requisiti equipaggio esplorazione dei veicoli

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requisiti equipaggio esplorazione dei veicoli
Martedı̀ 23 luglio 1996
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Commissione IV
IV COMMISSIONE PERMANENTE
(Difesa)
PARERE SU ATTI DEL GOVERNO
Martedı̀ 23 luglio 1996. — Presidenza
del Presidente Valdo SPINI. — Interviene il
sottosegretario di Stato per la difesa, Giovanni Rivera.
La seduta comincia alle 11,10.
Parere parlamentare sul programma pluriennale
SME 106 di ammodernamento e rinnovamento
dell’esercito relativo all’acquisizione di quattrocento
« PUMA 6×6 ».
(Esame per il parere ai sensi dell’articolo
143, comma 4, del regolamento e rinvio).
La Commissione inizia l’esame del programma.
Maurizio MIGLIAVACCA, relatore, ricorda che la Commissione difesa è chiamata ad esprimere il parere, ai sensi
dell’articolo 1 della legge n. 436 del 1988,
su un programma pluriennale di ammodernamento dello stato maggiore dell’esercito – SME 106 – finalizzato all’acquisto
di veicoli blindati « Puma ».
La legge n. 436 ha infatti introdotto
una normativa volta a disciplinare le
attività di ammodernamento, riordino e
conservazione in efficienza dei mezzi delle
Forze armate, al fine di razionalizzare e
di rendere più trasparenti le procedure
negoziali relative a questa tipologia di
approvvigionamenti del Ministero della
difesa.
L’articolo 1 della legge prevede infatti
che i programmi direttamente destinati
alla difesa nazionale siano approvati con
legge, se richiedono finanziamenti di natura straordinaria, e con decreto del
Ministro della difesa, se si tratta di
programmi finanziati con gli stanziamenti
ordinari di bilancio.
In questo caso, con alcune eccezioni
indicate dalla legge medesima, prima dell’emanazione del decreto ministeriale deve
essere acquisito il parere delle competenti
Commissioni parlamentari, che sono chiamate ad esprimerlo entro il termine di
trenta giorni. Per il programma in esame,
il termine per l’espressione del parere
scade il prossimo 3 agosto.
Precisa quindi che il programma SME106 è finalizzato all’acquisizione di 400
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veicoli blindati leggeri « Puma 6×6 », destinati ad essere utilizzati dai plotoni
esploranti dei reggimenti di cavalleria.
Obiettivo del programma è quello di
sostituire, nell’espletamento dei compiti di
esplorazione, scorta, interdizione, affidati
ai reggimenti di cavalleria, i veicoli cingolati M113 che, per le loro caratteristiche
tecniche, la scarsa agilità e per l’obsolescenza in cui versa l’attuale parco, non
risultano adeguati alle attuali esigenze
operative. Il programma di acquisizione
ha una durata di sette anni, a partire da
quello in corso, e si prevede che sia cosı̀
articolato: cinque mezzi nel 1996; 33 nel
1997; 61 nel 1998; 83 nel 1999; 73 nel
2000; 72 nel 2002 per un totale di 400
mezzi e un costo globale di 360 miliardi.
Considerato sia il carattere del parere
che è richiesto alla Commissione che gli
elementi che ha potuto acquisire, ritiene
che meritino di essere approfonditi soprattutto alcuni aspetti di questo programma: quelli operativi, concernenti la
funzionalità del mezzo rispetto agli impieghi previsti, e quelli di carattere economico e finanziario.
Relativamente agli aspetti operativi, ritiene che la scelta del mezzo vada inserita
innanzitutto nel contesto più generale
della missione affidata alla difesa nazionale. Il mutato quadro strategico – unitamente alla riduzione delle forze – impone infatti di attribuire una più elevata
mobilità strategica ai vari reparti, sia nel
caso in cui essi siano destinati a condurre
l’esplorazione tattica terrestre, sia che
debbano – nell’ambito della difesa del
territorio – contenere minacce iniziali in
attesa del successivo intervento di forze
più pesanti, sia ancora nell’ipotesi che
siano incaricati di operare nelle condizioni tipiche delle Peace Support Operations.
I veicoli che più rispondono a tali
impieghi sono i blindati su ruote, in grado
di raggiungere velocità su strada superiori
ai 100 chilometri ed in possesso di un’autonomia elevata (circa 800 chilometri)
nonché di un livello di protezione sufficiente a garantire la sicurezza del perso-
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nale contro le armi di piccolo e medio
calibro. Infatti i veicoli corazzati cingolati
– pur necessari in determinate circostanze – presentano velocità massima ed
autonomia inferiori, a fronte ovviamente
della capacità di movimento su tutti i tipi
di terreno e di una protezione anche
contro armi più pesanti.
Pertanto, pur assicurando il necessario
mix con mezzi più pesanti e con diverse
caratteristiche operative, gli eserciti occidentali hanno dato maggiore impulso alla
realizzazione di veicoli blindati ruotanti;
in particolare, l’esercito italiano ha programmato lo sviluppo di due famiglie di
tale tipologia di mezzi: la prima, più
pesante, comprendente la blindo armato
Centauro, il veicolo blindato da combattimento (VBC) 8×8 e le versioni destinate
al supporto al combattimento.
Il programma di acquisizione della
blindo Centauro – che equipaggia le unità
di cavalleria come sistema d’arma deputato a fornire il necessario supporto alla
componente esplorante leggera di tali
forze – è ormai prossimo alla conclusione
(la consegna del quattrocentesimo esemplare è prevista per i prossimi mesi).
Ricorda inoltre che il programma VBL
8 × 8 (derivato dalla Centauro), destinato
ad equipaggiare « task force blindate », è
allo stadio di ricerca e sviluppo per la
realizzazione di tre prototipi, avendo conseguito il parere favorevole delle Commissioni difesa della Camera e del Senato,
rispettivamente, il 2 e il 18 luglio scorso.
La seconda famiglia – più leggera – di
veicoli blindati su ruote è costituita dal
« Puma » 4 × 4, che ha ricevuto il parere
favorevole delle Commissioni parlamentari
nell’estate 1995, e dal « Puma » 6 × 6,
attualmente all’esame della Commissione.
Finalità precipua del programma di
acquisizione di quest’ultimo mezzo è
quello di dotare la componente esplorante
leggera dei reggimenti di cavalleria di un
veicolo agile e veloce – idoneo, per mobilità e protezione – ad operare affiancato
dalla blindo armata. Sotto questo profilo,
il mezzo – che ha una capacità di
trasporto di sette uomini – appare fun-
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zionale agli impieghi sopra descritti in
quanto presenta: un’elevata mobilità su
strada e anche sui terreni che lo consentono; un’accentuata manegevolezza, in
rapporto alle dimensioni; un livello di
protezione adeguato contro proiettili di
piccolo e medio calibro, schegge di granate, agenti NBC; tale sistema di protezione può essere potenziato con l’installazione di protezioni addizionali modulari,
anche se con le conseguenze che si possono immaginare quanto a mobilità e
manegevolezza; il veicolo può essere inoltre armato con due tipi di mitragliatrici,
da 7,62 o da 12,7 millimetri.
Rileva che le caratteristiche del mezzo
appaiono quindi funzionali agli impieghi
operativi previsti ed analoghe a quelle dei
veicoli di pari categoria in servizio nei
principali paesi occidentali.
Sottolinea inoltre che l’assegnazione sia
di blindo armate « Centauro » sia di VBL
« Puma » 6 × 6 alle unità di cavalleria
assicura un supporto operativo all’inserimento di alcune unità dell’esercito (dalla
brigata Folgore, alla brigata Pozzuolo del
Friuli, ad alcuni reggimenti di cavalleria)
in formazioni multinazionali (Eurocorpo,
ACE Rapid Reaction Corp); il veicolo si
presta inoltre all’invio di unità terrestri
fuori area per lo sviluppo di operazioni di
supporto alla pace che richiedono anche
la disponibilità di veicoli blindati a ruote,
capaci di sviluppare elevate velocità e
mobilità.
Sottolinea inoltre che la scelta di procedere alla realizzazione di famiglie di
veicoli dovrebbe consentire alle Forze
armate di ridurre il carico logistico connesso al mantenimento delle stesse, in
quanto equipaggiate in buona misura con
sistemi comuni. Sottolinea infine come
sussista anche un interesse dell’Arma dei
carabinieri ai mezzi in questione, per
soddisfare prioritariamente la necessità
dei battaglioni destinati ad operare in
missioni all’estero.
Quanto all’aspetto finanziario e a
quello contrattuale, osserva che i noti
limiti imposti dalle politiche di bilancio
alle disponibilità annue di risorse nel
settore degli investimenti non consentono
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di ricapitalizzare per intero e in tempi
contenuti il parco mezzi delle Forze armate. Ciò ha imposto un indirizzo, perquanto attiene ai programmi di ammodernamento e rinnovamento, volto a dare
corso contemporaneamente a più programmi, permettendo la conseguente diluizione nel tempo degli stessi e dei
relativi oneri. Per la medesima ragione, il
programma « Puma », come altri, è suddiviso in più annualità. Precisa infatti che
il programma fa riferimento ad un capitolo – il 4011 – dello stato di previsione
del Ministero della difesa, che riguarda un
complesso di spese per l’ammodernamento, il rinnovamento, la costituzione ed
il completamento di mezzi diversi, inerenti la componente terrestre delle forze
armate.
Il vantaggio, nelle condizioni date, di
questa impostazione è che le forze armate
sono in grado di esprimere sempre una
« task force », quantitativamente limitata,
ma bilanciata nelle sue componenti operative, dotata di mezzi ed equipaggiamenti
moderni, dalle capacità operative equivalenti a quelle di omologhe unità dei
principali eserciti occidentali. Una politica
che privilegiasse uno specifico settore potrebbe invece condurre ad uno sbilanciamento tra le diverse componenti.
Sotto questo profilo la scelta della
diluizione del programma fino al 2002
appare, per un verso, necessitata, per
l’altro razionale.
Riguardo agli aspetti finanziari ed alle
procedure contrattuali, ritiene di dover
fare due osservazioni, di carattere generale. La prima riguarda la procedura
necessaria per l’attivazione dei programmi
in oggetto, che si presenta particolarmente
complessa e articolata, tanto da determinare un notevole allungamento dei tempi.
Osserva inoltre che l’abolizione delle
norme che regolamentavano la « revisione
prezzi » nell’ambito delle procedure contrattuali, se è comprensibile per un verso,
per altro verso induce l’industria della
difesa, in presenza di programmi pluriennali diluiti in un arco temporale abbastanza lungo, a formulare prezzi di vendita che incorporano fin dall’inizio un’at-
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tesa di inflazione per il periodo di sviluppo dei programmi medesimi.
Si chiede pertanto se le procedure,
prescritte dalla vigente normativa, siano
da considerarsi idonee a migliorare il
rapporto costi-benefici per la difesa o se
non siano tali da creare possibili diseconomie. Fa presente infine che al momento
esistono 4 prototipi del veicolo « Puma »
6×6, che sono sottoposti alle previste
attività di sperimentazione tecnico-operativa, ai fini della omologazione, prevista
entro il 1996. La procedura per la conclusione del contratto è quella tipica della
trattativa privata; la controparte del rapporto contrattuale è l’industria nazionale
della difesa, dal momento che le relative
componenti sono in massima parte prodotte ed assemblate in Italia e ciò assicura
una positiva ricaduta economica e occupazionale. Il soggetto incaricato della realizzazione del mezzo è la FIAT-IVECO.
Quanto al costo unitario (900 milioni
circa a condizioni economiche ’95, comprensivi di supporto tecnico-logistico e
della manualistica) è possibile fare qualche confronto con il costo di analoghe
unità di cui sono dotati altri eserciti
occidentali (USA, Germania, Francia, Inghilterra). Da tale confronto si evince –
tenendo conto che i costi unitari si riferiscono ad anni diversi ed a caratteristiche in parte diverse – che il costo del
mezzo italiano risulta competitivo rispetto
agli altri.
In conclusione, ritiene che esistano i
presupposti per un parere favorevole della
Commissione, ferma restando la possibilità di ulteriori verifiche e di approfondimenti.
Pietro GIANNATTASIO (gruppo forza
Italia) osserva come la Commissione si
trovi ad affrontare una situazione analoga
a quella verificatasi in occasione dell’esame del programma « Centauro ». Infatti il « Puma 6x6 » si trova già in una
fase prossima a quella della produzione: si
ha pertanto la sensazione che ci si trovi
davanti a decisioni già assunte, rispetto
alle quali i margini dı̀ intervento della
Commissione sono piuttosto limitati.
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Quanto alle caratteristiche tecniche ed
operative del veicolo blindato « Puma »,
non può astenersi dal manifestare talune
perplessità: in particolare, non convince il
sistema di protezione di cui è dotato il
veicolo contro proiettili perforanti di piccolo e medio calibro, schegge di granate
ed agenti NBC, che è limitato alla parte
anteriore del mezzo. Tale sistema non
garantirebbe un’idonea protezione dell’equipaggio da colpi di piccolo e medio
calibro che potrebbero raggiungere il
mezzo sul fianco. Sottolinea inoltre come
il veicolo non presenti caratteristiche anfibie, pur essendo destinato a sostituire il
mezzo M113, che attualmente assicura tali
prestazioni. Precisa, in proposito, che gli
omologhi veicoli blindati utilizzati dai
maggiori eserciti europei per operazioni di
esplorazione tattica assicurano invece una
buona tenuta e velocità anche nell’acqua:
cita, a titolo esemplificativo, il LUCHS
tedesco e il BTR russo, nonché gli analoghi mezzi in dotazione all’esercito francese e all’esercito inglese.
Sottolinea quindi che il raggio di curvatura del veicolo « Puma » è pari a 7,5
metri; ciò richiede una larghezza di strada
di 15 metri per l’inversione del senso di
marcia. Tale caratteristica non appare
consona alle esigenze operative delle squadre esploranti che potrebbero trovarsi
nella necessità di effettuare manovre che
richiedono grande rapidità di esecuzione
su strade non sufficientemente ampie.
Quanto agli aspetti finanziari, ritiene
considerevole il costo unitario del veicolo,
pari a circa 1 miliardo di lire, spesa
questa che potrebbe essere giustificata
soltanto per l’acquisto di un mezzo in
grado di offrire le necessarie garanzie di
sicurezza, manovrabilità e idoneità rispetto all’impiego operativo.
Osserva infine che il prototipo del
veicolo « Puma » è oggetto già da tempo di
sperimentazioni tecniche – che dovrebbero precedere la fase della omologazione
– di cui non si conoscono peraltro i
risultati. Ritiene pertanto che sia impossibile effettuare una esaustiva valutazione
dell’idoneità del veicolo rispetto all’impiego operativo cui esso è destinato.
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Domenico BENEDETTI VALENTINI
(gruppo alleanza nazionale) si chiede
quali siano i motivi per i quali la Commissione è chiamata ad esprimere il proprio avviso su veicoli già in fase di
produzione e rileva come sarebbe stato
più proficuo poter esprimere un parere
nella precedente fase di studio e ricerca
sul mezzo.
chiarimento da parte del Governo sulle
ragioni che giustificano la diversità di
prestazioni del veicolo « Puma » rispetto a
quelle garantite dagli omologhi mezzi utilizzati da altri eserciti europei. Auspica
pertanto che il Governo fornisca una
completa documentazione in proposito,
illustrando le ragioni che sono alla base
delle scelte tecniche effettuate.
Valdo SPINI, presidente, ricorda come
il programma pluriennale SME 106, relativo all’acquisizione dei 400 « Puma 6x6 »,
sia già stato presentato alla Commissione
nella precedente legislatura, in prossimità
delle elezioni politiche e come in quell’occasione non sia stato possibile esprimere il parere parlamentare. Su mandato
dell’Ufficio di Presidenza, ha inviato
un’apposita richiesta al Ministro della
difesa per invitarlo a differire l’emanazione del provvedimento, al fine di consentire alle Commissioni parlamentari di
pronunciarsi in proposito. Aderendo a tale
richiesta, il Ministro ha nuovamente trasmesso alle Camere il programma in
esame, sul quale la Commissione è ora
tenuta ad esprimere un parere entro il
prossimo 3 agosto. Sottolinea come si sia
attivato in tal senso per garantire l’effettivo esercizio di una prerogativa parlamentare e non per porre la Commissione
nella condizione di prendere esclusivamente atto del provvedimento.
Roberto ALBONI (gruppo alleanza nazionale) concorda con le osservazioni del
collega Romano Carratelli ed auspica che
la documentazione che il Governo fornirà
sul programma in esame sia idonea a
garantire un adeguato approfondimento
tecnico dei problemi emersi nel corso
della discussione. L’intervento del Governo non dovrebbe infatti limitarsi a
fornire semplici controdeduzioni alle argomentazioni esposte dal collega Giannattasio, ma dovrebbe illustrare, in modo
approfondito ed esaustivo, le motivazioni
tecniche che sono alla base della scelta di
sostituire il mezzo anfibio M113 con un
veicolo blindato che presenta caratteristiche e prestazioni del tutto diverse. A tali
fini, riterrebbe necessario anche un sopralluogo per verificare direttamente i
requisiti del mezzo e le sperimentazioni
cui è sottoposto.
Maurizio MIGLIAVACCA, relatore, precisa che sul veicolo « Puma » fu fatto a suo
tempo un programma di ricerca e sviluppo.
Sulla base di tale programma, sono
stati prodotti quattro prototipi, successivamente sottoposti a sperimentazioni tecniche, che hanno finora dato esiti positivi.
Domenico Paolo ROMANO CARRATELLI (gruppo popolari e democraticil’Ulivo) non ritiene che la Commissione
debba comunque esprimere il proprio
parere senza effettuare i necessari approfondimenti tecnici, anche alla luce dei
rilievi formulati dal collega Giannattasio.
In particolare, riterrebbe opportuno un
Valdo SPINI, presidente, fa presente
che si è già attivato per verificare la
possibilità di un sopralluogo, al fine di
valutare direttamente le caratteristiche del
veicolo.
Pietro MITOLO (gruppo alleanza nazionale) condivide tale iniziativa e si
chiede se i prototipi già costruiti siano
stati realizzati sulla base di specifiche
richieste ed indicazioni tecniche dello
Stato maggiore dell’esercito. In tal caso,
non comprende per quale motivo il veicolo non sia stato dotato di caratteristiche
anfibie. Auspica infine che la Commissione sia posta nelle condizioni di constatare direttamente le caratteristiche operative del veicolo e la sua funzionalità
rispetto alle esigenze dell’esercito.
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Giuseppe FRONZUTI (gruppo CCDCDU) sottolinea come la Commissione
debba valutare in via prioritaria le esigenze di ammodernamento delle nostre
forze armate, che devono essere poste
nelle condizioni di operare con pari efficacia rispetto agli eserciti dei Paesi nostri
alleati. Deve peraltro rilevare come dal
dibattito svolto emerga il sospetto che il
mezzo non sia del tutto idoneo a migliorare le prestazioni dei nostri reparti.
Pietro GIANNATTASIO (gruppo forza
Italia) ritiene opportuno chiarire quale sia
la procedura seguita per la realizzazione
e l’acquisizione dei mezzi dell’esercito. La
prima fase consiste nella determinazione,
da parte dello Stato maggiore dell’esercito,
dei requisiti e delle caratteristiche operative (mobilità, potenza, protezione, eccetera). Una volta stabiliti i requisiti, si
passa alla determinazione delle specifiche
tecniche del veicolo, riferite alle varie
componenti del medesimo. Sulla base di
tali specifiche viene realizzato il prototipo,
sottoposto a prove e sperimentazioni nei
poligoni di tiro, prima di passare alla fase
della produzione in serie.
Osserva pertanto che nell’attuale fase,
nella quale sono già state definite le
specifiche tecniche ed è stato realizzato il
prototipo, sia impossibile proporre modifiche ai requisiti e alle prestazioni tecniche del mezzo. Si domanda pertanto quali
siano i motivi che hanno indotto lo Stato
maggiore dell’esercito a ritenere non necessario dotare il veicolo di caratteristiche
anfibie, tenuto conto che tali requisiti
appaiono necessari per sostituire i mezzi
M113, già in dotazione, e per assicurare
funzionalità operativa ai reparti che dovranno essere eventualmente impiegati per
operazioni fuori del territorio nazionale.
Ribadisce infine le sue riserve sul sistema
di protezione predisposto per proiettili
calibro 7,62, limitato alla parte frontale
del mezzo, in quanto ritiene che tale
sistema renda particolarmente vulnerabili
i reparti che dovranno utilizzare il veicolo.
Conclude sottolineando come le scelte
tecniche concernenti i veicoli da acquisire
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per le esigenze delle nostre Forze armate
dovrebbero essere effettuate contemperando i diversi elementi che compongono
la formula tattica, assicurando un equilibrio tra le caratteristiche di velocità,
potenza e protezione del mezzo.
Valdo SPINI, presidente, condivide le
osservazioni del deputato Giannattasio,
che ha sottolineato come nella fase attuale, nella quale il mezzo è allo stato di
prototipo, sia piuttosto difficile intervenire
per modificarne le caratteristiche tecniche. Quanto alle possibilità di approfondire lo studio del programma in esame,
osserva come la Commissione abbia attualmente due possibilità: quella di pervenire comunque alla formulazione di un
parere, prendendo atto degli interrogativi
emersi nel corso del dibattito e della
necessità, per il futuro, di approfondire
l’esame delle procedure di acquisizione
dei sistemi d’arma già nella fase della
ricerca e dello studio.
La seconda possibilità è quella di
procedere ai necessari approfondimenti
tecnici, nel rispetto del termine del 3
agosto, entro il quale dovrà comunque
essere espresso il parere.
Domenico BENEDETTI VALENTINI
(gruppo alleanza nazionale), pur concordando con il collega Alboni sull’utilità di
effettuare un sopralluogo, ritiene che sia
comunque necessario che il Governo fornisca le proprie valutazioni in merito ai
rilievi tecnici ed ai quesiti posti dal collega
Giannattasio. In particolare, il Governo
dovrebbe spiegare le ragioni per cui: la
blindatura difensiva del veicolo « Puma » è
prevista solo sul lato anteriore e non sui
restanti tre lati; non è previsto l’impiego
anfibio del mezzo, che sostituirà il veicolo
M113, dotato di tali caratteristiche; il
raggio di curvatura per l’inversione della
marcia, pari a 15 metri, è tale da prefigurare difficoltà di carattere tecnico in
caso di necessità di ripiegamento rapido
su strade non idonee.
Il sottosegretario Giovanni RIVERA dichiara che il Governo non ha nulla da
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obiettare riguardo alla possibilità di una
verifica diretta, da parte della Commissione, delle caratteristiche del mezzo
« Puma ». Condivide peraltro le considerazioni del deputato Giannattasio riguardo
all’impossibilità di intervenire in questa
fase per modificare i requisiti di base del
veicolo.
Giuseppe FRONZUTI (gruppo CCDCDU) sottolinea come sia necessario effettuare una scelta oculata riguardo al
tipo di mezzo blindato da acquisire, tenuto conto che il programma « Puma » ha
una durata di 7 anni: si rischia infatti di
assumere decisioni sull’impiego futuro di
un mezzo che, già da oggi, potrebbe
apparire obsoleto o non idoneo.
Domenico Paolo ROMANO CARRATELLI (gruppo popolari e democraticil’Ulivo) sottolinea come le nostre Forze
armate operino ormai in un sistema su
base internazionale ed europea, come
prefigurato anche dal Nuovo modello di
difesa. È necessario pertanto che i mezzi
in dotazione alle nostre Forze armate
possiedano caratteristiche e prestazioni
equiparate a quelle dei veicoli di cui sono
dotati gli eserciti alleati. Ritiene quindi
che il Governo debba esprimersi anche
riguardo a questo specifico aspetto, fornendo delucidazioni in proposito.
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Pietro GIANNATTASIO (gruppo forza
Italia) ribadisce come dal dibattito svolto
emerga la considerazione che sia opportuno effettuare i necessari approfondimenti tecnici ogniqualvolta la Commissione sia chiamata ad esprimersi su programmi di ricerca e studi relativi ai
sistemi d’arma e ai mezzi in dotazione
alle Forze armate, al fine di formulare
precise indicazioni sulle specifiche tecniche e sulle caratteristiche di tali strumenti. Ritiene invece superfluo procedere
a tali approfondimenti allorquando, come
nel caso del programma di acquisizione
del veicolo « Puma », l’esame della Commissione interviene in una fase in cui il
mezzo è già in produzione.
Valdo SPINI, presidente, tenuto conto
di quanto emerso dalla discussione, propone di rinviare il seguito dell’esame del
programma pluriennale SME 106, relativo
all’acquisizione dei veicoli « PUMA 6x6 »,
alla già prevista seduta di giovedı̀ 25
luglio, in attesa che il Governo fornisca
elementi di documentazione in risposta ai
rilievi ed ai quesiti formulati nel corso del
dibattito.
La Commissione concorda.
La seduta termina alle 12,10.