Secolo d`Italia

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Secolo d`Italia
CON IL PDL
ANNO LXI N.16
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Si chiudono le liste,
non si chiude la storia
Marcello de Angelis
Una legge elettorale curiosa quella
attuale, che non lascia a nessuno
colpe o meriti. Se sei candidato
non è detto che te lo sei guadagnato, se non lo sei non significa
che non te lo meritavi. Triste. Sono
personalmente in attesa, ma non
nel corridoio di Palazzo Grazioli
come, a dare credito alle agenzie,
decine e centinaia di persone. Con
tutto il rispetto per i vertici del mio
partito, non avrei fatto anticamera
nemmeno dinanzi allʼufficio del
Duce. Esisteva una storia, abbastanza gloriosa, fatta di sacrifici e –
purtroppo – di sangue. Una storia
di perseguitati. Come tanti appassionati di romanzi, appartengo a
quelli che si innamorano della
cause dei vinti. Una volta eravamo
esclusi, perseguitati e marginalizzati. Poi, alcuni di noi, sono arrivati
ai vertici. Oggi, così sembra, siamo
tornati a essere degli esclusi. Fini e
i suoi hanno fatto di tutto per compiacere alcuni settori di potere nazionale e internazionale, ma al
momento di fare le liste, chi aveva
la stimmate di un passato non già
missino ma – come nel caso di Alfredo Mantovano – anche solo di
passaggio in An, è stato considerato “infetto”. I montiani non vogliono sporcarsi con ex-fascisti e
nemmeno, pare, alcuni bambinisperduti-dellʼisola-che-non-cʼè Radicale che, seppur anche loro
schifati da tutti, non ci stanno ad
essere messi nella stessa sporta di
Storace, che gli apre le porte di
una coalizione elettorale. Inutile
dire che i fascisti di Forza Nuova o
della Fiamma Tricolore non li vuole
nessuno, ma nemmeno gli ultracomunicativi di CasaPound che per
un istante avevano ottenuto lʼapertura di Grillo. Ma nemmeno Pannella e Grillo possono permettersi
di ignorare il fondamentalismo antifascista. In Italia cʼè una sola trasgressione inammissibile: si può
essere pedofili, drogati, assassini,
torturatori e ladri, ma non sospetti
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Dopo Casini, Fini e Bersani
anche Vendola si arrende
allʼArmata Branca-zemolone
d’Italia
domenica 20/1/2013
La Cassazione boccia
tutte le liste civetta
(tranne qualcuna...)
RAGAZZI PAG.2
Squinzi: avevamo
previsto che il 2013
sarebbe stato nero
PAG.4
Algeria, incubo finito
a caro prezzo: sette
gli ostaggi morti
PANNULLO PAG.5
di Fascismo. E pare che il difetto
dʼorigine pesi in qualsiasi ambito. Il
giornalista Mensurati non potrebbe –
secondo la Cassazione – fare il conduttore di un programma Rai, perché
ha ammesso di essere stato simpatizzante del Fdg. De Turris non deve
lavorare perché faceva parte della
Fondazione Evola e decine di bravi
parlamentari, onesti e competenti,
non saranno inclusi in nessuna lista
perché “ex-An”. Certo, se uno perde
la guerra non è mai colpa del nemico, che non fa altro che il suo dovere, ma di chi ha indebolito il fronte,
fatto le scelte sbagliate o addirittura
aperto le porte della cittadella alle
truppe avversarie. Noi cʼeravamo.
Molti hanno dato la vita perché questo “noi” sopravvivesse. Siamo usciti
dal ghetto. Siamo persino arrivati a
palazzo. E ora sembra che siamo di
nuovo destinati alle fogne. Non è
colpa “loro”. Mi sento di dire che è
solo colpa “nostra”. Chi divide la famiglia uccide la famiglia. Siamo sopravvissuti alle pistole e ai processi
infami. Sopravviveremo allʼamnesia
di tanti riguardo al come e perché
siamo finiti in questa trincea?
Antonio Marras
molto attivo sui social, è anche vero
che snatura la funzione dello strumento nel momento in cui nega ai suoi
followers la possibilità di interloquire
con lui. Un esempio: oggi Monti twitta
una frase molto seriosa sul ruolo dellʼItalia in Europa. Cʼè un commento,
qualcuno gli chiede lui in che veste
vuole operare. Nulla, non cʼè risposta.
Ieri, invece, Monti aveva annunciato la
sua “salita” su Facebook facendo rife-
rimento allʼimportanza della società civile. E in effetti in tanti si sono affrettati
a porgli domande su questo tema.
Come tale Salvatore Costanzo, che al
quarto tentativo sʼè arreso: “E siamo a
4. Non mi rispondi mai alla stessa domanda e io insisto. Chi è, concretamente, la società civile?». Passa
qualche ora, il silenzio si fa assordante,
Monti non risponde, prima che partano
le telefonate a polizia, carabinieri e
ospedali, qualcuno chiosa ironicamente: «Impari prima a risponderci qui su Twitter e poi
pensi ad allargarsi su Facebook! Che senso ha venire a
seguirla pure li…». Tutti in piedi
sul mouse, segue standing ovation virtuale.
Monti su Twitter è un poʼ “a-social”. Parla
ma non risponde mai…
Lʼironia corre sulla rete alla velocità
della luce, anche tra chi ha un debole
per il professore non può fare a meno
di notare come lʼapproccio del premier
ai social network sia più da babbucchione accademico, autoritario e
chiuso, che da brillante protagonista di
conversazioni. Cʼè un problema di
fondo che balza subito agli occhi sul
suo profilo @senatoremonti:
lui parla, gli altri chiedono, lui
non risponde. Il 47, il Monti
che parla, sarebbe il numero
giusto per il Lotto napoletano,
ma forse il 54, il Taciturno, è
ancora più adatto. Perché se è
vero che il premier risulta
Elezioni, la Cassazione boccia tutte
le liste civetta (tranne qualcuna...)
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Desiree Ragazzi
Verdetto sulle liste civetta: la Cassazione ha
bocciato tutti i contrassegni che erano stati ricusati dal Viminale per i quali i depositanti
avevano inoltrato ricorso, rifiutandosi di modificarli. In particolare, è stato respinto il simbolo
“Monti presidente per l'Europa” presentato dal
consigliere comunale Samuele Monti e che
era stato ricusato dal Viminale per il rischio di
confondersi con la lista del premier. Inoltre,
sono stati bocciati altri sei simboli: tre che si richiamavano alla Democrazia Cristiana, uno
denominato l'Unione di centro-Udc, uno il
Grande Sud, uno Movimento sociale italianoDestra Nazionale Msi-Dn. Sono stati poi respinti dalla Cassazione anche i ricorsi
presentati dalla Lega Nord contro il contras-
segno “Prima il nord” (che era stato ammesso
dal Viminale e quindi parteciperà alle elezioni)
e dal Partito pensionati contro il simbolo “Pensionati e invalidi giovani insieme” (e dunque
anche quest'ultimo parteciperà). Rigettato, infine, anche il ricorso presentato dal simbolo
civetta Fratelli d'Italia, contro il contrassegno
“Fratelli d'Italia-Centro destra nazionale” (correranno quindi entrambi alle elezioni). Non ha
nascosto tutta la sua rabbia Samuele Monti:
«Pur nel rispetto della decisione della Cassazione ritengo che sia stato calpestato il diritto
di un cittadino di usare il proprio nome in una
competizione elettorale. Non sono solo amareggiato, sono arrabbiato perché i nostri tentativi di andare incontro alle richieste del
Viminale sono stati ignorati». Samuele Monti
ha spiegato di avere dato la propria disponibilità ad aggiungere nel suo simbolo il suo
nome proprio e a levare la parola presidente.
«In questo modo non ci sarebbe stato un problema di confondibilità. Ma non è bastato; non
è stato riconosciuto – ha concluso – un diritto». Critico anche il senatore della Lega
Nord, Massimo Garavaglia che sulle liste civili ha notato alcune «strane coincidenze».
«Ore 12.28: Sgarbi – ha detto –annuncia sua
candidatura con la lista civetta “Prima il Nord”;
ore 14.34, la Cassazione boccia simbolo civetta Samuele Monti; ore 14.35 la Cassazione
ammette simbolo civetta “Prima il Nord”; sempre alle 14.35 la Cassazione boccia simbolo
civetta “Grande Sud”. Se non è un colpo di
Stato ci manca poco. Neanche Scelba
avrebbe osato tanto né tantomeno gli ermellini della legge truffa di 60 anni fa».
“L'omosessualità non è irreversibile":
è bufera sul professore di religione
Giovanna Taormina
Erano solo citazioni, appunti per gli studenti da utilizzare come base di riflessione, e non affermazioni
proprie quelle sull'omosessualità “non irreversibile”
che hanno fatto finire sulla graticola il docente di
religione del Liceo Foscarini di Venezia, Enrico Pavanello. Su invito degli studenti l'insegnate aveva
raccolto una serie di elementi collegando tra loro
citazioni che hanno fatto scattare una autentica bufera, complice il fatto che gli appunti – che sarebbero dovuti rimanere interni – sono stati messi dai
ragazzi sul web. Così, per un'intera giornata, prima
di una lettera di spiegazioni di Pavanello, è stato
tutto un susseguirsi di prese di posizioni critiche
sull'insegnante, polemiche sul ruolo che la scuola
esercita o meno su temi sensibili come quelli dei
diritti civili e dell'omosessualità. Tra le prime ad intervenire era stata l'ex ministro Mara Carfagna, sostenendo la necessità di tornare a parlare a scuola
del tema dell'omofobia, «perché lì si forma la coscienza dei ragazzi». Mentre Franco Grillini (Gaynet) aveva evidenziato che «sapere che esistono
certi tipi di insegnanti non tranquillizza nessuno».
Nel testo fornito dal docente ai suoi studenti le frasi
scritte che avevano innescato la miccia riguardavano la considerazione che «l'omosessualità non è
irreversibile», o che essa rientrerebbe in una «elaborazione della psiche di modelli affettivi diversi da
quelli verso cui la natura normalmente orienta», o
ancora che sarebbe «una ferita dell'identità». Poi
Pavanello ha affidato ad una lettera la sua difesa:
«Per quanto mi riguarda – ha scritto – mai ho considerato l'omosessualità una malattia da curare e
Lecco, rubata la targa
che commemorava
i fucilati della Rsi
Redazione
Continuano gli episodi tipici dell'antifascismo militante:
è stata rubata nottetempo a Lecco la targa che commemora 16 militari della Repubblica sociale italiana,
tra ufficiali e sottufficiali, fucilati il 28 aprile del 1945. Le
immagini delle telecamere fisse della videosorveglianza sono analizzate con attenzione per chiarire il
caso. Sull'accaduto indaga la Digos di Lecco. L'ignoto
incursore è riuscito a staccare dal muro dello stadio di
Lecco, in via Pascoli, la targa e se ne è impossessato.
Nel recente passato la targa, più volte al centro di polemiche fra i vari schieramenti politici locali, era stata
oggetto di vandalismi, per lo più compiuti utilizzando
della vernice. E c'erano stati anche i sit-in per chiederne la rimozione, iniziative solo demagogiche che
servivano ad alzare i toni e creare polemiche.
ancor meno ho pensato che pedofilia e omosessualità siano collegate». Nella missiva precisa che
«il testo che, senza nessuna autorizzazione è girato via Web, non è un volantino, ma – ha chiarito
– è la sintesi di varie e numerose letture, recensioni, articoli, saggi, riferimenti a format conosciuti
dai giovani, che non esprimono il mio pensiero». Il
caso del professore sembra ripercorrere lo stesso
schema di Sanremo, quando nel 2008 Povia presentò la canzone Luca era gay. Una canzone che
raccontava la storia di un ragazzo gay che poi
aveva trovato l'amore in una donna.
Il partito-fake che spopola su Fb
è Feudalesimo e libertà
Redazione
Si chiama Feudalesimo e libertà (parodia di Futuro e libertà?) il partito-fake che su
Facebook può già contare su
70mila e 900 seguaci. Una
burla ideata da un gruppo di
giovani nostalgici del Medioevo
che propongono, appunto, un
programma tutto da ridere: ripristino della servitù, pene corporali e rilancio delle crociate.
Dietro questo curioso fenomeno di costume internettiano,
che miete successi e visite online, c'è un gruppo di sei giovanissimi che amano la storia
medievale e la birra sui cui
nomi e sulla cui provenienza
pesa un fitto mistero. Loro
stessi rispondono così al giornale online Linkiesta che ha
cercato di ricostruire la loro
identità: "Non potemus cumfidare altro poiché le spie et li
sgherri de lo infido Salah al-Din
Yusuf b. Ayyub b. Shadi d. Marwan (cioè il Saladino) sunt
ovunque et non vorremmo mettere in pericula le nostre terga;
est assai lunga la istrada chi
habemus da percorrere. Siam
servitori dello Impero, tutto lo
resto est secundiario et irrilebante". Si firmano Walther von
der Vogelweide, Bernardo Gui,
Gerberto di Aurillac, Erasmo da
Avignone, Uguccione de la
Faggiola. Il primo era un aristocratico "minnesanger", il secondo un domenicano autore
del "Manuale dell'Inquisitore", il
terzo fu l'erudito papa Silvestro
II, il quarto è un personaggio inventato e il quinto era un capitano di ventura ghibellino. I finti
proclami elettorali restano cir-
coscritti nell'ambientazione medievale, come il questo slogan:
"Voto Fel perché la cultura si difende solo tramite il noviziato in
priorato". E ancora: "Contro la
piaga de lo veganismo et erbivoria si torni a la caccia et a la
falconeria". Tutto scritto, ovviamente, in caratteri gotici. C'è poi
la sottoscrizione (10 fiorini) per
partecipare alla crociata in
Terra Santa organizzata da Godefroy de Bouillon. E non mancano
simboli
cari
all'immaginario della destra radicale, forse un indizio in più per
ricostruire l'identikit di questi
medievalisti militanti. Così uno
dei post corredato dall'immagine di due cavaliere duellanti,
recita: "Incollerito da lo infedele
compaesano? Ascia bipenne lo
giusto rimedio acconsentito".
Il passo indietro di Claudio Scajola
spunta il forcone dei giustizialisti
Redazione
Il sistema giudiziario in Italia ha “preoccupanti” e persistenti problemi strutturali che
minano in modo “grave” lo stato di diritto: se
ne sono accorti anche a Strasburgo. E così,
nel rapporto sul funzionamento della giustizia nei 47 Paesi membri del Consiglio d'Europa, che sarà discusso e votato martedì
prossimo alla presenza del ministro Severino, si fa riferimento alla lentezza della giustizia in Italia e all'inefficacia di quanto finora
fatto per porvi rimedio, come ai due motivi
principali per cui l'Italia è finita sulla lista
nera, nel gruppo di nove Paesi per i quali,
nel rapporto, si evidenziano “gravi” carenze
che mettono a repentaglio l'intero sistema di
protezione dei diritti umani garantito dalla
Corte di Strasburgo e dal Consiglio d'Europa. Un rapporto che diventa un pesante
atto d'accusa nei confronti dell'Italia, descritto come un Paese in cui lo stato di diritto
è gravemente minacciato dall'incapacità dimostrata sino ad ora dalle autorità italiane a
risolvere i preoccupanti problemi strutturali
della giustizia legati ai processi troppo lunghi. Gli altri paesi che hanno suscitato la
preoccupazione dell'assemblea parlamen-
tare sono Bulgaria, Grecia, Moldova, Polonia, Romania, Russia, Turchia e Ucraina.
Tra questi l'Italia tuttavia ha una innegabile
maglia nera: è il Paese con più condanne
già emesse della Corte di Strasburgo pendenti davanti al Comitato dei ministri in attesa che le autorità italiane attuino le misure
necessarie per risolvere la violazione riscontrata. Quasi tutte le condanne riguardano un unico problema, quello della
lentezza della giustizia, una questione che il
Consiglio d'Europa chiede all'Italia di risolvere da almeno vent'anni. E forse è per questo che nel corso dell'ultimo anno il pressing
si è fatto più forte. Il comitato dei ministri,
che garantisce l'esecuzione delle sentenze
della Corte di Strasburgo, ha messo l'Italia
tra i sorvegliati speciali, mentre il commissario dei diritti umani ha posto la lentezza
della giustizia tra le questioni da monitorare.
E ora si aggiunge anche questo rapporto
dell'assemblea parlamentare, che già nel
2000 sollevò il problema della lentezza della
giustizia italiana e considerava l'Italia un
caso particolare. Sinora l'Italia non ha soddisfatto, se non in parte, le richieste fatte, e
per questo la pressione non è mai stata cosi
intensa.
Il legale di Dell'Utri:
«Colpiscono lui
per colpire Berlusconi»
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Redazione
«La requisitoria pronunciata venerdì dal
Procuratore generale di Palermo dimostra che, ancora una volta, l'obiettivo
dell'accusa è Silvio Berlusconi». Così
l'avvocato Giuseppe Di Peri, difensore
di Marcello Dell'Utri, commentando le
parole di Luigi Patronaggio che ha concluso la requisitoria al processo d'appello al senatore imputato di concorso in
associazione mafiosa. «Silvio Berlusconi e Forza Italia - ha aggiunto - sono
i termini che più sono ricorsi nella ricostruzione dell'accusa che ha ignorato
volutamente la sentenza della Cassazione che ha determinato il nuovo processo d'appello». L'avvocato del
senatore del Pdl ha ricordato che «i supremi giudici hanno annullato la sentenza di condanna della corte d'appello
di Palermo e assolto definitivamente
Dell'Utri per i fatti successivi al '92,
escludendo con certezza suoi rapporti
con la mafia da quel periodo in poi».
Inoltre il procuratore generale <oltre a
non tener conto di ciò, non ha minimamente colmato i vuoti probatori che avevano portato all'annullamento della
condanna, ignorando la strada tracciata
dalla Cassazione, e inerpicandosi in una
ricostruzione assolutamente infondata e
sganciata da ogni realtà processuale».
L'accusa ha basato tutta la requisitoria
sulla continuità del «rapporto perverso»
tra il senatore e i clan, tentando di superare i limiti, messi in evidenza dalla
Cassazione, della sentenza d'appello
che condannò Dell'Utri a 7 anni per concorso in associazione mafiosa. Sulla situazione di Dell'Utri è intervenuto lo
stesso Berlusconi: «Il mio spirito garantista e la conoscenza di una persona
straordinaria» che in lui vede un «padre
di famiglia, un credente convinto, uomo
di cultura, bibliofilo numero uno in Italia,
dotato di qualità umane e morali» che
«ha tutto per essere messo in lista. Decideremo domani o dopo le nostre liste
ma temo che dovremo chiedere un
grande sacrificio perché una sua candidatura porterebbe su di noi critiche di
chi, come la sinistra, profitterebbe di
queste presenze».
Ilva, stipendi a rischio: si attende
il dissequestro del materiale
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Redazione
E' terminato alle 7 di ieri mattina lo sciopero
a oltranza dei lavoratori dello stabilimento
Ilva di Taranto, indetto tre giorni fa dalla Fim
Cisl. La decisione è stata assunta alla luce di
quanto emerso nel corso del vertice di venerdì notte a Palazzo Chigi. Il premier Monti
ha detto che la legge “salva Ilva", «pur in
pendenza del giudizio della Corte Costituzionale, deve essere applicata dalle istituzioni e dall'azienda», che ha confermato il
proprio impegno al rispetto delle prescrizioni
Aia e alla tutela dell'occupazione, assicurando il regolare pagamento delle retribuzioni a tutti i lavoratori. Lo sciopero
proclamato dalla Fim, e successivamente
dall'Usb (Unione Sindacale di Base), aveva
provocato il blocco di diversi impianti, come
le Acciaierie 1 e 2 e gli Altoforni 2, 4 e 5, che
progressivamente sono tornanti a funzionare. Queste sono ore di tregua per lo stabilimento tarantino in attesa delle
determinazioni sul sequestro dei prodotti finiti e semilavorati, del valore di un miliardo di
euro, accatastati nei magazzini e sulle banchine. «Solo con la completa applicazione
della legge anche da parte della magistratura e il conseguente sblocco dei lavorati e
semilavorati ancora sotto sequestro», l'Ilva
«sarà in grado, nonostante la grave crisi
anche industriale, di rispettare i propri impegni a cominciare dal pagamento degli stipendi». E' quanto detto in un comunicato
diffuso dall'azienda all'indomani del vertice
a Palazzo Chigi. L'Ilva «ribadisce la necessità che la legge varata dal governo, approvata a grande maggioranza dal Parlamento
nel mese di dicembre e pubblicata sulla
“Gazzetta ufficiale" il 3 gennaio, venga da
tutti rispettata. L'azienda, che ha adottato e
sta adottando tutte le misure prescritte dal-
Squinzi: «Avevamo previsto
che il 2013 sarebbe stato
un altro anno nero»
Redazione
«I grandi valori oltre ad essere annunciati devono essere testimoniati con azioni concrete. È inutile
che tutti dicano “largo ai giovani"
ma poi non siano pronti a fare un
passo indietro al momento delle
candidature. È per questo che ho
deciso in accordo con i vertici del
Pdl di non ricandidarmi in Parlamento, ma ho anche promesso ai
350 amministratori e ai 40.000
iscritti dei Cristiano Riformisti di
non abbandonare la politica». Lo
afferma Antonio Mazzocchi. «Anzi
voglio raddoppiare l'impegno sul
territorio partecipando con maggiore assiduità ai tantissimi incontri che vengono organizzati in tutta
Italia per diffondere le nostre battaglie. Voglio ringraziare sia il presidente Berlusconi, al quale
garantisco il nostro appoggio sincero per queste elezioni, il segretario politico, Angelino Alfano che
l'Aia e dalla suddetta legge, sta vivendo momenti drammatici».«Dopo aver ottenuto questo grande risultato – commenta Vincenzo
Castronuovo della Fim Cisl di Taranto – abbiamo deciso di revocare lo sciopero e abbiamo potuto tranquillizzare i lavoratori. La
prossima settimana l'azienda ci farà conoscere il piano industriale. E' importantissimo
arrivare allo sblocco dei prodotti perché in
questo modo l'azienda può garantire il pagamento degli stipendi e ci aspettiamo
anche il rientro dei cassintegrati, che erano
molto preoccupati per quello che stava accadendo. L'Ilva – conclude Castronuovo –
stava perdendo le commesse e la produzione veniva dirottata a Genova». «Speriamo prevalgano buon senso e
ragionevolezza perché non si può distruggere un'attività industriale come quella dell'Ilva. Vorrebbe dire mettere in pericolo
cinquantamila posti di lavoro, l'economia di
una Regione, la credibilità dell'Italia come
grande Paese manifatturiero», dichiara il
presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi,
a margine di un incontro organizzato dal
Lions a Cervia (Ravenna).
ha fortemente voluto la presenza
del sottoscritto nell'esecutivo del
Pdl e Mariastella Gelmini che si è
impegnata a portare in Parlamento per i prossimi anni le battaglie dei Cristiano Riformisti. il
momento di fare un passo indietro dalla Camera dopo diciotto
anni di lavoro nel partito e soprattutto nell'ufficio di presidenza, ma
nessuno intende ritirarsi. Abbiamo
i nostri candidati tanto alla regione
Lazio quanto al comune di Roma
e soprattutto abbiamo ancora
tante cose da dire e tante battaglie da affrontare».
Da aprile le bollette del gas meno salate (almeno quelle...)
Redazione
Già da aprile le bollette del gas (almeno quelle) inizieranno a diminuire per effetto dei nuovi meccanismi di aggiornamento che l'Autorità per l'energia si
appresta a introdurre. Lo spiega la stessa Autorità,
secondo cui il decremento complessivo sarà del 67%, con un risparmio divcirca 90 euro su base
annua. L'Authority conferma così l'imminente approvazione di un nuovo documento sulla riduzione
dei prezzi della materia prima gas. Il nuovo meccanismo consentirà un'azione “molto incisiva" a
beneficio di famiglie e piccoli consumatori, proseguendo nel percorso già avviato dal 2011 per
contenere le bollette e trasferire i benefici derivanti dalla maggiore concorrenza sui mercati all'ingrosso e dall'avvicinamento dei prezzi italiani
a quelli Ue, reso possibile anche grazie all'istituzione da parte dell'Autorità del mercato di bilanciamento, in grado di fornire un prezzo “spot" non
più legato a contratti di lungo periodo. Per l'energia elettrica, ricorda l'Autorità, le bollette sono già
diminuite dell'1,4% con una minore spesa di 7
euro a famiglia mentre la forbice di prezzi dell'elettricità con gli altri paesi europei si sta attenuando. «Occorre quindi proseguire con le
riforme avviate, in costante raccordo con le associazioni dei consumatori, nel comune intento
di tutelare i clienti finali, conclude l'organismo di
controllo.
Algeria, incubo finito. A caro prezzo:
sette ostaggi morti, altri dispersi
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Antonio Pannullo
L'incubo è finito. Ma a che
prezzo. Le forze speciali algerine hanno sferrato l'attacco finale al sito petrolifero
di In Amenas. Nel blitz sono
rimasti uccisi 7 ostaggi stranieri e 11 terroristi, riferisce
l'agenzia algerina Aps. I sette
ostaggi stranieri sarebbero
stati uccisi dai terroristi prima
dell'assalto finale delle forze
di sicurezza. Sono meno di
dieci gli ostaggi britannici nel
sito algerino di In Amenas
ancora dispersi o a rischio.
Così ha detto il ministro degli
esteri britannico, William
Hague: «Al momento ci sono
meno di dieci cittadini britannici a rischio o dispersi, e
questo ovviamente significa
che dobbiamo prepararci a
nuove cattive notizie», ha
detto alla tv. «Sono però lieto
di comunicare - ha aggiunto
il titolare del Foreign Office che sul posto ora abbiamo
personale consolare pronto
ad assistere i cittadini britan-
nici. Il nostro ambasciatore
inoltre è in viaggio con altro
personale». Sedici ostaggi
poi, non si sa di quale nazionalità, sono stati trovati vivi
nel campo al termine del
blitz. Si tratta di persone che,
all'inizio dell'attacco, si erano
nascoste nei macchinari
degli impianti di estrazione.
Lo riferisce l'agenzia tunisina
Ats A 72 ore dall'attacco del
commando di estremisti all'impianto di In Amenas, resta
l'incertezza sul numero di
ostaggi ancora nelle mani dei
terroristi mentre rimbalza la
notizia che sono stati ritrovati
15 corpi carbonizzati di cui,
al momento, non si conosce
la nazionalità. Dalle principali
cancellerie europee prosegue intanto il bilancio dei dispersi: non ci dovrebbero
essere altri ostaggi francesi
fa sapere Parigi mentre la
Norvegia annuncia che due
dei suoi concittadini sono illesi (facendo scendere a sei
il numero dei suoi dispersi) e
Bucarest parla di tre suoi lavoratori in salvo. Dopo il blitz,
nel quale sono morte diverse
persone (tra le 12 e le 30 vittime, tra cui anche un americano), i terroristi, legati ad al
Qaida e probabilmente di
provenienza dal Niger, restano comunque ancora asserragliati
dentro
il
compound: chiedono uno
scambio tra prigionieri e la
fine dell'intervento militare
francese in Mali. Gli ostaggi
o dispersi sarebbero almeno
30, tutti stranieri, ma è un bilancio difficile da confermare
considerando che altri fonti
parlando di sette. Così come
Mali, la Francia in difficoltà:
«Intervengano gli africani»
Giovanni Trotta
L'intervento francese in Mali comincia a
essere considerato con perplessità dagli
stessi alleati di Parigi. La Casa Bianca e
il dipartimento americano della Difesa
sarebbero in disaccordo sulla linea di
azione da intraprendere in Mali. Lo riferisce il "Los Angeles Times". Gli eventi in
corso in Mali e Algeria hanno dato luogo
ad un vivace dibattito all'interno dell'amministrazione del presidente Obama per
verificare se questi elementi radicali presentano un rischio significativo, tale da
provocare una reazione militare, scrive il
quotidiano. Alcuni alti funzionari del Pentagono e alti ufficiali mettono in guardia
sul fatto che in assenza di azioni intraprese dagli Usa, il Mali potrebbe diventare un rifugio per gli estremisti, simile a
quello che è stato l'Afghanistan prima
degli attacchi terroristici dell'11 settembre, aggiunge il giornale. Tuttavia, per
numerosi consiglieri della Casa Bianca,
non è chiaro se gli insorti in Mali, che
comprendono membri di al Qaida nel
Maghreb (Aqmi), possano mettere in pericolo gli Stati Uniti e quindi giustificare
un intervento. Ma la stessa Francia, preoccupata anche da quanto sta accadendo in Algeria, vorrebbe sganciarsi da
una partita che potrebbe diventare quello
che fu il Vietnam per gli americani. «La
Francia è dovuta intervenire molto, molto
rapidamente, altrimenti non ci sarebbe
più il Mali, ma è ben inteso che sono gli
africani che devono prenderne il posto»,
ha infatti affermato il ministro degli Esteri
francese, Laurent Fabius, parlando alla
radio Rtl da Abidjan, dove è in corso il
vertice dei Paesi dell'Africa occidentale
sull'intervento in Mali. Le truppe della
non è ancora chiaro il numero delle persone liberate.
Prima dell'avvio dell'offensiva finale delle forze speciali
algerine Abdul Rahman alNigeri alias Abu Dajana, a
capo del commando, aveva
dichiarato all'agenzia di
stampa mauritana Alakhbar
che c'erano due opzioni per
l'Algeria: o avviare negoziati
o essere complici dell'esecuzione degli ostaggi. Il commando di terroristi aveva
minato l'impianto attaccato
mercoledì scorso e ora sono
in corso operazioni di bonifica. Secondo l'algerino "el
Watan", «i terroristi si preparavano a un suicidio collettivo. L'intervento di elementi
delle forze algerine ha permesso la loro neutralizzazione. Purtroppo gli ostaggi
erano già stati uccisi». Secondo una fonte informata citata dall'agenzia mauritana
Ani, il commando terrorista è
arrivato dal Niger. Il gruppo
era composto da una quarantina di armati.
missione africana, ha precisato, dovrebbero esser operative nel giro di qualche
settimana. Sulla vicenda è intervenuto lo
stesso presidente François Hollande, palesemente in difficoltà anche per i francesi uccisi in Algeria e Somalia. «Mi si
pone la domanda: quanto durerà? Io rispondo: il tempo necessario», ha detto
in un discorso nella sua città, Tulle. «Il
terrorismo prende forme sempre più temibili - ha aggiunto - so di poter contare
sul sostegno dei miei concittadini», e
questo è vero perché Il 65% dei francesi
è favorevole all'intervento militare in
Mali, a una settimana dall'inizio delle
operazioni. Lo riferisce un sondaggio di
Ifop per il quotidiano “Sud Ouest". In
particolare, il 20% degli intervistati sono
del tutto favorevoli e il 45% piuttosto favorevoli. Intanto si apprende che i soldati francesi mobilitati per la missione in
Mali potrebbero superare quota 2.500,
cifra inizialmente annunciata. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa, JeanYves Le Drian, precisando che a oggi i
militari transalpini sul suolo maliano
sono 2.000.
Rischio diossina, in Sicilia
lanciato lʼSos per le aziende
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Sandro Forte
Salvino Caputo, parlamentare del Pdl allʼAssemblea Regionale Siciliana e vicepresidente della
commissione legislativa Attività produttive, ha presentato unʼinterrogazione al presidente della Regione Sicilia per chiedere di adottare
provvedimenti urgenti a tutela dellʼincolumità pubblica e a sostegno delle attività commerciali colpite dai rischi della diossina dopo lʼincendio che si
verificò lo scorso 29 luglio nella discarica di Bellolampo (Palermo). Un decreto del dirigente generale del dipartimento regionale Attività sanitarie,
Lucia Borsellino, oggi assessore al ramo, pubblicato nella “Gazzetta ufficiale" della Regione Siciliana del novembre scorso, ha rafforzato le misure
di prevenzione da rischio diossina, definisce i Comuni di Borgetto, Carini, Giardinello e Montelepre
«zone di protezione da sospetta contaminazione
da diossine e policlorobifenili» e vieta l'uso e con-
sumo di latte e prodotti caseari provenienti dalle
aziende di questi Comuni, la raccolta di funghi e
lumache, il pascolo di animali. Vieta anche il consumo in proprio e la cessione a terzi di carni e
uova prodotti dopo il 29 luglio in allevamenti da
cortile rurali a conduzione familiare e lo sposta-
Redazione
Redazione
Forlì, la giunta dei prof
sotto accusa: non ha
uno straccio di progetto
«La Giunta dei prof a Forlì è senza idee e senza progetti»: lo sostiene Alessandro Rondoni, capogruppo del Pdl al Comune,
che aggiunge: «Ne è prova il bilancio di previsione per il 2013
che appare poco credibile, fatto in fretta, senza attendere il varo
della legge di stabilità, con la conseguenza che si dovrà poi intervenire continuamente per apportare variazioni con aumento
di costi e perdite di tempo». Rondoni, che sul bilancio è già intervenuto in commissione consiliare il 9 e il 17 gennaio e lo farà
lunedì 21 nel dibattito in Consiglio comunale, osserva inoltre:
«Non vi è nulla di nuovo, nessuna prospettiva di sviluppo per
Forlì. Abbiamo chiesto infrastrutture per i collegamenti e la
Giunta ha risposto solo con piste ciclabili e aree verdi. È sviluppo o decrescita felice? La tangenziale e il campus universitario sono progetti vecchi di quarant'anni e delle precedenti
amministrazioni. La Giunta continua a non mostrare segni di
novità: nessun investimento, riduzione dei servizi, aumento
delle tariffe, nessuna diminuzione dellʼImu». Il capogruppo del
Pdl sottolinea anche che «nel bilancio previsionale 2013 non vi
è traccia di finanziamenti europei, di interventi per le famiglie, ci
sono poche risorse per chi è in difficoltà, mentre continuano ad
essere elevate le spese per la burocrazia, le consulenze, gli incarichi dirigenziali, anche esterni, e il funzionamento della macchina comunale». Già nei giorni scorsi, riguardo al progetto della
via Emilia bis e dello sviluppo infrastrutturale con i relativi collegamenti viari con Cesena e le altre città della Romagna, Rondoni non aveva risparmiato critiche alla maggioranza di
centrosinistra: «Forlì rischia l'isolamento per mancanza di progetti sui futuri programmi, sulle infrastrutture e quindi il relativo
scollegamento dalle città della Romagna e dell'Italia».
mento di animali (bovini, ovini, caprini, maiali, cavalli, anatre, oche, tacchini, eccetera) allevati per
la produzione di alimenti destinati al consumo
umano, l'uso e la vendita di foraggi contaminati e
di quelli esposti a contaminazione da diossina, ordinando ai sindaci dei rispettivi Comuni di dare immediata esecuzione del provvedimento.
«Lʼincendio di Bellolampo – dichiara Salvino Caputo – ha determinato certamente un danno allʼambiente con pericolo per la salute pubblica, ma
il problema è che si sta creando anche un danno
alle attività economiche e produttive delle zone
colpite in quanto, secondo il decreto regionale,
non possono commercializzare i loro prodotti. Non
cʼè dubbio – continua Caputo – che questo crea
un danno alle imprese agricole, e quindi ritengo
necessario che la Regione provveda con interventi
a tutela della salute pubblica e a sostegno delle
aziende anche mediante la dichiarazione dello
stato di calamità naturale».
Roma, salmonellosi all'asilo:
tutta la struttura disinfestata
«Il caso di salmonellosi registrato recentemente nella sezione dei grandi dell'asilo nido
“Il Lirio dʼoro" a Roma sta indubbiamente e
comprensibilmente preoccupando sempre di
più i genitori dei bimbi che frequentano la
scuola», ha commentato Augusto Santori,
consigliere del Pdl al Municipio XV (Ponte
Galeria). «In queste situazioni non è il caso
di creare allarmismi – ha proseguito – anche
perché le procedure seguite dallʼUfficio
scuola del Municipio e dal coordinamento
scolastico del nido risultano ineccepibili. Vorrei dunque precisare che si è provveduto
alla sanificazione di tutti i locali, compresi gli
arredi, le suppellettili e i giochi, con particolare cura per i servizi igienici e i fasciatoi.
Non possiamo però non ritenere comprensibili le preoccupazioni dei genitori non solo
per la gravità che caratterizza il caso in sé,
che si spera risulti isolato e porti a un recupero molto prossimo del bimbo coinvolto,
ma anche perché non è purtroppo la prima
volta che questa struttura fa parlare di sé.
Negli scorsi mesi, infatti – ha ricordato Santori – lʼallarme scattò per il caso di avvelenamento di alcuni bambini che avevano
bevuto acqua dai rubinetti dei bagni della
scuola, acqua che poi risultò avere valori di
ammoniaca assolutamente sopra la norma.
In quel caso fu grazie a un intervento dellʼufficio tecnico che si riuscì a ripristinare la
salubrità delle acque, inquinate da un tubo
collegato inspiegabilmente a quello della
condotta di acqua potabile. Non dobbiamo
dimenticare che, nel nostro territorio, numerosi sono stati poi i casi di ratti nelle scuole.
Ulteriore fattore di ansia – ha concluso
l'esponente del Pdl – è il fatto che la struttura, che si trova in via Portuense, giace proprio nella Valle Galeria e da queste parti la
preoccupazione per avvelenamenti di falde,
aria e terreni è sempre, purtroppo e a ragione, ben presente tra i residenti».
Teatro, approda a Roma "L'amore ai tempi della collera"
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Liliana Giobbi
Al Teatro Ambra di Roma. nello
storico quartiere della Garbatella, va in scena la drammaturgia contemporanea inedita.
Dal 22 al 27 gennaio “Hate
mail" degli americani Bill Corbett e Kira Obolensky, testo
adattato e riscritto dalla genovese Compagnia dei Demoni,
formazione di ex allievi dello
Stabile di Genova. Protagonisti
sono gli attori Mauro Parrinello
e Elisabetta Fischer mentre la
regia è affidata allo stesso Parrinello. Il punto centrale del
testo è una storia d'amore, di
cui si parla con un approccio
molto originale. C'è di tutto, dall'odio alla passione, dal falli-
mento all'inganno con un passaggio pure per la gelosia vengono raccontati attraverso la
corrispondenza tra i due protagonisti. Così lettere, post-it, fax,
e-mail e social network si fanno
narratori di questa grottesca e
tenera storia d'amore, generando un vortice di situazioni
esilaranti. Preston, ricco e viziato architetto incontra Dahlia,
fotografa povera e nevrotica. I
loro modi si scontrano quando
lui invia una prima lettera di denuncia che costa a Dahlia il
posto di lavoro. Da quel momento e' impossibile tornare indietro. La loro corrispondenza
diventerà sempre più folle, gettandoli in un vortice in cui precipiteranno. Tra odio e amore,
tra coincidenze e ripicche, allontanandosi e ritrovandosi, secondo le più imprevedibili e
improbabili leggi che regolano i
rapporti tra uomini e donne. Il
testo è supportato da una
messa in scena essenziale e
efficace. Due sedie e due cassette della posta, giochi di luce,
dialoghi e ritmi serrati, situazioni surreali e dall'irresistibile
comicità.
Lettere
Berlusconi è arrivato ad affermare che Monti avrebbe avuto più poteri di quelli che ha avuto Mussolini, capo di un governo eletto, privilegio che Monti non ha mai avuto. Proprio grazie a quella maggiore
libertà è riuscito a mandare in rovina un'intera nazione e in quanto
tale dovrebbe essere escluso dalla competizione elettorale.
Mario Rossi
Ancora bufera sullo scontro di "Servizio pubblico"
Tornando all'epico scontro di giovedì sera, malgrado il Cav sia risultato vincitore anche a giudizio dei suoi più acerrimi nemici,
Travaglio compreso, per l'elettorato intelligente antiberlusconiano e forcaiolo è tutto sbagliato e da rifare, come diceva il mitico Bartali. Si sono sprecati i giudizi sprezzanti sullo spolvero
della poltrona.
Antonio Filippo
Nell'anno tecnico insultati i giovani ricercatori
In questo ultimo anno noi giovani siamo stati insultati da un governo
che ha cercato in tutti i modi uno scontro generazionale, un governo
formato da una casta di universitari che da sempre noi del Mrsi cerchiamo di far venire alla luce perché sono loro che bloccano il paese
e le ricerche in Italia.
Paolo Pelini
Il caso Malvinas, complimenti alla Kirchner
Tornano d'attualità le isole Malvinas, occupate dagli inglesi a
poche centinaia di chilometri dalle coste argentine. La presidenta Kirchner sta mostrando i muscoli, lo ha già fatto con il
Fondo monetario internazionale negando vari rimborsi di prestiti e iniziando una sorta di ribellione nei confronti dei signori
del denaro che pensano di poter comprare qualsiasi cosa,
ovunque.
Randall J Wilkins
Monti? Da escludere dalla competizione elettorale
Era prevedibile il peggioramento del Pil
Peggiora il Pil e ovviamente calano le entrate, fino ad ora drogate artificialmente da imposte incostituzionali come l'Imu. Era prevedibile,
già all'inizio del governo Monti, vedendo quello che egli si apprestava
ad attuare, qualsiasi semplicissimo ragioniere avrebbe compreso
senza un attimo di esitazione che aumentando le imposte calano i
consumi e calando i consumi le imprese chiudono, con conseguente
calo delle entrate fiscali.
Mara Donà
Il governo Monti tace su Cesare Battisti
Cesare Battisti, uccel di bosco in Brasile grazie agli intellettuali di sinistra, ai giudici conniventi e alla Mantenuta di Francia, riesce a trovare persino lavoro grazie al compagno Lula. Cosa, dire, i miei
complimenti! Non capisco come mai il governo Monti non abbia fatto
sentire la sua voce.
Xavier Carlo
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d’Italia
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7 agosto 1990 n. 250