La Matriarca - Luisa Negrini

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La Matriarca - Luisa Negrini
Il terzo quarto: il potere
La Matriarca
Luna calante al primo quarto
Significato
Una volta rifondata se stessa, la donna ritorna all’espansione. Con il carisma acquisito che si
basa sull’autenticità svolge ancora un ruolo sociale rivolto agli altri, assumendosi la guida del
gruppo familiare o di lavoro che sia. Diventa punto di riferimento, capofamiglia-clan
attraverso l’autorevolezza calma. E’ radicata dentro di se e nella sua posizione sociale.
Raccoglie risultati e riconoscimenti sociali, trascende dal personale all’universale, superando
la competitività. E’ all’apice del suo potere femminile.
Con la luna calante l’introspezione aumenta. La matriarca affronta le tematiche finora non
risolte, errori e omissioni nella sua vita con un crescente bisogno di trovare soluzioni, di
“solvere”, sciogliere. Accresce la capacità visionaria, che si accentua in particolare durante il
ciclo mestruale. Assume una visione esistenziale a lungo termine e lavora per proteggere i
figli, le nuove generazioni.
Come la ragazza vergine, suo archetipo complementare, la matriarca si trova in un perfetto
equilibrio, nel centro della polarità luce e buio, dove luce sta per estroversione e buio per
introversione. La ragazza si sviluppa verso la luce, il mondo esteriore, la matriarca verso il
buio, il mondo interiore, ma per ora sta in completa armonia nel mezzo. Questo equilibrio le
dona la bellezza dell’esperienza vissuta, la bellezza della vitalità, la bellezza della
gratificazione per i risultati ottenuti, la bellezza dell’armonia per aver elaborato molti aspetti
di se durante i passaggi nel cerchio, la bellezza della maturità. Conosce i propri pregi e
debolezze, riconosce i limiti, trova un equilibrio tra dare e prendere, gli spazi dell’amazzone
sono ormai parte della sua vita. Sa dire di no, qualche volta, quando occorre, sa mettere i
limiti. La ragazza vergine vede le cose per come appaiono, la matriarca le vede per ciò che
sono. Illusione e disillusione!
Quando le tappe precedenti, in particolare quella dell’amazzone, non sono state vissute
pienamente, in quest’età la donna può sentirsi facilmente sovraccarica, non riesce a
svincolarsi dai numerosi impegni familiari e sociali, non trova spazio per se e tende ad
ammalarsi, o a cadere in depressione, in un tentativo inconscio di recuperare tempo e cura
per se. Anche queste esperienze, sebbene siano più impegnative, portano alla maturazione
della matriarca, spesso attraverso la sofferenza. Il tempo della matriarca è una fase di bilanci,
di tirare le somme sulla vita trascorsa e di mettere nuovi obbiettivi per la vita futura. La
matriarca può trarre la forza necessaria dall’energia della ragazza vergine in un rapporto di
scambio: tradizionalmente la matriarca è iniziatrice dei giovani. Oggi può occuparsi degli
adolescenti in uno scambio che giova ad entrambi.
Ritroviamo l’enegia della matriarca nella nostra vita in tutti i cicli di passaggio, dove occorre
creare un equilibrio tra dentro e fuori con responsabilità, ogni volta che assumiamo la guida di
qualcosa con l’obbiettivo dell’empowerment, senza competizione. La matriarca possiede una
grande capacità di mediazione e di mantenere la visione di un progetto o impresa a lungo
termine.
I vissuti
Nell’esperienza del cerchio l’archetipo della matriarca ispira indubbiamente autorevolezza e
responsabilità. Meno conosciute sono le sue capacità regolatrici tra gli impegni esterni e quelli
interni, con se stessa.
E’ frequente, che in questa fase della vita, quando i figli sono cresciuti, la donna si assuma più
responsabilità sociali e che allo stesso tempo venga coinvolta nella cura di genitori o familiari
anziani. La società, la famiglia rimangono attaccati all’idea della donna-madre e non pensano
che, dopo la fase dell’amazzone, la donna non può più solo nutrire, che ha bisogno anche di
spazi suoi. Se la donna reagisce a questo condizionamento mettendo dei limiti, appare
egocentrica. Questa parola è caricata di una connotazione fortemente negativa per una
bambina-ragazza-donna. Se però la donna subisce il condizionamento passivamente e si
sobbarca tutto il carico, molto spesso si ammala. Raggiungerà un punto dove sarà il suo corpo
a imporle l’alt, attraverso la sofferenza fisica.
Le ostetriche hanno diverse difficoltà con questo archetipo. Le giovani tendono ad affrontare
la professione con l’energia dell’amante finchè, magari tramite la propria maternità, diventano
levatrici maieutiche. Ma se non raggiungono l’equilibrio della matriarca, anch’esse rischiano di
ammalarsi dal troppo dare. La presa di coscienza di queste dinamiche libera molte energie.
Maturando, nelle professioni di aiuto come nella vita privata, bisogna imparare a mettere
limiti, sostituire la passione con la com-passione, la simpatia con l’empatia a favore di spazi
personali propri, dove si impara a stare con se stessi e a nutrire i propri bisogni. Autorizzare a
seguire un bisogno profondo percepito intuitivamente, trasmette potere. L’autorevolezza
della matriarca nasce dall’autenticità e dal coraggio di esprimerla. Quando le ostetriche la
palesano, spesso si trovano di fronte misure disciplinari del tutto irrazionali che ricordano la
caccia alle streghe. La forza per sostenere queste sfide nasce dagli altri archetipi del cerchio.
Contattarli tutti e integrarli al proprio interno permette di scegliere con consapevolezza le
strategie di “attacco” o “fuga”, entrambe utili per garantire la propria sopravvivenza, non solo
fisica, ma anche psichica.
Tratto da "Apprendere la maternità" di Verena Schmid, a sua volta tratto da "The Circle of Life, Thirteen
Archetypes for every woman"di Elisabeth Davis e Carol Leonard