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Arte e Cultura
Le opere filantropiche della
Duchessa di Galliera in Francia
di Sonia Olcese
Il 22 dicembre 1888 un treno speciale
della Compagnia Paris-Lyon-Méditerranée
giunge a Genova Voltri; è partito tre giorni
prima da Parigi per accompagnare nell’ultimo
viaggio verso la città natale Maria Brignole
Sale de Ferrari, Duchessa di Galliera, spirata
nella sua residenza di Palazzo Matignon
il 9 dello stesso mese.
In novembre, nonostante una salute cagionevole, l’anziana nobildonna aveva voluto assistere all’inaugurazione dell’orfanotrofio di Saint Philippe a Meudon, una delle straordinarie fondazioni caritative da lei realizzate in Francia,
suo paese d’elezione. Già durante l’Ancien Régime i Brignole Sale, esponenti di spicco dell’aristocrazia genovese, stabiliscono saldi legami con la Francia: da Gio Francesco II che vive con fasto alla corte di Versailles e si fa
immortalare da Hyacinthe Rigaud, celebre ritrattista del
Re Sole, fino al padre di Maria, Antonio, che inizia una
brillante ascesa al servizio di Napoleone e la conclude come ambasciatore del re di Sardegna a Parigi.
Maria Brignole Sale nasce in un ambiente cosmopolita e nutre fin da giovanissima una passione per Parigi; dopo le nozze con Raffaele De Ferrari riesce a trasformare i frequenti
soggiorni nella capitale francese in residenza stabile, vincendo non senza difficoltà l’aperta ostilità del consorte a stabilirsi in una città che pure fin dalla prima giovinezza pratica
abitualmente per affari.
Sopra Orphelinat St. Philippe. Dettaglio di un camino in pietra con lo
stemma Brignole Sale De Ferrai Galliera, sormontato dalla corona ducale.
A fronte, in alto
Orphelinat St. Philippe. Dettaglio del portale di ingresso all’edificio
principale. La raffigurazione della Duchessa con due fanciulli sembra
evocare il ritratto coi figli Andrea e Filippo, eseguito da Léon Coignet.
In basso Hospice Ferrari. Il giardino interno.
Nella seconda metà dell’Ottocento i coniugi, Duchi di Galliera, sono tra le famiglie più in vista di Parigi. Maria ha
saputo riannodare ed ampliare le relazioni dei Brignole con
l’alta società parigina; un profondo affetto la lega alla famiglia regnante d’Orléans. Il suo salotto è uno dei più brillanti della capitale. Raffaele trova in Parigi, cuore dell’alta finanza mondiale, terreno fertile per il suo acuto senso degli affari e moltiplica così il già ingente patrimonio
lasciatogli dal padre. Alla sua morte esso ammonta ad oltre 140 milioni di lire. Quando dodici anni più tardi muore la Duchessa, ne restano circa 20. Tutto il resto è stato impiegato per la realizzazione di opere filantropiche a
Genova e a Parigi.
Gli storici si interrogano da sempre, senza aver trovato una
risposta definitiva, sulle reali motivazioni che spinsero i
duchi a utilizzare i loro beni in opere pubbliche: la consapevolezza di una «impasse» familiare, dovuta alla rinuncia ai beni di famiglia da parte del figlio Filippo, loro unico erede diretto? La coscienza delle impellenti necessità
sociali della nuova civiltà industriale? Il desiderio di fama
e riconoscenza nei secoli a venire?
Quali che siano le ragioni dei coniugi, il programma da loro intrapreso a partire dal 1874 con la cessione di Palazzo Rosso,
dimora avita dei Brignole, alla città di Genova, è in linea con
l’azione di istituzioni e privati nei paesi europei più moderni.
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“ELLE AIMAIT PARIS”
LA DUCHESSA TRA CARITÀ E CULTURA
La crescita delle popolazioni urbane in seguito all’industrializzazione ha generato nella seconda metà del XIX secolo emergenze sociali e sanitarie cui è necessario far fronte per favorire lo sviluppo ed il benessere della comunità. A Parigi le esposizioni universali del 1878 e del 1889 consacrano vaste aree
a «esposizioni sull’igiene» che suscitano l’interesse del pubblico per i progressi della scienza ospedaliera e sanitaria.
Proprio in questo decennio si sviluppa l’energica opera di Maria Brignole Sale, scandita da una serie di eventi cruciali che
si susseguono a ritmo serrato. Raffaele De Ferrari muore nel
novembre del 1876; pochi mesi dopo Filippo, unico figlio superstite dei duchi, rinuncia alla fortuna e ai titoli dei genitori.
Nel 1878, la Duchessa intraprende contemporaneamente la
costruzione di un museo, di un orfanotrofio e di due case di
riposo; nel 1879 grazie a una sua elargizione la giovane scuola di scienze politiche trova una sede.
“Elle aimait Paris”: tale è l’esordio della lunga voce che il Dictionnaire Universel Larousse consacra alla Duchesse de Galliera nell’edizione del 1890. Non vi è dubbio che la predilezione della nobildonna genovese per Parigi sia uno dei motivi di tanta generosità. Seguendo una diffusa consuetudine
Maria Brignole Sale da anni offre cospicue elemosine ai poveri di vari arrondissements di Parigi. Nel 1877 dona un terreno alla parrocchia di Chaillot per la creazione di opere utili in particolare ai bisogni dei suoi giovani.
Passerà quasi un secolo prima che il volere della Duchessa
sia realizzato, con la fondazione del Foyer Chaillot-Galliera,
che oggi accoglie ragazze di ogni origine e cultura favorendone l’inserzione sociale e professionale. Questo lascito anticipa un intervento di ben maggior respiro.
Sempre nel 1877 la Duchessa acquisisce varie proprietà nei
comuni di Clamart e Meudon, ad ovest di Parigi. La loro destinazione d’uso viene ufficializzata l’anno successivo con l’atto costitutivo della Fondation Brignole-Galliera, il cui scopo è
l’edificazione e la gestione di due grandi complessi caritativi
di ispirazione cristiana. Per far fronte alle necessità finanziarie la Fondation viene dotata di una cospicua rendita di gestione in titoli di stato. A Meudon sorgerà l’Orphelinat St Philippe, un istituto per 350 fanciulli retto dai Frères des Ecoles
Chretiennes, con annessi scuola di orticoltura e casa di riposo per gli anziani confratelli; a Clamart nascerà l’Hospice StAndré Ferrari, una casa di riposo per 100 anziani indigenti
affidata alle Soeurs de la Sagesse1. Quando l’atto viene rogato i lavori sono già iniziati, procedono alacremente sotto l’occhio vigile della Duchessa (che si reca due volte alla settimana sui cantieri) e vengono compiuti undici anni dopo 2 suscitando ammirazione e forse qualche perplessità. A una persona che le fa un’osservazione sulla maestosità e la bellezza
dei due complessi, la Duchessa ribatte: “Da quando sono al
mondo ho vissuto dentro palazzi, trovo giusto che i poveri ne
abbiano uno, e mi fa piacere offrirglielo” 3.
A Meudon, St Philippe occupa un antico, vasto dominio aristocratico.
L’architetto Conchon progetta maestosi e sobri edifici neogotici in pietra a vista. Nel punto più elevato, dove sorgeva un
tempo il Château de Meudon, si erge su una grande terrazza artificiale l’orfanotrofio dall’allure di maniero, che domina
la casa di riposo dei frati educatori e la grande cappella St
Paul, coronata da una slanciata guglia; intorno si stendono
un grande parco e orti.
L’Hospice Ferrari è paesaggisticamente meno impressionante, ma l’architetto Léon Ginain gli dà l’eleganza di un arioso
palazzo rinascimentale italiano. Attorno ad uno spazioso giardino interno si articolano vari locali e una grande cappella;
alle spalle, le ali laterali ospitano le camerate separate degli
uomini e delle donne e si affacciano su un vasto giardino e
sul retrostante bosco.
Alcuni dei severi criteri di ammissione suscitano qualche cri-
Sotto, a sinistra Orphelinat St. Philippe. Piscina all’aperto. Fu la
Duchessa a volere per i ragazzi dell’orfanatrofio la divisa da marinaretti.
Sotto, a destra Hospice Ferrari. Prospetto principale.
A sinistra, la lavanderia, oggi riconvertita in mediateca.
Pagina a fianco
A sinistra Orphelinat St. Philippe. Casa del custode e giardino
del Lycée Horticole.
A destra Musée Galliera, Parigi. La Duchessa fece realizzare a sue
spese due vie che separano il museo dagli isolati circostanti: la Rue
Brignole, sul lato sinistro, e la Rue Galliera, sul lato destro.
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za tra i docenti di suo figlio Filippo, che
in rottura con le convenzioni sociali ha
scelto di svolgere un lavoro “umile” come l’insegnamento. Egli insegna già da
qualche tempo alla scuola di Boutmy,
che in una lettera indirizzata alla Duchessa nell’aprile 1879 scrive: “Il nostro giovane collega, M. de Ferrari, acquista un rango sempre più distinto tra
i nostri professori. Il suo corso di quest’anno è eccellente”.
UNA BENEFATTRICE LUNGIMIRANTE
tica. A Meudon possono essere accolti solo orfani di madre
e padre certi, non affetti da epilessia, tisi, malattie croniche
o mentali. Dall’ospizio di Clamart si può essere espulsi per
“insubordinazione”.
La Duchessa è altrettanto esigente nella scelta dei materiali,
del servizio sanitario e pedagogico che verranno messi a disposizione. Ha inviato emissari in vari paesi per studiare le più
moderne creazioni assistenziali e farne tesoro. Tutte le forniture, dal mobilio, alle divise, al cibo, sono semplici ma di qualità. Gli spazi abitativi, di vita in comune e di servizio sono organizzati secondo moderni criteri di igiene e salubrità. I quintali di biancheria provenienti ogni giorno dall’ospizio e dall’orfanotrofio sono smaltiti dalla grande lavanderia sorta con l’Hospice Ferrari. I pasti sono equilibrati e vari, l’assistenza medica è adeguata e attenta. A St Philippe viene curata l’educazione scolastica e morale, fisica e professionale dei bambini, che dispongono di ampi spazi verdi, di una piscina all’aperto e di una palestra; la scuola di orticoltura e floricoltura fornisce loro una solida formazione professionale.
Come a Genova, anche a Parigi la Duchessa volge la sua attenzione anche alle istituzioni culturali.
È nota la vicenda del Musée Galliera, che essa fa costruire a
Parigi nello stesso periodo in cui sorgono St Philippe e l’Hospice Ferrari. Il magnifico edificio deve ospitare le collezioni
d’arte che Maria Brignole Sale intende donare allo stato francese; tuttavia gli eventi storici la indurranno a modificare le sue
volontà. Il Musée Galliera, vuoto, troverà una collezione e una
destinazione definitiva solo negli anni 70 del Novecento.
Poco dopo la Comune di Parigi, il giovane scrittore e politologo Emile Boutmy ha fondato nella capitale l’Ecole Libre
des Sciences Politiques ma per mancanza di mezzi le lezioni sono tenute in locali di fortuna. Nel 1879 la scuola trova finalmente una sede adeguata per i suoi 250 allievi, un’antica residenza nobiliare nel Faubourg St Germain che Boutmy
acquista grazie a una favolosa donazione di un milione di
franchi. La munifica benefattrice è Maria Brignole Sale. Questo gesto è con ogni probabilità incoraggiato dalla presen-
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La Scuola di Scienze Politiche, nota come “Sciences Po”, occupa tuttora la
sede storica ed è uno dei più prestigiosi istituti francesi di studio superiore. Le fondazioni di Clamart e Meudon continuano la loro opera assistenzialistica
e didattica: pur adeguandosi ai mutamenti sociali e scientifici, mantengono il rispetto fondamentale del volere della
loro fondatrice.
Non più orfanotrofio retto da religiosi, il Village Educatif StPhilippe è gestito dalla Fondation Enfants d’Auteuil, fondazione laica di ispirazione cristiana nata in Francia nella seconda metà dell’Ottocento. Ogni anno accoglie e forma ragazzi e ragazze francesi e stranieri dai 12 ai 21 anni in difficoltà familiare, sociale o scolare. Nella formazione professionale un ruolo di rilievo è rivestito dal Lycée Horticole et
Paysager. I giovani di Meudon e gli anziani di Clamart si avvicinano grazie a incontri periodici e al progetto di creazione di un giardino terapeutico all’Hospice Ferrari. Qui la vita dei residenti è arricchita da molteplici attività culturali e
ricreative; tutte iniziative sviluppate da quando nel 2009 il
Sovrano Ordine Militare di Malta ha assunto la gestione della casa di riposo.
Oggi, a duecento anni dalla sua nascita, Maria Brignole Sale e il suo slancio filantropico sono ben vivi nella memoria
storica e nella realtà delle istituzioni da lei create e sostenute in Francia.
Note
1
Maria Brignole in seguito dona alla Fondazione anche un edificio sito a Parigi al 66 di rue de Rennes per accogliervi anziani che hanno
lavorato come suoi domestici o operai nei suoi cantieri.
2
Il progetto potrebbe essere stato in parte elaborato di comune accordo dai Duchi di Galliera. Maria Brignole ha acquistato nel 1873 con
l’accordo del consorte la villa di Clamart dove soggiorna durante le sue
ispezioni al cantiere; un socio d’affari del Duca, risiede nelle vicinanze del sito su cui sorgerà l’Hospice Ferrari e potrebbe essere intervenuto nella ricerca di proprietà in vendita. All’origine di St Philippe sarebbe la richiesta di aiuto rivolta alla Duchessa di Gallier da Frère Joseph per erigere a Meudon una casa di riposo per i confratelli; essa
acconsente e propone di aggiungervi un orfanotrofio dove i Frères si
impegneranno a prestare servizio. (Cf. G. Guillot, Marie Brignole-Sales, Duchesse de Galliera, et sa maison de Fleury, Paris 1938).
3
Cf. M. Du Camp, Une femme de bien, in La Revue des deux mondes, 1890, fonte preziosa per la precisione delle descrizioni, la vivacità narrativa e la generale imparzialità di giudizio del celebre giornalista francese.
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