bollettino diocesano di acireale

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bollettino diocesano di acireale
Anno CXV
luglio-dicembre n. 2 – 2009
BOLLETTINO DIOCESANO DI ACIREALE
2009
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ATTI DEL VESCOVO
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ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
Emergenza educativa.
Ci attende un cammino che ci fa crescere
Lettera per l’Anno Pastorale 2009-2010
Alla comunità diocesana
1. Alla luce di quanto è emerso dal Convegno Pastorale celebrato lo
scorso giugno, possiamo indicare così le Linee pastorali per il nuovo anno: Emergenza educativa. Ci attende un cammino che ci fa crescere.
Mi sono allora chiesto quale cammino proporre alla nostra Chiesa, in
conformità con i passi del Vangelo? La pagina che mi è ha illuminato è
stata quella della Trasfigurazione:
“Gesù, presi con sé Pietro, Giovanni e Giacomo, salì sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi
compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la
sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi stare qui.
Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. Egli non
sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all’entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una
voce, che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo”. Appena
la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto” (Lc 9, 28-36).
2. Nella narrazione di questo evento possiamo trovare gli elementi necessari per determinare il percorso essenziale da compiere per dare risposta
alla “emergenza” che ci interpella come Chiesa, come credenti, come educatori delle nuove generazioni.
a) Viene raccontato, anzitutto, un fatto vissuto insieme. “Presi con sé Pietro, Giacomo e Giovanni”. Il Signore Gesù non vuole camminare da solo.
E non vuole che il nostro, sia un cammino solitario. Non sarebbe espressione della Chiesa.
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Lettere pastorali
Non potrebbe attirare la presenza del Signore, dal momento che lui ci ha
assicurato che “dove sono due o tre riuniti nel suo nome Lui sarà in mezzo a loro” (cfr Mt 18,20).
b) Viene indicato un percorso ascensionale: “Salì sul monte”. Torna alla
mente la “«misura alta» della vita cristiana ordinaria”, indicata dal Papa
Giovanni Paolo II all’inizio del Nuovo Millennio (cfr NMI n. 31). Non
possiamo infatti restare a bassa quota. Abbiamo il dovere di elevarci ogni
giorno per le motivazioni serie, per il comportamento ragionevole e rispettoso, per le attenzioni adeguate alle vere necessità delle persone. “La
prospettiva in cui deve porsi tutto il cammino pastorale – dice Giovanni
Paolo II – è quella della santità” (NMI n.30).
c) La salita sulla montagna ha come motivo principale l’incontro con il
Padre: “Salì sul monte a pregare”. La nostra vita cristiana deve anzitutto
distinguersi “nell’arte della preghiera” (NMI n. 32). Mentre pregava si
trasfigurò. La gloria che Pietro, Giacomo e Giovanni contemplano in
Gesù può essere intesa come bellezza. In questo senso, il Tabor è
l’esperienza della Bellezza divina che rifulge in ogni evento, in ogni persona, in ogni creatura. L’emergenza educativa, alla luce del Tabor, è un
invito pressante a recuperare i tempi e gli spazi dimenticati della bellezza
manifestata nell’arte, nella musica, nella letteratura e, per il cristiano,
nella dottrina, che le Lettere Pastorali definiscono “bella” (1 Tm 4,6), e
nella Parola che ci è donata dal Pastore bello (Gv 10,11). La bellezza,
poi, è chiaramente uno stile ed un atteggiamento che si declina nel tratto,
nel modo piano di parlare, nell’attenzione all’altro, nella cura vicendevole. Bisogna, inoltre, notare che sul Tabor la bellezza di Gesù è quella
del Servo che è passato attraverso l’umiliazione, l’ingiusta condanna e la
morte (cfr Is 52,13-53,12): la bellezza può apparire – e spesso appare
nella realtà di tutti i giorni – sub specie contraria. La bellezza del Cristo
risorto nasce dalla sua piena comunione di amore con il Padre.
d) La preghiera diventa soprattutto ascolto. Il culmine dell’evento della
Trasfigurazione è rappresentato dall’ordine che il Padre imparte ai tre,
avvolti dalla nube, e, attraverso loro, ad ogni lettore e ad ogni credente:
“Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo”. L’ordine è lo stesso ripetuto
ad Israele: “Ascolta, Israele” (Dt 6,4). L’ascolto è il momento iniziale
del processo educativo, come ben illustrano i libri sapienziali. “Ascolta,
figlio mio, l’istruzione di tuo padre e non disprezzare l’insegnamento di
tua madre” (Pr 1,8). Il racconto della Trasfigurazione indica bene, poi,
come quest’ascolto non inizi sul monte, ma a valle, negli spazi della
quotidianità e nei tempi lunghi, spesso terribilmente monotoni e, per
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ATTI DEL VESCOVO
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questo difficili e soggetti alla tentazione che è prova, delle giornate che
scorrono uguali. L’ascolto ha bisogno del silenzio prolungato, per comprendere e discernere l’incontro fondamentale con Cristo. Nelle vicende
mutabili del mondo, “Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre” (Eb
13,8): il rinnovamento della vita cristiana e della pastorale, che comincia
dall’ascolto, non si stempera in una miriade di iniziative che affaticano e
distolgono l’attenzione da ciò che è vero, bello e buono e soprattutto essenziale. L’ascolto dona alla Chiesa il tempo di assumere sempre più il
volto della Sposa che attende il ritorno dello Sposo, evitando così che essa si lasci attrarre dalla logica del mondo che crede di realizzarsi nel
semplice agire e nelle tante cose fatte. La presenza di Mosè e di Elia,
l’uno rappresentante la Torah, l’altro la profezia, sono un invito a vivere
ed ad agire in ascolto della Parola, che è lampada ai passi e luce sul
cammino (cfr Sal 119[118],105)1.
e) Nella preghiera maturano sane relazioni. Senza la Parola, la vita di
fede comunitaria e personale non esiste neppure. Ancora, la presenza di
Elia e di Mosè ricorda che la Parola non è solo consegnata nelle pagine
1
Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, in un suo intervento su La Parola di Dio
nella vita del Presbitero, fa notare: “L’ascolto della Parola, inteso in tutta la profondità appena evocata, deve diventare sua realizzazione obbediente. Gesù ha delineato
con estrema attenzione e dovizia di particolari il processo della Parola che, seminata
in abbondanza, può non venire accolta da quegli ascoltatori da lui identificati nel terreno calpestato, sassoso, spinoso (cfr Mc 4,1-7.13-19 e par.). Non si dimentichi che,
secondo il modo di pensare biblico, la Parola viene ascoltata nella misura in cui viene
realizzata, osservata: se non c’è realizzazione, non c’è nemmeno ascolto. Dove infatti
c’è ascolto senza obbedienza realizzatrice della Parola, l’esito è il cuore incirconciso,
per dirla con i profeti (cfr Ger 6,10; Ez 44,9); è la sclerocardia, secondo il linguaggio
del Nuovo Testamento (cfr Mc 10,5; 16,14), la malattia per cui il cuore si indurisce,
diventa «calloso» e insensibile. D’altronde, lo sappiamo bene per averlo sperimentato: quando si comincia a vivere non come si pensa, non come la Parola di Dio chiede,
poco a poco si finisce anche per pensare come si vive, per non ascoltare più la Parola
di Dio. Questa è un’esperienza spirituale tristissima, perché di fatto coincide con
l’autoescludersi dalla beatitudine pronunciata da Gesù: «Beati coloro che ascoltano la
Parola di Dio e la osservano» (Lc 11,28) e si traduce nell’impossibilità di conoscere
Dio. La conoscenza di Dio (da’at Elohim: Os 4,1; 6,6) che i profeti chiedevano ai sacerdoti (cfr Os 4,4-6), quella conoscenza di Dio così essenziale all’apostolo (cfr Rm
11,34; 1 Cor 2,10-12): il venir meno di tale conoscenza disabilita il presbitero
dalla sua funzione. Allora il Signore dovrà dire nel giorno del giudizio, quando
il presbitero vanterà di averlo ascoltato e di aver fatto eucaristia con lui: «Lontano da me, operatore di iniquità: non ti ho mai conosciuto!» (cfr Lc 13, 2627).
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Lettere pastorali
della Bibbia, ma risuona nel fratello che la ridice al fratello nella comunità ecclesiale: si è tutti responsabili della Parola annunciata o negata al
fratello, allo stesso modo del profeta Ezechiele che il Signore pose quale
sentinella (Ez 33,1-9). Per questo, è necessario curare le relazioni personali all’interno della comunità ecclesiale: le parrocchie non sono imprese
che devono presentare un bilancio alla fine dell’anno (anche se è prescritto di farlo, come buoni amministratori di un bene di tutti), né agenzie di distribuzione dei sacramenti. Sempre più le comunità parrocchiali
sono chiamate ad essere luogo di incontro, di comunione, di autentico
ascolto e di dialogo vero nella carità, nella celebrazione anzitutto, come
anche nella catechesi, nella carità, nelle iniziative programmate,
nell’ordinarietà del cammino umano e cristiano2.
f) La trasfigurazione non esonera dal cammino della croce; anzi lo sostiene, lo perfeziona nella pienezza. Il Vangelo di Luca colloca
l’evento del monte Tabor tra due annunzi della passione. Il secondo,
espresso con termini chiari e decisi. “Mettetevi bene in mente queste
parole: Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini”. Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così
misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento” (Lc 9, 44-45).
Il cammino degli anni passati
3. La nostra Chiesa diocesana in questi anni ha avuto un chiaro orientamento. Le linee pastorali indicate, hanno tracciato le condizioni essenziali
per essere e sentirci “chiesa”3. Sono state certamente indicazioni preziose
per affrontare il momento attuale che ci sollecita a rispondere in maniera
adeguata alla “emergenza educativa”.
2
Si leggano le splendide pagine de “La vita comune” del teologo protestante D. Bonhoeffer, morto nel campo di concentramento di Tegel per testimoniare la fedeltà al
Vangelo.
3
“La Parrocchia, casa e scuola di comunione”. Linee per il cammino pastorale 20032004 (ottobre 2003); “Parrocchia unita a mensa e col grembiule: volto missionario
della comunità”. Linee pastorali per gli anni 2004-2007; “Parrocchia unita, Casa aperta alla speranza”. Linee pastorali per gli anni 2005-2006; “Parrocchia unita: riflesso della comunione ecclesiale diocesana”. Linee pastorali per gli anni 2006-2007;
“Seminiamo insieme la speranza”. Anno pastorale 2007-2008; “Ripartiamo insieme
senza perdere la speranza”. Linee pastorali per gli anni 2008-2010.
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Lettere pastorali
Nelle comunità parrocchiali, un primo momento deve essere quello di
un’attenta e sincera verifica se si è tenuto conto delle Linee pastorali; e se
non si è fatto, per quali motivi non se ne è tenuto conto. La riflessione
dovrà pensare anche a come prepararsi per seguire le indicazioni che adesso vengono offerte, per non restare ancora isolati dal camminare uniti
con la chiesa diocesana. Per questo, rileggendo i temi fondamentali indicati in questi anni, troviamo le “Linee” essenziali del camminare “insieme”.
A tal proposito, il discorso di Origene sulle “pietre vive” per la costruzione del tempio e della necessità di porre in esso un “altare”, ci può aiutare a prendere coscienza del nostro ruolo personale nella vita di tutta la
comunità. Egli scriveva: “Noi tutti che crediamo in Cristo siamo chiamati
«pietre vive», secondo l’affermazione della Scrittura: «Voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione d’un edificio spirituale, per un
sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio per mezzo di
Gesù Cristo» (1 Pt 2 5). Ma come per le pietre materiali vediamo che si
pongono a fondamento le più solide e le più resistenti perché si possa affidar ad esse e porre su di esse il peso di tutto l’edificio, così avviene anche per le pietre vive: alcune sono poste nelle fondamenta dell’edificio
spirituale. Quali sono queste pietre poste nelle fondamenta? «Gli apostoli
e i profeti». Così infatti insegna Paolo: «Edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo
Gesù Signore nostro (Ef 2,20). O ascoltatore, per renderti più atto alla costruzione di quest’edificio, per ritrovarti, come pietra, più vicino al fondamento, sappi che Cristo stesso è il fondamento dell’edificio che stiamo
descrivendo. Così infatti si esprime l’apostolo Paolo: «Nessuno può porre
un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Cristo Gesù»
(1Cor 3, 11). Beati dunque coloro che costruiscono edifici religiosi e santi
sopra un così nobile fondamento. Ma nell’edificio della Chiesa deve esistere anche l’altare. Perciò io penso che chiunque di voi, pietre vive, è atto e pronto all’orazione e ad offrire suppliche a Dio giorno e notte, appartiene a coloro con i quali Gesù edifica l’altare” (Omelia 9). E conclude:
“Adoperiamoci per avere tutti un unico parlare, un unico sentire, niente facendo per contesa né per vana gloria, ma fermi nello stesso sentimento e nella stessa convinzione, perché possiamo anche noi diventare
pietre atte all’altare” (ib.).
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ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
“Insieme” per camminare bene
4. L’esperienza della comunione deve aiutarci a saper camminare.
Tutta la vita è un itinerario senza ritorno. Anche la fede segue la logica del progredire e della crescita. Gesù, con la sua vita, le sue parole, i suoi gesti ci ha manifestato il Vangelo come una realtà da vivere concretamente. Per questo l’Apostolo Giacomo conclude: “La
fede senza le opere è morta” (Gc 2,26).
Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione dogmatica Lumen Gentium,
illustrando il senso della nostra vita temporale, presenta la Chiesa nella
sua realtà di pellegrina, verso la patria eterna. “«Finché abitiamo in questo corpo siamo esuli lontani dal Signore» (2 Cor 5,6); avendo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente (cfr Rm 8,23) e bramiamo di
essere con Cristo (cfr Fil 1,23). Dalla stessa carità siamo spronati a vivere più intensamente per lui, il quale per noi è morto e risuscitato (cfr 2
Cor 5,15). E per questo ci sforziamo di essere in tutto graditi al Signore
(cfr 2 Cor 5,9) e indossiamo l’armatura di Dio per potere star saldi contro gli agguati del diavolo e resistergli nel giorno cattivo (cfr Ef 6,1113). Siccome poi non conosciamo il giorno né l’ora, bisogna che, seguendo l’avvertimento del Signore, vegliamo assiduamente, per meritare, finito il corso irrepetibile della nostra vita terrena (cfr Eb 9,27), di
entrare con lui al banchetto nuziale ed essere annoverati fra i beati (cfr
Mt 25,31-46), e non ci venga comandato, come a servi cattivi e pigri (cfr
Mt 25,26), di andare al fuoco eterno (cfr Mt 25,41), nelle tenebre esteriori dove «ci sarà pianto e stridore dei denti » (Mt 22,13 e 25,30)” (48).
5. Nel cammino, la comunione è necessaria. Si è in cordata. Ognuno dotato dei particolari doni dello Spirito, ricevuti “per l’utilità comune” (1
Cor 12, 7), deve adoperarsi, con la logica del “buon samaritano” (Lc 10,
29-37) a far crescere l’unico “corpo di Cristo” che è la Chiesa (cfr Ef 4,
1-16).
Don Francis-Vincent Anthony sdb, al Convegno dello scorso giugno, ci
ha avvertiti: “Data «la reciprocità dell’azione educativa, tutti i soggetti
educandi diventano, nelle diverse circostanze, soggetti educatori»4.
L’insieme dei soggetti può essere rappresentato da una suggestiva immagine: «Un grappolo d’uva in cui ogni acino rappresenta una «catego4
Proietto M. C., Chi educa(re) nell’azione pastorale? in Convegno Pastorale Diocesano, Emergenza educativa oggi. Chiudersi nella paura o guardare avanti con speranza?
Atti dell’Assemblea Conclusiva, 10 Febbraio 2009, Diocesi di Acireale, 2009, 25.
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Lettere pastorali
ria» di persone che unite sono l’intera comunità ecclesiale innestata alla
vite della Trinità da cui essere educata»5. In un contesto di globalizzazione non basta assicurare un livello di coordinamento all’interno di una
struttura oppure di un settore. È necessario lavorare in rete con tutte le
agenzie che direttamente o indirettamente si intessano della gioventù.
Nessuna struttura può garantire, da sola, la maturazione dei giovani.
Dunque, come avverte Mons. Fisichella: «Ciò che dovrebbe guidarci,
comunque, è la consapevolezza che solo nella complementarietà si può
trovare la forza necessaria per comunicare dei valori che possano essere
accolti così da superare il momento dell’attuale incertezza»6. Emerge
come una necessità «il saper operare in rete: in dialogo e collaborazione
piuttosto che in alternativa con le diverse agenzie educative»7 ”8.
Verso dove andare
6. La maturità della fede ci attende. La meta del nostro “ripartire insieme
ricchi di speranza” (come ci siamo detti lo scorso anno)9 è chiara: formare l’uomo adulto. Questo vuol dire, far sì che dalla nostra azione pastorale vengano fuori “cristiani-cittadini generativi e responsabili”.
È sempre il Relatore che si esprimeva così al Convegno: “La prospettiva
educativo-pastorale lascia intendere che le mete finali del cammino umano e cristiano, sociale ed ecclesiale, sono correlate e complementari.
Tradizionalmente ci si riferiva a questa meta: formare “buoni cristiani ed
onesti cittadini” [secondo lo slogan di Don Bosco]. Oggi sembra opportuno riproporla tenendo presente gli sviluppi nell’ambito educativo e pastorale: formare “cristiani-cittadini generativi e responsabili”. Se la formula precedente sottolineava l’essere «buoni» e «onesti» come una qualificazione sintetica della meta, oggi sembra imprescindibile accentuare
l’agire «generativo» e «responsabile», e recuperare la prospettiva piuttosto passiva dell’essere attraverso la prospettiva dinamica dell’agire” (ib.
1.2).
5
Proietto M. C., Chi educa(re) nell’azione pastorale?, 25-26.
Mons. Fisichella R., Emergenza educativa, 29.
7
Sciuto V. «Quando» educare, in Convegno Pastorale Diocesano, Emergenza educativa oggi. Chiudersi nella paura o guardare avanti con speranza? Atti dell’Assemblea
Conclusiva, 10 Febbraio 2009, Diocesi di Acireale, 2009,32.
8
F. Anthony, Linee operative 3.2.
9
Linee pastorali per gli anni 2008-2010.
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ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
Le dimensioni che rispondono alle caratteristiche “generativa” e “responsabile”, fanno pensare a una comunità che si ritrova per attuare i
modi più adeguati, oggi, per animare e rendere spiritualmente “nutrienti”
tutte le pratiche quotidiane della vita della parrocchia e per distribuirsi i
compiti perché quanto è stato pensato venga attuato nel miglior modo
possibile. Allora ci si sente corresponsabili della vita di fede di tutti.
7. In tal senso, la sinodalità (negli anni passati indicata come stile permanente del nostro cammino di chiesa) è un modo di essere e vivere la
comunità ecclesiale al quale bisogna ancora educarsi bene. Da presbiteri
siamo chiamati a considerare lo specifico del nostro ministero, valorizzando gli altri carismi, che spesso rimangono ancora “mortificati” da un
ministero presbiterale “tutto fare” che non si apre alla corresponsabilità e
all’aiuto. Il corpo di Cristo, notava giustamente l’Apostolo, vive grazie
alla collaborazione di tutte le membra, senza che uno prevalga su tutte,
pena la deformità (cfr 1 Cor 12,12-27). La sinodalità chiede, ancora, di
essere vissuta a tutti i livelli e significa coinvolgimento di tutte le realtà
ecclesiali, nessuna esclusa. Gli uffici diocesani, pertanto, sono chiamati
ad integrare tra loro iniziative e progetti, ordinati su unico tema, al fine
di evitare accavallamenti di date e dispendio di energie. In Diocesi e nelle parrocchie, associazioni, gruppi, movimenti siano connessi tra loro nei
cammini e ricordino di essere parte dell’unica Chiesa, dalla quale sono
nati e alla quale sono chiamati a ritornare, per mettere a beneficio di tutti
il frutto della loro spiritualità. Per tutti, il principio della sinodalità sia
richiamo al rispetto dell’altro e dei suoi carismi e amore per la corresponsabilità che si traduce in fattiva collaborazione e in un impegno comune, scevro da spirito di rivalità o vanagloria, ma tutto teso
all’annuncio del Vangelo e alla manifestazione del Regno di Dio. Un
cammino lento, ma essenziale per saper crescere bene secondo lo spirito
veramente cristiana.
8. Una comunità formata da persone creativi e responsabili dovrà vivere
libera da ogni condizionamento proveniente da tradizioni e usi, ormai
insignificanti che offrono adito a valutazioni che rasentano la superstizione. Quando, infatti, non si ha piena e serena conoscenza delle realtà,
si cercano appigli in tutte le credenze diffuse ed errate. Spesso rivestiamo di serietà e di “sacro” autentiche stupidità dell’agire umano, senza interrogarci sul senso e sulle motivazioni di certi gesti e di certe azioni, così dette “tradizionali”. La nostra fede, allora, si rivela infantile e in10
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Lettere pastorali
significante per le generazioni di oggi. È ormai tempo di essere maturi
nel credere e nell’agire.
La maturità si esercita anche nel campo dei giudizi: non si può vivere
nello Spirito se si continua a puntare il dito, a condannare, coltivando
mentalità retrograde, bigotte, “laccate” falsamente di motivi di fede o di
giuridismo. La maturità, ancora, educa all’accoglienza, alla nobiltà di animo, alla condivisione della vita, trovandoci pronti a servire, nel silenzio e con gioia, come Maria di Nazareth, la mamma di Gesù.
Al Convegno dello scorso giugno ci veniva suggerito tra i metodi
dell’opera “generativa e responsabile”, quello del vedere, giudicare, agire. La Comunità convocata per seguire l’attuazione di questo metodo,
farà esperienza del dialogo, del confronto, della corresponsabilità, della
comunione. E crescerà nella fede e nelle relazioni fraterne senza quasi
avvertirlo; ma formando persone aperte e capaci di sperare e costruire
futuro.
9. La maturità della fede chiede ancora che il comportamento sia improntato secondo le regole del rispetto della persona, della gentilezza,
della comprensione, della bontà, della prudenza, della mitezza, della ricerca dell’interesse del bene comune. In altre parole, le relazioni e le
manifestazioni della fede e del vivere comune, devono regolarsi con i
criteri della finezza e della buona educazione. San Paolo enumera le qualità del “frutto dello Spirito”, vissute da chi ha smesso gli abiti
dell’uomo “vecchio” e ha indossato quelli dell’uomo “nuovo”. “Vi dico
dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i
desideri della carne. […]. Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia,
pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé”
(Gal 5, 16-22)10.
Il Concilio Vaticano II, nel Decreto sul Ministero e la vita sacerdotale,
raccomanda anche ai presbiteri di curare quelle forme alle quali oggi le
persone sono particolarmente sensibili. Ci dice: “I presbiteri per il loro
stesso ministero sono tenuti, con speciale motivo, a non conformarsi con
10
Il fondamento di questa “novità” di vita e la possibilità di attuarla, sta nel fatto che “è
apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a
rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in
questo mondo, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del
nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo; il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere
buone” (Tt 2, 11-14).
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Lettere pastorali
il secolo presente ma allo stesso tempo sono tenuti a vivere in questo secolo in mezzo agli uomini, a conoscere bene, come buoni pastori, le proprie pecorelle, e a cercare di ricondurre anche quelle che non sono di
questo ovile, affinché anch’esse ascoltino la voce di Cristo, e ci sia un
solo ovile e un solo pastore. Per raggiungere questo scopo risultano di
grande giovamento quelle virtù che sono giustamente molto apprezzate
nella società umana, come la bontà, la sincerità, la fermezza d’animo e la
costanza, la continua cura per la giustizia, la gentilezza e tutte le altre
virtù che raccomanda l’apostolo Paolo quando dice: «Tutto ciò che è vero, tutto ciò che è onesto, tutto ciò che è giusto, tutto ciò che è santo, tutto ciò che è degno di amore, tutto ciò che merita rispetto, qualunque virtù, qualunque lodevole disciplina: questo sia vostro pensiero» (Fil 4,8)”
(PO, 3).
Secondo l’esigenza di curare tutto quanto è “giustamente molto apprezzato nella società umana”, è il caso di porre adeguata attenzione e cura al
canto sacro, all’ordine e alla pulizia della chiesa, delle suppellettili e degli ambienti comuni, anche quelli più riservati. Spesso sembra che si sia
perso il senso del bello, del buono e del conveniente per il modo di parlare, di trattare, di vestire e per l’abbandono e il disordine negli ambienti
vitali della vita di una comunità. Anche a proposito dell’abito: non si può
accogliere – per esempio – senza criterio, senza valutazione di opportunità ciò che propone la moda, più volgare e incurante del pudore. La persona di fede non può andare vestita, senza porsi il problema della decenza, del rispetto altrui, dell’opportunità del luogo e delle funzioni. La
partecipazione alle celebrazioni è diventata spesso una “passerella” di
alta moda e di stravaganze in abbigliamento, specialmente in occasione
di battesimi, cresime, prime comunioni, matrimoni. E pensare che si dovrebbe andare in chiesa per pregare e con animo umile e penitente. Quali
insegnamenti possiamo ricavare a tal proposito dalla parabola del Fariseo e del Pubblicano? (Lc 18, 9-14).
10. La maturità della fede ci suggerisce anche una vita sobria, nelle esigenze e nelle richieste. Senza sprechi e senza cura inopportuna di sé, per
essere attenti e premurosi verso le necessità gli altri, come ci ha detto il
Signore. Dobbiamo, quindi, educarci ed educare all’essenzialità. Oggi,
invece, viene suggerito lo spirito di competizione in tutto: si guardano
gli altri per imitarli o per superarli. Si cerca lo sfarzo per apparire; si accetta lo spreco per non restare indietro; si vive in continua tensione per
realtà futili e non necessarie. Si rimane così, schiavi di ciò che è solo
parvenza o pretesa indebita di altri; attenti al tornaconto personale.
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Lettere pastorali
Il Vangelo ci offre un’ampia testimonianza delle richieste di Cristo per
vivere nella pace del cuore. È pertinente la parabola del ricco che si era
proposto di ingrandire i suoi magazzini per accumulare il raccolto della
terra e così riposarsi, mangiare, bere e darsi alla gioia; con l’esito finale
che avrebbe dovuto rendere conto a Dio quella stessa notte (Lc 12,1321).
Nel tempo in cui viviamo, il cammino “contro corrente” è certamente
arduo e faticoso; ma è educativo e porta la forza della profezia. Non
dobbiamo scoraggiarci. Il dovere di rispondere alla “emergenza”, con
una vera maturità umana e cristiana, è urgente e dovere di tutti. Restando
uniti e camminando “insieme”, possiamo farcela.
Come camminare
11. Stabilire la modalità del cammino da compiere è una esigenza da non
trascurare. La nostra chiesa si è mossa da sempre, tenendo conto della
sua vera identità di “popolo di Dio”, unito a Cristo in modo tale da formare con lui “un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti abbeverati a un solo Spirito” (1Cor 12, 13). “Camminare insieme” è dunque la norma dell’essere comunità in “comunione”.
Al Convegno pastorale del giugno scorso, nella sua relazione11, il Relatore ci ha tracciato le “linee operative” per una comunità che svolge la
sua azione educativo-pastorale. Così si è espresso: “Dal secondo dopoguerra si comincia a parlare di «pastorale d’insieme».12 Si intende «insieme» almeno in tre accezioni: insieme a tutte le istituzioni, organizzazioni e associazioni ecclesiali di una diocesi; insieme a tutte le istituzioni, organizzazioni e associazioni socio-culturali di una zona; e insieme al pastore della comunità diocesana e della Chiesa universale. Pastorale d’insieme sta per l’agire organico di una comunità come un corpo
unito, pur nella diversità dei ruoli, delle funzioni, dei carismi, e dei ministeri. Si tratta di un modo di lavorare in rete, correlando il proprio agire
con quello degli altri”.13 E poi aggiunge: “Dal punto di vista della «emergenza educativa», la prospettiva d’«insieme» va compresa anche nel
11
Dovremmo riprendere la Relazione in ogni Comunità, per studiarla insieme agli operatori pastorali e al Consiglio pastorale
12
Cfr Midali M., Teologia pratica. Cammino storico di una riflessione fondante e
scientifica, LAS, Roma 20054, 58-67.
13
Comunità educativo-pastorale: linee operative, 1.1.
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modo di tenere unita la dimensione educativa e pastorale, cioè la dimensione socio-culturale e religioso-ecclesiale. Queste dimensioni convergono nella vita delle persone e nei contesti della loro vita. Benché si
possa fare distinzione tra gli aspetti intra-ecclesiali ed extra-ecclesiali,
essi non possono essere totalmente separati. Inoltre, la prassi educativopastorale è uno specifico modo di pensare alla pastorale giovanile con
riferimento anche al contributo dei giovani alla vita e maturazione della
comunità”14.
Dal momento che la realtà e la missione educativa viene svolta, non da
singole persone, ma dall’intera comunità, il Relatore faceva notare che la
risposta alla “emergenza” va trasmessa dall’atmosfera che si respira in
una comunità e dall’azione integrata di tutti. “Non è solo l’impostazione
organica del lavoro che rende un gruppo di persone una comunità; è
piuttosto il clima di famiglia che si respira tra giovani e adulti, genitori e
educatori che lo fa diventare una esperienza concreta di Chiesa. La comunità è composta di tutti i soggetti della prassi educativo-pastorale. In
modalità diverse, agenti pastorali e educatori, ma anche educandi, genitori, e tutti gli attori principali dell’ambiente ecclesiale e sociale fanno
parte della comunità educativo-pastorale15. Da una parte, si sente un forte bisogno di «un’alleanza tra le diverse istanze educative»16; e,
dall’altra, della «centralità della persona, cioè della soggettività situata»17 dentro una comunità. Ciò significa che le giovani generazioni
non possono venire ritenute semplice oggetto di cura degli adulti, ma
soggetti attivi del processo educativo, capaci di dare il loro contributo
originale. Se tutti, cioè giovani ed adulti, sono soggetti di educazione, in
tal caso l’educazione è una questione di animazione. Educazione non è
un semplice trasmettere visioni e valori di vita da una generazione
all’altro. È un modo di dare anima alle persone, renderle vive ed attive
nel loro processo d’apprendimento. Animare è uno stile di educazione
che favorisce la competenza dei giovani per un agire generativo e responsabile. Benché l’animazione non distolga l’asimmetria tra l’educato-
14
ib.
Per gli aspetti portanti della comunità educativo-pastorale, vedi: Dicastero per la pastorale giovanile salesiana, La pastorale giovanile salesiana. Quadro di riferimento
fondamentale, Editrice S.D.B., 45-55.
16
Mons. Fisichella R., Emergenza educativa, in Bollettino Diocesano di Acireale,
CXIV, n. 2 (Supplemento Luglio – Dicembre 2008), 25.
17
Currò S., Quale educazione è possibile nella pastorale della Chiesa locale, in Bollettino Diocesano di Acireale, CXIV, n. 2 (Supplemento Luglio – Dicembre 2008), 59-63.
15
14
ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
re e gli educandi, non la fa pesare, rendendola, invece, uno stimolo reciproco di crescita” (ib., 1.2).
12. In conclusione, per camminare insieme bene, bisogna dunque seguire
tutte le indicazioni che ci vengono dal comandamento nuovo che ci abilita ad amarci “come Cristo ci ha amati” (cfr Gv 13,34). Sarà il vero distintivo dell’essere discepoli del Maestro (ib. v. 35); avremo modo di esercitarci nel rivivere la parabola del “buon samaritano” (Lc 10,25-37)
che ci insegna come “farci prossimo” per amare il fratello; ci sarà possibile esprimere con sincerità la nostra fede. “Chi dice di essere nella luce
e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, dimora
nella luce e non v’è in lui occasione di inciampo. Ma chi odia suo fratello è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le
tenebre hanno accecato i suoi occhi (Gc 2,9-11).
Il camminare insieme ci aiuta ad avere fiducia e a perseverare. Il fidarsi
di Dio e il perseverare sono due caratteristiche di chi è discepolo di Gesù
Cristo. Il Signore lo ha richiamato ripetutamente e lo sottolinea nel discorso escatologico dinanzi al Tempio, nella versione lucana: guerre, rivoluzioni, rivolgimenti e soprattutto persecuzioni non sono la fine, ma
l’occasione per i discepoli di testimoniare la loro fiducia in Gesù e, attraverso di lui, nel Padre che invia loro lo Spirito di fortezza. La perseveranza permetterà ai discepoli di salvare le loro vite (cfr Lc 21,8-19). In
tal senso, la fiducia e la perseveranza ci aprono al futuro, essendo i volti
di un cammino educativo improntato all’ascolto.
13. Camminare insieme ci chiede di valutare le risorse già presenti nella
comunità e nel territorio: risorse istituzionali, sociali, culturali e professionali, materiali ed economiche. A tale riguardo, sempre il Relatore,
sottolineava il valore delle persone e del rapporto con esse. “La prima e
la più importante risorsa sono le persone. È ovvio che, senza i giovani e
gli adulti interessati, non si può pensare ad una prassi educativo-pastorale d’insieme. La risorsa sociale si riferisce al tipo e qualità di rapporto
che esiste tra le persone. C’è un’immensa rete di legami che derivano
dalla famiglia, dall’amicizia, dal lavoro, dal comune interesse,
dall’abitare nello stesso territorio, … che spesso non è presa in considerazione nella prassi educativo-pastorale d’insieme. Indubbiamente, il
rapporto esistente nell’ambito della famiglia è una tra le più importanti
15
ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
risorse sociali. L’assenza di un rapporto familiare sano rende la maturazione dei giovani più ardua e difficoltosa”18.
14. Non può mancare inoltre la cura per una sempre più adeguata formazione. La nostra Diocesi, grazie a Dio, presenta un’ottima tradizione catechistica che bisogna custodire e promuovere. In particolare, la formazione ai sacramenti dell’iniziazione cristiana dovrebbe puntare sempre
più al coinvolgimento delle famiglie, così che l’apprendimento della vita
di fede avvenga in famiglia, come la Scrittura ci ricorda, e sia così esperienza di ascolto e di traditio della memoria della fede. La catechesi in
parrocchia sarà, pertanto, un complemento che riunirà le famiglie attorno
all’evento di fede nell’incontro e nel dialogo. Da sottolineare sempre
più, inoltre, che la catechesi scaturisce dalla liturgia e di questa non può
pertanto prescindere, soprattutto per ciò che concerne la celebrazione
eucaristica domenicale.
L’ascolto è da intendersi come approfondimento delle ragioni della propria fede, spesso ridotta ad una religiosità esteriore e devozionale, basata
più sulle rivelazioni private (di nessuna incidenza ecclesiale, qualora
fossero reali e autentiche) che non sulla Rivelazione oggettiva e sulla
Tradizione della Chiesa. La teologia, in tal senso, non può essere slegata
dalla pastorale delle parrocchie, come purtroppo spesso accade e bisogna
constatare. La teologia è la ricerca pensante ed esistenziale del perché
del proprio credo. A tal fine occorre rivalorizzare la Scuola di Teologia
ed i corsi teologici aperti agli operatori pastorali e a tutti i cristiani desiderosi di approfondire motivazioni e ragioni della loro fede. Auspico,
inoltre, in risposta all’emergenza educativa dell’ascolto, che si indicano
dei corsi nei quali siano ben illustrati natura, metodi e finalità della Lectio Divina, al fine di affinarne la pratica.
Parallelamente, l’emergenza educativa dell’ascolto chiede che si valorizzi sempre più la Scuola di formazione sociale e politica: il cristiano,
infatti, pur non vivendo secondo il mondo, vive nel mondo e di questo
mondo è chiamato a prendersi cura. Un cristiano non può disinteressarsi
della vita politica e sociale del proprio Comune, della propria Provincia
o Regione e del proprio Stato.
L’ascolto ci obbliga, ancora, a curare le nostre liturgie, specialmente la
Celebrazione Eucaristica domenicale, che è il momento in cui il popolo
di Dio si incontra con il suo Signore ed i cristiani possono incontrarsi tra
18
ib. 2.1.
16
ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
loro, nella distensione del tempo, per lodare il Signore e fare esperienza
della comunione fraterna. Celebrazioni affrettate, poco curate sotto ogni
profilo – dalla dizione scorretta nella proclamazione della Parola al canto
liturgico inadatto e stonato, se non urlato, all’omelia, a volte moraleggiante e non biblico-esortativa, alla poca pulizia delle suppellettili e degli
arredi liturgici – tutto questo non fa certo assaporare la bellezza di lodare
insieme il Signore. Auspico, pertanto, che la Scuola di Teologia programmi percorsi formativi in tal senso, che la Scuola di Musica sacra
continui il suo impegno e sia valorizzata dalle comunità parrocchiali, che
nelle parrocchie si riduca il numero delle celebrazioni, così come è stato
più volte richiesto.
Ammirevole il lavoro della Caritas diocesana svolto in questi anni, specialmente nel promuovere la nascita in tutte le parrocchie delle caritas
parrocchiali, intese non come il luogo di distribuzione dei prodotti del
banco alimentare, ma come spazi e tempi in cui i bisogni sono ascoltati
ed i problemi sono risolti con intelligenza, attraverso un’azione in rete
che coinvolge tutte le istituzioni e i centri del territorio, al fine di responsabilizzare tutti e ciascuno, in ordine alle realtà di miseria umana e sociale che si possano presentare. Auspico che questo impegno continui e
raccolga frutti sempre più abbondanti.
L’emergenza educativa non può non coinvolgere, in prima istanza, la
famiglia: l’ufficio di Pastorale Familiare se n’è fatto carico con un Convegno sul tema “Strumenti e metodologie educative per la famiglia, oggi, sulle orme della famiglia di Nazaret” celebratosi nei giorni 4-6 settembre a Linguaglossa. I lavori del Convegno dovranno certamente essere ripresi in diversi momenti di riflessione, al fine di comprendere quali
linee e strumenti educativi la famiglia cristiana oggi ha a disposizione o
ponga in atto, per far crescere l’amore tra i coniugi e il loro verso i figli,
quello dei figli verso i genitori, quello della famiglia verso la società
umana e la Chiesa. Inoltre, è indispensabile, in dialogo con il mondo laico e con le nuove istanze culturali, una riflessione matura e ponderata sui
nuovi significati attribuiti ai concetti di “natura” e “famiglia” che emergono nell’ambito della filosofia e del diritto; dal punto di vista teologico
e pastorale, sarebbe auspicabile poter meditare su tutte le realtà delle
coppie di fatto e dei divorziati risposati, perché la comunità cristiana
possa assumere atteggiamenti di accoglienza e di rispetto, senza pregiudizi, giudizi o condanne, in piena fedeltà alla dottrina cristiana sul matrimonio.
17
ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
L’indispensabile per il viaggio
15. In ogni cammino ci si attrezza, ponendo nel sacco da pellegrini le
cose necessarie. Tra queste, risultano indispensabili: la Parola di Dio, la
preghiera, l’umiltà, la pace del cuore e tra le persone, la gioia; come anche: la misericordia, il perdono, la disponibilità al servizio per aiutare gli
altri.
L’apostolo Paolo, esperto di viaggi e del camminare insieme ad altri, ci
offre un preziosa lezione di vita: “Rivestitevi dunque, come amati di Dio,
santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di
tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo
corpo. E siate riconoscenti!
La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e
ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine
salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate in parole ed opere,
tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui
grazie a Dio Padre” (Col 3,12-17).
L’esempio di Maria è per noi punto di riferimento fondamentale che non
può essere disatteso. Anche lei ha viaggiato, e “con sollecitudine”, per
andare a visitare Elisabetta, la cugina. Sappiamo quanta grazia dello Spirito ha potuto e saputo comunicare col saluto e nel servizio. La sua è stata una presenza di benedizione che ha dato la possibilità di gustare la vita
rinnovata dal mistero della grazia divina (Lc 1, 39-56).
Lasciarsi, dunque, visitare e istruire da Maria. Sono certo che ci ripeterà
quello che ha detto ai servi di Cana: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2,5).
Maria non ha molte parole da dire. Ha detto tutto con la sua fede, con la
sua piena disponibilità al volere divino, con la sua presenza discreta ma
indispensabile. La sua vita è stata ed è una lezione continua di fedeltà al
Vangelo. Pertanto, va sempre pensata, pregata, imitata, onorata.
Anno sacerdotale
16. Un pensiero affettuoso rivolgo ai presbiteri in quest’anno, voluto dal
Papa come Anno Sacerdotale. Si tratta di 12 mesi di grazia, in cui rivivere l’esperienza del momento in cui il Signore ci ha attratti e chiamati
18
ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
al ministero. Come diocesi per gli incontri del clero (ritiri e aggiornamento) sarà curato l’aspetto particolare della nostra spiritualità. Ma non
bastano le nostre “mezze giornate” d’incontro. Si aggiungano, pertanto,
personalmente o per vicariati, momenti di riflessione sull’identità presbiterale, che scaturisce dalla liturgia di ordinazione e dalla stessa vita
della Chiesa, Credo siano fondamentali per strappare il presbiterato da
una logica efficientista che poi stanca, non produce frutto e anzi rischia
di ingenerare modi, stili ed atteggiamenti propri della logica del mondo.
Il presbitero è ordinato per la presidenza dell’Eucaristia domenicale, dalla quale discendono la celebrazione dei Sacramenti e l’annuncio della
Parola.
Giovanni Paolo II a più riprese ha avuto parole illuminanti sul rapporto
tra ministero e Parola di Dio. Nella Pastores dabo vobis scriveva: “Il sacerdote deve essere il primo «credente» alla Parola, nella piena consapevolezza che le parole del suo ministero non sono «sue», ma di Colui che
lo ha mandato. Di questa Parola egli non è padrone: è servo. Di questa
Parola egli non è unico possessore: è debitore nei riguardi del popolo di
Dio. Proprio perché evangelizza e perché possa evangelizzare, il sacerdote, come la Chiesa, deve crescere nella coscienza del suo permanente
bisognosi essere evangelizzato… Elemento essenziale della formazione
al ministero presbiterale è la lettura meditata e orante della Parola di Dio
(lectio divina), è l’ascolto umile e pieno di amore di Colui che parla (cfr
nn. 26, 47).
In una Chiesa tutta comunionale e ministeriale il presbitero non può disegnarsi come il fac-totum o pensare di possedere la somma dei carismi.
Enzo Bianchi, nell’articolo citato, tra le tante riflessioni, mette
sull’avviso delle conseguenze generate dalla mancanza di vero “ascolto”
della Parola di Dio. La pagina è forte, ma vale la pena conoscerla: “Attenzione dunque alla schizofrenia tra il dire e il fare, tra l’annunciare o
il realizzare nella propria vita. È impossibile che non ci sia uno scarto,
perché noi uomini non siamo mai capaci di realizzare pienamente il bene
e non cadere in peccato. Solo in Gesù c’è stata la piena corrispondenza
tra il predicare e il vivere, ma occorre da parte nostra una tensione affinché quello che annunciamo risuoni sempre come giudizio per ciascuno
di noi: se ciò non avviene, la schizofrenia che viviamo diventa progressivamente una patologia con cui ci abituiamo a convivere, e le conseguenze inevitabili sono i orme patologiche nella nostra vita spirituale e,
prima o poi, anche a livello psichico e talvolta somatico. Come dimenticare che Gesù ha pronunciato un netto «Guai!» contro quelli che «seduti
19
ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
in cattedra … dicono e non fanno», che «legano pesanti fardelli e li impongono sulle spalle degli altri, ma loro non vogliono muoverli neppure
con un dito» (cfr Mt 23,2-4)? E come dimenticare le parole
dell’Apostolo: «Tu che conosci la volontà di Dio, tu che sei istruito dalla
Legge ... e sei convinto di essere guida dei ciechi, luce di coloro che sono nelle tenebre; ... ebbene, perché tu insegni agli altri e non insegni a te
stesso? ... Così, a causa tua “il Nome di Dio è bestemmiato tra le genti
(Is 52,5 LXX)” (cfr Rm 2,18-19.21.24)? Certo, vi è scandalo (e anche
ma discreta meraviglia da parte nostra) nel constatare la sproporzione tra
il messaggio da predicare e il messaggero che deve predicarlo; nello
stesso tempo, però, la consapevolezza di essere «collaboratore di Dio»
(cfr 1 Cor 3,9), di essere stato inviato con l’aiuto della «grazia che basta
sempre» (cfr 2 Cor 12,9) deve rendere responsabile il presbitero, rafforzandolo nella sua lotta quotidiana per mettere in pratica la Parola” (Art.
cit., p. 493).
Occorre, inoltre, meditare su alcuni temi di somma importanza inerenti
la vita presbiterale, come il dono del celibato, oggi sempre più esposto a
provocazioni e in un mondo che non protegge; la necessità dello studio
per tenersi aggiornati con letture serie e riviste qualificate per la nostra
specifica preparazione. Sarebbe, inoltre, prezioso dar vita a fraternità
presbiterali, che non si limitino solo ai pasti presi insieme. Con cuore di
padre, raccomando la fedeltà alla preghiera, alla Lectio Divina; la cura
nel preparare la celebrazione eucaristica domenicale e l’omelia; la frequenza al sacramento della riconciliazione; le relazioni fraterne che nutrono e il porre attenzione al servizio, perché esso non diventi motivo di
lacerazione interiore e di stanchezza fisica. Imparare a dire dei “no”, rimandando degli impegni ad un’altra data, è spesso salutare quanto un
“sì”: in questo di grande aiuto sono la pratica del discernimento ed uno
stile di vita improntato a sobrietà ed essenzialità.
Nell’Anno Sacerdotale anche i giovani del Seminario sono chiamati a
confrontarsi con la realtà del ministero, al fine di non generare false illusioni sul futuro che li attende, qualora il Signore completi in loro l’opera
sua. Siano indirizzati ad un cammino di crescita umana che nulla risparmi e tutto prenda in considerazione, giacché “tutto concorre al bene
di coloro che amano Dio” (Rm 8,28). Siano soggetti attivi della formazione; e l’obbedienza ai formatori sia dialogo sincero e ricerca insieme
della verità e del desiderio che portano nel cuore.
20
ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
Saluto finale
17. Mi piace concludere il tracciato di queste Linee con una preghiera,
per ricordare che i nostri passi devono muoversi alla luce della Presenza
divina che accompagna con amore paterno e con la quale dobbiamo
sempre relazionarci per rimanere nella via della santità e dell’amore.
Signore,
ci hai condotti assieme ai discepoli sul Tabor,
dove Ti sei manifestato nel tuo splendore;
e ci hai fatto intendere che la nostra vocazione
è vivere quella pienezza
che ci viene confermata dalla Profezia
e si compie in noi, mettendo in pratica quanto ci hai detto
con i tuoi comandamenti di amore.
Dalla cima del monte, abbiamo contemplato con Te
gli orizzonti meravigliosi e le mete che ci attendono;
ma ora, a valle, dove scorre la strada del nostro quotidiano,
non ci è più possibile intravederli:
si dovrà camminare nella fede, senza vedere;
e sperare, anche quando i sentieri in salita
sono pieni di sassi e invasi dai rovi.
Ai desideri e ai sogni subentrano facilmente
la paura e la tentazione di tornare indietro.
Eppure Tu hai detto che “chi mette mano all’aratro e si volge indietro,
non può entrare nel tuo regno”;
e “nella perseveranza, si porta frutto e si salva la vita”.
In verità, è forte l’insidia dello scoraggiamento;
soprattutto quando nell’immediato le scelte di fede
sembrano non avere risposta, ma piuttosto esito di fallimento.
Donaci, allora, il cuore dei bambini,
pronti a farsi aiutare nel cammino,
desiderosi d’imparare subito le certezze che vengono confidate,
audaci nel voler provare l’ebbrezza assicurata dalla tua Parola.
Con la tua grazia, fedeli e insieme, come fratelli,
non ci spaventeranno più le ombre e i pericoli
e riusciremo a raccogliere il frutto abbondante della santità
che non manchi di versare in noi
con l’abbondanza dello Spirito.
Allora, potremo anche trasmettere al cuore di ogni persona
21
ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
la gioia della speranza
anche se la croce non si allontana dai nostri passi,
come è stato per Te, dopo la consolazione radiosa
dell’incontro avuto col Padre.
Maria, la Madre Tua, esperta del santo cammino,
ci guidi col cuore ricco di beatitudine,
a incontrarTi e a riconoscerTi come unica e vera Via
che ci permette di gustare la Verità, tutta intera
e ci dona la vera Vita.
Con Te, o Signore, saremo veramente liberi.
Amen.
Edificati dall’esempio dell’Apostolo Paolo che ci testimonia la sua “corsa” per seguire il Signore; animati dallo stesso spirito, espresso dalla
Lettera agli Ebrei che ci dice: “Deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta
davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della
fede…”, andiamo avanti con fiducia.
Vi accompagni in questo nuovo anno la mia preghiera e la mia benedizione.
Acireale 14 settembre 2009
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ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
IMMERSI NELLA LUCE
Lettera Pastorale per l’Avvento 2009
L’Attesa
1. Inizia una nuova stagione per la nostra fede: il tempo di Avvento. La
liturgia ci accompagna ogni anno a maturare spiritualmente nell’attesa
che ci prepara all’incontro con Cristo. Gesù è venuto e vive tra noi: dobbiamo percorrere la via giusta che ci porta fino a Lui, come quella notte
santa fecero i pastori di Betlemme. Gesù verrà di nuovo come giudice
alla fine del mondo: è necessario farci trovare svegli e impegnati nel
compiere il nostro dovere, come quei servi fedeli, pronti ad aprire al padrone “quando torna dalle nozze” (cfr. Lc 12, 35-48); e stare attenti, senza “appesantirci”, perché “quel giorno non ci piombi addosso improvviso” (Lc 21, 34).
La Chiesa ci fa meditare, nell’Ufficio delle letture, una preghiera stupenda di S. Colombiano, della quale riporto una parte per metterci, fin
dai primi giorni di questo nuovo periodo della nostra fede, in atteggiamento di riflessione orante:
«Quanto sono beati, quanto sono felici “quei servi che il Signore, al
suo ritorno troverà ancora svegli”! (Lc 12, 37). Veglia veramente beata
quella in cui si è in attesa di Dio, creatore dell’universo, che tutto
riempie e tutto trascende! Volesse il cielo che il Signore si degnasse di
scuotere anche me, meschino suo servo, dal sonno della mia mediocrità
e accendermi talmente della sua divina carità da farmi divampare del
suo amore sin sopra le stelle, sicché ardessi dal desiderio di amarlo
sempre più, né mai più in me questo fuoco si estinguesse! Volesse il
cielo che i miei meriti fossero così grandi che la mia lucerna risplendesse continuamente di notte nel tempio del mio Dio, sì da poter illuminare tutti quelli che entrano nella casa del mio Signore! O Dio Padre,
ti prego nel nome del tuo Figlio Gesù Cristo, donami quella carità che
non viene mai meno, perché la mia lucerna si mantenga sempre accesa,
né mai si estingua; arda per me, brilli per gli altri. Dégnati, o Cristo,
dolcissimo nostro Salvatore, di accendere le nostre lucerne: brillino
continuamente nel tuo tempio e siano alimentate sempre da te che sei la
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ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
luce eterna; siano rischiarati gli angoli oscuri del nostro spirito e fuggano da noi le tenebre del mondo»19.
Rileggiamo insieme l’itinerario che la Chiesa ci chiede di compiere in
questo tempo, dal luogo dove ci troviamo e durante le attività che ci occupano, fino a quella “mangiatoia” dove “giace un bambino avvolto in
fasce”, il Salvatore, Cristo Signore (cfr. Lc 2, 12). È il cammino indicato
per tutti, da fare avendo presente, fin dai primi passi, l’incontro finale e
definitivo; un percorso che ci fa crescere verso quella maturità richiesta
per “entrare nel regno dei cieli”: la statura adulta “dei piccoli”.
Viene per noi
2. Possiamo considerare il nostro viaggio verso Betlemme a tappe, indicate dai grandi incontri festivi domenicali di questo tempo.
Ci viene anzitutto richiamato il dovere di riconoscere il Cristo, Re
dell’universo e il Signore della storia. “A Colui che siede sul trono e
all’Agnello, lode, onore, gloria e potenza, nei secoli dei secoli” (Ap 5,
13). L’«Amen» della nostra fede, porterà l’offerta della fatica e della
gioia, sperimentate nel compiere con fedeltà i nostri quotidiani doveri;
sarà un «Amen» capace di accogliere l’intero viaggio della vita e farlo
diventare preghiera costante, silenziosa, capace di consegnarci consolazioni e speranza.
3. Torna alla mente l’esperienza mistica di S. Agostino, trascritta da lui
stesso nelle Confessioni.
«Stimolato a rientrare in me stesso, sotto la tua guida, entrai nell’intimità
del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto (cfr. Sal 29,
11). Entrai e vidi con l’occhio dell’anima mia, qualunque esso potesse
essere, una luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e sopra
la mia intelligenza. Non era una luce terrena e visibile che splende dinanzi allo sguardo di ogni uomo. Direi anzi ancora poco se dicessi che
era solo una luce più forte di quella comune, o anche tanto intensa da
penetrare ogni cosa. Era un’altra luce, assai diversa da tutte le luci del
mondo creato. Non stava al dì sopra della mia intelligenza quasi come
19
Istr. sulla compunzione, 12, 2-3; Opera, Dublino 1957, pp. 112-114 (martedì della
XXVIII sett. p.a.).
24
ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
l’olio che galleggia sull’acqua, né come il cielo che si stende sopra la
terra, ma una luce superiore. Era la luce che mi ha creato. E se mi trovavo sotto di essa, era perché ero stato creato da essa. Chi conosce la verità conosce questa luce.
O eterna verità e vera carità e cara eternità! Tu sei il mio Dio, a te
sospiro giorno e notte. Appena ti conobbi mi hai sollevato in alto perché vedessi quanto era da vedere e ciò che da solo non sarei mai stato
in grado di vedere. […] Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto
nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle
creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai
folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità. Hai alitato su di me il
tuo profumo ed io l’ho respirato, e ora anelo a te. Ti ho gustato e ora ho
fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire
la tua pace»20.
4. L’uomo che va crescendo nella maturità, acquistando sempre più chiaramente la capacità di saper “vedere, giudicare, agire” in maniera “generativa e responsabile”, dovrà sostenere i suoi passi con una fede di abbandono in Dio e di ossequio filiale e grato a Lui, perché tutto gli viene
dalla grazia.
L’itinerario di crescita, dunque, inizia dalla contemplazione. Questa trasmette autorevolezza alla persona perché, la vita interiore costruita con
un rapporto umile e gioioso all’Assoluto, ci fa superare la superficialità e
la banalità, per attingere quel patrimonio di principi e di valori che si
impongono da sé. I pensieri, i desideri, le parole, le azioni diventano per
gli altri opera educativa. Si cresce, assimilando il bene testimoniato dagli
altri e respirandolo nell’ambiente.
È comprensibile, d’altro canto, che il momento contemplativo della crescita non può ridursi a un’attività limitata nell’arco di una settimana. Sarebbe puerile il pensarlo. Il cammino liturgico, nell’offrire ogni anno alla
nostra fede le motivazioni fondamentali del credo, richiama quelle dimensioni essenziali della vita cristiana, nelle quali bisogna costante-
20
Dalle Confessioni, Lib. 7, 10, 18; 10, 27; CSEL 33, 157-163.255.
25
ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
mente esercitarsi, perché non possono mancare nell’ordinario vivere del
credente.
L’invito a riscoprire il valore del silenzio, proposto nella lettera dello
scorso anno21 e tutto quanto è stato richiamato costantemente sulla preghiera, non devono essere considerati superati, ma sempre validi e attuali, come ogni realtà richiesta dal cammino ascetico che non ha mai
termine nella vita.
Preparare la via
5. Una seconda tappa ci aspetta per vivere la fede nella speranza e con
gioia. Le parole del profeta Baruc invitano a “rivestirci dello splendore
della gioia che viene da Dio” (cfr. Bar 5, 1) e a guardare lo spettacolo
della comunione da ogni parte (ib. v. 5). Per andare avanti non possiamo
farci vincere dallo sconforto e dal pessimismo. Il Signore si impegna ad
agire a nostro favore “con la misericordia e la giustizia”, per riportare la
nostra vita “alla luce della gloria” (ib. passim). Gioia e speranze, necessarie perché il cuore accetti l’impegno di “conversione per il perdono dei
peccati” (Lc 3, 3).
La “voce” che “grida nel deserto” e ci propone di “preparare la via del
Signore”, ci indica il cambiamento spirituale da compiere, simile allo
sbancamento di un terreno, per realizzare una strada agevole per
l’incontro: “ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti, i luoghi impervi spianati” (ib. v. 5).
6. Riportando questa Parola nella vita privata e in quella delle nostre
comunità, siamo fortemente richiamati: a colmare, con il perdono e
l’accoglienza reciproca, quei vuoti di relazioni che determinano distanze
insormontabili; a smussare quegli atteggiamenti che nascono da sentimenti di orgoglio o di alta valutazione di sé e di disprezzo per gli altri e
per le loro azioni; a comportarci con semplicità e linearità per agevolare
il dialogo; a rendere agevole il percorso delle quotidiane comunicazioni.
Un programma di vita ricco di motivazioni e capace di farci crescere nella fede e nell’amore.
Una tappa importante per costruire quell’ambiente educativo che aiuta a
cogliere negli altri le vere ragioni dei comportamenti e a riconoscere la
21
Ripartiamo insieme senza perdere la speranza. Linee pastorali per gli anni 20082010.
26
ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
priorità della persona e il dovere del rispetto di essa, sempre e in qualsiasi età.
Sono preziose le raccomandazioni dell’apostolo Paolo a Timoteo: “Non
essere aspro nel riprendere un anziano, ma esortalo come fosse tuo padre; i più giovani come fratelli; le donne anziane come madri e le più
giovani come sorelle, in tutta purezza” (1Tim 5, 1-2). Anche quelle dettate a Tito, hanno un elevato valore educativo: “Esorta ancora i più giovani a essere assennati, offrendo te stesso come esempio in tutto di buona condotta, con purezza di dottrina, dignità, linguaggio sano e irreprensibile” (Tt 2, 6-8).
Si educa e si edifica soprattutto con l’esempio, prima ancora delle raccomandazioni. La conversione richiesta dal cammino verso la luce ci
impegna a rivedere noi stessi e a sognare un miglioramento
dell’ambiente, della comunità e della società, partendo dal miglioramento personale. Quante barriere dobbiamo abbattere in noi prima di
chiedere agli altri di togliere le loro; quale smussamento di orgoglio ferito dobbiamo compiere, prima di accusare i comportamenti duri del nostro prossimo; di quanta pace e di quanta luce che vengono dallo Spirito
dobbiamo riempirci, per rimuovere “prima la trave dei nostri occhi”, per
poi avvicinarci al fratello per aiutarlo a togliere “la pagliuzza dai suoi
occhi”! (cfr. Lc 6, 39-42).
Fare bene ogni cosa
7. La terza tappa che ci avvicina sempre più alla luce è ancora la gioia:
“Gioisci, figlia di Sion, esulta Israele; rallegrati con tutto il cuore, figlia
di Gerusalemme!... Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente…. Ti rinnoverà con il suo amore, si rallegrerà per te con grida di
gioia” (Sof 3, 14-17).
La gioia richiesta si raggiunge con la normalità della vita. Facendo bene
il nostro dovere e comportandoci con giustizia, rispetto e carità. Sono
chiare le risposte date da Giovanni Battista a quanti, sentendolo predicare il battesimo di penitenza, gli chiedevano: “Che cosa dobbiamo fare?”. Ed egli: “Condividete le cose che possedete! Non esigete più del
dovuto! Non maltrattate, non estorcete! Contentatevi di quanto avete!”
(cfr. Lc 3, 11-14).
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ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
Per prepararsi bene, allora, non sono necessarie pratiche penitenziali eccezionali; soltanto svolgere bene e in maniera coscienziosa, il proprio
dovere. La legalità al riguardo è la norma più elementare, ma la essenziale e fondamentale.
Camminando serenamente, nella verità e nella carità, la nostra vita quotidiana diventa il luogo e il tempo della nostra santificazione. Così possiamo raggiungere “la misura alta della vita cristiana quotidiana” (come ci richiamava Giovanni Paolo II) che si chiama santità.
Servire con gioia
8. La quarta tappa è quella della carità e del servizio. Affrettarsi, come
Maria nel cammino verso la cugina Elisabetta, per consegnare speranza,
per condividere il beneficio della grazia, per cantare insieme la nostra
fede (cfr. Lc 1, 39-56). La pagina del Vangelo di Luca, descrive la gioia
soprannaturale dell’incontro, tutta da scoprire. Ci rivela il compito della
Vergine Maria nel piano della salvezza, l’azione santificante del saluto e
del servizio nella carità, le condizioni interiori per essere pieni dello Spirito e per leggere, alla sua luce, il valore della presenza dell’altro, della
grandezza dell’opera di Dio nello svolgersi della storia, lo stupore del
cuore per i benefici elargiti dal Signore ai piccoli, ai poveri, agli umili e
il modo come vivere nella lode la nostra preghiera.
In questa pagina e in quella casa vi sono le persone e gli insegnamenti
che indicano come vivere la vita “matura” da risorti e i segreti perché
l’atmosfera delle nostre famiglie e delle nostre comunità sia “educativa”
e faccia crescere per divenire “credibili” e “generativi”, capaci di “vedere” bene, “giudicare” rettamente, “agire” con generosità e prontezza.
L’esultanza avvertita in questa tappa che riempie il cuore, accresce in
noi il desiderio di “andare fino a Betlemme”, come i pastori, “senza indugio”, per “vedere l’avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”.
Lì troveremo “Maria e Giuseppe e il bambino” (cfr. Lc 2, 15-19).
Grazia su grazia
9. Il Natale ci chiede di vivere questo tempo in profondità e in preghiera.
I nostri giorni non possono essere sprecati e non devono scorrere nella
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ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
superficialità. La nascita umana del Figlio di Dio ha reso ogni cosa intensamente “piena”, per la presenza dell’infinito nel finito, senza “frantumarlo”, rendendolo a sua volta “divino”. Lasciamoci, dunque, inondare dalla Luce.
Le parole del Prologo al Vangelo di Giovanni ci trasmettono questa verità, ci invitano alla contemplazione, ci comunicano tanta emozione da
commuoverci profondamente.
“Veniva nel mondo
la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo,
e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
eppure il mondo non lo riconobbe.
Venne fra la sua gente,
ma i suoi non l’hanno accolto.
A quanti però l’hanno accolto,
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali non da sangue,
né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria,
gloria come di unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità” (Gv 1, 9-14).
10. Nei giorni del Natale non facciamoci travolgere dalla propaganda
che ci sollecita a trasformare, un tempo prevalentemente religioso e di
spessore spirituale, in un periodo di svago e di business. Ci ritroveremo
svuotati totalmente. Ritagliamoci, invece, dei momenti per la nostra intimità spirituale e lasciamoci inondare dal mistero.
11. “Un bambino è nato per noi; un figlio ci è stato donato”, sentiremo il
giorno di Natale (Is 9, 5). Vorrei poter avere il cuore della Vergine Maria o di una semplice mamma, per capire fino in fondo la dolcezza e la
straordinaria bellezza di questa profezia e la commozione indescrivibile
per essa. Dinanzi al mistero di “un bambino”, venuto per portare a noi la
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ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
vita e di “un figlio”, affidato alle nostre cure per crescere, non si può rimanere insensibili. Vorrei chiedere a tutte le mamme, quale emozione
hanno avvertita quando hanno saputo di avere un bimbo in grembo e dopo, quale contentezza, nel tenerlo in braccio!
In realtà, il Signore ha permesso che una simile esperienza potesse essere vissuta anche da chi “ascolta la parola di Dio e la mette in pratica”,
entrando per questo nel rapporto intimo di parentela con lui, simile a
quello di “fratello, sorella e madre” (cfr. Mt 12, 50).
È spaventoso pensare, in questa atmosfera di gioia, di stupore e di preghiera, quanti ancora chiedono e praticano l’aborto. L’insensibilità del
cuore di una mamma o la freddezza di un operatore clinico è quanto di
più orribile può farci concepire l’egoismo, la ricerca del piacere, il guadagno. Non so quando potrà tacere la voce supplichevole dei piccoli non
nati che invocano il diritto di vivere e quando la mamma saprà dimenticare il grido «Ho ucciso mio figlio!» che la tormenta.
Betlemme e il Tabernacolo
12. Andando fino a Betlemme, i pastori hanno fatto l’esperienza di essere accolti nella “Casa del Pane”: “trovarono il bambino che giaceva
nella mangiatoia” (Lc 2, 16). Quello che fu per loro l’esperienza di un
rapporto intenso, ma esteriore, oggi a noi ci viene concesso viverlo sacramentalmente, perché quel Bimbo si è fatto per noi Pane; e si lascia
mangiare. L’incontro con Cristo Eucaristia è più che una esperienza con
Cristo nella “Casa del Pane”. Cristo stesso oggi è il Pane vivo disceso
dal cielo.
Betlemme e il Tabernacolo sono due scuole di vita impareggiabili. In essi si respira la grandezza dell’infanzia, la potenza di chi è disarmato, il
candore della fragilità, la voce del silenzio, il canto dell’innocenza, la
gioia della comunione. Dalla loro cattedra si coglie nel cuore la logica
del Vangelo: dare la vita per amore.
L’esigenza evangelica di “diventare come bambini” e di stare in mezzo
agli altri “come uno che serve ”; “di bere il calice” della umiliazione e
“ricevere il battesimo” della morte in croce, non sono richieste di facile
accettazione. A Betlemme e nell’Eucaristia vengono affermate, insegnate e consegnate perché siano vissute.
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ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
Il programma del cammino dei pastori “Andiamo fino a Betlemme”, lo
possiamo ripetere con l’impegno di “andare fino Tabernacolo”. Lì sostare in adorazione, in ascolto, in atteggiamento di offerta, col cuore pieno di gratitudine e di canto. Nessuna parola potrà equiparare il linguaggio sublime e penetrante del silenzio.
Possiamo allora vivere pienamente il Natale con l’Eucaristia. Essa ci offrirà l’occasione di “rinascere di nuovo” e di compiere i passi pasquali
del “morire e risorgere”, per crescere in maniera autentica, secondo la
statura “di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità
di Cristo” (Ef 4, 13).
Avvento di solidarietà
13. Ci prepariamo all’incontro con il Signore che viene, con il cuore attento alle necessità di quanti hanno bisogno di trovare un luogo di accoglienza. Sono tanti ancora tra noi, privi della possibilità di avere una
stanza dove abitare. L’esperienza del Servizio di strada, già collaudato
tra noi, fa sognare oggi la Caritas Diocesana di poter offrire la possibilità
di accogliere sotto un tetto chi ne è privo. Perciò si fa promotrice di un
progetto di assistenza; e invita tutti a dare una mano per la realizzazione
di “questo luogo”. Insieme si possono compiere opere “grandi”, non per
dimensioni esteriori, ma per valore e intensità di comunione. Gli altri,
infatti, sono sempre fratelli di ciascuno, anche se non ne conosciamo la
provenienza e la vita. La loro sorte ci interpella.
Pertanto, vi invito a riservare le offerte in denaro, di questo tempo di
Avvento, per la realizzazione di questo “sogno” del cuore, perché abbiamo incontrato Cristo, fatto Bambino per noi.
Il segno concreto della solidarietà di tutti venga devoluto, come in analoghe circostanze, alla Curia Vescovile – Ufficio Amministrativo (c.c.p.
11102951), oppure alla Caritas Diocesana (c.c.p. 000013263959), indicando nella causale: Pro erigenda “Casa di accoglienza Diocesana”.
Saluto finale
14. “Andiamo fino a Betlemme” è l’invito che ci viene rivolto anche
quest’anno dai più poveri di Israele, ricchi di sincerità e del desiderio di
“vedere” attuate, la giustizia e la pace, con “gli avvenimenti che il Si31
ATTI DEL VESCOVO
Lettere pastorali
gnore ha fatto conoscere loro”. Andiamo con loro per lasciarci incantare
dalla semplicità e dalla dolcezza di Maria, la mamma di Gesù, dal silenzio e dalla prudenza di Giuseppe, dalla gioia spontanea e commossa, ritrovata nel volto e nelle parole dei più semplici. A questa scuola saremo
“grandi”.
Lasciamo il fardello dei nostri pesi, prima di incontrare il Signore che
salva. Con l’animo rinnovato, potremo riprendere il carico e lo sentiremo
leggero, perché sapremo affrontare i problemi che ci assillano in maniera
diversa, con più fede, con maggiore amore fraterno.
Formulo per tutti i miei più cordiali auguri e assicuro la mia preghiera,
perché la riscoperta del dono della pace e la possibilità di saperla attuare
nelle nostre realtà quotidiane (famiglia, lavoro, malattia, comunità), assicuri il vero benessere di vita desiderato. Vi accompagni la mia benedizione.
Acireale, 22 novembre 2009
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ATTI DEL VESCOVO
Discorsi e omelie
RELAZIONE ALL’ASSEMBLEA DIOCESANA
in occasione della consegna delle Linee per il cammino pastorale
Cattedrale 23 ottobre 2009
Saluto iniziale
1. Un saluto cordiale a tutti: ai sacerdoti, ai consacrati, alle associazioni,
ai rappresentanti delle realtà ecclesiali, ai fedeli.
Grazie di essere venuti. La vostra presenza è un incoraggiamento per
tutti. Si cresce insieme. È il nostro obiettivo. Ci si edifica insieme come
persone e nella fede. La presenza di ciascuno non è inutile o superflua. È
dono indispensabile per la costruzione dell’edificio spirituale che è la
Chiesa. L’assenza è un tassello dell’opera che manca e addolora, perché
rimanda la crescita completa ad altro tempo, perché rimane qualcuno separato dalla comunione.
Il momento ecclesiale di questa sera è importante. Il nostro essere insieme, nel nome del Signore, impegna Gesù a non mancare
all’appuntamento. Lui è qui, con noi.
Inoltre, oggi, viene consegnato alla Comunità il Documento da considerare la “Carta diocesana” del cammino che indica lo spirito, lo stile, le
modalità, la meta del nostro itinerario pastorale e il perché della scelta.
Con esso prendiamo coscienza di quanto ci chiede oggi il Signore, presente tra noi e ciò che da noi si attende.
Il Convegno
2. Quest’anno abbiamo voluto celebrare il Convegno nel mese di giugno,
convinti che l’accoglienza di esso ci avrebbe dato la possibilità di riflettere nel periodo estivo e maturare le piste necessarie per proseguire il
nostro cammino. In realtà, è stato poco partecipato. Le motivazioni scusanti sono state diverse. Tutte superabili, in verità, con la buona volontà
e l’impegno di camminare insieme. Perché, camminare insieme, motivato dalle diverse sottolineature di fondo, dettate in questi anni passati, è
ciò che il nostro « essere Chiesa » ci chiede, ed è da tutti affermato e
considerato come un dono, una grazia, un provvidenziale privilegio.
A essere sinceri, la constatazione del modo disimpegnato di rispondere
alle iniziative pastorali ci deve fare pensare e fare un esame veritiero sul
33
nostro modo di amare la Chiesa, sul nostro amore per Cristo capo e per
noi tutti, sue membra.
Dobbiamo chiederci, con semplicità e serenità, se il nostro professato
amore ad essa, non sia piuttosto il desiderio di continuare a fare quello
che si è fatto e non gradire ulteriori sollecitazioni a fare di più e meglio
per servire il Signore in questo nostro tempo.
Una verifica che dobbiamo sempre rinnovare per saper “comunicare il
Vangelo in un mondo che cambia”.
Quali indicazioni sono venute dal Convegno
3. Rileggendo il Convegno, possiamo dire che le lezioni avute sono state
di gran pregio, ricche di indicazioni preziose per la vita di ogni parrocchia. Conoscere con chiarezza le attese di chi sta per crescere nella fede
e specialmente quello che può rispondere meglio alle sensibilità dei giovani, prendere coscienza delle linee operative da percorrere, significa
non disperdere le forze impiegate nell’azione pastorale e non vanificare
ogni impegno.
Ora, grazie all’attenzione e alla pronta operosità di don Carlo Chiarenza
che, dopo ogni evento ecclesiale, cura la pubblicazione degli Atti, ci è
possibile ritornare agli insegnamenti offertici e riprendere, con entusiasmo e in comunione, il cammino che ha come meta la risposta pastorale
a quanto la Chiesa ci chiede e i fedeli e il mondo di oggi hanno bisogno.
Il Relatore del Convegno, don Francis-Vincent Anthony sdb, dopo avere
studiato gli Atti del Convegno dello scorso anno, è venuto ad aiutarci per
qualificare il nostro cammino. Egli ci dice: “I testi del Convegno Pastorale Diocesano (del 24-25 settembre 2008) e gli atti della Assemblea
Conclusiva (del 10 febbraio 2009) testimoniano la presa di coscienza di
un disaggio diffuso: emergenza educativa. Di fatto, però, – come si vedrà in seguito – partire dalla presa di coscienza di una problematica, per
poi interpretarla e comprenderla, e, infine, affrontarla con le scelte e realizzazioni adatte, rappresenta il processo di apprendimento e
l’acquisizione della competenza. Ciò significa che i passi già fatti e quello che stiamo facendo ci qualificano come una comunità educativopastorale disposta a giocare la propria competenza. In altre parole, la nostra competenza educativo-pastorale viene misurata dalla nostra capacità
di comprendere l’emergenza educativa oggi e dalla risposta effettiva
(sempre perfettibile) che siamo capaci di dare ad essa, senza paura, anzi
con speranza” (Strategie d’apprendimento, Premesse 1).
4. Con le sue lezioni, il Relatore ci ha indicato la meta e ci ha suggerito
le linee operative concrete.
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ATTI DEL VESCOVO
Discorsi e omelie
La meta
Formare cristiani-cittadini generativi e responsabili. “Se la formula
precedente sottolineava l’essere «buoni» e «onesti» come una qualificazione sintetica della meta,22 oggi sembra imprescindibile accentuare
l’agire «generativo» e «responsabile», e recuperare la prospettiva piuttosto passiva dell’essere attraverso la prospettiva dinamica dell’agire. Nella pastorale giovanile si presenta come obiettivo anche la «vita più piena» dei giovani.23 Mentre «vita più piena» può servire come la meta finale, la finalità ultima, un progetto educativo-pastorale esige che
l’obiettivo sia formulato in modo più concreto e verificabile: come competenze per agire. In questo senso, l’obiettivo può essere meglio compreso in termini concreti di competenza dei cristiani-cittadini per un agire generativo e responsabile che consenta loro di realizzare gradualmente la «vita più piena»” (ib., 1.2).
Dunque: ogni comunità deve prefiggersi di formare cristiani-cittadini
generativi e responsabili, competenti nel pensare critico, nell’interpretare, nell’agire creativo, coscienzioso, altruista; capaci, di realizzare gradualmente la « vita più piena ».
Le linee operative
Per raggiungere questa meta educativa affascinante, il Relatore ci ha invitato a porre attenzione a tutte le risorse che devono essere tenute in
considerazione. Prime tra tutte l’importante risorsa delle persone. Il
Relatore ci dice:
“Da una parte, si sente un forte bisogno di «un’alleanza tra le diverse istanze educative»24; e, dall’altra, della «centralità della persona, cioè della soggettività situata»25 dentro una comunità. Ciò significa che le giovani generazioni non possono venire ritenute semplice oggetto di cura
22
Senza negare la validità delle considerazioni su «l’essere-da» «l’essere-con», e
«l’essere-per» come tre dimensioni dell’essere umano (Cf. Salerno N., Educare: un futuro antico. Appunti per una sintesi, in Convegno Pastorale Diocesano, Emergenza educativa oggi. Chiudersi nella paura o guardare avanti con speranza? Atti
dell’Assemblea Conclusiva, 10 Febbraio 2009, Diocesi di Acireale, 2009, 17-20), non
dovremo trascurare l’agire della persona umana.
23
Cf R. Tonelli, Per una pastorale giovanile al servizio della vita e della speranza.
Educazione alla fede e animazione, Elle Di Ci, Leumann (Torino) 2002.
24
Mons. Fisichella R., Emergenza educativa, in Bollettino Diocesano di Acireale,
CXIV, n. 2 (Supplemento Luglio – Dicembre 2008) 25.
25
Currò S., Quale educazione è possibile nella pastorale della Chiesa locale, in Bollettino Diocesano di Acireale, CXIV, n. 2 (Supplemento Luglio – Dicembre 2008) 59-63.
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ATTI DEL VESCOVO
Discorsi e omelie
degli adulti, ma soggetti attivi del processo educativo, capaci di dare il
loro contributo originale.
Se tutti, cioè giovani ed adulti, sono soggetti di educazione, in tal caso
l’educazione è una questione di animazione. Educazione non è un semplice trasmettere visioni e valori di vita da una generazione all’altra. È
un modo di dare anima alle persone, renderle vive ed attive nel loro processo d’apprendimento. Animare è uno stile di educazione che favorisce
la competenza dei giovani per un agire generativo e responsabile. Benché l’animazione non distolga l’asimmetria tra l’educatore e gli educandi, non la fa pesare, rendendola, invece, uno stimolo reciproco di crescita” (Linee operative, 1.2).
5. “Le risorse della comunità educativo-pastorale per promuovere l’agire
generativo e responsabile tra i giovani abbracciano tutte le dimensioni
della vita quotidiana: spirituale, religiosa, culturale, sociale ed economica. Evidentemente queste risorse vanno cercate non solo nell’ambito ecclesiale, ma anche in quello sociale” (ib. 2).
I suggerimenti avuti sono puntuali e di grande importanza. Dopo
l’analisi delle diverse “risorse educative”, da dove attingere gli elementi
necessari per affrontare l’emergenza, il Relatore ci suggerisce come “organizzare” le risorse, come “ordinare” le tappe di crescita, come “disporre l’ambiente” e “gestire” il tempo, “verificare” l’efficacia della prassi
educativa, curare la “formazione” degli operatori.
In verità, molto negli anni si è fatto o si è suggerito di fare per rispondere
a queste esigenze. Forse è mancata l’accoglienza da parte di tutti, rendendo così limitata o vana l’efficacia della fatica affrontata; forse è mancata quella visione unitaria e la comunione di tutti i contributi delle diverse “risorse”. Adesso però, avendo avuto ulteriori strumenti operativi,
possiamo, anzi dobbiamo far fruttificare i “talenti” ricevuti, per non sentirci esclusi “dal gaudio del padrone”, non dalla voce umana del fratello,
ma da quella stessa di Dio.
Qualificare il nostro impegno pastorale è il segreto per venire incontro
alle richieste del nostro dovere di evangelizzare e alle necessità reali dei
fedeli e del mondo. Non si può, infatti, attingere acqua da un recipiente
vuoto o danneggiato dal tempo (cfr Ger 2,13). L’impegno educativo della evangelizzazione richiede una continua formazione e informazione.
Quanto più in alto si va, più si è capaci di vedere con maggiore ampiezza
le realtà e le diverse relazioni esistenti tra esse.
36
ATTI DEL VESCOVO
Discorsi e omelie
Il Documento che viene consegnato
6. Il Documento pastorale di quest’anno, che scaturisce dalle riflessioni
maturate dalla celebrazione del Convegno diocesano, ha come tema:
“Emergenza educativa. Ci attende un cammino che ci fa crescere”.
Tenendo conto che il nostro Convegno si è prefisso di indicare
l’itinerario pedagogico-pastorale per accompagnare i fedeli, e soprattutto
i giovani, alla maturità umana completa (“cristiani-cittadini generativi e
responsabili” con “una vita più piena”), ho pensato che la pagina della
Trasfigurazione potesse essere l’icona più indicata, dalla quale derivare
le caratteristiche dell’itinerario pastorale che conduce alla maturità.
Dopo aver riportato la pagina del Vangelo (Lc 9,28-36), ho evidenziato
sei particolari della narrazione. Per gli apostoli è stata un’esperienza vissuta insieme a Gesù, in un percorso ascensionale, per incontrare il Padre nella preghiera e gustare la bellezza e la bontà dell’ascolto del Figlio
eletto e ritrovarci di fronte a relazioni qualificate (quelle di Mosè ed Elia), senza distogliere i nostri passi dalla via della croce.
Così dovrà essere anche per noi: camminare insieme a Cristo nella Chiesa, maturando la capacità di pregare e di contemplare la bellezza e il bene nell’ascolto della Parola e nella testimonianza autentica della fede.
Il cammino fatto
7. Dopo questa considerazione, ho voluto richiamare il cammino fatto in
questi anni passati. L’ho trovato un itinerario propedeutico all’impegno
che oggi ci viene chiesto dalla “emergenza educativa”. Scorrendo infatti
i temi degli anni passati, possiamo renderci conto che la nostra attenzione è stata rivolta a qualificarci nella comunione. Il punto d’incontro è
stata la “Mensa” eucaristica. Da essa il nostro essere “uniti”, con il
“grembiule” del “servizio”, in atteggiamento da “missionari”, con una
parrocchia “casa” capace di “accogliere e aperta alla speranza”26.
Dopo questa presa di coscienza, propongo un esame di coscienza. Quale
risposta abbiamo dato nelle comunità? Se si è fatto poco o nulla, perché?
Nelle linee pastorali di quest’anno ho voluto richiamare il nostro essere
“pietre vive”, con le parole di Origene, per sollecitare ancora una volta a
non vanificare la nostra vocazione di pastori e di fedeli, chiamati alla
26
Tutti i temi delle Linee pastorali degli anni trascorsi.
37
ATTI DEL VESCOVO
Discorsi e omelie
“misura alta della vita quotidiana”, come ci indicava Giovanni Paolo II,
di venerata memoria, come caratteristica per questo nuovo millennio.
Camminare insieme
8. Mi è sembrato importante ricordare che “la nostra fede senza le opere
è morta”. La scelta del “camminare insieme”, anche se faticosa, è la più
sicura e risponde al nostro impegno di agire in maniera “sinodale”.
D’altra parte, i doni ricevuti hanno sempre la destinazione della “utilità
comune”. Perciò, nessuno può conservarli per sé o per una piccola porzione e restare isolato da tutto il “corpo” della Chiesa.
Verso dove andare
9. L’uomo adulto è la meta da raggiungere. Ai “buoni cristiani-cittadini”,
capaci di un “agire generativo e responsabile”, bisogna far scoprire ed
esercitare la capacità dell’assumersi responsabilità nella società e nella
comunità, agendo con libertà da ogni condizionamento non motivato,
imparando a saper “vedere, giudicare, agire”, nella logica del dialogo
sereno e costruttivo. La maturità chiede, inoltre, l’attenzione alla buona
educazione, a “quelle virtù che giustamente sono molto apprezzate nella
società umana” (PO, 3); e a far sviluppare il “frutto dello Spirito”
dell’uomo “nuovo” che è “amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza,
bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé” (Gal 5,22). La maturità ci suggerisce ancora la cura del “bello” che nasce dall’ordine, dalla pulizia, dalla
semplicità e lo stile essenziale della sobrietà.
Mi rendo conto che quanto viene richiesto è un andare contro corrente.
Sarà arduo e faticoso; però, possiamo farcela se cammineremo “insieme”. Avremo piena la vita.
Come camminare
10. Il nostro camminare sarà la risposta all’esigenza di essere “insieme”.
Chiamati ad essere “uno”, non possiamo pensare di evitare di “essere insieme”. Questa esigenza ci chiede di tener presente il valore delle persone, di far respirare quel clima di famiglia tra giovani e adulti, genitori ed
educatori che aiuta a crescere bene, vivendo attentamente il proprio ruolo, utilizzando tutte le risorse presenti nell’ambito della comunità e nel
territorio.
Il “camminare insieme” ci chiede di esercitarci nel “comandamento nuovo” dell’amore, di avere fiducia reciproca, di crescere nella capacità di
38
ATTI DEL VESCOVO
Discorsi e omelie
ascolto, di perseverare nonostante le difficoltà nel bene, di porre ogni attenzione alla formazione culturale e pratica per saper curare tutti i momenti del nostro stare insieme, come comunità (le liturgie, il canto, le assemblee, gli incontri degli organismi di partecipazione).
Cosa non far mancare nel viaggio
11. Oltre la preghiera e le virtù fondamentali per una buona relazione tra
persone, e necessario tener presente quanto l’Apostolo Paolo ci ricorda
nella Lettera ai Colossesi 3,12-17. È talmente importante ed esplicito che
mi piace riportare il testo per intero:
“Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di
misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia
di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il
vincolo di perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché
ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti!
La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e
ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di
lui grazie a Dio Padre”.
A questo, va aggiunto lo sguardo costante a Maria, esempio mirabile di
ascolto, di umiltà, di servizio gioioso e pronto, di immolazione.
L’anno sacerdotale
12. Nella Lettera ho fatto cenno all’Anno sacerdotale, perché lo ritengo
di interesse comune ai sacerdoti e a tutti i fedeli, perché il sacerdozio è
dono alla Chiesa e al mondo. Non bisogna far passare invano questo
tempo di grazia e di preghiera. Per noi sacerdoti, è già pronto un programma di incontri formativi, con il ritiro spirituale ogni mese e
l’incontro di formazione, sempre su temi riguardanti la vita sacerdotale.
Nelle parrocchie va pensato qualche momento particolare che metta in
evidenza, con la preghiera, il valore della presenza del sacerdote per la
comunità e il dovere del reciproco aiuto.
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ATTI DEL VESCOVO
Discorsi e omelie
La preghiera finale
13. Ho voluto concludere il Documento con una preghiera, per porre i
nostri passi sotto lo sguardo misericordioso di Dio.
Dopo il “bello” dello stare lì, nella visione dello splendore di Cristo, lontano dalle urgenze quotidiane della vita, bisogna incamminarsi nella via
che conduce alla pienezza della vita, ma percorrendo la strada polverosa
della quotidianità che attraversa sempre il monte calvario e, forse, il
tempo della crocifissione. Tutto allora diventa faticoso e difficile.
La preghiera è il punto di riferimento necessario per continuare insieme
ad essere fedeli e a sapere amare.
Dal Tabor alla strada polverosa
Signore,
ci hai condotti assieme ai discepoli sul Tabor,
dove Ti sei manifestato nel tuo splendore;
e ci hai fatto intendere che la nostra vocazione
è vivere quella pienezza
che ci viene confermata dalla Profezia
e si compie in noi, mettendo in pratica quanto ci hai detto
con i tuoi comandamenti di amore.
Dalla cima del monte, abbiamo contemplato con Te
gli orizzonti meravigliosi e le mete che ci attendono;
ma ora, a valle, dove scorre la strada del nostro quotidiano,
non ci è più possibile intravederli:
si dovrà camminare nella fede, senza vedere;
e sperare, anche quando i sentieri in salita
sono pieni di sassi e invasi dai rovi.
Ai desideri e ai sogni subentrano facilmente
la paura e la tentazione di tornare indietro.
Eppure Tu hai detto che “chi mette mano all’aratro e si volge indietro,
non può entrare nel tuo regno”;
e “nella perseveranza, si porta frutto e si salva la vita”.
In verità, è forte l’insidia dello scoraggiamento;
soprattutto quando nell’immediato le scelte di fede
sembrano non avere risposta, ma piuttosto esito di fallimento.
Donaci, allora, il cuore dei bambini,
40
ATTI DEL VESCOVO
Discorsi e omelie
pronti a farsi aiutare nel cammino,
desiderosi d’imparare subito le certezze che vengono confidate,
audaci nel voler provare l’ebbrezza assicurata dalla tua Parola.
Con la tua grazia, fedeli e insieme, come fratelli,
non ci spaventeranno più le ombre e i pericoli
e riusciremo a raccogliere il frutto abbondante della santità
che non manchi di versare in noi
con l’abbondanza dello Spirito.
Allora, potremo anche trasmettere al cuore di ogni persona
la gioia della speranza
anche se la croce non si allontana dai nostri passi,
come è stato per Te, dopo la consolazione radiosa
dell’incontro avuto col Padre.
Maria, la Madre Tua, esperta del santo cammino,
ci guidi col cuore ricco di beatitudine,
a incontrarTi e a riconoscerTi come unica e vera Via
che ci permette di gustare la Verità, tutta intera
e ci dona la vera Vita.
Con Te, o Signore, saremo veramente liberi.
Amen.
41
ATTI DEL VESCOVO
Messaggi
MESSAGGIO DI INDIZIONE
DI UNA GIORNATA DI RACCOLTA
A FAVORE DEGLI ALLUVIONATI DI MESSINA
Alla Comunità diocesana,
Abbiamo seguito con dolore le notizie che ci sono giunte e ci
giungono ancora da Messina, dopo la spaventosa alluvione dei giorni
scorsi. Ci sentiamo anche noi colpiti nel cuore dalle conseguenze della
calamità e soprattutto dal lutto che mette a dura prova la vita delle famiglie per la perdita dei loro cari.
Con la preghiera che continueremo a fare vogliamo suffragare le
vittime e aiutare nella fede i loro cari. Desideriamo anche esprimere la
nostra fraterna solidarietà con una raccolta di fondi che invieremo alla
Caritas diocesana di Messina, per contribuire agli aiuti necessari per
quelle famiglie e quelle persone che si trovano nel bisogno.
Data la prossimità della Giornata Mondiale per le Missioni, in
tutta la Diocesi faremo la raccolta per l’alluvione di Messina il
giorno 1 novembre prossimo. La carità che nel gesto esprimiamo, tornerà anche a suffragio delle anime dei nostri cari e l’aiuterà ad affrettare, qualora ne avessero bisogno, la visione del volto santo di Dio, nella
gloria.
Le offerte dovranno essere inviate alla Curia Vescovile – Ufficio
Amministrativo (c.c.p. 11102951), oppure alla Caritas Diocesana (c.c.p.
000013263959), entro lo stesso mese di novembre, indicando nella causale: “Alluvione di Messina”. Sono certo che la circostanza vi trovi solidali e generosi.
Porgo a tutti il mio affettuoso augurio per il nuovo anno pastorale che sta per iniziare nelle Parrocchie. Assicuro la mia preghiera e la
mia benedizione.
Acireale 8 ottobre 2009
42
ATTI DEL VESCOVO
Messaggi
MESSAGGIO dell’ARCIVESCOVO
per la giornata dell’Azione Cattolica Diocesana
In occasione della Vostra Giornata dell’Adesione che per tradizione
celebrate sempre l’8 dicembre di ogni anno, solennità dell’Immacolata
Concezione, mi piace raggiungervi con il presente Messaggio.
Anzitutto, desidero esprimere la mia compiacenza per la presenza
dell’Associazione in 50 parrocchie della Diocesi. Vi considero come
“lievito” di vita cristiana, capace di animare e alimentare il cammino ordinario e straordinario delle comunità nelle quali Vi trovate, in piena sintonia e in collaborazione con i parroci. Siete una vera benedizione del
Signore.
Come ogni realtà terrena, avete anche bisogno di crescere e maturare
spiritualmente, in piena conformità alle indicazioni della Chiesa. Il programma annuale dell’Associazione, vi aiuta a entrare i sempre meglio
nello spirito del Vangelo e ad accrescere la sensibilità del sentire cum
Ecclesia, indispensabile per il Vostro carisma Le diverse riflessioni sulla
pagina evangelica dell’incontro di Gesù con Zaccheo, previste dal programma associativo, vi aiuteranno quest’anno a considerare con maggior
chiarezza le esigenze per stabilire con il Signore quel rapporto di amicizia che cambia profondamente la vita e comunica ad essa la dimensione
missionaria.
La Vostra testimonianza quotidiana di fede e di maturità umana, sia
per tutti invito a riconoscere in Cristo Gesù e nella Chiesa, la sorgente
inesauribile di ogni grazia.
Auguro i che possa crescere in Diocesi la presenza dell’Associazione
e in ciascuno di voi la gioia dall’appartenenza.
AssicurandoVi la mia stima e il mio affetto, Vi porto nella preghiera e
di cuore Vi benedico.
Acireale 1 novembre 2009
Solennità di Tutti i Santi
Pio Vittorio Vigo Vescovo
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ATTI DEL VESCOVO
Decreti – Statuti e Regolamenti
DECRETO DI
ISTITUZIONE DEL MUSEO DIOCESANO
Il Vescovo diocesano,
Considerata la necessità di provvedere ad una maggiore valorizzazione dei beni culturali e artistici di interesse religioso appartenenti ad enti
soggetti alla diocesi di Acireale;
Volendo incrementare la tutela e la sicurezza dei beni storico - artistici della diocesi;
Considerato che in diocesi insistono luoghi di alto valore storico ed
artistico;
Vista l’intesa tra il Ministro per i beni e le attività culturali e il Presidente della Conferenza episcopale italiana relativa alla tutela dei beni
culturali di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche del 26 gennaio 2005;
Visto i cann. 1257§1 e 1276 del Codice di diritto canonico;
DECRETA
l’istituzione del Museo diocesano secondo la struttura del «museo
diffuso», avente la sede centrale e principale nella Città di Acireale nei
locali di via Genuardi, 16 e altre sedi secondarie diffuse nel territorio
della diocesi.
Le attività del Museo sono disciplinate da un apposito Statuto.
Acireale, 13 novembre 2009
Prot. n. 1330/09
Il Cancelliere
Don Gugliemo Giombanco
Il Vescovo diocesano
Pio Vittorio Vigo
Arcivescovo
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ATTI DELLA CURIA
45
ATTI DELLA CURIA
Nomine, conferme e Ordinazioni
NOMINE
L’Arcivescovo Mons. Pio Vittorio Vigo ha nominato:
In data 01.07.2009 – Parroco della Parrocchia S. Giuseppe in Pasteria di
Calatabiano per la durata di nove anni, il Sac. SALVATORE GRASSO.
In data 01.07.2009 – Parroco delle Parrocchie S. Maria di Porto Salvo
in Mangano di Acireale e Maria SS. della Libertà in S. Leonardello di
Giarre per la durata di nove anni, il Sac. LUIGI PRIVITERA.
In data 02.07.2009 – Parroco della Parrocchia S. Martino Vescovo in
Carruba di Riposto per la durata di nove anni, il Sac. MARCELLO SEBASTIANO GIOVANNI ZAPPALÀ.
In data 18.07.2009 – Parroco della Parrocchia Natività della Beata Vergine Maria in Tagliaborse di Mascali per la durata di nove anni, il Sac.
SIMONE SACCHIER.
In data 22.07.2009 – Vicario parrocchiale della Parrocchia S. Paolo
Apostolo in Acireale, il Sac. GIUSEPPE CICALA.
In data 27.07.2009 – Vicario parrocchiale delle Parrocchie S. Maria delle Grazie e S. Francesco di Paola in Linguaglossa, il Sac. MIRCO BARILARI.
In data 23.08.2009 – Parroco delle Parrocchie Ss. Alfio, Cirino e Filadelfo in S. Alfio e Maria SS. Assunta in Puntalazzo di Mascali per la durata di nove anni, il Sac. SALVATORE GAROZZO.
In data 23.08.2009 – Parroco delle Parrocchia S. Maria del Lume in Linera di S. Venerina per la durata di nove anni, il Sac. ANTONINO
VINCI.
In data 02.09.2009 – Vicario parrocchiale delle Parrocchie S. Giovanni
Battista e S. Maria la Nova in Acitrezza di Acicastello, il Sac. GIUSEPPE PAVONE.
In data 02.09.2009 – Vicario parrocchiale della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria in Acireale, il Sac. ORAZIO GRECO.
In data 02.09.2009 – Responsabile del Servizio diocesano per il Catecumenato per il quinquennio 2009/2014, il Sac. ALFIO DANILO PRIVITERA.
In data 02.09.2009 – Cappellano del Corpo di Polizia municipale del
Comune di Riposto, il Sac. SEBASTIANO DI MAURO.
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ATTI DELLA CURIA
Nomine, conferme e Ordinazioni
In data 06.09.2009 – Vicario parrocchiale della Parrocchia S. Isidoro
Agricola in Giarre, il Sac. GAETANO PAPPALARDO.
In data 06.09.2009 – Vicario parrocchiale della Parrocchia S. Leonardo
Abate in Mascali, il Sac. DANIELE RACITI.
In data 07.09.2009 – Parroco della Parrocchia S. Maria la Stella in S.
Maria la Stella di Aci S. Antonio per la durata di nove anni, il Sac.
SALVATORE COCO.
In data 07.09.2009 – Parroco della Parrocchia S. Maria la Nova in Acitrezza di Acicastello per la durata di nove anni, il Sac. GIOVANNI
MAMMINO.
In data 07.09.2009 – Parroco delle Parrocchie Maria SS. del Rosario in
Cosentini di S. Venerina e Maria Vergine della Catena in Maria Vergine
di S. Venerina, il Sac. FABRIZIO SUBBA O.f.m..
In data 16.09.2009 – Vice direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale dei Giovani per il triennio 2009/2012, il Sac. GAETANO PAPPALARDO.
In data 16.09.2009 – Assistente ecclesiastico del Co.Or.D.A., il Sac.
GAETANO PAPPALARDO.
In data 25.09.2009 – Membri per la Commissione per gli Ordini e i Ministeri per il quinquennio 2009/2014, i Sacerdoti: CARLO CHIARENZA, GIOVANNI MAMMINO, SEBASTIANO RACITI, CARMELO
RASPA e VITTORIO ROCCA.
In data 01.10.2009 – Direttore dell’Ufficio Catechistico diocesano per il
quinquennio 2009/2014, il Sac. GIOVANNI MARINO.
In data 01.10.2009 – Vice direttore dell’Ufficio Catechistico diocesano
per il quinquennio 2009/2014, il Sac. ALFIO PRIVITERA.
In data 01.10.2009 – Vicario parrocchiale della Parrocchia S. Mauro
Abate in Acicastello, il Sac. BERNARDO KASIANI KAYOMBO.
In data 07.10.2009 – Vice direttore dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti e Responsabile della Pastorale degli Immigrati Esteri in Italia per
il quinquennio 2009/2014, il Sac. MARCELLO SEBASTIANO GIOVANNI ZAPPALÀ.
In data 30.10.2009 – Referente diocesano per il Progetto Culturale il
Prof. STEFANO FIGUERA.
In data 13.11.2009 – Direttore del Museo Diocesano per il quinquennio
2009/2014, il Sac. GIOVANNI MAMMINO.
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ATTI DELLA CURIA
Nomine, conferme e Ordinazioni
In data 29.11.2009 – Parroco della Parrocchia S. Michele Arcangelo in
Acireale per la durata di nove anni, il Sac. VENERANDO LICCIARDELLO.
In data 30.11.2009 – Esorcista per l’intera Diocesi il Sac. CARMELO
LA ROSA.
48
ATTI DELLA CURIA
Nomine, conferme e Ordinazioni
CONFERME
L’Arcivescovo Mons. Pio Vittorio Vigo ha confermato:
In data 22.09.2009 – Parroco della Parrocchia S. Leonardo Abate in
Mascali per la durata di nove anni, il Sac. ROSARIO DI BELLA.
In data 06.11.2009 – Parroco della Parrocchia S. Maria dell’Itria in
Nunziata di Mascali per la durata di nove anni, il Sac. CARMELO ANTONINO DI COSTA.
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ATTI DELLA CURIA
Nomine, conferme e Ordinazioni
ORDINAZIONI
L’Arcivescovo Mons. Pio Vittorio Vigo ha conferito l’Ordine sacro
del Presbiterato:
In data 11.07.2009 – Nella Parrocchia Maria SS. della Catena in Acicatena, al Diac. ORAZIO MARIO GRECO.
In data 15.07.2009 – Nella Parrocchia S. Maria del Monte Carmelo in
Aciplatani di Acireale, al Diac. GIUSEPPE PAVONE.
In data 19.07.2009 – Nella Parrocchia S. Maria delle Grazie in Linguaglossa, al Diac. MIRCO BARILARI.
L’Arcivescovo Mons. Pio Vittorio Vigo ha conferito l’Ordine sacro
del Diaconato:
In data 04.07.2009 – Nella Basilica Cattedrale in Acireale, all’Acc.
CLAUDIO CATALANO.
In data 28.11.2009 – Nella Basilica Cattedrale in Acireale, agli Accoliti:
MARIO ROSARIO CAMERA, LUCIO CANNAVÒ e FRANCESCO
FABIO MAZZOLI.
50
ATTI DELLA CURIA
Lettere, Circolari, Decreti, Varie
Costituzione dell’oratorio pubblico
MADONNA DI FATIMA e S. PIO DA PIETRALCINA
in S. Maria La Stella
Vista la domanda del Parroco della Parrocchia “S. Maria La Stella”
in S. Maria La Stella, Comune di Aci S. Antonio, del 10 luglio 2009,
con la quale chiede la licenza per costituire l’Oratorio pubblico
all’aperto dedicato a “Madonna di Fatima e S. Pio da Pietrelcina” nello
spazio retrostante l’oratorio pubblico dedicato a “S. Lorenzo al Calvario” sito in Via A. Maugeri, n. 19;
Visti i cann. 1223-1225 e 1229 del Codice di Diritto Canonico, con
la presente
CONCEDO LA LICENZA
per la costituzione dell’Oratorio pubblico all’aperto “Madonna di Fatima e S. Pio da Pietrelcina” in S. Maria La Stella.
Si ricorda che l’Oratorio deve essere riservato unicamente al culto
divino e libero da ogni uso domestico e che non può essere convertito ad
usi profani senza l’autorizzazione dell’Ordinario.
È opportuno che i sacramenti siano amministrati nella Chiesa parrocchiale.
L’Oratorio sia benedetto secondo il rito prescritto nei libri liturgici.
Acireale, 31 luglio 2009
Prot. 966/09
Il Cancelliere
Sac. Guglielmo Giombanco
Il Vescovo diocesano
Pio Vittorio Vigo Arcivescovo
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ATTI DELLA CURIA
Lettere, Circolari, Decreti, Varie
DECRETO DI INCARDINAZIONE
Vista la domanda del Reverendo P. Giorgio Balestriere, nato a
Barano d’Ischia (NA) il 28 gennaio 1949, della Società Divine Vocazioni, con la quale chiede di essere incardinato nella Diocesi di Acireale;
Visto il Rescritto del 6 novembre 2009 (prot. n. 41547/96) della
Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita
Apostolica con il quale si concede l’indulto a P. Giorgio Balestriere di
lasciare la Società Divine Vocazioni per essere incardinato nella Diocesi
di Acireale;
Visto il can. 693 del Codice di Diritto Canonico;
DECRETO
il Reverendo P. Giorgio Balestriere, nato a Barano d’Ischia (NA) il 28
gennaio 1949, è incardinato nella Diocesi di Acireale.
Il presente decreto sia comunicato alla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e al Superiore
Generale della Società.
Acireale, 14 dicembre 2009
Prot. n. 1368/09
Il Cancelliere
Il Vescovo
Sac. Guglielmo Giombanco
Pio Vittorio Vigo Arcivescovo
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MOMENTI DI VITA DIOCESANA
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MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
XXXVI CONVEGNO CATECHISTICO DIOCESANO
«Aprì loro la mente per comprendere le Scritture» (Lc 24,45)
LA PAROLA DI DIO
NEL CAMMINO DI INIZIAZIONE CRISTIANA
Acireale, Cuore Immacolato di Maria, 9-10 settembre 2009
Vena, Santuario S. Maria della Vena, 11 settembre 2009
Ore 16,30-20,00
Destinatari: presbiteri, religiosi, catechisti, animatori di gruppi, associazioni e movimenti presenti in diocesi.
PROGRAMMA
Mercoledì 9 settembre 2009 – Cuore Immacolato di Maria – Acireale
Ore 16,00: Accoglienza e iscrizioni
Ore 16,30: Preghiera di apertura: «... spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui» (Le 24,13-34) momento di lectio divina
guidata da Cristina Parasiliti - Oblata Apostolica Pro Sanctitate (Roma)
Ore 17,00: Saluto ai convegnisti
S. E. Mons. Pio Vittorio Vigo -Arcivescovo-Vescovo di Acireale
Ore 17,15: Introduzione ai lavori
Don Carmelo Sciuto - Direttore Ufficio Catechistico Diocesano
Ore 17,30: Relazione
Sacra Scrittura e catechesi: dal Catecumenato Antico al Concilio
Vaticano II. - Don Giuseppe Biancardi sdb - Catecheta e Direttore
della rivista Catechesi
Ore 18,30: Pausa
Ore 18,45: Relazione
L'uso della Bibbia nei catechismi e nella prassi catechistica dal Documento Base ai nostri giorni. - Don Giuseppe Biancardi sdb - Catecheta e Direttore della rivista Catechesi
Ore 19,45: Dialogo in assemblea
Ore 20,00: Chiusura lavori
Giovedì 10 settembre 2009
Ore 16,30: Preghiera di apertura: «Aprì loro la mente per comprendere le Scritture» (Le 24,35-48) momento di lectio divina guidata da
Cristina Parasiliti - Oblata Apostolica Pro Sanctitate (Roma)
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MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
Ore 17,00: Relazione
I frutti del Sinodo sulla Parola di Dio: criteri e metodi per l'uso della
Bibbia nella catechesi. - Don Guido Benzi - Biblista e Direttore dell'Ufficio Catechistico Nazionale.
Ore 18,15: Laboratori in gruppi* Ore 20,00: Chiusura lavori
Venerdì 11 settembre 2009 – Santuario di Vena
Ore 16,30: Accoglienza e preghiera di apertura
Ore 16,45: Presentazione assembleare dei risultati dei laboratori
Ore 18,00: Sintesi del convegno e prospettive di azione - Don
Carmelo Sciuto - Direttore Ufficio Catechistico Diocesano
Ore 18,30: pausa
Ore 18,45: Solenne Concelebrazione Eucaristica e Mandato
diocesano ai catechisti di tutte le comunità parrocchiali. Presiede S.
E. Mons. Pio Vittorio Vigo, Arcivescovo - Vescovo di Acireale
Ore 20,00: Chiusura lavori
* Laboratori creativi:
1. Bibbia e narrazione
2. Bibbia e drammatizzazione
3. Bibbia e cinema
4. Bibbia e presentazione in PowerPoint
5. Bibbia e fumettistica
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MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
LA BIBBIA NELLA CATECHESI,
DAI PADRI (CATECUMENATO) AL VATICANO II
I. LA BIBBIA NELLA CATECHESI PATRISTICA
1. PREMESSE1
-
Chi sono i Padri: cristiani che per dottrina, scritti, capacità di governo, testimonianza spinta a volte fino al martirio, possono essere considerati appunto “padri” nella Chiesa.
Durata dell’epoca patristica (almeno fino al sec. VIII).
2. I PADRI E LA CATECHESI
-
Tutti i Padri hanno fatto catechesi: il frutto migliore di questo impegno: il catecumenato, intorno a cui ruota buona parte della catechesi patristica.
- Almeno alcuni hanno scritto “catechismi”: per i catechisti o per i catechizzandi, dove abbiamo i contenuti della catechesi patristica:
La Didachè (inizio II sec.): il primo ed elementare catechismo su
morale, Battesimo, Eucaristia, impegni comunitari. Per missionari
itineranti e catechisti.
La Lettera a Barnaba (inizio II sec.): manuale di catechesi a forma
di lettera.
La Epìdeixis o Demonstratio apostolicae praedicationis (fine del II
sec. ca) del vescovo Ireneo di Lione: un catechismo per adulti istruiti.
La Oratio catechetica magna (380 ca), di Gregorio di Nissa, destinata ai catechisti.
Il De agone christiano (397 ca) e l’Enchiridion (421 ca), due opere
di Agostino destinate rispettivamente a fedeli semplici e a cristiani
colti.
-
Di vari Padri abbiamo il testo delle Catechesi indirizzate ai catecumeni e ai neofiti. Es.: quelle di Cirillo di Gerusalemme prima e dopo
il Battesimo (347-350 ca), la catechesi battesimali di Giovanni Crisostomo (390 ca), le omelie catechistiche di Teodoro di Mopsuestia
1
Per questa sintesi devo molto agli scritti e interventi di mons. Giuseppe Cavallotto,
noto studioso dei Padri e del catecumenato antico, già docente alla Pont. Univ. Urbaniana e ora vescovo di Cuneo.
56
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
-
(388-392 ca), la spiegazione del Credo e dei sacramenti di Ambrogio
di Milano (387-391 ca).
-
Almeno un Padre, Agostino, ha scritto di metodologia: De catechizandis rudibus (399-405 ca).
-
Guardando a queste testimonianze si evince che la catechesi dei Padri è essenzialmente:
narrazione della Bibbia,
Bibbia considerate fondante la fede,
spiegata tipologicamente.
3. LA CATECHESI PATRISTICA COME NARRATIO HISTORIAE SALUTIS
-
Importanti le indicazioni teorico-pratiche di Agostino con il De catechizandis rudibus.2
Origine del libretto: le lamentele e richieste d’aiuto del diacono Deogratias impegnato con i rudes (= pre-catecumeni): non sa come far
loro catechesi, che cosa dire, ecc.
La risposta di Agostino è teorica e pratica (cioè offre un duplice esempio di catechesi):
Teoria (1a parte): la catechesi è narratio historiae salutis; narratio
che:
deve essere plena, cioè completa. E «l’esposizione storica
è compiuta quando la catechesi comincia dal versetto: In
principio Dio creò il cielo e la terra e prosegue fino al tempo
presente della Chiesa» (III,5). Siccome, però, ci sarebbero
troppi mirabilia da raccontare, occorre concentrarsi sui mirabiliora;
deve mostrare l’unità del piano di salvezza di Dio che abbraccia tutto il cosmo e la storia umana, e che ha la sua fonte
nell’amore di Dio stesso;
deve mostrare il fine della storia della salvezza: l’amore
di Dio che chiama l’uomo a partecipare a questo suo amore.
«Pertanto, dopo esserti proposto un tale amore come fine a
2
SANT’AGOSTINO, Prima catechesi per i non cristiani, a cura di P. Siniscalco e C. Fabrizi, Roma, Città Nuova 1993. È l’edizione italiana più accurata, con ampia introduzione. Cf pure Il catechismo di Sant’Agostino, a cura di G. Vigini, Cinisello Balsamo,
San Paolo 1998.
57
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
cui orientare tutto ciò che dici, esponi ogni cosa in modo che
chi ti ascolta ascoltando creda, credendo speri e sperando ami»
(IV,11).
-
-
Esemplificazione pratica (2a parte):
due racconti, uno più ampio, uno più sintetico; con gli
stessi argomenti:
sei i mirabiliora (o età della storia della salvezza): creazione del mondo e di Adamo, caduta, cacciata dal paradiso salvezza nel diluvio - alleanza con Abramo - regalità e sacerdozio davidico - liberazione dalla schiavitù babilonese - Cristo. NB. Sei le età, come i giorni della creazione; siamo in attesa del settimo giorno o settima età, quando parteciperemo
definitivamente del riposo di Dio.
Sulla stessa linea era già la Epìdeixis o Demonstratio apostolicae
praedicationis di Ireneo di Lione (fine del II sec. ca).3
Il titolo originale era il termine greco Epìdeixis (= esposizione + dimostrazione).
La 1a parte è dedicata alla esposizione del messaggio cristiano; è fatta attraverso il racconto delle grandi tappe della storia della salvezza, dalla creazione fino ai misteri della vita di
Cristo.
La 2a parte è per la dimostrazione propriamente detta. Ciascuno dei principali misteri di Cristo viene illustrato alla luce
delle pagine veterotestamentarie, in particolare quelle profetiche.
4. UNA NARRATIO CHE FONDA LA FEDE
-
La Bibbia, insomma, è il fondamento della fede e dunque nutre tutta
la catechesi.
Lo confermano le grandi catechesi legate ai vari momenti del catecumenato:
a Gerusalemme, verso il 380, la catechesi nelle prime settimane della Quaresima che prepara immediatamente
all’iniziazione sacramentale nella Pasqua successiva prevede
un’esposizione ordinata delle Scritture, nel loro significato
letterale e poi nel loro senso spirituale.
3
IRENEO DI LIONE, Epídeixis. Antico catechismo degli adulti, a cura di E. Peretto, Roma, Borla 1981.
58
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
Per Cirillo di Gerusalemme e Teodoro di Mopsuestia la
spiegazione del Simbolo, unisce dimensione biblica e dottrinale: i singoli articoli del Credo sono presentati come sintesi
della storia della salvezza, ed anche la spiegazione di ogni articolo rinvia
costantemente a testi dell’Antico e NT.
5. UNA NARRATIO “TIPOLOGICA”
-
-
-
-
Questa catechesi biblica è “tipologica”: eventi, episodi e personaggi
dell’Antico e, talvolta, del NT sono considerati “typos”, cioè immagine, anticipo, prefigurazione di ciò che poi si realizzerà pienamente
in Cristo (“antitypos”) e con i sacramenti della Chiesa.
Nella convinzione, espressa bene da Agostino: il NT è nascosto nel
AT; l’AT si palesa nel NT. Un es.:4
Iniziativa del
Padre
Ciò da cui si è
liberati
La via della
liberazione
L’oppositore
Il “dove”
della liberazione
AT
invia Mosè
dalla schiavitù
egiziana
con il sangue
dell’agnello
il faraone
NT
invia Cristo
dal peccato
con il sangue
di Cristo
il demonio
le acque
del Mar
Rosso
le acque
del Battesimo
Altri es.: l’acqua battesimale (NT) ha i suoi “tipi”:
nell’acqua sgorgata dalla roccia nel deserto,
nel bagno purificatore di Naaman il Siro nel Giordano,
nella guarigione dell’infermo nella piscina di Betzaida.
L’unzione crismale:
nell’unzione di re e profeti dell’AT.
4
Lo schema è tratto da G. LAITI, «La catechesi nel catecumenato antico», in Iniziazione cristiana e catecumenato. Divenire cristiani per essere battezzati, a cura di G. Cavallotto, Roma, Dehoniane 1996, p. 81.
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MOMENTI DI VITA DIOCESANA
-
Ufficio Catechistico
L’Eucaristia:
nell’offerta di pane e vino fatta da Melchisedek ad Abramo,
nella manna del deserto,
nella moltiplicazione dei pani operata da Gesù.
6. CATECHESI BIBLICA E TRADITIO
-
A volte i Padri sottolineano l’importanza della Bibbia attraverso il
rito della traditio.
Nel quadro della catechesi specificamente biblica, a Roma:
traditio dei Vangeli.
Nella iniziazione alla preghiera è comune la traditio del Pater.
Nello stesso contesto, a Napoli: traditio dei Salmi nel loro
complesso.
Si dà anche, soprattutto in Oriente, la consegna del Salmo 22
(Il Signore è il mio pastore) letto in chiave cristologica e mistagogica: Cristo è il pastore che introduce ad acque tranquille (= Battesimo), unge di olio il capo (= unzione o Confermazione), prepara una mensa (= Eucaristia) per i suoi fedeli.
Nel quadro della catechesi morale, a volte si registra la traditio dei due precetti fondamentali di Cristo.
7. CATECHESI BIBLICA ANCHE IN FAMIGLIA
-
-
In età patristica (e fino al Concilio di Trento, metà sec. XVI) non c’è
catechesi della comunità ai piccoli. Essa è demandata alla famiglia.
In questa situazione:
Crisostomo, nel testo su La vanagloria e l’educazione dei figli, scritto attorno al 380, suggerisce un’educazione cristiana dalla forte connotazione biblica:
si usino i Salmi nella preghiera in famiglia;
si raccontino al bambino piccolo alcuni episodi biblici: Caino
e Abele, Giacobbe ed Esaù;
più tardi, all’età di circa 10 anni, si parli del diluvio, della liberazione dall’Egitto;
qualche anno più tardi si facciano conoscere anche fatti del
NT.
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Sia il padre a narrare, a tavola; la madre spieghi più volte al
figlio il racconto.
Poi, il racconto sia fatto ripetere dal bambino stesso.
«Tornati nelle vostre case, prepariamo due tavole: una per il
cibo del corpo, l’altra per il cibo della Sacra Scrittura» (Omelie sulla Genesi, II,4).
II. DALL’EPOCA PATRISTICA AL VATICANO II
8. DALLA CATECHESI COME NARRATIO HISTORIAE SALUTIS AL CATECHISMO DOTTRINALE
-
-
Nel Medioevo: progressivo abbandono della concezione catechistica
dei Padri.
Manca la catechesi “parrocchiale”; ai genitori tocca la catechesi dei
figli.
“Prodigiosa” ignoranza religiosa, nel popolo ma anche nel clero.
In aiuto ai pastori d’anime il messaggio cristiano viene riassunto in
schemi teologici.
Es.: Artes praedicandi:
quid credendum (Credo, che illustra la fede),
quid faciendum et vitandum (morale; si illustra la carità),
quid sperandum (preghiera, che illustra la speranza).
Una bella eccezione: Biblia pauperum:
compare per la prima volta nella Germania del Sud – Austria
tra 1250/1300.
Inizialmente è diffusa a mano (la prima Biblia forse in 36
pp.), poi in xilografia e poi a stampa; diventa genere letterario diffusissimo.
Ogni pagina è un trittico: al centro un mistero del NT (antìtipo); ai lati due episodi dell’AT che prefigurano l’episodio del
NT (tipi); intorno al trittico figure profetiche, testi e cartigli
che si riferiscono alle scene,
secondo il principio di Agostino: il NT è nascosto nel AT;
l’AT si palesa nel NT,
in polemica con Catari e Valdesi che rifiutavano l’AT come
opera di Satana.
NB: i pauperes non sono i fedeli semplici, capaci di comprendere solo
le figure, ma i predicatori, specie quelli itineranti, provenienti da mo61
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
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nasteri e dagli ordini mendicanti: si dichiaravano i “veri” pauperes
Christi, in polemica con gli eretici.
-
C’è inoltre la catechesi biblica che deriva dagli apparati iconografici
(affreschi, quadri...).
9. L’EPOCA DEL CATECHISMO TEOLOGICO-DOTTRINALE,
TRA ‘500 E ‘800
-
A partire dal sec. XVI, dopo una lunga “preistoria”, nella Chiesa cattolica compare e si afferma il catechismo.
Catechismo è il libretto che contiene quanto va comunicato, questo
contenuto e l’incontro catechistico. È lo strumento per eccellenza
della catechesi.
Ragioni alla base del catechismo: lotta al protestantesimo (ragione
immediata); lotta all’abissale ignoranza religiosa (motivo dominante
fino… al Vaticano II!).
Il libretto è un testo a domande e risposte dove sono contenute tutte
le verità certe che il cristiano deve sapere imparandole a memoria,
per ottenere la salvezza.
Queste verità sono dette secondo due schemi fondamentali:
quello più antico, già presente nel Cinquecento, è in 4 parti:
Credo – sacramenti (liturgia) – comandamenti – preghiera;
quello un po’ più recente, che si sviluppa nel Seicento, è in 3
parti: Credo – comandamenti – sacramenti e preghiera considerati
insieme come mezzi necessari per ottenere la grazia che permette di
credere e osservare.
-
Lo schema più antico è nei testi del Cinquecento (Lutero e Calvino,
Canisio, Catechismo di Trento, Bellarmino) e nei secoli seguenti
(Casati, 1765; Pio X del 1905), fino ad oggi (Catechismo della Chiesa Cattolica).
-
Lo schema in 3 parti lo troviamo nei catechismi giansenisti
(Sei/Settecento), nel catechismo di Napoleone (1806), nei catechismi
dell’Ottocento ispirati al Neotomismo, fino al “Pio X” del 1912 (cf
domanda-risposta n. 27).
-
Comune ai due schemi è l’impianto “teologico”: la verità è presentata con le categorie della teologia; è “dottrina”: il catechismo spesso è
intitolato “Compendio di Dottrina Cristiana” o semplicemente “Dottrina Cristiana”; e il catechizzando “va alla dottrina”.
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MOMENTI DI VITA DIOCESANA
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Anzi l’impostazione “teologica” e anche “razionalistica” si accentua
nei secoli: il catechismo ha una “deriva” teologizzante e razionalizzante (Bedouelle). Qualche motivo:
Controversie dentro e fuori (con i protestanti) la Chiesa.
Settecento: Illuminismo: la teologia valorizza molto la ragione e rifiuta i catechismi troppo semplici e a volte “favolosi”
del passato. Risultato: catechismi più “teologici”.
Ottocento: la Chiesa è in rotta di collisione col mondo moderno; si sforza di mostrare la verità delle sue affermazioni
anche sotto il profilo razionale (perciò si afferma lo schema
“tripartito”, che – tra l’altro - è molto “logico” e “razionale”).
10. L’ASSENZA DELLA BIBBIA, CON QUALCHE PERIODICA
ECCEZIONE
-
Nel contesto di cui sopra non c’è spazio per una presenza esplicita
della Bibbia:
già nel Medioevo abbiamo notato l’assenza della Bibbia in
campo catechistico,
con il Cinquecento l’assenza si accentua a motivo
dell’opposizione al Sola Scriptura dei protestanti.
-
Alla luce della tesi protestante si comprendono le disposizioni del
Concilio di Trento e quelle successive circa la Bibbia nel mondo cattolico:
durante i dibattiti conciliari tridentini, i Padri sono divisi:
spagnoli e francesi sono contrari alle traduzioni dei testi sacri; tedeschi, italiani, polacchi, favorevoli;
al Concilio vince la linea “dura”: esso detta regole ferree circa la stampa, la diffusione, il commento dei testi sacri;
tale legislazione viene ripresa e specificata in senso restrittivo
nei decenni seguenti (Indice).
-
Nel Seicento, però, anche in campo cattolico c’è più attenzione alla
Bibbia.
Da allora, periodicamente, nella catechesi abbiamo l’apparire di catechismi almeno in parte di carattere storico-biblico; ma sono “funghi” isolati, sempre destinati ad essere soffocati dalla schiacciante
maggioranza delle “dottrine”.
-
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MOMENTI DI VITA DIOCESANA
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Qualche esempio:
1544: è pubblicata la Doctrina cristiana para instrucción e
información de los indios por manera de hystoria, fondata
sulla catechesi del domenicano Pedro de Córdoba, OP (14821521) e dei suoi confratelli in Centro America e Messico.
La “triade francese”: Jacques Bénigne Bossuet (1627-1704),
Claude Fleury (1640-1723), François Fénelon (1651-1715);
Bossuet, per la diocesi di Meaux di cui è vescovo dal 1681 fino
alla morte, scrive un catechismo (1687) in parte dottrinale e in
parte storico-biblico;
Fleury, santo prete, scrive il Catéchisme historique (1683), dopo aver criticato severamente le “dottrine” perché aride nei
contenuti e non rispettose della psicologia dei catechizzandi;
anche in questo testo abbiamo esposizione storico-biblica e
domande-risposte; il testo conosce un grande successo: ha almeno 478 edizioni e 19 traduzioni, fino all’Ottocento (benché
messo all’Indice nel 1728, “donec corrigatur”, perché accusato
di qualche venatura giansenista). Grande è il suo influsso: dopo
Fleury molte “dottrine”, pur restando tali, avranno come premessa o – più spesso – come appendice, un sunto di Storia Sacra, o di storia della religione in genere, o anche della Chiesa.
Fenelon, precettore alla corte di Francia, vescovo di Cambrai
dal 1695 fino alla morte, scrive un trattato De l’éducation des
filles. Ai cap. VI (De l’usage des histoires pour les enfants) e
VIII (Instruction sur le Décalogue, sur les sacrements et sur la
prière); suggerisce una catechesi fatta di racconti biblici, specie
del NT, collocando Cristo al centro.
Le motivazioni addotte dai tre Autori: fondamentale la ragione psicologica; ma ci sono riferimenti anche alla storia della Chiesa dei
Padri, e pure cenni alla più profonda ragione teologica: Dio si rivela in una storia.
La Bibbia (specie il NT) viene “ricuperata”, anche attraverso
i catechismi della feste: pensati per gli adulti, presentano il
messaggio cristiano a partire dai misteri celebrati nelle feste e
nelle domeniche; celebri i catéchismes des fêtes di Bossuet e
La Salle (1651-1719). Questo tipo di catechismo si diffonde
appaiato alle “dottrine”; lo troviamo in molti formulari
dell’Ottocento, nei testi di Pio X, ecc.
Nel Settecento, nelle scuole della Germania e dell’impero asburgico (e poi altrove, come in Piemonte), si introduce la
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materia Storia Sacra, distinta dalla materia catechismo; presenza e
distinzione che troviamo anche nell’800.
Tra Sette e Ottocento, propongono una catechesi storico biblica Johann Michael Sailer (1751-1832) e il suo allievo Johann Baptist Hirscher (1788-1865).
Hirscher è anche esponente di spicco della Scuola teologica
di Tubinga; una corrente teologica che valorizza molto l’idea
di storia della salvezza e quella di Regno di Dio, categoria
biblica per eccellenza. La Scuola però soccombe sotto il crescente Neotomismo che, in campo catechistico, propugna decisamente una catechesi dottrinale secondo lo schema “tripartito” richiamato sopra.
Antonio Rosmini (1797-1855): è molto critico verso la catechesi dottrinale tradizionale (cf la critica nella 2a delle Cinque piaghe); fin dal 1821 traduce il De catechizandis rudibus: Del modo di catechizzare gl’idioti. Considera la narratio
agostiniana il miglior metodo catechistico in assoluto, per
ragioni psicologiche e teologiche. Cosciente della novità
proposta e della difficoltà di attuarla, suggerisce di mescolare
almeno dottrina e Bibbia. Pubblica un Catechismo disposto
secondo l’ordine delle idee (1838), a domande e risposte:
moltissime domande riguardano AT e NT, continuamente richiamati e “mescolati”, senza soluzione di continuità.
[> Naturalmente, la lettura e presentazione della Bibbia è “letterale”: cf quanto dice in alcune istruzioni catechistiche a giovani
liceisti palermitani, intorno al 1846, il p. Luigi Taparelli
d’Azeglio (1793-1862): «non veggio perché dovrò torturare i testi per trovar nelle origini del mondo un miracolo di meno dove
tutto è, rispetto all’andamento presente di natura, meraviglia e
portento»].
-
I testi e gli autori di cui sopra sono però “eccezioni”: ancora per tutto
l’Ottocento il catechismo è un manuale di teologia in sintesi, le cui
affermazioni (le risposte) sono formule teologiche. Es.:
«Di tutti i libri il più difficile è un buon Catechismo; questo è
un compendio di teologia; l’uomo più dotto maggiormente ne
capisce la difficoltà» (Prefazione al catechismo della diocesi
di Acqui, 1862).
Nel 1865 il p. Perrone SJ, neotomista, a Roma esamina per
l’approvazione un catechismo preparato da mons. Guglielmo
Massaja (1809-1889), per i popoli Galla dell’Etiopia. È un testo “inculturato”. La condanna è totale. Il Perrone si rifiuta
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«di considerare teologia quel testo infarcito di barbarismi e quasi affatto privo dei termini tecnici dei manuali teologici», e manda in crisi il Massaja.
-
E spesso le formula teologiche sono complesse, senza espliciti riferimenti al loro fondamento biblico. Es.:
«D. Vi è distinzione reale nelle divine perfezioni? R. Non vi è
alcuna reale distinzione, perché le perfezioni divine sono la
stessa essenza divina considerata dal nostro intelletto sotto
diverso aspetto e secondo la molteplice cognizione imperfetta
che abbiamo delle differenti operazioni divine.
D. In qual modo Dio Padre genera il Figlio? R. Dio Padre,
conoscendo perfettamente se stesso nella sua divinità, senza
punto mutarsi esprime sostanzialmente se stesso, ossia genera
il Verbo, che è il Figlio uguale e consustanziale al Padre.
D. In qual modo lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figliuolo? R. Procede dal Padre e dal Figliuolo, come da unico
principio, per via di volontà in quanto è termine dell’amore
consustanziale ed eterno del Padre e del Figliuolo, stringendo
in un vincolo indissolubile il Generante e il Generato» (da
una Spiegazione della dottrina cristiana compilata da Monsignor Ludovico Schüller, in uso a Roma a fine Ottocento).
11. IL PROGRESSIVO RICUPERO DELLA BIBBIA NEL MOVIMENTO CATECHISTICO
-
Dalla metà degli anni ‘70 dell’800, a partire da Germania del Sud
(Monaco) e Austria, inizia un “movimento catechistico” che punta al
rinnovamento della catechesi (mentre, nella Chiesa in generale, abbiamo un movimento biblico che influisce anche sulla catechesi).
-
Il primo rinnovamento proposto riguarda il metodo; rinnovamento
che però ha ricadute sul contenuto, in chiave biblica:
Si constata che il metodo tradizionale utilizzato
nell’insegnare il catechismo non rispetta la psicologia
dell’apprendimento umano: si procede dall’ignoto al noto,
dall’astratto al concreto, con metodo deduttivo.
Invece l’uomo impara con metodo induttivo, procede dal
concreto all’astratto, dal noto all’ignoto.
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MOMENTI DI VITA DIOCESANA
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La catechesi, allora, deve comunicare la verità cristiana attraverso un racconto concreto; con l’aiuto del catechista, con
metodo induttivo, il catechizzando coglie la verità o la norma
universale contenute nel racconto.
Naturalmente il racconto più usato è quello biblico.
Tra le due guerre continua il rinnovamento metodologico; si
accetta la proposta dell’Attivismo. I catechizzandi imparano
“facendo”: ricerche bibliche, disegni, sceneggiature e recite
di racconti biblici, ecc.
-
Nello stesso periodo inizia il rinnovamento catechistico anche in Italia:
1889: 1° Congresso Catechistico Italiano, a Piacenza, organizzato dal beato Giovanni Battista Scalabrini (1839-1905).
La prolusione è del card. Alfonso Capecelatro, vescovo di
Capua (1842-1912). Le sue tesi:
Necessità di unificare tutto l’insegnamento religioso nella persona di Cristo.
Necessità una catechesi storico-biblica, per motivi di ordine
teologico e didattico: «Chi guardi […] la natura del Cristianesimo, vede facilmente com’esso sia tutto in un mirabile intreccio di fatti e di dottrine soprannaturali: e i fatti e le dottrine risplendono di luce superna, e s’illuminano e si chiariscono a vicenda. Quasi sempre però le dottrine rampollano dai fatti soprannaturali; i quali, per questo stesso, risultano la parte più
importante della religione».
Necessità di unificare insegnamento dogmatico e morale della
catechesi, facendolo scaturire tutto dal mistero pasquale di Cristo: «Io mi sono provato una volta a pensare quante verità morali si potrebbero dedurre dal solo mistero ineffabile della Passione, Morte e Resurrezione del Signore; e affermo sicuramente, che tutte le principali verità morali del cattolicesimo si possono dedurre da cotesto mistero».
-
Il movimento catechistico, nello stesso periodo, si sviluppa anche in
Francia. Qui, nei primi decenni del ‘900, troviamo una vera e propria
corrente di rinnovamento ad impostazione storico-biblica.
La voce più autorevole: mons. Maurice Landrieux (18571926), vescovo di Digione. Il 22.9.1922 scrive la celebre lettera pastorale: Sinite parvulos… Le premier enseignement
par l’Évangile. Le tesi principali:
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Punto di partenza: constatazione della crescente difficoltà
incontrata dall’educazione religiosa infantile.
Ta le cause: il catechismo, testo non adatto alla catechesi:
«Il Catechismo, è sempre una lezione, il Vangelo è una storia. Perché voler insegnare come una lezione ciò che può
essere insegnato come una storia? Il fanciullo subisce la lezione, ma non si stanca mai delle storie […]; egli entra dentro la storia, vi si colloca interamente, con la sua immaginazione, con la sua sensibilità».
Quale il rimedio? La catechesi costruita sul Vangelo, perché «si potrebbe essere perfettamente istruiti nella religione
conoscendo solo il Vangelo, in quanto nel Vangelo stesso
c’è tutta la sostanza del Catechismo; ma non è ve-ro il contrario: il Vangelo non c’è nel Catechismo».
Per dare corpo ai suoi orientamenti, il Landrieux si appoggia all’abbé Eugène Charles (+ 1948), che pubblica Le Catéchisme par l’Évangile in tre volumi, indirizzati ai sacerdoti, alle mamme e alle catechiste e ai bambini stessi.
Ma a livello “ufficiale” continua a dominare l’idea tradizionale: nel ‘37, quando l’episcopato francese pubblica il primo
catechismo nazionale, Charles – che fa parte della commissione preparatoria del testo – pensa di proporre il suo catechismo biblico. Risposta del presidente della commissione, card.
Verdier: «Va bene, ma è il catechismo di Charles. Ciò che
noi vogliamo è il catechismo della Chiesa: dogma, morale e
sacramenti [NB: schema “tripartito”]».
-
Momento decisivo nella riscoperta della “fonte” Bibbia per la catechesi è, negli anni Trenta del ‘900, la vicenda della teologia kerygmatica, che suggerisce una catechesi altrettanto kerygmatica.
Chi propone la teologia kerygmatica: un gruppo di Gesuiti
docenti nella Facoltà teologica di Innsbruck Tra di essi il protagonista è Josef Andreas Jungmann (1889-1975), grande liturgista e pastoralista.
Nel 1936 Jungmann pubblica il testo-manifesto della teologia
kerygmatica. Tesi:
Punto di partenza: severa diagnosi della situazione pastorale dell’epoca.
Tra le cause: la predicazione e l’insegnamento religioso,
inadatti. Inadatti perché l’annuncio è fatto in termini teologici.
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MOMENTI DI VITA DIOCESANA
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Ufficio Catechistico
Ciò non è corretto, perché teologia e predicazione sono
forme diverse del servizio della Parola.
La teologia serve per spiegare, sistematizzare, giustificare,
difendere la fede.
Ma questo non può essere il compito della predicazionecatechesi, che è essenzialmente al servizio del kerygma.
«Dobbiamo conoscere il dogma, ma è il kerygma che dobbiamo annunciare»; si deve conoscere la chimica del pane, ma all’affamato va dato il pane e non il testo di chimica
che spiega com’è fatto il pane!
Quindi la predicazione non deve annunciare una dottrina
scientifica ma una serie di avvenimenti di salvezza che toccano il vertice nel kerygma di Cristo e del suo Regno. Cristo è il principio di concentrazione e gerarchizzazione di
tutte le verità della fede.
L’historia salutis culminante nel Cristo la troviamo nella
Scrittura; dunque, il testo sacro non è da considerare come
una semplice “autorità” cui ci si può eventualmente riferire
per confermare la dottrina, ma come fonte principale di tutta la predicazione e catechesi.
[Si noti: per i teologi kerygmatici, il kerygma non è
l’annuncio di Cristo dato in termini essenziali, ma
l’annuncio di tutto il messaggio cristiano, fatto però in termini biblici].
La proposta kerygmatica trova la sua prima applicazione “ufficiale”
nel catechismo dei vescovi tedeschi del 1955; primo testo ufficiale
non più a domande e risposte ma espositivo, che raccoglie anche le
indicazioni del rinnovamento metodologico di fine ‘800 - inizi ‘900.
Lo schema di fondo è quello del Credo (che – nb – ha struttura “storica”!);
Con diversi racconti biblici si “narrano” le perfezioni e le azioni delle Tre Persone divine, e solo alla fine si enuclea il
mistero della Trinità.
Il culmine è naturalmente la Persona dell’uomo-Dio Gesù
Cristo.
Dopo la vicenda terrena di Gesù Cristo, la storia della salvezza continua nella Chiesa; in questa storia l’uomo si inserisce
con i sacramenti.
Reso figlio nel Figlio, il cristiano vive una vita filiale (osservando i comandamenti) nell’attesa del compimento personale
e collettivo del progetto di Dio (Novissimi – escatologia).
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-
Il testo ha un successo enorme. Conosce traduzioni in 35 lingue e varie imitazioni.
In Italia l’imitazione: La scoperta del Regno di Dio, per le
scuole medie.
-
Dal dopo guerra al Concilio si diffonde sempre più la catechesi kerygmatica.
L’apporto decisivo è dei centri pastorali catechistici di Parigi
e Bruxelles.
Significativo, in Italia, il tentativo di don Milani, rimasto inedito, per un catechismo storico-biblico.
Il “lancio” ufficiale, a livello mondiale, della proposta kerygmatica
avviene nella Settimana Catechistica Internazionale di Eichstätt
(presso Monaco di Baviera, la prima di varie Settimane, tenuta nel
1960). Qui si lancia la catechesi:
biblica,
e liturgica (in quanto la liturgia “attualizza” gli eventi di salvezza presentati dal testo sacro).
-
-
Il Concilio valorizza in pieno il riferimento alla Bibbia (Dei Verbum), con le ricadute evidentissime nell’attuale catechesi.
-
Tra queste ricadute ricordiamo, a titolo d’es.:
praticamente tutti gli studi sulla catechesi i documenti ufficiali della Chiesa universale sullo stesso argomento elencano
come prima sua fonte la Bibbia;
altri testi e documenti, invece che di “fonte”, parlano di “segni” (segno biblico nella catechesi) o di “linguaggi” (linguaggio biblico della catechesi); in ogni caso la Bibbia è
sempre al primo posto.
l’ampia valorizzazione della Bibbia nella catechesi tedesca,
particolarmente evidente negli anni ‘70:
da evidenziare il metodo della convergenza e correlazione:
• proposto da P. Tillich, K. Rahner e E. Schillebeeckx.
• Idee fondamentali: l’uomo è costitutivamente orientato al
Vangelo (perché è creato figlio nel Figlio);
• il Vangelo, da parte sua, è orientato verso la realtà
dell’uomo: c’è insomma convergenza tra le due realtà.
• Nello stesso tempo, tra i due poli (l’uomo, con la sua esperienza, e il Vangelo) ci deve essere un dialogo fecondo e
costruttivo. Vita dell’uomo e messaggio evangelico devono
“sfidarsi” per arricchirsi a vicenda, «in un rapporto recipro70
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
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co, dialettico e critico»: la convergenza, in sintesi, deve farsi
correlazione.
[NB. Una delle possibili critiche: il Vangelo (Bibbia) è in funzione
dell’uomo, delle sue domande, dei suoi bisogni].
Un altro metodo molto utilizzato un po’ ovunque: il metodo
ermeneutico per cui si interroga la Bibbia a partire da una sua
forte attualizzazione, cioè a partire dall’oggi (problemi, domande, interrogativi morali, ecc., attuali).
Il metodo dà origine al “circolo ermeneutico”: vita – Parola
di Dio (nella Bibbia) - vita.
La giustificazione: la Parola è universale (= vale per tutti gli
uomini di ogni tempo e luogo).
Nella Parola c’è dunque la risposta anche alle domande
dell’uomo d’oggi.
Tale risposta a volte è chiara ed esplicita.
A volte, invece, di fronte a certi problemi sconosciuti agli
uomini della Bibbia (es.: bioetica), la risposta c’è, ma è implicita, da cercare perché nascosta sotto il rivestimento culturale dell’epoca in cui la Bibbia è stata redatta.
Allora si fa opera di “scavo”: si distingue tra “l’involucro”
culturale (limitato nel tempo e nello spazio) e Parola universale; si lascia cadere l’involucro e si coglie il messaggio universale, valido anche oggi.
in Italia: grande attenzione alla Bibbia nel Documento base e
nei catechismi CEI.
-
NB. Una autorevolissima critica a questo “biblicismo”, proveniente
dall’allora card. Ratzinger nella celebre conferenza tenuta nel gennaio ‘83 a Lione e Parigi. Le sue tesi:
La catechesi odierna ha due grosse colpe:
aver abbandonato il “genere” catechismo;
aver trascurato le mediazione del “dogma” (= dottrina) che
la Chiesa ha elaborato nei secoli per far accostare il credente alle fonti della fede, Bibbia in primis; la catechesi di oggi
fa accostare direttamente il catechizzando alle fonti (Bibbia); risultato: soggettivismo e archeologismo biblico.
Soluzione per superare la crisi in cui è caduta la catechesi per
queste cause:
tornare al catechismo,
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MOMENTI DI VITA DIOCESANA
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che è la raccolta del messaggio cristiano secondo lo schema
in 4 parti che ha il modello del catechismo ad parochos del
Concilio di Trento (1566);
raccolta che non si preoccupa dell’”a chi” e del “come” si
comunica;
di questa comunicazione si occuperanno altri testi, “catechismi” anch’essi, ma di seconda categoria.
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LA BIBBIA NEL DOCUMENTO BASE
E NEI CATECHISMI PER L’IC
1. LA BIBBIA NEL DOCUMENTO BASE (DB)
-
Il DB fa riferimento alla Bibbia nel cap. VI, dedicato alle fonti della
catechesi.
-
Dopo i paragrafi iniziali del cap. (nn. 102-104), dedicati alla Parola
di Dio e alla sua massima espressione nel Cristo, che servono da raccordo con i capitoli precedenti, il DB pone come prima fonte della
catechesi la Bibbia (105-108).
-
«La Scrittura è il “Libro”; non un sussidio, fosse pure il primo»
(107):
perché: perché ipirata, Parola di Dio stesso «per sempre» (105);
da conoscere nei suoi caratteri fondamentali (106):
è genuina Parola di Dio in linguaggio umano,
manifesta la concretezza della Rivelazione (eventi e parole),
manifesta la progressività della Rivelazione,
manifesta l’unità dei due Testamenti, con l’AT che tende al
Nuovo,
manifesta il suo rapporto continuo con la vita della Chiesa
che la trasmette, la interpreta, la adempie;
da conoscere: conoscere i modi diversi con cui Dio si rivela (107),
da interpretare tenendo conto dell’unità dei due Testamenti, con
l’aiuto dello Spirito (107),
da valorizzare in quegli elementi (testi, fatti, personaggi, temi,
simboli…) che meglio annunciano Cristo (108).
2. LA BIBBIA NEI CATECHISMI CEI DELL’INIZIAZIONE
CRISTIANA1
2.1. La Bibbia nel testo Io sono con voi
- La Bibbia in questo 1° vol. viene utilizzata soprattutto per annunciare e per pregare (cioè, acquisire nella vita alcuni atteggiamenti fondamentali davanti a Dio).
________
1
Vari passi delle pp. che seguono sono tratti, spesso alla lettera, da scritti di don Andrea Fontana, nei confronti del quale sono molto debitore.
73
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
-
Viene utilizzata per quello che è, testo che raccoglie la buona notizia
che: «Il Signore è in mezzo a voi, è venuto a salvare il suo popolo»
(p. 61).
- L’obiettivo, infatti, è: infondere atteggiamenti di fiducia e accoglienza:
nei confronti di Dio che ci conosce e ci ama da sempre;
ma soprattutto nei confronti di Gesù, presente nella Chiesa, che
continua oggi a parlare a ciascuno di noi nelle mille circostanze
della nostra vita e ad essere presente, rassicurandoci appunto con le
parole: «Io sono con voi».
-
I testi più utilizzati:
il testo più utilizzato è il Vangelo di Marco, specialmente nei capp.
4-5-6;
utilizzati anche Isaia ed Esodo (per il tema della presenza amorosa
di Dio).
-
I contenuti trasmessi:
Si sottolinea l’importanza del Vangelo (di Marco):
p. 58: volendo conoscere Gesù (primo annuncio) noi ci basiamo sul Vangelo, che «narra i fatti e le parole della vita di Gesù»;
p. 61: il Vangelo oggi è annunciato nella Chiesa come buona
notizia: «Chi ascolta il Vangelo ascolta Gesù. Beati coloro che
ascoltano Gesù» (1° enunciato);
pp. 62-71: il Vangelo suscita la fiducia in Gesù: la parola di
Gesù opera prodigi e perdona i peccati, al punto tale che la risposta che ci chiede è la totale fiducia in Lui: il testo ce lo ricorda nella sintesi Per ricordare, pregare e vivere (pp. 70-71).
I temi più importanti:
Gesù muore e risorge per noi (cap. 5), fulcro di questo catechismo:
• Non si fa altro che narrare fedelmente con il testo evangelico, semplificato e schematizzato ma senza commenti, la
passione, la morte e la risurrezione (pp. 78-86).
• Sono gli avvenimenti stessi che ci coinvolgono nella narrazione, condotta avanti usando l’indicativo presente
(come del resto nelle altre pagine del testo).
• A p. 87 e ss. con la parola del Vangelo si costruisce una
celebrazione-modello, fatta di sintesi vitale e dichiarazioni di fede con le parole stesse del Vangelo.
74
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Infatti, non basta ascoltare la Parola, occorre pregarla
(2° enunciato).
Spirito Santo (cap. 6).
• È lo Spirito Santo a rendere efficace la Parola di Gesù,
riunendo attorno a Lui la comunità dei discepoli.
• Così gli apostoli e le generazioni successive possono continuare a far risuonare la parola di Gesù, e soprattutto
metterla in pratica.
• Gesù è il Maestro che oggi nella Chiesa continua a farci
giungere la sua Parola. La Parola di Gesù risuona oggi
nella Chiesa (3° enunciato).
•
-
La metodologia seguita e suggerita:
I testi, salvo eccezioni, sono tratti liberamente dal Vangelo di Marco, notoriamente il più immediato, primo annuncio del Cristo, nella
sua semplicità, ma anche nella complessità del suo percorso.
Ricordiamo che molti bambini leggono ancora con fatica e, comunque, possono trovare nei disegni la traduzione in immagini
della Parola letta. Es.: alle pp. 59-61: «C’è molta gente intorno a
Gesù» che lo ascolta.
I tempi usati nei verbi sono al presente, per esprimere la contemporaneità del Signore che parla oggi, agisce oggi, raduna oggi attorno
a Sé.
I testi sono semplificati da ogni asperità linguistica (non ancora a
sufficienza, forse) e si suggerisce poi la lettura del testo integrale
nel proprio Vangelo.
Le espressioni di meraviglia (come a p. 58: «con stupore sentiamo
quello che Gesù fa e dice»; oppure a p. 60: «tutti sono stupiti delle
sue parole») ci richiamano all’atteggiamento con cui i fanciulli dovranno rispondere alla parola di Gesù: meraviglia, fiducia, accoglienza.
È suggerito un uso della Parola che va oltre la lettura e l’ascolto:
la Parola di Dio deve essere usata:
per ricordare, attraverso l’apprendimento a memoria non di
formule teoriche o teologiche, ma di frasi evangeliche che ridicono le domande, le invocazioni, gli appelli della gente a Gesù,
Maestro e Salvatore;
per pregare: restituiamo a Dio la Parola che ci viene annunciata, trasformandola in invocazione che lo Spirito rende al Padre
dentro di noi attraverso Gesù.
75
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
2.2. La Bibbia nel testo Venite con me
-
Anche in questo vol. la Bibbia (in concreto, la parola di Gesù) è buona notizia, accolta dalla comunità riunita per la celebrazione domenicale: «I cristiani la domenica ascoltano il lieto annuncio del Vangelo: Gesù è risorto e ci salva» (p. 19).
-
In Venite con me la parola si Gesù si fa invito al discepolato:
«Con la sua vita Gesù ci insegna la via delle beatitudini del Vangelo» (p. 77);
ci chiama ogni giorno a seguirlo sulla strada della vita che è la strada dell’amore («È l’amore che fa vivere», p. 74): «Venite con
me!».
-
Obiettivo, dunque:
il discepolato,
mettersi come discepoli alla scuola di Gesù, il Maestro, per seguirlo come salvatore della nostra vita.
-
I testi più utilizzati:
il testo più utilizzato è il Vangelo di Luca, il Vangelo del discepolo; ove la sequela di Gesù acquista il fascino di seguire un maestro
e salvatore misericordioso e pieno di tenerezza verso malati e peccatori.
Più attenzione all’Antico Testamento.
-
I contenuti trasmessi:
La Parola di Dio è riportata con abbondanza, in corsivo e con un
tratto azzurro, per riconoscerla immediatamente.
Essa suggerisce l’itinerario del discepolo chiamato dal suo Signore:
Cap. 1: La Parola di Dio ci chiama: «Vieni e séguimi»:
• La Parola ci chiama nella nostra vita quotidiana.
• Tutti siamo chiamati, buoni e cattivi.
• La nostra prima chiamata: il Battesimo.
• Tale chiamata prosegue ogni domenica nell’Eucaristia.
• La Parola ci interpella e vuole una risposta.
• Alla fine del cap. un fuori testo: Il Vangelo (p. 17), spiega
l’origine dei testi e il loro contenuto.
Cap. 4: La Parola di Dio ci salva: «Grandi sono le opere del
Signore»:
76
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
•
•
•
Ufficio Catechistico
Qui appare con chiarezza che la Parola è buona notizia,
perché Gesù è «il salvatore promesso da Dio al suo popolo» (p. 58).
Prima di parlare (cap. successivo, il 5) Gesù si pone come
liberatore che guarisce, dà vita, libera dai peccati.
Possiamo allora seguirlo con fiducia.
Cap. 5: La Parola di Dio ci conduce sulla strada della vita:
«Maestro, che devo fare?»:
• Siamo al centro del testo: bisogna seguire Gesù sulla strada
dell’amore:
• “rileggendo” i comandamenti attraverso l’amore di Gesù
(Buon Samaritano, pp. 74-75) e la buona notizia delle Beatitudini (p. 76).
• La proposta di Gesù supera la legge antica (spiegata in un
fuori testo, p. 83) e la morale semplicemente umana.
-
La metodologia seguita e suggerita:
La Parola è strabocchevole, evidenziata dal corsivo e
dall’azzurro.
Spesso ci sono fuori testo con più ampi riferimenti all’AT (Isaia,
Esodo, Mosè,… Siracide!): un primo avviamento all’uso della
Bibbia.
I disegni: aiutano ascolto e risposta alla Parola perché ritraggono
atteggiamenti di ragazzi e persone contemporanee; Gesù è mai
rappresentato in figura umana, ma solo come luce, colore vivo.
C’è un progresso nel modo di presentare la Bibbia rispetto al 1
vol.: non serve solo a creare fiducia, suscitare preghiera; la Bibbia è qualcosa che interpella la nostra vita per suscitare una risposta.
Per questo la lettura del Vangelo è evocativa, sapienziale, attualizzante; risponde alle prime domande del fanciullo: quale giustizia in questa vita? Che cosa importa di più nella vita? Saremo felici?
-
Il cammino compiuto fino ad ora:
c’è una Parola che è una buona notizia,
ad essa rispondiamo con fiducia (preghiera) (1 vol.),
e la realizziamo ogni giorno come discepoli (2 vol.).
77
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
2.3. La Bibbia nel testo Sarete miei testimoni
-
Qui la Bibbia appare come Parola che interpreta la storia e di cui
dobbiamo essere testimoni.
-
Obiettivo:
attraverso diverse piste bibliche (AT e NT) si propone un cammino
alla scoperta del progetto del Padre,
realizzato in Gesù,
portato a compimento in noi e nella Chiesa dallo Spirito Santo.
La Parola diventa il fondamento della nostra testimonianza.
-
I testi utilizzati:
Questo testo introduce definitivamente nella catechesi tutti i modi
con cui possiamo utilizzare la Bibbia nella nostra vita.
È un testo “dai due volti”, perché:
nella prima parte: abbiamo una lettura sistematica e antologica
della Bibbia (AT nel cap. 1 e NT nel cap. 2) per cogliere Dio
Trinità e il suo progetto che si va realizzando;
nella seconda parte: lettura tematica della Bibbia, che ci manifesta il progetto di Dio nella Chiesa e attraverso lo Spirito Santo perché i cresimati possano testimoniarlo nel mondo.
-
I contenuti trasmessi:
Nella prima parte del testo: attraverso i momenti principali della
storia della salvezza raccontata dalla Bibbia si vuole scoprire in
che modo si manifesta, si realizza e ci tocca da vicino il progetto
del Dio fedele.
Tale progetto emerge chiaramente come dono di comunione (alleanza) offerta a tutti da Dio: Abramo, Mosè e
l’alleanza al Sinai, Davide, la creazione stessa, la predicazione profetica sono i vari momenti che ci permettono di
scoprire il progetto di Dio e di interrogarci sulla nostra accoglienza nelle situazioni della storia odierna: «Quali nuove schiavitù in campo politico, sociale, culturale e morale
umiliano oggi l’esistenza degli uomini?» (p.14).
Ma Dio stesso - ci dice la Bibbia - si è fatto uomo (p. 31)
per realizzare il suo progetto di comunione, e nelle scelte
fatte da Gesù ci dà l’esempio, ci dà la forza per realizzarlo
anche noi: «Cosa vorrà da noi? Insieme ai genitori e a tanti altri impariamo a scoprirlo» (p. 31).
78
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
Infine, grazie alla risurrezione di Gesù e al dono dello Spirito, Dio fa di ognuno di noi un profeta e un testimone
del suo progetto nel mondo; le cose accadute nella prima
comunità ci interrogano: «Come essere da ragazzi e ragazze profeti nel proprio ambiente?» (p. 51).
Nella seconda parte del testo, a partire dalla nostra esperienza ecclesiale, ci confrontiamo con la Parola di Dio per trovare il nostro
posto nella Chiesa: tutta la seconda parte è orientata al cap. 6, sul
sacramento della Confermazione, che si pone come punto di partenza per vivere il progetto di Dio nella nostra vita.
Allora, il cap. 4 ci invita a leggere negli Atti e negli scritti
apostolici come la Chiesa manifesta e vive il progetto di
Dio, interpellando continuamente la nostra vita: la pagina
inizia con «Leggiamo negli Atti degli Apostoli» (es.: p. 62)
e finisce con gli interrogativi: «La tua comunità manifesta
questi segni di Chiesa? Come?» (p. 62).
Il cap. 5 parte invece dalla nostra esperienza di Chiesa: «Il
primo grande viaggio è quello che ciascuno compie esplorando il proprio ambiente: la famiglia, la scuola, il paese, la
Chiesa» (p. 80); brani particolari di testimonianze ecclesiali
(ad es., sul mondo delle missioni) ci guidano ad interrogarci su «come partecipare a questa missione universale della
Chiesa» (p. 88).
Infine il cap. 6 a partire dal rito della Confermazione coniuga insieme esperienza di Chiesa e Parola di Dio (sullo
Spirito Santo) per far toccare con mano attraverso i segni
sacramentali e vitali la presenza dello Spirito nella Chiesa
che d’ora in avanti avrà come partecipi i cresimati.
-
La metodologia seguita e suggerita:
In questo terzo testo, troviamo la tappa finale della iniziazione alla
Parola di Dio: aiutare il credente a scoprire la storia di Dio nella
sua vita quotidiana. La Parola di Dio, infatti, non è il racconto di
un mero passato sia pur importante, ma è il racconto di un presente
che “accade” in continuazione.
Nella prima parte si usa direttamente il testo biblico sintetizzato
(ma con l’indicazione di leggere il testo originale in versione integrale, anche l’AT), con una breve sintesi - non sufficiente per la
catechesi - che però introduce al testo stesso; seguono degli interrogativi, riguardanti la vita dei ragazzi. Alcuni fuori testo collocano i brani nell’ambiente storico culturale (es.: a p. 16 sulla Bibbia;
alle pp. 20-23 una sintesi di tutta la storia della salvezza).
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MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
Nella seconda parte, il testo biblico viene affiancato da altri testitestimonianze patristiche e contemporanee e con brani liturgici, i
quali ci aiutano a verificare il nostro posto nella Chiesa: qui il testo
biblico ha un ruolo più tematico (cioè, al servizio di un predeterminato messaggio).
2.4. La Bibbia nel testo Vi ho chiamato amici
-
-
L’idea di fondo che regge la dimensione biblica di questo testo è: la
Parola è il fondamento della nostra fede cristiana. Essa:
documenta la nostra fede,
risponde alle nostre domande,
sostiene la nostra vita.
Obiettivo: La Parola di Dio si trasforma in vita quotidiana.
-
I testi utilizzati:
il catechismo è la sintesi del cammino di iniziazione.
Abbiamo dunque un uso molteplice e totale della Bibbia (cioè testi di ogni genere), sia nei contenuti sia nella metodologia;
così come dovrebbe avvenire nella vita di ogni credente, in cui la
Bibbia è per la preghiera, per la revisione di vita, per approfondire i contenuti della fede, ecc.
- I contenuti proposti:
Sintesi delle risposte della fede al senso della vita, alla domanda
“Chi è Gesù?”, in che cosa in che cosa consiste la vita nuova del
cristiano e l’esperienza di vita nella Chiesa.
Si illustra allora la presenza del Dio-amico che dà senso alla nostra vita; l’incontro con Gesù in tutta la sua pienezza vitale e storica; la novità di vita che scaturisce dalla Pasqua; il progetto di
vita cristiana che ci rende pienamente partecipi della gioia nel
dono di se stessi, come Gesù.
-
La metodologia seguita e suggerita:
Si propone un itinerario in due momenti:
un cammino personale di incontro con Cristo, usando testi biblici di ogni genere;
un cammino ecclesiale di impegno: qui testi biblici documentano il cammino, illuminandolo e rendendo ragione delle scelte
cui si è chiamati.
80
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
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Schede di diverso genere si integrano a vicenda per rifondare il discorso catechistico e sintetizzarlo al termine del cammino di iniziazione.
Perciò, l’uso della Bibbia segue lo stile del testo. A catechismo mistagogico corrisponde l’uso “mistagogico” della Bibbia: cioè, ormai “ci siamo dentro” e dobbiamo usarla in maniera appropriata!
Schede catechistiche: cf le pagine a destra, con titolo nero e sintesi
in basso, blu. La sintesi è supportata dalla Bibbia (brevi citazioni;
es.: pp. 33, 41, 53, 75, ecc.).
Ricerche bibliche (ad es.: pp. 14, 44, 116): sono indicazioni di ricerche da affidare ai ragazzi su alcuni temi fondamentali della vita
cristiana: l’uomo, l’incontro con Cristo, la chiamata, ecc.
Salmi per la preghiera: nelle pagine con il simbolo marrone (tre
ogni cap.), si offre uno spunto per la preghiera di gruppo o personale, rifacendosi in genere ad un salmo che esprime la situazione
del cammino.
Documento della nostra fede: nelle pagine di sinistra, con i titoli in
rosso, accanto ad altri documenti scritti e iconografici, si pone la
Bibbia, nella quale si cercano spiegazioni, fondazioni, chiarificazioni dal punto di vista storico e di fede alla nostra vita cristiana ed
ecclesiale oggi (ad es.: p. 34, sul retroscena profetico
dell’immagine della pecora perduta; p. 86, sul sabato ebraico; p.
142, riferimento storico alla figura di Abramo).
3. ALCUNE OSSERVAZIONI CRITICHE SUL CONCRETO USO
DELLA BIBBIA
-
Il DB, pur ricco sulla “fonte Bibbia” ha trascurato di evidenziare il
tema del senso “pieno” o spirituale di essa, così come non ha parlato
della sua “attualizzazione”.
-
I catechismi CEI hanno recepito l’indicazione del DB, presentando
la Bibbia in chiave cristocentrica.
-
Gli stessi sussidi hanno privilegiato il NT (Vangeli) e proposto
l’accostamento ad altri passi biblici con dei fuori testo.
-
In base al principio didattico della “ciclicità”, i testi CEI ritornano
sugli stessi personaggi, senza però approfondirne la figura; e ciò ingenera senso di ripetizione.
-
In genere, poi, è mancata e manca una vera iniziazione alla Scrittura
come “libro” di cui parla il DB.
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MOMENTI DI VITA DIOCESANA
-
Ufficio Catechistico
Pertanto, in futuro, è da:
tener presente l’analfabetismo biblico oggi dominante,
curare una vera “iniziazione” alla Bibbia,
sottolineare di più la distinzione tra Parola di Dio e Bibbia, e così
valorizzare, ad es., la Parola insita nei segni dei tempi.
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MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
I FRUTTI DEL SINODO SULLA PAROLA DI DIO:
CRITERI E METODI PER L’USO DELLA BIBBIA NELLA CATECHESI
Acireale, 10-9-2009
don Guido Benzi
Anche se siamo ancora in attesa dell’Esortazione Apostolica che,
per mano di papa Bendetto XVI, verrà autorevolmente a completare la
XII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi su La Parola
di Dio nella vita e nella missione Chiesa, possiamo comunque riprendere alcuni temi che più evidentemente sono stati oggetto della riflessione
e delle Proposizioni del Sinodo confrontandoli con il Documento Base Il
Rinnovamento della catechesi.
1. Bibbia e catechesi
Il Documento Base per mostrare come la Scrittura sia «anima e “libro”» della catechesi recita al n. 106: «Perché la Scrittura sveli realmente la pienezza del mistero di Cristo, si devono tener presenti i suoi caratteri fondamentali». Questi caratteri sono così indicati:
•
«l’origine stessa della Scrittura, la quale esprime in linguaggio
umano la genuina parola di Dio»
•
il fatto che in essa «eventi e parole sono intimamente connessi e
reciprocamente si integrano» in una progressiva «manifestazione
di Dio» nella storia degli uomini, in vista della «profonda unità
dei due testamenti»
•
convergendo «verso Gesù Cristo, nel quale si compiono tutte le
attese e tutte le promesse»
•
perché ne scaturisca un «rapporto continuo» tra Scrittura e vita
della Chiesa, la quale trasmette integralmente la Scrittura, la «interpreta autorevolmente e la adempie, mentre riconosce in essa il
suo fondamento e la sua regola».1
Tutti questi caratteri, così rigorosamente compendiati, costituiscono,
presi ciascuno e nell’insieme, interessanti motivi per una riflessione teologica sulla Bibbia ed anche invitano ad entrare nel tessuto della narrazione biblica per appropriarsi di quel suo proprio sguardo su Dio e
sull’uomo. Sarebbe questa già ragion sufficiente, e non banale, per af83
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
frontare il tema di una «teologia biblica» in rapporto alla catechesi.2 E
tuttavia sarebbe ancora uno sguardo «esterno» al problema.
La XII Assemblea Generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi dal titolo «La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa» svoltasi
a Roma dal 5 al 26 ottobre 2008 ha messo in luce come vi sia un legame
profondo tra Scrittura, annuncio e catechesi: infatti questa «deve prendere come modello la pedagogia di Gesù nel cammino di Emmaus. Sulla
strada di Emmaus, Gesù apre il cuore dei discepoli all’intelligenza delle
Scritture (cf. Lc 24, 27). Il suo procedere mostra che la catechesi che affonda le sue radici nella Rivelazione cristiana suppone la spiegazione
delle Scritture. Esso ci invita anche a raggiungere gli uomini di oggi per
trasmettere loro il vangelo della salvezza».3
Questa formulazione, così calda e radicata nella narrazione evangelica, pone tuttavia il problema sul cosa sia questa intelligenza delle Scritture che scaturisce dalla Grazia e che apre il cuore (lo fa ardere come
sottolinea Lc 24,32) e sul come avvenga questo radicamento della catechesi nella Rivelazione attraverso la spiegazione delle Scritture. E’ esattamente il segno di questa «bruciatura» che permane nel cuore dei credenti (con una fiamma che arde ma non consuma, come quella del roveto di Esodo 3,2) a porre il problema del rapporto tra parola donata, parola accolta nella comprensione e parola ridonata nell’annuncio di salvezza. Lo stesso papa Benedetto XVI, nel suo intervento in aula il 14 ottobre 2008, ha sottolineato: «Dove l’esegesi non è teologia, la Scrittura
non può essere l’anima della teologia e, viceversa, dove la teologia non è
essenzialmente interpretazione della Scrittura nella Chiesa, questa teologia non ha più fondamento». Il binomio dunque tra Scrittura e catechesi
si situa proprio sulla comprensione profonda del loro organico rapporto
che non si risolve semplicemente in un mutuo rimando, ma anzi si radica
proprio nel momento in cui il fuoco pasquale4 risana, col suo bruciore,
l’incapacità di comprendere ed apre gli occhi alla visione del Risorto.
1. La prospettiva cristocentrica: l’«incontro» con il Cristo
Ripercorreremo anzitutto l’evento del Sinodo attraverso la selezione di alcune citazioni che ci mostrano come centrale il rapporto tra
Scrittura e Cristo.5
84
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
Il discorso fatto da Benedetto XVI al mondo della cultura nel
Collège des Bernardins a Parigi (12 settembre 2008) ci introduce,
nell’immediata vigilia del Sinodo, ad una riflessione sull’unità della
Scrittura: essa - ha detto il papa - «ha bisogno dell’interpretazione, e ha
bisogno della comunità in cui si è formata e in cui viene vissuta. In essa
ha la sua unità e in essa si dischiude il senso che tiene unito il tutto. Detto ancora in un altro modo: esistono dimensioni del significato della Parola e delle parole, che si dischiudono soltanto nella comunione vissuta
di questa Parola che crea la storia. Mediante la crescente percezione delle diverse dimensioni del senso, la Parola non viene svalutata, ma appare, anzi, in tutta la sua grandezza e dignità».
Parola di Dio, Scrittura e comunità credente (ed interpretante),
organicamente connessi, costituiscono dunque i tre elementi attraverso i
quali è possibile mettere a fuoco la riflessione del Sinodo, così come essa veniva presentata dall’ Instrumentum Laboris6 Questi tre elementi erano già stati messi ampiamente in luce nella Costituzione Dogmatica
Conciliare Dei Verbum particolarmente ai paragrafi 8-10, là dove il Concilio approfondiva la relazione tra Scrittura e Tradizione, e nell’intero
capitolo VI (di taglio significativamente pastorale) che porta per titolo
La Sacra Scrittura nella vita della Chiesa. Il desiderio del Sinodo dei
Vescovi era quello di approfondire quelle ragioni dottrinali, come era
detto nella prefazione dei Lineamenta (n. 5), per «estendere e rafforzare
la pratica di incontro con la Parola come fonte di vita nei diversi ambiti
dell’esperienza, proponendo per questo ai cristiani e ad ogni persona di
buona volontà vie giuste e agevoli per poter ascoltare Dio e parlare con
lui».
La riflessione del Sinodo, dunque, ha cercato di mettere in evidenza come, nella vita delle comunità cristiane, a partire dalla riflessione
credente sul Mistero di Dio che ci parla,7 si possano attivare dei percorsi
di riscoperta della Parola di Dio e di salutare e proficuo incontro con la
Sacra Scrittura, letta nella Chiesa,8 per poi approdare ad una riflessione
sul valore della Parola di Dio nella missione della Chiesa,9 con i necessari approfondimenti in vista dell’Annuncio, dell’Evangelizzazione e
della Catechesi, fino al più ampio valore della presenza della Parola di
Dio all’interno del dialogo ecumenico, del confronto interreligioso e con
le culture.
85
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
Tale scopo pastorale «prioritario» del Sinodo ritorna significativamente nelle parole del papa nell’Omelia di chiusura: «Noi tutti, che
abbiamo preso parte ai lavori sinodali, portiamo con noi la rinnovata
consapevolezza che compito prioritario della Chiesa, all’inizio di questo
nuovo millennio, è innanzitutto nutrirsi della Parola di Dio, per rendere
efficace l’impegno della nuova evangelizzazione, dell’annuncio nei nostri tempi. Occorre ora che questa esperienza ecclesiale sia recata in ogni
comunità; è necessario che si comprenda la necessità di tradurre in gesti
di amore la parola ascoltata, perché solo così diviene credibile
l’annuncio del Vangelo, nonostante le umane fragilità che segnano le
persone. Ciò richiede in primo luogo una conoscenza più intima di Cristo ed un ascolto sempre docile della sua parola».10
Il Sinodo stesso nella Proposizione 9 aveva cercato di descrivere
questa dimensione di «incontro» col Cristo attraverso l’ascolto della parola: «Questo Sinodo ripropone con forza a tutti i fedeli l’incontro con
Gesù , Parola di Dio fatta carne, come evento di grazia che riaccade nella lettura e nell’ascolto delle Sacre Scritture… Pertanto auspichiamo vivamente che da questa assemblea scaturisca una nuova stagione di più
grande amore per la Sacra Scrittura da parte di tutti i membri del Popolo
di Dio, cosicché dalla loro lettura orante e fedele nel tempo si approfondisca il rapporto con la persona stessa di Gesù».
Il nodo teologico centrale su cui il Sinodo ha riflettuto non è stato dunque la Bibbia in quanto Libro, ma in quanto mistero della Parola
di Dio sullo sfondo della Rivelazione di Dio all’uomo.11 E’ proprio in tal
senso che viene sottolineato l’incontro col Signore Risorto presente nella
Parola che dà di Lui testimonianza. La Scrittura, Parola attestata, fornisce lo spartito indefettibile attraverso il quale risuona in ogni tempo nella
chiesa la sinfonia del Dio che cerca l’uomo per salvarlo e amarlo. La
Proposizione 3 (Analogia Verbi Dei) fornisce in modo sintetico il quadro generale nel quale si è mossa la proposta del Sinodo: «Questa Parola
di Dio trascende la Sacra Scrittura, anche se essa la contiene in modo del
tutto singolare. Sotto la guida dello Spirito (cf. Gv 14, 26; 16, 12-15) la
Chiesa la custodisce e la conserva nella sua Tradizione viva (cf. DV 10)
e la offre all’umanità attraverso la predicazione, i sacramenti e la testimonianza di vita»12. Possiamo, così cogliere particolarmente la sottolineatura della dimensione dialogica e relazionale della Parola di Dio
(Proposizione 4) in conformità con DV 2. Si tratta, prima di tutto, di relazione da e con Dio, attraverso Gesù, nello Spirito. E’ quindi relazione
di comunicazione tra fratelli.
86
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
Tale relazione assume le sfumature dell’amicizia e dell’intimità
(DV 2). Il Sinodo ha rivolto anche una particolare attenzione anche alla
dimensione «sacramentale» della Scrittura in stretto rapporto con
l’Eucaristia.13
Tale dimensione, al di là del suo valore teologico intrinseco, esplicita la «mediazione» che opera la Scrittura nei confronti della vita
cristiana, riflettendosi in una serie di specificazioni pastorali molto prezione:
1) la lettura della Scrittura in sinu ecclesiae: essa è evidente
nell’azione liturgica (Proposizioni 14-16), ma anche quando si opera una
lettura personale della Bibbia non si è mai soli, la Bibbia riporta l’eco
delle tante voci che hanno concorso a scriverla e a trasmetterla. Leggere
la Bibbia è dunque sempre un fatto ecclesiale dentro una tradizione. Il
dialogo personale con Dio che scaturisce dalla lettura cristiana è sempre
un dialogo che mira alla conformazione a Cristo. Da qui l’insistenza operata dal Sinodo, e prima ancora dal Papa, per la Lectio Divina (Proposizione 22 - che predilige il più generale «lettura orante»)14 come esercizio di continuo discernimento operato sulla Scrittura, senza la pretesa di
fissare un metodo;
2) la lettura della Scrittura nei vari contesti di vita (cf Proposizioni 14-36)15. Qui il suggerimento operato dalle Proposizioni andrebbe sviluppato in senso pastorale: la domanda non è su come la Bibbia
possa irrorare tutti i campi dell’essere e dell’agire dei cristiani, ma soprattutto su come essa può operare l’unità e la trasversalità; in ogni campo fecondato dalla Parola di fatto fiorisce la medesima conformazione a
Cristo Signore;
3) la formazione alla lettura della Scrittura (Proposizioni
30.33-34). Anche la formazione «alta» si inserisce nel solco di una pastorale biblica (Proposizione 30) pensata come «anima di tutta la pastorale», in vista della missione evangelizzatrice della Chiesa. E’ interessante sottolineare come l’essere formati alla lettura della Bibbia non delinea solo un maggior bagaglio di conoscenze, ma soprattutto forma una
mentalità che diviene cultura. In tale contesto emerge anche la domanda
sulla figura di operatore pastorale16 capace di animare la lettura biblica
nella comunità cristiana.
L’ultimo nodo che va messo in rilievo è la ricerca del «senso totale» cioè sia dell’unità di AT e NT, sia dell’unità tra senso letterale (indagabile con il metodo storico-critico) e senso spirituale o teologico (a87
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
pertura al mistero di Cristo e della Chiesa).17 Necessita un’ermeneutica
della fede nell’accostarsi alla Scrittura (la Bibbia è un Libro che nasce
per la Fede, dalla Fede e nella Fede di una comunità credente): una lettura storica e secolarizzata, in senso univoco e positivista, appiattisce e
svuota lo stesso dato letterale. L’orizzonte pastorale di quest’ultimo nodo è molto fecondo, in quanto aiuta l’intelligenza del credente a superare
una sorta di «imbarazzo» nei confronti di una mentalità riduttiva che
tende a mantenere separate lettura «scientifica» e lettura «spirituale» della Bibbia.
1
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Catechismo per la vita cristiana. 1/ Il rinnovamento della catechesi, Roma 1988, n. 106. Nella nota 10, in calce, vengono ricordati
alcuni importanti riferimenti conciliari: DV 2-4; 8; 10-12; 14; 16; 21-26; LG 9.
2
E’ quanto abbiamo tentato di abbozzare in G. BENZI, «Teologia Biblica e comunicazione della fede: un organico rapporto», in A. ROMANO (ed.), Guidati dalla parola nei
luoghi della vita. La catechesi tra rivelazione e segni dei tempi, Associazione Italiana
Catecheti (AICa), LDC, Torino 2009, 157-169.
3
Proposizione 23.
4
Prendiamo l’immagine da P. BEAUCHAMP, «Jésus-Christ n’est pas seul.
L’accomplissement des Écritures dans la Croix», in Le récit, la lettre et le corps, Éditions du cerf, Paris 1992, 71: «L’accomplissement des Écritures est une expérience
“brûlante”, dit saint Luc (24,32), au cœur de laquelle s’est forge le message de la foi».
5
Per una rassegna dei maggiori documenti riguardanti il Sinodo cf Il RegnoDocumenti, n.19, novembre 2008. Tra gli studi usciti sul Sinodo segnaliamo due recenti pubblicazioni: C. BISSOLI, Dio parla, Dio ascolta. Una lettura del XII Sinodo della
Chiesa, LAS, Roma 2009; L. LEUZZI, La Parola nelle parole. Dal biblicismo al realismo della fede. I discorsi di Benedetto XVI al Sinodo dei Vescovi, Ed. Vaticana, Città
del Vaticano 2009.
6
Tale documento di lavoro dell’assemblea sinodale presentato nel maggio 2008 da
Mons. Nikola Eterović, Segretario Generale, era il risultato delle risposte ai Lineamenta da parte dei Sinodi delle Chiese Orientali Cattoliche, delle Conferenze Episcopali,
dei Dicasteri della Curia Romana, dell’Unione dei Superiori Generali, come pure di
esperti che hanno voluto apportare il loro contributo alla riflessione.
7
Cf Parte I dell’Instrumentum Laboris.
8
Cf Parte II dell’Instrumentum Laboris.
9
Cf Parte III dell’Instrumentum Laboris.
10
BENEDETTO XVI, Omelia, 26-10-2008.
11
Cf BISSOLI, Dio parla Dio ascolta, 20-22.
12
Si veda anche il Messaggio finale del Sinodo, nn. 1-3.
13
Cf la Proposizione 7 – dove si chiede di approfondire teologicamente l’espressione
«sacramentale». Ci sembra interessante citare uno stralcio sintetico dell’intervento in
Aula il 7-10-2008 di Mons. Luciano Monari, Vescovo di Brescia: «E’ l’umanità gloriosa del Cristo risorto che rende viva ed efficace la parola della Bibbia così come tutta l’economia sacramentale. In Gesù risorto sono risorte tutte le sue parole, tutti i gesti
88
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Ufficio Catechistico
che egli ha compiuto nella sua vita terrena e che hanno contribuito a delineare la sua
concreta figura umana; in Lui è risorto e quindi perennemente attuale il dono che egli
ha fatto di se stesso sulla croce. Quando la Chiesa, obbedendo al comando di Cristo,
annuncia la sua parola, questa parola instaura un legame col Signore risorto: è Lui
stesso che si rivolge alla sua comunità, la ama, la chiama, la corregge, la esorta, la
consola. Per questo il posto della Sacra Scrittura nella vita della Chiesa non è surrogabile: dipende da lei, dalla Parola, la possibilità stessa di un cammino di fede inteso
come incontro con Cristo, vita di amicizia con Lui. È praticamente impossibile iniziare
alla fede senza mettere le persone in contatto diretto, personale con Gesù Cristo attraverso la parola della Bibbia».
14
Cf anche Messaggio finale, 9.
15
Si veda anche l’anticipo della tematica su Parola di Dio e carità verso i poveri nella
Proposizione 11.
16
Proposizione 17, dove il catechista è messo in relazione con il «lettorato»; Proposizioni 30-33, dove si elencano laici, seminaristi, presbiteri; Proposizione 34, fanciulli,
ragazzi e giovani.
17
E’ questo il punto sul quale è intervenuto personalmente il papa sia in Assemblea (14
ottobre), sia nell’Angelus (26 ottobre) e che si riflette nelle Proposizioni 25-28.
89
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Pellegrinaggio dei Sacerdoti ad Ars
in occasione dell’Anno sacerdotale
Si è svolto dal 16 al 21 novembre 2009 il pellegrinaggio dei sacerdoti ad Ars e in altri santuari francesi. Con la partecipazione e la guida del nostro Vescovo Mons. Pio Vittorio Vigo e dell’Arcivescovo di
Catania Mons. Salvatore Gristina, un nutrito gruppo di sacerdoti della
nostra diocesi e di quelle di Catania e di Caltagirone, si è recato ad Ars,
ai piedi di S. Giovanni Maria Vianney, per celebrare nella parrocchia
che vide operare il Santo Curato il giubileo sacerdotale. Un pellegrinaggio doveroso, per vivere al meglio l’anno sacerdotale 2009-2010 indetto
dal S. Padre benedetto XVI per celebrare il santo parroco di Francia, nel
150° anniversario della sua morte.
Prima di giungere ad Ars, il pellegrinaggio ha fatto tappa in tanti
altri luoghi carichi di profonda spiritualità. A Parigi, nella Cappella dove
la Madonna apparve a S. Caterina Labourè affidandole il compito di diffondere la medaglia miracolosa e nella Chiesa dove si trova il corpo di
S. Vincenzo de’ Paoli, l’instancabile sacerdote dedito alla carità verso i
poveri… A Lisieux, dove si compì l’intensa esperienza spirituale di S.
Teresa di Gesù Bambino e dei suoi genitori, recentemente beatificati…
A Nevers, dov’è custodito il corpo incorrotto di S. Bernadette, la fanciulla a cui apparve la Vergine Maria a Lourdes e che successivamente
si consacrò a Dio nella vita carmelitana… A Paray le Monial, nella cappella delle monache visitandine dove Gesù apparve a S. Margherita Maria Alacoque e le rivelò i misteri del suo Sacro Cuore. Una lunga scia di
fede che ha attraversato la Francia nei secoli scorsi e che ha segnato fortemente la spiritualità della Chiesa intera, e continua anche oggi a lasciare le sue tracce; un percorso di fede molto intenso, vissuto dai sacerdoti
presenti in un clima di serena e profonda comunione presbiterale e che
ha lasciato in tutti una profonda impronta spirituale che difficilmente si
può dimenticare.
Ma l’appuntamento più importante è stato quello di giovedì 19,
quando il pellegrinaggio ha fatto tappa ad Ars. Nel piccolo paese nei
pressi di Lione risplende la grande figura del suo Santo Curato. Ad Ars,
con modestia e semplicità, tutto parla di Giovanni Maria Vianney, tutto
fa eco allo stile che ha contraddistinto la sua vita: povertà, austerità, preghiera, dedizione incessante al servizio di Dio e alla cura dei fedeli. Tutti
i sacerdoti hanno avuto modo di conoscere la figura di S. Giovanni Maria Vianney durante gli anni di formazione o durante il ministero; tut90
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
ti, almeno una volta, hanno letto la sua biografia e in tutti ha lasciato un
segno, uno stimolo ad amare di più Dio e il prossimo… ma che impressione rendersi conto dal vivo dell’infinita umiltà della sua casa, vedere il
confessionale dove ha consumato i suoi giorni, pregare nella piccola
chiesa dove risuonavano le sue parole appassionate di amore per Dio!
Con il cuore carico di questi sentimenti, durante la celebrazione eucaristica, tutti i sacerdoti hanno rinnovato le promesse della loro ordinazione
e infine hanno affidato il proprio ministero all’intercessione del loro santo patrono.
Infine, il pellegrinaggio ha fatto tappa al santuario mariano de La
Salette dove la Madonna apparve ai piccoli Massimiliano e Melania; poi
il proseguimento per Torino e il ritorno a Catania.
91
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
dal diario del Vescovo
DIARIO DEL VESCOVO
lebra l’Eucaristia e amministra
la santa Cresima.
Solicchiata di Castiglione di Sicilia (Parrocchia S. Cuore di Gesù): Celebra l’Eucaristia e amministra la santa Cresima.
LUGLIO
1 luglio
Rovittello (Chiesa Maria SS. del
Carmelo): Incontro con i giovani
della cresima di Solicchiata.
2 luglio
Carrubba (Parrocchia S. Martino
Vescovo): Celebra l’Eucaristia
nella svelata del santo Patrono.
Udienze.
Acireale (Parrocchia S. Maria
delle
Grazie):
Celebra
l’Eucaristia in occasione della
festa della Madonna.
6 – 7 luglio
Udienze.
8 luglio
Udienze.
Aci S. Filippo di Acicatena (Eremo S. Anna): Incontra il giovane clero della Diocesi.
9 luglio
Udienze.
Acireale (locali Bas. S. Sebastiano): Incontra i Responsabili
degli Uffici pastorali.
3 luglio
Udienze.
Linguaglossa: Incontra i membri
dell’AVULS.
Piedimonte Etneo (Parrocchia
S. Maria del Rosario): Presiede
la celebrazione dell’Eucaristia
per la Dedicazione della Chiesa.
10 luglio
Udienze.
11 luglio
Acicatena (Parrocchia Maria SS.
della
Catena):
Presiede
l’Eucaristia per l’ordinazione
presbiterale del Diac. Orazio
Greco.
4 luglio
Acireale ( ): Incontra i membri
della commissione per la formazione del Clero.
Acireale (Basilica Cattedrale):
Presiede
l’Eucaristia
per
l’ordinazione
diaconale
dell’Acc. Claudio Catalano
12 luglio
Linguaglossa (Parrocchia Ss.
Antonio e Vito): Celebra
l’Eucaristia e amministra la santa Cresima.
Piano d’Api di Acireale (Parrocchia S. Maria della Misericor-
5 luglio
Scillichenti di Acireale (Parrocchia Maria SS. del Rosario): Ce92
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
dia): Celebra l’Eucaristia nella
svelata della Madonna.
dal diario del Vescovo
Pasteria di Calatabiano (Parrocchia S. Giuseppe): Presiede
l’Eucaristia per l’inizio del ministero pastorale del nuovo parroco, don Salvatore Grasso.
13 luglio
Udienze.
14 luglio
Udienze.
Acireale (Chiesa S. Camillo):
Celebra l’Eucaristia nella festa
del Santo.
19 luglio
Linguaglossa (S. Maria delle
Grazie): Presiede l’Eucaristia
nell’ordinazione presbiterale del
Diac. Mirco Barilari, della Comunità dei Ricostruttori nella
Preghiera.
Tagliaborse di Mascali (Parrocchia Natività della Beata Vergine Maria): Presiede l’Eucaristia
per l’inizio del ministero del
nuovo parroco, P. Simone Sacchier, della Comunità dei Ricostruttori nella Preghiera.
Nunziata di Mascali (Parrocchia
S. Maria dell’Itria): Celebra
l’Eucaristia nella Festa della
Madonna del Carmine.
15 luglio
Udienze.
Aci Platani di Acireale (Parrocchia S. Maria del Monte Carmelo):
Presiede
l’Eucaristia
nell’ordinazione presbiterale del
Diac. Giuseppe Pavone.
16 luglio
Acireale (Parrocchia S. Maria
del
Carmelo):
Celebra
l’Eucaristia nella festa della
Madonna.
Riposto: Celebra l’Eucaristia al
Porto.
20 luglio
Udienze.
Pozzillo di Acireale (Parrocchia
S. Margherita V. e M.): Celebra
L’Eucaristia per la dedicazione
del nuovo altare maggiore.
17 luglio
Udienze.
Mangano di Acireale (Parrocchia S. Maria di Porto Salvo):
Presiede l’Eucaristia per l’inizio
del ministero pastorale del nuovo parroco, don Luigi Privitera.
21 luglio
Udienze.
Aci S. Antonio (O.A.S.I. – Maria SS. Assunta – Casa del Clero): Celebra l’Eucaristia per un
gruppo di Consacrate in esercizi
spirituali.
18 luglio
Catania (Pala Cannizzaro): Incontra i ragazzi del Grest estivo
nel Raduno annuale.
93
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Carruba (Parrocchia S. Martino
Vescovo): Presiede l’Eucaristia
nell’inizio del ministero pastorale del nuovo parroco, don Marcello Zappalà.
dal diario del Vescovo
Acireale (Basilica Cattedrale):
Celebra la Messa Pontificale
nella Festa di S. Venera.
In serata partecipa alla Processione cittadina in onore della
Santa Patrona.
22 luglio
Udienze.
23 luglio
Acireale (Seminario diocesano:
Incontra i Seminaristi e celebra
l’Eucaristia.
Riposto (Parrocchia Immacolata
di
Lourdes):
Celebra
L’Eucaristia nei funerali del
Sac. Gino Denaro.
Calatabiano (Antico castello):
Inaugura la fruibilità del Castello dopo i lavoro di restauro.
27 luglio
Randazzo: Partecipa al Convegno
diocesano
per
l’Emigrazione.
28 luglio
Riposto (Casa di accoglienza
“Viviana Lisi”): Incontra i responsabili della Casa e celebra
l’Eucaristia
29 luglio
Udienze.
Linguaglossa (Casa S. Tommaso): Tiene gli Esercizi Spirituali
per i laici della Diocesi.
24 luglio
San Leonardello di Giarre (Parrocchia Maria SS. della Libertà):
Presiede l’Eucaristia per l’inizio
del ministero del nuovo parroco,
Sac. Luigi Privitera.
AGOSTO
2 agosto
Altarello di Giarre (Parrocchia
Maria SS. di porto Salvo): Svelata.
S. Venerina (Parrocchia S. Venera): Visita la comunità e celebra l’Eucaristia.
Montargano di Piedimonte Etneo (Parrocchia S. Maria delle
Grazie: Chiesa S. Michele Arcangelo): Celebra l’Eucaristia e
amministra la S. Cresima.
25 luglio
Udienze.
Acireale (Basilica Cattedrale):
Assiste al pontificale nella Vigilia di S. Venera.
26 luglio
Aci S. Filippo di Acicatena (Eremo S. Anna): Celebra
l’Eucaristia per la festa di S.
Anna.
94
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
3-8 agosto
Sondalo di Sondrio: partecipa
all’Incontro sacerdotale organizzato da Chiesa Mondo.
dal diario del Vescovo
12 agosto
Udienze.
Cassone di Zafferana Etnea: Incontra le appartenenti all’Ordo
Virginum.
9 agosto
Mascalcia (PP. Passionisti): Partecipa alla presentazione dei volumi di P. Generoso.
Tagliaborse di Mascali (Parrocchia Natività della Beata Vergine Maria): Presiede la celebrazione per l’inizio del servizio
pastorale del nuovo parroco, P.
Simone Sacchier dei Ricostruttori nella Preghiera.
Carrabba di Mascali (Parrocchia
S.
Giuseppe):
Celebra
l’Eucaristia nella festa del Patrono.
13 agosto
Udienze.
Calatabiano (Castello): Inaugura
i quadri restaurati della Chiesa
Gesù e Maria.
14 agosto
Randazzo (Parrocchia S. Maria):
Celebra l’Eucaristia e incontra la
comunità.
15 agosto
Acicatena (Parrocchia Maria SS.
della
Catena):
Celebra
l’Eucaristia e incontra la comunità.
Aci S. Antonio (O.A.S.I. – Maria SS. Assunta – Casa del Clero): Celebra l’Eucaristia.
10 agosto
Acireale (Palazzo Vescovile):
Incontra i membri dell’équipe
dell’Ufficio Catechistico.
Udienze.
S. Maria La Stella di Aci S. Antonio (Parrocchia S. Maria la
Stella): Inaugura l’Oratorio
pubblico all’aperto “Madonna di
Fatima e S. Pio da Pietrelcina”.
16 agosto
Torre Archirafi di Riposto (Parrocchia S. Maria del Rosario):
Celebra l’Eucaristia per la festa
della Madonna.
Tagliaborse di Mascali (Parrocchia Natività della Beata Vergine Maria): Celebra l’Eucaristia
domenicale e incontra la comunità.
Fondachello di Mascali (Parrocchia Maria SS. della Pietà): Ce-
11 agosto
Acireale (Basilica Cattedrale):
Celebra i funerali per l’Avv.
Marangolo.
S. Alfio (Parrocchia S. Alfio,
Cirino e Filadelfo): Celebra
l’Eucaristia per i funerali del
parroco, P. Salvatore Papa.
95
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
lebra l’Eucaristia nella Festa
della Madonna.
dal diario del Vescovo
27 agosto
Carruba di Riposto (Parrocchia
S. Martino Vescovo): Celebra
l’Eucaristia per il 100° anno di
vita di una signora.
17 agosto
Udienze.
18 agosto
Milo (Casa delle Suore Benedettine): Celebra l’Eucaristia in occasione del Centenario della loro
presenza a Catania
28 agosto
Udienze.
29 agosto
S. Maria La Stella di Aci S. Antonio (Parrocchia S. Maria la
Stella): Celebra l’Eucaristia nella svelata della Madonna
22 agosto
Acireale (Parrocchia S. Maria
degli Angeli): Accoglie Sua
Ecc. Mons. Marciante Giuseppe,
Ausiliare di Roma e assiste
all’Eucaristia.
30 agosto
Valverde (Parrocchia S. Maria
di Valverde): Celebra la Messa
Pontificale nella festa della Madonna.
Piedimonte Etneo (Santuario S.
Gerardo): Celebra l’Eucaristia
per la festa del Santo.
23 agosto
S. Maria La Scala di Acireale:
(Presiede la cerimonia nel 50º
Anniversario dell’erezione della
stele della Madonna al porto.
Acireale (Parrocchia S. Giuseppe): Presiede l’Eucaristia nel 50°
di ordinazione sacerdotale del
parroco, Sac. Vincenzo Lanzafame.
31 agosto
Udienze.
Acireale: Istituto “Casa mia”:
Celebra la S. Messa nella Festa
di Jeanne Jugan.
24 agosto
Udienze.
SETTEMBRE
26 agosto
Udienze.
Acireale: Visita i Bambini esiliati del Marocco.
1 settembre
Udienze.
Linguaglossa:
Incontra
l’amministrazione comunale e
celebra la Messa Pontificale nella festa di S. Egidio.
96
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
dal diario del Vescovo
Acireale (Basilica Cattedrale):
Celebra l’Eucaristia nella festa
della Natività di Maria in occasione della processione con il
simulacro di Maria Bambina
della Parrocchia S. Maria degli
Angeli
.
9 settembre
Udienze.
Acireale (Salone della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria): Partecipa al Convegno diocesano dei Catechisti.
2 - 4 settembre
Udienze.
5 settembre
Linguaglossa: Partecipa al Convegno della Pastorale delle Famiglie sul tema: Strumenti e metodi educativi oggi sulle orme
della Famiglia di Nazareth e celebra l’Eucaristia.
S. Alfio (Parrocchia Ss. Alfio,
Cirino e Filadelfo): Presiede
l’Eucaristia per l’inizio del ministero del nuovo parroco, Sac.
Salvatore Garozzo.
10 settembre
Udienze.
Acireale (Salone della Parrocchia Cuore Immacolato di Maria): Partecipa al Convegno diocesano dei Catechisti.
Acireale (Salone Parrocchia Maria SS. di Loreto): Presiede alla
premiazione del Concorso di
Poesie.
6 settembre
Vena di Piedimonte Etneo (Parrocchia S. Maria della Vena):
Celebra l’Eucaristia nella festa
della Madonna e benedice il
campo di esercitazione dei Volontari della Protezione civile.
Maugeri di Valverde (Parrocchia S. Maria delle Grazie): Presiede l’Eucaristia nel 65° anniversario di sacerdozio del parroco, Sac. Francesco Panebianco.
11 settembre
Udienze.
Vena di Piedimonte Etneo (Parrocchia S. Maria della Vena):
Partecipa al Convegno diocesano dei Catechisti e celebra
l’Eucaristia a conclusione con il
Mandato ai Catechisti della Diocesi.
7 settembre
Udienze.
8 settembre
Udienze.
Piano d’Api di Acireale (Parrocchia S. Maria della Misericordia): Presiede l’Eucaristia nel
25° anniversario di sacerdozio
del parroco, Sac. Sebastiano Raciti.
12 settembre
Udienze.
97
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Acireale (Parrocchia Maria SS.
di Loreto): Celebra l’Eucaristia
con gli ammalati.
dal diario del Vescovo
Acireale: Celebra l’Eucaristia
per l’Inizio dell’Anno Scolastico
alla Scuola Media Vespucci.
Linguaglossa (Parrocchia S. Maria delle Grazie): Accoglie il Reliquiario delle Lacrime della
Madonna di Siracusa.
13 settembre
Tagliaborse di Mascali (Parrocchia Natività della Beata Vergine Maria): Celebra l’Eucaristia
nella festa della Madonna.
Piedimonte Etneo (Parrocchia S.
Maria del Rosario): Celebra
l’Eucaristia e amministra la S.
Cresima.
18 settembre
Udienze.
19 settembre
Lavinaio di Aci S. Antonio: Celebra l’Eucaristia nella festa della Madonna della Salette.
Acireale (Parrocchia S. Paolo
apostolo): Incontra il M.E.I.C.
14 settembre
Udienze.
Aci S. Antonio (O.A.S.I. – Maria SS. Assunta – Casa del Clero): Presiede all’inizio Esercizi
spirituali del clero, tenuti da Sua
Ecc. Mons. Alessandro Plotti,
Vescovo emerito di Pisa.
20 settembre
Linguaglossa (Pineta): Celebra
l’Eucaristia per la chiusura
dell’estate Etnea.
Giarre (Parrocchia S. Isidoro
Agricola): Celebra l’Eucaristia
in occasione della preparazione
del 25° Anniversario del parroco, il Sac. Domenico Massimino
e del Suo 51° anniversario di
Ordinazione sacerdotale.
15 settembre
Mascalcia (Santuario dell’Addolorata): Celebra l’Eucaristia
per il 50° anniversario di Sacerdozio di P. Eugenio.
Pozzillo di Acireale (Parrocchia
S. Margherita M.): Celebra
l’Eucaristia per il 25° anniversario di Sacerdozio del parroco,
Sac. Giuseppe Garozzo.
21 settembre
Udienze.
22 settembre
Aci S. Antonio (O.A.S.I. – Maria SS. Assunta – Casa del Clero): Presiede il Consiglio Presbiterale.
16 settembre
Udienze.
17 settembre
98
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Acireale (Parrocchia Madonna
della Fiducia): Accoglie la statua della Madonna di Fatima.
dal diario del Vescovo
nedice i locali parrocchiali destinati ad oratorio.
Acireale (Basilica Cattedrale):
Celebra l’Eucaristia nella ricorrenza del 100° Anniversario della Fondazione della Conferenza
di San Vincenzo de’ Paoli in Acireale.
23 settembre
Udienze.
S. Maria La Stella di Aci S. Antonio (Parrocchia S. Maria la
Stella): Amministra il Battesimo
e la S. Cresima ad un adulto diversamente abile.
Riposto (Parrocchia Immacolata
di Lourdes): Celebra l’Eucaristia
nella festa di P. Pio di Pietralcina.
28 settembre
Roma (Catacombe di S. Priscilla): Concelebra l’Eucaristia in
occasione del 50° anniversario
di Mons. Giulio Belvedere.
29 settembre
Palermo: E’ presente a alla Discussione della tesi di dottorato
del parroco di Aciplatani, Sac.
Antonio Pennisi.
24 settembre
Udienze.
25 settembre
Udienze.
Acireale (Parrocchia S. Michele
Arcangelo):
Presiede
l’Eucaristia per le esequie del
parroco, Sac. Orazio Adamantino, deceduto il 16 c.m. in Tunisia durante una gita Parrocchiale.
30 settembre
Acireale (Vescovado): Presiede
il Consiglio di Amministrazione
della Fondazione Città del Fanciullo.
Randazzo (Parrocchia S. Martino): Accoglie il reliquiario delle
Lacrime della Madonna di Siracusa e celebra l’Eucaristia. Acireale (Sede ACI): Partecipa al
Consiglio diocesano di A.C.
26 settembre
Udienze.
Giarre (Parrocchia S. Isidoro
Agricola): Presiede l’Eucaristia
nel Raduno delle Confraternite
di Messina – Catania – Acireale.
OTTOBRE
27 settembre
Randazzo (Parrocchia S. Cuore
di Gesù): Celebra l’Eucaristia
per l’Inizio anno pastorale e be-
1 0ttobre
Udienze.
Linera di S. Venerina (Parrocchia S. Maria del Lume): Pre99
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
siede l’Eucaristia per l’inizio del
ministero pastorale del nuovo
parroco, don Antonio Vinci.
Inizio dell’anno pastorale dei
giovani.
dal diario del Vescovo
Aci S. Antonio (O.A.S.I. – Maria SS. Assunta – Casa del Clero): Partecipa al ritiro del clero.
Fiumefreddo – Castello (Maria
SS. del Rosario): Celebra
l’Eucaristia nella dedicazione
della Chiesa parrocchiale.
2 ottobre
Udienze.
7 ottobre
Udienze.
3 ottobre
Rocca di Palermo: Presiede
l’Assemblea regionale delle Religiose.
Fiumefreddo (Parrocchia Maria
SS. Immacolata): Presiede i funerali del papà di don Salvatore
Cassaniti.
Calatabiano (Parrocchia Maria
SS.
Annunziata):
Celebra
l’Eucaristia e amministra la S.
Cresima.
8 ottobre
Udienze.
9 ottobre
Udienze.
Acireale (Vescovado) Presiede
alla riunione degli uffici pastorali.
10 ottobre
Udienze.
Cassone di Zafferana Etnea: Celebra l’Eucaristia con la Comunità parrocchiale di S. Paolo.
4 ottobre
Linguaglossa (Chiesa dei PP.
Cappuccini): Celebra l’Eucaristia.
Calatabiano (Parrocchia Maria
SS. Annunziata): Celebra la
l’Eucaristia e amministra la S.
Cresima.
11 ottobre
Pisano di S. Venerina ( Oasi dei
PP. Filippini): Tiene il ritiro spirituale d’inizio di anno scolastico per gli Insegnanti della Religione Cattolica.
5 ottobre
Aciplatani di Acireale: Partecipa
alla
celebrazione
d’inizio
dell’anno scolastico.
Udienze.
12-14 ottobre
Palermo: Partecipa alla Conferenza Episcopale Siciliana.
6 ottobre
15 ottobre
Udienze.
100
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
dal diario del Vescovo
l’Eucaristia nell’Incoronazione
della Madonna Pellegrina.
Acireale (Collegio Spirito Santo); Presiede la Consulta dei
Giovani.
21 ottobre
Riposto: Partecipa alla cerimonia dell’Inizio dell’Anno Scolastico al Circolo Didattico G.
Verga.
Udienze
Aci S. Antonio: Partecipa alla
presentazione del Progetto Centro Giovanile Polifunzionale.
16 ottobre
Udienze.
17 ottobre
Udienze.
S. Maria Ammalati di Acireale
(Parrocchia S. Maria degli Ammalati): Celebra l’Eucaristia e
incontra la comunità.
22 ottobre
Acicastello: Partecipa alla Inaugurazione dell’Anno scolastico
Scuola Media.
Acireale (Seminario diocesano):
Incontra il Serra Club per
l’inizio dell’Anno Sociale.
18 ottobre
Sull’Etna: Incontra gli Scouts.
S. Maria la Stella di Aci S. Antonio (Parrocchia S. Maria la
Stella): Presiede l’Eucaristia
nell’inizio pastorale del nuovo
parroco don Salvatore Coco.
23 ottobre
Udienze.
Acireale (Basilica Cattedrale):
Assemblea diocesana e consegna del Documento delle Linee
pastorali dell’anno 2009-2010.
19 ottobre
Acireale (Vescovado): Presiede
gli Scrutini per i candidati agli
ordini sacri del diaconato e del
presbiterato.
Randazzo (Parrocchia Santa
Maria): Celebra l’Eucaristia
nell’arrivo del Reliquiario della
Fondatrice delle Suore di Carità
S. Giovanna Antida Toureth.
24 ottobre
Udienze
25 ottobre
Cosentini di S. Venerina (Parrocchia Maria SS. del Rosario):
Celebrazione dell’Eucaristia alla
svelata della Madonna.
Acireale (Parrr. S. Maria degli
Angeli): Celebra l’Eucaristia e
amministra la S. Cresima.
20 ottobre
Udienze.
Carruba di Riposto (Parrocchia
S. Martino Vescovo): Celebra
101
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
dal diario del Vescovo
Udienze.
Acicatena: Inaugura la “Casa dei
Giovani”: un Centro giovanile
parrocchiale.
Acireale (Istituto “Casa mia”
delle Piccole Sorelle dei Poveri):
Celebra l’Eucaristia di ringraziamento per la Canonizzazione
della Fondatrice, Jeanne Jugan.
30 ottobre
Giarre (Collegio S. Cuore): Celebra l’Eucaristia in occasione di
una Giornata per la Pace.
Zafferana Etnea (Emmaus): Apre il Convegno Intercongregazionale USMI delle Giovani
Suore.
26 ottobre
Riposto: Incontra gli alunni e i
docenti dell’Istituto Nautico e
celebra l’Eucaristia in suffragio
nella Parrocchia Maria SS. del
Carmelo per un loro compagno.
31 ottobre
Zafferana Etnea (Emmaus): Partecipa al Convegno Intercongregazionale USMI delle Giovani
Suore.
Acireale (Salone Parrocchia S.
Paolo Apostolo): Partecipa
all’Assemblea
diocesana
dell’Azione Cattolica).
27 ottobre
Aci S. Antonio (O.A.S.I. – Maria SS. Assunta – Casa del Clero): Partecipa a un incontro di
Aggiornamento del Clero diocesano.
Carruba di Riposto (Parrocchia
S. Maritino Vescovo): Incontra
la
comunità
e
celebra
l’Eucaristia.
NOVEMBRE
1 novembre
Acireale: Celebra l’Eucaristia al
Cimitero.
Acireale (Basilica Cattedrale):
Celebra l’Eucaristia in occasione della festa della Madonna
Madre di tutti i Santi
28 ottobre
Udienze.
Aci S. Antonio (O.A.S.I. – Maria SS. Assunta – Casa del Clero): Porge gli auguri a Mons.
Sebastiano Musumeci in occasione del suo 98° anno di età.
2 novembre
Acireale: Celebra l’Eucaristia al
Cimitero per i Caduti di Guerra.
Zafferana Etnea (Emmaus): Celebra l’Eucaristia a conclusione
del Convegno Intercongregazionale USMI delle Giovani Suore.
29 ottobre
S. Venerina: Partecipa all’inaugurazione del nuovo plesso scolastico.
102
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
Acireale (Basilica Cattedrale):
Celebra l’Eucaristia..
dal diario del Vescovo
9 - 12 novembre
Assisi: Partecipa all’Assemblea
CEI.
3 novembre
Aci S. Antonio (O.A.S.I. – Maria SS. Assunta – Casa del Clero): Partecipa al ritiro del clero.
Acireale (Seminario diocesano):
Presiede l’Assemblea diocesana
delle Suore, per l’elezione della
Segretaria diocesana USMI.
13 novembre
Acireale (Vescovado): Incontra
gli ordinandi Diaconi.
Udienze.
14 novembre
Udienze.
Acireale (Basilica Cattedrale):
Celebra il Pontificale nella memoria della traslazione delle Reliquie di S. Venera e partecipa
in piazza a una breve processione con il Simulacro della vergine e martire Venera.
4 novembre
Udienze
5 novembre
Udienze
6 novembre
Mascali (Parrocchia S. Leonardo
Ab.): Celebra la Messa Pontificale per la festa del Santo patrono.
15 novembre
Ritiro all’Eremo S. Anna.
Riposto (Parrocchia Maria SS.
del
Carmelo):
Celebra
l’Eucaristia in occasione della
presenza del Reliquiario delle
Lacrime della Madonna di Siracusa.
7 novembre
Giarre (Palazzo della Cultura):
Prende parte alla Conferenza
sugli Oratori.
Piedimonte Etneo: Partecipa ad
un incontro conviviale con le
famiglie.
16 - 21 novembre
Partecipa al pellegrinaggio sacerdotale ad Ars.
8 novembre
Santuario di Vena: Tiene il Ritiro spirituale mensile per i laici.
Aci S. Filippo di Acicatena
(Bas. S. Filippo): Celebra l’Eucaristia nell’apertura dell’anno
giubilare.
21 novembre
Acireale (Monastero della Visitazione): Celebra l’Eucaristia
per la Giornata delle Claustrali.
103
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
dal diario del Vescovo
Acireale (Bas. Ss. Pietro e Paolo): Presiede un incontro di preghiera interconfessinale.
22 novembre
Capomulini di Acireale (Complesso alberghiero “la Perla Jonica”): Celebra l’Eucaristia per
il Convegno Regionale delle
Conferenze di S. Vincenzo de’
Paoli in occasione del Centenario di fondazione della Conferenza in Acireale.
Lavina di Acibonaccorsi (Parrocchia Maria SS. Ritornata):
Celebra
l’Eucaristia
per
l’inaugurazione del “Cenacolo”.
28 novembre
Udienze.
Acireale (Basilica Cattedrale).
Celebra l’Eucaristia e conferisce
l’Ordinazione diaconale agli
Acc. Mario Camera, Lucio Cannavò e Francesco Mazzoli.
29 novembre
Acireale (Basilica Cattedrale):
Celebra l’Eucaristia.
23 novembre
Udienze.
Acireale (Seminario Diocesano):
Incontra gli alunni e i superiori e
celebra l’Eucaristia.
30 novembre
Parte per il Rwanda in occasione
dell’apertura in Ruhengeri della
Casa di Formazione delle Ancelle di Gesù Sacerdote.
24 novembre
Udienze.
Macchia di Giarre ( Parrocchia
Maria SS. della Provvidenza):
Incontra la comunità e celebra
l’Eucaristia.
DICEMBRE
1 – 6 dicembre
Permanenza in Rwanda
25 novembre
Udienze.
Acireale (Parrocchia S. Paolo
Apostolo): Presiede la preghiera
nella Giornata di Santificazione
universale.
5 dicembre
Ruhengeri (Rwanda): Inaugurazione della Casa di formazione
delle Ancelle di Gesù Sacerdote.
6 dicembre
Nel pomeriggio partenza per il
rientro in Italia
26 novembre
Udienze.
7 dicembre
Rientra a Catania dal Rwanda.
27 novembre
Udienze.
104
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
dal diario del Vescovo
Linguaglossa (Parrocchie Matrice e di San Francesco): Presiede
l’incontro dei Consigli Pastorali.
Linguaglossa (Chiesa del Convento dei PP. Cappuccini): Celebra l’Eucaristia e incontra la
comunità dei frati.
11 dicembre
Acireale (Palazzo Vescovile):
Presiede la riunione della Fondazione Città del Fanciullo.
Acireale (Parrocchia S. Maria
dell’Itria): Celebra l’Eucaristia
per i membri della Conferenza
di S. Vincenzo de’Paoli.
Acireale (Parrocchia S. Paolo):
Nella sala conferenze partecipa
alla presentazione di un’Opera.
8 dicembre
Dagala del Re di S. Venerina
(Parrocchia Maria SS. Immacolata): Celebra l’Eucaristia a per
la festa dell’Immacolata.
Acireale (Basilica Cattedrale):
Celebra l’Eucaristia in occasione della festa dell’Immacolata.
Acicatena: Inaugura un Presepio.
12 dicembre
Udienze.
Aci S. Antonio (O.A.S.I. – Maria SS. Assunta – Casa del Clero): Prende parte al pranzo per il
compleanno di Mons. Ignazio
Cannavò.
Acireale (ospedale): Celebra
l’Eucaristia per il tesseramento
dell’A.C.O.S.
Acireale (Paizza Duomo): Benedice il Presepe approntato in
Piazza.
9 dicembre
Aci S. Antonio (O.A.S.I. – Maria SS. Assunta – Casa del Clero): Partecipa all’incontro di aggiornamento per il clero.
Scillichenti di Acireale (Parrocchia Maria SS. del Rosario): Celebra l’Eucaristia per i 100 anni
della Sig.na Rosa.
Acireale (cripta di San Sebastiano): Presiede la Consulta delle
Aggregazioni laicali.
Acireale (Palazzo Vescovile):
Presiede la riunione del Consiglio diocesano degli Affari economici.
13 dicembre
Piedimonte (Santuario Maria Ss.
della Vena): Predica il Ritiro
mensile ai laici.
Piedimonte Etneo: Celebra
l’Eucaristia per i giovani nella
3° giornata di ChiesaLab, organizzata dall’Ufficio di Pastorale
giovanile.
10 dicembre
Acireale (Istituto “Casa mia”):
Celebra l’Eucaristia per il 50° di
vita consacrata di Suor Giovanna.
105
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
dal diario del Vescovo
Acireale (Seminario Diocesano):
Celebra l’Eucaristia in occasione degli auguri del Serra Club.
14 dicembre
Udienze.
Acireale (Parrocchia Maria SS.
di Loreto): Detta una meditazione per il Ritiro dei Catechisti
della Diocesi.
Acireale (Parrocchia S. Michele): Celebra l?Eucaristia e immette nel Servizio pastorale il
nuovo parroco Don Venerando
Licciardello.
19 dicembre
Udienze.
Mangano di Acireale (Istituto
Giovanni XXIII dei PP. Camilliani): Celebra l’Eucaristia per
il Quarantesimo Anniversario.
Linguaglossa (Convento dei PP.
Cappuccini):
Celebra
l’Eucaristia a in occasione del
50° di sacerdozio di P Bonaventura, Guardiano.
15 dicembre
Acireale (Seminario Diocesano):
Partecipa al Ritiro del clero e
presiede la concelebrazione per
la Giornata diocesana dei Giubilei Sacerdotali.
20 domenica
Acicatena (Eremo S. Anna):
Detta il Ritiro mensile ai laici
della Diocesi.
Aci S. Antonio (Parrocchia S.
Maria la Stella): Celebra
l’Eucaristia e inaugura il Presepe.
16 dicembre
Giarre (Istituto di Pena Circondariale): Celebra l’Eucaristia e
incontra gli ospiti della casa.
17 dicembre
Udienze.
Acireale
(AIAS):
Celebra
l’Eucaristia.
Acireale (Basilica dei Ss. Pietro
e Paolo). Prende parte al Concerto inaugurale dell’organo restaurato.
21 dicembre
Udienze.
Acireale (Parrocchia S. Giuseppe): Celebra l’Eucaristia per gli
Insegnanti di Religione Cattolica della Diocesi.
22 dicembre
Udienze.
Acireale (Istituto Circondariale
di Pena per minori): Celebra
l’Eucaristia e amministra i Sacramenti dell’Iniziazione Cristiana ad un giovane.
18 dicembre
Udienze.
Acireale (Chiesa Arcangelo Raffaele): Celebra l’Eucaristia per
gli anziani della Città.
106
MOMENTI DI VITA DIOCESANA
dal diario del Vescovo
Acireale (Parrocchia S. Giovanni
Evangelista):
Celebra
l’Eucaristia nella festa del patrono.
23 dicembre
Udienze.
Acireale (Palazzo Vescovile):
Riceve gli auguri degli impiegati
della Curia.
Acicatena (Parrocchia Maria SS.
della
Catena):
Celebra
l’Eucarsitia per le esequi del
Sac. Alfio Raciti.
Acireale (Palazzo Vescovile):
Riceve gli auguri natalizi del
Consiglio diocesano dell’Azione
Cattolica.
28 dicembre
Udienze.
Maugeri di Valverde (Parrocchia S. Maria delle Grazie): Celebra l’Eucaristia a in occasione
dei 100 anni della devozione a
Gesù Bambino.
29 dicembre
Udienze.
24 dicembre
Acireale (Palazzo Vescovile):
Riceve gli auguri natalizi.
Acireale (Basilica Cattedrale):
Presiede la Veglia e la Messa
Pontificale della Notte di Natale
30 dicembre
Udienze.
Acireale (Chiesa S. Antonio di
Padova): Incontra il MEIC e celebra l’Eucarisita.
25 dicembre
Acireale (Basilica Cattedrale):
Celebra la Messa Pontificale nel
giorno di Natale.
31 dicembre
S. Antonino di Mascali (Parrocchia Gesù e Maria): Celebra
l’Eucaristia per un 60° di Matrimonio.
Linguaglossa (Parrocchia S. Maria delle Grazie): Celebra
l’Eucaristia per i funerali di
Mons. Gregorio Nicotra
Acireale (Basilica Cattedrale):
Assiste
alla
celebrazione
dell’Eucaristia di fine anno e al
canto del Te Deum di ringraziamento.
26 dicembre
Acibonaccorsi (Parrocchia S.
Maria dell’Indirizzo): Celebra
l’Eucaristia per la Festa del patrono S. Stefano.
S. Giovanni Montebello di Giarre (Parrocchia S. Giovanni Battista): Celebra l’Eucaristia.
27 dicembre
Acireale (Seminario Diocesano):
Tiene un Ritiro alle Suore della
Diocesi.
107
IN PACE CHRISTI
In data 11 luglio 2009 è ritornato alla casa del Padre
DON GIOVANNI COLOMBO
Nato a Vizzini (CT) il 10 febbraio 1932 e ordinato sacerdote in Acireale
il 28 ottobre 1956 da Sua Ecc. Mons. Salvatore Russo.
Nominato parroco in S. Maria degli Ammalati di S. Maria Ammalati di
Acireale, in seguito alla morte del parroco Mariano Vasta, il 13 marzo
1961, dove restò parroco fino al 19 ottobre 1997, quando il Vescovo del
tempo, Mons. Giuseppe Malandrino, accettò le motivate dimissioni per
motivi di grave malferma salute.
Nominato poi parroco nella Parrocchia S. Antonio di Padova in Monterosso di Aci S. Antonio l’01.12.2001, vi rimase fino al 18.09.2003,
quando, dietro sua richiesta per ulteriore aggravarsi della malattia, si dimise.
Passò gli ultimi anni della sua vicenda terrena nel sereno e meritato riposo dell’O A S I. – Maria SS. Assunta di Aci S. Antonio.
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In data 22 luglio 2009 è ritornato alla casa del Padre
DON GIROLAMO DENARO
Era nato in Riposto l’8 gennaio 1923 ed era stato ordinato Sacerdote il
27 ottobre 1946 da Mons. Salvatore Russo nella chiesa parrocchia di S.
Maria degli Ammalati in Acireale.
L’1 novembre 1946 fu nominato vicario cooperatore della Parrocchia
Matrice S. Pietro di Riposto e successivamente, l’11.02.1966, nominato
Primo Parroco della Parrocchia Immacolata di Lourdes in Riposto, dove
restò parroco fino all’1 novembre 2006.
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108
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IN PACE CHRISTI
In data 10 agosto 2009 in S. Alfio è ritornato alla casa del Padre
DON SALVATORE PAPA
Era nato in Castiglione di Sicilia (CT) il 12 settembre 1924 e ordinato
presbitero a S. Paulo (Brasile) l’8 dicembre 1952. Dopo una breve esperienza nella missione del Mato Grosso (Brasile), venne incardinato nella
Diocesi di Acireale il 20.01.1986.
Fu parroco nella Parrocchia Maria SS. della Pietà in Fondachello di Mascali dall’1.03 1989. Era anche stato, dal 17.06.1991, amministratore parrocchiale della Parrocchia Immacolata di Lourdes, in ragione delle malferme condizioni di salute del parroco don Gino Denaro.
Attualmente era Parroco nella Parrocchia dei Santi Alfio, Cirino e Filadelfo in S. Alfio (CT) fin dal 28.01.1995 e nella Parrocchia S. Maria Assunta in Puntalazzo di Mascali (CT) dal 14.11.1997.
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In data 16 settembre 2009 in Tunisia è improvvisamente spirato
DON ORAZIO ADAMANTINO
Nato in Acicatena (CT) il 19 febbraio 1940 e ordinato sacerdote in Aci
S. Lucia di Acicatena l’11 agosto1963 da Sua Ecc. Mons. Pasquale Bacile, vescovo ausiliare di Salvatore Russo, vescovo di Acireale.
Iniziò il suo ministero come parroco nella Parrocchia S. Maria del Monte
Carmelo a Sciara di Giarre dall’1 settembre 1963 e vicario cooperatore
nella Parrocchia Maria SS. della Provvidenza in Macchia di Giarre dal
30 ottobre dello stesso anno.
Il 10 dicembre 1970 fu nominato vicario cooperatore nella Parrocchia S.
Mauro Abate di Acicastello, successivamente, l’1 gennaio 1988, venne
trasferito parroco dalla Parrocchia S. Maria del Monte Carmelo in Sciara
di Giarre a quella di S. Mauro Abate in Acicastello per rinunzia di Mons.
Salvatore Sinatra.
Rimase parroco in quella parrocchia fino al 10 settembre 2001, quando
fu trasferito nella Parrocchia S. Michele Arcangelo di Acireale per la rinuncia di P. Corrado Mario Magnano d.O. e dove rimase fino al suo ritorno nella casa del Padre.
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109
IN PACE CHRISTI
In data 4 novembre 2009 è ritornato alla casa del Padre
MONS. SEBASTIANO CAN. GIAMPAPA
Nato a Lentini (SR) il 2 agosto 1920 e ordinato sacerdote in Acireale,
nella cappella del Seminario, da Mons. Salvatore Russo il 9 luglio 1944.
Fu vicario cooperato nella Parrocchia S. Maria del Suffragio in Acireale
e chiamato chiamato dallo stesso Mons. Russo.
Fu anche cappellano del Collegio S. Rosalia di Acireale e professore in
Seminario, canonico nella Basilica Cattedrale il 15.02.1957.
Con l’avvento di Mons. Pasquale Bacile fu nominato, l’1.01.1965, Arciprete parroco della Basilica Cattedrale, dove svolse il suo ministero fino
al 2001 e successivamente trascorse alcuni anni nella sua abitazione e poi
nell’O.A.S.I. Maria SS. Assunta in Aci S. Antonio fino alla sua morte.
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In data 22 dicembre 2009 in Aci S. Antonio è spirato nel Signore
DON ALFIO RACITI
Era nato in Acicatena (CT) il 5 gennaio 1930 e ordinato sacerdote nella
Cattedrale di Acireale il giorno 8 del mese di agosto 1954.
Fu assistente alla Città del fanciullo e Direttore Spirituale prima della
Sezione Religiosi e poi anche della Sezione Professionale e insegnante
di Religione dei Corsi Professionali e Medie della stessa.
Fu parroco della Parrocchia Maria SS. della Consolazione in Acicatena
dal 16 ottobre 1965 e nonostante avesse chiesto di essere sollevato da
questo incarico per la sua salute ormai malferma il 10 ottobre 2008,
mantenne il suo incarico fino al termine della sua giornata terrena, aiutato però dal 1° marzo 2009, con le mansioni di co-parroco e con la responsabilità in toto dell’amministrazione della parrocchia, da un confratello.
Fu anche Vicario Foraneo nell’ambito del 2° vicariato dal 1992 al 2004.
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110
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SS. MESSE BINATE E TRINATE
Il sottoscritto Sac. ……………………………………………………………………...... nel
semestre ……………………… del ………………(anno) ha applicato:
Messe binate e trinate:
N. ……… ad mentem Episcopi
N. ……… ad mentem dantis (a € 4,00).
Trasmette € ……………..…………,………
Data ……………………………………………
Firma
………………………………………………………………….
111
I
Messe binate o trinate – Si ricorda che il permesso di binare o trinare è legato al luogo (Parrocchia o Chiesa), ma l’obbligo di notificare alla Curia Diocesana –
Ufficio Amministrativo – il numero delle Messe binate o trinate ad mentem Episcopi o
ad mentem dantis è personale, dei singoli Sacerdoti. La trasmissione deve compiersi
allo scadere di ogni singolo semestre, dentro e non oltre il mese successivo.
Nel caso in cui la Messa binata o trinata (ad mentem Episcopi Jaciensis o ad mentem
dantis) è celebrata da un Sacerdote di altra diocesi, l’obbligo della trasmissione è del
Parroco o del Rettore della Chiesa dove è avvenuta la celebrazione.
II
Comunicazione alla Curia Diocesana – La trasmissione delle offerte per le
Messe (binate, trinate) applicate ad mentem Episcopi o eventualmente applicate ad
mentem dantis, deve essere fatta all’Ufficio Amministrativo Diocesano, direttamente o
inviando l’importo tramite conto corrente postale n. 11102951, intestato a: Ufficio
Amministrativo – Curia vescovile – Acireale – Largo Giovanni XXIII.
112
BOLLETTINO DIOCESANO DI ACIREALE
Direzione e Amministrazione: SEGRETERIA VESCOVILE
Direttore Responsabile: Don Guglielmo Giombanco
Aut. Trib. di Catania n. 12/96 del 2-10-1996 Telefono (095) 7632361 C.C.P. 14889950
Spedizione A.P. comma 27 art. 2 Legge 549/95 – Aut. Dir. Prov. P.T. CT
Tariffa Regime agevolato B
Tipografia - Litografia «ACI» del Comm. Antonino Pagano - Via L. Maddem, 63-65 - ACIREALE
113