Secolo d`Italia
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CON IL PDL ANNO LXI N.16 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Si chiudono le liste, non si chiude la storia Marcello de Angelis Una legge elettorale curiosa quella attuale, che non lascia a nessuno colpe o meriti. Se sei candidato non è detto che te lo sei guadagnato, se non lo sei non significa che non te lo meritavi. Triste. Sono personalmente in attesa, ma non nel corridoio di Palazzo Grazioli come, a dare credito alle agenzie, decine e centinaia di persone. Con tutto il rispetto per i vertici del mio partito, non avrei fatto anticamera nemmeno dinanzi allʼufficio del Duce. Esisteva una storia, abbastanza gloriosa, fatta di sacrifici e – purtroppo – di sangue. Una storia di perseguitati. Come tanti appassionati di romanzi, appartengo a quelli che si innamorano della cause dei vinti. Una volta eravamo esclusi, perseguitati e marginalizzati. Poi, alcuni di noi, sono arrivati ai vertici. Oggi, così sembra, siamo tornati a essere degli esclusi. Fini e i suoi hanno fatto di tutto per compiacere alcuni settori di potere nazionale e internazionale, ma al momento di fare le liste, chi aveva la stimmate di un passato non già missino ma – come nel caso di Alfredo Mantovano – anche solo di passaggio in An, è stato considerato “infetto”. I montiani non vogliono sporcarsi con ex-fascisti e nemmeno, pare, alcuni bambinisperduti-dellʼisola-che-non-cʼè Radicale che, seppur anche loro schifati da tutti, non ci stanno ad essere messi nella stessa sporta di Storace, che gli apre le porte di una coalizione elettorale. Inutile dire che i fascisti di Forza Nuova o della Fiamma Tricolore non li vuole nessuno, ma nemmeno gli ultracomunicativi di CasaPound che per un istante avevano ottenuto lʼapertura di Grillo. Ma nemmeno Pannella e Grillo possono permettersi di ignorare il fondamentalismo antifascista. In Italia cʼè una sola trasgressione inammissibile: si può essere pedofili, drogati, assassini, torturatori e ladri, ma non sospetti WWW.SECOLODITALIA.IT Dopo Casini, Fini e Bersani anche Vendola si arrende allʼArmata Branca-zemolone d’Italia domenica 20/1/2013 La Cassazione boccia tutte le liste civetta (tranne qualcuna...) RAGAZZI PAG.2 Squinzi: avevamo previsto che il 2013 sarebbe stato nero PAG.4 Algeria, incubo finito a caro prezzo: sette gli ostaggi morti PANNULLO PAG.5 di Fascismo. E pare che il difetto dʼorigine pesi in qualsiasi ambito. Il giornalista Mensurati non potrebbe – secondo la Cassazione – fare il conduttore di un programma Rai, perché ha ammesso di essere stato simpatizzante del Fdg. De Turris non deve lavorare perché faceva parte della Fondazione Evola e decine di bravi parlamentari, onesti e competenti, non saranno inclusi in nessuna lista perché “ex-An”. Certo, se uno perde la guerra non è mai colpa del nemico, che non fa altro che il suo dovere, ma di chi ha indebolito il fronte, fatto le scelte sbagliate o addirittura aperto le porte della cittadella alle truppe avversarie. Noi cʼeravamo. Molti hanno dato la vita perché questo “noi” sopravvivesse. Siamo usciti dal ghetto. Siamo persino arrivati a palazzo. E ora sembra che siamo di nuovo destinati alle fogne. Non è colpa “loro”. Mi sento di dire che è solo colpa “nostra”. Chi divide la famiglia uccide la famiglia. Siamo sopravvissuti alle pistole e ai processi infami. Sopravviveremo allʼamnesia di tanti riguardo al come e perché siamo finiti in questa trincea? Antonio Marras molto attivo sui social, è anche vero che snatura la funzione dello strumento nel momento in cui nega ai suoi followers la possibilità di interloquire con lui. Un esempio: oggi Monti twitta una frase molto seriosa sul ruolo dellʼItalia in Europa. Cʼè un commento, qualcuno gli chiede lui in che veste vuole operare. Nulla, non cʼè risposta. Ieri, invece, Monti aveva annunciato la sua “salita” su Facebook facendo rife- rimento allʼimportanza della società civile. E in effetti in tanti si sono affrettati a porgli domande su questo tema. Come tale Salvatore Costanzo, che al quarto tentativo sʼè arreso: “E siamo a 4. Non mi rispondi mai alla stessa domanda e io insisto. Chi è, concretamente, la società civile?». Passa qualche ora, il silenzio si fa assordante, Monti non risponde, prima che partano le telefonate a polizia, carabinieri e ospedali, qualcuno chiosa ironicamente: «Impari prima a risponderci qui su Twitter e poi pensi ad allargarsi su Facebook! Che senso ha venire a seguirla pure li…». Tutti in piedi sul mouse, segue standing ovation virtuale. Monti su Twitter è un poʼ “a-social”. Parla ma non risponde mai… Lʼironia corre sulla rete alla velocità della luce, anche tra chi ha un debole per il professore non può fare a meno di notare come lʼapproccio del premier ai social network sia più da babbucchione accademico, autoritario e chiuso, che da brillante protagonista di conversazioni. Cʼè un problema di fondo che balza subito agli occhi sul suo profilo @senatoremonti: lui parla, gli altri chiedono, lui non risponde. Il 47, il Monti che parla, sarebbe il numero giusto per il Lotto napoletano, ma forse il 54, il Taciturno, è ancora più adatto. Perché se è vero che il premier risulta Elezioni, la Cassazione boccia tutte le liste civetta (tranne qualcuna...) 2 Desiree Ragazzi Verdetto sulle liste civetta: la Cassazione ha bocciato tutti i contrassegni che erano stati ricusati dal Viminale per i quali i depositanti avevano inoltrato ricorso, rifiutandosi di modificarli. In particolare, è stato respinto il simbolo “Monti presidente per l'Europa” presentato dal consigliere comunale Samuele Monti e che era stato ricusato dal Viminale per il rischio di confondersi con la lista del premier. Inoltre, sono stati bocciati altri sei simboli: tre che si richiamavano alla Democrazia Cristiana, uno denominato l'Unione di centro-Udc, uno il Grande Sud, uno Movimento sociale italianoDestra Nazionale Msi-Dn. Sono stati poi respinti dalla Cassazione anche i ricorsi presentati dalla Lega Nord contro il contras- segno “Prima il nord” (che era stato ammesso dal Viminale e quindi parteciperà alle elezioni) e dal Partito pensionati contro il simbolo “Pensionati e invalidi giovani insieme” (e dunque anche quest'ultimo parteciperà). Rigettato, infine, anche il ricorso presentato dal simbolo civetta Fratelli d'Italia, contro il contrassegno “Fratelli d'Italia-Centro destra nazionale” (correranno quindi entrambi alle elezioni). Non ha nascosto tutta la sua rabbia Samuele Monti: «Pur nel rispetto della decisione della Cassazione ritengo che sia stato calpestato il diritto di un cittadino di usare il proprio nome in una competizione elettorale. Non sono solo amareggiato, sono arrabbiato perché i nostri tentativi di andare incontro alle richieste del Viminale sono stati ignorati». Samuele Monti ha spiegato di avere dato la propria disponibilità ad aggiungere nel suo simbolo il suo nome proprio e a levare la parola presidente. «In questo modo non ci sarebbe stato un problema di confondibilità. Ma non è bastato; non è stato riconosciuto – ha concluso – un diritto». Critico anche il senatore della Lega Nord, Massimo Garavaglia che sulle liste civili ha notato alcune «strane coincidenze». «Ore 12.28: Sgarbi – ha detto –annuncia sua candidatura con la lista civetta “Prima il Nord”; ore 14.34, la Cassazione boccia simbolo civetta Samuele Monti; ore 14.35 la Cassazione ammette simbolo civetta “Prima il Nord”; sempre alle 14.35 la Cassazione boccia simbolo civetta “Grande Sud”. Se non è un colpo di Stato ci manca poco. Neanche Scelba avrebbe osato tanto né tantomeno gli ermellini della legge truffa di 60 anni fa». “L'omosessualità non è irreversibile": è bufera sul professore di religione Giovanna Taormina Erano solo citazioni, appunti per gli studenti da utilizzare come base di riflessione, e non affermazioni proprie quelle sull'omosessualità “non irreversibile” che hanno fatto finire sulla graticola il docente di religione del Liceo Foscarini di Venezia, Enrico Pavanello. Su invito degli studenti l'insegnate aveva raccolto una serie di elementi collegando tra loro citazioni che hanno fatto scattare una autentica bufera, complice il fatto che gli appunti – che sarebbero dovuti rimanere interni – sono stati messi dai ragazzi sul web. Così, per un'intera giornata, prima di una lettera di spiegazioni di Pavanello, è stato tutto un susseguirsi di prese di posizioni critiche sull'insegnante, polemiche sul ruolo che la scuola esercita o meno su temi sensibili come quelli dei diritti civili e dell'omosessualità. Tra le prime ad intervenire era stata l'ex ministro Mara Carfagna, sostenendo la necessità di tornare a parlare a scuola del tema dell'omofobia, «perché lì si forma la coscienza dei ragazzi». Mentre Franco Grillini (Gaynet) aveva evidenziato che «sapere che esistono certi tipi di insegnanti non tranquillizza nessuno». Nel testo fornito dal docente ai suoi studenti le frasi scritte che avevano innescato la miccia riguardavano la considerazione che «l'omosessualità non è irreversibile», o che essa rientrerebbe in una «elaborazione della psiche di modelli affettivi diversi da quelli verso cui la natura normalmente orienta», o ancora che sarebbe «una ferita dell'identità». Poi Pavanello ha affidato ad una lettera la sua difesa: «Per quanto mi riguarda – ha scritto – mai ho considerato l'omosessualità una malattia da curare e Lecco, rubata la targa che commemorava i fucilati della Rsi Redazione Continuano gli episodi tipici dell'antifascismo militante: è stata rubata nottetempo a Lecco la targa che commemora 16 militari della Repubblica sociale italiana, tra ufficiali e sottufficiali, fucilati il 28 aprile del 1945. Le immagini delle telecamere fisse della videosorveglianza sono analizzate con attenzione per chiarire il caso. Sull'accaduto indaga la Digos di Lecco. L'ignoto incursore è riuscito a staccare dal muro dello stadio di Lecco, in via Pascoli, la targa e se ne è impossessato. Nel recente passato la targa, più volte al centro di polemiche fra i vari schieramenti politici locali, era stata oggetto di vandalismi, per lo più compiuti utilizzando della vernice. E c'erano stati anche i sit-in per chiederne la rimozione, iniziative solo demagogiche che servivano ad alzare i toni e creare polemiche. ancor meno ho pensato che pedofilia e omosessualità siano collegate». Nella missiva precisa che «il testo che, senza nessuna autorizzazione è girato via Web, non è un volantino, ma – ha chiarito – è la sintesi di varie e numerose letture, recensioni, articoli, saggi, riferimenti a format conosciuti dai giovani, che non esprimono il mio pensiero». Il caso del professore sembra ripercorrere lo stesso schema di Sanremo, quando nel 2008 Povia presentò la canzone Luca era gay. Una canzone che raccontava la storia di un ragazzo gay che poi aveva trovato l'amore in una donna. Il partito-fake che spopola su Fb è Feudalesimo e libertà Redazione Si chiama Feudalesimo e libertà (parodia di Futuro e libertà?) il partito-fake che su Facebook può già contare su 70mila e 900 seguaci. Una burla ideata da un gruppo di giovani nostalgici del Medioevo che propongono, appunto, un programma tutto da ridere: ripristino della servitù, pene corporali e rilancio delle crociate. Dietro questo curioso fenomeno di costume internettiano, che miete successi e visite online, c'è un gruppo di sei giovanissimi che amano la storia medievale e la birra sui cui nomi e sulla cui provenienza pesa un fitto mistero. Loro stessi rispondono così al giornale online Linkiesta che ha cercato di ricostruire la loro identità: "Non potemus cumfidare altro poiché le spie et li sgherri de lo infido Salah al-Din Yusuf b. Ayyub b. Shadi d. Marwan (cioè il Saladino) sunt ovunque et non vorremmo mettere in pericula le nostre terga; est assai lunga la istrada chi habemus da percorrere. Siam servitori dello Impero, tutto lo resto est secundiario et irrilebante". Si firmano Walther von der Vogelweide, Bernardo Gui, Gerberto di Aurillac, Erasmo da Avignone, Uguccione de la Faggiola. Il primo era un aristocratico "minnesanger", il secondo un domenicano autore del "Manuale dell'Inquisitore", il terzo fu l'erudito papa Silvestro II, il quarto è un personaggio inventato e il quinto era un capitano di ventura ghibellino. I finti proclami elettorali restano cir- coscritti nell'ambientazione medievale, come il questo slogan: "Voto Fel perché la cultura si difende solo tramite il noviziato in priorato". E ancora: "Contro la piaga de lo veganismo et erbivoria si torni a la caccia et a la falconeria". Tutto scritto, ovviamente, in caratteri gotici. C'è poi la sottoscrizione (10 fiorini) per partecipare alla crociata in Terra Santa organizzata da Godefroy de Bouillon. E non mancano simboli cari all'immaginario della destra radicale, forse un indizio in più per ricostruire l'identikit di questi medievalisti militanti. Così uno dei post corredato dall'immagine di due cavaliere duellanti, recita: "Incollerito da lo infedele compaesano? Ascia bipenne lo giusto rimedio acconsentito". Il passo indietro di Claudio Scajola spunta il forcone dei giustizialisti Redazione Il sistema giudiziario in Italia ha “preoccupanti” e persistenti problemi strutturali che minano in modo “grave” lo stato di diritto: se ne sono accorti anche a Strasburgo. E così, nel rapporto sul funzionamento della giustizia nei 47 Paesi membri del Consiglio d'Europa, che sarà discusso e votato martedì prossimo alla presenza del ministro Severino, si fa riferimento alla lentezza della giustizia in Italia e all'inefficacia di quanto finora fatto per porvi rimedio, come ai due motivi principali per cui l'Italia è finita sulla lista nera, nel gruppo di nove Paesi per i quali, nel rapporto, si evidenziano “gravi” carenze che mettono a repentaglio l'intero sistema di protezione dei diritti umani garantito dalla Corte di Strasburgo e dal Consiglio d'Europa. Un rapporto che diventa un pesante atto d'accusa nei confronti dell'Italia, descritto come un Paese in cui lo stato di diritto è gravemente minacciato dall'incapacità dimostrata sino ad ora dalle autorità italiane a risolvere i preoccupanti problemi strutturali della giustizia legati ai processi troppo lunghi. Gli altri paesi che hanno suscitato la preoccupazione dell'assemblea parlamen- tare sono Bulgaria, Grecia, Moldova, Polonia, Romania, Russia, Turchia e Ucraina. Tra questi l'Italia tuttavia ha una innegabile maglia nera: è il Paese con più condanne già emesse della Corte di Strasburgo pendenti davanti al Comitato dei ministri in attesa che le autorità italiane attuino le misure necessarie per risolvere la violazione riscontrata. Quasi tutte le condanne riguardano un unico problema, quello della lentezza della giustizia, una questione che il Consiglio d'Europa chiede all'Italia di risolvere da almeno vent'anni. E forse è per questo che nel corso dell'ultimo anno il pressing si è fatto più forte. Il comitato dei ministri, che garantisce l'esecuzione delle sentenze della Corte di Strasburgo, ha messo l'Italia tra i sorvegliati speciali, mentre il commissario dei diritti umani ha posto la lentezza della giustizia tra le questioni da monitorare. E ora si aggiunge anche questo rapporto dell'assemblea parlamentare, che già nel 2000 sollevò il problema della lentezza della giustizia italiana e considerava l'Italia un caso particolare. Sinora l'Italia non ha soddisfatto, se non in parte, le richieste fatte, e per questo la pressione non è mai stata cosi intensa. Il legale di Dell'Utri: «Colpiscono lui per colpire Berlusconi» 3 Redazione «La requisitoria pronunciata venerdì dal Procuratore generale di Palermo dimostra che, ancora una volta, l'obiettivo dell'accusa è Silvio Berlusconi». Così l'avvocato Giuseppe Di Peri, difensore di Marcello Dell'Utri, commentando le parole di Luigi Patronaggio che ha concluso la requisitoria al processo d'appello al senatore imputato di concorso in associazione mafiosa. «Silvio Berlusconi e Forza Italia - ha aggiunto - sono i termini che più sono ricorsi nella ricostruzione dell'accusa che ha ignorato volutamente la sentenza della Cassazione che ha determinato il nuovo processo d'appello». L'avvocato del senatore del Pdl ha ricordato che «i supremi giudici hanno annullato la sentenza di condanna della corte d'appello di Palermo e assolto definitivamente Dell'Utri per i fatti successivi al '92, escludendo con certezza suoi rapporti con la mafia da quel periodo in poi». Inoltre il procuratore generale <oltre a non tener conto di ciò, non ha minimamente colmato i vuoti probatori che avevano portato all'annullamento della condanna, ignorando la strada tracciata dalla Cassazione, e inerpicandosi in una ricostruzione assolutamente infondata e sganciata da ogni realtà processuale». L'accusa ha basato tutta la requisitoria sulla continuità del «rapporto perverso» tra il senatore e i clan, tentando di superare i limiti, messi in evidenza dalla Cassazione, della sentenza d'appello che condannò Dell'Utri a 7 anni per concorso in associazione mafiosa. Sulla situazione di Dell'Utri è intervenuto lo stesso Berlusconi: «Il mio spirito garantista e la conoscenza di una persona straordinaria» che in lui vede un «padre di famiglia, un credente convinto, uomo di cultura, bibliofilo numero uno in Italia, dotato di qualità umane e morali» che «ha tutto per essere messo in lista. Decideremo domani o dopo le nostre liste ma temo che dovremo chiedere un grande sacrificio perché una sua candidatura porterebbe su di noi critiche di chi, come la sinistra, profitterebbe di queste presenze». Ilva, stipendi a rischio: si attende il dissequestro del materiale 4 Redazione E' terminato alle 7 di ieri mattina lo sciopero a oltranza dei lavoratori dello stabilimento Ilva di Taranto, indetto tre giorni fa dalla Fim Cisl. La decisione è stata assunta alla luce di quanto emerso nel corso del vertice di venerdì notte a Palazzo Chigi. Il premier Monti ha detto che la legge “salva Ilva", «pur in pendenza del giudizio della Corte Costituzionale, deve essere applicata dalle istituzioni e dall'azienda», che ha confermato il proprio impegno al rispetto delle prescrizioni Aia e alla tutela dell'occupazione, assicurando il regolare pagamento delle retribuzioni a tutti i lavoratori. Lo sciopero proclamato dalla Fim, e successivamente dall'Usb (Unione Sindacale di Base), aveva provocato il blocco di diversi impianti, come le Acciaierie 1 e 2 e gli Altoforni 2, 4 e 5, che progressivamente sono tornanti a funzionare. Queste sono ore di tregua per lo stabilimento tarantino in attesa delle determinazioni sul sequestro dei prodotti finiti e semilavorati, del valore di un miliardo di euro, accatastati nei magazzini e sulle banchine. «Solo con la completa applicazione della legge anche da parte della magistratura e il conseguente sblocco dei lavorati e semilavorati ancora sotto sequestro», l'Ilva «sarà in grado, nonostante la grave crisi anche industriale, di rispettare i propri impegni a cominciare dal pagamento degli stipendi». E' quanto detto in un comunicato diffuso dall'azienda all'indomani del vertice a Palazzo Chigi. L'Ilva «ribadisce la necessità che la legge varata dal governo, approvata a grande maggioranza dal Parlamento nel mese di dicembre e pubblicata sulla “Gazzetta ufficiale" il 3 gennaio, venga da tutti rispettata. L'azienda, che ha adottato e sta adottando tutte le misure prescritte dal- Squinzi: «Avevamo previsto che il 2013 sarebbe stato un altro anno nero» Redazione «I grandi valori oltre ad essere annunciati devono essere testimoniati con azioni concrete. È inutile che tutti dicano “largo ai giovani" ma poi non siano pronti a fare un passo indietro al momento delle candidature. È per questo che ho deciso in accordo con i vertici del Pdl di non ricandidarmi in Parlamento, ma ho anche promesso ai 350 amministratori e ai 40.000 iscritti dei Cristiano Riformisti di non abbandonare la politica». Lo afferma Antonio Mazzocchi. «Anzi voglio raddoppiare l'impegno sul territorio partecipando con maggiore assiduità ai tantissimi incontri che vengono organizzati in tutta Italia per diffondere le nostre battaglie. Voglio ringraziare sia il presidente Berlusconi, al quale garantisco il nostro appoggio sincero per queste elezioni, il segretario politico, Angelino Alfano che l'Aia e dalla suddetta legge, sta vivendo momenti drammatici».«Dopo aver ottenuto questo grande risultato – commenta Vincenzo Castronuovo della Fim Cisl di Taranto – abbiamo deciso di revocare lo sciopero e abbiamo potuto tranquillizzare i lavoratori. La prossima settimana l'azienda ci farà conoscere il piano industriale. E' importantissimo arrivare allo sblocco dei prodotti perché in questo modo l'azienda può garantire il pagamento degli stipendi e ci aspettiamo anche il rientro dei cassintegrati, che erano molto preoccupati per quello che stava accadendo. L'Ilva – conclude Castronuovo – stava perdendo le commesse e la produzione veniva dirottata a Genova». «Speriamo prevalgano buon senso e ragionevolezza perché non si può distruggere un'attività industriale come quella dell'Ilva. Vorrebbe dire mettere in pericolo cinquantamila posti di lavoro, l'economia di una Regione, la credibilità dell'Italia come grande Paese manifatturiero», dichiara il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine di un incontro organizzato dal Lions a Cervia (Ravenna). ha fortemente voluto la presenza del sottoscritto nell'esecutivo del Pdl e Mariastella Gelmini che si è impegnata a portare in Parlamento per i prossimi anni le battaglie dei Cristiano Riformisti. il momento di fare un passo indietro dalla Camera dopo diciotto anni di lavoro nel partito e soprattutto nell'ufficio di presidenza, ma nessuno intende ritirarsi. Abbiamo i nostri candidati tanto alla regione Lazio quanto al comune di Roma e soprattutto abbiamo ancora tante cose da dire e tante battaglie da affrontare». Da aprile le bollette del gas meno salate (almeno quelle...) Redazione Già da aprile le bollette del gas (almeno quelle) inizieranno a diminuire per effetto dei nuovi meccanismi di aggiornamento che l'Autorità per l'energia si appresta a introdurre. Lo spiega la stessa Autorità, secondo cui il decremento complessivo sarà del 67%, con un risparmio divcirca 90 euro su base annua. L'Authority conferma così l'imminente approvazione di un nuovo documento sulla riduzione dei prezzi della materia prima gas. Il nuovo meccanismo consentirà un'azione “molto incisiva" a beneficio di famiglie e piccoli consumatori, proseguendo nel percorso già avviato dal 2011 per contenere le bollette e trasferire i benefici derivanti dalla maggiore concorrenza sui mercati all'ingrosso e dall'avvicinamento dei prezzi italiani a quelli Ue, reso possibile anche grazie all'istituzione da parte dell'Autorità del mercato di bilanciamento, in grado di fornire un prezzo “spot" non più legato a contratti di lungo periodo. Per l'energia elettrica, ricorda l'Autorità, le bollette sono già diminuite dell'1,4% con una minore spesa di 7 euro a famiglia mentre la forbice di prezzi dell'elettricità con gli altri paesi europei si sta attenuando. «Occorre quindi proseguire con le riforme avviate, in costante raccordo con le associazioni dei consumatori, nel comune intento di tutelare i clienti finali, conclude l'organismo di controllo. Algeria, incubo finito. A caro prezzo: sette ostaggi morti, altri dispersi 5 Antonio Pannullo L'incubo è finito. Ma a che prezzo. Le forze speciali algerine hanno sferrato l'attacco finale al sito petrolifero di In Amenas. Nel blitz sono rimasti uccisi 7 ostaggi stranieri e 11 terroristi, riferisce l'agenzia algerina Aps. I sette ostaggi stranieri sarebbero stati uccisi dai terroristi prima dell'assalto finale delle forze di sicurezza. Sono meno di dieci gli ostaggi britannici nel sito algerino di In Amenas ancora dispersi o a rischio. Così ha detto il ministro degli esteri britannico, William Hague: «Al momento ci sono meno di dieci cittadini britannici a rischio o dispersi, e questo ovviamente significa che dobbiamo prepararci a nuove cattive notizie», ha detto alla tv. «Sono però lieto di comunicare - ha aggiunto il titolare del Foreign Office che sul posto ora abbiamo personale consolare pronto ad assistere i cittadini britan- nici. Il nostro ambasciatore inoltre è in viaggio con altro personale». Sedici ostaggi poi, non si sa di quale nazionalità, sono stati trovati vivi nel campo al termine del blitz. Si tratta di persone che, all'inizio dell'attacco, si erano nascoste nei macchinari degli impianti di estrazione. Lo riferisce l'agenzia tunisina Ats A 72 ore dall'attacco del commando di estremisti all'impianto di In Amenas, resta l'incertezza sul numero di ostaggi ancora nelle mani dei terroristi mentre rimbalza la notizia che sono stati ritrovati 15 corpi carbonizzati di cui, al momento, non si conosce la nazionalità. Dalle principali cancellerie europee prosegue intanto il bilancio dei dispersi: non ci dovrebbero essere altri ostaggi francesi fa sapere Parigi mentre la Norvegia annuncia che due dei suoi concittadini sono illesi (facendo scendere a sei il numero dei suoi dispersi) e Bucarest parla di tre suoi lavoratori in salvo. Dopo il blitz, nel quale sono morte diverse persone (tra le 12 e le 30 vittime, tra cui anche un americano), i terroristi, legati ad al Qaida e probabilmente di provenienza dal Niger, restano comunque ancora asserragliati dentro il compound: chiedono uno scambio tra prigionieri e la fine dell'intervento militare francese in Mali. Gli ostaggi o dispersi sarebbero almeno 30, tutti stranieri, ma è un bilancio difficile da confermare considerando che altri fonti parlando di sette. Così come Mali, la Francia in difficoltà: «Intervengano gli africani» Giovanni Trotta L'intervento francese in Mali comincia a essere considerato con perplessità dagli stessi alleati di Parigi. La Casa Bianca e il dipartimento americano della Difesa sarebbero in disaccordo sulla linea di azione da intraprendere in Mali. Lo riferisce il "Los Angeles Times". Gli eventi in corso in Mali e Algeria hanno dato luogo ad un vivace dibattito all'interno dell'amministrazione del presidente Obama per verificare se questi elementi radicali presentano un rischio significativo, tale da provocare una reazione militare, scrive il quotidiano. Alcuni alti funzionari del Pentagono e alti ufficiali mettono in guardia sul fatto che in assenza di azioni intraprese dagli Usa, il Mali potrebbe diventare un rifugio per gli estremisti, simile a quello che è stato l'Afghanistan prima degli attacchi terroristici dell'11 settembre, aggiunge il giornale. Tuttavia, per numerosi consiglieri della Casa Bianca, non è chiaro se gli insorti in Mali, che comprendono membri di al Qaida nel Maghreb (Aqmi), possano mettere in pericolo gli Stati Uniti e quindi giustificare un intervento. Ma la stessa Francia, preoccupata anche da quanto sta accadendo in Algeria, vorrebbe sganciarsi da una partita che potrebbe diventare quello che fu il Vietnam per gli americani. «La Francia è dovuta intervenire molto, molto rapidamente, altrimenti non ci sarebbe più il Mali, ma è ben inteso che sono gli africani che devono prenderne il posto», ha infatti affermato il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, parlando alla radio Rtl da Abidjan, dove è in corso il vertice dei Paesi dell'Africa occidentale sull'intervento in Mali. Le truppe della non è ancora chiaro il numero delle persone liberate. Prima dell'avvio dell'offensiva finale delle forze speciali algerine Abdul Rahman alNigeri alias Abu Dajana, a capo del commando, aveva dichiarato all'agenzia di stampa mauritana Alakhbar che c'erano due opzioni per l'Algeria: o avviare negoziati o essere complici dell'esecuzione degli ostaggi. Il commando di terroristi aveva minato l'impianto attaccato mercoledì scorso e ora sono in corso operazioni di bonifica. Secondo l'algerino "el Watan", «i terroristi si preparavano a un suicidio collettivo. L'intervento di elementi delle forze algerine ha permesso la loro neutralizzazione. Purtroppo gli ostaggi erano già stati uccisi». Secondo una fonte informata citata dall'agenzia mauritana Ani, il commando terrorista è arrivato dal Niger. Il gruppo era composto da una quarantina di armati. missione africana, ha precisato, dovrebbero esser operative nel giro di qualche settimana. Sulla vicenda è intervenuto lo stesso presidente François Hollande, palesemente in difficoltà anche per i francesi uccisi in Algeria e Somalia. «Mi si pone la domanda: quanto durerà? Io rispondo: il tempo necessario», ha detto in un discorso nella sua città, Tulle. «Il terrorismo prende forme sempre più temibili - ha aggiunto - so di poter contare sul sostegno dei miei concittadini», e questo è vero perché Il 65% dei francesi è favorevole all'intervento militare in Mali, a una settimana dall'inizio delle operazioni. Lo riferisce un sondaggio di Ifop per il quotidiano “Sud Ouest". In particolare, il 20% degli intervistati sono del tutto favorevoli e il 45% piuttosto favorevoli. Intanto si apprende che i soldati francesi mobilitati per la missione in Mali potrebbero superare quota 2.500, cifra inizialmente annunciata. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa, JeanYves Le Drian, precisando che a oggi i militari transalpini sul suolo maliano sono 2.000. Rischio diossina, in Sicilia lanciato lʼSos per le aziende 6 Sandro Forte Salvino Caputo, parlamentare del Pdl allʼAssemblea Regionale Siciliana e vicepresidente della commissione legislativa Attività produttive, ha presentato unʼinterrogazione al presidente della Regione Sicilia per chiedere di adottare provvedimenti urgenti a tutela dellʼincolumità pubblica e a sostegno delle attività commerciali colpite dai rischi della diossina dopo lʼincendio che si verificò lo scorso 29 luglio nella discarica di Bellolampo (Palermo). Un decreto del dirigente generale del dipartimento regionale Attività sanitarie, Lucia Borsellino, oggi assessore al ramo, pubblicato nella “Gazzetta ufficiale" della Regione Siciliana del novembre scorso, ha rafforzato le misure di prevenzione da rischio diossina, definisce i Comuni di Borgetto, Carini, Giardinello e Montelepre «zone di protezione da sospetta contaminazione da diossine e policlorobifenili» e vieta l'uso e con- sumo di latte e prodotti caseari provenienti dalle aziende di questi Comuni, la raccolta di funghi e lumache, il pascolo di animali. Vieta anche il consumo in proprio e la cessione a terzi di carni e uova prodotti dopo il 29 luglio in allevamenti da cortile rurali a conduzione familiare e lo sposta- Redazione Redazione Forlì, la giunta dei prof sotto accusa: non ha uno straccio di progetto «La Giunta dei prof a Forlì è senza idee e senza progetti»: lo sostiene Alessandro Rondoni, capogruppo del Pdl al Comune, che aggiunge: «Ne è prova il bilancio di previsione per il 2013 che appare poco credibile, fatto in fretta, senza attendere il varo della legge di stabilità, con la conseguenza che si dovrà poi intervenire continuamente per apportare variazioni con aumento di costi e perdite di tempo». Rondoni, che sul bilancio è già intervenuto in commissione consiliare il 9 e il 17 gennaio e lo farà lunedì 21 nel dibattito in Consiglio comunale, osserva inoltre: «Non vi è nulla di nuovo, nessuna prospettiva di sviluppo per Forlì. Abbiamo chiesto infrastrutture per i collegamenti e la Giunta ha risposto solo con piste ciclabili e aree verdi. È sviluppo o decrescita felice? La tangenziale e il campus universitario sono progetti vecchi di quarant'anni e delle precedenti amministrazioni. La Giunta continua a non mostrare segni di novità: nessun investimento, riduzione dei servizi, aumento delle tariffe, nessuna diminuzione dellʼImu». Il capogruppo del Pdl sottolinea anche che «nel bilancio previsionale 2013 non vi è traccia di finanziamenti europei, di interventi per le famiglie, ci sono poche risorse per chi è in difficoltà, mentre continuano ad essere elevate le spese per la burocrazia, le consulenze, gli incarichi dirigenziali, anche esterni, e il funzionamento della macchina comunale». Già nei giorni scorsi, riguardo al progetto della via Emilia bis e dello sviluppo infrastrutturale con i relativi collegamenti viari con Cesena e le altre città della Romagna, Rondoni non aveva risparmiato critiche alla maggioranza di centrosinistra: «Forlì rischia l'isolamento per mancanza di progetti sui futuri programmi, sulle infrastrutture e quindi il relativo scollegamento dalle città della Romagna e dell'Italia». mento di animali (bovini, ovini, caprini, maiali, cavalli, anatre, oche, tacchini, eccetera) allevati per la produzione di alimenti destinati al consumo umano, l'uso e la vendita di foraggi contaminati e di quelli esposti a contaminazione da diossina, ordinando ai sindaci dei rispettivi Comuni di dare immediata esecuzione del provvedimento. «Lʼincendio di Bellolampo – dichiara Salvino Caputo – ha determinato certamente un danno allʼambiente con pericolo per la salute pubblica, ma il problema è che si sta creando anche un danno alle attività economiche e produttive delle zone colpite in quanto, secondo il decreto regionale, non possono commercializzare i loro prodotti. Non cʼè dubbio – continua Caputo – che questo crea un danno alle imprese agricole, e quindi ritengo necessario che la Regione provveda con interventi a tutela della salute pubblica e a sostegno delle aziende anche mediante la dichiarazione dello stato di calamità naturale». Roma, salmonellosi all'asilo: tutta la struttura disinfestata «Il caso di salmonellosi registrato recentemente nella sezione dei grandi dell'asilo nido “Il Lirio dʼoro" a Roma sta indubbiamente e comprensibilmente preoccupando sempre di più i genitori dei bimbi che frequentano la scuola», ha commentato Augusto Santori, consigliere del Pdl al Municipio XV (Ponte Galeria). «In queste situazioni non è il caso di creare allarmismi – ha proseguito – anche perché le procedure seguite dallʼUfficio scuola del Municipio e dal coordinamento scolastico del nido risultano ineccepibili. Vorrei dunque precisare che si è provveduto alla sanificazione di tutti i locali, compresi gli arredi, le suppellettili e i giochi, con particolare cura per i servizi igienici e i fasciatoi. Non possiamo però non ritenere comprensibili le preoccupazioni dei genitori non solo per la gravità che caratterizza il caso in sé, che si spera risulti isolato e porti a un recupero molto prossimo del bimbo coinvolto, ma anche perché non è purtroppo la prima volta che questa struttura fa parlare di sé. Negli scorsi mesi, infatti – ha ricordato Santori – lʼallarme scattò per il caso di avvelenamento di alcuni bambini che avevano bevuto acqua dai rubinetti dei bagni della scuola, acqua che poi risultò avere valori di ammoniaca assolutamente sopra la norma. In quel caso fu grazie a un intervento dellʼufficio tecnico che si riuscì a ripristinare la salubrità delle acque, inquinate da un tubo collegato inspiegabilmente a quello della condotta di acqua potabile. Non dobbiamo dimenticare che, nel nostro territorio, numerosi sono stati poi i casi di ratti nelle scuole. Ulteriore fattore di ansia – ha concluso l'esponente del Pdl – è il fatto che la struttura, che si trova in via Portuense, giace proprio nella Valle Galeria e da queste parti la preoccupazione per avvelenamenti di falde, aria e terreni è sempre, purtroppo e a ragione, ben presente tra i residenti». Teatro, approda a Roma "L'amore ai tempi della collera" 7 Liliana Giobbi Al Teatro Ambra di Roma. nello storico quartiere della Garbatella, va in scena la drammaturgia contemporanea inedita. Dal 22 al 27 gennaio “Hate mail" degli americani Bill Corbett e Kira Obolensky, testo adattato e riscritto dalla genovese Compagnia dei Demoni, formazione di ex allievi dello Stabile di Genova. Protagonisti sono gli attori Mauro Parrinello e Elisabetta Fischer mentre la regia è affidata allo stesso Parrinello. Il punto centrale del testo è una storia d'amore, di cui si parla con un approccio molto originale. C'è di tutto, dall'odio alla passione, dal falli- mento all'inganno con un passaggio pure per la gelosia vengono raccontati attraverso la corrispondenza tra i due protagonisti. Così lettere, post-it, fax, e-mail e social network si fanno narratori di questa grottesca e tenera storia d'amore, generando un vortice di situazioni esilaranti. Preston, ricco e viziato architetto incontra Dahlia, fotografa povera e nevrotica. I loro modi si scontrano quando lui invia una prima lettera di denuncia che costa a Dahlia il posto di lavoro. Da quel momento e' impossibile tornare indietro. La loro corrispondenza diventerà sempre più folle, gettandoli in un vortice in cui precipiteranno. Tra odio e amore, tra coincidenze e ripicche, allontanandosi e ritrovandosi, secondo le più imprevedibili e improbabili leggi che regolano i rapporti tra uomini e donne. Il testo è supportato da una messa in scena essenziale e efficace. Due sedie e due cassette della posta, giochi di luce, dialoghi e ritmi serrati, situazioni surreali e dall'irresistibile comicità. Lettere Berlusconi è arrivato ad affermare che Monti avrebbe avuto più poteri di quelli che ha avuto Mussolini, capo di un governo eletto, privilegio che Monti non ha mai avuto. Proprio grazie a quella maggiore libertà è riuscito a mandare in rovina un'intera nazione e in quanto tale dovrebbe essere escluso dalla competizione elettorale. Mario Rossi Ancora bufera sullo scontro di "Servizio pubblico" Tornando all'epico scontro di giovedì sera, malgrado il Cav sia risultato vincitore anche a giudizio dei suoi più acerrimi nemici, Travaglio compreso, per l'elettorato intelligente antiberlusconiano e forcaiolo è tutto sbagliato e da rifare, come diceva il mitico Bartali. Si sono sprecati i giudizi sprezzanti sullo spolvero della poltrona. Antonio Filippo Nell'anno tecnico insultati i giovani ricercatori In questo ultimo anno noi giovani siamo stati insultati da un governo che ha cercato in tutti i modi uno scontro generazionale, un governo formato da una casta di universitari che da sempre noi del Mrsi cerchiamo di far venire alla luce perché sono loro che bloccano il paese e le ricerche in Italia. Paolo Pelini Il caso Malvinas, complimenti alla Kirchner Tornano d'attualità le isole Malvinas, occupate dagli inglesi a poche centinaia di chilometri dalle coste argentine. La presidenta Kirchner sta mostrando i muscoli, lo ha già fatto con il Fondo monetario internazionale negando vari rimborsi di prestiti e iniziando una sorta di ribellione nei confronti dei signori del denaro che pensano di poter comprare qualsiasi cosa, ovunque. Randall J Wilkins Monti? Da escludere dalla competizione elettorale Era prevedibile il peggioramento del Pil Peggiora il Pil e ovviamente calano le entrate, fino ad ora drogate artificialmente da imposte incostituzionali come l'Imu. Era prevedibile, già all'inizio del governo Monti, vedendo quello che egli si apprestava ad attuare, qualsiasi semplicissimo ragioniere avrebbe compreso senza un attimo di esitazione che aumentando le imposte calano i consumi e calando i consumi le imprese chiudono, con conseguente calo delle entrate fiscali. Mara Donà Il governo Monti tace su Cesare Battisti Cesare Battisti, uccel di bosco in Brasile grazie agli intellettuali di sinistra, ai giudici conniventi e alla Mantenuta di Francia, riesce a trovare persino lavoro grazie al compagno Lula. Cosa, dire, i miei complimenti! Non capisco come mai il governo Monti non abbia fatto sentire la sua voce. Xavier Carlo Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Mario Landolfi Ugo Lisi Direttore Politico Marcello De Angelis Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250