il nuovo accordo di cotonou per la cooperazione fra l`unione

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il nuovo accordo di cotonou per la cooperazione fra l`unione
MondoNews
CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA ARTIGIANATO E AGRICOLTURA
DI TORINO
a cura del Servizio Estero della Camera di commercio di Torino
IL NUOVO ACCORDO DI COTONOU
PER LA COOPERAZIONE
FRA L’UNIONE EUROPEA E I PAESI
IN VIA DI SVILUPPO
SOMMARIO
• Il nuovo accordo
Cotonou
di
• Scheda Legge: D.M. 23
marzo 2000 n. 136
• Focus: Subfor Service 2000
• Notizie e iniziative
Il 23 giugno scorso è stato firmato
a Cotonou (Benin) il nuovo accordo di partnership tra UE e 77
Paesi “ACP” (Africa, Caraibi e
Pacifico), che rappresenta un importante aspetto della politica di
cooperazione europea: cambiamenti salienti a livello internazionale, evoluzioni socio-politiche, incremento di gravi problemi sociali,
dell’instabilità politica e di crisi
economiche nei PVS, hanno sottolineato l’urgenza della ridefinizione di un rinnovato quadro per
la cooperazione allo sviluppo e la
scadenza della Convenzione di
Lomé ha fornito l’occasione per
l’approfondimento di tali istanze.
DAI TRATTATI DI ROMA
A COTONOU, LA STRADA
DEL QUADRO EUROPEO
PER LO SVILUPPO
Già nei Trattati di Roma del 1957
si delineavano i primi strumenti di
cooperazione con le regioni meno
avvantaggiate, come ad esempio
la creazione del Fondo Europeo di
Sviluppo (FES), volto a garantire
assistenza tecnica e sostegno a
quei Paesi che ancora in quegli
anni erano soggetti a regimi coloniali europei. Successivamente,
furono definiti una serie di accordi
di cooperazione, a partire dalla Ia
Convenzione di Yaoundé del
1963, per proseguire con le varie
Convenzioni di Lomé (dalla
“Lomé I” del 1975 all’ultima revisione della “Lomé IV” del 1994), il
cui obiettivo è stata la definizione
di un quadro giuridico-politico ed
operativo per la regolamentazione
delle relazioni tra l’Europa ed i
PVS.
Il rapporto tra i partner delle due
aree è il frutto dell’accordo più importante nella storia delle relazioni
Nord-Sud, fondandosi sulla garanzia del principio commerciale di
non reciprocità preferenziale accordato ai prodotti provenienti dai
Paesi ACP. Pacchetti di aiuto addizionali, sono stati individuati per
ciascun Paese e per ciascuna regione; inoltre, particolari sistemi
per la stabilizzazione dei prezzi
delle materie prime nei Paesi beneficiari, sono stati istituiti a garanzia di un equilibrato sviluppo
del mercato interno.
UN NUOVO ACCORDO PER
IL NUOVO MILLENNIO
Lo scadere della Convezione di
Lomé nel febbraio 2000 ha rappresentato l’occasione per procedere ad una profonda revisione
dei dettami di tale accordo. Il principio delle preferenze generalizzate non poteva essere infatti più
considerato sufficiente per il reale
1
decollo delle economie beneficiarie; inoltre è stata richiamata l’attenzione su temi quali l’accesso
alle risorse naturali per il sostentamento, il miglioramento delle condizioni di salute e di educazione,
l’incremento delle possibili risorse
produttive, la ridefinizione dell’efficacia dell’impatto degli aiuti allo
sviluppo, il coinvolgimento attivo
di differenti attori (quali il settore
privato, la società civile e gli operatori socio-economici) nella realizzazione dei programmi di aiuto.
Prestiti finanziari, formazione e investimenti produttivi sono stati i
punti chiave dei negoziati che
hanno dato vita all’Accordo di
Cotonou.
Di durata ventennale, con possibilità di essere rinegoziato ogni
cinque anni, l’accordo ha carattere estremamente operativo e
flessibile. In esso viene definita
una prospettiva che, integrando
istanze politiche, commerciali e di
sviluppo, si basa su cinque pilastri:
1. La definizione di una dimensione politica comprensiva delle
diverse questioni salienti nei
rapporti Nord-Sud;
2. L’identificazione di un metodo
di lavoro ad ampia partecipazione;
3. Il rafforzamento dell’attenzione
sulla riduzione della povertà;
4. La stesura di un nuovo quadro
per la cooperazione economica
e commerciale.
Gli obiettivi principali delle
azioni concertate tra le parti
sono: la promozione dell’integrazione graduale dei Paesi
ACP nell’economia globale; il
rafforzamento delle loro capacità produttive e commerciali; la
creazione di nuove dinamiche
commerciali e la promozione
degli investimenti; la garanzia
del pieno rispetto delle disposizioni del WTO.
Anno 3 - N. 7 – Luglio/Agosto 2000
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Gli strumenti identificati allo
scopo possono essere sintetizzati come segue: l’introduzione
di nuovi round commerciali
dopo un periodo preparatorio,
la parallela liberalizzazione di
tutte le importazioni provenienti
dai Paesi meno sviluppati, il
mantenimento di alcuni protocolli tariffari (zucchero e carni
bovine) e la rinegoziazione degli altri.
5. La sostanziale riforma della
cooperazione finanziaria
I principi guida di questo fondamentale capitolo si fondano sull’adozione di misure flessibili ed
efficaci, che implicano la riorganizzazione dei principali strumenti di sostegno allo sviluppo:
a- la razionalizzazione e la ridefinizione delle strutture di assistenza del FES, le cui risorse verranno organizzate
in due canali principali,
1. uno strumento per la concessione di contributi
(“Grant facility”) per lo
sviluppo di lungo periodo,
che prevederà la destinazione di un ammontare
forfetario per ogni regione,
da cui discenderanno diversi programmi operativi
implementati nel tempo;
2. uno strumento per la concessione di capitali di rischio e prestiti al settore
privato,
(“Investment
Facility”), gestiti da intermediari finanziari, per il
sostegno dell’imprenditoria privata nei Paesi ACP e
sarà in particolare erogata
sotto forma di prestiti e
partecipazioni azionarie,
al fine di catalizzare investimenti e attirare nuove risorse finanziarie.
b- la programmazione di nuove
riforme e criteri per la distribuzione delle risorse: le risorse della Grant facility saranno allocate sulla base di
una valutazione delle esigenze proprie ad ogni
Paese, fondata su diversi negoziati tra la parti (progressi
nelle riforme, utilizzo delle risorse assegnate, riduzione
della povertà, performance
economiche, ecc.).
L’allocazione finanziaria destinata ad ogni beneficiario
sarà contenuta in un programma di sostegno individuale, integrato da un piano
operativo e da uno strumento di valutazione e controllo (annuale e globale).
Le procedure tecniche di
realizzazione di tali programmi sono state semplificate: il ciclo dei progetti è
stato snellito, le procedure di
appalto riviste e le unità di
gestione sono state nuovamente individuate e responsabilizzate di nuovi compiti
derivanti da operazioni di decentramento amministrativo.
Il testo del nuovo accordo e altre
informazioni in proposito sono disponibili sul sito dell’Unione
Europea, all’indirizzo http://europa.eu.int/comm/development/co
tonou/index_fr.htm
SCHEDA LEGGE
D.M. 23 marzo 2000 n. 136 in attuazione
al Dlgs. 143/98
Nello scorso numero di
Mondonews è stata data notizia
della recente emanazione del
decreto che rende operativo un
nuovo strumento finanziario nazionale a favore delle imprese
italiane che hanno rapporti con
l’estero. Ritorniamo sull’argomento con un approfondimento
tecnico, data l’importanza della
novità e delle conseguenti opportunità che si aprono per il sistema imprenditoriale del nostro paese.
Il sostegno finanziario messo a disposizione riguarda tre diverse tipologie di azioni:
■ Studi di prefattibilità e fattibilità
collegati a commesse in cui il
corrispettivo è costituito in tutto
o in parte dal diritto di gestire
l’opera;
■ Studi di fattibilità collegati ad
esportazioni o ad investimenti
italiani all’estero;
■ Programmi di assistenza tecnica.
Come si può constatare, l’attenzione è tutta rivolta ad una serie di
attività che possono essere considerate collaterali rispetto al business principale dell’azienda che
va ad operare sul mercato straniero. In taluni casi, l’imprenditore
si può trovare costretto ad effettuare alcune o tutte le azioni su ci2
tate, in base a dei vincoli contrattuali con il partner straniero, soprattutto nell’ambito di forniture o
prestazioni particolarmente complesse. Ciò detto, è anche vero
che nella maggior parte dei casi le
aziende italiane portano avanti i
propri affari con l’estero senza alcuna attività preparatoria o di assistenza tecnica, per motivi diversi
quali ad esempio la necessità di
concludere la trattativa o l’investimento nel più breve tempo possibile, la mancanza di risorse finanziarie o umane, la convinzione
che il proprio intuito imprenditoriale sia sufficiente. Non potendo
smentire la validità di queste con-
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siderazioni, appare però opportuno introdurre una valutazione
aggiuntiva: una buona preparazione prima di “muoversi” all’estero, insieme alla capacità di poter garantire un’assistenza tecnica
adeguata conferiscono valore aggiunto al prodotto o all’investimento e costituiscono una delle
chiavi per una maggiore competitività. Facciamo alcuni esempi
chiarificatori. L’imprenditore che è
in procinto di negoziare con un
partner straniero la vendita di una
linea di produzione può avere la
necessità di valutare appieno la
migliore forma contrattuale da
adottare, in base alla legislazione
locale, l’affidabilità della controparte, le condizioni finanziarie,
tutto questo attraverso l’ausilio di
un esperto di contrattualistica internazionale; allo stesso tempo
può anche incontrare l’esigenza di
fare uno studio sul complesso produttivo dove si andrà ad inserire la
propria fornitura per comprendere
al meglio le variabili tecniche alle
quali attenersi, inviando quindi all’uopo dei propri esperti in loco.
Infine, maggiore peso alla negoziazione potrà essere dato dalla
disponibilità a formare del personale straniero presso la propria
sede in Italia o ad inviare propri
esperti per portare la produzione a
regime – in una parola l’assistenza tecnica.
Altro esempio, il caso di un progetto di apertura di una filiale locale all’estero, per la cui realizzazione può essere opportuno raccogliere un insieme di informazioni sul mercato locale, i costi per
la struttura, i vincoli e regolamentazioni governative, tutto questo
attraverso la consultazione di
esperti o direttamente tramite
viaggi nel paese d’interesse; questi dati potrebbero costituire un’ottima base per la costruzione di un
business plan, particolarmente
utile nel caso di richiesta di finanziamenti.
Nella logica, quindi, di aumentare
la competitività del sistema economico italiano sul mercato internazionale, ad esclusione dei paesi
dell’Unione Europea, è stato introdotto questo nuovo strumento che
si aggiunge a tutta una serie di
agevolazioni già esistenti volte ad
accompagnare l’azienda in tutte le
sue fasi essenziali di sviluppo del
suo processo di internazionalizzazione.
CHE TIPO DI FINANZIAMENTO
Escludendo a priori la possibilità
di un contributo a fondo perduto,
l’azienda richiedente potrà ottenere un finanziamento ad un
tasso d’interesse agevolato rispetto ai normali tassi di mercato
e l’agevolazione consiste nell’abbattimento del 75% rispetto al
tasso di riferimento applicabile
alle operazioni di credito all’esportazione effettuate con raccolta all’interno a tassi variabili.
Questo valore viene fissato all’inizio di ogni mese ed attualmente,
corrisponde all’1,4125%. Il tasso
che verrà applicato al finanziamento sarà quello vigente alla
data di stipula del contratto e rimarrà fisso per tutta la durata del
prestito. Il finanziamento dovrà
essere restituito nell’arco di 3
anni per gli studi di prefattibilità e
fattibilità e entro 4 anni per i programmi di assistenza tecnica, tenendo presente che viene concesso rispettivamente un periodo
di 6 mesi e di 12 mesi di preammortamento, durante il quale devono essere corrisposti solo gli
interessi sul capitale prestato.
Particolarmente interessante è la
modalità di erogazione che per gli
studi di prefattibilità e fattibilità
che è effettuata in un’unica soluzione entro il mese successivo
alla stipula del contratto, mentre
leggermente diverso è il trattamento per l’assistenza tecnica
che prevede l’erogazione immediata del 70% del finanziamento e
3
il resto a presentazione del consuntivo di spesa.
AMMONTARE
DEL FINANZIAMENTO
Differenti percentuali e importi
massimi vengono fissati a seconda della tipologia di azione e
quindi sarà possibile coprire il
100% dei costi nel caso di assistenza tecnica (fino a 1 mld. di
lire) e di studi di fattibilità per investimenti e esportazioni (fino a 700
mil. di lire), mentre solo il 50% per
studi di preparazione a commesse
(fino a 700 mil. di lire). Più in generale è fissato un tetto massimo
di finanziamento per ciascuna impresa, che non può eccedere i 5
mld. di lire. Nell’ambito dello
stesso investimento o commessa,
invece, non potranno essere concessi prestiti superiori ai 2 mld., al
di sopra dei quali l’importo verrà ridotto proporzionalmente.
CHE COSA VIENE
FINANZIATO
Il Decreto non riporta una classificazione rigida delle spese ammissibili, ciononostante a titolo indicativo vengono riportate le più
esemplificative che per gli studi di
prefattibilità e fattibilità sono: salari, compensi per consulenti ed
esperti, viaggi, studi e ricerche,
test. Mentre per l’assistenza tecnica si fa riferimento in particolare
all’installazione e messa in opera
di macchinari e impianti, formazione del personale locale, viaggi.
Particolarmente vincolante risulta
il periodo concesso per l’utilizzo
del finanziamento che non deve
essere superiore ai 6 mesi per gli
studi di prefattibilità e fattibilità e
ad 1 anno per l’assistenza tecnica. Questa tempistica ridotta,
seppur in sintonia con la natura
dell’intervento da svolgere, comporta che l’imprenditore abbia la
capacità organizzativa di avviare
tempestivamente il proprio programma non appena giunga l’approvazione del finanziamento.
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PROJECT FINANCE
Il decreto fa riferimento alle
commesse il cui corrispettivo
consiste in tutto o in parte nel diritto di gestire l’opera. Questa risulta essere una forma innovativa di project finance che si è
sviluppata con particolare forza
negli ultimi due decenni soprattutto nei rapporti con paesi in via
di sviluppo, nei quali prevale la
necessità di reperire forme di finanziamento alternative per la
realizzazione di importanti lavori
o forniture, come ad esempio la
costruzione di centrali elettriche,
dighe etc. In quest’ottica si sono
affermate forme contrattuali innovative quali il B.O.T. (Build
Operate and Transfer) o il
B.O.O.T. (Build Operate Own
and Transfer), che prevedono il
coinvolgimento diretto del fornitore il cui pagamento può essere assicurato dai proventi
della gestione dell’opera da
esso realizzata. Ad esempio, la
vendita di energia elettrica nel
caso di una centrale elettrica.
GARANZIE
Un importante novità è stata introdotta in materia di garanzie, con
un grosso sforzo per venire incontro alle esigenze delle PMI. La
Simest richiede per quest’ultima
categoria di imprese una garanzia
che copra solo il 50% del finanziamento erogato, accettando fideiussioni bancarie, assicurative,
garanzie di Consorzi di Garanzia
Collettivi (Confidi) convenzionati
con Simest o pegni su titoli. La garanzia deve estendersi al 100%
del costo per le grandi imprese.
Vale la pena di ricordare che la
definizione di PMI e GI è fissata in
base a dei parametri comunitari
validi su tutto il territorio
dell’Unione Europea.
ITER DELLA DOMANDA
Come segnalato all’inizio, la domanda di finanziamento viene
presa in carico dalla Simest che
ne cura sia l’istruttoria che la valutazione finale. All’atto della presentazione viene assegnato un
numero di posizionamento cronologico della domanda e da questo
momento in poi la Simest si impegna entro 90 giorni a presentarla
al Comitato per la deliberazione. I
parametri che vengono considerati per l’esame del progetto sono
essenzialmente la validità tecnica,
finanziaria e patrimoniale. Si cercherà quindi di appurare se l’azienda vuole realizzare un programma in linea con le sue potenzialità di sviluppo, la sua posizione
sui mercati stranieri, le sue effettive capacità di realizzazione finanziare ed umane. Importante
sarà anche la valutazione della
reale necessità di portare avanti
un’azione preparatoria, quale appunto uno studio. Una priorità in
termine di ordine cronologico di
esame delle domande viene concessa alle PMI.
Dal momento della comunicazione di approvazione del progetto l’azienda ha a disposizione 2
mesi per presentare a Simest tutta
la documentazione richiesta per la
stipula del contratto che deve avvenire non oltre il 3° mese.
Mantenendo invariato l’importo totale approvato, viene concessa la
facoltà di variare per una percentuale massima del 15% le singole
voci, che si andranno a compensare con le altre.
COME PRESENTARE
LA DOMANDA
Così come per la L. 394/81, la domanda deve essere redatta su un
apposito modulo predisposto da
Simest e scaricabile in formato
elettronico dal sito www.simest.it/ .
Non è prevista la presentazione di
4
un vero e proprio business plan,
ma il progetto deve essere chiaramente illustrato attraverso una relazione sulle modalità, motivazioni
e strumenti di realizzazione dell’idea progettuale; parallelamente
deve essere fornito un profilo
aziendale con particolare riguardo
alle esperienze maturate sui mercati internazionali. Particolare attenzione deve essere prestata all’indicazione delle spese per le
quali si richiede il finanziamento,
che devono essere il più vicine
possibile ad una stima reale; è
quindi consigliabile basarsi, ove
possibile, su dei preventivi. Il principale documento da presentare
in allegato alla domanda è costituito dagli ultimi tre bilanci della
società. A questo riguardo è opportuno evidenziare che l’accesso
a questi strumenti agevolativi per
l’estero esclude di fatto le neo-imprese, che non sono in grado di
testimoniare, attraverso dei bilanci, la loro storia finanziaria e
patrimoniale.
UNO SPORTELLO
DI INFORMAZIONE E PRIMA
ASSISTENZA PER LE IMPRESE
La Camera di commercio di
Torino è da alcuni anni particolarmente sensibile alle tematiche sui finanziamenti nazionali e
internazionali per l’estero e
svolge un’intensa attività di
informazione e assistenza sul
territorio piemontese rivolta alle
imprese. Tutto questo anche
grazie ad un accordo di collaborazione stipulato con la Simest
che permette l’attivazione di un
“filo diretto” con quest’ente al
fine di favorire un sollecito e efficace dialogo con le imprese.
Per avere maggiori informazioni
contattare la Camera di
commercio
di
Torino
al
tel. 011.5716.360 –
e-mail: [email protected].
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FOCUS
SUBFOR SERVICE 2000
Il nuovo CD ROM sulla subfornitura
industriale piemontese
COS’È SUBFOR SERVICE
Subfor Service è una banca dati
contenente informazioni dettagliate sulle imprese di subfornitura
industriale piemontese, operanti
nei settori del metallo, plastica e
gomma, elettronica ed elettrotecnica. Grazie alla ricchezza delle
informazioni raccolte, la banca
dati è utilizzata per rispondere alle
specifiche richieste dei committenti nazionali ed esteri che, nell’ambito del crescente processo di
esternalizzazione, ricercano imprese subfornitrici nell’area piemontese. Inoltre è punto di riferimento per altri Enti, Istituzioni,
Associazioni di categoria che operano nel settore. Subfor Service
contiene:
• dati anagrafici dell’azienda (denominazione, indirizzo, telefono,
fax, e-mail, referente, classe di
addetti e fatturato, percentuali di
esportazione e di produzione di
subfornitura);
• descrizione dell’attività svolta;
• dettagli su produzioni e lavorazioni, materiali utilizzati e tecnologie dei macchinari;
• informazioni sulla certificazione
di qualità;
• dettagli sui paesi verso cui è indirizzata l’esportazione.
L’iscrizione dei subfornitori alla
banca dati, volontaria e gratuita, è
possibile tramite la compilazione
di un questionario, e gratuiti sono
tutti i servizi ad essa connessi richiesti dai committenti, quali l’estrazione e la stampa di elenchi
mirati (anche su etichetta), la
stampa di schede specifiche delle
imprese, ecc.
Da oggi le informazioni della
banca dati Subfor Service sono disponibili sul CD Rom SUBFOR
SERVICE 2000; quest’ultimo
verrà distribuito gratuitamente in
occasione di fiere e manifestazioni del settore a livello nazionale
ed internazionale e su richiesta
degli interessati. SUBFOR SERVICE 2000 rappresenta un moderno strumento di autoconsultazione che consente di ottenere
elenchi di imprese subfornitrici “incrociando” una serie di variabili
quali le lavorazioni, i prodotti, le
esportazioni, la certificazione della
qualità, le dimensioni aziendali,
ecc. Le informazioni presenti sono
disponibili in quattro lingue, oltre
l’italiano: inglese, francese, tedesco e spagnolo.
STORIA DELLA BANCA DATI
Subfor Service nacque nel 1988
da un’esigenza specifica della
struttura della Camera di commercio di Torino operante nella
subfornitura, che rilevò la necessità di raccogliere dati aggiornati e
dettagliati sulle imprese appartenenti ad un settore così importante per l’economia regionale.
5
Venne così creata la prima banca
dati della subfornitura in Italia. Nel
corso degli anni Subfor Service si
è sviluppata fino ad acquisire una
propria specifica identità, riconosciuta dagli utilizzatori grazie anche ad un logo ormai consolidato
a livello internazionale, ai repertori
cartacei realizzati in tre lingue (italiano, inglese, francese), ai floppy
disk che hanno consentito innumerevoli possibilità di interrogazione.
A COSA SERVE
SUBFOR SERVICE
Dal 1988 ad oggi Subfor Service è
promossa nell’ambito delle più importanti fiere nazionali e internazionali di subfornitura, delle mostre autonome e dei workshop organizzati dall’ICE. In tali occasioni
i responsabili acquisti di tutta
Europa acquisiscono informazioni
dalla banca dati e la utilizzano per
l’individuazione di potenziali fornitori piemontesi. Questo dà luogo a
sistematiche richieste di sondaggi
approfonditi del sistema di subfornitura della Regione con richieste
di ulteriori segnalazioni di imprese
alle quali trasmettere le richieste
d’offerta. Si stima che ogni anno
circa 400 società committenti straniere conoscano e consultino
Subfor Service e richiedano azioni
speciali di individuazione dei
subfornitori. In particolare, si ricor-
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dano azioni specifiche di individuazione di subfornitori piemontesi condotte con il Centro Estero
Camere Commercio Piemontesi
per: General Motors (1993), Volvo
Motori Svezia (1994), Daewoo
(1996), Volkswagen (1996) per la
creazione di un Liaison Office
presso la struttura camerale torinese con funzione di individuazione di nuovi fornitori di componenti auto in Piemonte. L’azione è
partita e si è sviluppata grazie alla
scoperta della banca dati Subfor
Service da parte dei Responsabili
Acquisti della casa tedesca i quali
hanno avuto la possibilità di conoscere a fondo le caratteristiche dei
subfornitori piemontesi; l’operazione Volkswagen si è tradotta in
un aumento sensibile del fatturato
d’acquisto: da 400 milioni di DM
nel ‘95, data d’inizio dell’azione, a
2,3 miliardi di DM nel ‘99.
Accanto all’utilizzo della Banca
Dati quale strumento di promozione internazionale delle aziende
subfornitrici piemontesi, Subfor
Service viene regolarmente consultata da operatori nazionali e da
Istituzioni pubbliche e private.
PER SAPERNE DI PIÙ
Per iscriversi nella banca dati, ottenere degli elenchi o richiedere il
nuovo CD Rom è possibile rivolgersi a: Subfor Service, Ufficio
Rapporti con l’Estero Camera di
commercio di Torino, email
[email protected], tel
0115716316 fax 0115716315.
Notizie e iniziative
❑ I tassi di interesse relativi agli strumenti agevolativi per l’estero
(01-31/08/00)
Legge 394/81
2,20
Legge 304/90
Legge 100/90
3,25
Dlgs. 143/98 art.22 comma 5
❑ Albo delle Cciaa Italo/Estere o Estere in Italia
Con la Circolare Unioncamere n. 2380 del 31/07/2000 sono state introdotte delle modifiche al regolamento dell’albo delle Camere di commercio italo/estere e Camere di commercio estere in Italia, che toccano i seguenti aspetti:
1. Pubblicità delle informazioni: si introduce la possibilità di diffondere le
informazioni seguenti , contenute nell’Albo tenuto dall’UnionCamere a
chiunque ne faccia richiesta: denominazione ; data costituzione; sede
legale ed operativa e relativi mezzi di comunicazione; data iscrizione
all’Albo; data estinzione della Camera o di revoca dell’iscrizione
all’Albo; nomina e funzioni degli amministratori; servizi imprese;
2. Denominazione CCIAA: si chiarisce che la condizione per usare la denominazione “ Camera di Commercio” è l’iscrizione all’Albo e si introduce l’obbligo dell’abbandono della stessa in caso di revoca dell’iscrizione;
3. Iscrizione all’Albo: il nuovo requisito per la valutazione positiva all’iscrizione all’Albo, da parte del Ministero del Commercio Estero, è l’esercizio dell’attività da parte del soggetto richiedente per un tempo minimo di 2 anni, maturati all’atto della domanda di iscrizione all’Albo.
❑ Principali novità in materia di esportazione temporanea di merce regolata dalla Convenzione internazionale sui Carnet A.T.A.
1. Adesione della Lituania al sistema A.T.A. a partire da 21/08/2000
2. Sospensione dal sistema ATA per la Repubblica Federale Jugoslava
(Serbia e Montenegro)
3. Elenco fiere in India: l’elenco aggiornato delle fiere che si svolgeranno
in India fino a Febbraio 2002, per le quali si possono rilasciare i carnets A.T.A., è disponibile presso la Camera di commercio
4. Nuove istruzioni sui carnet A.T.A. dal Ministero delle Finanze riguardanti il corretto utilizzo dei fogli gialli: per uniformare il comportamento
delle Dogane Italiane a quello degli altri Paesi Europei nell’uso di fogli
di esportazione e di reimportazione, si reintroduce il principio delle singole operazioni di esportazione e di reimportazione per ogni uscita e
rientro delle merci da e per il territorio europeo.
Per maggiori informazioni: Ufficio Documenti per l’Estero,
Tel 0115716375
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TACCUINO
❑ MEDPARTENARIAT EGITTO 2000 - Il Cairo, 3 – 4 Ottobre 2000
La manifestazione di partenariato MEDPARTENARIAT EGITTO 2000 rientra nei progetti di cooperazione finanziati
dal programma comunitario MEDA con l’obiettivo di sviluppare la cooperazione intra-regionale e stimolare gli investimenti esteri da parte di investitori europei e mediterranei attraverso due giorni di incontri imprenditoriali.
L’organizzazione dell’evento è stata affidata alla Federazione delle Industrie Egiziane in collaborazione con Magicx
(ente associato alla Camera di commercio arabo-tedesca) e si prevede la partecipazione di 350 imprese egiziane
dei seguenti settori:
Industria dell’Automazione / Costruzioni / Chimica e Materie Plastiche / Industria elettromeccanica / Industria
Elettronica / Tecnologie Ambientali / Industria Agroalimentare e Conserviera /Arredamento, Carta e Legno / Articoli
ed Elettrodomestici per la Casa / Apparecchiature Mediche, Farmaceutiche e Cosmesi / Industria Metallurgica /
Servizi / Tessile, Pelletteria e Abbigliamento
Nell’arco delle giornate del 3 e 4 Ottobre le imprese italiane avranno la possibilità di incontrare presso il Cairo
International Conference Centre le imprese egiziane i cui profili di cooperazione sono contenuti in un catalogo, disponibile anche sul seguente sito Internet: http: //www.medpartenariat.com.eg
Le imprese piemontesi interessate ad avere copia del catalogo delle imprese egiziane ed ulteriori ragguagli sulle modalità di partecipazione a “MEDPARTENARIAT EGITTO 2000” possono rivolgersi a: Camera di Commercio di
Torino - Euro Info Centre tel. 011 5716342/343 fax 011 5716346 email: [email protected]
❑ INGAGE SUD AFRICA 2000 - Johannesburg, 23 – 27 ottobre
La Camera di commercio di Torino, l’API, l’Unione Industriale di Torino e L’ANFIA propongono la partecipazione a
Progetto Interprise promosso dall’Unione Europea e finalizzato all’incontro fra aziende europee e sud africane del
settore componentistica auto per cooperazione commerciale, tecnica, produttiva e finanziaria.
INGAGE S.A. 2000 verrà organizzato in collaborazione con l’ente Sud Africano NTSIKA Enterprise Promotion
Agency e si svolgerà in concomitanza con AUTO AFRICA, la principale fiera dedicata al settore automotive.
La partecipazione al programma di incontri prefissati è gratuita. Le aziende dovranno sostenere unicamente le loro
spese di viaggio e soggiorno. Verrà fornito il necessario supporto per le prenotazioni alberghiere.
Informazioni sul mercato, i profili delle imprese sudafricane ed i moduli di adesione sono disponibili presso la
Segreteria Organizzativa:
CENTRO ESTERO CAMERE COMMERCIO PIEMONTESI
Diana Giorgini – Ferruccio Blanc
Tel. 011 6700.698/689
Fax 011 011 6965456
E-mail: [email protected]
Scadenza improrogabile adesioni: 22 settembre 2000
Ulteriori dettagli sul progetto INGAGE S.A. 2000 sono disponibili sul sito: www.ingagesa2000.org.za/about.htm
❑ DELEGAZIONE IMPRENDITORIALE CINESE DALLA PROVINCIA DEL SICHUAN - Torino, 11-12 settembre
L’11 ed il 12 settembre p.v. giungerà a Torino una delegazione di operatori economici, interessati a discutere progetti
di collaborazione con le aziende piemontesi, provenienti dalla provincia del Sichuan, gemellata da 10 anni con la
Regione Piemonte e sede di un’Antenna Piemonte.
I settori rappresentati saranno: costruzioni, componentistica auto, ’elettronica, agroalimentare, chimica e confezioni
in seta. Gli incontri bilaterali si svolgeranno presso il Centro Estero Camere Commercio Piemontesi –Via Ventimiglia
165, 10127 Torino- con servizio di interpretariato italiano/cinese gratuito.
Le aziende interessate a ricevere ulteriori informazioni e dettagli sui progetti sono pregate di contattare presso il
Centro Estero:
Gabriella Diverio-Stefania Andresciani
Tel. 011-6700661-636
Fax 011-6965456
E-mail: [email protected]
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Anno 3 - N. 7 – Luglio/Agosto 2000
Mondonews - Mensile di informazione della Camera di commercio di Torino
Mondonews, il mensile di informazione della Camera di commercio di Torino, è consultabile sul nostro sito
alla pagina internet www.to.camcom.it/sportello-mondializzione/notiziari.html
La Camera di commercio di Torino potrà segnalare di volta in volta l’uscita mensile di Mondonews attraverso
un messaggio di posta elettronica previo inserimento dei dati aziendali di riferimento nella scheda reperibile
all’indirizzo www.to.camcom.it/sportello-mondializzazione/mondonews.html
Per qualsiasi informazione rivolgersi ai numeri tel. 011/5716.360, fax 011/5716.363, o
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