Delirio collettivo di religiosità

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Delirio collettivo di religiosità
Associazione culturale “Uomini Liberi Uomini Dei”
Innanzitutto un buon anno laico a tutta la cittadinanza di Castiglione Olona. Il
presente volantino predispone un comunicato evoluto dalla lettera pubblica del
31-12-2015 indirizzata al comune di Castiglione Olona e che potete trovare
all'indirizzo: www.uominiliberiuominidei.it sezione rassegna stampa, articolo n.9
“Un Natale laico ed il presepe morente”.
Delirio collettivo di religiosità
Dopo i sanguinosi eventi di Parigi e un serio allarme terrorismo islamico senza
precedenti in tutta Europa, sembra che il mese del Natale appena passato abbia
scatenato un delirio collettivo di orgoglio religioso, generato più che altro dalla
fobia di una religione avversaria che possa prendere il sopravvento. Mobilitazioni
generali e spropositate di una politica vuota di iniziative popolari più importanti,
partoriscono così il caso dei 1500 crocefissi donati dal consigliere Nicola Lodi al
Sindaco di Padova Massimo Bitonci, per distribuirli a tutte le scuole padovane.
In Liguria invece il consigliere regionale Franco Senarega, ha pensato bene di
distribuire piccoli presepi alle scuole di Sanpierdarena, Vabisagno e Recco
spiegando che l'iniziativa vuole marcare una pacifica immagine di una tradizione
che salvaguarda la “nostra cultura” e “non offende nessuno” (?).
Carlo Bagnasco, Sindaco di Rapallo filosofa raccontando che il presepe è
simbolo di “unione e non di divisione”, simbolo legato alla cultura e alle
tradizioni del nostro paese.
C'è poi chi si veste da Re Magio, dimenticando che il suo movimento nacque
orgoglioso di essere “pagano” attraverso il significativo rito d'iniziazione
dell'acqua sorgiva, chi incita a cantare “Tu scendi dalle stelle” e molti altri
messaggi promozionali non di minore vaneggiamento. Nei TOP 10 del mese di
dicembre classificati come “Gli impavidi paladini del cristianesimo”, siamo
indecisi però se mettere al primo posto il caso del capogruppo della lista di
minoranza Gerolamo Fumagalli di Castiglione Olona (Va) che scandalizzato di
“un presepe laico” presentato dal docente scolastico Saverio Lucio Lomurno ha
creduto opportuno addirittura inserirlo come oggetto di dibattito in consiglio
comunale. Cosa non si fa per essere ben visibili alla cittadinanza elettorale!
Qui il problema è davvero serio e non è solo sentirsi laici, atei o difensori del
proprio dogma cristiano. La politica deve smetterla di professare il proprio credo
all'interno delle istituzioni. Questo genere di politica teocratica istiga all'odio di
religione tra le culture monoteiste.
Chi ama la terra Europea deve al più presto comprendere che il succitato
protagonismo promosso a senso unico di ragionamento è una spada di Damocle
che una volta lanciata sbatte contro un muro di gomma e tornando velocemente
indietro senza controllo trafigge chi nel suo delirio l'ha scagliata.
Chi ama la propria terra Europea deve difendere raccontando le proprie tradizioni
culturali paesaggistiche, culinarie e molto altro smettendola di inserire il proprio
culto nella vita istituzionale modello codice Rocco.
Incominciate a ragionare: immaginate uno scenario futuro della tanto discussa
integrazione, quando altre culture sempre più in aumento demografico alzeranno
la cresta e reclameranno anche loro (a questo punto giustamente) uno spazio ai
propri simboli religiosi e alla loro fede, all'interno della scuola. Questo scenario è
più vicino di quanto ci aspettiamo. Se siete un minimo realisti, comprendereste la
confusione che potrebbe generare questa situazione. Un braccio di ferro senza
soluzione alcuna svilupperebbe disordine, caos nella scuola e nella vita pubblica
di ogni cittadino. All'interno di uno specchio del genere ritorneremmo in pochi
anni a vivere in condizioni medioevali quando un delirio collettivo di religiosità
monoteista promuoveva “guerre sante” in nome del proprio Dio Jhavé.
La scuola è istruzione, cultura, educazione civica e non religiosa. Cari Signori, le
vostre sollecitate “tradizioni” si chiamano “cultura di religione” di provenienza
mesopotamica e non Europea. Tra l'altro vengono reclamate così superficialmente
in quanto vige ancora una profonda ignoranza storica sull'argomento senza
contare che questa discussa “nostra cultura” si impose con la violenza e la
sottomissione di massa fisica e psicologica ai nativi popoli che regnavano in tutta
l'Europa di allora. La storia passata, non è un'opinione personalizzata o una
carnevalesca favola da vestire a secondo dell'esigenza politica.
Crediamo che il ministro dell'istruzione deve decidere e votare al più presto e una
volta per tutte, delle regole precise riguardo questa mancanza. Se l'istruzione
scolastica e i suoi docenti continuano a rimanere in silenzio di fronte a questo
problema, si provocheranno in futuro inevitabili e significativi conflitti nella vita
sociale. Tutti questi Signori che giocano con una politica a caccia di voti si
assumano assieme a qualsiasi governo di turno ogni responsabilità per le
generazioni future.
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