RICETTAZIONI BARI SCOOTER RUBATI IL MARKET DEL CRIMINE

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RICETTAZIONI BARI SCOOTER RUBATI IL MARKET DEL CRIMINE
RICETTAZIONI BARI
21 giugno
SCOOTER RUBATI
Scoperta una centrale di motorini rubati nel cuore del quartiere Libertà. I carabinieri la mattina del
21 giugno hanno trovato all’interno di un garage in via Brigata Bari venti motocicli rubati, oltre a
caschi, telai e pezzi di ricambio. E’ stato il satellitare di una moto rubata la notte prima a mettere in
allarme i militari. Nel garage era stata allestita una sorta di officina illegale. La merce rubata, per un
totale di 40 pezzi, si trovava all’interno di un container apparentemente abbandonato. Il box in
realtà era stato affittato qualche mese fa ad un barese di 27 anni, finito in arresto, perché considerato
l’autore materiale dei furti. Per ora il giovane dovrà rispondere di furto: non è escluso che possa
scattare per lui l’accusa di riciclaggio. Saranno le indagini dei carabinieri ad accertare se la merce
rubata era destinata al mercato nero. Il titolare del garage, invece, ha dichiarato ai militari di non
aver visto nulla e quindi non sapere cosa contenesse il box, finito otto sequestro. I carabinieri sono
risaliti al garage di via Brigata Bari grazie al satellitare di una moto rubata qualche ora prima da via
Abbrescia a Madonnella. Il ladro era convinto di aver disinnescato il satellitare, ma il segnale è
rimasto in funzione e così, dopo la denuncia del proprietario, i carabinieri sono arrivati direttamente
al luogo in cui era stato nascosto.
25 giugno
IL MARKET DEL CRIMINE
Sembra allargarsi a macchia d’olio l’inchiesta sul mercato nero barese delle moto rubate che ha
preso le mosse da un blitz dei Carabinieri in un garage di via Mario Pagano, al quartiere Libertà,
alle spalle del palazzo di giustizia di via Nazariantz. Dopo l’arresto del meccanico ventisettenne che
all’interno di quella struttura aveva preso in locazione un container nel quale i militari hanno
trovato una quarantina tra moto e ciclomotori, più diverse parti di moto rubate e relativi documenti
di circolazione, altre due persone, incensurate, legate al meccanico finito in manette, sono state
fermate. Pare si tratti del titolare di una officina meccanica e di un suo collaboratore. Sugli sviluppi
di questa vicenda viene mantenuto, almeno per il momento, il riserbo.
13 novembre
CENTRALE DI RICICLAGGIO DI AUTO RUBATE
Un’organizzazione efficientissima assicurava, in poco più di 24 ore, il furto delle auto, lo
smontaggio, la vendita dei pezzi di ricambio: un business da diverse migliaia di euro che contava
sull’utilizzo di sofisticate tecnologie per disattivare i sistemi di antifurto. Gli agenti del
commissariato di Bitonto hanno arrestato, un 40enne di Terlizzi, incensurato, che gestiva un
capannone dove le auto venivano smontate e poi rivendute pezzo per pezzo. Insieme ai ferri da
carrozziere, gli agenti hanno scoperto, e poi messo sotto sequestro, un sofisticato apparecchio che
permetteva di schermare la zona nel raggio di 100 metri: erano così disattivati tutti i segnali
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telefonici e satellitari, rendendo di fatto innocui gli eventuali sistemi di antifurto attivati sulle auto
da smontare.
14 novembre
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LOCALI PER LO SPACCIO ARREDATI CON TV E COMPUTER RUBATI
Tv e computer rubati per arredare i locali dello spaccio. Un’altra sorpresa riservano le indagini dei
carabinieri ad Altamura che hanno messo nel mirino il diffuso fenomeno del consumo di sostanze
stupefacenti tra i ragazzi. Oltre alla droga, in una perquisizione hanno trovato anche un televisore a
42 pollici, a schermo piatto, che è stato restituito all’Istituto tecnico commerciale. C'era anche altra
refurtiva dove qualche giorno prima erano stati arrestati due ragazzi, un albanese di 19 anni con
alcuni precedenti penali ed uno studente altamurano incensurato. Il blitz nel locale era stato fatto dai
carabinieri nell’ambito di un’attività antidroga, preceduta da servizi di osservazione sul territorio e
da controlli con le unità cinofile. Sospetti confermati in pieno. Nell’appartamentino sono stati
sequestrati 250 grammi di marijuana e sei grammi di cocaina, in parte pronti per lo spaccio. I
militari non si aspettavano di trovare anche apparecchiature informatiche.
permetteva di schermare la zona nel raggio di 100 metri: erano così disattivati tutti i segnali
telefonici e satellitari, rendendo di fatto innocui gli eventuali sistemi di antifurto attivati sulle auto
da smontare.