Strategie di continuità

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Strategie di continuità
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Iseo: concentrati sul core business
Alberto Schoenstein
Strategie di continuità
Innovazione tecnologica, completezza dell’offerta e notorietà del brand: questi i tre elementi che distinguono Iseo.
Evaristo Facchinetti,
presidente e a.d. di Iseo,
sposato, tre figli, una
femmina e due maschi
inseriti in azienda “a farsi
le ossa”, come racconta
sorridendo.
Pisogne è incastonata tra le terre di Franciacorta, lo splendido lago d’Iseo e l’inizio della
Val Camonica, in provincia di Brescia. Un territorio di grande bellezza e di fruttuosa attività.
Qui, in una splendida giornata di sole di un
autunno che non vuol trasformarsi in inverno,
incontriamo il management della Iseo. Negli
scorsi mesi, l’azienda ha vissuto un periodo di
straordinaria importanza per quanto riguarda
la riorganizzazione dell’identità imprenditoriale
del proprio gruppo, periodo che si è concluso
con l’unificazione strategica dei marchi. Non
solo, ma per continuare a costruire il successo
e incrementarne la crescita, le famiglie Facchinetti e Bandini, che per anni hanno portato
avanti tale fruttuosa politica aziendale, hanno
deciso di dividersi i due core business.
I nuovi assetti
Iseo e l'innovazione:
i cilindri con sistema
CFS, per combinazioni
illimitate nella massima
sicurezza e flessibilità
e, nella gagina accanto
Push Tronic, maniglione
antipanico elettronico della
gamma Idea che risponde
ai requisiti delle norme EN
1125 e prEN 13637.
La sede della Iseo a Pisogne (BS).
Pascal Leclercq, CSO.
Ne parliamo con Evaristo Facchinetti, 58 anni, bresciano doc, presidente e amministratore delegato del gruppo cui fa riferimento
Iseo Serrature.
“In data 29 settembre 2006, è stata conclusa
la transizione alla nuova configurazione societaria. Per oltre trent’anni, le famiglie Facchinetti e Bandini hanno condiviso, e fortemente voluto, le strategie industriali, finanziarie e
di solidarietà: è stata decisa ora, in assoluto
accordo e trasparenza, la divisione azionaria
del Gruppo Iseo, per garantire l’inserimento
positivo delle nuove generazioni familiari. Alla
famiglia Facchinetti sono assegnate le società: Iseo Serrature Spa, Cavers sas, Gera GmbH, Fiam srl, Ims srl, Iseo Iberica, Iseo Middle East, oltre alla partecipazione a Entra Spa.
Alla famiglia Bandini sono, invece, assegnate
le società: Gi.Bi.Di., Rce Spa e la partecipazione a Tattile Spa. Tengo a precisare che non
ci saranno cambiamenti, ma continuità nello
stile imprenditoriale e nello sviluppo. Anche
il management delle aziende rimane invariato
e alla guida di Iseo, dopo quarant’anni, sono
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Iseo Holding
Anno fondazione (di Iseo Serrature): 1969
Presidente e Amministratore delegato: Evaristo Facchinetti
Fatturato 2005: 82 milioni di euro
Dipendenti: 680 (nel mondo), 310 Iseo Serrature
Società della Holding: Iseo Serrature, Ims (Industria
Meccanica Sebina). Fiam, Cavers, Schlosssicherungen
Gera, Iseo Middle East, Iseo Iberica e partecipazione in
Entra Italian Doorhandles.
Certificazioni: Iso 9001 e Iso 14001
stato riconfermato presidente e amministratore delegato”.
L’attuale assetto azionario di Iseo è composto,
oltre che da Evaristo Facchinetti, da Maris
Facchinetti e da un nuovo azionista industriale: il Gruppo Pir, Petrolifera Italo Rumena.
Fondato nel 1920 da un gruppo di soci italiani
e rumeni (a quell’epoca, la Romania era uno
dei maggiori produttori di petrolio) che iniziò la
sua attività a Porto Corsini-Ravenna; i rumeni,
pochi anni dopo, cedettero la società a investitori italiani che non vollero alterarne il nome.
Pir si occupava di importare e distribuire prodotti petroliferi e merci di largo consumo.
“Un nuovo azionista - dice Facchinetti - chiamato a occupare il posto che è stato dell’investitore uscito anch’esso dall’azienda. Al momento, la famiglia Facchinetti detiene il 65%
della holding e Pir il 35% e il suo ingresso
nel consiglio di amministrazione darà nuovo
stimolo all’attività imprenditoriale di ISEO.
Il core business
“Siamo nati come Iseo Serrature, riteniamo
di essere bravi nel settore, il nostro core business è costituito dalle serrature e sistemi di
chiusure e vogliamo continuare in questa direzione - dice Facchinetti -. Questo è il nostro
mondo, il resto ci interessa meno e pensiamo ci sia ancora molto da fare sia in termini di
prodotto sia in termini di spazi commerciali,
nuovi mercati ad esempio e, soprattutto,
vogliamo continuare a essere il punto di riferimento nel nostro settore. Svilupperemo la
ricerca, implementeremo il servizio tecnico,
quello commerciale e marketing”.
Dal 2003, inoltre, Iseo sta operando per raggiungere una identità “corporate”, dopo una
serie di acquisizioni nel mondo.
“Il risultato - prosegue Pascal Leclercq, CSO
di Iseo - è ora contenuto nel manuale del
Corporate Identity. Grazie a questa guida,
Iseo avrà la possibilità di comunicare la pro-
pria identità con lo stesso tono, lo stesso
carattere, la stessa unicità, dalle fiere alla
comunicazione, dal packaging all’etichetta di
prodotto. Così, ad esempio, Gera e Fiam, acquisizioni dell’ultimo periodo, saranno d’ora
in poi linee di prodotto all’interno di Iseo.
Siamo un’azienda - prosegue Leclercq - che
può offrire sempre di più una larga e profonda
gamma di prodotti per rispondere specificatamente ai bisogni del mercato.
Puntare sul servizio
“Possiamo fare tante cose e apportare migliorìe nel servizio post-vendita. Più il prodotto diventa ‘sofisticato’, più l’installatore deve
essere informato e formato. Esiste, ora, una
nuova generazione di installatori più recettiva
alle innovazioni tecnologiche, disponibile ad
accettare nuove soluzioni, magari veicolare
attraverso la rete distributiva che intendiamo
utilizzare e non bypassare”.
I canali distributivi di Iseo sono sostanzialmente cinque: specialisti della sicurezza,
distributori di ferramenta, distributori di materiali edili, grande distribuzione organizzata
e mondo della prescrizione.
“Occorre ricordare come questi canali siano
ben distinti fra loro e non si sovrappongono:
anche i prodotti distribuiti possono essere
diversi, ma, soprattutto, è diverso il modo di
presentare la gamma. In Italia, comunque,
sono tre i canali più rappresentati: grossisti
di ferramenta, grossisti edili e specialisti della
sicurezza e non sono in competizione fra loro.
La clientela di riferimento per ognuno di essi
è diversa. Iseo, mentre scriviamo questo articolo, ha già pienamente superato il budget
previsto per il 2006, dopo aver chiuso il 2005
con 50 milioni euro considerando solo Iseo
Serrature, senza parlare dell’intergruppo.
Una crescita significativa, se si pensa che nel
1994 il fatturato era sotto i 20 milioni di euro.
“La produzione - ricorda Leclercq - ha dovuto
superare quanto avevamo pianificato per
rispondere alla crescita della domanda. Abbiamo, così, dovuto attingere maggiormente
ai magazzini, riducendo le scorte che ora
stiamo ricostituendo. Negli ultimi anni, Iseo
si è impegnata a consegnare il prodotto nell’
arco di una settimana lavorativa. Oggi, ce ne
vuole qualcuno in più ma, ovvieremo al più
presto a questa situazione”.
L’export
“Oggi il 67% del nostro fatturato è rappresentato dell’export. Tuttavia, occorre dire
che trattiamo le acquisizioni estere come intergruppo, non considerando, quindi, la loro
quota. Ecco perché l’export è salito soltanto
dal 65 al 67%”. Oggi, il gruppo dispone di
Cavers in Francia, Gera in Germania, Cerraduras Iseo iberica in Spagna, Iseo Middle
East e, in Italia, Iseo Serrature, Fiam, Ims
e una partecipazione in Entra. Iseo Holding
ha fatturato complessivamente 82 milioni di
euro nel 2005 e impiega 680 persone.
“La Cina può essere vista in modo duplice:
da un lato, costituisce un problema come
produttore - ma non fanno un prodotto qualitativamente competitivo con il nostro sia al
livello tecnologico, sia come brand -, dall’altro, è un grande sbocco commerciale”.
“Ma l’aumento delle materie prime - l’ottone, ad esempio, è cresciuto del 200% e forti
aumenti si sono registrati per zama, acciaio
e alluminio - ha determinato una crescita del
prezzo dei prodotti asiatici maggiore di quanto è avvenuto da noi, riducendo il gap che
esisteva. Noi dobbiamo essere corretti. Non
è cosa semplice e i miracoli nessuno li fa: è
nostra politica introiettare parte dell’aumento, ma una parte dobbiamo girarla al mercato
in modo chiaro e non dimenticare che, oltre
ai prezzi delle materie prime, sono cresciuti
anche quelli dell’energia e di altri fattori che
intervengono nella produzione”.