n. 5 - Novembre 2003 ( 1665kb)

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n. 5 - Novembre 2003 ( 1665kb)
5 2003
Tariffa Pagata P.D.I.
Aut. Nr. DC/DC/TO/PDI/0294/2002
valida dal 02/01/2002
In caso di mancato recapito inviare al C.R.P. Torino C.M.P. per la restituzione al mittente previo pagamento resi.
Periodico di informazione tecnica per l’elettrotecnica e l'elettronica
n questo
numero
3
La novità della Norma
CEI 64-8 V Edizione
7
Il nuovo gruppo
di misura
10 Sicurezza
dei prodotti
In collaborazione
con IMQ
12 Nuove prese e spine
industriali PK PratiKa
16 Installazione
degli SPD
18 Prisma Plus
21 Gli esami
non finiscono mai
22 Protezione,
involucri
e alluminio
Anno 3 - n° 5 - novembre 2003
2
e
d i t o r i a l e
Quanto vale la “conoscenza”
nel nostro settore? b
In un mercato sempre più specialistico e attento
alla qualità, l’aggiornamento e l’informazione
professionale possono diventare il valore aggiunto
nei confronti della concorrenza.
La mission di “Professione installatore” è proprio quella di
diffondere le principali novità e le informazioni più interessanti ai lettori, per “tenere il passo con i tempi”
nel settore dell’installazione e della distribuzione elettrica.
In questo numero tale intenzione è molto evidente, basti pensare che più della metà del periodico è dedicato alle
norme e a diversi studi su come
applicare, nel modo più sicuro e
conforme alle regole, alcune
tipologie di prodotti. Ecco i
punti forti del sommario:
l’universo
normativo:
protagonista assoluta la CEI
64-8 V edizione per gli impianti a bassa tensione, pubblicata
a maggio che presentiamo (pag.
3) con una sintesi commentata
delle modifiche più significative rispetto al passato.
Applicazioni e dintorni
In seguito alla sostituzione del vecchio contatore Enel, ecco come affrontare i problemi della protezione degli impianti a valle (pag. 7), mentre con l’installazione degli
SPD nei quadri elettrici di BT, troviamo la soluzione alle sovratensioni (pag. 16).
Due prodotti che migliorano il Vostro lavoro
Le nuove prese e spine industriali PK PratiKa a cablaggio rapido (pag. 12) e le
nuove cassette e quadri del sistema funzionale Prisma Plus (pag. 18), sono due
anteprime sulle novità Merlin Gerin. Due famiglie di prodotti altamente innovativi
che semplificheranno e renderanno più rapida l’applicazione, supportando positivamente il mondo dell’installazione elettrica.
Le nostre rubriche
Vi segnaliamo la new entry “il parere degli esperti” (pag. 10) che parte con l’autorevole contributo dell’Istituto Marchio di Qualità sulle responsabilità di installatori
e rivenditori per la sicurezza dei prodotti: un tema caldo che non può non
coinvolgerVi.
Inoltre continua con la seconda puntata, la rubrica “Domande e risposte” (pag. 22)
in seguito al grande successo ottenuto al debutto, sul precedente numero.
Direttore responsabile:
Giuseppe Grosso
periodico di informazione
tecnica per l’elettrotecnica
e l’elettronica
Tariffa pagata P.D.I.
Aut. n. DC/DC/TO/PDI0294/2002
valida dal 02/01/2002
Autorizzazione
del Tribunale di Torino
n. 5509 del 9/5/2001
In redazione:
Gianfranco Alma
Giuliano Calabria
Gabriele Colombo
Roberto Conterio
Simone Garavaglia
Rudy Handschin
Angelo di Iorio
Alberto Siani
Fiorella Zoia
Redazione:
Viale Colleoni, 7
20041 Agrate Brianza (MI)
Tel. 039.655.81.11
Fax 039.634.31.99
Progetto grafico:
Creativa s.r.l.
Via Tiziano, 8
10126 Torino
Stampa:
Garabello arte grafica s.r.l.
Via Domodossola, 29
S. Mauro (To)
iblioteca
CATALOGO PRISMA PLUS 2003/
2004
All’interno del documento troverete tutte le informazioni necessarie per conoscere e preventivare la nuova gamma
completa di quadri per la distribuzione elettrica Merlin Gerin; la gamma
“Prisma Plus” che si compone delle
nuove cassette e armadi del sistema
funzionale fino a 630A e dei quadri
Prisma P del sistema funzionale fino a
3200A. Una nuova tecnologia per la
struttura, l’innovazione nei sistemi di
distribuzione Powerclip e Linergy, e una
sensibile riduzione dei tempi di montaggio rendono “Prisma Plus” il punto
di riferimento per i quadri di distribuzione elettrica.
Cod. LEESCAB601AI
PRESE E SPINE INDUSTRIALI
PK PRATIKA
E’ il nuovo documento di lancio della
nuova offerta di prese e spine industriali serie PK PratiKa.
Il documento è suddiviso in tre sezioni, una prima parte con la presentazione della nuova offerta e delle sue
caratteristiche principali: la rapidità,
la sicurezza, l’ergonomia e la facilità,
la seconda parte con le tabelle di scelta
dei codici, la terza e ultima parte con
la tabella di sostituzione dei vecchi
codici con quelli nuovi.
Cod. LEESCAB263AI
Prese e spine industriali
PK PratiKa
velocità e sicurezza
a portata di mano
Catalogo
2003
2004
un marchio di
GUIDA PRATICA
COMPONENTI E SISTEMI
PER L’INSTALLAZIONE
Il nuovo utilissimo strumento dedicato all’installatore elettrico. Un documento di formato tascabile sul quale
reperire tutta l’offerta di Merlin Gerin:
apparecchiature modulari (fino a
40A), componenti per l’installazione
e prese e spine industriali necessari alla
realizzazione di impianti elettrici nei
settori residenziale e terziario. La parte finale di guida tecnica illustra le
caratteristiche e fornisce le indicazioni per scegliere i diversi prodotti da
installare. Un’apposita tasca, posta in
IIIa di copertina, è dedicata all’inserimento del listino prezzi che, fornito
come fascicolo separato, sarà aggiornato periodicamente.
Cod. LEESGTB280AI
Infine per il “Pianeta Schneider” un flash sul nuovo programma dei corsi di formazione 2003/2004.
Buona lettura e buon “aggiornamento”. Vi ricordiamo
che, proprio per la vastità e la complessità dei temi
trattati, la redazione di “Professione Installatore” è a
Vostra disposizione per ricevere richieste specifiche
e sottoporle ai tecnici e ai responsabili prodotto Merlin
Gerin per le risposte.
Sarà un piccolo contributo al Vostro lavoro, magari
quel valore aggiunto per rendere più competitiva la
Vostra “Professione Installatore”.
3
t
ecnica
e
norm e
Le novità della Norma
CEI 64-8 V Edizione:
Impianti elettrici di Bassa Tensione
A Maggio di quest’anno è stata pubblicata la quinta edizione della Norma CEI 64-8.
Oltre ad integrare le Varianti 1 e 2 (quest’ultima richiama le prescrizioni per i locali
ad uso medico) già pubblicate nel 2001, la Norma contiene, sulla colonna sinistra,
la traduzione dei nuovi Documenti di Armonizzazione Cenelec e sulla colonna destra
numerosi commenti del Comitato Italiano.
Le modifiche sono segnate a margine e quelle più significative riguardano i seguenti
argomenti:
Parte 1: Scopo e principi fondamentali
Nella progettazione dell’impianto elettrico si devono conoscere alcune informazioni base come le caratteristiche della rete di alimentazione, i carichi di esercizio, l’alimentazione di sicurezza, le condizioni ambientali senza tralasciare la protezione delle persone e dei beni materiali. Alcune prescrizioni importanti per la
progettazione riguardano i tipi, le sezioni ed i metodi di posa dei cavi, i dispositivi
di protezione di comando e sezionamento utilizzati, l’accessibilità dei componenti, ecc. Per una buona progettazione si fa riferimento alla Guida CEI 02 la quale
richiama il tipo e la composizione dei circuiti con gli schemi, i diagrammi e le
tabelle materiali utilizzando i segni ed i simboli grafici in accordo con le Norme del
CT 3.
La norma CEI-64-8 si applica anche ai circuiti di alimentazione e di distribuzione
degli impianti elettrici dei laboratori di prova mentre per le misure di protezione
contro la scossa elettrica si fa riferimento alla Norma CEI 11-64.
Parte 2: Definizioni
Le definizioni servono per capire il senso della norma e parlare lo stesso linguaggio.
“Il conduttore di protezione” serve per assicurare la protezione contro i contatti
indiretti. In questo caso ci si deve assicurare del collegamento con le masse, le
masse estranee, il collettore di terra, il dispersore, ecc.
La persona addestrata è definita come persona esperta, che ha una sufficiente
conoscenza tecnica ed esperienza per prevenire i pericoli elettrici, come “persona avvertita”, che è stata informata ed avvisata da un esperto per prevenire i
rischi elettrici.
bella per la protezione contro i contatti indiretti con
circuiti SELV e PELV ed una tabella informativa che
riguarda la separazione di protezione ed il collegamento a terra.
La nuova sezione 443 riguarda la protezione contro
le sovratensioni sia di origine atmosferica (fulmini) sia
dovuta a manovre generate da apparecchi elettrici
(interruttori, ecc.).
Nel caso di protezione contro le sovratensioni di origine atmosferica occorre partire da un’analisi del rischio dei danni e ci si deve coordinare con le prescrizioni del CT 81.
La CEI 64-8 dà una classificazione delle categorie
di sovratensione per la tenuta all’impulso di origine
atmosferica dei componenti elettrici. Si parte dalla
Categoria I in cui il componente ha una ridotta tenuta all’impulso fino ad arrivare alla Categoria IV
con 6 KV di picco, per una tensione di esercizio di
230/400 V c.a.
L’impiego dei limitatori di sovratensione (SPD) dipende dal risultato dell’analisi del rischio secondo la Norma CEI 81-4 e applicato nella guida CEI 81-8. Nella
parte commento della norma CEI 64-8 si riporta un
esempio di tenuta ad impulso da assegnare ad un
componente.
Parte 4: Prescrizioni per la sicurezza
Una modifica importante nel Capitolo 41 riguarda la
protezione mediante bassissima tensione.
La protezione contro i contatti diretti è necessaria non
solo se il componente elettrico si trova all’interno ma
anche all’esterno di un edificio dove è effettuato il collegamento equipotenziale principale. L’impianto di terra e le masse di un sistema PELV devono però essere collegate con un conduttore di protezione al collettore principale di terra e la tensione nominale non
deve superare 25 V, in c.a., oppure 60 V in c.c. per
luoghi asciutti e che non si prevedono contatti estesi
di parti attive con il corpo umano.
In tale senso è stata aggiunta nella norma una ta-
Struttura
confine proprietà
P
O: origine O
dell’installazione
U
Q
Wh
Installazione
Categoria IV (6 kV)
A
P
Installazione
Categoria III (4 kV)
Installazione
Categoria II (2,5 kV)
Contatore elettrico
Q: Quadro elettrico principale
P: Presa a spina
U: Apparecchio utilizzatore
A: Apparecchiatura elettronica
Installazione
Categoria I (1,5 kV)
Wh:
4
t
ecni ca
e
norme
Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici
I tubi protettivi, i canali ed i loro accessori devo essere conformi alla serie delle
norme CEI EN 50086 che riguarda i sistemi dei tubi, canali e loro accessori.
Alcune prescrizioni utili nella parte commenti riguardano i tubi di materiale plastico sotto pavimento (rispondenti alla CEIEN 50086-1) che devono essere di tipo
medio per la resistenza allo schiacciamento (resistenza a 750 N).
I tubi protettivi che vanno annegati in strutture prefabbricate devono resistere ai
danneggiamenti e alle sollecitazioni della struttura e per questo impiego sono
idonei i tubi pieghevoli autorinvenenti di materiale termoplastico conformi alla
Norma CEI EN 50086-2-2.
Nella sezione 531 si danno alcuni esempi generali per la scelta dei differenziali di
tipo A e di tipo B con un rimando specifico alla sezione 710 per applicazioni
particolari (in ambienti medici, ecc.).
In 531.2.1.4 si specifica che i differenziali devono essere scelti in base al tipo di
corrente di guasto verso terra: “Per correnti di guasto a terra pulsanti unidirezionali
applicate istantaneamente o lentamente crescenti si utilizzano differenziali di tipo
A; per correnti di guasto a terra continue applicate istantaneamente o lentamente
crescenti, si usano i differenziali di tipo B.
Nel capitolo 56 si consente di utilizzare l’alimentazione di sicurezza anche per
altri scopi solo se non è compromessa la funzionalità dei servizi di sicurezza. Per
la scelta delle sorgenti di alimentazione si rimanda alla sezione 351. Se la sorgente è costituita da accumulatori stazionari si devono osservare le prescrizioni
della Norma CEI 21-6, fatta eccezione per l’illuminazione di sicurezza realizzata
con lampade ad alimentazione autonoma o attraverso apposito armadio con potenza fino a 3,5 kVA. I circuiti che alimentano i servizi di sicurezza non devono
inoltre attraversare i luoghi a maggior rischio in caso di incendio, a meno che non
siano loro stessi resistenti al fuoco.
Le informazioni dell’Allegato F servono da guida sia
per le verifiche iniziali sia per le verifiche periodiche.
In alcuni casi specifici le verifiche sono obbligatorie
per legge.
Una verifica periodica può essere fatta dopo alcuni
anni o anche in tempi più brevi (semestrale) per quei
luoghi in cui ci possono essere maggiori rischi (degrado, incendio, esplosione, ecc.).
Le verifiche periodiche possono essere sostituite, nel
caso di impianti elettrici estesi (per esempio in grandi
industrie), da un regime di sorveglianza sicuro e da
una manutenzione continua degli impianti da parte
di persone esperte.
Tra le più importanti ci sono:
• l’esame a vista, che comprende la protezione contro i contatti diretti e la protezione contro l’incendio;
• la misura della resistenza di isolamento;
• la prova della continuità dei conduttori di protezione;
• le prove per la protezione contro i contatti indiretti;
• le prove di funzionamento dei dispositivi di protezione a corrente differenziale (RCD) e dei dispositivi
di controllo dell’isolamento (IMD).
Dopo le verifiche bisogna redigere un rapporto di prova che comprende, oltre alle informazioni riguardanti
l’esame a vista, le prove effettuate, la registrazione
dei risultati, le indicazioni su qualsiasi modifica od ampliamento effettuati ed infine l’eventuale non rispondenza alle prescrizioni della norma impianti, specificando le parti dell’impianto interessate.
Parte 7 Ambienti ed applicazioni particolari
Parte 6: Verifiche
Le verifiche iniziali dell’impianto vanno effettuate da una persona esperta la quale, alla fine del controllo, deve redigere un rapporto di prova.
Gli strumenti di misura e gli apparecchi di controllo usati per le prove sull’impianto
elettrico devono essere conformi alla Norma EN 61557 che ne definisce i requisiti. Se si usano altri strumenti di misura, essi devono avere caratteristiche e grado
di protezione almeno equivalenti.
Per la prova della resistenza di isolamento, i dispositivi di protezione contro le
sovratensioni (SPD), che possono influenzare la prova, vanno disinseriti. Se questo
non risulta possibile (ad esempio nel caso di SPD incorporati in prese a spina
installate a parete) è consentito ridurre la tensione di prova sino a 250 V c.a. sul
circuito interessato.
La prova dei dispositivi differenziali, nei sistemi TT e TN, va effettuata con una
corrente differenziale di valore non superiore a Idn usando idonee apparecchiature
di prova. La norma ribadisce che è importante verificare l’intervento delle protezioni senza però effettuare la misura dei tempi di intervento del differenziale (tale
misura è già effettuata dai costruttori dei differenziali in accordo con la Norma di
prodotto). La prova di tensione applicata non è più richiesta per i quadri di bassa
tensione. E’ stato aggiunto un Allegato F informativo per le verifiche periodiche
degli impianti elettrici che servono per controllare se l’impianto o una sua parte,
non si sia deteriorata.
Lo scopo di queste verifiche è anche quello di esaminare se non vi siano stati
cambiamenti nell’uso dell’immobile rispetto a quello previsto e dichiarato per
l’impianto nuovo.
Sezione 702: Piscine e fontane
Il campo di applicazione delle piscine è stato esteso
anche alle fontane, ai bacini naturali, ai laghi, alle aree
costiere o similari.
La classificazione delle zone per le piscine non è cambiata. Per il collegamento equipotenziale non è necessario ricorrere ad una griglia metallica o a un pavimento metallico supplementare se il pavimento si
trova all’interno della zona di influenza del collegamento equipotenziale (ad esempio in strutture in cemento armato con armature metalliche connesse allo
stesso collegamento equipotenziale).
5
Zona 1
1,5 m
Acqua in Zona Q.
Vasca di fontane, cascate e altri spazi occupati
dall’acqua della fontana.
2m
1,5 m
Volumi sotto i getti d’acqua e sotto le cascate
da considerare Zona Q.
2m
2,5 m
2,5 m
2,5 m
2m
2,5 m
Vasca
2,5 m
Vasca
Fig. 2 Esempio per la determinazione delle varie zone per le fontane.
Nelle zone Q ed 1 delle piscine è permessa solo la protezione con circuiti SELV
(tensione nominale non superiore a 12 V in c.a. od a 30 V in c.c.), e la sorgente di
sicurezza è installata al di fuori delle zone Q, 1 e 2.
Gli apparecchi utilizzatori che sono previsti per l’impiego all’interno delle piscine o che sono previsti per essere fatti funzionare solo quando non vi siano
persone all’interno della zona Q, devono essere alimentati tramite circuiti protetti mediante circuiti SELV oppure mediante l’interruzione automatica della
alimentazione usando un dispositivo di protezione a corrente differenziale non
superiore a 30 mA.
Le prese a spina dei circuiti che alimentano gli apparecchi utilizzatori e quelli di
comando devono essere provvisti di un’adeguata segnalazione per avvisare l’utente che tali apparecchi devono essere utilizzati solo quando la piscina non è occupata da persone.
Per le fontane devono essere rispettate alcune prescrizioni addizionali tra cui:
• i cavi di alimentazione degli apparecchi utilizzatori installati nella zona Q devono essere posati il più lontano possibile dalla piscina e devono raggiungere gli
apparecchi utilizzatori installati entro la zona Q percorrendo la via più breve
praticamente possibile;
• i cavi installati nella zona 1 devono essere provvisti di adeguata protezione
meccanica;
• non sono permesse cassette di giunzione e di derivazione nelle zone Q ed 1;
• gli apparecchi di illuminazione destinati ad essere utilizzati nell’acqua o in contatto con l’acqua devono essere a posa fissa e conformi alla Norma CEI EN
60598-2-18 (CEI 34-36). Quelli invece che sono destinati all’illuminazione
sott’acqua devono essere situati dietro oblò stagni ed alimentati dal di dietro
dello stesso oblò.
L’allegato A di questa sezione della norma riporta un sommario delle principali
prescrizioni di protezione nelle varie zone delle piscine e fontane.
Sezione 704: Cantieri
Le raccomandazioni per l’installazione degli impianti elettrici di cantiere sono riportate nella Guida CEI 64-17.
Alcune novità delle prescrizioni normative riguardano le prese a spina e gli apparecchi utilizzatori
portatili con corrente nominale fino a 32A, che devono avere uno dei seguenti requisiti:
• essere protetti con un differenziale da 30mA (in
linea con la norma dei quadri CEI EN 60439-4),
oppure
• essere alimentati da circuiti SELV,
oppure
• essere protetti mediante separazione elettrica con
ciascuna presa a spina o apparecchio portatile
alimentati da un trasformatore di isolamento distinto o da un avvolgimento secondario separato
di un trasformatore di isolamento.
6
ecnica
e
norm e
Sezione 751: Ambienti a maggior rischio in caso di incendio
Le valutazioni del luogo con pericolo di esplosione e di un ambiente a maggior
rischio in caso di incendio vanno eseguite separatamente. Se coesistono i due
pericoli le prescrizioni possono sommarsi.
La Norma inoltre riporta in un allegato di questa sezione le attività che sono
soggette al controllo dei Vigili del Fuoco in base al Decreto Ministeriale 16-021982. Queste attività comprendono in genere impianti o locazioni con maggiori
rischi di incendio come ad esempio stabilimenti o impianti ove si producono gas
combustibili o gas comburenti, ecc.
La tabella 1 della norma fornisce le informazioni sulle condizioni di installazione e
sulla scelta dei gradi IP dei componenti che vanno in strutture combustibili.
I fattori che possono causare un incendio nelle condutture sono molteplici e vanno dai cortocircuiti, surriscaldamenti, contatti elettici, ecc. e per questo le
condutture giocano un ruolo particolarmente importante. Per evitare la propagazione dell’incendio delle condutture la norma prescrive che:
- si devono utilizzare cavi non propaganti la fiamma in conformità alla norma CEI
EN 50265 (CEI 20-35) quando sono installati individualmente o sono distanziati tra loro non meno di 250 mm o sono installati individualmente in tubi protettivi
o involucri con grado di protezione di almeno IP4X;
I centralini con l’isolamento
completo: “Norma CEI
23-51 V4 Giugno 2003”
Per assicurare la protezione contro i contatti indiretti, l’installatore può ora realizzare un centralino con l’isolamento completo in conformità
alla norma CEI 23-51 V4.
Si riportano di seguito alcune prescrizioni per
l’isolamento completo, equivalente agli apparecchi di Classe II:
- l’involucro deve essere di materiale isolante e
resistere alle sollecitazioni meccaniche, elettriche e termiche ed inoltre deve riportare il simbolo del doppio isolamento che si deve vedere
sull’esterno dopo l’installazione.
- cavi non propaganti l’incendio usati in fascio in conformità alla norma CEI EN
50266 (CEI 20-22). Si possono adottare altri provvedimenti come sbarramenti,
barriere tagliafiamma secondo la Norma CEI 11-17.
Installazione
di un quadro
conforme alla Norma
CEI 23-51 V4
Se non ci sono elementi di valutazione delle caratteristiche del materiale infiammabile e combustibile e del comportamento in caso di guasto di un componente
elettrico, si devono tenere determinate distanze.
3
- Il centralino deve essere costruito in maniera
tale che dopo il montaggio degli apparecchi ed
il cablaggio non ci sia la possibilità che una tensione di guasto sia trasmessa all’esterno dell’involucro stesso, anche nella ipotesi di distacco dei conduttori dai morsetti degli apparecchi
interni o nel caso di un cedimento dell’isolamento
funzionale dei conduttori interni.
Conduttura
Conduttura
2
0
0,0
1,5
4
4
Sez. A-A
0
0
Sez. A-A
Conduttura
0
Conduttura
0
t
A
A
A
Pianta
Esempio 1
A
Pianta
Esempio 2
Zona di provenienza delle condutture installate in fascio.
Zona entro la quale gli impianti elettrici devono avere i requisiti di cui in 751.04.5.
Materiale combustibile
Fig. 3 Esempi di distanze da rispettare tra il materiale elettrico ed il materiale
combustibile
Assieme alla CEI 64-8, è stato fornito un CD ROM nel quale si riportano in formato elettronico le Schede Funzionali come supporto all’uso delle norme e delle
guide CEI negli impianti elettrici. Le Schede Funzionali sono state suddivise nei
seguenti settori:
- Quando il quadro è pronto per il funzionamento e collegato all’alimentazione; esso deve racchiudere tutte le parti attive, le masse e le parti
che costituiscono l’eventuale circuito di protezione in modo che queste non possano essere
toccate. Il grado di protezione contro i contatti
diretti richiesto non deve essere inferiore a
IP3XD.
- Per le portelle o le coperture dell’involucro, che
possono essere aperte senza l’uso di una chiave o di un attrezzo, si deve prevedere un ostacolo di materiale isolante per la protezione contro i contatti accidentali.
Naturalmente per l’installatore è più facile acquistare ed utilizzare un involucro conforme la norma
CEI 23-49 V2 con il simbolo del doppio isolamento perché in questo caso il costruttore dell’involucro deve rispettare tutti i requisiti del doppio isolamento effettuando le prove richieste (ad es. la
prova di isolamento verso l’esterno). Il costruttore
dell’involucro è tenuto inoltre a fornire
all’installatore tutte le informazioni ed i mezzi necessari all’installatore perché quest’ultimo possa
realizzare il quadro correttamente e installare un
centralino con l’isolamento completo.
• Residenziale;
• Terziario;
• Industriale;
• Applicazioni varie particolari.
La quinta edizione della CEI 64-8 è stata modificata in maniera sostanziale ed
oltre alle novità illustrate, presenta una più facile consultazione poiché nella stessa pagina si ha sia la parte normativa sia la parte commento.
Prova
di riscaldamento
per misurare
la potenza
dissipata secondo
la Norma
CEI 23-49 V2
7
a
p p l i c a z i o n i
Il nuovo Gruppo
di misura
Il vecchio contatore Enel va in pensione
Da circa un anno Enel Distribuzione sta provvedendo alla sostituzione dei vecchi
contatori di energia, che attraverso il loro disco rotante per anni ci hanno segnalato
quanto la nostra abitazione stesse assorbendo dalla rete, con “nuove e tecnologiche
scatole bianche” dotate di un display che – premendo un pulsante - visualizza
in sequenza tutti i parametri interessanti per l’utente (numero cliente, potenza
istantanea, lettura di consumi e potenza massima, …).
La sostituzione del contatore, oltre che per un opportuno rinnovo delle
apparecchiature installate, si è resa necessaria per introdurre nuovi servizi agli
utenti e per meglio controllare il flusso di energia che con i vecchi contatori risultava di verifica poco affidabile.
In principio, quindi, il nuovo gruppo di misura introduce soprattutto vantaggi, sicuramente per Enel e un po’ meno per il cliente (es. prima poteva superare la potenza contrattuale per un certo tempo, ora non può più farlo), che comunque potrà
avere a disposizione altri servizi.
Sono stati evidenziati, a torto o a ragione alcuni problemi di natura tecnico/normativa, relativi alle scelte da fare per la protezione degli impianti a valle.
Vediamo di affrontarli uno alla volta.
1. Protezione del montante “utenza”
La norma CEI 64-8, che rappresenta il riferimento principale per i progettisti ed
installatori elettrici, nella parte commenti italiani al p.to 473 prospetta la possibilità di utilizzare l’interruttore “limitatore” - che fa parte del Gruppo di misura integrato (contatore) dell’ente distributore - ai fini della protezione del montante di alimentazione dell’energia elettrica, qualora si verifichino tre caratteristiche principali dell’impianto e delle protezioni installate.
In particolare, la norma in questo punto riporta quanto segue:
I montanti che collegano gli organi di misura e consegna centralizzati alle rispettive unità immobiliari
devono essere protetti contro le sovracorrenti secondo le prescrizioni del Capitolo 43 e di questa
Sezione.
Tale protezione deve essere assicurata da un dispositivo, installato subito a valle dell’organo di
misura e consegna, atto a garantire la protezione
contro i cortocircuiti ed anche la protezione contro i sovraccarichi ove questa non sia garantita
dai dispositivi installati in corrispondenza dell’entrata del montante nell’unità immobiliare.
Il dispositivo di protezione alla base del montante, ossia del tronco di condutture, a percorso generalmente verticale, che collega il punto di misura e consegna dell’energia all’impianto
utilizzatore con il suo primo quadro può essere
omesso quando si verificano insieme le seguenti
tre condizioni:
a) sia presente ed accessibile all’utente l’interruttore automatico del distributore di energia
elettrica e tale interruttore automatico sia conforme ai requisiti della Sezione 434;
b) le protezioni installate in corrispondenza dell’entrata del montante nell’unità immobiliare
siano atte a proteggere contro i sovraccarichi
il montante stesso;
c) il montante sia costruito in modo da rendere
minimo il rischio di cortocircuito. Questa condizione richiede tra l’altro un’adeguata protezione meccanica, termica e contro l’umidità.
L’interruttore automatico del distributore (punto a)
o quello installato a valle dell’organo di misura alla
base del montante, se di caratteristiche adatte, può
anche essere utilizzato per il sezionamento (462.1)
del montante.
Nota: L’interruttore automatico installato dal distributore ha lo scopo di limitare la potenza a disposizione
dell’utente; il distributore non è tenuto a garantire l’efficienza di tale dispositivo, ma ciò non invalida la possibilità di usare tale interruttore quale dispositivo di
protezione e sezionamento.
Risulta evidente soprattutto in quest’ultima nota, il principio che Enel e le aziende di distribuzione a livello
comunale (AEM, ACEA, ecc…) hanno sempre dichiarato, cioè che il loro dispositivo “limitatore” è scelto in
funzione dell’unità di misura come protezione della
stessa e non deve essere considerato nella funzione
di protezione dell’impianto.
8
a
p p l i c a z i o n i
2. Protezione del montante con il nuovo “Gruppo di Misura”
3. Ulteriori considerazioni tecniche
Le scelte fatte nel nuovo Gruppo di Misura fino ad ora (per un breve periodo, in
avvio di produzione dei nuovi contatori, è stato utilizzato un apparecchio in curva
D) vanno proprio in questa direzione:
Impostare a priori il discorso della protezione del
montante sulle scelte che ENEL (o l’azienda di distribuzione) fa all’interno del proprio Gruppo di Misura
potrebbe portare – come abbiamo già visto - a valutazioni non sempre corrette: la sostituzione del Gruppo di Misura (e dei dispositivi di protezione) non autorizza a pensare che automaticamente cambino
anche i valori delle correnti di cortocircuito in rete: in
altre parole, il fatto che il potere di interruzione di
questi apparecchi sia stato innalzato da 4500 A dei
precedenti ai 6000 A degli attuali, in principio, non
comporta conflitti di coordinamento coi dispositivi già
in opera sugli impianti dei clienti, che generalmente
sono idonei ad interrompere fino a 4500 A (es. protezione del montante cliente, protezione dell’impianto
domestico, …); le correnti di cortocircuito in rete non
sono cambiate e dunque gli interruttori automatici finora installati sono ancora accettabili.
In realtà, se si dovesse fare un discorso “preciso” (a
regola d’arte) occorrerebbe richiedere ogni volta - per
ciascuna situazione residenziale (condominio, villetta,
palazzina, ...) - ad ENEL il valore della corrente di
corto circuito presunta nell’impianto e scegliere di conseguenza la protezione adatta.
In definitiva, per ovviare a tutte queste problematiche
una soluzione esiste e sta nell’installare una protezione adeguata a valle del contatore di energia qualunque esso sia (nuovo o vecchio) in modo da evitare problemi che sarebbero molto più onerosi che l’acquisto di un semplice interruttore modulare.
Anche se soltanto come puro esercizio teorico, secondo noi non privo di possibili applicazioni restano
da fare alcune riflessioni sulla scelta e l’installazione
degli interruttori automatici a protezione del montante. Partiamo dall’ipotesi che la scelta ENEL del valore di 6000 A di potere di interruzione in corrispondenza del gruppo di misura sia in funzione del valore
della corrente di cortocircuito presunta dell’impianto
in quel punto.
- In = 63 A e questo comporta che l’intervento per sovraccarico diventa un “evento” alquanto improbabile;
- curva di intervento D, fino ad ora, e questo rende poco frequenti interventi dello
sganciatore magnetico (ad esempio per correnti di corto circuito a fondo linea).
In realtà, l’interruttore automatico installato nel gruppo integrato, secondo le nuove specifiche di progetto e costruttive, dovrebbe essere un modulare
magnetotermico con In = 63 A e con caratteristica di intervento di tipo C; la Curva
D è (o è stata) “provvisoria”; naturalmente, in questo caso, cambierebbe il discorso dell’intervento di magnetico, che comunque è associato ad una corrente nominale In = 63 A e quindi con soglia abbastanza elevata.
Con queste caratteristiche elettriche, in ogni caso, l’intervento del dispositivo
limitatore, per sovraccarico e anche per cortocircuito sul montante, risulta essere
un evento poco probabile e quindi le particolarità richieste e prima ricordate nella
parte 473 della CEI 64-8 non risultano facilmente soddisfatte.
La possibilità tecnica, descritta in questo paragrafo dalla norma é corretta ma in
contraddizione con quanto normalmente fatto in Italia dalle aziende di distribuzione di energia: infatti, quando si affronta questa situazione ci si trova davanti ad un
“gruppo di misura/contatore” all’interno del quale e ancora per adesso c’è un
interruttore magnetotermico, da considerare sotto gli aspetti che la norma impianti permette e, in più, c’è da coordinare il montante con esso.
Inoltre c’è da aggiungere che all’interno del Gruppo di Misura non sempre potrebbe non esserci un interruttore automatico, ma semplicemente un interruttore di
manovra – sezionatore e, in questo caso, il problema della protezione non si
porrebbe proprio o, per dirla meglio, si porrebbe nella sua completezza.
A causa e a monte del problema sopra evidenziato in Italia ci sono molti impianti
con il montante protetto dal limitatore del contatore, ma ora ENEL – come abbiamo visto - sta cambiando i Gruppi di Misura e il dispositivo a bordo di questi nuovi
contatori ha una corrente nominale molto più alta.
Tale scelta non è casuale ma nasce dall’idea di dare all’utente dei servizi in più e,
in particolare, uno dei plus è la possibilità, con una semplice telefonata, di cambiare il piano tariffario ed aumentare la potenza contrattuale fino ad una massimo
di 10 kW: da ciò la necessità di avere il dispositivo limitatore con una portata
congruente.
9
Protezione di sostegno effettuata da un interruttore
∫2t
t
(sec)
C2
L
C1
N
C2
C1
C2
N
N
C2
C1
C1
∫b
∫cu
∫cu
∫
∫b
(C1) (C1 + C2)
∫cu
∫cu
∫
(C1) (C1 + C2)
LEGENDA
Interruttore non limitatore (N)
1
Quando applicabile il ripristino dell’alimentazione avviene con C2
C2
Interruttore limitatore (L)
2
∫CU (C1 + C2) ≤ ∫CU (C2)
∫B
Corrente di scambio
3
Per valori di ∫ ≤ ∫U la curva è quella relativa all’associazione (mostrata
in grassetto) i cui dati devono essere ottenuti mediante prova
C1
- l’abbattimento del valore della corrente di cortocircuito dal “contatore - gruppo di
misura ENEL” al punto di installazione del quadretto utente a protezione del montante; con semplici calcoli si può determinare, in funzione della sezione del cavo di
collegamento, la distanza necessaria per abbattere a 4500A il valore della corrente
di cortocircuito; esistono strumenti specifici (di pura elettrotecnica o di specifici
costruttori) che consentono, in ognuno dei due casi e con pochi passaggi, di determinare le lunghezze necessarie all’abbattimento del valore di corrente:
• strumento del costruttore: ad esempio la Guida al Sistema di Bassa Tensione
Merlin Gerin fornisce in una tabella le regole per determinare (una volta fissati i
valori di Icc a monte, Icc a valle e Sezione cavo) la lunghezza del cavo necessaria per ottenere un certo valore di abbattimento della corrente di cortocircuito;
• calcoli di rete: facendo il dimensionamento con le formule di abbattimento
della corrente Icc in rete, si arriva allo stesso risultato del caso precedente;
- filiazione (back - up): su questo metodo di coordinamento tra due dispositivi di
protezione, la Norma CEI EN 60947-2 per gli interruttori automatici di tipo industriale prescrive delle regole molto precise, in termini di verifica tramite prove di
laboratorio o tramite comparazione delle caratteristiche.
In particolare, per la verifica mediante comparazione delle caratteristiche (Annesso A – P.to A.6.2.b e Figura A.4) la Norma prescrive:
“L’idoneità dell’associazione può essere valutata considerando la caratteristica totale di I2t del dispositivo di protezione, nel campo delle correnti che
vanno dal potere di interruzione nominale in cortocircuito Icu (o Ics) di C1
(interruttore a valle) fino alla corrente di cortocircuito presunta dell’applicazione, ma non oltre il massimo valore di I2t lasciato passare da C1, fino al
suo potere di interruzione nominale in cortocircuito oppure un altro valore
limite inferiore assegnato dal costruttore”.
Quindi lo studio che si potrebbe ipotizzare è il confronto tra la caratteristica I2t
dell’interruttore posto a valle e le caratteristiche di limitazione dell’interruttore a
monte (quello del Gruppo di Misura), naturalmente conoscendone le caratteristiche (marca, modello, …); il potere di interruzione “rinforzato” della combinazione
generalmente – per questi valori di corrente e per interruttori modulari di caratte-
ristiche “equivalenti” è pari a quello del dispositivo a
monte.
Questo argomento, per quanto “tecnicamente valido”,
ha due punti che si prestano alla discussione:
- la filiazione (o protezione di sostegno) – come abbiamo visto - è prevista dalla Norma per Usi Industriali (generalmente, i prodotti per questo tipo di
applicazione sono di tipo “domestico o similare”);
- per verificare correttamente e completamente la
filiazione tra prodotti non della stessa marca, sarebbero necessarie prove di laboratorio: il ragionamento
che abbiamo fatto si basa invece sulla comparazione
delle caratteristiche di intervento e di limitazione.
Un punto invece a favore e che va nella direzione della
sicurezza è la limitazione “intrinseca” della corrente di
cortocircuito presunto, dovuta alla sola presenza del
dispositivo di protezione (interruttore) e al suo valore
di “impedenza”, che per la taglia in gioco (poche decine di Ampere) è generalmente elevato.
Tale impedenza, come è facile comprendere, abbatte
ulteriormente il valore della corrente di corto effettiva.
4. Conclusioni
Per concludere abbiamo volutamente e un po’ provocatoriamente “ricordato” alcune regole elementari di
elettrotecnica per “giustificare” scelte tecniche differenti (es. PdI = 4500 A) rispetto alle scelte da specifica dell’Ente Distributore, qualora si avessero motivi
per credere che i requisiti della Norma CEI 64-8 non
siano soddisfatti e che quindi il dispositivo limitatore
del Gruppo di Misura, da solo, non sia in grado di
proteggere il montante di utente.
i
l
parere
degli
Istituto
Marchio
di Qualità
esperti
10
Sicurezza dei prodotti
la responsabilità di installatori
e rivenditori
Vendere e installatre prodotti sicuri, non è solo una questione di deontologia
professionale o di serietà nei confronti dei propri clienti. Prima di tutto è un dovere
previsto dalla Legge.
La Legge n. 791 del 1977, così come successivamente modificata e integrata,
parla chiaro: chi rivende e/o installa materiale elettrico non sicuro e, quindi, che
non soddisfa i requisiti della suddetta Legge, è punito con sanzioni pecuniarie
amministrative.
E la multa è piuttosto salata visto che in ogni caso si tratta di una somma non
inferiore a 10 mila euro ma che può arrivare anche a 60 mila euro.
Sempre che il fatto non costituisca reato. In questo caso, infatti, le sanzioni possono diventare anche di tipo penale. Di fronte a precise responsabilità amministrative e/o penali e non potendo verificare personalmente la sicurezza del prodotto (la cosa sarebbe un po’ dispendiosa oltre che complicata) i grossisti e gli
installatori, che soluzioni possono adottare per essere certi di aver preso tutte le
misure possibili per scegliere prodotti sicuri e poter dimostrare, in caso di difetto,
che il problema è del tutto casuale?
Anzitutto puntare sull’affidabilità e la serietà del produttore, senza lasciarsi tentare dall’occasione o da prodotti a basso costo e non ben identificati. Non accontentarsi solo della marcatura CE che, trattandosi dell’autocertificazione del
costruttore - obbligatoria per legge - di avere costruito in conformità con i requisiti
di sicurezza, può non essere attendibile quando il costruttore non è serio, conosciuto e affidabile. Ma soprattutto affidarsi alla presenza di un marchio di sicurezza. Nel settore elettrico i prodotti certificati con un marchio di sicurezza garantiscono che il prodotto è stato sottoposto da un ente competente, indipendentemente da chi lo vende e lo produce, a tutte le prove necessarie per verificarne la
conformità a tutti i requisiti di sicurezza prima dell’immissione sul mercato; che i
processi di produzione sono stati sottoposti a controlli e che i prodotti sono soggetti a una periodica sorveglianza da parte dell’ente di certificazione per accertare il mantenimento dello standard qualitativo. La presenza di un marchio di sicurezza è dunque il principale strumento che permette di scegliere a prima vista
prodotti sicuri, affidabili e a norma.
Un elemento importante che, oltre a offrire la possibilità di dimostrare in caso di
eventuale responsabilità da prodotto difettoso che ci si è comunque adoperati per
porre in essere tutte le misure necessarie ai fini della sicurezza secondo lo stato
dell’arte, permette anche di migliorare l’immagine nei confronti dei clienti. Uno
strumento infine che consente a grossisti, installatori ed utilizzatori finali di effettuare scelte più precise fra prodotti sicuri e prodotti di scarsa affidabilità.
7 punti da rispettare
●
Gli installatori per legge sono ritenuti responsabili della “qualità” del loro operato e sono
tenuti ad installare materiale elettrico conforme alla legge e quindi sicuro, pena sanzioni
amministrative e penali
●
La scelta di prodotti sicuri è il primo passo
per un impianto a regola d’arte
●
L’acquisto di prodotti certificati è la soluzione più sicura per poter dimostrare, in caso
di prodotti difettosi, che ci si è comunque
adoperati per porre in essere tutte le misure necessarie ai fini della sicurezza, secondo lo stato dell’arte.
●
Il marchio di sicurezza significa verifica preventiva del prodotto da parte di un ente terzo
prima dell’immissione sul mercato (e non
dopo come succede con la marcatura CE)
●
Il marchio di sicurezza significa garanzia di
un ente terzo al di sopra delle parti e non semplice autocertificazione da par te del
costruttore
●
Il marchio di sicurezza significa non solo verifica dei prototipi ma anche sorveglianza e
monitoraggio della produzione
●
Installare prodotti certificati è una garanzia di
professionalità visibile anche nei confronti dei
clienti
Sulla differenza tra marcatura CE
e marchi volontari
La marcatura CE
La marcatura CE è la dichiarazione sintetica del costruttore che un prodotto
soddisfa tutti i requisiti leglislativi di natura comunitaria ad esso applicabili. La sua
funzione è pertanto quella di assicurare le autorità pubbliche dei paesi comunitari
in merito al pieno soddisfacimento degli obblighi legislativi.
La marcatura CE sostituisce il marchi IMQ? No i prodotti marcati CE possono
essere in regola con le direttive vigenti in Europa, quelli marchiati IMQ lo sono
certamente perché controllati da un ente terzo indipendentemente, di provata
competenza e serietà. Quindi il marchio IMQ dà maggiore garanzia ed un valore
aggiunto a qualsiasi prodotto, compresi quelli marcati CE.
La marcatura CE è obbligatoria. Viene applicata dal costruttore senza alcun
controllo da parte di terzi. È necessaria per circolare in Europa, viene posta sul
prodotto o sull’imballaggio o sulla garanzia. Non dà quindi indicazioni al consumatore perché tutti i prodotti hanno tale marcatura.
La marcatura CE è destinata alle autorità di vigilanza. Serve per il controlli sui
prodotti quando sono già sul mercato. Impone responsabilità ai costruttori o ai
rivenditori: sono infatti previste sanzioni di carattere amministrativo o penale per
chi mette in commercio prodotti marcati CE senza che gli stessi soddisfino a tutti
i requisiti previsti dalle direttive che li riguardano.
11
MARCATURA CE
MARCHIO VOLONTARIO
Stato:
Obbligatoria
Volontario
Rilasciato da:
Fabbricante
Parte terza
Necessario a:
Ispettori-controllo (dogane)
Mercato
Valido per:
Circolare in Europa
Paesi industrializzati
Apposto su:
Prodotto, oppure dove non possibile
sull’imballaggio, o avvertenze d’uso o garanzia
Prodotto
Il Marchio IMQ
Il marchio IMQ è volontario. Viene rilasciato da un ente terzo indipendente ed è
quindi una garanzia per gli utenti. È riconosciuto in tutti i paesi industrializzati e
viene posto direttamente sul prodotto.
Il marchio IMQ è preventivo. Viene infatti rilasciato per i prodotti conformi alle
normative tecniche, prima che questi siano immessi sul mercato. Viene poi esercitato un controllo sulla produzione e sul mercato stesso. È una salvaguardia per
i costruttori e per i rivenditori, in quanto in sede di giudizio per responsabilità da
prodotto, un marchio di conformità alle norme tecniche, rilasciato da un ente
terzo, può essere un utile mezzo di prova per l’esonero delle responsabilità del
produttore.
Il marchio IMQ risponde a una logica di mercato, che chiede il riconoscimento
autorevole di un prodotto costruito nel rispetto delle norme di sicurezza.
- si pone come un marchio volontario: non c’è infatti
alcuna legge che obblighi il costruttore a richiederlo, ed è quindi una libera scelta d’impresa
- vuole dire che il prodotto risponde, dove esiste
armonizzazione, a norme internazionali e, dove
questa armonizzazione non è stata ancora raggiunta, a norme nazionali
- significa che il prodotto è costantemente sotto il
controllo dell’ente e che non basta quindi aver ottenuto il marchio, ma che bisogna mantenerlo nel tempo, garantendo la stessa sicurezza della prima produzione, rigorosamente verificata periodicamente.
Il marchio IMQ è voluto dai consumatori perché dà
garanzia di un prodotto indipendente ed è una protezione per i costruttori, i rivenditori e gli installatori in
caso di giudizio per responsabilità di prodotto.
Guida ai marchi IMQ
La certificazione IMQ prevede diversi marchi a seconda della tipologia di prodotto. Nella tabella sono riportati i principali, specificando, per ognuno, il significato e la categoria di prodotto.
IL MARCHIO IMQ
Utilizzato per apparecchi e componenti attesta la conformità dei prodotti elettrici ai requisiti delle norme CEI/EN.
IL MARCHIO ENEC
ENEC marchio comune europeo, attesta la conformità alle norme EN di apparecchi di illuminazione e relativi
componenti, delle apparecchiature per la tecnologia dell’informazione, dei trasformatori, degli interruttori e
dei componenti per apparecchi elettrici.
IL MARCHIO HAR
Attesta la conformità dei cavi di bassa tensione alle norme armonizzate europee.
IL MARCHIO IMQ PERFORMANCE
È un marchio di qualità per prodotti elettrici che certifica oltre alla sicurezza anche alcune caratteristiche del
prodotto quali le prestazioni, il rendimento e il rispetto ambientale.
IL MARCHIO IMQ-EMC
Attesta la conformità ai requisiti di compatibilità elettromagnetica stabiliti dalle norme europee EN.
IL MARCHIO IMQ-SISTEMI DI SICUREZZA
Attesta la conformità alle prescrizioni di sicurezza e prestazioni contenute nelle relative norme CEI. Viene rilasciato alle apparecchiature destinate ad essere utilizzate nei sistemi di sicurezza (impianti antiintrusione e antifurto,
rilevazione e segnalazione incendio, sistemi controllo accessi, sistemi protezione impiego non autorizzato veicoli).
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p
ro d o t t i
e
s e r v i z i
Nuove prese e spine
industriali serie
PK PratiKa:
velocità e sicurezza a portata di mano
Merlin Gerin presenta una gamma innovativa di prese e spine industriali ricca
di funzionalità facili ed intuitive.
La nuova gamma PK PratiKa nasce per soddisfare la forte aspettativa del mercato
in termini di riduzione dei tempi di montaggio e cablaggio, con la garanzia
di un prodotto robusto e sicuro.
La gamma PK PratiKa
La gamma comprende:
• spine mobili diritte
- per l’alimentazione mediante cavo flessibile di installazioni e prese mobili
• prese mobili diritte
- per l’alimentazione di carichi fissi o mobili
mediante un cavo flessibile
• prese da incasso inclinate
- destinate ad essere montate su pannelli,
quadri o macchine per alimentare carichi
derivati mediante spina mobile
• prese da incasso diritte
- stessa funzione delle precedenti con riduzione della superficie frontale d’ingombro, a
scapito della profondità dell’insieme presa e
spina.
Le nuove prese e spine industriali serie PK
PratiKa coprono tutti gli impieghi in bassa tensione, per tutte le frequenze previste dalle norme IEC 60309-1 e IEC 60309-2 e sono disponibili nelle versioni:
• 16 e 32 A
• 2P+T, 3P+T e 3P+N+T
• grado di protezione IP44 e IP67
13
Le funzionalità
L’eccellente risultato è testimoniato da alcuni dettagli che fanno la differenza:
●
le prese e le spine mobili della serie PK PratiKa sono fornite con impugnatura aperta: la prima installazione non richiede l’impiego di utensili.
La riapertura si ottiene con pressione sul dispositivo di aggancio mediante utensile appuntito;
●
●
la chiusura del corpo, ottenuta mediante rotazione ad 1/4 di giro, è assicurata da un dispositivo in acciaio inox che ne garantisce lunga durabilità.
Un “click” conferma l’avvenuto bloccaggio;
●
●
la serie PK PratiKa è in totale coerenza tecnica e funzionale con gli altri
prodotti delle serie PK e Kaedra conferendo un’unica immagine di gamma e di design;
il nasello di ritenuta munito di foro, conferisce ulteriore praticità d’uso
permettendo di appendere la presa o la spina mobile;
●
●
il serracavo esterno, con guarnizione integrata e con ghiera imperdibile,
è avvitabile a mano senza bisogno di attrezzi. La particolare concezione della ghiera evita l’autosvitamento derivante da vibrazioni e sollecitazioni meccaniche;
la praticità del nuovo sistema di connessione unita all’ampia accessibilità del
quadro Kaedra garantiscono la massima flessibilità di installazione. Grazie a
ciò risulta agevole cablare le prese da incasso anche una volta montate sul
fronte quadro;
●
●
la connessione senza viti che non richiede la spelatura del conduttore
ed i guidafilo colorati per l’identificazione delle fasi rendono le operazioni di cablaggio istantanee e sicure;
il coperchio della presa mobile IP44 è munito di aletta per una sicura ed
agevole manovra durante l’inserimento della spina;
l’ergonomia dell’impugnatura è studiata per assicurare una salda e
comoda presa anche con guanti indossati;
●
le forme e il particolare trattamento delle superfici di presa non possono
costituire rischi per le mani dell’utilizzatore.
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p
ro d o t t i
e
s e r v i z i
Soluzioni all’avanguardia
La principale innovazione è rappresentata dalla connessione rapida, mediante morsetti senza vite e senza denudare il conduttore, che assicura:
Prese e spine mobili diritte
a bassa tensione
• più rapidità grazie:
- alla connessione di conduttori non spelati
- all’immediata identificazione delle fasi data dai
guidafilo colorati
- al serraggio definitivo dei conduttori che non richiede alcun intervento a posteriori per controlli
e riserraggi;
Caratteristiche
■ tensione di impiego: da 50 a 690 V
■ frequenza di impiego: 50 / 60 Hz
■ tensione di isolamento: 690 V
■ correnti nominali: 16 e 32 A
■ prestazioni elettriche e meccaniche
In [A]
numero di cicli
sottocarico
a vuoto
16
> 5.000
32
> 1.000
> 1.000
■ grado di protezione secondo norme IEC 60529 e CEI EN 60529:
IP44 e IP67
■ grado di protezione contro gli impatti meccanici esterni
secondo norme CEI EN 50102: IK 08
■ resistenza al fuoco ed al calore anormale
secondo norme IEC 60695-2-1 e CEI 50-11: 850 °C (glow wire)
■ materiale:
❏ involucro in tecnopolimero autoestinguente
❏ spinotti in ottone nichelato
■ ingresso cavi:
In [A]
IP44/IP67
serracavo stagno – mm
16
8 – 15
32
11,5 – 21
■ connessione dei conduttori non spelati mediante semplice rotazione
del cassetto portaconduttore
❏ sezione allacciabile dei conduttori
In [A]
cavi flessibili – mm2
16
da 1 a 2,5
32
da 4 a 6
• più sicurezza grazie:
- alla superficie di contatto predefinita che garantisce
una conducibilità più elevata
- alla pressione di contatto costante e garantita nel
tempo che assicura riscaldamenti ridotti
- all’insensibilità agli urti ed alle vibrazioni a garanzia di un contatto sicuro nel tempo
- alla tenuta garantita anche con conduttori spelati;
• più praticità grazie:
- al cassetto guidafilo manovrato a mano che non
richiede l’impiego di nessun utensile
- alla conferma dell’avvenuta incisione dell’isolante mediante un “click”, data dall’aggancio a scatto del cassettino guidafilo
- ad un sistema unico, comune a tutta la gamma
PK PratiKa che rende intuitive le operazioni da
eseguire.
Prese fisse da incasso inclinate
e dritte a bassa tensione
Caratteristiche
■ tensione di impiego: da 50 a 690 V
■ frequenza di impiego: 50 / 60 Hz
■ tensione di isolamento: 690 V
■ correnti nominali: 16 e 32 A
■ prestazioni elettriche e meccaniche
In [A]
numero di cicli
sottocarico
a vuoto
16
> 5.000
32
> 1.000
> 1.000
■ grado di protezione secondo norme IEC 60529 e CEI EN 60529: IP44 e IP67
■ grado di protezione contro gli impatti meccanici esterni
secondo norme CEI EN 50102: IK 08
■ resistenza al fuoco ed al calore anormale
secondo norme IEC 60695-2-1 e CEI 50-11: 850 °C (glow wire)
■ materiale:
❏ involucro in tecnopolimero autoestinguente
❏ alveoli in ottone
❏ perni e molle in acciaio inox
■ connessione dei conduttori non spelati mediante semplice rotazione
del cassetto portaconduttore
❏ sezione allacciabile dei conduttori
In [A]
16
32
cavi flessibili – mm2
da 1 a 4
da 4 a 10
15
I vantaggi per i clienti
In conclusione possiamo affermare che le nuove prese e spine industriali serie
PK PratiKa costituiscono una grande opportunità:
• per gli Installatori, ai quali viene offerta:
- estrema facilità e rapidità d’installazione
- garanzia di funzionamento senza necessità di interventi a posteriori
- gamma completa ed articolata
- un prodotto innovativo, in grado di rafforzare l’immagine di un professionista;
• per gli Utilizzatori, ai quali viene garantita:
- totale sicurezza nell’impiego (IP, IK, forme)
- durata di vita e assenza di manutenzione per verificare lo stato delle connessioni
- riscaldamenti ridotti delle connessioni con riduzione dei rischi d’incendio
- estetica moderna, adatta a qualsiasi ambiente, anche con presenza di pubblico.
Semplici e rapide da cablare le nuove prese e spine industriali serie PK PratiKa sono altresì semplici ed immediate da scegliere. La nuova gamma
infatti è caratterizzata da una codifica “parlante”
che permette di ricostruire il codice di ordinazione
partendo dalle principali caratteristiche del prodotto
che necessita.
Avendo bisogno, ad esempio, di una spina industriale con corrente nominale 16 A, in esecuzione mobile, con grado di protezione IP44, tensione nominale
230 V, nella versione 2P+T è sufficiente aver memorizzato alcune semplici informazioni sintetizzate nello schema sotto riportato per ottenere il codice di ordinazione.
Codifica delle prese e spine industriali PK PratiKa
PK X 16 M 4 2 3
Gamma prese e spine
industriali PK
Tipo apparecchiatura
X = spina a cablaggio rapido senza viti
Y = presa a cablaggio rapido senza viti
Numero di poli
3 = 2P+
4 = 3P+
5 = 3P+N+
Corrente nominale (In)
16 = 16 A
32 = 32 A
Tensione (Un)
1 = 110 V
2 = 220 V
3 = 380 V
4 = 480 V
Esecuzione
M = mobile
F = da incasso inclinata
G = da incasso diritta
Grado
di protezione
4 = IP44
7 = IP67
Esempio: PKX16M423 = Spina mobile BT IP44 16 A 220 V 2PT cablaggio rapido
16
a
p p l i c a z i o n i
Installazione
degli SPD
Le regole di cablaggio
• Prima regola da rispettare è quella di non superare “ragionevolmente” i 50 cm per il cablaggio
dell’SPD e del suo interruttore di protezione. Il
collegamento ideale è rappresentato in fig.3.
nei quadri elettrici
di bassa tensione
Le sovratensioni rappresentano una delle
frequenti cause di fuori servizio delle reti
elettriche, oltre che una potenziale fonte
di pericolo sia per i beni che per le persone.
Infatti una sovratensione può chiamare all’intervento una protezione da
cortocircuito, con conseguente apertura di circuiti più o meno prioritari e conseguente danno economico.
Inoltre nel caso più sfortunato, la sovratensione può provocare il cedimento dell’isolamento principale dell’impianto elettrico e/o delle macchine/apparecchiature
ad esso allacciate, con conseguenti archi elettrici che in particolari circostanze
possono innescare incendi, e quindi potenziale perdita di vite umane.
Tra tutte le cause di sovratensione in rete, quella imputabile alle scariche atmosferiche (fulmini) rappresenta sicuramente la più importante e nello stesso tempo
la più pericolosa.
Oggi i moderni dispositivi limitatori di sovratensione SPD in bassa tensione (Surge
Protective Devices), permettono di proteggere adeguatamente gli impianti, con
un intervento certo ed immediato, abbattono drasticamente la probabilità che eventi
come quelli evocati precedentemente possano concretizzarsi.
Ad oggi, per quanto riguarda la corretta scelta degli SPD, sono disponibili sia
documenti emessi dall’Ente Normatore Nazionale (Guida CEI 81-8, Guida d’applicazione all’utilizzo di limitatori di sovratensioni sugli impianti elettrici utilizzatori
di bassa tensione) che pubblicazioni provenienti da costruttori, grandi utenti ecc..
Questo articolo vuole essere un contributo al chiarimento per quanto concerne
l’aspetto pratico di INSTALLAZIONE DEGLI SPD NEI QUADRI ELETTRICI DI
BASSA TENSIONE.
Nel seguito verranno quindi prese in considerazione e sviluppate , per le varie
tipologie di quadro, alcuni aspetti pratici che contribuiscono, a volte in maniera
determinante, a far si che la protezione dalle sovratensioni tramite SPD risulti
corretta ed efficace.
Una errata installazione in quadro, può vanificarne la caratteristica principale per cui
vengono installati, che è appunto la sicurezza di esercizio dell’impianto elettrico.
I collegamenti
Devono essere i più corti possibili. Per proteggere un’apparecchiatura, una delle
caratteristiche essenziali è il livello di tensione massima che essa è in grado di
sopportare ai suoi capi.
Si sceglierà quindi un SPD con un livello di protezione adeguato all’apparecchiatura da proteggere (fig.1). La lunghezza totale delle connessioni è L=L1+L2+L3.
Approssimativamente l’induttanza per unità di lunghezza delle connessioni è circa 1 µH/m (per correnti ad alta frequenza).
L’applicazione della regola ∆U = L di/dt con un’onda 8/20 µs e una corrente di 8
kA, porta ad una tensione di cresta pari a 1000 V di cresta per metro di cavo.
Fig. 2 - rappresentazione schematica delle connessioni
• Seconda regola, le partenze dei conduttori protetti devono essere presi ai morsetti dell’interruttore di sezionamento e dall’SPD, nel caso di piccoli quadri con poche partenze.
Fig. 3 - i collegamenti dei conduttori di partenza
vengono realizzati agli stessi morsetti dell’interruttore e dell’SPD
• Terza regola, occorre che i conduttori d’ arrivo
fase neutro e PE abbiano un percorso all’interno
del quadro che li tenga il più possibile raggruppati, in modo che si riduca la superficie della spira.
• Quarta regola, bisogna separare i conduttori di
arrivo all’SPD dai conduttori di partenza in modo
da evitare che i cavi di arrivo affetti da eventuali
perturbazioni da sovratensione possano disturbare a sua volta i cavi di partenza.
Difatti
3
∆U = 1x10 -6 x 8x10-6 = 1000 V
8x10
Fig 4 - le precauzioni del collegamento in cassetta (regole 2,3,4,5)
Fig. 1 - le connessioni per un SPD , L< 50cm
La tensione ai capi dell’apparecchiatura U= Up+U1+U2.
Se L1+L2+L3=50 cm, avremo 500 V di sovratensione per una corrente di cresta
pari a 8 kA.
• Quinta regola, ove possibile bisogna addossare
il più possibile i conduttori contro il fondo del quadro
in modo da minimizzare la spira di massa.
Attenzione che le strutture metalliche dei quadri
siano messe a massa con delle connessioni le
più corte possibili.
17
Sezione dei cavi
Schema di installazione di un SPD all’interno del quadro
Piccoli quadri uso domestico e similare (CEI 23-51)
Per rispettare le regole di cablaggio la
fase e il neutro saranno connessi direttamente all’interruttore di sezionamento
e la terra dell’impianto direttamente al
morsetto di terra dell’SPD. Ove possibile utilizzare dei pettini di collegamento.
Questo cablaggio è particolarmente indicato per piccole utenze (domestico
CEI 23-51).
Quadri di dimensione media quadri
BT CEI EN 60439-1
Il cablaggio rappresentato in figura è
il più indicato per un’applicazione nel
terziario dove sono sempre possibili
ampliamenti dell’impianto, a questo
proposito sarà utile prevedere:
• una morsettiera di distribuzione fase
neutro più vicina possibile all’interruttore di sezionamento dell’SPD;
• una morsettiera di terra intermedia
più vicina possibile all’SPD in modo
da rispettare la regola dei 50 cm.
Sezioni consigliate dei cavi di connessione tra i conduttori attivi e la barretta supplementare di terra.
Le sezioni minime consigliate sono in relazione alla
classe di prova dell’SPD:
Classe SPD
Fig 5 - schema di principio d’installazione di un SPD in quadro per uso
domestico
Sezione minima
in mm2
6
I
(con Iimp ≤ 48 kA per valori
di Iimp superiori a 48kA la sezione
verrà scelta tramite
la relazione S ≥ Iimp/8)
II
III
4
1,5
In alternativa ai consigli pratici della norma potremmo fare eventualmente le seguenti considerazioni.
Sezione del conduttore di
derivazione dalla linea
verso l’SPD.
Fig 6 - collegamento semplificato
per il terziario e l’industria
Alimentazione del quadro dall’alto
Esempio d’installazione di un SPD e
del suo interruttore di protezione
sezionatore associato su due guide
differenti (fig. 7)
• Essa sarà determinata in base all’I2t lasciato passare dal dispositivo di protezione P, in relazione alla
corrente di cortocircuito massima trifase prevista a
livello dell’SPD, nella ipotesi che sia stato installato
un SPD ad innesco.
• La corrente susseguente a 50 Hz, nel caso inneschino tutti gli SPD, è proprio la corrente di cortocircuito
trifase in quel punto dell’impianto, quindi:
S2 ≥
Fig. 7 - installazione dell’SPD sulle
guide differenti
Esempio d’installazione di un SPD e
del suo interruttore di protezione
sezionatore associato sulla medesima
guida (fig. 8)
Fig. 8 - installazione dell’ SPD in
quadro alimentato dal basso e interruttore di protezione E SPD sulla
stessa guida
Alimentazione del quadro dal basso
Nella figura 9 notare la modalità di
cablaggio in quadro quando l’alimentazione arriva dal basso.
In quest’ultima figura si rende evidente l’applicazione di tutte le regole viste fin’ora. Da notare la razionale disposizione dei cavi, con particolare attenzione alla riduzione della spira di
terra , l’arrivo diretto del conduttore di
terra alla barretta supplementare di terra, quest’ultimo accorgimento al fine
di rispettare la regola dei 50 cm, ecc...
Da notare infine la corretta alimentazione di un sotto quadro per mezzo di un
cavo la cui lunghezza è tale da rendere
coordinati gli SPD a monte con quelli a
valle.
√I
2
t
K
Sezioni calcolate dei cavi di connessione tra i conduttori attivi e l’SPD, nel caso rimangano innescati
tutti gli SPD dando luogo ad una corrente susseguente
pari al cortocircuito trifase.
Esempio1:
Icp = 15 kA a 400/415 V valore della corrente di
cortocircuita presunta
I2t = 9 x 104 A2s rilasciato dall’interruttore
S2 = 4 mm2 cavo in Cu/PVC
S2 = 2,5 mm2 cavo in Cu/EPR
Esempio 2:
Icp = 60 kA a 400/415 V
I2t = 6 x 105 A2s rilasciato dall’interruttore
S2 = 10 mm2 cavo in Cu/PVC
S2 = 6 mm2 cavo in Cu/EPR
Conclusioni
Fig. 9 – esempio completo di applicazione di tutte le regole di cablaggio
Da quanto esposto si può quindi affermare che , l’efficacia di una protezione da sovratensione non è legata
soltanto alla corretta scelta degli SPD , ma anche ad un
loro corretto cablaggio all’interno del quadro.
Quindi attenendosi ad alcune semplici regole , non si
compromette il livello di protezione atteso da questi
dispositivi che la moderna tecnica mette a disposizione.
Gli utenti di impianti in bassa tensione hanno oggi a
disposizione un ulteriore componente che conferisce
all’impianto elettrico una maggiore continuità di servizio
oltre all’innegabile riduzione dei rischi legati al fenomeno delle sovratensioni.
18
p
ro d o t t i
e
s e r v i z i
Prisma Plus,
il sistema completo nato per distribuire
la corrente dove è necessario
• Sistemi sbarre moderne ed ad alto rendimento
• Collegamenti prefabbricati perfettamente dimensionati
• Ripartitori dedicati alle apparecchiature Merlin Gerin.
Tutti questi componenti provati in piattaforme di laboratorio con apparecchiatura
Merlin Gerin, permettono di realizzare quadri elettrici sicuri, e conformano
alla norma internazionale CEI EN 60439-1.
Pensate fin nei minimi dettagli, le strutture Prisma Plus permettono di realizzare tutte le configurazioni di
quadri con correnti nominali fino a 3200 A.
Un numero ridotto di codici facilita la scelta ed il montaggio, garantendo:
• associazioni multiple
• l’intercambiabilità dei rivestimenti passando da IP30 ad IP55 senza l’aggiunta di nessuna guarnizione
• l’accessibilità totale verso tutti i punti di collegamento del quadro
• sufficienti spazi in appositi vani cavi per i collegamenti esterni.
Con un’estetica discreta, dove la purezza delle linee si coniuga con la dolcezza delle curve a forma di
ogiva, le strutture Prisma Plus si integrano naturalmente in tutti i siti terziari ed industriali.
La loro capacità in altezza è di 36 moduli di 50 mm.
19
La struttura
I particolari profilati chiusi, danno all’ossatura nello stesso tempo leggerezza ed
estrema rigidità, la sua compattezza permette un guadagno di volume utile di
circa il 15%.
Molto ergonomico, non comporta nessuno spigolo vivo.
Il montaggio viene realizzato con solo 12 viti direttamente accessibili, è particolarmente veloce.
Per il montaggio delle apparecchiature tutto pensato, dalla segnalazione dei moduli direttamente sui montanti, ad un riferimento di partenza nel caso si utilizzi un
comune metro.
Le traverse frontali possono essere asportate anche in cantiere facilitando il collegamento di cavi di grossa sezione.
La cornice funzionale
La configurazione standard prevede una cornice incernierata fissata grazie a solo
2 viti sulla struttura sulla quale vengono poi posizionate tutte le piastre frontali,
garanzia di massima accessibilità alle apparecchiature in caso di manutenzione.
Nuove sbarre Linergy
Una nuova generazione di sbarre a profilo continuo
Tecnologie avanzate hanno portato alla realizzazione del nuovo sistema sbarre a profilo continuo, utilizzando il materiale oggi più usato nella
distribuzione della corrente elettrica, l’alluminio.
Duttile e malleabile, permette la realizzazione di
forme molto complesse che favoriscono al tempo stesso la conduzione elettrica, la rigidità, la
ventilazione e l’estetica.
Le porte
Piene o trasparenti, reversibile destra sinistra, il montaggio delle porte è particolarmente veloce e facilmente realizzabile da una sola persona grazie alle cerniere premontate in fabbrica che si fissano su dei perni con viti ad 1/4 di giro.
La nuova maniglia è dotata di serratura.
I pannelli posteriori
I pannelli per configurazioni IP30 sono frazionati in 2 parti identiche ed
intercambiabili, molto facili a manipolare.
Sono extra piatti per guadagnare superficie nello stoccaggio, mentre apposite
feritoie assicurano una ventilazione naturale del quadro.
I pannelli laterali
Per la loro ergonomia ed i loro bordi arrotondati, sono facilmente maneggevoli, il
loro posizionamento è facilitato da appositi ganci.
Come tutti i rivestimenti, il loro fissaggio è velocizzato dall’utilizzo di dispositivi
1/4 giro.
Prisma Plus G
Il sistema funzionale Prisma Plus G si basa su una filosofia molto semplice.
Una struttura di base costituita da cassette o armadi affiancabili e
sovrapponibili, da un sistema di ripartizione di corrente realizzato da un
sistema sbarre posizionato indifferentemente lateralmente o sul fondo del
quadro e delle unità funzionali complete per ogni tipo di apparecchiatura,
costituita da:
• una piastra di fondo dedicata ed una relativa piastra frontale che eviti l’accesso alle parti in tensione
• dei collegamenti prefabbricati al sistema sbarre
• degli accessori necessari per realizzare il collegamento in sito ed il passaggio della cavetteria ausiliaria.
Tutto è previsto per i loro fissaggi meccanici, le loro alimentazioni elettriche
ed i loro collegamenti in cantiere.
I componenti del sistema Prisma Plus e in particolare quelli dell’unità funzionale, sono stati calcolati e provati prendendo in conto le prestazioni degli
apparecchi. Questa attenzione particolare ha permesso di ottenere
un’affidabilità di funzionamento dell’installazione elettrica ed una sicurezza
ottimale per gli interventi.
Grande importanza è stata data all’accessibilità interna al quadro, nuove soluzioni permettono di accedere facilmente a tutti i punti di connessione favorendo le operazioni di manutenzione.
Il massimo della potenza
Il processo di trafilatura dà la possibilità di eseguire forme molto particolari, consentendo di creare dei diaframmi interni che aumentano il perimetro di passaggio della corrente e nello stesso
tempo di elevata rigidità, 3 supporti bastano per
realizzare un sistema da 40 kA.
In oltre, l’aumento delle superfici di scambio termico permette di aumentare la convenzione naturale delle sbarre, i profili sono anodizzati, ciò
aumenta la loro dissipazione di calore, qualunque sia la configurazione realizzata, le sbarre conservano fedelmente le loro prestazioni.
In sintesi, pure conservando delle dimensioni
esterne ridotte, ed un peso dimezzato rispetto alle
classiche sbarre in rame, il rendimento della barra è ottimale.
Così, fino a 1600 A, questo sistema sbarre a profilo continuo, può essere installato in una canalina
di larghezza150 mm e di profondità 400 mm.
Dei collegamenti elettrici senza confronti
In profilo alluminio con una contatto di qualità
ottimale, infatti grazie ad una procedura con la
quale termicamente una polvere di rame viene
fissata su tutta l’altezza del profilo, viene realizzata una superficie rugosa, la qualità del collegamento elettrico è aumentata così dalla moltiplicazione dei punti di contatto. Il risultato è più
che convincente, il collegamento è assai meglio
del classico rame/rame.
20
Polypact
Caratteristiche generali
È un ripartitore orizzontale isolato, che si fissa direttamente sulla piastra di fondo
delle apparecchiature ed è in grado di alimentare:
• 3 interruttori Compact NS tetrapolari o 4 tripolari, qualunque sia la loro corrente
nominale (100, 160 o 250A), il loro tipo di manovra (diretta, rotativa diretta,
telecomando) fissi o rimovibili
• 3 interruttori Interpact INS tripolari o tetrapolari qualunque sia la loro corrente
nominale (100, 160 o 250A).
Il design e la compattezza sono in perfetta armonia con l’apparecchiatura.
Può essere alimentato indifferentemente da un sistema sbarre tradizionale o
Linergy.
Roadshow
Plus
E’ partito il 15 settembre concludendosi a fine
novembre, il tour di lancio del nuovo Sistema
Funzionale Prisma Plus promosso dalla campagna stampa dal titolo “Vieni a provare la
differenza nei dettagli”.
Per un quadro sicuro
Interamente isolato, contribuisce alla sicurezza delle persone e del quadro stesso.
I collegamenti prefabbricati forniti da Merlin Gerin si fissano con l’aiuto di dadi a
rottura prestabilita che garantiscono la buona coppia di serraggio ed una qualità
di serraggio nel tempo.
Per un quadro evolutivo
Gli interruttori si collegano molto facilmente dalla parte anteriore ed è molto semplice sostituire un apparecchio o aggiungerne uno supplementare.
Ripartitore orizzontale
isolato
Sistema sbarre Powerclip
Powerclip è un sistema sbarre compatto ed interamente isolato (IPxxB).
È consegnato pronto per essere installato con l’utilizzo di soli 3 supporti a prescindere dal valore della
corrente nominale del quadro.
Esistono in versione tripolare e tetrapolare nei calibri
che vanno di 125 a 630 A in 4 lunghezze, può essere
ritagliato al passo di 150 o 200 mm in funzione del
calibro.
E’ possibile collegare al Powerclip apparecchiature
fino a 630 A grazie ad appositi collegamenti prefabbricati, mentre per altre partenze, di qualsiasi tipo ci
si può connettere direttamente con capocorda o con
gli appositi blocchi addizionali per cavi fino a 35 mm2.
Una vera e propria mostra itinerante che ha
percorso tutta l’Italia in 34 tappe, toccando
le principali città da Trento a Palermo, comprese le isole, realizzando 67 meeting, registrando un’ottima affluenza e mettendo in contatto più di 7.500 persone che hanno potuto
apprezzare i dettagli che differenziano la nuova gamma.
Accessori di distribuzione
Ripartitore Polybloc
Il ripartitore Polybloc è stato concepito per essere installato direttamente a valle degli apparecchi Compact
NS100/250 ed Interpact INS250 orizzontali.
La sua installazione è molto veloce. Si fissa semplicemente sugli attacchi degli apparecchi, ne ha la stessa larghezza in modo da non occupare spazio nel
quadro.
I punti di connessione sono inclinati per facilitare l’introduzione dei cavi, e migliorarne l’accessibiltà.
Una clientela variegata e interessata ai contenuti tecnici della nuova gamma Prisma Plus,
si è alternata nei giorni d’esposizione tra
meeting e formazioni, accompagnate dai tecnici e dalla rete commerciale Schneider Electric
cui va un sentito grazie per il bel lavoro svolto.
21
p
i aneta
Schneider
Gli esami
non finiscono mai
Corsi di formazione per gli
installatori professionisti
Anche nel mondo della piccola/media installazione elettrica si assiste
a forti cambiamenti imposti dall’evoluzione delle tecnologie, dall’estensione
della normativa, dal continuo aumento della competitività professionale
e qualitativa.
La tecnologia evolve obbligando l’installatore a mantenere il passo con le nuove
soluzioni proposte.
Le normative, con l’orizzonte europeo, diventano sempre più puntuali, chiedendo
ai singoli operatori maggiori responsabilità e maggiore attenzione nella scelta dei
componenti e nella loro corretta installazione.
Quindi, le professionalità, si definiscono sempre più, togliendo spazio alle
improvvisazioni, obbligando l’installatore ad un continuo aggiornamento tecnico/
normativo.
Le nuove soluzioni offerte sia in fase di studio/progettazione che in fase di realizzazione, permettono una maggiore efficienza ed efficacia, e quindi redditività nello specifico campo delle installazioni elettriche.
Sarel e Schyller si confermano aziende di settore in grado di offrire al mercato le
più adeguate e convenienti soluzioni imposte dal nuovo scenario.
Schneider Electric propone quindi agli installatori un programma di formazione
mirato.
Formazione prodotto/applicazioni
A completamento dell’offerta Formazione Tecnica, Schneider Electric propone
una serie di incontri fuori calendario, della durata variabile e tenuti da tecnici specializzati, sui prodotti, sulle applicazioni e su temi di attualità nel mondo dei materiali per installazione.
Schneider Electric è disponibile a concordare date e sedi per l’effettuazione su
richiesta della Clientela.
Schneider Electric possiede l’esperienza e le competenze per organizzare anche
presso gli utenti stessi tali incontri, oppure corsi e seminari di contenuto tecnico
su argomenti diversi, in grado di rispondere alle necessità della Clientela.
Il prezzo per la realizzazione dei corsi e seminari è stabilito in funzione dei contenuti, della durata e delle condizioni logistiche.
Formazione di base
Una serie di corsi sugli argomenti che costituiscono le conoscenze di base per i tecnici/
installatori.
In particolare:
●
G2: installazione degli impianti elettrici in bassa tensione
●
L1: progettazione ed installazione di un impianto elettrico di illuminazione di interni
●
INST1: il ruolo dell’installatore nella realizzazione di un impianto elettrico
●
SW1: l’utilizzo dell’informatica nello studio e
nella progettazione di un’installazione elettrica in BT
●
SW2: utilizzo dell’informatica nella realizzazione e nella preventivazione dei quadri elettrici in MT e in BT
●
SW3: i supporti informatici per la realizzazione del documento di progetto dell’impianto e
del quadro elettrico
●
EMC: la compatibilità elettromagnetica legata al controllo e processo industriale
●
CS1: tecniche e metodologie per la progettazione, l’installazione e la verifica di sistemi di
cablaggio strutturato in categoria 5e e 6
●
CS2: tecniche e metodologie per la progettazione, l’installazione e la verifica di sistemi di cablaggio strutturato in categoria 7 e
fibra ottica.
L’elenco completo dei corsi
lo trovi sul sito
www.formazione-tecnica.it
22
d
omande
e
rispost e
Protezione, involucri
e alluminio
Cresce la professionalità
grazie alle vostre domande
Dopo il successo ottenuto da questa rubrica nel quarto numero di maggio,
affrontiamo altri tre quesiti selezionati tra tutti quelli pervenuti.
Ricordiamo che questo spazio è a disposizione di chiunque abbia necessità di ricevere
informazioni ed elementi di approfondimento sulle più diverse tematiche
che interessano il nostro settore.
1 Come e cosa significa regolare il tempo della protezione
di lungo ritardo del relè “Micrologic”?
Si consideri il caso di protezione contro il sovraccarico (protezione di lungo ritardo)
da effettuare utilizzando come relé di protezione un’unità di controllo a
microprocessore Micrologic 2.0 associata ad un interruttore automatico scatolato
tipo Compact NS 800N (In = 800 A), adibito ad interruttore generale del “Quadro
di distribuzione”.
Si ipotizzi che la corrente di esercizio (di impiego) sia Ib = 717 A; si deve regolare
la protezione in modo adeguato, ad esempio regolando la corrente a Ir = 0,9 x
800 A = 720 A e il tempo a tr = 2 s (in funzione della l2t sopportabile dal conduttore
e dalle utenze alimentate).
Esaminiamo le curve di intervento in due casi possibili:
1) come si vede dalla curva di intervento (caso 1), si otterrà il sicuro intervento
della protezione da sovraccarico nel tempo prefissato di 1 minuto ad una
corrente di 880 A. La fascia di incertezza relativa all’intervento in 1 minuto si
ha dal valore regolato pari a 720 A (non intervento) fino al valore di intervento
pari come abbiamo visto a 880 A.
2) con la stessa regolazione in tempo (tr = 2) e corrente (Ir = 0,9 x In), l’intervento
di protezione da sovraccarico con corrente pari a 6 Ir = 6 x 720 A = 4320 A, si
ha in un tempo pari a 2 secondi (caso 2).
Ricordiamo che il valore 6 Ir è il valore di corrente di prova per la prestazione
da sovraccarico (tenuta dell’interruttore per un certo tempo) che la Norma di
prodotto CEI EN 60947-2 prescrive di applicare in corrente alternata.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
1° caso
2° caso
soglia e temporizzazione di sgancio lungo
ritardo
LED di segnalazione sovraccarico
soglia e temporizzazione di sgancio corto
ritardo
soglia di sgancio istantaneo
soglia e temporizzazione di sgancio Vigi
o “guasto a terra”
pulsante test Vigi o “guasto a terra”
vite di fissaggio plug lungo ritardo
presa test
test dei LED, «reset» e stato della pila
segnalazione delle cause d’intervento
display digitale
amperometro e indicatori a LED della
percentuale di carico delle fasi
testi di navigazione
23
2 Come scegliere gli involucri in funzione degli ambienti?
La scelta degli involucri è generalmente dettata dalle caratteristiche dell’ambiente
in cui essi vanno installati e, quindi, per alcune di queste, dal grado di protezione
necessario.
Il grado di protezione caratterizza la protezione dell’involucro contro la
penetrazione dei corpi solidi e liquidi al suo interno ed è identificato attraverso il
codice IP; la prima cifra caratterizza la protezione contro i corpi solidi, la seconda
contro la penetrazione dei liquidi.
Esempio:
GRADO IP
2 1
Corpi solidi di dimensioni
superiori a 12,5 mm.
Caduta verticale di gocce d’acqua con
inclinazione dell’involucro fino a 15°.
La Norma CEI 64-8 prevede che i prodotti installati siano conformi alle norme di
sicurezza CEI che li riguardano; ad esempio, per la Norma CEI EN 60439-1
(Quadri BT) il grado di protezione IP 2X è sufficiente a garantire, in condizioni
normali la protezione delle persone e dell’apparecchiatura dalla penetrazione
dei corpi solidi e (per installazioni all’interno) dell’acqua.
La Norma CEI 64-8 prevede il grado di protezione IP 4X solo per ambienti
particolari, più precisamente, per quelli riportati nel paragrafo 751.03.04: “Ambienti
a maggior rischio di incendio per la presenza di materiale infiammabile o
combustibile in lavorazione, convogliamento,
manipolazione o deposito di detti materiali”
Tale richiesta normativa è quindi prevista solo per
una piccola parte delle installazioni e perciò non può
essere ritenuta applicabile ovunque.
Di seguito si riportano invece, a titolo di esempio e
suddivisi per settore di applicazione e più nel
dettaglio, per locali e ambienti specifici, dei gradi di
protezione minimi raccomandati o comunque ritenuti
di buona regola dell’arte; i settori considerati vanno
oltre le applicazioni tipicamente industriali e tengono
conto anche di utilizzazioni domestiche e/o all’aperto,
inserite per avere disponibile l’intera gamma di
possibili installazioni, con specifico riferimento alle
condizioni ambientali alle quali sono sottoposte le
apparecchiature elettriche.
Nota: in mancanza di specifica norma che prescrive
i gradi di protezione da utilizzare, si è presa come
riferimento la pubblicazione francese UTE C 15-103
che rappresenta una guida di scelta del grado di
protezione in funzione dell’ambiente di installazione;
naturalmente, questa guida ha validità ove non
esistano prescrizioni legislative e/o normative in
conflitto con le indicazioni in essa contenute.
Grado di protezione richiesto
Locali (o luoghi) domestici o analoghi
Lavanderie
Cortili
Docce
Locale pattumiere
Sale da bagno
Locali tecnici
Camere frigorifere
Lavatrici/condizionamento d’aria
Locali adibiti a pompaggio d’acqua
Garage e autorimesse con superficie
superiore a 100m2
Zone di lavaggio (all’interno del locale)
Zone di sicurezza all’interno
all’esterno
Zone di lubrificazione
Locali di ricarica batterie
Locali sanitari ad uso collettivo
Sale da bagno individuali
Sale da bagno collettive
Sale da doccia collettive
Lavanderie ad uso collettivo
Edifici per uso collettivo
Uffici/Biblioteche/Archivi
Sale ristorante e mense
Grandi cucine
Locali (o aree) nell’ambito
di colture agricole
Depositi d’alcool/Cantine/Serre
Scuderie/Stalle
Locali per mungitura/Porcili
IP
23
24/25
25
25
23
IP
33
24
23
IP
25
21
24
23
23
IP
21
23
25
24
IP
20
21
35
IP
23
45
25
Pollai
Impianti diversi
Cantieri
Strade, cortili, giardini ed altre
aree all’esterno
Sistemazione di fiere e luna park
Piscine vasche
Volumi di protezione
Circolazione a piedi scalzi
Saune
Stabilimenti industriali
Mattatoi
Fabbricazione e deposito acidi
Lavorazione del legno
Macellerie
Fabbricazione del cartone
Cave
Depositi di carbone
Distillerie/Magazzini frigoriferi
Trattamento di metalli
Fabbriche di carta
Edifici riceventi il pubblico
Edifici sportivi coperti/Musei
Strutture all’aria aperta
Tendone (da circo) e tende
Locali commerciali e annessi
Esposizioni-gallerie d’arte
Meccanica e accessori
per moto e biciclette
Servizi di trasposto e distribuzione
Laboratori di fotografia
3 Per il nuovo sistema funzionale Prisma Plus, le nuove
sbarre Linergy ed alcuni collegamenti prefabbricati sono in
alluminio; quali sono le garanzie di buon funzionamento, e
quali i vantaggi principali nell’utilizzo di questi materiali?
L’alluminio è un materiale già largamente utilizzato nella media tensione e, per
quanto riguarda la bassa tensione, soprattutto nella produzione dei condotti sbarre
prefabbricati.
Non vi sono rischi tecnici nell’utilizzo del materiale.
Un limite potrebbe essere dato dal fatto che, in alcuni casi e per correnti elevate,
si dovrebbero utilizzare sbarre di grossa sezione e quindi poco pratiche; nel
nostro caso specifico, grazie al particolare profilo della sezione, si riescono ad
45
IP
35
34/35
33
37
35
35
34
IP
55/65
33
50/60
24/25
33
55/65
53/63
33
31/33
33/34
IP
21
25
44
IP
20
20
20
23
“annullare” gli eventuali limiti del materiale e utilizzare
sezioni adeguate alle correnti nominali desiderate
riducendo, tra l’altro, il numero di supporti sbarre.
Al fine di garantire un buon contatto (alluminio – rame)
tra le sbarre e i collegamenti, sulle sbarre stesse è
applicata una striscia di rame di spessore pari a 100
mm, mentre i collegamenti prefabbricati sono rivestiti
di uno strato di stagno.
In ogni caso, è importante ricordare che la scelta e i
dimensionamenti del sistema sbarre devono essere
fatti sulla base delle caratteristiche tecniche dichiarate
a catalogo, che sono verificate in laboratorio e quindi
garantite dal costruttore.
Prese e spine industriali
PK PratiKa
Velocità e sicurezza
a portata di mano
Merlin Gerin presenta una gamma innovativa di prese e
spine industriali ricca di funzionalità facili ed intuitive:
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e senza dover spelare i conduttori
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Sicure nell’impiego
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connessione costante e garantita nel tempo,
insensibile ad urti e vibrazioni meccaniche
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solidità strutturale elevatissima,
garantita da tecnopolimeri
di alta qualità
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massima resistenza
agli agenti chimici
Pratiche ed ergonomiche
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forme e superfici studiate
per una comoda presa
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per facilitare l’installazione
e l’impiego
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montaggio e cablaggio
semplice, intuitivo
e razionale
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e meccanica
delle avvenute operazioni
La gamma comprende:
spine e prese mobili
diritte, prese
da incasso diritte
e inclinate, 16 e
32 A, IP 44 e IP 67,
per tutti gli impieghi
in Bassa Tensione e per tutte
le frequenze previste dalle norme
IEC 60309-1 e IEC 60309-2.
www.schneiderelectric.it
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LEES PIS 400 EI
1-1103-25B