazione di altri dati e tra di essi
principalmente quelli indicati al suddetto punto “perizia effettuata su”.
• Purtroppo questa relazione viene scritta in un momento – vicino alla scadenza dei termini di
cui il P.M. dispone – in cui non i Proff. non erano ancora in possesso della relazione di
consulenza tecnica relativa alla dinamica dell’incendio che, se disponibile, avrebbe fornito di
certo notizie di rilevante interesse medico-legale per interpretare i dati necroscopici e
tossicologici.
Obiettivi della perizia:
fornire ulteriori elementi di riflessione e di valutazione su
• CAUSA DELLA MORTE
• TEMPO DI INCAPACITAZIONE (cioè il tempo precedente la morte, in cui le persone a
bordo hanno perso la capacità di fuga)
• TEMPO DI SOPRAVVIVENZA COMPLESSIVO ai fini della valutazione delle concrete
possibilità di soccorso
Capitoli di suddivisione della perizia e argomenti trattati:
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1. premessa
Nella premessa viene espresso il giudizio sulle due relazioni di consulenza per il Procuratore
della Repubblica di Livorno redatte da una équipe diretta dal Prof. Marino Bragagna
(RELAZIONE COLLEGIALE) e, per la parte chimico-tossicologica, dal Prof. Mario Giuliani
(RELAZIONE TOSSICOLOGICA): si tratta di relazioni pregevoli per la diligenza, per
l’approfondimento di quelli aspetti che lo consentivano e per le conclusioni che possono essere
per grande parte condivise.
In particolare, il giudizio conclusivo dei consulenti del P.M. sulle CAUSE DELLA MORTE, SUL
TEMPO DI INCAPACITAZIONE e SUL TEMPO DI SOPRAVVIVENZA è stato il seguente:
Nelle RELAZIONE COLLEGIALE a pag. 353 si legge che i consulenti hanno ritenuto che: “a
seguito dell’incendio, in ogni parte della nave e in pochi minuti, le condizioni ambientali siano
divenute incompatibili con la vita. Esse hanno dato luogo, con ogni verosimiglianza, in tutte o
quasi tutte le persone, a quello stato che precede il decesso in vicende disastrose, come quella
in questione, denominato ‘stato di incapacitazione’ e di cui già si è fatto cenno nelle ultime righe
della trattazione del quesito in ordine alla causa di morte”. Il Collegio non ritiene (pag. 354) “che
vi siano state rilevanti differenze nella sopravvivenza tra gli occupanti della nave”. (...) Le stesse
conclusioni sono tratte anche per coloro che sono stati trovati all’aperto ove si ipotizza che l’aria
sia stata gravemente alterata per la presenza di fumo e gas. Ed anche per coloro che sono stati
ritrovati nella sala macchine si ipotizza che la durata della vita sia stata analoga a quella delle
altre persone.
Nella fase conclusiva delle loro argomentazioni (pag. 357) i consulenti affermano che “sulla
scorta dei dati circostanziali, ritenute attendibili le testimonianze rese dal solo superstite, vi è
ragione di credere che LA MORTE SIA GIUNTA, PER TUTTE LE 139 PERSONE RIMASTE A
BORDO, NEL VOLGERE DI NON PIU’ DI UNA MEZZ’ORA.” Il Collegio ritiene che sia a carattere straordinario la vicenda dell’unico superstite che dopo dopo
circa 75 minuti “era ancora in vita, presente a sé stesso, capace di azioni complesse e mirate
tra le quali il gettarsi in mare e raggiungere a nuoto l’imbarcazione dei soccorritori”. (...)
Nella RELAZIONE TOSSICOLOGICA del Prof. Giusiani sono espressi concetti apparentemente
analoghi ma in realtà il Prof. Giuliani ascrive testualmente: “... è logico supporre che per
fenomeni complessi I VARI SOGGETTI ABBIANO SOPRAVVISSUTO TEMPI DIVERSI CON
UNA SOPRAVVIVENZA MAGGIORE PER I SOGGETTI CHE PRESENTANO ALLE ANALISI
LIVELLI EMATICI PIU’ ELEVATI PER UNO DEI DUE TOSSICI O PER ENTRAMBI IN
QUANTO HANNO AVUTO UN MAGGIORE TEMPO PER METABOLIZZARE I TOSSICI IN
QUESTIONE”.
Giudizi espressi:
• A partire da quest’ultima considerazione, i relatori Fiori-Chiarotti esprimono delle riserve
basate su considerazioni scientifiche e logiche relative all’andamento del fenomeno incendio
CHE NON FU OMOGENEO IN TUTTE LE PARTI DELLA NAVE E CHE NON E’ PROBABILE
ABBIA PRODOTTO CONSEGUENZE OMOGENEE E CONTEMPORANEE SULLE PERSONE
RINVENUTE CADAVERE come risulta dai dati chimico-tossicologici correlati anche ai luoghi di
rinvenimento.
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• Pur non essendo possibile stabilire il preciso momento della morte delle persone rinvenute
cadavere è tuttavia possibile, per elementari considerazioni e valutazioni, ritenere che una parte
di esse abbiano avuto tempi di “incapacitazione” e di sopravvivenza più lunghi della mezz’ora
indicata orientativamente dai consulenti del P.M. e quindi compatibili con la possibilità che
soccorsi ragionevolmente tempestivi potessero, almeno per alcuni di loro, consentire prestazioni
terapeutiche efficaci.
• Infatti, qui non si discute di ritardi dell’ordine delle decine di minuti o di qualche ora, bensì di
circa 16 ore in quanto risulta che la prima ispezione a bordo della nave incendiata risale alle ore
15 circa del giorno 11 aprile 1991.
• Ne consegue, che questo lungo lasso di tempo ha consentito all’incendio di procedere
coinvolgendo corpi situati in zone diverse, non tutte primitivamente coinvolte, corpi di persone
morte tutte a seguito dell’incendio MA NON PER LE STESSE CAUSE e inoltre IN TEMPI
ATTENDIBILMENTE DIVERSI.
2. generalità sulle cause di morte negli incendi
In questa parte della perizia i relatori affrontano le cause di morte da incendio facendo
riferimento a: nozioni generali, letteratura scientifica in materia ed esempi di grandi incendi
studiati medicolegalmente. Seguono alcune conclusioni in relazione al caso specifico preso in
esame.
Nozioni generali:
L’andamento di un incendio varia da caso a caso per un insieme di fattori costituiti dai materiali
che si incendiano, dal luogo aperto o chiuso in cui l’incendio si sviluppa, eventualmente dal
vento che lo alimenta e ne modifica la direzione. Le persone coinvolte riportano conseguenze
fisiche di varia natura ed entità che spesso portano a morte in un tempo variabile da pochi
minuti a ore, o a morte tardiva dopo giorni, oppure ancora consentono la sopravvivenza, con
esiti di vario tipo.
Le cause della morte in un incendio possono essere così elencate:
I. lesioni cutanee estese dovute all’azione diretta delle fiamme
II. intossicazione dovuta ai fumi e ai gas sviluppati a seguito della combustione
III. reazioni da spavento in soggetti affetti da patologia cardiocircolatoria
IV. lesioni da precipitazione o annegamento nei tentativi di fuga o “morte nella folla”
Possono anche verificarsi, e molto spesso, combinazioni delle varie cause, specie delle prime
tre categorie. Inoltre per ognuna di tali categorie (I,II,III) possono comunque concorrere altri
fattori concausali quali l’età e patologie preesistenti di vario tipo, ma specialmente quelle
interessanti gli apparati respiratorio e cardiocircolatorio che facilitano l’azione lesiva
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dell’incendio. Nel corso delle operazioni di salvataggio, quando possibili, si possono rinvenire cadaveri in
varie condizioni o persone ancora vive le quali, trasportate tempestivamente in ospedali,
possono morire dopo poco tempo o sopravvivere per giorni o ancora salvarsi definitivamente.
I cadaveri sono spesso carbonizzati in tutto o in parte. La carbonizzazione può essere vitale, nel
senso che si è prodotta su di una persona viva e ne ha causato la morte, oppure può essere
post-mortale, nel senso che le fiamme hanno investito una persona già morta e in tal caso la
ricerca della carbossiemoglobina nel sangue – se negativa – serve a dimostrare appunto che il
corpo bruciato era quello di un cadavere. Se invece la carbossiemoglobina è presente – se
positiva – allora è possibile ritenere anzitutto che la persona sia bruciata viva. Lo specifico tasso
di carbossiemoglobina ci aiuterà a capire se la morte sia stata causata dalle fiamme o
dall’inalazione dei gas.
Esiste infine un’ultima rilevante possibilità, che bene può attagliarsi, secondo i relatori, al caso in
oggetto: cioè di persone non morte a causa delle fiamme, ma prive di coscienza a causa dei
gas e morte successivamente, prima che le fiamme raggiungano il cadavere e lo carbonizzino.
In tal caso si esclude una morte dovuta alla diretta azione delle fiamme. Da questa complessa varietà di possibili fattori di lesione e di morte, spesso intrecciati tra loro,
consegue secondo i relatori la inopportunità – nei casi di grandi incendi che coinvolgono molte
persone in ambienti diversi – di generalizzazioni diagnostiche; e di converso la necessità di
individuare gruppi di persone, anche in relazione al luogo del rinvenimento, per formulare giudizi
diversificati, sia pure a carattere probabilistico.
Letteratura scientifica ed esempi di grandi incendi studiati medicolegalmente:
Le cause delle lesioni e della morte vanno ricercate in modo tale da poter desumere da esse
una valutazione del TEMPO DI INCAPACITAZIONE (quel tempo compreso tra la perdita della
coscienza o comunque della capacità di movimento e la morte) e una valutazione del TEMPO
GLOBALE DI SOPRAVVIVENZA DALL’INIZIO DELL’AZIONE DEI FATTORI LESIVI, il quale
appare di preminente interesse in relazione ai giudizi sul valore causale di eventuali ritardi nei
soccorsi.
I.R.Hill in Incapacitation and Fires dice che gli incendi sono infinitamente variabili, che le
conseguenze che essi producono sono sempre mutevoli e che inoltre variano
considerevolmente da posto a posto all’interno dello stesso incendio così che neppure due sole
persone coinvolte nello stesso incendio sono in realtà esposte a condizioni identiche. Per
quanto riguarda la cosiddetta incapacitazione, Hill osserva che è difficile sapere con certezza
quanto tempo passa prima che un individuo diventi incapace di fuggire nel corso di un incendio.
La soglia del dolore è di circa 45 gradi C., una temperatura cutanea di 70 gradi C. può essere
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tollerata per pochissimo tempo mentre una temperatura ambientale elevata pari ad esempio e
90 gradi C. può essere tollerata per 45 minuti senza produrre ustione. Per quanto riguarda
invece gli effetti dei gas tossici, il cianuro sviluppato da molte strutture che compongono gli
arredamenti moderni può produrre rapidamente incapacità; l’ossido di carbonio è notoriamente
insidioso nella sua azione e nei suoi effetti ma la sua azione può essere anche molto rapida se
elevata è la sua concentrazione nell’aria.
Facendo riferimento alla letteratura scientifica (Wetherell, Arena, Eckert e Tedeschi) e ad alcuni
grandi incendi studiati approfonditamente medicolegalmente, i relatori entrano nel problema
centrale affrontato dalla perizia: la distinzione tra le persone che sono morte rapidamente
perché investite dalle fiamme e altre di cui è necessario stabilire se siano morte in tempo
limitato per effetto dei gas tossici (principalmente per l’ossido di carbonio o il cianuro o
entrambi) oppure, pur avendo inalato i gas, abbiano conservato per qualche tempo la possibilità
di movimento all’interno della nave, PERDENDO QUINDI LA COSCIENZA E/O LE FORZE
SENZA CHE NE SEGUISSE IMMEDIATAMENTE LA MORTE PER UN TEMPO NON
DETERMINABILE ESATTAMENTE MA FORSE RAGIONEVOLMENTE E
PROBABILISTICAMENTE PROPONIBILE SULLA BASE DI UNA SERIE DI CONSIDERAZIONI
SCIENTIFICHE: è questo il TEMPO DI INCAPACITAZIONE.
In particolare, in molti dei lavori scientifici consultati sono riferiti variabili dati teorici sui TEMPI DI
SOPRAVVIVENZA. Questi dati dimostrano che esiste la possibilità scientifica di tempi di
incapacitazione e di sopravvivenza variabili e quindi della possibilità quanto meno teorica che
un tempestivo allontanamento di queste persone dalla zona dell’incendio – se esse sono
raggiungibili – possa consentirne la cura e la sopravvivenza.
Conclusioni:
In conclusione si può motivatamente affermare che, specie negli incendi che si sviluppano in
strutture di grandi dimensioni, con ambienti plurimi e diversificati anche in relazione al diverso
arredamento, e dotati anche di spazi aperti, L’ETEROGENEITA’ DELLE SITUAZIONI E’ LA
REGOLA per cui i vari fattori di lesione, di perdita di coscienza e di forze o di morte possono
consentire una reale differenza clinica tra un soggetto e l’altro E IN PARTICOLARE TRA LE
PERSONE CHE SI TROVANO IN AMBIENTI DISTANTI DAL FOCOLAIO PRIMARIO
DELL’INCENDIO E VENGONO RAGGIUNTI DA ESSO O DAI SUOI EFFETTI SOLO IN UN
TEMPO SUCCESSIVO.
Pertanto di fronte al caso che è oggetto di questa relazione, riguardante 139 cadaveri ritrovati
16 ore dopo l’incendio, è giocoforza partire da queste premesse di variabilità di condizioni e, a
causa dell’OMOGENEIZZAZIONE APPARENTE DEI DATI MORFOLOGICI NECROSCOPICI
determinata dal fatto che quasi tutti i cadaveri alla fine sono stati investiti dalle fiamme, è
indispensabile FAR RIFERIMENTO AI DATI TOSSICOLOGICI COME ELEMENTO
DIFFERENZIALE DA CORRELARSI AI DATI CIRCOSTANZIALI (dinamica della diffusione
dell’incendio, diversi luoghi di rinvenimento).
3. eterogeneità dei dati tossicologici riscontrati dalla consulenza medico-legale collegiale
disposta dal P.M. (ovvero i dati contenuti dalle relazioni di cui alla voce “documentazione presa
in esame”) e correlativa divisione della casistica in gruppi
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Perizia medico-legale
I dati degli esami chimico tossicologici effettuati nel corso della consulenza medico legale
disposta dal P.M. riguardano 95 cadaveri nei quali, fatta eccezione per due casi, il CT
Prof.Giusiani ha potuto determinare sia il tasso di carbossiemoglobina che il livello ematico di
cianuri, i dati sono riportati nella tabella seguente:
N.
Rep
HbCO%
(percentuale di
Carbossiemoglobina)
CNuq/100 ml
(livello ematico di
cianuri)
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Età
Zona nave
Note
1
38,8
22,19
8 / 181
Perizia medico-legale
26
Ponte I Poppa
No carbonizzazione
2
32,2
61,82
38
Ponte I Poppa
3
38,1
9 / 181
Perizia medico-legale
53,37
39
Ponte I Poppa
4
46,1
143,4
30
Ponte I Poppa
5
10 / 181
Perizia medico-legale
17,7
36,99
38
Ponte I Poppa
6
41,4
23,45
41
Ponte I Poppa
I Uff. Macchine
11 / 181
Perizia medico-legale
7
22,4
18,55
42
***
8
40,1
23,78
20
Ponte I Poppa
12 / 181
Perizia medico-legale
10
63,1
70,8
56
P.I. Cab. Pilota
Comandante
12
36,1
137,3
23
P.I. Ristorante
13 / 181
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13
70,6
27,27
27
Sc. P. Cop. - Piat
20
25
104,6
27
14 / 181
Perizia medico-legale
P.Cop.Cab II
21
69,3
47,55
44
P.Cop.Cab II
22
88,8
171,3
15 / 181
Perizia medico-legale
33
P.Cop.Cab II
24
35,3
31,17
58
P.Cop.Cab II
26
61,6
16 / 181
Perizia medico-legale
0
29
Sala macchine
No carbonizzazione
27
73,7
30,55
32
P.Cop.Cab II
28
17 / 181
Perizia medico-legale
43,0
38,57
31
P.Cop.Cab II
II Uff. Com.
30
11,0
128,3
46
P.Cop.Cab II
18 / 181
Perizia medico-legale
31
13,5
50,2
33
P.Cop.Cab II
33
26,4
73,39
23
P.Cop.Cab II
19 / 181
Perizia medico-legale
34
36,9
29,59
32
P.Cop.Cab II
35
10
38,04
55
P.Cop.Cab II
20 / 181
Perizia medico-legale
Uff. Rad. Tel.
36
12,3
51,78
36
P.Cop.Cab II
37
9,4
73,97
28
21 / 181
Perizia medico-legale
P.Cop.Cab II
41
15,6
73,97
59
P.Cop.Cab II
44
4,92
102,5
22 / 181
Perizia medico-legale
33
P.Cop.Cab II
45
19,6
49,14
23
P.Cop.Cab II
46
17,2
23 / 181
Perizia medico-legale
56,01
24
P.Cop.Cab II
48
12,9
66,34
36
P.Cop.Cab II
49
24 / 181
Perizia medico-legale
17,2
73,97
25
P.C.Cab
II cor
51
14,7
326,0
31
P.C.Cab
II cor
25 / 181
Perizia medico-legale
52
33,8
74,5
60
P.C.Cab
II cor
53
33,9
63,41
32
P.C.Cab
II cor
26 / 181
Perizia medico-legale
55
9,43
110,2
25
P.C.Cab
II cor
56
37,7
18,39
59
P.C.Cab
II cor
27 / 181
Perizia medico-legale
58
54,0
72,92
37
II
Cab dx II cor
59
30,1
15,85
***
28 / 181
Perizia medico-legale
II
Cab dx II cor
60
17,6
39,63
21
P.Cob. Cab. II
61
15,0
72,92
29 / 181
Perizia medico-legale
28
P.Cob. Cab. II
62
54,0
47,55
25
P.Cob. Cab. II
63
64,1
30 / 181
Perizia medico-legale
46,5
55
P.Cob. Cab. II
Dir. Macchine
64
69,1
9,81
58
P.Cob. Cab. II
65
31 / 181
Perizia medico-legale
20,6
206,0
***
P.Cob. Cab. II
67
38,6
319,6
29
P.Cob. Cab. II
32 / 181
Perizia medico-legale
68
47,1
3,17
42
P.Cob. Cab. II
69
44,0
58,12
49
P.Cob. Cab. II
33 / 181
Perizia medico-legale
70
39,5
4,91
54
P.Cob. Cab. II
No carbonizzazione
72
25,0
22,72
30
Sal. Lux p.cop
34 / 181
Perizia medico-legale
73
16,3
9,51
33
Sal. Lux p.cop
74
46,0
43,86
35 / 181
Perizia medico-legale
37
Sal. Lux p.cop
75
11,6
13,21
42
36 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
76
37,9
18,55
49
Sal. Lux p.cop
37 / 181
Perizia medico-legale
77
20,4
17,44
52
Sal. Lux p.cop
81
38 / 181
Perizia medico-legale
57,6
5,28
40
Sal. Lux p.cop
82
23,3
39 / 181
Perizia medico-legale
62,88
30
Sal. Lux p.cop
83
19,2
63,41
22
40 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
84
29,7
65,52
62
Sal. Lux p.cop
41 / 181
Perizia medico-legale
85
50,1
73,45
45
Sal. Lux p.cop
86
42 / 181
Perizia medico-legale
25,6
122,5
61
Sal. Lux p.cop
87
12,8
43 / 181
Perizia medico-legale
52,84
50
Sal.
Lux p.cop
Op. macchine
88
17,5
52,95
47
44 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
89
12,2
59,71
55
Sal. Lux p.cop
45 / 181
Perizia medico-legale
90
19,2
34,87
79
Sal. Lux p.cop
91
46 / 181
Perizia medico-legale
15,7
99,34
22
Sal.
Lux p.cop
92
18,9
47 / 181
Perizia medico-legale
117,8
20
Sal. Lux p.cop
No carbonizzazione
95
85,0
51,52
45
48 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
96
61,8
95,11
57
Sal. Lux p.cop
49 / 181
Perizia medico-legale
97
14,0
44,91
53
Sal. Lux p.cop
98
50 / 181
Perizia medico-legale
77,5
57,59
54
Sal. Lux p.cop
99
14,9
51 / 181
Perizia medico-legale
84,54
54
Sal. Lux p.cop
100
15,4
3,82
31
52 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
No carbonizzazione
101
51,7
86,13
25
Sal. Lux p.cop
53 / 181
Perizia medico-legale
102
6,32
33,82
63
Sal. Lux p.cop
104
54 / 181
Perizia medico-legale
90,2
36,99
48
Sal. Lux p.cop
105
25,8
55 / 181
Perizia medico-legale
24,83
29
Sal. Lux p.cop
106
54,5
68,69
59
56 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
107
71,8
33,29
45
Sal. Lux p.cop
57 / 181
Perizia medico-legale
116
19,5
24,31
24
Sal. Lux p.cop
118
58 / 181
Perizia medico-legale
17,2
73,65
33
Sal. Lux p.cop
III Uff. macchine
119
12,0
59 / 181
Perizia medico-legale
371,4
26
Sal. Lux p.cop
120
25,2
49,14
24
60 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
121
22,9
66,05
42
Sal. Lux p.cop
61 / 181
Perizia medico-legale
122
9,52
45,44
24
Sal. Lux p.cop
123
62 / 181
Perizia medico-legale
19,0
26,42
32
Sal. Lux p.cop
124
26,3
63 / 181
Perizia medico-legale
72,39
41
Sal. Lux p.cop
125
14,5
60,76
30
64 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
126
27,8
47,55
17
Sal. Lux p.cop
65 / 181
Perizia medico-legale
127
17,9
38,57
56
Sal. Lux p.cop
128
66 / 181
Perizia medico-legale
16,2
34,34
46
Sal. Lux p.cop
130
13,4
67 / 181
Perizia medico-legale
57,07
45
Sal. Lux p.cop
I Uff. Com.
131
54,9
7,09
47
68 / 181
Perizia medico-legale
Sala macchine
Op. Mac (no carb.)
132
15,1
42,8
54
Alloggio eq.
69 / 181
Perizia medico-legale
Op. Motori
133
52,0
48,8
54
W.C.DonneII pc
Op.Mot. (no carb.)
70 / 181
Perizia medico-legale
134
18,1
0
23
W.C.DonneII pc
No carbonizzazione
M1
18,5
71 / 181
Perizia medico-legale
49,09
Appare subito evidente come la distribuzione globale dei dati quantitativi relativi alla percentuale
72 / 181
Perizia medico-legale
di CARBOSSIEMOGLOBINA risulti assai dispersa: infatti l’insieme dei dati tossicologici indica
valori variabili tra il 4,92% e il 90,2%.
Analogamente per il livello ematico di CIANURI si osservano valori compresi in un ampio
intervallo di distribuzione e precisamente tra 3,17 gamma/100 ml e 371,45 gamma/ml.
L’analisi statistica di questi valori indica inoltre un’assenza di correlazione tra il dato relativo alla
carbossiemoglobina e quello dei cianuri nel sangue, seppure sembra potersi individuare una
sorte di “andamento inverso” che caratterizza i casi con più elevata concentrazione di HbCO
come quelli che talvolta dimostrano valori di cianuri ai limiti inferiori dell’intervallo di
concentrazioni osservato. Questo fenomeno può trovare una interpretazione nelle diverse
situazioni ambientali che si sono verificate a bordo del traghetto e anche nella differenziazione
degli intervalli di sopravvivenza che hanno interessato i singoli soggetti deceduti in seguito
all’incendio.
Dalla letteratura appare evidente come IL DATO RELATIVO ALLA PERCENTUALE DI
SATURAZIONE DELL’EMOGLOBINA DA PARTE DELL’OSSIDO DI CARBONIO (HbCO%)
POSSA ESSERE DIRETTAMENTE CORRELATO, a parità di concentrazione ambientale di
ossido di carbonio, CON IL TEMPO DI SOPRAVVIVENZA. In particolare:
• le persone che si trovano confinate - in vita – in un incendio raggiungono livelli ematici di
HbCO via via più elevati in rapporto al tempo di permanenza nell’ambiente ove l’incendio si è
verificato, sino ad ottenersi livelli tossici incompatibili con la vita (valori superiori al 40 – 50%, sui
quali influisce l’età e lo stato di salute dei singoli soggetti) se non interviene la morte per effetto
diretto del fuoco e del calore
• i soggetti deceduti rapidamente, al contrario, presentano concentrazioni di HbCO
notevolmente inferiori e spesso dell’ordine del 10%, paragonabili a quanto si riscontra in
soggetti viventi esposti a basse concentrazioni di carbonio e non coinvolti in incidenti di questo
tipo, come avviene ad esempio per i fumatori di tabacco
73 / 181
Perizia medico-legale
Per quanto riguarda l’interpretazione dei dati tossicologici relativi al CIANURO, non è possibile
una correlazione altrettanto valida con i tempi di sopravvivenza in quanto i contributi della
letteratura sono contrastanti e ancora inconclusivi.
Nel caso dei due principali gas tossici che si sviluppano nel corso degli incendi (ossido di
carbonio e acido cianidrico) e che vengono quindi inalati dalle persone coinvolte nell’incendio, il
potenziamento reciproco dell’azione tossica dei due gas seppure non ritenuto un sinergismo
puro, può certo manifestarsi per valori di concentrazione anche inferiori a quelle ritenute letali
per ciascun gas, risultandone una incapacità psicofisica di compiere atti normalmente idonei a
sottrarsi a una situazione di pericolo, come ad esempio la fuga. Questo fenomeno
precedentemente indicato con il termine INCAPACITAZIONE è stato studiato da Levin e
collaboratori anche relativamente al suddetto affetto di concorso tra azione tossica dell’ossido di
carbonio e azione tossica dell’acido cianidrico. Levin ha proposto di utilizzare una formula
matematica per esprimere con un numero il grado di intossicazione combinata da parte dei due
gas (CO a acido cianidrico). Se l’analisi dei due gas nel sangue di un determinato soggetto e il
relativo calcolo con la citata formula fornisce un valore finale uguale o superiore a 0,8 il predetto
autore ritiene che i due gas possano realmente aver concorso nel produrre uno stato di
intossicazione acuta letale. Se invece il numero finale è inferiore a 0,8 essi ritengono che non
possa affermarsi fondatamente che i due gas siano stati la congiunta causa della morte.
La formula di Levin è la seguente:
(HbCO% / 50) + (CN / 500) = X
dove HbCO% esprime la percentuale di saturazione di carbossiemoglobina trovata in un
determinato caso, CN il livello ematico di cianuri nello stesso caso, 50 e 500 sono
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Perizia medico-legale
rispettivamente valori fissi prescelti dall’autore come indici rispettivamente della soglia letale di
carbossiemoglobina (50%) e della concentrazione sicuramente letale per l’uomo di cianuri nel
sangue (500 gamma/cento millilitri).
Il Prof.Giusiani ha utilizzato questa formula per verificare quanti soggetti potessero
eventualmente avere subito la doppia e concorrente azione e trarne elementi per un giudizio
sulla rapidità della morte. Il Prof.Giusiani ha ottenuto una serie di risultati secondo cui il 37,8%
dei 95 cadaveri che egli ha potuto analizzare forniva valori numerici superiori a 0,8, esprimenti
una combinazione letale del gas. Egli inoltre ha riscontrato, con lo stesso calcolo, un gruppo di
altri cadaveri pari al 15,79% dei 95 i quali avevano un valore compreso tra 0,6 e 0,8.
Il Prof.Giusiani ha tuttavia ritenuto opportuno di dover MODIFICARE UN PARAMETRO FISSO
DELLA FORMULA SUDDETTA sostituendo al valore 500 (gamma di cianuri per 100 ml di
sangue) con 100. Ripetendo il calcolo con questa modifica il Prof.Giusiani ha ottenuto risultati
completamente diversi in quanto il numero di soggetti che eguaglia o supera 0,8 diventa
addirittura il 75,79% e il gruppo compreso tra 0,6 e 0,8 sale a 17,89%.
L’applicazione degli indici di incapacitazione secondo Levin e secondo la successiva
elaborazione del consulente del P.M. fornisce DATI CONTRADDITTORI: nel primo calcolo,
secondo l’originaria formula di Levin, risulta un numero cospicuo di individui (46,32%) con valori
insufficienti a determinare sia lo morte che una rapida incapacitazione. Al contrario, con il
secondo calcolo effettuato sulla base della modifica operata dal Prof.Giusiani – che sostituisce il
parametro 500 dei cianuri con un parametro teorico cinque volte più basso, cioè 100 come
sicuramente letale – la percentuale dei soggetti che risulterebbero deceduti per intossicazione
acuta sale al 75% a cui vanno sommati circa un ulteriore 20% interessati da precoce
“incapacitazione”.
Secondo i relatori Proff. Fiori – Chiarotti questa valutazione su base rigorosamente matematica
del dato chimico tossicologico non appare sufficientemente convincente per due ragioni:
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Perizia medico-legale
• seppure l’effetto tossico concorrente dei due gas è da ritenersi scientificamente accettabile,
l’esatta quantificazione del fenomeno non è ancora definitivamente verificata e accettata
• oltre alla relativa arbitrarietà dell’uso dei parametri teorici (500 oppure 100) relativi alla
concentrazione emetica dei cianuri “sicuramente letale”, sorgono difficoltà interpretative del dato
analitico anche in riferimento al metodo di analisi utilizzato e alla conservazione dei campioni
Conclusioni:
NON E’ POSSIBILE STABILIRE IN BASE AI DIFFERENTI PARAMETRI DI RIFERIMENTO
L’INTERVALLO DI TEMPO DURANTE IL QUALE QUESTO STATO DI INCAPACITAZIONE SI
PROTRAE, DAL SUO INSORGERE FINO ALLA MORTE e seppure ci si può rendere ragione di
una delle molteplici cause e concause di morte in situazioni di questo tipo, NON E’ NEPPURE
POSSIBILE – per ovvia mancanza di attendibili dati sperimentali – QUANTIFICARE
CORRETTAMENTE IL CITATO INTERVALLO DI SOPRAVVIVENZA dei soggetti deceduti a
seguito di un incendio.
Ci supporta, in questa conclusione, il parere di S.H.Silverman: afferma che il livello di
concentrazione letale dei cianuri (gas su cui il Prof.Giusiani ha operato la modifica della formula
di Levin) è un problema ancora irrisolto. Spesso nel sangue delle vittime del fuoco si dimostrano
concentrazioni tossiche, non letali del gas, ma di converso concentrazioni letali sono state
osservate in soggetti sopravvissuti ad incendi!
4. correlazioni tra i dati medico-legali e loro confronto con i dati circostanziali per la stima del
tempo di sopravvivenza e del tempo di incapacitazione
L’analisi statistica dei risultati ottenuti nel caso in esame indica una ovvia correlazione tra la
concentrazione di carbossiemoglobina e il tempo durante il quale il soggetto ha respirato il gas,
fatta eccezione per l’ipotesi – che nel nostro caso non è peraltro sostenibile, come si dirà più
avanti, a causa della eterogeneità dei dati per soggetti ritrovati nello stesso ambiente: il salone
de Lux – di una rapidissima ed elevata concentrazione di ossido di carbonio tale da determinare
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Perizia medico-legale
in tempi altrettanto rapidi una concentrazione elevata di HbCO. Tale seconda ipotesi, lo
ripetiamo, non è sostenibile in ragione dei reperti tossicologici riferiti dal Prof.Giusiani, che con
tale ipotesi sono INCOMPATIBILI.
IL PARAMETRO TOSSICOLOGICO PIU’ ATTENDIBILE PER VALUTARE LA PERMANENZA
IN VITA NEL CORSO DI UN INCENDIO APPARE QUELLO RELATIVO ALLA
CONCENTRAZIONE DI HbCO in ragione del fatto che, come si è visto nel capitolo precedente,
il preciso significato della concentrazione ematica dei cianuri non è sufficientemente e
correttamente interpretabile.
Pertanto sono stati inseriti nella seguente tabella i dati della HbCO riscontrati nei singoli
cadaveri del caso in esame, raggruppandoli secondo i luoghi di ritrovamento a bordo del
traghetto dei cadaveri.
N.
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Perizia medico-legale
Rep
HbCO%
CNuq/
100 ml
HbCO/50 + CN/500
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Perizia medico-legale
HbCO/50 + CN/100
Età
Zona nave
M1
79 / 181
Perizia medico-legale
18,5
49,09
132
80 / 181
Perizia medico-legale
15,1
42,8
Alloggio eq.
81 / 181
Perizia medico-legale
59
30,1
15,85
II
Cab. dx II cor
58
82 / 181
Perizia medico-legale
54,0
72,92
II
Cab. dx II cor
83 / 181
Perizia medico-legale
5
17,7
36,99
Ponte I Poppa
84 / 181
Perizia medico-legale
2
32,2
61,82
Ponte I Poppa
3
85 / 181
Perizia medico-legale
38,1
53,37
Ponte I Poppa
1
86 / 181
Perizia medico-legale
38,8
22,19
Ponte I Poppa
8
40,1
87 / 181
Perizia medico-legale
23,78
Ponte I Poppa
6
41,4
88 / 181
Perizia medico-legale
23,45
Ponte I Poppa
4
46,1
143,4
89 / 181
Perizia medico-legale
Ponte I Poppa
44
4,92
90 / 181
Perizia medico-legale
102,5
P.Cop. Cab II
37
9,4
91 / 181
Perizia medico-legale
73,97
P.Cop. Cab II
35
10
38,04
92 / 181
Perizia medico-legale
P.Cop. Cab II
30
11,0
128,3
93 / 181
Perizia medico-legale
P.Cop. Cab II
36
12,3
51,78
94 / 181
Perizia medico-legale
P.Cop. Cab II
48
12,9
66,34
95 / 181
Perizia medico-legale
P.Cop. Cab II
31
13,5
50,2
96 / 181
Perizia medico-legale
P.Cop. Cab II
61
15,0
72,92
P.Cop. Cab II
97 / 181
Perizia medico-legale
41
15,6
73,97
P.Cop. Cab II
98 / 181
Perizia medico-legale
46
17,2
56,01
P.Cop. Cab II
99 / 181
Perizia medico-legale
60
17,6
39,63
P.Cop. Cab II
45
100 / 181
Perizia medico-legale
19,6
49,14
P.Cop. Cab II
65
101 / 181
Perizia medico-legale
20,6
206,0
P.Cop. Cab II
33
24,6
102 / 181
Perizia medico-legale
73,39
P.Cop. Cab II
20
25
103 / 181
Perizia medico-legale
104,6
P.Cop. Cab II
24
35,3
31,17
104 / 181
Perizia medico-legale
P.Cop. Cab II
34
36,9
29,59
105 / 181
Perizia medico-legale
P.Cop. Cab II
67
38,6
319,6
106 / 181
Perizia medico-legale
P.Cop. Cab II
70
39,5
4,91
107 / 181
Perizia medico-legale
P.Cop. Cab II
28
43,0
38,57
108 / 181
Perizia medico-legale
P.Cop. Cab II
69
44,0
58,12
P.Cop. Cab II
109 / 181
Perizia medico-legale
68
47,1
3,17
P.Cop. Cab II
110 / 181
Perizia medico-legale
62
54,0
47,55
P.Cop. Cab II
111 / 181
Perizia medico-legale
63
64,1
46,5
P.Cop. Cab II
64
112 / 181
Perizia medico-legale
69,1
9,81
P.Cop. Cab II
21
113 / 181
Perizia medico-legale
69,3
47,55
P.Cop. Cab II
27
73,7
114 / 181
Perizia medico-legale
30,55
P.Cop. Cab II
22
88,8
115 / 181
Perizia medico-legale
171,3
P.Cop. Cab II
55
116 / 181
Perizia medico-legale
9,43
110,2
P.C.
Cab II cor
51
14,7
117 / 181
Perizia medico-legale
326,0
P.C.
Cab II cor
49
17,2
118 / 181
Perizia medico-legale
73,97
P.C.
Cab II cor
52
33,8
74,5
119 / 181
Perizia medico-legale
P.C.
Cab II cor
53
33,9
63,41
120 / 181
Perizia medico-legale
P.C.
Cab II cor
56
37,7
18,39
121 / 181
Perizia medico-legale
P.C.
Cab II cor
10
63,1
70,8
122 / 181
Perizia medico-legale
P.I. Cab. Pil.
12
36,1
137,3
123 / 181
Perizia medico-legale
P.I. Ristorante
131
54,9
124 / 181
Perizia medico-legale
7,09
Sala Macchine
26
61,6
125 / 181
Perizia medico-legale
0
Sala macchine
126 / 181
Perizia medico-legale
102
127 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
122
128 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
75
129 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
119
130 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
89
Sal. Lux p.cop
131 / 181
Perizia medico-legale
87
Sal. Lux p.cop
132 / 181
Perizia medico-legale
30
Sal. Lux p.cop
133 / 181
Perizia medico-legale
97
Sal. Lux p.cop
125
134 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
99
135 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
100
136 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
91
137 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
128
138 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
73
139 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
118
140 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
88
Sal. Lux p.cop
141 / 181
Perizia medico-legale
127
Sal. Lux p.cop
142 / 181
Perizia medico-legale
92
Sal. Lux p.cop
143 / 181
Perizia medico-legale
123
Sal. Lux p.cop
90
144 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
83
145 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
116
146 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
77
147 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
121
148 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
82
149 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
72
150 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
120
Sal. Lux p.cop
151 / 181
Perizia medico-legale
86
Sal. Lux p.cop
152 / 181
Perizia medico-legale
105
Sal. Lux p.cop
153 / 181
Perizia medico-legale
124
Sal. Lux p.cop
126
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Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
84
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Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
76
156 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
74
157 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
85
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Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
101
159 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
106
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Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
81
Sal. Lux p.cop
161 / 181
Perizia medico-legale
96
Sal. Lux p.cop
162 / 181
Perizia medico-legale
107
Sal. Lux p.cop
163 / 181
Perizia medico-legale
98
Sal. Lux p.cop
95
164 / 181
Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
104
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Perizia medico-legale
Sal. Lux p.cop
13
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Perizia medico-legale
Sc. P. Cop. - Piat
134
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Perizia medico-legale
W.C. Donne II pc
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Perizia medico-legale
W.C. Donne II pc
Come si vede dalla tabella, i luoghi di ritrovamento a bordo del traghetto dei cadaveri
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Perizia medico-legale
sostanzialmente riguardano dieci zone diverse:
• alloggio equipaggio
• cabine II corridoio dx
• ponte imbarcazioni poppa
• ponte di coperta cabine II
• ponte coperta cabine II
• ponte imbarcazioni cabine piloti
• ponte imbarcazioni zona ristorante
• sala macchine
• salone de Lux ponte di coperta
• ponte di coperta wc donne
La maggior parte dei soggetti sono comunque stati trovati nel ponte di coperta cabine II (28
casi) e nel salone de Lux (43 casi).
Questa suddivisione permette di osservare concentrazioni di carbossiemoglobina con VALORI
ABBASTANZA OMOGENEI IN ALCUNE ZONE DELLA NAVE (sala macchine, corridoio dx cab
II, ponte imbarcazioni poppa); ma AL CONTRARIO VALORI NOTEVOLMENTE DISPERSI IN
ALTRE ZONE (ponte di coperta cabine II, salone di Lux).
Ciò indica che si verificarono, nel corso dell’incendio, SITUAZIONI AMBIENTALI MOLTO
DIVERSE DA ZONA A ZONA per quanto riguarda la concentrazione dei gas tossici.
Pertanto nelle zone in cui i TASSI DI CARBOSSIEMOGLOBINA NEI CADAVERI SONO
RISULTATI MOLTO DIVERSI non solo si deve escludere che la percentuale di ossido di
carbonio nell’aria sia stata subito elevata (ad esempio pari all’1%) - in quanto ciò avrebbe
causato IN TUTTI I PRESENTI ALTI LIVELLI EMATICI DI CARBOSSIEMOGLOBINA – ma al
contrario si deve affermare che le cause della morte sono state DIVERSE e che alcuni soggetti
sono stati esposti all’inalazione di concentrazioni di ossido di carbonio relativamente BASSE per
170 / 181
Perizia medico-legale
un tempo più lungo di altri, morti prima di loro, fino a raggiungere gli elevati livelli ematici di
HbCO in essi riscontrati. Di conseguenza probabilmente DIFFERENTI SONO STATI I TEMPI DI
SOPRAVVIVENZA dei soggetti rinvenuti cadavere nelle zone sopracitate: il che è stato del
resto affermato, sia pure in forma generica, anche dai CC.TT. del P.M.
L’analisi dei valori relativi alla concentrazione ematica di CIANURI conferma ulteriormente tale
assunto, anche in rapporto al contributo nella produzione di gas tossici che gli arredi della nave
hanno attendibilmente prodotto in qualità e misura differente, nelle differenti zone della nave.
LA PIU’ AMPIA ETEROGENEITA’ DEI RISULTATI ANALITICI si osserva nei soggetti rinvenuti
cadavere all’interno del salone de Lux con percentuali di CARBOSSIEMOGLOBINA variabili
addirittura da 6,32% (quasi assente) a 90,2% (saturazione dell’emoglobina del sangue quasi
totale)!
VALORI PIU’ BASSI E NON ECCESSIVAMENTE LONTANI TRA LORO, sono al contrario
osservabili nei soggetti rinvenuti sul PONTE imbarcazioni di poppa (HbCO% da 17,7 a 46%).
DATI ASSAI SIGNIFICATIVI IN QUESTO SENSO, seppure limitati a due soli casi, risultano nei
soggetti deceduti in sala macchine (54,9% e 61,6%) per i quali è verosimile l’ipotesi di una
causa di morte unicamente connessa alla inalazione di ossido di carbonio per un più lungo
periodo di sopravvivenza rispetto ai soggetti che si sono trovati in zone immediatamente invase
dal fuoco e sono quindi morti più rapidamente per l’azione diretta di quest’ultimo.
Individuando nel VALORE DI SOGLIA di HbCO uguale o superiore al 50% di saturazione, la
concentrazione di ossido di carbonio sicuramente responsabile di un effetto tossico LETALE, è
possibile suddividere ulteriormente la casistica in esame tra i soggetti morti per varie cause – tra
le quali primariamente l’effetto diretto del fuoco – e quelli morti per intossicazione da CO con
possibile e anzi probabile intervallo di sopravvivenza più lungo.
Il 100% dei soggetti rinvenuti sul ponte imbarcazioni di poppa dimostri concentrazioni di HbCO
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Perizia medico-legale
inferiori a tale valore di soglia letale mentre il 30% dei soggetti rinvenuti sul ponte di coperta
cabine II e il 23% di quelli rinvenuti all’interno del salone de Lux, presentano concentrazioni
ematiche di ossido di carbonio anche sensibilmente superiori al citato valore di soglia.
Inoltre, tutti i soggetti rinvenuti in sala macchine, così come quelli rinvenuti sul ponte di coperta
zona wc donne, non presentavano carbonizzazione né ustioni diffuse e avevano percentuali di
HbCO comprese nel range 20-60%. Gli altri cadaveri non carbonizzati sono stati rinvenuti sul
ponte imbarcazioni poppa (caso n.1, HbCO 38,8%), ponte coperta cabine II (caso n.70, HbCO
39,5), salone de Lux (casi n.92 e 100, HbCO rispettivamente 15,4% e 18,9% ma con cianuri nel
sangue rispettivamente di 84,5 e 117,8 ug/100 ml).
Conclusioni:
L’interpretazione dei dati chimico-tossicologici relativi alla carbossiemoglobina e ai cianuri nel
sangue permette in alcuni casi di IPOTIZZARE SITUAZIONI SIGNIFICATIVAMENTE
DIFFERENZIATE NELL’AMBITO DELL’INCENDIO SVILUPPATOSI A BORDO DEL MOBY
PRINCE. Inoltre il confronto – pur limitato per mancanza allo stato attuale delle conclusioni dei
periti incaricati di esaminare le cause e la diffusione dell’incendio – con gli elementi di natura
circostanziale e anamopatologica a nostra conoscenza permette di CONFERMARE IN ALCUNI
CASI L’IPOTESI DI TEMPI DI SOPRAVVIVENZA DIVERSI PER TALUNI SOGGETTI E DI
RITENERE ECCESSIVAMENTE RESTRITTIVA LA VALUTAZIONE DEL COLLEGIO DEI
CONSULENTI DEL P.M. che hanno ritenuto per TUTTI I SOGGETTI UNA SOPRAVVIVENZA
MASSIMA DI MEZZ’ORA: VALUTAZIONE CHE NON E’ IN ACCORDO NE’ COI DATI DELLA
LETTERATURA – secondo i quali sono conosciute sopravvivenze decisamente superiori
(anche di ore) – NE’ CON ALCUNE IMPORTANTI CIRCOSTANZE CHE NON POSSONO
ESSERE ACCANTONATE CON LA SEMPLICE QUALIFICA DI “FATTI STRAORDINARI”,
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QUASI FOSSERO UN EVENTO MIRACOLOSO CHE SI DEVE CONSIDERARE DEL TUTTO A
PARTE RISPETTO ALLA GENERALITA’ DEI CASI. INTENDIAMO RIFERIRCI AL
SOPRAVVISSUTO ALESSIO BERTRAND il cui tempo per capacità di fuga conservata – pari a
75 minuti – deve essere considerato con la massima attenzione e deve costituire importante
PARAMETRO DI RIFERIMENTO per valutare molti degli altri casi, benché non sopravvissuti.
La nostra affermazione di eterogeneità dei dati e delle cause di morte appare sostanzialmente
coincidente a quella che conclude la relazione del Collegio dei consulenti del P.M., ma tuttavia –
come abbiamo visto – L’ANALISI DEI DATI E DELLE LORO CORRELAZIONI
TOSSICOLOGICHE E CIRCOSTANZIALI (cioè il luogo di rinvenimento dei cadaveri)
confrontate con i dati della letteratura e delle conoscenze scientifiche PORTA A
CONCLUSIONI NON PIU’ CONCORDANTI CON QUELLE DEL COLLEGIO DEI CONSULENTI
non tanto sulle cause della morte, quanto SUL TEMPO DI SOPRAVVIVENZA PER UNA
PARTE DEI PASSEGGERI E DEL PERSONALE DI BORDO.
Questo TEMPO DI SOPRAVVIVENZA, preceduto da un tempo variabile di
INCAPACITAZIONE, NON PUO’ DUNQUE ESSERE VALUTATO GLOBALMENTE E
INDISCRIMINATAMENTE ALL’INTERNO DELLA MEZZ’ORA SUGGERITA DAI CONSULENTI.
Questo valore può certo essere valido per alcuni, forse per molti soggetti dei 139. Ma non certo
per tutti e soprattutto per coloro che hanno presentato nel sangue un alto tasso di
carbossiemoglobina che non può essere ragionevolmente attribuito a un elevato tasso
ambientale di ossido di carbonio, a causa della eterogeneità dei reperti in soggetti rinvenuti
nello stesso ambiente. 5. considerazioni medico-legali conclusive
Le conclusioni qui di seguito elencate hanno la finalità di rispondere oltre al pregiudiziale
quesito sulle A. CAUSE DELLA MORTE a quello concernente il B.TEMPO DI
INCAPACITAZIONE (il momento in cui è venuta meno la capacità di fuga delle persone a bordo
della Moby Prince) e il C.TEMPO DI SOPRAVVIVENZA: per stabilire, in buona sostanza, SE IL
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TEMPO DI SOPRAVVIVENZA ABBIA POTUTO ESSERE COMPATIBILE – almeno per un
certo numero di marinai e passeggeri – CON LA POSSIBILITA’ DI PRESTARE UN
TEMPESTIVO SOCCORSO, IDONEO A SALVARE LA VITA.
A. Le CAUSE DELLA MORTE delle 139 persone rinvenute cadavere nel primo pomeriggio del
giorno 11 aprile 1991 possono essere identificate, con la schematicità inevitabile in questa
complessa vicenda e dividendo la casistica in gruppi, nelle seguenti:
• azione diretta delle fiamme e del calore (cat. a) che è da ritenere sia stata la causa
principale in quei soggetti rinvenuti carbonizzati e che presentavano BASSI TASSI DI
CARBOSSIEMOGLOBINA (compresi tra 4,9% e 19,9%) e anche BASSI TASSI EMATICI DI
CIANURO (inferiori a 100 gamma/100 ml). Tali bassi valori dei gas tossici nel sangue
dimostrano che FIAMME E CALORE HANNO AGITO SU PERSONE VIVE le quali hanno avuto
poco tempo per inalare gas in quantità tali da accumularsi nel sangue. I casi che presentano
queste caratteristiche sono i numeri:
132,5,37,35,30,36,48,31,61,41,46,60,45,55,49,102,122,75,89,87,130,97,125,99,100,91,128,73,
118,88,127,123,83,90,116,134.
• azione tossica prevalente dell’ossido di carbonio (cat. b) che è da ritenere sia stata la causa
primaria della morte in quei soggetti che presentavano valori percentuali di
CARBOSSIEMOGLOBINA superiori a quelli considerati di per sé sicuramente letali (oltre il 50%
fino addirittura al 90,2%). Gran parte di questi cadaveri erano carbonizzati ed è ragionevole
ritenere che il fuoco li abbia raggiunti quando erano già morti per l’azione dell’ossido di
carbonio, oppure erano in fase agonica. I casi che presentano queste caratteristiche sono i
numeri: 58,62,63,64,21,27,22,10,85,101,106,81,96,107,98,95,104,13
Alcuni di questi cadaveri non erano carbonizzati (13,26,133) e presentavano comunque un alto
tasso di ossido di carbonio.
• azione tossica prevalente dell’acido cianidrico (cat. c) che si è realizzata solo nei casi n. 65 e
67 in quanto in essi si è riscontrato un tasso emetico di cianuri superiore a 200 gamma per 100
cm cubici.
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• azione tossica concorrente dell’ossido di carbonio e del cianuro (cat. d) che si può ritenere si
sia verificata in quei casi (51,119,3,1,8,6,4,65,34,67,70,28,69,52,53,12,76,74 oltre a tutti quei
casi già elencati per l’azione tossica dell’ossido di carbonio). Anche in questo gruppo due
cadaveri (n. 28 e 1) non risultavano carbonizzati.
B. IL TEMPO DI SOPRAVVIVENZA si può ragionevolmente ricostruire, principalmente sulla
base dei dati tossicologici valutati con una criteriologia globale, in particolare con il CRITERIO
EPIDEMIOLOGICO IN RAPPORTO AL LUOGO DI RINVENIMENTO DEI CADAVERI. In
particolare: • le persone morte per azione diretta della fiamme e del calore si debbono ritenere, in linea di
massima, sopravvissute per poco tempo, attendibilmente entro la mezz’ora indicata dal Collegio
dei consulenti come termine massimo di sopravvivenza; ciò in relazione al fatto che essi non
hanno fatto a tempo inalare quantità elevate di ossido di carbonio ed è altrettanto noto dalla
letteratura che le fiamme che investono una persona determinano in pochi minuti uno shock
neurogeno.
• le persone morte per azione prevalente dell’ossido di carbonio è da ritenere possano essere
sopravvissute per un tempo superiore alla mezz’ora indicata dal Collegio dei consulenti. Infatti,
se il tasso dell’ossido di carbonio nell’aria avesse rapidamente raggiunto valori elevati – ad
esempio l’l% - tutte le persone che si trovavano in un determinato ambiente avrebbero dovuto
possedere lo stesso elevato valore percentuale di carbossiemoglobina e in tal caso si potrebbe
anche ammettere una morte rapida. Ma l’esame comparativo dei casi non consente queste
conclusioni. Infatti nel salone de Lux è stata osservata la più grande eterogeneità del tasso di
carbossiemoglobina e di cianuri, incompatibile con l’ipotesi di una concentrazione elevata
dell’ossido di carbonio e dei cianuri che, ove fosse stata presente, avrebbe certamente prodotto
tassi di carbossiemoglobina e di cianuri abbastanza omogeneamente elevati in tutti i soggetti
trovati nel salone.
I soggetti rinvenuti cadavere in questa zona della nave sono raggruppabili in tre fasce
corrispondenti ad altrettanti intervalli di concentrazione di HbCO: 1) 6%-19%: 22 casi (bassa
concentrazione); 2) 20%-46%: 12 casi (media concentrazione); 3) 50%-90%: 9 casi
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(concentrazione letale).
Anche il reperto di tassi eterogenei di carbossiemoglobina in soggetti rinvenuti sul ponte di
coperta cabine II e sul ponte imbarcazioni cabine piloti – ambienti aperti – contrasta con l’ipotesi
di un rapidissimo raggiungimento del tasso elevato di ossido di carbonio nell’aria, mentre è
incompatibile con l’assorbimento per un tempo relativamente protratto del gas. Ecco la
distribuzione dei dati tossicologici: 1) 6%-19%: 12 casi (bassa concentrazione); 2) 20%-46%: 10
casi (media concentrazione); 3) 50%-90%: 7 casi (concentrazione letale). Per molti soggetti è
dunque ragionevole ammettere che il TEMPO DI SOPRAVVIVENZA ABBIA POTUTO
SUPERARE ABBONDANTEMENTE I 30 MINUTI, FINO A RAGGIUNGERE ANCHE QUALCHE
ORA. Affermare una sopravvivenza massima di mezz’ora, come ha fatto il collegio dei
consulenti, per di più relativamente ad ambienti molto diversi e separati tra loro come quelli di
una nave, non è coerente con i dati delle casistiche affini. Infatti la pur elevata mortalità in caso
di incendi di queste proporzioni non significa affatto impossibilità di cure e di recupero anche in
soggetti che pur richiedono una terapia rianimatoria.
• il caso di Alessio Bertrand non può essere spiegato semplicisticamente come un evento
straordinario ed implicitamente inspiegabile, ma deve anzi essere inquadrato nell’insieme dei
dati in nostro possesso e può rappresentare un importante dato di riferimento da utilizzarsi per
l’interpretazione dei reperti analitici riscontarti su molti cadaveri. Il Bertrand è stato salvato in
mare dopo esser rimsto circa 75 minuti nella nave dopo la collisione, quando l’incendio
divampava e dopo che egli aveva vagato in varie sezioni del traghetto. Egli ha potuto vagare
per la nave senza perdere coscienza (cioè senza entrare in stato di incapacitazione), ha
conservato la forza muscolare (è noto infatti che l’intossicazione da ossido di carbonio toglie la
forza anche per la formazione di carbossiemoglobina nei muscoli), è stato in grado di gettarsi in
mare. Ciò significa che all’interno della nave, in molti settori, l’atmosfera è rimasta vivibile per un
certo tempo e solo in tempi successivi ha causato la perdita di forza e di coscienza nelle
persone a bordo, rimaste quindi nei luoghi dove si trovavano fino a che le fiamme li hanno
raggiunti (fatta eccezione per alcuni casi non carbonizzati) oppure fino a quando la
concentrazione dei gas tossici non ha raggiunto livelli letali.
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C. IL TEMPO DI INCAPACITAZIONE cioè quel periodo in cui il soggetto perde la capacità di
fuga o di spostamento ma durante il quale – se non aggredito dalle fiamme – può essere
soccorso e in molti casi salvato, non può essere ovviamente calcolato. Abbiamo visto che il CT
Prof.Giusiani ha cercato di farlo per quei soggetti che presentavano tassi di carbossiemoglobina
e di cianuro che suggerivano l’impiego della formula di Levin. L’uso di questa formula ha portato
il Prof.Giusiani a calcolare un numero relativamente basso di indici di precoce incapacitazione
applicabile a un numero ridotto di persone. Una percentuale di soggetti molto più alta è stat
invece calcolata dallo stesso Prof.Giusiani impiegando la stessa formula di Levin ma
introducendo un parametro di concentrazione letale di cianuri cinque volte più bassa. Non
neghiamo che la formula di Levin sia basata su un parametro di cianuri un po’ troppo elevato,
ma anche il valore 100 usato dal Prof.Giusiani è a sua volta troppo basso. Questi dati
riguardano comunque solo una parte dei casi.
Abbiamo visto che per quei casi in cui è centrale – come causa di morte – il tasso di
carbossiemoglobina, abbiamo la prova che questo tasso non è dovuto a una concentrazione di
ossido di carbonio nell’ambiente fin dall’inizio elevata (tale cioè da causare rapida perdita di
coscienza e in breve tempo la morte di tutti i presenti). Il rinvenimento nel salone de Lux e in
altre zone della nave di cadaveri con tassi molto diversi di carbossiemoglobina, dimostra che
alcune persone sono morte abbastanza rapidamente tanto da non poter saturare il proprio
sangue con quantità elevate di ossido di carbonio; altre persone invece sono sopravvissute
continuando a inalare ossido di carbonio. Ecco i comuni effetti dell’avvelenamento da ossido di
carbonio correlati con la sintomatologia:
10-20%: dispnea da sforzo
20-30%: cefalea
30-40%: nausea, vertigini e debolezza muscolare
40-50%: sincope
50-60%: convulsioni
60-70%: coma
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80%: rapida morte
Questi valori valgono ciascuno per il momento in cui essi sono raggiunti, momento che può
essere rapidamente o molto lentamente o mai raggiunto.
Anche a proposito del tempo di incapacitazione che precede la morte, dunque, esiste nella
varia casistica della Moby Prince una serie di casi che inducono a ritenere che una parte delle
persone abbia avuto un discreto tempo di latenza prima di entrare nello stato di incapacitazione
– che equivale all’imposibilità di fuga – e anche un ulteriore tempo di sopravvivenza durante il
quale erano possibili i soccorsi.
Questa sopravvivenza non può essere confinata alla mezz’ora indicata dal Collegio dei
consulenti del P.M.: valore probabilmente valido per molte persone, ma non per altre (in
particolare per quelle che sono rimaste a lungo esposte all’effetto dell’ossido di carbonio).
INFINE
Entro il gruppo di persone che, ad avviso dei relatori, hanno avuto una più lunga sopravvivenza
– anche di ore – figurano i marittimi (le cui parti civili sono rappresentate dai relatori di questa
perizia sotto il profilo medico-legale). Nell’ambito della casistica esaminata rientra infatti il
personale di bordo della Moby Prince in cui rientrano i marittimi Campus Giovanni Battista, La
Vespa Gaspare, Rosetti Sergio e Santini Roberto, rispettivamente distinti con i numeri
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35,118,133,63. Come è possibile osservare dallo schema riassuntivo dei dati
chimico-tossicologici relativo a questi casi e di seguito riportato, si può ad esempio affermare
che due soggetti (Campus e La Vespa) hanno probabilmente avuto un breve intervallo di
sopravvivenza nell’incendio. Al contrario gli altri due (Rossetti e Santini) sono forse
sopravvissuti per periodi di tempo più lunghi, essendo i parametri chimico-tossicologici
considerati nell’ambito di questa relazione compresi negli intervalli di concentrazione
corrispondenti alla categoria delle persone morte per azione prevalente dell’ossido di carbonio e
per le quali è possibile ipotizzare un tempo di sopravvivenza superiore alla mezz’ora.
Schema riassuntivo dei dati tossicologici dei casi n. 35,118,133,63:
n.35 Campus Giovanni categoria causa di morte: a
dati tossicologici: HbCO% = 10,0; CN% = 38,0; i.Levin = 0,28
n.118 La Vespa Giovanni categoria causa di morte: a
dati tossicologici: HbCO% = 17,2; CN% = 73,6; i.Levin = 0,49
n.133 Rossetti Sergio categoria causa di morte: b, d
dati tossicologici: HbCO% = 52,2; CN% = 48,8; i.Levin = 1,14
n.63 Santini Roberto categoria causa di morte: b, d
dati tossicologici: HbCO% = 64,1; CN% = 46,5; i.Levin = 1,38
La relativamente bassa concentrazione di cianuri nei casi Rossetti e Santini indica un ruolo
essenziale dell’ossido di carbonio nella morte, mentre l’indice di Levin elevato potrebbe
suggerire un precoce inizio dell’incapacitazione, peraltro non incompatibile con l’efficacia di
eventuali soccorsi.
CONCLUSIONI
La valutazione di un tempo massimo di sopravvivenza –circa 30 minuti – prospettato dal
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Collegio per i soggetti rinvenuti cadavere nella nave il pomeriggio dell’11 aprile 1991 ovvero
circa 16 ore dopo l’inizio dell’incendio, non deve essere condivisa. Per un certo numero di
persone a bordo è da ritenere ragionevole e fondato affermare che la sopravvivenza è stata
ALMENO DI ALCUNE ORE, con concreta possibilità per qualcuno che il tempo di
sopravvivenza sia stato anche maggiore.
Prof. Angelo Fiori
Ordinario di Medicina Legale
Prof. Marcello Chiarotti
Associato di Tossicologia Forense
Facoltà di Medicina A.Gemelli - Roma
Università Cattolica del Sacro Cuore
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