Azione A5 - contributo al piano d`azione nazionale

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Azione A5 - contributo al piano d`azione nazionale
Progetto LIFE Natura N. LIFE06NAT/IT/000026
Salvaguardia dei rapaci della ZPS “Promontorio del Gargano”
Azione A5 – Contributo all’elaborazione del Piano d’Azione Nazionale
per la specie Neophron percnopterus
Contributo alla conoscenza dell’ecologia della specie
nell’area di progetto e nella Provincia di Foggia
Settembre 2009
A cura di:
Fulvio Cerfolli, Vincenzo Rizzi, Matteo Caldarella, Domenico Guerra, Michele Bux
La foto di copertina estratta dal sito www.neophron.com)
LIFE06 NAT/IT/000026 – Salvaguardia dei rapaci della ZPS “Promontorio del Gargano”
Azione A5 – Contributo all’elaborazione del Piano d’Azione Nazionale per la specie Neophron percnopterus
INDICE
Il Capovaccaio........................................................................................................................5
Caratteri distintivi...................................................................................................................6
Distribuzione..........................................................................................................................6
Popolazione ..........................................................................................................................7
Popolazione in Provincia di Foggia.......................................................................................9
Habitat ...................................................................................................................................9
Riproduzione .......................................................................................................................10
Movimenti e svernamento ...................................................................................................10
Categorie di tutela: ..............................................................................................................11
Conservazione a livello locale ...........................................................................................11
Minacce a livello locale .......................................................................................................12
Attività di conservazione in loco...........................................................................................16
Azioni di conservazione proposte .......................................................................................22
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Azione A5 – Contributo all’elaborazione del Piano d’Azione Nazionale per la specie Neophron percnopterus
Il Capovaccaio
Coppia individui adulti (Foto: www.neophron.com)
Classificazione sistematica (Amori G. et al, 1993)
Phylum: Chordata
Classe: Aves
Ordine: Accipitriformes
Famiglia: Accipitridae
Genere: Neophron (Savigny, 1809)
Specie: percnopterus (L., 1758)
Nome comune: Capovaccaio o Avvoltoio degli Egizi
Nome in inglese: Egyptian Vulture
Nome in spagnolo: Alimoche
Biometria (Brichetti P. & Fracasso G., 2006)
Lunghezza totale: mm 600-700; Apertura alare: mm 1550-1700. Ala: Maschio 478516 mm (17 esemplari), Femmina 475-514 mm (12 esemplari); Becco: M 29-34 mm (13
esemplari), F 29-33 mm (12 esemplari ); Tarso: M 78-87 mm (13 esemplari), F 78-90 mm
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(9 esemplari); Coda: M 227-260 mm (9 esemplari), F 240-260 mm (9 esemplari); Peso:
MF 1584-2180 g.
Caratteri distintivi
Rapace di dimensioni medio-grandi. E’ il più piccolo tra gli avvoltoi europei. D'aspetto
caratteristico, con capo relativamente piccolo con il becco piuttosto lungo e sottile gialloarancione con punta più scura tendente al grigio fumo-nero, l'ampia porzione anteriore
della faccia arancione completamente nuda e l'aspetto arruffato delle piume che la
circondano. Quando posato, appare piuttosto alto sulle zampe rosate relativamente lunghe
e sottili, che gli permettono di muoversi sul terreno con facilità, anche correndo. Silhouette
di volo inconfondibile, per le ali d'aspetto rettangolare, essendo lunghe e larghe, il capo
relativamente piccolo ad estremità (becco) sottile e soprattutto per la coda decisamente
cuneata ma più corta della larghezza dell'ala. Volo attivo più frequente e sciolto che negli
altri avvoltoi; rotea con le ali piatte o appena arcuate, mentre in planata queste vengono
spinte leggermente in avanti, con angolo carpale piuttosto netto. Frequenta una grande
varietà di ambienti aperti, anche coltivati, ma per nidificare utilizza di preferenza pareti
rocciose, ma talvolta anche alberi e manufatti. Opportunista e tendenzialmente,
confidente, soprattutto in quelle zone (generalmente extra-europee) dove si comporta da
commensale dell'uomo. Quasi sempre solitario o in coppia, ma occasionalmente in gruppi
di 1-2 decine (eccezionalmente attorno al centinaio) di individui durante le migrazioni,
presso fonti di cibo concentrate o in dormitori comuni. Di solito silenzioso (Brichetti P. &
Fracasso G., 2006).
Da adulto la colorazione complessiva è biancastra, con sfumature da grigio-bruno a
giallastro nella porzione anteriore del corpo. In volo appare vistosamente bianco-nero e
visto da sotto ricorda per distribuzione dei colori la cicogna o il pellicano ma con una
sagoma completamente diversa. Iride da bruno a rosso-arancio. Parti nude del capo da
giallo a giallo-arancio, più brillante ed intenso con l'età. Becco nero, più chiaro alla base.
Zampe da rosa a giallo dorato. Nessuna apprezzabile differenza nel piumaggio tra stagioni
e tra i sessi (Brichetti P. & Fracasso G., 2006).
Distribuzione
Specie politipica a distribuzione paleartico-paleotropicale. Regione Paleartica occidentale.
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Adulto in volo – Parco Nazionale di Monfrague (Spagna) (Foto: Fulvio Cerfolli)
Neophron percnopterus occupa un ampio reale con popolazioni residenti isolate ad
occidente nelle isole di Capo Verde e nelle Canarie, interessate da fenomeni migratori in
Marocco, Algeria (Ceccolini et al., 2006) e parte dell’Africa occidentale. Una piccola
popolazione residente persiste in Angola e in Namibia. La gran parte delle popolazioni
residenti si presentano in Etiopia e nell'Africa orientale, l'Arabia ed il subcontinente
indiano. Gli uccelli migratori si riproducono nell’Europa meridionale, dalla Spagna
occidentale, attraverso il Mediterraneo, il Caucaso sino all'Asia centrale nel Pakistan, in
India del Nord e nel Nepal. Questi uccelli svernano oltre che entro il proprio areale anche
nella regione africana del Sahel (Forsman D., 2003).
In Italia la specie è migratrice nidificante (estiva) in Sicilia, Basilicata e Calabria,
saltuariamente in Puglia (ultime nidificazioni nel 1983-84 e 1994-99), con scomparsa negli
anni '70 in Toscana, Campania e Lazio; in quest'ultima regione ultimo tentativo nel 1981
sui Monti della Tolfa, con ripetute osservazioni estive di adulti negli anni successivi
(Cortone & Liberatori 1989). In tempi storici ritenuta nidificante scarsa sulle Alpi Marittime,
nella Marernma Toscana, nell’Arcipelago Toscano (Isola del Giglio), nel Lazio, nelle
regioni meridionali, compreso l'Abruzzo, e in Sicilia, ma già allora localmente in
decremento.
Popolazione
Le stime della popolazione della specie, a livello mondiale, sono grossolane, ma
combinando le cifre di 2.900-7200 coppie in Europa, più di 2000 coppie in Asia centrale,
qualche migliaio di coppie del subcontinente indiano, forse 1000 coppie del Medio Oriente
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e forse più di 7500 coppie in Africa la cifra dovrebbe aggirarsi tra 30.000-40.000 individui
maturi.
Negli ultimi 30 anni, il declino della popolazione europea è stimato essere maggiore del
50%. In Spagna, che con circa 1.300 coppie costituisce l’area con circa il 40% della
popolazione riproduttiva europea, la superficie idonea per l’ecologia della specie è
diminuita del 25% tra il 1987 e il 2000 causando un declino numerico maggiore del 50%.
Simili declini sono segnalati in Medio Oriente, per esempio 50-75% in Israele. Nell'Oman
la popolazione è stabile e 1.000 individui sono residenti stabilmente sull'isola di Socotra.
Le popolazioni residenti in Africa inoltre sembrano declinare numericamente, comprese
quelle in Etiopia e Djibouti, in Angola e in Namibia (dove rimangono appena 10 coppie). A
causa degli individui migranti la stima esatta delle popolazioni africane permane
grossolana. La situazione più critica si sta manifestando in India dove la specie ha subito
un declino catastrofico (> 35% all'anno) a partire dal 1999 e dove recenti indagini hanno
evidenziato un declino numerico del 68% tra il 2000 e il 2003 (Gill & Wright 2006; BirdLife
International, 2008).
La popolazione europea ammonta a 2900-7200 coppie, di cui 1000-5000 coppie in Turchia
e 1324- 1373 copie in Spagna nel 1988. Il trend mostra una contrazione di areale e un
decremento numerico nel corso del XX secolo, con locali estinzioni. Migratrice; le
popolazioni delle Canarie e 1sole del Capo Verde sono sedentarie. Sverna principalmente
in Africa a sud del Sahara, scarsamente in Mediterraneo e Nord Africa (Brichetti P. &
Fracasso G., 2006).
In Italia la specie è stimata in 15-20 coppie (Brichetti P. & Fracasso G., 2006). Il trend
nazionale mostra un decremento, seguito da fenomeni di estinzione locale. Nel 1976
erano stati stimati a livello nazionale, comprese le isole, 70-80 (90) individui (Bologna
1976). Sulla penisola 29 coppie. nel 1970, 18 coppie nel 1980, 13 coppie nel 1990 e 9
coppie negli anni successivi (Liberatori & Penteriani 2001); In Sicilia 23 coppie negli anni
'70, 10-15 coppie a fine anni '80, 3-4 coppie nel 1999 e 10 coppie nel 2000 (Di Vittorio et
al. 2000); nel 1988 in Basilicata 2 coppie e 5 coppie in Calabria (Cortone et al. 1991).
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Popolazione in Provincia di Foggia
La specie scomparsa come nidificante negli anni settanta dal Gargano, aveva ricominciato
a nidificare con una coppia per alcune stagioni tra il 1994-1998 per poi abbandonare il sito
di nidificazione per varie cause come il disturbo causato da birdwatchers e da fotografi.
A partire dal 2006 si sono verificate diverse osservazioni di Neophron percnopterus, si
tratta di osservazioni effettuate tutte all’interno della ZPS
“Promontorio del Gargano”
testimoniando l’importanza di questa area per la specie a livello regionale e nazionale
(area più settentrionale d’Italia frequentata dalla specie), di seguito si descrivono nel
dettaglio i rilevamenti della specie effettuati dal 2006:
• Agosto 2006: 1 es. giovane 1-cy (M.Caldarella)
• Giugno 2007: 1 es. adulto presumibilmente 4-5 cy (M.Gioiosa)
• Aprile 2008: 1 es. adulto 4-5 cy (V.Rizzi)
• Agosto 2009: 2 esemplari adulti 4-6 cy (L.De Lullo - osservazioni al carnaio).
Nell’immagine l’individuo adulto osservato nell’estate 2007 (foto M.Caldarella-21giugno
2007)
Habitat
Tipicamente la specie nidifica sulle sporgenze o in anfratti di basse pareti rocciose, o in
affioramenti rocciosi, ma occasionalmente anche in grandi alberi in ambienti caldi e secchi,
con vegetazione arborea e arbustiva discontinua spesso nei pressi di corsi d'acqua,
circondati da vaste aree aperte e brulle utilizzabili per alimentarsi (pascoli, steppe
cerealicole, macchia mediterranea degradata ecc.). Si alimenta in pianura e nelle regioni
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montane preferendo gli spazi aperti, spesso aridi. Inoltre non disdegna le discariche a
cielo aperto. La dieta è ampia e comprende carogne e carcasse animali, testuggini
terrestri, rifiuti organici, insetti, giovani vertebrati, uova e perfino feci.
Neophron percnopterus è solitamente solitario, ma capace di riunirsi nei siti di
alimentazione, come i pinnacoli delle discariche e i posatoi degli adulti ancora non in
riproduzione. Effettua voli energici quando è in coppia. Diverse popolazioni stanziali su
isole mostrano isolamento genetico. I riproduttori che migrano verso nord effettuano
lunghe migrazioni intercontinentali (BirdLife International, 2008).
Riproduzione
Coppie isolate. Nido su roccia, tufo e arenaria, normalmente rioccupato. Occupazione dei
siti riproduttivi da febbraio, massimo in marzo. Deposizione delle uova ad inizio aprilemetà maggio; data più tardiva sulla penisola 21 maggio (Liberatori & Penteriani 2001).
Covata: 1-2 uova. Nel Parco Nazionale di Monfrague (Spagna), nel tardo Aprile si
osservano entrambi i sessi incubare le uova. Incubate dai due sessi per circa 42 giorni.
Schiusa asincrona. Involo a 70-90 giorni. Covate annue: 1. Successo riproduttivo: sulla
penisola 0,99 juv./cp. e tasso d'involo di 1,27 juv./cp. nel periodo 1986-99; 79 giovani
involati nel periodo 1988-99 (n=126) sulla penisola; la produttività risulta correlata
negativamente con la distanza dai siti di alimentazione artificiali (Liberatori & Penteriani
2001); 0,89 juv./cp. e tasso d'involo di 1 ,l 3 juv./cp. (n=76) Sicilia nel periodo 1990-2001
(Di Vittorio et al. 2003); 0,7-1 juv. Involati l cp. in Sicilia (Brichetti P. & Fracasso G., 2006).
Movimenti e svernamento
Migratrice regolare, dispersiva, svernante irregolare; estivante. Movimenti tra fine agostoinizio ottobre (max. settembre) e febbraio-maggio (max. metà aprile-metà maggio);
immaturi in transito fino a giugno; associazione ricorrente con il gruccione (Pernis
apivorus). Nei siti riproduttivi siciliani individui osservati fino a novembre-dicembre. Nel
Mediterraneo centrale maggiori concentrazioni autunnali sulle 1sole Egadi, Marettimo, con
22 individui. Nel 1997 e 70 nel 1998, di cui oltre 1'84% di adulti e max. gruppo di 9
individui (Agostini et al. 2000); movimenti primaverili regolari ma scarsi sullo Stretto di
Messina, stimati in poche decine di individui, con max. di 12 individui nel 1999 (Corso
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2001). Accidentale in Sardegna (3 segnalazioni note al 2001, Grussu 2001) e nelle regioni
settentrionali; in Piemonte 5 segnalazioni note, di cui la più recente nel giugno 1999 in
prov. di Cuneo (Alessandria et al. 2002). In Friuli-Venezia Giulia 4 osservazioni nel 199395 sul carnaio del Centro Grifoni di Forgaria; in Abruzzo 4 segnalazioni nel 1993-97
(Santone et al. 1999). Recente incremento delle segnalazioni di individui erratici in zone
extra-areale. Presenze invernali sporadiche in Sicilia in dicembre e gennaio (Brichetti P. &
Fracasso G., 2006).
Categorie di tutela:
•
Species of European Conservation Concern (SPEC) – livello 3
•
Direttiva Uccelli 409/79/CEE Allegato I
•
Convenzione di Berna Allegato II
•
Convenzione di Bonn, Allegato II
•
CITES Allegato I
•
Lista Rossa IUCN: EN
Conservazione a livello locale
Informazioni generali
Questa specie subisce, nel suo areale, un ampio e variegato spettro di minacce. Il declino
numerico registrato nelle zone africane è probabilmente dovuto alla riduzione drammatica
delle popolazioni selvatiche di ungulati e, in alcune zone, dall’overgrazing da bestiame, a
livello locale probabilmente non sussistono tali minacce sia per la quasi totale assenza di
ungulati selvatici anche nel passato sia per la presenza di un notevole numero di bestiame
domestico tenuto spesso allo stato brado.
La dispersione, l'avvelenamento da piombo (derivante dall’uso di piombo per le pallottole
per la caccia), l'avvelenamento diretto e la folgorazione (causato dai fili delle linee
elettriche) stanno decimando le popolazioni europee. Nell’Unione Europea, i regolamenti
introdotti nel 2002 che controllano l'eliminazione delle carcasse animali hanno ridotto
notevolmente la disponibilità trofica per la specie e in maniera considerevole soprattutto in
Spagna e in Portogallo dove attraverso la chiusura delle tradizionali “muladares" si stanno
osservando declini consistenti nelle popolazioni di avvoltoi. Anche a livello locale le norme
sanitarie hanno influito negativamente nei confronti delle specie necrofaghe, sebbene
grazie alla presenza di bestiame allo stato brado le possibilità trofiche possono ancora
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supportare la presenza di tali specie per il fatto che dal momento della scoperta (del
decesso di qualche esemplare di bestiame domestico) al momento della rimozione della
carcassa possono trascorrere anche diversi giorni.
I residui di antibiotici presenti nelle carcasse di bestiame allevato intensivamente possono
aumentare la predisposizione dei nidiacei verso le patologie. L'esantema aviario è stato
segnalato
come causa
di
mortalità
in
Bulgaria.
Il Diclofenac, un
medicinale
antinfiammatorio non-steroideo, usato spesso per il bestiame, risulta mortale per gli
avvoltoi del genere Gyps una volta ingerito dalle carcasse del bestiame, e sta
determinando i recenti repentini declini in India. Il Diclofenac è tossico per rapaci, cicogne,
gru e gufi, ciò suggerisce che gli avvoltoi di altri generi potrebbero essere suscettibili agli
effetti di queste sostanze. Sembra plausibile che il Capovaccaio non sia stato esposto
precedentemente al Diclofenac in quanto escluso per competizione dalle carcasse animali
utilizzate dagli avvoltoi del genere Gyps. A partire dal 2007 il Diclofenac è stato introdotto
per scopi veterinari in diversi paesi africani. A livello locale i problemi più gravi possono
manifestarsi per avvelenamento derivante dall’uso illegale di bocconi avvelenati.
Sul Gargano, in particolar modo, la recente ricolonizzazione del territorio da parte del Lupo
(Canis lupus) e la presenza di feral dogs , contribuiscono all’aumento dei casi di utilizzo
illegale da parte di allevatori, cacciatori, etc.. Purtroppo attualmente non si è a conoscenza
della reale incidenza di tale problematica.
Anche la competizione per i siti di nidificazione con Gyps fulvus riduce significativamente il
successo riproduttivo del Capovaccaio, sebbene a livello locale tale problema non
sussista.
Una problematica di rilevante importanza a livello locale è la presenza di linee elettriche
(alta e media tensione) passanti su valloni e aree trofiche e la presenza di numerosi
impianti eolici nell’area del subappennino e del Tavoliere che potrebbero avere reali
incidenze negative in relazione ad individui in migrazione e per la eventuale
ricolonizzazione di alcune aree. Ulteriore problematica a livello locale è la pratica , spesso
illegale, dell’arrampicata proprio nei siti di maggiore rilevanza per la nidificazione della
specie.
Minacce a livello locale
Sono state considerate le minacce che a livello provinciale influiscono o potrebbero influire
negativamente sia nei confronti degli individui che ancora frequentano le aree idonee, sia
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nei confronti della possibilità di ricolonizzazione ed eventuale aumento della popolazione.
Le minacce sono elencate in ordine di importanza:
•
distruzione e trasformazione habitat trofico-riduzione risorse trofiche
•
attività del tempo libero
•
elettrocuzione e collisione con strutture aeree
•
avvelenamenti
•
avvelenamento da piombo
•
pesticidi ed altri agenti inquinanti
•
uccisioni illegali
•
prelievo di individui, uova e pulli
Distruzione e trasformazione habitat trofico-riduzione risorse trofiche
La conversione dei pascoli in terreni agricoli ha comportato una banalizzazione degli agro
ecosistemi tradizionali, tale evento è spesso associato ad una crescente urbanizzazione
(nuove strade, abitazioni, capannoni, ecc.) che ha comportato l’alterazione di consistenti
porzioni dell'areale idoneo alla specie a livello provinciale.
La meccanizzazione e l'utilizzo di biocidi sono state causa della riduzione delle biodiversità
è in modo particolar degli invertebrati provocando un calo della produttività.
La conseguenza di tali trasformazioni è con buona probabilità causa diretta e indiretta
della riduzione di prede di cui la specie si nutre.
Più recentemente il tumultuoso sviluppo di infrastrutture legate alla produzione di energia
(centrali, torri eoliche, campi fotovoltaici, cavidotti) può essere causa di ulteriore
frammentazione dell'habitat trofico e causa di mortalità diretta per collisione/elettrocuzione.
La diminuzione delle risorse trofiche rappresentate dalla presenza di carcasse di bestiame
domestico/fauna selvatica, è sicuramente una delle minacce che maggiormente ha influito
sulle possibilità trofiche per la specie, ciò con particolare riferimento alle norme sanitarie
che nel corso dell’ultimo decennio hanno portato alla chiusura della maggioranza delle
discariche a cielo aperto presenti nell’area considerata e nei siti di idoneità ambientale per
la specie (ma anche per Milvus milvus e Milvus migrans) che garantivano un notevole
apporto trofico così come la rimozione delle carcasse di animali domestici.
Rilevanza: alta
Attività del tempo libero:
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La scarso disponibilità di siti idonee per la riproduzione della specie, rende tali siti
vulnerabili sia per la frequentazione legata all'escursionismo e alle attività sportive sia per
l'eventuale aumento di infrastrutture. In relazione alle attività del tempo libero l’abbandono
dei siti riproduttivi per rapaci rupicoli sono state determinati prevalentemente dalla pratica
dell’arrampicata (anche illegale) nonché da attività di fotografia naturalistica (si rammenta
che proprio per quanto riguarda l’ultima nidificazione accertata della specie nell’area di
intervento furono effettuate riprese fotografiche da distanza ravvicinata del sito di
nidificazione).
Anche le attività di monitoraggio per finalità di studio e di documentazione rappresentano
una fonte di disturbo se effettuate con protocolli non impostati cautelativamente. Lo stesso
disturbo può essere causato da attività di birdwatching e da attività di raccolta di prodotti
naturali (asparagi, funghi, etc.) che portano, anche involontariamente, alla frequentazione
umana anche nelle prossimità dei siti di riproduzione.
Rilevanza: alta
Elettrocuzione e collisione con strutture aeree
Esistono diversi casi riportati nella letteratura internazionale.
In generale si tratta di
giovani più esposti al rischio di elettrocuzione e di collisione per la loro innata curiosità che
li spinge a movimenti di erratismo, nonché per la minore padronanza delle tecniche di
volo. A livello locale la presenza di linee passanti sui valloni pedegarganici nonché
l’aumento di linee elettriche generale che si è avuto nell’ultimo decennio possono
determinare episodi di elettrocuzione e collisione tanto più gravi se rapportati alla rarità
delle specie coinvolte come per il Capovaccaio. A tal proposito si può considerare che la
presenza delle linee elettriche passanti sui valloni pedegarganici potrebbe essere stata la
causa determinante l’estinzione locale di Bubo bubo.
Analogamente per quanto riguarda le centrali eoliche (con particolare riferimento a
Subappenino dauno e Tavoliere) risultano fondati i rischi relativi agli impatti da collisione,
nonché indirettamente per la sottrazione di habitat.
Rilevanza: alta
Avvelenamenti diretti
L’uso di biocidi per il controllo dei randagi e dei canidi selvatici attualmente non è una
pratica diffusa in provincia di Foggia, sono segnalati solo casi sporadici, anche se
potenzialmente tale rischio non è da sottovalutare visto quanto verificatosi in altre regioni
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meridionali come la Sicilia dove tale uso ha certamente hanno concorso al declino della
popolazione di Capovaccaio. Sebbene l'uso di esche avvelenate sia una pratica oggiin
aumento, SALVO (1994) cita il caso di due coppie di Capovaccaio rinvenute morte
avvelenate nei pressi dei nidi; un altro caso è noto per il 1990, quando due adulti morti
avvelenati e le loro uova sono stati recuperati in un nido (SEMINARA in LO VALVO et al., 1993).
Per quanto riguarda la contaminazione da parte di pesticidi, le analisi effettuate sui tessuti
dei due individui rinvenuti morti nel 1990 non hanno comunque evidenziato concentrazioni
elevate di cloroderivati organici (MARSILI & MASSI, 1991). A livello locale la pratica illegale di
utilizzo dei bocconi avvelenati sembrerebbe in aumento in seguito alla ricolonizzazione,
con riferimento al Gargano, da parte di Canis lupus, che insieme alla presenza di feral dog
contribuisce all’aumento di tali episodi soprattutto da parte di allevatori che hanno subito
uccisioni di bestiame.
Rilevanza: alta
Avvelenamento da piombo e da altri agenti inquinanti
La presenza di piombo nell'ambiente (pallini, scarichi) rappresenta un potenziale rischio in
quanto potrebbe entrare nella catena alimentare .
Attualmente a differenza degli uccelli acquatici i danni relativi alla sindrome del saturnismo
sugli uccelli da preda è molto scarsa. A livello locale si ritiene che tale incidenza,
attualmente, non abbia potenziali effetti in quanto gli esemplari di fauna uccisi dai
cacciatori e non rimossi (mancato recupero per ferimento e successivamente
allontanamento degli esemplari non colpiti a morte) sono molto rari con particolare
riferimento agli ungulati e al fatto che la specie è presente (aprile-agosto) durante il
periodo di chiusura dell’attività venatoria. In relazione all’utilizzo di biocidi in agricoltura e la
presenza di altri agenti inquinanti, analogamente a quanto riscontrato per alcune specie di
rapaci, è ragionevole ipotizzare che tali sostanze possano comportare una riduzione della
fertilità della specie e, in generale un rischio diretto, per la sopravvivenza della specie.
Rilevanza: bassa
Uccisioni illegali
Benché la specie risulti sottoposta da molti anni a uno stretto regime di tutela, casi di
bracconaggio o incidenti di caccia si possono verificare. I danni più gravi si verificano nel
caso di abbattimento di individui adulti.
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Allo stesso tempo anche il disturbo causato dalla presenza di bracconieri in prossimità
delle pareti di nidificazione può determinare l'allontanamento degli animali. Tale minaccia
risulta comunque di bassa rilevanza anche per le abitudini migratorie della specie che
risulta assente durante la stagione venatoria.
Rilevanza: bassa
Prelievo di individui, uova e pulli
Si ritiene che tale pratica diffusa nel passato a fini di collezionismo è decisamente
ridimensionata rispetto agli anni '70 e attualmente non risulta potere avere effetti negativi
sulle specie rupicole.
Rilevanza: bassa
Attività di conservazione in loco
Nell’ambito del progetto LIFE Natura “Rapaci del Gargano” tra le azioni concrete di
conservazione mirate alla salvaguardia delle specie di rapaci che nidificano sulle pareti
risulta particolarmente significativa quella relativa alla bonifica delle vie di arrampicata.
Le attività preliminari hanno consentito l’individuazione del periodo operativo (novembre –
2007) e, con particolare riferimento alle notizie e ai dati pregressi del CSN, la
localizzazione dei siti di intervento che rappresentano i siti maggiormente utilizzati dalle
specie in passato.
I siti individuati corrispondono, inoltre, alle località maggiormente utilizzate dai rocciatori
per l’impianto di attrezzature fisse.
L’intervento è consistito nella completa asportazione delle attrezzature fisse che, nella
pratica della arrampicata sportiva, sono poste in opera sulla roccia lungo le vie di
arrampicata, per la salvaguardia e l’incolumità degli sportivi che praticano tali.
La loro completa asportazione non causa pericolo ad alcuno, perché l’arrampicata sportiva
è impossibile da praticarsi in assenza di tali ancoraggi di sicurezza in parete.
L’intervento, quindi, ha comportato la completa eliminazione, dai siti individuati e ritenuti
maggiormente a rischio di disturbo per i rapaci, di ogni elemento che poteva spingere i
rocciatori illegali (in considerazione del regolamento del Parco Nazionale del Gargano per
le località ove è consentita tale attività e delle misure di conservazione delle ZPS della
Regione Puglia) ad effettuare le attività di arrampicata.
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Tabella riepilogativa delle date e località di intervento
Località di intervento
Date o periodi di
intervento
dal 1/11/07 al 10/11/07
12-13-14/11/07
dal 15/11/07 al 24/11/07
26-27/11/2007
“Petrulo-Malpasso”
“Vallone Pulsano”
“Santa Restituta”
“Vallone Grande”
La Federazione di Arrampicata Sportiva, nell’ambito di una collaborazione attiva con la
Provincia di Foggia si è impegnata a promuovere tramite i portali locali, regionali e
nazionali, la diffusione di ogni informazione che miri a far conoscere a tutti gli interessati
ogni particolare di questa importante iniziativa, segnalando la messa in disuso dei siti a
rischio. Nell’immagine che segue sono evidenziati i siti di bonifica delle pareti rocciose.
Di seguito nella tabella si riassumono i dati relativi ai materiali asportati durante la attività
di bonifica delle pareti rocciose.
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TABELLA RIEPILOGATIVA MATERIALI ASPORTATI
LOCALITÀ
LUNGHEZZA
VIE
ARRIVI
SICURE
STIMATA DELLE
Petrulo - Malpasso
Pulsano
S.Restituta
Valle Grande
TOTALI:
VIE
720 m
240 m
1.140 m
50
2.150 m
ANELLI
DI CALATA
18
16
38
5
77
13
16
35
5
69
138
194
410
40
782
8
8
Nella foto la valle di S.Restituta, le vie di arrampicata erano disposte a macchia di
leopardo in tutta la valle. In questo sito sono state smontate 38 vie di arrampicata, per un
tot di 35 arrivi e n.410 sicure. Il sito rappresenta una delle aree più importanti per la sosta
e la nidificazione di diverse specie di rapaci rupicole come il Capovaccaio.
Di seguito alcune immagini relative alle attività di bonifica da parte di una ditta
specializzata e un particolare del materiale asportato dalle pareti.
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La realizzazione di tre carnai
Nell’ambito del progetto LIFE Natura “Rapaci del Gargano” sono stati realizzati tre punti di
approvvigionamento di cibo per necrofagi (carnai) localizzati nei seguenti comuni: Monte
Sant’Angelo (loc.Coppa la Pinta), San Giovanni Rotondo (loc.Ruggiano-San Salvatore),
Rignano Garganico (loc.Mass.Palagano). la Provincia di Foggia, per mezzo del Servizio
Caccia e Pesca, ha avviato la gestione dei carnai dal luglio 2009. A tal scopo è stato
elaborato e sottoscritto un protocollo operativo tra il Servizio Caccia e Pesca della
Provincia di Foggia e il Centro Studi Naturalistici contenente le modalità di espletamento
del servizio di alimentazione dei carnai e quelle relative all'attività di monitoraggio
faunistico. Ciascun carnaio viene rifornito con 15 kg settimanali di alimento, il giorno
successivo gli operatori incaricati dal CSN effettuano l'attività di monitoraggio per verificare
l'efficacia dell'azione. Nell’ambito dell’azione si è potuto constatare l’effetto positivo nei
confronti di alcune specie di rilievo come il corvo imperiale (Corvus corax), il nibbio bruno
(Milvus migrans) nonché per la specie obiettivo cioè il capovaccaio con la presenza di 2
esemplari adulti (luglio 2009).
Nelle immagini alcuni particolari dei carnai realizzati nella ZPS.
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Azioni di conservazione proposte
Istituzione di vincoli di tutela per i biotopi potenzialmente idonei alla specie
Priorità: Alta;
Cronoprogramma: Attivazione del’azione entro due anni;
Responsabili: Ente Parco Nazionale del Gargano, Regione Puglia, Provincia di Foggia;
Programma: Istituire adeguati vincoli di tutela in corrispondenza dei siti potenzialmente
idonei per la specie, la scelta del tipo di vincolo va effettuata sulla base dei contesti
ambientali e sociali in cui i diversi siti sono collocati (es: all'interno del perimetro del
parco).
Costi: da definirsi, in relazione al numero di siti e al loro status.
Misure di sostegno alle attività di allevamento estensivo tradizionale
Priorità Alta;
Cronoprogramma: Attivazione del’azione entro due anni;
Responsabili: Ente Parco Nazionale del Gargano, Regione Puglia, Provincia, Comuni,
Associazioni degli allevatori;
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Programma: sostenere e promuovere l'applicazione di tutte quelle misure tese a
sostenere l'allevamento tradizionale.
Costi: da definirsi;
Misure a sostegno delle coltivazioni biologiche
Priorità: Alta
Cronoprogramma: Attivazione del’azione entro due anni;
Responsabili: Ente Parco Nazionale del Gargano, Regione Puglia, Provincia di Foggia;
Programma: Sostenere e diffondere i programmi comunitari che incentivano la
conversioni delle aziende a biologico, aumento dei finanziamenti locali, nazionali ed
internazionali al sostegno alle aziende “biologiche”.
Costi: Da definirsi;
Misure per la conversione da aree agricole in pascolo
Priorità: Alta
Cronoprogramma: Attivazione del’azione entro due anni;
Responsabili: Ente Parco Nazionale del Gargano, Regione Puglia, Provincia di Foggia;
Programma: Favorire i ritiro dei terreni agricoli e la loro conversione a pascolo mediante
l'utilizzo di fondi comunitari e ordinari da parte degli enti territoriali.
Costi: Da definirsi, in relazione al numero di siti e al loro status.
Implementazione e gesitone di siti di alimentazione artificiale a livello provinciale
(carnai)
Priorità: Alta
Cronoprogramma: Attivazione del’azione entro due anni;
Responsabili: Ente Parco Nazionale del Gargano, Regione Puglia, Provincia di Foggia
Programma: Realizzazione di carnai comunali e loro gestione per incrementare le risorse
trofiche con un rapporto fra punti di alimentazione e aree idonee alle specie necrofaghe
pari a 1 sito/15.000 Ha circa;
Costi: Da definirsi, in relazione al numero di siti.
Regolamentazione delle attività escursionistiche e del tempo libero
Priorità: Alta;
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Azione A5 – Contributo all’elaborazione del Piano d’Azione Nazionale per la specie Neophron percnopterus
Cronoprogramma: Attivazione del’azione entro due anni;
Responsabili: Ente Parco Nazionale del Gargano, Regione Puglia, Provincia di Foggia
Programma: Prevedere limitazioni all'esercizio di attività potenzialmente impattanti sul
Capovaccaio nel corso della stagione riproduttiva. Sottoscrizioni di protocolli fra enti,
associazioni ambientaliste e associazioni di arrampicatori e speleologi, realizzazione con
l’ausilio delle associazioni di attività di miglioramento ambientale (creazione cavità su
pareti rocciose, “apertura di buche per la nidificazione” nelle reti di protezione da caduta
massi;
Costi: Da definirsi, in relazione ai contributi per le associazioni per il miglioramento
ambientale e la realizzazione di pareti artificiali per l’arrampicata.
Sorveglianza ai nidi e ai carnai
Priorità: Alta;
Cronoprogramma: Attivazione del’azione entro due anni;
Responsabili: Ente Parco Nazionale del Gargano, Regione Puglia, Provincia di Foggia;
Programma: Predisposizione di
attività di sorveglianza e monitoraggio delle aree di
maggiore sensibilità nei periodi preriproduttivo e riproduttivo onde prevenire attività ed
episodi che potrebbero compromettere l’abbandono dei siti attraverso la predisposizione di
protocolli e contributi con associazioni ambientaliste;
Costi: da definirsi, in relazione ai contributi per le associazioni e ai protocolli di
sorveglianza.
Misure per la mitigazione ed eliminazione degli impatti delle linee elettriche e degli
impianti eolici
Priorità: Alta;
Cronoprogramma: Attivazione del’azione entro due anni;
Responsabili: Ente Parco Nazionale del Gargano, Regione Puglia, Provincia di Foggia
Programma: Individuazione delle aree in cui vietare la realizzazione di nuove linee
elettriche, interramento e mitigazione degli impatti per le linee più a rischio, realizzazione
di un protocollo fra enti, associazioni ambientaliste e gestori delle linee elettriche.
Realizzazione di misure di mitigazione e compensazione per gli impianti eolici con fondi a
carico dei proprietari degli impianti;
Costi: Da definirsi, in relazione al numero di siti e alle misure da intraprendere.
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Monitoraggio della popolazione
Priorità: Alta;
Cronoprogramma: Attivazione del’azione entro due anni;
Responsabili: Ente Parco Nazionale del Gargano, Regione Puglia, Provincia di Foggia;
Programma: Realizzazione attività di monitoraggio tese ad incrementare la conoscenza
relativa alla consistenza e alle dinamiche della popolazione;
Costi: Da definirsi.
Campagna di informazione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica
Priorità: Alta;
Cronoprogramma: Attivazione del’azione entro due anni;
Responsabili: Ente Parco Nazionale del Gargano, Regione Puglia, Provincia di Foggia;
Programma: Realizzazione di una campagna di sensibilizzazione con produzione di
materiale didattico e divulgativo;
Costi: Da definirsi.
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Azione A5 – Contributo all’elaborazione del Piano d’Azione Nazionale per la specie Neophron percnopterus
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